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Agosto 2023
PROGETTO Maggio 2016
PROGETTISTI FIRMA
e3 STUDIO
DI CAPELLINO E ASSOCIATI
ENGINEERING ENVIRONMENT ENERGY
Dott. Arch. DANIELE BORGNA
339 31 31 477 daniele.borgna@e3studio.it
STUDIO SINTESI
INGEGNERIA E PAESAGGIO
Via Mongrando, 41/a
10153 Torino
011/6598961
stefano.assone@studio-sintesi.com
COMMITTENTE FIRMA
EDISON Spa
Foro Buonaparte, n. 31 - 20121 Milano
Partita IVA 08263330014
02/6222.1
www.edison.it
Relazione integrativa
SOMMARIO
1. PREMESSA ................................................................................................................... 2
2. ELENCO ELABORATI ................................................................................................... 3
3. OSSERVAZIONI ............................................................................................................ 5
1. PREMESSA
- apertura del canale derivatore nel tratto a monte della S.P. 166;
2. ELENCO ELABORATI
21 Piano di dismissione delle opere con stima dei costi di dismissione Sostituisce
21.1 Planimetria delle opere di dismissione Nuovo
22 Piano finanziario delle opere progettate e attestazione di credito Sostituisce
22.1 Computo metrico estimativo e sezioni di scavo Nuovo
23 Documentazione fotografica e fotoinserimenti Sostituisce
24.1 Valutazione di impatto acustico - Relazione integrativa Integra
25 Report di monitoraggio ex-ante Nuovo
26.1 Relazione forestale integrativa opere di mitigazione e compensazione Integra
27.1 Relazione paesaggistica integrativa Integra
27.2 Elaborato comparativo Nuovo
28 Cronoprogramma dei lavori Sostituisce
29 Scheda del catasto delle derivazioni idriche Sostituisce
30 Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo Nuovo
31 Piano di monitoraggio e manutenzione delle scale di risalita Sostituisce
32 Piano di monitoraggio ambientale Sostituisce
33 Particolari costruttivi delle difese spondali Nuovo
34 Planimetria delle nuove aree sommerse Nuovo
S1.1 Integrazioni allo Studio di impatto ambientale Nuovo
3. OSSERVAZIONI
Integrazione 1
Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 14/R del 27/12/2021, “Disposizioni
per l’implementazione del deflusso ecologico”, abroga il D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007.
Con il nuovo Regolamento Regionale, il deflusso minimo vitale è sostituito da deflusso
ecologico. Inoltre, il D.P.G.R. 14/R del 27/12/2021 stabilisce per ciascun Corpo Idrico
classificato i coefficienti ambientali ed il fattore di modulazione. In particolare, la
modulazione prevista dal nuovo Regolamento Regionale è stabilita su base temporale
mensile, come previsto dal’abrogato D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007 per la modulazione
di tipo B.
Per quanto sopra espresso, il progetto è adeguato al nuovo Decreto del Presidente
della Giunta Regionale 14/R del 27/12/2021, adeguando il calcolo del deflusso
ecologico ai fattori ambientali e prevedendo la modulazione temporale su base
mensile.
La successiva Tabella 1 riporta i valori mensili di deflusso ecologico del fiume Toce
nella sezione di presa in progetto.
Integrazione 2
Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 14/R del 27/12/2021, “Disposizioni
per l’implementazione del deflusso ecologico”, abroga il D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007.
“Art. 11 (Controlli)
1. Il controllo del rispetto degli obblighi di rilascio di cui al presente regolamento è
effettuato dall'autorità concedente attraverso una misura diretta della portata
istantanea immediatamente a valle della derivazione, eseguita con modalità conformi
alle norme ISO vigenti o a prassi idrometriche riconosciute.
2. Il controllo del rilascio della portata a gradini, realizzato attraverso apparati mobili
ad esso finalizzati, è effettuato mediante il semplice riscontro visivo dell'asta
idrometrica di cui gli stessi sono dotati o di dispositivi che consentono di controllare i
livelli idrici o attraverso la verifica del posizionamento degli organi di rilascio.
3. Nel caso in cui la derivazione sia dotata di un misuratore in continuo delle portate
rilasciate, i dati registrati sono conservati per almeno cinque anni a disposizione
dell'autorità concedente.”
Nel caso specifico, il deflusso ecologico è modulato su base temporale (rilascio della
portata a gradini), ai sensi del D.P.G.R. 14/R del 27/12/2021, ed il rilascio è gestito
attraverso apparati mobili (sbarramento mobile e paratoie di presa). Pertanto, in
ossequio al comma 2 dell’articolo 11, il controllo è effettuato mediante riscontro visivo
dell’asta idrometrica.
A tal fine, a monte dello sbarramento, tra l’opera di presa e l’imbocco del passaggio
per l’ittiofauna, in sponda sinistra orografica, è installata un’asta idrometrica che indica
il livello idrometrico rispetto alla massima altezza dello sbarramento mobile.
Affinchè l’asta idrometrica sia visibile dalla sponda per agevolare la lettura da parte
degli Operatori incaricati, essa è intallata su di un palo verticale in acciaio infisso alla
base del paramento della scogliera, leggermente allontanato dalla sponda.
Gli imbocchi del passaggio artificiale per l’ittiofauna in destra e del passaggio per i
natanti in sinistra sono fissi, così il livello idrometrico letto sull’asta risulta univoco.
Come indicato, l’asta idrometrica indica il livello idraulico rispetto alla massima quota
della soglia mobile, così, qualsiasi regolazione della traversa gonfiaibile può
esclusivamente provocare un aumento del rilascio. Mentre, risulta impossibile
sovrastimare il rilascio rispetto alla lettura idrometrica sull’asta.
Il livello idrometrico di rilascio del deflusso ecologico è definito sulla base della
massima altezza di gonfiaggio dello sbarramento mobile. Per i tre valori di
modulazione temporale del deflusso ecologico sono calcolate altrettante altezze
idrometriche.
L’eventuale abbassamento parziale dei tre tronchi di traversa mobile gonfiabile può
esclusivamente incrementare i rilasci. Inoltre, l’altezza degli sbarramenti mobili è
diminuita esclusivamente in condizioni di elevata disponibilità idrica, che prevede il
raggiungimento della massima capacità produttiva della derivazione idroelettrica in
progetto.
Integrazione 3
Integrazione 4
L’asta idrometrica è installata tra l’opera di presa e l’imbocco del passaggio per
l’ittiofauna, in sponda sinistra orografica ed indica il livello idrometrico rispetto alla
massima altezza dello sbarramento mobile.
L’asta idrometrica è leggibile dal piano presente tra la presa idroelettrica ed il tratto di
passaggio artificiale per l’ittiofauna ancora da realizzare (in progetto). Tale area è
raggiungibile attraverso la passerella realizzata sull’imbocco di presa, per la gestione
del paratronchi.
Affinchè l’asta idrometrica sia visibile dalla sponda per agevolare la lettura da parte
degli Operatori incaricati, essa è intallata su di un palo verticale in acciaio infisso alla
base del paramento della scogliera, leggermente allontanato dalla sponda.
Integrazione 5
La soglia fissa di ancoraggio dei cuscini gonfiabili è realizzata a monte delle palancole
che chiudono la struttura esistente della briglia del ponte. La soglia fissa in progetto è
formata da una piccola platea in cemento armato e verso monte presenta un taglione
antisifonamento, anch’esso in cemento armato, infisso nel terreno di fondazione.
Nell’elaborato progettuale 5 “Fascicolo sullo sbarramento” è dimostrata la stabilità
della struttura nella propria indipendenza dalle opere circostanti.
Nel merito del cantiere, la struttura fissa di ancoraggio della traversa mobile è
realizzata a conci attraverso la formazione di ture di cantiere, sbarrando metà alveo
per volta.
Tutte le ture di cantiere sono realizzate con materiale incoerente d’alveo. La sommità
delle ture è realizzata alla quota di 205,30 m s.l.m., 0,50 m più elevate della massima
quota di ritenuta dello sbarramento mobile. Il materiale utilizzato per le ture di cantiere
è selezionato per avere un diametro medio non superiore a 117 mm, affinchè ne sia
assicurata l’asportazione con una tracimazione massima di 1,00 m.
Integrazione 6
Al canale di adduzione è stato aggiunto uno scarico per lo spurgo dei sedimenti.
Lo scarico è posto a monte delle griglie di pulizia fine della portata di alimentazione
delle macchine idrauliche, appena prima dei gargami per l’inserimento dei panconi.
Lo scarico di fondo del canale di adduzione è regolato da una paratoia piana, larga
4,00 m come lo scarico stesso. Il canale di scarico si sviluppa interrato principalmente
parallelo alla centrale idroelettrica e restituisce i sedimenti al fiume Toce attraverso
un’apertura nella scogliera di sponda compresa tra il passaggio per l’ittiofauna e lo
scarico delle turbine.
Per agevolare l’accumulo localizzato e l’allontanamneto dei sedimenti, in
corrispondenza dello scarico, il fondo del canale di adduzione è abbassato per formare
un gradino appena a monte dei gargami per i panconi. Eventualmente, l’installazione
di un singolo modulo dei panconi può ulteriormente favorire l’evacuazione dei
sedimenti mantenendo comunque attiva la produzione idroelettrica.
Integrazione 7
Allo scopo di impedire la messa in pressione del canale di derivazione sono state
apportate alcune modifiche al canale stesso e al contesto intorno alle due sponde
rispetto alla soluzione progettuale iniziale.
La porzione di canale a monte della strada provinciale SP166 è stata aperta ed ai lati
è stato realizzato un piccolo terrapieno per evitare che la piena raggiunga l’opera di
adduzione. Allo stesso scopo, presso l’opera di presa è prevista la realizzazione di un
muro di sponda e l’installazione di paratoie con tenuta su 4 lati. Questa soluzione
permette di mettere in sicurezza il canale di adduzione rispetto alla piena del fiume
Toce.
Come indicato, la modifica al canale di derivazione comporta anche lo spostamento
delle paratoie dal termine del canale di adduzione alla presa per isolare dal punto di
vista idraulico l’opera di derivazione.
Integrazione 8
A valle della Strada Provinciale 166, nella centrale idroelettrica, gli organi di
regolazione della portata sono rappresentati dalle turbine idrauliche. Infatti, esse non
hanno bisogno di ulteriori dispositivi di manovra, poiché le pale del distributore e della
girante sono in grado di regolare e chiudere il passaggio idraulico.
I panconi, per l’installazione dei quali sono previsti i gargami a monte ed a valle delle
turbine, servono esclusivamente per la manutenzione delle turbine. Infatti, quando
viene smontato il blocco della turbina internamente alla centrale, risulta necessario
chiudere i flussi, poiché la fossa che contiene le macchine è più profonda dei livelli del
fiume Toce sia a monte sia a valle.
Sia le botole del solaio di copertura sia la porta di accesso al vano scala della centrale
idroelettrica sono stagne e pertanto la centrale rimane isolata. L’aerazione del locale
produzione avviene attraverso aperture grigliate sul solaio di copertura del vano scala,
a quota ampiamente maggiore dei livelli di piena duecentennale del fiume Toce.
A valle del ponte di Migiandone, la piena del fiume Toce interessa l’area golenale in
sinistra orografica principalmente come flusso di rientro della portata esondata a monte
dell’opera d’arte. Pertanto, in corrispondenza della centrale idroelettrica, l’area in
sponda sinistra può risultare allagata, ma la corrente possiede sia bassa velocità sia
limitata energia.
Integrazione 9
La chiusura di monte del canale di adduzione risulta efficace in tutti gli scenari di piena
analizzati, sia a monte sia a valle del ponte di Migiandone.
Integrazione 10
Integrazione 11
Alla luce di quanto indicato, i livelli delle tre condizioni operative della richiesta
integrativa sono calcolati considerando progressivamente le tre soglie di rilascio del
deflusso ecologico modulato, secondo lo schema della successiva Tabella 3.
Nella tabella sono rispettivamente indicati i valori di portata disponibile nel fiume Toce,
deflusso ecologico e portata derivabile dall’impianto idroelettrico in progetto.
I livelli nel canale di adduzione sono calcolati come indicato nell’elaborato progettuale
2 “Relazione tecnica”. In particolare, la verifica del canale di adduzione prevede la
definzione delle perdite di carico in corrispondenza dei seguenti nodi idraulici:
- paratronchi
- soglia di presa
- griglia di pulizia
La verifica dei livelli principia dalla quota idrometrica presente a monte della traversa,
variabile in funzione del rilascio secondo il seguente schema:
- DE1 = 9,847 m3/s Hw = 204,924 m s.l.m.
- DE2 = 14,067 m /s 3 Hw = 204,959 m s.l.m.
- DE3 = 25,321 m3/s Hw = 205,040 m s.l.m.
I corrispondenti livelli idrometrici allo scarico sono determinati con il codice di calcolo
HEC RAS nell’ambito delle verifiche idrauliche del fiume Toce riportate nell’elaborato
progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica”. I livelli allo scarico dell’impianto
idroelettrico in progetto sono riferiti alla sezione 16 del modello idraulico.
Integrazione 12
Integrazione 13
La portata derivata dall’impianto idroelettrico è misurata per via indiretta sulla base
della potenza elettrica misurata ai morsetti di ciascun generatore e del salto idraulico.
La potenza elettrica è misurata attraverso un wattmetro, mentre il salto idraulico è
determinato per differenza dei livelli a monte ed a valle della turbina, rilevati con due
idrometri ad immersione installati in tubi camicia per la protezione meccanica degli
stessi. Gli idrometri ad immersione sono installati rispettivamente nel bacino di carico
ed in corrispondenza della bocca di scarico di ogni macchina idraulica.
Integrazione 14
Il calcolo dei valori della curva di durata delle portate è esplicitato nell’elaborato
progettuale 3 “Relazione idrologica”. L’analisi idrologica delle portate del fiume Toce è
compiuta per similitudine idrologica.
La stima dei deflussi del fiume Toce è basata sui dati misurati dal SIMN e dall’ARPA
Piemonte con la stazione idrometrica di Candoglia, poco a valle della sezione di presa
in progetto, riportati nella successiva Tabella 5.
Le portate medie dell’ultima riga della Tabella 5 sono calcolate come media di tutti i
valori disponibili riferiti alla medesima durata.
Dalle portate sono ricavati i corrispondenti valori di contributo spefico, come riportato
nella Tabella 6 che segue. Il bacino imbrifero del fiume Toce con sezione di chiusura
presso la stazione idrometrica di Candoglia ha un’estensione di 1˙532 km2.
Grafico 1: Curva di durata delle portate specifiche del fiume Toce a Candoglia
Le portate naturali del fiume Toce nella sezione di presa in progetto sono definite
considerando i medesimi contributi specifici calcolati per la stazione di misura di
Candoglia. Il bacino imbrifero del fiume Toce con sezione di chiusura presso la presa
idroelettrica in progetto ha un’estensione di 1˙496,7 km2.
La seguente Tabella 7 riporta la curva di durata delle portate naturali del fiume Toce,
definite per similitudine idrologica, nella sezione di presa idroelettrica in progetto.
250,000
200,000
150,000
Q (m3/s)
100,000
50,000
0,000
0 50 100 150 200 250 300 350
Durata (gg)
Grafico 2: Curva di durata delle portate del fiume Toce
nella sezione di presa in progetto
Integrazione 15
Integrazione 16
L’impianto idroelettrico in progetto è dotato di due turbine Kaplan identiche tra di loro.
Il calcolo della potenza delle due turbine instalate è riportato nell’elaborato progettuale
2 “Relazione tecnica”.
Di seguito, per semplicità di lettura, si riporta il calcolo della potenza installata
attraverso l’espressione:
𝑃 =𝜂⋅𝛾⋅𝑄⋅ℎ
dove
- P potenza;
- = 88% rendimento;
- = 9,81 kN/m3 peso specifico dell’acqua;
- Q = 55,000m3/s portata massima della singola turbina;
- h = 4,83 m salto idraulico.
Ciascuna delle due turbine ha una potenza meccanica di 2˙293 kW, per una potenza
complessiva installata nell’impianto idroelettrico di 4˙586 kW.
Integrazione 17
Integrazione 18
I meccanismi motore sono costituiti dalle due turbine Kaplan. Pertanto i peli morti a
monte ed a valle sono rappresentati da:
- livello idrometrico nel bacino di carico delle turbine, a valle della griglia di
pulizia;
- livello idrometrico allo scarico delle turbine, a valle del diffusore.
Sia il livello di monte sia quello di valle non sono univoci, ma dipendono dalla portata
disponibile, dal valore modulato di deflusso minimo vitale e dalla portata derivabile.
Non potendo calcolare un valore univoco, il salto idraulico è definito come media
pesata dei salti idraulici relativi alle singole portate della curva di durata.
Rispetto alla stesura originale del progetto, il salto idraulico è cambiato per i seguenti
motivi:
- diverso livello idrometrico nel fiume Toce per l’applicazione del deflusso
ecologico modulato;
- differente geometria del canale di adduzione (precedentemente flussi
separati tra le turbine, mentre nella nuova stesura il canale è univoco);
- spostamento verso valle dello scarico per la presenza del nuovo passaggio
per l’ittiofauna della briglia del ponte di Migiandone;
- movimentazione del materiale d’alveo per accogliere la restituzione
spostata.
Il salto idraulico con la portata massima permette di calcolare la massima potenza delle
turbine idrauliche, nonché consente di definire la potenza di picco della derivazione.
I due valori indicati del salto idraulico sono esplicitamente calcolati nell’elaborato
progettuale 2 “Relazione tecnica” e corrispondono rispettivamente a:
- salto idraulico medio 5,14 m
- salto idraulico con portata massima 4,83 m
Come indicato in precedenza, il salto idraulico medio è definito come media pesata dei
salti idraulici relativi ai singoli valori di portata della curva di durata. Pertanto, per il
salto idraulico medio non è possibile individuare e rappresentare i corrispondenti livelli
idrometrici.
Integrazione 19
Nella derivazione idroelettrica in progetto non sono presenti soglie idrauliche che
determinano un salto riconducibile ad uno stramazzo od un risalto idraulico. Tali
situazioni genererebbero una perdita di salto idraulico e di produzione considerevole
rispetto alla generazione energetica attesa.
In questi casi, il paragrafo 2. della parte A dell’Allegato B del D.P.G.R. 7/R del
28/06/2007 prevede:
“È comunque consentito l’impiego di qulunque altra tecnologia purchè soddisfi i
requisiti di precisione della misura di cui al successivo punto 9.”
Integrazione 20
Integrazione 21
Integrazione 22
Nel caso specifico la derivazione deve fisicamente superare l’ingombro formato dalla
struttura del ponte di Migiandone con il relativo terrapieno stradale in sinistra
orografica.
Si ricorda che il progetto iniziale che comprendeva una scala di rimonta dell’ittiofauna
integrata nell’impianto idroelettrico restituiva ancora più a monte (circa 40 metri).
A seguito della recente realizzazione del passaggio per l’ittiofauna della briglia del
ponte di Migiandone nell’ambito del Progetto IdroLIFE il progetto idroelettrico, come
richiesto espressamente in sede di Conferenza dalla Provincia di V.C.O., è stato
adeguato alla nuova configurazione venutasi a creare. Di conseguenza il punto di
restituzione è stato portato appena a valle della struttura della scala di rimonta
dell’ittoifauna per non interferire con le opere appena realizzate con fondi pubblici.
Quindi inevitabilmente la restituzione dell’impianto è dovuta essere traslata a valle,
nella misura dell’ingombro della scala recentemente realizzata.
Integrazione 23
Va precisato che il SIN ricade essenzialmente sull’alveo del Fiume Toce e non sui
terreni adiacenti i quali vengono in ogni caso indagati.
Una prima fase di indagine ha quindi riguardato sia le aree interne al SIN con l’analisi
di n.3 campioni superficiali che quelle esterne alla perimetrazione con n.10 carotaggi
alla profondità di 2 m con 3 campioni cadauno per complessivi 30 campioni. Tale
campagna si è svolta nel periodo settembre / ottobre 2019.
Gli Enti coinvolti ovvero il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, la provincia del Verbano Cusio Ossola Settore II Servizio Rifiuti e Bonifiche e
ARPA Piemonte, hanno pertanto valutato le risultanze delle analisi eseguite.
A seguito di tali valutazioni ARPA ha ritentuto adeguata l’attività di caratterizzazione,
non ha evidenziato criticità ambientali e ha ritenuto non necessaria una valutazione
del bioaccumulo.
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, verificati i contributi tecnici, ha
ritenuto non necessaria la formulazione di una propria valutazione.
Come disposto in sede di Tavolo Tecnico tenutosi presso gli Uffici della Provincia del
Verbano Cusio Ossola in data 28/07/2020 (rif.prot. 12715 del 28/07/2020) si
rimandano infatti le procedure di:
- caratterizzazione dei terreni
- valutazione del rischio
- eventuale elaborazione del progetto operativo di bonifica/messa in
sicurezza permanente
alla successiva fase autorizzativa ovvero a seguito della definizione della graduatoria
relativa alla Concorrenza di cui al Regolamento Regionale 29/07/2003 - 10/R.
Integrazione 24
Si predispone il piano di utilizzo delle terre da scavo di cui al D.M. 161/202, elaborato
30 “Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo” a firma del geologo Dott. Luca Arione.
Integrazione 25
La valutazione della modifica della temperatura e della velocità dell’acqua nel bacino
a monte dello sbarramento mobile è riportata nell’apposito capitolo di Analisi della
lacustrizzazione nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.
Temperature
Dalle analisi condotte si evince che la variazione di temperatura nel tratto a monte
della briglia in seguito all’inserimento dell’impianto risulta trascurabile.
Velocità
Per quanto riguarda le velocità, nelle sezioni a monte della captazione simulate (dalla
n.3 alla n. 9), queste, in post operam, risultano:
• in condizioni di portata media annua, sempre inferiori al 37% (massima %
riscontrata nella sezione 6) rispetto all’ante operam con un minimo del 21% alla
sezione 9;
• in condizioni di portata minima annua, risultano sempre inferiori al 53% (massima
% riscontrata nella sezione 6) rispetto all’ante operam con un minimo del 27%
alla sezione 9;
• mentre in condizioni di portata massima risultano sempre inferiori al 21%
(massima % riscontrata nella sezione 6) rispetto all’ante operam con un minimo
del 13% alla sezione 9.
Analizzando i risultati si può quindi affermare che le variazioni della velocità, sono più
sensibili nel caso di portata minima annua (27 - 53%), diminuiscono nel caso della
portata media annua (21 - 37) e diventano praticamente trascurabili nel caso di portata
massima (13 – 21).
In conclusione si può ritenere che le variazioni di velocità, a seguito dell’intervento in
progetto, sono piuttosto contenute.
Integrazione 26
in destra orografica:
• Rio Anzola
• Rio di Vapi
• Rio Blet
Per determinare le dinamiche torrentizie degli affluenti sopra citati interessati dalla
variazione del profilo idraulico, a seguito dello sbarramento mobile, ci si avvale dello
studio idraulico redatto sulla base di un rilievo topografico di dettaglio.
Nella redazione dello studio idraulico sono state simulate n° 5 condizioni di portata nel
Fiume Toce determinando per ciascuna le quote dell’invaso nelle varie sezioni, in
condizioni di progetto e determinando l’incremento rispetto alla situazione attuale,
sempre a parità di portata.
Le 5 condizioni di portata sono le seguenti :
• Portata con durata di 300 giorni/anno
• Portata media mensile minima (febbraio)
• Portata con durata di 120 giorni/anno
• Portata media annua
• portata media mensile massima (giugno)
Dal punto di vista altimetrico il confronto tra la situazione esistente e quella in progetto
si può dedurre dalle tabelle allegate ad ogni simulazione eseguiita.
Fiume Toce poche decine di metri a monte della confluenza con il Rio Anzola
dove termina il rigurgito dell’invaso ante - operam (indicato con tratteggio)
Fiume Toce nel tratto tra la confluenza con il Rio Anzola e la confluenza
con il torrente Crotta, dove si estende il “nuovo rigurgito” (post-operam).
Torrente Crotta
Il rigurgito dovuto al progetto raggiunge la confluenza con il Torrente Crotta e termina
poco a monte, di conseguenza l’ultimo tratto del Crotta è minimamente rigurgitato. Si
tratta di soli 50 metri con variazioni di livello di pochi centimetri.
L’interferenza dal punto di vista idraulico è di fatto inesistente in quanto non influisce
sulla capacità di smaltimento delle portate in ogni condizione di regime.
Gronda di Cuzzago
Il Gronda di Cuzzago è di fatto uno scaricatore delle acque meteoriche del fondovalle
della frazione di Cuzzago e non ha una portata propria costante. Allo stato attuale gli
ultimi 20 metri del Gronda risultano rigurgitati dall’invaso esistente creando un’area
umida. Il progetto è interferente marginalmente con il Rio Gronda di Cuzzago in quanto
il sovralzo dello sbarramento mobile va ad interessare lo sbocco del corso d’acqua per
ulteriori 90 metri arrestandosi a valle della briglia esistente del metanodotto, come
risulta dalla planimetria di progetto.
L’interferenza dal punto di vista idraulico è marginale in quanto non influisce sulla
capacità di smaltimento delle portate del Gronda in quanto le sponde sono
ampiamente elevate in relazione alla portata dello scaricatore.
A livello ambientale la lieve risalita del rigurgito lungo il Gronda amplia un’area umida
già esistente all’interno di un fitto bosco che favorirà lo sviluppo di flora acquatica e
l’attrazione da parte della fauna terrestre e avifauna che prediligono le aree a contatto
con l’acqua.
La temperatura dell’acqua in quell’area non subirà sostanziale variazione dal momento
che vi è una totale copertura forestale che non consente l’insolazione diretta.
Nel complesso gli effetti del progetto sulle dinamiche del Gronda di Cuzzago
consentono il naturale sviluppo di un interessante habitat acquatico favorito dalla
presenza dell’ombreggiatura del fitto bosco senza indurre problematiche di tipo
idraulico.
Rio Anzola
Il Rio Anzola, di carattere tipicamente torrentizio, è allo stato attuale già rigurgitato
dall’invaso esistente del Fiume Toce, dovuto alla presenza della briglia del ponte di
Migiandone, per uno sviluppo di circa 400 metri.
L’ambiente acquatico, viste la ridotta portata del rio Anzola per prolungati periodi e la
pendenza dell’alveo estremamente bassa, è caratterizzato da una flora acquatica
tipica delle acque lentiche o ferme.
In sostanza si può affermare che il tratto terminale del Rio Anzola per circa un
chilometro (700 metri a monte e 600 metri a valle del ponte posto a nord del capoluogo
di Anzola) sia già ora caratterizzato da acque lentiche o ferme con flora acquatica tipica
di quelle aree.
L’innalzamento del tirante d’acqua del Rio Anzola, indotto dagli effetti del rigurgito del
progetto in esame è contenuto nella misura di pochi centimetri ed interessa il rio per
ulteriori 200 metri circa.
Il limite del “nuovo rigurgito” è localizzato a valle del ponte, come graficamente è
indicato nella “planimetria situazione di progetto”.
Quindi il “nuovo rigurgito” che innalza il pelo libero di pochi centimetri si inserisce in un
tratto di asta del rio dove è già presente un ambiente acquatico di acque lentiche del
tutto analogo a quello presente a valle e a monte.
La presenza del rigurgito già esistente che ha generato un ambiente acquatico
consolidato, unitamente alla favorevole morfologia dell’alveo che risulta pressochè
pianeggiante per un lungo tratto consente di prevedere che le modifiche indotte dal
“nuovo rigurgito” saranno sostanzialmente ininfluenti sull’assetto ambientale del rio.
Dal punto di vista idraulico i ridottissimi incrementi del pelo libero dell’acqua
consentono di escludere del tutto effetti negativi sulla dinamica fluviale, anche in
relazione alle portate di massima piena del rio.
Rio Anzola nel tratto già rigurgitato dall’invaso esistente del F.Toce
a circa 200 metri dalla confluenza il Fiume Toce (vista da monte verso valle)
Rio Anzola nel tratto già rigurgitato dall’invaso esistente del F.Toce
a circa 300 metri dalla confluenza il Fiume Toce (vista da valle verso monte)
Rio Anzola fotografato dal ponte a nord del Capoluogo di Anzola d’Ossola
Il “nuovo rigurgito” generato dallo sbarramento mobile si ferma poco prima del ponte.
Rio di Vapi
Il progetto non è interferente con il rio di Vapi in quanto gli effetti del sovralzo dello
sbarramento mobile vanno ad interessare solo lo sbocco del corso d’acqua, come
risulta dalla planimetria di progetto, in quanto il corso d’acqua sfocia ad una quota di
fondo decisamente più elevata del livello del rigurgito nel Fiume Toce.
Rio Blet
Il rigurgito nel rio Blet dovuto al sovralzo dello sbarramento mobile va ad interessare
solamente la parte terminale del corso d’acqua minore, in sostanza gli ultimi 150 metri
circa prima della confluenza con il F. Toce. Pertanto il rigurgito si esaurisce nel corso
d’acqua del rio Blet in una sezione compresa tra la S.S. 33 del Sempione e la vecchia
strada provinciale denominata di Megolo.
In questo tratto il corso d’acqua del Rio Blet è stato oggetto di importanti sistemazioni
spondali a seguito della realizzazione della SS 33 totalmente in rilevato. Il ponte dell
SS 33 è ben dimensionato e pure la sezione antropizzata nel tratto sia a monte che a
valle del ponte stesso è di notevoli dimensioni in rapporto al bacino idrografico proprio,
relativamente modesto.
In particolare a monte della SS33 il rigurgito provoca un innalzamento del livello
rispetto alla situazione esistente compreso tra 0 e 60 cm.
Dunque possiamo affermare che anche in questo caso il progetto di fatto non è
interferente con la dinamica torrentizia del rio Blet in quanto il nuovo rigurgito va ad
interessarlo solo nel tratto terminale presso lo sbocco dove la sezione è antropizzata
e sovradimensionata rispetto alla portata massima del corso d’acqua.
Infatti il tratto terminale del rio Blet (circa 200 metri) è caratterizzato da un importante
artificializzazione dovuta all’inserimento delle infrastrutture della SS n° 33 in rilevato e
del vecchio argine destro del Fiume Toce presso il Ponte di Migiandone.
Il rio Blet va in secca per lunghi periodi dell’anno. Alla luce di quanto sopra esposto dal
punto di vista ambientale non si rilevano criticità dal “nuovo rigurgito”.
Il risultato grafico di quanto sopra esposto è ben illustrato nella “planimetria situazione
di progetto”.
Rio Blet appena a valle della strada vecchia di Megolo. Il corso d’acqua è per
lunghi periodi dell’anno asciutto. Questa sezione non è interessata dal “nuovo
rigurgito”.
Integrazione 27
Integrazione 28
Integrazione 29
Integrazione 30
L’elaborato progettuale 21 “Piano di dismissione delle opere con stima dei costi di
dismissione” è aggiornato sulla base della nuova conformazione progettuale. Viene
predisposto il nuovo documento progettuale 21.1 “Planimetria delle opere di
dismissione” ove sono rappresentate graficamente gli interventi previsti al momento
del termine dell’esercizio dell’impianto.
Integrazione 31
Integrazione 32
Per gli impatti sulle matrici ambientali si rimanda all’elaborato S1.1 “Integrazione allo
Studio di Impatto Ambientale”
Integrazione 33
Integrazione 34
Integrazione 35
Integrazione 36
Integrazione 37
In ogni caso per maggior lettura della presente integrazione si procede con una
descrizione sintetica.
Descrizione della nuova Connessione riformulata da “e distribuzione”
La versione aggiornata del progetto di connessione della centrale alla rete prevede un
cavidotto interrato che si sviluppa in gran parte lungo strade esistenti (SP 160 della
Val d’Ossola o Strada Statale del Sempione); la sezione di scavo misura 1,5 x 0,5 m
circa le pavimentazioni esistenti interessate dalla trincea verranno totalmente
ripristinate parallelamente al procedere della posa.
L’attraversamento del fiume Toce avverrà mediante la posa di una tubazione metallica
(diam. 160 mm) staffata al ponte di Migiandone (lato di valle) al di sotto di un cordolo
esistente; tale soluzione consentirà di impedirne la vista da chi percorre il ponte, anche
affacciandosi. Il manufatto sarà visibile solo osservando dalle sponde nel segmento a
valle del ponte; tali sponde peraltro sono attualmente coperte da una fitta vegetazione,
in particolare quella destra, e non presentano punti di affaccio, sentieri o percorsi
rilevanti.
Il cantiere di posa non produrrà interferenze significative con le diverse componenti
ambientali in quanto riconducibile a comune cantiere stradale: prevedrà un contenuto
impatto sul clima acustico e sulla qualità dell’aria dovuto principalmente alle
attrezzature per il taglio dell’asfalto e ai macchinari per lo scavo, il riempimento e i
mezzi per l’allontanamento dei materiali di risulta; l’intrusione visiva delle lavorazioni
può invece considerarsi nulla in quanto le aree interessate sono riconducibili ad
un’infrastruttura stradale. A lavori completati, rispetto alla soluzione che prevedeva la
linea aerea, la proposta risulta nettamente più vantaggiosa in quanto annulla i rischi di
collisione per l’avifauna e minimizza la visibilità dell’intervento.
Le infrastrutture stradali interessate dalla posa del condotto elettrico interrato risultano
pertanto:
- Strada Statale n.33 del Sempione (solo attraversamento in sottopasso S.P. 65)
Oltre al Fiume Toce, con attraversamento presso il Ponte di Migiandone già descritto
in precedenza, la linea MT interesserà altri tre corsi d’acqua secondari:
- Rio Larino
- Rio dei Roncacci
- Rio Rivotti
I primi due corsi d’acqua verranno superati mediante lo staffaggio di un breve tratto di
tubazione metallica stabilmente ancorata all’impalcato stradale sul lato di valle.
Analogamente all’attraversamento sul Ponte di Migiandone, verrà utilizzato un
condotto in metallo, necessario per garantire la protezione meccanica, del diametro di
160 mm.
Integrazione 38
Integrazione 39
Integrazione 40
1)
2)
3)
Punto 1)
Con il completamento della fase di concorrenza prevista dal regolamento regionale
10-r 2003 e il conseguente ri-avvio della procedura di Autorizzazione Unica ai sensi
del D.lgs. 387-03 si provvederà a fornire le indicazioni previste dal D.M. 10/09/2010.
Si precisa tuttavia che l’impianto in oggetto prevede una potenza superiore a 1 MW.
Punto 2)
In relazione alla documentazione necessaria per il MiSE occorre segnalare che la
tipologia di cavi attualmente previsti è riconducibile all’art. 56 c.3 del d.lgs. 259/03 (ex
art. 95 c.2bis) per la quale è prevista la predisposizione di attestazione di conformità
redatta da parte del costruttore.
Punto 3)
Il numero dei proprietari interessati risulta allo stato attuale prossimo a 50 soggetti.
Considerata la necessità di predisporre un piano particellare aggiornato e rispondente
alla situazione esecutiva dell’opera, l’elaborato verrà trasmesso al momento del ri-
avvio del procedimento di Autorizzazione Unica, completo degli indirizzi dei soggetti
individuati sulla base delle risultanze catastali come previsto dal DPR 327-01 e
riguarderà le aree su cui ricadono le opere dell’impianto, quelle necessarie alla
cantierizzazione e le aree basilari per l’esecuzione delle opere di rete. Per quest’ultime
il beneficiario del provvedimento dovrà risultare “e-distribuzione spa”.
Integrazione 41
1)
2)
3)
4)
5)
Punto 1)
L’elaborato 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” è aggiornato con
quanto richiesto. L’ammorsamento del taglione della traversa è allungato fino sotto alle
scogliere, sia in destra sia in sinistra orografica.
Punto 2)
Allo stato attuale non si ravvisa la necessità di interventi di sistemazione della platea
dissipativa valle del ponte di Migiandone.
Qualora prescritto dagli Enti, si valuteranno i necessari interventi che potranno essere
approfonditi nelle successive fasi progettuali.
Punto 3)
La rappresentazione particolareggiata e quotata delle scogliere in sponda sinistra (in
corrispondenza della bocca di presa e del canale di scarico delle acque turbinate e
nelle immediate vicinanze) è riportata nell’apposito elaborato progettuale 33
“Particolari costruttivi delle difese spondali”. Nel documento progettuale sono
evidenziate le interazioni tra le opere esistenti e quelle di progetto.
Come illustrato negli elaborati grafici di cui sopra sarà garantita la continuità strutturale
del piano di fondazione delle difese spondali.
Punto 4)
L’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica” è stato aggiornato con
l’inserimento di un capitolo relativo alla verifica al trascinamento dei massi della
scogliera.
Il diametro medio stabile dei massi è inferiore a 0,25 m, tuttavia si prescrive l’adozione
di blocchi con dimensione metrica e peso non minore di 20,4 kN.
Valutata la dimensione dei massi adottati, notevolmente maggiore rispetto al volume
dei blocchi stabili, si ritiene non necessario procedere a legature od altre forme di
stabilizzazione.
Punto 5)
Integrazione 42
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
Punto 1)
In relazione alla richiesta formulata, “e-distribuzione spa” ha definito una nuova
soluzione di connessione producendo i relativi elaborati progettuali datati Marzo 2018.
Il nuovo schema di connessione prevede esclusivamente cavidotti di tipo interrato
collocati lungo la viabilità esistente.
Tale schema pertanto esclude ogni possibile incidenza sui perrcorsi migratori e, in
generale sull’avifauna che popola o frequenta quell’area.
Punto 2)
Con l’impostazione del progetto aggiornata, la perdità di Habitat prioritari è stata ridotta
rispetto all’assetto originario del progetto di circa 1.000 mq, soprattutto in riferimento
alla categoria 9180* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion che è
presente nell’area d’intervento con un nucleo di 2.055 m facente parte di una piiù vasta
area di 11.830 mq. Questa formazione forestale è indicata nella cartografia allegata
con la denominazione “Acero-tiglio-frassineto”
La categoria 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior
(AlnoPadion, Alnion incanae, Salicion albae) non appare classificabile nel sito
d’intervento in quanto è potenzialmente presente ma si riduce a isolati nuclei sulla
sponda sinistra del Fiume Toce, in una fascia classificata nella cartografia allegata
come “Pioppeto e saliceto con presenza di robinia” che è interessata dal progetto per
una superficie di soli 305 mq.
Nell’area di imbocco del canale di adduzione è presente una scogliera a protezione
della sponda e un numero ridotto di elementi arborei radicati a valle della stessa, tra i
quali si segnala una unica ceppaia di Salice bianco (Salix alba), mentre al di sopra
della scogliera si sviluppa una vegetazione riconducibile all’ “Acero-tiglio-frassineto
con presenza di riobinia”.
La classificazione qui presentata è dovuta a dettagliati rilievi in campo che hanno
consentito di inquadrare e classificare l’effettiva copertura forestale di un’area molto
ristretta. Si tratta di considerazioni di dettaglio non cartografabile a livello di Carta
forestale del Piemonte, alla cui scala il tipo forestale prevalente risulta essere
semplicemente RB10B Robinieto var. con latifoglie mesofile.
Area d’intervento
AREA BOSCATA
AREA BOSCATA FRASSINETO
ROBINIETO 675 mq
1975 mq
AREA BOSCATA
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO
AREA BOSCATA AREA BOSCATA
365 mq
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO ROBINIETO
530 mq 930 mq
AREA BOSCATA
ROBINIETO
265 mq
S.P
.n
°
AREA BOSCATA
16
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
6
11830 mq
AREA BOSCATA
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
1105 mq
AREA BOSCATA
LATIFOGLIE MISTE
AREA BOSCATA 785 mq
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
2060 mq
ce
e To
Fiu
me
AREA BOSCATA Fium
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
Toc CON PRESENZA DI ROBINIA
e 980 mq
S.P
.n
°1
66
S.P
.n
°
16
6
OPERA D I RI PRI STI N O
Prato stabile per avifauna
2280 mq AREA BOSCATA
ROBINIETO
1905 mq
AREA BOSCATA
ROBINIETO
1595
730 mq
mq
S.P
.n
°
AREA BOSCATA
16
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
6
9775 mq
AREA BOSCATA
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
865 mq
AREA BOSCATA
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
ce
1485 mq
e To
OPERE D I COM PEN SAZI ON E
Rimboschimento con PIOPPO BIANCO
Fium
500 mq
OPERE D I M I TI GAZI ON E
Ripristino con rimboschimento di:
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
1125 mq OPERE D I M I TI GAZI ON E
Ripristino con rimboschimento di:
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
340 mq
Fiu
m eT
oce
S.P
.n
16°
6
provvederà a conservare e mantenere tre vigorosi esemplari di tiglio con diametro del
fusto compresi tra 50 e 70 cm
Il piano dei rimboschimenti, sopra descritto, seguirà le modalità operative indicate nella
relazione forestale di progetto originario.
Si riportano alcune tabelle e grafici che evidenziano l’entità delle formazioni forestalii
esistenti nell’area di intervento e nel suo intorno e quella delle delle opere di
rimboschimento previste per il ripristino vegetazionale previsto.
L’incidenza del progetto sulle aree boscate esistenti è riferita ad una superficie di 5.640
mq.
A livello planimetrico il progetto produce un rilevante aumento dell’Acero-tiglio-
frassineto e del Frassineto ed un modesto incremento del Pioppeto di pioppo bianco
che costituiscono i popolamenti di maggiore interesse ecosistemico nell’area vasta in
cui è inserito il progetto.
La situazione post-operam fa registrare delle diminuzioni di copertura forestale in tutte
le categoorie in cui è presente la robinia, con particolare riferimento all’ Acero-tiglio-
frassineto con presenza di robinia, al Robinieto e alla ciopertura con latifoglie miste.
I rimboschimenti previsti (5.850 mq) superano in copertura i boschi per cui si prevede
la completa asportazione (5.640 mq).
Rimboschimenti previsti
RIMBOSCHIMENTI RIMBOSCHIMENTI
TOTALE
RIMBOSCHIMENTO CON DI MITIGAZIONE DI COMPENSAZIONE
[mq] [mq] [mq]
Rimboschimenti previsti
Come già indicato nel progetto originario, si prevede inoltre, per l’area di cantiere posta
a nord ovest dell’opera di presa, il ripristino di un’ area a prato stabile a favore
dell’avifauna per una superficie di 2280 mq.
Quale misura ulteriore di mitigazione si prevede di effettuare l’impianto di specie
ripariali arbustive (Salix purpurea, Salix eleagnos), in corrispondenza delle porzioni
superiori dei tratti di scogliera in massi, previste in prossimità dell’opera di presa ed in
corrispondenza dello scarico della centrale.
Verranno impiegate prevalentemente talee legnose (diametro 1,5-2 cm, lunghezza
variabile da 0,5 a 1,5 m, a seconda della localizzazione), le quali saranno inserite negli
spazi compresi tra i massi costituenti le difese spondali secondo le modalità
schematizzate nel quadro progettuale.
Punto 3)
Prima dell’inizio dei lavori verrà eseguito un monitoraggio delle specie esotiche
esistenti presso l’area interessata dal cantiere (superficie interessata dall’impronta
delle opere fisse, area di stoccaggio materiali di scavo, deposito mezzi e materiali,
ecc.) nonché i tratti a monte e a valle per un’estensione di 200, su entrambe le sponde;
le osservazioni prevederanno l’individuazione, la localizzazione planimetrica e la
quantificazione delle specie esotiche arboree, arbustive ed erbacee presenti.
In seguito al sopralluogo, verrà prodotto un report corredato di una rappresentazione
cartografica che riporterà le specie rilevate (individui singoli, gruppi, macchie, aree) e
mediante simboli (punti, cerchi di diverso diametro/colore) ne quantificherà la
presenza, secondo una metodologia già testata presso i cantieri TAV Torino – Lione e
approvata da ARPA Piemonte.
Sulla base del riscontro ottenuto, delle specie rilevate e della presenza numerica delle
stesse, si progetterà un intervento di contenimento/eradicazione, sfruttando i
movimenti terra già previsti in progetto. I residui verranno smaltiti e distrutti in impianti
autorizzati, secondo quanto previsto dalle schede regionali.
Per tutta la durata del cantiere, verrà previsto un monitoraggio a cadenza trimestrale
da parte di un tecnico competente (agronomo, forestale, biologo, naturalista) durante
il quale verrà valutate la presenza di esotiche nelle aree di cantiere ed il risultato degli
interventi di contenimento/eradicazione già effettuati.
In caso di riscontri positivi, si procederà alla distruzione mediante estrazione manuale
(se si tratta di piantine presenti in numero contenuto) o con l’ausilio di mezzi di scavo
degli individui/macchie presenti, allo stoccaggio temporaneo in cantiere del materiale
di risulta al di sotto di teli impermeabili e allo smaltimento degli stessi secondo le
modalità descritte. Eventuali aree estese interessate dagli scavi, se esterne all’area di
cantiere, verranno rivegetate (inerbimento e messa a dimora di alberi e arbusti) nella
prima stagione utile (primavera, autunno) successiva.
A scopo preventivo i cumuli di materiale di scavo stoccato verranno coperti con teli in
tessuto non tessuto allo scopo di evitare/limitare l’insediamento di nuovi propaguli.
Non è previsto l’apporto di materiale terroso dall’esterno del cantiere.
Dopo la chiusura del cantiere, il monitoraggio con le medesime modalità ed estensione
territoriale, verrà protratto con cadenza semestrale per 5 anni; al termine di ogni anno
verrà redatto un report corredato di documentazione fotografica e cartografica.
Punto 4)
I passaggi per l’ittiofauna sono descritti e verificati nell’elaborato progettuale 2
“Relazione tecnica”, al quale si rimanda per i dettagli.
In sede di Conferenza dei Servizi anno 2017 si faceva riferimento alle due scalie di
rimonta per l’ittiofauna previste nel progetto idroelettrico.
In particolare si faceva riferimento al progetto della scala di rimonta per l’ittiofauna in
genere in sopnda sinistra e la scala di rimonta per la lampreda in destra orografica.
Nell’estate 2020 è stato portato a termine un’iniziativa di “Progetto IdroLIFE”
realizzando una scala di risalita in sinistra a valle del ponte di Migiandone per garantire
la continuità idraulica sulla briglia.
La scala è stata realizzata da IdroLIFE a bacini successivi con massi intasati in
calcestruzzo.
In sede integrativa si è quindi preso atto che la scala di risalita in sinistra è già
stata realizzata e si è adattato il progetto idroelettrico alla nuova situazione che
si è venuta a creare.
La nuova scala ittiofauna IdroLIFE risulta parecchio ingombrante essendo stata
realizzata in massi ciclopici e quindi planimetricamente più invasiva rispetto a quella
presentata originariamente dalla scrivente nel progetto idroelettrico. Questo fatto
comporta necessariamente la traslazione verso valle della restituzione delle acque
derivate di circa 40 metri.rispetto al progetto presentato in origine e analizzato in sede
di Conferenza 2017.
Per adeguare la scala di rimonta esistente alla configurazione di progetto, ovvero
superare il sovralzo idraulico dovuto allo sbarramento mobile si prevede di realizzare
un tratto di scala di rimonta con cinque vasche appena monte del ponte a lato della
spalla.
Per uniformità a quanto realizzato da IdroLIFE si ritiene di mantenere la stessa
tipologia costruttiva ovvero utilizzare massi ciclopici opportunamente intasati in cls per
garantire la stabilità.
Punto 5)
Per quanto riguarda le valutazioni sulle modificazioni delle caratteristiche
idromorfologiche (velocità di corrente e profondità) del tratto di monte determinato
dall’innalzamento del livello idrico indotto dall’inserimento del gommone, sono state
effettuate delle campagne di misura lungo alcune sezioni nel tratto del fiume Toce a
monte della briglia, finalizzate alla creazione di una simulazione idraulica mediante
l’ausilio del programma di calcolo HEC-RAS. I risultati di tale simulazione con
l’obiettivo poi di valutare eventuali effetti sugli habitat dell’ittiofauna, sono riportati nelle
figure seguenti con l’indicazione, in formato tabellare, dei diversi valori di velocità
media e profondità media nella condizione esistente e nella condizione di progetto,
considerando i valori di portata media annua pari a 65,582 m 3/s, minima di febbraio
pari a 30,250 m3/s e massima di giugno pari a 121,118 m 3/s, rappresentative delle
diverse condizioni idrologiche del fiume. Le sezioni prese in considerazione nella
simulazione sono quelle maggiormente interessate dal rigurgito, ossia quelle
identificate nelle immagini seguenti con numeri che vanno da 3 a 9.
Figure 1: Rappresentazione cartografica dei Δ di profondità in condizioni di portata media nell’anno tra
lo stato attuale e di progetto
Figure 4: Rappresentazione cartografica dei Δ di velocità in condizioni di portata media nell’anno tra lo
stato attuale e di progetto
Il quadro conoscitivo sulla comunità ittica a monte della briglia esistente è stato
ricostruito consultando i dati del rilievo sito-specifico effettuato nel maggio 2016 e
riportato nell’elaborato “Report di monitoraggio ambientale ex ante”. Le specie più
presenti sono risultate la trota marmorata con la sua forma ibrida (trota fario) e la
lampreda. A queste si aggiungono il vairone presente con pochi individui e lo
scazzone, rinvenuto con un solo esemplare così come la sanguinerola.
Il dato di cui sopra evidenzia come il tratto a monte della briglia proprio per la presenza
di acque lente e con substrato prevalentemente ghiaioso-sabbioso risulta poco idoneo
a scazzone, sanguinerola e vairone e più idoneo a lampreda e trota marmorata. La
lampreda sarà sicuramente avvantaggiata dal rigurgito in quanto si creeranno più zone
di acque ferme mentre per quel che riguarda la trota marmorata, si è proceduto a
selezionarla come specie target ed utilizzarla per valutare quanto possa incidere la
variazione di profondità e velocità sull’idoneità del suo habitat.
Ogni specie in relazione alle proprie esigenze ecologiche tende a stazionare in habitat
con determinate condizioni idrauliche; per la verifica dell’idoneità dell’habitat a monte
della traversa, anche a seguito dell’inserimento del gommone gonfiabile, si sono scelti
come rappresentativi i parametri di profondità e velocità.
L’idoneità del parametro per la specie utilizzata come target è solitamente identificabile
secondo tre diversi intervalli:
➢ ottimale: è ottimale il range del parametro con preferenza
maggiore/uguale al 70%.
➢ idoneo: si tratta di un intervallo non ottimale ma comunque gradito e
corrisponde al range del parametro con preferenza variabile fra 20% e
Le curve di idoneità utilizzate per la trota marmorata sono state estrapolate dallo studio
condotto da Maran et al., 2006, attraverso la comparazione di rilievi specifici condotti
sul Fiume Sesia, Toce e Stura. La curva presa a riferimento risulta chiaramente quella
realizzata sul Fiume Toce, in quanto fiume specifica.
Di seguito si riportano le curve per i due parametri sopracitati con il dettaglio in formato
tabellare.
Tabella 9: Curve di idoneità per i giovani dell’anno, giovani e adulti di trota marmorata sul fiume Toce,
Stura e sesia (Maran et al., 2006)
Tabella 10: Grado di idoneità della trota marmorata nei diversi stadi in relazione ai valori di velocità
Idoneità trota marmorata - Parametro velocità
Valore velocità (m/s)
Grado di idoneità Giovani dell’anno Giovani Adulti
ottimale 0,1-0,35 0,1-0,41 0,1-0,2
gradito 0,36-0,8 0,42-0,9 0,21-0,7
non idoneo > 0,8 > 0,9 > 0,7
Tabella 11: Grado di idoneità della trota marmorata nei diversi stadi in relazione ai valori di profondità
Idoneità trota marmorata - Parametro profondità
Valore profondità (cm)
Grado di idoneità Giovani dell’anno Giovani Adulti
ottimale 26-100 >45 >50
gradito 20-25 26-45 35-50
non idoneo - 20-25 <35
Come si evince dai grafici soprariportati, la trota marmorata, nello stadio giovane
dell’anno, presenta un optimum per velocità comprese tra 0,1 m/s e 0,35 m/s e un
gradimento per velocità comprese tra 0,36 m/s e 0,8 m/s; non risultano idonee velocità
oltre gli 0,8 m/s. Nello stadio giovanile l’optimum è rappresentato da velocità comprese
tra 0,1 m/s e 0,4 m/s mentre il gradimento per velocità comprese tra 0,42 m/s e 0,9
m/s; non risultano idonee velocità oltre gli 0,9 m/s. Nello stadio adulto le velocità
ottimali sono comprese tra 0,1 e 0,2; quelle gradite, tra 0,21 e 0,7 m/s.
Per il parametro profondità si osserva come l’optimum è raggiunto per i giovani
dell’anno con valori compresi tra 26 cm e 1 m, un gradimento, per profondità comprese
tra 20 cm e 25 cm. I giovani riescono a stazionare ottimamente in profondità superiori
ai 45 cm e gradiscono anche profondità tra 25 e 45 cm; gli adulti, infine, non tollerano
profondità inferiori ai 35 cm ma prediligono profondità superiori ai 50 cm.
Sulla base delle velocità medie riportate nelle rappresentazioni cartografiche di cui
sopra (condizione di portata media, minima e massima), si è proceduto con il valutare
l’evoluzione dell’idoneità delle sezioni prese a riferimento.
Tabella 12 Variazione dell’idoneità per il parametro velocità della trota marmorata a monte della
briglia
Parametro velocità – Trota marmorata
Giovani dell’anno Giovani Adulti
Condizioni Condizioni Condizioni
Portata Sezione Condizioni Condizioni Condizioni
di di di
attuali attuali attuali
progetto progetto progetto
Qmedia non idoneo non idoneo non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qminima 3 non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo gradito
Qmassima non idoneo non idoneo non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qmedia non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo gradito
Qminima 4 gradito ottimale gradito ottimale gradito gradito
Qmassima non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qmedia non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo gradito
Qminima 5 gradito ottimale gradito ottimale gradito gradito
Qmassima non idoneo non idoneo non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qmedia gradito gradito gradito ottimale gradito gradito
Qminima 6 gradito ottimale gradito ottimale gradito ottimale
Qmassima gradito gradito gradito gradito non idoneo gradito
Qmedia gradito gradito gradito ottimale gradito gradito
Qminima 7 gradito ottimale gradito ottimale gradito gradito
Qmassima gradito gradito gradito gradito non idoneo gradito
Qmedia ottimale ottimale ottimale ottimale gradito gradito
Qminima 8 ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale
Qmassima gradito gradito gradito gradito gradito gradito
Qmedia ottimale ottimale ottimale ottimale gradito gradito
Qminima 9 ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale
Qmassima gradito gradito gradito gradito gradito gradito
Dalla tabella di cui sopra, simulando ciò che accadrebbe per il parametro velocità a
seguito dell’inserimento del gommone a monte della briglia, si denota una non
e3STUDIO di Capellino e Associati 75
Relazione integrativa
incidenza sull’idoneità del tratto nell’ospitare la specie trota marmorata, nei suoi diversi
stadi, in qualsiasi condizioni di portata. In molte sezioni si verifica addirittura un
miglioramento dell’idoneità sia per gli stadi giovanili sia per gli adulti a seguito
dell’inserimento del sbarramento gonfiabile.
Avifauna
A livello di incidenza del progetto sull’avifaiuna si osserva che l’innalzamento del pelo
libero dell’acqua nel tratto rigurgitato del Fiume Toce interessa prevalentemente
sponde ad elevata pendenza, in parte protette da scogliere, che limitano
fortemente l’allargamento della sezione bagnata così come indicato nella tavola
n. 34 “Planimetria delle aree sommerse”.
In particolare si evidenzia che, in corrispondenza della confluenza con il Torrente
Crotta , a monte di quella con il Rio Anzola è presente una interessante formazione
sabbiosa in destra orografica la cui conformazione consente anche qui di prevedere
una interferenza molto bassa a livello di “nuova superficie bagnata” in quanto il corso
d’acqua è sufficientemente inciso e la linea di sponda ha pendenza tale da non
consentire un allargamento sulla spiaggia della supercie bagnata in condizioni medie.
La spiaggia è di tipo sabbioso, con presenza rada di specie erbacee, arbustive ed
arboree, con particolare riferimento alla robinia che manifesta anche qui la sua
tendenza alla colonizzazione delle aree libere da copertura forestale.
In maniera rigorosa sono stati fatti i calcoli idraulici per determinare un confronto tra
la situazione ante operam e la situazione post operam. I calcoli dettagliati sono
contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato sono riportate le
planimetrie. Dal confronto tra la situazione esistente e quella in progetto nelle 5
simulazioni effettuate si può affermare che la spiaggia rimane inalterata
In particolare la spiaggia ha una superficie di circa 1,5 ha che si può considerare
non interferita dagli effetti del “nuovo rigurgito”,
Si può pertanto prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna che
potrà, in futuro, utilizzare quest’area particolarmente adatta alle sue esigenze.
Vista aerea della spiaggia tra le confluenze Rio Anzola e Torrente Crotta.
Dalle varie simulazioni effettuate ed allegate alla presente documentazione
risulta che la spiaggia rimane praticamente intatta, dunque il progetto
non interferisce con la stessa e il relativo habitat
Poco più a valle della confluenza del Rio Anzola, l’attuale rigurgito crea già un’isolotto
di superficie pari, mediamente, a circa 1,5 ha di cui 1,2 ha sabbiosi e 0,35 ha con
vegetazione anche arborea.
In maniera rigorosa sono stati eseguiti i calcoli idraulici per determinare un confronto
tra la situazione ante operam e la situazione post operam del’isolotto.
I calcoli dettagliati sono contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato
sono riportate le planimetrie.
Inoltre nell’allegato 34 “Planimetrie delle nuove aree sommerse” sono illustrati i risultati
di due simulazioni ritenute più significative ovvero:
• Portata media mensile minima (febbraio)
• Portata media annua
Nella simulazione di portata media mensile minima (febbraio) la superficie dell’isolotto
nella situazione ante operam risulta pari a 20060 mq, nella situazione post operam si
riduce a 10750 mq.
Nella simulazione di portata media annua la superficie dell’isolotto nella situazione
ante operam risulta pari a 13600 mq, nella situazione post operam si riduce a 9450
mq.
Inoltre è stata considerata anche la simulazione più cautelativa, ovvero
• la portata media mensile massima (giugno)
Nella simulazione di portata media mensile massima la superficie dell’isolotto nella
situazione ante operam risulta pari a 5200 mq, nella situazione post operam si riduce
a 3550 mq.
L’effetto del “nuovo rigurgito” porterà alla sommersione di parte dell’area sabbiosa
fell’isolotto (zona sud) che sarà quindi ridotta a seconda delle portate nel fiume Toce;
La riduzione varierà a seconda della stagione tra il 30% e il 50%, ma il nucleo
importante, costituito dalla parte più elevata, coperto da vegetazione arbustiva e
arborea rimarrà intatta.
Si può pertanto affermare che l’isolotto non perderà la sua importante funzione
ecosistemica a favore della riproduzione dell’avifauna e, quindi, anche in questo caso
si può prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna in quanto gli habitat
di specifico interesse saranno modificati in modo parziale e rimaranno a far parte degli
elementi caratterizzanti gli equilibri ecosistemici del perialveo del Fiume Toce.
Gli effeti del rigurgito sugli affluenti minori (Gronda di Cuzzago in sinistra orografica,
Rio di Vapi e Rio Blet in destra) sono poco o nulla significativi per quanto riguarda
l’avifauna. Un effetto molto marginale si ha nei confronti degli uccelli rapaci e pescatori
che, in questi rii vedono aumentata la probabilità di predazione.
Punto 6)
L’effetto erosivo della portata restituita al fiume Toce nella sezione di scarico in
progetto è valutato nell’apposito capitolo “Valutazione dell’effetto erosivo della portata
restituita” contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.
A livello di habitat le modifiche della dinamica fluviale locale introducono una necessità
di adattamento dell’ittiofauna alla nuova consistenza e direzione dei flussi idrici che
non va a modificare la quantità di fauna ittica e la presenz\a quantitativa e qualitativa
dell’habitat acquatico.
Punto 7)
L’elaborato progettuale 28 “Cronoprogramma dei lavori” è aggiornato in accoglimento
della richiesta integrativa.
Non verranno effettuati lavori in alveo da novembre a marzo ma si opererà solo nelle
sezioni di alveo preventivamente messe in asciutta per la realizzazione del canale
derivatore e di restituzione e per l’alloggiamento delle turbine.
Integrazione 43
1)
2)
3)
4)
Punto 1)
Viene predisposto l’elaborato 27.2 “Elaborato comparativo” ove sono rappresentati con
la colorazione convenzionale tutti i principali elementi che costituiscono l’impianto e
modifiche al contesto esistente.
In particolare vengono evidenziati:
- i canali di derivazione e di restituzione a cielo aperto
- le modifiche apportate alle difese spondali esistenti
Punto 2)
In relazione alla richiesta formulata, e-distribuzione spa ha definito una nuova
soluzione di connessione producendo i relativi elaborati progettuali datati Marzo 2018.
In tale sede è stata sostituita la linea aerea con un cavidotto interrato.
La cabina MT/BT di connessione alla rete, come da richiesta viene traslata e avvicinata
all’impianto di produzione. Lo spostamento è valutato in circa 120 metri in direzione
sud-est e la cabina è collocata a circa 50 metri dalla sponda del Fiume Toce a breve
distanza dalla centrale. L’area individuata ha accesso diretto dalla Strada Comunale
dei Giaroni ovvero la strada sterrata al piede del rilevato stradale della S.P. n.166.
Tale posizione rende la struttura non visibile dalla strada provinciale sia in virtù della
differenza di quota, sia per la presenza della vegetazione che copre il rilevato stesso
e che costituisce un efficace mascheramento sia alla cabina che all’impianto.
Il piano pavimento della cabina di consegna è posto a quota 209.00 slm, ritenuta di
sufficiente garanzia in funzione dei livelli di piena valutati sulla base delle simulazioni
idrauliche.
Punto 3)
Come indicato al punto precedente, la nuova soluzione tecnica inerente le opere di
connessione supera integralmente le criticità evidenziate; infatti non verranno più
previsti i 72 sostegni necessari per la linea MT aerea dello sviluppo di parecchi
chilometri.
La vecchia soluzione chilometrica che attraversava in modo aereo prati, boschi e il
fiume Toce è interamente sostituita da una nuova soluzione che prevede un semplice
elettrodotto di tipo interrato della sviluppo di poco inferiore a 2 km totalmente collocato
lungo la rete viaria esistente.
Punto 4)
Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) è stato approvato con D.C.R. n. 233-35836 del
3 ottobre 2017 sulla base dell’Accordo, firmato a Roma il 14 marzo 2017 tra il Ministero
per i Beni e le Attività culturali (MiBAC) e la Regione Piemonte.
Il Ppr è uno strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, rivolto a
regolarne le trasformazioni e a sostenerne il ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile
del territorio. Nel quadro del processo di pianificazione territoriale avviato dalla
Regione, il Ppr rappresenta lo strumento principale per fondare sulla qualità del
paesaggio e dell’ambiente lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale. Gli
obiettivi centrali sono perciò la tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico,
naturale e culturale, in vista del rafforzamento dell’attrattività della Regione e della sua
competitività nelle reti di relazioni a scala globale.
Il Ppr persegue tale obiettivo in coerenza con il Piano territoriale regionale, soprattutto:
a) promuovendo concretamente la conoscenza del territorio regionale, dei suoi valori
e delle sue criticità, con particolare attenzione per i fattori “strutturali”, di maggior
stabilità e permanenza, che ne condizionano i processi di trasformazione;
b) delineando un quadro strategico di riferimento con cui guidare le politiche di
governance multisettoriale del territorio regionale e delle sue connessioni con il
contesto internazionale;
c) costruendo un apparato normativo coerente con le prospettive di riforma legislativa
a livello regionale e nazionale, per responsabilizzare i poteri locali, presidiare
adeguatamente i valori del territorio e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche.
Al fine di costruire un solido quadro conoscitivo, è stato sviluppato un ampio ventaglio
di approfondimenti tematici organizzati sui seguenti principali assi:
• naturalistico (fisico ed ecosistemico);
• storico-culturale;
• urbanistico-insediativo;
• percettivo-identitario.
Al fine di indagare il più possibile le diversità paesaggistiche e ambientali, urbanistiche
e infrastrutturali, economiche e sociali del territorio, il Ppr articola le conoscenze e le
valutazioni, gli obiettivi, le indicazioni strategiche e gli indirizzi normativi, in 76 Ambiti
di paesaggio distintamente riconosciuti nel territorio regionale. L’articolazione dei
paesaggi in ambiti viene individuata in apposite schede con l’inquadramento dei fattori
naturalistici e storico-culturali caratterizzanti ciascun ambito.
Tali schede costituiscono un dossier di supporto agli elaborati di Piano.
Di seguito si riportano gli stralci delle cartografie di piano e delle norme di attuazione
relativi al territorio, con riferimento alla compatibilità o alle eventuali interferenze
rispetto alle opere in progetto.
Tavola P3 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda
del territorio, anche ai fini della successiva disamina delle componenti paesaggistiche
declinate nei diversi articoli delle Norme di Attuazione dei Piano.
DESCRIZIONE AMBITO
L’ambito comprende il fondovalle del Toce e i suoi versanti montani fra Gravellona Toce e
Crevoladossola, a monte di Domodossola. Si tratta di un territorio di transizione fra la pianura
novarese, il Lago d’Orta e le più settentrionali valli Antigorio e Divedro verso nord. Il confine
dell’ambito include l’imbocco della Val Vigezzo, costeggia i bassi versanti che delimitano la
Val Grande, percorre il crinale di separazione con la Valle Strona e infine, a ovest, i displuvi
delle valli Anzasca, Antrona e Bognanco.
L’ambito si struttura attorno al corso del Toce, il cui alveo forma una pianura alluvionale
delimitata da versanti erti, spesso incombenti e sovente di ostacolo a un buon irraggiamento
solare. Gli insediamenti risultano strettamente connessi alla morfologia valliva del territorio e
alle direttrici viarie di sviluppo. Queste ultime sono raggruppabili in due sistemi distinti: quello
principale di fondovalle, costituito dalle due strade statali che costeggiano il corso del fiume
Toce e dall’autostrada A26 (che termina a Ornavasso, il tratto che prosegue verso il confine
elvetico è la superstrada E62 - Strada del Sempione), e quello secondario che garantisce il
collegamento tra insediamenti minori posti a mezza costa. Il sistema di vie di transito
costituisce, in effetti, l’ossatura portante dell’intera Ossola, poiché è su questo che si innestano
le direttrici che conducono alle vallate laterali, alcune delle quali rivestono un ruolo cruciale
nelle comunicazioni transfrontaliere, rispettivamente con la Valle del Rodano - attraverso il
passo e il traforo ferroviario del Sempione, la cui linea ferroviaria percorre l’intero sviluppo del
fondovalle - e il Canton Ticino.
[…]
EMERGENZE FISICO-NATURALISTICHE
− Le aree più importanti dal punto di vista naturalistico possono essere tutte riferite al
sistema fluviale del Toce: infatti, la ZPS “Fiume Toce” include il percorso del fiume
dall’inizio dell’ambito fino al suo confine e anche il SIC “Greto del Torrente Toce tra
Domodossola e Villadossola”, nonché il biotopo del Bosco Tenso. L’ambiente si
caratterizza per la presenza di greti alluvionali ciottolosi a praterie aride e saliceto, con
isoloni in alveo e formazioni boschive riparie di salice bianco e pioppo nero. Si segnala
la presenza di arbusteti xerofili e prati da sfalcio planiziali, che contrassegnano un
prezioso mosaico di vegetazione acquatica, palustre e riparia di interesse comunitario,
distribuita lungo il corso d’acqua. Si tratta di un sito di notevole importanza ornitologica,
sia per quanto concerne la migrazione che la nidificazione, che tra l’altro rappresenta
l’estremo limite settentrionale per la Calandrella e occidentale per la Bigiapadovana;
− l’Oasi Naturale del Bosco Tenso di Premosello Chiovenda - istituita nel 1990 dal
comune di Premosello Chiovenda e gestita dal WWF Verbania - protegge la più estesa
fascia di bosco igrofilo planiziale nella valle percorsa dal fiume Toce (23 ettari di
querco-carpineto, confrassini);
− la vetta di Monte Massone, rilevante dal punto di vista panoramico edescursionistico;
− l’area di protezione naturalistica speciale sul Toce;
− il sito storico–archeologico-naturalistico di Ornavasso.
CARATTERISTICHE STORICO-CULTURALI
[…].
FATTORI STRUTTURANTI
− Sistema stradale di fondovalle, fondamentale non soltanto per il collegamento
dell’Ossola con le vallate finitime, ma anche come ossatura principale per le vie di
Si procede di seguito con l’analisi degli articoli 13, 14, 15, 16, 18, 23, 26, 30, 33 e 39
delle NdA del Ppr, riportando estratti della Norma, eventuale rilevanza e riscontri
rispetto al progetto in esame, corredati dall’elaborazione delle carte P2, P4 e P5 del
Ppr.
Tavola P2 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda
Tavola P4 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda
[…]
Il Comune di Premosello Chiovenda è Comune Montano. Tuttavia, il suo territorio è
fortemente differenziato tra zone effettivamente montane e zone situate intorno
all’alveo del Fiume Toce, come anche si riscontra nella suddivisione degli Ambiti ed
Unità di Paesaggio. Il Comune infatti ricade in parte nell’Ambito di Paesaggio n. 9 Valle
Ossola (ambito in cui ricade l’area in argomento) e in parte nell’Ambito di Paesaggio
n. 10 Val Grande, quest’ultimo fortemente connotato come ambito montano.
Con riferimento alle prescrizioni di cui al sopra riportato art. 13, in ogni caso, non si
rilevano elementi ostativi alla realizzazione dell’opera poiché la centrale in progetto è
collocata in un ambito di fondovalle, non ricade nell’intorno dei 50 metri per lato dalle
vette e dai sistemi di crinali; non ricade infine in aree e immobili individuati ai sensi
degli articoli 134, comma 1, lettere a. e c. e 157 del Codice dei Beni Paesaggistici.
[4]. Nelle zone fluviali di cui al comma 2 il Ppr persegue gli obiettivi di qualità paesaggistica di
cui all’articolo 8, in coerenza con la pianificazione di settore volta alla razionale utilizzazione e
gestione delle risorse idriche, alla tutela della qualità delle acque e alla prevenzione
dell’inquinamento, alla garanzia del deflusso minimo vitale e alla sicurezza idraulica, nonché
al mantenimento o, ove possibile, al ripristino dell’assetto ecosistemico dei corsi d’acqua.
[5]. La Tavola P2 e il Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c., individuano il sistema
dei fiumi, torrenti e corsi d’acqua tutelati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera c., del
Codice rappresentandone l’intero percorso, indipendentemente dal tratto oggetto di specifica
tutela, in scala 1:100.000; ai fini dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del
Codice, per aree tutelate ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera c., del Codice si intendono
tutti i fiumi e torrenti per l’intero percorso, nonché i corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al
Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, relativamente ai tratti in esso indicati, fatto salvo
quanto previsto dall’articolo 142, comma 2, del Codice. Nelle more dell’adeguamento di cui al
comma 8, eventuali precisazioni o scostamenti dei corpi idrici rappresentati dal Ppr dovranno
essere rilevati e dimostrati in sede di autorizzazionestessa.
Indirizzi
[6]. Per garantire il miglioramento delle condizioni ecologiche e paesaggistiche delle zone
fluviali, fermi restando, per quanto non attiene alla tutela del paesaggio, i vincoli e le limitazioni
dettate dal PAI, nonché le indicazioni derivanti da altri strumenti di pianificazione e
programmazione di bacino, si provvedea:
a. nelle zone fluviali“interne”:
I. limitare gli interventi trasformativi (ivi compresi gli interventi di
installazione di impianti di produzione energetica, di estrazione di
sabbie e ghiaie, anche sulla base delle disposizioni della Giunta
regionale in materia, di sistemazione agraria, di edificazione di
fabbricati o impianti anche a scopo agricolo) che possano
danneggiare gli eventuali fattori caratterizzanti il corso d’acqua, quali
cascate e salti di valore scenico, e interferire con le dinamiche
evolutive del corso d’acqua e dei connessi assettivegetazionali;
II. assicurare la riqualificazione della vegetazione arborea e arbustiva
ripariale e dei lembi relitti di vegetazione planiziale, anche sulla base
delle linee guida predisposte dall’Autorità di bacino del Po in
attuazione delPAI;
b. nelle zone fluviali“allargate”:
I. favorire il mantenimento degli ecosistemi più naturali, con la
rimozione o la mitigazione dei fattori di frammentazione e di
isolamento e la realizzazione o il potenziamento dei corridoi di
connessione ecologica, di cui all’articolo42;
II. migliorare l’accessibilità e la percorribilità pedonale, ciclabile, a
cavallo, nonché la fruibilità degli spazi ricreativi con attrezzature e
impianti a basso impatto ambientale e paesaggistico.
[…]
Prescrizioni
[10]. All’interno delle zone fluviali “interne”, ferme restando le prescrizioni del PAI, nonché le
indicazioni derivanti dagli altri strumenti della pianificazione di bacino per quanto non attiene
la tutela del paesaggio, valgono le seguenti prescrizioni:
a. le eventuali trasformazioni devono garantire la conservazione dei
complessi vegetazionali naturali caratterizzanti il corso d’acqua, anche
attraverso la ricostituzione della continuità ambientale del fiume e il
L’intervento in progetto si sviluppa in un tratto quasi terminale del Fiume Toce, a circa
14,5 km prima della confluenza con il lago Maggiore.
L’opera valorizza il salto idraulico di una briglia esistente, posta a protezione del ponte
denominato di Migiandone sulla strada provinciale 166, in un tratto ove non sono
presenti cascate né salti di valore scenico.
Il cantiere determinerà un’interferenza con un breve tratto della vegetazione ripariale
e della fascia planiziale retrostante ma la realizzazione delle opere di mitigazione porrà
rimedio a tale impatto ripristinando sostanzialmente la continuità del corridoio
ecologico.
[2]. Ai fini dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del Codice, per laghi di cui
al comma 1 si intendono i corpi idrici a carattere permanente, rappresentati e riconoscibili
tramite un toponimo nella Carta tecnica regionale, con perimetro superiore a 500 metri,
naturali, lentici, superficiali, interni, fermi, di acqua dolce, nonché gli invasi e sbarramenti
artificiali anch’essi a carattere permanente e con medesimo perimetro.
Ai medesimi fini, sono altresì da considerarsi laghi, ancorché non cartografati, le cave allagate
completamente esaurite e dismesse con perimetro superiore a 500 metri, qualora sia
definitivamente conclusa l’attività di coltivazione relativa all’intero sito di intervento e per le
quali non risultino più attive garanzie fidejussorie o assicurative finalizzate a tutelare la
Pubblica Amministrazione in relazione all’attuazione delle opere di recupero ambientale. Non
sono da considerarsi tutelati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera b. del Codice, i territori
contermini agli invasi artificiali costruiti a scopo d’irrigazione, alle vasche di raccolta delle
acque piovane o superficiali e alle aree di ristagno prevalentemente temporaneo di acque
(stagni, acquitrini, zone palustri). Nelle more dell’adeguamento di cui al comma 8, eventuali
precisazioni o scostamenti dei corpi idrici rappresentati nella Tavola P2 dovranno essere
rilevati e dimostrati in sede diautorizzazione.
[3]. Il Ppr individua nella Tavola P4, oltre ai laghi di cui al comma 1, gli specchi d’acqua
naturali rappresentati nella Carta tecnica regionale.
[4]. Tra i laghi di cui al comma 1, i laghi di Avigliana Grande, Avigliana Piccolo, Candia,
Maggiore, Mergozzo, Orta, Sirio e Viverone, ai sensi della DGR n. 46-2495 del 19 marzo 2001
costituiscono invasi di particolare pregio per le loro caratteristiche dimensionali e per la
rilevanza sotto il profilo paesaggistico e ambientale.
[5]. Nelle aree di cui ai commi 1 e 3, il Ppr persegue gli obiettivi del quadro strategico, di cui
all’articolo 8 delle presenti norme.
[…]
L’area di intervento dista circa 9 Km dal lago di Mergozzo, lo specchio d’acqua più
vicino, e pertanto non rientra i territori contermini al lago tutelati ai sensi dell’articolo
142, comma 1, lettera b del Codice, quale componente strutturale da tutelare e
valorizzare.
Come si evince dalle elaborazioni delle tavole P2 e P4 del PPR sopra riportate, il
progetto non interferisce con aree boscate individuate e riconosciute dal Piano, tuttavia
dall’esame dello stato dei luoghi, desumibile anche dalle ortofoto satellitari, il progetto
prevede la trasformazione di una porzione di vegetazione forestale di 2400 mq;
l’intervento è necessario per la costruzione del canale di adduzione, dell’opera di
restituzione e dell’edificio della centrale.
La posa dell’elettrodotto interrato avverrà prevalentemente lungo strade esistenti e le
interferenze con la vegetazione spontanea saranno minime e non determineranno la
trasformazione di aree boscate ma brevi cesure delle stesse.
La porzione di bosco interessata sarà presumibilmente leggermente più ampia rispetto
all’impronta a terra delle opere citate in quanto la zona interessata dal cantiere (es.
Movimenti terra) sarà più ampia; tuttavia, per le aree destinate alle baracche, allo
stoccaggio dei materiali e del terreno di scavo sono state individuate superfici non
boscate allo scopo di ridurre l’impatto visivo del cantiere.
L’intera superficie boscata interessata dalla trasformazione sarà compensata ai sensi
della normativa forestale vigente (in una fase successiva della progettazione il
proponente valuterà se proporre una compensazione monetaria, versando l’importo
determinato sulla base della superficie compromessa e dei coefficienti legati alle
caratteristiche del bosco e del sito, o una compensazione fisica, concordando la
realizzazione di un intervento forestale con gli uffici regionali competenti presso una
delle aree idonee ad accogliere tali opere già individuate dalla Regione Piemonte, di
importo analogo a quello calcolato per la compensazione monetaria.
Art. 18. Aree naturali protette e altre aree di conservazione della biodiversità
[1]. Il Ppr riconosce e individua alla Tavola P2 e nel Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1,
lettera c., i parchi e le riserve di cui all’articolo 142, comma 1, lettera f. del Codice, assoggettati
alla disciplina in materia di autorizzazione paesaggistica, per i quali si applicano le presenti
norme:
a. parchi nazionali e regionali, nonché i territori di protezione esterna dei
parchi, quali le aree contigue;
b. riserve nazionali e regionali.
Ai fini dell’individuazione dei territori soggetti all'autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo
146 del Codice, in quanto compresi nelle aree di cui alle lettere a. e b., valgono i confini definiti
dalla l.r. 19/2009 e smi. e dai provvedimenti istitutivi delle aree protettenazionali.
[2]. Il Ppr riconosce e individua nella Tavola P5, le aree di conservazione della biodiversità,
così articolate:
a. le aree protette di cui all’articolo 4 della l.r.19/2009;
b. i siti della Rete Natura 2000 di cui all’articolo 39 della l.r.19/2009;
c. le aree contigue, le zone naturali di salvaguardia e i corridoi ecologici di
cui agli articoli 6, 52bis e 53 della l.r. 19/2009 e gli ulteriori altri siti di
interesse naturalistico.
[3]. Con riferimento alle aree, di cui ai commi 1 e 2, il Ppr persegue i seguenti obiettivi:
a. conservazione della struttura, della funzione e della potenzialità evolutiva
della biodiversità;
b. mantenimento della diversità del paesaggio e dell’habitat, dell’insieme
delle specie e dell’ecosistema e della loro integrità nel lungo periodo;
c. conservazione, con particolare riferimento alle aree sensibili e agli habitat
originari residui, delle componenti naturali, paesaggistiche,
geomorfologiche, dotate di maggior naturalità e poco intaccate dalla
pressione antropica;
d. miglioramento delle connessioni paesaggistiche, ecologiche e funzionali
tra le componenti del sistema regionale e sovraregionale e i serbatoi di
naturalità diffusa;
e. recupero delle condizioni di naturalità e della biodiversità in particolare
nelle aree più critiche o degradate, anche attraverso il contrasto ai processi
di frammentazione del territorio;
f. promozione della ricerca scientifica e del monitoraggio delle condizioni di
conservazione dellabiodiversità;promozione della fruizione sociale
sostenibile, della diffusione della cultura ambientale, della didattica e dei
servizi di formazione e di informazione;
g. difesa dei valori paesaggistici, antropologici e storico-culturali, nonché
delle tradizioni locali e dei luoghi devozionali e di culto associati ai valori
naturali;
h. promozione delle buone pratiche agricole, tutela e valorizzazione degli
elementi rurali tradizionali (quali siepi, filari, canalizzazioni, ecc.).
[…]
Tavola P5 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda
A livello di incidenza del progetto sull’avifaiuna si osserva che l’innalzamento del pelo
libero dell’acqua nel tratto rigurgitato del Fiume Toce interessa prevalentemente
sponde ad elevata pendenza, in parte protette da scogliere, che limitano fortemente
l’allargamento della sezione bagnata così come indicato nella tavola n. 34 “Planimetria
delle aree sommerse”.
In particolare si evidenzia che, in corrispondenza della confluenza con il Torrente
Crotta , a monte di quella con il Rio Anzola è presente una interessante formazione
sabbiosa in destra orografica la cui conformazione consente anche qui di prevedere
una interferenza molto bassa a livello di “nuova superficie bagnata” in quanto il corso
d’acqua è sufficientemente inciso e la linea di sponda ha pendenza tale da non
consentire un allargamento sulla spiaggia della supergicia bagnata in condizioni
medie.
La spiaggia è di tipo sabbioso, con presenza rada di specie erbacee, arbustive ed
arboree, con particolare riferimento alla robinia che manifesta anche qui la sua
tendenza alla colonizzazione delle aree libere da copertura forestale.
La spiaggia ha una superficie di circa 1,5 ha che si può considerare non interferita
dagli effetti del “nuovo rigurgito”, pertanto si può prevedere che il progetto non recherà
disturbo all’avifauna che potrà, in futuro, utilizzare quest’area particolarmente adatta
alle sue esigenze.
In maniera rigorosa sono stati eseguiti i calcoli idraulici per determinare un confronto
tra la situazione ante operam e la situazione post operam. I calcoli dettagliati sono
contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato sono riportate le
planimetrie. Dal confronto tra la situazione esistente e quella in progetto nelle 5
simulazioni effettuate si può affermare che la spiaggia rimane inalterata
In particolare la spiaggia ha una superficie di circa 1,5 ha che si può considerare
non interferita dagli effetti del “nuovo rigurgito”,
Si può pertanto prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna che
potrà, in futuro, utilizzare quest’area particolarmente adatta alle sue esigenze.
Poco più a valle della confluenza del Rio Anzola , l’attuale rigurgito crea già un’isolotto
di superficie pari a circa 1,5 ha di cui 1,2 ha sabbiosi e 0,35 ha con vegetazione anche
arborea.
In maniera rigorosa sono stati eseguiti i calcoli idraulici per determinare un confronto
tra la situazione ante operam e la situazione post operam del’isolotto.
I calcoli dettagliati sono contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato
sono riportate le planimetrie.
Inoltre nell’allegato 34 “Planimetrie delle nuove aree sommerse” sono illustrati i
risultati di due simulazioni ritenute più significative ovvero:
• Portata media mensile minima (febbraio)
• Portata media annua
Nella simulazione di portata media mensile minima (febbraio) la superficie dell’isolotto
nella situazione ante operam risulta pari a 20060 mq, nella situazione post operam si
riduce a 10750 mq.
Nella simulazione di portata media annua la superficie dell’isolotto nella situazione
ante operam risulta pari a 13600 mq, nella situazione post operam si riduce a 9450
mq.
Inoltre è stata considerata anche la simulazione più cautelativa, ovvero
• la portata media mensile massima (giugno)
Nella simulazione di portata media mensile massima la superficie dell’isolotto nella
situazione ante operam risulta pari a 5200 mq, nella situazione post operam si riduce
a 3550 mq.
L’effetto del “nuovo rigurgito” porterà alla sommersione di parte dell’area sabbiosa
fell’isolotto (zona sud) che sarà quindi ridotta a seconda delle portate nel fiume Toce;
La riduzione varierà a seconda della stagione tra il 30% e il 50%, ma il nucleo
importante, costituito dalla parte più elevata, coperto da vegetazione arbustiva e
arborea rimarrà intatta.
Si può pertanto affermare che l’isolotto non perderà la sua importante funzione
ecosistemica a favore della riproduzione dell’avifauna e, quindi, anche in questo caso
si può prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna in quanto gli habitat
di specifico interesse saranno modificati in modo parziale e rimaranno a far parte degli
elementi caratterizzanti gli equilibri ecosistemici del perialveo del Fiume Toce.
Gli effeti del rigurgito sugli affluenti minori (Gronda di Cuzzago in sinistra orografica,
Rio di Vapi e Rio Blet in destra) sono poco o nulla significativi per quanto riguarda
l’avifauna. Un effetto molto marginale si ha nei confronti degli uccelli rapaci e pescatori
che, in questi rii vedono aumentata la probabilità di predazione.
Dalla consultazione delle tavole P2 e P4 del Ppr, nonchè dalla verifica effettuata sugli
elenchi delle componenti delle Unità di Paesaggio, non risulta che l’area interessata
dal progetto sia individuata ai sensi dei sopra citati articoli 23 e 26.
Tuttavia, essendo sia l’opera in questione sia i tratti dei percorsi in questione collocati
in un ambito di fondovalle ricco di vegetazione arborea ed arbustiva, in particolare
lungo le sponde del fiume Toce e considerando la localizzazione dei manufatti in
progetto, in gran parte posti a quote inferiori rispetto a tali percorsi, la visibilità reale
dell’intervento risulta piuttosto limitata.
Inoltre, per contenere al minimo l’interferenza visiva sulla componente paesaggio, in
aggiunta alla rivegetazione delle aree non interferenti con i manufatti (in particolare
lungo il rilevato stradale e tra le difese spondali e la centrale), è stata prevista una serie
di accorgimenti e soluzioni, quali:
- la scelta di interrare completamente la centrale di produzione e parte del canale
di adduzione;
- la scelta architettonica di realizzare i residui manufatti fuori terra in tipologia
costruttiva che richiami quella degli edifici presenti nel territorio circostante e
tinteggiati in colori neutri;
- la scelta di utilizzare materiali quali massi e pietrame intasato in terra con messa
a dimora di salici per la realizzazione delle difese spondali;
- infine, il rilascio di una quota di portata al di sopra dello sbarramento gonfiabile.
Non si evidenziano interferenze con siti di cui al comma 2 dell’art. 33 del Piano, in
quanto non presenti nell’intorno dell’area in esame.
Non si evidenziano interferenze con aree edificate per funzioni specializzate di cui al
comma 1 dell’art. 39 del Piano, in quanto non presenti nell’intorno dell’area in esame.
Integrazione 44
Le opere di connessione sono state definite sulla base del Preventivo di connessione
n.121885323 prot. P20160810121885323662120, regolarmente accettato.
Con documentazione datata Gennaio 2017, il gestore di rete e-distribuzione ha fornito
il progetto definitivo ai fini dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni.
Esso prevedeva una linea MT prevalentemente aerea, dello sviluppo di circa 6,5 km,
con conferimento presso una cabina secondaria esistente in Comune di Gravellona
Toce, al confine con il Comune di Mergozzo.
Il tracciato così definito necessitava di:
- Attraversamento aereo del Fiume Toce
- Attraversamenti sia con cavo interrato che aereo della linea ferroviaria
Domodossola Novara
- Attraversamenti sia con cavo interrato che aereo della Strada Statale n.33
- Attraversamenti di strade comunali e viabilità secondaria
- Attraversamenti di corsi d’acqua secondari
Risultavano interessati i territori comunali di Premosello Chiovenda, Ornavasso,
Mergozzo e Gravellona Toce.
Rilevata la criticità legata alla realizzazione di una linea aerea di sviluppo significativo
come quello proposto, si è provveduto alla definizione di un aggiornamento della
soluzione tecnica come da preventivo n.121885323 prot. ED-21-11-2012-P0028057,
regolarmente accettato dal produttore, non avvalendosi della facoltà di realizzare in
proprio le opere pertanto lasciando a “e-distribuzione SpA” l’onere della realizzazione
dell’opera oltre che del successivo esercizio delle opere di rete.
Sulla base delle risultanze della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017, i tecnici di
“e-distribuzione SpA” hanno ridefinito il citato progetto recependo la richiesta di
valutare una soluzione che non prevedesse la linea aerea ritenuta eccessivamente
invasiva nel contesto paesaggistico e nonché producendo uno schema di connessione
analogo per i produttori coinvolti nel medesimo iter autorizzativo.
Integrazione 45
Risulta doveroso tuttavia segnalare che la nuova soluzione progettuale inerente alle
opere di connessione (Marzo 2018) prevede la posa di un cavidotto interrato lungo la
S.P. n.166.
Si rileva pertanto la necessità di realizzate un attraversamento dal condotto di cui alla
nota di SNAM Rete Gas e altri due attraversamenti individuabili in sponda destra
orografica.
Si rimanda in merito agli elaborati predisposti da e-distribuzione spa, in particolare al
fascicolo T11 inerente all’interferenza con i metanodotti SNAM.
I metanodotti interferiti sono identificati da e-distribuzione come:
- Metanodotto Masera-Mortare DN 1200
- Metanodotto Passo Gries - Mortara DN 850
- Metanodotto Novara - Domodossola DN 200
Si segnala infine che e-distribuzione rileva una duplice interferenza anche con la rete
2IRETEGAS sempre lungo la S.P. n.166 / Via Macugnaga.
Anche in questo caso si rimanda agli elaborati predisposti da e-distribuzione spa, in
particolare al fascicolo T12 inerente all’interferenza con il metanodotto 2IRETEGAS.
Si ritiene opportuno un coinvolgimento nelle successive fasi autorizzative del gestore
del metanodotto.
Integrazione 46
Punto 1.
L’elaborato 20.1 “Relazione sulle fasi di cantiere”, cui si rimanda, illustra
l’organizzazione del cantiere e i mezzi previsti per la realizzazione dell’opera.
Nel seguito si riporta un elenco di norme europee, nazionali e regionali che descrivono
il quadro normativo in materia di lavorazioni e trattamenti di materiali polverulenti e che
forniscono indicazioni circa le emissioni di inquinanti in atmosfera.
A. Normativa europea
Direttiva 96/62/CE del 27 settembre 1996 Consiglio - in materia di valutazione e
di gestione della qualità dell'aria ambiente, che definisce i principi di base di una
strategia comune volta a:
- definire e stabilire obiettivi di qualità dell'aria ambiente nella Comunità europea
al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e
sull'ambiente nel suo complesso;
- valutare la qualità dell'aria ambiente negli Stati membri in base a metodi e criteri
comuni;
- disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell'aria ambiente e far sì che
siano rese pubbliche, tra l'altro mediante soglie d'allarme;
- mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri
casi.
B. Normativa nazionale
Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 "Attuazione della direttiva 96/62/CE in
materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente", stabilisce
che con decreto del Ministro dell'ambiente, ai sensi dell'articolo 4, comma 5, della
direttiva 96/62/CE, siano stabiliti per ciascun inquinante per il quale sono previsti un
valore limite e una soglia d'allarme i criteri riguardanti l'uso di altre tecniche di
valutazione della qualità dell'aria ambiente, in particolare la modellizzazione, con
riferimento alla risoluzione spaziale, ai metodi di valutazione obiettiva ed alle tecniche
di riferimento per la modellizzazione.
A. Normativa regionale
LR Piemonte n. 43/2000, è l’atto normativo regionale di riferimento, tuttora vigente,
per la gestione ed il controllo della qualità dell’aria. In essa sono contenuti gli obiettivi
e le procedure per l’approvazione del Piano regionale di qualità dell’aria (PRQA)
nonché le modalità per la realizzazione e la gestione degli strumenti della
pianificazione: il Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA) e
l’Inventario delle Emissioni IREA. Il PRQA è lostrumento per la programmazione, il
coordinamento ed il controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al
miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute
dell’uomo e dell'ambiente.
Piano Regionale di Qualità dell'Aria "PRQA", che analizza lo stato della qualità
dell’aria del Piemonte, valutando le concentrazioni degli inquinanti al fine di identificare
le porzioni di territorio oggetto di superamento dei limiti, e individuando inoltre le fonti
emissive di sostanze nocive. Vengono poi definite 47 misure di intervento, relative ad
ambiti diversi, finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria:
- 22 in materia di trasporti;
- 9 in ambito di energia;
- 5 per l’industria;
- 5 per l’agricoltura;
- 4 relative alla riqualificazione urbana;
- 2 concernenti la comunicazione.
Il PRQA si pone degli obiettivi ambientali specifici il cui set di indicatori di stato, relativi
alla matrice “aria”, sono specificati nella tabella di seguito riportata:
Mezzi di cantiere
Per la realizzazione dell’impianto idroelettrico in progetto è previsto l’impiego dei
seguenti mezzi di cantiere:
- escavatore;
- autocarro ribaltabile;
- autobetoniera;
- betonpompa;
- escavatore vibroinfissore;
- autogru;
- rullo compattatore.
Nel caso in oggetto le sorgenti di polveri diffuse oggetto della presente indagine sono
state individuate tra le lavorazioni necessarie per portare a termine la realizzazione
delle opere in progetto e si riferiscono essenzialmente ad attività e lavorazioni di
materiali inerti quali terreno naturale, pietra, ghiaia, sabbia ecc..
Le operazioni esplicitamente considerate sono le seguenti (in parentesi vengono
indicati i riferimenti all’AP-42 dell’US-EPA):
I. Scotico e sbancamento del materiale superficiale (AP-42 13.2.3)
II. Carico e scarico dei camion (AP-42 13.2.3)
III. Formazione e stoccaggio di cumuli (AP-42 13.2.4)
IV. Erosione del vento dai cumuli (AP-42 13.2.5)
V. Transito di mezzi su strade non asfaltate (AP-42 13.2.2)
Per utilizzare questo fattore di emissione occorre quindi stimare ed indicare il percorso
delle ruspe nella durata dell’attività, esprimendolo in km/h.
Alla luce di quanto innanzi esposto, conoscendo la capacità operativa dei mezzi che
saranno impiegati in cantiere è stato possibile fornire un valore emissivo orario per le
attività di scotico e di sbancamento connesse alle attività in progetto.
Si è partiti dal presupposto che nella fase di scotico e/o di sbancamento un singolo
escavatore rimuova circa 21 m³/h (14 x 0.50 [profondità scavo] x 3.00 [larghezza
Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Scotico e sbancamento materiale Escavatore/Ruspa 80 g/h 40 g/h
Per valutare i quantitativi di Polveri Totali Sospese (PTS) derivanti dall'azione di carico
e di scarico del terreno ad opera dei camion che saranno utilizzati per la
movimentazione dei materiali nei diversi siti di impiego si è fatto specifico riferimento
ai dati specificati nella Tabella 4 "Fattori di emissione per il PM10 relativi alle operazioni
di trattamento del materiale superficiale" delle linee guide ARPAT.
Tabella 15: Fattori di emissione per il PM10 relativi alle operazioni di trattamento del materiale
superficiale
Fattore di
SCC operazione emissione in note Unità di misura
kg
Truck Loading:
3-05-010-37 0.0075 kg per ogni Mg di materiale caricato
Overburden
Truck Unloading:
3-05-010-42 Bottom Dump 0.0005 kg per ogni Mg di materiale scaricato
- Overburden
Nota la capacita operativa degli automezzi impiegati per il trasporto del materiale è
possibile ottenere un contributo orario emissivo derivante dalle operazioni di carico e
di scarico del materiale da parte di ogni singolo camion operante nell'area di cantiere.
Per determinare la capacità operativa dei singoli mezzi impiegati nelle attività di
costruzione, è necessario considerare le previste attività nell’area di cantiere.
Fatta tale premessa è necessario considerare che nell’aree di cantiere s un singolo
camion, mediamente, sarà in grado di movimentare un quantitativo di materiale
prossimo ai 24 m³/h.
Assegnato un fattore di emissione per le attività di scarico pari a 5,0 x 10 -4 e di 7,5 x
10-3 kg/Mg per le attività di carico si ottiene un coefficiente di emissione complessivo
pe le operazioni di carico e scarico di 8,0 x 10-3.
Considerando una densità media del materiale movimentato pari a 1.8 Mg/m³ i volumi
complessivamente caricati e scaricati in un'ora corrispondono a 43,2 Mg, da cui si
evince che l’emissione oraria di particolato derivante dalle attività di carico e di scarico
per l'azione di un singolo camion è stata valutata in:
Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Carico di Camion ribaltabili Autocarro ribaltabile 324 g/h 178 g/h
Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Carico di Camion ribaltabili Autocarro ribaltabile 43 g/h 22 g/h
dove:
Tabella 18: Fattori di emissione areali per ogni movimentazione, per ciascun tipo di particolato
ki
PTS 0,74
PM10 0,35
Alla luce di quanto innanzi esposto, nota la capacita operativa degli automezzi
impiegati per il trasporto del materiale è possibile ottenere un contributo orario
emissivo derivante dalle operazioni di formazione dei cumuli temporanei di terreno
nelle aree di stoccaggio e di miscelazione.
Visa la conformazione e l'estensione del cantiere e per il ragionamento già riferito nel
paragrafo precedente, si ritiene che nell'ambito delle operazioni di cantiere, un singolo
camion sia in grado di creare cumuli nelle aree di stoccaggio e di miscelazione per un
quantitativo medio di circa 48 m³/h.
Considerando una densità media del materiale movimentato pari a 1.8 Mg/m³ i volumi
complessivamente caricati e scaricati in un'ora corrispondono a 86,4 Mg, da cui si
evince che l’emissione oraria di particolato derivante dalle attività di formazione di
cumuli per l'azione di un singolo camion è stata valutata in:
Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Formazione cumuli per lo Autocarro
0,52 g/h 0,24 g/h
stoccaggio temporaneo ribaltabile
Le emissioni causate dall’erosione del vento sono dovute all’occorrenza di venti intensi
su cumuli soggetti a movimentazione.
In merito alla componente vento è stato osservato che i modelli di calcolo impiegati
sono riferiti a velocità del vento nell'intervallo di 0,6-6,7 m/s con parametri di umidità
del terreno accumulato compresi tra 0,2-4,8%. A tale riguardo è stato osservato che,
a parità di contenuto di umidità, le emissioni registrate con velocità del vento pari o
superiori a 6 m/s risultano circa 20 volte maggiori di quelle che si hanno con velocità
del vento pari a 0.6 m/s, ne deriva che durante le ordinarie attività di cantiere non si
verificheranno emissioni che possano arrecare disturbo, mentre in sporadiche
condizioni di vento forte potrebbero, di contro, verificarsi effetti di disturbo nelle aree
prossime alla zona di accumulo temporaneo dei materiali.
Per valutare i possibili effetti erosivi indotti dall'azione vento sui cumuli di materiale
terroso stoccato nelle aree di cantiere, si è ricorso ad una stima delle velocità medie
del vento non mai superiori a 1,84 m/s con raffiche che possono raggiungere velocità
massime di 15,49 m/s.
Alla luce di quanto innanzi esposto, per stimare l’emissione dovuta all’erosione del
vento sui cumuli di materiale superficiale accantonato, si ipotizza che ogni nuovo
scarico di materiale costituisca un cumulo di 28 Mg ovvero un volume di 16 m 3 (avendo
ipotizzato che il materiale superficiale avesse una densità di 1.5 Mg/m 3). Impostando
Tabella 20: Emissione relative alle operazioni di erosione del vento dai cumuli
Immissione DI
Mezzi d'opera particolato
Lavorazione
impiegati per ora di lavorazione
PTS PM10
Erosione del vento dai cumuli - 0,14 g/h 0,07 g/h
dove:
Ki ai bi
PTS 1.38 0.7 0.45
PM 10 0.423 0.9 0.45
PM 2.5 0.0423 0.9 0.45
Emissioni kg/km
PTS 0,66
PM 10 0,12
Tabella 23: Emissione relative alle operazioni di trasporto materiale su strada sterrata
Immissione
Mezzi d'opera particolato
Lavorazione
impiegati per ora di lavorazione
PTS PM10
Transito di mezzi su strade non Autocarro
815 g/h 132 g/h
asfaltate ribaltabile
Alla luce delle considerazioni innanzi esposte è stato possibile stilare una tabella
riassuntiva che riassume i valori di emissione oraria di particolato (PTS e PM10) attesi
durante le attività di cantiere in relazione alla dotazione dei mezzi meccanici e delle
maestranze impiegate nella fase di costruzione dell'invaso partendo dal presupposto
che, tra tutti i processi di lavorazione previsti, le attività più impattanti per la
componente "Aria" sono quelle relative alle operazioni di scavo, di movimentazione e
lavorazione di terreno naturale.
Per quanto concerne le emissioni di particolati per l’area di cantiere, nelle seguenti
tabelle sono individuati i volumi orari (g/h) di particolato (PTS e PM10) che si prevede
siano immessi in atmosfera durante le attività di costruzione dell’impianto idroelettrico,
Considerato che le attività di cantiere si svolgono per la durata di 18 mesi e che le ore
lavorative giornaliere sono 8 ore/g distribuite su 5 giorni la settimana, risulta che la
durata complessiva di apertura cantiere ammonta a 2.880 ore/cantiere.
Se si assume, inoltre, che le attività inquinanti che gereno particolato sospeso
corrispondono indicativamente ad 1/2 del tempo di durata del cantiere, si stima che
l’emissione complessiva del particolato può essere così calcolata:
Valutazione delle emissioni per il PM10 al variare della distanza tra recettore e
sorgente per un numero di giorni di attività compresa tra 150-200 gg/anno
Tabella 24: Proposta ARPAT di soglie assolute di emissione di PM10 al variare della distanza
dalla sorgente e al variare del numero di giorni di emissione (i valori sono espressi in g/h)
DISTANZA (m) >300 300 ÷ 250 250 ÷ 200 200 ÷ 150 150 ÷ 100 <100
Per quanto concerne della durata temporale annua delle attività di cantiere si ritiene
che, trattandosi di lavorazioni che saranno fortemente condizionate dalle condizioni
meteorologiche, in particolare dalle nevicate e dalle piogge, si è optato per di
annoverare tale cantiere tra quelli con attività compresa tra un numero di giorni
lavorativi tra 200 e 150 giorni/anno.
A tale riguardo si evidenzia inoltre che l'ipotesi emissiva affrontata nella presente
relazione prevede l'impiego contemporaneo di numerose macchine operatrici vale a
dire una condizione di attività che non potrà essere considerata come gestione
ordinaria del cantiere.
Tabella 25: Valutazione delle emissioni al variare della distanza tra recettore e sorgente per un
numero di giorni di attività inferiore a 200 e 150 giorni/anno
Intervallo di distanza
del recettore dalla Soglia di emissione di
RISULTATO
sorgente PM10 (g/h)
(m)
- occorre organizzare il lavoro in modo tale che i materiali di risulta dagli scavi
e dalle scarificazioni siano immediatamente caricati sui mezzi di trasporto;
- anche i materiali da costruzione devono essere immediatamente impiegati
appena arrivino in cantiere cercando di evitare accumuli temporanei, se non
strettamente necessari;
- osservare le disposizioni riferite alla sospensione dei lavori durante le giornate
ventose descritte precedentemente.
Integrazione 47
Punto 2.
Acque superficiali – Fase di cantiere
Lo stato di qualità delle acque potrà essere influenzato, a seconda delle diverse attività
di cantiere, in maniera diversa. La non realizzazione di attraversamenti del corso
d’acqua per lo spostamento degli automezzi per le lavorazioni annullerà il rischio
anche se temporaneo e reversibile di intorbidire il corso d’acqua; viceversa la
deviazione temporanea del corso d’acqua e l’esecuzione di lavori in alveo produrranno
un aumento dei solidi in sospensione. Questo tipo di impatto è temporaneo e
reversibile a breve termine; la torbidità infatti cesserà al termine dei lavori e
l’eventuale deposito di sedimento fine potrà essere dilavato naturalmente dalla
prima morbida.
Lo sversamento accidentale di carburante invece può portare ad uno scadimento della
chimica delle acque. La contaminazione dipenderà dal quantitativo riversato nel corso
d’acqua, motivo per cui si ritiene che questo tipo di impatto sia minimo anche se
irreversibile, viste le modalità con cui si è pianificato di operare.
Acque sotterranee
Gli studi effettuati evidenziano che la crazione del piccolo bacino amone dello
sbarramento mobile gonfiabile hanno effetti trascurabili sulla qualità dell’acqua. Non
sono dunque da attendersi impatti sulla qualità delle acque sotterranee.
Punto 3.
Tenuto conto che il fiume alimenta la falda, nelle diverse condizioni idroligiche non vi
sono variazioni significative sugli effetti dell’opera sull’andamento delle acque
sotterranee rispetto a quanto già descritto nella Relazione geologica.
La consultazione della banca dati regionale ha evidenziato che nell’area di influenza
del bacino non sono presenti pozzi.
La valutazione della modifica della temperatura e della velocità dell’acqua nel bacino
a monte dello sbarramento mobile è riportata nell’apposito capitolo di Analisi della
lacustrizzazione nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.
Punto 4.
Nel documento progetuale 6 “Compatibilità con il PdgPO” è stata riportata
l’applicazione della Direttiva Derivazioni” e delle “Linee Guida Regionali”, come da
richiesta dell’Ente.
Si ribadisce che l’impianto in progetto si configura come a salto concentrato con
aumento dei livelli idrici a monte per l’inserimento di un gonfiabile.
Integrazione 48
Punto 5.
L’elaborato progettuale 7 “Relazione geologica” è stato aggiornato in recepimento
della richeista integrativa.
Punto 6.
L’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica” è stato aggiornato
inserendo un apposito capitolo sull’analisi del trasporto solido nelle varie condizioni
idrologiche rappresentative dell’anno medio. L’analisi evidenzia che eventuali
accumuli di sedimenti fini nei periodi di magra e di portate ordinarie sono movimentati
dalle portate formative con cadenza annua. Pertanto, la continuità del trasporto solido
del fiume Toce risulta assicurata.
L’effetto erosivo della portata restituita al fiume Toce nella sezione di scarico in
progetto è valutato nell’apposito capitolo “Valutazione dell’effetto erosivo della portata
restituita” contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.
A livello di habitat le modifiche della dinamica fluviale locale introducono una necessità
di adattamento dell’ittiofauna alla nuova consistenza e direzione dei flussi idrici che
non va a modificare la quantità di fauna ittica e la presenz\a quantitativa e qualitativa
dell’habitat acquatico.
Punto 7.
Punto 8.
Si è predisposto il piano di utilizzo delle terre da scavo di cui al D.M. 161/202, elaborato
30 “Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo” a firma del geologo Dott. Luca Arione.
Punto 9.
Le opere in progetto (canale di presa, centrale, canale di restituzione, cabina elettrica,
piste e piazzali) hanno un’impronta a terra complessiva di superficie pari a 11.860 mq;
tale superficie corrisponde all’impatto in termini di consumo di suolo.
Le aree interessate complessivamente dal cantiere misurano invece 38.955 mq: una
parte significativa di tale estensione verrà interessata solo temporaneamente e
completamente ripristinata/rivegetata al termine dei lavori.
La componente di uso suolo maggiormente interessata è costituita da campi coltivati
(circa 8.000 mq) e da piccole porzioni di prato stabile (circa 2.000 mq).
Esiste anche una forte incidenza di aree di alveo completamente sommerse dall’acqua
(circa 11.010 mq) che, per loro natura sono facilmente ripristinabili perché
naturalmente inondabili.
L’elemento con le maggiori criticiità è il bsoco che viene interessato con una
preliminare asportazione di 5.640 mq che verrà completamente ripristinato con le
opere di ripristino e mitigazione e con le opere di compensazione descritte nella
relazione forestale.
Per la compensazione di tale impatto, il proponente è disponibile ad individuare, in
accordo con la conferenza dei servizi, una superficie di pari entità, aggiuntiva rispetto
alle aree interessate da interventi di mitigazione e eventualmente da compensazione
forestale, su cui prevedere a proprie spese, interventi di desigillatura o in alternativa di
recupero ambientale/valorizzazione paesaggistica.
Ar e e in f a se d i ca n t ie r e
area
Ca t e gor ia d’uso de l suolo %
[ m q]
5%
Ar e e in f a se d i e se r ciz io
area
Ca t e gor ia d’uso de l suolo %
[ m q]
20%
37% Prato / aree libere
Bosco
28%
Alveo
15%
Piste e strade esistenti
Punto 10.
L’elaborato progettuale 7 “Relazione geologica” è stato aggiornato in recepimento
della richeista integrativa, inserendo un confronto cartografico dell’evoluzione storica
della morfologa del fiume Toce.
Integrazione 49
Punto 11.
Un nuovo tratto di passaggio per l’ittiofauna verrà realizzato in sponda idrografica
sinistra per prolungare la scala di rimonta recentemente realizzata dando così piena
continuità idraulica al tratto di Toce.
A seguito dell’inserimento del gonfiabile verrà realizzato, con 5 bacini successivi, un
tratto di scala di rimonta a lato della spalla del gommone utilizzando dei massi ciclopici
come setti (bouldes bar) e naturalizzando il fondo con dei ciottoli. La presenza dei
ciottoli sul fondo costituisce un elemento essenziale per garantire il transito della
Punto 12.
L’elaborato progettuale 28 “Cronoprogramma dei lavori” è aggiornato in accoglimento
della richiesta integrativa.
Non verranno effettuati lavori in alveo da novembre a marzo ma si opererà solo nelle
sezioni di alveo preventivamente messe in asciutta per la realizzazione del canale
derivatore e di restituzione nonchè per l’alloggiamento delle turbine.
Punto 13.
Le superfici sommerse dall’innalzamento in progetto del Fiume Toce sono
graficamente illustrate nell’elaborato n° 34 “Planimetria delle nuove aree sommerse”.
Allo stato attuale il rigurgito dovuto alla briglia esistente del ponte di Migiandone è già
molto esteso (2300 metri circa) e raggiunge la confluenza con il Rio Anzola.
Il tirante idrico medio nella sezione prossima alla confluenza con il Rio Anzola subirà
un innalzamento di soli 22 cm. Tale innalzamento del tirante andrà ad azzerarsi
appena a valle della confluenza del Torrente Crotta, con uno spostamento verso monte
del limite del rigurgito per ulteriori 240 metri.
In tale zona sulla sponda destra del F. Toce (tra le confluenza del torrente Crotta e del
rio Anzola) esiste una spiaggia sabbiosa sopraelevata rispetto al livello medio del
Fiume Toce di 1 – 2 metri; tale formazione viene sommersa e rimodellata soltanto in
concomitanza con gli eventi di piena. In condizioni normali (con portate di magra ,
medie e morbida) la portata è contenuta all’interno dell’alveo inciso in quanto la sponda
(destra) presenta una discreta pendenza.
Nel tratto dei 240 metri, interessato dagli effetti del “nuovo rigurgito” la variazione
media del pelo libero è di soli 11 cm.
I nuovi livelli indotti dal progetto sono quindi certamente contenuti all’interno dell’alveo
inciso per cui non si prevedono impatti sugli ambienti della spiaggia sabbiosa
esistente.
Anche in tema di falda di perialveo la variazione di livello è così esigua da non poter
influenzare gli habitat soprastanti.
Punto 14.
Allo stato attuale ed anche a seguito della realizzazione della scala di risalita al Ponte
Migiandone nell’ambito del progetto Idrolife per deframmentare la briglia esistente, il
tratto interessato dalla restituzione dell’impianto in progetto è costituito da una barra di
sabbia, in corrispondenza della quale nell’alveo bagnato è presente materiale
sabbioso non idoneo come sito riproduttivo per la trota marmorata pertanto non vi
possono essere effetti negativi sulla fase di deposizione della specie. L’effetto erosivo
che potrebbe innestarsi a valle della restituzione è mitigato dalla presenza di una
platea dissipativa a valle delle turbine in corrispondenza del punto in cui le acque
turbinate si immettono nell’alveo.
L’effetto erosivo della portata restituita al fiume Toce nella sezione di scarico in
progetto è valutato nell’apposito capitolo “Valutazione dell’effetto erosivo della portata
restituita” contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”. L’analisi
evidenzia che la restituzione in progetto non provoca effetti erosivi, poiché la capacità
di trasporto della corrente restituita è minore di quella del deflusso naturale del fiume
Toce.
Punto 15.
Punto 16.
La rimozione di soprassuolo facente parte di formazioni forestali interessa un area di
5.640 mq ed è stata ridotta con l’aggiornamento del progetto rspetto alla situazione
originaria.
Il sito d’intervento
Integrazione 50
4.5 Rumore