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ANNALI DI CHIMICA

STORIA NATURALE

E MANIFATTURE AD ESSE RELATIVE

DI L. BRUGNATELLI M. D.

SOSTITUITO ALLE CATTEDRE DI MATERIA


MEDICA E CHIMICA NELLA I. R. UNIVERSIT.
DI PAVIA, MEMBRO DELLE ACCADEMIE DI
MAGONZA IN ERFURT, LIPSIA, BERLINO,
LEOPOLDINO-CAROLINA DE' CURIOSI DELLA
NATURA DI GERMANIA , DELL' ACCAD.
D'AGRICOLTURA DI UDINE, DELL' ACCAD.
D' AGRICOLTURA , E CORRISPONDENTE
DELLA R. ACC. DELLE SCIENZE DI TORINO,
DI MANTOVA, FOSSANO, DEI GEORGOF.
DI FIRENZE, DELLA SOCIETÀ' PATRIOTICA
DI MILANO EC.

TOMO VI.

IN PAVIA MDCCXCIV.

Per gli Eredi di Pietro Galeazzi .


Con permissione.
ANNALI DI CHIMICA

STORIA NATURALE.

LETTERA
DEL SACERDOTE

DON LUIGI ASTUTO

DE' BARONI DI FAR.GIONE


A L

P. BERNARDINO DE UCRIA M.

Sulla Manna piovuta in Vicini-

L Inesatta notìzia arrivatavi sulle leggiere


pioggie di materia zuccherina caduta in Viz-
zini, svegliando in Voi l'idea della servitù,
che vi profeffai di presenza , e della mia in
clinazione per gli ftudj delle cose naturali,
non sólo vi fa ricercare un diftinto ragguaglio
di tal nuovo Fenomeno , ma il mio debole
parere ancora, per invilupparne la causa. Una
fedele, c florica descrizione dell'avvenuto Fe
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romeno baflerebbe in quefta circoftanza , es
sendo io consapevole , che il voftro savio ac
corgimento sappia diftrigare la vera cagione •
giacchè vi vedo non solamente di purgato gu-
fto per fiffatte materie , ma ancora sodo pensa
tole dei varj aspetti, e cangiamenti della na
tura . Dalla voftra semplice domanda nulla di
meno, se mal non m' appongo rilievo, che
Voi lunga pez^a versato in somiglievoli mate
rie vogliate piuttofto per titolo di gentilezza,
che per mia real sufficienza su di tali cose,
preflarmi l'onore Hi palesarvi quali fieno ì
miei sentimenti. Non potendomi in qualunque
maniera dispensare dall' ubbidirvi , mentre cor
tesemente mi obbligate a sommettere ai voftri
maggiori lumi quanto sopia ciò ho pensato ,
eccomi altrettanto pronto, quanto sono ficuro ,
che sarete per accogliere il tutto colla voftra
solita umanità , e correggerla colla voltra in
nata moderazione .
Non era ancor terminato il mese dello
scorso settembre, quando arrivò qui una nuova
d' effer fioccata nel Territorio di Vizzini col
favor de' venti Occidentali , e Boreali una
materia, che per gli analoghi eftrinseci carat
teri a quei della materia, che scorre dai Fras-
fini sublimi , Manna fi addimandava . Dagli
Amici , che me la comunicarono, effendo o
i
flato richieflo, a qual parere in tale fi ra ordi
nario Fenomeno mi foni determinato per {svi
lupparlo, facilmente mi sbilanciai nel credere,
che una tal Manna foffe un prodotto dei Vege
tabili, senza sollevarmi a rintracciarne le ca
gioni sulle nuvole . Vieppiù mi confermai in
tale opinione , quando dopo di aver dato uno
sguardo nell'intero aspetto della Ni tura , mi
sovvenne quel savio detto di MARCO TUL
LIO : Naturam ducem fi sequamur , nunquam
errabimus . Dietro tale scorta , e le innume
revoli memorie lasciateci da varj antichi Scrit
tori , non che da moltiffime Accademie, nou
trovando io verun fatto fimile al noftro, che
da taluno foffe flato attribuito alla potenza
dell' aere , e principi diverG , che con effo pos
sono vanamente combinarfi, o che ai Vulcani
se ne foffe data la cagione , senza molto efi-
tare mi determinai a credere che nel regno
vegetabile dovea inveftigarsene la cagione. A
portarmi di lancio in tal parere me ne diede
un forte impulso il più dilettevole spettacolo ,
di cui ne fui tefiimonio oculare sul finir di
agofto del 1788 . Mi trovava io in una mia
vicina Poffeffione , dove j come in un M iseo
Dentritico, vado speffo a compiere le mie se
toline meditazioni sull'onnipotenza , e sapienza
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del Creatore. Quivi andava al mio solito os
servando or l' induflria de' varj Insetti nel col-
locare le loro uova ne' più acconci fiti de' di
vertì alberi, e le loro guerre ed induftrie , ed
ora rintracciando i motivi del maggiore o mi
nor incremento e fecondità de' varj alberi , in
riguardo alla qualità di terre ; fituazione , col
tura , tagli, ed ogni altro, che non refla fino
ra baftantemente chiaro per un' esatta teoria ;
quando avvicinatomi adNun Fico, offcrvai tutta
la terra , ed i saffi sottopofli alle foglie di
quello ricoperti di una craffa materia somi
gliante al miele . Non sembrandomi allora mal
fondato il sospetto, che quella unicamente dal
Fico foffe Mata prodotta, nell'atto, che per
togliermi da ogni dubbio , facendone sàggio
sulla lingua, io mi compiaceva del dolce sa
pore niente differente da quello dello zucche
ro, ecco che a me fi presenta il più grato
spettacolo, che mai io abbia potuto godere.
Mentre li più caldi raggi del Sole sferzavano
il sereno infuocato aere di quel mese, vedo
fioccare come una pioggia di neve . All' inso
lito Fenomeno girando gli occhi altrove a de
lira , e finiflra , ed offervando , che quella
pioggia unicamente cadeva in quel tratto sot
topoflo verticalmente alla circonferenza della
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/ronda del Fico , diftefi subiro una carta , e
leccando quella bianca materia reflai dall' in-
Curro convinro , che unicamente fi sviluppava
dall'albero, e non porea attribuirli, che ad un
trasudamento dell' umore circolante nelle fo
glie, e nei rami, o ad uno scolo di zucchero
ivi trasportato da varj Insetti, che ne' mtdefimi
ospitar sogliono, ed ivi deporre le loro uova.
Altro fimil Fenomeno notai l' anno suffeguente
sotto un altro Fico, ed un Pesco, ma non
così sorprendente^ qual vi ho descritto il pri
mo, in cui per un quarto d'ora furono gli oc
elli miei ricreati dalla continuata pioggia della
dolce neve. A dirvi il veto, perchè i miei
diverti rapporti ad altri ftudj e cure non mi
danno un ozio baftante per impiegarlo alla di
lettevole scienza della Natura, fin da quel
tempo non mi ho preso la pena di ripeter
ne le ulteriori offervaz'oni o sopra altri al
beri contemporaneamente , o negli anni sufte-
guenti . Perchè limili Fenomeni però sempre
gli ho oflervato in soggetti carichi oltremodo
d'Insetti, sempre sono ritmilo sul dubbio, se
la dolce materia , che sulle foglie ritrovafi , fia
fiata trasportata dai medefimi Insetti , o fofie
il trasudamento degli alberi .
E' troppo a Voi noto, come lo confermano
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le reiterate offervazioni d' illuftri Entomologi ;
il gran magiflero degli Insetti nel propagare la
loro rispettiva specie. Come se trasportati da
idee innate, o col loro finiffimo ratto preve-
deflero il futuro grado di calore degli alberi di
specie diversa, che più fofle adatto allo svilup
po della loro specie , ivi vanno a deporre le
loro uova , dove il calore respettivo degli al
beri di specie diversa credono il più acconcio
al calore , e nutrimento neceflario pella molti-
plicazione della loro Specie. Non contenti di
quefta precauzione , come ogni Animale al
primo suo sviluppo non ha viscere proporzio
nato alla digeftione di que' cibi , che può com
portare nel suo avanzamento, hanno per mira
principale le madri d' intonacare le fieffe uova
d' una materia ' zuccherosa , quale raccolgono
nei nettar) de' fiori, e d'una pania ancora per
difenderle e dall'ingiurie dell'aere e da altri
Insetti nemici . Mi sono confermato in quefta
verità colle continue mie offervazioni , e dietro
una Memoria pubblicata nel 1784 dal Sig.
BIZZOTT, che il principal motivo, per cui
le Formiche portanti a torme sugli alberi, è la
mareria zuccherina , quale trovano attorno gli
ammafli delle uova degli Insetti , su i quali
sempre fi raggirano lambendo. Avrete infatti
oflervato, che là corrono più volentieri a fol
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la , dove gli alberi languiscono per li maggiori
ammafli d' uova d' Insetti . Quefte notizie mi
hanno sempre fatto reftar titubante, se doverli
appigliarmi piuttofto al partito di riconoscere
come unica , ed originaria causa della suddetta
materia il sugo degli flefli vegetabili concre
tato dall' azione del Sole , dopo li varj gradi
di fermentazione, che ne' loro vafi ha subito ,
od al trasporto , che ne han fatto gì' Insetti
dai fiori diverti' maggiormente, che le soprac
cennate pioggie di zucchero unicamente le ho
offervate in quegli alberi , che già divenuti in
fermi per la disordinata traspirazione, ed inala
zione delle foglie ricoperte di uova , e di spo
glie d'Insetti, non hanno in quell'anno pro
dotto alcun frutto. Le offervazioni perù fatte
in queft'anno di ecceffiva liceità e calore, non
che le rifleffioni per riguardo al tempo, nel
quale ho veduto formarfi , e cadere una specie
di zucchero , che secondo le diverse specie di
alberi, su i quali fi forma, è più o meno
bianco, più , o meno denso, e dolce, mi han
fatto determinare a credere , che la succen-
nata dolce materia unicamente fi a il trasuda
mento ecceffivo delle piante unito allo sgorgo
più abbondante del loro umore per la rottura
di alcuni vafi. Ecco come io la discorro.
IO
I tempi, ne' quali ho io oftervati Fena*
meni Cimili a quegli accaduti preffo Villini,
sono fiati snl finir d' agofto e di settembre •
tempo, in cui la terra è spogliata affatto dell'
ornamento de' fiori , dai quali unicamente gli
Insetti poffono raccorre la materia zuccherosa ,
o vogliam dirla il Miele . In detto tempo an
che fi vede sparire dagli alberi la maggior
parte degli Insetti , non trovando ne' mede-
fimi , che foglie dure, ed appaffite, dalle qua
li , come incapaci di dare sviluppo alla loro
pofterità, fuggono altrove . Non fi vedono in
quelli , che le spoglie de' gusci abbandonati
dalla loro prole , ed Insetti già formati , che
corrono piuttosto a suggere quella dolce ma
teria sopra alcuni , che hanno la natura , e so
no nelle Receflane circoftanze di più pronta
mente , ed in abbondanza produrne . A ciò
s' arroge , che ne' medefimi anni , e nell'
ifteflc Umazioni di luoghi arenofi , e di poco
fondo, ne' quali ho offervato la dolce softanza
in alcuni , ho veduto quantità di gomme pen
dere in altri, che ne portano, come ne'Sufmi,
Albicocchi , Mandorli , e specialmente pell' an
no già scorso , t'ingoiare per la sorprendente
ficcità , in cui sono periti molti rami de' me
defimi per la rottura de'vafi, e per lo Arava
II
samento dell* mucìlaginosa softanza. E' anche
da notarli , che Minili trasudamenti o Hi gom
me , o di marcrie zuccherose maggiormente le
ho offervate sopra quegli alberi paliti , che po
co , o ntun frutto han prodotro .
Prenotate quefte mie offervazioni uniformi
a mille altri de' più accurati, e pazienti Natu-
ralifti , ne deduco dalla prima, che la materia
zuccherina in vece di edere trasportata ne' meli
pih caldi dagl'Insetti sugli alberi, piurtoflo
per le leggi ftabilite dal sapientiffimo Creatore
nel conservare tutto il creato, fi prepari dagli
alberi fteffi , per nudrire tutti quegli Anima-
lucci proveduti di Probboscide , i quali per la
mancanza de' fiori in mezzo agli ardori della
fiate perirebbero per mancanza del nutrimento
loro proprio .
Ne deduco dalla seconda , che effendo ana
loghe tra loro le leggi de' Vegetabili , giacchè
a proporzione de' maggiori , o minori calori
nelle diverse Magioni di fiate, ed in ragione
diretta de' fui aridi, e cocenti, ne'quali tro-
vanfi gli alberi gommofi, trasudano maggiore ,
o minor quantità di gomme ; cosi quei , che
contengono umori più o meno zuccherini , sono
dispofti a versarli fuori nell' iftefia ragione,
e nelle medefime circofianze .
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Finalmente dall' ultima verità conferman
doti la generale teoria, che volendofi dagli al
beri frutti flraordinarj in groflezza, debbano
scaricarfi almeno della metà di quei , che hara
preso lega , lasciando a proporzione de' rami
ben diftiibuiti li frutti, che devono succhiare
quegli umori, che agli altri doveano comuni-
carfì , ne deduco una conferma della mia prò-
pofizione, vale a dire, che neceffariamente nei
maggiori calori eftivi gli alberi fituati a mez
zogiorno in terre aride, e di una leggiera pro
fondità , debbano Miliare quantità di materia
analoga alla loro natura , e quefta ne' meli di
agofto, e di settembre, ne' quali dopo li suc
ceflivi calori di primavera, ed eftate, e li dif
ferenti gradi di fermentazione , che han subito
li rispettivi umori più o meno prefto, a teno
re della natura de' loro vafi, vanno ad adden
saci, e prendere quella perfezione di dolcezza,
o denfità , quale ne' frutti più saporiti di quei
meli fi va a guOare . Accade in molti alberi ,
che o a cagione de' venti , o de' geli, o degli
Insetti , o per la natura del suolo , e fitua-
zione, e per moire altre ragioni più o menò
prefto Q spoglino de' fiori , o delle frutta già
legate . Non manca frattanto il nutrimento ,
che somminiftrano le radici alla Pianta , nè
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s' interrompono quelle circolazioni, secrezioni,
e dive» fi gradi di fermentazione , che non di
pendono dal frutto; non altro eflendo quefto,
che il recipiente , per cosi dire , de' più deli-
cati e nutritivi umori, quali dopo un lungo
giro vanno a deporre li Vegetabili per propa
gare e moltiplicare la loro specie a somiglianza
tìe?)i Animali , che per leggi uniformi metten
do in riserva la materia gelatinosa, la tras
mettono là , dove fi formano le loro uova , o
feti, per servire alla nutrizione de' nuovi indi*
vidui , come dottamente riflette , e con mag
giore eflenfione il celebre MACQUER all' Ar
ticolo Mucilagine . Or quefto umore mucila-
ginoso o zuccherino a proporzione dell' acqua
vegetabile, che lo tiene in diffoluzione , non
trovando aperti quei vali defórmi dalla natura
alla moltiplicazione degl' individui , è neceffa-
rio , che urtato dagli altri umori , che gli
ftanno dietro , e dal fuoco dell' aria interna , e
della luce , che danno moto a' medefimi , fac
cia ritorno alle radici per mezzo del libero pas
saggio : innaffiando così , ed aumentando frat
tanto li vali , ed il volume del vegetabile ,
qualora non è compiuto il neceflario sviluppo ;
© deponendo la porzione più softanziosa alle
gemme laterali , per le quali s' apparecchia il
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vegetabile alla moltiplicazione di se fteffo nei
suoi parti futuri , quando arrivato ad un Oie^
diocre sviluppo , per la maggiore rigidezza dei
vafi, fi rendono meno fljidi gli umori, ed
hanno infieme un meno libero paffiggio al di
scendere .
Non così però avviene in que' viventi'', nei
quali accade un ingorgamento , o rottura di
vali . La ''materia nutritiva in vece di diftri-
buirfi egualmente al riftoro di tutto il corpo ,
fognando, o per una speffezza cagionata dalla
mancanza di umido; o perchè trovanti in al
cune parti di quelli oli razioni e rigidità, ivi fi
offervano gì' irregolari aumenti o protuberanze j
ivi finalmente lo scolo della materia analoga
alla natura del vivente; per lo che que' sog
getti , nelle parti de' quali fimili scoli sono
soprabbondanti, languiscono, e finalmente pe
riscono con tutti lì fintomi , che indicano la
mancanza del nutrimento .
La tenacità e speffezza degli umori, o ri
gidità delle fibre ne' vafi de' Vegetabili , a ca
gione de' quali poffono avvenire i soprammen-
tovati ingorgamenti, oftruzioni, e rotture, non
poffono trovarli , che in quei fituati in tetre
leggieri, di poco fondo, ed espofle al merig
gio. Poichè da un canto dirupandoli ben pre
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fio P umidità somminiftrata nel verno a quelle
terre , e dall' alrro il Sole , che agisce più a
lungo su di effe , promovendo un più copioso
traspiro , fa di meftieri , che gli umori per
dano la loro fluid irà , fi raggirino con lentore
nella loro discesa , ingorghino ne' vafì ; e
quando giufta le circoftanze del vegetabile di-
viene eccefli va la tenacità , non potendo più
scorrere anche ne' maggiori vafi , al sopravve-
nire dell' umore ascendente , dilarandofi più
rarefatti dal caldo, ftravafino per quelle aper
ture , che ha cagionato 1' aria nello sprigio
narti , ed indi prendano col succettìvo calore
quella soda confiflenza, che miriamo nelle gom
me , e nelle softanze zuccherose di varie
Pianre .
Diverto" fatti vanno di concerto a confer
mare l'accennata teoria. Gli alberi fituati in
suolo aliai umido ed ombroso, i quali, perchè
in effi gli umori trovanfi abbondanti , e molto
acquofi , sono d'una fibra renera e laffa, arri
vano affai tardi al loro dovuto sviluppo, e
non oftante che fiano più annofi , ed in volu
me al doppio degli altri, diversamente fituati ,
sono più che avari in dar frutto , o sono af
fatto infecondi, finchè non fi allontanerà da
eflì l'acqua sovrabbondante, o non arriveranno
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ad una età troppo avanzata; giacchè gli umori
ar q ìofi per due riguardi avendo affai libero il
paffaggio in quei vati affai teneri , formano
una perpetua circolazione, che unicamente può
servire al maggiore sviluppo del volume del
soggetto .
Gli alberi , che goJono di un fondo di
ricca terra, e d'una temperata umidità, arri
vano meno tardi alla loro pubertà , perchè es
sendo più confiflente la natura de' loro umori ,
formano quafi un corpo più sodo, e perciò i
loro vafi più prelìo acquiftano una proporzio
nata rigidità \ la loro scorza diviene più prefto
dura. e perciò gli umori a proporzione de'
giorni più caldi , che succedono , spogliandoti
di grado in grado dell'umido, perchè la terra
meno ne somminiftra, e nella circolazione più
Hanno soggetti ai raggi solari tanto per la loro
minor fluidità , quanto perchè li vafi più in
duriti , e ftretti meno cedono all'azione de'
fluidi , comincia a ritardarli in modo il loro
moto, che la parte più softanziosa arreftandoli
preffo le interne pareti de' rami più sodi co
mincia a formare, e fecondare le gemme, che
per l'analogia cogli Animali sono li vafi se
minali, o le ovaje dell' ifteffe Piante. Da ciò
anche fi deduce, perchè il frutto non fi forma
quafi
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quafi mai ne' rami giovani . Forse condotto da
una fimile teoria Mons. KEAME FITGE.
RALD , non potendo più soffrire, che diveifi
Sjfini , Ciliegi , e Meli piantati ( com' egli fi
esprime ) in ricchiflìmo fondo , ed espolli al
Nord, andaffero sempre luflureggiando in rami
e fronda senza mai produrre trutta nell'età ,
in cui doveano darne abbondantemente, pra
ticò la seguente esperienza sopra gli fteflì .
Fece circa la metà d'agofto alla diftanza di
tre pollici due circolari incifioni sopra i prin
cipali rami de' suoi alberi , di maniera che
tiratane una perpendicolare tra due , diftaccò
interamente tte pollici di scorza, ed indi ri
mettendola dopo una quarta d'ora nell' ifteffa
Umazione in ciascheduno, la legò esattamente ,
slegandola circa dopo un mese, quando fi ac
corse , che cominciando a gonfiare , diede in
dizio della perfetta riunione . Riuscì con que
fto metodo infatti al Sig. KEANE di veder
carichi di frutta quei suoi rami nella seguente
fiagione, sebbene, com'egli soggiunge, cor.
refie in generale una cattiva annata pe' frutti.
Replicò 1' ifteffa esperienza al principio dell'
agofto seguente sopra diverti alberi giovani, e
gli riuscì come prima a seconda de' suoi voti .
Gli alberi finalmente fituati in suolo di
Ann.diCbim.T.VL B
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poco fondo, ed arido, e molto più quegli es-
pofti al meriggio, ben prefto arrivano al loro
intero sviluppo, reflano nani • danno preflo il
loro scarso frutto - indi cominciano a moftrare
la loro vecchiaja , e le loro oftruzioni col co-
prirfi di gomme , o di altra materia analoga
al sapore del frutto ; in seguito a divenire
scirrofi , tarlarli , e finalmente perire.
Non crediate già , rìimabiliffimo Amico ,
che io mi fia allontanato dal mio argomento,
e che dovendo scrivervi sopra la softanza zuc
cherina , mi fià lasciato trasportare dalla Fifi-
ca degli alberi . Ho Rimato neceflario il pre
notare fimili oflerva/ioni per occorrere alle ob
biezioni , che potrebbero venire in mente a
ciascheduno , e pr incipalmente fi produrrebbero
da quei , i quali avendo adottato altre dot
trine per ispiegare il noflro Fenomeno, riget
terebbero qualunque altra maniera di pensare .
Concerto, dicon' eglino, che la soflanza zuc
cherina porti formai fi dal trasudamento eccita
to, ed indi arreftato, ed ispeflìto dall' eccertìvo
calore solare in alcune specie di Vegetabili,
perchè non s' oflervano gl'ifterti Fenomeni sotto
il medefimr» clima , e ftagione , ed in tutti i
Soggetti dell' irteffa specie ? Da quanto sopra
ho (limato premettere , vi accorgerete , come
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facilmente poffo dedurne le ragioni per invilup
pare 1' accennato Fenomeno , e dare infieme
rispofta a quefia , ed ogn' altra oggezione , che
potrebbe farfi . Le materie gommose, re fin ose ,
o zuccherine non efìendo altro , come vi ho
sommefio , che la parte più softanziosa deltina.
ra al softentamento , ed alla moltiplicazione
del'a rispettiva specie, non venendj quefie
Sufficientemente sciolte in un' acqua propor
zionata , che manca a' Vegetabili fituati in
fondi arHi ed espofti al meriggio , e perciò
di una teffitura rigida, e forniti di vafi oftrut-
ti, facile è il concepire, come non potendo
poi l'ascendente umore discendere liberamente,
o dtramarfi nelle ovaje , le quali per l'ifteffo
vizio negli umori , e per la maggiore delica
tezza de' loro vafi, sono le prime ad oftruirfi ,
e perire, debba quello trasudare , o ftravasare
per le foglie , e rami degli accennati soggetti
soggiornanti in fimili fondi piuttofto , che al
trove, e più, che in altri, in quegli anni
notabili per la scarsezza delle pioggie , e per
li calori della fiate . Per autenticare la verità
di fiffatte teorie, benchè io abbia seguite le
luminose tracce de' piìi recenti Fifiologi Natu-
ralifii , non è però di dar loro il vanto di
effer fiati gli autori dell'ingegnosa spiega, giac-
B i
zo
chè il cel. Pietro VAN-MUSSCHEMBROEK
nel Cap. 39 §. izzz del T. 2 della sua Fi-
fica compendiata ne diede i primi lumi , fa-
cendo preffo a poco la ftefla descrizione di
quefti zuccherofi vapori sollevati dall' energia
solare in qualche altezza dell'atmosfera, quali
coll' innato peso tendendo al bario, e coll' im
provviso scuotimento de' venti cadono poscia a
terra . Per fedeltà appongo qui il tefio : Quunt
ae/iate sol vebementer calefacit arbore* , &
berbas , elevantur ex bis quoque olea , quae
decidua in ferrar» confìituunt rorem oleosum ,
vel meiìeum : kie lapsus in aquam natat in
eius superficie, quam pìnguem redditi Vidi
bune plerumque ante merìdiem diebus fervidis'
ftmis decidile , sei in locist in qui bus arbores
erant confitae.
Ma per rendere più soddisfacente la solu
zione del Fenomeno mi sembra in qualche
maniera neceffario 1' additare quali alberi prin
cipalmente abbiano potuto somminiftrare una
copia sì grande di Manna , che replicatamente
e per lo spazio anche di un' ora e mezza fi fe'
Vedere nelle contrade di Vizzini . A tale og
getto flimo servirmi ancora delle autorevoli
parole de! famoso Sig. FOURCROY, il quale
nel T. g delle sue Leeoni di Storia Naturale
li
e dì Chimica , parlando della Manna , cesi fi
esprime : ,, Vi sono alcuni sughi , che colano
dalle piante , e che hannp il sapore dello
„ Zucchero . La Manna , ed il Net rare sono
„ di quefla specie . La Manna è prodotta dalle
„ foglie del Pino , della Quercia , del Gine-
pro, del Fico, del Salcio, ec. Il Fraffino,
„ che abbonda nella Calabria e Sicilia , som-
„ miniera quella di Commercio . Efla, cola
„ naturalmente da quefti alberi, ma se ne ot-
„ tiene una maggior quantità facendo delle
incisioni alla loro corteccia '*. Tra le varie
specie d'alberi manniferi noverati dal sullo-
dato Sig. FOURCROY tre potrei additarne
senza tema di errore , che abbiano potuto som.
miniftrare quelle dolci pioggie, che formano
il noftro oggetto , cicè le Quercie , i Salci , e
principalmente i Fichi . O boreali fiano flati i
venti , che le portarono , come afferisce in
una sua Memoria il Sig. D. Gaetano LA PI
RA, o pure occidentali inrerrotti da qualche
boreale , come afferma il Rev. Canonico D.
Giovanni CANNIZZARO pubblico Lettore di
Filosofia nel Real Collegio del iftefla C'ftà dì
Vizzini io una sua Lettera piena delle, p'ù
saggie rifleffioni diretta a quefto mio Fratello
Barone di Fargione, inclino più a credere.es-
B 3
za
sere flati li Fichi 1' orìgine primaria , e piò
ricca del Fenomeno. Primieramente perchè fa
cendo rifleffione sulla quantità dell'accennata
Manna, che cadde alla mia presenza, ed an
che giorni prima era caduta da un solo albero
di Fico, vedo che duecento soggetti dell'iAes-
sa specie sarebbero flati più che sufficienti a
produrre i Fenomeni accaduti di seguito in
Vizzini . Che il Fico Cu il più fecondo in pro
durre 1 la mentovata materia , ce ne dà una
conferma anche la natura del suo frutto il più
zuccheroso tra tutti quei , che conosciamo
nella noftra Isola . Di Ficheti poi dovete im-
maginarvene una prodigiosa quantità intorno a
quelle Contrade di Vizzini, che mirano 1* Occi
dente 5 e Settentrione , trovandosene coperti
oltre alle vicine Campagne di detta Città lì
Territori di Licodìa, Grammichele, Mineo, e
Militello , ne' quali fi offervano anche molte
riviere piantate a Salci ; ed ali* Occidente nel
Territorio di Caltagirone un Bosco intero di
Quercie. Tutti quefti alberi con parecchi altri
effendo dispofli di loro natura a trasudare della
Manna più o meno dolce • ftraordinanamente
per le ragioni sopra addotte nell'anno già scor
so , fingolare per gli ecceflivi calori adattati
sii' addensamento d'ogni prodotto vegetabile,
doveano produrne una quantità tanto grande ,
che fu sufficiente a cagionare replicatamente
quel Fenomeno per noj Angolare dopo eflere
fiala la suddetta Manna sollevata, trasportata
e finalmente abbandonata in varj luoghi dalla
combinata influenza de' venti, I' unione de'quafi
è troppo a Voi noto, quali effetti in ogni tem
po han cagionato nel trasportare ad immense
diflanze li prodotti Vulcanici.
Lascio qui sotto il voftro savio giudizio il
decidere se fia più plaufibile la spiegazione da
me presentata, o quella, che taluno ha pen
sato produrre per via di principi aerei dedorti
dalle luminose sperienze del Sig. LAVOI
SIER , dalle quali risultando, che lo Zucchero
alrro non fia , che un compofto di otto parti
d' Idrogene , seflantaquattro parti di Officene ,
e di ventotto di Carbone , quali principi eli
ftono nella noftra Atmosfera , ne ha tirata la
conseguenza , che un giuoco d' aria combi-
nando nelle date proporzioni gli additati prin
cipi, c' abhia succeffi vamente in tre giorni rap
presentato rifleffo Fenomeno. Da canto mio,
per quanto sublimi riconosca le vie tenute dai
detti Signori, altrettanto le vedo pericolose, e
sproporzionate ai miei vanni. Le temo quanto
le temerebbero, se roTiaflero in vita li disgra
ziati Fratelli di MOMTGOLFIER . V.rie
sono le difficoltà , che incontro in fimile spie-
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gazione ; e Voi, che fiere più illuminato di
me, ne scorgerete da vantaggio. Riconosco
nell'aria i principi della maggior parte dc'no-
Ari alimenti ; ma deve confeffar meco chiun
que , che la natura ce l'ha sempre presentati
sotto diverfi aspetti , dopo d'aver loro fatto
subire . infinite combinazioni per via de' corpi
organizzati. Nelle Canne del Bambou però,
nelle Cannamele, nel Larice, nelf Alhagi ,
nell' Aoero Canadiano , e nel Fraffino panico-
larmente , e generalmente poi nelle softanze fa
rinose della più parte de' Vegetabili , offervo ,
che la benefica mano della natura più o meno
abbia diftribuite le materie zuccherose , onde
non d' altro fonte credo ragionevole doverfi
ripetere. Che poi fia il contatto dell' aere quel
lo , che renda dolce il liquore delle accennate
Piante , come fi avvisano detti Signori seguaci
della dottrina di LAVOISIER , i quali vo
gliono far entrare l'aria dappertutto, come do
mina dappertutto la moda , non pofib affatto
persuadermene . L' aria per quefii Signori è
sempre carica degli fleffi principi , ed in ogni
tempo, trattane la proporzione. Confeffo, che
1' aria è sparsa e dentro e fuori li corpi orga
nizzar?. ConfefTar devefi però, che coll'iftefla
enerva , non che colle iftefle leggi , ed in
ogni tempo deve agire su i Vegetabili. Do
mando io dunque a quefti Signori , che cre
dono * raddolcirti il sugo del Fraflìno soltanto
al contatto dell'aria eflema, perchè non egual
mente fi raddolcisca al contatto dell' aria in-
terna , come accade nelle Canne da Zucchero?
Forse che l'aria, la quale circola attorno i
Fraflini , può riguardarfi non dotata e non so
praccarica degli (lefli principi ? Perchè poi quefti
sughi devono divenir dolci in tempi divertì,
effendo più o meno dolci le parti inferiori
delle Cannamele a misura che van crescendo,
e non divenendo dolce Tamaro sugo del Fras-
fino, che dopo d'aver subito l'azione de' mag
giori calori , come accade nel caudico latte
del Fico, e nella maggior parte delle frutta?
Forse che P aere in maggio , o altro mese
non è egualmente carico di offigene, quanto
nel mese di agofto, o settembre? A dirvi il
vero, in limili loro raziocinj mi sembra di
poter ravvisare piuttofto il loro talento , che
la verità . Se a quefli Signori foffe noto , che
annualmente secondo le poche esatte notizie
della "California cada ivi coftantemente della
Manna nei mefi di aprile, maggio, e giu
gno sulle foglie delle Canne, prenderebbero
un forte argomento per afficurare la loro pro-
pofizione, che immediatamente nell'atmosfera
poflano lavorarfi dalla natura soflanze zucche
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rose, c se ciò non accade sotto li differenti
climi a noi noti , ciò avvenga , perchè non
poffino coftantemente combinarti nelle già date
proporzioni 1' Idrogene , l'Offigene, ed il Car
bone, come nell'aria della California. Dalle
ifteffc inesatte notizie però , che ci sono arri-
vate da quella gran Penisola ( non avendo io
finora potuto avere a mani la compita Moria
della medefima fatta dal Sig. Ab. CLAVI
GERO ) , ne deduco una conferma al mio ar
gomento , cioè , che la surriferita Manna fia
il trasudamento delle mentovate Canne a noi
ignote , e non già un parto dell' aere • giacchè
se quefto fofte, fi troverebbe la Manna e sulle
pietre, e su gli altri Vegetabili, e non già
solranto sulle nominate Canne . Eccovi sod
disfatto sulla prima voftra domanda , ma forse
tediato degli errori, che ho potuto commet
tere nell'ubbidire alla seconda. Comunque fia,
defiderando un compenso della mia fatica, non
d'altro yi prego, che di suggerirmi schietta
mente il voftro giudizio , non che di conti
nuarmi i voftri grati comandi , mentre pieno
della dovuta venerazione sono
Da Noto li 15. Gennajo 1793.

Dìvmo ebblmo Servici• ed jim'tc»


Sac. Luigi Astuto .

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