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IL MUSEO DELLA MINIERA

DI MASSA MARITTIMA
a cura di Giacomo Federighi
Lo scorso anno,
durante un'uscita
didattica, abbiamo
visitato il Museo
Ho scelto di trattare questo
della Miniera di
argomento proprio a causa del
Massa Marittima fascino che ha suscitato in me.
La cosa che mi ha colpito
maggiormente sono state le
condizioni precarie e disumane in
cui vivevano e lavoravano i
minatori, costretti a lavorare
intere giornate nell'oscurità delle
miniere.
MINIERA A CIELO APERTO

Comportano un grave
danno all'ambiente
L'estrazione è effettuata
da gigantesche
macchine scavatrici
Miniere a cielo
aperto e miniere MINIERE VERE E PROPRIE
vere e proprie Si scavano profondi
pozzi e lunghe gallerie
laterali
Estremamente
pericolosa a causa del
Grisou
VARIE 01 TORBE
Il carbone più economico, giovane e con minor

CLASSIFICAZIONI
potere calorifico
Derivano dalla decomposizione di piante
erbacee cresciute in zone acquitrinose e palustri

DI CARBONE 02 LIGNITI (O BROWN COAL)


Si tratta di carboni fossili giovani
Utilizzati per estrarre gas ed ammoniaca

03 LISANTRACI (O HARD COAL)


Si estraggono da giacimenti antichissimi
Trovano impiego come combustibili, sia nell'uso
domestico che industriale (cocke metallurgico)

04 ANTRACITI
Carbone più antico
Il più ricco di carbonio, avente il più alto potere
calorifico
VERISMO, PRINCIPI CARDINE:

Il verismo si basa sul vero, ossia racconta eventi di


vita quotidiana reali, così come sono. I soggetti di
cui spesso racconta il verismo sono le classi sociali
meno abbienti. Infatti, i protagonisti delle opere
sono soprattutto "I Vinti", coloro che nella vita sono
destinati ad essere sconfitti, vittime di un destino
crudele.
Lo stile è impersonale: l'autore fotografa personaggi
e vicende e rimane completamente estraneo ai fatti
Utilizzo di un linguaggio semplice e diretto, pieno di
espressioni dialettali
Giovanni Verga
(1840-1922)

Giovanni Verga nacque a Catania


Partecipò con passione alla Guerra di
Indipendenza, scrivendo sui giornali
patriottici
Fondamentale per la sua formazione
Verista fu il viaggio a Parigi, dove incontrò
lo scrittore naturalista Émile Zola
Le opere più importanti sono:
Le Due Raccolte; Vita dei Campi e Novelle
Rusticane; e i due Romanzi capolavoro del
Verismo
Verismo e Opere Fondamentali

Le opere veriste più importanti sono:


Vita dei Campi e Novelle Rusticane, le due
raccolte di racconti che descrivono la vita
di persone indigenti e bisognose
I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo,
ritenuti i due Romanzi capolavoro del
Verismo
ROSSO MALPELO -
GIOVANNI VERGA

"Rosso Malpelo" è una delle più celebri


novelle di Giovanni Verga, pubblicata nel
1878 e inserita successivamente nella
raccolta "Vita dei Campi"
Rosso Malpelo
Il protagonista del racconto è Rosso Malpelo, un ragazzo chiamato così per il colore dei suoi capelli.
Nessuno ricorda il suo vero nome ma nella tradizione popolare siciliana i capelli rossi sono indice di
cattiveria. Tutti trascurano e trattano con disprezzo Malpelo, comprese la madre e la sorella, e il ragazzo
sviluppa un carattere scorbutico e selvatico: il suo unico punto di riferimento è il padre, Mastro Misciu
soprannominato Bestia per gli enormi pesi che riusciva a trasportare. Malpelo e il padre lavorano in una
cava di rena rossa, un lavoro faticoso, malpagato e molto pericoloso.
Le cose cambiano quando un giorno Mastro Misciu, a causa delle ristrettezze economiche della famiglia,
per pochi soldi accetta di lavorare all’abbattimento di un pilastro all’interno della cava. Questo pericoloso
lavoro gli costa la vita: Mastro Misciu finisce sepolto sotto una montagna di rena rossa.
Alla cava arriva un ragazzino soprannominato “Ranocchio”: da un lato Rosso Malpelo protegge il nuovo
arrivato ma dall’altro lo picchia e lo maltratta frequentemente per fargli comprendere quel modo di vivere
così crudele.
Ranocchio dopo poco morirà e Rosso Malpelo, persi il padre, l’asino grigio e l’amico Ranocchio, rimane
totalmente solo e non gli resta che continuare a lavorare nella cava. Senza più niente da perdere, accetta di
esplorare una galleria abbandonata, un lavoro molto pericoloso: Malpelo si addentra nella galleria e non ne
uscirà mai più.
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IL LAVORO MINORILE NELLE MINIERE
DI COBALTO DEL CONGO

Secondo le ultime stime, sono circa


40.000 i ragazzi e le ragazze minorenni
impegnati nelle miniere del sud della
Repubblica democratica del Congo.
Molti di loro lavorano nelle miniere di
cobalto, prezioso minerale utilizzato per
la produzione di batterie ricaricabili
utilizzate per i nostri cellulari, tablet,
computer e altri dispositivi elettronici.
Il codice delle miniere congolese non prescrive l’adozione di
misure a protezione della salute nell’estrazione artigianale dei
minerali, prevedendo solo alcune disposizioni a tutela dei
diritti dei lavoratori, ma solo nelle miniere legali, mentre i
lavoratori restano del tutto privi di tutele in quelle illegali.

Questi bambini lavorano in condizioni estreme, alcuni di loro


più di dodici ore al giorno, senza alcuna protezione e
percependo salari da fame: il pagamento illegale medio
ammonta a circa mezzo dollaro, mentre la paga giornaliera
per 14 ore di lavoro varia tra 1 e 2 dollari. Ma molti bambini
lavorano anche più di 14 ore al giorno. Si ammalano prima e
più dei loro coetanei e rischiano ogni giorno incidenti sul
lavoro a causa di carichi troppo pesanti fino alla morte a
causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali. Spesso sono
picchiati e maltrattati dalle guardie della sicurezza se
oltrepassano i confini della miniera.
La RdC è il secondo Paese più vasto del continente
africano ha 85 milioni di abitanti, di cui il 56% sono
minori. Nonostante la ricchezza delle sue risorse
naturali e il suo potenziale sviluppo economico, la RdC
resta uno dei Paesi più poveri al mondo. Circa l’80% dei
bambini e delle bambine congolesi non gode dei diritti
legati all’infanzia, principalmente estraggono il cobalto,
destinato soprattutto alla Cina, in condizioni
particolarmente pericolose e lavano le rocce immersi in
pozze inquinate. Il 20% del minerale estratto proviene
dalla parte meridionale del Paese, dove il coronavirus
ha riportato nelle miniere i bambini di Kolwezi, la
capitale mondiale delle terre rare.
Nelle comunità del Domaine Marial, il 65% dei bambini tra gli 8 e i 12 anni lavora nelle miniere; nell’area di
Kanina lo fa quasi la maggioranza in età scolare. A volte, si tratta anche di bambini in una fascia di età
compresa tra i 6 e gli 8 anni, che risultano particolarmente adatti ad insinuarsi negli stretti cunicoli per
l’estrazione del minerale.
Lavoro in miniera e malattie che ne derivano
L'Antracosi dei minatori di carbone è provocata dall'inalazione di polvere di carbone.
La deposizione della polvere genera attorno ai bronchioli macrofagi carichi di polvere
(macule di carbone), provocando talvolta enfisema bronchiolare focale.
L’Antracosi dei minatori di carbone solitamente non causa sintomi, ma può evolvere
fino a una fibrosi progressiva massiva con alterazione della funzionalità respiratoria.
Sono descritte due forme di pneumoconiosi dei lavoratori del carbone:
Semplice, con macule di carbone singole
Complicata, con coalescenza di macule e fibrosi progressiva massiva
SILICOSI

Appartenente alla
categoria delle
pneumoconiosi, la
silicosi è una malattia
professionale tipica dei
minatori.
La silicosi è una malattia
dei polmoni, che insorge
a causa dell'inalazione
prolungata della polvere
di silice cristallina.
Il Quarto Stato - un'icona dei lavoratori
L'opera di Giuseppe Pellizza
da Volpedo rappresenta
l'ascesa della classe
operaia: una folla di uomini
e donne che, insieme,
marciano per i propri diritti.
Sono contadini e lavoratori
pronti a manifestare per i
propri diritti, guidati da due
uomini e una donna che, a
piedi scalzi e con in braccio
un bambino piccolo, esorta
i manifestanti a seguirla.
Gli Spaccapietre è un dipinto di
Gustave Courbet che descrive in
modo estremamente realistico il
duro lavoro degli operai in Francia
a metà Ottocento. L’opera
purtroppo fu distrutta durante i
bombardamenti della Seconda
Guerra Mondiale.

Il mestiere dello spaccapietre era


sicuramente un duro lavoro. Gli
operai impiegati in questa attività
erano probabilmente condannati
ad esercitarla per tutta la loro
vita. Non a caso quindi Courbet
per rappresentare le tragiche
condizioni dei lavoratori più umili
scelse questo soggetto.

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