Sei sulla pagina 1di 6

UNI EN ISO 12100

Sicurezza del macchinario


Principi generali di progettazione
Valutazione del rischio e riduzione del rischio
M. Granchi, C. Trinastich

La norma tecnica UNI EN ISO rezza del macchinario - Valu-


12100 definisce i principi gene- tazione del rischio - Parte l:
rali di progettazione fornendo i Principi.
criteri per la valutazione del n
schio e la sua conseguente ridu- Nel testo della UNI EN ISO
zione. Essa sostituisce tre prece- 12100 sono dunque presenti i
denti norme di cui ne raccoglie contenuti immutati delle tre
interamente i contenuti: UNI norme sopra indicate. Di fat-
EN ISO 12100-1, UNI EN ISO to, si è trattato esclusivamente
12100-2 e UNI E N ISO 14121- di una riorganizzazione dei
1. Questa norma è armonizzata contenuti che ha permesso
ai sensi della Direttiva Macchi- una migliore lettura e com-
ne 2006/42/CE, pertanto la sua durante la progettazione della prensione degli stessi, ora rac-
applicazione garantisce la pre- macchina, contemplando nello colti in un unico corpo norma-
sunzione di conformità nei stesso tempo quelle che posso- tivo. Del resto, gli argomenti
confronti dei Requisiti Essen- no essere le soluzioni proget- trattati dalle precedenti tre
ziali di Sicurezza e di Tutele tuali, le misure di protezione norme erano e sono assoluta-
della Salute della stessa Diret- complementare e le indicazio- mente correlati tra di loro. La
tiva. La norma, inoltre, è di ti- ni da inserire nelle informazio- necessità di eseguire una valu-
po A pertanto è applicabile a ni per l'uso, che possono por- tazione dei rischi (oggetto del-
qualunque prodotto che rientri tare ad una riduzione dei rischi la precedente UNI EN ISO
nella definizione di macchina associati al macchinario. 14121-1) durante la progetta-
e che dunque sia oggetto della La UNI EN ISO 12100, nello zione del macchinario, resta
Direttiva Macchine 2006/ specifico, sostituisce tre prece- un obbligo del fabbricante, co-
42/CE. denti norme: me indicato nei principi gene-
UNI EN ISO 12100-1: Sicu- rali dell'Allegato I della Di-
NORME SOSTITUITE rezza del macchinario - Con- rettiva macchine 2006142lCE;
cetti fondamentali, principi e parte integrante del proces-
I1 motivo principale che ha generali di progettazione - so di valutazione dei rischi è
portato alla pubblicazione del- Parte 1: Terminologia di ba- la eventuale riduzione degli
la nuova norma UNI EN ISO se, metodologia; stessi, secondo la metodologia
12100 è stato quello di racco- UNI EN ISO 12100-2: Sicu- precedentemente fornita dal-
gliere, in un unico testo, tutto rezza del macchinario - Con- la UNI EN ISO 12100-1, ap-
quello che concerne il proces- cetti fondamentali, principi plicando le soluzioni tecnico
so di valutazione dei rischi e la generali di progettazione - progettuali e le misure di pro-
eventuale conseguente ridu- Parte 2: Principi tecnici; tezione complementari oltre
zione degli stessi, da eseguirsi UNI EN ISO 14121-1: Sicu- che le indicazioni sulla stesura

Pulizia Industriale e Sanificazione


72 APRILE 2011
CERTIFICAZIONE

delle informazioni per l'uso,


indicate dalla UNI EN ISO
12100-2.
Nei punti successivi si esegue,
dunque, una disamina dei con-
tenuti della nuova UNI EN iUr Dsmim dak m d d m Ptrm&shal te Cadd
o ~ . e p r a b l y L r a i & brani.husidoailt&.m.
undsrssbi- d ma.
ISO 12100. MS

IL PROCESSO
DI VALUTAZIONE
DEI RISCHI

Come detto, la valutazione dei


rischi del macchinario è una
richiesta obbligatoria della di-
rettiva macchine 2006142lCE
e deve coprire tutte le fasi del
ciclo di vita della macchina
stessa. I1 testo della direttiva
riporta come "Il fabbricante di
una macchina, o il suo manda-
tario, deve garantire che sia ef-
fettuata una valutazione dei ri-
schi per stabilire i requisiti di
sicurezza e di tutela della salu-
te che concernono la macchi-
na. L a macchina deve inoltre
essere progettata e costruita te-
nendo conto dei risultati della
valutazione dei rischi".
I1 Fabbricante potrebbe utiliz-
zare operativamente la meto-
dologia che preferisce; è consi-
gliabile, tuttavia, seguire le in-
dicazioni presenti proprio I Figuro l
nella norma UNI E N ISO - - -

12100; l'applicazione di questa misura di sicurezza: mezzo La valutazione dei rischi se-
norma guida, infatti, il Fabbri- che elimina un pericolo o ri- condo la UNI EN ISO 12100
cante nella stesura di una chia- duce un rischio; consiste in una serie di tappe
ra e utile valutazione dei rischi rischio residuo: rischio che logiche che consentono di esa-
durante tutte le fasi del ciclo di sussiste dopo aver adottato minare in modo sistematico i
vita di una macchina. le misure di sicurezza; in pericoli associati alla macchi-
Nella UNI E N ISO 12100 si realtà, il rischio residuo si na; la valutazione dei rischi è
definiscono i seguenti termini: intende raggiunto quando seguita, ogni qualvolta risulti
d a n n o : lesione fisica e 1 o ulteriori misure di sicurezza necessario, dalla riduzione del
danno alla salute; comprometterebbero le fun- rischio, secondo la metodolo-
evento pericoloso: evento che zionalità specifiche della gia fornita dalla stessa norma.
può causare un danno; macchina (per questo moti- Le modificazioni conseguenti
rischio: combinazione di pro- vo è impensabile, per esem- della macchina comportano la
babilità e di gravità di possi- pio, proteggere completa- ripetizione della valutazione
bili lesioni o danni alla salute mente la lama di una taglie- dei rischi: si instaura, così, un
in una situazione pericolosa; rina). processo iterativo che permet-
Pulizia Industriale e APRILE
Sanificazione
2011
73
coli presenti in tutte le fasi
Eiezione di vita della macchina. Per
Contatto con Disintegrazione del disco esempio, in Figura 2, è possi-
una suwrficie bile identificare tutti i possi-
bili pericoli individuabili sul
disco abrasivo di una mola-
trice;
stima dei rischi: una volta in-
dividuati i diversi pericoli
presenti sulla macchina, in
tutte le fasi del suo ciclo di
vita, è necessario individua-
re le corrispondenti situazio-
ni pericolose e stimare il ri-
- schio associato ad esse.
Figura 2
I1 rischio, come riporta la
norma, è funzione della gra-
t e di eliminare, per quanto sti, ma ragionevolmente pre- vità, della frequenza e dura-
possibile, i pericoli e di mette- vedibili e tipologie di utiliz- ta dell'esposizione e della
re in atto le misure di sicurez- zatori prevedibili), i limiti di probabilità che si verifichi
za; questa iterazione, come è spazio (l'ampiezza dei movi- l'evento pericoloso (come si
facile intuire, è agevole se menti degli operatori addet- può vedere nella Figura 3);
svolta nella fase di progetta- ti, lo spazio necessario per questo è un principio gene-
zione, mentre può risultare a l'installazione, le interfacce rale sempre valido. Quella
volte persino impossibile in operatore - macchina, mac- che può cambiare è la meto-
fase di costruzione o quando china - fonte di energia ed, dologia utilizzata per arriva-
la macchina è già stata com- eventualmente, macchina - re ad una stima del rischio:
pletata. altre apparecchiature) e i li- la metodologia, infatti, può
Sia il testo della direttiva, sia miti di tempo (durata della essere qualsivoglia, I'impor-
la norma UNI EN ISO 12100, vita prevedibile in funzione tante è che rispetti il princi-
in Figura 1 , spiegano come degli usi previsti): pio sopra indicato. Esempi
debba essere eseguita la valu- identificazione dei pericoli: di metodologie, sia di tipo
tazione dei rischi e la loro suc- tutti i pericoli, le situazioni e qualitativo che quantitativo,
cessiva eventuale riduzione: gli eventi pericolosi associati sono riportate nella norma
determinazione dei limiti alla macchina devono essere UNI ISOITR 14121-2, che
della macchina: è necessario identificati; sono disponibili, non è armonizzata ma è un
analizzare i limiti di utilizzo nella norma, tabelle utili per Technical Report: infatti, es-
(usi previsti e usi non previ- l'analisi sistematica dei peri- sa fornisce solo esempi di
metodologie che rispecchia-
no il principio generale so-
PROBABILITY OF OCCURRENCE
pra indicato e presente nella
of that haml UNI E N ISO 12100 che è,
SEVERITY invece, come sappiamo, ar-
OF HARM
monizzata ai sensi della di-
that can
and
r e t t i v a m a c c h i n e 20061
result from 421CE;
considered valutazione dei rischi: pas-
hazard saggio necessario a stabilire
se sia richiesta o meno una
successiva riduzione dei ri-
schi conformemente a quan-
t o riportato dalla norma e

Pulizia Industriale e Sanificazione


74 APRILE 2011
richiesto dalla stessa direttiva mac-

I
LA NOSTRA VISIONE LA NOSTRA MISSIONE
chine 2006142lCE. mtm vuole diventare punto di riferimento mtm si propone. coerentemente con la propria Visione, di
per i'industria e ilterziario nelle proprie divenire portatrice, tramite le proprie conoscenze,
Aree di Competenza, per tuno ciò che competenze ed esperienze. del conceno che la corretta
attiene ai requisiti di Qualità. Sicurezza e gestione degli aspetti di Qualità, Sicurezza e Ambiente riduce
IL PROCESSO D I RIDUZIONE Ambiente secondo il migliore stato deli'arte i costi di gestione dei processi aziendali e contribuisce in
DEI RISCHI e in accordo alle normative europee
pertinenti in essere e in evoluzione.
maniera sostanziale alla Creazione di Valore sia per l'azienda
sia per I'ecosistema in cui essa vive e opera.

Come si può vedere dal diagramma AREE D I COMPETENZA


di flusso riportato nella Figura 1, con Conoscenza di tuni i requisiti espressi dalle normative europee e nazionali in materia e in merito alla loro
applicazione nelle seguenti Aree di Competenza.
la valutazione dei rischi si conclude
la prima iterazione del processo; il
Fabbricante, in base ai risultati, allo
Macchine. attrezzature, impianti. linee di produzione per la trasformazione. iltrattamento, lo spostamento o
ilcondizionamento di materiali in ambienti normali e speciali. 1
stato dell'arte e, in certa misura, a n, <
Sviluppo sostenibile. compatibilità e certificazione ambientale di sistema. di processo, di prodotto e di
considerazioni di tipo economico va- servizio tramite strumenti di analisi e metodolosie riconosciute a livello internazionale.
luta se è adeguato il livello di sicu-
rezza della macchina e decide se con-
cludere, in caso di esito positivo, il
Certificazione di sistema e gestione del rischio tramite strumenti integrati di risk assessment.
Da un punto di vista oqanizzativo mtm ha sviluppato le proprie aree di intervento su quattro linee di
prodono.
II
processo iterativo.
X!p.q :?:
1
T-,.,. .T 1,.
In caso di esito negativo, è necessario LINEE D1 PRODOTTO 4.- 'X.1 1 -
procedere alla riduzione dei rischi. 1. Marcatura CE e documentazione tecnica (File tecnici. Analisi dei rischi. Manuali operativi. Iter CE,
Cataloghi)
Questa si compone di tre fasi princi-
pali (Figura 4 a pagina 76): i primi
due spettano esclusivamente al fab-
2. Sistemi di gestione (Sistemi di Gestione per la Qualità, Sistemi di Gestione per l'Ambiente, Sistemi di
Gestione per la Sicurezza. Sistemi integrati. Certificazione etica, Certificazione di siti internet Privacy)
C
bricante mentre il terzo riguarda non
solo il fabbricante, ma anche l'utiliz-
3. Sviluppo sostenibile (Studi LCA. Eco-design, Certilicazioni di prodono, Eticheneambientali. Asserzioni
ambientali, Comunicazione ambientale. Bilancio ambientale. Valutazioni di impano ambientale. Valutazioni
*rrliiartrli strategiche. Agenda 21. Pratiche per i'oneniinento di autorizzazioni)
I
zatore finale della macchina. Queste
fasi sono parte integrante, inoltre, del
requisito 1.1.2 - "Principi di integra-
4. Service (Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Due diligence (sicurezza e ambiente). Aggiornamento
nonnativo. Check-up, Audit. Informazione. Formazione anche tramite strumenti di e-learning)

m6n: STORJA E PROPOSTA PROGETTUALE -


II
zione della sicurezza", dellYAllegato
I1
tasi in s.r.1. nel dicembre 2004 ora lììtm si pone come obienivo quello di
un servizio di alta professionalità, proponendosi come partner in outsourcing
I della direttiva macchine 20061
42lCE. Pertanto, non è solo un'indi- Ikrte d d b iiprayMa&i comm8e M clienti di trastrmare ivincoli in opportunita secondo un
cazione tecnica presente all'interno .(8M
btqraa ti)r di p r m d e Area di Competenza che abbiamo i qui
della norma UNI EN ISO 12100, ma
è un obbligo per il fabbricante in
quanto è parte di un requisito essen-
ziale che deve essere obbligatoria-
mente risolto prima di definire una
macchina conforme alla stessa diret-
tiva:
Fase 1: misure di protezione inte-
grate nella progettazione. La nor-
ma fornisce una serie di indicazioni
tecnico-progettuali che il fabbri-
cante può adottare al fine di ridur-
re il rischio associato alla macchi-
na. Queste soluzioni comportano
una riduzione del rischio semplice-
mente adottando scelte progettuali
alternative per quanto concerne la
forma della macchina, la scelta dei Rag. SOC. ntm consulting s.r.1. L Ariosto, 10 +l3 039 28 48 437
materiali utilizzati e del sistema di Cap. Soc. 12.000.00 C i.v. 20052 Moma (MI) 139 039 28 49 703
alimentazione, la progettazione del C.F. - P.iva - C.C.I.A.A. 02994950968
sistema di comando, il posiziona-
Pulizia Industriale e Sanificazione
APRILE 2011 75
, ra. Dunque, sulla macchina
I
deve riportare segnali di av-
' vertimento, dispositivi di av-
i vertimento e10 di allarme e
indicare i rischi residui, gli
I

obblighi e i pericoli sulla


macchina mediante idonea
I segnaletica posta sulla mac-

i, china stessa. Tra le informa-


zioni per l'uso ricoprono ruo-
lo predominante le istruzioni
i per l'uso. Queste devono es-
I sere redatte considerando
I
-3: InfomraHonforur*
Rsciidual ri*
a&
non solo l'uso previsto ma
r Btthemabiine , anche l'uso scorretto ragio-
- waming ajgras, signals mo88um nevolmente prevedibile della
- mwning devices m
- macchina e devono racco-
* vi theinatnicoon handbtmk b y h
-1
m" i gliere tutte le precauzioni, le
Designer hput ! avvertenze e i rischi residui
I
(in tutte le fasi del ciclo di vi-
~ ~ ~ ~ b j l b r
W* ta) legati all'uso della mac-
china. Pertanto nelle istru-
zioni per l'uso è necessario
indicare i DPI che gli opera-
tori sono tenuti ad indossare,
I l'organizzazione del lavoro
che è necessario predisporre,
il livello di formazione che
un determinato personale
deve avere, eventuali per-
messi di lavoro necessari,
I Figura 4 I ecc. Di fatto, le istruzioni per
l'uso devono essere l'ultimo
risultato del Drocesso di valu-
I

mento dei dispositivi di co- di emergenza o la logica dei tazione e riduzione dei rischi
mando, il rispetto dei princi- comandi viene modificata in- e devono permettere all'uti-
pi ergonomici, ecc.; troducendo comandi a due lizzatore finale di utilizzare
Fase 2: quando non risulta mani o dispositivi ad azione la macchina con un rischio
più possibile ridurre il rischio mantenuta. Di fatto si intro- pari a quello residuo nel mo-
secondo la Fase 1e, dunque, ducono una serie di misure mento in cui adotta tutte le
semplicemente adottando di protezione che possano ri- precauzioni, avvertenze e
soluzioni progettuali diffe- durre il rischio associato alle procedure riportate nelle
renti, è necessario ridurre il diverse situazioni pericolose stesse istruzioni. Si capisce,
rischio adottando una serie individuate sulla macchina; pertanto, come nella terza fa-
di protezioni e di misure di Fase 3: l'ultima possibile ri- se, la riduzione del rischio av-
protezione supplementari: duzione del rischio la si ottie- venga solo "in potenza" da
alla macchina originale, sulla ne con le informazioni per parte del fabbricante nel mo-
quale è stata fatta la valuta- l'uso. Nelle informazioni per mento in cui realizza le infor-
zione del rischio, vengono l'uso il fabbricante è tenuto a mazioni per l'uso e venga ap-
dunque aggiunti dei ripari riportare tutte quelle infor- plicata "effettivamente" solo
fissi e mobili, sistemi di foto- mazioni necessarie ad utiliz- dall'utilizzatore finale nel
cellule, dispositivi di arresto zare in sicurezza l'attrezzatu- momento in cui vengano

Pulizia Industriale e Sanificazione


76 APRILE 2011
adottate tutte le indicazioni zione dei rischi della propria cesso che, oltre ad essere obbli-
presenti nelle istruzioni e si macchina, nel requisito 1.1.2 si gatorio, è in grado di portare il
seguano le informazioni pre- riporta esattamente quale de- Fabbricante a costruire mac-
senti sulla macchina. ve essere la procedura per ri- chine sempre più sicure per gli
durre i rischi associati alla operatori che le utilizzeranno.
CONCLUSIONI macchina e dunque integrare Inoltre, la valutazione e l'e-
la sicurezza nella progettazio- ventuale riduzione del rischio
Lo scopo della norma è stato ne della stessa. non sono solo parte integran-
dunque quello di raccogliere in In questo senso la norma for- te del fascicolo tecnico della
un unico documento normati- nisce, in un unico testo, un aiu- macchina, ma costituiscono
vo ciò che la Direttiva macchi- to concreto per il fabbricante effettivamente il primo tassel-
ne 2006142iCE ha reso obbli- durante la progettazione della lo fondamentale per portare
gatorio rendendolo parte dello macchina, al fine di ottempera- la macchina stessa alla marca-
stesso testo della direttiva. In- re alle richieste della direttiva. tura CE.
fatti, se nei principi generali La valutazione dei rischi con-
dell'Allegato I della direttiva si nessi a una macchina e la even- Massimo Granchi,
riporta l'obbligo per il fabbri- tuale conseguente riduzione Christian Trinastich
cante di eseguire una valuta- degli stessi, è, quindi, un pro- mtm consulting S. r. l.

Pulizia Industriale e Sanificazione


78 APRILE 2011

Potrebbero piacerti anche