Come l’epopea e la tragedia, il romanzo parla dei rapporti tra l’uomo e il suo mondo; ma mentre gli eroi
dell’epopea appartenevano anima e corpo alla città, e quelli della tragedia avevano già il destino segnato
dall’inizio, i personaggi del romanzo sono separati dal mondo circostante. Questa frattura tra protagonista e
ambiente rende il romanzo il primo genere letterario a interrogarsi sulla genesi dell’uomo e a chiedersi se
l’ideale morale fa parte o no dell’ordine del mondo.
Mentre l’epica e la tragedia danno per scontato il legame tra l’uomo e il suo prossimo, il romanzo parlando
di amore riflette proprio sull’instaurazione di questo legame.
Abbiamo il romanzo ellenistico, cavalleresco e pastorale che mettono in scena eroi invincibili e/o degni di
ammirazione che difendono la norma morale in un mondo consegnato al caos. Il romanzo picaresco, elegiaco
e la novella invece disvelano l’imperfezione umana.
Il romanzo del 700 e dell’800 vede la confluenza di antiche forme narrative: il romanzo del 700 si chiede se
l’individuo sia o no l’origine della legge morale e padrone delle sue azioni; Quello dell’800 invece prende atto
che l’uomo si definisce non in rapporto alla legge morale ma all’ambiente che lo circonda.
Romanzo ellenistico.
Solitamente racconta la storia di una coppia segnata dal favore degli dei che grazie alla propria resistenza
morale supera gli ostacoli. L’amore reciproco li guida e li estranea dal mondo circostante aiutandoli a
superare le prove che rappresentano l’ingiustizia del mondo. Alla fine sventate le sfortune, la coppia convola
a nozze. Rende visibile il genere umano posto sotto la protezione della provvidenza. Svalutazione dei legami
di sangue e sradicamento dalla patria (cose opposte a quello che accadeva nelle epopee e nelle tragedie dove
la famiglia e la città erano lo sfondo delle vicende). Il mondo che si apre ai protagonisti è un luogo
sorprendente e ostile.
Gli eroi sono casti, belli, fedeli e inflessibili. Restano impassibili davanti a qualunque mutamento e a
qualunque sofferenza e la costanza è la loro principale qualità. Abbiamo due poli: la provvidenza separata
dal mondo e lo spazio che si apre all’interno dell’uomo.
Romanzo cavalleresco.
Accorda alla divinità un ruolo ornamentale, rispetto al romanzo ellenistico. L’eroe incarna l’obbligo di far
rispettare la giustizia fra gli uomini. Il cavaliere risponde al disordine contando sulle proprie energie e
rispettando le leggi della cavalleria e della cortesia.
La società è decentrata e il potere è nelle mani dei signori locali. Gli ideali di questo sistema prevedono che i
forti aiutino i deboli e i fortunati gli sfortunati. Ma l’applicazione di un simile sistema è problematica perché
in assenza di un potere centrale, i focolai di violenza divampano continuamente. I cavalieri percorrono il
paese per spegnerli con una riparazione che resta sempre provvisoria. L’avventura è quello che i cavalieri
cercano di salvaguardare a costo della loro vita. Restano all’erta in attesa di rispondere al loro giuramento e
lasciano i legami familiari. È un obbligo che non si può rifiutare, ne vale l’onore, e poi ogni avventura
appartiene ad un cavaliere che è il solo a poterla affrontare.
Romanzo pastorale.
L’esempio dei romanzi ellenistici e dei racconti di cavalleria, influenzano molto il genere pastorale. Il romanzo
pastorale propone una sintesi tra eleganza malinconica (tipica del genere pastorale) e il pathos e la forza
idealizzante dei romanzi d’avventura. In genere il romanzo gira intorno ad un malinteso che sottolinea la
fragilità del rapporto amoroso. La legge che governa l’universo pastorale è quella della disparità tra l’ideale
amoroso e la condotta degli amanti. La posta in gioco è il trionfo dei veri sentimenti degli amanti, separati
per propria colpa.
La pastorale elabora un’immagine sfumata dell’interiorità. Non essendo in grado di conoscere sé stessi né di
conoscere le persone che amano, i pastori sono lacerati tra la forza delle loro pulsioni e l’ideale che
vorrebbero incarnare. Il loro amore li spinge a desiderare la perfezione e li rende cechi sui mezzi per
ottenerla. Il significato del romanzo pastorale resta inseparabile dalla meditazione sulla crescita individuale
e sull’apprendimento delle norme comuni: il pastore è dispostissimo a ricevere le norme dall’esterno purché
sia libero di cercarle da solo.
Romanzo picaresco.
È il genere che parla dell’imperfezione umana. I romanzi ellenistici e medievali rappresentano
contemporaneamente l’unità e l’imperfezione del mondo. Gli aneddoti che formano la trama del romanzo
picaresco hanno una funzione analoga. Qualunque sia il tema, l’universo continua ad opprimere il
personaggio con la sua ostilità.
La maggior parte di questi romanzi descrivono un’economia povera generalizzata dove la preoccupazione
costante è la ricerca di cibo e di riparo. Il picaro si trova a dover combattere contro la cattiveria della povertà.
La vera tragedia è la disgregazione dell’ordine morale e dei legami di fedeltà fra gli uomini. Il picaro può
essere morale o amorale:
Picaro amorale> accetta il carattere della sua condizione senza provare rimorso. Agisce fuori dalle leggi
e percepisce questa cosa come normale. Si diverte ad ingannare i suoi simili.
Picaro morale> odia la sua bassezza in nome di una legge superiore che non riesce a rispettare. Vive
avventure scandalose ma non accetta la propria caduta morale nella depravazione e non approva le
proprie infrazioni alle norme.
Daniel Defoe (puritano) è un maestro nel rappresentare questo tipo di personaggio (picaro morale). Moll
Flanders e Roxana esaminano la dimensione sociale del personaggio e del suo mondo, approfondiscono la
tematica morale di questo genere. Le eroine di Defoe hanno il desiderio di vivere secondo le regole e questo
non è solo l’effetto del rimorso ma è uno dei moventi più importanti per le loro azioni.
Moll pratica il vizio non solo per necessità ma anche per inclinazione e si stupisce di scoprire l’ampiezza della
propria corruzione. Roxana cade quando il suo passato corrotto torna a farle visita. Decisa ad interrompere
la sua parte di cortigiana e amante del re per condurre una vita onesta, si trova minacciata quando la figlia di
primo letto abbandonata all’inizio del romanzo torna a cercarla e lei per non perdere il marito e nascondere
i suoi segreti (ossia la figlia di primo letto e la relazione con il re) decide di far uccidere la figlia.
I picari riescono a restare a galla adottando un comportamento flessibile. Il mondo descritto dai romanzi
idealistici e dalle opere picaresche consente solo due strategie: scontrarsi con il mondo in nome di una norma
oppure adattarsi e perdere l’indipendenza morale.
Il genere picaresco ambisce a suscitare l’idea della separazione radicale tra l’uomo (incapace du innalzarsi
fino alla norma) e il suo ambiente. Differisce dagli altri generi suoi predecessori per il racconto in prima
persona e i dettagli della vita quotidiana.
Il racconto elegiaco.
È un lamento in prima persona nel quale il protagonista narra le proprie disavventure amorose. Si raccontano
gli amori tra uomo libero e donna sposata (o che ha abbracciato la vita religiosa). L’uomo generalmente
seduce la donna e poi la abbandona e il lamento di lei diventa la sostanza dell’opera. L’oggetto dell’opera è
la vita intima di un essere umano, raccontata con espressività lirica.
La novella.
Come il romanzo picaresco parla delle imperfezioni umane ma le coglie sotto le sembianze di un’unica
sorprendente idea che si rivela nel centro dell’azione. L’argomento preferito è la frattura tra l’uomo e il suo
ambiente che avviene per volontà o meno dell’uomo che viene cacciato o si allontana. La cornice è appena
delineata ma deve essere giudicata reale. La verosimiglianza è una prerogativa essenziale, si deve collocare
il testo allo stesso livello della realtà circostante.
Può essere comico o serio: il comico gode sempre di una affinità col sentimento della realtà concreta ma non
si può dire lo stesso quando le storie hanno un soggetto tragico o serio; perciò certe novelle serie prendono
come soggetto la crudeltà del destino. La difficoltà principale della novella seria è restare verosimile evitando
gli espedienti della letteratura comica o del romanzo idealista.
Due modi di ottenere verosimiglianza:
1- Realismo morale> novelle serie (soggetto ispirato alla realtà può essere descritto con spoglio che evita i
dettagli
2- Realismo sociale> come il romanzo ottocentesco.
La verosimiglianza può risultare anche dai dettagli concreti di cui lo scrittore si serve per rendere percepibile
l’universo fittizio. In tal caso si parla di realismo descrittivo e dell’effetto di immersione che produce sul
pubblico. Un soggetto mitologico lontanissimo dal pubblico può essere rappresentato con un linguaggio ricco
di dettagli concreti e produrre un effetto di immersione.
La psicologia del personaggio dipende dal genere di avversità che deve affrontare:
Avversità esterna visibile> es. opposizione della famiglia all’amore dei giovani, infedeltà, rovesci della
sorte= il personaggio agisce come antagonista delle forze avverse che lo minacciano.
Avversità esterna nascosta> il personaggio accecato si trasforma in strumento delle forze contrarie e
quindi della sua sconfitta. La volontà di un personaggio può essere manovrata dall’esterno da un nemico
mascherato da alleato.
Avversità interna visibile> passioni innocenti o no che muovono il personaggio in conflitto con il suo
ambiente.
Avversità interna nascosta> passioni che agitano il personaggio a sua insaputa.
Avversità interna visibile ma incomprensibile> passioni di cui il protagonista non riesce a concepire la
natura.
Il romanzo del 700 e la riflessione morale contribuiscono alla nascita di una nuova figura: l’Anima Bella
Innamorata> interiorizzazione dell’ideale/sacralizzazione dell’interiorità= ogni uomo è chiamato a cercare
dentro di sé la perfezione, l’anima bella è quella che ci riesce. Occorre collocare le anime belle nella realtà di
tutti i giorni, la nobiltà interiore basta a distinguerle.
Il primo romanzo che riunì la nobiltà delle anime belle, la ricchezza della vita interiore, la materialità
dell’universo fu Pamela di Samuel Richardson> sintesi inedita tra il romanzo idealistico, il picaresco e la
novella. Invenzione di una nuova eroina virtuosa in un intreccio in cui i molteplici episodi convergono in un
solo fine.
Pamela è un individuo fuori dal mondo che vive sotto la protezione della Provvidenza e con una forza
inflessibile resiste a tutte le avversità. Ha una virtù inflessibile e non dipende dall’ambiente dove la sorte l’ha
collocata.
La sacralizzazione dell’interiorità è resa percepibile dal racconto in prima persona. L’ideale scaturisce
dall’anima dell’eroina che irradia spontaneamente la sua bellezza morale.
Una delle grandi scoperte di Pamela è il saper evocare l’immediatezza temporale del vissuto. Il realismo
descrittivo di Richardson non ha solo la funzione di testimoniare, ma è un rivelatore psicologico che immerge
il lettore nel mondo fittizio così come appare al personaggio rappresentando gli stati d’animo. Invece di
andare dritto all’essenza di ogni evento, sceglie di presentare al lettore ciò che l’eroina percepisce qui e ora.
La tradizione comica.
Henry Fielding respinge l’idealismo romanzesco moderno. Secondo lui il fine del romanzo è cogliere la verità
della natura nella sua imperfezione comica e non prestare il volto a virtù immaginarie. Il romanzo per lui è
un poema eroicomico in prosa che si differenzia dall’idealismo eroico pur conservando il livello stilistico delle
parodie nobili.
Per opporsi all’idealismo romanzesco, mobilità la più grande parodia cavalleresca, Il Don Chisciotte. Benché
il bersaglio principale del romanzo sia l’idealismo cavalleresco, mostra al lettore diversi generi insieme, il
pastorale, la novella, il picaresco, il dialogo erasmiano, la critica letteraria, l’eloquenza morale.
Solo nel 700 con la sacralizzazione dell’interiorità, gli avversari di questa corrente (in particolare Smollett e
Fielding) conferiranno a Don Chisciotte il ruolo di capostipite del romanzo ironico, scettico e anti-idealistico.
Fieri della loro ascendenza eroicomica e parodica Tom Jones e Joseph Andrews sfidano la sacralizzazione
dell’interiorità. Il vantaggio della soluzione di Richardson è che lascia insoddisfatto il bisogno (appagato in
Fielding) di cogliere il destino umano dal punto di vista impersonale. il rifiuto della prospettiva individuale è
evidente quando la voce che racconta (imbevuta di ironia) considera le motivazioni dei personaggi che sono
quasi sempre mossi da impulsi non giustificati.
Fielding riunisce in un unico ruolo l’autore-inventore, il ragionatore e il teorico: l’autore-inventore-
ragionatore non è solo un narratore poiché non si limita a presentare e commentare la storia ma assume il
ruolo di creatore del racconto. La voce dell’autore crea e controlla la storia, la commenta, ne assicura
l’equilibrio e la offre al lettore.
L’opera d Fielding si distingue proprio per lo sviluppo di questo ruolo. Una consacrazione dell’autore> nuovo
rapporto tra la voce che racconta e l’universo fittizio a cui dà vita. Tutto questo è una reazione contro
l’idealismo romanzesco moderno. La prima conseguenza è l’abbandono del discorso narrativo e dell’autorità
morale nelle mani del personaggio. Inizia una rivalità tra personaggio e autore che sarà presente per un
secolo e mezzo circa.
Mettendo a frutto la lezione di Fielding, il Tristram Shandy di Laurence Sterne e il Jacques il fatalista e il suo
padrone di Diderot si inseriscono nella tradizione della prosa parodica e burlesca che uscivano dalle altre
tradizioni per fare ironia sull’arte del narrare. Dopo di loro diventerà necessario distinguere tra le opere
inclassificabili dal punto di vista di genere e tecnica e i romanzi ludici il cui scopo era la messinscena in tono
scherzoso dell’arte della prosa. A quest’ultima categoria appartengono Sterne e Diderot.
Il romanzo gotico.
Critica Richardson poiché troppo attento all’osservazione della natura e troppo poco all’immaginazione.
Genere creato da Horace Walpole, il romanzo gotico si allontana dalla realtà per celebrare l’inverosimiglianza
romanzesca estrema. Lo scopo è produrre sul lettore un’impressione più forte dell’ammirazione della
grandezza interiore e invisibile delle eroine di Rousseau e Richardson.
Si sviluppa anche una nuova figura di eroe: il personaggio demoniaco, animato dalla malevolenza> risposta
alla sacralità interiore, spoglia le anime belle e le consegna indifese ai loro nemici.
Il romanzo di costume.
Ricicla la lezione di Richardson: Evelina di Funny Burney è un incrocio tra satira di costume e romanzo
idealista, abbozzando un quadro critico della società londinese vista dagli occhi di una giovane di provincia
innocente e generosa.
Romanzo sentimentale.
Il vicario di Wakefield di Oliver Goldsmith, modera l’inverosimiglianza dell’idealismo dando vita entro un
contesto verosimile a personaggi virtuosi ma non sublimi, situazioni difficili ma non tragiche. I dolori del
giovane Werther di Goethe prosegue su questa linea nello sforzo di riconciliare la sacralità dell’interiorità con
il verosimile psicologico sacrificando però la forza del personaggio. Questa debolezza assicura l’unità di azione
che ha insieme i tratti della novella classica (ambiente ristretto, pochi personaggi, conflitto tra passione e
matrimonio) e quelli del racconto elegiaco (tono lirico, assenza di un gesto decisivo, rinuncia).
L’idealismo cede il passo al romanticismo. I dolori del giovane Werther segna la nascita di un idealismo
pessimista ricco di risonanze romantiche che riconosce la grandezza delle anime elette e l’impossibilità della
loro riconciliazione con il mondo.
2-tempo e luogo>La seconda caratteristica del realismo del 700 è la modellizzazione dello spazio narrativo.
Uno dei luoghi dove si sofferma maggiormente il racconto è la casa signorile dove Moll vive dai 14 ai 18 anni
e dove consuma tutte le tappe della sua educazione fino al matrimonio con Robin. È uno spazio allusivo,
muto, non mostrato e non descritto. Quando lo spazio si precisa lo fa solo per un tempo brevissimo e per
giustificare un comportamento o ammettere una infrazione. Anche se la scrittura di Defoe è priva di
immagini, il lettore ha sempre la sensazione di trovarsi in un ambiente prossimo, individuato e noto. Lo
sguardo del narratore si concentra sulla relazione tra individuo e il suo ambiente. Non ci sono spazi raffigurati
ma il racconto spazia in ogni luogo. Luoghi che contano perché noti a Moll così come al lettore e che le
consentono di indurre una complicità, un patto di lettura.
La precisione dei dati numerici e temporali costituisce una sorta di testimonianza di veridicità.
L’attenzione è tutta rivolta al conflitto morale, un conflitto morale che vede nella protagonista lasciar
coesistere due etiche opposte: una morale dei principi di stampo puritano e un comportamento criminale
giustificato dal dover fare i conti con la realtà. La realtà in questo caso è la sopravvivenza.
Le virtù criminali costituiscono la rivendicazione seria di stati e di leggi che danno autenticità alla storia. La
morale puritana traspare quando la distanza del narratore dalla storia aumenta e lo sguardo si tramuta in
giudizio. Moll si nasconde dietro a molti pseudonimi e nasconde i nomi i cognomi di molti. Ricostruisce la sua
biografia in modo da convincere il lettore della sua innocenza. È una richiesta di assoluzione. Le sue memorie
hanno un destinatario implicito che è il pubblico contemporaneo.
Pamela di Richardson racconta la storia di una cameriera la cui storia vale come la storia di una regina. È
un’idea rivoluzionaria per diverse ragioni ma principalmente per:
a) Ragione sociale: Richardson annuncia l’epoca in cui ogni essere umano conquisterà il diritto al romanzo.
b) Principii di interpretazione delle esistenze individuali.
Richardson ha scelto un’eroina di basso rango perché così ogni lettrice sente di poter meritare il premio di
Pamela per la sua virtù.
L’allegorismo, il moralismo, la gerarchia degli stili si dissolvono e nasce al loro posto il pathos e l’interesse per
la nuda vita.
Un nuovo etere concettuale.
Fielding si muove in un etere concettuale fatto di nozioni astoriche, secondo un modo di procedere che deriva
dalla commedia nuova e una concezione statica dei caratteri e dei costumi. Richardson è immerso nelle stesse
categorie statiche con un esplicito intento correttorio. Scott e Balzac usano invece concetti diversi: parlano
di classi sociali, di rapporti di forza, cicli commerciali. Gli antefatti sono esposti usando categorie sociologiche,
politiche, economiche e storiche
Auerbach espone in Mimesis tre quadri di riferimento:
Moralistico> modo statico e atemporale con cui la cultura antica e classicista osserva i caratteri e i
costumi.
Teologico> realismo cristiano.
Storico-dinamico> colloca le persone dentro una totalità politica, sociale ed economica che cambia a
seconda dei luoghi e dei tempi.
Il vocabolario con cui Fielding commenta le vicende è quello moralistico; quello di Richardson è moralistico
cristiano con la poetica dell’exemplum; quello di Scott e Balzac è nuovo ed è un vocabolario filosofico che si
rivela con il romanzo storico-sociale dell’inizio dell’800. Non è però del tutto privo di precedenti:
- Alcune narrazioni del 700 anticipano il tipo di sguardo che svilupperà il realismo del secolo successivo.
- Nel romanzo del 600/700 c’è una tradizione di analisi della vita interiore.
Il romanzo gotico inglese e la narrativa del romanticismo tedesco allargano il territorio della mimesis
(rapporto tra reale e arte) ad universi immaginari distanti dal senso comune inaugurando la letteratura
fantastica con una nuova forma di romance. La nuova letteratura irreale riprende tratti descrittivi che il
romanzo del 700 e 800 aveva elaborato per produrre l’effetto della realtà e rinnova la concezione del
sovrannaturale radicando le storie fantastiche nella concretezza del sensibile e del quotidiano.
Si sviluppa una nuova tipologia di narrazione autobiografica che verrà poi battezzata Roman Personnel.
Questo genere raccoglie confessioni dell’autore o storie sentimentali facendo entrare nella narrativa la vita
personale e l’accidentalità della biografia.
Il romanzo parla di persone private come noi e quindi ha un valore autenticamente universale.
The middle station of life.
Nel Robinson Crusoe il padre di Robinson spiega al figlio i vantaggi del Middle station of life (middle state/ poi
diventerà middle class)> un destino comodo senza avventure, disgrazie e vicissitudini, con tutto quello che
serve per raggiungere la felicità privata.
La nozione di middle station of life nasce dall’intreccio di tre cose>
1- La medietas delle condizioni sociali= l’appartenenza a una classe né troppo ricca né troppo
povera.
2- La medietas delle esperienze= gli uomini di condizione superiore vanno alla ricerca di avventura,
gli uomini del middle state rimangono nella dimensione della normalità borghese e cercano la
felicità privata tramite una vita operosa e tranquilla.
3- Il radicamento in un contesto stabile, istituzionale e limitante.
Per il padre di Robinson, il mondo è un orizzonte regolato dal prevedibile che pesa sui destini delle persone
rendendole a loro volta prevedibili. Egli racconta il modello di vita della borghesia del 600/700 e allo stesso
tempo il futuro: il middle state esiste in ogni cultura ma l’epoca moderna lo estende e lo trasforma in un
progetto di vita.
Più tardi la middle station of life guadagna spazio e diventa lo sfondo su cui si stagliano le vicende di tutti.
Anche Balzac scrive un’opera nella quale ogni vita sembra carica di interesse e di conflitti, anche quella di
persone del tutto simili al padre di Robinson.
La mimesi seria della vita quotidiana.
Auerbach distingue due modelli mimetici della storia:
1- Di origine classica> rimandava ad una visione gerarchica e moralista della vita.
2- Di origine giudaico-cristiana> egualitaria e teologica.
Con il romanzo realistico ottocentesco questi paradigmi vengono sostituiti da una terza forma egualitaria e
autonoma
3- Una forma che distrugge la gerarchia tra le classi, i tipi di azione e gli stili e rende possibile raccontare in
modo serio la vita ordinaria delle persone comuni.
Elementi che compongono il realismo> All’inizio dell’800 i romanzi collocano le proprie storie su uno sfondo
fatto di nozioni storico-dinamiche e hanno una maniera inedita di rappresentare il quotidiano.
Il quotidiano si riferisce ad una condizione sociale e ad una sfera di esperienza, collocate in un contesto
storico e recintate dalle pratiche istituzionali della vita comune.
Le persone come noi di Aristotele, la middle station of life di Defoe, il quotidiano di Auerbach e la common
life di Taylor sono tutte nozioni legate: stessa forma di vita in tutte le culture ma che solo la cultura borghese
moderna trasforma in un ideale etico ed esistenziale.
Nel corso del 700 le forme di novel che narrano di eroi come noi sono le autobiografie di persone private
(reali o fittizie), il romanzo epistolare e quello comico. Gli altri generi oltrepassano la divisione degli stili ma
non hanno le caratteristiche adatte a rappresentare la common life. I personaggi possono anche provenire
dal middle state ma affrontano esperienze e avventure che non rientrano negli ambiti della famiglia o del
lavoro.
Sono nel corso dell’800 i romanzi arriveranno a costruire trame dove si racconta la middle station of life senza
ricorrere allo stato di eccezione: quello che manca a Defoe emergerà nelle opere di Austen, Balzac, Flaubert
e George Elliot.
Il mondo della prosa.
La caratteristica essenziale del romanzo non è la creazione di mondi soggettivi, la polifonia o la capacità di
narrare qualsiasi cosa in qualsiasi modo ma il rapporto che il romanzo ha con una stazione storica dello spirito
oggettivo: il mondo della prosa quotidiana che sorge quando i destini generali sono decisi dagli stati, dalle
leggi, dalle istituzioni e le azioni individuali hanno un valore limitato.
La prosa quoti diana è la condizione di vita tipica della società moderna dove le decisioni collettive sono prese
dalla politica statale, i rapporti tra le persone sono governati dal diritto e ogni persona è un soggetto limitato.
Il romanzo racconta questa condizione: le storie di individui che inseguono i propri scopi privati in mezzo ad
altri individui che inseguono i loro scopi privati e così via in una realtà prevedibile e organizzata secondo i
meccanismi della società civile e dello stato.
Fra la middle station e la prosa quotidiana esiste una relazione: sono due modi di pensare la stessa forma di
vita, nella quale lo spazio per l’azione eroica e l’avventura si riduce e gli uomini esistono in quanto soggetti
isolati.
Novel. R. Capoferro.
Le fondamenta del novel.
Alla parola borghesia è preferibile il termine classe media. I borghesi più ambiziosi aspiravano ad una figura
che mediasse tra loro e l’aristocrazia. Secondo Defoe le virtù del gentiluomo sono indipendenti
dall’appannaggio, la maggiore raffinatezza dell’aristocrazia non è un fattore biologico ma un insieme di
caratteristiche che è possibile acquisire. Defoe crede nella mobilità sociale.
Ideologia progressiva> il valore individuale è indipendente dal rango e deriva da qualità intrinseche. L’onore
stà nelle virtù morali che si posseggono.
Ideologia aristocratica> il valore si identifica con il rango e l’onore si trasmette per via ereditaria. (ideologia
fondamentale per capire Pamela.
Ideologia conservatrice> vede l’ideologia progressiva come disordine sociale. Ripone valore nella tradizione
non attraverso l’adesione cieca alle gerarchie del passato ma nella coscienza che la loro salvaguardia e il male
minore. (visione di Swift). Per Swift e i tory il possidente è legato ai suoi fittavoli da vincoli di responsabilità e
si deve assoluto rispero per chi occupa posizioni ai vertici (monarca e ministri).
[Rapporti conflittuali tra possidenti e fittavoli che preannunciano la lotta tra la classe lavoratrice e i padroni
capitalisti].
Secondo il modello economico di Taylor, il benessere degli individui non si fonda sulla loro rigida adesione
alla gerarchia ma su un rapporto benefico di interdipendenza e scambio. Egli definisce questo modello come
economico perché è incarnato nella teoria e nella pratica del commercio. Commerciare significa scambiarsi
benefici e produrre ricchezza. La divisione del lavoro risponde ad un principio di vantaggio reciproco.
Sia per Locke sia per Hobbes è centrale la nozione di società civile teorizzata da Ferguson, che ha come
presupposto proprio il vantaggio reciproco. La società civile è un insieme di soggetti privati che
contrattualmente delegano il governo ad una autorità sovraindividuale che si definisce pubblica in quanto
come ragion d’essere ha il benessere della collettività nel suo insieme.
La ricerca di vantaggi reciproci si impose come condizione essenziale dello sviluppo economico, istituzionale
e tecnologico. I comportamenti socialmente distruttivi divennero sinonimo di svantaggi e si definì un sistema
di segni (tra cui la gentility che Defoe considerava alla portata di chiunque volesse migliorarsi) che ribadivano
l’onestà e l’impegno civico di un soggetto.
La perfezione morale che si richiede nella società civile (il perseguimento delle virtù) nasce dall’orgoglio,
inscindibile dal disprezzo per chi non ha conseguito il dominio di sé (che è alla base per la civilizzazione). Dai
difetti dell’uno derivano i vantaggi dell’altro, in una reciprocità non volontaria ma necessaria.
All’elaborazione del modello economico si lega lo sviluppo delle categorie di pubblico e privato che furono
adottate con maggior frequenza fra 600 e 700, per definire gli ambiti di azione individuale e collettiva. Ciò
che è privato diventa sinonimo di libertà individuale (soprattutto economica) mentre ciò che è pubblico
definisce quel che ha ricadute comuni.
Si definisce giuridicamente il concetto di proprietà private (non più proprietà del re). Nel 1646 fu abolito il
possesso feudale.
Le dimensioni pubblica e privata sono connesse e si influenzano reciprocamente. La sfera pubblica nasce
dalla confluenza dei privati cittadini in uno spazio virtuale che dall’esperienza dei singoli trae novità ed
energia. La famiglia ad esempio: secondo Defoe il matrimonio è un contratto come la fondazione di uno stato.
[nuove concezioni di pubblico e privato, parte integrante del processo di civilizzazione].
Il modello economico di Taylor sembra legato all’ideologia progressiva (precapitalista) che si incarnò
nell’ideologia commerciale dei Whig. La componente esplicitamente economica si innestò su quella
sociopolitica solo in un secondo momento.
Swift considera essenziale l’equilibrio dei poteri. Esiliato da Londra prende a cuore le sorti dell’Irlanda e i suoi
ragionamenti fanno riferimento a Locke in particolare per l’idea che qualsiasi forma di governo debba basarsi
sul consenso dei governati. Questo non implica adesione totale al pensiero di Locke e infatti la società
immaginata da Swift è fortemente gerarchica. Nella sua visione della cosa pubblica, il rapporto tra pubblico
e privato è stemperata dalla paura della mobilità sociale. Tuttavia Swift pone l’accento sulla responsabilità
individuale dalla quale dipende la salvaguardia del bene comune.
Henry Fielding segnò la stabilizzazione del novel attraverso i suoi romanzi in risposta polemica alla Pamela di
Richardson. L’identità di Fielding non è quella del conservatore, politicamente era un Whig.
Nei suoi romanzi Fielding mostra la nostalgia per una gerarchia stabile ma non tanto per una netta avversione
nei confronti della mobilità sociale quanto per la paura dei suoi effetti. Egli indaga sulle cause del crimine in
Inghilterra: il commercio produce ricchezza, la ricchezza lusso, il lusso invidia delle classi basse creando una
folla di persone disposte a tutto per assomigliare a chi ha un rango più alto.
La sfera pubblica è un fenomeno reso possibile dalla circolazione di idee attraverso la stampa. Il campo di
pertinenza della sfera pubblica non è rigido: la discussione si può allargare a qualsiasi problema di rilevanza
comune (morale, costumi etc) quest’aspetto resta importantissimo per capirne il ruolo nelle origini del novel.
La sfera pubblica non presuppone solo l’ideologia e le pratiche del capitalismo moderno, associate alla
borghesia. È il luogo del dibattito in cui una società che si reputa civile esprime nuove libertà economiche,
politiche e intellettuali.
La sfera pubblica e la società hanno gli stessi ideali:
- Esistono in un regime di autonomia che implica il rispetto delle leggi dello stato ma non escludono il
dissenso.
- Hanno una natura collettiva e plurale: la sfera pubblica è composta dall’insieme dei soggetti privati che
si costituiscono come pubblico.
- Presuppongono il rapporto produttivo e benefico tra pubblico e privato (principio di reciprocità benefica).
- Valorizzano l’impersonalità come condizione essenziale alla vita comune.
Il Robinson Crusoe ha una trama senza dubbi progressiva. Contravvenendo agli ordini del padre Robinson
prende il mare. La sua sfida agli ordini del padre sembra una sfida alla provvidenza. Dopo una sfilza di
disavventure naufraga su un’isola dove rimane per circa 30 anni durante i quali si riconcilia con dio, diventa
un artigiano, sconfigge i cannibali e fonda una piccola colonia di ammutinati per poi ritrovarsi ricco e libero
di viaggiare e commerciare. La presa emotiva nasce dalla capacità di Defoe di dare forma narrativa a problemi
comuni e condivisi tentando di risolverli attraverso la finzione. Il percorso di Robinson vuole legittimare una
nuova visione del mondo. Dopo il naufragio le cose cambiano: Robinson si dà alla lettura della bibbia e
interiorizza la regola del lavoro. Colonizza l’isola creando un microcosmo borghese che nasce da un duro
lavoro e anche da circostanze favorevoli. La sua ascesa appare agevolata dalla mano della provvidenza che
Robinson continua ad invocare. Il ritorno alla civiltà è felice: Robinson scopre che le sue proprietà hanno
fruttato e che i suoi amici hanno salvaguardato il suo capitale.
Reinvenzione del personaggio e del suo universo. La stessa voce narrante del protagonista si trasforma a
poco a poco. Inoltre oscilla tra visioni del mondo diverse (capitalismo avventuroso/ capitalismo stanziale,
conoscenza empirica/provvidenzialismo) e queste oscillazioni sono annullate quando il protagonista
diventa il centro di un nuovo assetto.
In Moll Flanders abbiamo una fortissima attrazione per la mobilità sociale. Defoe utilizza un narratore
autodiegetico (interno alla storia, in prima persona da protagonista) pentito dei propri errori giovanili e
intento a ripercorrere il proprio passato. Trasforma il genere della biografia criminale.
Moll è una donna di basso ceto che dopo molte disavventure diventa una ladra e assume l’identità di Moll
Flanders. I suoi molti errori hanno gravi conseguenze e lei viene rinchiusa nella prigione di Newgate dove
rischia la forca ma alla fine la sua storia si conclude felicemente: Moll si pente, un ministro anglicano
intercede per lei e la sua pena è cambiata, verrà deportata in Virginia. Alla fine dunque riesce a sfuggire alla
pena capitale ma anche al destino da deportata poiché in Virginia vivrà da benestante con il marito del
Lancashire, Jamie (unico uomo che lei abbia mai davvero amato) che ha i suoi stessi desideri da gentiluomo
al punto da essersi dato anche lui al crimine. I due si rincontrano proprio a Newgate dove Jamie sente
telepaticamente il richiamo di Moll (cosa che suggerisce che la loro unione gode del benessere divino).
Sul piano morale non tornano tutti i conti perché Moll anche se pentita non è ansiosa di espiare e molti dei
suoi crimini rimangono impuniti.
Il romanzo è anche un’indagine sociologica condotta attraverso l’analisi delle istituzioni e dei costumi.
Attraverso la caratterizzazione di Moll e le sue reazioni all’ambiente Defoe mette in discussione il rapporto
tra valore individuale e rango ed evidenzia le conseguenze negative della disuguaglianza sociale. L’eroina si
trova all’inizio in una situazione che evoca i problemi trattati da Defoe in The Complete English Gentleman
nel quale argomenta che lo status di gentiluomo si può acquisire con una giusta educazione. Infatti Moll, a
servizio presso una lady, è cresciuta come una gentildonna, dimostrando ingegno e capacità e dotata di virtù
naturali: dunque anche il contesto e le qualità innate definiscono l’identità. Queste sue qualità potrebbero
preludere una ascesa sociale legittima poiché Moll diventa oggetto del figlio maggiore della famiglia che
potrebbe sposarla ed elevarla così.
Il punto focale non è nella virtù di Moll ma nei fattori che contribuiscono alla sua corruzione e dei quali ha
consapevolezza. Moll appare spesso vittima delle disparità sociali e la sua condizione di donna sola le causa
molte difficoltà. Il racconto delle sue esperienze assume a tratti i toni della denuncia: ad esempio racconta
l’operato dei cacciatori di dote (che lei giudica una piaga sociale) e dà utili consigli alle donne nubili.
Ovviamente Moll è mossa anche dall’avidità e si è distinta come artista dell’inganno ma a condurla al vizio è
stata la necessità.
Effetti della sua permanenza a Newgate> Newgate agisce sulla natura di Moll, privandola della sensibilità.
Diventa avvezza a quel luogo. Traspare allora l’idea che l’identità umana non sia stabile ma influenzabile
dall’ambiente sia in positivo che in negativo. Quindi Defoe evidenzia non solo l’esistenza delle virtù naturali
ma anche la plasticità dell’identità individuale. C’è anche una critica agli eccessi dell’individualismo: in Moll
troviamo sia il desiderio di libertà sia le tossine che tale desiderio sprigiona se non disciplinato dall’etica.
Da un lato c’è uno sguardo sulla vita economica (nei continui bilanci di Moll ma anche in personaggi come il
banchiere che la aiuta a gestire il denaro)> l’impiego proficuo dei propri beni è essenziale alla sopravvivenza.
Dall’altro lato la cupidigia è l’ansia di elevazione sono oggetto di critica, veicolata dall’autobiografia
spirituale> Moll si sofferma sulla natura del proprio vizio, l’avarizia appare una delle cause scatenanti (il
peccato che al di la delle necessità l’ha spinta a compiere azioni malvagie. Questa denuncia sembrerebbe
rivelare i rischi del nuovo individualismo.
La prospettiva morale di Moll è ambivalente. Il romanzo racconta la storia di una mobilità verticale in cui
l’eroina arriva al successo nonostante le sue imprese discutibili. Lo snodo cruciale è il pentimento a Newgate
dove si distanzia dal passato. Questa trasformazione implica il dissolvimento della sua identità precedente e
il suo diritto alla felicità a reinventare sé stessa.
Il Robinson Crusoe e Moll Flanders hanno contribuito alla definizione della narrazione come racconto
pubblico dell’esperienza privata. La storia privata di Robinson è degna di essere resa pubblica perché piena
di meraviglie e religiosità (la provvidenza che interviene nelle vicende).
Nel definire lo statuto della storia fa la mossa più innovativa cioè percorrere le teorie del realismo: la storia
di Robinson ha un’utilità tale da rendere irrilevante l’incertezza sul genere. Non poggia su fatti specifici ma è
comunque utile al pubblico e ciò garantisce la sua compatibilità con l’esperienza concreta, descrive e migliora
la realtà.
Stile messo a punto da Defoe> (nel Robinson Crusoe) non solo c’è il tono dell’autobiografia spirituale e della
casistica puritana ma riproduce anche l’ottica della letteratura di viaggio. Costruisce un’ambientazione
credibile e gli conferisce una sembianza di utilità e diciamo sembianza perché difficilmente potrebbe risultare
utile in caso di naufragio.
(in Moll Flanders) la dialettica tra pubblico e privato contribuisce all’elaborazione del racconto. Nella
prefazione Defoe dichiara di aver ripulito il linguaggio di Moll evidenziando che nonostante il pentimento il
gergo di Moll è simile a quello dei carcerati (nella versione non purificata). Inoltre afferma che la storia di
Moll sia adatta ai lettori con lo scopo di educare, ricavarne edificazione morale e religiosa. È un’opera utile
al pubblico. Per rendere accettabili gli episodi più scottanti Defoe abbozza la teoria dell’interpretazione
secondo cui il significato della storia di Moll non è esplicito ma va cercato attraverso l’interpretazione.