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PETRÓPOLIS

La città più italiana dello Stato di Rio de Janeiro, Brasile

Comunità Italiana di Petrópolis (RJ) - Brasile


José Luiz D’Amico
settembre, 2014

La presenza italiana a Petrópolis, regione montuosa dello Stato di Rio de Janeiro, Brasile, è
segnalata di forma maestosa: con l’arrivo di Teresa Cristina, Principessa delle Due Sicilie, che sposò
Don Pedro II, Imperatore del Brasile, nel 1843.

Dal 1845 il numero di italiani a Petrópolis è cresciuto sempre di più. Il matrimonio della principessa
Teresa Cristina con l’imperatore Don Pedro II accese l’interesse degli italiani per il Brasile,
inizialmente in particolare dei napoletani e di seguito di tutti gli “italiani”, ancor prima
dell’Unificazione.

L’Imperatrice si preoccupava di migliorare le condizioni sociali e sanitarie della città, e così


promuovette nella Corte delle facilitazioni affinché molti compaesani si potessero trasferire a Rio; fra
di loro erano benvenuti i medici, i farmaceutici, gli infermieri, gli ingegneri, i professori e molti altri.

Col passare del tempo, italiani di varie regioni arrivarono a Petrópolis e si stabilirono in città. Il posto
era attraente, non solo perché era una città già ben frequentata a causa della Corte, ma anche per il
clima mite e, soprattutto, per l’apertura di un importante mercato di lavoro dovuto
all’industrializzazione che, a Petropolis, cominciò già alla fine dell’800.

In gran parte gli italiani erano arrivati dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte, dall’Umbria,
dall’Abruzzo, dal Trentino, dalla Basilicata, dalla Campania, dalla Calabria, dalla Sardegna e dalla
Sicilia.

Fra gli italiani più importanti che erano arrivati a Rio de Janeiro, sempre nel XIX secolo, c’era anche
l’architetto calabrese Antonio Jannuzzi, il quale insieme a tanti altri bravi artisti italiani dimostrarono
che, in Brasile, la cosiddetta Belle Époque è stata influenzata più dagli artisti italiani che francesi.

Di grande rilievo è l’attività di Jannuzzi a Petropolis, dove emergono per qualità progettuale il
Palazzo Itaborai (1892) e Il complesso del Palazzo del Barone di Rio Negro (1889), poi Palazzo del
Governo e residenza estiva di vari presidenti della Repubblica; all’interno dello stesso complesso c’è
anche il Palazzetto Raul de Carvalho, con suggestioni stilistiche francesi, e di fronte, dall’altra parte
del fiume, la neorinascimentale Residenza Gaffrée (1872), oggi Palazzo Fadel, dove si trova
l’Ufficio Comunale – sede del Governo Municipale.
PALAZZO RIO NEGRO (attualmente Museo della Repubblica)

Palazzo Gaffrée (attualmente PALAZZO FADEL – Sede del Governo Municipale)

Particolare del PALAZZO ITABORAÍ


- anche costruito dall'Architetto Italiano Antonio Jannuzzi
PALAZZO DELL’UFFICIO POSTALE – Costruito in stile neoclassico (1922) dall’italiano
Guglielmo Ambrogi. Le colonne ci portano alla memoria il Tempio di Hera – in Sicilia.

Tempio de Hera – Selinunte - Sicilia Particolare delle colonne


Ufficio Postale – Petrópolis
PALAZZO “QUITANDINHA” (1944) - L'imprenditore voleva un edificio in stile normanno
all’esterno e hollywoodiano all’interno. L'idea era così impegnativa ed apparentemente disarmonica
che molti ingegneri la rifiutarono, fino a quando il giovane architetto italiano Luigi Fossati ebbe il
coraggio di fare il progetto, rendendolo il Casinò più grande dell’America Latina.

PALAZZO QUITANDINHA – costruito dall'Architetto Italiano LUIGI FOSSATI

Veduta aerea del PALAZZO QUITANDINHA – particolare del lago nel formato della
carta geografica del Brasile
Altro dettaglio interessante è che, per rispondere alle esigenze legali di sicurezza, e sopperire alla
mancanza in quell’epoca di prese d’acqua pubbliche atte a fornire l’acqua necessaria allo
spegnimento di eventuali incendi, il giovane architetto italiano è incaricato per la costruzione di un
grande “deposito” d’acqua.

Per non compromettere la bellezza architettonica dell’edificio, Luigi Fossati progettò un grande lago
davanti al Palazzo e, lo realizzò simulando nelle caratteristiche la carta geografica del Brasile e lo
stesso progetto prevedeva anche una profondità delle acque per permettere l’uso di barchette a
pedale.

Dal Quitandinha fino ad oggi molti personaggi famosi hanno visitato, tra i quali: Lana Turner, Errol
Flynn, Evita Perón, Orson Welles, Henry Fonda e tanti altri.

Attualmente Il Palazzo Quitandinha è la Cartolina Postale più emblematica di Petrópolis


TRONO DI FATIMA – Fu costruito nel 1947 e destinato a luogo di preghiera con il contributo
di tutta la comunità cattolica di Petropolis. L'immagine della Madonna di Fatima viene scolpita a
Pietrasanta, in Italia, opera dello scultore italiano Enrico Arrighini. La forma della rotatoria è in stile
classico, ispirato al Pantheon di Agrippa a Roma. La cupola di protezione poggia su sette colonne,
che rappresentano i sette doni dello Spirito Santo. Sotto il monumento del Trono di Fatima c’è anche
uno spazio riservato a coloro che invocano la guarigione miracolosa: La Sala dei Miracoli. I turisti
hanno la possibilità di poter fermarsi in uno spazio ristoro, dove è anche possibile comprare dei
souvenir in negozi e stand di artigianato e articoli religiosi.

''Trono della Madonna di Fatima'' – Immagine scolpita a Pietrasanta (LU) - Italia,


dallo scultore Enrico Arrighini

LA MANO ITALIANA NELL’ARTE DELLA CATTEDRALE - Carlos Oswald, figlio di


madre italiana e padre brasiliano, designer e pittore, vissuto per 49 anni a Petropolis, nacque a
Firenze e fu registrato dal padre presso il Consolato brasiliano. Il suo lavoro si sviluppa nella ricerca
dei giochi e degli effetti dei contrasti della luce a contatto con le statue e le vetrate, comprende la
stampa e la pittura.
Conosciuto come “Il Poeta della Luce”, Carlos Oswald è considerato il pionere nell’arte
dell’incisione del metallo in Brasile e autore, tra l’altro, dello studio e della progettazione dell’opera
più rappresentativa di Rio de Janeiro, e forse anche del Brasile: il Cristo Redentore di Corcovado.
È sua, a proposito, l'idea del Cristo con le braccia aperte, in modo da dare l'impressione, se visto da
una certa distanza, di una croce piantata su granito. A Petropolis mise il suo talento anche al servizio
della Cattedrale “São Pedro de Alcântara”, dove fu responsabile per l'esecuzione di murales e
vetrate delle cappelle denominate “Pantheon degli Imperatori” e “Cappella del Battistero”. I soggetti
rappresentano “l’Immacolata Concezione” e “Crocifissione”, accompagnati da vari simboli legati a
Pedro II, nella “Cappella del Battistero” dove sono raffigurati i quadri storici che rappresentano il
battesimo dell’Imperatore. Carlos Oswald è deceduto a Petrópolis il 14 febbraio 1971.
“SERRA SERATA” – LA FESTA ITALIANA DI PETRÓPOLIS - All’inizio di
settembre, attraverso una grandissima festa popolare denominata “Serra Serata”, la città festeggia
l’Immigrazione Italiana, che a Petrópolis è stata la più grande all’interno dello Stato di Rio de
Janeiro, maggiore ancora della somma di tutta l’immigrazione italiana che c’è stata nelle altre città
dello stato, eccetto la capitale. Attualmente la popolazione della città è di circa 300.000 abitanti, un
terzo dei quali è discendente di immigranti italiani già alla quinta generazione.

Con questa bell’allitterazione, il titolo “Serra Serata” fa riferimento alle montagne su cui si trova la
città, ed anche all’aspetto divertente del programma ludico: le vere e belle serate italiane. Il
calendario della festa viene scelto precisamente per dare enfasi al periodo che seguì l’arrivo
dell’Imperatrice Teresa Cristina, soprattutto si cerca di riscattare e mantenere vive queste
informazioni per le nuove generazioni che, oggigiorno, appaiono distanti dagli antenati immigrati, e
spesso non sono interessati dalla mera trasmissione orale che, purtroppo, svanisce col trascorrere
degli anni e non riesce – come si desidererebbe – a preservare e passare la totalità delle informazioni
che riguardano le propie origini e la stessa italianità. Questo è il più importante proposito della festa.

Inoltre, con l’appoggio della Fundação de Cultura e Turismo de Petrópolis, l’evento include anche
diverse attività, tra cui risaltano: conferenze sull’immigrazione italiana, festival gastronomici,
rappresentazioni musicali e in chiusura, una messa solenne, che tradizionalmente chiude il
programma in memoria di tutti gli immigranti italiani che si sono stabiliti a Petrópolis.

Nonostante la presenza italiana a Petrópolis risalga alla metà dell’Ottocento, il boom di arrivi si è
raggiunto nel XX secolo, quando due industriali italiani intuirono l’opportunità di installare accanto
alla prima ferrovia brasiliana tre grandi complessi tessili: due unità della fabbrica Cometa-Petrópolis,
Società Anonima, e la prima industria brasiliana di seta: la Companhia Fábrica de Sedas Santa
Elena.

— La Cometa, per esempio, impiegava fino a 6.000 operai, quasi tutti italiani. Fra di loro, 500, divisi
in circa 160 famiglie, che curiosamente erano originari di uno stesso comune: Pescantina, provincia
di Verona, Regione del Veneto, comune che praticamente era emigrato completamente verso
Petrópolis. Per non rimanere da soli, si erano aggiunti perfino il sindaco ed il parroco, Don Carlo.

La sopraccitata ferrovia è stata anche la prima dell’America Latina, e fu inaugurata nell’aprile del
1854 alla presenza dello stesso imperatore Don Pedro II. Nel 1883 fu prolungata fino al rione Alto da
Serra di Petrópolis, soddisfacendo così le aspettative della Corte, situata a Rio de Janeiro e che da
molto voleva avere un collegamento più rapido e sicuro con la città imperiale, dove già esisteva la
residenza estiva – oggi Museo Imperiale di Petrópolis. Verso gli anni ’50, quando il Brasile si
preparava per ospitare i Mondiali di Calcio di quell’anno, una delle ultime missioni della sopraccitata
ferrovia fu il trasporto di sabbia per la costruzione del Maracanã. La sabbia veniva raccolta lungo i
binari e portata al piccolo porto della Praia da Estrela (oggi Guia de Pacobaíba).
Particolari della SERRA SERATA – La Festa Italiana di Petrópolis (RJ) – Brasile

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