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HLI6U03D – Littérature italienne Renaissance –2023-24

Devoirs à rendre par courriel :


raffaele.ruggiero@univ-amu.fr

Devoirs à rendre dans pour lundi 26 février 2024

Lo studente discuta il ‘ritratto’ di Leone X proposto da Francesco Guicciardini e Paolo Sarpi.

Lione […] fu uomo di somma liberalità; se però si conviene questo nome a quello spendere
eccessivo che passa ogni misura. In costui, assunto al pontificato, apparì tanta magnificenza e
splendore e animo veramente regale che e’ sarebbe stato maraviglioso eziandio in uno che
fusse per lunga successione disceso di re o di imperadori: né solo profusissimo di danari ma di
tutte le grazie che sono in potestà di uno pontefice; le quali concedeva sì smisuratamente che
faceva vile l’autorità spirituale, disordinava lo stile della corte, e per lo spendere troppo si
metteva in necessità di avere sempre a cercare danari per vie estraordinarie (F. Guicciardini,
Storia d’Italia, a cura di Emanuella Scarano, Torino, Utet, 1981,, libro XVI, cap. XII.).

Ritrovandosi adunque Leone in questo stato quieto, estinto in tutto e per tutto il schisma,
senza alcun avversario, si può dire, (poiché quei pochi valdesi e calistini non erano in
considerazione), liberale nello spendere e donare, così a parenti, come a corteggiani et alli
professori di lettere, essausti gli altri fonti donde la corte romana suole tirar a sé le ricchezze
dell’altre regioni, pensò valersi di quello delle indulgenze (P. Sarpi, Istoria del Concilio
tridentino, a cura di Corrado Vivanti, Torino, Einaudi, 1974, libro I, cap. 4.)

Devoirs à rendre pour lundi 25 mars 2024

Lo studente esegua in italiano la parafrasi e il commento analitico della seguente lettera di


Baldassarre Castiglione

Hor io voglio pur dire questo misterio de l’haver fatto un papa absente [...]. La malignità, il
rancor, li odij, le passionj, le trestitie, le ostinationi circa le male opere di questi Signori
Cardinali hanno causato questa promotione. Che vedendo l’uno che non se potea fare papa
senza lui, l’altro il medesimo, l’altro il medesimo, certi di non voler <cedere>, più presto di
vedere il mondo in ruina che abnegare qualche suo perverso desiderio, sono de error in error
pervenutj sino a questo. [...]. Mons. de’ Medici lo propose con animo, secondo che ognuno dice,
ch’el non dovesse essere. Pur hebbe xii voti de Medici penso io per poterlo scrivere allo
Imperatore che havea voluto farlo papa. Il Card. de la Minerva che lo havea cognosciuto in
Fiandra fece una meggia predica in sua laude [...] E così accese drieto lui credo Campeggio, poi
Triultio francese, poi tutti a regata l’un de l’altro, senza saper perché, et ancor adesso non lo
sanno, ma impulsi nescio an fato, an furore an Spiritu Sancto. Basta, che credo che tuttj ne sieno
malissimo contenti: e la principal causa perché intendeno che egli è bonissimo Signore
(Lettere 917: a Giovan Giacomo Calandra, da Roma 1 febbr. 1522, t. 2, 116).

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