Abramo era un uomo nato a Ur, una città della Mesopotamia; insieme con suo padre e tutta la famiglia si era trasferito a Carran, una città del nord, dove si guadagnava da vivere facendo il pastore e l'allevatore di bestiame. Abramo si trovava dunque a Carran, quando gli accadde una cosa straordinaria: il Signore Dio gli rivolse la sua parola. A quel tempo tutti gli uomini avevano dimenticato il Signore, e adoravano tante divinità diverse che si erano inventati e si tramandavano di padre in figlio. Ma Abramo riconobbe la voce dell'unico vero Dio, il Signore, quando egli rivolse a lui. Gli disse: «Parti di qui, dalla tua patria, dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò; renderò grande il tuo nome e attraverso di te darò grandi benedizioni agli uomini di tutta la terra». Abramo si fidò della parola del Signore, e per quanto gli dispiacesse lasciare Carran subito si mise in cammino verso sud, verso il paese di Canaan, portando con sé sua moglie Sara, suo nipote Lot, i servi e le greggi, con i pastori incaricati di condurle al pascolo.
LA NUOVA PATRIA DI ABRAMO. Genesi 12
Seguendo l’invito di Dio, Abramo giunse nella terra di Caanan, quella che poi si chiamò Palestina. Qui giunto, udì di nuovo la voce del Signore che gli promise: «Io darò questa terra ai tuoi discendenti!» Allora Abramo, in segno di ringraziamento e di fiducia, eresse sul posto un altare al Signore. Si mise poi a percorrere tutto il paese che era ormai divenuto la sua nuova patria. Da Sichem dove il Signore gli parlò, si spostò a Betel, dove innalzò un altro altare, e andò infine ad accamparsi nel Neghev. LA PROMESSA DELLA DISCENDENZA. Genesi 14-17 Abramo aveva gran numero di bestiame, e altrettanto ne aveva suo nipote Lot. Poiché il paese dove abitavano non bastava per entrambi, decisero di dividersi. Lot andò ad accamparsi con le sue greggi e i suoi pastori presso Sodoma, mentre Abramo rimase in Canaan. Poco tempo dopo, nel corso di una guerra condotta da quattro re contro la regione di Sodoma, Lot con i suoi familiari e i servi fu fatto prigioniero e condotto via. Quando Abramo lo seppe, radunò tutti i suoi dipendenti e partì all'inseguimento dei quattro re. Li raggiunse, piombò sul loro accampamento di notte, li sconfisse e liberò Lot, recuperando anche le ricchezze di cui i quattro re avevano fatto bottino. Al ritorno incontrò Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio altissimo, il quale lo benedisse. Il Signore Dio aveva promesso di dare la terra di Canaan ai discendenti di Abramo. Ma Abramo e sua moglie Sara erano già vecchi, e non avevano figli: dov'erano i discendenti? Abramo non capiva, ma Dio insisteva. «Guarda il cielo e conta le stelle, se riesci» gli disse una volta; «ebbene, altrettanto numerosa sarà la tua discendenza
TRE MISTERIOSI VISITATORI. Genesi 21
Abramo aveva piantato le sue tende alle querce di Mamre. Un giorno, nell'ora più calda, egli se ne stava seduto all'ingresso della sua tenda quando, alzando gli occhi, vide tre uomini davanti a sé. Subito, secondo le buone usanze dell'ospitalità, egli fece portare loro acqua per lavarsi i piedi; poi entrò nella tenda e disse a Sara di affrettarsi a preparare le focacce, corse al bestiame, scelse un vitello tenero e lo fece cucinare, e quando tutto fu pronto offrì da mangiare ai suoi tre misteriosi visitatori. Quando essi ebbero mangiato, annunciarono: «Torneremo tra un anno, e allora tu e Sara tua moglie avrete un figlio». Sara, che stava ad origliare da dentro la tenda, quando sentì quel-le parole rise dentro di sé, pensando che ormai, vecchia com'era, risultava impossibile avere un bambino. Ma il Signore - perché quei tre visitatori altri non erano se non il Signore - disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso? C'è forse qualcosa di impossibile per Dio?» E infatti tutto avvenne come il Signore aveva annunciato. Abramo e Sara, benché vecchi, ebbero un bambino, a cui fu posto nome Isacco, che significa “Dio ha sorriso”.
FUOCO DAL CIELO SU SODOMA. Genesi
18-19 Gli abitanti di Sodoma e delle città vicine si comportavano molto male agli occhi del Signore: tutti, ad eccezione di Lot, il nipote di Abramo. Il Signore si stancò di tutto quel male, e manifestò al suo amico Abramo il proposito di distruggere quelle città. Ma Abramo osservò: «Forse a Sodoma ci sono cinquanta uomini onesti, che si comportano come piace a te: vuoi tu, Signore, farli morire insieme con i cattivi? Non sarebbe giusto». Rispose il Signore: «Se troverò a Sodoma cinquanta giusti, per riguardo a loro risparmierò tutta la città». «Forse i giusti non saranno proprio cinquanta... forse saranno solo quaranta» riprese Abramo. E il Signore: «Per amore di quei quaranta, non distruggerò la città». «Non arrabbiarti, Signore» disse ancora Abramo: «forse non saranno quaranta, ma trenta... venti... dieci!» E ad ogni cifra il Signore prometteva che, per riguardo a quei pochi, non avrebbe distrutto la città. Ma a Sodoma non si trovarono neppure dieci giusti; il Signore mandò i suoi angeli ad avvertire Lot di mettersi in salvo con la sua famiglia, e fece piovere fuoco dal cielo; Sodoma e le città vicine andarono distrutte. ABRAMO MESSO ALLA PROVA DA DIO. Genesi 22 Un giorno Dio disse ad Abramo: «Offrimi in sacrificio il tuo unico figlio, Isacco». A quel tempo non era raro che gli uomini uccidessero i propri figli per rendere omaggio ai loro dèi: Abramo forse pensò che il Signore non era diverso dagli altri dèi. Ma si meravigliò ugualmente: Dio gli aveva promesso una numerosa discendenza, ed ora gli chiedeva di sacrificare il suo unico figlio. Egli era molto vecchio, altri figli non avrebbe 12
potuto averne: come dunque si sarebbero
realizzate le promesse annunciate dal Signore? Abramo non capiva: ma se quella era la volontà di Dio, bisognava obbedire. Una mattina caricò l'asino con della legna, e partì con Isacco che era ormai un ragazzo. Giunto al monte Moria, lasciato l'asino caricò la legna sulle spalle di Isacco e con lui salì il monte. Sulla cima preparò un altare, vi dispose la legna e sopra la legna mise il ragazzo; estrasse il coltello, e stava per vibrare il colpo quando un angelo di Dio gli fermò la mano e gli disse: «Non uccidere il ragazzo, non fargli alcun male! Ora Dio sa che tu lo ami sopra ogni cosa, tanto che non gli hai rifiutato il tuo unico figlio». Dio aveva messo Abramo alla prova.