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UNI1607706
Lingua
Italiana
Titolo Italiano
Ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento - Criteri per l'identificazione dei pericoli e la
valutazione dei rischi
Titolo Inglese
Confined space with or without pollution - Criteria for hazard identification and risk assessment
Commissione Tecnica
Organo Competente
UNI/CT 042/GL 59 - Salute e sicurezza dei lavoratori esposti ad agenti chimici, polveri e fibre
Coautore
Sommario
a presente norma specifica, per le diverse tipologie di ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento:
a) i criteri per:
- la loro classificazione;
- l'identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi;
- l'elaborazione delle procedure operative e di emergenza per le attività in tali ambienti;
- la scelta delle attrezzature di lavoro e della strumentazione;
b) i requisiti sui dispositivi di protezione collettiva e individuale;
c) i compiti e i ruoli dei lavoratori impegnati nelle attività.
Inoltre, in Appendice A, fornisce un elenco esemplificativo dei possibili fattori di rischio negli ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento.
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I destinatari di questo documento sono invitati a presentare, insieme ai loro commenti, la
notifica di eventuali diritti di brevetto di cui sono a conoscenza e a fornire la relativa
documentazione.
Questo testo NON è una norma UNI, ma è un progetto di norma sottoposto alla fase di
inchiesta pubblica, da utilizzare solo ed esclusivamente per fini informativi e per la
formulazione di commenti. Il processo di elaborazione delle norme UNI prevede che i progetti
vengano sottoposti all'inchiesta pubblica per raccogliere i commenti degli operatori: la norma
UNI definitiva potrebbe quindi presentare differenze -anche sostanziali- rispetto al documento
messo in inchiesta.
Questo documento perde qualsiasi valore al termine dell'inchiesta pubblica, cioè il:
2024-01-05
UNI non è responsabile delle conseguenze che possono derivare dall'uso improprio del testo
dei progetti in inchiesta pubblica.
Relazioni Nazionali
Relazioni Internazionali
Premessa
La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della Commissione Tecnica UNI Sicurezza
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© UNI - Milano. Riproduzione vietata.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o
diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto di UNI.
UNI1607706
Introduzione
Con il D.P.R. 177/2011 [1], il legislatore ha inteso disciplinare il sistema di qualificazione delle imprese
e dei lavoratori autonomi destinati ad operare nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o
confinati.
Tale regolamento prevede che qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di
inquinamento, di cui agli articoli 66 e 121 del D.Lgs. 81/2008 [2], e negli ambienti confinati, di cui
all'allegato IV, punto 3, del medesimo decreto, possa essere svolta unicamente da imprese o lavoratori
autonomi qualificati in ragione del possesso di specifici requisiti di qualificazione.
Inoltre, prima dell'accesso in tali ambienti per svolgere le attività lavorative, pone a carico del datore di
lavoro committente specifici adempimenti che, nelle intenzioni del legislatore, consentono di elevare il
livello di sicurezza degli operatori addetti.
Considerato che alcuni ambienti, pur essendo strutturalmente simili e caratterizzati da pericoli analoghi
a quelli presenti negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati di cui al D.P.R. 177/2011 [1],
potrebbero non rientrare tra le fattispecie previste, si ritiene opportuno richiamare anche per questi
ambienti assimilabili l’applicazione della medesima procedura di identificazione dei pericoli e
valutazione dei rischi previsti nel presente documento.
2 Riferimenti normativi
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre
pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito
elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette
pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione.
Per i riferimenti non datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento
(compresi gli aggiornamenti).
UNI 7543-1, Colori e segnali di sicurezza - Parte 1: Prescrizioni generali
UNI 7545-32, Segni grafici per segnali di pericolo - Parte 32: Ambienti confinati
UNI 11719, Guida alla scelta, all'uso e alla manutenzione degli apparecchi di protezione delle vie
respiratorie, in applicazione alla UNI EN 529:2006
UNI EN ISO 7010, Segni grafici - Colori e segnali di sicurezza - Segnali di sicurezza registrati
3 Termini e definizioni
Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti.
3.1
ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento:
Spazio circoscritto non progettato e costruito per la presenza continuativa di un lavoratore, ma di
dimensioni tali da consentirne l’ingresso e lo svolgimento del lavoro assegnato, caratterizzato da vie di
ingresso o uscita limitate e/o difficoltose, con possibile ventilazione sfavorevole, all’interno del quale
non è possibile escludere la presenza o lo sviluppo di condizioni pericolose per la salute e la sicurezza
dei lavoratori.
NOTA 1: Rientrano in questa definizione sia gli ambienti individuati dalla legislazione vigente1 sia i cosiddetti
ambienti assimilabili, cioè quegli ambienti non individuati dalla legislazione vigente per i quali, a valle della
valutazione del rischio, sussistono le condizioni sopra definite.
1
Alla data di pubblicazione della presente norma, gli ambienti individuati dalla legislazione vigente sono quelli di cui
agli artt. 66 e 121 e di cui all'allegato IV, punto 3, del D.Lgs. 81/2008 [2].
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2
UNI1607706
NOTA 2: Non rientrano in questa definizione gli ambienti per i quali sussistono altre legislazioni specifiche2.
NOTA 3: Nella presente norma il termine “ambiente confinato” è da intendersi equivalente a “spazio confinato”.
3.2
autorizzazione all’ingresso:
Procedura/documento mediante il quale il datore di lavoro committente autorizza l’ingresso all’interno
di un ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento (punto 3.1), per l’esecuzione delle attività
previste.
3.3
auto-soccorso (self-rescue):
Uscita dall’ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento (punto 3.1) eseguita in modo autonomo
dal lavoratore entrante, indipendentemente dall’aiuto da parte del personale esterno presente in
supporto alle attività.
3.4
condizione pericolosa (IDLH):
Condizione di pericolo già presente o che può manifestarsi durante le attività lavorative e determinare
rischi gravi e immediati per la salute e la sicurezza (Immediatly Dangerous for Life or Health) dei
lavoratori presenti all’interno di un ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento (punto 3.1).
3.5
ingresso:
Accesso parziale o totale del corpo del lavoratore nello spazio circoscritto.
3.6
lavoratore attendente (attendant):
Lavoratore addetto alla sorveglianza espressamente incaricato di vigilare e prestare assistenza durante
le attività dei lavoratori entranti (punto 3.7).
3.7
lavoratore entrante (entrant):
Lavoratore incaricato di effettuare attività lavorative all'interno degli ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento (punto 3.1).
3.8
lock-out:
Posizionamento di un dispositivo di blocco/isolamento, attuato da un operatore autorizzato, che
consenta di separare in modo sicuro l’area di lavoro da una qualsiasi fonte di energia o materia e si
applica ai seguenti esempi non esaustivi:
- circuiti elettrici;
- circuiti idraulici;
2
Alla data di pubblicazione della presente norma, esempi di legislazioni specifiche sono: D.P.R. 320/1956 [3], D.Lgs.
271/1999 [4], D.Lgs. 272/1999 [5]; D.Lgs. 298/1999 [6].
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- circuiti pneumatici;
- reti vapore, aria compressa, gas inerti, gas infiammabili;
- reti di azionamento di componenti meccaniche, elettropneumatiche;
- sistemi di caduta materiali per gravità;
- condotte di immissione/evacuazione reflui;
- sistemi di trasporto e movimentazione di materiali (per esempio nastri trasportatori, coclee).
3.9
luogo conduttore ristretto:
Luogo, essenzialmente delimitato da superfici metalliche o altre parti conduttrici circostanti, nel quale
è probabile che una persona possa venire in contatto con tali superfici attraverso un’ampia parte del
corpo ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto.
NOTA Esempi di luogo conduttore ristretto sono: interno di serbatoi metallici naturalmente o intenzionalmente a
terra, scavi ristretti nel terreno, interno di tubazioni metalliche, cisterne e cunicoli metallici o umidi.
NOTA I luoghi di lavoro ordinario non sono trattati dalla presente norma.
3.11
preposto (supervisor):
Lavoratore che sovrintende alle attività lavorative negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento
(punto 3.1) e all’applicazione della relativa procedura di lavoro.
3.12
presenza non continuativa:
Permanenza temporanea e necessaria per portare a compimento le attività programmate in un
ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento (punto 3.1).
3.13
rischio interferenziale:
Rischio dovuto alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte nell’esecuzione dell’opera
complessiva.
3
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore il D.Lgs. 81/2008 [2].
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3.14
soccorso e salvataggio con ingresso:
Operazione di salvataggio condotta dalla squadra di salvataggio (punto 3.17) che consiste nell’accesso
del personale di soccorso all’interno dell’ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento (punto 3.1)
e successiva estrazione del lavoratore entrante.
NOTA: In funzione delle caratteristiche e posizione dell’apertura di accesso all’ambiente confinato e/o sospetto di
inquinamento (punto 3.1), le operazioni di soccorso possono prevedere, oltre all’ingresso del personale di
soccorso, anche l’utilizzo di attrezzature di lavoro.
3.15
soccorso e salvataggio senza ingresso:
Operazione condotta dal personale in assistenza presente all’esterno di un ambiente confinato e/o
sospetto di inquinamento (punto 3.1), che consiste nel salvataggio del lavoratore mediante l’utilizzo di
attrezzature di lavoro (comprensive di eventuali opere provvisionali necessarie), senza prevedere
l’accesso di altro personale.
3.16
spazio circoscritto:
Spazio, non necessariamente di dimensioni ridotte, chiuso o parzialmente chiuso.
3.17
squadra di salvataggio (rescue team):
Personale di soccorso in grado di rispondere alle emergenze che si dovessero verificare ed effettuare
operazioni di soccorso di emergenza negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (punto 3.1).
3.18
tag-out:
Posizionamento di idonea segnalazione in corrispondenza del dispositivo di blocco per il “lock-out”
(punto 3.8), riportante chiaramente il nominativo dell’addetto autorizzato ad eseguire l’intervento.
3.19
try out:
Verifica attraverso riesame documentale e controllo con sensoristica e strumentazione idonea per
assicurare l’effettiva assenza di energia e/o materia residua.
3.20
ventilazione naturale sfavorevole:
Ventilazione naturale caratterizzata da un numero di ricambi d’aria insufficienti ad assicurare l'assenza
di condizioni pericolose dell'atmosfera interna all’ambiente.
3.21
via di ingresso o uscita limitata e/o difficoltosa:
Via di ingresso o uscita caratterizzata da dimensioni e/o geometria e/o quota di posizionamento tali da
richiedere specifici apprestamenti e procedure operative di ingresso/uscita del lavoratore e che, in caso
di emergenza, richiede l’utilizzo di particolari attrezzature (comprensive delle eventuali opere
provvisionali necessarie) e/o specifiche procedure per il salvataggio di un soggetto non collaborante.
4.1
Sulla base delle caratteristiche degli ambienti presenti nell'intero ciclo produttivo e dell’identificazione
dei pericoli presenti o potenziali, il datore di lavoro effettua la classificazione e il conseguente
censimento degli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, che devono essere aggiornati in caso
si verifichino cambiamenti nell'uso, nel contenuto o nella configurazione.
Per ogni ambiente, il datore di lavoro deve valutare la possibilità di eseguire le attività senza necessità
di ingresso di personale, anche attraverso l'utilizzo di macchine e/o attrezzature di lavoro progettate e
costruite per l’ambiente in cui sono destinate a operare. Tale indicazione deve essere precisata nella
valutazione dei rischi.
4.2
Al fine di trasmettere l'informazione sui pericoli presenti e sulle prescrizioni concernenti la sicurezza, il
datore di lavoro deve apporre la segnaletica di sicurezza, conformemente alle prescrizioni di cui alla
legislazione vigente4 e alle norme UNI 7545-32, UNI 7543-1, UNI EN ISO 7010, ogni volta che l'ambiente
sia accessibile dall'esterno senza operazioni di apertura.
La segnaletica deve essere apposta in prossimità degli accessi dell'ambiente confinato e/o sospetto di
inquinamento tale da essere facilmente visibile.
5.1 Generalità
Ai fini della tutela della salute e sicurezza di chiunque operi negli ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento, nella valutazione dei rischi il datore di lavoro deve prendere in considerazione caso per
caso le loro caratteristiche, il contesto in cui questi sono inseriti, le attività che devono essere eseguite e
i pericoli presenti o che possono insorgere durante le attività lavorative (sia a seguito delle lavorazioni
stesse, sia conseguenti a modifiche e/o evoluzioni del contesto operativo), la durata delle lavorazioni, la
tipologia delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione collettiva o individuale necessari.
La valutazione dei rischi deve prevedere anche i rischi interferenziali e quelli conseguenti a eventuali
situazioni di emergenza che potrebbero verificarsi all’interno dell’ambiente o che, seppure originate
all’esterno, potrebbero comportare rischi per il personale presente all’interno o all’esterno
dell’ambiente stesso.
5.2 Identificazione dei pericoli
Prima di programmare l’ingresso di lavoratori negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, il
datore di lavoro deve identificare i pericoli presenti o che possono insorgere durante le attività
lavorative e le situazioni di emergenza, da cui deve discendere la valutazione dei rischi.
Nell’appendice A è riportato un elenco non esaustivo di fattori di rischio e situazioni pericolose.
5.3 Valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi deve includere:
a) tipologia e caratteristiche dell’ambiente (geometria, presenza di ostacoli, numero, posizione e
dimensione degli accessi, idoneità delle vie di accesso/uscita al fine di garantire l’efficacia
dell’evacuazione e delle condizioni di salvataggio in condizioni di emergenza, ecc.);
b) precedenti utilizzi dell’ambiente;
4 Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore il titolo V del Decreto Legislativo 81/2008.
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c) attività da eseguire;
d) sostanze presenti e contenute in precedenza;
e) verifica dell’avvenuta bonifica dell’ambiente con il controllo dell’eventuale presenza di residui
solidi/liquidi che possono costituire fattori di rischio;
f) possibile rilascio o generazione di agenti chimici pericolosi aerodispersi (fumi, gas, nebbie, polveri,
aerosol, vapori) o liquidi o solidi, a causa dei residui eventualmente ancora presenti dopo le attività
di bonifica oppure in conseguenza delle attività lavorative svolte nell’ambiente;
g) possibile dispersione e/o rilascio di agenti chimici pericolosi originati all’esterno dell’ambiente che,
a causa della prossimità e/o della modalità di diffusione, potrebbero comportare rischi per il
personale presente all’interno o all’esterno dell’ambiente stesso;
h) concentrazione di ossigeno e di eventuali agenti chimici pericolosi aerodispersi presenti
nell’ambiente, compresi agenti chimici infiammabili, che possono dare origine a un rischio di
esplosività;
i) efficacia della ventilazione naturale nell’ambiente, per valutare l’eventuale necessità di
incrementarla attraverso ventilazione forzata;
j) possibili modifiche, nel tempo, delle condizioni ambientali per cause non dipendenti direttamente
dalle attività lavorative svolte nell’ambiente e indotte dal contesto in cui esso si trova (per esempio
infiltrazione di gas endogeni, improvvisi eventi meteoclimatici, rilascio accidentale di agenti chimici
pericolosi da impianti o condutture vicini, evento sismico, ecc.) che possono influire sulla
valutazione dei rischi;
k) frequenza delle verifiche strumentali necessarie per monitorare la formazione di atmosfere
pericolose (per carenza di ossigeno o presenza di gas/vapori/aerosol pericolosi);
l) necessità e modalità con la quale isolare l’ambiente confinato dal resto dell’impianto (impiego di
opportuna segnaletica e cartellonistica, sistemi lock-out, tag-out, try out);
m) valutazione della compatibilità dell’indossamento continuo di DPI adatti per una rapida estrazione
in caso di condizioni anomale e/o impreviste (per esempio una imbracatura completa, collegata ad
un sistema di recupero in sicurezza), tenuto conto delle specifiche caratteristiche dell’ambiente;
n) numero di lavoratori che possono essere contemporaneamente presenti all’interno dell’ambiente;
o) valutazione dei tempi di pausa/lavoro e indicazioni sulla turnazione dei lavoratori all’interno
dell’ambiente.
NOTA 1: La legislazione vigente prevede che la valutazione dei rischi sia effettuata con la collaborazione diretta
del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale e del Medico Competente i quali, in funzione delle relative
specifiche attribuzioni, coadiuvano il Datore di lavoro nella definizione delle necessarie misure di prevenzione e
protezione per garantire la salute e sicurezza degli operatori addetti.
NOTA 2: Nel caso in cui tali attività vengano svolte da imprese terze, queste ricevono tutte le informazioni
necessarie che il datore di lavoro committente provvede a inserire nel Documento Unico di Valutazione dei Rischi
da Interferenze (DUVRI) che consegna alla ditta esecutrice mentre, nel caso tali attività vengano svolte in un
cantiere mobile temporaneo, le informazioni in merito ai rischi provengono dal Piano di Sicurezza e
Coordinamento (PSC) redatto dal Coordinatore della Sicurezza in fase di Progettazione (CSP) e, in merito ai rischi
specifici derivanti dall’attività dell’impresa esecutrice, dal contenuto del Piano Operativo della Sicurezza (POS) la
cui redazione è obbligatoria per il datore di lavoro dell’impresa esecutrice.
6.1 Generalità
Se l’accesso dei lavoratori negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento non può essere evitato,
il datore di lavoro deve predisporre una procedura di lavoro specificamente diretta a eliminare o, ove
impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle attività negli ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento.
L’elaborazione di tale procedura deve derivare dalla valutazione dei rischi, di cui al punto 5, tenendo
conto dei criteri volti a definire i vari aspetti di sicurezza delle diverse attività lavorative che
comprendono:
- attività preliminare (punto 6.2);
- fase di allestimento del cantiere (punto 6.3);
- fase di lavoro all’interno dell’ambiente (punto 6.4);
- eventuali situazioni di emergenza (punto 6.5);
- conclusione delle operazioni (punto 6.6).
Le informazioni e le disposizioni contenute nella procedura di lavoro devono essere trasmesse e
illustrate ai lavoratori prima dell’inizio delle attività.
L'accesso agli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento è consensito solo ai lavoratori che hanno
ricevuto adeguata formazione, informazione e specifico addestramento, così come previsto dalla
legislazione vigente5.
Tali lavoratori devono essere valutati idonei dal Medico Competente che, ai fini della valutazione di
idoneità allo svolgimento della mansione, deve tenere conto delle loro capacità e condizioni e delle
caratteristiche dei luoghi in cui i lavoratori entranti sono chiamati a operare, che devono essere reperite
nella valutazione dei rischi elaborata dal datore di lavoro per questa attività.
Nota: Si raccomanda una specifica valutazione per i componenti della squadra di salvataggio.
5
Alla data di pubblicazione della presente norma, sono in vigore il D.Lgs. 81/2008 [2] e il D.P.R. 177/2011 [1].
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f) attrezzature di lavoro necessarie per lo svolgimento delle attività lavorative, così come individuate
a seguito della valutazione dei rischi, comprensive delle eventuali opere provvisionali, e della
strumentazione per il monitoraggio ambientale che siano compatibili con l’ambiente in cui si opera.
Le attrezzature di lavoro e la strumentazione devono essere utilizzate e mantenute in conformità a
quanto previsto dal fabbricante nel manuale d'uso e manutenzione;
g) predisposizione di adeguate misure di alimentazione elettrica alternativa (per esempio gruppo
elettrogeno), laddove possano esserci dubbi sulla continuità della fornitura dell’energia elettrica
necessaria per l’esecuzione delle attività (per esempio, garantire l’illuminazione dell’area di
cantiere o per la ventilazione meccanica dell’ambiente);
h) dispositivi di protezione individuale (DPI) e collettiva (DPC) necessari per lo svolgimento delle
attività lavorative, così come individuati a seguito della valutazione dei rischi;
i) modalità di gestione delle situazioni di emergenza, in conformità al punto 6.5.
Prima dell’inizio dei lavori, in funzione delle proprie modalità organizzative per la gestione e
autorizzazione all’esecuzione delle attività negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, il
datore di lavoro deve:
- organizzare una riunione preliminare di coordinamento, allo scopo di condividere i contenuti delle
procedure operative;
- predisporre un documento di autorizzazione all’ingresso (punto 3.2), che consenta di registrare,
per esempio attraverso un percorso guidato mediante checklist, l’avvenuta esecuzione di tutti i
controlli pre-ingresso previsti dalle procedure operative a seguito della valutazione dei rischi.
L’accesso può avvenire solo successivamente alla compilazione del modulo di autorizzazione
all’ingresso.
Nel caso le attività vengano affidate a una impresa appaltatrice, deve anche essere prevista, a carico
dell’appaltante, l’informazione per i lavoratori delle imprese appaltatrici sulle caratteristiche dei luoghi
dove devono operare, degli ambienti e dei rischi, compresi quelli derivanti dai precedenti utilizzi, e sulle
procedure operative e di emergenza in relazione alla propria attività.
6.3 Fase di allestimento del cantiere
Nella fase di allestimento del cantiere devono essere effettuate almeno le seguenti attività:
a) definizione dell’area di lavoro: si deve procedere con la delimitazione dell’area e l’indicazione degli
ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento;
b) verifica della disponibilità e funzionalità delle attrezzature e strumentazione, dei DPI e DPC previsti;
c) effettuazione delle attività preliminari necessarie per:
- consentire/agevolare l’accesso (per esempio: la predisposizione di strutture provvisionali);
- separare in modo sicuro l’area di lavoro da una qualsiasi fonte di energia o materia (operazioni
di lock-out, tag-out, try-out, ecc.);
- verificare la qualità dell’atmosfera interna (rilevazione della percentuale di ossigeno e
presenza di eventuali agenti chimici pericolosi aerodispersi, ecc.);
d) se necessario, svuotamento dell’ambiente dal suo contenuto e successiva bonifica (mediante
asportazione meccanica, lavaggio, ventilazione, ecc.) per rimuovere ogni possibile inquinante
dall’ambiente;
e) ventilazione (naturale o meccanica) per assicurare la respirabilità dell’aria ambiente e rimuovere
o diluire al di sotto dei limiti di esposizione previsti dalla legislazione vigente eventuali residui di
agenti chimici pericolosi aerodispersi;
f) presenza di idonei apparecchi di illuminazione, anche di emergenza, compatibili con le
caratteristiche dell’ambiente in cui si opera;
- qualora necessario, dopo esplicita autorizzazione da parte del preposto, procedere con l’ingresso
della squadra di salvataggio per l’effettuazione delle manovre di soccorso (punto 3.14).
L’ingresso da parte della squadra di salvataggio deve sempre essere effettuato senza mettere a
repentaglio la loro salute o sicurezza e, comunque, è subordinato:
- alla verifica delle condizioni presenti all’interno dell’ambiente;
- alla presenza delle necessarie attrezzature e strumentazione;
- all’utilizzo dei DPI previsti nella procedura di gestione dell’emergenza elaborata a valle della
valutazione dei rischi effettuata.
Si devono inoltre definire i percorsi che i soccorritori del sistema di emergenza del Servizio Sanitario
Nazionale e dei Vigili del Fuoco devono utilizzare per raggiungere in sicurezza tali ambienti.
Le attività incluse nel presente punto prevedono il coinvolgimento del medico competente, secondo
quanto prescritto dalla legislazione vigente6.
6.6 Conclusione delle operazioni
La fase conclusiva prevede l’ultimazione delle attività e la chiusura del cantiere. Il preposto deve
controllare che le attività siano state ultimate, che i lavoratori entranti siano usciti dall’ambiente
confinato e/o sospetto di inquinamento, che nello stesso non siamo rimaste attrezzature e/o
apprestamenti utilizzati, che sia in sicurezza e che, inoltre, sia stato ripristinato lo stato d’uso.
6
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore l’art. 25 del D.Lgs. 81/2008 [2].
7
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore la Direttiva 2014/34/UE [7].
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Ad eccezione dei DPI monouso, la manutenzione dei dispositivi deve essere eseguita secondo le
istruzioni del fabbricante, e si devono prevedere ispezioni per l'individuazione dei difetti, l’eventuale
sostituzione e il controllo delle prestazioni.
- sistemi di illuminazione adatti agli ambienti di utilizzo, in conformità alla legislazione vigente8;
- abbandonare immediatamente l’ambiente in caso di condizioni anomale e/o impreviste riscontrate
all’interno dell’ambiente, comunicandole al preposto;
- abbandonare immediatamente l’ambiente quando ordinato dal lavoratore attendente, dal preposto
e/o all’attivazione di qualche segnale codificato;
- seguire le istruzioni ricevute e svolgere le operazioni previste in conformità a quanto stabilito nella
procedura di lavoro, rispettando inoltre tutte le prescrizioni di cui all’autorizzazione all’ingresso.
9.2 Lavoratore attendente
Il lavoratore attendente (punto 3.6), deve:
- conoscere i pericoli presenti e la procedura di lavoro;
- collocarsi all’esterno e in prossimità all’ingresso dell'ambiente;
- astenersi dallo svolgere altre attività che potrebbero distrarlo dai suoi compiti;
8
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore la Direttiva 2014/34/UE [7].
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- assicurare la presenza per tutta la durata dei lavori. Se per qualunque motivo si deve allontanare
dall’apertura di accesso, il preposto deve disporre la sua sostituzione con altro lavoratore,
anch'esso in possesso dei medesimi requisiti;
- assistere il/i lavoratore/i entrante/i e mantenere una comunicazione costante con lui/loro;
- proibire l’ingresso a chiunque non sia stato autorizzato;
- controllare che le condizioni di sicurezza non mutino e/o non sopraggiungano pericoli dall’esterno;
- far evacuare immediatamente l’ambiente se si verifica una condizione anomala e/o imprevista (per
esempio riconducibile alle modalità di lavoro e/o alle condizioni del lavoratore e/o alle mutate
condizioni di sicurezza esterne);
- controllare che i lavoratori entranti indossino correttamente i previsti DPI e che introducano
nell'ambiente solo attrezzature ed eventuali agenti chimici previsti nel documento di
autorizzazione all’ingresso;
- verificare di disporre di un adeguato sistema di comunicazione per allertare i servizi di emergenza
interni di sito (ove presenti) e/o poter prendere contatto direttamente con il sistema di emergenza
del Servizio Sanitario Nazionale e dei Vigili del Fuoco.
Il lavoratore attendente, ove dovesse intervenire all’interno dell’ambiente, deve essere in possesso di
tutti i requisiti previsti per il lavoratore entrante, di cui al punto 9.1.
9.3 Squadra di salvataggio
I componenti della squadra di salvataggio (punto 3.17) devono essere in possesso di tutti i requisiti
previsti per il lavoratore entrante, di cui al punto 9.1, e, inoltre, devono anche conoscere ed essere
addestrati ad applicare le procedure di emergenza e utilizzare i presidi e le attrezzature per le attività
di salvataggio.
9.4 Preposto
Il preposto (punto 3.11), in possesso della formazione specifica prevista dalla legislazione vigente9, deve
soddisfare i requisiti previsti per il lavoratore entrante, di cui al punto 9.1.
Inoltre, il preposto deve:
- conoscere i rischi associati con le attività e le operazioni previste, oltre ai rischi specifici
dell’ambiente e del contesto in cui si opera;
- controllare la presenza del personale previsto per le attività e l'efficienza di attrezzature,
strumentazione e DPI necessari per l’intervento, secondo quanto previsto al punto 6.3;
- verificare che il lavoratore attendente disponga di un adeguato sistema di comunicazione per
allertare i servizi di emergenza interni di sito (ove presenti) e/o poter prendere contatto
direttamente con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e dei Vigili del Fuoco.
- se previsto nella procedura, prendere visione dell’autorizzazione all’ingresso e, prima dell’avvio
delle attività, sovraintendere/effettuare le verifiche preliminari di cui al punto 6.3 e quindi, in caso
di esito positivo, firmare l’autorizzazione stessa;
- condurre una riunione preliminare secondo quanto previsto al punto 6.2;
- controllare, anche con il supporto del lavoratore attendente, che i lavoratori entranti (e in generale
tutti i lavoratori addetti) indossino i previsti DPI e che la squadra operativa non effettui
manovre/operazioni che possano risultare pericolose;
9
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore l’art. 19 del D.Lgs. 81/2008 [2].
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UNI1607706
- controllare, anche con il supporto del lavoratore attendente, che permangano le condizioni di
sicurezza, di cui al punto 6.2, verificate all’inizio delle attività e, se del caso, adottare provvedimenti
di adeguamento;
- se necessario:
- attivare le azioni da svolgere in emergenza, di cui al punto 6.5;
- ordinare al lavoratore attendente di disporre l’abbandono dell'ambiente confinato e/o
sospetto di inquinamento;
- disporre il soccorso e salvataggio senza ingresso (punto 3.15) o richiedere l’intervento della
squadra di salvataggio per il soccorso e salvataggio con ingresso (punto 3.14);
- attivare il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e dei Vigili del Fuoco.
- dichiarare la conclusione delle operazioni, di cui al punto 6.6.
Al termine delle attività, il preposto deve indicare nel documento di autorizzazione all’ingresso
eventuali problemi riscontrati e/o necessità di modifiche alle attrezzature, strumentazione, DPI in uso
o alle procedure operative e di gestione delle situazioni di emergenza.
Nota: Allo scopo di raccogliere le informazioni necessarie, si raccomanda di prevedere una riunione coordinata dal
preposto alla quale dovrebbero partecipare tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo nelle operazioni.
Appendice A
(informativa)
Elenco esemplificativo di possibili fattori di rischio in ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento
Un elenco esemplificativo di possibili fattori di rischio in ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento è dato nel prospetto A.1.
E’ importante sottolineare che alcuni dei fattori di rischio possono già esistere in origine negli ambienti
confinati o con sospetto di inquinamento, mentre altri possono sopraggiungere durante l’esecuzione dei
lavori.
Prospetto A.1 - elenco esemplificativo di possibili fattori di rischio in ambienti confinati e/o
sospetti di inquinamento
Bibliografia
[1] Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177, Regolamento recante norme
per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di
inquinamento o confinanti, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9
aprile 2008, n. 81. (GU Serie Generale n.260 del 08-11-2011)
[2] Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123,
in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (GU Serie Generale n.101 del
30-04-2008 - Suppl. Ordinario n. 108)
[3] Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320 Norme per la prevenzione degli
infortuni e l'igiene del lavoro in sotterraneo. (GU Serie Generale n.109 del 05-05-1956 - Suppl.
Ordinario)
[4] Decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 271, Adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute
dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili da pesca nazionali, a norma della legge 31
dicembre 1998, n. 485. (GU n.185 del 09-08-1999 - Suppl. Ordinario n. 151)
[5] Decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 272, Adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei
lavoratori nell'espletamento di operazioni e servizi portuoli, nonche' di operazioni di
manutenzione, riparazione e trasformazione delle navi in ambito portuale, a norma della legge 31
dicembre 1998, n. 485. (GU n.185 del 09-08-1999 - Suppl. Ordinario n. 151)
[6] Decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 298, Attuazione della direttiva 93/103/CE relativa alle
prescrizioni minime di sicurezza e di salute per il lavoro a bordo delle navi da pesca. (GU n.201 del
27-08-1999)
[7] Direttiva 2014/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014 , concernente
l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di
protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (rifusione) Testo
rilevante ai fini del SEE (GUUE L 96 del 29-03-2014)
UNI 10449, Manutenzione - Criteri per la formulazione e gestione del permesso di lavoro
UNI 11114, Dispositivi di protezione individuale - Elmetti di protezione - Guida per la selezione
UNI 11158, Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Sistemi di protezione
individuale delle cadute - Guida per la selezione e l'uso
UNI/TR 11430, Calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro - Criteri per la scelta, l'uso, la cura e la
manutenzione
UNI/TR 11858, Tecnologie IoT nell'impiego dei DPI – Indicazioni relative all'integrazione di sistemi
elettronici nella gestione e nell'utilizzo dei dispositivi di protezione individuali
UNI EN 207, Equipaggiamento di protezione personale degli occhi - Filtri e protettori dell'occhio
contro radiazioni laser (protettori dell'occhio per laser)
UNI EN 458, Protettori dell'udito - Raccomandazioni per la selezione, l'uso, la cura e la manutenzione -
Documento guida
UNI EN ISO 19734, Protezione degli occhi e del viso - Guida alla scelta, all'utilizzo e alla manutenzione
CEN ISO/TR 8546, Hand protection – Guidance for selection and use
CEI 64-8/8, Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente
alternata e a 1500 V in corrente continua
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