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L’uso del Suelo per Coltivazioni Minerarie la più Grande Miniera di Rame al
Mondo

Conference Paper · July 2016


DOI: 10.13140/RG.2.1.1679.2561

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2 authors, including:

Alexandre R.A. Gomes


SMEC (member of the Surbana Jurong Group)
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Convegno “Il buon uso del suolo e del sottosuolo nella prevenzione dei dissesti ambientali “
Expotunnel 2015 - Milano (MI) 8 - 9 Ottobre 2015
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L’USO DEL SUOLO PER COLTIVAZIONI MINERARIE


LA PIÙ GRANDE MINIERA DI RAME AL MONDO

Dott. Ing. Enrico Campa ASTALDI S.p.A. Responsabile Ingegneria


Prof. Ing. Alexandre Gomes Presidente Ass.ne Cilena Tunnelling

1 INTRODUZIONE

La divisione mineraria Chuquicamata è localizzata nel deserto di Atacama, circa 1.650 km a


nord della capitale cilena, Santiago, e a 2.870 mslm. Questa rappresenta una delle più
importanti zone minerarie della Corporación Nacional del Cobre de Chile (CODELCO) e
comprende anche le miniere a cielo aperto Radomiro Tomic, Mina Sur y Chuquicamata.
Quest’ultima è la più grande miniera all’aperto del mondo, di forma ellittica, è lunga 4,5 km
e larga 2,5 km, ha una superficie di circa 800 ha e supera i 1.000 m di profondità.
L’impresa statunitense Guggenheim Bros vi produsse la prima barra di rame il 18 maggio
1915, ma oggi ha quasi esaurito la capacità produttiva come miniera a cielo aperto.
Il Progetto “Mina Chuquicamata Subterranea” (PMCHS) nasce dalla necessità di elaborare
un nuovo schema che permetta di continuare lo sfruttamento delle risorse minerarie
dell’area in questione, valutate in circa 1.800 milioni di tonnellate di roccia mineralizzata e
con una concentrazione media dello 0,71% di Rame, 512 ppm di Molibdeno e 492 ppm di
Arsenico. Principale motivazione del cambiamento è da ricercarsi nel continuo aumento dei
costi di estrazione e trasporto, ma anche nell’aumento del rapporto materiale
sterile/minerale, fattori che portano alla non sostenibilità economica dell’attuale metodo di
sfruttamento.
Tale nuovo schema prevede il passaggio delle operazioni di coltivazione e sfruttamento dalla
superficie all’ambiente ipogeo. La zona di interesse è localizzata al di sotto dell’attuale fondo
della miniera a cielo aperto e si estende fino alla profondità massima di 900 metri circa.

Figura 1 - Vista aerea dell’attuale miniera Chuquicamata (sin.) e dell’area di sfruttamento


sotterranea delle risorse minerarie (des.).
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Coltivazione e sfruttamento della roccia contenente i minerali avverranno con il metodo


“Block Caving”, con configurazione a macroblocchi, al ritmo medio di estrazione di 140.000
tonnellate al giorno e per un periodo previsto di 40 anni. Lo sfruttamento si realizzerà su
quattro livelli successivi a profondità crescente.

Figura 2 - Schema dei livelli di sfruttamento e quote s.l.m.

A sua volta, per ogni livello di coltivazione e per ogni macroblocco, la cui area varia tra
24.000 mq e 39.000 mq, si prevede in genere lo sviluppo dei cinque livelli in ordine
discendente indicati nella figura seguente:

•Approfondimento
1

•Produzione
2

•Immissione aria
3

•Estrazione aria
4

•Frantumazione e Trasporto
5

Figura 3 – Distribuzione dei lavori nell’ambito di un livello di coltivazione

Il metodo massivo di produzione in sotterraneo “Block Caving” sfrutta la forza di gravità per
l’estrazione del materiale, indebolendo la base del blocco per causarne lo sprofondamento o
caduta, consentendo in questo modo l’estrazione del materiale. Nel livello di
approfondimento viene provocata la fratturazione della roccia, successivamente estratta nel
livello di produzione, dove arriva attraverso camini in comunicazione con l’ammasso
collassato. Da questa zona, la roccia viene trasportata alle zone di scarico, per arrivare,
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sempre per caduta gravitativa, alle stazioni di fratturazione, finalmente un sistema di nastri
trasportatori convoglia il materiale alle zone di accumulo intermedie e finali.
La successiva figura 4 illustra sommariamente lo schema generale di coltivazione secondo il
metodo “Block Caving” con configurazione a macroblocchi.

Macroblocchi

Figura 4 – Schema di coltivazione con Metodo Block Caving e Macroblocchi

La successiva Fig.5 illustra lo schema generale del processo per lo sfruttamento del minerale,
dalla sua estrazione fino in superficie:

Figura 5 - Schema di un livello di sfruttamento.

Le opere infrastrutturali, in aggiunta a quelle necessarie per i livelli di sfruttamento,


comprendono le gallerie del sistema di ventilazione (gallerie di iniezione e di estrazione) e le
gallerie per l’accesso e per il trasporto del materiale. Inoltre pozzi verticali di dimensioni e
lunghezza variabili collegheranno i vari livelli tra di loro e con l’esterno, assicurando
un’idonea ventilazione. L’intero progetto comporterà la realizzazione di un complesso di
oltre 1.000 km di gallerie e di numerose caverne.
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2 INGEGNERIA E PROGRAMMAZIONE DEL PROGETTO

Lo sviluppo di questo complesso progetto ha richiesto un lungo processo di pianificazione,


articolato in diverse tappe e che comprende diversi gradi di sviluppo della progettazione:
indagini, analisi e verifica di fattibilità, progettazione preliminare e definitiva. Quest’ultimo
stadio di progetto, denominato “Estudio Integral de Factibilidad”, è stato redatto per
CODELCO dalla società di ingegneria Hatch Chile con Geoconsult Latinoamerica come
specialisti per la geologia e le opere in sotterraneo a carattere definitivo e con l’apporto di
svariati consulenti, specialisti nei diversi aspetti che il progetto ha comportato. Questi studi
sono stati sviluppati nel periodo compreso tra gli anni 2009 e 2012 e costituiscono la base
per le attività di licitazione dei lavori nelle diverse tappe realizzative.
Lo sviluppo del progetto ha consentito di affinare e impiegare metodi e sistemi di analisi e
preventivazione che, integrando diverse discipline, hanno portato a prevedere costi e tempi
di progetto attendibili, sviluppare la programmazione delle opere e dell’avviamento della
miniera, dei suoi costi di gestione, della sua capacità produttiva e hanno portato a sviluppare
piani di produzione a breve e lungo termine, rendendoli fattibili e sostenibili.
La cronologia associata allo sviluppo del progetto, nell’arco di 25 anni, è illustrata nella figura
seguente. Obiettivo sfidante del progetto è il raggiungimento dell’operatività della miniera
per l’inizio del 2019, con un ramp-up di 7 anni fino al raggiungimento della produzione a
regime.

Figura 6 - Tappe Progetto Miniera Chuquicamata Sotterranea

L’adeguamento sotterraneo della miniera per il suo sfruttamento ottimale si dovrebbe


svolgere in accordo con le attività e con le date seguenti:
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Figura 7 – Macro tappe del progetto fino all’inizio dello sfruttamento del minerale

3 CONDIZIONI GEOLOGICHE

Il contesto geologico in cui si trova il giacimento di Chuquicamata è caratterizzato dalla


presenza dominante di rocce ignee intrusive, di rocce vulcaniche effusive e rocce di natura
sedimentaria. La colonna stratigrafica di queste rocce, che va dal periodo paleozoico al
quaternario, è discontinua. L’area è inoltre caratterizzata da importanti faglie con estensione
regionale.
Il giacimento minerario di Chuquicamata si sviluppa orizzontalmente con un asse maggiore in
direzione Nord-Nordest (NNE) di lunghezza pari a 3 ÷ 4 km e larghezza Est-Ovest variabile tra
300 m e 900 m da Sud a Nord.
La colonna di mineralizzazione, di interesse economico, ha uno spessore complessivo di
1.800 m, 900 m al di sotto dell’attuale fondo della miniera.
Il giacimento è delimitato ad Ovest da una importante faglia regionale denominata “Falla
Oeste” che manifesta una sequenza di rocce alterate in direzione Ovest-Est ed un notevole
sviluppo verticale.
Questa situazione ha determinato una estesa alternanza di rocce più o meno competenti nel
lato occidentale del giacimento; tale alternanza si riduce progressivamente verso Est fino ad
annullarsi.
Anche la presenza delle mineralizzazioni, che è più intensa laddove le rocce sono più
alterate, si riduce progressivamente da Ovest verso Est.
La figura n. 8 illustra le caratteristiche del giacimento e le unità geotecniche fondamentali
identificate nell’area; queste formano ammassi relativamente omogenei costituiti dal
inserimento di rocce intrusive nelle fratture alterate delle rocce in posto.
Tra queste litologie si osservano: Granodioriti, Porfidi, rocce metamorfiche di basso grado, e
filoni di quarzo sericitico.
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Figura 8 – Caratteristiche e unità geotecniche base del giacimento

4 INFRASTRUTTURE DI PROGETTO

Per consentire di raggiungere la piena operatività della miniera a inizio 2019 è necessario
realizzare complessivamente 130 km di scavi in sotterraneo tra tunnel, rampe, gallerie e
pozzi, ai quali Astaldi sta attivamente partecipando già dal 2012.
Le opere infrastrutturali principali a servizio dell’operatività della miniera (infrastruttura
generale) attualmente in via di costruzione sono:

Tabella 1 - Opere infrastrutturali principali a servizio dell’operatività della miniera


Opera Lunghezza Construttore
Tunnel di Accesso Principale L= 7,6 Km Astaldi SpA
Tunnel di Trasporto Principale L= 8,5 Km Astaldi SpA
Caverna di Smistamento TTPM Astaldi SpA
Tunnels di Iniezione Principale L= 4,8 Km Acciona-Ossa
Pozzo di Estrazione d=10m L= 0,93 Km AME

Allo stesso tempo sono in corso di realizzazione o già ultimate alcune opere infrastrutturali
facenti parte del primo livello di sfruttamento (infrastruttura del 1° livello di coltivazione)
quali:
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Tabella 2 - infrastruttura del 1° livello di coltivazione


Tipo de Opere Descrizione
Opere per l’estrazione in • Rampa 8: L= 750m.
superfice del materiale di risulta • Rampa 1: L= 950m.
dagli scavi • Rampa 4: L= 1.250m.
• Rampa 9: L= 450m.
• Rampa 10: L= 325m.

Opere per la ventilazione durante • Rampa 5: L=780m.


la costruzione • Pozzi di Iniezione nr° 4 pozzi
• Pozzi di Estrazione nr° 4 pozzi

Opere di acceso ai Sottolivelli • Rampa Subniveles L= 1.400m.


• Rampa Acc. Nord L= 800m.
• Rampa Acc. Nastro L= 850m.
• Rampa Acc. Frantumazione L= 320m.

Tutte le opere, oggetto dei lavori di competenza Astaldi Succursale del Cile, per un totale di
circa 30 Km di scavo, hanno raggiunto uno stato di avanzamento pari al 70% circa.

Altre opere per Servizi Generali sono in corso di realizzazione da parte di Codelco, mediante
il ricorso ad appaltatori diversi:

• Sottostazioni elettriche principali no. 2 sottostazioni elettriche


• Sistemi di pompaggio acque residuali no. 6 stazioni di pompaggio

Si evidenzia che lo sviluppo della miniera sotterranea, sottostante il gigantesco scavo di


Chuquicamata, rappresenta una grande sfida di ingegneria, costruzione, coordinamento e
logistico. L’attività della miniera a cielo aperto procederà simultaneamente ai lavori in
sotterraneo e di attrezzaggio dello spazio ipogeo per la nuova miniera.
Tale situazione non trova riscontro prima d’ora al mondo in situazioni paragonabili per
importanza e dimensioni.

5 IMPLICAZIONI SOCIO-CULTURALI ED AMBIENTALI

La singolarità che caratterizza Il progetto comporta un cambiamento radicale nella cultura


mineraria del settentrione del Paese e degli attori coinvolti nell’attività mineraria che
caratterizza questa zona geografica.
Il passaggio dalla coltivazione mineraria tradizionale a cielo aperto, portata avanti negli
ultimi cento anni, a quella in sotterraneo richiede un’evoluzione globale nell’approccio in
termini di uomini, di tecnologie e di attrezzature.
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Questo profondo cambiamento necessita di personale specializzato e di know-how che


dovrà essere trasmesso dalle imprese operanti (sia cilene che straniere) alla popolazione
locale, che dopo un training di qualche anno potrà costruire autonomamente le
infrastrutture e condurre le operazioni di sfruttamento della miniera, rappresentando
l’occasione del miglioramento delle condizioni socio-economiche e culturali.
La tecnica di scavo che verrà impiegata sarà quella tradizionalmente utilizzata nelle miniere
in sotterraneo, utilizzando il consueto processo di perforazione e sparo, ma le macchine e le
attrezzature impiegate, quali jumbo elettropneumatici con sistemi automatizzati di
piazzamento ed impostazione del pattern di perforazione, scoop-tram e camion di alta
capacità ed ingombro limitato (basso profilo) con sistemi di scarico controllati ed a basso
tenore inquinante, così come l’uso di abbattitori di polvere; rappresentano soluzioni
tecniche avanzate, a tutto vantaggio della sicurezza e della salute del personale e della
tutela dell’ambiente.
Si sottolinea la particolare attenzione posta per evitare un aumento della necessità di acqua
rispetto a quella attualmente utilizzata, aspetto che nel contesto generale del deserto di
Atacama riveste evidente rilevanza.
Ultima, ma non meno importante in questo contesto tecnico, risulta la sostituzione
dell’esplosivo classico con emulsione gassificata, che permette una riduzione notevole di gas
tossici originati dallo sparo, come il monossido di carbonio ed i gas nitrosi.
Inoltre, si segnala che la produzione di rame della miniera sotterranea porterà riflessi
importanti alle comunità locali. I lavori comporteranno minori impatti e ridurranno la
contaminazione, si prevede un abbattimento del 97% delle attuali emissioni aeree di
particelle solide. L’energia necessaria per il sistema produttivo sarà prodotta in impianti
solari e l’acqua verrà trattata e recuperata, per ottimizzare lo sfruttamento della più scarsa
tra le risorse ambientali del deserto di Atacama. Come già detta l’emissione di polveri della
“Mina Chuquicamata Subterranea” sarà considerevolmente ridotta rispetto alla attuale
situazione, con conseguente miglioramento della qualità della vita di tutti gli abitanti di
Calama e dintorni.
Infine la “Mina Chuquicamata Subterranea” comporterà opportunità di lavoro e sviluppo per
circa 4.000 persone.

6 IMPLICAZIONI PROGRAMMATICO-OPERATIVE

Il rispetto del cronoprogramma di costruzione e sviluppo in sotterraneo della miniera,


richiede una attenta programmazione della produzione con valori di avanzamento giornalieri
e/o mensili piuttosto importanti.
Mantenere una produzione giornaliera di 90 metri per raggiungere la meta dei 130.000 m.
nei quattro anni di costruzione, rappresenta una sfida importante, anche considerando la
partecipazione ai lavori di più imprese; partecipazione che implica impegno logistico ed
organizzativo molto importante.
Attualmente, le restrizioni nelle ore di sparo che limitano le volate alle sole ore di cambio
turno ( 8.00 a.m e 8.00 p.m.), le interferenze con le operazione di sfruttamento a cielo
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aperto e la saltuaria mancanza di disponibilità delle zone di discarica autorizzate, danno


luogo a cicli lavorativi fortemente condizionati con rendimenti limitati.
Particolare importanza rivestono, infine, le tematiche legate ai sistemi di ventilazione sia
nelle fasi transitorie di scavo che nella successiva fase di sfruttamento e coltivazione.
La continua evoluzione dei cantieri di scavo richiede l’adeguamento continuo del sistema di
ventilazione in funzione dell’avanzamento dei lavori e dell’ apertura dei nuovi fronti.
Attualmente i pozzi di ventilazione attivi sono in numero limitato ed in parte ubicati
all’interno dell’attuale miniera a cielo aperto e questi, in presenza di particolari situazioni
barometriche e di coltivazione, non sono sempre in grado di fornire aria sana nella quantità
e qualità necessaria, condizionando ulteriormente le produzioni.

Immagini della miniera a cielo aperto durante le operazioni di coltivazione ed in condizioni


di “stanca” parziale della circolazione naturale d’aria.

La forte pendenza delle rampe di comunicazione fra i vari livelli e con l’esterno, mediamente
dell’ordine del 15%, ha anch’essa una forte incidenza sul rendimento del trasporto dello
smarino alle aree di deposito ed è tra le cause principali dell’aumento della temperatura
all’interno della miniera, in conseguenza del forte riscaldamento dei motori a combustione
interna dei mezzi di trasporto impegnati.
Sebbene la giornata sia suddivisa in due turni di dodici ore, le ore effettivamente lavorate
non sono in media superiori alle 8 per turno.
Per ogni ciclo completo di lavoro che include le fasi di perforazione, caricamento, sparo,
sfumo, disgaggio, rilievo geomeccanico del fronte, consolidamento provvisorio, rimozione
smarino e consolidamento definitivo dello scavo si ottiene un avanzamento medio di circa
3,5 m.
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Per raggiungere questi avanzamenti medi di 3,5 m occorre però disporre da due a tre fronti
attivi. Ciò vuol dire che per ottenere un avanzamento giornaliero equivalente ai 90 metri
totali richiesti dal programma generale, occorre raggiungere le 26 volate giornaliere e
disporre mediamente di 65 fronti attivi contemporaneamente. Bastano questi numeri per
farsi un’idea dell’elevato numero di mezzi ed attrezzature necessari e della complessità
operativa ed organizzativa dei cantieri.
Con il progresso delle operazioni di adeguamento della miniera, l’apertura di nuovi pozzi di
ventilazione e di altri livelli intercomunicanti e lo scemare delle attività produttive a cielo
aperto, le condizioni di lavoro saranno sicuramente facilitate e meno impegnative di quanto
lo siano attualmente, fino a raggiungere le condizioni ottimali richieste per lo sfruttamento a
grande scala del giacimento.

7 CONCLUSIONI

Il progetto strutturale e strategico della “Mina Chuquicamata Subterranea” rappresenta una


parte importante del futuro di Codelco e realizza un eccellente esempio dell’uso efficace
dello spazio sotterraneo nel raggiungimento degli obiettivi di sfruttameno sostenibile delle
risorse naturali. Per mezzo del progetto PMCHS Codelco cerca la concretizzazione degli
obiettivi di rendere sempre più efficiente lo sfruttamento delle risorse minerarie nei prossimi
decenni. Attualmente il 60% della sua produzione mineraria proviene da impianti all’aperto e
solo il 40% da quelli in sotterraneo. Con il progetto di trasformazione in sotterraneo della
Mina Chuquicamata e con i nuovi giacimenti in sviluppo, si vuole invertire queste percentuali
nel medio termine, ottenendo allo stesso tempo un aumento della potenzialità produttiva, la
riduzione dei costi, un miglioramento nel controllo dei rischi operativi e condizioni di lavoro
più salubri.

8 RINGRAZIAMENTI

Gli autori ringraziano la disponibilità di Codelco alla pubblicazione di quest’articolo.

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