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Sistemi Informativi Geografici

Introduzione ai GIS e all’Informazione Geografica

069EC
A.A. 2023/2024
Giuseppe Borruso
Università degli Studi di Trieste
Email. giuseppe.borruso@econ.units.it

Obiettivi della lezione


w Familiarizzare con i concetti di Informazione
Geografica e di Sistemi Informativi Geografici;
w Legare i concetti con casi e situazioni
individuabili nella realtà;
w Anticipare elementi utili per la comprensione
della struttura e architettura dei Sistemi
Informativi Geografici e delle possibili
applicazioni.
Argomenti
w Informazione Geografica
w L’Informazione Geografica di ogni
giorno;
w Introduzione ai GIS;
w Analisi geografica con i GIS
w Esempi e applicazioni

Argomenti
w Informazione Geografica
w L’Informazione Geografica di ogni
giorno;
w Introduzione ai GIS;
w Analisi geografica con i GIS
w Esempi e applicazioni
Informazione Geografica
w “quasi ogni cosa che accade, accade da qualche parte. Sapere
dove qualcosa si manifesta è di importanza cruciale” (Goodchild
et al., 2001)
w I problemi che implicano un aspetto legato alla posizione sono
definiti problemi geografici:
n Manager sanitari: - dove localizzare nuove cliniche/ospedali?
n Società di corrieri: - quali percorsi? Quali soste per i veicoli?
n Pianificatori dei trasporti: - percorsi per nuove autostrade;
n Gestori forestali: - come gestire al meglio le foreste, dove tagliare
dove piantare nuovi alberi?
n Governi: - come allocare fondi, dove localizzare nuovi servizi
pubblici?
n Agricoltori: - nuovi strumenti IT utilizzati per decidere meglio tempi
e luoghi per I fertilizzanti;
n Gruppi commerciali: - dove aprire un nuovo punto vendita?
n Società di telecomunicazioni: - dove sistemare una nuova cella?
Dove si trova il cavo difettoso?
n ….

Informazione Geografica
w Cosa distingue un problema geografico da uno non-
geografico?
n Scala o livello del dettaglio geografico:
w Il disegno di un edificio è un problema geografico a una scala molto
dettagliata o alla scala locale;
w Bacini di utenza economici di aree confinarie implicanouna scala più
ampia, e riguardano carte dei residenti, delle attività economiche, delle
infrastrutture di trasporto dell’area e anche di quelle vicine.
n Scopo o intento
w Alcuni problemi sono strettamente pratici in natura –da risolvere al
costo minimo– o guidati dalla curiosità umana [possibilità del GIS di
riempire il varco tra scienza guidata dalla curiosità e problem solving
pratico]
n Scala temporale
w Alcune decisioni sono operative (necessarie per il funzionamento
ordinario di un’organizzazione);
w Altre sono tattiche, riguardanti decisioni di medio termine (come il
taglio degli alberi nella gestione forestale);
w Altre sono strategiche e richieste per dare a un’organizzazione direzioni
di lungo termine.
Informazione Geografica
w Cosa c’è di speciale nello spazio?
n L’aggettivo ‘geografico’ fa riferimento alla superficie della Terra e
a ciò che si trova vicino:
w 2D della Terra - 3D del ‘vicino alla Terra’
n L’aggettivo ‘spaziale’ fa riferimento a ogni spazio, non solo a
quello relativo alla superficie della Terra – significato simile a
geografico:
w Qualsiasi struttura multi-dimensionale:
n Planimetrie riferite a un edificio;
n ‘spazio esterno’: tecnologie GI & GIS possono essere utilizzate per
cartografare altri pianeti;
n [Geospaziale implica un sottoinsieme del termine ‘spaziale’
applicato alla superficie della Terra]
Þ Perché i geographic information systems si sono sviluppati a
diffusi?
Þ Parte della risposta è che quasi ogni attività umana e decisione
implicano un’importante componente geografica;
Þ Lavorare con l’informazione geografica implica scelte complesse e
difficili e talvolta uniche

Informazione Geografica
w Alcune motivazioni tecniche sul perché l’IG è speciale:
n È multidimensionale – almeno 2 coordinate devono essere
specificate per definire una posizione (X, Y; E, N; Lat, Long);
n È voluminosa – un database geografico può raggiungere terabyte
di dimensioni - 1,000 miliardi di bytes;
n Deve essere proiettata su di una superficie piatta;
n Richiede molti metodi speciali per la sua analisi;
n Integrare e analizzare i molti diversi tipi di informazione geografica
può essere un’operazione impegnativa dal punto di vista
temporale;
n Sebbene la maggior parte dell’informazione geografica sia statica, il
processo di aggiornamento è complesso e costoso;
n La rappresentazione dell’Informazione Geografica sotto forma di
carte o mappe richiede una grande quantità di dati da reperire ed
elaborare.
Informazione Geografica
w Le informazioni geografiche svolgono un
ruolo importante nel processo decisionale;
w fondamentali per aziende e organizzazioni:
n indirizzi dei clienti,
n ubicazione dei rivenditori,
n aree di vendita
=>
n spunto iniziale per ottenere una grande quantità di
informazioni riguardanti la tipologia dei consumatori,
l’importanza della concorrenza, le aziende locali e i dati
sullo stile di vita o demografici, le indicazioni stradali, i
modelli di traffico e molto altro ancora.

Informazione Geografica
!Informazione Geografica (Geographic
Information):
! Informazioni riguardo a luoghi sulla superficie
terrestre;
! Conoscenza di dove si trova qualcosa;
! Conoscenza di cosa si trova in un determinato
posto;
! Può essere molto dettagliata:
! Posizione di tutti gli edifici di una città;
! Può essere molto imprecisa:
! Clima di una regione molto vasta.
Dai Dati alle Informazioni
wInformazione Geografica è diversa dai dati
geografici
w Dati: w Informazioni:
n Numeri; n Dati utilizzati per uno
n Testo; scopo
Elaborazione Selezione
n Simboli; n

n = neutri e privi di n Organizzazione


contesto n Preparazione

Informazione Geografica
!Tecnologie IG:
! Sono tecnologie per la raccolta e la
gestione della Geographic Information:
! Possono essere di tre tipi:

!GNSS – Global Navigation Satellite System


(il più noto: GPS = Global Positioning System);
!Remote Sensing (telerilevamento);
!GIS – Geographical Information Systems.
GNSS – Global Navigation Satellite System

! Uso di satelliti per determinare la posizione (=coordinate) di punti sulla


superficie della terra;
! Costellazione di satelliti orbitanti attorno alla terra che trasmettono un
segnale relativo alla loro posizione;
! Un minimo di quattro satelliti utili per fornire le coordinate di un punto
sulla superficie della terra tramite appositi ricevitori (anche palmari).

Remote Sensing – Telerilevamento

! Uso di dispositivi montati su satelliti orbitanti attorno alla terra (o su


aeromobili) per raccogliere informazioni riguardanti l’atmosfera e la
superficie terrestri;
! I segnali vengono trasmessi alle stazioni riceventi a terra dove vengono
trasformati in immagini digitali.
! Remote sensing da aerofotogrammetria
Argomenti
w Informazione Geografica
w L’Informazione Geografica di ogni
giorno;
w Introduzione ai GIS;
w Analisi geografica con i GIS
w Esempi e applicazioni

L’Informazione Geografica di ogni giorno


(talvolta in un mondo ideale…)
w La società di distribuzione dell’energia
utilizza un GIS per gestire la propria rete
w 7.00 am e garantire la costante fornitura di
Suona la sveglia L … elettricità
w La locale municipalizzata fornisce acqua e
w 7.15 am gas ai clienti in tutta la città e parte della
preparo il caffé… provincia. Un GIS aziendale è utilizzato
…e corro sotto la doccia per monitorare lo stato delle tubature e
dei connettori, oltre che per controllare il
consumo dei clienti
w 7.40 am w Il supermercato sotto casa ha iniziato
controllo la posta prima di uscire di casa una campagna per promuovere prodotti
scontati. In quanto residente nel vicinato,
mi sono state consegnate delle offerte
speciali. Il report della mia fidelity card di
un’altra catena di supermercati mi ricorda
che una nuova filiale è stata aperto vicino
al mio posto di lavoro – grandi gruppi
commerciali utilizzano GIS e carte fedeltà
per ottenere dati geodemografici e
indirizzare campagne di marketing
w 8.00 am specifiche oltre che per una migliore
il mio cellulare non da segnale! J gestione del magazzino
w Il forte vento di ieri sera ha fatto cadere
un albero sull’antenna della cella della
mia compagnia di telefonia mobile,
causando un ‘buco’ nella copertura. Il
GIS aziendale della compagnia consente
di gestire la copertura delle celle,
calibrare la potenza del segnale e
programmare l’impianto di nuove celle.
L’Informazione Geografica di ogni giorno
(talvolta in un mondo ideale…)
w 8.20 am w Servizi di emergenza utilizzano GIS
ingresso nell’autostrada: code a nei centri operativi e sulle unità
causa di un incidente mobili, assieme a ricevitori GPS, per
minimizzare i tempi di risposta,
inviando i mezzi più vicini al luogo
dell’incidente.
w 9.00 am w Insegno Cartografia e GIS
arrivo al lavoro all’università ;)
w 1.00 pm w L’utilizzo del GIS nell’agricoltura di
pausa pranzo e un bicchiere di precisione sta migliorando l’utilizzo
vino…. dei suoli, fornendo la giusta quantità
di fertilizzante nel posto giusto;
i produttori di vino hanno iniziato a
utilizzare immagini satellitari da
telerilevamento per monitorare il
livello di maturazione delle viti, così
come a utilizzare il GPS a terra per
l’innesto preciso di nuove piante

L’Informazione Geografica di ogni giorno


(talvolta in un mondo ideale…)

w 6.00 pm w Faccio la spesa nel nuovo


ora di andare a casa… dopo supermercato vicino al mio
la spesa posto di lavoro, popolando
così la mia fidelity card con
nuovi dati freschi sulle mie
abitudini di consumo… che
verranno poi gestiti ed
elaborati all’interno del GIS
w 8.30 pm aziendale
due biglietti per il concerto di w Attraverso Internet ho
stasera… prenotato due biglietti per il
concerto di questa sera.
L’ufficio prenotazioni si basa
su di un GIS non-spaziale
che assegna la posizione dei
posti alle loro categorie di
prezzo
Argomenti
w Informazione Geografica
w L’Informazione Geografica di ogni
giorno;
w Introduzione ai GIS;
w Analisi geografica con i GIS
w Esempi e applicazioni

Definizione di GIS
w Un GIS è un sistema informativo
computerizzato che consente di:
n Raccogliere;
n Modellizzare;
n Manipolare;
n Reperire;
n Analizzare;
Dati geograficamente riferiti
(georeferenziati)
Definizioni di GIS (2)
w “GIS è un insieme di comandi per raccogliere,
archiviare, reperire, trasformare e mostrare
dati spaziali del mondo reale per scopi
particolari” (Burrough e McDonnell, 1998)
w “GIS è un database in cui la maggior parte
dei dati possiedono un indice spaziale, e sui
quali si possono effettuare delle procedure al
fine di rispondere a interrogazioni che
riguardano entità spaziali nel database.”
(Smith et al., 1987)

Oggetti geografici
Relazione carta - tabelle

Organizzazione in layers dei dati


Mappe, tabelle, grafici

Dai Dati alle Informazioni


wInformazione Geografica è diversa dai dati
geografici
w Dati: w Informazioni:
n Numeri; n Dati utilizzati per uno
n Testo; scopo
Elaborazione Selezione
n Simboli; n

n = neutri e privi di n Organizzazione


contesto n Preparazione
Principi di funzionamento dei
GIS
w Formati di Dati:
n Vector
n Raster
n Testo; alfanumerici
w Operazioni:
n Query
n Buffer
n Distanze
n Carte tematiche

Struttura dei dati


w RDBMS - Database Relazionale (es. Microsoft
Access)
w Dati tabulari strutturati in tabelle;
w Tabelle collegate per mezzo di relazioni;
w Chiavi primarie & chiavi esterne;
w Join tra tabelle e query (SQL - Structured
Query Language)
w La struttura permette di scegliere e impostare
le relazioni tra le tabelle di dati
Database (1)
!Dati devono essere raccolti in modo che il
sistema li possa gestire e poi inseriti nel
sistema informativo;
!Un database geografico fornisce la
funzionalità di banca dati di un GIS;
!Un database di immagini non fornisce dati
sulla relazione esistente sulla struttura delle
relazioni interne degli elementi rappresentati.

Database (2)
!Generalmente in un GIS i dati
assumono la seguente suddivisione:
! Elementi grafici (Punti, Archi, Aree);
! Immagini (aeree, da satellite, da scanner);

! Dati tabulari (associati agli elementi

precedenti).
Dati
!Salvati in un computer come bits (serie di 0 e 1) e in
bytes (serie di 8 bits). Ogni byte rappresenta un carattere
(codice ASCII);
!Dati spaziali sono tradizionalmente divisi in due
grandi classi: raster e vector;
!Sono possibili passaggi da formato raster a formato
vector (vettorializzazione);
!Sono possibili passaggi da formato vector a formato
raster (rasterizzazione);
!Primi pacchetti GIS erano specializzati nella gestione
di uno dei due formati.

Raster
! Dati raster sono strutturati come una griglia di celle (o
pixels).
! Ogni cella in un raster è caratterizzata dalla sua posizione
nella griglia (numero di riga e di colonna);
! Il formato raster consente di rappresentare un grande
ammontare di oggetti spaziali computabili. Un punto può
essere rappresentato da una singola cella, un arco da una
sequenza di celle vicine e un’area (connessa) da
un’insieme di celle contigue;
! I computer gestiscono ‘naturalmente’ dati salvati sotto
forma di griglie (righe e colonne), ma spesso la gestione
di tali dati (se non compressi) può essere pesante
(un’area omogenea è composta da celle contenti tutte lo
stesso valore.
Vector
! Un vettore è un segmento lineare finito definito dai suoi
punti di inizio e di fine.
! La posizione dei punti di inizio e fine è data
rispettivamente a un sistema di coordinate del piano o
spazio a più numerose dimensioni.
! Dati vector sono uno strumento di rappresentazione
appropriato per una gran varietà di dati spaziali. Quindi,
un punto è dato semplicemente dalle sue coordinate (Lat
Long, X, Y, ecc.).
! Un arco è definito come una sequenza di segmenti
composti da linee diritte, ognuna rappresentata da un
vettore, e un’area è definita in termini dei suoi confini (o
contorni), rappresentati da un insieme di vettori.

Esempi:
w Vector w Raster

Punti
.
Linee/
Segmenti
Aree/
Poligoni
Confronto Vector-Raster

Confronto Vector-Raster
Argomenti
w Informazione Geografica
w L’Informazione Geografica di ogni
giorno;
w Introduzione ai GIS;
w Analisi geografica con i GIS
w Esempi e applicazioni

Query
Records

GIS Database

Query
Relevant
records

Query results
Buffer
w L’operazione di
buffer implica la
costruzione di un
poligono (fascia di
rispetto) a una
distanza data
attorno a un
oggetto geografico

Overlay = sovrapposizione

w Utilizzare un elemento
di un layer per
selezionare elementi di
un altro layer
w es. sezioni di
censimento (verde) che
sono toccate dalla
market area (cerchio
magenta)
= sezioni gialle
Analisi di rete

Misurazione
Argomenti
w Informazione Geografica
w L’Informazione Geografica di ogni
giorno;
w Introduzione ai GIS;
w Analisi geografica con i GIS
w Esempi e applicazioni

Alcune applicazioni
w GIS e analisi spaziale per l’analisi della
popolazione;
w Cartografia tematica – analisi dei
distretti industriali
w Relazioni tra dati geografici - tabelle
Comune di Trieste – distribuzione
dei residenti per numero civico

Densità di popolazione
Densità di popolazione

Carte di densità della popolazione:


elaborazione a partire dalla popolazione per numero civico
Stimatore di densità KDE (Kernel Density Estimator) applicato
=> Generata una superficie di densità della popolazione (picchi = zone a elevata densità

Densità di popolazione
Densità di popolazione

Geografia della Popolazione

Carte di densità della popolazione cinese


a) Assoluta b) Relativa
Carte di densità della popolazione senegalese
a) Assoluta b) Relativa

Distretti industriali
Distretti
industriali

Relazione dato grafico – dato attributo (=tabella)

A ogni elemento
grafico (es. comune in
verde) corrisponde
una e una sola riga
nella tabella degli
attributi
Capacità turistiche dei Comuni nel Friuli Venezia
Giulia

Capacità turistiche dei Comuni nel Friuli Venezia


Giulia
Comuni maggiore nelFriuli Venezia Giulia

(popolazione
> 10.000 abitanti)

Uso del suolo (da Assemblaggio dei Piani Regolatori


Comunali - PRGC – della Regione Friuli Venezia Giulia)
Regione Friuli Venezia Giulia
GIS per la pianificazione dei trasporti

Regione Friuli Venezia Giulia


GIS per la pianificazione dei trasporti

I = intervento generico; N = nuovo tronco (intervento di costruzione).


Carte a grande scala – Comune
di Trieste

Progetti GIS nella Regione Friuli


Venezia Giulia

!Moland
11 October 2004
The image shows the global mean tropospheric
nitrogen dioxide (NO2) vertical column density
(VCD) between January 2003 and June 2004,
as measured by the SCIAMACHY instrument
on ESA's Envisat. The scale is in 1015
molecules/cm-2. Image produced by S. Beirle,
U. Platt and T. Wagner of the University of
Heidelberg's Institute for Environmental
Physics.

http://www.esa.int/export/esaEO/SEM340NKPZD_index_1.html

Bibliografia
! BORRUSO G., Network Density and the Delimitation of Urban Areas, Transactions in GIS,
2003, 7 (2), pp. 177 – 191.
! BURROUGH P. A. - MCDONNELL R. A., Principles of Geographical Information Systems,
Oxford University Press, Oxford, 1998.
! EUROPEAN COMMISSION, Panel – GI: Pan European link for Geographical
Information, 2000. *
! GOODCHILD M. F., What is Geographic Information Science?, NCGIA Core
Curriculum in GIScience,
http://www.ncgia.ucsb.edu/giscc/units/u002/u002.html, posted October 7,
1997.**
! LONGLEY P. A. - GOODCHILD M. F. - MAGUIRE D. J. - RHIND D. W., Geographic
Information - Systems and Science, Wiley, Chichester, 2001***
! McGUIRE D., An overview and definition of GIS, in Goodchild M., McGuire D., Rhind
D., Geographic Information Systems, Wiley, 1991, pp. 9 – 20 **
! O’ SULLIVAN D., UNWIN D.J., Geographic Information Analysis, Wiley, London,
2003 ****
! WORBOYS M. F., DUCKHAM M., GIS - A Computing Perspective, CRC Press, London, 2005.

* Disponibile sul Web. Sito web da comunicare.


** Disponibile su area download del corso
*** Capitoli dalla prima edizione del ‘Big Book’ (Goodchild M., McGuire D., Rhind D.,
Geographic Information Systems, Wiley, 1991) sono disponibili su http://www.wiley.com/gis
Capitoli selezionati sono anche disponibili nell’area download del corso
**** Il Capitolo 1 è disponibile nell’area download del corso
Sistemi Informativi Geografici

La carta geografica

069EC

A.A. 2023/2024
Dr. Giuseppe Borruso
Università degli Studi di Trieste
Email. giuseppe.borruso@deams.units.it
Tel. 040 558 7008

Obiettivi
w Introdurre il concetto di carta come rappresentazione
dello spazio che ci circonda;
w Familiarizzare con le caratteristiche costitutive e
costruttive della carta;
w Comprendere le modalità di rappresentazione dello
spazio per mezzo di carte, nonché le possibilità di
utilizzo per la comprensione dell’interazione tra uomo
e ambiente e delle evoluzioni del territorio (v.
esercitazioni: lettura della carta; esercitazione GIS).
w Familiarizzare con le principali forme di produzione
cartografica italiana.
La carta e il globo (1)
“E finalmente abbiamo avuto l’idea grandiosa!
Abbiamo realizzato una mappa del paese alla
scala di un chilometro per un chilometro!”
“L’avete utilizzata?”
“Non è stata ancora dispiegata […] I contadini
hanno fatto obiezione. Hanno detto che
avrebbe coperto tutta la campagna e offuscato
il sole. Così adesso usiamo la campagna vera e
propria come pianta di se stessa e vi assicuro
che funziona ottimamente”
Lewis Caroll, Sylvie and Bruno (1889)

La carta e il globo (2)


…In quell'impero, l'Arte della Cartografia raggiunse una tale
Perfezione che la mappa di una sola provincia occupava tutta una
Città e la mappa dell'Impero tutta una Provincia. Col tempo
codeste Mappe Smisurate non soddisfecero e i Collegi dei
Cartografi eressero una mappa dell'Impero che uguagliava in
grandezza l'Impero e coincideva puntualmente con esso. Meno
Dedite allo studio della cartografia, le Generazioni Successive
compresero che quella vasta Mappa era inutile e non senza
Empietà la abbandonarono all'Inclemenze del Sole e degl'Inverni.
Nei deserti dell'Ovest rimangono lacere rovine della mappa,
abitate da Animali e Mendichi; in tutto il paese non è altra reliquia
delle Discipline Geografiche…
(Suarez Miranda, Viaggi di uomini prudenti, libro quarto, cap. XLV, Lérida, 1658)
Da Jeorge Luis Borges, L'artefice Ed. Mondadori i Meridiani vol. 1, pg. 1253
Elementi di cartografia
w Premessa:
n Le domande della cartografia
n Alcune definizioni
w La carta geografica
w La carta: caratteristiche costitutive
w La cartografia ufficiale italiana

Premessa: le domande della


cartografia
La cartografia risponde a due esigenze
dell’uomo fin dai tempi antichi:
wLa raffigurazione del mondo;
n Carta riflette il livello di conoscenze acquisite
(dirette o indirette)
n Carta esprime la concezione e la filosofia del
mondo elaborata da una civiltà
wLa rappresentazione dell’ambito ristretto in cui
quotidianamente si vive;
n Carta inventario di elementi, memoria pratica per
favorire i movimenti, registrare le strutturazioni
sociali o economiche dello spazio, come i limiti di
proprietà
Alcune definizioni
GEODESIA
w "Scienza che studia la forma e le dimensioni della
terra, la determinazione della posizione dei punti sulla
superficie della terra e nello spazio esterno, la
determinazione del campo della gravità nello stesso
dominio e le variazioni nel tempo di tali grandezze."

CARTOGRAFIA
w "Fornisce una possibile descrizione della forma e
dimensione della terra, dei suoi particolari naturali e
artificiali."

La carta geografica
w Rappresentazione
w Astratta
w Simbolica
w In scala ridotta
w del territorio (spazio geografico)
Elementi della carta
w Scala
w Sistemi di Riferimento
w Proiezioni
w Simbolismo

Cartografia e la rappresentazione del mondo

w Due rivoluzioni nell’ambito della rappresentazione del mondo:


n cartografia non solo rivolta a indicare dove sono e che forma hanno
gli oggetti ma attenta a delineare caratteristiche quantitative di
cose e fenomeni, le loro correlazioni per rintracciare una possibile
spiegazione e quindi formulare leggi di comportamento dei
fenomeni stessi.
La modernità ha mutato le nostre raffigurazioni dell’universo
(Farinelli) e del posto che vi occupiamo e ha creato una crescente
domanda di informazione geografica, cui si è risposto con lo
sviluppo della statistica, della monografia geografica e della
rappresentazione tematica. Carta tematica è la più ‘economica’
modalità per la presentazione dei dati (sempre più disponibili)
n informazione geografica si associa alla larga diffusione della
tecnologia informatica così da dare origine ai GIS: potenzialità che
consentono di superare i limiti strutturali insiti nelle modalità
‘tradizionali’ di trasmissione dell’informazione geografica.
La carta (e i GIS) come strumento di ricerca

w Carte: “insuperati strumenti per la comprensione e l’analisi della


superficie della terra (Coppock, 1967)”
w Lettura della carta:
n Indagine mirata => risposta a specifico problema (attenzione diretta agli
elementi che interessano, interpretando i “segni”)
n Indagine comparativa => esame generale che richiede un processo
selettivo: necessarie fasi successive di tipo tematico o areale
w L’analisi delle forme naturali e antropiche sulla superficie della terra
appartiene alla geografia come campo di studio
w La ricerca sulla condizioni sincroniche può essere svolta tramite indagini
dirette (es. sul campo) e con fonti di natura diversa (es. orali,
statistiche, storiche)
w La modellazione tramite GIS prevede (fase necessaria e preliminare) la
‘diacronica delineazione del medesimo quadro territoriale lungo un arco
temporale più o meno lungo (Lodovisi e Torresani, 1996)’

La scala
w Elemento fondamentale in cartografia
(assieme a proiezioni e sistemi di
riferimento);
w È il rapporto tra una distanza lineare
misurata sulla carta (su di un piano) e
la corrispondente distanza reale sulla
terra (su di una superficie curva).
La scala
Nel sistema decimale:
1:10.000 ˜
1 cm (sulla carta) = 10.000 cm (nella realtà)

Nel sistema anglosassone:


1 inch: 1 mile ˜
2,53 cm (sulla carta) = 160.900 cm (nella realtà) ˜
nel sistema decimale:
1:63.957

La scala
w Verbale: “1 (sta) a 10.000”
w Numerica: 1:50.000
w Grafica

0 500 1.000 1.500 km


La scala
w La grandezza delle carte dipende dalla
scala.
w Minore il denominatore => grande
rappresentazione grafica
w 1:10.000 > 1:100.000
w Le carte possono essere classificate in
base alla scala

La scala
w Carte a grandissima scala, fino a 1:10.000 (es. piante di città;
mappe di zone rurali; Carte Tecniche Regionali; carte catastali);
w Carte topografiche, in scala 1:10.000 - 1:150.000 (Carta
Tecnica Regionale, 1:25.000; carte a grande scala dell’Istituto
Geografico Militare - IGM, con scale 1:50.000, 1:100.000);
w Carte corografiche o regionali, in scala 1:150.000 - 1:1.000.000
(a questo livello di dettaglio sono utilizzate le carte tematiche);
w Carte generali o geografiche, con scale superiori a 1:1.000.000
(atlanti);
w Planisferi o mappamondi, carte a piccola scala
La scala
w La riduzione in scala riguarda i valori
lineari mentre le aree subiscono
variazioni pari al quadrato delle
lunghezze
w Una riduzione in scala pari alla sua
metà (1/2) (es. da 1:50.000 a
1:100.000) porta ad una riduzione di
superficie pari ad un quarto (1/4)

La scala - effetti
La scala - effetti

Sistemi di riferimento e proiezioni


w Sistema di riferimento
n Ha a che fare con la determinazione delle posizioni
di punti sulla superficie della Terra (datum);
n Identificazione univoca di punti sulla Terra
n Può essere globale o locale
n [scomposizione delle componenti verticale
(altimetrica) e orizzontale (planimetrica)]
w Proiezioni
n Associate a sistemi di riferimento
n Necessarie per proiettare una superficie curva
sopra una superficie piana
Sistemi di riferimento
w Importante localizzare in modo preciso luoghi sulla superficie
terrestre
n Distanza
n Posizione relativa
n Navigazione
n Proprietà
w Sistemi di coordinate
n Forniscono un insieme di coordinate che identificano la posizione di
ogni oggetto relativamente ad altri o a un’origine
n Esistono molti sistemi di coordinate di base.
n Rappresentazione in 2-D o 3-D.
n Una carta non può essere prodotta senza qualche implicito sistema
di riferimento e posizione spaziale.

Sistemi di riferimento (1)


w È necessario adottare dei sistemi di riferimento
diversi a seconda delle regioni dello spazio
considerate, e a seconda degli scopi della
rappresentazione cartografica.
w I sistemi di riferimento consistono nella scelta di una
determinata forma di approssimazione della
superficie terrestre (elissoide) e del suo adattamento
alla zona considerata per mezzo dell’orientamento
w A sistemi di riferimento sono associate proiezioni e
l’adozione di una griglia di misurazione cartesiana
I sistemi di riferimento
w Perché utilizzare i sistemi di riferimento?
w Coordinate geografiche (globali):
n Lat, Lon (φ, λ); distanze angolari;
(+ h, quota)
w Coordinate cartesiane (globali):
n X, Y, Z
w Coordinate cartesiane locali (coordinate
piane):
n x, y (N, E); distanze metriche sul piano
cartesiano
I sistemi di riferimento: Lat,
Lon vs x, y

Sistemi di riferimento
w Sistema Cartesiano
n René Descartes (1596-1650) introduce sistama di coordinate
basato su coordinate ortogonali.
n L’origine si trova dove i valori di X e Y sono uguali a 0.
n Per tradizione, il valore di X è chiamato Est (easting), in
quanto misura la distanza a est dell’origine.
n Il valore di Y è chiamato Nord (northing), in quanto misura
la distanza a nord dell’origine.
n Il computer rappresenta la grafica vettoriale in un sistema
cartesiano.
n La superficie della Terra in un GIS è ‘proiettata’ in un
sistema Cartesiano.
Sistemi di riferimento :
Coordinate piane
Asse Y Asse Y
7 2 7

(7,4) (7,4) a
4 4
(2,2)
2
b
Asse X Asse X

Distanza (a, b)= √((X2-X1)2+(Y2-Y1)2)


Distanza (a, b)= √ ((2-7)2+(2-4)2)
Distanza (a, b)= √ ((-5)2+(-2)2)
Distanza (a, b)= √ (25+4) = 5.38

Sistemi di riferimento
Sistemi globali
w la posizione è individuata da longitudine e latitudine.
n Sistema di coordinate più utilizzato.
n L’equatore e il primo meridiano (Greenwich) sono i piani di
riferimento per questo sistema.
w Rete di paralleli e meridiani permette di individuare
univocamente i punti sulla superficie terrestre e riportarli sulla
carta
w Longitudine (λ) = distanza angolare di un punto dal meridiano
iniziale (misurata in gradi sull’arco di parallelo passante per il
punto)
w Latitudine (φ) = distanza angolare di un punto dall’equatore
(misurata in gradi sull’arco di meridiano passante per il punto)
Latitudine e Longitudine

Sistemi di riferimento
Sistemi globali
Arctic Circle

Tropic of Cancer
Prime Meridian

Equator

Tr opic of Cap ricorn

Antarctic Circle
Sistemi di riferimento
Sistemi globali

Sistemi di riferimento
Sistemi globali
Z Meridiano di
Greenwich
λ=0

O Y O φ
Equatore
φ=0
λ
X
Longitudine e Latitudine
Polo Nord
P Equatore
Asse di rotazione

Polo Nord
φ
Equatore

Meridiano di
Polo Sud Greenwich
Latitudine ‘φ’ Longitudine ‘λ’

Forma della Terra:


Sfera, elissoide, geoide (1)
w Per semplicità la terra viene approssimata a
una sfera:
n carte a piccola scala (vaste superfici del globo)
w L’elissoide è la forma che meglio approssima
(matematicamente) la forma della Terra:
n Newton (1670) scoprì (gravità), uno
schiacciamento nel globo terrestre dovuto alla
forza centrifuga generata dalla rotazione terrestre;
n Schiacciamento (f = flattening) = 1/300 (Newton);
n = 1/298 ca (secondo i calcoli odierni);
w Il geoide approssima empiricamente la forma
della terra
La forma della Terra: Sfera

B
w Sfera
n Rappresentazione
semplificata.
A
n Implica la
medesima
lunghezza di
entrambi gli assi

A=B
A/B=1

La forma della Terra:


Ellissoide (sferoide)
w Ellissoide
B n Implica diverse
lunghezze per i due assi
A n È più appropriato in
quanto la Terra è
schiacciata ai poli a
causa della sua velocità
di rotazione.
n Circonferenza polare:
39.939.593,9 metri.
n Circonferenza
equatoriale:
A>B 40.075.452,7 metri.
A / B = 0.9966099 n Indice di ‘schiacciamento’
F=(A-B)/A F.
[1/F utilizzato]
Elissoide

Elissoide

Asse
maggiore
a semiasse maggiore
b semiasse minore

f (schiacciamento) = (a-b)/a
Asse
minore

Solido ottenuto mediante la rotazione di un ellisse attorno al suo


asse minore
Latitudine autalica e geodetica
w Quando ci riferiamo a una Terra sferica parliamo di
latitudine autalica: la posizione di un punto sulla
superficie della terra è misurata come distanza
angolare tra l’equatore e i poli;
w La latitudine geodetica è basata sulla terra di forma
sferoidale (=elissoidale):
n La differenza sostanziale rispetto alla latitudine autalica
risiede nell’origine degli angoli tra l’equatore e i poli nella
misurazione della distanza angolare;
n L’angolo tra il piano equatoriale e la normale all’elissoide al
punto di cui si vuole determinare la latitudine non ha infatti
l’origine al centro della terra, ma risulta spostata verso
l’esterno.

Latitudine autalica e geodetica


Latitudine autalica e geodetica
Polo Nord Polo Nord
P P
Asse di rotazione

Asse di rotazione
φ φ
Equatore Equatore

Polo Sud Polo Sud


Latitudine autalica Latitudine geodetica

Lunghezza di un grado di latitudine geodetica (sull’elissoide WGS 84)

Latitudine Chilometri
0° 110,57
10° 110,61
20° 110,70
30° 110,85
40° 111,04
50° 111,23
60° 111,41
70° 111,56
80° 111,66
90° 111,69
Lunghezza di un grado di longitudine geodetica (sull’elissoide WGS 84)

Latitudine Chilometri
0° 111,32
10° 109,64
20° 104,65
30° 96,49
40° 85,39
50° 71,70
60° 55,80
70° 38,19
80° 19,39
90° 0,00

La forma della Terra:


Geoide
w Geoide
n Solido che approssima la forma
della terra empiricamente.
n La forma della terra è data dalla
forma della superficie che è
ovunque perpendicolare alla
forza di gravità (= superficie
equipotenziale)
n Geoide è quella superficie
equipotenziale che si avvicina di
più al livello medio del mare
n Complesso dal punto di vista
computazionale.
n Utilizzato in Geodesia e
Cartografia – soprattutto per la
determinazione delle quote
Sistemi di riferimento
(Geoide & Elissoide)
elissoide geoide Punto di emanazione

Elissoide geocentrico Elissoide locale


(orientato= Datum)

Sistemi di riferimento
w Datum planimetrico = modello matematico della terra usato per calcolare le
coordinate geografiche dei punti
w Stesso datum diversi sistemi di coordinate: trasformazioni matematiche tra
coordinate
w Elissoide biassiale di riferimento associato a un sistema locale costituisce il
sistema di riferimento geodetico planimetrico (bidimensionale)
w Sistema di riferimento non geocentrico:
n il centro dell’elissoide è spostato rispetto al centro di massa della Terra (centinaia di
metri)
n Asse di simmetria dell’elissoide è disallineato rispetto all’asse di rotazione medio
n Elissoide locale dev’essere orientato rispetto alla terra
n In passato collegamento al sistema astronomico locale (verticale locale e asse di
rotazione terrestre)
n Punto iniziale: punto di emanazione e sei parametri:
w Latitudine e longitudine elissoidica
w Altezza geodetica
w Due componenti di deviazione della verticale e azimut elissoidico
w Idea è di vincolare le due superfici: elissoide e geoide
= orientare l’elissoide di riferimento locale sul punto di emanazione:
n Punto di emanazione: calcolo delle coordinate
I sistemi di riferimento
(elissoide vs geoide)

I sistemi di riferimento
(elissoide vs geoide)
Altitude Topography

Geoid
Sea Level Ellipsoid

Sphere
I sistemi di riferimento
Caratteristiche del geoide

I sistemi di riferimento
Caratteristiche del geoide (2)
I sistemi di riferimento
Caratteristiche del geoide (3)

International Geodetic Survey, Geoid-96

I sistemi di riferimento
Caratteristiche del geoide (4)
I sistemi di riferimento
Caratteristiche del geoide (4)

Proiezioni
w Problema: rappresentare un volume (Pianeta Terra)
per mezzo di una superficie (carta);
w La Terra è assimilata ad un elissoide di rotazione con
semiasse polare ridotto rispetto al semiasse
equatoriale
w Le proiezioni consentono di ottenere, attraverso
formule matematiche, una corrispondenza biunivoca
tra i punti sulla superficie terrestre e quelli
rappresentati in piano
Le proiezioni
w Il ricorso alle proiezioni non elimina le
distorsioni;
w Le proiezioni possono essere distinte in
base:
n alle qualità reali che mantengono immutate
sulla carta;
n alle loro caratteristiche tecniche.

Proiezioni
Proiezioni distinte in base alla
qualità reali
w equivalenti (le maglie formate dal reticolato hanno
una superficie esattamente proporzionale a quelle
sulla sfera, conservando quindi i rapporti tre le aree
reali e quelle rappresentate);
w equidistanti (se presentano, in scala, le esatte
distanze reali misurate lungo alcune linee fisse -
meridiani e paralleli);
w isogone o conformi (se non vi sono alterazioni degli
angoli consentendo così una buona corrispondenza
tra le forme delle entità geografiche reali e
rappresentate)

Proiezioni distinte in base alle


caratteristiche tecniche
w Proiezioni convenzionali, ottenute su base empirica;
w Proiezioni vere, ottenute mediante norme
geometriche o matematiche:
n Azimutali: la rete di meridiani e paralleli è proiettata su di un
piano tangente alla sfera in un punto che diviene il centro
della proiezione (es. polare, equatoriale, obliqua);
n Cilindriche: la rete viene proiettata lungo un cilindro
tangente l’equatore o secante due paralleli (il reticolo sul
cilindro sviluppato assume una struttura ortogonale);
n Coniche: la rete viene proiettata lungo un cono tangente un
parallelo o secante due paralleli (il reticolo sul cono
sviluppato presenta i meridiani sotto forma di rette
convergenti ed i paralleli costituiti da archi di circonferenza).
Proiezioni cilindriche
n Proiezione di una
superficie sferica su di un
cilindro
n Meridiani e paralleli =
linee dritte
n Meridiani a distanza
costante uno dall’altro,
paralleli no
n Proiezioni cilindriche
normale, trasversa,
(equal-area).
n La scala è reale attorno
alla linea centrale
n Le distorsioni di forma e
di scala aumentano verso
punti a 90° dalla linea
centrale.

Proiezioni cilindriche
w Tangente
n Il cilindro è tangente alla
sfera lungo un cerchio
massimo.
n = cerchio formato sulla
superficie della Terra da
un piano passante per il
centro della Terra.
w Secante
n Il cilindro tocca la terra
lungo due piccoli cerchi
n = cerchi formati sulla
superficie della terra da un
piano NON passante per il
Tangente Secante centro della Terra.
Distanze su carte proiettate

Proiezioni cilindriche
w Trasversa
n Quando il cilindro sul
quale si proietta la
sfera è proiettato ad
angoli retti ai poli.
w Obliqua
n Quando il cilindro è
Transverse proiettato a qualche
altro angolo, non
ortogonale, rispetto
ai poli.
Proiezioni cilindriche
w Proiezione di Mercatore
n Sviluppata nel 1569 dal cartografo Gerhard
Kremer.
n Usata dai navigatori per percorrere il globo. È
appropriata per tale scopo.
n Meridiani e Paralleli diritti, intersecano ad angoli
retti.
n La scala è reale all’Equatore o lungo due paralleli
standard equidistanti dall’Equatore.
n Tutte le linee diritte sulla carta sono linee di
azimuth costante (= direzione segnata sulla
bussola).

Proiezione di Mercatore
Prime Meri dian
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Antarctic Circle
Proiezioni coniche
n Risultano dalla proiezione
di una superficie sferica
su di un cono.
n Quando il cono è
tangente alla sfera, il
contatto è attorno a un
piccolo cerchio.
n Nella proiezione secante,
il cono tocca la sfera
lungo due linee.
n Valido per
rappresentazione di
continenti o di paesi con
maggiore estensione est-
ovest
Proiezioni coniche

Tangente Secante

Proiezioni Coniche
w Conica di Albers (Equal Area)
n Scala e distanza distorte tranne ai paralleli
standard.
n Aree proporzionali.
n Le direzioni sono reali in aree limitate.
n Utilizzata negli Stati Uniti e in altri Paesi estesi
soprattutto in senso E-O piuttosto che N-S.
w Conica conforme di Lambert
n Aree, forme distorte allontanandosi dai paralleli
standard.
n Direzioni vere in aree limitate.
n Utilizzate per Nord America.
Conic di Albers (Equal Area)

Tropic
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Proiezioni Azimutali
n Risulta dalla
proiezione di una
sfera su di un piano.
n Tangente
w Il contatto è in un
singolo punto sulla
superficie della Terra.
n Secante
w Il piano tocca la Terra
lungo un piccolo
cerchio.
Proiezioni Azimutali

Tangente Secante

Proiezione Azimutale polare


(Polo Nord) !
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Proiezione di Hammer Aitoff


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I sistemi di riferimento (3)


w I sistemi di riferimento utilizzati in
Italia:
n UTM* ‘ED 50’
n UTM* ‘WGS 84’
n Gauss-Boaga, ‘Roma 40’

w * UTM = Universal Transverse Mercator –


Universale Trasversa di Mercatore
Sistema UTM
w 60 fusi meridiani;
w ampiezza di 6° per ogni fuso;
w numerati progressivamente a partire dall’antimeridiano di Greenwich;
w Proiezione cilindrica trasversa di Mercatore tangente al meridiano
centrale di ogni fuso;
w 20 fasce parallele (10 a N e 10 a S dell’Equatore);
w ampiezza di 8° per ogni fascia;
w 1.200 zone derivanti dall’intersezione di fusi e fasce
w Reticolato chilometrico ortogonale di 1 km di lato sovrapposto ad ogni
carta con falsa origine (false easting) di 500 km (valore assegnato al
meridiano centrale di ogni fuso) [per l’emisfero meridionale è utilizzata
anche una falsa origine (false northing) di 10.000 km
w Ogni fuso diviso in quadrati di 100 km indicati in modo univoco da una
coppia di lettere
w Fattore di riduzione di scala: 0,9996 al meridiano centrale
w Primo Meridiano: Greenwich (Longitudine O°)

Zone nel sistema UTM


Sistema UTM Italia (Europa)
w Italia occupa le zone 32 T, 33 T, 32 S, 33 S definite
da:
w fuso 32 (6° - 12°E) con meridiano centrale di 9°E;
w fuso 33 (12° - 18°E) con meridiano centrale di 15°E;
fascia T (40° - 48°N);
w fascia S (32° - 40°N)
w Datum ED 50 orientato a Potsdam, Helmert Tower,
Germania (=punto di emanazione)
Lat=52°22’51.4456”
Lon=13°03’58.9283”
w Elissoide internazionale 1924
Sistema UTM

Sistema Gauss-Boaga
Roma 40
w Simile al sistema UTM;
w Fusi denominati Est ed Ovest (corrispondenti a 33 e
32 in UTM);
w False origini (false eastings):
n 2.520 km per il fuso Est;
n 1.500 km per il fuso Ovest
w Meridiano centrale di Roma - Monte Mario
(Longitudine 12°27’08.40”);
w Orientamento a Roma - Monte Mario
(=punto di emanazione)
Lat= 41°55’25.51” N
Lon=12°27’08.40” E
Sistema Gauss-Boaga Roma 40

I sistemi di riferimento in Italia


6 9 12 15 18

48

32 T 33 T

zone_utm
Meridiani centrali 40
E_33
O_32
Italia

32 S 33 S

32
Il sistema UTM – Fuso 33 e
quadratura km di 100km
12 15 18

TN UN VN WN XN YN

TM UM VM WM XM YM

TL UL VL WL XL YL

TK UK VK WK XK YK
UTM_33_GRID_100KM
TJ UJ VJ WJ XJ YJ Meridiani centrali
E_33
TH UH VH WH XH YH Italia

TG UG VG WG XG YG

TF UF VF WF XF YF

TE UE VE WE XE YE

TD UD VD WD XD YD

TC UC VC WC XC YC

TB UB VB WB XB YB

TA UA VA WA XA YA

TV UV VV WV XV YV

Il sistema UTM – Fuso 32 e


quadratura km di 100km

6 9 12

KT LT MT NT PT QT

KS LS MS NS PS QS

KR LR MR NR PR QR

KQ LQ MQ NQ PQ QQ

KP LP MP NP PP QP
UTM_32_GRID_100KM
KN LN MN NN PN QN Meridiani centrali
O_32
KM LM MM NM PM QM Italia

KL LL ML NL PL QL

KK LK MK NK PK QK

KJ LJ MJ NJ PJ QJ

KH LH MH NH PH QH

KG LG MG NG PG QG

KF LF MF NF PF QF

KE LE ME NE PE QE
Il sistema UTM – la
sovrapposizione tra i due fusi

6 9 12 15 18

48
KT LT MT NT PTTNQTUN VN WN XN YN

KS LS MS NS PS TMQSUM VM WM XM YM

KR LR MR NR PR TLQR UL VL WL XL YL

KQ LQ MQ NQ PQ TK
QQ UK VK WK XK YK

KP LP MP NP PP TJ
QP UJ VJ WJ XJ YJ
UTM_32_GRID_100KM
KN LN MN NN QN UH VH WH XH
PN TH YH
UTM_33_GRID_100KM
KM LM MM NM PM QM YG Meridiani centrali
TG UG VG WG XG
E_33
KL LL ML NL PL QL
TF UF VF WF XF YF O_32
Italia
KK LK MK NK PK QK
TE UE VE WE XE YE
40
KJ LJ MJ NJ PJ QJ
TD UD VD WD XD YD

KH LH MH NH PH QH
TC UC VC WC XC YC

KG LG MG NG PG QG
TB UB VB WB XB YB

KF LF MF NF PF QFTA UA VA WA XA YA

KE LE ME NE PE QETV UV VV WV XV YV

Il sistema UTM – la sovrapposizione


tra i due fusi (zoom)
PT UN
TN QT

NS VM WM
PS TM QS UM

UTM_32_GRID_100KM
UTM_33_GRID_100KM
Meridiani centrali
E_33
NR VL O_32
WL
PR TL QR UL
Italia

NQ VK WK
PQ TK QQ UK
La rappresentazione del rilievo
w Nel passato
rappresentazi
oni ‘pittoriche’
del rilievo
(mucchio di
talpa; ‘a
bruco’)

La rappresentazione del rilievo


w Il rilievo viene w Ipotesi: ‘tagliare’ i
rappresentato nelle rilievi con piani
carte topografiche tangenti al piano
tramite: cartografico a quote
w curve di livello costanti (es. 25 m)
w ombreggiatura
(lumeggiamento da
150
nordovest) 125
100
75 50
25
La rappresentazione del rilievo

Lumeggia-
mento da
nordovest:
Fonte luminosa
Curve
fittizia posta di
all’angolo livello
nordocciden-
tale della carta.
L’ombreggia-
tura è sul
versante
sudorientale

Il simbolismo
w Carta = strumento per raccogliere, conservare, rappresentare e
trasmettere informazioni;
w è un ‘sistema di segni’;
w gli oggetti spaziali sono rappresentati per mezzo di punti, linee,
aree (a partire dalle coordinate del piano);
w al variare della scala variano gli oggetti rappresentati
n Generalizzazione (= significato è generalizzato);
n Sfollamento (= alcuni oggetti scompaiono);
n Semplificazione (= il disegno degli oggetti viene semplificato)
Il simbolismo (2)
w Cromatismo - utlizzo di colori nella rappresentazione:
n Tonalità (tonalità fredde e calde utilizzate in base alle caratteristiche
fisiche);
n Saturazione (valore % di bianco contenuto in un colore/variazione di densità
del tratteggio)
w Rappresentazione della quota: isoipse (curve di livello);
w nelle carte 1:25.000 sono rappresentate le isoipse ogni 25 m e ogni
100 le direttrici principali;
w Lumeggiamento da nord-ovest (illuminazione fittizia della carta da
nord-ovest)
w Altre tecniche:
n ‘mucchio di talpa’ (o pan di zucchero);
n ‘a bruco’;
n ‘tratto forte’;
n Trateggio a lumeggiamento zenitale

Simbolismo
COLORE

w Risorse visive
n Utilizzate per attirare l’attenzione
sugli elementi della mappa.
n Ampia gamma di risorse.
n Varia a seconda della natura
dell’informazione che viene
mappata.
w Modificazione di elementi visuali
Saturazione Retinatura Intensità n É possibile modificare il colore e la
geometria.
w Modificazione di colori
n Saturazione.
GEOMETRIA

n Retinatura.
n Intensità.
w Modificazioni geometriche
n Forma.
n Dimensione.
n Orientamento.

Forma Dimensione Orientamento


Simbolismo
Interpretazione del cartografo
Rappresentazione Rappresentazione Rappresentazione Rappresentazione
per Punti per Linee per Poligoni per Volumi

Pali
Puntuali

Linea
Oggetti

Albero Areale
telef telef.
Fenomeni nel mondo reale

Densità
Animali abitativa
Oggetti

Aeroporto
Lineari

Autostrada
X Q Corso d’acqua Corpo d’acqua
Densità
stradale

Sversamento Diritto di via


Oggetti
areali

¥ Suddivisione amministrativa
Copertura
boscata
Oggetti
a+D

Simbolo
Miniera a
cielo aperto R Valle
Catena
montuosa proporzionale

Simbolismo - strategie
Città

Punti w Tre livelli di misura:


Q Aeroporto
n Nominale (qualitativo)
n Ordinale
n Ratio (quantitativo)
Strada
Confine Linee
w Nominale
Fiume n L’informazione viene
raggruppata in categorie
sulla base di
Palude considerazioni
qualitative.
Deserto Poligoni
Foresta
Simbolismo - strategie
Grande
w Ordinale
Medio Punti
Piccolo
n I dati sono
raggruppati sulla
base di alcune
Autostrada
misure quantitative.
Strada principale Linee
Strada secondaria

Area colpita Poligoni


Area a rischio

Simbolismo - strategie
Ogni punto
= 500 persone
w Ratio (rapporto)
Punti
5 10 15 n Informazione che
Simboli proporzionali può essere
30 40 50 organizzata lungo
Linee iso
una scala
flussi
Linee quantitativa

100

20
Poligoni
Densità di popolazione
La costruzione della carta
w Rilievo sul terreno
n in passato soprattutto: ‘levata’ sul terreno;
n realizzazione di una rete geodetica i cui vertici servono da capisaldi e punti
di riferimento per le acquisizioni successive;
n acquisizione delle coordinate plano-altimetriche dei punti della zona
considerata a partire dai capisaldi, vertici di rete di triangoli
n Rilevamento possibile a partire da due capisaldi, per mezzo di uno
strumento noto come teodolite
n al giorno d’oggi: utilizzo soprattutto del GPS nel rilievo sul terreno e utilizzo
del
w Telerilevamento (Remote Sensing)
n aerofotogrammetria
n rilevamento satellitare
w Redazione della carta
n Cartografia assistita computerizzata (CAC)
n GIS

Misurazione topografica
Reti geodetiche di
triangolazione;
Reticolo di triangoli
connessi, con vertici
centrati su punti di quota;
Sistema si basa sulle
proprietà trigonometriche
dei triangoli: teorema dei
seni e di Carnot.
Misurazione topografica
Triangolazione
w …permette di calcolare
la distanza tra due punti
non direttamente
accessibili:
w Conoscendo AB si
possono calcolare BD e w Considerando poi il
BC in base agli angoli triangolo ABC e con lo
misurati α, β, γ e δ. steso procedimento si
ottiene BC. Applicando il
w Considerando il teorema di Carnot al
triangolo ABD si ricava triangolo BCD si ricava
BD dalla relazione: CD:

Remote sensing – Aerofotogrammetria

w La Fotogrammetria è una tecnica di rilevazione della


posizione di punti mediante l’utilizzo di immagini
fotografiche stereoscopiche del terreno.
w Si tratta per lo più di immagini fotografiche riprese da
aereo, in sequenze chiamate strisciate, o strip, utilizzate
a coppie, e tali che ciascun fotogramma si sovrapponga
per circa il 60% con quelli adiacenti (60% di overlap) e
ciascuna strisciata si sovrapponga per il 15% con quelle
adiacenti (15% di sidelap)
Remote sensing - Rilevamento satellitare
Dal telerilevamento all’elaborazione di immagini

1. Stazione di controllo a terra del satellite: programma e controlla il volo del satellite
2. Satellite
3. Sensore
4. Stazione a terra di ricezione dati
5. Pre-elaborazione dei dati
6. Distribuzione dei dati
7. Elaborazione dei dati a seconda delle necessità dell’utente
8. Distribuzione dei prodotti finali agli utenti (cartografia digitale, applicazioni GIS…)

La cartografia ufficiale italiana


w Istituto Geografico Militare (IGM);
w Istituto Idrografico della Marina (IIM);
w Centro Informazioni Geotopografiche
Aeronautiche (CIGA)
w Regioni (Carta Tecnica Regionale
Numerica - CTRN);
w Comuni;
w Catasto.
Altre fonti cartografiche
w Touring Club Italiano
w Istituto Geografico DeAgostini
w Automobil Club d’Italia
w ISTAT
Per quanto riguarda altre fonti di
cartografia digitale
w Teleatlas (http://www.teleatlas.com)
w Navtech (http://www.navtech.com)

Cartografia tematica (1)


w Possibili distinzioni in base a:
n caratteristiche dei fenomeni rappresentati
w carte analitiche (offrono informazioni su estensione e
distribuzione di uno o più fenomeni simili messi in
relazione con le caratteristiche dello spazio geografico);
w carte sintetiche (fornire correlazioni tra più temi o
individuare zone omogenee).
w carte statiche;
w carte dinamiche;
w carte da fonti primarie
w carte da fonti secondarie
Cartografia tematica (2)
w Possibili distinzioni in base a:
n categorie di temi
w antropico (densità demografica, caratteristiche
socio-economiche della popolazione, forme di
utilizzo del suolo);
w fisico (fenomeni naturali: clima, geologia,
vegetazione).
n modalità e tecniche di raffigurazione
w caratteristiche in base alla prevalenza di segni
puntiformi, lineari, areali

Esempi di cartografia tematica


w Carte stradali o turistiche;
w Carte di uso del suolo;
w Carte della densità della popolazione;
w Carte del rischio idro-geologico;
w ecc.
Altri esempi

Bibliografia
! COSTA M., Geografia col PC, Nuova Italia Scientifica, Roma, 1993.
! CUCCOLI L. - TORRESANI S., Introduzione alla cartografia e alle
rappresentazioni grafiche, CLUEB, Bologna, 1985.
! DANA P. H., Coordinate Systems Overview, NCGIA Core Curriculum in
GIScience, 1997
http://www.ncgia.ucsb.edu/giscc/units/u013/u013.html.
! DANA P. H., The Geographer's Craft Project, Department of Geography,
The University of Colorado at Boulder, 1999
http://www.colorado.edu/geography/gcraft/notes/mapproj/mapproj_f.
html
! ROBINSON A. H. - MORRISON J. L. - MUEHRCKE P. C. - KIMERLING A.
J. - GUPTILL S. C., Elements of Cartography, Wiley, New York, 1995.
Elementi di Cartografia............................................................................................1
Il mondo e la sua rappresentazione......................................................................1
La carta geografica...............................................................................................1
La scala ............................................................................................................2
Le proiezioni ....................................................................................................5
Latitudine e longitudine ...............................................................................5
Sfera, elissoide, geoide (parte I) ..................................................................9
Le proiezioni – caratteristiche operative....................................................11
UTM: proiezioni e sistemi di riferimento universali .................................16
I sistemi di riferimento...................................................................................21
Sfera, elissoide, geoide (parte II) ...............................................................21
Sistemi di riferimento - caratteristiche operative.......................................24
I sistemi di riferimento in Italia .................................................................27
Il simbolismo .................................................................................................28
La costruzione della carta ..............................................................................28
Aerofotogrammetria e telerilevamento ..........................................................28
Scheda 1. Remote Sensing: immagini aeree e satellitari ............................29
Scheda 2. GPS e GALILEO: tecnologie per la posizione ..........................31
La produzione cartografica ufficiale in Italia.....................................................32
Scheda 3. I sistemi di riferimento in Italia .................................................33
Scheda 4. Latitudine e Longitudine............................................................34
Riferimenti bibliografici ....................................................................................37
Approfondimenti................................................................................................37
Glossario ............................................................................................................37

Cartografia e Sistemi Informativi Geografici

Introduzione ai GIS e agli strumenti di analisi territoriale

069EC

A.A. 2023/2024
Giuseppe Borruso
Università degli Studi di Trieste
Email. giuseppe.borruso@deams.units.it
Tel. 040 558 7008 (Trieste)
Informazione Geografica
!Informazione Geografica (Geographic
Information):
! Informazioni riguardo a luoghi sulla superficie
terrestre;
! Conoscenza di dove si trova qualcosa;
! Conoscenza di cosa si trova in un determinato
posto;
! Può essere molto dettagliata:
! Posizione di tutti gli edifici di una città;
! Può essere molto imprecisa:
! Clima di una regione molto vasta.

Informazione Geografica
w “quasi ogni cosa che accade, accade da qualche parte. Sapere
dove qualcosa si manifesta è di importanza cruciale” (Goodchild
et al., 2001)
w I problemi che implicano un aspetto legato alla posizione sono
definiti problemi geografici:
n Manager sanitari: - dove localizzare nuove cliniche/ospedali?
n Società di corrieri: - quali percorsi? Quali soste per i veicoli?
n Pianificatori dei trasporti: - percorsi per nuove autostrade;
n Gestori forestali: - come gestire al meglio le foreste, dove tagliare
dove piantare nuovi alberi?
n Governi: - come allocare fondi, dove localizzare nuovi servizi
pubblici?
n Agricoltori: - nuovi strumenti IT utilizzati per decidere meglio tempi
e luoghi per I fertilizzanti;
n Gruppi commerciali: - dove aprire un nuovo punto vendita?
n Società di telecomunicazioni: - dove sistemare una nuova cella?
Dove si trova il cavo difettoso?
n ….
Informazione Geografica
!Tecnologie IG:
! Sono tecnologie per la raccolta e la
gestione della Geographic Information:
! Possono essere di tre tipi:

!GPS (Global Positioning System);


!Remote Sensing (telerilevamento);
!GIS.

GPS = Global Positioning System


! Costellazione di satelliti orbitanti attorno alla terra che
trasmettono un segnale relativo alla loro posizione;
! 24 satelliti su 6 orbite planari a 55° di distanza;
! Quota di 20.200 km (NON geostazionaria)
! Orbite di 12 h
! Un minimo di quattro satelliti può fornire le coordinate
di un punto sulla superficie della terra tramite appositi
ricevitori (anche palmari).
Remote Sensing
! Telerilevamento: la scienza (insieme di
conoscenza e tecnologie) per
l’acquisizione di informazioni
riguardanti la superficie della terra e il
suo ambiente senza essere in diretto
contatto con essa). Si riferisce al
processo di raccolta di dati tramite il
rilevamento e la registrazione
dell’energia elettromagnetica, di solito
utilizzando sensori aerei e satellitari.
! Nel caso di sistemi montati su satelliti,
i segnali vengono trasmessi alle
stazioni riceventi a terra dove vengono
trasformati in immagini digitali.
! Principali immagini da satellite:
Ikonos, Landsat
! Remote sensing da
aerofotogrammetria

Immagini LANDSAT
Remote Sensing
w Misurazione da lontano
w Utilizzo di sensori elettromagnetici per
misurare le proprietà di un elemento da
lontano
w Sensori montati su aeromobili o satelliti

Remote sensing

w Caratteristiche della radiazione


elettromagnetica
w Lunghezza d’onda
n È la lunghezza di un ciclo d’onda che può essere
misurata come la distanza tra le creste di onde
sucessive
n Misurata in metri
w Frequenza
n Si riferisce al numero di cicli di un’onda che
passano per un punto fisso per unità di tempo
n Misurata in Hertz
Spettro elettromagnetico
w Ultravioletto
w Visibile
w Infrarosso
n Vicino
n Termico
n Lontano
w Radio
n Microonde
n VhF
n HF

Remote Sensing
w SPOT 1km pixel
w IKONOS
w LANDSAT 15 - 30 m pixel (-7 TM)
w ISTAR 50 cm
w ENVISAT (da poco lanciato in orbita)
Remote sensing

Il sensore LANDSAT TM è uno strumento di scansione che utilizza uno


specchio oscillante per scansire da ovest a est e produrre uno swath di 185
chilometri perpendicolare alla rotta orbitale.
Lo specchio oscillante acquisisce dati di 16 linee di scansione (474 m)
all’interno di ogni passata in entrambe le direzione, essendoci 16 detector
per ogni banda (4 per la banda termica). Alle stazioni riceventi, le immagini
TM sono ricampionate a una risoluzione a terra di 30 x 30 m (120 per la
banda termica)

Remote sensing

Il sensore TM (Thematic Mapper)del satellite LANDSAT è composto da 7


sensori individuali. Questi misurano l’energia riflessa in sei parti del visibile e
dell’infrarosso dello spettro. Il canale 6 misura la radiazione termica emessa
dalla superficie della terra. Diverse informazioni sulle caratteristiche della
copertura del suolo possono essere estratte da diverse bande e/o da
un’immagine composita di tre bande (blu, verde, rosso)
Remote Sensing

w Risoluzione: caratteristica di un sistema di


telerilevamento di registrare e mostrare
dettagli spaziali, spettrali e radiometrici
n R. Spaziale – livello di dettaglio visibile in
un’immagine
n R. Spettrale - capacità di definire intervalli ridotti
di lunghezza d’onda
n R. Radiometrica – capacità di registrare diversi
livelli di luminosità
n R. Temporale – capacità di registrare sequenze di
immagini

Remote Sensing
Remote Sensing
Dal telerilevamento all’elaborazione di immagini

1. Stazione di controllo a terra del satellite: programma e controlla il volo del satellite
2. Satellite
3. Sensore
4. Stazione a terra di ricezione dati
5. Pre-elaborazione dei dati
6. Distribuzione dei dati
7. Elaborazione dei dati a seconda delle necessità dell’utente
8. Distribuzione dei prodotti finali agli utenti (cartografia digitale, applicazioni GIS…)

Remote sensing
Remote Sensing
w Pre-processing: correzione delle distorsioni radiometriche e geometriche
dei dati a seconda del sensore e della piattaforma. La correzione
geometrica è realizzata assegnando a ogni pixel dell’immagine la giusta
posizione sulla terra (georeferenziazione, geocoding, ri-proiezione, ecc.).
w Image enhancement: miglioramenti utilizzati per rendere più facile
l’interpretazione visiva delle caratteristiche dell’immagine. Correzione degli
effetti atmosferici, ecc.
w Image trasformation: semplice operazioni aritmetiche applicate ai dati
spaziali
w Image classification and analysis: svolta per identificare gruppi omogenei
di pixels che rappresentano diversi elementi o classi di interesse (es.
categorie nelle coperture del suolo)

I G.I.S.
Argomenti
w Introduzione ai GIS
w Le basi di dati
w RDBMS
w La georeferenziazione
w Operazioni per l’analisi spaziale
w Applicazioni pratiche

Introduzione ai GIS
w Un GIS è un sistema informativo
computerizzato che consente di:
n Raccogliere;
n Modellizzare;
n Manipolare;
n Reperire;
n Analizzare;
Dati geograficamente riferiti
(GEOREFERENZIATI)
Introduzione ai GIS
Interfaccia
Architettura ‘three tier’ Utente

w Interfaccia utente
(GUI) Strumenti

w Strumenti (funzionalità
GIS)
w Dati (Immagazinati in Gestione Dati
Database e gestiti da
DBMS)

Dati

Introduzione ai GIS

Il GIS:
w organizza le informazioni geografiche con diversi
tematismi (punti, linee o aree);

w collega ad ogni elemento geografico una serie di


informazioni (dati attributo) riguardanti le
caratteristiche dell’elemento e la posizione geografica
(in coordinate)
Organizzazione in tematismi (layers)
dei dati

Fiumi Capitali

Strade Stati
Laghi

Oggetti geografici
Relazione dato grafico – dato attributo (=tabella)

A ogni elemento
grafico (es. comune in
verde) corrisponde
una e una sola riga
nella tabella degli
attributi

Argomenti
w Introduzione ai GIS
w Le basi di dati
w RDBMS
w La georeferenziazione
w Operazioni per l’analisi spaziale
w Applicazioni pratiche
Dai Dati alle Informazioni
wInformazione Geografica è diversa dai dati
geografici
w Dati: w Informazioni:
n Numeri; n Dati utilizzati per uno
n Testo; scopo
Elaborazione Selezione
n Simboli; n

n = neutri e privi di n Organizzazione


contesto n Preparazione

Dati
!Dati spaziali (geometrici) sono tradizionalmente divisi in due grandi
classi: RASTER e VECTOR;

!Sono possibili passaggi da formato raster a formato vector


(vettorializzazione);

!Sono possibili passaggi da formato vector a formato raster


(rasterizzazione);

!Primi pacchetti GIS erano specializzati nella gestione di uno dei due
formati.
Principi di funzionamento dei
GIS
w Formati di Dati:
n Vector
n Raster
n Testo; alfanumerici
w Operazioni:
n Query
n Buffer
n Distanze
n Carte tematiche

Vector
! Un vettore è un segmento lineare finito definito dai suoi
punti di inizio e di fine.
! La posizione dei punti di inizio e fine è data
rispettivamente a un sistema di coordinate del piano o
spazio a più numerose dimensioni.
! Dati vector sono uno strumento di rappresentazione
appropriato per una gran varietà di dati spaziali. Quindi,
un punto è dato semplicemente dalle sue coordinate (Lat
Long, X, Y, ecc.).
! Un arco è definito come una sequenza di segmenti
composti da linee diritte, ognuna rappresentata da un
vettore, e un’area è definita in termini dei suoi confini (o
contorni), rappresentati da un insieme di vettori.
Rappresentazione vettoriale
Punto
w Concetto
(X,Y) n Si assume che lo spazio è continuo,
anziché discreto.
n Infinito insieme di coordinate (in teoria).
(X2,Y2) Linea w Punti
(X4,Y4) n Oggetti spaziali privi di superficie cui si
possono attaccare attributi.
(X3,Y3) n Un singolo insieme di coordinate (X e Y, E
e N) nello spazio.
(X,Y) (X5,Y5) w Linee
n Oggetti spaziali composti da punti (nodi)
connessi.
n Non hanno larghezza.
(X,Y) w Poligono
(X2,Y2)
n Area chiusa che può essere composta da
Poligono un circuito di segmenti lineari.

(X5,Y5)
(X3,Y3)
(X4,Y4)

Rappresentazione vettoriale
Nodo 1 Nodo 2 Nodo 3 1 Arco C2 Arco D 3

Arco B Arco E
Nodo 5 5
Nodo 4 4 Arco H
Arco F
Arco G
Arco A
Nodo 8
8
Nodo 6 Nodo 7 6 Arco J 7 Arco I

Nodo X Y Arco Da A
1 12 4 A 6 4
2 22 16 B 4 1
3 53 42 C 1 2
D 2 3
4 24 17
E 5 2
5 5 9 F 4 5
6 36 43 G 7 5
7 17 21 H 3 8
8 38 44 I 8 7
J 7 6
Rappresentazione vettoriale
1 C 2 D 3

B A E
5
4 C H
F
G
A B
8
6 J I
7

Poly # di archi Lista di archi

A 4 B,C,E,F
B 4 A,F,G,J
C 5 E,D,H,I,G

Rappresentazione vettoriale

Point Table Line Table Poly. Table Attrib. Table


Pt. ID X Y Ln. ID Pt. 1 Pt. 2 Pol. ID Ln. ID Pol. ID Attrib.

1 24.5 27.4 35 1 3 74 38 74 104.2


2 24.8 24.1 36 4 2 74 35 75 100.1
3 27.8 22.5 37 6 8 74 29 76 105.7
4 30.1 29.9 38 2 10 75 28 77 102.7
5 14.2 30.1 39 8 11 75 42 78 106.1
... ... ... ... ... ... ... ... ... ...

Relational Links
Vector
w Problema:
n DB geo-relazionali non consentono di conservare
tabelle dove le righe hanno un diverso numero di
colonne;
n Né dove un singolo elemento è rappresentato da
più righe.
n => GIS conservano separatamente:
w Dati attributo (Nome; Tipo; N_Corsie; Senso di Marcia;
Traffico)
w Dati di posizione (X_COORD; Y_COORD)

Aree (=Poligoni)
w Disegnare il perimetro dell’elemento per
mezzo di coppie di coordinate (X,Y);
w Ripetizione di prima e ultima coppia
(X,Y) = linea chiusa;
w => poligono: forma chiusa definita da
linee diritte.
w Topologia: considerare le relazioni con
gli altri elementi
Misurazione di oggetti lineari
w Punti
n È possibile misurare la lunghezza di oggetti con
una o più dimensioni.
n Punti = 0D.
n Impossibile misurare la lunghezza di punti
w Linee
n Oggetti a 1D.
n Almeno 1 segmento tra due punti.
n è possibile calcolare la lunghezza delle linee.
n Più punti compongono una linea, più accurato sarà
il calclolo della lunghezza.

Misurazione di oggetti lineari

(3,2)
2.2 2.2
(1,1) (5,1)

w Lunghezza planare
n Lunghezza planare = somma (√((X2-X1)2 + (Y2-Y1)2) per tutti i
segmenti.
n Lunghezza planare = √ ((3-1)2 + (2-1)2)) + √ ((5-3)2 + (1-2)2).
n Lunghezza planare = √ (4+1) + √ (4 +1)
n Lunghezza planare = 4.47
Misurazione di oggetti
poligonali
w Poligoni
n Oggetti a 2 D
n Sono possibili più misurazioni.
w Perimetro.
w Area.
w Lunghezza.
w Lunghezza di poligoni
n Orientamento di un poligono è un dato importante.
n Indicatore di processi geografici:.
w Crescita/decrescita di un ghiacciaio.
w Crescita urbana.
w Aumento/riduzione delle superfici forestali.

Misurazione di oggetti
poligonali
Asse minore
n Asse maggiore
w L’asse lungo la parte pià
lunga del poligono.
Asse maggiore w Deve dividere il poligono
in due parti uguali
n Asse minore
w L’asse lungo la parte più
2.5 corta del poligono.
w Deve dividere il poligono
in due parti uguali
2.5 R=1 n Rapporto asse
maggiore/asse minore
w >1 => poligono elongato.
3.5 w = 1 => poligono uniforme

1.5 R = 2.33
Misurazione di oggetti
poligonali
w Perimetro
n Lunghezza di tutti i segmenti
che racchiudono il poligono
n Lunghezza della superficie di
contatto (esposizione) di un
elemento con altri elementi.
w Linea di costa di un lago.
w Esposizione di una foresta.
Area w Confine di un comune.
w Area
n Espressione quantitativa di una
superficie.
n Utilizzata per confrontare
l’importanza geografica di
Perimetro alcuni attributi.

Misurazione di oggetti
poligonali
Teoria
w Aree e lo spazio
geografico
n Non considerano la
realtà.
n Il calcolo richiederebbe
un modello digitale del
terreno.
Realtà
n = divisione dello spazio
in triangoli e utilizzo della
trigonometria.
Misurazione di oggetti
poligonali
w Centroide
n Punto al centro
geografico di un’area.
n Conosciuto anche come
centro di gravità
w Centro geometrico
B C n Regola del cerchio più
piccolo.
n Regola del trapezoide.
A
D

Topologia
w Branca della matematica che studia
quelle caratteristiche degli oggetti che
non cambiano se gli oggetti vengono
deformati
w Proprietà:
n Contiguità
n Contenimento
Relazioni topologiche
w Prossimità
n Espressione
qualitativa della
distanza.
n Collegare oggetti
spaziali secondo la
loro posizione
reciproca.
n Vicino più prossimo.
n Buffer attorno a un
punto o a una linea.
w Direzionalità

Relazioni topologiche
w Adiacenza
n Collega entità
contigue.
n Condividono almeno
un confine comune.
w Intersezione
City B w Contenimento
n Collega entità a un
insieme di ordine
City A superiore
Adiacenza Intersezione

Contenimento Buffer

Relazioni topologiche
w Connettività
1
n Adiacenza applicata
a una rete.
2 3 n Necessario seguire
un percorso, che
costituisce un
4 insieme di nodi
collegati.
n Percorso più breve.
5 6 n Tutti i percorsi
possibili.
Relazioni Topologiche
Terra coltivabile Terra pianeggiante

w Intersezione
n Ciò che due oggetti
Adatto per l’agricoltura
geografici hanno in
comune.
w Unione
n Somma di due
Terra
oggetti geografici
w Complementarietà
n Ciò che si trova al di
fuori dell’oggetto
Terra non coltivabile geografico.

Operatori Booleani
w Combinazione di condizioni
n Vero o Falso.
n Esclusione:
w And è un intersezione di due insiemi.
w ([area] > 1500) and ( [b_room] > 3).
n Inclusione:
w Or è un unione di due insiemi.
w ([age] < 18 or [age] > 65).
n Sottrazione:
w Not è una sottrazione di un insieme da un altro insieme.
w ([sub_region] = "N Eng") and ( not ( [state_name] =
"Maine")).
Operatori Booleani

California insieme A insieme B


Costa Pacifica

AND

Insieme A Insieme B Selezione


True True Yes
True False No
False True No
False False No

Operatori Booleani

California Insieme A OR Insieme B


Nevada

Insieme A Insieme B Selezione


True True Yes
True False Yes
False True Yes
False False No
Insieme
NOT
California Insieme B
Insieme A Los Angeles

Set A Set B Selezione


True True No
True False Yes
False True No
False False No

Raster
! Dati raster sono strutturati come una griglia di celle (o
pixels).
! Ogni cella in un raster è caratterizzata dalla sua posizione
nella griglia (numero di riga e di colonna);
! Nel formato raster, un punto può essere rappresentato da
una singola cella, un arco da una sequenza di celle vicine
e un’area (connessa) da un’insieme di celle contigue;
! N.B: I computer gestiscono ‘naturalmente’ dati salvati
sotto forma di griglie (righe e colonne), ma spesso la
gestione di tali dati (se non compressi) può essere
pesante (un’area omogenea è composta da celle contenti
tutte lo stesso valore.
Raster
w Ogni pixel possiede un valore riferito a qualche elemento di
interesse;
w Il valore può essere:
n Binario (0/1 = presenza/assenza di un elemento)
n Numerazione (un valore per qualche tipo di classificazione: valore
codice)
n Numerico (intero o reale che registra il valore di un fenomeno
geografico: es. Quota in DEM; umidità nel suolo)
w Tassellatura:
n Forme geometriche che possono coprire completamente un’area.
w quadrati/ rettangoli.
w Triangoli.
w Esagoni.

Rappresentazione raster
Punto
Mondo reale Colonna Linea
Riga Valori
=0
Raster =1
=2
=3
griglia
Area
Triangoli

Esagoni
Rappresentazione raster
700 metri

w Vantaggi
n Facile da concettualizzaare
n Facili le operazioni di
overlay.
n Una griglia a due dimensioni
forma un coverage
dimensione = 7x7x4 = 196 (copertura).
Cella = 10 m x 10 m = 100 m2
w Problema della risoluzione
n Per una griglia piccola:
w Risoluzione grezza ma
spazio occupato limitato.
n Per una griglia grande
w Risoluzione fine ma grande
spazio occupato.

Dimensione = 10x10x4 = 400


Cella = 7 m x 7 m = 49 m2

Raster
Raster

Esempi:
w Vector w Raster

Punti
.
Linee/
Segmenti
Aree/
Poligoni
Esempi (2)

w Raster =>

w Vector =>

w Mondo reale =>

Confronto Vector-Raster
Confronto Vector-Raster

Argomenti
w Introduzione ai GIS
w Le basi di dati
w RDBMS
w La georeferenziazione
w Operazioni per l’analisi spaziale
w Applicazioni pratiche
RDBMS
Definizioni:
• Un Database è un insieme di dati (non-ridondanti) che possono essere
condivisi da diversi applicativi

• Database Management implica la separazione dell’archiviazione fisica


dall’utilizzo dei dati da parte di un programma (es. indipendenza dai dati/dai
programmi)

RDBMS
Database Relazionale (es. Microsoft Access)
• E’ composto da dati tabulari strutturati in tabelle collegate per mezzo
di relazioni;
• Ogni riga della tabella è un record (o tuple)
• Ogni colonna della tabella è un attributo o campo
Colonna
(Campo,
Attributo)
ID Nome Popolazione
1 Seattle 516.259
Riga (Record, Entità) 2 Bellingham 52.179
3 Spokane 177.179
4 Yakima 54.827
5 Vancouver 46.380
RDBMS
w I dati devono essere raccolti in modo che il
sistema li possa gestire e poi inseriti nel
sistema informativo

w Alcune regole nella scelta dei dati


n Definire i propri obiettivi;
n Digitalizzare le informazioni realmente necessarie:
n Utilizzare il livello di accuratezza e precisione corrispondente ai
propri obiettivi.
n Inserire i dati come tematismi (Layers) separati :
w Ogni tematismo è rappresentato da un elemento geografico (punto,
linea o poligono).
w Ogni tematismo dev’essere specifico.

Scegliere i dati da inserire


Tipologie di informazioni

Punti Linee Poligoni

Strade

Punti vendita Parcheggi


Autostrade

Tematismi
RDBMS
w Utilizzando la possibilità di relazione tra tabelle diverse, l’utente di
database è in grado di porre interrogazioni complesse (QUERIES) ai
dati.
w A seconda del tipo di relazione tra i dati e dal tipo di interrogazione, un
JOIN può essere utilizzato per combinare le informazioni di una tabelle
con quelle di un’altra.
w La possibilità di stabilire una relazione tra tabelle dipende da un campo
comune (chiave) che si trova in entrambe le tabelle da unire.

RDBMS
w Chiavi primarie e chiavi esterne;

w OPERAZIONI:
- Join tra tabelle

- Query (SQL - Structured Query Language)


Chiavi primarie
Il campo Codice Comune è
chiave primaria per la tabella
FVG_POP_2001 (no duplicati!)

Chiavi esterne
Il campo Codice Provincia è chiave
esterna per la tabella
FVG_POP_2001….

….quando è utilizzato per un join


con una tabella esterna [il cui
campo equivalente COD_PRO è
chiave primaria!]
RDBMS
L’operazione di join

Tabella di database esterno collegata


Campo Comune
Tabella degli attributi delle linee
JOIN
Linee

Argomenti
w Introduzione ai GIS
w Le basi di dati
w RDBMS
w La georeferenziazione
w Operazioni per l’analisi spaziale
w Applicazioni pratiche
La georeferenziazione
w GEOREFERENZIAZIONE = la determinazione della
posizione di un punto appartenente alla superficie
terrestre o situato in prossimità di essa
w La posizione viene espressa mediante un opportuno
sistema di COORDINATE riferite ad un opportuno
DATUM * o SISTEMA GEODETICO DI RIFERIMENTO

w * DATUM GEODETICO = un sistema di riferimento che permette di esprimere


in termini matematici la posizione di punti della superficie fisica della Terra o
prossimi ad essa

La georeferenziazione
! La georeferenziazione può essere:
- ASSOLUTA se si riferisce al suo posizionamento
geografico generale (Lat. / Long)
- RELATIVA se si riferisce ad un indirizzo più
specifico (via, città, etc.)
La georeferenziazione

Argomenti
w Introduzione ai GIS
w Le basi di dati
w RDBMS
w La georeferenziazione
w Operazioni per l’analisi spaziale
w Applicazioni pratiche
Spatial Query
Records

GIS Database

Query
Relevant
records

Query results

Buffer
w L’operazione di
buffer implica la
costruzione di un
poligono (fascia di
rispetto) a una
distanza data
attorno a un
oggetto geografico
Buffer attorno a punto, linea, poligono
a)
w Buffer di distanza “ .”
attorno a :
a) Punto b)
b) Linea
c) Poligono

c)

Buffer
Overlay = sovrapposizione

w Utilizzare un elemento
di un layer per
selezionare elementi di
un altro layer
w es. sezioni di
censimento (verde) che
sono toccate dalla
market area (cerchio
magenta)
= sezioni gialle

Analisi di rete
Misurazione
Tematismi

Argomenti
w Introduzione ai GIS
w Le basi di dati
w RDBMS
w La georeferenziazione
w Operazioni per l’analisi spaziale
w Applicazioni pratiche
Comune di Trieste – distribuzione
dei residenti per numero civico

Densità di popolazione
Densità di popolazione

Carte di densità della popolazione:


elaborazione a partire dalla popolazione per numero civico
Stimatore di densità KDE (Kernel Density Estimator) applicato
=> Generata una superficie di densità della popolazione (picchi = zone a elevata densità

Densità di popolazione
Densità di popolazione

Regione Friuli Venezia Giulia


GIS per la pianificazione dei trasporti

I = intervento generico; N = nuovo tronco (intervento di costruzione).


Uso del suolo (da Assemblaggio dei Piani Regolatori
Comunali - PRGC – della Regione Friuli Venezia Giulia)

Sistemi Informativi Geografici

Database: caratteristiche e costruzione

069EC

A.A. 2023/2024
Dr. Giuseppe Borruso
Università degli Studi di Trieste
Email. giuseppe.borruso@econ.units.it
Tel. 040 558 7008 (Trieste)
Argomenti
w Database management system (DBMS);
n SQL;
n Query;
n Join;
n Esempi
w Costruzione di nuovi dati

Concetti di Database Management Systems

Definizioni:
Un Database è un insieme di dati (non-ridondanti) che
possono essere condivisi da diversi applicativi
Sottolineata l’importanza di applicazioni multiple,
condivisione dei dati;
Il DB spaziale diventa una risorsa comune per aziende,
organizzazioni.

Database Management implica la separazione


dell’archiviazione fisica dall’utilizzo dei dati da parte di un
programma (es. indipendenza dai dati/dai programmi)
Vantaggi dall’approccio di tipo database
Riduzione nella ridondanza dei dati
Database condivisi piuttosto che indipendenti;
Vengono ridotti i problemi di inconsistenza nelle informazioni
archiviate (es. Diversi indirizzi in diversi uffici di un’azienda per un
medesimo cliente/fornitore)
Mantenimento dell’integrità e della qualità dei dati
Rimozione dell’inconsistenza (regole da seguire)
I dati devono seguire modelli, regole, standard predefiniti
Costi di software development ridotti
Molte operazioni fondamentali possono essere gestite
=> tuttavia software DBMS possono essere costosi da installare e
mantenere (es. corporate DB: Oracle, SAP, ecc.)
Limitazioni di sicurezza
I Database racchiudono strumenti di sicurezza per controllare /
limitare gli accessi

Componenti di un DBMS
Tipi di dati
Integer (solo numeri interi)
Real o ‘Floating Point’ o Float (decimali)
Character (caratteri alfabetici e numerici)
Date

Sistemi più avanzati possono comprendere immagini


e altri elementi quanto a tipi di dati. Ad esempio: un
database di edifici per i vigili del fuoco che
comprende un’immagine, assieme a indirizzi, numero
di piani, ecc.
Componenti di un DBMS
Operazioni standard sui dati
Ad esempio: sort (ordina), delete (cancella), edit
(modifica), calcoli, ricerche, selezioni
Manipolazione dei dati e query language
Il linguaggio utilizzato per formare i comandi per input,
editing, analisi, output, formattazione, ecc.
SQL (Standard Query Language) ha consentito di
ottenere un certo livello di standardizzazione
Strumenti di programmazione
Dietro comandi e queries, il database dovrebbe essere
accessibile direttamente da programmi applicativi
attraverso subroutine.

Struttura dei dati


w Diverse strutture dei dati:
n 1a generazione
w Elementi grafici ed attributi separati
n 2a generazione
w Elementi grafici ed attributi contenuti in tabelle
n 3a generazione
w Dato geografico diventa ‘oggetto’
Struttura dei dati (2)
w RDBMS - Database Relazionale (es. Microsoft
Access)
w Dati tabulari strutturati in tabelle;
w Tabelle collegate per mezzo di relazioni;
w Chiavi primarie & chiavi esterne;
w Join tra tabelle e query (SQL - Structured
Query Language)
w La struttura permette di scegliere e impostare
le relazioni tra le tabelle di dati

DB spaziali:
Le tre generazioni
Identificatore unico

Coordinate e Tabelle degli attributi


Ibrido – I Generazione Topologia - Database relazionale

(Elementi) – join relazionale– (Attributi)


Integrato – II Generazione
Database relazionale

Elementi – Classi – Attributi


A oggetti – III generazione
‘oggetti’
I generazione
w Formato
n Modello di dati ibrido.
n Le informazioni spaziali sono conservate in un formato
vettoriale;
n L’insieme degli elementi è in sequenza;
n Non è ‘processing intensive’ (tempo di drawing dei dati
ridotto).
n Elementi 2D (x,y) e 3D (x,y,z) sono supportati.
n Ogni ‘shapefile’ rappresenta un tipo di forme:
w Punti, (Poli)Linee e Poligoni sono tra i più comuni.
n Tre componenti principali:
w File principale (*.shp): Conserva l’insieme degli elementi
geografici (=le forme).
w Il file Database (*.dbf): Conserva gli attributi in una tabella.
w Il file di indici (*.shx): Collega il database agli elementi
geografici.

I generazione

File File di Tabella del


principale indici database
(*.shp) (*.shx) (*.dbf)

a
b
c
d
I generazione
geomatrie
Identificatore dell’oggetto (opzionale)
Campo di tracking della geometria
(opzionale)

geom fid shp_len type surface width lanes name

101 4507.4 2 asphalt 85.3 4 abc


102 3491.1 1 concrete 45.1 2 def
103 2321.8 3 asphalt 75.9 4 ghi
104 682.9 5 gravel 35.2 2 jkl
105 1279.1 4 asphalt 60.3 4 mno
... ... ... ... ... ... ...

Campi predefiniti Campi modificabili

II generazione
w Nei DB spaziali di II generazione, la componente
cartografica e la componente attributo sono
conservate all’interno di un DB relazionale.
w Ogni strato informativo è organizzato all’interno di
una tabella, contenente sia i dati attributo (non
cartografici) sia quelli cartografici.
n I dati attributo sono generalmente visualizzabili anche per
mezzo di software DBMS (Es. MS Access);
n I dati cartografici, pur se conservati come campi di una
tabella, vengono ‘trasformati’ in elementi grafici dal software
GIS.
w La famiglia di software GIS Intergraph GeoMedia si
basa su un DB spaziale di II generazione per
l’archiviazione dei dati (MS Access)
II Generazione: Dati in un DB spaziale
Componente cartografica Componente attributo

Evoluzione della tecnologia DBMS


Il Modello Relazionale
Records (di tipi specifici) formano una Tabella
Ogni riga è un record (o tuple)
Ogni colonna è un attributo o campo
Colonna
(Campo,
Attributo)

ID Nome Popolazione
1 Seattle 516.259
Riga (Record, Entità) 2 Bellingham 52.179
3 Spokane 177.179
4 Yakima 54.827
5 Vancouver 46.380

Join (basato su di un campo


comune) Tabella X Tabella Y
Key
Utilizzando un campo
comune (coincidente), le A1 B1 B1 C1
righe (records) di una
tabella possono essere A2 B1 B2 C2
uniti a quelli di un'altra
tabella. A3 B2 B3 C3

Il risultato è una tabella Join


composta da tutti I
possibili records che A1 B1 C1
rappresentano una
combinazione di due A2 B1 C1
records, uno da ognuna
delle tabelle specificate A3 B2 C2
(in modo tale che la Tabelle X-Y unite
nuova tabella possiede tramite Join
un campo comune)
Entità & Attributi
Tipi di elementi nei dati Vector (e nelle carte):

Poligoni

Linee

Punti

Database relazionale
Un metodo di strutturare i dati come raccolta di
tabelle che sono associate in maniera logica le
une con le altre da attributi condivisi. Una
relazione viene stabilita utilizzando un campo
comune. Tabella di database esterno collegata
Campo Comune
Tabella degli attributi delle linee
Linee
Database relazionale:
JOIN 1-a-1
Con un JOIN, le due tabelle separate sono
combinate in modo dinamico in una singola
tabella combinata. Tabella di database esterno collegata
dinamicamente
Tabella degli attributi delle linee
Linee

Database relazionale:
Join Molti-a-1
With a RELATE, the two tables remain separate
but a relationship is set up that can be used for
query and selection procedures. Tabella da database esterno
Tabella degli attributi dei poligoni

Poligoni
Tabella di destinazione Tabella di origine CARDINALITA’:
Tipi di Relazioni
Tabella di destinazione Tabella di origine

Relazione 1 a 1

Tabella di destinazione Tabella di origine


Relazione Molti a 1

Tabella di destinazione Tabella di origine

Relazione 1 a Molti

Relazione Molti a Molti

CARDINALITA’: Tipi di Relazioni


Tabella di destinazione Tabella di origine

Relazione 1 a 1

Esempio:
Province ó Capoluoghi
(ad ogni provincia corrisponde UNO E
UN SOLO capoluogo)
CARDINALITA’: Tipi di Relazioni
Tabella di destinazione Tabella di origine

Relazione 1 a Molti

Esempio:
Comuni ó Province
(ogni comune appartiene a UNA E UNA
SOLA provincia; una MEDESIMA
provincia può apparire in più comuni [=
righe])

CARDINALITA’: Tipi di Relazioni

Tabella di destinazione Tabella di origine

Relazione 1 a Molti

Esempio:
Province ó Comuni
(ogni provincia ospita PIÙ DI UN
comune)
CARDINALITA’: Tipi di Relazioni
Tabella di destinazione Tabella di origine

Relazione Molti a Molti

Esempio:
Studenti ó Corsi universitari
(ogni studente frequenta più corsi; ogni
corso è frequentato da più studenti)

Database relazionale
Utilizzando la possibilità di mettere in relazione dati in forma di
tabella da fonti multiple (tabelle diverse), l’utente di database è
in grado di porre interrogazioni complesse (queries) ai dati (=>
e modellare in modo più accurato il mondo reale).
A seconda del tipo di relazione tra i dati e dal tipo di
interrogazione, un JOIN può essere utilizzato per combinare le
informazioni di una tabelle con quelle di un’altra.
La possibilità di stabilire una relazione tra tabelle dipende da un
campo comune (chiave) che si trova in entrambe le tabelle da
unire.
Chiavi
primarie/esterne
Il campo Codice Comune è
chiave primaria per la tabella
FVG_POP_2001 (no duplicati!)

Chiavi
primarie/esterne (2)
Il campo Codice Provincia è chiave
esterna per la tabella
FVG_POP_2001….

….quando è utilizzato per un join


con una tabella esterna [il cui
campo equivalente COD_PRO è
chiave primaria!]
SQL - Query
SELECT FVG_POP_2001.[Codice Comune],
FVG_POP_2001.[Totale Maschi],
FVG_POP_2001.[Totale Femmine],
FVG_POP_2001.[Totale Popolazione]
FROM FVG_POP_2001
WHERE (((FVG_POP_2001.[Totale
Popolazione])>=25000));
=

SQL - Join
SQL view
Design view
SELECT
FVG_POP_2001.[Codice
Comune],
FVG_POP_2001.[Totale
Maschi],
FVG_POP_2001.[Totale
Femmine],
FVG_POP_2001.[Totale
Popolazione],
FVG_POP_2001.[Codice
Provincia],
= Province_FVG.COD_PRO,
Province_FVG.REGIONE,
Province_FVG.SIGLA,
Province_FVG.PROVINCIA
FROM Province_FVG
LEFT JOIN
FVG_POP_2001 ON
Province_FVG.COD_PRO =
FVG_POP_2001.[Codice
Provincia];
Join su Codice_Provincia
SQL - Join e COD_PRO

FVG_POP_2001 Province_FVG

SQL – query
su Join
SELECT FVG_POP_2001.*,
Province_FVG.*
FROM Province_FVG LEFT
JOIN FVG_POP_2001 ON
Province_FVG.COD_PRO =
FVG_POP_2001.[Codice
Provincia]
WHERE
(((Province_FVG.COD_PRO)=3
0) AND
((FVG_POP_2001.[Totale
Popolazione])>=10000));
DB spaziali: realizzazione
w Scegliere i dati da inserire;
w Definire obiettivi;
w Definire livello di dettaglio;
w Definire tipologia (punto/linea/poligono)

Scegliere i dati da inserire


w Alcune regole
n Definire i propri obiettivi;
n Digitalizzare le informazioni realmente necessarie:
w La maggior parte delle carte di base contiene una
notevole quantità di informazioni.
n Cercare di scoprire la fonte convenzionale dei dati
spaziali.
n Utilizzare il livello di accuratezza e precisione
corrispondente ai propri obiettivi.
n Inserire i dati come tematismi (Layers) separati :
w Ogni tematismo dev’essere specifico.
w Ogni tematismo è rappresentato da un elemento
geografico (punto, linea o poligono).
Scegliere i dati da inserire
Tipologie di informazioni

Punti Linee Poligoni

Strade

Punti vendita Parcheggi


Autostrade

Tematismi

Scegliere i dati da inserire


w Quanto dettaglio inserire
n È difficile inserire il corretto livello di
informazione.
n Dipende dal livello di accuratezza (e dalla
scala).

Insufficiente Eccessivo Buono


Es. Costruzione di nuovi layers cartografici

Si può immaginare
di partire da
un’immagine
satellitare o da
una carta
topografica
scannerizzata per
realizzare nuovi
strati informativi

Es. Costruzione di nuovi layers cartografici:


Digitalizzazione della viabilità principale + idrografia
Si costruiscono 2
nuovi layers
(tramite
digitalizzazione):
wIdrografia
wViabilità principale
Es. Costruzione di nuovi layers cartografici:
Digitalizzazione dei lotti di terreno
Si costruisce 1
nuovo layer
(tramite
digitalizzazione):
wSuddivisione dei
lotti di terreno

Risultato finale

Viabilità
Lotti
Idrografia
Costruzione di un nuovo layer
w A seconda del software che si utilizza, sarà necessario seguire
alcuni passi importanti:
w Definizione della tipologia di dato (punto, linea o poligono);
w Definizione dei campi della tabella degli attributi (es. contatore;
superficie; nome; popolazione; ecc.)
w Digitalizzazione della componente cartografica
w Riempimento della riga degli attributi associata a ogni
componente cartografica
w Il lucido che segue riporta la sequenza per costruire un layer di
comuni (poligoni) con attributi composti da campo contatore,
dal nome del comune, dalla tipologia del comune (collinare o di
pianura)
w L’ultimo lucido riporta una rassegna degli errori possibili e
DA EVITARE!!! nella costruzione di un layer all’interno
di un DB spaziale

Costruzione di un layer – (DATABASE) Es. comuni per fasce


altimetriche: P=pianura; C=collina

ID NOME ALTIM
1) 1 XYZ P

ID NOME ALTIM
1 XYZ P
2) 2 AHC P

ID NOME ALTIM
1 XYZ P
3) 2 AHC P
3 HRB C
Costruzione di un layer – (DATABASE)

ID NOME ALTIM
1 XYZ P
2 AHC P
Nomi
3 HRB C dupli-
? 4 HRB P cati
? 5 C

!!
Attributi

E!
senza

AR
geometrie

IT
Geometrie

EV
senza dati
attributo
DA

Bibliografia
! BURROUGH P. A. - MCDONNELL R. A., Principles of Geographical
Information Systems, Oxford University Press, Oxford, 1998.
! DANA P. H., Global Positioning System Overview, NCGIA Core
Curriculum in GIScience, 1997
http://www.ncgia.ucsb.edu/giscc/units/u017/u017.html.
! GOODCHILD M. F., What is Geographic Information Science?, NCGIA
Core Curriculum in GIScience,
http://www.ncgia.ucsb.edu/giscc/units/u002/u002.html, posted
October 7, 1997.
! LONGLEY P. A. - GOODCHILD M. F. - MAGUIRE D. J. - RHIND D. W.,
Geographic Information - Systems and Science, Wiley, Chichester,
2001
! WISE S., GIS Basics, Taylor & Francis, London, 2001
! WORBOYS M. F., GIS - A Computing Perspective, Taylor & Francis,
London, 1997.
Sistemi Informativi Geografici

GIS dati e operazioni: reti e superfici

069EC

A.A. 2023/2024
Dr. Giuseppe Borruso
Università degli Studi di Trieste
Email. giuseppe.borruso@deams.units.it
Tel. 040 558 7008

GIS dati e operazioni: reti e superfici

w I dati nei GIS:


n Superfici
n Reti
Vector vs Raster

w Raster =>

w Vector =>

w Mondo reale =>

I dati spaziali: rappresentazione

w Vecchia distinzione tra:


1. vector
w dati g coordinate dei punti, linee, poligoni
2. raster
w griglia di pixel con valori (1 or 0)
w Nuova distinzione:
1. Object-view (oggetti)
2. Field-view (campi)
Vector e raster view

Vector view
(x, y)

cell value = 1

Raster View

Oggetti & campi


w Campo: un modello matematico per rappresentare la
variazione di qualche fenomeno su un estensione
continua dello spazio geografico.
w Necessario fornire un’approssimazione discreta
w Tassellature (tesselletion) del piano
w Superficie, isolinee, pseudo-3D
w Griglia (ma anche esagoni, triangoli, ecc.)
w Modelli basati sui campi generalmente lavorano su
raster (come formato di dati) ma esistono anche
applicazioni vector
Superfici
w Carte geografiche: esempi di rappresentazioni a 2D
dello spazio a 3D
w Carte topografiche mostrano anche alcuni aspetti
della 3a dimensione:
n Quota dei singoli punti
n Isoipse (linee a uguale quota)
n Ombreggiature (lumeggiamento)
w Isoipse NON SONO una vera rappresentazione a 3D
(non vi è informazione sulla forma dell’oggetto nelle
3D)
w Quota topografica varia in modo continuo nello
spazio
w (Vale anche per altri elementi dello spazio fisico o
umano che possono essere rappresentati per mezzo
di funzioni a 3D

Superfici
w Superficie = fenomeno continuo
w Necessità di misurare la superficie su campioni
w Le proprietà misurate non sono proprie dei campioni,
ma della superficie
w => necessario costruire un modello della superficie
all’interno del calcolatore
n Non basta conservare i valori dei campioni all’interno di un
GIS così come oggetti discreti:
n I valori devono essere conservati ed elaborati in modo tale
da ottenere informazioni utili sulle proprietà della superficie
Superfici
w Punti di campionamento:
fenomeni discreti versus continui
w Punti possono avere (teoricamente!) le medesime
coordinate ma diverso significato

Punti = indirizzi di clienti Punti = quote su un rilievo


Linee = rete di strade Linee = isoipse

Superfici
Modello TIN (Triangular
Punti quotati; isoipse Modello GRID (griglia) Irregular Network)

1100 1100 1100

1000 1000 1000

900 900 900

Punti = quote su rilievo; Cerchi rossi = dati per Unendo i punti quotati si
Linee = isoipse modello GRID di superficie ottiene una rete di triangoli
(la stima dei valori di quota è (TIN)
attribuito a questi cerchi)
Modello Grid
w La regione dello spazio viene
suddivisa secondo una griglia
(generalmente quadrata)
w I centroidi di ogni quadrato vengono
utilizzati per ‘campionare’ le quote (da
punti quotati o da isoipse)
w Per mezzo della griglia è possibile
modellare la superficie topografica
come continua, piuttosto che come
insieme di elementi quotati discreti.
w Alcuni algoritmi:
w IDW (Inverse Distance Weighting) =
pesare in modo diverso i punti di
quota stimati secondo la distanza (più
sono distanti, meno pesano, v. 1a
legge della geografia!)
w Esempi di ‘pesi’:
n Esponenziale: w = e-d
n Potenza: w = d-1

Modello TIN
w Poligoni di Prossimità (Thyessen; Voronoi)
n DEF: la regione dello spazio che è più vicina al
punto di ogni altro
w Triangolazione di Delaunay
n Triangolazione che si ottiene unendo coppie di
punti i cui poligoni di prossimità condividono un
lato
Poligoni di prossimità (o Poligoni di Thyessen o di
Voronoi) e triangolazione di Delaunay

Punti di analisi
(o quotati)

DEM – Digital Elevation Scatterplot dei punti quotati


Model per mezzo di GRID
(TRIESTE, Grid 40m)
Punti quotati –
Dati origine (E, N, h=quota)

In
te
rp
ola
z io DEM (orientato a SUD). Sovrapposizione:
ne Confini comunali;Edificato; Monte Castellir
DEM: TIN

DEM: GRID

Reti - Network
w Rappresentate più spesso utilizzando il modello
vettoriale
w Differenza rispetto ad altre linee o polilinee (es. linee
di livello): le linee sono connesse, e generalmente
costituite da nodi e segmenti (vertici e lati)
w Attributi importanti per il calcolo di percorsi o aree
(es., lunghezza, costo, impedenza, ecc.)
w =>
w Informazioni rilevanti:
n Costo dello spostamento lungo un segmento
n Connessione (esistente o meno) tra i segmenti
Reti - Relazioni topologiche
w Connettività
1
n Adiacenza applicata
a una rete.
2 3 n Necessario seguire
un percorso, che
costituisce un
4 insieme di nodi
collegati.
n Percorso più breve.
5 6 n Tutti i percorsi
possibili.

Reti - algoritmi
w Shortest path
(percorso più breve tra A e B)
w Service area
(area di competenza sulla rete: Punti che sono tutti
entro una certa distanza, calcolata sulla rete, da A)
w Travelling Salesmann Problem (TSP)
(Problema del ‘Commesso viaggiatore’: visitare una
serie di punti (B, C, D, E, F) , a partire da A e
ritornare ad A) = MST
w Minimum Spanning Tree (MST)
(percorso più breve tra A ed F, passando per B, C, D,
E)
Analisi delle reti per mezzo di grafi:
Percorso minimo

A A
B B

Percorso minimo (shortest path) tra A e B con Percorso minimo (shortest path) tra A e B senza
restrizioni sulla rete restrizioni sulla rete

Analisi delle reti per mezzo di grafi:


distanze sulla rete

w Distanza: è difficile ricondurre alla struttura di


rete concetti di distanza univoci, in quanto
nelle reti reali intervengono diverse
combinazioni di tipi di distanza.
w La distanza si può intendere come lo spazio
effettivamente percorso su di una
determinata rete per collegare due località, e
il relativo costo che ciò ha provocato, ad
esempio il costo del carburante, o la fatica
sofferta.
w Metriche di Minkowski
(
d = x1 - x 2 + y1 - y 2
g g
) 1
g
Distanze sulla rete:
Distanza Euclidea tra due punti (x1, y1), (x2, y2)
Y

(x2, y2)

(x1, y1) (x2, y1)

d= (x1 - x 2 )2 + ( y1 - y 2 )2

Distanze sulla rete:


Distanza Manhattan tra due punti (x1, y1), (x2, y2)
Y

(x2, y2)

(x1, y1)

d = x1 - x 2 + y1 - y 2
Calcolo del percorso più
breve (Shortest Path)
Soglia = 125m

B C

A
D

Calcolo dell’area di competenza


sulla rete (segmenti entro
distanza di soglia)
Calcolo dell’area di competenza
sulla rete (superficie delimitata
dai punti alla distanza di soglia
sulla rete)

Problema del ‘Commesso


Viaggiatore (TSP Travelling
Salesman Problem)

C X
E

D
MST Minimum Spanning Tree)

C X
E

Cartografia tematica
w Haley (1686) carte riferite all’articolazione
spaziale di uno specifico fenomeno
osservandone le variazioni in base a
caratteristiche intrinseche
(piuttosto che alla localizzazione degli
oggetti);
w Cartografia ‘a fini speciali’ o tematica
w Von Humboldt (1877) inizio della cartografia
tematica
(carta delle isoterme)
=>
Cartografia tematica vs di
base
w Cartografia di base privilegia
n Sguardo d’assieme;
n Inventario;
n Localizzazione degli elementi costituenti la realtà
rappresentata
w Cartografia tematica
n Documenti cartografici di analisi specifica
n Considerare soprattutto variabili
qualitative/quantitative rispetto a schemi di
riferimento spaziali/temporali.

Carte tematiche
w Distinte in base a:
n caratteristiche dei fenomeni;
n categorie di temi;
n tecniche di raffigurazione
Carte tematiche
(caratteristiche dei fenomeni)
w Analitiche: informazioni su estensione e
distribuzione di fenomeni messi in relazione
con lo spazio geografico:
n Fenomeni puntuali (es. distribuzione popolazione)
n Fenomeni lineari (es. vie di comunicazione)
n Fenomeni areali (es. densità di popolazione per
unità territoriali)
w Sintetiche: correlazioni tra più temi o
individuare zone omogenee
w Statiche vs dinamiche
w Da fonti primarie vs fonti secondarie

Carte tematiche
(categorie di temi)
w Di tipo antropico: presenza e attività di
gruppi umani (densità demografica;
caratteristiche socio-economiche della
popolazione; uso del suolo);
w Di tipo fisico: fenomeni naturali (clima,
geologia e geomorfologia del suolo,
vegetazione, fauna)
Carte tematiche
(tecniche di raffigurazione)
w Prevalenza di segni
n Areali
n Puntiformi
n Lineari

Carte corografiche
w Carte corografiche o regionali
(choropleth maps)
w Selezione delle classi;
w Errori nella rappresentazione;
Carte corografiche
w Rappresentare fenomeni spaziali riferiti a regioni
dello spazio:
n Stati;
n Unità amministrative (Regioni; Provincie; Comuni;
Circoscrizioni; Sezioni elettorali; unità di censimento;
ecc.)
w = generalizzazione planimetrica della realtà di
una distribuzione geografica
w suddivisione della distribuzione del fenomeno in
classi,
w basate sulla distribuzione di frequenza,
w assegnazione a di particolari colori o tonalità
dello stesso colore.

Scelta delle classi


w Classi diverse => diversi risultati nella
percezione del fenomeno;
w Numero di classi limitato da ragioni
fisiologiche e psicologiche (numero limitato di
classi percepibile dall’occhio umano);
w Non da problemi tecnici (infiniti colori o
tonalità grazie a pc)
w Autori: 5 – 10 classi
n - => ammontare di info è ridotto (errori e
distorsioni);
n + => informazione non è ben percepita
Suggerimenti
w Classi dovrebbero essere scelte considerando la
forma della distribuzione piuttosto che la
distribuzione di frequenza statistica;
w Osservazione della distribuzione di frequenza
w Istogramma 2 D
w Aree = classi
w Valori di densità = altezza delle barre
w Linee guida:
n Deviazione standard – curva normale;
n Percentili – ogni classe rappresentata equamente;
n Salti naturali – distribuzione di frequenza rettangolare;
n Progressione geometrica – distribuzione a ‘J’

Carte corografiche
w Problemi legati alle aree
n suddivisioni amministrative non omogenee;
n impatto visuale di certe unità amministrative;
n MAUP.
w Problemi legati alla dimensione del fenomeno
n Numeri totali vs indici di densità;
n distribuzione del fenomeno.
w Problemi legati alla scelta dei colori e dei simboli
n limite fisiologico alla percezione dei colori;
n simboli per rappresentare uno o più fenomeni;
n simboli limitano l’errore nella rappresentazione areale.
Variabili e simboli cartografici
w Dati possono essere rappresentati per: w Qualitativi o categoriali:
n Descrivono una proprietà in modo
n Punti
nominalistico, oppure individuano le
n Linee classi cui appartengono gli oggetti;
n Poligoni; w Quantitativi ordinali:
w La rappresentazione degli attributi deve n Misurano delle grandezze, ma
tenere conto del loro contenuto indicano solo la posizione relativa su
una scala (es. popolazione di città);
descrittivo, classificabile in diverse
tipologie => w Quantitativi a intervalli e a rapporti
n Misurano con valori continui
l’intensità di un attributo con un
determinato grado di precisione (es.
età, popolazione di un comune).
n Attributi misurati a intervalli non
hanno una base assoluta o naturale
di riferimento, ma solo una base
convenzionale
n Le misurazioni a rapporti fanno
riferimento alla base assoluta

Variabili e simboli cartografici


Punto Linea Area
30 40 50
Quantitativo

Ogni punto 100


uguale 500 persone
Linee di
livello
5 10 15 Flussi 20

Densità di popolazione
Simboli proporzionali
Ordinale

Grande
Autostrada

Medio Strada statale Impatto elevato

Piccolo Altre strade Impatto ridotto


Qualitativo

Palude
Città Strada

Confine Deserto

Q Aeroporto
Fiume
Foresta
Carte tematiche
w Diverse tecniche di rappresentazione dei dati su una
carta, aventi in comune lo scopo di concentrare
l’attenzione sulla distribuzione di una variabile e
facilitare l´analisi comparativa, l´individuazione di
omogeneità o della concentrazione di un fenomeno
sul territorio.
w La carta tematica focalizza l´attenzione sulla
distribuzione, piuttosto che sulla localizzazione
precisa del fenomeno.
(Precisione vs generalizzazione del fenomeno)
w Applicazioni di carte tematiche più frequenti
riguardano dati aggregati

Carte tematiche - Coroplete


w (O carte corografiche) Visualizzano la distribuzione di
un attributo nello spazio in forma classificata, con
l’uso di scale cromatiche.
w I valori rappresentati sono indicatori che misurano
l’intensità di un fenomeno associato alle unità
geografiche di osservazione
w Costruite per mezzo di un processo di classificazione
di una variabile quantitativa
=> generalizzare la distribuzione territoriale
=> raggruppamento in classi è un passaggio
fondamentale. La scelta del metodo di classificazione
può portare a rappresentazioni del fenomeno molto
diverse
Jenks & Caspall
w Una carta ‘a coroplete’ (corografica) è
n una generalizzazione planimetrica di una distribuzione
geografica;
n Una generalizzazione planimetrica di distribuzioni statistiche
volumetriche, normalmente simboleggiate da schemi distributivi
che dividono l’area in sotto-aree.
w => come tale contiene un grado di ‘errore’
w 3 principali percezioni nell’utilizzo di carte da parte del lettore
della carta:
1. (Overview) Panoramica della distribuzione statistica del
fenomeno rappresentato sulla carta;
2. (Tabular) Una carta statistica quale ‘tabella areale’ da usare per
ottenere informazioni specifiche riguardanti un particolare luogo;
3. (Boundaries) Linee di confine tra patterns (schemi) o
ombreggiature

Jenks & Caspall


w La rappresentazione a coroplete (corografica) si
ottiene raggruppando i singoli valori, attribuiti a ogni
unità osservata (puntuale, lineare, areale) in classi.
w I valori di intensità di ogni unità osservata vengono
nascosti e ‘diluiti’ all’interno di ogni classe.
w L’osservatore vede un numero limitato di ‘toni’ (uno
per ogni classe) e il valore limite di ogni classe che
viene dato per convenzione nella legenda.
w Secondo Robinson la selezione degli intervalli di
classe è il problema più importante che il cartografo
si trova a dover affrontare nel definire le linee ‘iso’.
Lo stesso può essere detto per la selezione delle
‘quote’dei ‘piani di taglio’ nelle carte a coroplete.
Generalizazione Statistica
Dati Classificazione Pattern spaziale

15
25
88 0-30
34
56
7 31-65
92
61
45 65-
77
39
21

Generalizazione Statistica
w Numero di classi
n Troppo poche classi: la forma della distribuzione dei dati è
nascosta.
n Troppe classi: può risultare confusione.
n La maggior parte delle carte tematiche ha un range tra 3 e 7
classi.
n 8 toni di grigio sono solitamente il massimo ammissibile per
rendere comprensibile la carta.
Generalizazione Statistica
w Metodi di classificazione
n Carte tematiche sviluppate a partire da una medesima
distribuzione di dati e aventi lo stesso numero di classi
portano a risultati diversi se il metodo di raggruppamento è
diverso.
n Ogni metodo di raggruppamento è particolare per la
distribuzione di dati.

Carte tematiche - classificazione


w 3 requisiti cui deve rispondere la
classificazione dei dati affinché vi sia
coerenza:
1. Esaustività dell’insieme delle categorie - tutte le
osservazioni devono essere inserite all’interno di
classi (anche le residuali)
2. Mutua esclusività delle categorie – la stessa
osservazione non può comparire in più categorie
(classi NON sovrapponibili)
3. Attribuzione delle unità di osservazione alle
categorie deve essere sistematica, fondarsi su
un criterio con un fondamento logico e
metodologico
Carte tematiche - classificazione
w Metodi di classificazione relativi a schemi:
ðBasati sulle caratteristiche statistiche o
matematiche della distribuzione (es. intervalli
costanti; progressioni; quantili);
ðIdiografici, con classi basate su punti caratteristici
della distribuzione;
n Esogeni, che utilizzano valori esterni alla

distribuzione della variabile per suddividere i dati


in classi;
n Arbitrari o convenzionali.

la distribuzione dei dati


w Istogramma
n Il primo passo nella produzione di una carta tematica.
n Consente di vedere come sono distribuiti i dati.
n Si utilizzano statistiche di base come la media e la
deviazione standard.
n L’istogramma riporta il valore in relazione alla frequenza.

Uniforme Normale Esponenziale


Frequenza

Valore
la distribuzione dei dati
w Definita dall’utente
n L’utente è libero di selezionare gli intervalli delle classi che si
adattano meglio alla distribuzione dei dati.
n ‘ultima spiaggia’, difficile da spiegare la scelta.
n Analisti con esperienza sono in grado di effettuare scelte
valide.
n Utilizzata anche per arrotondare le cifre dopo aver usato un
altro metodo di classificazione.
w $5,000 - $10,000 invece di $4,982 - $10,123.
w Utilizzo della classificazione
n La classificazione può essere utilizzata per confondere in
modo deliberato o per nascondere un messaggio.

la distribuzione dei dati


“no problem” - Equal steps/equal intervals

“c’è un problema” - Quantili


la distribuzione dei dati

“tutto è negli standard” - standard deviation

Distribuzione disomogenea di un
indicatore (1)
Popolazione Totale nel FVG

250000

200000

150000

100000

50000
Popolazione

0
4

6
1
8
2

1
2
5
5

6
1
3

2
4
5
8

0
8
7
3

4
0
1

5
3
03

01
06
10
01

01
10
03
02

02
02
10

12
12
06
09

02
03
11
05

03
01
12

00
03
30

93
30
30
30

31
30
30
31

93
31
30

30
30
30
30

30
93
30
30

93
93
30

93
93

Com uni
Distribuzione disomogenea di un
indicatore (2)
% stranieri nel FVG

5
%

0
3

5
7

4
0

4
6

0
8

2
6

2
0

9
07

00

13
10

04

11

03
01

12

04

13
07

05

09
00

01

03

06
01

05

07

01
03

05

02
30

30

30
30

30

30

30
31

30

93

30
30

30

30
31

30

30

30
93

93

30

31
93

93

93
Com uni

Distribuzione di frequenza di un
indicatore irregolare (% stranieri)

50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
0,4 0,8 1,2 1,6 2 2,4 2,8 3,2 3,6 4 4,4 4,8 5,2 5,6 6 6,4 6,8 7,2 7,6 8

70
25
60
20 50

15 40

30
10
20

5 10

0
0
0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8
0,2
0,6
1
1,4
1,8
2,2
2,6
3
3,4
3,8
4,2
4,6
5
5,4
5,8
6,2
6,6
7
7,4
7,8
Distribuzione regolare di un
indicatore
Percentuale popolazione maschile nel FVG

60

50

40

30

20

10

0
1

3
1
3
2
7

3
2
6
6
1

8
1
1
5

0
8
2
8
3

6
5
5
2
8

6
9
4
00

13
03
01
03
00

01
07
00
10
08

02
02
12
03

02
04
02
03
04

08
00
05
05
01

05
01
00
93

30
30
30
30
30

31
30
31
30
30

30
93
30
30

30
30
31
93
93

30
31
30
93
93

30
31
31
Distribuzione di frequenza di un
indicatore regolare
Percentuale popolazione maschile nel FVG

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0
44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55
Classi di uguale ampiezza
w Suddivide la distribuzione della variabile in
intervalli della stessa ampiezza; la differenza
tra il valore massimo e il valore minimo della
variabile viene divisa per il numero degli
intervalli pesati, individuando i limiti delle
diverse classi:
n Distribuzioni uniformi e con numero di unità di
osservazione relativamente costante ai diversi
valori della variabile;
n Se distribuzione NON uniforme, la classificazione
produce classi con numero di osservazioni molto
diversificate

Classi di uguale ampiezza (2)


w Equal intervals
(intervalli uguali)
C1 C2 C3 C4 n Ogni classe possiede un
uguale range di valori.
Consiste nella differenza
Frequenza

n
tra il valore più basso e il
più alto diviso il numero
delle categorie.
w (H-L)/C
n Facile da interpretare.
L Valore H
n Va bene per distribuzioni
uniformi e per dati
continui.
n Non è adatto se i dati
sono raggruppati attorno
a pochi valori
Classi di uguale ampiezza (3)

Quantili
w …o metodo di equinumerosità delle osservazioni:
raggruppa le osservazioni in modo da ottenere classi
con uguale frequenza delle unità geografiche.
w La classificazione si ottiene ordinando le osservazioni
territoriali sulla base della variabile da rappresentare
e suddividendo la distribuzione in modo da ottenere il
numero di classi prefissato.
w => le classi contengono un numero di classi
tendenzialmente uguale di unità di osservazione,
mala distribuzione dell’indicatore all’interno di ogni
classe è variabile.
w => risultati sono generalmente fuorvianti quando le
unità di osservazione hanno pesi disomogenei
Quantili (2)
w Quantili
n Uguale numero di
osservazioni in ogni
C1 C2 C3 C4 categoria.
n n(C1) = n(C2) = n(C3) =
n(C4).
Frequenza

n Adatto per dati distribuiti


regolarmente.
n(C1)

n(C2)

n(C3)

n(C4)
n Elementi con valori simili
possono ricadere in diverse
categorie.
Valore w Equal area
n Le classi sono divise in
modo da avere aree simili
per ogni classe.
n È simile ai quantili se la
dimensione delle unità è la
medesima.

Quantili (3)
Deviazione standard
w Si basa sulle proprietà statistiche della
distribuzione normale e presuppone che la
distribuzione della variabile approssimi la
distribuzione gaussiana;
w Le unità di osservazione sono assegnate alla
classi corrispondenti a una o più deviazioni
standard, sopra o sotto la media, a seconda
del valore della variabile;
w È applicabile solo se i dati approssimano la
normale

Deviazione standard (2)


w Deviazione Standard
n La media (X) e la
deviazione standard
C1 C2 C3 C4 (STD) sono utilizzate
come confini tra le classi.
n Adatta quando la
Frequenza

distribuzione ha forma
normale.
n Mostra elementi che si
trovano al di sotto o al di
sopra della media.
Valore -1STD X +1STD n Sono rappresentati
elementi molto diversi.
n NON illustra i valori degli
elementi, ma solo la loro
distanza dalla media.
Deviazione standard (3)
Percentuale popolazione maschile nel FVG

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0
44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55

Raggruppamento naturale
w Discontinuità o salti della distribuzione sono
utilizzati come criteri per la formazione delle
classi;
w È una procedura algoritmica, di ricerca dei
punti di rottura della distribuzione, fondata su
indicatori statistici
w Jenks (1967), metodo di ottimizzazione
iterativo, basato sulla GVF (Goodness of Fit),
bontà di adattamento della varianza.
w Classi ad elevata omogeneità interna, ma di
difficile confronto con altre carte.
Raggruppamento naturale (2)
w Natural breaks (Salti
naturali)
n Metodo di ottimizzazione
C1 C2 C3 C4 complesso.
n Minimizza la somma della
Frequency

varianza di ogni classe.


n Buona per dati che non
sono distribuiti
uniformemente.
n Statisticamente robusta.
Value n Difficile da confrontare
con altre classificazioni.
n Difficile la scelta del
numero appropriato di
classi.

Progressioni
w Quando l’indicatore presenta
n una distribuzione aritmetica (con
incremento costante: 1, 3, 5,…)
n una distribuzione geometrica (con
incremento moltiplicativo: 2, 4, 8,…)
n => le classi approssimano la distribuzione
dell’indicatore. L’ampiezza delle classi è
variabile ma sistematica
n => distribuzioni con valori elevati
raggruppati a un lato della distribuzione e
una lunga coda
Progressioni (2)
w Progressioni
aritmetica e
C1 C2 C3 C4
geometrica
L’ampiezza degli
Frequenza

intervalli di classe
aumenta in modo
non lineare.
Valore
n È buona per
distribuzioni a ‘J’.

Progressioni (3)
Classi
‘personalizzate’ 50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
0,4 0,8 1,2 1,6 2 2,4 2,8 3,2 3,6 4 4,4 4,8 5,2 5,6 6 6,4 6,8 7,2 7,6 8

70
25
60
20 50

15 40

30
10
20
5
10

0 0
0,2
0,6
1
1,4
1,8
2,2
2,6
3
3,4
3,8
4,2
4,6
5
5,4
5,8
6,2
6,6
7
7,4
7,8

0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8

Classi ‘personalizzate’ (2)


Altri metodi di classificazione
w Metodi esogeni. Si basano su un criterio
guida esterno alla distribuzione della
variabile. Le classi contengono osservazioni
omogenee rispetto a un criterio diverso dalla
variabile che viene classificata
w Classificazione in base a criteri
convenzionali. Risponde all’esigenza di
adeguarsi a standard di classificazioni comuni
in certi ambiti disciplinari, o di evidenziare la
distribuzione geografica di determinate classi
di intensità della variabile.

Carte a densità di punti


w Visualizzano la distribuzione nello spazio di un
attributo quantitativo, relativo a oggetti
poligonali, sotto forma di simboli grafici in
numero proporzionale alla frequenza.
w Il numero di abitanti per unità di osservazione
(es. abitanti per comune) sarà rappresentato
da un punto ogni gruppo di individui, a
seconda della scala.
w I punti saranno DISTRIBUITI
CASUALMENTE all’interno delle aree in
modo da simulare la distribuzione sul
territorio
Carte a densità di punti (2)
Ogni punto simboleggia
un gruppo di 100 abitanti.
La rappresentazione del
valore sotto forma di punti
evita di ricorrere alla
classificazione della
variabile e restituisce una
rappresentazione più
‘vicina alla realtà’ del
fenomeno.
Tuttavia, la distribuzione
dei punti all’interno dei
poligoni (=comuni) viene
computata con metodi
CASUALI: i punti non
rappresentano pertanto
luoghi in cui si trovano gli
abitanti

Carte a simboli scalari


w Simboli scalari o proporzionali sono utilizzati per
rappresentare variabili a intervalli o a rapporti, ma
adatte anche a visualizzazione di dati ordinali.
w Simboli vengono scalati in modo che l’area
rappresentata sia proporzionale al valore
dell’attributo e che l’utente percepisca visivamente la
scala di valori.
w Con simboli scalari a più dimensioni sono
rappresentabili anche più variabili simultaneamente,
sotto forma di istogrammi.
w Generalmente la riproduzione proporzionale dei valori
mediante le aree dei simboli viene modificata
costruendo cerchi con raggio proporzionale al dato,
anziché proporzionali alla superficie.
Carte a simboli scalari (2)

Carte categoriali
w Variabili categoriali sono visualizzate con
simboli o colori che identificano
individualmente diversi valori.
w A seconda del significato della variabile, la
rappresentazione farà uso di simboli grafici,
che richiamano per associazione il fenomeno,
di colorazioni o di tratti grafici associabili alle
categorie elencate nella legenda.
w Mappe categoriali, oltre a indicare la
localizzazione dei fenomeni, mostrano il grado
di dispersione o di concentrazione dei
fenomeni nello spazio, ne evidenziano le
relazioni e li rendono comparabili visivamente
Carte categoriali (2)

Carte a isolinee
w Superfici continue sono visualizzabili, oltre che con scale cromatiche,
con isolinee:
n = linee che congiungono punti con valori uguali.
w Sviluppate nella cartografia dei fenomeni fisici, assumono
denominazioni diverse a seconda del fenomeno rappresentato:
n Isoterme (= temperatura)
n Isòbare (= pressione atmosferica)
n Isoiéte (= piovosità)
n Isoipse (= altezza sul livello del mare)
n Isòbate (= profondità)
n Isòcrone (= distanza oraria)
w Linee formate da piani orizzontali che tagliano la superficie
tridimensionale.
w Le isolinee per definizione non si intersecano tra di loro e formano aree
chiuse.
w È preferibile utilizzare serie di isolinee costruite dividendo la variabile in
intervalli costanti, in modo che la distanza tra isolinee fornisca l’illusione
visuale delle variazioni nei dati della terza dimensione.
Carte a isolinee
- isoipse
Punti con uguale
quota vengono
uniti in linee, al
fine di
rappresentare il
rilievo in forma
planimetrica

Carte a isolinee

Attraverso
funzioni di
interpolazione, si
può
rappresentare un
fenomeno sotto
forma di
superficie di
densità
(qui
rappresentata
con curve di
livello)
Densità di popolazione (3 D)

Attraverso
funzioni di
interpolazione, si
può
rappresentare un
fenomeno sotto
forma di
superficie di
densità
(qui
rappresentata in
3D)

La superficie di
densità può
essere ‘vestita’
con elementi
cartografici per
renderla più
realistica e
contestualizzata
(in questo caso, si
è aggiunto il
confine
comunale, la
viabilità e
l’edificato)
Isocrone stradali dall’area ‘ex-Aquila’ (Comune di Muggia)

Sito commerciale in
‘Area ex Aquila’
Isocrone:
30’
20’
10’

0,0 1,5 3,0 4,5 6,0 7,5

Chilom etri
Riferimenti bibliografici
w Boffi M., Scienza dell’Informazione Geografica
– Introduzione ai GIS, Zanichelli, Bologna,
2004
w Jenks G. F. and Caspall F. C., Error on
choroplethic maps: definition, measurement,
reduction, Annals of the Association of
American Geographers, 1971, 61-2, pp. 217-
244
w Robinson A. H., Morrison J. L., Muehrcke P.
C., Kimerling A. J., Guptill S. C., Elements of
Cartography, John Wiley and Sons, New York,
1995

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