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La matematica delle elezioni

Sistema proporzionale, proporzionale corretto e maggioritario


Definiamo il problema
u Vi è un’elezione che mette in palio un numero 𝑆 di seggi in un consesso, e vi è
una popolazione di elettori che esprimono un certo numero 𝑉 di voti validi (le
schede nulle e bianche non contano), suddivisi tra i vari partiti 𝑋! , … , 𝑋" , i
quali si contendono i seggi disponibili.
u Per in generico partito 𝑋# , indichiamo con 𝑉# e 𝑆# i numeri di voti da esso
ottenuti e il numero di seggi ad esso attribuiti. Chiaramente deve essere:
" "

& 𝑉# = 𝑉, & 𝑆# = 𝑆.
#$! #$!

u Il problema è quello di ripartire i seggi, cioè di come definire la funzione


𝑆# = 𝑓 𝑋#
Proprietà generali di un buon sistema
elettorale
u Proprietà di monotonia rispetto ai voti.
Se 𝑉! > 𝑉" , allora deve essere 𝑆! ≥ 𝑆" .
u Proprietà di monotonia rispetto ai seggi.
Se il numero totale dei seggi nel consesso aumenta, a parità di distribuzione di voti nessun partito
può perdere seggi.
u Proprietà di monotonia rispetto al consenso.
Se un partito in due elezioni successive mantiene o aumenta i voti, allora non può perdere seggi.
u Proprietà di maggioranza.
Se un partito 𝑋! ottiene la maggioranza assoluta dei voti, allora esso deve ottenere la maggioranza
assoluta dei seggi.
u Proprietà di superadditività.
Se due partiti X e Y si uniscono in un nuovo partito Z e in una nuova votazione Z ottiene un numero di
voti pari alla somma dei voti guadagnati da X e da Y nella votazione precedente, allora Z deve
ottenere un numero di seggi almeno pari alla somma dei seggi ottenuti da X e da Y nella votazione
precedente.
Metodo proporzionale puro

u Il metodo proporzionale puro è il più naturale: si vuole che a ciascun partito


sia assegnato un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti, ossia:
𝑆
𝑆# = 𝑉# .
𝑉
u Ma questa scelta di 𝑆# non fornisce in generale un numero intero. Dunque in
%
prima istanza il partito 𝑋# riceverà 𝑉 seggi.
& #
%
u Dopodiché essendo di solito 𝐾 = ∑"#$! 𝑉 < 𝑆, occorre trovare una regola
& #
per ripartire gli 𝑆 − 𝐾 seggi residui.
Metodo di Hare, detto «dei resti più alti»

u Questo metodo prende il nome da Thomas Hare (1806-1891) che ideò il sistema dei
quozienti.
u Definiamo la quota Hare del partito 𝑋# :
𝑆
𝑄# = 𝑉.
𝑉 #
u Consideriamo gli n resti:
𝑅# = 𝑄# − 𝑄#
e attribuiamo un seggio agli 𝑆 − 𝐾 resti maggiori.
u Come risultato di questa distribuzione, tutti i partiti ottengono almeno 𝑄#
seggi ed al più 𝑄# + 1 seggi.
Esempio
u Fissiamo 𝑆 = 7, 𝑉 = 1400, 𝑛 = 4. Supponiamo che:

𝑉# = 423, 𝑉$ = 532, 𝑉% = 195, 𝑉& = 250;


allora
𝑄# = 2,115, 𝑄$ = 2,66, 𝑄% = 0,975, 𝑄& = 1,25.
u In prima istanza 𝑋# prende 2 seggi, 𝑋$ ne riceve 2, 𝑋% non prende seggi e 1 seggio
va a 𝑋& .
u I resti più alti sono quelli di 𝑋% (0,975) e di 𝑋$ (0,66). Quindi in conclusione:

𝑆# = 2, 𝑆$ = 3, 𝑆% = 1, 𝑆& = 1.
u Il sistema sembra funzionare bene: vale la monotonia rispetto ai voti.
u Ma con questo metodo non valgono le seguenti proprietà: la monotonia rispetto ai
seggi, la monotonia rispetto al consenso, la proprietà di superadditività e
nemmeno la proprietà di maggioranza.
Non vale la monotonia rispetto al
consenso
u Supponiamo che 𝑉 = 100, 𝑆 = 10, 𝑛 = 3 con 𝑉! = 53, 𝑉' = 33, 𝑉( = 14.
Le quote Hare sono:
𝑄! = 5,3, 𝑄' = 3,3, 𝑄( = 1,4
e quindi daremo 5 seggi a 𝑋! , 3 seggi a 𝑋' , 1 seggio a 𝑋( ; con i resti:

𝑆! = 5, 𝑆' = 3, 𝑆( = 2
u Supponiamo che in una nuova elezione risulti 𝑉! = 49, 𝑉' = 36, 𝑉( = 15,
allora stavolta si ha 𝑄! = 4,9, 𝑄' = 3,6, 𝑄( = 1,5, e tenendo conto dei resti

𝑆! = 5, 𝑆' = 3, 𝑆( = 1
u Come si vede il partito 𝑋( ha perso un seggio, pur aumentando i suoi voti.
Non viene rispettata la proprietà di
maggioranza
u Supponiamo che 𝑉 = 39, 𝑆 = 3, 𝑛 = 3 con 𝑉! = 20, 𝑉' = 9, 𝑉( = 10. Dunque
𝑋! ha la maggioranza assoluta dei voti.
Le quote Hare sono:
𝑄! = 1,538, 𝑄' = 0,692, 𝑄( = 0,769
e quindi si assegna 1 seggio a 𝑋! e, coi resti, 1 seggi a 𝑋' , 1 seggio a 𝑋( .
Pertanto:
𝑆! = 1, 𝑆' = 1, 𝑆( = 1,
e 𝑋! non ha la maggioranza dei seggi.
Metodo proporzionale corretto: metodo
d’Hondt
u Viste le mediocri prestazioni del metodo proporzionale puro, ne sono state
proposte diverse correzioni. La più efficace utilizza il metodo d’Hondt, dal
nome del suo ideatore Victor d’Hondt (Belgio, 1841-1901).
&
u Si considerano gli 𝑛 < 𝑆 quozienti ! , 𝑖 = 1, … , 𝑛, ℎ = 1, … , 𝑆, e si assegna un
)
seggio ai partiti che hanno gli 𝑆 quozienti più alti.
u Si può dimostrare che il metodo d’Hondt è monotono rispetto ai voti, rispetto
ai seggi e rispetto al consenso, è superadditivo e rispetta la proprietà di
maggioranza.
Esempio
u Siano che 𝑉 = 120, 𝑆 = 5, 𝑛 = 3 con 𝑉! = 65, 𝑉' = 30, 𝑉( = 25.
u La tabella dei quozienti è la seguente:

u Quindi 𝑆! = 3, 𝑆' = 1, 𝑆( = 1.
u Se avessimo avuto 6 seggi anziché 5, il sesto seggio sarebbe andato a 𝑋! ; con 7
seggi, l’ultimo sarebbe toccato a 𝑋' .
Sistema maggioritario o uninominale

u Il sistema uninominale è usato in molti Paesi (ad esempio nel Regno Unito) e
ha un ruolo rilevante con la legge attuale, la cosiddetta Rosatellum bis (legge
3 novembre 2017, n.165).
u Dal punto di vista matematico esso è la negazione dell’equità.
u Si suddividono i votanti in 𝑆 circoscrizioni, o collegi, individuati su base
geografica. In ciascun collegio viene eletto un candidato fra gli 𝑛 proposti, in
quel collegio, dagli 𝑛 diversi partiti concorrenti: vince colui che ottiene la
maggioranza relativa dei voti di quel collegio.
Esempio
u Consideriamo 3 partiti che concorrono fra loro in 3 collegi con 1.000 votanti in
ciascuno di essi.
u Supponiamo che il voto dia i seguenti risultati:

u Si vede subito che 𝑋! Vince nei collegi I e II, mentre 𝑋( vince nel collegio III.
u Si può notare che 𝑉! = 910, 𝑉' = 1.110, 𝑉( = 980, ma 𝑆! = 2, 𝑆' = 0, 𝑆( = 1.
Dunque il partito 𝑋' , pur avendo conquistato la maggioranza relativa dei voti
non prende alcun seggio, ed il partito 𝑋! che ha ottenuto meno voti di tutti,
ha più seggi di tutti.
u Non è rispettata la monotonia rispetto ai voti, né la proprietà di maggioranza.
La configurazione dei collegi influisce
sull’esito elettorale
Ø Consideriamo il caso di due partiti A e
B, che siano ben radicati in certe parti
del territorio.
Ø Due suddivisioni in collegi tra loro
differenti possono portare a parità di
distribuzione del voto ad esiti molto
diversi. Le due tabelle mostrano cosa
succede con 9 collegi, ognuno dei quali
ha 5 sottocircoscrizioni (comuni o
quartieri di città), in ciascuna delle
quali la maggioranza è quella indicata.
Ø Il partito A ha la maggioranza in 24
comuni e B ha la maggioranza in 21
comuni, situazione equilibrata.
Ø Il modo di raggruppare i 45 comuni in 9
collegi forniscono due risultati elettorali
difformi. Nel primo caso 𝑆' = 8, 𝑆( = 1,
mentre nel secondo caso 𝑆' = 2, 𝑆( = 7.
Conclusione

u I criteri su cui si basano le leggi elettorali sono politici prima che matematici.
Non si cerca la maggiore equità possibile, ma si punta piuttosto a raggiungere
alcuni obiettivi pratici: garantire stabilità a chi governerà, impedire che
vengano rappresentati partiti che hanno ottenuto pochissimi voti, eccetera.
u La leggi elettorali, che sono opera non di scienziati ma di giuristi e di
rappresentanti politici eletti, spesso presentano veri e propri bachi
matematici, o perlomeno inutili complicazioni formali.
Elezioni comunali con comuni con meno
di 15.000 abitanti
1. Ogni lista deve essere collegata ad un candidato sindaco; la lista del candidato sindaco
' %
che vince si assicura 𝑆 seggi, mentre le altre liste si spartiscono gli seggi restanti.
( (

2. Per vincere, è sufficiente la maggioranza relativa dei voti. In altre parole, supponiamo
che 𝑛 liste, collegate ad altrettanti candidati sindaci, prendano rispettivamente 𝑉! , … ,
𝑉" voti; se 𝑉* = 𝑚𝑎𝑥# 𝑉# , la lista 𝑋* prende due terzi dei seggi e tutte le altre si dividono
(proporzionalmente, col metodo d’Hondt) il residuo terzo dei seggi.
3. Nel caso vi sia una sola lista, essa raccoglie tutti i seggi, purché abbia ottenuto almeno
il 50% di voti validi e purché il numero dei votanti sia stato almeno il 50% degli aventi
diritto.
Elezioni comunali con comuni con più di
15.000 abitanti
u Ci sono ancora i candidati sindaci con una o più liste collegate, però i votanti possono
scegliere un candidato sindaco ed una lista non a lui collegata (voto disgiunto).
u Per semplificare il discorso, supporremo di avere una sola lista collegata con ciascun
candidato sindaco, e che non vi siano voti disgiunti.
Sia 𝑉" il numero dei voti ottenuti dalla lista di maggioranza relativa. Se 𝑉" > 𝑉/2, il sindaco è
eletto; se invece Se 𝑉" ≤ 𝑉/2, si fa un secondo turno di ballottaggio fra i due candidati
migliori: a parità di voti nel ballottaggio, vince colui che aveva ottenuto più voti al primo
turno.
u Una volta eletto il sindaco, bisogna attribuire i seggi alle liste (sulla base dei voti ottenuti al
primo turno). Si fa una prima assegnazione provvisoria col metodo d’Hondt, escludendo
però dalla ripartizione dei seggi le liste che hanno totalizzato meno del 3% dei voti (soglia di
sbarramento). Dunque, a questo stadio la lista del sindaco ha 𝑆" seggi. Poi si fa
l’assegnazione definitiva: se 𝑆" ≥ 60%𝑆 , oppure 𝑆" < 40%𝑆 , si lasciano le cose come
stanno; se invece 40%𝑆 ≤ 𝑆" < 60%𝑆 , si dà il premio di maggioranza, decidendo d’ufficio
che 𝑆" = 60%𝑆. I restanti 𝑆 − 𝑆" seggi si assegnano alle altre liste col metodo d’Hondt.
u La possibilità del voto disgiunto altera lievemente l’assegnazione dei seggi. Può succedere
infatti che una lista, non collegata col candidato sindaco vincente, ottenga tramite il voto
disgiunto più del 50% dei voti. In tal caso si assegnano i seggi a tutte le liste col metodo
d’Hondt. Se invece, tra le liste non collegate col candidato sindaco vincente, nessuna
raggiunge il 50% dei voti, la distribuzione dei seggi segue le regole descritte in precedenza.
Sistema elettorale della regione
Piemonte
Ø Numero seggi del CR: 50 consiglieri più il Presidente della Giunta.
Ø Il sistema elettorale è di natura mista con una componente proporzionale (40 seggi) e una maggioritaria
(10 seggi).
Ø 40 seggi vengono assegnati inizialmente a quoziente intero nelle circoscrizioni provinciali e in quella
corrispondente al territorio della città metropolitana di Torino.
Ø I seggi non assegnati a quoziente intero vengono attribuiti sulla base dei resti ottenuti da ciascun
gruppo di liste in un collegio unico regionale sulla base del sistema proporzionale dei quozienti interi e
dei più alti resti. Ovvero: il totale dei resti (cioè i voti risultati insufficienti per la conquista di un seggio) di
tutti i gruppi di liste viene diviso per il numero dei seggi non assegnati a quoziente intero ottenendo il
cosiddetto quoziente elettorale regionale (qer). Il quoziente intero di tale divisione rappresenta il
numero dei seggi assegnati a quoziente intero. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono
assegnati ai gruppi di liste per i quali queste ultime divisioni hanno dato maggiori resti.
Ø I seggi conseguiti da ciascun gruppo di liste vengono assegnati nelle singole circoscrizioni sulla base
della graduatoria decrescenti dei resti di ciascuna lista circoscrizionale espressi in percentuale del
rispettivo quoziente circoscrizionale.
Ø L’applicazione della garanzia di rappresentanza delle minoranze può determinare un aumento dei
quaranta seggi assegnati proporzionalmente sino ad un numero massimo di quarantacinque e una
corrispondente diminuzione di quelli assegnati con il sistema maggioritario.
Ø Soglie di sbarramento: accedono al riparto dei seggi:
a. tutti i gruppi di liste appartenenti ad una coalizione che ha ottenuto una cifra elettorale regionale
superiore al 5% del totale dei voti validi;
b. i gruppi di liste non uniti in una coalizione, o appartenenti ad una coalizione che non ha superato la
soglia del 5%, che hanno ottenuto una cifra elettorale regionale superiore al 3% del totale dei voti
espressi a favore delle liste.
u Premio di maggioranza:
alla coalizione del candidato Presidente della Giunta eletto è garantita la conquista di:
a. Almeno il 55% dei seggi, con arrotondamento all’unità superiore (28), se ha ottenuto meno del 45 %
del totale dei voti validi.
b. Almeno il 60% dei seggi (30), se ha ottenuto una percentuale uguale o superiore al 45% e inferiore o
uguale al 60% del totale dei voti validi.
c. Almeno il 64% dei seggi (32) se ha ottenuto una percentuale superiore al 60% del totale dei voti validi.

u Garanzia di rappresentanza delle minoranze:


all’insieme dei gruppi di liste non collegati al candidato proclamato eletto Presidente della Giunta
regionale è garantito, ove possibile, il conseguimento di:
a. almeno il 40% dei seggi (20), se la coalizione o il gruppo di liste collegati al candidato proclamato
eletto Presidente ha ottenuto una percentuale inferiore o uguale al 60% del totale dei voti validi;
b. almeno il 36% dei seggi (18), se la coalizione o il gruppo di liste collegati al candidato proclamato
eletto Presidente ha ottenuto una percentuale superiore al 60% del totale dei voti validi.
u Rappresentanza di genere:
in ciascuna lista circoscrizionale e regionale nessuno dei due sessi può essere rappresentato in
misura superiore al 60% dei candidati. In caso di quoziente frazionario, si procede all'arrotondamento
all'unità più vicina.
Rosatellum bis
u Una parte dei seggi sono attribuiti con sistema uninominale (⁄ e i rimanenti con
+
quello proporzionale.

u Per gli 8 deputati e i 4 senatori eletti nella circoscrizione estero è previsto un


apposito sistema elettorale su base proporzionale.
La componente uninominale
u I 3/8 (37,5%) dei seggi sono attribuiti con sistema maggioritario attraverso collegi
uninominali. Escludendo dal calcolo i parlamentari eletti all'estero si tratta
dunque di 147 deputati (su 392) e 74 senatori (su 196).
u Il sistema tende a favorire le forze politiche maggiori, in grado di competere in
ciascun collegio, ma anche i gruppi politici fortemente radicati in specifici
territori. Questi infatti potranno essere competitivi almeno in alcuni collegi.
u Ad essere svantaggiate invece sono le forze che hanno un consenso
omogeneamente distribuito sul territorio che tuttavia non è sufficiente per
arrivare primi nei collegi.
u In Italia però la legge elettorale e la pratica politica prevedono la possibilità che i
candidati nei collegi uninominali possano essere espressi da coalizioni invece
che da singoli partiti. In questo modo anche un candidato espressione di un
partito minore può, se sostenuto dal resto della coalizione, competere per
aggiudicarsi il seggio.
La componente plurinominale

u I restanti seggi (245 alla Camera e 122 al Senato) sono invece attribuiti con il
metodo proporzionale dei quozienti interi e dei maggiori resti (metodo Hare).
u Alla Camera la ripartizione avviene prima su base nazionale e poi nelle 28
circoscrizioni regionali o infraregionali previste.
u Al Senato invece la ripartizione è su base regionale e le circoscrizioni sono
quindi 20.
Sistema elettorale per il Parlamento
Europeo
u Si tratta di un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento del 4% e
possibilità di voto di preferenza.
u I seggi sono assegnati nel collegio unico nazionale, a liste concorrenti presentate
nell’ambito di 5 circoscrizioni molto ampie.
u Le candidature si presentano nell'ambito di 5 circoscrizioni di dimensione sovra
regionale; un candidato può presentarsi in più circoscrizioni.
u La scheda elettorale è unica, si vota per una delle liste e si possono esprimere da una a
tre preferenze.
u I seggi sono attribuiti proporzionalmente ai voti conseguiti in ambito nazionale con il
sistema dei quozienti interi e dei maggiori resti (metodo Hare). I seggi conseguiti da
ciascuna lista sono quindi riassegnati alle circoscrizioni in proporzione ai voti ottenuti in
ciascuna di esse. Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna
circoscrizione, sono proclamati eletti i candidati con il maggior numero di voti di
preferenza.
u Al fine di promuovere l’accesso delle donne alla carica di membro del Parlamento
europeo, una norma transitoria ha stabilito, limitatamente alle elezioni del 2004 e del
2009, che nelle liste di candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in
misura superiore ai due terzi dei candidati presenti nella lista.

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