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Comune di:

LETTOMANOPPELLO (PE)

OGGETTO:
RAPPORTO D’INDAGINE PRELIMINARE
DISCARICA “MAZZAMORO” PE230010

Relatori

Geologo CICCONE Giovanni


Geologo GIANBERARDINO Camillo

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INDICE

1.0) PREMESSA

2.0) ANAGRAFICA DELLA DISCARICA

3.0) CARATTERISTICHE DELLA DISCARICA

4.0) INQUADRAMENTO GEOLOGICO

5.0) INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

6.0) INDAGINI GEOGNOSTICHE

6.1 INDAGINI INDIRETTE


6.1.1 CENNI TEORICI SUL METODO
6.1.2 MODALITA’ DI ACQUISIZIONE
6.1.3 ELABORAZIONE DATI
6.1.4 RISULTATI

6.2 INDAGINI DIRETTE

7.0) CARATTERI IDROGEOLOGICI

7.1 REGIME PLUVIOOMETRICO E INFILTRAZIONE


7.2 IDROGRAFIA

8.0) ANALISI

9.0)CONCLUSIONI

Figura 1 : Stralcio Carta Topografica IGM scala 1:25000

Figura 2 : Stralcio Ortofotocarta scala 1:2000

Figura 3 : Stralcio Carta Geologica Foglio 361 Chieti

Figura 4 : Stralcio Carta Geomorfologia scala 1:25000

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ALLEGATI

ALLEGATO 1 : Ubicazione delle indagini indirette e dirette


ALLEGATO 2 : Sezioni Geoelettriche 2D.
ALLEGATO 3 : Sondaggio geognostico
ALLEGATO 4 : Foto Casette catalogatrici
ALLEGATO 5 : Sezione Geologica schematica
ALLEGATO 6 : Certificati Analisi Laboratorio
ALLEGATO 7 : Distribuzione degli eventuali inquinanti nelle matrici ambientali indagate

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1 PREMESSA

Il presente studio consiste nel rapporto d’indagine preliminare del sito ubicato nel comune
di Lettomanoppello (PE), in località “F.sso Sant’ Angelo Mazzamoro”, sigla, ex DGR
1529/2006, PE230010.
Scopo del lavoro è l’analisi della qualità delle matrici ambientali, sottosuolo e acque
sotterranee, del sito in esame, al fine di fornire un supporto al Comune nel cui territorio
ricadono le discariche censite dall’ARTA e dal Corpo Forestale in modo da valutare la
necessità d’inserimento dello stesso sito nell’Anagrafe Dei Siti Potenzialmente
Contaminati, istituita dalla Regione Abruzzo (D.M. 471/99).
“La Regione Abruzzo, infatti, intende perseguire politiche che si pongano obiettivi di tutela
ambientale attraverso una puntuale attuazione delle normative nazionali e/o comunitarie”.
In particolare intende realizzare interventi per la bonifica dei siti inquinati. Tramite due
Leggi Regionali (LR 146/98 e LR 85/2000) la Regione Abruzzo ha stabilito il riparto dei
fondi per azioni di recupero ambientale nelle aree “degradate e potenzialmente degradate”.
La prima di queste azioni consiste in approfondite indagini “in situ”, tese a caratterizzare o
pre-caratterizzare i siti inquinati, potenzialmente inquinati, siti industriali dimessi, interessati
da inquinamento diffuso, inquinamento da amianto, siti contaminati o potenzialmente
contaminati da PCB, PCT, ecc.
La precaratterizzazione del sito in studio è stata realizzata in conformità con le “Linee
Guida per la verifica dello stato di qualità ambientale delle aree di discarica”, così come
riportate nell’Allegato A della Determina n. DN3/28 del 06/03/2007 e in riferimento alla
Determina DN3/80 del 19.06.2007 – Regione Abruzzo.
Le indagini preliminari, inoltre, sono state svolte nel rispetto di quanto stabilito nel DGR n°
1529/2006, Allegato tecnico 1, punti 4, 5.
Ai fini della valutazione della qualità delle matrici ambientali, il presente lavoro è stato
articolato secondo le seguenti attività d’indagine:

• Acquisizione e raccolta dati sui rifiuti abbancati relativamente alla loro tipologia e
quantità (verifica ed eventuale integrazione dei dati già forniti dal Comune ai tecnici
ARTA all’atto dell’effettuazione del censimento riportato nell’appendice A alla
delibera n. 1529 del 27/12/2006);
• Indagini indirette (metodi geofisici ed in particolare metodi geoelettrici);
• Indagini dirette in sito (sondaggi e istallazione piezometri) e relativo
campionamento;

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• Campionamento delle acque sotterranee dalla rete di piezometri e da eventuali
pozzi presenti nell’intorno della discarica;
• Rilievo piezometrico e ricostruzione morfologia della falda;
• Analisi di laboratorio dei campioni di terreno e di acque sotterranee.
Le informazioni cosi raccolte, unitamente alle risultanze dei rilevamenti di superficie, hanno
permesso di definire le condizioni geologiche e idrogeologiche del sito e di programmare
un corretto piano delle indagini da effettuare per la quantificazione esatta dell’eventuale
grado di inquinamento.
Il sito è ubicato sul Massiccio della Maiella ad una quota di 600 m. s.l.m.
Nelle immagini seguenti Figura 1 e Figura 2 è riportata rispettivamente l’ubicazione
dell’area su uno stralcio della carta IGM scala 1:25000 e su ortofotocarta a scala 1:2000.

UBICAZIONE SITO

Figura 1

Figura 2

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2.0 ANAGRAFICA DELLA DISCARICA

- Denominazione
Ex Discarica comunale identificata da scheda ARTA ABRUZZO ex DGR 1529/2006
con codice PE230010
Denominazione sito: Discarica Mazzamoro

- Indirizzo e recapito del Comune


Comune di Lettomanoppello
Piazza Umberto I
65020 Lettomanoppello (PE)
tel. 0858570755 – fax. 085.8570134

- Informazione di carattere localizzativo del sito


Località: Fosso S.Angelo – Mazzamoro
La discarica è situata a sud dell’abitato di Lettomanoppello ed è raggiungibile dalla
Strada Provinciale Scafa – Passolanciano tramite una strada comunale non
asfaltata.

Coordinate geografiche: (gradi sessagesimali)

LATITUDINE 42° 12’ 52’’ N


LONGITUDINE 14° 02’ 46’’ E

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3.0 CARATTERISTICHE DELLA DISCARICA

- Origine giuridica della discarica,


Discarica abusiva realizzata precedentemente alla data di entrata in vigore del
D.P.R. 915/82.

- Origine temporale della discarica, viene specificato l’anno di inizio coltivazione e


l’anno di cessazione del suo utilizzo con l’importante annotazione dell’anno (o degli
anni) in cui si avuta una modificazione di quello che può essere definito “status
giuridico della discarica” (ad es. regolarizzazione di una discarica abusiva e
utilizzato successivamente mediante ordinanze sindacali)
Anno di inizio coltivazione : 1970
Anno di cessazione dell’utilizzo : 1975
Variazione status giuridico :

- Caratteristiche geometriche della discarica


Larghezza in m 40
Lunghezza in m 20
Profondità in m
Superficie in mq : 800
Volume in mc :
Tipologia della misurazione : Misurata

- Caratteristiche dei rifiuti smaltiti in discarica


Caratteristiche rifiuti smaltiti in discarica : RSU ed assimilabili, Rifiuti pericolosi quali
veicoli fuori uso e materiali ferrosi.

Rifiuti solido urbani: 90%


Rifiuti speciali non pericolosi:
Rifiuti speciali pericolosi: 10%

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Foto 1 : Rifiuti smaltiti in discarica “Mazzamoro”

Foto 2: Altra immagine dei rifiuti smaltiti nella discarica “Mazzamoro”

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- Caratteristiche costruttivo-realizzative della discarica (impermeabilizzazione del
fondo e delle pareti, fossi di intercettazione e raccolta delle acque piovane, sistemi
di drenaggio e trattamento del percolato, sistemi di coltivazione utilizzati, sistemi di
chiusura e/o tombamento, ecc.)
La discarica oggetto del rapporto non presenta nessun intervento di
impermeabilizzazione del fondo né fossi di intercettazione e raccolta delle acque
piovane né sistemi di drenaggio e/o trattamento del percolato.
I rifiuti venivano riversati direttamente nel Fsso Sant’Angelo.

- Indicazione quali-quantitativa afferente la localizzazione della discarica


rispetto a obiettivi sensibili (corsi d’acqua, laghi, mare, sorgenti di acqua potabile,
abitazioni, strade, case di cura, ospedali , scuole, ecc.)
La Discarica oggetto di questo rapporto preliminare è situata all’interno del Parco
Nazionale della Maiellla a Sud dell’abitato di Lettomanoppello.
A valle dell’area esaminata, lungo Fsso Sant’Angelo, è presente un torrente a
carattere stagionale, verso Est risalendo lo stesso Fsso Sant’Angelo sono presenti
diverse sorgenti di acqua potabile

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4.0 INQUADRAMENTO GEOLOGICO

La zona oggetto di questa indagine preliminare è situata nel territorio del comune di
Lettomanoppello ed è ubicata nel massiccio della Maiella ad una quota di circa 600 m
s.l.m.
Il sito ricade nei depositi appartenenti alla Formazione Bolognano del Cretacico Superiore
– Messiniano e in particolare al Membro Calcarenitico BOL3 costituito da Calcareniti a
grana media e fine di colore biancastro in strati da decimetrici e metrici e calcari marnosi
avana e grigio sottili, lo spessore varia da decine di metri fino a circa 100 metri, e al
Membro Marnoso BOL2 affiorante presso Fsso Sant’Angelo costituito da calcari marnosi,
marne, marne calcaree biancastre, grigie ed avane e calcareniti bioclastiche fini a matrice
marnosa in strati da sottili a medi. Lo spessore in affioramento varia da 0 metri nel
margine orientale a 100 metri con un aumento graduale da Sud a Nord.
Il motivo strutturale prevalente corrisponde ad una piega anticlinalica con direzione
meridiana limitata da disgiunzioni tettoniche aventi direzione prevalente NO-SE a carattere
distensivo

Figura 3 : Stralcio Foglio Geologico 361 Chieti Progetto Carg in scala 1:15.000

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5.0 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

Il rilevamento geomorfologico condotto nell’area oggetto di studio ha evidenziato la


presenza di forme strettamente legate alla natura delle litologie affioranti. Il paesaggio
dell’area è costituito da rilievi montuosi spesso caratterizzati da una morfologia aspra, con
imponenti pareti scoscese e incisioni vallive percorse da corsi d’acqua a carattere
torrentizio e con forti pendenze d’aste. All’interno della catena montuosa si aprono anche
aree pianeggianti colmate al fondo, in epoca quaternaria, da sedimenti continentali di
ambiente lacustre, fluviale e morenico.
L’indagine geomorfologica è stata eseguita con l’obiettivo di acquisire tutti gli elementi
necessari alla conoscenza della geomorfologia del territorio in studio e si è svolto con un
lavoro di ricerca diretta eseguita sul campo, che ha portato alla stesura della Carta
Geomorfologioca in scala 1 : 25000 che conferma a grosse linee la presenza di forme e
processi individuati nell’ambito del Progetto di Piano Stralcio di Bacino Idrogeologico
“Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi” redatto dalla Regione Abruzzo.
La carta geomorfologica rappresenta il documento di sintesi delle osservazioni
morfologiche trovate è costituisce un utile elaborato per evidenziare la realtà fisica del
territorio. Essa descrive per le forme del rilievo i propri caratteri morfometrici e morfografici
e dà una indicazione sulla loro origine in rapporto agli agenti morfogenetici (endogeni ed
esogeni). Inoltre essa dà indicazioni sui processi che le hanno generate, distinguendo
forme ancora in evoluzione da quelle inattive o quiescenti. Dal rilevamento dell’area sono
state evidenziate forme e depositi attribuibili a differenti agenti morfogenetici:

Forme strutturali : sono stati individuati diversi orli di scarpate di faglia aventi direzione
prevalente NO –SE presenti a Sud Ovest del sito in esame, lungo il versante orientale di
Monte Sterparo su cui non sono presenti segni di attività quaternaria.
Forme e processi gravitativi: nell’area sono state riscontrate forme di accumulo tra cui
un esteso corpo di frana di scorrimento di tipo traslativo a Sud Ovest del sito oggetto
dell’intervento di cui è bene evidente anche l’orlo di scarpata di frana.
Forme e processi dovute alle acque correnti superficiali : sono presenti diversi solchi
di ruscellamento concentrato e orli di scarpate di erosione fluviale.
Nel sito oggetto dell’intervento non sono presenti forme geomorfologiche attive al
momento dell’indagine.

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Figura 4 : Stralcio Carta Geomorfologia scala 1:25000. Il cerchio rosso evidenzia l’ubicazione della
discarica “Mazzamoro”

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6.0 INDAGINI GEOGNOSTICHE

Al fine di valutare la qualità delle matrici ambientali, del sottosuolo e delle acque
sotterranee dell’area di discarica in esame sono state svolte le seguenti indagini:
a) Indagini indirette mediante una campagna di indagini di tomografia elettrica tale
metodo si basa sullo studio della risposta del sottosuolo al passaggio di una corrente
elettrica immessa in superficie, misurando le variazioni di resistività. Il metodo permette di
individuare dai contrasti di resistività la profondità di deposito dei rifiuti, la morfologia del
substrato, la presenza di strati impermeabili alla base del corpo dei rifiuti e la presenza di
sacche di percolato ed eventuali vie di fuga dello stesso.
b) Indagini dirette mediante sondaggio e prelievo di campioni è stato eseguito un
sondaggio a carotaggio continuo, a secco fino alla profondità di 10 metri a monte della
Discarica, a valle della Discarica lungo Fsso Sant’Angelo sono stati raccolti campioni di
terreno a circa 1.0 metro di profondità non è stato possibile eseguire alcun sondaggio a
valle della discarica vista l’impossibilità di accesso al fosso stesso per i mezzi.
Le carote recuperate dal sondaggio sono state poste in cassette catalogatrici con
separatori interni, al fine di poter ricostruire la stratigrafia di dettaglio dei terreni
attraversati.
Ciascuna cassetta è stata fotografata e allegata al rapporto di indagine preliminare, su
ogni cassetta sono stati indicati il nome del sito,la denominazione del punto di indagine e
la profondità dell’intervallo di terreno contenuto nella cassetta.
Sono stati inoltre prelevati durante il sondaggio due campioni di terreno per l’esecuzione di
analisi chimiche di laboratorio, al fine di definire la concentrazione dei composti inquinanti
di interesse.
Il prelievo dei campioni di terreno è stato recuperato dalla carota di terreno, impiegando
palette metalliche non cromate e utilizzando strumenti di campionamento accuratamente
decontaminati.
I campioni di terreno sono stati introdotti in recipienti di vetro puliti a chiusura ermetica,
ogni campione è stato univocamente identificato per mezzo di un etichetta riportante i
seguenti dati: identificazione del sito d’indagine, nome del progetto, identificazione del
punto di indagine, profondità del campione, data di prelievo del campione e nome del
responsabile del campionamento.
I campioni di terreno sono stati riposti in un contenitore termico rigido al fine di preservarli
da possibili urti e/o sbalzi di temperatura (4-2°C) .

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Per ogni campione sono state prelevate 3 aliquote: una per l’analisi da parte del Comune
e consegnate al laboratorio di analisi, una a disposizione dell’autorità competente e una
per eventuali contro analisi depositata presso il laboratorio.

6.1 INDAGINI INDIRETTE :TOMOGRAFIA ELETTRICA

6.1.1 CENNI TEORICI SUL METODO

L’obiettivo principale dei sondaggi elettrici è quello di determinare la distribuzione delle


resisitività nel sottosuolo effettuando delle misurazione in superficie. Da queste
misurazioni può essere ricavata la resistività reale degli elementi che caratterizzano il
sottosuolo. La resistività del terreno è legata a diversi parametri geologici come la
composizione mineralogica e le caratteristiche dei fluidi interstiziali, la porosità ed il grado
di saturazione della roccia (Legge di Archie). I sondaggi di resistività elettrica sono ormai
utilizzati da diversi decenni nei campi dell’idrogeologia, della ricerca mineraria, delle
investigazioni geotecniche e più recentemente in campo ambientale.
La legge fisica fondamentale utilizzata per i sondaggi di resistività è la legge di Ohm che
governa il flusso di corrente nel terreno.
In quasi tutti i sondaggi elettrici le sorgenti di corrente sono puntiformi, vengono infatti
utilizzati almeno due elettrodi di corrente, uno positivo ed uno negativo, mediante i quali si
inietta corrente elettrica nel terreno e diversi elettrodi di potenziale tra i quali si calcola la
relativa differenza di voltaggio. Una volta registrata la differenzia di potenziale tra gli
elettrodi ottenuta per valori noti di intensità di corrente, in base al tipo di disposizione
geometrica degli elettrodi si possono calcolare valori di resistività apparente del terreno.
Un modello molto accurato del sottosuolo prevede una buona ricostruzione delle variazioni
di resistività sia lungo l’asse verticale che lungo l’asse orizzontale spostandosi lungo la
linea di sondaggio. In questo caso si ipotizza che la resistività non vari lungo la direzione
perpendicolare alla linea di sondaggio.
La tomografia elettrica bidimensionale viene di solito condotta utilizzato un alto numero di
elettrodi, 24 o più, connessi con dei cavi multi-core (Griffiths e Barker, 1993). Si utilizza un
unità elettronica di acquisizione alla quale vengono connessi i cavi multi-core al fine di
selezionare di volta in volta gli elettrodi utilizzati per ogni misurazione e di registrarne i dati
di resistività così acquisiti.
Le sezioni geoelettriche multipolari vengono realizzate misurando i valori del campo
elettrico in corrispondenza di un allineamento di elettrodi di misura equispaziati. Il campo

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elettrico viene generato da un polo di corrente posto all`interno della linea di misura, il
quale viene spostato automaticamente all`interno della linea.
Le sezioni geoelettriche forniscono quindi una sezione verticale del terreno mediante una
molteplicità di valori di resistività apparente riportabili su una maglia regolare. La
resistività apparente è definita come rapporto fra differenza di potenziale al dipolo di
misura e corrente immessa al polo di corrente, rapporto che viene moltiplicato per un
opportuno fattore geometrico dipendente dalla posizione reciproca degli elettrodi.
I metodi di prospezione geofisica permettono la ricostruzione stratigrafica del
sottosuolo utilizzando alcuni parametri fisici che caratterizzano gli strati del terreno.
Nella prospezione geoelettrica si determina il parametro fisico resistività elettrica ,
relativo alle formazioni che costituiscono il sottosuolo. La resistività è un parametro
indipendente dalle caratteristiche geometriche della formazione litologica cui si riferisce
ed è definito come la resistenza elettrica per unità di volume.

L`acquisizione dei dati, molto complessa, viene gestita completamente da una apposita
strumentazione in grado di acquisire 48 canali simultaneamente (AL48) e di comandare
automaticamente l`inversione della corrente.
La sezione ottenuta consente il miglior dettaglio geoelettrico possibile nella definizione di
una sezione del sottosuolo ed è validamente utilizzabile per ubicare cavità, cunicoli,
anomalie laterali e presenza di inquinanti nonché ogni genere di anomalia elettrica del
terreno sia verticale che orizzontale.
Ciascuno degli asterischi riportati nella figura soprastante corrisponde ad una diversa
coppia di misure di resistività del sottosuolo, ottenuta da una diversa coppia di poli di
misura e da diverse posizioni del polo di corrente.

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I dati di resistività apparente vengono quindi elaborati in modo di ricostruire il valori reali di
resistività per inversione numerica 2D.

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6.1.2 MODALITA’ DI ACQUISIZIONE

L’acquisizione dei dati di campagna è stata eseguita utilizzando un sistema composto dai
seguenti componenti:

a) Strumento EEG AL 48 B

Avente le seguenti caratteristiche:

Elettrodi 2-48
MN simultanei infiniti
Risoluzione 12 bit
equivalente
Dinamica
22 bit
Rumore reale < 0.1 mV
dV 0.1 mV
Precisione reale dV e corrente
0.1 mA
Generatore di corrente interno
Potenza 350W
Massima tensione 700V
Massima corrente energ. int. 2A
Massima corrente energ. ext. 5A
Misura IP
Azzeramento analogico automatico
pot.spontanei
Immissione di cicli di corrente controllata
Controllo statistico della qualità
Una sezione completa standard 10 minuti
Una sezione completa veloce 3 minuti

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b) Picchetti c) Attrezzatura utilizzata

Nel presente studio sono stati eseguiti due stendimenti tomografici con orientamento
prevalente Est-Ovest, di lunghezza complessiva 96 metri con interasse elettronico di 2 mt;
la massima profondità raggiunta è di circa 30 metri.

6.1.3 ELABORAZIONE DATI

La procedura di inversione utilizzata per l’inversione dei dati di resistività apparente


acquisiti in campagna mediante la tecnica di tomografia elettrica è basata sul metodo dei
minimi quadrati con vincolo armonico (deGroot-Hedlin e Constable 1990, Sasaki 1992). Il
metodo dei minimi quadrati con vincolo armonico è basato sulla seguente equazione:

( J J + uF ) d = J g
T T

dove
F = fX fXT + fZ fZT
fX = filtro di appiattimento orizzontale
fZ = filtro di appiattimento verticale
J = matrice delle derivati parziali
u = fattore di smorzamento
d = vettore di perturbazione del modello
g = vettore di discrepanza

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Uno dei vantaggi di questo metodo è che il fattore di smorzamento ed i filtri di
appiattimento possono essere modificati per adattarsi ai differenti tipi di dati. L’algoritmo di
elaborazione sostiene una nuova esecuzione del metodo di minimi quadrati basato su una
tecnica quasi – newtoniana di ottimizzazione (Loke e Barker 1996a). Questa tecnica è 10
volte più veloce del metodo dei minimi quadrati convenzionale per i grandi insiemi di dati
e richiede meno memoria. Il metodo è molto più lento del metodo quasi – newtoniano, ma
nelle zone con grandi contrasti di resistività, maggiori di 10:1, fornisce risultati migliori. Il
modello 2-D usato per l’inversione divide i sottosuolo in un certo numero di blocchi
rettangolari. La finalità del calcolo è quello di determinare la resistività dei blocchi
rettangolari che produrranno una pseudosezione di resistività apparente che sia
congruente con le misure reali. Per gli stendimenti di tipo Schlumberger e Wenner, lo
spessore del primo strato di blocchi viene impostato pari a 0.5 volte la spaziatura
elettrodica. Per gli stendimenti di tipo polo-polo, dipolo-dipolo e polo-dipolo, lo spessore
vien settato rispettivamente a circa 0.9, 0.3 e 0.6 volte la spaziatura elettrodica. Lo
spessore dei successivi strati più profondi viene aumentato normalmente del 10% (o di
25%). Il metodo di ottimizzazione tenta fondamentalmente di ridurre al minimo la
differenza fra i valori calcolati e quelli misurati di resistività apparente modificando la
resistività dei blocchi che costituiscono il modello. Una misura di questa differenza è data
dall'errore quadratico medio (RMS). Tuttavia è importante sottolineare come talora il
modello con l'errore RMS più basso possibile può a volte mostrare grandi e poco
realistiche variazioni nei valori di resistività del modello e potrebbe non essere il modello
“migliore” dal punto di vista geologico. In linea di massima il metodo più prudente consiste
nello scegliere il modello di quella iterazione per la quale l'errore di RMS non cambia
significativamente. Solitamente questa condizione si verifica fra le terza e quinta
iterazione.
L’Allegato 2 illustra i risultati delle indagini nel rispetto della seguente modalità
rappresentativa:
La prima sezione in alto in riporta la resistività apparente misurata e calcolata dal modello
di resistività reale relativo ai dipoli antistanti il polo di corrente.
La sezione in seconda riga rappresenta la resistività apparente misurata e calcolata dal
modello di resistività reale, relativo ai dipoli retrostanti il polo di corrente (dipoli inversi)
In corrispondenza di ciascuna di queste misure è anche graficata una piccola croce
bianca. Si notano diversi livelli di dati a varie profondità diverse e logaritmicamente
crescenti.

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La più o meno perfetta coincidenza delle sezione in alto (calcolata) e in basso (misurata)
corrisponde graficamente all’errore rms finale del processo di iterazione. (Allegato 2)
Il modello delle resistività reali è il risultato dell’inversione numerica dei dati sperimentali
ed è riportato in terza riga. Questa sezione costituisce il risultato finale della procedura di
inversione che, a partire dalle resistività apparenti misurate (dirette e inverse) produce una
unica sezione di resistività reali elaborati con un apposito programma in grado di ricostruirli
per inversione numerica 2D.

6.1.4 RISULTATI

Dall’inversione dei dati di resistività acquisita in sito mediante l’applicazione del metodo ai
minimi quadrati è stato possibile ottenere due pseudo-sezioni delle resistività reali del
sottosuolo per l’area in esame.
Le prospezioni geofisiche effettuate hanno permesso di definire il quadro elettro-
stratigrafico generale dell’area investigata. Le sezioni indagate evidenziano un quadro
elettrostratigrafico omogeneo e ben delineato, con la presenza di elettrostrati aventi
continuità laterale.
L’indagine ha delineato l’esistenza di alcuni settori ove il quadro di normale resistività dei
terreni di substrato viene alterato da anomalie di media e considerevole entità. Queste
variazioni anomale della resistività apparente, sono state riscontate in entrambe le sezione
tomografiche ST1 e ST2 . L’analisi dettagliata delle sezioni elettro-tomografiche grazie alla
calibrazione con i risultati del sondaggio S1 ha dato le seguenti indicazioni permettendo di
individuare l’andamento dei principali strati litologici presenti nell’area:

LINEA ST1

Per quanto riguarda la linea ST1 si può osservare una distribuzione elettrostratigrafica
piuttosto omogenea, nello specifico è possibile individuare nella parte più superficiale della

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sezione fino a circa 0.50 cm di profondità un’elettrostrato, presente in maniera non
continua lungo la sezione, probabilmente riconducibile a suolo di copertura avente
resistività compresa tra 10 e 200 Ohm*m; segue un’elettrostrato che si estende fino a circa
15 metri di profondità avente resistività compresa tra 500 e 2000 Ohm*m marcato dalle
linee di isorestività nelle tinte del verde che potrebbe essere riconducibile ai Calcareniti a
grana media e fine, al cui interno sono state riscontrate variazione anomale di resistività
apparente, riportate nelle tinte del marrone-rosso aventi resistività fino a 10^4 Ohm*m; al
di sotto dei 15 metri di profondità è presente un’area caratterizzata da bassa resistività con
valori che vanno da circa 70 Ohm*m a circa 400 Ohm*m, la quale potrebbe indicare la
presenza di una formazione costituita da Calcari marnosi.

LINEA ST2

Anche l’elaborazione della linea ST2 ha evidenziato una distribuzione elettrostratigrafica


abbastanza omogenea ed ha confermato la presenza di un area di bassa resisitività da 40
Ohm*m a circa 300 Ohm*m.

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6.2 INDAGINI DIRETTE

In funzione della morfologia della Discarica l’unica area in cui e’ stato possibile eseguire
un sondaggio è stata quella a Monte della Discarica.

Foto 3 : Postazione del sondaggio geognostico S1

Il sondaggio S1 è stato eseguito a carotaggio continuo, a secco fino alla profondità di 10


metri.
Le carote recuperate dal sondaggio sono state poste in cassette catalogatrici con
separatori interni, al fine di poter ricostruire la stratigrafia di dettaglio dei terreni attraversati
che può essere cosi’ schematizzata. (vedi Allegato 3)
ORIZZONTA A : Calcareniti a grana media e fine di colore biancastro 0 – 1.5 mt
ORIZZONTE B : Suoli rossi argillosi con laccature ferro-manganisifere 1.5 – 2.0 mt
ORIZZONTE C : Calcari marnosi avana e grigio sottili 2.0 – 10.0 mt

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Ciascuna cassetta è stata fotografata e allegata al rapporto di indagine preliminare, su
ogni cassetta sono stati indicati il nome del sito,la denominazione del punto di indagine e
la profondità dell’intervallo di terreno contenuto nella cassetta. (vedi Allegato 4)
Sono stati inoltre prelevati durante il sondaggio due campioni di terreno per l’esecuzione di
analisi chimiche di laboratorio, al fine di definire la concentrazione dei composti inquinanti
di interesse.
Campione 1:
Profondità campione: 1.85 – 2 mt

Campione 2:
Profondità 4.0 – 4.20 mt

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I campioni di terreno 1 e 2 sono stati recuperati dalla carota di terreno, impiegando palette
metalliche non cromate e utilizzando strumenti di campionamento accuratamente
decontaminati.
E’ stato inoltre eseguito un campionamento di terreno mediante scavo a mano, a valle
della discarica lungo Fsso Sant’Angelo, a 1.0 mt di profondità.

Foto 4 : Valle Discarica “Mazzamoro”

L’area a valle della Discarica lungo Fsso Sant’ Angelo è stata impossibile da raggiungere
con mezzi meccanici vista la particolare morfologia.

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I campioni di terreno sono stati introdotti in recipienti di vetro puliti a chiusura ermetica,
ogni campione è stato univocamente identificato per mezzo di un etichetta riportante i
seguenti dati: identificazione del sito d’indagine, nome del progetto, identificazione del
punto di indagine, profondità del campione, data di prelievo del campione e nome del
responsabile del campionamento.
I campioni di terreno sono stati riposti in un contenitore termico rigido al fine di preservarli
da possibili urti e/o sbalzi di temperatura (4-2°C) .

Foto 5 : Campioni di terreno riposti in recipienti di vetro a chiusura ermetica

I risultati delle analisi dei terreni, saranno confrontati con i limiti di qualità (C.S.C.) stabiliti
dal D.lgs 152/99 Titolo V allegato 5 tabella 1 Colonna A per siti a destinazione d’uso verde
e residenziale tenuto conto che nella maggior parte dei casi le discariche sono localizzate
in zone agricole.
Il foro di sondaggio è stato completato con un piezometro di monitoraggio della falda
acquifera, il piezometro installato è costituito da una tubazioni in PVC microfessurato del
diametro da 3 pollici;
La quota di porzione di tubo filtrante è di circa 6 mt, ed è stata scelta in modo da
permettere di filtrare tutta la zona satura estendendosi parzialmente, comunque, nella zona

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insatura in considerazione dell' entità delle fluttuazioni del livello freatimetrico il fondo del
tubo piezometrico è stato chiuso mediante fondello cieco impermeabile.
Il tratto finale è stato adeguatamente cementato per evitare l’infiltrazione di acque
superficiali ed il bocca pozzo è stato completato con chiusino fuori terra.

Foto 6 : Bocca pozzo completato con chiusino fuori terra S1

Effettuando la verifica della soggiacenza della falda, è stato rilevato che questa non è
rilevabile per cui non è stato possibile ricostruire l’andamento della superficie piezometrica
della falda acquifera e determinare la direzione del flusso.

26
7.0 CARATTERI IDROGEOLOGICI

Le caratteristiche idrogeologiche dei sedimenti presenti nell’area di studio sono


strettamente collegati alla natura litologica dei materiali e alla struttura e tessitura dei
litotipi nonché ai processi di degrado in atto.
In particolare nel corpo idrico indagato si distingue dal basso verso l’alto due livelli
carbonatici a diversa permeabilità:
● uno inferiore costituito da calcari più o meno marnosi appartenenti alla
Formazione Bolognano Membro Marnoso di spessore non definito ma superiore ai
30 m intensamente fratturato e carsificato con una permeabilità per porosità
stimata tra 10-1 – 10-2 m/s e che costituisce l’acquifero carbonatico principale;
● uno superiore dato da calcari a granulometria media ascrivibili alla Formazione
Bolognano Membro Calcarenitico con permeabilità per porosità non superiore a
10 2 m/s.
I due corpi idrici sopra descritti risultano separati da uno strato di terreno rosso
argilloso classificato nel Foglio Geologico 147 Lanciano scala 1:100.000 come “Suolo
rosso argilloso con laccature ferro-manganisifere” avente caratteristiche pressappoco
impermeabili circa 10-5 m/s ottenibile da dati bibliografici. Dal punto di vista
stratigrafico esso sembra avere sviluppo limitato in senso verticale con uno spessore
dell’ordine di qualche metro, mentre in senso orizzontale non sembra che vi sia
nell’area una continuità stratigrafica. Pertanto date le sue caratteristiche
litotratigrafiche e la sua estensione, è da considerasi acquitardo o a luoghi acquiclude
intermedio che isola solo parzialemente le due unità acquifere di cui sopra.

7.1 REGIME PLUVIOOMETRICO E INFILTRAZIONE

La precipitazione pluvio-nivali medie annue nell’area di studio è di poco inferiore a


1.300 mm (rilevata su stazioni pluviometriche disposte nell’area a cura dell’Istituto
Idrografico e Mareografico di Stato – Pescara), e si riparte in due periodi: uno umido
da settembre ad aprile ed uno secco da giugno ad agosto in cui si concentrano
rispettivamente più del 80% e meno del 20% delle precipitazioni.
In assenza di studi specifici ed in analogia con altri corpi idrici che ricadono
nell’edificio idrostrutturale della Maiella, l’infiltrazione media può essere stimata del
90% delle precipitazione. L’infiltrazione avviene sia per porosità che per fessurazione
dell’ammasso roccioso. La circolazione nel corpo idrico si concentra nelle rete di

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discontinuità tettoniche, specie nell’acquifero cabonatico basale dove sono presenti
fratture beanti amplificate dal carsismo. Inoltre è da presupporre un aumento
sostanziale delle infiltrazioni in corrispondenza dei lineamenti tettonici disgiuntivi quale
è la faglia che corre lungo il Fosso Sant’Angelo disposto a valle della discarica
studiata. Nel periodo di tempo avuto a disposizione, nel tubo piezometrico installato
non è stata rinvenuta presenza di acqua nè è possibile presupporre escursioni del
livello freatico che possano interessarlo data la sua estensione e il contesto
litostrutturale in cui esso risulta alloggiato.

7.2 IDROGRAFIA

L’assetto geomorfologico ha permesso di individuare la presenza nel territorio


comunale di un bacino idrografico principale denominato dal fiume Lavino e
numerosi piccoli bacini secondari ascrivibili a fossi di drenaggio confluenti nel primo.
Nello specifico l’area di studio ricade nel sottobacino del torrente Sant’Angelo nel cui
impluvio si raccolgono eccezionalmente acque in concomitanza di prolungate ed
intense precipitazioni meteoriche e nei periodi di scioglimento delle nevi.
L’articolazione del reticolo di drenaggio del territorio comunale, cioè l’insieme di linee
di impluvio che confluiscono sul corso principale, dipende principalmente dalle
proprietà fisiche della litologia affiorante (compattezza, durezza, permeabilità e
solubilità) nonché dalla morfologia, dalla tettonica e dalle condizioni climatiche
esistenti nell’area. Questi fattori hanno influito direttamente sulla capacità erosiva
operata dalle acque superficiali, configurando sull’area un particolare pattern di tipo
subdentritico.

28
8.0 ANALISI DI LABORATORIO

I campioni di terreno prelevati sono stati sottoposti ad analisi chimiche fisiche presso i
Laboratori della “Galeno RP S.R.L. con sede in c/da Tamarete ad Ortona (CH). Il primo
campione è stato prelevato alla profondità di 1,85 – 2,00 m da p.c., su materiale argillosi di
colore rosso costituiti da Suoli rossi argillosi con laccature ferro-manganisifere . Il campione
è stato denominato “Campione 1”.

Il secondo campione è stato prelevato alla profondità di 4 – 4,20 m da p.c., su terreno


costituito da Calcari marnosi . Il campione è stato denominato “Campione 2”.

Il terzo campione è stato prelevato a valle della discarica alla profondità di un metro circa
dal p.c..Il campione è stato denominato “Campione 3.

Scopo delle analisi di laboratorio è quello di definire la presenza di una serie di indicatori
tipici della contaminazione dei terreni prodotta da infiltrazioni di percolato

Tab 1: Lista inquinanti


da ricercare nei terreni
e nelle acque.

I risultati delle indagini indicano per tutti i campioni analizzati un’alta concentrazione del
contenuto ferroso mentre solo per il campione n.3 (tre) vengono superati i limiti della
concentrazione del manganese.

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Di seguito si riporta una tabella riassuntiva dei risultati delle prove di laboratorio che
afferiscono in particolare alle concentrazioni di manganese e di ferro:

Valore
Valore
determinato
determinato
del
Id. Profondità del
contenuto
campione (m) contenuto
di
di Ferro
Manganese
(mg/Kg)
(mg/Kg))
Campione
1,85 – 2,00 26971,22 99,37
1
Campione
4,00 – 4,20 3298,77 48,08
2
Campione
1,00 – 1,10 16170,77 392,40
3

Deduzioni:

L’alta concentrazione del contenuto ferroso è da imputare alla presenza nell’area di terreni
rossi argillosi particolarmente ricchi di sostanze ferrose e di manganese intercalati nei due
corpi cartonatici, calcareniti superficiali e calcari marnosi alla base.
Le acque di circolazione superficiale e sotterranee possono così asportare minerali in
soluzione e concentrare l’accumulo degli stessi in materiali posti a contatto quali sono le
rocce carbonatiche. Ciò nonostante non è da escludere che l’anomala presenza di ferro e
manganese nel campione n. 3 (tre) potrebbe costituire un indicatore tipico della
contaminazione da discariche per RSU, in quanto tali elementi sono abbondantemente
presenti nei materiali abbancati nel sito studiato.

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9.0 CONCLUSIONI

Nella presente relazione sono state esaminate gli aspetti geologici, geomorfologici,
idrogeologici e geochimici al fine di caratterizzare l’area della discarica di Mazzamoro nel
comune di Lettomanoppello. Dal complesso delle caratteristiche fin qui esaminate, si
possono trarre le seguenti conclusioni:

1) L’area di studio è dominata da depositi carbonatici appartenenti al massiccio calcareo


della Maiella distinguibile nella Formazione del Bolognano di età compresa tra il Cretacico
Superiore – Messiniano. In particolare la formazione affiorante è il Membro calcarenitico a
grana media disposto sul Membro calcareo marnoso basale;

2) L’indagine geomorfologica è stata eseguita con l’obiettivo di acquisire tutti gli elementi
necessari alla conoscenza scientifica della geomorfologia del versante del Fosso
Sant’Angelo. Il rilevamento ha evidenziato l’assenza di forme e processi che attestano
una situazione di degrado dell’area. Forme geomorfologiche di natura gravitativi attive
sono poste a considerevole distanzia dai luoghi di interesse di studio;

3) L’indagine di tomografica elettrica tramite due stendimenti ha permesso di ricostruire il


modello stratigrafico locale.
Le pseudo sezioni ottenute evidenziano un quadro elettrostratigrafico omogeneo e ben
delineato, con la presenza di elettrostrati aventi continuità laterale, l’indagine ha delineato
l’esistenza di alcuni settori ove il quadro di normale resistività dei terreni di substrato viene
alterato da anomalie di media e considerevole entità. Queste variazioni anomale della
resistività apparente, sono state riscontate in entrambe le sezione tomografiche ST1 e
ST2.
L’analisi dettagliata delle sezioni elettro-tomografiche grazie alla calibrazione con i risultati
del sondaggio S1 ha dato le seguenti indicazioni permettendo di individuare l’andamento
dei principali strati litologici presenti nell’area:
Fino a circa 0.50 cm di profondità è stata rilevata la presenza di un’elettrostrato, presente
in maniera non continua lungo la sezione, probabilmente riconducibile a suolo di copertura
avente resistività compresa tra 10 e 200 Ohm*m; segue un’elettrostrato che si estende fino
a circa 15 metri di profondità avente resistività compresa tra 500 e 2000 Ohm*m che
potrebbe essere riconducibile ai Calcareniti a grana media e fine, al cui interno sono state
riscontrate variazione anomale di resistività apparente, aventi resistività fino a 10^4

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Ohm*m; al di sotto dei 15 metri di profondità è presente un’area caratterizzata da bassa
resistività con valori che vanno da 70 a circa 400 Ohm*m, la quale potrebbe indicare la
presenza di una formazione costituita da Calcari marnosi.

3) I campioni analizzati in laboratoirio prelevati alle varie profondità nella verticale di


indagine geognostica hanno messo in evidenza in generale un’alta concentrazione del
contenuto di ferro e di manganese quest’ultimo rilevato esclusivamente nel campione n.3
(tre). Per i campioni prelevati nel sondaggio geognostico le anomalie del contenuto ferroso
sono imputabili alla presenza di un suolo rosso argilloso che rilascia minerali verso le
formazioni al contatto disposte al tetto e alla base. Mentre le anomalie del contenuto di
ferro e di magnesio verificate nel campione tre potrebbe essere legata alla contaminazione
dei RSU posti a monte.

Lettomanoppello li, 20 agosto 2007

Dott. Geol. Giovanni Ciccone

Dott. Geol. Camillo Giamberardino

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