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MEDEA

Il racconto narra di Medea che, per amore del marito Giasone, abbandona la famiglia e il suo paese per
andare a Corinto. Una volta arrivata però Giasone vuole contrarre nuove nozze per poter godere di legittima
discendenza. La vendetta di Medea è perciò terribile. Uccide Glauce inviandole fatali doni di nozze
avvelenati e poi, sotto gli occhi del marito, uccide i suoi stessi figli.
Personaggi:
• Medea: è descritta come una donna passionale, fredda, calcolatrice, accorta ed abile nella retorica. Il suo
travaglio psicologico la porta a pensare alla vendetta con l’uccisione dei figli, ma in alcuni momenti riaffiora
la lucidità e l’istinto materno alla fine però la parte emozionale ha il sopravvento e uccide i figli. Gli aspetti
del personaggio sono insomma tanti e tali che Medea può essere vista come vittima di pulsioni interne
incontrollabili, o anche come moglie così addolorata per l'abbandono del marito da arrivare a perdere ogni
raziocinio. La grandezza del personaggio sta proprio nell'essere assai complesso, in una continua lotta tra la
razionalità e le passioni.
• Giasone: sembra che per lui l’amore rappresenti soltanto un mezzo per la conquista del potere. Giasone è
un personaggio decisamente tralasciato nella tragedia, tanto da fargli ottenere la fama di seduttore che
spingerà Dante a collocarlo nell'Inferno della Divina Commedia.
I personaggi della nutrice, del pedagogo e del coro hanno l’importante ruolo di commentare i fatti.
E’ anche importante notare che figure fondamentali per la trama, quali i figli e Glauce, siano presentati nei
dialoghi senza però mai esprimersi direttamente.
Stile:
La tragedia è composta tutta da dialoghi che rendono veloce il ritmo del racconto. Per lo stesso motivo la
lettura è rapida ed immediata.
La scrittura in versi, secondo me, rende più piacevole e scorrevole la lettura.
Temi trattati:
in questa tragedia i temi affrontati sono molto attuali. Anche oggi, infatti, l’abbandono di un marito o della
moglie e la successiva vendetta sono notizie che quotidianamente si sentono ai telegiornali.
Il tema dell’abbandono è rappresentato con la volontà di Giasone di voler sposare Glauce, la vendetta è
dunque immediata, una conseguenza di quell’affronto ricevuto da Medea.

PSICOANALISI DI MEDEA

La tragedia si apre con il prologo in cui la nutrice descrive dall’esterno la situazione di Medea che si trova
all’interno. La donna, infatti, è stata tradita dal marito Giasone poiché lui sposerà la figlia del re Creonte. In
questi versi si nota tutta la rabbia e la sofferenza di Medea che ha amato tanto profondamente il marito da
lasciare la sua città natale contro l’opinione della sua famiglia e ora si trova sola e disperata. La nutrice
descrive all’inizio del passo Medea come ἡ δύστηνος ἠτιμασμένη, un’infelice oltraggiata, segno di una
sofferenza profonda che nasce da un tradimento. Questa sofferenza, però, non rimane solo all’interno della
donna ma si riverserà anche sui suoi vicini. Ed è per questo che la nutrice teme possa fare qualcosa di
nuovo, inteso anche come sorprendente, inaspettato in senso negativo.

Dal modo in cui guarda i figli si capisce che la sua vendetta cadrà su di loro. Non si rallegra, infatti, nel
vederli e per descrivere il suo sguardo vengono usati aggettivi che hanno nelle loro radici il modo di vedere
dei serpenti e dei buoi evidenziando un senso di fredda violenza. La sofferenza, però, si esprime anche
attraverso il corpo che, contrariamente all’animo che viene descritto come violento, risulta essere inerte dal
momento che non alza la testa dal pavimento. Eppure lei è una donna forte, soprattutto nei discorsi oratori
espressi con il trimetro giambico, segno di una razionalità esteriore che le permette di argomentare la sua
condizione personale e di donna: Medea si trova nella condizione di essere senza patria e per questo si
sente isolata, sola perché non ha più una famiglia e incompresa non solo da una società che già disprezza il
rango femminile ma anche dalle stesse donne corinzie.

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