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649004
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
domenica 4 settembre 2011
Unicuique suum
Anno CLI n. 203 (45.848)
.
Calma a Tripoli mentre la Nato bombarda ancora le citt lealiste assediate dai ribelli
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Peter Machado, Vescovo di Belgaum (India, in visita ad limina Apostolorum; Henry DSouza, Vescovo di Bellary (India, in visita ad limina Apostolorum; Anthony Swamy Thomasappa, Vescovo di Chikmagalur (India, in visita ad limina Apostolorum; Robert Michael Miranda, Vescovo di Gulbarga (India, in visita ad limina Apostolorum; Derek Fernandes, Vescovo di Karwar (India, in visita ad limina Apostolorum; Aloysius Paul DSouza, Vescovo di Mangalore (India, in visita ad limina Apostolorum. Il Santo Padre ha accettato, secondo il Can. 354 del Codice di Diritto Canonico, le dimissioni di Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Citt del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato, chiedendogli di rimanere in carica fino al 1 ottobre 2011, con tutte le facolt inerenti a tali uffici. Allo stesso tempo, Sua Santit ha nominato Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Citt del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Giuseppe Bertello, Arcivescovo titolare di Urbisaglia, Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, il quale assumer i suddetti uffici il 1 ottobre prossimo. Inoltre, il Sommo Pontefice ha nominato Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Citt del Vaticano il Reverendissimo Monsignore Giuseppe Sciacca, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana, elevandolo in pari tempo alla Sede vescovile titolare di Vittoriana.
Una famiglia di Tripoli attende la distribuzione di cibo (The New York Times)
Il Miracolo di San Gregorio Magno di Andrea Sacchi nella Basilica di San Pietro in Vaticano
Lino e sangue
MARCO AGOSTINI
A PAGINA
no al cuore del deserto ma le armi schierate lungo la linea del fronte per ora tacciono. E mentre il colonnello libico rimane unombra inafferrabile, Tripoli sembra ritornare molto lentamente a una parvenza di normalit, anche se rimangono preoccupazioni per la sicurezza. Dal canto suo, il capo militare del Consiglio nazionale di transizione, Abdelhakim Belhaj, ha negato qualsiasi rapporto con i terroristi di Al Qaeda sostenendo la transizione democratica in Libia. Invece, Seif Al Islam, il secondogenito e delfino di Muammar Gheddafi, ha fatto sapere di aver incontrato alcuni capi trib nei pressi di Tripoli per preparare la riconquista della capitale. Lo riferisce il portavoce Mussa Ibrahim in una telefonata alla Reuters da quella che si limita a indicare un sobbor-
go a sud di Tripoli. Ma oltre a Sirte, anche Bani Walid definita una fortezza armata da Gheddafi costituisce uno dei bastioni che ancora non sono caduti in mano dei ribelli. qui, in questa roccaforte tribale che nei prossimi giorni si potrebbe concentrare loffensiva finale. Bani Walid, una delle basi della trib Warfalla, la pi numerosa della Libia con circa un milione di membri su un totale di sei milioni di abitanti del Paese. Nel frattempo, la Russia ha invitato a Mosca membri del Consiglio nazionale di transizione per discutere dei futuri contratti petroliferi russi nel Paese. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Serghiei Lavrov. Il Governo ad interim libico ci ha offerto di mantenere i contratti e noi abbiamo invitato a Mosca suoi rap-
presentanti. Discuteremo di tutto questo, ha detto Lavrov a margine di un summit delle ex Repubbliche sovietiche in Tadjikistan. Anche la Cina ha chiesto al Consiglio nazionale di transizione di proteggere realmente gli interessi delle imprese cinesi in Libia. Lo scrive lagenzia Nuova Cina riferendo dellincontro avvenuto ieri a Parigi tra il viceministro degli Esteri cinese, Zhai Jun, e il numero due dei ribelli di Bengasi, Mahmoud Jibril. La Cina lunico dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dellOnu a non aver riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione. Nel corso dellincontro Zhai ha ribadito la posizione gi espressa dal suo Governo, secondo la quale il Consiglio nazionale di transizione svolge un ruolo importante in Libia.
sua solidariet per una causa africana, ha detto il presidente di turno dellUnione africana, il presidente della Guinea Equatoriale, Teodoro Obiang Nguema. I dona-
tori pi generosi sono stati lAlgeria con dieci milioni di dollari, lEgitto con cinque, la Repubblica Democratica del Congo con tre e il Gabon con due e mezzo.
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LOSSERVATORE ROMANO
Intervento del presidente della Banca mondiale
La bancarotta di Solyndra
dito ha detto poi il presidente della Banca mondiale non possono dipendere da un modello di crescita che ha funzionato quando erano poveri, altrimenti rischiano di perdere la competizione con i Paesi dove i salari rimangono bassi. Zoellick ha sottolineato che i dirigenti cinesi sono coscienti del problema, ma ora che comincino a tradurre i progetti in azioni. Ieri, intervenendo a un forum proprio sulla Cina, il presidente del-
la Banca mondiale ha detto che Pechino sta gradualmente perdendo le qualit che gli hanno permesso di conoscere negli ultimi venti anni la crescita economica pi forte mai vista nella storia. In un editoriale pubblicato sul Financial Times, Zoellik ha poi citato i limiti incontrati da unindustria che ha ormai conquistato quasi tutti i settori: la riduzione della crescita della produttivit, le prospettive ridotte della produzione a basso valore aggiunto,
La Grecia potrebbe mancare gli obiettivi di bilancio pubblico fissati con i partner internazionali
Atene in recessione
Negata la rottura dei rapporti con la delegazione incaricata di controllare i conti
ATENE, 3. Nel 2011 la Grecia potrebbe mancare gli obiettivi di bilancio pubblico fissati con i partner internazionali, a causa di un crollo del pil che potrebbe toccare i cinque punti percentuali. Lammissione arrivata dal ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, che ha tuttavia negato la rottura dei rapporti con la delegazione internazionale incaricata di controllare i conti pubblici. La recessione pi grande di quanto i nostri partner avessero previsto ha riconosciuto Venizelos alla stampa e non abbiamo ancora dati definitivi, ma leconomia del Paese potrebbe ridursi di quasi cinque punti percentuali questanno, un calo maggiore che render difficile per la Grecia raggiungere i suoi obiettivi di disavanzo. La troika composta da esperti dellFmi, della Bce e dellUe ha deciso ieri di sospendere la propria missione nel Paese ellenico. Liniziativa ha fatto buoni progressi, ma ha temporaneamente lasciato Atene per permettere alle autorit di completare il lavoro tecnico secondo quanto si legge in un comunicato. La missione si aspetta di tornare ad Atene a met settembre, quando le autorit greche avranno completato il lavoro tecnico, per continuare la discussione sulle politiche necessarie per completare la valutazione. La sospensione temporanea delle trattative ha spiegato il portavoce del Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn serve a dare tempo alle autorit greche di raggiungere gli obiettivi necessari per ottenere la sesta e ultima tranche di aiuti internazionali, pari a otto miliardi di euro. Lerogazione della sesta tranche necessaria alla Grecia per far fronte ai suoi impegni di debito e a evitare il default.
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GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
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Appello lanciato da Russia e Pakistan al vertice in Tadjikistan
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Il miracolo di san Gregorio Magno di Andrea Sacchi nella basilica di San Pietro in Vaticano
Lino e sangue
Ne parlano Giovanni Diacono nel IX secolo e Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea
pala per laltare di san Gregorio: Onde seguendosi in quel tempo a pposta alla Gregoria- far le tavole per gli altari della nuona, la cappella Cle- va Basilica Vaticana venne in pensiementina della Basilica ro al cardinal Del Monte di propordi San Pietro una lo e farlo concorrere co primi maedelle quattro previste stri che allora fiorivano in Roma da Michelangelo e fu realizzata alla tavola grande di santa Petronilla quattordici anni dopo la sua morte () DAndrea molto diversa lintenda Giacomo Della Porta. zione ( ) rifiut ( ) ffermando Nel 1606 laltare ricevette il corpo che quella tavola era dovuta al meridi san Gregorio Magno e nel 1628 to di qualche gran maestro, e non a fu consacrato. Per pala ebbe fino al lui, che non era bastante a tanto pe1772 il dipinto originale del miracolo so per lo poco sapere e per limbedi san Gregorio Magno di Andrea cillit degli anni. La scusa dellet fu Sacchi, che ora sta nella sala capito- ammessa alla congregazione con lare della Sagrestia di San Pietro; questo, che se egli ricusava la tavola poi ci si accontent di un rifacimento musivo. Lerudito antiquario Labate romano Giovan Pietro Bellori, Giovanni Pietro Bellori introducendo la Vita bibliotecario di Cristina di Svezia dAndrea Sacchi (Vite de Pittori Scultori et racconta il percorso Architetti moderni, 1672) che port alla committenza annota: In ogni tempo nella citt di Roma si sollevarono uomini eccellentissimi grande per limpotenza degli anni, nella pittura, scoltura ed architettu- accettasse laltra piccola di san Grera, i quali onorarono tutte e tre que- gorio corrispondente, come essi diste arti () Fra gli altri molti che cevano, alla poca et sua. si avanzarono nella pittura () fu Bellori, che aveva premesso alla questi Andrea Sacchi. sua opera un saggio sullIdea del Andrea (Roma 1599-1661) fu invia- pittore, dello scultore e dellarchitetto dal padre pittore Benedetto a bot- to nel quale intendeva definire la tega da Francesco Albani dove stu- qualit pura della bellezza come cridi i Carracci ed esercit interesse terio fondamentale per il giudizio, per gli affreschi di Raffaello. Alla esprime grande apprezzamento per chiarezza, al rigore, alla misura di Sacchi e un desiderio che anscuola bolognese, caratteristiche nel- coroggi pienamente condivisibile: lo scorcio del Seicento del movimenIo per me ammirando la modestia to classicista romano, si univa la tendi Andrea, bramerei in questo tempo denza allesuberanza pittorica del di vedere un altro esempio di s locolore veneto anticipata da Annibale Carracci. Soprattutto nelle opere devole continenza e cognizione di se giovanili di Sacchi, Pierfrancesco stesso, quando ciascuno per poco Mola e Pietro Testa il calore della che sappia, concorre il primo senza pittura veneziana, unito alla profon- temere n luogo n impresa per dit emotiva di ascendenza barocce- grande che sia, essendo maggiore sca, mostra di rinvigorire la tradizio- lardire de loro pennelli, che fanno ne accademica bolognese dellam- anco maggiore la caduta. Erano tempi in cui la colta combiente romano. Lerudito e antiquario Bellori, bi- mittenza si rivolgeva ad artisti verabliotecario di Cristina di Svezia, pit- mente tali, che delle arti conosceva e tore lui stesso e membro dellAcca- pronunciava i nomi, che aveva una demia di San Luca, narra come arri- percezione oggettiva della bellezza e v ad Andrea la commissione della di conseguenza del valore dellartidi MARCO AGOSTINI sta. Sicura era, poi, in committente e artista la Dottrina da rappresentare. Ricevere la commissione per un dipinto in San Pietro era lincarico pi prestigioso cui un pittore potesse ambire in Roma e poteva determinare la fortuna o la sfortuna di unintera carriera artistica. In quel tempo non privo dartisti veri e dumilt ci era tenuto sommamente in conto. Andrea fu costretto alfine di accettare questaltra piccola, la quale per egli non esegu allora, ma fu da lui maturata lo spazio di sei anni, dopo i quali egli la diede compita. A ventanni, nel 1619, ricevette la commissione, nel 1626 consegn la pala per laltare con grande ammirazione di Pietro Bellori: Il colore di questo quadro il pi armonioso temperamento che possa dare il pennello di chiunque fa professione di gran coloritore con unione molto intelligente tra la forza e la soavit dombreggiamenti e di lumi, e con buonissime piegature di panni, che suppliscono alla mancanza dellignudi. La pala raffigura un miracolo di san Gregorio Magno raccontato da Giovanni Diacono (IX secolo) e ripreso nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (1228-1298). Il Papa, a degli ambasciatori che chiedevano delle reliquie, diede, rinchiuse e suggellate in vasi, dei brandea che avevano toccato le ossa dei martiri. panno lino candido e puro, collaltra lo punge col ferro, facendone gocciolare vivo sangue stillante; nel qual atto tenendo sospeso il panno, si volge indietro e lo mostra a gli ambasciadori increduli, uno de quali, il principale pi avanti ginocchioni, guarda sopra al prodigio, aprendo le braccia e le mani per meraviglia, la qual figura disposta nobilmente diffonde il manto azzurro su la zimarra fodrata di pelle, in abito peregrino, ed espone al lume il calvizie e le canizie de capelli, con effetto molto naturale. Dietro questo primo ambasciadore si scuopre il compagno piegato avanti laltare, tenendo il vaso delle reliquie con la mano e con laltra il coperchio, attento anchegli al miracolo. A piedi san Gregorio vedesi il diacono, che si volge al Santo, e con la destra tiene un altro vaso aperto, e colla sinistra il coperchio alzato () dietro in contrasegno della guardia del papa da sito pi basso e di sotto laltare spuntano i ferri delle alabarde, che riempiono a tempo quello spazio. Il culto delle tombe dei giusti era uneredit biblica, ma anche i pagani onoravano le tombe. Verso la met del II secolo si svilupp il culto dei martiri: lintera comunit si radunava attorno alla tomba del testimone che aveva sofferto fino alla morte a causa della fede in Cristo Agostino ricorder nella controversia con i donatisti che non il supplizio sopportato fa il martire, ma la causa per il Ricevere lincarico per un dipinto quale si subito nella gioia comune, mein San Pietro era lobiettivo pi diante un banchetto prestigioso cui un pittore potesse ambire funerario, la preghiera e lofferta dellEucariPoteva determinare la fortuna o la stia. sfortuna di unintera carriera artistica Anche il sepolcro dei confessori, ossia di Gli ambasciatori non ritenendole coloro che pur non avendo subito il di gran valore se ne lamentarono. martirio avevano sofferto per la fede San Gregorio dopo aver celebrato in prigioni e miniere, era associato a Messa e fatta orazione comp quanto questa venerazione. I devoti costruivano per loro mausolei, che contiil dipinto mostra. Sentiamo la descrizione di Bellori: nuavano la tradizione degli antichi Finse Andrea (Sacchi) il dentro del eroi, sepolcri nelle catacombe, captempio, ove il Santo Pontefice in pelle private. Dalla fine del IV secolo cominciaabito sacerdotale con la pianeta ed avanti laltare con una mano alza il rono a essere ritenuti degni di vene-
Il rifacimento musivo dellopera di Sacchi a sinistra dellingresso della Sagrestia di San Pietro
razione anche gli asceti, i vergini e le vedove, i vescovi che avevano manifestato fedelt alla Catholica, intenso zelo nella preghiera e nellascesi, nella predicazione, nella carit, coraggio nella difesa dello ius divinum a fondamento di quello degli uomini. Lepoca dellinventio e della traslatio dei corpi costituisce un capitolo importante della vita della Chiesa anche sotto il profilo edilizio: santAmbrogio era lieto di poter deporre sotto laltare i corpi di coloro che avevano comunicato pi da vicino al mistero pasquale del Signore (santAgostino, Confessiones, IX 7,16). Le sofferenze e la morte del martire sono la manifestazione della forza della risurrezione: nei martiri il Cristo soffre e vince la morte. Era percepito nitidamente il vincolo che univa le loro reliquie con la celebrazione dellEucaristia.
Lundicesimo comandamento
di CLAUDIO TOSCANI Pensa quanto sghignazzerebbe un laico se gli capitasse in mano questa lettera!. Fine settembre del 1994: Luigi Santucci, in temporanea crisi spirituale, scrive allamico Italo Alighiero Chiusano per avere soccorso. Non cosa di poco conto: chi invia la lettera assillato dalla divinit di Cristo; chi la riceve invidia a sua volta al mittente la sua ferrea sicurezza nellaldil. Sono due accreditati cattolici scrittori, il primo a cinque anni dalla morte, laltro a solo pochi mesi. I due intellettuali si confidano, si aggrappano alla loro del resto tante volte sperimentata, dialettizzata, brandita fede: ricordano una illuminante lezione della comune guida religiosa Gianfranco Ravasi, e gli assilli, rientrando, si iscriveranno nel maggiore cerchio della superiore e Beata Speranza. Santucci, Chiusano, Ravasi, sono tre nomi che per diversi motivi svettano in questo I nidi delle cicogne (Torino, Aragno, 2011, pagine 364, euro 20): luno in qualit di autore del volume; il secondo fra i pi solidi nomi dellepistolario qui contenuto; il terzo come firmatario di una premessa che certifica, quasi benedicendo, il ministero della parola santucciana, liturgia di una scrittura in cui sincrociano i cardini tematici di una vocazione narrativa che hanno aperto porte ardue, faticose, impervie e persino dure; grandiose e complesse, potenti e provocatorie. Ma dai nitidi messaggi, cesellati lungo anni di ascesa umana, intellettuale e morale: parole-miracolo a salvare i lettori. Determinano il compimento di questa operazione, che dire meritoria poco, oltre a una vasta introduzione di Ermanno Paccagnini allintera personalit creativa di Luigi Santucci, una massiccia sezione di note ai testi che Marco Beck, umanista di lungo corso, ha curato con affettuoso impegno, minuziosa ricerca e intelligenza filologica. Cos il volume apre a racconti, memorie, saggi e poesie, testi teatrali, riflessioni e corrispondenza: un tesoro di inediti variamente resuscitati da una segreta e intonsa eredit che ha la fragranza di unopera prima, sia per il perenne sorriso di colui che gli amici chiamavano Lillo, sia per i suoi approfondimenti tra bene e male, luce e tenebre, fede e interrogazione, storia ed escatologia. Diciamo pure Dio e Mondo, o Cristo e Satana. In poesia Santucci si strugge per linvenzione delle parole giuste; per il teatro, infine, chiude un paio di surrealistici drammi tra lingua colta e dialetto in cui si scontrano atroci realt del nostro tempo avviato, come paventava Santucci, verso una planetaria rovina, verso una spirale suicida. Dal fondo di questo volume-preludio, come brillantemente riassume Ermanno Paccagnini in prefazione, viene alla superficie la gran parte dei temi della narrativa di Luigi Santucci. Una sintesi antelettera di quella che sar presto la riproposta della sua opera omnia, a cominciare dai libri dellesordio, quei Misteri gaudiosi (del 1946) e In Australia con mio nonno (1947), fantasiosi ingressi nella letteratura italiana contemporanea ma con un preciso marchio religioso, un originale interesse per gli aspetti gioiosi della vita cristiana. Sale di grado Santucci con Il velocifero (1963), a toccare una delle sue cime creative, moderna pietra miliare sulla linea lombarda da Manzoni a De Marchi, romanzo che allarga il suo senso religioso alla famiglia come la intende luniversale dottrina della Chiesa, tra inevitabili conflitti e conclusivi traguardi di salvezza. Quando tocca alla sua personale recherche, ossia a Orfeo in paradiso (1967), Santucci crea un testo dal surrealismo lirico-filosofico in condizione di orfanit: gli era morta la madre, vero e proprio centro gravitazionale della sua psicologia e della sua dote letteraria. Indimenticabile pure Come se (1973), dove la fede vista come una impresa oltre che come scommessa pascaliana, esercizio profetico e specola deternit. Per giungere a schaton (1999), o delle cose ultime, che assegna alla memoria un ruolo centrale in forma di viaggio dantesco dallInferno del Nulla, al Purgatorio del ritrovamento di ci che si vissuto, amato, desiderato e pregato, al Paradiso delleterna innocenza, restituzione di ogni bene, ogni bellezza, ogni felicit. Un itinerario che fa giustizia di un certo escapismo di cui Santucci fu talvolta bersaglio. Ma il cuore del volume a parer mio lo spazio delle lettere, cos ben circostanziato dalle note di Marco Beck, realizzate a mezzo di miniature biografiche, storia e storiografia di personaggi, correnti, libri e riviste, pensiero critico e critica pensante e, come gi s detto, inappuntabile filologia. Note ai testi che si delineano come stalagmiti di nozioni, opinioni, fatti e dettagli sotto a stalattiti di invenzioni, idee e forme letterarie. Di una sezione si tratta, questa epistolare, di dialoghi tra massimi intellettuali su massimi sistemi: un saggismo che viaggia tramite missive tra amici, maestri, conoscenti, autorit, come vento dialettico e ventaglio di confessioni, giudizi, dichiarazioni, testimonianze. Ma ci che subito emerge che si tratta di pagine dalla pi chiara appartenenza cattolica. Santucci non si sente soldato di un esercito di ferro, semmai membro di un evangelico gregge prossimo ai lupi. Per questo non il vessillifero di un cattolicesimo guerresco e imperturbabile, ma nemmeno il facile individuo eterodiretto. E spiccano lettere di magnetismo intellettuale e morale, etico ed estetico: con Italo Calvino, che lo elogia per il suo libro sulla letteratura infantile (dalla grande acutezza psicologica e poetica). Se si interrogano sulle sorti della narrativa, Santucci si mostra disorientato, Calvino possibilista. Dei rapporti con Chiusano s detto: mentre si leggono a vicenda, si scambiano dmoni letterari e religiosi. Ma lo spazio epistolare vanta altri bei nomi: da La Capria a Montanelli; dal cardinale Montini (poi Paolo VI) a Pomilio e a Prisco. Per concludere con David Maria Turoldo. Nel segno, tutto indubitabilmente santucciano, di un suo undicesimo, indelebile comandamento: lumilt.
Lusanza di custodire i corpi dei martiri, o frammenti di essi, le reliquie, sotto o dentro gli altari trasform il loro culto da locale in universale. Ancora Agostino ammonisce Non ai martiri, ma al Dio dei martiri dedichiamo altari anche se lo facciamo nelle memorie dei martiri (Contra Faustum, XX, 21). I martiri e i santi sono portatori dello Spirito, la relazione con la loro persona attraverso le tombe o le reliquie ottiene miracoli, intercessione per i vivi. La loro santit ha valore propiziatorio. Il martirio non solo cancella i peccati dei martiri, ma torna a beneficio di tutta la comunit dei credenti, respinge gli assalti di Satana. I corpi o le reliquie dei santi sono considerati come il segno della presenza e il tramite della loro azione, in senso spirituale, in mezzo ai vivi. Nel VI-VII secolo il culto aument anche grazie alla diffusione dei brandea, panni di lino appoggiati ai corpi dei santi o al loro sepolcro, le cosiddette reliquie per contatto. Ne parla gi Agostino a proposito di Ambrogio nel testo gi citato. Della medesima venerazione erano fatti oggetto anche le reliquie delle Vera Croce, della Passione o il Velo della Madre di Dio. Roma, meno favorevole alla moltiplicazione delle reliquie corporali, favor la diffusione di questo tipo di reliquie o delle ampolle dolio che avevano arso una notte davanti alla tomba del santo: il Miracolo di san Gregorio Magno ne attestazione. Esso mostra il valore di queste reliquie e testimonia come il culto di esse fosse un importante strumento di comunione fra la Chiesa di Roma e i Patriarcati orientali o di relazioni con i regni cristiani. La santit lungo i secoli ha nutrito lammirazione e stimolato il fervore dei cristiani: il primato dellamore del Signore fino alla morte, lessere disponibili nelle sue mani, la carit, la preghiera, lascesi, la predilezione per la verginit.
Il colore di questo quadro il pi armonioso temperamento che possa dare il pennello scrive il Bellori descrivendo la pala daltare
Il Medioevo colloc sopra gli altari splendidi reliquiari, decorati di smalti e pietre preziose che venivano incensati durante la liturgia. Nel XII secolo si poteva vedere il Papa che, la vigilia delle feste maggiori nella Basilica vaticana, pellegrinava ai molteplici altari dedicati ai santi procedendo alla loro incensazione. Circa il culto delle reliquie la teologia greca ripresa da san Giovanni Damasceno costituisce il preludio di quella di Tommaso dAquino (Summa Theologiae, III, q 22 a 3-6). Il tempio di Dio su questa terra, il corpo dei santi, sia intero che diviso, riceve ladorazione di venerazione che deve essere resa a tutti coloro che hanno rivestito una qualche dignit; poich questa dignit costituisce un riflesso della gloria divina, il culto che le viene reso ricade in definitiva su Dio stesso con un significato analogo a quello delle immagini.
Luigi Santucci
LOSSERVATORE ROMANO
A trentanni dalla morte di Cronin, autore del romanzo La cittadella
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Scrittrici e teologhe
di LUCETTA SCARAFFIA on sono molti gli autori contemporanei che riescono a raccontare la realt religiosa dellItalia di oggi, specialmente quella delle sue zone pi periferiche. Per questo tanto pi apprezzabile il racconto inedito di Michela Murgia intitolato Lincontro e distribuito dal Corriere della Sera. La scrittrice riesce a ricreare la religiosit di un paese sardo filtrandola attraverso gli occhi di un ragazzo, solo in parte membro della comunit. Sar proprio questo suo essere interno ed esterno allo stesso tempo a dargli il coraggio e la lucidit di individuare una soluzione accettabile e onorevole per tutti del conflitto che sta spaccando il Paese fra la vecchia e la nuova parrocchia. Conflitto che raggiunge il suo apice proprio al momento della processione pi importante dellanno liturgico: quella appunto dellincontro, caro a diverse tradizioni, fra Ges risorto e Maria il giorno di Pasqua. In un ritratto lucido ma al tempo stesso pietoso della vita paesana, di una fede che si nutre pi di appartenenza locale che di vero senso religioso e della contrapposizione fra il vecchio e il nuovo parroco, che rappresentano due tipologie molto diverse di esperienza pastorale. Murgia molto pi brava come narratrice, che poi il suo vero mestiere, che come saggista, anche se Ave Mary ha ottenuto un grande successo perch scritto con la stessa lingua calda e appassionata che caratterizza i suoi testi narrativi. Ma il libro, a eccezione di alcune suggestive pagine sulliconografia mariana, fatto di idee banali, e rivela una preparazione decisamente insufficiente sulla storia della Chiesa, e in particolare su quella delle donne nella Chiesa. Ma, dal momento che ripete idee risapute e ampiamente condivise, ha avuto molto successo. Quasi tutti i lettori amano infatti trovare conferma di ci che gi pensano. Negli scritti narrativi, invece, lautrice sa leggere in profondit una realt a lei nota, rendendola comprensibile a tutti, e consente cos di fare riflessioni molto interessanti sul modo di vivere oggi la fede cattolica. Certo, viene da pensare che non tutti gli scrittori sono capaci di scrivere saggi, ma al tempo stesso dobbiamo ammettere con dispiacere che pochi studiosi sono in grado di scrivere come Michela Murgia. Le sue opere narrative costituiscono quindi fertili occasioni per riflettere sulla vita religiosa oggi molto pi che il saggio, nonostante lei sia laureata in teologia (ma, come si detto, con una debole preparazione storica). Questa laurea le serve molto, invece, nellelaborazione di testi narrativi, come il racconto da cui siamo partiti. Ed interessante che pure unaltra nuova scrittrice di successo nel panorama italiano, Mariapia Veladiano, sia laureata in teologia. Non che entrambe riempiano di questioni teologiche i loro libri, ma sicuramente rivelano una sensibilit per temi come la devozione popolare o il male nella vita di ognuno che risente felicemente dei loro studi. Forse non casuale che le scrittrici che oggi vanno per la maggiore siano anche teologhe. Forse le donne sono pi sensibili alle novit che si respirano nellaria, e sanno che in questo momento le grandi questioni religiose stanno tornando a interessare tutti e a offrire materiale di riflessione e di meditazione. E possiamo perfino sperare che le autrici ossessionate dalla vita sessuale propria o altrui stiano passando di moda.
Gastone Moschin nello sceneggiato televisivo La cittadella di Anton Giulio Majano (1964)
bizzarri da suscitare boati di derisione nelle strade (Le chiavi del regno). Cronin studi poi medicina a Glasgow dove conobbe Agnes Mary Gibson, la sua futura moglie grazie a una borsa di studio ottenuta per merito, esattamente come faranno gran parte dei suoi personaggi. Laureatosi nel 1919, divenne poi membro del Royal College of Physicians. Fu medico in vari ospedali e, durante la Grande Guer-
Lo scrittore descrive il suo primo abito cucito con una stoffa di scarto purtroppo indistruttibile A pagarlo fu lo zio che lo allevava con poco affetto e molta avarizia
ra, nella Royal Navy. Dopo aver prestato servizio come chirurgo su una nave per lIndia, si trasfer nella zona mineraria del Galles del Sud. Nel 1924 divenne ispettore medico delle miniere, occupandosi in particolare delle malattie professionali. Queste esperienze finiranno in alcuni dei suoi libri, in cui Cronin denuncer le ingiustizie subite dai minatori (e le incompetenze mediche dellepoca). il caso di E le stelle stanno a guardare (1935) e La cittadella (1937; sebbene i libri inglesi fossero vietati in Germania durante la Seconda guerra mondiale, i lavori di Cronin sulle comunit minerarie vennero esposti nelle librerie di Dresda nel 1943 per ragioni di propaganda). Queste due opere, che lo resero famoso negli Stati Uniti, divennero poi pellicole cinematografiche: dopo aver visto quella tratta da E le stelle stanno a guardare, Graham Greene commenter: Il film ispirato dal romanzo del dottor Cronin bellissimo. Penso che in Inghilterra non abbiamo mai prodotto nulla di meglio. Riscoperta la fede cattolica nel 1930 lo racconta lui stesso nel libro autobiografico Le avventure in due mondi, 1952 lanno do-
po, durante una vacanza-convalescenza nelle isole occidentali della Scozia, scrisse il suo primo romanzo. Non soddisfatto, gett via il manoscritto: pare sia stato un contadino del posto a convincerlo a finire il lavoro. Fu solo dopo il notevole successo dei suoi primi libri che Cronin decise di dedicarsi esclusivamente alla scrittura, firmando da allora quasi trenta romanzi (Che sappiamo noi di quanto ci si prepara? Tu potresti improvvisamente smetterla con la medicina e diventare un celebre romanziere. Io potrei un giorno lasciare le mie ossa in qualche giungla tropicale; Ma il cielo non risponde). Nel 1939, con la moglie e i tre figli, si trasfer negli Stati Uniti, stabilendosi a New Canaan nel Connecticut. Giunto in Svizzera, vi trascorse tra Lucerna e Montreaux, dove morir il resto della vita. Autore di bestseller tradotti in numerose lingue, da molte delle sue storie furono tratti sceneggiati radiofonici, serie televisive (lultima nel 2003) e film di successo (Le chiavi del paradiso del 1944 lanci universalmente Gregory Peck). Non solo meriti di botteghino: La cittadella e le denunce in essa contenute contribuirono alla nascita del servizio sanitario nazionale inglese. Successo di vendite, connubio con cinema e televisione, trame troppo semplici e personaggi eccessivamente unidimensionali: per lo pi Archibald J. Cronin, sebbene narratore vigoroso e maestro nella costruzione di intrecci, viene considerato ancora uno scrittore di serie B. Riscuotere grande plauso tra il pubblico medio, per anni non stato sinonimo di valore, ma piuttosto di sentimentalismo e superficialit. Eppure, Cronin fu un grande. Molte delle sue storie, che riescono ancora a tenere viva lattenzione del lettore sebbene arricchite qua e l da fronzoli evitabili offrono uno spaccato sociale ben pi ricco e complesso del manicheismo percepibile in prima battuta. Sono molti i temi che variamente ritornano: la pazzia, le ingiustizie sociali, il senso dellonore che esasperato fino alla cecit rischia di travolgere ogni relazione umana. il caso di Mary (Il castello del cappellaio): incinta senza essere sposata, la ragazza viene gettata in strada dal padre. Quel padre despota e inclemente che schiaccia e uccide tutti, tranne una: infatti Mary la sola che si salver (anche grazie al medico, che poi diverr suo marito). Durissima la condanna dellaborto, una condanna che per colpisce, pi che la donna che vi ricorre, il medico che la pratica (non un chirurgo, hai perfettamente ragione. un abortista: nientaltro; La cittadella). Certo, per tanti versi Archibald J. Cronin racconta un mondo ormai veramente lontano. Chi mai oggi descriverebbe la seduzione in termini di socchiudendo un occhio mi guard con comprensione e una punta di malizia, come se si fosse appena letta il Rapporto Kinsey da cima a fondo? (Uno strano amore). Sicuramente le donne sono molto cambiate da allora. Anche se la moglie di Cronin era dottoressa a sua volta quindi per trovare un modello di emancipazione non sarebbe poi dovuto andare molto lontano le sue figure femminili ben difficilmente sono in grado di vivere di luce propria. E non solo c ancora limmagine tradizionale della zitella (sotto i quarantanni, una faccia lunga e appassita ma simpatica, di gusti un po strambi nel vestire, sempre composta e contegnosa, astratta nei modi, era proprio un modello di buona educazione, col fazzoletto di pizzo in grembo, il naso umanamente rosso per il th caldo, luc-
cellino del cappello incombente su ogni cosa; Le chiavi del regno), ma soprattutto compare ancora la lotta tutta femminile tra carriera e amore, con esiti intuibili. Il duello addirittura lasse portante de La dama dai garofani, la cui protagonista, la gallerista Catherine, improvvisamente sente, finanche lei in apparenza cos indipendente, angosciante, il peso del suo sesso. In fondo non era che una povera donna indifesa, bisognosa di un forte braccio cui appoggiarsi, della protezione di una pi forte volont. E anche per lei arriva il fatidico momento: Venne in giorno in cui bisogn scegliere fra una carriera e una casa! Triste e perplessa, si rifugi nel vecchio cortile e sedette su una panchina per combattere la solitaria battaglia. Quando si alz il buio era ormai sceso, ma Catherine aveva deciso. Tralasciando volumi anche piuttosto cupi basti citare Lalbero di Giuda, 1961, con il gretto dottor David Moray interessante il romanzo La luce del nord (1958), una denuncia dura (e un po manichea a tratti) di un certo modo di intendere il giornalismo (attivit realistica come tutte le altre, con due scopi essenziali: denaro e potere), cogliendone aspetti di viva attualit. Conosciamo tutti il potere della stampa per il bene e per il male. incalcolabile. Pu creare o distruggere un individuo, pu fare o disfare un Governo; pu addirittura Dio ce ne scampi scatenare una guerra. La scelta tra i giornali che guidano ed educano il popolo tentando di formare cittadini intelligenti, e giornali che invece si rivolgono a una nazione di esseri primitivi istupiditi da un miscuglio di sessualit, di cronaca nera e di scandali. () Non mai esistita unepoca in cui questo Paese abbia avuto maggiormente bisogno di una stampa intelligente e fondata su elevati principi morali. Due per sono gli aspetti della produzione di Cronin che maggiormente ci colpiscono. Il primo il cattolicesimo, che compare sostanzialmente in due forme. Innanzitutto come motivo di discriminazione e dileggio
per un bimbo cattolico in un mondo protestante (e anche qui lautobiografia evidente). Povero, solo, non amato e cattolico: questo lidentikit. Accanto alle accuse (guardate chi c? Il papa piccoletto!; Questa improvvisa elevazione al trono del Vaticano piuttosto che sostenermi mi abbatt ancor di pi; La canzone da sei soldi), per il dialogo tra Maggie e Laurie la scena pi educativa: Quando ti guardo, Laurie, ancora non posso crederci. Voglio dire, non sei un gran che, ma non sembri diverso da noi. E anche tuo padre e tua madre, sono cos gentili che non ci si penserebbe mai che sono di quella specie. Io abbassavo la testa. Maggie, nella sua maniera goffa e buona, aveva scoperto ancora una volta una delle segrete vergogne che aveva angustiato la mia infanzia e che, senza fingere oltre, deve essere confessata. Io ero ahim un cattolico. Un ragazzo legato mani e piedi alloppressivo carro del Papa, disgraziato accolito della Santa Madre Chiesa, uno che bruciava candele e incenso e che avrebbe baciato il pollice del piede di san Pietro. Nei romanzi di Cronin, per, domina una fede matura (le mie preghiere non erano dirette al vago Dio barbuto della mia infanzia, ma si concentravano sul Salvatore; Anni verdi), il cattolicesimo con le sue domande, gioie, delusioni e sicurezze. C la fede del giovane uomo, dellanziano, del missionario (indimenticabile padre Francis Chisholm), del padre e marito infelice, della donna ideale e della peccatrice, del sacerdote (variamente tormentato, basti pensare a Desmonde Fitzgerald), dello scrittore. E c la fede del medico. Del medico, non a caso. Archibald J. Cronin, infatti, universalmente noto per il suo narrare di medici e medicina. Basti ricordare il suo eroe per antonomasia, il dottor Finlay. Comparso per la prima volta nel 1935, si tratta di un personaggio talmente
Nonostante il successo di vendite e i tanti adattamenti per il cinema e la televisione Cronin viene ancora considerato uno scrittore di serie B
celebre che Alain Davies ha intitolato la sua biografia dello scrittore The Man Who Created Dr. Finlay (Alma Books, 2010). La galleria dei medici che popolano le pagine di Cronin infinita: buoni, cattivi, altruisti, avari, assetati di soldi e potere o sinceramente devoti allumanit. Medici capaci anche di crescere (segli si fosse dato pensiero della vita di quei tre poveracci allospedale, se li avesse realmente considerati come esseri umani degni desser salvati, chi sa se i suoi sforzi non avrebbero compiuto il miracolo?; Gran Canaria), di tirar fuori unetica che loro stessi, a volte, ignorano di avere. unumanit alle prese con malattie, nascite, morti, disagi psichici, epidemie e le prime trasfusioni di sangue lontana, lontanissima da noi. Soprattutto, per, una medicina ormai salpata per lidi lontani. A trentanni dalla sua morte, ci resta il testamento spirituale di questo medicoscrittore. quello che egli stesso presenta come una nuova interpretazione del giuramento di Ippocrate: assoluta fedelt allideale scientifico, niente empirismo, niente metodi da impostore, niente specifici esaltati dalla pubblicit, niente caccia alle tariffe, niente insaponati imbonimenti ad uso delle ipocondriache (La canzone da sei soldi).
Un occhio spietato
Una mostra su Henri de Toulouse-Lautrec in Italia mancava da parecchi anni. Se ne sono accorti alla Fondazione Magnani Rocca e hanno deciso di colmare il vuoto. Dal 10 settembre all11 dicembre 2011 a Mamiano di Traversetolo, nei pressi di Parma, si potr riflettere sul lavoro del celebre artista francese. La mostra, curata da Stefano Roffi, frutto della collaborazione della Magnani Rocca con il Museum of Fine Arts di Boston, con il Muse dIxelles-Bruxelles, con la Fondazione E. G. Bhrle di Zurigo, con la Galleria darte moderna di Milano e con altri musei e collezioni e istituzioni. Gli organizzatori fanno notare che nei musei italiani sono rare le opere di Lautrec. Questa mostra, quindi, rappresenta una nuova occasione per vedere suoi lavori senza dover raggiungere grandi musei internazionali. Si potr quindi ammirare in primo luogo locchio spietato e caricaturale dellartista, capace di cogliere con finezza le caratteristiche e la gestualit dei soggetti che rappresenta. Non manca inoltre, come noto, un uso innovativo di ampie stesure di colori piatti, marcate silhouettes e punti di vista inconsueti.
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LOSSERVATORE ROMANO
Conclusa a Budapest una consultazione promossa dalla Kek
ROMA, 3. Domenica 18 settembre in tutte le parrocchie italiane si svolger una raccolta straordinaria per far fronte allemergenza nel Corno dAfrica. Liniziativa, promossa dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), stata avviata dalla Caritas Italiana che amplia in questo modo lintervento nelle aree colpite da una terribile siccit e dalla conseguente carestia che coinvolge tredici milioni di persone. Dinanzi a questo scenario, le Caritas di Kenya, Etiopia, Somalia e Gibuti, i Paesi pi colpiti dalla crisi, impegnate da mesi nellaiuto alla popolazione, hanno proposto a Caritas Italiana e alla rete delle Caritas del mondo i loro piani di intervento su scala nazionale per i prossimi otto mesi. I progetti offrono aiuto complessivamente a trecentomila persone. I piani si articolano in venti diocesi di quattro Paesi e prevedono sia aiuti durgenza nellambito dellassistenza alimentare, sia azioni di medio periodo per favorire la ripresa di unautonoma capacit di reddito delle persone e renderle meno vulnerabili a future condizioni climatiche avverse. In particolare, gli ambiti di intervento principali sono: assistenza nutrizionale e sanitaria, supporto alle strutture sanitarie, distribuzione di medicinali e di viveri a persone vulnerabili colpite da malnutrizione, soprattutto bambini, donne, disabili, malati, sfollati. Approvvigionamento e conservazione dellacqua: riparazione e costruzione di pozzi, cisterne e ripristino di fonti dacqua. Realizzazione di dighe e terrazzamenti. Distribuzione di carburante per le pompe e di kit per la potabilizzazione dellacqua. Sostegno alla ripresa dellallevamento e dellagricol-
tura: distribuzione di animali e di foraggio per il bestiame, fornitura di sementi e attrezzi agricoli, cure veterinarie. Gli interventi umanitari sono realizzati in quattordici diocesi dellarea centrale, nord ed est del Kenya, in cinque diocesi dellarea sud-orientale e del nord dellEtiopia, in alcune zone del centro-sud della Somalia, e nella parte nord e intorno alla capitale della Repubblica di Gibuti. Sin dai primi di luglio di questanno, Caritas Italiana sta seguendo con attenzione levolversi dellemergenza ed in costante contatto con le Caritas coinvolte per il coordinamento complessivo del-
lazione nellarea. In risposta anche agli accorati inviti del Papa, la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha invitato a pregare per le comunit colpite e ha messo a disposizione un milione di euro consapevole della eccezionale gravit della carestia. Inoltre, per la colletta del 18 settembre Caritas Italiana ha lanciato una campagna dal titolo Fame di pane e di futuro, proprio per sottolineare la necessit di coniugare il dovuto aiuto durgenza ad unazione che contribuisca a costruire un futuro per le popolazioni colpite dalla carestia libero dalla miseria e dalle cause strutturali che la provocano.
Lutto nellepiscopato
Monsignor Jos Mara Montes, vescovo emerito di Chascoms, in Argentina, morto venerd 2 settembre, allet di 91 anni. Il compianto presule era infatti nato in Almirante Brown, in diocesi di Lomas de Zamora, il 22 marzo 1920 ed era stato ordinato sacerdote il 20 dicembre 1958. Eletto alla Chiesa titolare di Lamdia il 15 giugno 1978 e nel contempo nominato ausiliare dellarcidiocesi di La Plata, aveva ricevuto lordinazione episcopale il successivo 15 agosto 1978. Il 19 gennaio 1983 era stato nominato vescovo di Chascoms. Aveva rinunciato al governo pastorale della diocesi il 3 luglio 1996. Le esequie sono state celebrate sabato mattina 3 settembre nella parrocchia del Sagrado Corazn de Jess a Temperley.
LOSSERVATORE ROMANO
Ad Ancona il Congresso eucaristico nazionale
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Menichelli. Il tema scelto tratto dal Vangelo di Giovanni, ed la domanda piena di smarrimento che Pietro rivolge a Ges, quando il Signore, abbandonato dalla folla che fino ad allora lo aveva seguito, si rivolge ai suoi amici pi stretti e un po provocatoriamente invita anche loro ad andarsene. Pietro, pur disorientato dallatteggiamento di Ges, riconosce per che solo il Signore ha parole di vita eterna. Ancora oggi ci troviamo di fronte a questa identica situazione. E cio che la gente ha fame e sete dinfinito. Un disagio che si concretizza in una generale insoddisfazione della vita di ogni giorno. Per prima cosa perci abbiamo voluto prendere coscienza duna umanit che grida, che chiede aiuto e salvezza. Per poi mettere in rilievo come proprio in Ges vi sia la risposta tanto attesa. Di qui, anche, la sottolineatura messa in evidenza dal sottotitolo del congresso, LEucaristia per la vita quotidiana. E che ne costituisce anche lauspicio principale, cio la necessit di ridurre la distanza culturale tra la fede e la vita, tra il culto e la realt, tra il celebrato e il vissuto. Per raggiungere questo obiettivo gli organizzatori del congresso il comitato promotore della Conferenza episcopale italiana presieduto dal vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, Adriano Caprioli hanno voluto riprendere lapprofondimento delle cinque aree tematiche gi affrontate nel convegno ecclesiale italiano svoltosi a Verona nel 2006. Cos, dopo la celebrazione eucaristica di apertura presieduta domani, domenica 4, ad Ancona dal cardinale Re, da luned 5 a venerd 9, ogni giornata sar dedicata alla riflessione su un tema specifico. A partire dalla vita affettiva, alla luce di una visione antropologica che riflette il piano di Dio e che al tempo
stesso rispettosa della dignit umana. Poi il tema della fragilit, intesa nei due versanti, spiega Menichelli, quello della povert e della malattia e quello di chi chiamato a soccorrere, ad aiutare. Ma anche come riflessione su quella particolare fragilit che il senso di onnipotenza che si illude di avere luomo quando ciecamente si affida alla tecnologia. Quindi la riflessione su il lavoro e la festa. Temi di stringente attualit perch oggi c chi soffre perch vive il lavoro come una schiavit e chi invece il lavoro non ce lha e si sente umiliato nella sua dignit. Tuttavia, aggiunge, il tema del lavoro ancora pi importante perch lEucaristia non ci sarebbe senza il lavoro delluomo. Noi diciamo infatti che essa il frutto della terra e del lavoro delluomo. E quindi la materia eucaristica stessa anche il dono che luomo fa a Dio per essere presente. Di qui anche il tema della festa. Purtroppo oggi per tanti la festa il week-end, il fine settimana che spesso risulta pi stressante del lavoro stesso. Invece noi vogliamo che luomo e la donna, guardando e celebrando Ges Cristo, recuperino nel giorno di festa quellenergia interiore che d qualit a tutta la vita. Per concludere, gioved e venerd, i temi della tradizione che cosa trasmettiamo in eredit alle giovani generazioni? e della cittadinanza intesa come partecipazione alla vita della comunit della comunit civile e a quella ecclesiale. Infine, sabato 10, la giornata dedicata al pellegrinaggio delle famiglie che verr conclusa con una veglia di preghiera presieduta dal cardinale Bagnasco. Celebrazione che far da prologo al grande incontro del giorno successivo con il Santo Padre. (fabrizio contessa)
Jules-Alexis Muenier, La lezione di catechismo, 1890, Museo delle Belle Arti di Besanon
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LOSSERVATORE ROMANO
Una sintesi del testo indirizzato al vice primo ministro Eamon Gilmore
Nomine al Governatorato
Le nomine di oggi riguardano il presidente e il segretario generale del Governatorato dello Stato della Citt del Vaticano.
Osservazioni conclusive
Nella sua risposta, la Santa Sede offre una presentazione dellapproccio della Chiesa alla protezione dei minori, includendo la relativa normativa canonica, e fa riferimento alla Lettera ai Cattolici dIrlanda del Santo Padre Benedetto XVI, pubblicata il 19 marzo 2010, nella quale il Pontefice indica che si attende che i vescovi irlandesi cooperino con le autorit civili, applichino pienamente le norme del Diritto Canonico e assicurino piena e imparziale applicazione delle norme della Chiesa in Irlanda per la protezione dei minori. La pubblicazione del Cloyne Report segna un ulteriore passaggio nel lungo e difficile cammino di accertamento della verit, di penitenza e purificazione, di guarigione e rinnovamento della Chiesa in Irlanda. La Santa Sede non si considera estranea a questo processo ma lo condivide in spirito di solidariet ed impegno. La Santa Sede, mentre rigetta le accuse infondate, accoglie in spirito dumilt tutte le osservazioni e i suggerimenti obiettivi e utili per combattere con determinazione lo spaventoso crimine dellabuso sessuale sui minori. La Santa Sede desidera ribadire che condivide la profonda preoccupazione e linquietudine espresse dalle autorit irlandesi, dai cittadini irlandesi in generale e dai vescovi, sacerdoti, religiosi e laici dIrlanda a riguardo dei criminali e peccaminosi atti di abuso sessuale perpetrati da membri del clero e da religiosi. La Sede Apostolica anche consapevole della comprensibile rabbia, della delusione e del senso di tradimento sperimentati da coloro, particolarmente le vittime e le loro famiglie, che sono stati segnati da questi vili e deplorevoli atti e dal modo in cui essi talvolta sono stati affrontati dalle autorit ecclesiastiche. Per questo la Santa Sede desidera riaffermare il proprio dolore per ci che accaduto. Essa si augura che le misure che la Chiesa ha introdotto negli ultimi anni a livello universale, come anche in Irlanda, si dimostrino pi efficaci nellimpedire il ripetersi di tali atti e contribuiscano alla guarigione di coloro che hanno sofferto per gli abusi, come pure a ristabilire la fiducia reciproca e la collaborazione tra le autorit ecclesiastiche e quelle statali, che sono essenziali per combattere efficacemente il flagello dellabuso. Naturalmente, la Santa Sede sa bene che la dolorosa situazione provocata dagli episodi di abuso non pu essere risolta rapidamente o facilmente e che, bench siano stati compiuti molti progressi, molto rimane ancora da fare. Sin dai primi giorni dello Stato irlandese, e specialmente dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche nel 1929, la Santa Sede ha sempre rispettato la sovranit dellIrlanda, ha mantenuto relazioni cordiali e amichevoli con il Paese e le sue autorit, ha frequentemente espresso la propria ammirazione per lo straordinario contributo offerto da uomini e donne irlandesi alla missione della Chiesa e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni in tutto il mondo; inoltre, la Santa Sede non ha fatto mancare il proprio supporto a tutti gli sforzi per promuovere la pace sullisola durante gli ultimi travagliati decenni. In linea con tale atteggiamento, la Santa Sede desidera riaffermare il suo impegno ad un dialogo costruttivo e alla cooperazione con il Governo irlandese, naturalmente sulla base del reciproco rispetto, cos che tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, religiose o civili, possano cooperare per assicurare che la Chiesa, e anzi la societ in generale, siano sempre un luogo sicuro per linfanzia e i giovani.
sit dei compiti ha affermato. Si detto poi lieto e onorato di operare sotto la direzione del cardinale Lajolo fino al 1 ottobre, con la collaborazione di tutto il personale. Monsignor Sciacca ha quindi ricordato una frase di Alberto Arborio Mella di SantElia maestro
di camera di Pio XI e poi di Pio XII il quale era solito dire: Qui tutto grande e quindi anche il nostro comportamento deve modellarsi a questa grandezza. E ha concluso che tutto questo deve ispirare la sostanza di vita per servire con un autentico spirito di lealt e umilt il Pontefice.