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Dialogo

Il dialogo Dialogo di un folletto e di uno gnomo è incentrato sull’estinzione degli uomini dalla Terra. Lo
gnomo sostiene di essere stato incaricato nel scoprire che fine abbiano fatto gli esseri umani, ma il folletto
spiega lui che gli uomini si sono estinti. I due protagonisti possono constatare che il mondo procede anche
in assenza del genere umano. Non ci sono più i calendari ma il calcolo dei giorni può essere effettuato
attraverso l’andamento della Luna cosi come i giorni della settimana sono privi di nomi, ma sono lo stesso
fuggevoli e non è possibile recuperarli. Il folletto analizza le cause dell’estinzione degli esseri umani i quali
sono morti facendosi guerre a vicenda, in parte oziando, in parte conducendo vite disordinate, in parte
nuocendo contro la natura e rovinandosi l’esistenza. Lo gnomo si chiede che cosa effettivamente
penserebbe uno di loro,se resuscitato, dato che sostenevano che “tutto il mondo fosse fatto e mantenuto
per loro soli”. Però anche i folletti sono convinti che il mondo per i folletti e lo gnomo per gli gnomi, ma la
presunzione degli uomini è superiore a qualsiasi altra tale da credere che l’universo sia suo appannaggio;
ma adesso che l’uomo si è estinto non deve credere che i pianeti abbiano smesso di ruotare perché la vita
continua.

Il Dialogo di un folletto e di uno gnomo è sicuramente stato influenzato dal cosiddetto “paradosso di
Senofane”, ossia la credenza secondo la quale ogni specie animale si prefigura a immagine e somiglianza
degli dei. Infatti come lo gnomo e il folletto, nel mito di Senofane un cavallo e un bue discutono della loro
importanza come specie rispetto alle altre. Quindi ciò che si potrebbe evidenziare nel opera risulta
effettivamente essere il tema della contestazione della concezione antropocentrica del mondo e della
divinità. Leopardi polemizza tale concezione derubricando la scomparsa dell’uomo a fatto di trascurabile
importanza. Inoltre il poeta assume una posizione decisamente ironica nei confronti del genere umano,
rendendolo oggetto di beffe e scherno sarcastico.

I motivi dell’estinzione umana sono legati alla volontà da parte degli uomini di ignorare completamente le
regole prescritte dalla Natura, spingendosi con le loro scoperte e le loro conoscenze al di là di ogni limite
finendo così per annichilire ogni tipo di illusione e immaginazione. Gli uomini si sono annientati “parte
guerreggiando tra loro”, facendo spesso ricorso al cannibalismo “parte mangiandosi l’un l’altro” e
soprattutto “infracidando nell’ozio” e “gozzovigliando”, smettendo di praticare una vita attiva all’insegna di
gesti eroici e di amor patria come facevano gli antichi. Perciò si può notare come la posizione ideologica di
Leopardi sia ancora ancorata a un pessimismo storico, ove gli uomini sono gli unici responsabili della
propria infelicità e della propria morte come sostiene il folletto nel testo: “tutte le vie di far contro la
propria natura e di capitar male”.

Comunque non solo l’uomo crede di essere superiore a qualsiasi cosa, ma gli altri esseri viventi sostengono
questa falsa presunzione permettendo così di evidenziare che tale credenza sia di carattere ontologico, cioè
intrinseco da sempre in ogni specie. Invece la Natura ignora totalmente ciascuna pretesa di ogni essere
vivente, affrontando un percorso completamente indifferente alla vita di tutti i terrestri. Infatti ogni suo
elemento può essere contemplato ma non può essere utilizzato da nessuno per fini personali: “perché
s’immaginavano che le stelle e i pianeti fossero, come dire, moccoli da lanterna piantati lassù nell’alto a uso
di far lume alle signorie loro, che la notte avevano gran faccende”. Tale affermazione è a favore della tesi
eliocentrica di Copernico,difesa da Galileo nel suo Dialoghi sopra i massimi sistemi del mondo, in contrasto
con quella tolemaica che riprende il tema dell’antropocentrismo di questo Dialogo. In un certo senso
Leopardi, indirettamente, ci induce a riflettere sulla questione della presenza di pianeti ed altri corpi celesti
cercando di annullare quelle false credenze circa una possibile influenza degli astri sulla nostra vita. Infatti
come sosteneva l’astronomo francese Pierre Simone Laplace “La natura ride delle difficoltà di
integrazione”, perché chiaramente la Natura non si interessa di una nostra reale partecipazione nel “grande
schema delle cose”.
file:///C:/Users/farel/Downloads/leop_gnomo.pdf

https://www.cremascolta.it/saggio/dialogo-di-un-folletto-e-di-uno-gnomo/

https://library.weschool.com/lezione/giacomo-leopardi-dialogo-folletto-gnomo-operette-morali-riassunto-
11643.html

http://www.letteraturaitalia.it/4-antologia-di-testi-ottocento/leopardi-operette-morali-dialogo-di-un-
folletto-e-di-uno-gnomo/

https://www.docsity.com/it/dialogo-di-un-folletto-e-di-uno-gnomo-1/5207247/

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