APPUNTI
Dal 2009 un gruppo di scienziati cerca di determinare se l’Olocene (era nella quale ci troviamo da 12
mila anni) è terminato. Dieci anni di ricerche dimostrano che siamo entrati nell’Antropocene già a
metà del XX secolo quando i sistemi del pianeta sono più influenzati dagli umani che da processi
naturali.
Nairobi National Park, Kenya:
- 105 tonnellate di avorio = 10 mila elefanti
- valore di mercato stimato = 150 milioni di dollari
Estrazione
- Noril’sk: (320 km a Nord del Circolo Polare Artico) = miniera di metallo colorato e complesso
di smaltimento di metalli pesanti
o la città più inquinata della Russia
o assenza di aree verdi -> carenza di ossigeno
- ogni anno il genere umano estrae dalla Terra tra 60 e 100 miliardi di tonnellate di materiale
e sposta più sedimenti di quanti ne spostano i fiumi del mondo
Deserto di Atacama, Cile
- detiene il 40% delle riserve mondiali di litio impiegato nei farmaci, alluminio, vetro e batterie
per auto elettriche
- ottimale grazie all’elevato tasso di evaporazione
Terraformazione = modificare la superficie terrestre ai fini dell’uomo che ad oggi domina sul 75%
delle terre non coperte dai ghiacci
- Immerath, Germania: espulsione, distruzione, oblio
o scavatrici tra le più grandi al mondo (arrivano a pesare 12 mila tonnellate con una
potenza di 160 kW)
o vengono abbattute costruzioni per lasciare spazio a
o presto non ci sarà più terra per i lavoratori
o apertura della miniera di Hambach nel 1978, 4 città sono state distrutte e altre 2
stanno per essere ricollocate
o industrializzazione e urbanizzazione
TRAMA
Come è costruito il film?
Il documentario inizia con un enorme fuoco distruttivo seguito da riprese aeree e subacquee che
mostrano luoghi lontani e sconosciuti, ma comunque minacciati dall’azione umana. Attraversa sei
continenti e mostra come l’attività umana abbia un più grande impatto sulla Terra dei fenomeni
naturali stessi.
MESSAGGIO
Che cosa trasmette il film?
La prima parte del documentario ha l’intento di denunciare le condizioni in cui l’uomo sta riducendo
il pianeta, inducendo nello spettatore un senso di angoscia e tragicità, mostrandogli scenari quasi
surreali e inverosimili, facendogli prendere consapevolezza di ciò che ha causato. È risultato
fondamentale registrare e raccogliere prove a testimonianza del dominio attuale dell’uomo sulla
Terra. Il fine del documentario è anche di dimostrare che l’essere umano è ancora in tempo per
salvare ciò che lo circonda, seguendo uno stile di vita più sostenibile. A riprova di ciò che è possibile
realizzare per fare la differenza c’è il restauro di un ex rifugio antiaereo della Seconda Guerra
Mondiale, riadattato per coltivare in modo sostenibile senza l’utilizzo di pesticidi.
Nel corso del documentario si percepisce gradualmente un senso di speranza affermato nella
conclusione dal rogo di zanne d’avorio: un atto simbolico organizzato dal Kenya che vuole porre fine
alla caccia non regolamentata a danno di animali in via d’estinzione o già funzionalmente estinti. La
speranza consiste nella visione di un modo di cambiare le azioni dell'uomo affinché egli non
distrugga lo stesso pianeta che gli offre la vita.
LINGUAGGIO
Come si esprime il film?
La voce narrante utilizza un linguaggio ricco di parole dal forte significato, a ribadire il pericolo che il
pianeta corre e il danno causato dall’uomo. Nelle voci degli intervistati, invece, si coglie l'innocente
indifferenza di molti di noi che, seppur di fronte ai mezzi di distruzione di interi habitat naturali, non
ne comprendono la gravità e anzi, incoraggiano queste attività guardando solo al proprio
tornaconto.
LINK UTILI
https://anthropocene.mast.org/
https://www.nationalgeographic.org/encyclopedia/anthropocene/