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Manfredi - Canto III (Purgatorio)

8) Spiega chi era storicamente Manfredi e la sua discendenza.


Figlio naturale di Federico II di Svevia e di Bianca Lancia, nipote di Costanza
d'Altavilla che aveva sposato Enrico VI, nacque nel 1232 e fu riconosciuto come
legittimo del padre. Alla morte di quest’ultimo, nel 1250, resse il regno dell’Italia
meridionale al posto del fratellastro Corrado IV, che aveva lasciato come erede un
bambino, Manfredi assunse la reggenza per quest’ultimo e si fece incoronare a
Palermo re di Napoli e di Sicilia, dopo aver fatto

9) Quale immagine delle autorità religiose ci viene offerta dal racconto di


Manfredi sulla sua morte?
Nel racconto dantesco, più che l’aspetto politico, viene evidenziata soprattutto
l’infinita misericordia divina che consente la salvezza anche a un peccatore, per di
più scomunicato. Dante intende così prendere posizione contro la Chiesa ufficiale,
che con le sue gerarchie e le sue leggi sembra ormai lontana dallo spirito evangelico
di perdono e dalla sua missione salvifica, e che invece adopera provvedimenti
religiosi, come la scomunica, a scopi politici.

10) Racconta e commenta i due momenti - profondamente diversi - della


“sepoltura” del cadavere di Manfredi.
Il cadavere di Manfredi fu sepolto ai piedi del ponte sul fiume Calore, presso
Benevento, e gli furono resi dai nemici gli onori militari con il gesto simbolico del
lancio della pietra sul tumulto; venne disseppellito e trasportato a lume spento lungo
il fiume Liri su ordine di Papa Clemente IV.

11) Giudizio degli uomini e giudizio di Dio: che idea se ne ricava dalle parole
del racconto di Manfredi sulla sua fine?
L’episodio permette a Dante di ribadire, per bocca di Manfredi, una verità dottrinale
importante: la scomunica degli ecclesiastici può essere resa inefficace dall’amore
divino; la dannazione non è automatica, soprattutto se di quell’arma religiosa si fa un
uso improprio a scopi politici e di potere.

12) Che cosa chiede quest’anima a Dante e perchè?


Manfredi, compreso il fatto che le pene purgatoriali possono essere abbreviate
tramite le preghiere dei viventi in grazia di Dio e dopo aver raccontato tutta la
vicenda a Dante, prega quest’ultimo di riferire la verità sul suo destino alla figlia
Costanza.
13) Rielaborando le tue risposte alle attività precedenti, elabora un commento
unitario al canto di ampiezza non superiore a due colonne di foglio protocollo.
All’inizio del Canto, continua il motivo inconscio del timore della solitudine da parte di
Dante; infatti, in seguito al rimprovero di Catone, che provocò una fuga generale
delle anime, il poeta sente il bisogno di accostarsi di più alla sua guida, nella
preoccupazione di essere abbandonato. Virgilio, dopo averlo rincuorato, gli ricorda
come le anime dei defunti siano di sostanza immateriale che lascia passare la luce;
ricorda al poeta i limiti della ragione umana, affermando che quest’ultima deve
arrestarsi a un certo limite oltre il quale deve subentrare la fede, necessaria per
accettare quelle incongruenze che alla ragione appaiono tali; al di là di questa
sensata accettazione c'è la follia. Il cammino prosegue sempre alla ricerca di una via
opportuna per salire, ma ai due pellegrini si oppone l'«erta roccia» inaccessibile,
paragonata al dirupato paesaggio ligure e dopo che Dante e Virgilio si sono
avvicinati alla parete rocciosa impervia e dirupata, il poeta latino appare perplesso
sulla via da seguire, si dimostra una guida sempre meno esperta e non esente
dalI’incorrere in errori di percorso. Lo trae d'impaccio Dante, quando scorge una
schiera di anime, gli scomunicati, che avanzano lentamente e che, mansuete come
pecorelle, si arrestano al richiamo di Virgilio, fornendo le indicazioni richieste. Una di
loro invita Dante a riconoscerlo: è Manfredi di Svevia che mostra le sue ferite e
racconta come, pentitosi in punto di morte, sia stato perdonato da Dio nonostante la
scomunica del papa. Dopo la morte in battaglia però, il vescovo di Cosenza, per
ordine di papa Clemente IV, si accanì contro il suo cadavere, fino a farlo
disseppellire e a farne spargere i resti fuori dal territorio del regno di Napoli. Manfredi
invita poi Dante a riferire a sua figlia Costanza questi particolari, compreso il fatto
che le pene purgatoriali possono essere abbreviate tramite le preghiere dei viventi in
grazia di Dio.

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