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Il bambino nella società contemporanea

Il bambino è diventato nella società contemporanea titolare di diritti


inalienabili, riconosciuti anche dalle carte internazionali, come la vita,
l’educazione e l’istruzione, il rispetto dell’identità individuale, etnica, linguistica,
culturale e religiosa, il diritto a vivere in un ambiente sociale sereno e
gratificante.
Ma a causa del continuo consumismo, dell’uso e getta, la nostra società
considera il concetto di qualità della vita dell’infanzia principalmente sotto
l’aspetto materialistico, considerando il benessere e la felicità del bambino solo
garantendo un elevato numero di giocattoli e altri strumenti massmediologici
propagandati o facendo fare esperienze di tempo libero e di vacanza sempre
più impegnative, materializzando gli aspetti affettivi .
Le conseguenze di tale situazione sono una crescente insoddisfazione, un
profondo senso di frustrazione quando non è possibile soddisfare i propri
desideri materiali a causa delle precarie condizioni familiari.
Ma la realizzazione di una positiva qualità della vita dell’infanzia va ben oltre
l’aspetto materiale, strumentale e tangibile dell’esperienze, anzi deve
osservare e trasmettere quei valori che tanto sono dichiarati ma poco educati,
il cui compito, primo fra tutti, spetta alla famiglia e poi dalla scuola e da tutte
quelle organizzazioni che si impegnano sul piano politico, sociale e umanistico
allo sviluppo armonioso de bambino.
In particolare i bisogni essenziali del bambino sia nei contesti sociali che
familiari attuali sono:

 poter contare su una solidarietà sociale


 svilupparsi sul piano psicologico liberamente
 avere opportunità di istruirsi, di educarsi e di formarsi liberamente
 essere difeso dalle esperienze crudeli e dai messaggi di violenza trasmessi dai
mass-media
 essere destinatario di affetto, di amore
 essere accettato e amato da tutti senza distinzioni di razza, religione o
condizioni economiche

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 essere rispettato
 avere a disposizione spazi, luoghi, tempi, materiali ed opportunità per
svolgere attività educative, ludiche e ricreative
 non essere trascurato sia fisicamente che psicologicamente
 essere aiutato a stimolare l’autonomia di ragionamento e lo sviluppo delle
competenze
 allargare la socializzazione instaurando rapporti interpersonali con coetanei e
adulti stabili e costruttivi.

L’ospedalizzazione del bambino

L’ospedalizzazione del bambino comporta uno sconvolgimento parziale o


totale delle sue abitudini e del suo stile di vita, ma determina anche seri
rischi per il suo sviluppo psicologico.
L’ospedalizzazione interrompe i normali ritmi di vita del bambino, che si
vede allontanato dal suo ambiente familiare e dalle abitudini quotidiane che
rappresentano un’importante fonte di sicurezza.
È di fondamentale importanza creare un ambiente ospedaliero
rassicurante, sicuro e sereno per far sentire a proprio agio il bambino.
La reazione del bambino all’ospedalizzazione dipende da una serie di
variabili tra cui l’età, il grado di maturità, la prognosi, l’atteggiamento dei
familiari e l’esperienza di un bambino di pochi mesi sarà diversa rispetto ad
un bambino che di 5 anni: i bambini più piccoli possono manifestare forme
di aggressività, di chiusura, dir regressione e per alcuni bambini la malattia
è vissuta come una punizione portando il bambino a combattere con uno
stato di ansia continua verso l’esterno.

La Carta dei diritti del bambino in ospedale

il diritto al miglior trattamento medico possibile è un diritto fondamentale,


soprattutto per il bambino.
La seguente Carta indica i diritti del bambino ospedalizzato per migliorare
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la sua condizione e la degenza.
1. Il bambino deve essere ricoverato in ospedale soltanto se l’assistenza di
cui ha bisogno non può essere prestata in alternativa a casa o in
ambulatorio
2. Il bambino in ospedale ha diritto ad avere accanto a sè in ogni momento
(giorno, notte, esecuzione di esami, anestesia, risveglio, terapia
intensiva) i genitori o un loro sostituto adeguato al compito e a loro
gradito
3. L’ospedale deve offrire facilitazioni a tutti i genitori per partecipare
attivamente all’assistenza del loro bambino e devono essere informati
sull’organizzazione del reparto
4. Occorre fare il più possibile per mitigare il loro stress fisico e emotivo e
possibilmente aggregarli per fasce d’età omogenee affinché si possano
tenere in debita considerazione le differenti esigenze di un bambino o di
un adolescente.
5. Il bambino e i suoi genitori hanno il diritto ad essere informati e
coinvolti nelle decisioni relative al trattamento medico e ogni bambino
deve essere protetto da indagini e terapie mediche non necessarie
6. Il bambino non deve essere ricoverato in reparti per adulti e hanno
diritto ad avere a loro disposizione figure specializzate (pediatri,
infermieri pediatrici, psicologi, mediatori culturali, assistenti sociali,
volontari) in grado di creare una rete assistenziale che risponda alle
necessità fisiche, emotive e psichiche loro e della loro famiglia.
7. Il bambino deve avere piena possibilità di gioco, ricreazione e studio
adatta alla sua età e condizione e deve essere ricoverato in un ambiente
strutturato, arredato e fornito di personale adeguatamente preparato
8. Il bambino deve essere assistito da personale con preparazione
adeguata e rispondere alle necessità fisiche, emotive e psichiche del
bambino e della sua famiglia
9. Deve essere assicurata la continuità dell’assistenza da parte dell’equipe
ospedaliera
10Il bambino deve essere trattato con tatto e comprensione e la sua

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intimità deve essere rispettata in ogni momento.

Come gestire la relazione con il bambino

Il bambino deve essere sempre considerato e rispettato e l’approccio deve


essere multidisciplinare, che comprenda l’intervento di medici, infermieri,
psicologi, assistenti sociali, animatori e insegnanti. Solo al contributo d
ognuno di questi professionisti sarà possibile realizzare un percorso di
assistenza e di cura adeguato, affinché il bambino non risenta degli effetti
traumatizzanti legati all’ospedalizzazione e alla malattia.
La fiducia il rispetto, la sincerità sono alla base di una relazione efficace. È
importante che il bambino avverta questi sentimenti da parte dell’operatore
da subito. Il bambino dovrà anche essere adeguatamente informato,
poiché solo se sa cosa gli può accadere diminuisce la tensione, lo spavento,
l’ansia, pertanto l’atteggiamento degli operatori dovrà essere rassicurante
ma allo stesso tempo sincero e determinato.
Inoltre giocando possiamo dare al bambino l’opportunità di apprendere
semplici ma importanti nozioni rispetto alla sua malattia e al trattamento a
cui si dovrà sottoporre, ad esempio simulare di prendere lo sciroppo su una
bambola e poi chiedere alò bambino di fare altrettanto.
È infine opportuno ricordare che tutti gli interventi di informazione,
educazione, supporto emotivo devono essere rivolti anche alla famiglia del
bambino: un genitore emotivamente fragile carica le sue ansie, le sue
paure sul bambino.
Un adattamento positivo del bambino dipende dalla percezione che i
genitori hanno dell’esperienza che il loro figlio sta vivendo .
Un clima familiare sereno disteso contribuisce in modo determinante a
rendere meno spiacevole per il bambino l’esperienza ospedaliera.
La comunicazione nelle sue più svariate forme, le modalità con cui vengono
affrontate situazioni di disagio e sofferenza non devono essere lasciati
all’improvvisazione degli operatori, ma richiedono la conoscenza di tecniche
ben precise, che possono essere acquisite solo con una formazione

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adeguata.

Un ospedale a misura di bambino e le attività ludiche

Affinché i bambini si possano sentire a loro agio e possano affrontare al


meglio l’esperienza della malattia devono trovarsi in un ambiente
ospedaliero quanto più ospitale e rassicurante possibile, per attutire il
trauma del ricovero con l’aiuto di attività ludiche e di animazione.
Per tali motivi risulta di estrema importanza anche la creazione di spazi
idonei all’interno dei quali i bambini abbiano la possibilità di giocare. Il
gioco infatti rappresenta una componente essenziale della vita de bambino
e contribuisce a promuovere la crescita e lo sviluppo. Deve essere fatta
una scelta adeguata anche del materiale ludico per rendere meno
traumatizzante l’esperienza del ricovero e quindi favorire la guarigione del
bambino. Attraverso il gioco si vivono nuove esperienze, viene mantenuta
l’immaginazione, si riesce a esprimere sentimenti difficili come la paura o
l’aggressività.
È bene favorire le attività di gruppo, la lettura, il disegno, la pittura, la
musica guidate in modo corretto con operatori specializzati e proposti
proporzionalmente all’età del bambino, al suo sviluppo psicologico e al suo
attuale stato di emotività.

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