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5 novembre

TUTTI I SANTI DELLE CHIESE PARTICOLARI DELLA TOSCANA


TUTTI I SANTI DELLE REGIONI CONCILIARI

In Toscana: Memoria

Fin dai primi secoli è in uso nella Chiesa la celebrazione dei santi locali. L'Eucaristia veniva
offerta sulle tombe dei martiri, poi le loro reliquie vennero poste in ogni altare in una piccola cavità
chiamata "sepolcro".
In seguito furono venerati anche santi non martiri, ma sempre nella chiesa locale dove erano
vissuti, dove erano sepolti
A poco a poco il culto dei santi si diffuse anche in altre chiese ed è ora invalso l'uso di celebrare
insieme tutti i santi della chiesa regionale, cioè di tutte le diocesi di una data regione conciliare. In
Toscana, come nella maggior parte delle regioni conciliari, questa celebrazione è fissata per il 5
novembre. Un’unica memoria con la quale la Chiesa locale si allieta nel ricordo dei Santi e nella
venerazione delle loro Reliquie, contemplando in essi l’opera misteriosa del Padre e nei loro corpi
santi la promessa della immortalità futura.
Per volontà e in segno di sicura predilezione del Padre, con la forza creatrice del suo Spirito,
il Cristo risorto ha trasmesso l’abbondanza della sua vita divina a numerosi suoi seguaci e nostri
fratelli nella fede delle Chiese locali della Toscana, così benedette e rese feconde di santità. Tutte
insieme – con un’unica celebrazione disposta per l’intera Regione ecclesiastica (Sacra Congregazione
per il Culto Divino, Decreto n. 388/75, 7 marzo 1975) – esse si allietano oggi del ricordo comune,
della venerazione e intercessione molteplice di tutti i loro figli migliori, entrati già a far parte
dell’assemblea festosa dei Santi.

Si riporta qui la liturgia dal Proprio della Regione Toscana.

Dalla feria corrente, eccetto quanto segue:


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INVITATORIO

Ant. Nella memoria di tutti i Santi di Toscana


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lodiamo il Signore nostro Dio.

Salmo invitatorio come nell’Ordinario


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Ufficio delle letture

INNO
Vi salutiamo, o Santi
di questa nostra terra,
cittadini del cielo
fioriti dalla Croce,

La Trinità beata
vi riveste di gloria;
vi circonda l’amore
della Madre di Dio.

Avvolti nella luce


delle angeliche schiere
siete immersi nel gaudio
che fluisce in eterno.

O gloriosi virgulti
dell'albero di vita,
sostenete i fratelli
deboli e pellegrini.

Uno e Trino Signore,


per queste membra vive
nuovo vigore infondi
nel corpo della Chiesa. Amen.

Oppure: inno del giorno dal salterio.

PRIMA LETTURA dal proprio del tempo

SECONDA LETTURA

Dalle Orazioni di santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa.


(dalle «preghiere ed elevazioni» a cura di I. Taurisano, Roma,1932: elev. XV, p. 140
e elev. VII, p. 95, con piccoli aggiustamenti testuali)

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Le virtù dei Santi sono frutto dell’albero della vita, cioè del Verbo Incarnato
Redentore.

O alta ed eterna Trinità, o Trinità, eterna deità, amore! Noi siamo alberi di morte,
e tu sei albero di vita. O deità eterna, che meravigliosa cosa è vedere, nel lume tuo,
l'albero puro della tua creatura, che hai tratta da te, somma purità, con pura innocenza!
E l'hai unita e piantata nell'umanità, che tu formasti del limo della terra. Hai fatto
quest'albero libero, tu hai dato i rami a quest’albero, cioè le potenze dell'anima: la
memoria, l’intelletto e la volontà.
Ma questo albero, perché si allontanò dall'innocenza, per la disobbedienza
cadde, e d'albero di vita, diventò albero di morte., onde non produceva frutti altro che
di morte; per la qual cosa tu, alta ed eterna Trinità, come ebbro d’amore e pazzo della
tua creatura, vedendo che quest’albero non poteva fare frutto altro che di morte perché
era separato da te, gli desti il rimedio con quel medesimo amore, con cui tu l'avevi
creato, innestando la deità tua nell'albero morto della nostra umanità.
O dolce e soave innesto! Tu somma dolcezza ti sei degnato di unirti con la nostra
amarezza; tu splendore, con le tenebre; tu sapienza, con la stoltezza; tu vita con la
morte, e tu infinito, con noi finiti! Chi ti costrinse a questo per renderle la vita, avendoti
la tua creatura fatta tanta ingiuria? Solamente l'amore, come si è detto; e per questo
innesto ai dissolve la morte.
E bastava alla tua carità d'aver fatta con lei questa unione? No; perciò tu, Verbo
eterno, inaffiasti quest'albero con il sangue tuo. Questo sangue per il suo calore lo fa
germinate, se l'uomo col libero arbitrio innesta sé in te, e con te unisce e lega il cuore
e l'affetto suo, legando e fasciando questo innesto con la fascia della carità, e seguitando
la dottrina tua. Infatti noi non possiamo né dobbiamo seguire il Padre, perché lui non
sostenne pena, mentre ci dobbiamo conformare e innestare in te, o Verbo, per la via
delle pene, della croce e dei santi desideri, cosicché per te, vita, produciamo frutto di
vita, se noi ci vogliamo innestare in te. E così si vede che tu creasti noi senza di noi,
ma non ci vuoi salvare senza di noi.
Quando noi siamo innestati in te, allora i rami che tu hai dato all’albero nostro
producono i frutti loro: la memoria si empie del continuo ricordo dei benefici tuoi,
l’intelletto si specchia in te per conoscere perfettamente la verità e la volontà tua, e la
volontà vuole amare e seguire quello che l’intelletto ha veduto e conosciuto. E così l’un
ramo porge i suoi frutti all’altro, e l’uomo, per la conoscenza che ha di te, meglio
conosce e odia se medesimo, cioè la propria sensualità.
O amore, inestimabile amore, ammirabili sono le cose che tu hai operato nella
tua creatura che ha in sé la ragione!
L’anima, che nel lume tuo vede la luce, gode degli svariati e infiniti modi e vie
che vede nei tuoi servi. Infatti, benché essi vadano per diverse vie, nondimeno tutti
corrono per la strada del fuoco della tua carità. Alcuni li vediamo correre per la via
della penitenza, fondati nella mortificazione del corpo loro; altri fondati nell’umiltà e
nell’uccidere la propria volontà. Altri in una fede viva; altri nella misericordia e altri
tutti dilatati nella carità del prossimo, abbandonando sé medesimi.

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RESPONSORIO Cfr. 1 Cor 12, 27; Rm 11,24-27; Ap 22, 14. 2

R. Costoro, corpo di Cristo e sue membra,ciascuno per la sua parte, * sono innestati su
un olivo buono, diventando così partecipi della sua radice e della sua linfa.
V. Avranno parte all’albero della vita, che produce i suoi frutti e le cui foglie servono
a guarire le nazioni.
R. Sono innestati su un olivo buono, diventando così partecipi della sua radice e della
sua linfa.

Oppure:

Dall’Esortazione Apostolica «Rallegratevi nel Signore» di San Paolo VI, papa


(IV, brani scelti; AAS 67, [1975], p. 304-309)

I Santi sperimentano e manifestano la gioia cristiana

La gioiosa speranza, attinta alle sorgenti stesse della parola di Dio, è, dopo venti
secoli, una fonte di gioia che non ha cessato di zampillare nella Chiesa e specialmente
nel cuore dei Santi. La loro esperienza spirituale, secondo la diversità dei carismi e
delle vocazioni particolari, illumina il mistero della gioia cristiana.
Dopo la Vergine Maria, la piena di grazia, la Madre del Salvatore, che,
eminentemente associata al sacrificio del Servo innocente, era anche aperta senza alcun
limite alla gioia della risurrezione, noi incontriamo l’espressione della gioia più pura e
più ardente là dove la croce di Gesù viene abbracciata con l’amore più fedele: presso i
martiri, ai quali lo Spirito Santo ispira, al culmine stesso della prova, un’attesa
appassionata della venuta dello Sposo. In realtà la forza della Chiesa, la certezza della
sua vittoria, la sua allegrezza quando celebra il combattimento dei martiri, provengono
dal fatto che essa contempla in loro la fecondità gloriosa della croce.
«Nella casa del Padre - peraltro - vi sono molti posti» (Gv 14, 2) e, per coloro
cui lo Spirito Santo consuma il cuore, vi sono diverse maniere di morire a se stessi e di
accedere alla gioia santa della risurrezione. L’effusione del sangue non è l’unica via.
Ma la lotta per il Regno include necessariamente il passaggio attraverso una passione
d’amore: ne hanno parlato egregiamente i maestri di spirito, le cui esperienze interiori,
pur nella diversità delle tradizioni mistiche, attestano un medesimo itinerario
dell’anima «per crucem ad lucem» e «da questo mondo al Padre» (Gv 13, 1) nel soffio
vivificante dello Spirito. E ciascuno di questi maestri di spirito ci ha lasciato un
messaggio sulla gioia.
Nella vita dei figli della Chiesa, questa partecipazione alla gioia di Cristo Signore
non si può dissociare dalla celebrazione del mistero eucaristico, in cui essi sono nutriti
e dissetati dal suo Corpo e dal suo Sangue. Di fatto, in tal modo sostenuti come
viandanti sulla strada dell’eternità, essi già ricevono sacramentalmente le primizie della
gioia escatologica.

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Collocata in una prospettiva simile, la gioia ampia e profonda che fin da quaggiù
si diffonde nel cuore dei veri fedeli, non può che apparire «diffusiva di sé», proprio
come la vita e l’amore, di cui essa è un sintomo felice.
Essa dà al cuore un’apertura cattolica sul mondo degli uomini, mentre gli fa
sentire, come una ferita, la nostalgia dei beni eterni.
Essa è in serena tensione tra l’istante della fatica terrena e la pace della dimora
eterna, conforme alla legge di gravità propria dello Spirito (come dice Ireneo): «se
dunque, già fin d’ora, noi “gridiamo: «Abbà, Padre!»” (Rm 8, 15) perché abbiamo
ricevuto questi pegni (dello spirito di figli), che cosa sarà mai, quando risuscitati noi lo
vedremo «faccia a faccia?» (1 Cor 13, 12)».
Quando tutte le membra, a ondate riversantesi, faranno sgorgare un inno di
esultanza, glorificando colui che le avrà risuscitate dai morti e gratificate dell’eterna
vita? Di fatto, se semplici pegni che avvolgono in se stessi l’uomo da tutte le parti lo
fanno esclamare: «Abbà, Padre!», che cosa non farà mai la grazia completa dello
Spirito, quando sarà data definitivamente da Dio agli uomini? Essa ci renderà simili a
lui e compirà la volontà del Padre, perché renderà l’uomo a immagine e somiglianza
di Dio. Fin da quaggiù, i Santi ci danno un pregustamento di questa somiglianza.

RESPONSORIO Is 65, 18; Mt 5, 12

R. Si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare * e farò di Gerusalemme una
gioia, del suo popolo un gaudio.
V. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
R. E farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo un gaudio.

Orazione come alle Lodi mattutine

Lodi mattutine

INNO
Beate le dimore
ispirate al ricordo,
all’esempio e all’amore
del Signore e dei Santi!

O padri venerati
delle Chiese toscane,
pastori santi invoca
il popolo di Dio;

O coniugi esemplari,
coeredi del cielo,
splenda nelle famiglie
fede sincera e pace.
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Testimoni di Cristo,
obbedianti al Vangelo,
purezza e povertà
ottenete alla Chiesa.

O Trinità perfetta,
a te lode perenne;
accogli con i Santi
noi tutti nel tuo Regno! Amen.

Oppure: Inno del giorno dal salterio.

LETTURA BREVE Rm 8, 14. 16-17

Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. Lo
Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo
anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo.

RESPONSORIO BREVE

R. Figlio, tu sei sempre con me: * tutto ciò che è mio è tuo.
Figlio, tu sei sempre con me: tutto ciò che è mio è tuo.
V. Prendi parte alla gioia del tuo padrone-
Tutto ciò che è mio è tuo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Figlio, tu sei sempre con me: tutto ciò che è mio è tuo.

Ant. al Ben. Godete e regnate insieme con Cristo,


o fratelli nostri ormai gloriosi!
Quaggiù riportaste con lui vittoria sul peccato:
ora i vostri nomi sono scritti nei cieli.

INVOCAZIONI

Lodiamo e glorifichiamo il Signore Gesù, Maestro e modello divino di ogni perfezione,


da cui la santità della vita trae origine e pienezza:
Gloria a te, Signore, corona di tutti i Santi.

Tu, che hai amato la Chiesa come tua sposa, e hai dato te stesso per santificarla,
– manifesta la santità di questa nostra Chiesa con i frutti della grazia che lo Spirito
Santo produce nei fedeli.

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Tu, che hai voluto che la Beatissima Vergine risplendesse come ideale di virtù davanti
a tutta la comunità degli eletti,
– concedici che, contemplando l’arcana santità di lei, possiamo ogni giorno, vittoriosi
sul peccato, crescere nella santità.

Tu, che hai condotto i nostri fratelli, secondo lo stato di vita di ciascuno, allaperfezione
della carità,
– guida anche noi, per loro intercessione, alla pienezza della vita cristiana.

Tu, che nel battesimo della fede ci hai reso veramente figli di Dio, partecipi della natura
divina, e perciò santi,
– fa’ che perfezioniamo, vivendola, la santità che abbiamo ricevuta.

Tu che hai detto «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste»,
– manda su di noi lo Spirito Santo, che ci muova dall’intimo ad amare il Padre con
tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta lamente, con tutte le nostre forze.

Padre Nostro.

ORAZIONE

O Padre, divino agricoltore, per te la nostra terra ha dato in ogni tempo copiosi
frutti di santità: fa’ che risplenda ancora tra noi la tua parola, perché cresca in numero
e carità apostolica il popolo a te consacrato. Per il nostro Signore.

Ora media

Dal salterio del giorno.

Vespri

INNO come alle Lodi mattutine

LETTURA BREVE Rm 12, 5-8

Pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte
siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data
a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciri secondo la misura della fede;
chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi
l’esortazione, all’esortazione. Chi da’, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia
con diligenza; chi fa opere di misericordia, lecompia con gioia.

RESPONSORIO BREVE

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R. Secondo la misura del dono di Cristo * a ciascuno di noi è stata data la grazia.
Secondo la misura del dono di Cristo a ciascuno di noi è stata data la grazia.
V. Al fine di santificare il suo corpo
a ciascuno di noi è stata data la grazia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Secondo la misura del dono di Cristo a ciascuno di noi è stata data la grazia.

Ant. al Magn. Voi tutti servi di Dio,


magnificate con noi il Signore:
egli solo ha compiuto in voi grandi meraviglie,
perché testimoniaste alla vostra discendenza
la via che conduce alla vera vita.

INTERCESSIONI

Mentre il giorno volge al declino, non si affievolisca nei nostri cuori la luce della fede
e della speranza; per questo, venerando i fratelli nostri di Toscana divenuti
cittadini del cielo, con preghiera unanime invochiamo il Figlio di Dio:
Ricordati, Signore, della tua Chiesa.

Signore Gesù, che hai riunito neltuo Regno tanti nostri concittadini santificati nel
combattimento del martirio, nella verginità gloriosa, nella testimonianza resa al
tuo nome,
– concedi anche a noi di desiderare sinceramente ciò che è buono e giusto, per non
essere mai separati dal tuo amore.

Servo sofferente di Dio, tu hai suscitato nella nostra terra una mirabile fioritura di
anime fedelia te e alla Chiesa, sensibili alle speranze e alle ansie degli uomini;
– guida i nostri passi e i nostri cuori a sollevare efficacemente i fratelli oppressi
dall’afflizione.

Sacerdote sommo, che hai affidato il servizio pastorale delle nostre Chiese a vescovi,
presbiteri e diaconi santi,
– per loro intercessione riscattaci con la tua passione vittoriosa e nutri col cibo
eucaristico le pecorelle del tuo gregge, perché il nemico non abbia a rapirle o
ucciderle.

Profeta del Regno di Dio, ti hai proclamato beati i poveri in spirito, i miti, gli afflitti, i
misericordiosi, gli operatori di pace, i puri di cuore, i perseguitati per causa della
giustizia;
– donaci la grazia di essere talmente penetrati dal tuo Spirito e rivestiti di te, Verbo
Incarnato, da consacrare il mondo attraverso la testimonianza del Vangelo.

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Agnello di Dio, tu che sei luce perenne della Gerusalemme celeste, tu che chiami
all’eredità della gloria imperitura i rigenerati nel tuo sangue e nell’acqua
battesimale,
– ammetti alla comunione coni tuoi Santi i nostri fratelli defunti, perché insieme ti
lodino in eterno col Padre e con lo Spirito Santo.

Padre Nostro.

ORAZIONE

O Padre, divino agricoltore, per te la nostra terra ha dato in ogni tempo copiosi
frutti di santità: fa’ che risplenda ancora tra noi la tua parola, perché cresca in numero
e carità apostolica il popolo a te consacrato. Per il nostro Signore.

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