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REGIONE PIEMONTE

PROVINCIA DEL VERBANO-CUSIO-OSSOLA


COMUNE DI PREMOSELLO CHIOVENDA E ORNAVASSO

IMPIANTO IDROELETTRICO SUL FIUME TOCE


al Ponte Migiandone

DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA A SEGUITO DELLA


CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 13/04/2017
ELABORATO N° TITOLO ELABORATO SCALA

0 RELAZIONE INTEGRATIVA DATA

Agosto 2023
PROGETTO Maggio 2016

INTEGRAZIONE Febbraio 2017

INTEGRAZIONE Marzo 2020

PROGETTISTI FIRMA

Dott. Ing. ANTONIO CAPELLINO


335 65 60 172 antonio.capellino@e3studio.it

e3 STUDIO
DI CAPELLINO E ASSOCIATI
ENGINEERING ENVIRONMENT ENERGY
Dott. Arch. DANIELE BORGNA
339 31 31 477 daniele.borgna@e3studio.it

Geom. ALBERTO BALSAMO


347 40 97 196 alberto.balsamo@e3studio.it

Dott. Ing. ALBERTO BONELLO


328 45 41 205 alberto.bonello@e3studio.it
Corso Armando Diaz 23/1 - 12084 - Mondovì (CN)
0174 55 12 47 Dott. Arch. IVANO GARELLI
info@e3studio.it e3studio@legalmail.it 331 84 59 912 ivano.garelli@e3studio.it

STUDIO SINTESI
INGEGNERIA E PAESAGGIO
Via Mongrando, 41/a
10153 Torino
011/6598961
stefano.assone@studio-sintesi.com

COMMITTENTE FIRMA

EDISON Spa
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Partita IVA 08263330014
02/6222.1
www.edison.it
Relazione integrativa

SOMMARIO
1. PREMESSA ................................................................................................................... 2
2. ELENCO ELABORATI ................................................................................................... 3
3. OSSERVAZIONI ............................................................................................................ 5

e3STUDIO di Capellino e Associati 1


Relazione integrativa

1. PREMESSA

La presente Relazione integrativa illustra le integrazioni apportate al progetto


dell’Impianto idroelettrico sul fiume Toce al ponte di Migiandone nei comuni di
Ornavasso e Premosello Chiovenda.
Le integrazioni sono redatte in risposta alla Conferenza dei Servizi del 13/04/2017
nell’ambito dell’Istruttoria di Concessione di Derivazione e della contestuale procedura
di Valutazione di Impatto Ambientale.

In ossequio alle richieste integrative, la nuova documentazione progettuale aggiorna


tutti gli elaborati tecnici progettuali e integra quelli ambientali/specialistici fin’ora
depositati nell’ambito dei procedimenti indicati.
La presente relazione integrativa illustra le integrazioni e le modifiche apportate al
progetto sulla base delle richieste degli Enti, indicando gli elaborati progettuali nei quali
sono riportati gli specifici contenuti.

Rispetto al progetto presentato in precedenza, la nuova documentazione apporta


alcune lievi modifiche che non rientrano nella casistica delle varianti sostanziali
previste dal D.P.G.R. 10/R del 2003 e s.m.i. Queste modeste modifiche sono
riconducibili sinteticamente a:

- adeguamento delle opere di restituzione in seguito alla realizzazione del


passaggio per l’ittiofauna della briglia del ponte di Migiandone nell’ambito
del Progetto IdroLIFE;

- modifica del passaggio artificiale per l’ittiofauna in progetto per oltrepassare


l’ostacolo della traversa mobile gonfiabile sfruttando la scala di risalita per
l’ittiofauna del Progetto IdroLIFE per il superamento del dislivello della
briglia esistente;

- spostamento delle paratoie di regolazione della derivazione alla sezione di


presa;

- apertura del canale derivatore nel tratto a monte della S.P. 166;

- realizzazione di un terrapieno a protezione idraulica del canale derivatore e


del passaggio al di sotto della viabilità pubblica;

- sostituzione delle turbine ad asse verticale con macchine idrauliche ad asse


orizzontale per limitare gli scavi a seguito della nuova configurazione delle
opere di restituzione.

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Relazione integrativa

2. ELENCO ELABORATI

Di seguito è riportato l’elenco degli elaborati progettuali, indicando per ognuno se


integra, sostituisce un documento precedentemente presentato nell’ambito
dell’Istruttoria di Concessione di Derivazione e contestuale procedura di Valutazione
di Impatto Ambientale oppure se risulta un elaborato nuovo.

Num Elaborato Storia


0 Relazione integrativa Nuovo
1 Sintesi in linguaggio non tecnico Sostituisce
2 Relazione tecnica Sostituisce
3 Relazione idrologica Sostituisce
4.1 Relazione di compatibilità idraulica Sostituisce
4.2 Planimetria delle aree esondabili con portata duecentennale e Sostituisce
cinquecentennale
4.3 Planimetria delle aree esondabili con portata centennale Sostituisce
4.4 Planimetria delle aree esondabili con portata ventennale Sostituisce
4.5 Sezioni trasversali del fiume Toce Sostituisce
4.6 Profilo longitudinale del fiume Toce - Portata duecentennale, centennale, Sostituisce
ventennale ed in condizioni di media e di magra nella situazione esistente
4.7 Profilo longitudinale del fiume Toce - Portata duecentennale: situazione Sostituisce
esistente, in progetto e con sbarramento parzializzato e cinquecentennale
con sbarramento gonfio
4.8 Profilo longitudinale del fiume Toce - Portata centennale e ventennale: Sostituisce
situazione esistente, in progetto e con sbarramento parzializzato
4.9 Profilo longitudinale del fiume Toce - Portata di piena media annua e di Sostituisce
magra
5 Fascicolo sullo sbarramento Sostituisce
6 Compatibilità con il PdGPo e applicazione della Direttiva Derivazioni Sostituisce
7 Relazione geologica Sostituisce
8 Estratto PRGC Sostituisce
9 Corografia con individuazione del bacino idrografico Sostituisce
10 Planimetria su Carta Tecnica Regionale Sostituisce
11.1 Planimetria catastale - Area Sud Sostituisce
11.2 Planimetria catastale - Area Nord Sostituisce
12 Planimetria situazione esistente Sostituisce
13 Planimetria situazione in progetto Sostituisce
14 Planimetria particolareggiata esistente Sostituisce
15 Planimetria particolareggiata in progetto e opere di mitigazione e Sostituisce
compensazioni
16.1 Planimetria dettagliata di progetto – Impianto idroelettrico Sostituisce
16.2 Planimetria dettagliata di progetto – Traversa Sostituisce
17 Piante, sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico Sostituisce
18 Piante, sezioni e prospetti della cabina di consegna e linea MT privata Sostituisce
19 Piano di gestione e manutenzione delle opere Sostituisce
20 Planimetria di cantiere Sostituisce
20.1 Relazione sulle fasi di cantiere Nuovo

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Relazione integrativa

21 Piano di dismissione delle opere con stima dei costi di dismissione Sostituisce
21.1 Planimetria delle opere di dismissione Nuovo
22 Piano finanziario delle opere progettate e attestazione di credito Sostituisce
22.1 Computo metrico estimativo e sezioni di scavo Nuovo
23 Documentazione fotografica e fotoinserimenti Sostituisce
24.1 Valutazione di impatto acustico - Relazione integrativa Integra
25 Report di monitoraggio ex-ante Nuovo
26.1 Relazione forestale integrativa opere di mitigazione e compensazione Integra
27.1 Relazione paesaggistica integrativa Integra
27.2 Elaborato comparativo Nuovo
28 Cronoprogramma dei lavori Sostituisce
29 Scheda del catasto delle derivazioni idriche Sostituisce
30 Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo Nuovo
31 Piano di monitoraggio e manutenzione delle scale di risalita Sostituisce
32 Piano di monitoraggio ambientale Sostituisce
33 Particolari costruttivi delle difese spondali Nuovo
34 Planimetria delle nuove aree sommerse Nuovo
S1.1 Integrazioni allo Studio di impatto ambientale Nuovo

PROGETTO DELLE OPERE DI RETE E-DISTRIBUZIONE spa

Num Elaborato Storia


E1 Preventivo di connessione 121885323 – agg. 11/2017 Nuovo
E2 Accettazione Preventivo di connessione 121885323 Nuovo
T1 Corografia - Estratto di mappa - Piano regolatore Nuovo
T2a Settore decentrato OOPP Verbania - Attraversamento Rio Larino Nuovo
T2b Settore decentrato OOPP Verbania - Attraversamento Fiume Toce Nuovo
T2c Settore decentrato OOPP Verbania - Attraversamento Rio dei Roncacci Nuovo
T2d Settore decentrato OOPP Verbania - Attraversamento Rio Rivotti Nuovo
T3 Comune di Ornavasso - Interferenza strade comunali Nuovo
T4 Comune di Premosello Chiovenda - Interferenza strade comunali Nuovo
T5 ANAS spa - Attraversamento S.S. 30 Nuovo
T6a Provincia del VCO Settore Viabilità - Interferenza S.P. 65 Nuovo
T6b Provincia del VCO Settore Viabilità - Interferenza S.P. 166 Nuovo
T6c Provincia del VCO Settore Viabilità / Comune di Premosello Chiovenda - Nuovo
Interferenza S.P. 166 in centro abitato
T7 Autorizzazione paesaggistica d.lgs. 42/04 Nuovo
T8 Interferenza demanio pubblico - Ramo Strade in Comune di Ornavasso Nuovo
T9 Valutazione di incidenza LR 19/2009 Nuovo
T10a RFI - Attraversamento linea ferroviaria Arona - Domodossola Nuovo
T10b RFI - Attraversamento linea ferroviaria Novara - Domodossola Nuovo
T11 SNAM spa - Attraversamento metanodotti Nuovo
T12 2i RETE GAS srl - Attraversamento metanodotti Nuovo
T13 Denuncia Impianti (ex LR23/84) Nuovo

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Relazione integrativa

3. OSSERVAZIONI

Integrazione 1

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 14/R del 27/12/2021, “Disposizioni
per l’implementazione del deflusso ecologico”, abroga il D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007.
Con il nuovo Regolamento Regionale, il deflusso minimo vitale è sostituito da deflusso
ecologico. Inoltre, il D.P.G.R. 14/R del 27/12/2021 stabilisce per ciascun Corpo Idrico
classificato i coefficienti ambientali ed il fattore di modulazione. In particolare, la
modulazione prevista dal nuovo Regolamento Regionale è stabilita su base temporale
mensile, come previsto dal’abrogato D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007 per la modulazione
di tipo B.

Per quanto sopra espresso, il progetto è adeguato al nuovo Decreto del Presidente
della Giunta Regionale 14/R del 27/12/2021, adeguando il calcolo del deflusso
ecologico ai fattori ambientali e prevedendo la modulazione temporale su base
mensile.
La successiva Tabella 1 riporta i valori mensili di deflusso ecologico del fiume Toce
nella sezione di presa in progetto.

Tabella 1: Deflusso ecologico modulato


Periodo Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
3
DE (m /s) 9,847 9,847 14,067 14,067 25,321 25,321 14,067 14,067 14,067 14,067 14,067 9,847

Gli elaborati progettuali 2 “Relazione tecnica” e 3 “Relazione idrologica” sono


aggiornati per tenere conto dei differenti rilasci minimi da garantire.

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Relazione integrativa

Integrazione 2

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 14/R del 27/12/2021, “Disposizioni
per l’implementazione del deflusso ecologico”, abroga il D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007.

Il nuovo regolamento prescrive:

“Art. 9 (Modalità di rilascio in alveo)


1. Le derivazioni dotate di opere di presa fisse o di dispositivi di regolazione delle
portate derivate sono dotate di apparati che assicurino le esigenze di modulazione
della portata residua a valle dei prelievi e sono dotate, altresì, almeno di un’asta
idrometrica tarata che consenta un'immediata verifica del rispetto degli obblighi
previsti, anche da parte di personale non specializzato.
2. Ove siano prescritte opere per la risalita dell'ittiofauna, il DE o quota parte del
medesimo è fatto defluire tramite le predette opere.”

“Art. 11 (Controlli)
1. Il controllo del rispetto degli obblighi di rilascio di cui al presente regolamento è
effettuato dall'autorità concedente attraverso una misura diretta della portata
istantanea immediatamente a valle della derivazione, eseguita con modalità conformi
alle norme ISO vigenti o a prassi idrometriche riconosciute.
2. Il controllo del rilascio della portata a gradini, realizzato attraverso apparati mobili
ad esso finalizzati, è effettuato mediante il semplice riscontro visivo dell'asta
idrometrica di cui gli stessi sono dotati o di dispositivi che consentono di controllare i
livelli idrici o attraverso la verifica del posizionamento degli organi di rilascio.
3. Nel caso in cui la derivazione sia dotata di un misuratore in continuo delle portate
rilasciate, i dati registrati sono conservati per almeno cinque anni a disposizione
dell'autorità concedente.”

Nel caso specifico, il deflusso ecologico è modulato su base temporale (rilascio della
portata a gradini), ai sensi del D.P.G.R. 14/R del 27/12/2021, ed il rilascio è gestito
attraverso apparati mobili (sbarramento mobile e paratoie di presa). Pertanto, in
ossequio al comma 2 dell’articolo 11, il controllo è effettuato mediante riscontro visivo
dell’asta idrometrica.
A tal fine, a monte dello sbarramento, tra l’opera di presa e l’imbocco del passaggio
per l’ittiofauna, in sponda sinistra orografica, è installata un’asta idrometrica che indica
il livello idrometrico rispetto alla massima altezza dello sbarramento mobile.

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Relazione integrativa

Affinchè l’asta idrometrica sia visibile dalla sponda per agevolare la lettura da parte
degli Operatori incaricati, essa è intallata su di un palo verticale in acciaio infisso alla
base del paramento della scogliera, leggermente allontanato dalla sponda.

La stessa asta idrometrica permette di verificare il livello idrometrico di alimentazione


di tutti i dispositivi di rilascio del deflusso ecologico:
- passaggio artificiale per l’ittiofauna
- passaggio per i natanti
- vena di mascheramento dello sbarramento mobile gonfiabile

Gli imbocchi del passaggio artificiale per l’ittiofauna in destra e del passaggio per i
natanti in sinistra sono fissi, così il livello idrometrico letto sull’asta risulta univoco.
Come indicato, l’asta idrometrica indica il livello idraulico rispetto alla massima quota
della soglia mobile, così, qualsiasi regolazione della traversa gonfiaibile può
esclusivamente provocare un aumento del rilascio. Mentre, risulta impossibile
sovrastimare il rilascio rispetto alla lettura idrometrica sull’asta.

Il livello idrometrico di rilascio del deflusso ecologico è definito sulla base della
massima altezza di gonfiaggio dello sbarramento mobile. Per i tre valori di
modulazione temporale del deflusso ecologico sono calcolate altrettante altezze
idrometriche.

L’eventuale abbassamento parziale dei tre tronchi di traversa mobile gonfiabile può
esclusivamente incrementare i rilasci. Inoltre, l’altezza degli sbarramenti mobili è
diminuita esclusivamente in condizioni di elevata disponibilità idrica, che prevede il
raggiungimento della massima capacità produttiva della derivazione idroelettrica in
progetto.

L’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica” è aggiornato alla nuova condizione di


rilascio del deflusso ecologico. Nell’elaborato sono sia descritti sia verificati i dispositivi
di rilascio del deflusso ecologico. Inoltre è ampiamente illustrata la regola operativa
della derivazione idroelettrica in progetto.

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Relazione integrativa

Integrazione 3

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La derivazione idroelettrica in progetto è stata adeguata al D.P.G.R. 14/R del


27/12/2021 “Disposizioni per l’implementazione del deflusso ecologico”, che abroga il
D.P.G.R. 8/R del 17/07/2007, implementando il concetto di deflusso minimo vitale con
quello del deflusso ecologico.

La descrizione e la verifica idraulica dei dispositivi di rilascio del deflusso ecologico


modulato su base temporale ai sensi del succitato D.P.G.R. 14/R del 27/12/202 sono
contenute nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.

L’elaborato grafico 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” è stato


aggiornato con i particolari costruttivi e geometrici dei dispositivi di rilascio e con
l’indicazione dei livelli di funzionamento idraulico degli organi adibiti al rispetto del
deflusso ecologico.

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Relazione integrativa

Integrazione 4

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’asta idrometrica è installata tra l’opera di presa e l’imbocco del passaggio per
l’ittiofauna, in sponda sinistra orografica ed indica il livello idrometrico rispetto alla
massima altezza dello sbarramento mobile.

L’asta idrometrica è leggibile dal piano presente tra la presa idroelettrica ed il tratto di
passaggio artificiale per l’ittiofauna ancora da realizzare (in progetto). Tale area è
raggiungibile attraverso la passerella realizzata sull’imbocco di presa, per la gestione
del paratronchi.

Affinchè l’asta idrometrica sia visibile dalla sponda per agevolare la lettura da parte
degli Operatori incaricati, essa è intallata su di un palo verticale in acciaio infisso alla
base del paramento della scogliera, leggermente allontanato dalla sponda.

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Relazione integrativa

Integrazione 5

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Come dimostrato nell’elaborato progettuale 5 “Fascicolo sullo sbarramento”, la nuova


struttura della traversa mobile è completamente indipendente da quella della briglia
del ponte di Migiandone.

La soglia fissa di ancoraggio dei cuscini gonfiabili è realizzata a monte delle palancole
che chiudono la struttura esistente della briglia del ponte. La soglia fissa in progetto è
formata da una piccola platea in cemento armato e verso monte presenta un taglione
antisifonamento, anch’esso in cemento armato, infisso nel terreno di fondazione.
Nell’elaborato progettuale 5 “Fascicolo sullo sbarramento” è dimostrata la stabilità
della struttura nella propria indipendenza dalle opere circostanti.

Nel merito del cantiere, la struttura fissa di ancoraggio della traversa mobile è
realizzata a conci attraverso la formazione di ture di cantiere, sbarrando metà alveo
per volta.

I cuscini gonfiabili laterali sono installati approfittando della deviazione dell’acqua


attraverso le predette ture di cantiere. Per l’installazione del cuscino pneumatico
centrale è necessario formare un argine temporaneo che copra l’estensione compresa
tra le spalle destra e sinistra dell’elemento gonfiaibile. In questo caso, se la portata del
fiume Toce lo permette, tutto il deflusso è lasciato transitare attraverso il varco in
destra, prolungando la tura fino alla sponda sinistra. Qualora le portate siano maggiori,
sarà necessario realizzare un guado temporaneo formato da tubi in cemento armato
affiancati.

Tutte le ture di cantiere sono realizzate con materiale incoerente d’alveo. La sommità
delle ture è realizzata alla quota di 205,30 m s.l.m., 0,50 m più elevate della massima
quota di ritenuta dello sbarramento mobile. Il materiale utilizzato per le ture di cantiere
è selezionato per avere un diametro medio non superiore a 117 mm, affinchè ne sia
assicurata l’asportazione con una tracimazione massima di 1,00 m.

La verifica dell’asportabilità delle ture di cantiere è riportata nell’elaborato progettuale


4.1 “Relazione di compatibilità idraulica”, che è stato aggiornato in proposito.

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Relazione integrativa

Integrazione 6

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Al canale di adduzione è stato aggiunto uno scarico per lo spurgo dei sedimenti.
Lo scarico è posto a monte delle griglie di pulizia fine della portata di alimentazione
delle macchine idrauliche, appena prima dei gargami per l’inserimento dei panconi.
Lo scarico di fondo del canale di adduzione è regolato da una paratoia piana, larga
4,00 m come lo scarico stesso. Il canale di scarico si sviluppa interrato principalmente
parallelo alla centrale idroelettrica e restituisce i sedimenti al fiume Toce attraverso
un’apertura nella scogliera di sponda compresa tra il passaggio per l’ittiofauna e lo
scarico delle turbine.
Per agevolare l’accumulo localizzato e l’allontanamneto dei sedimenti, in
corrispondenza dello scarico, il fondo del canale di adduzione è abbassato per formare
un gradino appena a monte dei gargami per i panconi. Eventualmente, l’installazione
di un singolo modulo dei panconi può ulteriormente favorire l’evacuazione dei
sedimenti mantenendo comunque attiva la produzione idroelettrica.

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Integrazione 7

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Allo scopo di impedire la messa in pressione del canale di derivazione sono state
apportate alcune modifiche al canale stesso e al contesto intorno alle due sponde
rispetto alla soluzione progettuale iniziale.

La porzione di canale a monte della strada provinciale SP166 è stata aperta ed ai lati
è stato realizzato un piccolo terrapieno per evitare che la piena raggiunga l’opera di
adduzione. Allo stesso scopo, presso l’opera di presa è prevista la realizzazione di un
muro di sponda e l’installazione di paratoie con tenuta su 4 lati. Questa soluzione
permette di mettere in sicurezza il canale di adduzione rispetto alla piena del fiume
Toce.
Come indicato, la modifica al canale di derivazione comporta anche lo spostamento
delle paratoie dal termine del canale di adduzione alla presa per isolare dal punto di
vista idraulico l’opera di derivazione.

La modalità tecnica adottata, sopra descritta, impedisce la messa in pressione del


canale di derivazione.

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Integrazione 8

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La nuova configurazione del canale di adduzione permette di isolare idraulicamente


l’opera già dalla presa. Il volume tecnico contenente i sistemi di controllo ed
azionamento delle paratoie di presa e dello sbarramento mobile gonfiabile è
completamente interrato ed è servito da una porta stagna. Pertanto, anche in caso di
piena, i sistemi di regolazione delle paratoie di presa e dello sbarramento mobile
gonfiaibile rimangono attivi.
In caso di emergenza, è comunque possibile accedere al volume tecnico attraverso
un passo d’uomo protetto da un chiusino stagno posto sul solaio di copertura, a quota
maggiore della piena duecentennale. Questa situazione permette, attraverso semplici
valvole manuali (rubinetti a sfera) di sgonfiare i cuscini pneumatici anche in caso di
mancanza di alimentazione elettrica.

A valle della Strada Provinciale 166, nella centrale idroelettrica, gli organi di
regolazione della portata sono rappresentati dalle turbine idrauliche. Infatti, esse non
hanno bisogno di ulteriori dispositivi di manovra, poiché le pale del distributore e della
girante sono in grado di regolare e chiudere il passaggio idraulico.
I panconi, per l’installazione dei quali sono previsti i gargami a monte ed a valle delle
turbine, servono esclusivamente per la manutenzione delle turbine. Infatti, quando
viene smontato il blocco della turbina internamente alla centrale, risulta necessario
chiudere i flussi, poiché la fossa che contiene le macchine è più profonda dei livelli del
fiume Toce sia a monte sia a valle.
Sia le botole del solaio di copertura sia la porta di accesso al vano scala della centrale
idroelettrica sono stagne e pertanto la centrale rimane isolata. L’aerazione del locale
produzione avviene attraverso aperture grigliate sul solaio di copertura del vano scala,
a quota ampiamente maggiore dei livelli di piena duecentennale del fiume Toce.
A valle del ponte di Migiandone, la piena del fiume Toce interessa l’area golenale in
sinistra orografica principalmente come flusso di rientro della portata esondata a monte
dell’opera d’arte. Pertanto, in corrispondenza della centrale idroelettrica, l’area in
sponda sinistra può risultare allagata, ma la corrente possiede sia bassa velocità sia
limitata energia.

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Relazione integrativa

Integrazione 9

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La chiusura della derivazione avviene attraverso le paratoie di presa installate in


corrispondenza della derivazione in sponda sinistra del fiume Toce a monte del ponte
di Migiandone.

Individuazione della presa dove si installano le paratoie

In caso di fuori servizio dell’impianto idroelettrico, le paratoie di presa chiudono


l’ingresso del canale di adduzione, che rimane isolato dai livelli idrometrici del fiume
Toce. Le paratoie di presa hanno tenuta su quattro lati e sono sormontate da un muro
di sponda con coronamento alla quota di 211,00 m s.l.m., così come i rilevati creati
affianco al canale.
Con le verifiche idrauliche dell’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità
idraulica” sono stati determinati i seguenti livelli idrometrici in corrispondenza della
presa idroelettrica in progetto (sezione 10 del modello idraulico):
- Q200 = 3˙250 m3/s H200 = 210,68 m s.l.m.
- 3
Q100 = 2˙930 m /s H100 = 210,44 m s.l.m.
- Q20 = 2˙180 m3/s H20 = 210,32 m s.l.m.

A valle, della Strada Provinciale, il canale di adduzione presenta un’apertura in


corrispondenza delle griglie di pulizia della portata derivata. Il bordo dell’apertura del
canale di adduzione è realizzato alla quota di 208,00 m s.l.m., corrispondente
all’altezza dell’estradosso del solaio di copertura della centrale idroelettrica.

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Relazione integrativa

Con le verifiche idrauliche dell’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di comaptibilità


idraulica” sono stati determinati i seguenti livelli idrometrici in corrispondenza della
centrale idroelettrica in progetto (sezioni 15 e 16 del modello idraulico):
- Q200 = 3˙250 m3/s H200 = 207,76 m s.l.m.
- Q100 = 2˙930 m3/s H100 = 207,44 m s.l.m.
- Q20 = 2˙180 m /s3 H20 = 206,61 m s.l.m.

Il passaggio idraulico attraverso la centrale idroelettrica è regolato dalle turbine


idrauliche, che provvedono anche alla chiusura totale con la regolazione del
distributore assiale e delle pale della girante. Questi organi di regolazione sono
progettati e realizzati per operare una chiusura completa.

La chiusura di monte del canale di adduzione risulta efficace in tutti gli scenari di piena
analizzati, sia a monte sia a valle del ponte di Migiandone.

Nell’elaborato progettuale 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico”


sono evidenziati i livelli idrometrici di piena a monte ed a valle dell’impianto, per
dimostrare l’efficacia dei sistemi di protezione del canale di adduzione dagli eventi
alluvionali del fiume Toce. I livelli di piena sono indicati sia nella sezione longitudinale
dell’impianto sia nel profilo del fiume Toce.

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Relazione integrativa

Integrazione 10

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Nell’elaborato progettuale 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico”


sono state aggiunte le sezioni longitudinali del nuovo passaggio artificiale per
l’ittiofauna e del passaggio per le canoe, con l’indicazione dei livelli di funzionamento
idraulico.
I valori della curva di durata dei deflussi disponibili rientrano pienamente nell’intervallo
di portate regolabili attraverso lo sbarramento mobile gonfiabile. Pertanto, il passaggio
per l’ittiofauna funziona con il carico idraulico di monte corrispondente alla soglia
modulata di deflusso ecologico da rilasciare. Alla luce di ciò, le verifiche di
funzionamento idraulico del passaggio sono svolte nelle tre condizioni di deflusso
ecologico previste.

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Relazione integrativa

Integrazione 11

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Le portate indicate nella richiesta hanno i seguenti valori:


- Qmagra = 19,539 m3/s (portata disponibile nel fiume Toce)
- Qmed = 65,582 m /s3 (portata disponibile nel fiume Toce)
- Qmax = 110,000 m3/s (portata derivata dall’impianto)

La derivazione idroelettrica in progetto è soggetta al rilascio del deflusso ecologico


modulato su base mensile secondo quanto indicato nella successiva Tabella 2.

Tabella 2: Deflusso ecologico modulato


Periodo Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
3
DE (m /s) 9,847 9,847 14,067 14,067 25,321 25,321 14,067 14,067 14,067 14,067 14,067 9,847

Per il deflusso ecologico sono quindi presenti tre possibili valori.

L’impianto idroelettrico in progetto ha una portata minima di avvio di 8,250 m 3/s.


Pertanto, con una disponibilità idrica pari alla portata di magra, la derivazione potrebbe
essere attiva esclusivamente nei mesi con deflusso ecologico minore (9,847 m 3/s).

Dall’analisi delle portate derivabili contenuta nell’elaborato progettuale 3 “Relazione


idrologica”, si evince che la derivazione della portata massima di concessione è
concentrata principalmente nei mesi di maggio e giugno, in cui il valore di deflusso
ecologico è massimo (25,321 m3/s).

Alla luce di quanto indicato, i livelli delle tre condizioni operative della richiesta
integrativa sono calcolati considerando progressivamente le tre soglie di rilascio del
deflusso ecologico modulato, secondo lo schema della successiva Tabella 3.
Nella tabella sono rispettivamente indicati i valori di portata disponibile nel fiume Toce,
deflusso ecologico e portata derivabile dall’impianto idroelettrico in progetto.

Tabella 3: Ripartizione delle portate


Condizione Qdisp (m3/s) DE (m3/s) Qder (m3/s)
Portata di magra 19,539 9,847 9,692
Portata media 65,582 14,067 51,515
Portata massima di esercizio 135,321 25,321 100,000

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Relazione integrativa

I livelli nel canale di adduzione sono calcolati come indicato nell’elaborato progettuale
2 “Relazione tecnica”. In particolare, la verifica del canale di adduzione prevede la
definzione delle perdite di carico in corrispondenza dei seguenti nodi idraulici:
- paratronchi
- soglia di presa
- griglia di pulizia

La verifica dei livelli principia dalla quota idrometrica presente a monte della traversa,
variabile in funzione del rilascio secondo il seguente schema:
- DE1 = 9,847 m3/s Hw = 204,924 m s.l.m.
- DE2 = 14,067 m /s 3 Hw = 204,959 m s.l.m.
- DE3 = 25,321 m3/s Hw = 205,040 m s.l.m.

Le perdite di carico in corrispondenza del paratronchi e della soglia di presa


determinano il livello idrometrico nel canale di adduzione. La perdita di carico dovuta
alla griglia di pulizia determina il livello idrometrico nei bacini di carico delle turbine
idrauliche.

I corrispondenti livelli idrometrici allo scarico sono determinati con il codice di calcolo
HEC RAS nell’ambito delle verifiche idrauliche del fiume Toce riportate nell’elaborato
progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica”. I livelli allo scarico dell’impianto
idroelettrico in progetto sono riferiti alla sezione 16 del modello idraulico.

Lo svolgimento dei calcoli secondo quanto esplicitato negli elaborati progettuali 2


“Relazione tecnica” e 4.1 “Relazione di comaptibilità idraulica” determinano i livelli
riportati nella successiva Tabella 4.

Tabella 4: Livelli idrometrici


Hfiume Hcanale adduzione Hbacino carico Hscarico
Condizione idrologica
(m s.l.m.) (m s.l.m.) (m s.l.m.) (m s.l.m.)
Portata di magra 204,92 204,92 204,92 199,28
Portata media 204,96 204,91 204,90 199,62
Portata massima di esercizio 205,04 204,83 204,82 199,99

Nella condizione di magra, la portata derivata è minima, così le perdite di carico


risultano trascurabili, perché di ordine millimetrico e quindi minori dell’approssimazione
con la quale è indicato il risutlato.

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Relazione integrativa

Integrazione 12

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 16 “Planimetria dettagliata di progetto” è stato aggiornato,


indicando la traccia delle sezioni rappresentate nel documento progettuale 17 “Piante,
sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico”.

La rielaborazione del documento progettuale 16 “Planimetria dettagliata di progetto”


ha comportato lo sdoppiamento della tavola grafica, per consentire di rappresentare
tutto l’impianto e la traversa ad una scala adeguata.

Integrazione 13

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La portata massima di prelievo è limitata attraverso la regolazione delle turbine


idrauliche. Il sistema di regolazione delle turbine è tarato per limitare la derivazione
alla portata massima di 55,000 m3/s per ciascuna macchina idraulica sulla base della
misura della portata derivata.

La portata derivata dall’impianto idroelettrico è misurata per via indiretta sulla base
della potenza elettrica misurata ai morsetti di ciascun generatore e del salto idraulico.
La potenza elettrica è misurata attraverso un wattmetro, mentre il salto idraulico è
determinato per differenza dei livelli a monte ed a valle della turbina, rilevati con due
idrometri ad immersione installati in tubi camicia per la protezione meccanica degli
stessi. Gli idrometri ad immersione sono installati rispettivamente nel bacino di carico
ed in corrispondenza della bocca di scarico di ogni macchina idraulica.

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Relazione integrativa

Integrazione 14

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Il calcolo dei valori della curva di durata delle portate è esplicitato nell’elaborato
progettuale 3 “Relazione idrologica”. L’analisi idrologica delle portate del fiume Toce è
compiuta per similitudine idrologica.
La stima dei deflussi del fiume Toce è basata sui dati misurati dal SIMN e dall’ARPA
Piemonte con la stazione idrometrica di Candoglia, poco a valle della sezione di presa
in progetto, riportati nella successiva Tabella 5.

Tabella 5: Curva di durata delle portate


del fiume Toce nella sezione di Candoglia (m3/s)
D (gg) 10 30 60 91 135 182 274 355 Min
1935 110,00 60,90 88,70 17,60
1936 130,60 65,30 38,90 19,40
1937 267,00 96,60 58,70 32,40 16,70 13,90
1938 173,00 73,30 37,50 21,50 15,80 12,90
1939 310,00 128,00 70,10 40,30 24,50 21,50
1940 208,00 84,40 49,70 36,60 24,50 20,90
1941 232,00 106,00 52,70 36,80 28,30 26,20
1942 241,00 96,90 69,20 57,60 51,40 45,00 28,20 21,70 20,60
1943 88,70 67,50 55,80 49,50 45,60 40,10 33,00 27,40 26,10
1944 132,00 80,10 61,00 52,70 47,00 38,80 27,70 20,40 18,40
1945 155,00 78,70 61,00 55,10 49,10 40,90 29,20 24,70 21,70
1946 259,00 194,00 145,00 117,00 78,70 62,30 34,40 27,70 25,40
1947 137,00 94,70 77,20 69,00 57,40 47,00 30,80 19,80 17,80
1948 200,00 161,00 120,00 87,20 65,00 52,70 38,80 31,80 27,70
1949 143,00 85,80 59,80 48,10 38,80 33,50 27,70 19,80 17,10
1950 147,00 114,00 82,90 61,00 49,10 40,90 34,40 27,00 24,70
1951 381,00 246,00 169,21 130,00 97,60 68,10 42,00 28,40 24,50
1952 132,00 109,00 91,80 66,80 44,00 35,70 30,00 25,00 24,10
1953 267,00 134,00 86,40 66,80 51,30 40,20 30,80 22,30 17,80
1954 151,00 101,00 75,70 65,60 55,00 44,50 32,80 26,80 25,30
1955 100,00 77,10 62,50 55,80 45,20 41,10 32,10 22,90 18,50
1956 177,00 120,00 98,30 80,20 65,00 50,70 28,00 20,00 17,70
1957 281,00 119,00 74,60 57,20 48,40 42,70 33,80 25,80 21,60
1958 172,00 125,00 103,00 89,00 71,10 59,60 37,60 29,20 20,10
1959 119,00 103,00 89,00 82,00 64,60 54,80 43,70 31,90 30,00
1960 372,00 175,00 131,00 110,00 89,10 74,50 45,50 36,60 23,60
1961 128,00 104,00 79,20 69,80 58,40 47,90 39,50 34,80 31,90
1962 107,00 84,80 65,90 56,60 44,80 36,70 29,20 22,40 17,90
1963 158,00 121,00 96,50 89,00 76,40 59,60 31,90 20,90 17,20
1964 105,00 88,70 73,90 52,40 37,50 33,00 24,30 14,10 12,80
2000 421,00 160,00 125,00 96,30 80,80 57,10 37,80 22,60 17,40
2001
2002 342,00 171,00 110,00 84,80 62,20 46,70 28,10 15,90 9,96
2003 95,80 80,50 65,40 54,40 46,30 40,40 33,30 21,80 13,40
2004 223,00 126,00 101,00 80,20 59,80 47,30 35,80 23,60 20,00
2005 102,00 77,40 64,30 54,50 47,30 40,90 29,10 19,80 15,70
2006 98,20 64,10 55,30 48,70 43,80 39,10 29,50 17,20 14,40
2007 142,00 104,00 66,00 50,30 40,30 34,10 26,60 16,00 14,00
2008 265,00 129,00 89,90 72,10 60,40 49,10 28,10 18,40 14,00
2009 246,00 184,00 140,00 94,30 68,30 51,10 37,60 23,20 18,20
2010 230,00 141,00 106,00 89,80 62,70 51,60 35,20 23,70 20,00
2011 172,00 99,00 69,80 60,80 51,90 46,10 36,60 26,10 20,60
2012 179,00 117,00 94,70 76,10 59,60 50,30 35,10 26,30 23,20
2013 329,00 183,00 134,00 104,00 69,70 50,60 37,30 30,30 28,40
2014 298,00 142,00 118,00 107,00 94,30 79,00 53,70 38,90 32,00
Media 202,04 120,49 91,04 78,88 58,86 49,29 35,10 24,17 9,96

e3STUDIO di Capellino e Associati 20


Relazione integrativa

Le portate medie dell’ultima riga della Tabella 5 sono calcolate come media di tutti i
valori disponibili riferiti alla medesima durata.
Dalle portate sono ricavati i corrispondenti valori di contributo spefico, come riportato
nella Tabella 6 che segue. Il bacino imbrifero del fiume Toce con sezione di chiusura
presso la stazione idrometrica di Candoglia ha un’estensione di 1˙532 km2.

Tabella 6: Curva di durata delle portate e dei contributi specifici


del fiume Toce nella sezione di Candoglia (l/s km2)

Durata (gg) 10 30 60 91 135 182 274 355 Minima


Q (m3/s) 202,04 120,49 91,04 78,88 58,86 49,29 35,10 24,17 9,96
q (l/s km2) 131,88 78,65 59,42 51,49 38,42 32,17 22,91 15,77 6,50

Grafico 1: Curva di durata delle portate specifiche del fiume Toce a Candoglia

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Relazione integrativa

Le portate naturali del fiume Toce nella sezione di presa in progetto sono definite
considerando i medesimi contributi specifici calcolati per la stazione di misura di
Candoglia. Il bacino imbrifero del fiume Toce con sezione di chiusura presso la presa
idroelettrica in progetto ha un’estensione di 1˙496,7 km2.
La seguente Tabella 7 riporta la curva di durata delle portate naturali del fiume Toce,
definite per similitudine idrologica, nella sezione di presa idroelettrica in progetto.

Tabella 7: Curva di durata dei contributi specifici e delle portate


del fiume Toce nella sezione di presa in progetto

Durata (gg) 10 30 60 91 135 182 274 355 Minima


q (l/s km2) 131,88 78,65 59,42 51,49 38,42 32,17 22,91 15,77 6,50
Q (m3/s) 197,385 117,718 88,938 77,060 57,506 48,151 34,291 23,610 9,731

250,000

200,000

150,000
Q (m3/s)

100,000

50,000

0,000
0 50 100 150 200 250 300 350

Durata (gg)
Grafico 2: Curva di durata delle portate del fiume Toce
nella sezione di presa in progetto

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Relazione integrativa

Integrazione 15

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’impianto idroelettrico in progetto è dotato di uno sbarramento mobile gonfiaibile di


innalzamento del livello idrometrico a monte del ponte di Migiandone. Esso è costituito
da tre elementi indipendenti posti rispettivamente in corrispondenza dell’arcata
sinistra, di quella destra e delle tre luci centrali del ponte. Pertanto, mentre i due
elementi gonfiaibili laterali hanno larghezza di base uniforme di 18,50 m, quello
centrale risulta più esteso e la base è pari a 69,30 m.
Come indicato, i tre cuscini pneumatici sono indipendenti tra loro. Ognuno è dotato di
un compressore per il gonfiaggio e delle proprie valvole di regolazione e di sicurezza.

La regola operativa dello sbarramento mobile gonfiabile prevede il mantenimento


ordinario della massima altezza di ritenuta, pari a 204,80 m s.l.m. e la modulazione del
deflusso ecologico è attuata variando l’altezza idrometrica a monte dei dispositivi di
rilascio.
Con disponibilità idriche nel fiume Toce maggiori della somma del deflusso ecologico
modulato e della portata massima derivabile dall’impianto idroelettrico in progetto, i tre
cuscini pneumatici sono progressivamente sgonfiati per aumentare la vena idraulica
stramazzante mantenendo immutato il livello idrometrico di progetto a monte dello
sbarramento mobile.
Oltre certe soglie di abbassamento dei cuscini pneumatici è più conveniente abbattere
completamente lo sbarramento mobile. Pertanto, raggiunta questa soglia massima di
regolazione dei tre cuscini pneumatici, uno viene sgonfiato completamente e gli altri
due sono regolati di conseguenza per rispettare la regola operativa imposta
(mantenimento del livello idrometrico di progetto a monte dello sbarramento). Nella
gestione dell’abbattimento successivo degli sbarramenti mobili gonfiaibili si da priorità
a quelli laterali e per ultimo si sgonfia quello centrale. Per i cuscini pneumatici lateriali
si sgonfia per primo quello in sinistra, più prossimo alla presa ed al passaggio per
l’ittiofauna.

La regolazione complessiva dei tre sbarramenti gonfiabili permette di rilasciare portate


fino ad oltre 260 m3/s. Pertanto, la regolazione progressiva della traversa mobile è
efficace fino a porte disponibili di oltre 370 m3/s.

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Relazione integrativa

Integrazione 16

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’impianto idroelettrico in progetto è dotato di due turbine Kaplan identiche tra di loro.
Il calcolo della potenza delle due turbine instalate è riportato nell’elaborato progettuale
2 “Relazione tecnica”.
Di seguito, per semplicità di lettura, si riporta il calcolo della potenza installata
attraverso l’espressione:
𝑃 =𝜂⋅𝛾⋅𝑄⋅ℎ
dove
- P potenza;
-  = 88% rendimento;
-  = 9,81 kN/m3 peso specifico dell’acqua;
- Q = 55,000m3/s portata massima della singola turbina;
- h = 4,83 m salto idraulico.

Il salto idraulico a disposizione dell’impianto idroelettrico in progetto è variabile,


pertanto si considera il massimo dislivello idraulico che consente la derivazione
massima di progetto complessiva di 110,000 m3/s.
Sostituendo i valori nell’espressione si ottiene:
𝑃1 = 𝑃2 = 0,88 ⋅ 9,81 ⋅ 55,000 ⋅ 4,83 = 2˙293 𝑘𝑊
𝑃𝑖𝑛𝑠𝑡𝑎𝑙𝑙𝑎𝑡𝑎 = 𝑃1 + 𝑃2 = 2˙266 + 2˙266 = 4˙586 𝑘𝑊

Ciascuna delle due turbine ha una potenza meccanica di 2˙293 kW, per una potenza
complessiva installata nell’impianto idroelettrico di 4˙586 kW.

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Relazione integrativa

Integrazione 17

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La quota di 204,80 m s.l.m. corrisponde all’altezza massima raggiunta dallo


sbarramento mobile gonfiaibile. Tale quota rappresenta anche l’altezza ordinaria della
traversa mobile.

La derivazione idroelettrica in progetto è assoggettata al deflusso ecologico modulato


su base temporale, secondo quanto indicato nella successiva Tabella 1.

Tabella 8: Deflusso ecologico modulato


Periodo Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
DE (m3/s) 9,847 9,847 14,067 14,067 25,321 25,321 14,067 14,067 14,067 14,067 14,067 9,847

Il deflusso ecologico è rilasciato attraverso i seguenti dispositivi idraulici:


- passaggio artificiale per l’ittiofauna
- passaggio per le canoe
- sbarramento mobile
La corretta alimentazione dei dispositivi di rilascio del deflusso ecologico modulato su
base mensile avviene variando il livello idrometrico a monte dello sbarramento,
secondo il seguente schema:
- DE1 = 9,847 m3/s Hw = 204,924 m s.l.m.
- 3
DE2 = 14,067 m /s Hw = 204,959 m s.l.m.
- DE3 = 25,321 m3/s Hw = 205,040 m s.l.m.

Le altezze idrometriche indicate sono mantenute per tutta la gamma di portate


derivabili. Per deflussi disponibili maggiori alla somma della portata massima
derivabile e del deflusso ecologico modulato su base mensile, il livello idrometrico di
progetto è mantenuto costante variando l’altezza dello sbarramento mobile gonfiabile.

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Relazione integrativa

Integrazione 18

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Il calcolo del salto idraulico è contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione


tecnica”.
Ai sensi del D.P.G.R. 10/R e s.m.i. è definito come dislivello tra i peli morti presenti a
monte ed a valle dei meccaniscmi motore.

I meccanismi motore sono costituiti dalle due turbine Kaplan. Pertanto i peli morti a
monte ed a valle sono rappresentati da:
- livello idrometrico nel bacino di carico delle turbine, a valle della griglia di
pulizia;
- livello idrometrico allo scarico delle turbine, a valle del diffusore.

Sia il livello di monte sia quello di valle non sono univoci, ma dipendono dalla portata
disponibile, dal valore modulato di deflusso minimo vitale e dalla portata derivabile.
Non potendo calcolare un valore univoco, il salto idraulico è definito come media
pesata dei salti idraulici relativi alle singole portate della curva di durata.

Rispetto alla stesura originale del progetto, il salto idraulico è cambiato per i seguenti
motivi:
- diverso livello idrometrico nel fiume Toce per l’applicazione del deflusso
ecologico modulato;
- differente geometria del canale di adduzione (precedentemente flussi
separati tra le turbine, mentre nella nuova stesura il canale è univoco);
- spostamento verso valle dello scarico per la presenza del nuovo passaggio
per l’ittiofauna della briglia del ponte di Migiandone;
- movimentazione del materiale d’alveo per accogliere la restituzione
spostata.

Come indicato in precedenza, nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica” sono


definiti molteplici salti idraulici, corrispondenti a situazioni di portata disponibile,
rilasciata e derivata differenti.
I due valori di salto idraulico a cui si riferisce il quesito sono:
- salto idraulico medio (salto di concessione)
- salto idraulico con portata massima (salto massimo con la derivazione della
portata massima di concessione)
Il salto idraulico medio corrisponde al salto fiscale, nominale o di concessione,
attraverso il quale sono definiti la potenza nominale media ed il canone per la
derivazione dell’acqua.
e3STUDIO di Capellino e Associati 26
Relazione integrativa

Il salto idraulico con la portata massima permette di calcolare la massima potenza delle
turbine idrauliche, nonché consente di definire la potenza di picco della derivazione.

I due valori indicati del salto idraulico sono esplicitamente calcolati nell’elaborato
progettuale 2 “Relazione tecnica” e corrispondono rispettivamente a:
- salto idraulico medio 5,14 m
- salto idraulico con portata massima 4,83 m

Nella sezione longitudinale dell’impianto idroelettrico dell’elaborato progettuale 17


“Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” sono evidenziati i livelli nel bacino
di carico e nello scarico dai quali è ricavato il salto idraulico con la portata massima.

Come indicato in precedenza, il salto idraulico medio è definito come media pesata dei
salti idraulici relativi ai singoli valori di portata della curva di durata. Pertanto, per il
salto idraulico medio non è possibile individuare e rappresentare i corrispondenti livelli
idrometrici.

e3STUDIO di Capellino e Associati 27


Relazione integrativa

Integrazione 19

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Nella derivazione idroelettrica in progetto non sono presenti soglie idrauliche che
determinano un salto riconducibile ad uno stramazzo od un risalto idraulico. Tali
situazioni genererebbero una perdita di salto idraulico e di produzione considerevole
rispetto alla generazione energetica attesa.
In questi casi, il paragrafo 2. della parte A dell’Allegato B del D.P.G.R. 7/R del
28/06/2007 prevede:
“È comunque consentito l’impiego di qulunque altra tecnologia purchè soddisfi i
requisiti di precisione della misura di cui al successivo punto 9.”

I dispositivi di misura basati sul metodo area·velocità prevedono, tutti, di operare su


tratti rettilinei di canale con estensione minima di 15 volte la larghezza del canale
stesso. Nessuna sezione dei canali di adduzione e scarico della centrale idroelettrica
rispetta tali requisiti.

Valutate le condizioni succitate, la portata derivata dall’impianto idroelettrico è misurata


per via indiretta sulla base della potenza elettrica misurata ai morsetti di ciascun
generatore e del salto idraulico. La potenza elettrica è misurata attraverso un
wattmetro, mentre il salto idraulico è determinato per differenza dei livelli a monte ed
a valle della turbina, rilevati con due idrometri ad immersione installati in tubi camicia
per la protezione meccanica degli stessi. Gli idrometri ad immersione sono installati
rispettivamente nel bacino di carico ed in corrispondenza della bocca di scarico di ogni
macchina idraulica.

In fase di collaudo idraulico della derivazione idroelettrica è verificato il rispetto della


tolleranza della misura di portata attraverso misure dirette del deflusso nel canale di
adduzione. Il D.P.G.R. 7/R del 28/06/2007, per i prelievi da acque superficiali mediante
canale, prevede una tolleranza massima del 5%.

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Relazione integrativa

Integrazione 20

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 17 “Piante, sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” è


stato aggiornato aggiungendo l’indicazione dei dispositivi di misura per la portata
derivata.

Integrazione 21

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Si è predisposta una valutazione economica aggiornata dell’iniziativa progettuale


revisionata sulla base del recepimento delle indicazioni emerse in sede di Conferenza
dei Servizi nonché dell’ottimizzazione del layout.
Esso viene predisposto senza ipotizzare uno scenario basato su formule incentivanti.

Si rimanda all’elaborato 22 “Piano finanziario delle opere progettate”.

e3STUDIO di Capellino e Associati 29


Relazione integrativa

Integrazione 22

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 2 “Relazione idrologica” contiene la definizione della portata


media del corpo idrico disponibile nella sezione di presa in progetto ed il deflusso
medio prelevato.
Tali valori medi annui corrispondono rispettivamente a:
- Qdisp = 65,582 m3/s
- Qder = 49,930 m3/s
I valori sono stati ricalcolati nella presente stesura integrativa del progetto a seguito
dell’entrata in vigore del D.P.G.R. 14/R del 27/12/2021, che ha introdotto il deflusso
ecologico ed ha stabilito i coefficienti ambientali e modulatori del rilascio minimo da
garantire nel tratto sotteso dalla derivazione idroelettrica in progetto.

L’impianto come è stato concepito sin dall’inizio della progettazione è di tipo


puntuale, in sostanza l’acqua derivata viene prelevata appena a monte della
traversa fluviale e riportata ai piedi della stessa.

Nel caso specifico la derivazione deve fisicamente superare l’ingombro formato dalla
struttura del ponte di Migiandone con il relativo terrapieno stradale in sinistra
orografica.

Si ricorda che il progetto iniziale che comprendeva una scala di rimonta dell’ittiofauna
integrata nell’impianto idroelettrico restituiva ancora più a monte (circa 40 metri).

A seguito della recente realizzazione del passaggio per l’ittiofauna della briglia del
ponte di Migiandone nell’ambito del Progetto IdroLIFE il progetto idroelettrico, come
richiesto espressamente in sede di Conferenza dalla Provincia di V.C.O., è stato
adeguato alla nuova configurazione venutasi a creare. Di conseguenza il punto di
restituzione è stato portato appena a valle della struttura della scala di rimonta
dell’ittoifauna per non interferire con le opere appena realizzate con fondi pubblici.
Quindi inevitabilmente la restituzione dell’impianto è dovuta essere traslata a valle,
nella misura dell’ingombro della scala recentemente realizzata.

La lunghezza del tratto di corpo idrico sotteso dall’impianto idroelettrico in progetto è


definita come distanza tra il punto di valle della presa e quello di monte della
restituzione lungo la direttrice dell’asse del fiume Toce, ritenuta coincidente con
l’ortogonale al ponte di Migiandone.
Il progetto è stato concepito con un tratto sotteso definito con tale metodo pari a 90
metri in quanto la scala di rimonta, all’epoca era ancora da realizzare, era stata
integrata nelle strutture dell’impianto e la restituzione coincideva esattamente con il
piede della traversa.

e3STUDIO di Capellino e Associati 30


Relazione integrativa

A seguito della recente realizzazione della scala di rimonta la restituzione va portata


necessariamente più a valle e il tratto sotteso diventa pari a 130 metri, comunque su
una larghezza dell’alveo di pari dimensioni.

Scala di rimonta dell’ittiofauna recentemente realizzata; il tratteggio evidenzia


l’ingombro della stessa a partire dal piede della traversa

Scala di rimonta dell’ittiofauna vista dal ponte

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Relazione integrativa

Scala di rimonta dell’ittiofauna vista dal bordo

Scala di rimonta dell’ittiofauna – primo piano delle vasche

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Relazione integrativa

Integrazione 23

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Durante l’iter autorizzativo si è provveduto a dar seguito alla caratterizzazione del


suolo ricompreso nel perimetro oggetto di intervento considerato che, come noto, esso
ricade all’interno di area SIN “Enirewind (prima Syndial) di Pieve Vergonte”.

Va precisato che il SIN ricade essenzialmente sull’alveo del Fiume Toce e non sui
terreni adiacenti i quali vengono in ogni caso indagati.

Con determinazione prot. 0000037 del 10/04/2019 il Ministero dell’Ambiente e della


Tutela del Territorio e del Mare ha approvato la Proposta di indagini di
caratterizzazione limitatamente alla porzione ricompresa nel perimetro del SIN.
Con lettera prot.13846 del 03/07/2019 il Settore Ambiente della Provincia del Verbano
Cusio Ossola – Ufficio Bonifiche e discariche, ha fornito indicazioni circa le porzioni
interessate collocate in posizione esterna al SIN.

Una prima fase di indagine ha quindi riguardato sia le aree interne al SIN con l’analisi
di n.3 campioni superficiali che quelle esterne alla perimetrazione con n.10 carotaggi
alla profondità di 2 m con 3 campioni cadauno per complessivi 30 campioni. Tale
campagna si è svolta nel periodo settembre / ottobre 2019.

Gli Enti coinvolti ovvero il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, la provincia del Verbano Cusio Ossola Settore II Servizio Rifiuti e Bonifiche e
ARPA Piemonte, hanno pertanto valutato le risultanze delle analisi eseguite.
A seguito di tali valutazioni ARPA ha ritentuto adeguata l’attività di caratterizzazione,
non ha evidenziato criticità ambientali e ha ritenuto non necessaria una valutazione
del bioaccumulo.
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, verificati i contributi tecnici, ha
ritenuto non necessaria la formulazione di una propria valutazione.

Nelle successive fasi autorizzative verranno quindi definite le modalità di eventuali


approfondimenti della caratterizzazione del suolo che permetteranno di ottenere un
quadro puntuale e preciso delle concentrazioni di inquinanti presenti e delle
conseguenti azioni necessarie.

e3STUDIO di Capellino e Associati 33


Relazione integrativa

Come disposto in sede di Tavolo Tecnico tenutosi presso gli Uffici della Provincia del
Verbano Cusio Ossola in data 28/07/2020 (rif.prot. 12715 del 28/07/2020) si
rimandano infatti le procedure di:
- caratterizzazione dei terreni
- valutazione del rischio
- eventuale elaborazione del progetto operativo di bonifica/messa in
sicurezza permanente
alla successiva fase autorizzativa ovvero a seguito della definizione della graduatoria
relativa alla Concorrenza di cui al Regolamento Regionale 29/07/2003 - 10/R.

e3STUDIO di Capellino e Associati 34


Relazione integrativa

Integrazione 24

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Si predispone il piano di utilizzo delle terre da scavo di cui al D.M. 161/202, elaborato
30 “Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo” a firma del geologo Dott. Luca Arione.

e3STUDIO di Capellino e Associati 35


Relazione integrativa

Integrazione 25

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La valutazione della modifica della temperatura e della velocità dell’acqua nel bacino
a monte dello sbarramento mobile è riportata nell’apposito capitolo di Analisi della
lacustrizzazione nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.

Temperature
Dalle analisi condotte si evince che la variazione di temperatura nel tratto a monte
della briglia in seguito all’inserimento dell’impianto risulta trascurabile.

Velocità
Per quanto riguarda le velocità, nelle sezioni a monte della captazione simulate (dalla
n.3 alla n. 9), queste, in post operam, risultano:
• in condizioni di portata media annua, sempre inferiori al 37% (massima %
riscontrata nella sezione 6) rispetto all’ante operam con un minimo del 21% alla
sezione 9;
• in condizioni di portata minima annua, risultano sempre inferiori al 53% (massima
% riscontrata nella sezione 6) rispetto all’ante operam con un minimo del 27%
alla sezione 9;
• mentre in condizioni di portata massima risultano sempre inferiori al 21%
(massima % riscontrata nella sezione 6) rispetto all’ante operam con un minimo
del 13% alla sezione 9.
Analizzando i risultati si può quindi affermare che le variazioni della velocità, sono più
sensibili nel caso di portata minima annua (27 - 53%), diminuiscono nel caso della
portata media annua (21 - 37) e diventano praticamente trascurabili nel caso di portata
massima (13 – 21).
In conclusione si può ritenere che le variazioni di velocità, a seguito dell’intervento in
progetto, sono piuttosto contenute.

Nella successiva integrazione 42 punto 5 viene affrontata l’incidenza della variazione


di velocità sulla fauna ittica. Si è preso come riferimento la trota marmorata che è la
specie più presente nell’ambito di quel tratto di interesse. Simulando quindi ciò che
accadrebbe per il parametro velocità, a seguito dell’inserimento del gommone a monte
della briglia, si denota una non incidenza sull’idoneità del tratto nell’ospitare la specie
trota marmorata, nei suoi diversi stadi, in qualsiasi condizioni di portata. In molte
sezioni si verifica addirittura un miglioramento dell’idoneità sia per gli stadi giovanili sia
per gli adulti a seguito dell’inserimento del sbarramento gonfiabile.

e3STUDIO di Capellino e Associati 36


Relazione integrativa

Integrazione 26

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Il canale derivatore non intercetta alcun affluente minore e pertanto la sua


realizzazione non comporta interferenze con il retitolo idrografico esistente.

Il progetto idroelettrico e nello specifico lo sbarramento mobile sulla traversa esistente


è stato progettato tenendo in considerazione i livelli dell’acqua nel fiume Toce ma
anche l’eventuale interferenza con gli affluenti, in particolare i torrenti Crotta e Anzola.
Più precisamente nel tratto di interesse, da Anzola d’Ossola al Ponte di Migiandone si
rilevano i seguenti corsi d’acqua minori:
in sinistra orografica:
• Torrente Crotta
• Gronda di Cuzzago

in destra orografica:
• Rio Anzola
• Rio di Vapi
• Rio Blet

Per determinare le dinamiche torrentizie degli affluenti sopra citati interessati dalla
variazione del profilo idraulico, a seguito dello sbarramento mobile, ci si avvale dello
studio idraulico redatto sulla base di un rilievo topografico di dettaglio.
Nella redazione dello studio idraulico sono state simulate n° 5 condizioni di portata nel
Fiume Toce determinando per ciascuna le quote dell’invaso nelle varie sezioni, in
condizioni di progetto e determinando l’incremento rispetto alla situazione attuale,
sempre a parità di portata.
Le 5 condizioni di portata sono le seguenti :
• Portata con durata di 300 giorni/anno
• Portata media mensile minima (febbraio)
• Portata con durata di 120 giorni/anno
• Portata media annua
• portata media mensile massima (giugno)

Sull’elaborato grafico allegato n°33, denominato “Planimetria delle nuove aree


sommerse”, si riportano due delle cinque condizioni di cui sopra, ritenute più
significative ovvero:
• Portata media annua
• Portata media mensile minima (febbraio)

e3STUDIO di Capellino e Associati 37


Relazione integrativa

Nel calcolo per determinare il confronto tra la situazione di progetto e la situazione


esistente è stato fatto ovviamente a parità di portata.
Con il tratteggio azzurro è indicato il limite dell’invaso nella situazione attuale, con il
tratteggio giallo il limite dell’invaso di progetto con la portata media mensile minima
(febbraio) ed infine con il tratteggio rosso il limite dell’invaso di progetto con la portata
media annua.
Dal punto di vista planimetrico l’estensione del rigurgito nellla situazione di progetto è
molto contenuta.
In sostanza si estende poco più a monte rispetto alla situazione esistente, dalla
confluenza con il Rio Anzola alle immediate vicinanze con la confluenza Torrente
Crotta.
Tale maggior rigurgito definito “nuovo rigurgito” è ovviamente variabile nelle varie
simulazioni in quanto varia in funzione della portata del Fiume Toce, in ogni caso
consiste circa una lunghezza di circa 180 metri.
Questa lunghezza piuttosto contenuta è dovuta alla discreta pendenza che ha l’alveo
del F. Toce nel tratto compreso tra le due confluenze, del Rio Anzola e Torrente Crotta.

Dal punto di vista altimetrico il confronto tra la situazione esistente e quella in progetto
si può dedurre dalle tabelle allegate ad ogni simulazione eseguiita.

Fiume Toce poche decine di metri a monte della confluenza con il Rio Anzola
dove termina il rigurgito dell’invaso ante - operam (indicato con tratteggio)

e3STUDIO di Capellino e Associati 38


Relazione integrativa

Fiume Toce nel tratto tra la confluenza con il Rio Anzola e la confluenza
con il torrente Crotta, dove si estende il “nuovo rigurgito” (post-operam).

Fiume Toce nel tratto appena a valle della confluenza


con il torrente Crotta, dove si estende il “nuovo rigurgito” (post-operam).

Alla luce di quanto sopra specificato si può relazionare quanto segue.

Torrente Crotta
Il rigurgito dovuto al progetto raggiunge la confluenza con il Torrente Crotta e termina
poco a monte, di conseguenza l’ultimo tratto del Crotta è minimamente rigurgitato. Si
tratta di soli 50 metri con variazioni di livello di pochi centimetri.

L’interferenza dal punto di vista idraulico è di fatto inesistente in quanto non influisce
sulla capacità di smaltimento delle portate in ogni condizione di regime.

e3STUDIO di Capellino e Associati 39


Relazione integrativa

Fiume Toce nel tratto della confluenza del torrente Crotta.


Con la freccia si evidenzia la confluenza del Torrente Crotta,
con il tratteggio la fine del “nuovo rigurgito” (post-operam)

Gronda di Cuzzago
Il Gronda di Cuzzago è di fatto uno scaricatore delle acque meteoriche del fondovalle
della frazione di Cuzzago e non ha una portata propria costante. Allo stato attuale gli
ultimi 20 metri del Gronda risultano rigurgitati dall’invaso esistente creando un’area
umida. Il progetto è interferente marginalmente con il Rio Gronda di Cuzzago in quanto
il sovralzo dello sbarramento mobile va ad interessare lo sbocco del corso d’acqua per
ulteriori 90 metri arrestandosi a valle della briglia esistente del metanodotto, come
risulta dalla planimetria di progetto.
L’interferenza dal punto di vista idraulico è marginale in quanto non influisce sulla
capacità di smaltimento delle portate del Gronda in quanto le sponde sono
ampiamente elevate in relazione alla portata dello scaricatore.
A livello ambientale la lieve risalita del rigurgito lungo il Gronda amplia un’area umida
già esistente all’interno di un fitto bosco che favorirà lo sviluppo di flora acquatica e
l’attrazione da parte della fauna terrestre e avifauna che prediligono le aree a contatto
con l’acqua.
La temperatura dell’acqua in quell’area non subirà sostanziale variazione dal momento
che vi è una totale copertura forestale che non consente l’insolazione diretta.
Nel complesso gli effetti del progetto sulle dinamiche del Gronda di Cuzzago
consentono il naturale sviluppo di un interessante habitat acquatico favorito dalla
presenza dell’ombreggiatura del fitto bosco senza indurre problematiche di tipo
idraulico.

e3STUDIO di Capellino e Associati 40


Relazione integrativa

Gronda di Cuzzago.presso la confluenza con il Fiume Toce.Si nota


il rigurgito già esistente del Fiume Toce nel tratto della confluenza.

Alveo e sponde della Gronda di Cuzzago.prima della confluenza con il FiumeToce.


In questo tratto si estende per un breve tratto (90 metri circa) il “nuovo rigurgito”
creato dallo sbarramento mobile.

e3STUDIO di Capellino e Associati 41


Relazione integrativa

Briglia del metanodotto sul Gronda di Cuzzago.


Il “nuovo rigurgito” si ferma a valle di tale briglia e quindi nion è interferente con il manufatto.

Rio Anzola
Il Rio Anzola, di carattere tipicamente torrentizio, è allo stato attuale già rigurgitato
dall’invaso esistente del Fiume Toce, dovuto alla presenza della briglia del ponte di
Migiandone, per uno sviluppo di circa 400 metri.
L’ambiente acquatico, viste la ridotta portata del rio Anzola per prolungati periodi e la
pendenza dell’alveo estremamente bassa, è caratterizzato da una flora acquatica
tipica delle acque lentiche o ferme.
In sostanza si può affermare che il tratto terminale del Rio Anzola per circa un
chilometro (700 metri a monte e 600 metri a valle del ponte posto a nord del capoluogo
di Anzola) sia già ora caratterizzato da acque lentiche o ferme con flora acquatica tipica
di quelle aree.
L’innalzamento del tirante d’acqua del Rio Anzola, indotto dagli effetti del rigurgito del
progetto in esame è contenuto nella misura di pochi centimetri ed interessa il rio per
ulteriori 200 metri circa.
Il limite del “nuovo rigurgito” è localizzato a valle del ponte, come graficamente è
indicato nella “planimetria situazione di progetto”.
Quindi il “nuovo rigurgito” che innalza il pelo libero di pochi centimetri si inserisce in un
tratto di asta del rio dove è già presente un ambiente acquatico di acque lentiche del
tutto analogo a quello presente a valle e a monte.
La presenza del rigurgito già esistente che ha generato un ambiente acquatico
consolidato, unitamente alla favorevole morfologia dell’alveo che risulta pressochè
pianeggiante per un lungo tratto consente di prevedere che le modifiche indotte dal
“nuovo rigurgito” saranno sostanzialmente ininfluenti sull’assetto ambientale del rio.
Dal punto di vista idraulico i ridottissimi incrementi del pelo libero dell’acqua
consentono di escludere del tutto effetti negativi sulla dinamica fluviale, anche in
relazione alle portate di massima piena del rio.

e3STUDIO di Capellino e Associati 42


Relazione integrativa

Rio Anzola (a sinistra) presso la confluenza con il Fiume Toce.


In questo tratto è già presente il rigurgito dovuto all’invaso
indotto dalla briglia esistente. Il rigurgito nella situazione ante- operam
risale nel rio Anzola ancora per circa 400 metri.

Rio Anzola nel tratto già rigurgitato dall’invaso esistente del F.Toce
a circa 200 metri dalla confluenza il Fiume Toce (vista da monte verso valle)

e3STUDIO di Capellino e Associati 43


Relazione integrativa

Rio Anzola nel tratto già rigurgitato dall’invaso esistente del F.Toce
a circa 300 metri dalla confluenza il Fiume Toce (vista da valle verso monte)

Rio Anzola nel tratto già attualmente rigurgitato con la flora


acquatica tipica delle acque lentiche o ferme

e3STUDIO di Capellino e Associati 44


Relazione integrativa

Rio Anzola fotografato dal ponte a nord del Capoluogo di Anzola d’Ossola
Il “nuovo rigurgito” generato dallo sbarramento mobile si ferma poco prima del ponte.

Rio di Vapi
Il progetto non è interferente con il rio di Vapi in quanto gli effetti del sovralzo dello
sbarramento mobile vanno ad interessare solo lo sbocco del corso d’acqua, come
risulta dalla planimetria di progetto, in quanto il corso d’acqua sfocia ad una quota di
fondo decisamente più elevata del livello del rigurgito nel Fiume Toce.

Attraversamento del Rio di Vapi sotto la strada vecchia di Megolo


e sotto la SS n°133 del Sempione. Il rigurgito del F.Toce non è interferente.

e3STUDIO di Capellino e Associati 45


Relazione integrativa

Rio Blet
Il rigurgito nel rio Blet dovuto al sovralzo dello sbarramento mobile va ad interessare
solamente la parte terminale del corso d’acqua minore, in sostanza gli ultimi 150 metri
circa prima della confluenza con il F. Toce. Pertanto il rigurgito si esaurisce nel corso
d’acqua del rio Blet in una sezione compresa tra la S.S. 33 del Sempione e la vecchia
strada provinciale denominata di Megolo.
In questo tratto il corso d’acqua del Rio Blet è stato oggetto di importanti sistemazioni
spondali a seguito della realizzazione della SS 33 totalmente in rilevato. Il ponte dell
SS 33 è ben dimensionato e pure la sezione antropizzata nel tratto sia a monte che a
valle del ponte stesso è di notevoli dimensioni in rapporto al bacino idrografico proprio,
relativamente modesto.
In particolare a monte della SS33 il rigurgito provoca un innalzamento del livello
rispetto alla situazione esistente compreso tra 0 e 60 cm.
Dunque possiamo affermare che anche in questo caso il progetto di fatto non è
interferente con la dinamica torrentizia del rio Blet in quanto il nuovo rigurgito va ad
interessarlo solo nel tratto terminale presso lo sbocco dove la sezione è antropizzata
e sovradimensionata rispetto alla portata massima del corso d’acqua.
Infatti il tratto terminale del rio Blet (circa 200 metri) è caratterizzato da un importante
artificializzazione dovuta all’inserimento delle infrastrutture della SS n° 33 in rilevato e
del vecchio argine destro del Fiume Toce presso il Ponte di Migiandone.

Il rio Blet va in secca per lunghi periodi dell’anno. Alla luce di quanto sopra esposto dal
punto di vista ambientale non si rilevano criticità dal “nuovo rigurgito”.

Il risultato grafico di quanto sopra esposto è ben illustrato nella “planimetria situazione
di progetto”.

Rio Blet appena a valle della strada vecchia di Megolo. Il corso d’acqua è per
lunghi periodi dell’anno asciutto. Questa sezione non è interessata dal “nuovo
rigurgito”.

e3STUDIO di Capellino e Associati 46


Relazione integrativa

Integrazione 27

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 28 “Cronoprogramma dei lavori” è aggiornato considerando le


interferenze con gli ecosistemi della flora e della fauna.
In particolare si è provveduto a impostare le fasi lavorative in alveo senza interferire
con il periodo riproduttivo dell’ittiofauna.
Imoltre si sono organizzate le lavorazioni che prevedono maggiori emissioni
rumorose nei tempi che non interferiscono con il periodo riproduttivo
dell’avifauna.

Integrazione 28

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato planimetrico catastale è aggiornato con la correzione del refuso.

Integrazione 29

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 11 “Planimetria catastale” è aggiornato in recepimento della


richiesta integrativa.
Esso è sdoppiato al fine di inquadrare correttamente sia l’area dell’impianto con le
relative aree di cantiere che le opere di connessione.
La tavola “Planimetria catastale - Area Sud” riguarda l’impianto idroelettrico e la linea
MT prevista in direzione Ornavasso
La tavola “Planimetria catastale - Area Nord” riguarda essenzialmente la linea MT
prevista verso la Fraz. Cussago di premosello Chiovenda.

e3STUDIO di Capellino e Associati 47


Relazione integrativa

Integrazione 30

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 21 “Piano di dismissione delle opere con stima dei costi di
dismissione” è aggiornato sulla base della nuova conformazione progettuale. Viene
predisposto il nuovo documento progettuale 21.1 “Planimetria delle opere di
dismissione” ove sono rappresentate graficamente gli interventi previsti al momento
del termine dell’esercizio dell’impianto.

Integrazione 31

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 20 “Planimetria di cantiere” viene aggiornato in recepimento


della richiesta integrativa.

Integrazione 32

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

In recepimento al quesito formulato, è elaborato il nuovo documento progettuale 20.1


“Relazione sulle fasi di cantiere”.

Per gli impatti sulle matrici ambientali si rimanda all’elaborato S1.1 “Integrazione allo
Studio di Impatto Ambientale”

e3STUDIO di Capellino e Associati 48


Relazione integrativa

Integrazione 33

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La rielaborazione del documento progettuale 16 “Planimetria dettagliata di progetto”


ha comportato lo sdoppiamento della tavola grafica, per consentire di rappresentare
tutto l’impianto e la traversa ad una scala adeguata.
Gli elaborati planimetrici così definiti riportano le tracce delle sezioni rappresentate nel
documento progettuale 17 “Piante, sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico”.

Nell’elaborato progettuale 17 “Piante, sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico”


sono indicati i profili esistenti ed in progetto, con le relative quote.

Le sezioni di scavo e riporto sono illustrate nell’elaborato progettuale 22.1 “Computo


metrico e sezioni di scavo”.

e3STUDIO di Capellino e Associati 49


Relazione integrativa

Integrazione 34

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La descrizione e la verifica idraulica dei dispositivi di modulazione della portata sono


contenute nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.
L’elaborato grafico 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” è stato
aggiornato con i particolari costruttivi e geometrici in scala adeguata. Nell’elaborato
sono riportati i dispositivi di modulazione con l’indicazione dei livelli di funzionamento
dei vari organi idraulici che compongono i meccanismi di rilascio, di presa e di processo
della portata.

Integrazione 35

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Viene predisposto l’elaborato 22.1 “Computo metrico estimativo e sezioni di scavo”


che aggiorna la stima dei costi sulla base della revisione progettuale.
Come richiesto il computo metrico è stato dettagliato con voci e prezzi reperiti per
quanto possibile dal Prezziario della Regione Piemonte – Opere Pubbliche.

L’elaborato progettuale 22 “Piano finanziario delle opere progettate e attestazione di


credito” è conseguantemente aggiornato in funzione delle risultanze del computo
metrico.

e3STUDIO di Capellino e Associati 50


Relazione integrativa

Integrazione 36

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

La porzione di canale a monte della strada è stata aperta ed ai lati è realizzato un


piccolo terrapieno per evitare che la piena raggiunga l’opera di adduzione. Allo stesso
scopo, presso l’opera di presa è prevista la realizzazione di un muro di sponda e
l’installazione di paratoie con tenuta su 4 lati. Questa soluzione permette di mettere in
sicurezza il canale di adduzione rispetto alla piena del fiume Toce.
Come indicato, la modifica al canale di adduzione comporta anche lo spostamento
delle paratoie dal termine del canale di adduzione alla presa per isolare l’opera di
derivazione.
Con tali accorgimenti progettuali si impedisce al canale derivatore sotto la strada di
andare in pressione.
Nell’elaborato 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” sono indicati i
livelli di piena del fiume Toce definiti con le verifiche idrauliche del documento
progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica” nelle condizioni di progetto.

Integrazione 37

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

A seguito della Conferenza dei Servizi e-distibuzione ha riformulato una nuova


soluzione tecnica di connessione la quale prevede esclusivamente cavidotti di
tipo interrato.
La soluzione è totalmente diversa da quella esaminata in Conferenza dei Servizi,
si tratta di una linea decisamente breve, interrata su strada.

Si rimanda all’aggiornamento della documentazione progettuale fornita da


“e-distribuzione spa” datata Marzo 2018 ove sono illustrati nel dettaglio tutti gli
inquadramenti ed i particolari costruttuvi dei punti di interesse.
e3STUDIO di Capellino e Associati 51
Relazione integrativa

In ogni caso per maggior lettura della presente integrazione si procede con una
descrizione sintetica.
Descrizione della nuova Connessione riformulata da “e distribuzione”
La versione aggiornata del progetto di connessione della centrale alla rete prevede un
cavidotto interrato che si sviluppa in gran parte lungo strade esistenti (SP 160 della
Val d’Ossola o Strada Statale del Sempione); la sezione di scavo misura 1,5 x 0,5 m
circa le pavimentazioni esistenti interessate dalla trincea verranno totalmente
ripristinate parallelamente al procedere della posa.
L’attraversamento del fiume Toce avverrà mediante la posa di una tubazione metallica
(diam. 160 mm) staffata al ponte di Migiandone (lato di valle) al di sotto di un cordolo
esistente; tale soluzione consentirà di impedirne la vista da chi percorre il ponte, anche
affacciandosi. Il manufatto sarà visibile solo osservando dalle sponde nel segmento a
valle del ponte; tali sponde peraltro sono attualmente coperte da una fitta vegetazione,
in particolare quella destra, e non presentano punti di affaccio, sentieri o percorsi
rilevanti.
Il cantiere di posa non produrrà interferenze significative con le diverse componenti
ambientali in quanto riconducibile a comune cantiere stradale: prevedrà un contenuto
impatto sul clima acustico e sulla qualità dell’aria dovuto principalmente alle
attrezzature per il taglio dell’asfalto e ai macchinari per lo scavo, il riempimento e i
mezzi per l’allontanamento dei materiali di risulta; l’intrusione visiva delle lavorazioni
può invece considerarsi nulla in quanto le aree interessate sono riconducibili ad
un’infrastruttura stradale. A lavori completati, rispetto alla soluzione che prevedeva la
linea aerea, la proposta risulta nettamente più vantaggiosa in quanto annulla i rischi di
collisione per l’avifauna e minimizza la visibilità dell’intervento.

Le infrastrutture stradali interessate dalla posa del condotto elettrico interrato risultano
pertanto:

- Strada Provinciale n. 166 (sia tratta urbana che extraurbana)


- Strada Provinciale n. 54 (rotatoria su S.P. 166)
- Strada Provinciale n. 65

- Strada Statale n.33 del Sempione (solo attraversamento in sottopasso S.P. 65)

- Strada Comunale dei Giaroni (Comune di Premosello Chiovenda)


- Strada Comunale Frazione Migiandone (Comune di Ornavasso)
- Via Cavalier Merlo (Comune di Ornavasso)

Oltre al Fiume Toce, con attraversamento presso il Ponte di Migiandone già descritto
in precedenza, la linea MT interesserà altri tre corsi d’acqua secondari:
- Rio Larino
- Rio dei Roncacci
- Rio Rivotti
I primi due corsi d’acqua verranno superati mediante lo staffaggio di un breve tratto di
tubazione metallica stabilmente ancorata all’impalcato stradale sul lato di valle.
Analogamente all’attraversamento sul Ponte di Migiandone, verrà utilizzato un
condotto in metallo, necessario per garantire la protezione meccanica, del diametro di
160 mm.

e3STUDIO di Capellino e Associati 52


Relazione integrativa

Per quanto riguarda invece il Rio Ravotti, considerata la profondità e il ricoprimento


dell’attraversamento esistente, sarà possibile posare il cavidotto in semplice scavo
sulla carreggiata.
La realizzazione della linea MT comporta inoltre l’attraversamento in successione di
due linee ferroviarie: Domodossola-Novara e Domodossola- Arona.
Relativamente alla linea Domodossola-Novara si prevede di adottare metodologia no-
dig (spingitubo o trivellazione controllata) evitando ogni tipo di possibile interferenza in
sede di posa.
In relazione invece alla linea Domodossola- Arona, tale accorgimento metodologico
non risulta necessario in quanto l’attraversamento avverrà in corrispondenza del
sottopasso stradale della Strada Provinciale n. 166 pertanto l’infrastruttura ferroviaria
non verrà direttamente interferita.

La ristretta sezione di scavo, con posa posta a profondità limitata, determina un


impianto di cantiere molto contenuto. La natura dello stesso è ascrivibile ad un cantiere
di tipo stradale con interessamento esclusivo delle carreggiate stradali o delle
infrastrutture ad esse riconducibili come nel caso del rilevato stradale della S.P. n.166
o dei sottopassi.
La durata del cantiere è altresì contenuta e può essere stimata in 6/7 settimane.
Gli attraversamenti dei corsi d’acqua avverranno prevalentemente mediante staffaggio
alle infrastrutture viarie esistenti.
L’impatto visivo, come già descritto, risulterà tuttavia minimo e certamente inferiore
rispetto alla soluzione con cavo aereo. Lo staffaggio sul Ponte di Migiandone non
risulterà inoltre visibile da chi transita sul ponte stesso mentre per quanto attiene gli
altri attraversamenti, essi hanno dimensioni contenute e interessano corsi d’acqua
secondari.

e3STUDIO di Capellino e Associati 53


Relazione integrativa

Integrazione 38

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

L’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica” è stato aggiornato


introducendo un nuovo capitolo nel merito della compatibilità con la Deliberazione n.
8/2010 dell’Autorità di Bacino del fiume Po, detta “Direttiva Traverse”.

Integrazione 39

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

In ossequio alle richieste integrative, la nuova documentazione progettuale aggiorna


tutti gli elaborati progettuali fin’ora depositati nell’ambito dei procedimenti indicati.

La nuova documentazione tecnica forma quindi un progetto univoco aggiornato, che


integra quanto trasmesso in precedenza.

La presente relazione integrativa illustra le integrazioni e le modifiche apportate al


progetto sulla base delle richieste degli Enti, indicando gli elaborati progettuali nei quali
sono riportati gli specifici contenuti.

e3STUDIO di Capellino e Associati 54


Relazione integrativa

Integrazione 40

1)

2)
3)

Verbale della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017

Punto 1)
Con il completamento della fase di concorrenza prevista dal regolamento regionale
10-r 2003 e il conseguente ri-avvio della procedura di Autorizzazione Unica ai sensi
del D.lgs. 387-03 si provvederà a fornire le indicazioni previste dal D.M. 10/09/2010.
Si precisa tuttavia che l’impianto in oggetto prevede una potenza superiore a 1 MW.

Analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche


Il cantiere avrà una durata presunta di 18 mesi, occuperà parecchie maestranze, parte
delle quali verranno reperite per quanto possibile dal proponente in ambito
anche locale.
Il cantiere prevederà, inoltre, un ingente quantitativo di materiale: massi da scogliera,
calcestruzzo solo per citare i più comuni e che presumibilmente verranno acquistati
dai fornitori prossimi all’area di cantiere.
Si prevede un impegnati nell’attuazione del piano di monitoraggio ambientale e della
manutenzione degli interventi di mitigazione.

Le ricadute a livello generale saranno estremamente positive: a fronte di impatti


contenuti sull’ambiente, che si estrinsecheranno in prevalenza durante la fase di
costruzione e cesseranno con il collaudo delle opere e che solo in minima parte
risulteranno permanenti (lieve consumo di suolo, ridotta intrusione visiva), si potrà
assicurare una notevole immissione di energia elettrica nella rete da fonte rinnovabile,
si stima una produzione di circa 17.214.500 kWh/anno.
Dalla realizzazione dell’ impianto possono beneficiare circa 7200 famiglie,
corrispondente ad una popolazione di circa 18.000 unità.
Il risparmio in termini di emissioni è equivalente a circa 6150 tonnellate di CO2”.

La presenza dell’impianto costituirà, inoltre, un’importante occasione di educazione


ambientale per le scuole locali.

e3STUDIO di Capellino e Associati 55


Relazione integrativa

Punto 2)
In relazione alla documentazione necessaria per il MiSE occorre segnalare che la
tipologia di cavi attualmente previsti è riconducibile all’art. 56 c.3 del d.lgs. 259/03 (ex
art. 95 c.2bis) per la quale è prevista la predisposizione di attestazione di conformità
redatta da parte del costruttore.

Punto 3)
Il numero dei proprietari interessati risulta allo stato attuale prossimo a 50 soggetti.
Considerata la necessità di predisporre un piano particellare aggiornato e rispondente
alla situazione esecutiva dell’opera, l’elaborato verrà trasmesso al momento del ri-
avvio del procedimento di Autorizzazione Unica, completo degli indirizzi dei soggetti
individuati sulla base delle risultanze catastali come previsto dal DPR 327-01 e
riguarderà le aree su cui ricadono le opere dell’impianto, quelle necessarie alla
cantierizzazione e le aree basilari per l’esecuzione delle opere di rete. Per quest’ultime
il beneficiario del provvedimento dovrà risultare “e-distribuzione spa”.

e3STUDIO di Capellino e Associati 56


Relazione integrativa

Integrazione 41

1)

2)

3)

4)

5)

Nota Regione Piemonte Settore Tecnico di Novara e Verbania

Punto 1)
L’elaborato 17 “Piante sezioni e prospetti dell’impianto idroelettrico” è aggiornato con
quanto richiesto. L’ammorsamento del taglione della traversa è allungato fino sotto alle
scogliere, sia in destra sia in sinistra orografica.

Punto 2)
Allo stato attuale non si ravvisa la necessità di interventi di sistemazione della platea
dissipativa valle del ponte di Migiandone.
Qualora prescritto dagli Enti, si valuteranno i necessari interventi che potranno essere
approfonditi nelle successive fasi progettuali.

e3STUDIO di Capellino e Associati 57


Relazione integrativa

Platea dissipativa in massi ciclopici a valle del ponte di Migiandone

Platea dissipativa in massi ciclopici a valle del ponte di Migiandone


vista dalla scala di rimonta dell’ittiofauna

Punto 3)
La rappresentazione particolareggiata e quotata delle scogliere in sponda sinistra (in
corrispondenza della bocca di presa e del canale di scarico delle acque turbinate e
nelle immediate vicinanze) è riportata nell’apposito elaborato progettuale 33
“Particolari costruttivi delle difese spondali”. Nel documento progettuale sono
evidenziate le interazioni tra le opere esistenti e quelle di progetto.
Come illustrato negli elaborati grafici di cui sopra sarà garantita la continuità strutturale
del piano di fondazione delle difese spondali.

e3STUDIO di Capellino e Associati 58


Relazione integrativa

Punto 4)
L’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica” è stato aggiornato con
l’inserimento di un capitolo relativo alla verifica al trascinamento dei massi della
scogliera.
Il diametro medio stabile dei massi è inferiore a 0,25 m, tuttavia si prescrive l’adozione
di blocchi con dimensione metrica e peso non minore di 20,4 kN.
Valutata la dimensione dei massi adottati, notevolmente maggiore rispetto al volume
dei blocchi stabili, si ritiene non necessario procedere a legature od altre forme di
stabilizzazione.

La rappresentazione particolareggiata e quotata delle scogliere è riportata


nell’apposito elaborato progettuale 33 “Particolari costruttivi delle difese spondali”.

Punto 5)

A seguito della Conferenza dei Servizi “e-distibuzione” ha riformulato una nuova


soluzione tecnica di connessione la quale prevede esclusivamente cavidotti di tipo
interrato.
Si rimanda all’aggiornamento della documentazione progettuale fornita da
“e-distribuzione spa” datata Marzo 2018 ove sono illustrati nel dettaglio tutti gli
inquadramenti ed i particolari costruttuvi dei punti di interesse.

In particolare, tra gli interventi previsti, si individuano:

- Attraversamento Rio Larino rif. Tavola T2a


▪ Staffaggio a impalcato attraversamento esistente
▪ Strada Comunale Fraz. Migiandone
- Attraversamento Fiume Toce: rif. Tavola T2b
▪ Staffaggio a impalcato Ponte Migiandone lato di valle
▪ Strada Provinciale n. 166
- Attraversamento Rio dei Roncacci: rif. Tavola T2c
▪ Staffaggio a impalcato attraversamento esistente
▪ Strada Provinciale n. 166
- Attraversamento Rio Rivotti: rif. Tavola T2d
▪ Scavo del rilevato sopra tombino esistente
▪ Strada Provinciale n. 166

e3STUDIO di Capellino e Associati 59


Relazione integrativa

Integrazione 42

1)

2)

3)

4)

5)

6)

7)

Nota Regione Piemonte Settore Biodiversità e aree naturali


e3STUDIO di Capellino e Associati 60
Relazione integrativa

Punto 1)
In relazione alla richiesta formulata, “e-distribuzione spa” ha definito una nuova
soluzione di connessione producendo i relativi elaborati progettuali datati Marzo 2018.
Il nuovo schema di connessione prevede esclusivamente cavidotti di tipo interrato
collocati lungo la viabilità esistente.
Tale schema pertanto esclude ogni possibile incidenza sui perrcorsi migratori e, in
generale sull’avifauna che popola o frequenta quell’area.

Punto 2)
Con l’impostazione del progetto aggiornata, la perdità di Habitat prioritari è stata ridotta
rispetto all’assetto originario del progetto di circa 1.000 mq, soprattutto in riferimento
alla categoria 9180* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion che è
presente nell’area d’intervento con un nucleo di 2.055 m facente parte di una piiù vasta
area di 11.830 mq. Questa formazione forestale è indicata nella cartografia allegata
con la denominazione “Acero-tiglio-frassineto”
La categoria 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior
(AlnoPadion, Alnion incanae, Salicion albae) non appare classificabile nel sito
d’intervento in quanto è potenzialmente presente ma si riduce a isolati nuclei sulla
sponda sinistra del Fiume Toce, in una fascia classificata nella cartografia allegata
come “Pioppeto e saliceto con presenza di robinia” che è interessata dal progetto per
una superficie di soli 305 mq.
Nell’area di imbocco del canale di adduzione è presente una scogliera a protezione
della sponda e un numero ridotto di elementi arborei radicati a valle della stessa, tra i
quali si segnala una unica ceppaia di Salice bianco (Salix alba), mentre al di sopra
della scogliera si sviluppa una vegetazione riconducibile all’ “Acero-tiglio-frassineto
con presenza di riobinia”.
La classificazione qui presentata è dovuta a dettagliati rilievi in campo che hanno
consentito di inquadrare e classificare l’effettiva copertura forestale di un’area molto
ristretta. Si tratta di considerazioni di dettaglio non cartografabile a livello di Carta
forestale del Piemonte, alla cui scala il tipo forestale prevalente risulta essere
semplicemente RB10B Robinieto var. con latifoglie mesofile.

e3STUDIO di Capellino e Associati 61


Relazione integrativa

Estratto carta forestale del Piemonte (2016)

Area d’intervento

Ad integrazione della cartografia e della classificazione per aree indicata nella


relazione forestale di progetto, si produce un aggiornamento della suddivisione che
analizza più nel dettaglio quanto già esposto.

Aree forestali ante-operam


SI TUAZI ON E ESI STEN TE
S.P
.n
16°
6

AREA BOSCATA
AREA BOSCATA FRASSINETO
ROBINIETO 675 mq
1975 mq

AREA BOSCATA
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO
AREA BOSCATA AREA BOSCATA
365 mq
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO ROBINIETO
530 mq 930 mq

AREA BOSCATA
ROBINIETO
265 mq
S.P
.n
°

AREA BOSCATA
16

ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
6

11830 mq

AREA BOSCATA
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
1105 mq
AREA BOSCATA
LATIFOGLIE MISTE
AREA BOSCATA 785 mq
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
2060 mq

ce
e To
Fiu
me
AREA BOSCATA Fium
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
Toc CON PRESENZA DI ROBINIA
e 980 mq
S.P
.n
°1
66

e3STUDIO di Capellino e Associati 62


Relazione integrativa

Aree forestali post-operam


SI TUAZI ON E D I PROGETTO

S.P
.n
°
16
6
OPERA D I RI PRI STI N O
Prato stabile per avifauna
2280 mq AREA BOSCATA
ROBINIETO
1905 mq

OPERE D I COM PEN SAZI ON E


Rimboschimento con
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
AREA BOSCATA OPERE D I M I TI GAZI ON E
1000 mq FRASSINETO Ripristino con rimboschimento di:
510 mq FRASSINETO
680 mq
OPERE D I COM PEN SAZI ON E
AREA BOSCATA Rimboschimento con ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO Fascia compensativa di 15 m di larghezza - 2200 mq
AREA BOSCATA 60 mq
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO
530 mq

AREA BOSCATA
ROBINIETO
1595
730 mq
mq

S.P
.n
°
AREA BOSCATA

16
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO

6
9775 mq

AREA BOSCATA
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA
865 mq

AREA BOSCATA
PIOPPETO E SALICETO CON
PRESENZA DI ROBINIA

ce
1485 mq

e To
OPERE D I COM PEN SAZI ON E
Rimboschimento con PIOPPO BIANCO

Fium
500 mq

OPERE D I M I TI GAZI ON E
Ripristino con rimboschimento di:
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
1125 mq OPERE D I M I TI GAZI ON E
Ripristino con rimboschimento di:
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO
340 mq
Fiu
m eT
oce
S.P
.n
16°
6

Le modifiche apportate al progetto, oltre a migliorare gli aspetti tecnici, costruttivi e di


sicurezza dell’opera, sono anche finalizzati all’inserimento ambientale e paesaggistico
dell’impianto con l’introduzione dei seguenti elementi:
1) Riduzione dell’interferenza con le aree boscate di maggiore pregio;
2) Ripristino con aumento delle aree boscate;
3) Realizzazione di una fascia di connessione ecologica;
4) Ripristino e mantenimento di una porzione di prato stabile a naturale
evoluzione a favore dell’avifauna.

Riduzione dell’interferenza con le aree boscate di maggiore pregio


Nell’area d’intervento, la porzione che richiede l’asportazione preventiva della
superficie boscata ammonta ora a 5.640 mq contro i 6.430 mq del progetto originario.
Con i nuovi adattamenti del progetto si registra, quindi, una diminuzione di area
boscata da asportare pari a 790 mq, pari a circa il 12% delle previsioni iniziali di
progetto.
Tale riduzione di interferenza con le aree boscate e di sostanziale perdita della
formazione forestale esistente, incide in maniera meno rilevante soprattutto sulla
formazione di maggior pregio identificata nell’acero-tiglio-frassineto .
L’asportazione di acero-tiglio-frassineto è ora ridotta a 2.055 mq, circa 1.000 mq in
meno rispetto al precedente assetto progettuale. In sostanza si è evitato di coinvolgere
l’attuale strada sterrata, posizionata nei pressi dell’ingresso del canale di adduzione, e
la formazione forestale (acero-tiglio-frassineto var. a tiglio cordato) compresa
all’interno della curva ivi esistente. Nella zona più prossima all’ingresso del canale si

e3STUDIO di Capellino e Associati 63


Relazione integrativa

provvederà a conservare e mantenere tre vigorosi esemplari di tiglio con diametro del
fusto compresi tra 50 e 70 cm

Ripristino con aumento delle aree boscate


Il progetto, a fronte di una asportazione di area boscata pari a 5.640 mq, prevede il
rimboschimento di una superficie complessiva pari a 5.845 mq, generando un aumento
della superficie forestale pari a 205 mq.
I rimboschimenti previsti sono suddivisi in:
• Opere di mitigazione, che ripristinano in sito la preesistente formazione
forestale (2.145 mq);
• Opere di compensazione, che vanno a rimboschire aree precedentemente non
boscate (3.700 mq).

Realizzazione di una fascia di connessione ecologica


A valle del “Ponte di Migiandone”, in corrispondenza della scala di risalita per
l’ittiofauna recentemente realizzata, la sponda sinistra risulta priva di copertura
forestale per un tratto di circa 100 m.
Proprio in questa zona è prevista la costruzione del locale turbine le cui strutture
murarie sono interrate al di sotto del piano di campagna.
Al fine di mitigare l’intervisibilità del sito ma, soprattutto, per introdurre un elemento
naturalistico capace di ricucire la soluzione di continuità delle formazioni forestali di
perialveo, si prevede il rimboschimento con un filare con pioppo bianco sulla sponda
soprastante la scala di risalita e di una fascia retrostante l’impianto con acero-tiglio-
frassineto. Quest’area di rimboschimento ha una lunghezza di 160 m ed una larghezza
di 15 m, per complessivi 2.200 mq.

Ripristino e mantenimento di una porzione di prato stabile a naturale evoluzione


a favore dell’avifauna
L’area di cantiere preposta al deposito materiale situata a nord-ovest del canale di
adduzione, che andrà ad occupare un prato stabile, attualmente incolto,
potenzialmente funzionale alle abitudini di vita dell’avifauna, sarà rinaturalizzata a fine
lavori con il rimboschimento di 1.000 mq con acero-tiglio-frassineto e con il ripristino
del prato stabile su 2.280 mq.
La formazione del prato stabile va incontro alle esigenze dell’avifauna e sarà
mantenuto nella condizione di incolto durante la fase di esercizio dell’impianto
idroelettrico.

Quanto sopra esposto è indicato graficamente nell’elaborato n. 15 “Planimetria


particolareggiata di progetto e opere di mitigazione e compensazione”.

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Relazione integrativa

Il piano dei rimboschimenti, sopra descritto, seguirà le modalità operative indicate nella
relazione forestale di progetto originario.
Si riportano alcune tabelle e grafici che evidenziano l’entità delle formazioni forestalii
esistenti nell’area di intervento e nel suo intorno e quella delle delle opere di
rimboschimento previste per il ripristino vegetazionale previsto.

Incidenza del progetto sulla superficia boscata


INCREMENTO/
DECREMENTO SUPERFICIE
ANTE-OPERAM POST-OPERAM DELLA FORESTALE
AREA BOSCATA
SUPERFICIE INTERFERITA
FORESTALE
[mq] [mq] [mq] [mq]
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO 11.830 14.440 2.610 2.055
ACERO-TIGLIO-FRASSINETO CON
980 - -980 980
PRESENZA DI ROBINIA
FRASSINETO 675 1.190 515 165
ROBINIETO 3.170 2.635 -535 535
LATIFOGLIE MISTE 785 - -785 785
PIOPPETO E SALICETO CON
3.165 2.350 -815 815
PRESENZA DI ROBINIA
PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO 895 1.090 195 305
TOTALE 21.500 21.705 205 5.640

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Relazione integrativa

Incidenza del progetto sulla superficia boscata

L’incidenza del progetto sulle aree boscate esistenti è riferita ad una superficie di 5.640
mq.
A livello planimetrico il progetto produce un rilevante aumento dell’Acero-tiglio-
frassineto e del Frassineto ed un modesto incremento del Pioppeto di pioppo bianco
che costituiscono i popolamenti di maggiore interesse ecosistemico nell’area vasta in
cui è inserito il progetto.
La situazione post-operam fa registrare delle diminuzioni di copertura forestale in tutte
le categoorie in cui è presente la robinia, con particolare riferimento all’ Acero-tiglio-
frassineto con presenza di robinia, al Robinieto e alla ciopertura con latifoglie miste.

I rimboschimenti previsti (5.850 mq) superano in copertura i boschi per cui si prevede
la completa asportazione (5.640 mq).

Rimboschimenti previsti
RIMBOSCHIMENTI RIMBOSCHIMENTI
TOTALE
RIMBOSCHIMENTO CON DI MITIGAZIONE DI COMPENSAZIONE
[mq] [mq] [mq]

ACERO-TIGLIO-FRASSINETO 2.145 3.200 5.345

PIOPPETO DI PIOPPO BIANCO - 500 500

TOTALE 2.145 3.700 5.845

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Relazione integrativa

Rimboschimenti previsti

Come già indicato nel progetto originario, si prevede inoltre, per l’area di cantiere posta
a nord ovest dell’opera di presa, il ripristino di un’ area a prato stabile a favore
dell’avifauna per una superficie di 2280 mq.
Quale misura ulteriore di mitigazione si prevede di effettuare l’impianto di specie
ripariali arbustive (Salix purpurea, Salix eleagnos), in corrispondenza delle porzioni
superiori dei tratti di scogliera in massi, previste in prossimità dell’opera di presa ed in
corrispondenza dello scarico della centrale.
Verranno impiegate prevalentemente talee legnose (diametro 1,5-2 cm, lunghezza
variabile da 0,5 a 1,5 m, a seconda della localizzazione), le quali saranno inserite negli
spazi compresi tra i massi costituenti le difese spondali secondo le modalità
schematizzate nel quadro progettuale.

e3STUDIO di Capellino e Associati 67


Relazione integrativa

Punto 3)
Prima dell’inizio dei lavori verrà eseguito un monitoraggio delle specie esotiche
esistenti presso l’area interessata dal cantiere (superficie interessata dall’impronta
delle opere fisse, area di stoccaggio materiali di scavo, deposito mezzi e materiali,
ecc.) nonché i tratti a monte e a valle per un’estensione di 200, su entrambe le sponde;
le osservazioni prevederanno l’individuazione, la localizzazione planimetrica e la
quantificazione delle specie esotiche arboree, arbustive ed erbacee presenti.
In seguito al sopralluogo, verrà prodotto un report corredato di una rappresentazione
cartografica che riporterà le specie rilevate (individui singoli, gruppi, macchie, aree) e
mediante simboli (punti, cerchi di diverso diametro/colore) ne quantificherà la
presenza, secondo una metodologia già testata presso i cantieri TAV Torino – Lione e
approvata da ARPA Piemonte.
Sulla base del riscontro ottenuto, delle specie rilevate e della presenza numerica delle
stesse, si progetterà un intervento di contenimento/eradicazione, sfruttando i
movimenti terra già previsti in progetto. I residui verranno smaltiti e distrutti in impianti
autorizzati, secondo quanto previsto dalle schede regionali.
Per tutta la durata del cantiere, verrà previsto un monitoraggio a cadenza trimestrale
da parte di un tecnico competente (agronomo, forestale, biologo, naturalista) durante
il quale verrà valutate la presenza di esotiche nelle aree di cantiere ed il risultato degli
interventi di contenimento/eradicazione già effettuati.
In caso di riscontri positivi, si procederà alla distruzione mediante estrazione manuale
(se si tratta di piantine presenti in numero contenuto) o con l’ausilio di mezzi di scavo
degli individui/macchie presenti, allo stoccaggio temporaneo in cantiere del materiale
di risulta al di sotto di teli impermeabili e allo smaltimento degli stessi secondo le
modalità descritte. Eventuali aree estese interessate dagli scavi, se esterne all’area di
cantiere, verranno rivegetate (inerbimento e messa a dimora di alberi e arbusti) nella
prima stagione utile (primavera, autunno) successiva.
A scopo preventivo i cumuli di materiale di scavo stoccato verranno coperti con teli in
tessuto non tessuto allo scopo di evitare/limitare l’insediamento di nuovi propaguli.
Non è previsto l’apporto di materiale terroso dall’esterno del cantiere.
Dopo la chiusura del cantiere, il monitoraggio con le medesime modalità ed estensione
territoriale, verrà protratto con cadenza semestrale per 5 anni; al termine di ogni anno
verrà redatto un report corredato di documentazione fotografica e cartografica.

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Relazione integrativa

Punto 4)
I passaggi per l’ittiofauna sono descritti e verificati nell’elaborato progettuale 2
“Relazione tecnica”, al quale si rimanda per i dettagli.
In sede di Conferenza dei Servizi anno 2017 si faceva riferimento alle due scalie di
rimonta per l’ittiofauna previste nel progetto idroelettrico.
In particolare si faceva riferimento al progetto della scala di rimonta per l’ittiofauna in
genere in sopnda sinistra e la scala di rimonta per la lampreda in destra orografica.
Nell’estate 2020 è stato portato a termine un’iniziativa di “Progetto IdroLIFE”
realizzando una scala di risalita in sinistra a valle del ponte di Migiandone per garantire
la continuità idraulica sulla briglia.
La scala è stata realizzata da IdroLIFE a bacini successivi con massi intasati in
calcestruzzo.

Nuova scala dell’ittiofauna di Progetto IdroLIFE (agosto 2020)


La scala dirimonta era appena stata costruita, era ancora presente
la tura sotto la prima arcata di sinistra

In sede integrativa si è quindi preso atto che la scala di risalita in sinistra è già
stata realizzata e si è adattato il progetto idroelettrico alla nuova situazione che
si è venuta a creare.
La nuova scala ittiofauna IdroLIFE risulta parecchio ingombrante essendo stata
realizzata in massi ciclopici e quindi planimetricamente più invasiva rispetto a quella
presentata originariamente dalla scrivente nel progetto idroelettrico. Questo fatto
comporta necessariamente la traslazione verso valle della restituzione delle acque
derivate di circa 40 metri.rispetto al progetto presentato in origine e analizzato in sede
di Conferenza 2017.
Per adeguare la scala di rimonta esistente alla configurazione di progetto, ovvero
superare il sovralzo idraulico dovuto allo sbarramento mobile si prevede di realizzare
un tratto di scala di rimonta con cinque vasche appena monte del ponte a lato della
spalla.
Per uniformità a quanto realizzato da IdroLIFE si ritiene di mantenere la stessa
tipologia costruttiva ovvero utilizzare massi ciclopici opportunamente intasati in cls per
garantire la stabilità.

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Relazione integrativa

Punto 5)
Per quanto riguarda le valutazioni sulle modificazioni delle caratteristiche
idromorfologiche (velocità di corrente e profondità) del tratto di monte determinato
dall’innalzamento del livello idrico indotto dall’inserimento del gommone, sono state
effettuate delle campagne di misura lungo alcune sezioni nel tratto del fiume Toce a
monte della briglia, finalizzate alla creazione di una simulazione idraulica mediante
l’ausilio del programma di calcolo HEC-RAS. I risultati di tale simulazione con
l’obiettivo poi di valutare eventuali effetti sugli habitat dell’ittiofauna, sono riportati nelle
figure seguenti con l’indicazione, in formato tabellare, dei diversi valori di velocità
media e profondità media nella condizione esistente e nella condizione di progetto,
considerando i valori di portata media annua pari a 65,582 m 3/s, minima di febbraio
pari a 30,250 m3/s e massima di giugno pari a 121,118 m 3/s, rappresentative delle
diverse condizioni idrologiche del fiume. Le sezioni prese in considerazione nella
simulazione sono quelle maggiormente interessate dal rigurgito, ossia quelle
identificate nelle immagini seguenti con numeri che vanno da 3 a 9.

Di seguito si riportano le simulazioni effettuate per i parametri velocità e profondità in


condizione di portata media, minima e massima nell’anno.

Figure 1: Rappresentazione cartografica dei Δ di profondità in condizioni di portata media nell’anno tra
lo stato attuale e di progetto

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Relazione integrativa

Figure 2: Rappresentazione cartografica dei Δ di profondità in condizioni di portata media mensile


minima nell’anno tra lo stato attuale e di progetto

Figure 3: Rappresentazione cartografica dei Δ di profondità in condizioni di portata media mensile


massima nell’anno tra lo stato attuale e di progetto

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Relazione integrativa

Figure 4: Rappresentazione cartografica dei Δ di velocità in condizioni di portata media nell’anno tra lo
stato attuale e di progetto

Figure 5: Rappresentazione cartografica dei Δ di velocità in condizioni di portata media mensile


minima nell’anno tra lo stato attuale e di progetto

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Relazione integrativa

Figure 6: Rappresentazione cartografica dei Δ di velocità in condizioni di portata media mensile


massima nell’anno tra lo stato attuale e di progetto

Il quadro conoscitivo sulla comunità ittica a monte della briglia esistente è stato
ricostruito consultando i dati del rilievo sito-specifico effettuato nel maggio 2016 e
riportato nell’elaborato “Report di monitoraggio ambientale ex ante”. Le specie più
presenti sono risultate la trota marmorata con la sua forma ibrida (trota fario) e la
lampreda. A queste si aggiungono il vairone presente con pochi individui e lo
scazzone, rinvenuto con un solo esemplare così come la sanguinerola.
Il dato di cui sopra evidenzia come il tratto a monte della briglia proprio per la presenza
di acque lente e con substrato prevalentemente ghiaioso-sabbioso risulta poco idoneo
a scazzone, sanguinerola e vairone e più idoneo a lampreda e trota marmorata. La
lampreda sarà sicuramente avvantaggiata dal rigurgito in quanto si creeranno più zone
di acque ferme mentre per quel che riguarda la trota marmorata, si è proceduto a
selezionarla come specie target ed utilizzarla per valutare quanto possa incidere la
variazione di profondità e velocità sull’idoneità del suo habitat.

Ogni specie in relazione alle proprie esigenze ecologiche tende a stazionare in habitat
con determinate condizioni idrauliche; per la verifica dell’idoneità dell’habitat a monte
della traversa, anche a seguito dell’inserimento del gommone gonfiabile, si sono scelti
come rappresentativi i parametri di profondità e velocità.
L’idoneità del parametro per la specie utilizzata come target è solitamente identificabile
secondo tre diversi intervalli:
➢ ottimale: è ottimale il range del parametro con preferenza
maggiore/uguale al 70%.
➢ idoneo: si tratta di un intervallo non ottimale ma comunque gradito e
corrisponde al range del parametro con preferenza variabile fra 20% e

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Relazione integrativa

70%. L’intervallo comprendente l’habitat ottimale e quello utilizzabile è


definito idoneo.
➢ non idoneo: con preferenza inferiore a 20%.

Le curve di idoneità utilizzate per la trota marmorata sono state estrapolate dallo studio
condotto da Maran et al., 2006, attraverso la comparazione di rilievi specifici condotti
sul Fiume Sesia, Toce e Stura. La curva presa a riferimento risulta chiaramente quella
realizzata sul Fiume Toce, in quanto fiume specifica.
Di seguito si riportano le curve per i due parametri sopracitati con il dettaglio in formato
tabellare.

Tabella 9: Curve di idoneità per i giovani dell’anno, giovani e adulti di trota marmorata sul fiume Toce,
Stura e sesia (Maran et al., 2006)

Tabella 10: Grado di idoneità della trota marmorata nei diversi stadi in relazione ai valori di velocità
Idoneità trota marmorata - Parametro velocità
Valore velocità (m/s)
Grado di idoneità Giovani dell’anno Giovani Adulti
ottimale 0,1-0,35 0,1-0,41 0,1-0,2
gradito 0,36-0,8 0,42-0,9 0,21-0,7
non idoneo > 0,8 > 0,9 > 0,7

Tabella 11: Grado di idoneità della trota marmorata nei diversi stadi in relazione ai valori di profondità
Idoneità trota marmorata - Parametro profondità
Valore profondità (cm)
Grado di idoneità Giovani dell’anno Giovani Adulti
ottimale 26-100 >45 >50
gradito 20-25 26-45 35-50
non idoneo - 20-25 <35

Come si evince dai grafici soprariportati, la trota marmorata, nello stadio giovane
dell’anno, presenta un optimum per velocità comprese tra 0,1 m/s e 0,35 m/s e un
gradimento per velocità comprese tra 0,36 m/s e 0,8 m/s; non risultano idonee velocità
oltre gli 0,8 m/s. Nello stadio giovanile l’optimum è rappresentato da velocità comprese
tra 0,1 m/s e 0,4 m/s mentre il gradimento per velocità comprese tra 0,42 m/s e 0,9

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Relazione integrativa

m/s; non risultano idonee velocità oltre gli 0,9 m/s. Nello stadio adulto le velocità
ottimali sono comprese tra 0,1 e 0,2; quelle gradite, tra 0,21 e 0,7 m/s.
Per il parametro profondità si osserva come l’optimum è raggiunto per i giovani
dell’anno con valori compresi tra 26 cm e 1 m, un gradimento, per profondità comprese
tra 20 cm e 25 cm. I giovani riescono a stazionare ottimamente in profondità superiori
ai 45 cm e gradiscono anche profondità tra 25 e 45 cm; gli adulti, infine, non tollerano
profondità inferiori ai 35 cm ma prediligono profondità superiori ai 50 cm.

Le simulazioni hanno riguardato unicamente il parametro velocità poiché per il


parametro profondità, i battenti medi nelle varie sezioni esaminate sia in condizioni
ante operam sia in condizioni post operam non consentono di effettuare alcuna
valutazione dal momento che oltre i 120 cm di profondità le curve di idoneità non
forniscono alcuna indicazione sulla preferenza di habitat.

Sulla base delle velocità medie riportate nelle rappresentazioni cartografiche di cui
sopra (condizione di portata media, minima e massima), si è proceduto con il valutare
l’evoluzione dell’idoneità delle sezioni prese a riferimento.

Tabella 12 Variazione dell’idoneità per il parametro velocità della trota marmorata a monte della
briglia
Parametro velocità – Trota marmorata
Giovani dell’anno Giovani Adulti
Condizioni Condizioni Condizioni
Portata Sezione Condizioni Condizioni Condizioni
di di di
attuali attuali attuali
progetto progetto progetto
Qmedia non idoneo non idoneo non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qminima 3 non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo gradito
Qmassima non idoneo non idoneo non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qmedia non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo gradito
Qminima 4 gradito ottimale gradito ottimale gradito gradito
Qmassima non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qmedia non idoneo gradito non idoneo gradito non idoneo gradito
Qminima 5 gradito ottimale gradito ottimale gradito gradito
Qmassima non idoneo non idoneo non idoneo gradito non idoneo non idoneo
Qmedia gradito gradito gradito ottimale gradito gradito
Qminima 6 gradito ottimale gradito ottimale gradito ottimale
Qmassima gradito gradito gradito gradito non idoneo gradito
Qmedia gradito gradito gradito ottimale gradito gradito
Qminima 7 gradito ottimale gradito ottimale gradito gradito
Qmassima gradito gradito gradito gradito non idoneo gradito
Qmedia ottimale ottimale ottimale ottimale gradito gradito
Qminima 8 ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale
Qmassima gradito gradito gradito gradito gradito gradito
Qmedia ottimale ottimale ottimale ottimale gradito gradito
Qminima 9 ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale ottimale
Qmassima gradito gradito gradito gradito gradito gradito

Dalla tabella di cui sopra, simulando ciò che accadrebbe per il parametro velocità a
seguito dell’inserimento del gommone a monte della briglia, si denota una non
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Relazione integrativa

incidenza sull’idoneità del tratto nell’ospitare la specie trota marmorata, nei suoi diversi
stadi, in qualsiasi condizioni di portata. In molte sezioni si verifica addirittura un
miglioramento dell’idoneità sia per gli stadi giovanili sia per gli adulti a seguito
dell’inserimento del sbarramento gonfiabile.

Avifauna
A livello di incidenza del progetto sull’avifaiuna si osserva che l’innalzamento del pelo
libero dell’acqua nel tratto rigurgitato del Fiume Toce interessa prevalentemente
sponde ad elevata pendenza, in parte protette da scogliere, che limitano
fortemente l’allargamento della sezione bagnata così come indicato nella tavola
n. 34 “Planimetria delle aree sommerse”.
In particolare si evidenzia che, in corrispondenza della confluenza con il Torrente
Crotta , a monte di quella con il Rio Anzola è presente una interessante formazione
sabbiosa in destra orografica la cui conformazione consente anche qui di prevedere
una interferenza molto bassa a livello di “nuova superficie bagnata” in quanto il corso
d’acqua è sufficientemente inciso e la linea di sponda ha pendenza tale da non
consentire un allargamento sulla spiaggia della supercie bagnata in condizioni medie.
La spiaggia è di tipo sabbioso, con presenza rada di specie erbacee, arbustive ed
arboree, con particolare riferimento alla robinia che manifesta anche qui la sua
tendenza alla colonizzazione delle aree libere da copertura forestale.
In maniera rigorosa sono stati fatti i calcoli idraulici per determinare un confronto tra
la situazione ante operam e la situazione post operam. I calcoli dettagliati sono
contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato sono riportate le
planimetrie. Dal confronto tra la situazione esistente e quella in progetto nelle 5
simulazioni effettuate si può affermare che la spiaggia rimane inalterata
In particolare la spiaggia ha una superficie di circa 1,5 ha che si può considerare
non interferita dagli effetti del “nuovo rigurgito”,

Si può pertanto prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna che
potrà, in futuro, utilizzare quest’area particolarmente adatta alle sue esigenze.

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Relazione integrativa

Vista aerea della spiaggia tra le confluenze Rio Anzola e Torrente Crotta.
Dalle varie simulazioni effettuate ed allegate alla presente documentazione
risulta che la spiaggia rimane praticamente intatta, dunque il progetto
non interferisce con la stessa e il relativo habitat

Poco più a valle della confluenza del Rio Anzola, l’attuale rigurgito crea già un’isolotto
di superficie pari, mediamente, a circa 1,5 ha di cui 1,2 ha sabbiosi e 0,35 ha con
vegetazione anche arborea.
In maniera rigorosa sono stati eseguiti i calcoli idraulici per determinare un confronto
tra la situazione ante operam e la situazione post operam del’isolotto.
I calcoli dettagliati sono contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato
sono riportate le planimetrie.
Inoltre nell’allegato 34 “Planimetrie delle nuove aree sommerse” sono illustrati i risultati
di due simulazioni ritenute più significative ovvero:
• Portata media mensile minima (febbraio)
• Portata media annua
Nella simulazione di portata media mensile minima (febbraio) la superficie dell’isolotto
nella situazione ante operam risulta pari a 20060 mq, nella situazione post operam si
riduce a 10750 mq.
Nella simulazione di portata media annua la superficie dell’isolotto nella situazione
ante operam risulta pari a 13600 mq, nella situazione post operam si riduce a 9450
mq.
Inoltre è stata considerata anche la simulazione più cautelativa, ovvero
• la portata media mensile massima (giugno)
Nella simulazione di portata media mensile massima la superficie dell’isolotto nella
situazione ante operam risulta pari a 5200 mq, nella situazione post operam si riduce
a 3550 mq.

Dal confronto tra la situazione esistente e quella in progetto nelle 3 simulazioni


effettuate (e sopra richiamate) si può affermare che la parte centrale dell’isolotto,
ovvero la parte alberata rimane intatta.

L’effetto del “nuovo rigurgito” porterà alla sommersione di parte dell’area sabbiosa
fell’isolotto (zona sud) che sarà quindi ridotta a seconda delle portate nel fiume Toce;
La riduzione varierà a seconda della stagione tra il 30% e il 50%, ma il nucleo
importante, costituito dalla parte più elevata, coperto da vegetazione arbustiva e
arborea rimarrà intatta.
Si può pertanto affermare che l’isolotto non perderà la sua importante funzione
ecosistemica a favore della riproduzione dell’avifauna e, quindi, anche in questo caso
si può prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna in quanto gli habitat
di specifico interesse saranno modificati in modo parziale e rimaranno a far parte degli
elementi caratterizzanti gli equilibri ecosistemici del perialveo del Fiume Toce.

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Relazione integrativa

Gli effeti del rigurgito sugli affluenti minori (Gronda di Cuzzago in sinistra orografica,
Rio di Vapi e Rio Blet in destra) sono poco o nulla significativi per quanto riguarda
l’avifauna. Un effetto molto marginale si ha nei confronti degli uccelli rapaci e pescatori
che, in questi rii vedono aumentata la probabilità di predazione.

Punto 6)
L’effetto erosivo della portata restituita al fiume Toce nella sezione di scarico in
progetto è valutato nell’apposito capitolo “Valutazione dell’effetto erosivo della portata
restituita” contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.

A livello di habitat le modifiche della dinamica fluviale locale introducono una necessità
di adattamento dell’ittiofauna alla nuova consistenza e direzione dei flussi idrici che
non va a modificare la quantità di fauna ittica e la presenz\a quantitativa e qualitativa
dell’habitat acquatico.

Punto 7)
L’elaborato progettuale 28 “Cronoprogramma dei lavori” è aggiornato in accoglimento
della richiesta integrativa.
Non verranno effettuati lavori in alveo da novembre a marzo ma si opererà solo nelle
sezioni di alveo preventivamente messe in asciutta per la realizzazione del canale
derivatore e di restituzione e per l’alloggiamento delle turbine.

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Relazione integrativa

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Relazione integrativa

Integrazione 43

1)

2)

3)

4)

Nota della Regione Piemonte Settore Territorio e Paesaggio

Punto 1)
Viene predisposto l’elaborato 27.2 “Elaborato comparativo” ove sono rappresentati con
la colorazione convenzionale tutti i principali elementi che costituiscono l’impianto e
modifiche al contesto esistente.
In particolare vengono evidenziati:
- i canali di derivazione e di restituzione a cielo aperto
- le modifiche apportate alle difese spondali esistenti

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Relazione integrativa

- le opere emergenti rispetto al piano campagna riconducibili principalmente ai


due volumi fuori terra ovvero quello della cabina MT/BT ricollocata come da
prescrizione e quello del vano testa-scala pesso l’accesso al locale turbine
interrato
- lo sbarramento gonfiabile le vasche necessarie per l’adeguamento del
passaggio di rimonta per l’ittiofauna
- la ricollocazione della Strada Comunale dei Giaroni che viene traslata verso
nord al fine di dare spazio all’impianto idroelettrico e alla fascia boscata posta
in posizione perimetrale.

La viabilità di cantiere in sponda sinistra orografica è rappresentata essenzialmente


dagli accessi esistenti che attualmente servono l’area. In sponda destra invece si
prevede un nuovo accesso temporaneo posto al piede del rilevato stradale della S.P.
n.166.
La Strada Comunale dei Giaroni, in via temporanea verrà collocata in posizione
esterna all’area di cantiere al fine di garantire ca continuotà della fruizione da parte
degli utenti. Al termine delle opere essa verrà ricollocata nella posizione definitiva.
Per la rappresentazione grafica della posizione temporanea della Strada dei Giaroni si
rimanda all’elaborato n.20 “Planimetria di cantiere”.

Le difese spondali di nuova realizzazione verranno realizzate con massi di cromia


simile a quelli già posti in sito. Le scogliera in progetto costituiscono principalmente la
prosecuzione o la modifica di difese spondali esistenti. Per la realizzazione delle
scogliere si provvederà con metodologia tipo cuci-scuci al fine di creare continuità
visiva e strutturale, rendendo così uniforme la difesa spondale.
Ove le difese spondali risultino indipendenti da quelle esistenti si provvederà al
raccordo con il terreno circostante mediante ammorsamento.

Punto 2)
In relazione alla richiesta formulata, e-distribuzione spa ha definito una nuova
soluzione di connessione producendo i relativi elaborati progettuali datati Marzo 2018.
In tale sede è stata sostituita la linea aerea con un cavidotto interrato.
La cabina MT/BT di connessione alla rete, come da richiesta viene traslata e avvicinata
all’impianto di produzione. Lo spostamento è valutato in circa 120 metri in direzione
sud-est e la cabina è collocata a circa 50 metri dalla sponda del Fiume Toce a breve
distanza dalla centrale. L’area individuata ha accesso diretto dalla Strada Comunale
dei Giaroni ovvero la strada sterrata al piede del rilevato stradale della S.P. n.166.
Tale posizione rende la struttura non visibile dalla strada provinciale sia in virtù della
differenza di quota, sia per la presenza della vegetazione che copre il rilevato stesso
e che costituisce un efficace mascheramento sia alla cabina che all’impianto.
Il piano pavimento della cabina di consegna è posto a quota 209.00 slm, ritenuta di
sufficiente garanzia in funzione dei livelli di piena valutati sulla base delle simulazioni
idrauliche.

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Relazione integrativa

Punto 3)
Come indicato al punto precedente, la nuova soluzione tecnica inerente le opere di
connessione supera integralmente le criticità evidenziate; infatti non verranno più
previsti i 72 sostegni necessari per la linea MT aerea dello sviluppo di parecchi
chilometri.
La vecchia soluzione chilometrica che attraversava in modo aereo prati, boschi e il
fiume Toce è interamente sostituita da una nuova soluzione che prevede un semplice
elettrodotto di tipo interrato della sviluppo di poco inferiore a 2 km totalmente collocato
lungo la rete viaria esistente.

Si rimanda pertanto alla documentazione allegata datata Marzo 2018 prodotta da


“e-distribuzione spa”.

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Relazione integrativa

Punto 4)

Verifica di Conformità con il Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.)

Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) è stato approvato con D.C.R. n. 233-35836 del
3 ottobre 2017 sulla base dell’Accordo, firmato a Roma il 14 marzo 2017 tra il Ministero
per i Beni e le Attività culturali (MiBAC) e la Regione Piemonte.
Il Ppr è uno strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, rivolto a
regolarne le trasformazioni e a sostenerne il ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile
del territorio. Nel quadro del processo di pianificazione territoriale avviato dalla
Regione, il Ppr rappresenta lo strumento principale per fondare sulla qualità del
paesaggio e dell’ambiente lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale. Gli
obiettivi centrali sono perciò la tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico,
naturale e culturale, in vista del rafforzamento dell’attrattività della Regione e della sua
competitività nelle reti di relazioni a scala globale.
Il Ppr persegue tale obiettivo in coerenza con il Piano territoriale regionale, soprattutto:
a) promuovendo concretamente la conoscenza del territorio regionale, dei suoi valori
e delle sue criticità, con particolare attenzione per i fattori “strutturali”, di maggior
stabilità e permanenza, che ne condizionano i processi di trasformazione;
b) delineando un quadro strategico di riferimento con cui guidare le politiche di
governance multisettoriale del territorio regionale e delle sue connessioni con il
contesto internazionale;
c) costruendo un apparato normativo coerente con le prospettive di riforma legislativa
a livello regionale e nazionale, per responsabilizzare i poteri locali, presidiare
adeguatamente i valori del territorio e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche.
Al fine di costruire un solido quadro conoscitivo, è stato sviluppato un ampio ventaglio
di approfondimenti tematici organizzati sui seguenti principali assi:
• naturalistico (fisico ed ecosistemico);
• storico-culturale;
• urbanistico-insediativo;
• percettivo-identitario.
Al fine di indagare il più possibile le diversità paesaggistiche e ambientali, urbanistiche
e infrastrutturali, economiche e sociali del territorio, il Ppr articola le conoscenze e le
valutazioni, gli obiettivi, le indicazioni strategiche e gli indirizzi normativi, in 76 Ambiti
di paesaggio distintamente riconosciuti nel territorio regionale. L’articolazione dei
paesaggi in ambiti viene individuata in apposite schede con l’inquadramento dei fattori
naturalistici e storico-culturali caratterizzanti ciascun ambito.
Tali schede costituiscono un dossier di supporto agli elaborati di Piano.

Il Piano è costituito dai seguenti elaborati:


• Relazione;
• Norme di Attuazione;
• Tavole di Piano
o P1 Quadro strutturale;
o P2 Beni paesaggistici;
o P3 Ambiti e unità di paesaggio;
o P4 Componenti paesaggistiche;
o P5 Rete ecologica, storico culturale e fruitiva;
• Schede degli ambiti di paesaggio

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Relazione integrativa

• Elenchi delle componenti e delle unità di paesaggio;


• Rapporto ambientale e sintesi non tecnica.

Di seguito si riportano gli stralci delle cartografie di piano e delle norme di attuazione
relativi al territorio, con riferimento alla compatibilità o alle eventuali interferenze
rispetto alle opere in progetto.

L’intervento ricade nell’Ambito di Paesaggio n. 9 “Valle Ossola” e nell’Unità di


Paesaggio n. 903 “Bassa valle d’Ossola”

Tavola P3 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda

Si riporta parte della descrizione dell’ambito di paesaggio n. 9, contenuta nell’elaborato


“Schede degli Ambiti di Paesaggio”, utile ad inquadrare la dimensione paesaggistica

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Relazione integrativa

del territorio, anche ai fini della successiva disamina delle componenti paesaggistiche
declinate nei diversi articoli delle Norme di Attuazione dei Piano.

DESCRIZIONE AMBITO
L’ambito comprende il fondovalle del Toce e i suoi versanti montani fra Gravellona Toce e
Crevoladossola, a monte di Domodossola. Si tratta di un territorio di transizione fra la pianura
novarese, il Lago d’Orta e le più settentrionali valli Antigorio e Divedro verso nord. Il confine
dell’ambito include l’imbocco della Val Vigezzo, costeggia i bassi versanti che delimitano la
Val Grande, percorre il crinale di separazione con la Valle Strona e infine, a ovest, i displuvi
delle valli Anzasca, Antrona e Bognanco.
L’ambito si struttura attorno al corso del Toce, il cui alveo forma una pianura alluvionale
delimitata da versanti erti, spesso incombenti e sovente di ostacolo a un buon irraggiamento
solare. Gli insediamenti risultano strettamente connessi alla morfologia valliva del territorio e
alle direttrici viarie di sviluppo. Queste ultime sono raggruppabili in due sistemi distinti: quello
principale di fondovalle, costituito dalle due strade statali che costeggiano il corso del fiume
Toce e dall’autostrada A26 (che termina a Ornavasso, il tratto che prosegue verso il confine
elvetico è la superstrada E62 - Strada del Sempione), e quello secondario che garantisce il
collegamento tra insediamenti minori posti a mezza costa. Il sistema di vie di transito
costituisce, in effetti, l’ossatura portante dell’intera Ossola, poiché è su questo che si innestano
le direttrici che conducono alle vallate laterali, alcune delle quali rivestono un ruolo cruciale
nelle comunicazioni transfrontaliere, rispettivamente con la Valle del Rodano - attraverso il
passo e il traforo ferroviario del Sempione, la cui linea ferroviaria percorre l’intero sviluppo del
fondovalle - e il Canton Ticino.
[…]
EMERGENZE FISICO-NATURALISTICHE
− Le aree più importanti dal punto di vista naturalistico possono essere tutte riferite al
sistema fluviale del Toce: infatti, la ZPS “Fiume Toce” include il percorso del fiume
dall’inizio dell’ambito fino al suo confine e anche il SIC “Greto del Torrente Toce tra
Domodossola e Villadossola”, nonché il biotopo del Bosco Tenso. L’ambiente si
caratterizza per la presenza di greti alluvionali ciottolosi a praterie aride e saliceto, con
isoloni in alveo e formazioni boschive riparie di salice bianco e pioppo nero. Si segnala
la presenza di arbusteti xerofili e prati da sfalcio planiziali, che contrassegnano un
prezioso mosaico di vegetazione acquatica, palustre e riparia di interesse comunitario,
distribuita lungo il corso d’acqua. Si tratta di un sito di notevole importanza ornitologica,
sia per quanto concerne la migrazione che la nidificazione, che tra l’altro rappresenta
l’estremo limite settentrionale per la Calandrella e occidentale per la Bigiapadovana;
− l’Oasi Naturale del Bosco Tenso di Premosello Chiovenda - istituita nel 1990 dal
comune di Premosello Chiovenda e gestita dal WWF Verbania - protegge la più estesa
fascia di bosco igrofilo planiziale nella valle percorsa dal fiume Toce (23 ettari di
querco-carpineto, confrassini);
− la vetta di Monte Massone, rilevante dal punto di vista panoramico edescursionistico;
− l’area di protezione naturalistica speciale sul Toce;
− il sito storico–archeologico-naturalistico di Ornavasso.

CARATTERISTICHE STORICO-CULTURALI
[…].
FATTORI STRUTTURANTI
− Sistema stradale di fondovalle, fondamentale non soltanto per il collegamento
dell’Ossola con le vallate finitime, ma anche come ossatura principale per le vie di

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Relazione integrativa

comunicazione transfrontaliere che da questa si diramano; su tale sistema si sviluppa


l'ampia fascia di cerniera di fondovalle; si segnalano tratti di strada a elevata
panoramicità come, ad esempio, la strada napoleonica del Sempione tra Gravellona
Toce, Ornavasso, Migiandone – che presenta doppio filare di ippocastani –, la strada
provinciale tra Migiandone e Piedimulera, che attraversa ampie zone prative con
significative vedute sulle catene ossolane e della Val Grande; tra i manufatti della
strada storica del Sempione, ponte a doppia luce sul fiume Diveria (Crevoladossola);
− sistema ferroviario del Sempione con relativi manufatti.
FATTORI CARATTERIZZANTI
− Sacro Monte Calvario di Domodossola;
− sistema industriale della piana di Domo;
− sistema devozionale caratterizzato – soprattutto nella parte meridionale dell’ambito –
da chiese e campanili isolati e/o afferenti a piccoli nuclei, che costituiscono un vero e
proprio sistema territoriale;
− sistema di torri (XV-XVI secolo), tra cui torre di Ferrerio a Piedimulera, torre della
frazione di Cimamulera (Piedimulera) e torre di guardia a Ornavasso;
− sistema della coltivazione viticola, storicamente documentata (vitigno “prunent”);
caratteristica la presenza di pergolati con ritti in pietra, “topie”, riconoscibili soprattutto
nelle frazioni di Roledo e Cardone di Montecrestese, nei territori comunali di Trontano,
Domodossola, nelle frazioni di Crevoladossola e Villadossola lungo la “via dei torchi e
dei mulini” e in quella di Cisore nel comune di Bognanco (ambito 6);
− sistema dei prati a sfalcio e a pascolo, caratterizzato da numerosi piccoli edifici rurali,
concentrati prevalentemente nell’area del conoide del torrente Isorno, tra i comuni di
Masera e Montecrestese;
− sistema di belvedere di elevata valenza paesistica-devozionale, tra cui emergono il
Sacro Monte Calvario a Domodossola, l’oratorio dedicato alla Madonna di Oropa in
frazione Migiandone (comune di Ornavasso) e la chiesa della Madonna della Neve a
Cimamulera;
− tratto della Linea Cadorna, ancora riconoscibile in prossimità della frazione di
Migiandone, comune di Ornavasso e nei comuni di Premosello (località Cuzzago) e
Mergozzo (frazione Bettola)
[…]
DINAMICHE IN ATTO
Si evidenziano i seguenti fenomeni apparentemente contrastanti ma egualmente critici:
− in tutto il fondovalle, e in particolare attorno ai centri di Domodossola e Villadossola,
un’espansione edilizia diffusa, che ha investito il territorio non tenendo conto dei
caratteri edilizi tipizzanti l’architettura locale;
− interventi sull'area "Domo 2" (stoccaggio) e proposta di potenziamento linea ferroviaria
Genova-Rotterdam, con adeguamento della tratta storica Milano-Domodossola e
Domodossola-Novara, coinvolgimento degli ambiti del Lago Maggiore e Orta e delle
pertinenze (ponti, viadotti,gallerie);
− espansioni di aree commerciali/produttive/artigianali a Pieve Vergonte e Vogogna, e
presso il comune di Trontano a ridosso dell’alveo del Toce, così come lungo le aree
prative in corrispondenza degli svincoli della superstrada, che compromettono la
leggibilità territoriale e la valenza paesaggistica dell’area;
− crisi del settore industriale che investe l’intera zona che, pur bloccando al momento le
espansioni edilizie e urbane, innesca una dinamica ancora da pianificare relativa alla
riconversione di aree produttive, logistiche o infrastrutturali;
− realizzazione di linee ad alta tensione;

e3STUDIO di Capellino e Associati 86


Relazione integrativa

− eccessivo sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua di qualsiasi dimensione e portata,


con impatto sul paesaggio visibile e sull’ecosistema;
− realizzazione incrementale di antenne per telefonia mobile;
− installazione indiscriminata e non regolamentata di pannelli solari sulle coperture;
− eccessivo sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua di qualsiasi dimensione e portata,
con impatto su paesaggio visibile ed ecosistema, anche in zone di tutela naturalistica
(SIC, ZPS);
− realizzazione di nuova edilizia in centro storico e ampliamenti periferici con caratteri
estranei alle tipologie tradizionali;
− abbandono e degrado degli impianti produttivi del XX secolo, ad esempio a
Villadossola.
Inoltre si riscontra che:
− l’agricoltura, di fondovalle e ancor più di versante, è progressivamente abbandonata o
relegata ad attività marginale, con conseguenze evidenti sull’evoluzione dei prati in
boscaglie di invasione;
− è avanzato l’abbandono dei boschi antropogeni (castagneti) e lo sviluppo di fasi di
senescenza e instabilità;
− sono diffusi gli interventi non sostenibili a carico delle superfici forestali invecchiate, in
particolar modo delle formazioni a ceduo di faggio e rovere, senza verifica della facoltà
di rinnovazione agamica.
Tra le iniziative di valorizzazione del patrimonio locale si segnalano:
− recupero dell’edilizia tradizionale in pietra a Oira;
− GAL AzioneOssola;
− itinerari di riscoperta sistemi rurali e boschivi;
− recupero area degradata di Vogogna (L.R.32/1982);
− iscrizione nella Lista Unesco del Sacro Monte di Domodossola e relativa promozione
culturale.
CONDIZIONI
In termini naturalistici e geomorfologici la rarità è elevata perché, con la bassa Val di Susa, la
Val d’Ossola è l’unica significativa piana alluvionale fluviale in ambiente montano a livello
regionale, anche se l’integrità è bassa nel fondovalle; si tratta quindi di una rarità storica del
paesaggio di fondovalle, ormai in fase di obliterazione.
La stabilità del paesaggio deve considerarsi bassa nel fondovalle alluvionale, a causa della
pressione urbanistica; più alta, invece, è la stabilità dei versanti montani con tendenza alla
rinaturalizzazione.
La valle presenta una complessa stratificazione dei processi storici riconoscibili in specifiche
porzioni di territorio e con una possibilità di valorizzazione tematica che guarda alle specificità
di ciascun luogo.
Relativamente a Domodossola, oltre al Sacro Monte Calvario, si segnalano alcuni pregevoli
esempi di architettura del XVI-XVII secolo in stato di abbandono e pesante degrado; emerge,
tuttavia, nell’ambito, la valorizzazione del patrimonio storico-culturale locale, soprattutto per il
rilancio turistico del territorio (ad es. Ornavasso, Vogogna).

In termini di criticità puntuale:


− le aree industriali dismesse;
− l’abbandono e/o il possibile deterioramento dei caratteri architettonici di interi ambiti
costruiti nella prima metà del Novecento;

e3STUDIO di Capellino e Associati 87


Relazione integrativa

− la piana alluvionale è soggetta a rischio idrogeologico elevato, per fenomeni di piena


improvvisi in caso di forti precipitazioni; i tratti arginati del Toce hanno compromesso
la naturalità dell’area;
− la canalizzazione a monte delle acque fluviali per lo sfruttamento idroelettrico comporta
un pesante mutamento della percezione del paesaggio vallivo: in corrispondenza dei
punti di confluenza tra il Toce e i suoi affluenti, infatti, si creano ampie zone di aridità
un tempo inesistenti;
− il consumo di suolo per impermeabilizzazione, nel fondovalle, rappresenta una criticità
a cui porre particolare attenzione a causa dell’esiguità della risorsa e delle sue
conseguenze immediate sul deflusso idrico; inoltre gli insediamenti industriali diffusi
nella pianura del Toce costituiscono una frattura paesaggisticamente rilevante nel
contesto di una generale diffusa naturalità.
Per quanto riguarda gli aspetti legati alle pratiche forestali:
− sono forti i rischi di incendi devastanti e ripetuti nei boschi di latifoglie anche rupicoli;
− sono diffuse le utilizzazioni irrazionali con degrado della qualità paesaggistica ed
ecologica del bosco, come il taglio a scelta commerciale con prelievo indiscriminato dei
grandi alberi nei boschi, con utilizzazioni fatte da personale non specializzato, con
frequenze rilevanti esclusivamente nelle aree ancora accessibili del bosco;
− è diffuso il degrado di castagneti per collasso colturale o più semplicemente per
abbandono oltre che per incendio.
STRUMENTI DI SALVAGUARDIA PAESAGGISTICO - AMBIENTALE
− Parco Nazionale della Val Grande;
− Parco naturale dell'Alta Val Sesia e Alta Val Strona;
− Riserva speciale del Sacro Monte di Domodossola;
− SIC: Greto T.te Toce tra Domodossola e Villadossola (IT1140006);
− ZPS: Fiume Toce (IT1140017); Alte Valli Anzasca, Antrona, Bognanco (IT1140018);
Alta Val Strona e Val Segnara(IT1140020);
− Sito UNESCO: Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia – Sacro Monte di
Domodossola (core zone e buffer zone);
− Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona in località Alpe Lusentino,
Moncucco e Monte Calvario sita nei comuni di Domodossola, Villadossola,
Montescheno, Bognanco (D.M.01/08/1985);
− Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'albero monumentale denominato
Ippocastano di Piedimulera (D.G.R. n. 20-2253 del27/02/2006).

INDIRIZZI E ORIENTAMENTI STRATEGICI


In termini generali la valorizzazione del patrimonio storico-culturale deve rispondere a strategie
indirizzate alle seguenti azioni:
− azioni di riqualificazione paesaggistica (mitigazione puntuale, mitigazione diffusa)
dell’area a ridosso del torrente Toce, in particolare in rapporto al sovrapporsi di
infrastrutture viarie e ferroviarie; si segnala la criticità connessa al potenziamento del
traffico ferroviario in attraversamento della valle (corridoio TEN 24), con le ricadute in
termini di impatto ambientale del traffico e il consumo di territorio (aree per la logistica,
miglioramenti infrastrutturali). Tali previsioni, in un quadro paesaggistico già
compromesso, devono essere accompagnate da valutazioni sulla sostenibilità
complessiva degli scenari che si delineano;
− analogamente, azioni di riqualificazione paesaggistica delle aree industriali dismesse,
dei siti estrattivi, degli ambiti con concentrazione di infrastrutturazione e delle aree di
sprawl residenziale devono essere affrontate attraverso interventi di sistema e di

e3STUDIO di Capellino e Associati 88


Relazione integrativa

idonea scala territoriale e tenendo in opportuna considerazione gli elementi di


qualificazione paesaggistica presenti (componenti naturali, patrimonio edilizio storico,
borghi storici, tracce di attività protoindustiale, ruolo territoriale dell’ambito in termini di
connettività con le valli);
− azioni coordinate di recupero del patrimonio edilizio storico e del contesto
paesaggistico a esso connesso, in particolare con il drastico contenimento della nuova
edificazione soprattutto delle aree prative poste tra Prata e Trontano, Masera e
Montecrestese, Trontano e Masera, Trontano e Cardezza, Pieve Vergonte e con la
valorizzazione, promossa da enti pubblici e/o pubblico-privati, per la riconversione e
gestione del patrimonio storico-architettonico più antico, che oggi versa in stato di
abbandono.
[…]
L’unità di paesaggio in cui ricade il progetto in analisi, la 903 “Bassa valle d’Ossola”, è
inquadrata nella tipologia normativa VII Naturale/rurale o rurale a media rilevanza e
integrità, di cui all’art. 11 delle NdA, caratterizzata dalla compresenza e consolidata
interazione tra sistemi insediativi tradizionali, rurali o microurbani, in parte alterati dalla
realizzazione – relativamente recente – di infrastrutture e insediamenti produttivi
sparsi.

In ogni Unità di Paesaggio, inoltre, interventi e forme di gestione devono tendere


prioritariamente alla mitigazione dei fattori di degrado, rischio o criticità che
caratterizzano negativamente la Up o che ostacolano l’attuazione dei suddetti criteri di
coesione e di identità o il perseguimento degli obiettivi di qualità associati all’ambito di
paesaggio interessato.
Nel caso in esame si sono messi in atto particolari accorgimenti al fine di perseguire
gli obiettivi di qualità paesaggistica, naturale e architettonica, rendendo poco
percettibile l’intervento; di seguito si elencano i principali:
- la scelta di interrare parzialmente il canale di adduzione e completamente
l’edificio della centrale di produzione;
- la scelta architettonica di realizzare i residui manufatti fuori terra in tipologia
costruttiva che richiami quella degli edifici presenti nel territorio circostante,
prevedendone la tinteggiati con colori neutri;
- la scelta di materiali quali massi e pietrame intasato in terra con messa a dimora
di salici per la realizzazione delle difese spondali;
- la scelta di rilascio di una quota di portata al di sopra dello sbarramento gonfiabile,
che permette di attenuare considerevolmente l’interferenza visiva del manufatto
stesso;
- inserimento di macchie boscate arboree ed arbustive, inerbimento permanente,
infissione di talee di salice ed una progettazione degli interventi di mitigazione
che complessivamente consenta di ripristinare gran parte degli habitat naturali
compromessi dal cantiere.

Si procede di seguito con l’analisi degli articoli 13, 14, 15, 16, 18, 23, 26, 30, 33 e 39
delle NdA del Ppr, riportando estratti della Norma, eventuale rilevanza e riscontri
rispetto al progetto in esame, corredati dall’elaborazione delle carte P2, P4 e P5 del
Ppr.

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Relazione integrativa

Tavola P2 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda

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Relazione integrativa

Tavola P4 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda

Art. 13. Aree di montagna


[…]
Indirizzi
[5]. La pianificazione territoriale provinciale definisce criteri e normative finalizzati a
promuovere la rifunzionalizzazione degli itinerari storici e dei percorsi panoramici, la tutela
delle linee di vetta e dei crinali.
[6]. I piani locali definiscono normative volte a disciplinare la previsione di nuovi bivacchi e
altre attrezzature dedicate alle attività escursionistiche, alpinistiche o sciistiche, nel rispetto
delle presenti norme.
[7]. I piani locali, al fine di potenziare i sistemi di accessibilità ai territori, mirati al
consolidamento delle tradizionali attività agricole e forestali e della fruizione compatibile delle
risorse naturali, culturali e paesaggistiche, individuano la rete dell’accessibilità locale, riservata

e3STUDIO di Capellino e Associati 91


Relazione integrativa

alle attività agricole, zootecniche e forestali, all’esercizio e alla manutenzione di opere


pubbliche e di pubblica utilità non altrimenti raggiungibili e all’espletamento delle funzioni di
vigilanza, dei servizi antincendio e di protezione civile.
Direttive
[8]. La pianificazione territoriale provinciale definisce normative finalizzate a promuovere:
a. il recupero del patrimonio naturale-culturale montano, contrastando i fattori
di marginalizzazione o di scomparsa dei valori naturali e culturali;
b. la riqualificazione dei paesaggi e delle morfologie insediative tradizionali
alterate dai processi di urbanizzazione, con la mitigazione degli impatti
pregressi;
c. la valorizzazione della rete di connessione paesaggistica.
[…]
Prescrizioni
[…]
[12]. Nelle aree di montagna, nell’intorno di 50 metri per lato dalle vette e dai sistemi di crinali
montani principali e secondari individuati nella Tavola P4, è vietato ogni intervento di
trasformazione eccedente quanto previsto alle lettere a., b., c., d., comma 1, articolo 3, del
DPR n. 380 del 2001, fatti salvi gli interventi:
a. necessari per la difesa del suolo e la protezione civile e quelli di cui al
comma 11, lettera a.;
b. relativi al completamento dell’abitato e all’ampliamento delle costruzioni
preesistenti all’interno dei nuclei già edificati;
c. necessari per la razionalizzazione e l’ammodernamento del sistema degli
impianti sciistici, volti alla riduzione del numero dei tracciati degli impianti,
o comunque alla mitigazione degli impatti paesaggistici pregressi,
limitatamente alle strutture tecniche necessarie per la funzionalità degli
impianti stessi;
d. relativi ad attività estrattive, a rilevanza almeno regionale, per la ricerca e
la coltivazione di pietre ornamentali aventi carattere storico, o di minerali
industriali che non sia sostenibile, dal punto di vista tecnico, economico e
paesaggistico, reperire altrove; gli elaborati progettuali devono contenere
gli elementi necessari a dimostrare tali condizioni;
e. necessari per la produzione di energia di cui al comma 11, lettera b.,
qualora sia dimostrato il rilevante interesse pubblico dell’impianto e
l’intorno di 50 metri per lato dalle vette e dai sistemi di crinali in cui sorge
l’impianto non ricada altresì in aree e immobili individuati ai sensi degli
articoli 134, comma 1, lettere a. e c. e 157 del Codice; all’interno delle
suddette aree e immobili sono consentiti nell’intorno dei 50 metri per lato
dalle vette e dai sistemi di crinali esclusivamente i tracciati viari per la
realizzazione degli impianti; per tali tracciati, al termine delle opere è
previsto il ripristino integrale dei luoghi e, ove necessario, la
trasformazione in tracciato di ridotta larghezza per la manutenzione degli
impianti;
f. relativi alla rete di livello almeno regionale di trasmissione e distribuzione
dell’energia elettrica, di cui al comma 11, lettera b., e alla diffusione delle
telecomunicazioni, solo se volti alla riqualificazione o alla manutenzione di
impianti già esistenti nella medesima area di montagna o, per quelli nuovi,
se necessari per l’attraversamento trasversale del versante nei punti a
minore visibilità dall’intorno e, nel caso di impianti per la diffusione delle

e3STUDIO di Capellino e Associati 92


Relazione integrativa

telecomunicazioni, se non localizzabili altrove, anche prevedendo


eventuali accordi tra i soggetti gestori per contenere il numero dei relativi
sostegni.
Gli interventi di cui al presente comma possono essere consentiti esclusivamente qualora
siano rispettate le condizioni sopra descritte e non sussistano localizzazioni alternative di
minor impatto al di fuori dell’intorno dei 50 metri per lato dalle vette e dai sistemi di crinali
montani, la soluzione progettuale risulti la più idonea sotto il profilo dell’inserimento
paesaggistico e le valutazioni tecniche espresse in sede di approvazione dei singoli progetti
abbiano conseguito esito favorevole relativamente alle valutazioni di carattere paesaggistico;
i progetti devono altresì prevedere specifiche misure di mitigazione e compensazione di tipo
paesaggistico da realizzarsi in via prioritaria nei medesimi siti d’intervento e da eseguirsi
contestualmente alla realizzazione degli interventi stessi.

[…]
Il Comune di Premosello Chiovenda è Comune Montano. Tuttavia, il suo territorio è
fortemente differenziato tra zone effettivamente montane e zone situate intorno
all’alveo del Fiume Toce, come anche si riscontra nella suddivisione degli Ambiti ed
Unità di Paesaggio. Il Comune infatti ricade in parte nell’Ambito di Paesaggio n. 9 Valle
Ossola (ambito in cui ricade l’area in argomento) e in parte nell’Ambito di Paesaggio
n. 10 Val Grande, quest’ultimo fortemente connotato come ambito montano.

Con riferimento alle prescrizioni di cui al sopra riportato art. 13, in ogni caso, non si
rilevano elementi ostativi alla realizzazione dell’opera poiché la centrale in progetto è
collocata in un ambito di fondovalle, non ricade nell’intorno dei 50 metri per lato dalle
vette e dai sistemi di crinali; non ricade infine in aree e immobili individuati ai sensi
degli articoli 134, comma 1, lettere a. e c. e 157 del Codice dei Beni Paesaggistici.

Art. 14. Sistema idrografico


[1]. Il Ppr riconosce il sistema idrografico delle acque correnti, composto da fiumi, torrenti, corsi
d’acqua e dalla presenza stratificata di sistemi irrigui, quale componente strutturale di primaria
importanza per il territorio regionale e risorsa strategica per il suo sviluppo sostenibile. In
coerenza con gli strumenti della pianificazione di bacino e con il Piano di tutela delle acque
regionale, esso delinea strategie di tutela a livello di bacino idrografico, e individua le zone
fluviali d’interesse paesaggistico direttamente coinvolte nelle dinamiche dei fiumi, torrenti e
corsi d’acqua, assoggettandole a specifiche misure di tutela, e i sistemi irrigui disciplinati
dall’articolo 25.
[2]. Le zone fluviali, individuate nella Tavola P4, sono distinte in zone fluviali “allargate” e
zone fluviali “interne”; la delimitazione di tali zone è stata individuata tenendo conto:
a. del sistema di classificazione delle fasce individuate dal Piano di Assetto
Idrogeologico – PAI – (A, B e C) vigente;
b. delle aree che risultano geomorfologicamente, pedologicamente ed
ecologicamente collegate alle dinamiche idrauliche, dei paleoalvei e delle
divagazioni storiche dei corsi d’acqua, con particolare riguardo agli aspetti
paesaggistici;
c. delle aree tutelate ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera c., del
Codice.
[…]

e3STUDIO di Capellino e Associati 93


Relazione integrativa

[4]. Nelle zone fluviali di cui al comma 2 il Ppr persegue gli obiettivi di qualità paesaggistica di
cui all’articolo 8, in coerenza con la pianificazione di settore volta alla razionale utilizzazione e
gestione delle risorse idriche, alla tutela della qualità delle acque e alla prevenzione
dell’inquinamento, alla garanzia del deflusso minimo vitale e alla sicurezza idraulica, nonché
al mantenimento o, ove possibile, al ripristino dell’assetto ecosistemico dei corsi d’acqua.
[5]. La Tavola P2 e il Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c., individuano il sistema
dei fiumi, torrenti e corsi d’acqua tutelati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera c., del
Codice rappresentandone l’intero percorso, indipendentemente dal tratto oggetto di specifica
tutela, in scala 1:100.000; ai fini dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del
Codice, per aree tutelate ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera c., del Codice si intendono
tutti i fiumi e torrenti per l’intero percorso, nonché i corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al
Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, relativamente ai tratti in esso indicati, fatto salvo
quanto previsto dall’articolo 142, comma 2, del Codice. Nelle more dell’adeguamento di cui al
comma 8, eventuali precisazioni o scostamenti dei corpi idrici rappresentati dal Ppr dovranno
essere rilevati e dimostrati in sede di autorizzazionestessa.
Indirizzi
[6]. Per garantire il miglioramento delle condizioni ecologiche e paesaggistiche delle zone
fluviali, fermi restando, per quanto non attiene alla tutela del paesaggio, i vincoli e le limitazioni
dettate dal PAI, nonché le indicazioni derivanti da altri strumenti di pianificazione e
programmazione di bacino, si provvedea:
a. nelle zone fluviali“interne”:
I. limitare gli interventi trasformativi (ivi compresi gli interventi di
installazione di impianti di produzione energetica, di estrazione di
sabbie e ghiaie, anche sulla base delle disposizioni della Giunta
regionale in materia, di sistemazione agraria, di edificazione di
fabbricati o impianti anche a scopo agricolo) che possano
danneggiare gli eventuali fattori caratterizzanti il corso d’acqua, quali
cascate e salti di valore scenico, e interferire con le dinamiche
evolutive del corso d’acqua e dei connessi assettivegetazionali;
II. assicurare la riqualificazione della vegetazione arborea e arbustiva
ripariale e dei lembi relitti di vegetazione planiziale, anche sulla base
delle linee guida predisposte dall’Autorità di bacino del Po in
attuazione delPAI;
b. nelle zone fluviali“allargate”:
I. favorire il mantenimento degli ecosistemi più naturali, con la
rimozione o la mitigazione dei fattori di frammentazione e di
isolamento e la realizzazione o il potenziamento dei corridoi di
connessione ecologica, di cui all’articolo42;
II. migliorare l’accessibilità e la percorribilità pedonale, ciclabile, a
cavallo, nonché la fruibilità degli spazi ricreativi con attrezzature e
impianti a basso impatto ambientale e paesaggistico.
[…]
Prescrizioni
[10]. All’interno delle zone fluviali “interne”, ferme restando le prescrizioni del PAI, nonché le
indicazioni derivanti dagli altri strumenti della pianificazione di bacino per quanto non attiene
la tutela del paesaggio, valgono le seguenti prescrizioni:
a. le eventuali trasformazioni devono garantire la conservazione dei
complessi vegetazionali naturali caratterizzanti il corso d’acqua, anche
attraverso la ricostituzione della continuità ambientale del fiume e il

e3STUDIO di Capellino e Associati 94


Relazione integrativa

miglioramento delle sue caratteristiche paesaggistiche e naturalistico-


ecologiche, tenendo conto altresì degli indirizzi predisposti dall’Autorità di
bacino del Po in attuazione del PAI e di quelli contenuti nella Direttiva
Quadro Acque e nella DirettivaAlluvioni;
b. la realizzazione degli impianti di produzione idroelettrica deve rispettare gli
eventuali fattori caratterizzanti il corso d’acqua quali cascate e salti di
valore scenico, nonché essere coerente con i criteri localizzativi e gli
indirizzi approvati dalla Giunta regionale.

L’intervento in progetto si sviluppa in un tratto quasi terminale del Fiume Toce, a circa
14,5 km prima della confluenza con il lago Maggiore.
L’opera valorizza il salto idraulico di una briglia esistente, posta a protezione del ponte
denominato di Migiandone sulla strada provinciale 166, in un tratto ove non sono
presenti cascate né salti di valore scenico.
Il cantiere determinerà un’interferenza con un breve tratto della vegetazione ripariale
e della fascia planiziale retrostante ma la realizzazione delle opere di mitigazione porrà
rimedio a tale impatto ripristinando sostanzialmente la continuità del corridoio
ecologico.

Art. 15. Laghi e territori contermini


[1]. Il Ppr riconosce e individua nella Tavola P2 e nel Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1,
lettera c., i laghi e i relativi territori contermini, tutelati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera
b del Codice, quale componente strutturale da tutelare e valorizzare, in quanto espressione
peculiare dei paesaggi regionali e risorsa idrica fondamentale.

[2]. Ai fini dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del Codice, per laghi di cui
al comma 1 si intendono i corpi idrici a carattere permanente, rappresentati e riconoscibili
tramite un toponimo nella Carta tecnica regionale, con perimetro superiore a 500 metri,
naturali, lentici, superficiali, interni, fermi, di acqua dolce, nonché gli invasi e sbarramenti
artificiali anch’essi a carattere permanente e con medesimo perimetro.
Ai medesimi fini, sono altresì da considerarsi laghi, ancorché non cartografati, le cave allagate
completamente esaurite e dismesse con perimetro superiore a 500 metri, qualora sia
definitivamente conclusa l’attività di coltivazione relativa all’intero sito di intervento e per le
quali non risultino più attive garanzie fidejussorie o assicurative finalizzate a tutelare la
Pubblica Amministrazione in relazione all’attuazione delle opere di recupero ambientale. Non
sono da considerarsi tutelati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera b. del Codice, i territori
contermini agli invasi artificiali costruiti a scopo d’irrigazione, alle vasche di raccolta delle
acque piovane o superficiali e alle aree di ristagno prevalentemente temporaneo di acque
(stagni, acquitrini, zone palustri). Nelle more dell’adeguamento di cui al comma 8, eventuali
precisazioni o scostamenti dei corpi idrici rappresentati nella Tavola P2 dovranno essere
rilevati e dimostrati in sede diautorizzazione.
[3]. Il Ppr individua nella Tavola P4, oltre ai laghi di cui al comma 1, gli specchi d’acqua
naturali rappresentati nella Carta tecnica regionale.
[4]. Tra i laghi di cui al comma 1, i laghi di Avigliana Grande, Avigliana Piccolo, Candia,
Maggiore, Mergozzo, Orta, Sirio e Viverone, ai sensi della DGR n. 46-2495 del 19 marzo 2001
costituiscono invasi di particolare pregio per le loro caratteristiche dimensionali e per la
rilevanza sotto il profilo paesaggistico e ambientale.

e3STUDIO di Capellino e Associati 95


Relazione integrativa

[5]. Nelle aree di cui ai commi 1 e 3, il Ppr persegue gli obiettivi del quadro strategico, di cui
all’articolo 8 delle presenti norme.
[…]

L’area di intervento dista circa 9 Km dal lago di Mergozzo, lo specchio d’acqua più
vicino, e pertanto non rientra i territori contermini al lago tutelati ai sensi dell’articolo
142, comma 1, lettera b del Codice, quale componente strutturale da tutelare e
valorizzare.

Art. 16. Territori coperti da foreste e da boschi


[1]. Il Ppr riconosce e individua nella Tavola P2 e nel Catalogo di cui alla all’articolo 4, comma
1, lettera c., le foreste e i boschi di cui all’articolo 142, comma 1, lettera
g. del Codice, quale componente strutturale del territorio e risorsa strategica per lo sviluppo
sostenibile dell’intera Regione, individuandone l’estensione sulla base del Piano Forestale
Regionale e degli altri strumenti di pianificazione forestale previsti dalla l.r. 4/2009, utilizzando
i dati della Carta Forestale, aggiornata e scaricabile dal sito informatico dellaRegione.
[2]. Il Ppr riconosce inoltre nella Tavola P4 i territori a prevalente copertura boscata, che
includono, oltre ai boschi di cui al comma 1, le aree di transizione con le morfologie insediative
di cui agli articoli 34 e seguenti; tali aree sono costituite da superfici a mosaico naturaliforme
connotate dalla presenza di copertura boschiva, che includono anche porzioni di aree a
destinazione naturale (aree di radura e fasce di transizione con gli edificati) di dimensioni
ridotte, per le quali è in atto un processo spontaneo dirinaturalizzazione.
[3]. Nei territori di cui ai commi 1 e 2, il Ppr persegue gli obiettivi del quadro strategico, di cui
all’articolo 8 delle presenti norme e in particolare la gestione attiva e la valorizzazione del loro
ruolo per la caratterizzazione strutturale e la qualificazione del paesaggio naturale e colturale,
la conservazione della biodiversità, la protezione idrogeologica e la salvaguardia della
funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici, la funzione turistico-ricreativa, la capacità
produttiva di risorse rinnovabili, di ricerca scientifica e di memoria storica e culturale.
[4]. Sino all’adeguamento dei piani locali al Ppr, ai fini del rilascio dell’autorizzazione
paesaggistica, l’individuazione del bosco di cui all’articolo 142, comma 1, lettera g. del Codice,
avviene applicando la definizione contenuta nella normativa statale e regionale vigente; tali
disposizioni costituiscono altresì riferimento, anche successivamente all’adeguamento, in
relazione alla dinamicità del bene, qualora lo stato di fatto risulti, nel tempo, modificato rispetto
alle individuazioni del piano locale.
Indirizzi
[5]. Nei territori di cui ai commi 1 e 2, gli strumenti di pianificazione forestale, sulla base delle
esigenze di tutela delle diverse categorie o tipi forestali, che tengono conto degli habitat di
interesse comunitario, della biodiversità e del livello di naturalità, individuano le
funzioniprevalenti:
a. di protezione generale dell’assettoterritoriale;
b. di protezione diretta di infrastrutture e viteumane;
c. naturalistica;
d. di fruizioneturistico-ricreativa;
e. produttiva agricola eforestale.
[6]. Per i territori di cui ai commi 1 e 2, gli strumenti di pianificazione forestale dettano discipline
volte a:

e3STUDIO di Capellino e Associati 96


Relazione integrativa

a. accrescere l’efficacia protettiva dei boschi, come presidio degli


insediamenti e delle infrastrutture da valanghe, cadute massi, dissesto
idrogeologico;
b. valorizzare le produzioni locali legate alla presenza del bosco, al fine di
rilanciare l'economia di aree marginali e favorire il presidio del territorio da
parte dellapopolazione;
c. conservare e accrescere le superfici boscate, in aree di pianura o collinari
con forte presenza di colture agricole intensive o pressioneinsediativa;
d. incentivare la gestione attiva delle superfici forestali, favorendo, nelle zone
agricole limitrofe ad aree boscate, le iniziative di mantenimento delle zone
a prateria e a prato-pascolo e delle colture agricole ambientalmente
compatibili, o l’insediamento di specieautoctone;
e. migliorare le funzioni antierosive, ecologiche, ambientali e paesaggistiche
delle formazioni ripariali, in modo integrato con gli interventi di
manutenzioneidraulica;
f. limitare il rimboschimento, l'imboschimento o gli impianti di arboricoltura
da legno su prati stabili, prato-pascoli, aree agricole di montagna e collina,
aree umide, brughiere, aree di crinale intervisibili di cui all’articolo 31,
comma 1, lettera c., e in generale nei contesti ove possano degradare o
produrre impatti su aspetti strutturali o caratterizzanti il paesaggiolocale;
g. individuare zone in cui limitare l’estensione dei tagli di rinnovazione,
esclusi i tagli a scelta colturale, al fine di evitare interruzioni della continuità
della copertura boscata impattanti per ilpaesaggio.
[…]
Prescrizioni
[11]. I boschi identificati come habitat d’interesse comunitario, ai sensi della Direttiva
92/43/CEE e che sono ubicati all’interno dei confini dei siti che fanno parte della Rete Natura
2000, costituiscono ambiti di particolare interesse e rilievo paesaggistico e sono oggetto di
tutela in coerenza con le “Misure di conservazione per la tutela dei siti della Rete Natura 2000
in Piemonte” (DGR 7 aprile 2014, n. 54-7409); gli interventi selvicolturali di gestione del
patrimonio forestale e quelli relativi alle infrastrutture connesse funzionali alla conservazione
degli ambiti stessi, sono finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione di tale patrimonio,
secondo quanto disciplinato dal Regolamento forestale (DPGR 20 settembre 2011, n.8/R).
[12]. All’interno delle superfici forestali di cui al comma 11:
a. sono consentiti gli interventi strettamente necessari per la difesa del suolo
e la protezionecivile;
b. è consentita la realizzazione di opere, infrastrutture di interesse regionale
e sovraregionale non localizzabili altrove, nonché la manutenzione e
riqualificazione di quelleesistenti;
c. sono consentiti gli interventi di manutenzione e riqualificazione sulle
infrastrutture esistenti di livellolocale;
d. è consentito il rinnovo e l’ampliamento delle attività e dei siti estrattivi
esistenti; in tali casi i progetti di recupero, orientati prioritariamente al
rimboschimento, oltre a prevedere specifici interventi di mitigazione degli
impatti paesaggistici derivanti dall’attività di cava sull’area interessata,
dovranno contenere specifiche misure compensative di tipo paesaggistico,
prioritariamente nello stesso ambito, ma anche in ambiti diversi dal sito
estrattivo, da realizzare contestualmente alle fasi dicoltivazione;

e3STUDIO di Capellino e Associati 97


Relazione integrativa

e. sono consentiti gli interventi necessari per la razionalizzazione e


l’ammodernamento del sistema degli impianti sciistici, volti alla riduzione
del numero dei tracciati degli impianti, o comunque alla mitigazione degli
impatti paesaggistici pregressi, limitatamente alle strutture tecniche
necessarie per la funzionalità degli impianti stessi, nel rispetto delle
superfici forestali aventi funzioni protettive.
f. è consentita la realizzazione di impianti di produzione idroelettrica,nonché
di infrastrutture per la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica non localizzabili
altrove, nel rispetto delle superfici forestali aventi funzioni protettive e delle compensazioni di
cui al comma 8, lettera c;
g. sono consentiti gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che non
comportino riduzione dei soggettiarborei.
[13]. Nei territori di cui al comma 1, per la gestione delle superfici forestali si applicano le
disposizioni di cui alla l.r. 4/2009 e relativi provvedimentiattuativi.

Come si evince dalle elaborazioni delle tavole P2 e P4 del PPR sopra riportate, il
progetto non interferisce con aree boscate individuate e riconosciute dal Piano, tuttavia
dall’esame dello stato dei luoghi, desumibile anche dalle ortofoto satellitari, il progetto
prevede la trasformazione di una porzione di vegetazione forestale di 2400 mq;
l’intervento è necessario per la costruzione del canale di adduzione, dell’opera di
restituzione e dell’edificio della centrale.
La posa dell’elettrodotto interrato avverrà prevalentemente lungo strade esistenti e le
interferenze con la vegetazione spontanea saranno minime e non determineranno la
trasformazione di aree boscate ma brevi cesure delle stesse.
La porzione di bosco interessata sarà presumibilmente leggermente più ampia rispetto
all’impronta a terra delle opere citate in quanto la zona interessata dal cantiere (es.
Movimenti terra) sarà più ampia; tuttavia, per le aree destinate alle baracche, allo
stoccaggio dei materiali e del terreno di scavo sono state individuate superfici non
boscate allo scopo di ridurre l’impatto visivo del cantiere.
L’intera superficie boscata interessata dalla trasformazione sarà compensata ai sensi
della normativa forestale vigente (in una fase successiva della progettazione il
proponente valuterà se proporre una compensazione monetaria, versando l’importo
determinato sulla base della superficie compromessa e dei coefficienti legati alle
caratteristiche del bosco e del sito, o una compensazione fisica, concordando la
realizzazione di un intervento forestale con gli uffici regionali competenti presso una
delle aree idonee ad accogliere tali opere già individuate dalla Regione Piemonte, di
importo analogo a quello calcolato per la compensazione monetaria.

Con la realizzazione delle opere di mitigazione, l’intera superficie non interessata da


opere permanenti verrà rinverdita mediante realizzazione di nuove macchie arboree e
arbustive, posa di talee e inerbimenti, ripristinando in gran parte la continuità ecologica
della fascia fluviale.
Verrà realizzato un vero corridoio ecologico.

Art. 18. Aree naturali protette e altre aree di conservazione della biodiversità

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Relazione integrativa

[1]. Il Ppr riconosce e individua alla Tavola P2 e nel Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1,
lettera c., i parchi e le riserve di cui all’articolo 142, comma 1, lettera f. del Codice, assoggettati
alla disciplina in materia di autorizzazione paesaggistica, per i quali si applicano le presenti
norme:
a. parchi nazionali e regionali, nonché i territori di protezione esterna dei
parchi, quali le aree contigue;
b. riserve nazionali e regionali.
Ai fini dell’individuazione dei territori soggetti all'autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo
146 del Codice, in quanto compresi nelle aree di cui alle lettere a. e b., valgono i confini definiti
dalla l.r. 19/2009 e smi. e dai provvedimenti istitutivi delle aree protettenazionali.
[2]. Il Ppr riconosce e individua nella Tavola P5, le aree di conservazione della biodiversità,
così articolate:
a. le aree protette di cui all’articolo 4 della l.r.19/2009;
b. i siti della Rete Natura 2000 di cui all’articolo 39 della l.r.19/2009;
c. le aree contigue, le zone naturali di salvaguardia e i corridoi ecologici di
cui agli articoli 6, 52bis e 53 della l.r. 19/2009 e gli ulteriori altri siti di
interesse naturalistico.
[3]. Con riferimento alle aree, di cui ai commi 1 e 2, il Ppr persegue i seguenti obiettivi:
a. conservazione della struttura, della funzione e della potenzialità evolutiva
della biodiversità;
b. mantenimento della diversità del paesaggio e dell’habitat, dell’insieme
delle specie e dell’ecosistema e della loro integrità nel lungo periodo;
c. conservazione, con particolare riferimento alle aree sensibili e agli habitat
originari residui, delle componenti naturali, paesaggistiche,
geomorfologiche, dotate di maggior naturalità e poco intaccate dalla
pressione antropica;
d. miglioramento delle connessioni paesaggistiche, ecologiche e funzionali
tra le componenti del sistema regionale e sovraregionale e i serbatoi di
naturalità diffusa;
e. recupero delle condizioni di naturalità e della biodiversità in particolare
nelle aree più critiche o degradate, anche attraverso il contrasto ai processi
di frammentazione del territorio;
f. promozione della ricerca scientifica e del monitoraggio delle condizioni di
conservazione dellabiodiversità;promozione della fruizione sociale
sostenibile, della diffusione della cultura ambientale, della didattica e dei
servizi di formazione e di informazione;
g. difesa dei valori paesaggistici, antropologici e storico-culturali, nonché
delle tradizioni locali e dei luoghi devozionali e di culto associati ai valori
naturali;
h. promozione delle buone pratiche agricole, tutela e valorizzazione degli
elementi rurali tradizionali (quali siepi, filari, canalizzazioni, ecc.).
[…]

e3STUDIO di Capellino e Associati 99


Relazione integrativa

Tavola P5 - elaborazione
Estratto cartografico fuori scala
Legenda

L’area di cui al progetto in esame è ricompresa in ZPS Zona di protezione speciale


IT1140017 "Fiume Toce", istituita al fine di salvaguardare la biodiversità attraverso il
mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle risorse naturali
(habitat naturali e seminaturali, nonché flora e fauna selvatiche).
Il progetto non si pone in contrasto con il mantenimento della diversità del paesaggio
e dell’habitat, dell’insieme delle specie e dell’ecosistema e della loro integrità nel lungo
periodo e persegue la conservazione delle componenti naturali, paesaggistiche,
geomorfologiche.
Sono previsti in progetto, infatti, inserimenti di macchie boscate arboree ed arbustive,
inerbimento permanente, infissione di talee di salice ed una progettazione complessiva
rispettosa degli habitat naturali.

e3STUDIO di Capellino e Associati 100


Relazione integrativa

Si osserva infine che è anche previsto in progetto un passaggio artificiale per


l’ittiofauna che integra quello esistente.

A livello di incidenza del progetto sull’avifaiuna si osserva che l’innalzamento del pelo
libero dell’acqua nel tratto rigurgitato del Fiume Toce interessa prevalentemente
sponde ad elevata pendenza, in parte protette da scogliere, che limitano fortemente
l’allargamento della sezione bagnata così come indicato nella tavola n. 34 “Planimetria
delle aree sommerse”.
In particolare si evidenzia che, in corrispondenza della confluenza con il Torrente
Crotta , a monte di quella con il Rio Anzola è presente una interessante formazione
sabbiosa in destra orografica la cui conformazione consente anche qui di prevedere
una interferenza molto bassa a livello di “nuova superficie bagnata” in quanto il corso
d’acqua è sufficientemente inciso e la linea di sponda ha pendenza tale da non
consentire un allargamento sulla spiaggia della supergicia bagnata in condizioni
medie.
La spiaggia è di tipo sabbioso, con presenza rada di specie erbacee, arbustive ed
arboree, con particolare riferimento alla robinia che manifesta anche qui la sua
tendenza alla colonizzazione delle aree libere da copertura forestale.
La spiaggia ha una superficie di circa 1,5 ha che si può considerare non interferita
dagli effetti del “nuovo rigurgito”, pertanto si può prevedere che il progetto non recherà
disturbo all’avifauna che potrà, in futuro, utilizzare quest’area particolarmente adatta
alle sue esigenze.
In maniera rigorosa sono stati eseguiti i calcoli idraulici per determinare un confronto
tra la situazione ante operam e la situazione post operam. I calcoli dettagliati sono
contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato sono riportate le
planimetrie. Dal confronto tra la situazione esistente e quella in progetto nelle 5
simulazioni effettuate si può affermare che la spiaggia rimane inalterata
In particolare la spiaggia ha una superficie di circa 1,5 ha che si può considerare
non interferita dagli effetti del “nuovo rigurgito”,

Si può pertanto prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna che
potrà, in futuro, utilizzare quest’area particolarmente adatta alle sue esigenze.

e3STUDIO di Capellino e Associati 101


Relazione integrativa

Vista aerea della spiaggia

Poco più a valle della confluenza del Rio Anzola , l’attuale rigurgito crea già un’isolotto
di superficie pari a circa 1,5 ha di cui 1,2 ha sabbiosi e 0,35 ha con vegetazione anche
arborea.
In maniera rigorosa sono stati eseguiti i calcoli idraulici per determinare un confronto
tra la situazione ante operam e la situazione post operam del’isolotto.
I calcoli dettagliati sono contenuti nella Relazione Tecnica All. 2, nello stesso allegato
sono riportate le planimetrie.
Inoltre nell’allegato 34 “Planimetrie delle nuove aree sommerse” sono illustrati i
risultati di due simulazioni ritenute più significative ovvero:
• Portata media mensile minima (febbraio)
• Portata media annua
Nella simulazione di portata media mensile minima (febbraio) la superficie dell’isolotto
nella situazione ante operam risulta pari a 20060 mq, nella situazione post operam si
riduce a 10750 mq.
Nella simulazione di portata media annua la superficie dell’isolotto nella situazione
ante operam risulta pari a 13600 mq, nella situazione post operam si riduce a 9450
mq.
Inoltre è stata considerata anche la simulazione più cautelativa, ovvero
• la portata media mensile massima (giugno)
Nella simulazione di portata media mensile massima la superficie dell’isolotto nella
situazione ante operam risulta pari a 5200 mq, nella situazione post operam si riduce
a 3550 mq.

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Relazione integrativa

Dal confronto tra la situazione esistente e quella in progetto nelle 3 simulazioni


effettuate (e sopra richiamate) si può affermare che la parte centrale dell’isolotto,
ovvero la parte alberata rimane intatta.

L’effetto del “nuovo rigurgito” porterà alla sommersione di parte dell’area sabbiosa
fell’isolotto (zona sud) che sarà quindi ridotta a seconda delle portate nel fiume Toce;
La riduzione varierà a seconda della stagione tra il 30% e il 50%, ma il nucleo
importante, costituito dalla parte più elevata, coperto da vegetazione arbustiva e
arborea rimarrà intatta.
Si può pertanto affermare che l’isolotto non perderà la sua importante funzione
ecosistemica a favore della riproduzione dell’avifauna e, quindi, anche in questo caso
si può prevedere che il progetto non recherà disturbo all’avifauna in quanto gli habitat
di specifico interesse saranno modificati in modo parziale e rimaranno a far parte degli
elementi caratterizzanti gli equilibri ecosistemici del perialveo del Fiume Toce.

Vista aerea dell’isolotto anno 2020 (agosto)

Gli effeti del rigurgito sugli affluenti minori (Gronda di Cuzzago in sinistra orografica,
Rio di Vapi e Rio Blet in destra) sono poco o nulla significativi per quanto riguarda
l’avifauna. Un effetto molto marginale si ha nei confronti degli uccelli rapaci e pescatori
che, in questi rii vedono aumentata la probabilità di predazione.

e3STUDIO di Capellino e Associati 103


Relazione integrativa

Art. 23. Zone d’interesse archeologico


[1]. Il Ppr individua nella Tavola P2 e nel Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c. le
zone di interesse archeologico tutelate ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera m. del
Codice, costituite dalle aree vincolate ai sensi della Parte seconda del Codice stesso,
meritevoli di specifica tutela e valorizzazione paesaggistica.
[2]. Nelle zone di interesse archeologico di cui al comma 1, fatto salvo quanto previsto dalla
Parte seconda del Codice, gli interventi di trasformazione sono subordinati al rilascio
dell’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del Codice.
[3]. Il Ppr riconosce, altresì, l’importanza storico-culturale delle zone d’interesse archeologico
e le individua pertanto anche nella Tavola P5, quali siti archeologici di rilevanza regionale,
nonché elementi costitutivi della rete di connessione paesaggistica.
[…]
Art. 26. Ville, giardini e parchi, aree ed impianti per il loisir e il turismo
[1]. Il Ppr identifica, nella Tavola P4 e negli Elenchi di cui all’articolo 4, comma 1, lettera e.,
le aree e gli immobili di rilevante valenza storico-culturale e paesaggistica, espressione di
attività storicamente consolidate finalizzate alla villeggiatura, al loisir e al turismo; il Ppr
identifica altresì, nella Tavola P2 e nel Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c., le ville,
i giardini e i parchi, individuati ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lettera b., del Codice, cui si
applicano, fatto salvo quanto disposto dagli articoli 140, comma 2, e 141 bis del Codice stesso,
le presenti norme, nonché la disciplina in materia di autorizzazione paesaggistica.
[2]. Nell’insieme delle aree e degli immobili di cui al comma 1, individuati nella Tavola P4, si
distinguono:
a. sistemi di ville, giardini eparchi;
b. luoghi di villeggiatura e centri di loisir con particolare attenzione agli
impianti termali, approdi lacuali, stazioni ferroviarie ed edificazioni
nell’immediato contesto, costituenti immagine di presentazione per il
visitatore;
c. infrastrutture e attrezzature turistiche per la montagna con particolare
attenzione alle aree connotate da:
I. alberghi e rifugi;
II. percorsi di fruizione alpina, sentieri, passeggi lungolago con relative
attrezzature di tappa o di meta (belvedere,chioschi);
III. testimonianze qualificate della fruizione alpina finalizzata
all’escursionismo o agli sport del ghiaccio e dellaneve.

Dalla consultazione delle tavole P2 e P4 del Ppr, nonchè dalla verifica effettuata sugli
elenchi delle componenti delle Unità di Paesaggio, non risulta che l’area interessata
dal progetto sia individuata ai sensi dei sopra citati articoli 23 e 26.

Art. 30. Belvedere, bellezze panoramiche, siti di valore scenico ed estetico


1]. Il Ppr individua, nella Tavola P2 e nel Catalogo di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c. e
nella P4 e negli Elenchi di cui all’articolo 4, comma 1, lettera e., i siti e i contesti di valore
scenico ed estetico, meritevoli di specifica tutela e valorizzazione, con particolare riferimento
a:
a. luoghi privilegiati di osservazione del paesaggio, compresi quelli
tutelati ai sensi dell’articolo 136, comma 1, del Codice, quali:
I. belvedere: punti di vista, accessibili al pubblico, dai quali si gode
di visuali su paesaggi, luoghi o elementi di pregio, naturali o
antropizzati, e in particolare sui profili o fondali degli insediamenti

e3STUDIO di Capellino e Associati 104


Relazione integrativa

storici, delle colline, dei contesti fluviali, lacuali e alpini, con i


relativi scorci mirati su fulcri visivi di rilevanza simbolica o
comunque espressivi di un disegno urbanistico-territoriale;
II. percorsi panoramici: tratti di sentieri, strade, ferrovie, accessibili
al pubblico, dai quali si gode di visuali panoramiche su paesaggi
di pregio;
III. assi prospettici: tratti di percorso mirati su fulcri visivi frontali di
rilevanza simbolica o comunque espressivi di un disegno
urbanistico- territoriale, e relative quinte costruite o vegetali.
b. bellezze panoramiche d’insieme e di dettaglio tali da configurare scene
di valore estetico riconosciuto, comprese quelle tutelate ai sensi
dell’articolo 136, comma 1, del Codice, quali:
I. fulcri di attenzione visiva: fulcri naturali e del costruito,
caratteristici per centralità rispetto ad assi prospettici o scorci
panoramici, o per posizione, morfologia o volumetria dominante
rispetto al contesto, inclusi i beni con cospicui caratteri di bellezza
naturale, singolarità geologica o memoria storica;
II. profili paesaggistici: aspetti di fulcri visivi o bellezze panoramiche,
caratterizzati dalla evidenza riconosciuta del profilo stagliato
contro il cielo o su un fondale;
III. elementi caratterizzanti di rilevanza paesaggistica che
contribuiscono alla riconoscibilità e identità a scala locale.
[2]. In tali siti e contesti il Ppr persegue i seguenti obiettivi:
a. tutela delle immagini espressive dell’identità regionale e delle identità
locali, in quanto storicamente consolidate o comunque riconosciute
nella percezione collettiva;
b. valorizzazione di tali immagini come risorsa per la promozione, anche
economica, del territorio e per la fruizione sociale e l’aggregazione
culturale;
c. salvaguardia e valorizzazione degli aspetti di panoramicità, con
particolare attenzione al mantenimento di aperture visuali ampie e
profonde, contrastando i fenomeni di frammentazione del territorio;
d. valorizzazione degli aspetti scenici delle risorse naturali e storico
culturali e dei luoghi che ne consentono l’osservazione e la fruizione;
e. tutela e conservazione delle relazioni visuali e ricucitura delle
discontinuità;
f. riduzione delle pressioni e degli impatti di ogni tipo (traffico,
inquinamento atmosferico, acustico e luminoso, costruzioni edilizie e
infrastrutturali, alterazioni della copertura vegetale, ecc.) che possano
incidere sulle bellezze e sui belvedere di cui al comma 1 e sulle loro
relazioni con i luoghi di cui allo stesso comma.

Il progetto in argomento risulta potenzialmente visibile da due percorsi stradali


panoramici individuati dal PPR in Tavola 4, ed interessa il Ponte Migiandone il quale,
ancorché non oggetto di specifico vincolo, rappresenta un’interessante emergenza
architettonica.
Il sistema delle vie di transito - tra cui sono comprese le strade di fondovalle che spesso
sono riconosciute come percorsi panoramici - costituisce in effetti l’ossatura portante
del sistema viario dell’intera Ossola.

e3STUDIO di Capellino e Associati 105


Relazione integrativa

Tuttavia, essendo sia l’opera in questione sia i tratti dei percorsi in questione collocati
in un ambito di fondovalle ricco di vegetazione arborea ed arbustiva, in particolare
lungo le sponde del fiume Toce e considerando la localizzazione dei manufatti in
progetto, in gran parte posti a quote inferiori rispetto a tali percorsi, la visibilità reale
dell’intervento risulta piuttosto limitata.
Inoltre, per contenere al minimo l’interferenza visiva sulla componente paesaggio, in
aggiunta alla rivegetazione delle aree non interferenti con i manufatti (in particolare
lungo il rilevato stradale e tra le difese spondali e la centrale), è stata prevista una serie
di accorgimenti e soluzioni, quali:
- la scelta di interrare completamente la centrale di produzione e parte del canale
di adduzione;
- la scelta architettonica di realizzare i residui manufatti fuori terra in tipologia
costruttiva che richiami quella degli edifici presenti nel territorio circostante e
tinteggiati in colori neutri;
- la scelta di utilizzare materiali quali massi e pietrame intasato in terra con messa
a dimora di salici per la realizzazione delle difese spondali;
- infine, il rilascio di una quota di portata al di sopra dello sbarramento gonfiabile.

Art. 33. Luoghi ed elementi identitari


[1]. Il Ppr riconosce i luoghi e gli elementi identitari costituenti principale patrimonio storico-
culturale e architettonico, nonché luoghi la cui immagine è ritenuta di particolare valore
simbolico nella percezione sociale locale, in quanto:
a. connessi tradizionalmente a eventi o valori di tipo storico, devozionale,
tradizionale e d’uso sociale dello spazio;
b. connessi a una notorietà o fama turistica consolidata;
c. evocati da rappresentazioni di interesse artistico.
[2]. Il Ppr evidenzia i luoghi di cui al comma 1, distinguendo:
a. i Siti (core zone) e le relative aree esterne di protezione (buffer zone)
inseriti nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco:
I. Residenze Sabaude (Tavola P5);
II. Sacri Monti (Tavola P5)
III. Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
(Tavole P5 e P6);
IV. Siti palafitticoli (Tavola P5);
b. i Tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano (Tavole P2, P4, P6);
c. le zone gravate da usi civici (Tavola P2);
d. le proposte di inserimento nella lista dei Siti del Patrimonio mondiale
dell’Unesco (Tavola P6).
Norme per i Siti e le relative aree esterne di protezione inseriti nella lista del Patrimonio
mondiale dell’Unesco
[3]. Il Ppr riconosce i Siti (core zone) e le relative aree esterne di protezione inseriti nella
lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco (core zone) come ambiti meritevoli di salvaguardia,
ai sensi dell’articolo 135, comma 4, lettera d. del Codice, e per tali ambiti assume quali obiettivi
prioritari:
a. la salvaguardia dell’identità storica e culturale;
b. la tutela del patrimonio edilizio di impianto storico;
c. la salvaguardia dell’integrità territoriale da non frammentare;
d. la salvaguardia dell’impianto scenico paesaggistico-percettivo;

e3STUDIO di Capellino e Associati 106


Relazione integrativa

e. la valorizzazione e la fruizione delle risorse del patrimonio storico-


artistico e ambientale;
applicando a essi le direttive di cui al comma 4 e le prescrizioni di cui al comma 5.

Non si evidenziano interferenze con siti di cui al comma 2 dell’art. 33 del Piano, in
quanto non presenti nell’intorno dell’area in esame.

Art. 39. “Insule” specializzate e complessi infrastrutturali


[1]. Il Ppr individua, nella Tavola P4, le principali aree edificate per funzioni specializzate,
distinte dal resto del territorio e in particolare:
a. le insule specializzate, che comprendono in particolare (m.i. 8):
I. le aree militari o carcerarie;le principali aree estrattive e
minerarie;
II. i complessi ospedalieri;
III. le piste motoristiche, gli impianti da golf e gli altri impianti sportivi,
i campeggi, le grandi strutture commerciali, i grandi vivai, i parchi
tematici e i cimiteri di estesa dimensione o esterni all’urbanizzato;
IV. i depuratori, le discariche, gli impianti speciali, le attrezzature
produttive speciali e le raffinerie.
b. i complessi infrastrutturali, che comprendono in particolare (m.i. 9):
I. gli svincoli autostradali;
II. i nodi e i grandi piazzali di deposito ferroviario;
III. le aree e gli impianti per la logistica, l’interscambio, i depositi e lo
stoccaggio delle merci;
IV. i principali impianti per la produzione di energia;
V. le reti di trasporto internazionale e nazionale;
VI. i principali aeroporti e le relative pertinenze.
[2]. Per le aree di cui al comma 1 il Ppr persegue i seguenti obiettivi:
a. localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti e delle altre
attrezzature tecnologiche di interesse pubblico, necessarie per
l’efficienza territoriale e la qualità della vita urbana, in siti adatti a
minimizzare l’impatto paesaggistico-ambientale sugli attuali contesti;
b. integrazione paesaggistico-ambientale delle infrastrutture territoriali,
delle piattaforme logistiche, delle aree per le produzioni innovative e
degli altri insediamenti produttivi, terziari, commerciali o turistici a
partire dalle loro caratteristiche progettuali (localizzative, dimensionali,
costruttive, di sistemazione dell’intorno);
c. mitigazione degli impatti delle infrastrutture autostradali e ferroviarie
mediante il ripristino delle connessioni da esse intercettate, la riduzione
della frammentazione e degli effetti barriera, l’integrazione funzionale
degli edifici esistenti destinati all’abbandono perché ricadenti all’interno
delle aree di pertinenza delle infrastrutture;
d. incentivazione della qualità della progettazione al fine di ottimizzare
l’integrazione degli interventi nel contesto circostante.

Non si evidenziano interferenze con aree edificate per funzioni specializzate di cui al
comma 1 dell’art. 39 del Piano, in quanto non presenti nell’intorno dell’area in esame.

e3STUDIO di Capellino e Associati 107


Relazione integrativa

Integrazione 44

Nota della Regione Piemonte Settore Territorio e Paesaggio

Le opere di connessione sono state definite sulla base del Preventivo di connessione
n.121885323 prot. P20160810121885323662120, regolarmente accettato.
Con documentazione datata Gennaio 2017, il gestore di rete e-distribuzione ha fornito
il progetto definitivo ai fini dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni.
Esso prevedeva una linea MT prevalentemente aerea, dello sviluppo di circa 6,5 km,
con conferimento presso una cabina secondaria esistente in Comune di Gravellona
Toce, al confine con il Comune di Mergozzo.
Il tracciato così definito necessitava di:
- Attraversamento aereo del Fiume Toce
- Attraversamenti sia con cavo interrato che aereo della linea ferroviaria
Domodossola Novara
- Attraversamenti sia con cavo interrato che aereo della Strada Statale n.33
- Attraversamenti di strade comunali e viabilità secondaria
- Attraversamenti di corsi d’acqua secondari
Risultavano interessati i territori comunali di Premosello Chiovenda, Ornavasso,
Mergozzo e Gravellona Toce.

Rilevata la criticità legata alla realizzazione di una linea aerea di sviluppo significativo
come quello proposto, si è provveduto alla definizione di un aggiornamento della
soluzione tecnica come da preventivo n.121885323 prot. ED-21-11-2012-P0028057,
regolarmente accettato dal produttore, non avvalendosi della facoltà di realizzare in
proprio le opere pertanto lasciando a “e-distribuzione SpA” l’onere della realizzazione
dell’opera oltre che del successivo esercizio delle opere di rete.

Sulla base delle risultanze della Conferenza dei Servizi del 13/04/2017, i tecnici di
“e-distribuzione SpA” hanno ridefinito il citato progetto recependo la richiesta di
valutare una soluzione che non prevedesse la linea aerea ritenuta eccessivamente
invasiva nel contesto paesaggistico e nonché producendo uno schema di connessione
analogo per i produttori coinvolti nel medesimo iter autorizzativo.

La nuova soluzione proposta prevede pertanto un cavidotto interamente interrato di


circa 1,9 km.
Essa prevede due tratte distinte aventi origine dalla nuova cabina MT/BT di consegna,
una in direzione nord dello sviluppo di circa 1060 m, l’altra in direzione sud dello
sviluppo di circa 865 m.

e3STUDIO di Capellino e Associati 108


Relazione integrativa

L’elettrodotto si costituisce di un cavidotto in materiale plastico del diametro di 160 mm


posto alla profondità di 1 metro entro il quale verrà posto un cavo tripolare Al 3x1x185
mm².

In particolare dall’area dell’impianto ove è prevista la nuova cabina, si dipartirà una


linea MT interrata in direzione nord, che nei primi metri insisterà sulla Strada comunale
dei Giaroni posta al piede del rilevato stradale per poi immettersi entro il sedime della
S.P. n.166 - Strada Vecchia del Sempione. La linea seguirà quindi la S.P. n.166 e
attraverserà dopo circa 600 metri due linee ferroviarie, Domodossola-Novara e
Domodossola- Arona che si sviluppano tra loro parallele e breve distanza.
L’attraversamento della linea ferroviaria Domodossola-Novara avverrà in
corrispondenza del passaggio a livello esistenti adottando metodologia no-dig ovvero
spingitubo o equivalente.
Il secondo attraversamento, sulla linea Domodossola- Arona, avverrà invece
sfruttando il sottopasso esistente della S.P. 166 pertanto senza interessamento diretto
dell’infrastruttura ferroviaria e con posa della conduttura a profondità ridotta al fine di
non incidere con eventuali strutture esistenti.
Raggiunta la rotatoria con la S.P. n.54 la linea seguirà sempre la S.P. n.166 in
direzione ovest per circa 60 metri sino ad un traliccio esistente della rete MT.
La seconda tratta, sempre partendo dalla nuova cabina, prevede un cavidotto che,
superato con andamento ortogonale il rilevato stradale, si immetterà sulla S.P. n.166
poco prima del “Ponte di Migiandone”. Il ponte verrà superato mediante la staffatura,
lato di valle, di un condotto metallico di protezione meccanica entro il quale verrà steso
il cavo elettrico. Il tracciato prevede quindi di abbandonare la S.P. n.166 in
corrispondenza della prima curva della strada e di raggiungere la sottostante S.P. n.65
superando il dislivello di alcuni metri che separa le due carreggiate interessando il
rilevato secondo la linea di massima pendenza. Il tracciato, sempre seguendo la S.P.
n.65, attraverserà la S.S. n.33 del Sempione mediante l’esistente sottopasso stradale
pertanto senza un’interferenza vera e propria della Strada Statale. Appena oltre il
sottopasso, la linea abbandonerà la S.P. n.65 e imboccherà la Strada Comunale
frazione Migiandone interessandola per circa 330 metri. Raggiunta Via Cavalier Merlo
la linea proseguirà in direzione est per ulteriori 140 metri sino ad una cabina secondaria
esistente denominata.

Il nuovo tracciato così definito necessita di:


- Attraversamento del Fiume Toce con staffaggio al ponte “Migiandone”
- Attraversamenti con cavo interrato delle linee ferroviarie Domodossola-Novara
e Domodossola-Arona
- Attraversamento con cavo interrato della Strada Statale n.33 (sottopasso)
- Percorrenza con cavo interrato delle Strade Provinciali n.166 e n.65
- Percorrenza con cavo interrato di strade comunali e viabilità secondaria
- Attraversamenti di corsi d’acqua secondari presso infrastrutture stradali
Risultano interessati i territori comunali di Premosello Chiovenda e Ornavasso.

e3STUDIO di Capellino e Associati 109


Relazione integrativa

Integrazione 45

Nota di SNAM Rete Gas

Relativamente all’impianto idroelettrico non si rilevano variazioni rilevanti in ordine a


possibili interferenze con la rete SNAM considerata la fascia di rispetto di 20+20 metri
prescritta.

Risulta doveroso tuttavia segnalare che la nuova soluzione progettuale inerente alle
opere di connessione (Marzo 2018) prevede la posa di un cavidotto interrato lungo la
S.P. n.166.
Si rileva pertanto la necessità di realizzate un attraversamento dal condotto di cui alla
nota di SNAM Rete Gas e altri due attraversamenti individuabili in sponda destra
orografica.
Si rimanda in merito agli elaborati predisposti da e-distribuzione spa, in particolare al
fascicolo T11 inerente all’interferenza con i metanodotti SNAM.
I metanodotti interferiti sono identificati da e-distribuzione come:
- Metanodotto Masera-Mortare DN 1200
- Metanodotto Passo Gries - Mortara DN 850
- Metanodotto Novara - Domodossola DN 200
Si segnala infine che e-distribuzione rileva una duplice interferenza anche con la rete
2IRETEGAS sempre lungo la S.P. n.166 / Via Macugnaga.
Anche in questo caso si rimanda agli elaborati predisposti da e-distribuzione spa, in
particolare al fascicolo T12 inerente all’interferenza con il metanodotto 2IRETEGAS.
Si ritiene opportuno un coinvolgimento nelle successive fasi autorizzative del gestore
del metanodotto.

e3STUDIO di Capellino e Associati 110


Relazione integrativa

Integrazione 46

Nota di ARPA Piemonte

Punto 1.
L’elaborato 20.1 “Relazione sulle fasi di cantiere”, cui si rimanda, illustra
l’organizzazione del cantiere e i mezzi previsti per la realizzazione dell’opera.

Normativa in materia di manipolazione di materiali polverulenti

Nel seguito si riporta un elenco di norme europee, nazionali e regionali che descrivono
il quadro normativo in materia di lavorazioni e trattamenti di materiali polverulenti e che
forniscono indicazioni circa le emissioni di inquinanti in atmosfera.

A. Normativa europea
Direttiva 96/62/CE del 27 settembre 1996 Consiglio - in materia di valutazione e
di gestione della qualità dell'aria ambiente, che definisce i principi di base di una
strategia comune volta a:
- definire e stabilire obiettivi di qualità dell'aria ambiente nella Comunità europea
al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e
sull'ambiente nel suo complesso;
- valutare la qualità dell'aria ambiente negli Stati membri in base a metodi e criteri
comuni;
- disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell'aria ambiente e far sì che
siano rese pubbliche, tra l'altro mediante soglie d'allarme;
- mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri
casi.

B. Normativa nazionale
Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 "Attuazione della direttiva 96/62/CE in
materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente", stabilisce
che con decreto del Ministro dell'ambiente, ai sensi dell'articolo 4, comma 5, della

e3STUDIO di Capellino e Associati 111


Relazione integrativa

direttiva 96/62/CE, siano stabiliti per ciascun inquinante per il quale sono previsti un
valore limite e una soglia d'allarme i criteri riguardanti l'uso di altre tecniche di
valutazione della qualità dell'aria ambiente, in particolare la modellizzazione, con
riferimento alla risoluzione spaziale, ai metodi di valutazione obiettiva ed alle tecniche
di riferimento per la modellizzazione.

Decreto Ministeriale n° 261 del 01/10/2002 "Regolamento recante le direttive


tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri
per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto
legislativo 4 agosto 1999, n. 351", che, per calcolare le concentrazioni degli
inquinanti in atmosfera, ammette l’uso di tecniche di stima obiettiva della distribuzione
delle concentrazioni basate su conoscenze scientifiche.
Tra queste i modelli di dispersione, che sono utili per:
- ottenere campi di concentrazione anche in porzioni di territorio ove non esistano
punti di misura, o estendere la rappresentatività spaziale delle misure
- ottenere informazioni sulle relazioni tra emissioni e immissioni (matrici sorgenti-
recettori) discriminando quindi fra i contributi delle diverse sorgenti
- valutare l'impatto di inquinanti non misurati dalla rete di monitoraggio
- studiare scenari ipotetici di emissione alternativi rispetto al quadro attuale o
passato

Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale", stabilisce


che le lavorazioni che prevedono la produzione, la manipolazione, il trasporto, il carico
e lo stoccaggio di materiali polverulenti sono soggette all'applicazione delle indicazioni
contenute nell'Allegato V alla Parte 5a "Polveri e sostanze organiche liquide". Il
predetto allegato prevede che vengano assunte idonee misure per il contenimento
delle emissioni di polveri tenendo conto in particolare dei seguenti elementi (rif.
Allegato V, Parte V, Parte I, Disposizioni generali):
- pericolosità delle polveri
- flusso di massa delle emissioni
- durata delle emissioni
- condizioni meteorologiche
- condizioni dell'ambiente circostante”

L'allegato V, ai punti 2, 3 e 4 fornisce indicazioni di massima su quali siano le


precauzioni da adottare nelle attività di produzione, trasporto, carico e stoccaggio di
materiali polverulenti.

Decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 "Attuazione della direttiva 2008/50/CE


relativa alla qualità dell'aria in Europa", che individua gli obiettivi di qualità dell'aria
allo scopo d ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo
complesso. Il presente decreto stabilisce peraltro i valori limite, i livelli critici, gli obiettivi
di qualità dell'aria e indica i criteri per l'utilizzo dei metodi di valutazione diversi dalle
misurazioni in siti fissi.

e3STUDIO di Capellino e Associati 112


Relazione integrativa

I valori limite di concentrazioni di particolato nell'aria e nell'ambiente quali PM 10 , di


PM2,5 è indicato nell'allegato II, par. 1 Soglie di valutazione.
Soglie di valutazione

A. Normativa regionale
LR Piemonte n. 43/2000, è l’atto normativo regionale di riferimento, tuttora vigente,
per la gestione ed il controllo della qualità dell’aria. In essa sono contenuti gli obiettivi
e le procedure per l’approvazione del Piano regionale di qualità dell’aria (PRQA)
nonché le modalità per la realizzazione e la gestione degli strumenti della
pianificazione: il Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA) e
l’Inventario delle Emissioni IREA. Il PRQA è lostrumento per la programmazione, il
coordinamento ed il controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al
miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute
dell’uomo e dell'ambiente.

Piano Regionale di Qualità dell'Aria "PRQA", che analizza lo stato della qualità
dell’aria del Piemonte, valutando le concentrazioni degli inquinanti al fine di identificare
le porzioni di territorio oggetto di superamento dei limiti, e individuando inoltre le fonti
emissive di sostanze nocive. Vengono poi definite 47 misure di intervento, relative ad
ambiti diversi, finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria:
- 22 in materia di trasporti;
- 9 in ambito di energia;
- 5 per l’industria;
- 5 per l’agricoltura;
- 4 relative alla riqualificazione urbana;
- 2 concernenti la comunicazione.

e3STUDIO di Capellino e Associati 113


Relazione integrativa

Il PRQA si pone degli obiettivi ambientali specifici il cui set di indicatori di stato, relativi
alla matrice “aria”, sono specificati nella tabella di seguito riportata:

Indicatori di stato inerenti la matrice aria

e3STUDIO di Capellino e Associati 114


Relazione integrativa

Analisi degli impatti sulla qualità dell’aria

L’impatto delle operazioni di cantiere sull’atmopsfera

Durata del cantiere


La durata complessiva del cantiere ammonta a 18 mesi come previsto dal
cronoprogramma di progetto.

Mezzi di cantiere
Per la realizzazione dell’impianto idroelettrico in progetto è previsto l’impiego dei
seguenti mezzi di cantiere:
- escavatore;
- autocarro ribaltabile;
- autobetoniera;
- betonpompa;
- escavatore vibroinfissore;
- autogru;
- rullo compattatore.

La stima dei viaggi relativi agli autocarri prevede:


- fornitura di calcestruzzo con autobetoniera 1200 viaggi
- fornitura di acciaio con autoarticolato 30 viaggi
- fornitura massi con autocarro ribaltabile 300 viaggi
- allontanamento terreno in esubero con autocarro ribaltabile 4000 viaggi
La stima complessiva dei viaggi di autocarri, comprendente anche gli altri mezzi non
specificati nel dettaglio, ammonta a circa 6000 viaggi.

All’interno dell’area di cantiere è previsto l’utilizzo non continuo dell’escavatore,


dell’autocarro ribaltabile, del vibroinfissore e del rullo compattatore.

Nel caso in oggetto le sorgenti di polveri diffuse oggetto della presente indagine sono
state individuate tra le lavorazioni necessarie per portare a termine la realizzazione
delle opere in progetto e si riferiscono essenzialmente ad attività e lavorazioni di
materiali inerti quali terreno naturale, pietra, ghiaia, sabbia ecc..
Le operazioni esplicitamente considerate sono le seguenti (in parentesi vengono
indicati i riferimenti all’AP-42 dell’US-EPA):
I. Scotico e sbancamento del materiale superficiale (AP-42 13.2.3)
II. Carico e scarico dei camion (AP-42 13.2.3)
III. Formazione e stoccaggio di cumuli (AP-42 13.2.4)
IV. Erosione del vento dai cumuli (AP-42 13.2.5)
V. Transito di mezzi su strade non asfaltate (AP-42 13.2.2)

Queste operazioni sono state valutate e caratterizzate secondo i corrispondenti modelli


US- EPA o gli eventuali fattori di emissione proposti nell’AP-42 nonché secondo i
corrispondenti parametri indicati nelle "Linee guida per la valutazione delle emissioni

e3STUDIO di Capellino e Associati 115


Relazione integrativa

di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o


stoccaggio di materiali polverulenti" prodotte da ARPAT".
Partendo dal presupposto che l'impatto in atmosfera è riconducibile esclusivamente
dalle attività di cantiere per la costruzione dell'invaso, nel seguito sono trattate le
emissioni PTS (Polveri Totali Sospese) e PM10 (particolato con dimensione inferiore
o uguale a 10 micrometri) in termini di rateo emissivo, generalmente orario, nonché
saranno descritti i possibili sistemi di abbattimento o mitigazione applicabili.

Scotico superficiale e sbancamento del materiale terroso

La rimozione del materiale superficiale avviene mediante ruspa cingolata e/o


escavatore cingolato, i quali lo accumulano temporaneamente in loco;
successivamente questo materiale viene allontanato trasferendolo su camion e
scaricandolo in un’area specifica, in modo da poter essere eventualmente impiegato
successivamente per il ripristino dell’area stessa. Quindi le macchine operatrici
eseguono lo sbancamento del materiale da trattare ed il suo trasferimento ai camion
che provvedono al trasporto presso il piazzale delle lavorazioni.
L’attività di scotico, vale a dire la rimozione degli strati superficiali del terreno, e di
sbancamento del materiale superficiale viene effettuata di norma con ruspa o
escavatore e, secondo quanto indicato al paragrafo 13.2.3 “Heavy construction
operations” dell’AP-42, produce delle emissioni di PTS (Polveri Totali Sospese) con
un rateo di 5.7 kg/km.

Tabella 13: Fattori di emissione per le operazioni di scotico e sbancamento

Per utilizzare questo fattore di emissione occorre quindi stimare ed indicare il percorso
delle ruspe nella durata dell’attività, esprimendolo in km/h.
Alla luce di quanto innanzi esposto, conoscendo la capacità operativa dei mezzi che
saranno impiegati in cantiere è stato possibile fornire un valore emissivo orario per le
attività di scotico e di sbancamento connesse alle attività in progetto.
Si è partiti dal presupposto che nella fase di scotico e/o di sbancamento un singolo
escavatore rimuova circa 21 m³/h (14 x 0.50 [profondità scavo] x 3.00 [larghezza

e3STUDIO di Capellino e Associati 116


Relazione integrativa

scavo]=21 m³/h) di “materiale terroso” effettua quindi il lavoro su di un tratto lineare di


14 m per una velocità media di circa 0.014 Km/h.
Partendo dal presupposto che le indagini geognostiche condotte in situ hanno
evidenziato che la frazione limosa e quella argillosa presente nei terreni indagati
raggiunge valori prossimi al 52 % si è optato per attribuire alla frazione di PM10 una
percentuale del 50% del PTS da cui si ottiene un fattore di emissione per il PM10 pari
a 2.85 kg/km.
Andando a mettere in relazione i dati innanzi esposti è stato calcolato che l'immissione
oraria di particolato in atmosfera connessa alle attività di scotico superficiale e di
sbancamento ad opera di una singola macchina escavatrice è stata valutata in:

Tabella 14: Emissione relative alle operazioni di scotico e sbancamento

Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Scotico e sbancamento materiale Escavatore/Ruspa 80 g/h 40 g/h

Carico e scarico dei camion all'interno delle aree di cantiere

Per valutare i quantitativi di Polveri Totali Sospese (PTS) derivanti dall'azione di carico
e di scarico del terreno ad opera dei camion che saranno utilizzati per la
movimentazione dei materiali nei diversi siti di impiego si è fatto specifico riferimento
ai dati specificati nella Tabella 4 "Fattori di emissione per il PM10 relativi alle operazioni
di trattamento del materiale superficiale" delle linee guide ARPAT.

Tabella 15: Fattori di emissione per il PM10 relativi alle operazioni di trattamento del materiale
superficiale
Fattore di
SCC operazione emissione in note Unità di misura
kg

Truck Loading:
3-05-010-37 0.0075 kg per ogni Mg di materiale caricato
Overburden

Truck Unloading:
3-05-010-42 Bottom Dump 0.0005 kg per ogni Mg di materiale scaricato
- Overburden

Nota la capacita operativa degli automezzi impiegati per il trasporto del materiale è
possibile ottenere un contributo orario emissivo derivante dalle operazioni di carico e
di scarico del materiale da parte di ogni singolo camion operante nell'area di cantiere.
Per determinare la capacità operativa dei singoli mezzi impiegati nelle attività di
costruzione, è necessario considerare le previste attività nell’area di cantiere.
Fatta tale premessa è necessario considerare che nell’aree di cantiere s un singolo
camion, mediamente, sarà in grado di movimentare un quantitativo di materiale
prossimo ai 24 m³/h.
Assegnato un fattore di emissione per le attività di scarico pari a 5,0 x 10 -4 e di 7,5 x
10-3 kg/Mg per le attività di carico si ottiene un coefficiente di emissione complessivo
pe le operazioni di carico e scarico di 8,0 x 10-3.

e3STUDIO di Capellino e Associati 117


Relazione integrativa

Considerando una densità media del materiale movimentato pari a 1.8 Mg/m³ i volumi
complessivamente caricati e scaricati in un'ora corrispondono a 43,2 Mg, da cui si
evince che l’emissione oraria di particolato derivante dalle attività di carico e di scarico
per l'azione di un singolo camion è stata valutata in:

Tabella 16: Emissione relative alle operazioni di carico dei camion

Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Carico di Camion ribaltabili Autocarro ribaltabile 324 g/h 178 g/h

Tabella 17: Emissione relative alle operazioni di scarico dei camion

Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Carico di Camion ribaltabili Autocarro ribaltabile 43 g/h 22 g/h

Formazione di cumuli per lo stoccaggio del materiale


Una ulteriore attività suscettibile di produrre l’emissione di polveri è l’operazione di
formazione e stoccaggio del materiale in cumuli.
Il modello proposto nel paragrafo 13.2.4 “Aggregate Handling and Storage Piles”
dell’AP-42 calcola l’emissione di polveri per quantità di materiale lavorato in base al
fattore di emissione:

dove:

La quantità di particolato emesso da questa attività dipende dal contenuto percentuale


di umidità M e dalla intensità del vento. Nella presente stima si sono assunti come
valori tipici di
velocità del vento quelli compresi tra 0,6-6,7 m/s e valori di umidità del terreno
accumulato compresi tra 0,2-4,8%.
In queste condizioni i valori Ki di riferimento per tipo di particolato sono riportati nella
seguente tabella:

e3STUDIO di Capellino e Associati 118


Relazione integrativa

Tabella 18: Fattori di emissione areali per ogni movimentazione, per ciascun tipo di particolato

ki
PTS 0,74
PM10 0,35

Alla luce di quanto innanzi esposto, nota la capacita operativa degli automezzi
impiegati per il trasporto del materiale è possibile ottenere un contributo orario
emissivo derivante dalle operazioni di formazione dei cumuli temporanei di terreno
nelle aree di stoccaggio e di miscelazione.
Visa la conformazione e l'estensione del cantiere e per il ragionamento già riferito nel
paragrafo precedente, si ritiene che nell'ambito delle operazioni di cantiere, un singolo
camion sia in grado di creare cumuli nelle aree di stoccaggio e di miscelazione per un
quantitativo medio di circa 48 m³/h.
Considerando una densità media del materiale movimentato pari a 1.8 Mg/m³ i volumi
complessivamente caricati e scaricati in un'ora corrispondono a 86,4 Mg, da cui si
evince che l’emissione oraria di particolato derivante dalle attività di formazione di
cumuli per l'azione di un singolo camion è stata valutata in:

Tabella 19: Emissione relative alle operazioni di formazione di cumuli temporanee

Immissione di particolato
Mezzi d'opera
Lavorazione per ora di lavorazione
impiegati
PTS PM10
Formazione cumuli per lo Autocarro
0,52 g/h 0,24 g/h
stoccaggio temporaneo ribaltabile

Erosione del vento dai cumuli

Le emissioni causate dall’erosione del vento sono dovute all’occorrenza di venti intensi
su cumuli soggetti a movimentazione.
In merito alla componente vento è stato osservato che i modelli di calcolo impiegati
sono riferiti a velocità del vento nell'intervallo di 0,6-6,7 m/s con parametri di umidità
del terreno accumulato compresi tra 0,2-4,8%. A tale riguardo è stato osservato che,
a parità di contenuto di umidità, le emissioni registrate con velocità del vento pari o
superiori a 6 m/s risultano circa 20 volte maggiori di quelle che si hanno con velocità
del vento pari a 0.6 m/s, ne deriva che durante le ordinarie attività di cantiere non si
verificheranno emissioni che possano arrecare disturbo, mentre in sporadiche
condizioni di vento forte potrebbero, di contro, verificarsi effetti di disturbo nelle aree
prossime alla zona di accumulo temporaneo dei materiali.
Per valutare i possibili effetti erosivi indotti dall'azione vento sui cumuli di materiale
terroso stoccato nelle aree di cantiere, si è ricorso ad una stima delle velocità medie
del vento non mai superiori a 1,84 m/s con raffiche che possono raggiungere velocità
massime di 15,49 m/s.
Alla luce di quanto innanzi esposto, per stimare l’emissione dovuta all’erosione del
vento sui cumuli di materiale superficiale accantonato, si ipotizza che ogni nuovo
scarico di materiale costituisca un cumulo di 28 Mg ovvero un volume di 16 m 3 (avendo
ipotizzato che il materiale superficiale avesse una densità di 1.5 Mg/m 3). Impostando

e3STUDIO di Capellino e Associati 119


Relazione integrativa

un’altezza del cumulo di 2 m e ipotizzandolo conico ne risulta un diametro di 5.6 m, e


di conseguenza una superficie laterale di circa 30 m 2.
Il rapporto tra altezza del cumulo e diametro è superiore a 0.2 quindi il cumulo è
considerato “alto” e il fattore di emissione risulta pari a 7.9x10-6 kg/m2.
Applicando la relazione matematica innanzi descritta si evince che l'emissione oraria
per erosione dei cumuli è stata valutata in:

Tabella 20: Emissione relative alle operazioni di erosione del vento dai cumuli

Immissione DI
Mezzi d'opera particolato
Lavorazione
impiegati per ora di lavorazione
PTS PM10
Erosione del vento dai cumuli - 0,14 g/h 0,07 g/h

Transito di mezzi su strade non asfaltate


Per quanto concerne la stima delle emissioni polverose in atmosfera connesse al
transito degli autocarri sulle piste di cantiere si è scelto di adottare al modello emissivo
descritto nelle linee guida ARPAT che risulta valido per veicoli con un peso medio di
260,0 Mg, per velocità di percorrenza in cantiere inferiore a 69 km/h e per un terreno
con percentuale di limo compreso tra l'1,8% ed il 25%, secondo cui.

dove:

Per i coefficienti Ki, ai e bi si fa riferimento ai valori riportati nella seguente tabella:

Tabella 21: Coefficienti variabili al variare del tipo di particolato

Ki ai bi
PTS 1.38 0.7 0.45
PM 10 0.423 0.9 0.45
PM 2.5 0.0423 0.9 0.45

Per quantificare le emissioni di particolato derivante dalle attività di transito degli


autocarri nel cantiere è necessario considerare che, al fine di limitare ai minimi termini
le emissioni polverulenti, la viabilità di servizio al cantiere sarà dotata di una
massicciata in misto granulare anidro composto di grossa sabbia e ciottoli centimetrici
che sarà sostanzialmente scevra da materiale limoso ed è per tale ragione che si
ipotizza che il contenuto medio di “limo” del materiale che costituisce la pista sia pari
al 0,5%.

e3STUDIO di Capellino e Associati 120


Relazione integrativa

Supponendo che i camion abbiano un peso di 16 Mg a vuoto e che i medesimi possano


trasportare un carico di 24 Mg si andrà a considerare un peso medio durante il
trasporto è pari a 28 Mg.
Facendo riferimento al modello emissivo di riferimento si evince che un automezzo
con le caratteristiche innanzi descritte, per ogni chilometro percorso, immette in
atmosfera i quantitativi di particolato riportati nella seguente tabella:

Tabella 22: Coefficienti variabili al variare del tipo di particolato

Emissioni kg/km
PTS 0,66
PM 10 0,12

Considerando che durante le attività di cantiere i singoli autocarri percorrono


mediamente 2 km/h a pieno carico si evince che le emissioni orarie in atmosfera
corrispondono ai quantitativi riportati nella seguente tabella:

Tabella 23: Emissione relative alle operazioni di trasporto materiale su strada sterrata

Immissione
Mezzi d'opera particolato
Lavorazione
impiegati per ora di lavorazione
PTS PM10
Transito di mezzi su strade non Autocarro
815 g/h 132 g/h
asfaltate ribaltabile

Stima dell’emissione di polveri in fase di cantiere

Alla luce delle considerazioni innanzi esposte è stato possibile stilare una tabella
riassuntiva che riassume i valori di emissione oraria di particolato (PTS e PM10) attesi
durante le attività di cantiere in relazione alla dotazione dei mezzi meccanici e delle
maestranze impiegate nella fase di costruzione dell'invaso partendo dal presupposto
che, tra tutti i processi di lavorazione previsti, le attività più impattanti per la
componente "Aria" sono quelle relative alle operazioni di scavo, di movimentazione e
lavorazione di terreno naturale.
Per quanto concerne le emissioni di particolati per l’area di cantiere, nelle seguenti
tabelle sono individuati i volumi orari (g/h) di particolato (PTS e PM10) che si prevede
siano immessi in atmosfera durante le attività di costruzione dell’impianto idroelettrico,

e3STUDIO di Capellino e Associati 121


Relazione integrativa

Emissioni globali nell'intorno dell'Area di Cantiere


Mezzi d'opera PTS PM10
Fase lavorativa Emissione Emissione
Tipo N. oraria media oraria media
in g/h in g/h
Scotico e sbancamento
Escavatore 1 79,80 39,90
materiale
Autocarro
Carico su autocarro 1 324,00 178,20
ribaltabile
Autocarro
Scarico da camion 1 0,52 0,24
ribaltabile
Transito di mezzi su Autocarro
1 815,23 132,34
strade non asfaltate ribaltabile
COMPLESSIVI 1.219,03 350,69

Nel complesso le attività dell’area producono un'emissione media oraria di PM10 di


circa 350,69 g/h (0,350 kg/h) di PTS pari a 1.219,03 g/h (1,219 kg/h).

Considerato che le attività di cantiere si svolgono per la durata di 18 mesi e che le ore
lavorative giornaliere sono 8 ore/g distribuite su 5 giorni la settimana, risulta che la
durata complessiva di apertura cantiere ammonta a 2.880 ore/cantiere.
Se si assume, inoltre, che le attività inquinanti che gereno particolato sospeso
corrispondono indicativamente ad 1/2 del tempo di durata del cantiere, si stima che
l’emissione complessiva del particolato può essere così calcolata:

PTS – Polveri Totali Sospese


1,219 kg/ora x 2880 ore/cantiere / 2 = 1.755 kg

PM10 - Particolato con dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri


0,350 kg/ora x 2880 ore/cantiere / 2 = 504 kg

Valutazione delle emissioni per il PM10 al variare della distanza tra recettore e
sorgente per un numero di giorni di attività compresa tra 150-200 gg/anno

Le "Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di


produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti"
pubblicate nel Gennaio 2018 da ARPAT – Agenzia regionale per la protezione
ambientale della Toscana specificano che la proporzionalità tra concentrazioni ed
emissioni, che si verifica in un certo intervallo di condizioni meteorologiche ed emissive
molto ampio, permette di valutare quali emissioni specifiche (e globali) corrispondono
a concentrazioni paragonabili ai valori limite per la qualità dell’aria. Attraverso questa
proporzionalità si possono determinare delle emissioni di riferimento al di sotto delle
quali non sussistono presumibilmente rischi di superamento o raggiungimento dei
valori limite di qualità dell’aria.
Le stime valgono per una serie di condizioni meteorologiche ed emissive; qualora la
situazione reale si discosti fortemente da quella simulata è evidente che le soglie non

e3STUDIO di Capellino e Associati 122


Relazione integrativa

possono essere ritenute di sufficiente salvaguardia ed occorrono valutazioni


specifiche, generalmente tramite modelli di dispersione in atmosfera che rispettino la
complessità delle condizioni.
Si ricorda che i limiti di legge per il PM10 (riferiti al 2005) sono relativi alle
concentrazioni medie annue (40 µg/m³) ed alle medie giornaliere (50 µg/m³) il cui
valore può però essere superato per 35 volte in un anno; quindi occorre riferirsi alla
distribuzione dei valori medi giornalieri ed al 36° valore più elevato (all’incirca il suo
90° percentile) per valutare il superamento di questo limite.
Considerando concentrazioni di fondo dell’ordine dei 20 µg/m³ ed un’emissione di
durata di pari a 10 ore/giorno, per il rispetto dei limiti di concentrazione per il PM10, le
"Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di
produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti"
pubblicate nel Gennaio 2018 da ARPAT – Agenzia regionale per la protezione
ambientale della Toscana ha individuato alcuni valori di soglia delle emissioni al variare
della distanza tra recettore e sorgente ed al variare della durata annua (in giorni/anno)
delle attività che producono tale emissione.
Nel seguito si riportato le soglie di emissione di PM10 al variare della distanza dalla
sorgente e al variare del numero di giorni di emissione così come indicate nelle
suddette linee guida.

Tabella 24: Proposta ARPAT di soglie assolute di emissione di PM10 al variare della distanza
dalla sorgente e al variare del numero di giorni di emissione (i valori sono espressi in g/h)

INTERVALLO DI GIORNI DI EMISSIONE ALL’ANNO

DISTANZA (m) >300 300 ÷ 250 250 ÷ 200 200 ÷ 150 150 ÷ 100 <100

0 ÷ 50 145 152 158 167 180 208

50 ÷ 100 312 321 347 378 449 628

100 ÷ 150 608 663 720 836 1038 1492

>150 830 908 986 1145 1422 2044

Per quanto concerne della durata temporale annua delle attività di cantiere si ritiene
che, trattandosi di lavorazioni che saranno fortemente condizionate dalle condizioni
meteorologiche, in particolare dalle nevicate e dalle piogge, si è optato per di
annoverare tale cantiere tra quelli con attività compresa tra un numero di giorni
lavorativi tra 200 e 150 giorni/anno.
A tale riguardo si evidenzia inoltre che l'ipotesi emissiva affrontata nella presente
relazione prevede l'impiego contemporaneo di numerose macchine operatrici vale a
dire una condizione di attività che non potrà essere considerata come gestione
ordinaria del cantiere.

e3STUDIO di Capellino e Associati 123


Relazione integrativa

Tabella 25: Valutazione delle emissioni al variare della distanza tra recettore e sorgente per un
numero di giorni di attività inferiore a 200 e 150 giorni/anno

Intervallo di distanza
del recettore dalla Soglia di emissione di
RISULTATO
sorgente PM10 (g/h)
(m)

<83 Nessuna azione


Monitoraggio presso il recettore o
0 ÷ 50 83 ÷ 167 valutazione modellistica con dati sito
specifici
> 167 Non compatibile (*)
< 189 Nessuna azione
Monitoraggio presso il recettore o
50 ÷ 100 189 ÷ 378 valutazione
modellistica con dati sito specifici
> 378 Non compatibile (*)
< 418 Nessuna azione
Monitoraggio presso il recettore o
100 ÷ 150 418 ÷ 836 valutazione
modellistica con dati sito specifici
> 836 Non compatibile (*)
< 572 Nessuna azione
Monitoraggio presso il recettore o
>150 572 ÷ 1145 valutazione
modellistica con dati sito specifici
> 1145 Non compatibile (*)

Individuazione dei recettori sensibili


Dall'osservazione della cartografia progettuale è stata possibile appurare che non
esistono recettori sensibili entro la fascia di rispetto dei 150 m.

Sintesi degli impatti ambientali


Sulla scorta delle considerazioni esplicitate nella presente indagine si evince che le
emissioni massime attese nelle diverse aree di cantiere raggiungono valori massimi
complessivi di circa 365g/h, ossia valori di emissioni che risultano comunque tollerabili
nelle aree in cui non è stata rilevata la presenza di recettori sensibili, anche in
considerazione del fatto che per i motivi già esplicitati, le attività in progetto vanno
annoverate tra quelle con durata inferiore a 200 e 150 giorni/anno.

e3STUDIO di Capellino e Associati 124


Relazione integrativa

Misure di mitigazione per la produzione e diffusione di polveri

Tutela della salute dei lavoratori operanti in cantiere


A tutela della salute dei lavoratori operanti nel cantiere devono essere osservate le seguenti
indicazioni:
- le principali attività lavorative devono essere condotte all’interno dei mezzi
d’opera;
- i mezzi d’opera devono essere opportunamente cabinati e climatizzati;
- gli sportelli dei mezzi d’opera devono rimanere chiusi;
- obbligo d’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per i lavoratori
impiegati nelle mansioni che comportano la produzione di polveri (maschere
con filtri antipolvere di classe FFP2);
- gli addetti ai lavori devono essere sottoposti a controlli medici semestrali,
finalizzati a valutare il rischio di contrazione della silicosi a causa
dell’esposizione alla polvere di silice;
- per i lavoratori è obbligatoria l'assicurazione per la silicosi, regolata da norme
speciali dalla Legge 455/43, DPR 648/56, DPR 1124/65, Legge 780/75, che
comportano la necessità di accertamenti tecnico-igienici, validi anche in sede
di contenzioso giudiziario ed extra-giudiziario.

Trattamento e movimentazione del materiale


Per quanto concerne il trattamento e la movimentazione del materiale dovranno essere
osservate le seguenti indicazioni:
- agglomerazione della polvere mediante umidificazione del materiale
attraverso l’irrorazione controllata;
- adottare processi di movimentazione dei materiali con scarse altezze di getto,
basse velocità di uscita e contenitori di raccolta chiusi;
- ridurre al minimo i lavori di raduno, ossia la riunione di materiale sciolto nei
luoghi di trasbordo; in ogni caso proteggere i punti di raduno dal vento;
- nei tratti prospicienti a ricettori abitati prevedere la sospensione dei lavori
durante le giornate ventose (con velocità del vento > 6 m/s); i lavori sono
interrotti e ripresi solamente con il successivo miglioramento delle condizioni
meteo-climatiche; per controllare i giorni ventosi in cantiere dovrà essere
posizionato un anemometro.

Depositi dei materiali


Per i depositi dei materiali devono essere osservate le seguenti indicazioni:
- evitare il deposito anche temporaneo, se non strettamente necessario, dei
materiali di cantiere;

e3STUDIO di Capellino e Associati 125


Relazione integrativa

- occorre organizzare il lavoro in modo tale che i materiali di risulta dagli scavi
e dalle scarificazioni siano immediatamente caricati sui mezzi di trasporto;
- anche i materiali da costruzione devono essere immediatamente impiegati
appena arrivino in cantiere cercando di evitare accumuli temporanei, se non
strettamente necessari;
- osservare le disposizioni riferite alla sospensione dei lavori durante le giornate
ventose descritte precedentemente.

Aree di circolazione nei cantieri


Per le aree di circolazione nei cantieri devono essere osservate le seguenti indicazioni:
- periodica pulizia, irrorazione e umidificazione delle piste di cantiere e delle
eventuali superfici già asfaltate;
- limitazione della velocità dei mezzi d’opera su tutte le aree di cantiere (v max.
30 km/h);
- nelle operazioni di conferimento in cantieri di materiali inerti (sabbie, ghiaie)
garantire l’utilizzo di mezzi pesanti con cassoni telonati per limitare
ulteriormente il sollevamento e la dispersione verso le aree limitrofe di polveri
e frazioni fini.

Tra i vari aspetti elencati precedentemente, la periodica irrorazione ed umidificazione


delle piste e delle aree di cantiere è una pratica fondamentale per garantire un
significativo abbattimento delle polveri emesse durante la fase di realizzazione
dell’opera (PM tot. e PM10).
Dai dati disponibili in bibliografia emerge infatti che la bagnatura delle piste e dei
piazzali può comportare una riduzione dell’emissione di polveri totali di oltre il 97% ed
una riduzione delle PM10 di oltre il 95% (rif. “Compilation of air pollutant emission
factors” - EPA -, Volume I Stationary Point and Area Sources (Fifth Edition)”.

e3STUDIO di Capellino e Associati 126


Relazione integrativa

Integrazione 47

Nota di ARPA Piemonte

Punto 2.
Acque superficiali – Fase di cantiere
Lo stato di qualità delle acque potrà essere influenzato, a seconda delle diverse attività
di cantiere, in maniera diversa. La non realizzazione di attraversamenti del corso
d’acqua per lo spostamento degli automezzi per le lavorazioni annullerà il rischio
anche se temporaneo e reversibile di intorbidire il corso d’acqua; viceversa la
deviazione temporanea del corso d’acqua e l’esecuzione di lavori in alveo produrranno
un aumento dei solidi in sospensione. Questo tipo di impatto è temporaneo e
reversibile a breve termine; la torbidità infatti cesserà al termine dei lavori e
l’eventuale deposito di sedimento fine potrà essere dilavato naturalmente dalla
prima morbida.
Lo sversamento accidentale di carburante invece può portare ad uno scadimento della
chimica delle acque. La contaminazione dipenderà dal quantitativo riversato nel corso
d’acqua, motivo per cui si ritiene che questo tipo di impatto sia minimo anche se
irreversibile, viste le modalità con cui si è pianificato di operare.

Misure di mitigazione e compensazione


Le modalità realizzative dell’impianto in progetto sono state pianificate in modo da
ridurre al minimo l’intorbidimento in fase di esecuzione lavori dal momento che si
opererà in maniera tale da impedire qualsiasi tipo di mescolamento delle acque deviate
con l’area di alveo isolata e prosciugata in cui si muoveranno i mezzi di cantiere.

e3STUDIO di Capellino e Associati 127


Relazione integrativa

Per minimizzare l’aspetto legato alla contaminazione da carburante e da altre sostanze


pericolose, si prevede il rifornimento degli automezzi al di fuori dell’alveo e la
realizzazione di aree di lavoro per gli automezzi in piano per ridurre il rischio di
ribaltamento. Si sottolinea, peraltro, che le pendenze delle aree di lavoro sono
assolutamente basse visto anche il contesto in cui si inserisce l’opera.

Acque superficiali – Fase di esercizio


La qualità delle acque superficiali non subirà alcun impatto a derivazione attivata in
quanto lo stato delle acque in ingresso nell’impianto sarà il medesimo anche all’uscita.
Il tratto sotteso dal momento che interesserà lo sbarramento in tutta la sua
larghezza ed il tratto poco a valle per un totale di circa 130 m, non subirà
modifiche nelle sue capacità autodepurative; si potranno verificare dei lievi
abbassamenti delle condizioni di ossigenazione appena a valle della traversa
che si ripristineranno, però, subito dopo la restituzione. Anche a monte non si
assisterà ad alcuna variazione dei parametri chimico-fisici o della termica delle
acque se non minima. Nell’elaborato 2 “Relazione Tecnica” sono state riportate le
simulazioni effettuate sulle condizioni di ossigenazione e termica delle acque ante
inserimento gonfiabile e post inserimento gonfiabile, queste hanno evidenziato degli
aumenti dei parametri sopracitati trascurabili e quindi è possibile affermare che l’effetto
lacustrizzazione su questa componente abiotica risulti pressochè nullo.
Si sottolinea inoltre che già ad oggi la differenza di temperature tra la porzione di
monte, bacinizzata e la porzione di valle, continuamente ossigenata grazie al salto,
risultano poco percepibili, come evidenziato dalle misure effettuate puntualmente sia
sulla temperatura sia sull’ossigeno disciolto nelle quattro stagioni in occasione dei
rilievi biologici (vedasi documento “Report monitoraggio ex ante”, datato novembre
2017).

Misure di mitigazione e compensazione


È previsto un piano di monitoraggio delle temperature che verrà attivato 6 mesi prima
della costruzione dell’impianto e che consentirà di registrare con due sonde dotate di
data-loggers, le temperature presenti a monte e valle della briglia. Tali misurazioni
saranno in continuo e verranno effettuate anche per i tre anni successivi all’attivazione
dell’impianto.
Contestualmente con frequenza trimestrale, sia durante i lavori sia nella fase post
operam – per tre anni-, verrà monitorato lo stato chimico del corso d’acqua (indice
LIMeco).

Acque sotterranee
Gli studi effettuati evidenziano che la crazione del piccolo bacino amone dello
sbarramento mobile gonfiabile hanno effetti trascurabili sulla qualità dell’acqua. Non
sono dunque da attendersi impatti sulla qualità delle acque sotterranee.

e3STUDIO di Capellino e Associati 128


Relazione integrativa

Punto 3.
Tenuto conto che il fiume alimenta la falda, nelle diverse condizioni idroligiche non vi
sono variazioni significative sugli effetti dell’opera sull’andamento delle acque
sotterranee rispetto a quanto già descritto nella Relazione geologica.
La consultazione della banca dati regionale ha evidenziato che nell’area di influenza
del bacino non sono presenti pozzi.

La valutazione della modifica della temperatura e della velocità dell’acqua nel bacino
a monte dello sbarramento mobile è riportata nell’apposito capitolo di Analisi della
lacustrizzazione nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.

Punto 4.
Nel documento progetuale 6 “Compatibilità con il PdgPO” è stata riportata
l’applicazione della Direttiva Derivazioni” e delle “Linee Guida Regionali”, come da
richiesta dell’Ente.
Si ribadisce che l’impianto in progetto si configura come a salto concentrato con
aumento dei livelli idrici a monte per l’inserimento di un gonfiabile.

e3STUDIO di Capellino e Associati 129


Relazione integrativa

Integrazione 48

Nota di ARPA Piemonte

Punto 5.
L’elaborato progettuale 7 “Relazione geologica” è stato aggiornato in recepimento
della richeista integrativa.

Punto 6.
L’elaborato progettuale 4.1 “Relazione di compatibilità idraulica” è stato aggiornato
inserendo un apposito capitolo sull’analisi del trasporto solido nelle varie condizioni
idrologiche rappresentative dell’anno medio. L’analisi evidenzia che eventuali
accumuli di sedimenti fini nei periodi di magra e di portate ordinarie sono movimentati
dalle portate formative con cadenza annua. Pertanto, la continuità del trasporto solido
del fiume Toce risulta assicurata.
L’effetto erosivo della portata restituita al fiume Toce nella sezione di scarico in
progetto è valutato nell’apposito capitolo “Valutazione dell’effetto erosivo della portata
restituita” contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”.

e3STUDIO di Capellino e Associati 130


Relazione integrativa

A livello di habitat le modifiche della dinamica fluviale locale introducono una necessità
di adattamento dell’ittiofauna alla nuova consistenza e direzione dei flussi idrici che
non va a modificare la quantità di fauna ittica e la presenz\a quantitativa e qualitativa
dell’habitat acquatico.

Punto 7.

Come illustrato in risposta al precedente questito 23, la scrivente ha provveduto ad


eseguire una serie di campionamenti e analisi i cui risultati sono stati sottoposti alla
valutazione del competente Ministero e di ARPA.
Nelle successive fasi autorizzative saranno valutate eventuali ulteriori campagne di
indagini volte a definire l’esigenza di azioni di bonifica puntuale e alla conseguente
gestione del materiale scavato.
Si rimanda a quanto disposto a seguito del tavolo tecnico tenutosi in data 28/07/2020
(rif.prot. 12715 del 28/07/2020) nonché alle indicazioni e alle prescrizioni che verranno
fornite dal Ministero e dal Settore Bonifiche della Provincia del V.C.O. in concerto con
ARPA.

Punto 8.
Si è predisposto il piano di utilizzo delle terre da scavo di cui al D.M. 161/202, elaborato
30 “Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo” a firma del geologo Dott. Luca Arione.

Punto 9.
Le opere in progetto (canale di presa, centrale, canale di restituzione, cabina elettrica,
piste e piazzali) hanno un’impronta a terra complessiva di superficie pari a 11.860 mq;
tale superficie corrisponde all’impatto in termini di consumo di suolo.
Le aree interessate complessivamente dal cantiere misurano invece 38.955 mq: una
parte significativa di tale estensione verrà interessata solo temporaneamente e
completamente ripristinata/rivegetata al termine dei lavori.
La componente di uso suolo maggiormente interessata è costituita da campi coltivati
(circa 8.000 mq) e da piccole porzioni di prato stabile (circa 2.000 mq).
Esiste anche una forte incidenza di aree di alveo completamente sommerse dall’acqua
(circa 11.010 mq) che, per loro natura sono facilmente ripristinabili perché
naturalmente inondabili.
L’elemento con le maggiori criticiità è il bsoco che viene interessato con una
preliminare asportazione di 5.640 mq che verrà completamente ripristinato con le
opere di ripristino e mitigazione e con le opere di compensazione descritte nella
relazione forestale.
Per la compensazione di tale impatto, il proponente è disponibile ad individuare, in
accordo con la conferenza dei servizi, una superficie di pari entità, aggiuntiva rispetto
alle aree interessate da interventi di mitigazione e eventualmente da compensazione
forestale, su cui prevedere a proprie spese, interventi di desigillatura o in alternativa di
recupero ambientale/valorizzazione paesaggistica.

e3STUDIO di Capellino e Associati 131


Relazione integrativa

Categorie d’uso suolo interessate in fase di cantiere

Ar e e in f a se d i ca n t ie r e
area
Ca t e gor ia d’uso de l suolo %
[ m q]

Prato / coltivi 20.340 52%


Bosco 5.640 14%
Alveo 11.010 28%
Piste e strade esistenti 1.965 5%
TO TALE 38.955 100%

5%

28% Prato / coltivi


52% Bosco
Alveo
15%
Piste e strade esistenti

In fase di esercizio le superfici di bosco e di alveo rimangono sostanzialmente le


stessè. La categoria d’uso del suolo che aumenta maggiormente è quella riferita a
strade e piste in quanto comprende i piazzali di servizio ed anche l’ingombro dei
manufatti in progetto.

Categorie d’uso suolo interessate in fase di esercizio

Ar e e in f a se d i e se r ciz io
area
Ca t e gor ia d’uso de l suolo %
[ m q]

Prato / aree libere 14.495 37%


Bosco 5.845 15%
Alveo 11.010 28%
Piste e strade esistenti 7.605 20%
TO TALE 38.955 100%

e3STUDIO di Capellino e Associati 132


Relazione integrativa

20%
37% Prato / aree libere
Bosco
28%
Alveo
15%
Piste e strade esistenti

A livello di impatti ambientali si fa riferimento alle aree previste in esercizio da


considerarsi a pieno regime di efficienza, soprattutto considerando che i
rimboschimenti hanno bisogno di una decina d’anni per raggiungere uno sviluppo delle
chiome utile per gli effetti di ricoistruzione boschiva a fini naturalistici e quindi di un
periodo transitotio di limitata efficienza.
Fatta questa premessa, l’assetto complessivo dell’impianto in fase di esercizio e a
maturità delle piante messe a dimora con i rimboschimenti, quindi con una
ricostruzione efficiente della copertura forestale, risulta avere sufficienti elementi di
ripristino e mitigativi da poter prevedere una completa ricostruzione dell’efficienza
ecosistemica attualmente esistente, con elementi che ne miglioreranno l’assetto
complessivo, con particolare riferimento alla ricostruzione della fascia arborea di
perialveo.

Punto 10.
L’elaborato progettuale 7 “Relazione geologica” è stato aggiornato in recepimento
della richeista integrativa, inserendo un confronto cartografico dell’evoluzione storica
della morfologa del fiume Toce.

e3STUDIO di Capellino e Associati 133


Relazione integrativa

Integrazione 49

Nota di ARPA Piemonte

Punto 11.
Un nuovo tratto di passaggio per l’ittiofauna verrà realizzato in sponda idrografica
sinistra per prolungare la scala di rimonta recentemente realizzata dando così piena
continuità idraulica al tratto di Toce.
A seguito dell’inserimento del gonfiabile verrà realizzato, con 5 bacini successivi, un
tratto di scala di rimonta a lato della spalla del gommone utilizzando dei massi ciclopici
come setti (bouldes bar) e naturalizzando il fondo con dei ciottoli. La presenza dei
ciottoli sul fondo costituisce un elemento essenziale per garantire il transito della

e3STUDIO di Capellino e Associati 134


Relazione integrativa

specie bentonica scazzone, dal momento che questa si sposta muovendosi e


rifugiandosi su questa tipologia di substrato.
La realizzazione di tale substrato determinerà inoltre la formazione di un profilo di
velocità della corrente con valori ridotti sul fondo e presso le fenditure facilitando le
specie con ridotte capacità natatorie e con nuoto radente al fondo come nel caso dello
scazzone.

Punto 12.
L’elaborato progettuale 28 “Cronoprogramma dei lavori” è aggiornato in accoglimento
della richiesta integrativa.
Non verranno effettuati lavori in alveo da novembre a marzo ma si opererà solo nelle
sezioni di alveo preventivamente messe in asciutta per la realizzazione del canale
derivatore e di restituzione nonchè per l’alloggiamento delle turbine.

Punto 13.
Le superfici sommerse dall’innalzamento in progetto del Fiume Toce sono
graficamente illustrate nell’elaborato n° 34 “Planimetria delle nuove aree sommerse”.
Allo stato attuale il rigurgito dovuto alla briglia esistente del ponte di Migiandone è già
molto esteso (2300 metri circa) e raggiunge la confluenza con il Rio Anzola.
Il tirante idrico medio nella sezione prossima alla confluenza con il Rio Anzola subirà
un innalzamento di soli 22 cm. Tale innalzamento del tirante andrà ad azzerarsi
appena a valle della confluenza del Torrente Crotta, con uno spostamento verso monte
del limite del rigurgito per ulteriori 240 metri.

e3STUDIO di Capellino e Associati 135


Relazione integrativa

In tale zona sulla sponda destra del F. Toce (tra le confluenza del torrente Crotta e del
rio Anzola) esiste una spiaggia sabbiosa sopraelevata rispetto al livello medio del
Fiume Toce di 1 – 2 metri; tale formazione viene sommersa e rimodellata soltanto in
concomitanza con gli eventi di piena. In condizioni normali (con portate di magra ,
medie e morbida) la portata è contenuta all’interno dell’alveo inciso in quanto la sponda
(destra) presenta una discreta pendenza.
Nel tratto dei 240 metri, interessato dagli effetti del “nuovo rigurgito” la variazione
media del pelo libero è di soli 11 cm.
I nuovi livelli indotti dal progetto sono quindi certamente contenuti all’interno dell’alveo
inciso per cui non si prevedono impatti sugli ambienti della spiaggia sabbiosa
esistente.
Anche in tema di falda di perialveo la variazione di livello è così esigua da non poter
influenzare gli habitat soprastanti.

Punto 14.
Allo stato attuale ed anche a seguito della realizzazione della scala di risalita al Ponte
Migiandone nell’ambito del progetto Idrolife per deframmentare la briglia esistente, il
tratto interessato dalla restituzione dell’impianto in progetto è costituito da una barra di
sabbia, in corrispondenza della quale nell’alveo bagnato è presente materiale
sabbioso non idoneo come sito riproduttivo per la trota marmorata pertanto non vi
possono essere effetti negativi sulla fase di deposizione della specie. L’effetto erosivo
che potrebbe innestarsi a valle della restituzione è mitigato dalla presenza di una
platea dissipativa a valle delle turbine in corrispondenza del punto in cui le acque
turbinate si immettono nell’alveo.
L’effetto erosivo della portata restituita al fiume Toce nella sezione di scarico in
progetto è valutato nell’apposito capitolo “Valutazione dell’effetto erosivo della portata
restituita” contenuto nell’elaborato progettuale 2 “Relazione tecnica”. L’analisi
evidenzia che la restituzione in progetto non provoca effetti erosivi, poiché la capacità
di trasporto della corrente restituita è minore di quella del deflusso naturale del fiume
Toce.

e3STUDIO di Capellino e Associati 136


Relazione integrativa

Punto 15.

In relazione alla criticità evidenziata, e-distribuzione spa ha definito una nuova


soluzione di connessione producendo i relativi elaborati progettuali datati Marzo
2018.
La nuova soluzione di allaccio elimina di fatto tutte le criticità che aveva la soluzione
iniziale.
Il nuovo schema di connessione prevede esclusivamente cavidotti di tipo interrato
collocati lungo la viabilità esistente eliminando pertanto non solo l’attraversamento
aereo del Fiume Toce ma anche l’intera linea aerea che prevedeva 72 sostegni.
Tale schema pertanto esclude ogni possibile incidenza sui percorsi migratori e, in
generale sull’avifauna che popola o frequenta dell’area.

Punto 16.
La rimozione di soprassuolo facente parte di formazioni forestali interessa un area di
5.640 mq ed è stata ridotta con l’aggiornamento del progetto rspetto alla situazione
originaria.

Il sito d’intervento

e3STUDIO di Capellino e Associati 137


Relazione integrativa

L’area interessata è chiusa tra la strada statale ed il Fiume toce ed è frequentata da


ungulati (capriolo e cinghiale) oltre a popolazioni di animali terricoli (ratti, talpe, lepri).
Si tratta di un piccolo lembo di terra boscata, collegato ad una più vasta formazione
forestale ascrivibile all’acero-tiglio-frassineto, nel quale sono state trovate tracce di
ungulati, con particolare riferimento al ritrovamento di una carcassa di capriolo,
ipoteticamente preda di un lupo, ed inequivocabili indizi della presenzadi talpe le cui
tane si sviluppono sulle porzioni non pianeggianti ma leggermente acclivi.
La recente indagine non ha consentito di verificare la presenza di avifauna né di
identificare siti di nidificazione.

e3STUDIO di Capellino e Associati 138


Relazione integrativa

Tracce di tana di talpa (Talpa europea)

Caracassa di capriolo (Capreolus capreolus)

e3STUDIO di Capellino e Associati 139


Relazione integrativa

Integrazione 50

Nota di ARPA Piemonte

4.5 Rumore

Al solo scopo di meglio definire il clima acustico e integrare le richieste avanzate in


sede di Conferenza in merito alla relazione acustica consegnata nella fase progettuale
e alle successive integrazioni si riformula una nuova relazione acustica a firma del
tecnico acustico Simone Durando della società SEA s.a.s. di Durando S. e C., iscritto
all’Elenco Nazionale dei Tecnici Competenti in Acustica al n° 4580 del 10/12/2018.
Si rimanda pertanto alla “Valutazione di Impatto acustico – Relazione integrativa”
allegata elaborato n° 24.1.

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