Sei sulla pagina 1di 4

Miti cosmogonici Europei

Il termine mito viene dal greco mythos: significa discorso che racconta in modo
favoloso, poetico, contemplativo la realtà. Esistono vari tipi di miti: cosmogonici,
teogonici (generazione degli dei) ,eziologici( generazione di nomi umani) e i miti
legati all’origine di un fenomeno naturale. Una forma narrativa particolare
caratterizante del mito è l'archetipo, ovvero strutture ancestrali e costanti
nell’esperienza umana, in diverse culture.L'archetipo è anche un pensiero appartenente
alla psicoanalisi. Come sosteneva Freud infatti, questo concetto definisce la tendenza
umana a usare la stessa «forma di rappresentazione a priori» contenente un tema
universale strutturante la psiche, comune a tutte le culture ma rappresentato in varie
forme simboliche.In particolare abbiamo analizzato i miti cosmogonici Europei,
quindi quelli di creazione.L’esigenza di rispondere alle grandi domande sull’origine
dell’universo e dell’uomo, sull’alternarsi delle stagioni, sui fenomeni naturali, sulla
vita, la morte e il dolore, sul destino, ha indotto l’uomo a fornire spiegazioni a tutte
queste domande. Specialmente, In Europa,dal 1900 al 1550 a.C,tutti i popoli hanno
elaborato miti cosmogonici; i più antichi miti risalgono, presumibilmente, all’ età
neolitica, quando le credenze religiose erano basate sul culto della dea Madre, ovvero
una divinità femminile primordiale.Il mito europeo trova la sua origine nell’antica
grecia, ma in seguito si sviluppò anche in altri territori.
The term myth comes from the Greek mythos. A particular narrative form
characterizing the myth is the archetype. The European myth has its origins in ancient
Greece, but later also developed in other territories.
Miti Finlandesi:
Tra i miti cosmogonici europei ci sono anche quelli finlandesi. All'inizio del tempo,
negli ampi recinti dell'aria, sotto la volta di un cielo infinito, si muoveva una eterea e
leggiadra fanciulla. Ella era Ilmatar, la Figlia dell'Aria, così chiamata perché aveva
preso vita spontaneamente nell'elemento aereo. Altri la chiamano tuttavia Luonnotar,
la Figlia della Natura, forse perché la sua essenza si confondeva con gli elementi di
cui era parte. Ilmatar era sola e mai accompagnata. Per lungo tempo, ella rimase
vergine, galleggiando nell'aria limpida. Finché Ilmatar si annoiò di questa vita e
discese lentamente verso il basso, calandosi sulle onde di un mare infinito. Si distese
sulle onde e si addormentò. Il vento la fecondò, il mare la ingravidò. E fu così che
Ilmatar, la figlia dell'aria, concepì un figlio. Fu lunga e penosa la sua gravidanza. Le
doglie la angosciavano oltre ogni dire, ma ella non riusciva a dare alla luce la creatura
che portava in seno. Cominciò allora a piangere, a disperarsi e ad invocare Ukko, il
dio supremo, affinchè l’avrebbe soccorsa. Comparve allora tra le nubi un uccello.
Alcuni dicono fosse un'anatra, altri un gabbiano, il volatile, però, era molto stanco e
cercava un posto dove posarsi. Luonnotar sollevò lentamente un ginocchio fuori dalle
acque e l’uccello si posò proprio sul ginocchio pensando fosse un’isoletta e lì fece il
suo nido. Depose sei uova d’oro e uno di ferro e le covò per un giorno, per due giorni,
per tre giorni. Le uova diventavano sempre più calde. Al quarto giorno, però, la Fata
non riuscì più a sopportare il calore di esse così si muovette di colpo e le uova
rotolarono e si ruppero. Ecco che accadde una cosa meravigliosa: il guscio delle uova
d’oro si ingrandì e formò la volta del cielo e la superficie curva della Terra. I tuorli
rossi formano gli astri: il Sole, la Luna, le Stelle. I piccoli frammenti dell'uovo di ferro
diventarono nuvole. Luonnotar si sollevò e diede inizio alla creazione. Dove tirava
con le mani sorgevano le colline e le montagne. Dove i suoi piedi schiacciavano il
terreno, si formavano valli e abissi marini. Poi Luonnotar si distese sulla terra e con le
braccia formò le pianure. Tornò nel mare e nuotando sul dorso lasciò cadere pezzi di
terra che formarono le isole. Così nasce il mondo. La figura eterea, evanescente,
bellissima di Ilmatar è già fonte di perplessità per il mitografo, in quanto il mito
cosmogonico finnico, riportato dal Kalevala, sembra non avere analogie con altri miti
europei. Il mito di Ilmatar è essenzialmente un mito di scoperta, di conoscenza, di
realizzazione che principia, per Ilmatar, dalla presa di coscienza di sé stessa, per poi
estendersi a tutto il mondo circostante. Il Kalevala è un poema epico composto nella
metà dell'Ottocento, sulla base di poemi e canti popolari della Finlandia. My myth talk
about the nature fairy, Luonnotar or Illmatar who creates the world.
Mito degli Inuit
Gli Inuit sono una popolazione che ancor oggi abita al Polo Nord.Dio sotto forma di Corvo
creò il mondo. Quando le acque spinsero il terreno su dalle profondità il Corvo lo beccò e
mise nel posto giusto. La prima terra era grande abbastanza per una sola casa occupata da una
sola famiglia: un uomo, sua moglie, i loro figli. Il padre aveva una sacca appena sopra il suo
letto. Dopo che il Corvo ebbe molto pregato il padre, questi permise al figlio di giocarci.
Mentre il Corvo giocava danneggiò la sacca e una luce uscì. Il padre che non voleva tutta
quella luce prese la sacca dalle mani del figlio prima che potesse danneggiarla ulteriormente.
Questa lotta è all'origine del giorno e
della notte.
Inuit's mith talks about God that in subform of a crow creates the alternation of day and night.

Mito dei popoli nordici


Nella mitologia norrena Ymir è stato il primo gigante del ghiaccio e una
figura fondamentale della cosmogonia e cosmologia norrena. Il suo
nome significa Urlatore A volte viene anche chiamato Aurgelmir il che
significa Vaglio sabbia/ghiaia. nasce dalle gocce di veleno che
sortiscono fuori dagli Elivágar. Ymir non aveva genitori e non aveva
nemmeno nessuno con cui interagire o procreare. Tutto ciò che aveva era
la mucca Audhumla, che lo allattava e lo nutriva con il suo latte. Anche la
mucca era stata creata da gocce di ghiaccio fuso che si erano unite. Le
sue mammelle producevano quattro fiumi di latte che lui beveva. Mentre
dormiva, dal sudore di Ymir nacquero altre creature: sotto il braccio
sinistro si formarono un uomo e una donna, mentre dall'unione dei suoi
piedi crebbe un essere dotato di sei teste. Odino, Vili e Vé uccisero il
gigante Ymir e il suo sangue sommerse quasi tutti i thursi (i giganti NdA)
della brina, tranne uno: Bergelmir infatti riuscì a fuggire con la sua
famiglia su una barca, e da lui discendono tutte le stirpi dei giganti della
brina. I figli di Bor usarono il corpo di Ymir per creare l'universo. Questo
universo era fatto di
nove mondi. Loro posero il corpo sul vuoto chiamato Ginnungagap,
usarono la sua carne per la creazione della terra e il suo sangue per il
mare. Il suo teschio , tenuto su da quattro nani (Nordri Nord, Sudri Sud,
Austri Est, e Vestri Ovest), fu usato per creare il paradiso. con le sue ossa
crearono le montagne, con i suoi capelli gli alberi Quindi usando scintille
da Muspelheim, gli dei crearono il sole, la luna e le stelle. Una volta
creato il mondo, gli dèi si recarono sulla spiaggia e lì trovarono due
tronchi d'albero. Allora li raccolsero e decisero di farne due esseri umani:
Odino diede loro spirito e vita, Vili saggezza e movimento e Vé forma,
parola, udito e vista. L'uomo si chiamò Askr, la donna Embla. furono
creati da tronchi (d'albero?).In seguito gli dèi avvolsero l'oceano attorno
alla terra, quasi fosse un anello, che divenne un limite invalicabile per
l'uomo. Presero anche le scintille provenienti da Muspell e assegnarono
ad alcune una posizione fissa nella volta celeste, mentre ad altre una
posizione variabile, ed esse costituirono così le stelle fisse e mobili.

Il Ragnarök e il Valhalla

Reso popolare da Richard Wagner come il “crepuscolo degli dei”, il Ragnarök comprende
una serie di avvenimenti raccontati da diverse fonti e poi raccolti nell’Edda poetica. Lo
scontro finale, influenzato dall’apocalisse cristiana, conduce alla distruzione degli dei e alla
rinascita di una nuova generazione di divinità. Il Ragnarök scatena una lotta tra creature
mitologiche, tra gli dei e i guerrieri morti, scelti per il Valhalla e gli avversari, capeggiati da
Loki e i giganti. Il lupo Fenrir, figlio di Loki, lotterà al suo fianco in battaglia e ucciderà
Odino. L’archeologia offre ulteriori elementi della vita quotidiana dei vichinghi che,
verosimilmente, confermano la credenza in elementi peculiari, come il Valhalla. Quello che
potrebbe essere descritto come il paradiso norreno è immaginato come un palazzo dove, per
tutto il giorno, i guerrieri caduti in combattimento e scelti da Odino, gli einherjar, si
preparano a lottare. Coloro che sono morti durante lo scontro tornano in vita di notte e si
uniscono ai festeggiamenti voluti dal signore dei cieli. Era proprio Odino a selezionare le
migliori donne e i migliori uomini caduti in battaglia. Nella scelta degli eletti poteva contare
sull’aiuto delle valchirie, dee guerriere alate che conducevano i guerrieri fino al palazzo e
che, durante la festa notturna, gli servivano l’idromele.

The Ragnarök unleashes a fight between mythological creatures, between the gods and the
dead warriors, chosen for Valhalla and the opponents, headed by Loki and the giants. The
wolf Fenrir, son of Loki, will fight alongside him in battle and kill Odin.

Potrebbero piacerti anche