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Elaborato di Approfondimento

Albert Einstein

Monaco Elisa 4P

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La Vita
Era nato proprio nel giorno del Pi greco (14 marzo) del 1879 a Ulma, nel sud della Germania da una
benestante famiglia ebraica, figlio di Hermann Einstein, proprietario di una piccola azienda che
produceva macchinari elettrici. Il piccolo Albert è per istinto un solitario ed impara a parlare molto
tardi. L'incontro con la scuola è da subito difficile: Albert, infatti, trova le sue consolazioni a casa,
dove la madre lo avvia allo studio del violino, e lo zio Jacob a quello dell'algebra. I suoi profitti in
matematica non erano inizialmente molto buoni, in realtà in seguito ottenne ottimi voti per cui
venne iscritto ad un collegio dell’epoca, però non era tollerante all’ambiente scolastico, con tutto
che i suoi voti di matematica fossero saliti in maniera molto importante. Il padre gli mostrò
una bussola tascabile, comprese che qualcosa nello spazio vuoto faceva muovere l’ago verso la
direzione Nord. La ricorderà come una delle più importanti esperienze vissute. Nel 1894 i dissesti
economici della famiglia lo portarono a viaggiare molto, prima a Monaco di Baviera, poi a Pavia,
dove scrisse il primo articolo scientifico, poi a Berna per poi tornare a Milano molto tempo dopo
insieme alla famiglia. Il fallimento all'esame d'ingresso al Politecnico di Zurigo nel 1895, tentato
nonostante non avesse l'età minima richiesta e non superato per un'insufficienza nel test di francese,
fu una dura battuta d'arresto. Pertanto per concludere gli studi superiori fu mandato dalla famiglia
ad Aarau dove riuscì a conseguire il diploma nel 1896. Nell'ottobre dello stesso anno ritentò l'esame
di ammissione al politecnico, superandolo. Concluse gli studi al politecnico nel luglio 1900,
arrivando tra 4 dei 5 giovani promossi. e diventando insegnante. Egli fu l'unico dei laureati a non
ottenere un posto come assistente. Nel gennaio 1902 ebbe una figlia dalla sua compagna, Mileva
Maric, conosciuta al tempo degli studi ed ebbe una figlia di nome Liserl che morì di scarlattina poco
dopo.
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Questa nascita per un breve periodo pregiudicò gli studi di Einstein, che dovette fermarsi e pensare
alla famiglia. Successivamente si sposò in municipio e dal matrimonio nacquero due figli Hans
Albert, che diventò ingegnere, e Eduard, grande talento musicale, che però si ammalò e trascorse
molta della propria vita tra casa e ospedale psichiatrico.

Albert Einstein da bambino

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Dietro a grandi uomini… ci sono grandissime donne!
Mileva sin da bambina dimostra una forte curiosità e interesse nei confronti delle discipline
scientifiche, in particolare verso la matematica. All’epoca però per una donna non era possibile
intraprendere studi di tali discipline pertanto all’inizio venne indirizzata verso studi prettamente
linguistici, considerati più adatti per una donna.
Successivamente il padre spinto dalla bravura della figlia decise di trasferirsi in Svizzera dove
Mileva avrebbe potuto intraprendere una carriera universitaria. Dopo essersi diplomata infatti nel
1896 entrò a far parte del Politecnico: era la prima matricola donna.
La conoscenza con Einstein non tardò ad arrivare. I due erano infatti perfetti complici oltre che
nello studio anche nella musica (spesso di intrattenevano suonando rispettivamente violino e
pianoforte).
Mileva risultava essere più brillante nella matematica e nella fisica; Albert era più intuitivo e dotato
di una profonda capacità di ragionamento.
Diventando quindi complici in tutti gli ambiti le lettere dell’epoca dimostrano che i due lavoravano
a progetti di fisica assieme, rendendo quindi la figura di Mileva non solo come “moglie di Albert
Einstein”, bensì anche di sua coautrice.
La complicità tra i due venne interrotta gradualmente da diversi fattori:
La famiglia di Einstein non era entusiasta della nascita di questo amore prematuro, e inoltre Mileva
non era vista di buon occhio poiché non era ebrea e il fatto che si fosse interessata a materie
nettamente maschili dimostrava che era troppo indipendente e per questo non sarebbe mai stata
un’ottima moglie e tantomeno un’ottima madre.
Mileva nonostante ciò decise di proseguire per la sua strada e arrivò sino al giorno dell’esame di
laurea a cui si presentò incinta: questo fu troppo anche per il politecnico che ammise una donna ai
suoi corsi. Ciò che ne derivò fu una bocciatura proprio a causa della sua gravidanza, indipendente
quindi dalle sue capacità.
Successivamente fu costretta a ritirarsi per dedicarsi alla famiglia.
Rinunciò a tutto per il marito, che però inizialmente le riconobbe una intelligenza straordinaria e
spronante e per questo i due studiavano assieme tutte le nuove scoperte di fisica e probabilmente
lavorarono agli articoli che poi nel 1905 Einstein pubblicò.
Ma dopo come andò a finire questa storia di fisica e amore?
Einstein ottenne un successo straordinario e iniziò a frequentarsi con la cugina, figura più
apprezzata anche dalla famiglia del fisico; con Mileva invece i rapporti si incrinarono tanto da
portare Einstein a creare una sorta di contratto con delle regole per la moglie:

 che i suoi vestiti e la biancheria fossero mantenuti in ordine e in buono stato;

 che egli ricevesse i suoi tre pasti regolarmente nella sua stanza;
 che la sua camera da letto e lo studio fossero sempre puliti e, in particolare, che sulla sua
scrivania potesse mettere le mani solo lui.
 non doveva aspettarsi intimità.

 doveva smettere immediatamente di rivolgersi a lui se lo richiedeva.


 doveva uscire all'istante dalla stanza e senza protestare se egli lo richiedeva.
Tutto ciò sino a quando nel 1919 Mileva decise di tornare a casa della propria famiglia e smettere di
sottomettersi a queste regole.
Iniziò per lei un periodo indubbiamente non facile, poiché la mancata laurea per una donna
divorziata per l’epoca si faceva indubbiamente sentire. Tuttavia le conoscenze della matematica e
della fisica le permisero di mantenersi in modo tutto sommato dignitoso facendo una serie di
ripetizioni di matematica e di fisica a dei ragazzi con cui poté pagarsi l’alloggio e la gestione dei
suoi figli.

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Albert Einstein
e la prima
moglie Mileva
Maric

L’Annus nobilis
Cominciò a lavorare all’istituto brevetti di Berna dove con l’amico di lavoro Michele Besso fondò il
gruppo “Accademia Olimpia”, dove si parlava di filosofia e scienza. Il 1905 fu un anno di svolta
nella vita di Einstein e nella storia della fisica. Nel giro di sette mesi pubblicò sei lavori:

 un articolo che spiegava l'effetto fotoelettrico: Einstein nel suo lavoro adottò il concetto dei
quanti di Planck per spiegare l'effetto fotoelettrico, cioè il fenomeno per cui un pezzo di
metallo carico di elettricità statica, se esposto alla luce, emette elettroni. Suggerì che la luce,
liberata dalla materia, viaggiasse sotto forma di particelle e fosse al tempo stesso particella e
onda. Applicando i quanti alla luce, Einstein gettò le basi della meccanica quantistica.

 la tesi di dottorato sul tema "Nuova determinazione delle dimensioni molecolari": Come
spiega Einstein: «è una determinazione della vera grandezza degli atomi a partire dalla
diffusione e dall'attrito interno delle soluzioni liquide di sostanze neutre». Si dice che
Einstein sia stato ispirato da un tè bevuto con l'amico Michele Besso. Riflettendo su come
mettere in relazione la viscosità del tè e la grandezza delle molecole dello zucchero, Einstein
dedusse la grandezza delle molecole di zucchero in base alla velocità di diffusione e alla
viscosità della soluzione.

 un articolo sul moto browniano: Così l'autore ne spiega il contenuto: «particelle in


sospensione già dell'ordine di grandezza di un millesimo di millimetro devono compiere un
moto disordinato percettibile, che è generato dall'agitazione termica». Il movimento è
chiamato «moto molecolare browniano». L'articolo fornisce la prima prova dell'esistenza
degli atomi, e predice il numero, la massa delle molecole in un dato volume di liquido e il
loro moto
 La teoria Relatività ristretta (o speciale): Per anni Einstein si era chiesto come gli sarebbero
apparsi il mondo, Berna, la torre dell'orologio, se li avesse osservati cavalcando un raggio di
luce. Applicando la sua nuova teoria concluse che l'orologio gli sarebbe sembrato fermo
mentre quello nel suo taschino avrebbe continuato a girare come sempre. Il tempo non è lo
stesso per tutti gli osservatori quando gli oggetti si avvicinano alla velocità della luce.
Quest'ultima era stata già calcolata correttamente a circa 300mila chilometri al secondo. Ma
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la conclusione unica e coraggiosa di Einstein fu che la luce viaggia sempre a quella velocità,
e non è influenzata dal moto della sua fonte o degli osservatori.
Un'altra memoria sulla relatività ristretta che conteneva la nota formula E=mc²: Corollario al lavoro
sulla Relatività, Einstein scrisse che «la massa di un corpo è la misura del suo contenuto di energia»;
la prima affermazione dell'equivalenza tra massa ed energia.

Nel gennaio 1906 Einstein cominciò un periodo di insegnamento che lo portò ad aver molti
successi.
Nel 1909 pubblicò sulla quantizzazione della luce
Nel 1915 Einstein propose una teoria relativistica della gravitazione, denominata relatività generale,
che descriveva le proprietà dello spaziotempo Nel 1919 le predizioni della relatività generale furono
confermate dalle misurazioni dell'astrofisico Arthur Eddington effettuate durante un'eclissi solare,
che verificarono che la luce emanata da una stella era deviata dalla gravità del sole. Nel 1917
mostrò il legame tra la legge di Bohr e la formula di Planck dell'irraggiamento del corpo nero
Nel 1927 Einstein venne invitato dal governo italiano a partecipare al Congresso internazionale dei
Fisici, che si svolgeva quell'anno a Como in occasione del centenario dalla morte di Alessandro
Volta.
Nel gennaio del 1933, quando Hitler salì al potere, Einstein si trovava momentaneamente
all'università di Princeton come professore ospite. Il 7 aprile dello stesso anno venne promulgata
la "Legge della Restaurazione del Servizio Civile", a causa della quale tutti i professori universitari
di origine ebraica furono licenziati. Nel breve periodo vennero gettate infamie sul suo lavoro in
contrapposizione della teoria tedesca. La famiglia venne trucidata come rappresaglia verso di lui;
suo cugino morì suicida poco dopo. Questo ultimo evento provò molto la vita di Einstein, il quale
rimase negli Stati Uniti fino alla fine.
Negli ultimi anni della sua vita tentò di unificare gravità ed elettromagnetismo, le due forze
fondamentali allora conosciute, anche se si può notare che lo studio delle forze nucleari forte e
debole era già iniziato, quest'ultimo sviluppato da Enrico Iniziato da Enrico Fermi. Nel 1950
descrisse la sua teoria unificata in un articolo di Scientific American, che in seguito si dimostrò
parzialmente sbagliato. Nel 1929 collaborò con Leó Szilárd allo sviluppo di un prototipo di
refrigeratore ad assorbimento a diffusione, realizzando un refrigeratore che funziona solo con una
miscela di acqua, ammoniaca e butano, non ha parti in movimento e consuma pochissima elettricità,
un brevetto innovativo. Questo brevetto è stato registrato negli Stati Uniti nel 1930 [39], ma non è
mai stato commercializzato in quanto è stato commercialmente sostituito dall'attuale brevetto
Servel-Electrolux per i frigoriferi a ciclo ad assorbimento utilizzati principalmente in camper e
roulotte.

La morte
Il 17 aprile del 1955 fu colpito da una improvvisa emorragia causata dalla rottura di un aneurisma
dell'aorta addominale, arteria che era stata già rinforzata precauzionalmente con un'operazione
chirurgica nel 1948. Fu ricoverato all'ospedale di Princeton, dove morì nelle prime ore del mattino
del giorno dopo (ore 1.15 del 18 aprile 1955) a 76 anni, circondato da grandi personalità.
Aveva espresso verbalmente il desiderio di essere cremato, ma il patologo che ha eseguito
l'autopsia, Thomas Stoltz Harvey, ha preso l'iniziativa di rimuovere il cervello e di immergerlo in un
contenitore sottovuoto in formalina. Conservato a casa per circa 40 anni. Il resto del corpo è stato
cremato e le ceneri sono state disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein lo
scoprirono, per amore della scienza, accettarono di dividere il cervello in 240 parti e di darlo a
quanti più ricercatori possibile; la parte più grande era conservata all'ospedale di Princeton.

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Il cervello di Einstein

Alcuni articoli che sconvolsero il mondo della Fisica

Effetto fotoelettrico
L’effetto fotoelettrico fu scoperto da Hertz nel 1887 durante un esperimento che aveva come scopo
quello di produrre onde elettromagnetiche. Hertz ha pensato di generare Le onde elettromagnetiche
causano a Scintille tra due sfere di metallo, utilizzando una bobina Ruhmkorff, i suoi terminali Sono
due sfere di metallo di circa 30 cm di diametro e distanti tra loro circa 1,5 m. nel loro centro,
Ciascuno è collegato a una linea di una grande sfera, che posiziona Due sferette la cui distanza è
regolabile con viti micrometriche. due grandi sfere Agendo come le armature dei condensatori,
quando la carica su di essi raggiunge un certo valore, il campo elettrico crea scintille Tra le piccole
sfere le scintille sono i generatori di onde elettromagnetiche. Ad esempio I ricevitori Hertz creano
un anello metallico interrotto da una breve distanza. finale Una scintilla formata tra le estremità
della bobina confermerà la propagazione Onde elettromagnetiche in tutta la stanza. Questo
effettivamente accadde ma successivamente, per rendere la scintilla più visibile, Hertz ha provato a
schermare il ricevitore, quindi diversi test hanno rilevato che quando la luce UV della scintilla nel
trasmettitore raggiunge il ricevitore, la scintilla è più intensa. Come sintesi di questi esperimenti,
Hertz scrisse un articolo nel 1887 che descriveva accuratamente le sue osservazioni. L'anno
successivo Augusto Righi osservò che irradiando due elettrodi con luce ultravioletta si creava un
arco elettrico, fenomeno chiamato effetto fotoelettrico.
In parole più povere se si bombarda con un materiale luminoso un materiale ferroso da esso
“schizzano fuori” degli elettroni. Questo fenomeno però non si riusciva a spiegare attraverso la
fisica classica, a spiegarlo fu quindi Einstein diversi anni dopo.
Einstein riuscì a spiegare l’effetto fotoelettrico attraverso un’ipotesi sorprendente: la luce è
composta da particelle le quali possiedono tutte la stessa velocità (quella della luce) ed una quantità
di energia ben definita. Queste particolari particelle sono i fotoni, particelle di massa nulla la cui
energia era stata precisamente definita da un altro fisico: Plank.

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Egli aveva stabilito infatti che l’energia posseduta dai protoni fosse pari ad 1 quanto di energia ed
Einstein volle dargli credito tanto da basare la sua interpretazione direttamente su di essa.
Grazie a questa delucidazione da parte di Einstein si giunse ad una nuova interpretazione del campo
elettromagnetico: esso è un’entità globale che copre tutto lo spazio composto da particelle ovvero i
fotoni e la forza elettromagnetica è causata quindi dal continuo scambio di fotoni tra le cariche
elettriche.

Legge di Plank

Effetto fotoelettrico

Relatività ristretta
Lo scienziato tedesco partiva dal fatto che era ampiamente noto anche ai suoi tempi, che la luce
viaggia a una velocità molto alta ma non infinita, esattamente 299.792 chilometri al secondo. Le
velocità che noi misuriamo, però, dipendono dalla nostra stessa velocità: ad esempio, un'auto che ci
sorpassa a volte può sembrare molto lenta, poiché anche noi procediamo ad una velocità elevata. Se
questo vale anche per la luce, allora la luce emessa da una stella dovrebbe apparirci più veloce o più
lenta, a seconda che la Terra si avvicini o si allontani dalla stella. Questo però non accade, la
velocità della luce infatti è sempre la stessa, ma perché?
La velocità della luce è assoluta, cioè non cambia se viene misurata dal treno né se viene misurata
da terra. Si potrebbe quindi pensare che la teoria formulata da Galileo Galilei sia errata. Niente di
più falso. La teoria della relatività ristretta è un’estensione della meccanica classica che analizza nel
particolare quando gli oggetti in movimento si muovono con velocità prossime a quelle della luce.
Nella nostra vita quotidiana, non verremo mai in contatto con velocità prossime a quelle della luce,
nemmeno se siamo i piloti di un jet a reazione. Ciò significa che nell’esperienza giornaliera, la
teoria da considerare è quella di Galilei, in quanto si dimostra matematicamente che, a basse
velocità. Tutta la stranezza della relatività deriva da questo unico concetto, anche l'equazione
E=mc². Secondo la vecchia teoria, infatti, continuando a spingere un oggetto, la sua velocità
dovrebbe aumentare all'infinito, cosa impossibile: niente può essere più veloce della luce. Energia e
massa sono due entità equivalenti che possono essere trasformate l'una nell'altra. Questo è
esattamente ciò che accade quando acceleriamo un oggetto: solo una minuscola frazione
dell'energia che gli diamo rimane per aumentare la sua massa. Tuttavia, all'aumentare della velocità,
richiede sempre più energia per aumentare ulteriormente la sua velocità perché sempre più energia
viene convertita in massa. In pratica, più ci si avvicina alla velocità della luce, più pesante e
immobile diventa l'oggetto. Questa nuova concezione di spazio e tempo scalfì l'idea di un Universo
statico e assoluto, com'era in Newton, e introdusse il concetto di un cosmo complesso, che in
qualche modo dipende dall'osservatore.

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Einstein con la sua
famosa equazione

Un caso particolare: i Tachioni


Secondo alcuni studi teorici, esisterebbero particelle chiamate tachioni che avrebbero la proprietà di
viaggiare a velocità superiori a quella della luce.
I tachioni sono particelle subatomiche elementari. La loro esistenza, non è ancora provata
sperimentalmente, ed è stata teorizzata dal fisico americano Gerald Feinberg.
La velocità dei tachioni sarebbe però in contrasto con la teoria della relatività di Einstein; la sua
teoria non esclude, però, che possano esistere particelle già inizialmente dotate di una velocità
superiore a quella della luce, senza alcun bisogno di essere accelerate a spese di una fonte di energia
ciò significa che se anche queste particelle esistessero davvero, non potrebbero mai rallentare.

Relatività Generale
La relatività generale è una struttura matematica complessa che richiede un decennio di studi.
Con esso Einstein si proponeva di costruire un modello matematico delle leggi che governano
l'universo: infatti, la relatività speciale funziona bene solo nelle regioni dello spaziotempo dove la
gravità è irrilevante, cioè dove c'è poca materia.
I risultati che Einstein ottenne costituiscono un complesso di equazioni che possono analizzare
qualsiasi situazione cosmica venga concepita, o individuata. Per esempio, le equazioni possono dire
se e in quali condizioni è possibile che nel cosmo si formi un buco nero, e che cosa accadrebbe nei
suoi dintorni.
Einstein riprese il concetto di spazio-tempo, da lui stesso introdotto nel 1905 con la teoria della
relatività speciale, per cercare di spiegare la causa dell'interazione gravitazionale. Secondo Einstein,
la massa di un corpo (es. la Terra) provoca una curvatura nel tessuto dello spazio-tempo, una sorta
di "buca" tanto più grande quanto maggiore è la sua massa. Un corpo più piccolo che si trova nelle
vicinanze può cadere nella "buca", cominciando a ruotare intorno al corpo più grande fino a
collidere. Se lancio una biglia sul lenzuolo, questa inizia a ruotare intorno alla palla da bowling fino
a cadervi sopra. Lo stesso fenomeno accade tra le stelle e i pianeti, tra i pianeti e le lune, e così via.
la curvatura dello spazio-tempo determina il moto e le traiettorie dei corpi nello spazio. Ad
esempio, l'orbita della Luna intorno alla Terra. Per questo motivo i pianeti orbitano intorno a una
stella, quest'ultima ha maggiore massa e causa una maggiore curvatura dello spazio-tempo.
Dimostrazione della curvatura dello spazio tempo tramite un esperimento pratico: la deflessione
della luce: la curvatura dello spazio-tempo influenza anche l'elettromagnetismo. Non solo il moto e
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la traiettoria della massa ma anche delle particelle della luce. Quando un fascio di luce passa vicino
a un corpo massivo con un elevato campo gravitazionale, il fascio di luce si curva.
La validità della relatività generale venne infatti verificata da un Astronomo inglese Arthur
Eddington. Egli durante l’eclissi di sole del 1919 si spinse sino in affrica per compiere delle
osservazioni. Durante l’eclissi infatti egli aveva la possibilità di vedere le stelle in presenza del
Sole. La luce delle stelle in prossimità del Sole durante un’eclisse verrà “piegata” dalla sua
presenza, ed esse in cielo appariranno in una posizione lievemente diversa rispetto a quando il Sole
non si trova nei paraggi. Per misurare lo spostamento delle stelle, perciò, occorre confrontare la loro
posizione in due immagini, prese con e senza il Sole. Senza il Sole è facile: basta fotografarle di
notte. Ma con il Sole davanti? Ci vuole un’eclisse. Quella del maggio 1919 fu la perfetta occasione che
permise di verificare la teoria della Relatività Generale di Einstein. La deflessione della luce che
l’astronomo misurò risultò pari a 1,98” – un angolo mille volte più piccolo del disco della Luna – in
perfetto accordo con le previsioni della Relatività.

Rappresentazione
grafica
dell’avvallamento che
lo spazio- tempo
subisce a causa di
masse planetarie

L’ultimo progetto di Einstein prima della morte


Come sappiamo i fisici sono tutt’ora impegnati nel tentativo di unificare assieme tutti i fenomeni
naturali, microscopici e macroscopici, in una unica teorie la cosiddetta TOE (theory of everithing).
Negli ultimi anni della sua vita anche Einstein cercò di unificare la gravità con l’elettromagnetismo.

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Pubblicò e ritrasse numerosi articoli, per poi scriverne un penultimo sullo Scientific American in
cui spiegava il suo ultimo tentativo di unificazione.
Nonostante le somiglianze superficiali tra gravitazione ed elettromagnetismo, i fisici hanno scoperto
che le due teorie sono profondamente diverse. Inoltre, nei trent'anni durante i quali Einstein
perseguì la sua teoria unificata, i ricercatori identificarono nuove forze che non rientrano in questo
schema: le forze nucleari forte e debole. L'elettromagnetismo è più legato a quelle forze di quanto lo
sia alla gravitazione. Sebbene l'intuizione di Einstein a proposito della simmetria fosse giusta, egli
la stava applicando alle entità sbagliate. La meccanica quantistica senza gravitazione spiega
l'elettromagnetismo, le forze nucleari e la struttura della materia con incredibile precisione. La
gravitazione è stata in realtà la parte della fisica più difficile da unificare con tutto il resto, tanto che
i fisici sono ancora alle prese con questo problema.

Bibliografia e Sitografia:
https://biografieonline.it/biografia-albert-einstein

https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/speciali-scienze/speciale-2021-einstein

https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/materie-scienze/fisica-aule/i-libri-e-albert-einstein-ingegnere-capo-delluniverso

https://www.focus.it/cultura/storia/anniversario-nascita-albert-einstein
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https://www.astronomiamo.it/DivulgazioneAstronomica/Scheda-Biografia/Albert/EINSTEIN

https://www.focus.it/scienza/scienze/teoria-della-relativita-100-anni-einstein

https://sciencecue.it/relativita-ristretta-einstein-tempo/23898/

https://www.studenti.it/einstein_relativita_ristretta_generale.html

https://www.adelphi.it/libro/9788845936081

https://www.youtube.com/watch?v=PI2wR84IgEs

https://www.youtube.com/watch?v=-g6rOFF92Gc

https://it.wikiquote.org/wiki/Albert_Einstein/Articoli_scientifici

https://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Einstein

http://impararelafisica.altervista.org/effetto-fotoelettrico/#:~:text=Nel%201905%20Einstein%20fornisce,di%20luce
%20vengono%20chiamati%20fotoni.

http://newton.corriere.it/club/einstein/1.jsp#:~:text=2)%20UNA%20NUOVA%20DETERMINAZIONE
%20DELLE,con%20l'amico%20Michele%20Besso.

https://digilander.libero.it/moses/einstein05.html

https://www.focus.it/scienza/scienze/cosa-sono-i-tachioni

https://www.andreaminini.org/fisica/teoria-della-relativita/relativita-generale

https://www.vialattea.net/content/1932/

http://download.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/2004_435_13.pdf

http://www.angeloangeletti.it/MATERIALI%20PAS%202014/3%20-%20Effetto%20fotoelettrico.pdf

Appunti sul progetto “fisica oggi” trattato in classe

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