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Carlo Macis
22/03/2023
Abstract 2
Metodo 2
Ricerca documentale 2
Interviste semi-strutturate 2
1. Il diritto allo studio Universitario: verso Er.Go 4
1.1 Assetto istituzionale ed organizzativo dell’Azienda regionale 5
2. Digitalizzazione in Er.Go 9
2.1 Lavoro da remoto, telelavoro, smart working 10
2.2 I controlli ISEE 12
Conclusioni 17
Bibliografia 18
Sitografia 18
2
Abstract
Il Diritto allo Studio Universitario affidato agli enti regionali versa in una situazione di efficienza
subottimale nella spesa se paragonato ai casi analoghi europei (M. Regini e R. Ghio, 2022 p.45).
Tuttavia, alla luce delle riforme aziendalistiche e alle innovazioni digitali susseguitesi in Italia
negli ultimi trent’anni, non sarebbe corretto sostenere che le aziende di diritto allo studio non
siano perlomeno orientate alla migliore efficienza. In questo elaborato si analizza il caso
dell’ente di DSU “Er.Go” alla ricerca di buone pratiche e possibili sintomi di inefficienza. In
particolare, dopo uno sguardo all’assetto organizzativo, si è approfondito il tema del lavoro agile
per poi focalizzarsi sul come l’azienda svolge annualmente una delle sue funzioni fondamentali,
cioè quella dei controlli delle posizioni economiche degli studenti richiedenti borsa di studio.
Metodo
Ricerca documentale
Interviste semi-strutturate
Per la stesura di questo paper sono state condotte tre interviste semi-strutturate con tre diversi
funzionari dell’Ente, scelti per la loro esperienza e per il loro ruolo nelle trasformazioni digitali
I colloqui si sono svolti alla presenza della dott.ssa Patrizia Pasini (Programmazione e sviluppo
servizi per l’accessibilità ai benefici e relazioni con le Università – Interventi DSU scolastico,
Il diritto allo studio universitario (DSU) è il diritto, in capo ad ogni soggetto, di studiare
liberamente in Italia a prescindere dalle sue condizioni personali e sociali. Questo diritto trova
una doppia previsione negli articoli 3 e 34 della Costituzione: l’articolo 3 sancisce l’uguaglianza
di tutti i cittadini di fronte alla legge e assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale che limitino la libertà e l’uguaglianza dei cittadini;
l’articolo 34 prevede il diritto per tutti di raggiungere i gradi più alti degli studi, da rendersi
disposizioni, sintetizzate nel “diritto allo studio universitario” (DSU), sono assolte dalle Regioni
nel rispetto dei livelli essenziali sanciti dallo Stato. Oggi, in Emilia-Romagna, il DSU è garantito
Nata nel 2008 per effetto della Legge Regionale 15/2007 (“Sistema regionale integrato di
interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione”), l’azienda è
inserita come perno di una più ampia riforma del sistema del diritto allo studio
dell’Emilia-Romagna allora in essere. Prima di questa riforma, infatti, erano presenti sul
territorio quattro enti per il DSU, cioè uno per Università. Attraverso Er.Go, la Regione ha inteso
Questa decisione, che è un policy change di “secondo ordine” (P. A. Hall, 1993 p. 279), è
coerente con la tendenza a “modernizzare” tipica del New Public Management italiano (A. Lippi,
1
L’ARDSU è di gran lunga l’attore più importante nell’espletamento delle previsioni concernenti il diritto
allo studio, ma una parte residuale seppur importante del DSU è comunque sostenuta dalle Università e da
altre PPAA, sia in autonomia che in cooperazione con l’Azienda. Ne è un esempio l’ABIS dell’Università
di Bologna: https://www.unibo.it/it/servizi-e-opportunita/borse-di-studio-e-agevolazioni
5
Er.go è e rimane un soggetto burocratico pubblico, e risponde alle logiche aziendalistiche solo
nelle forme degli strumenti utilizzati (la gestione del bilancio in primis e, come vedremo,
neanche così sistematicamente), con scarse concessioni alle logiche di mercato. La competizione
in campo di diritto allo studio è, se si vuole leggerla in tal senso, tra le amministrazioni regionali,
che potrebbero voler contendersi gli studenti in una logica del tipo “enrollment by invitation”2.
Le più importanti eccezioni al modello si ritrovano nella gestione della ristorazione e in quella
degli alloggi. Nel primo caso vige un doppio sistema mense Er.Go/privati convenzionati, nel
secondo caso l’Azienda riconosce un emolumento monetario a quanti, non riuscendo ad accedere
alle residenze per insufficienza di posti ovvero in attesa dello scorrimento delle graduatorie, sono
costretti a rivolgersi alla locazione privata. Queste due soluzioni sono più spiccatamente rivolte
caratteristica di alcune espressioni del NPM (ibidem). In letteratura, queste soluzioni sono
ritenute meno tipiche del caso italiano, e questo trova conferma nel fatto che l’ARDSU le
prevede solo in maniera straordinaria o complementare, non per design ma per supplire ai limiti
d’azione e di spesa.
In Er.Go sono comunque ben visibili le influenze di altri paradigmi di riforma amministrativa: si
Secondo il modello di Mintzberg (1980) siamo di fronte ad una burocrazia completa. L’Azienda
2
La volontà di utilizzare il diritto allo studio come leva per lo sviluppo socioeconomico del territorio
risulta nei documenti di pianificazione triennale della Regione, ma che esista una competizione
interregionale in merito sarebbe da dimostrare.
6
Amministrazione e il Collegio dei Revisori. Su questo assetto è intervenuta la L.R. 6/2015, che
organizzative e contabili tipiche del Presidente e del CdA (al Direttore “sono attribuiti tutti i
poteri di gestione tecnica, amministrativa e contabile”, L.R. 15/2007), è scelto dalla Giunta
questioni più importanti, ed è formato dai Rettori delle Università emiliano-romagnole (o i loro
umane su indicazione del Direttore, ovvero predispone l’attività del suo superiore e fa da filtro
managerialista, bensì quella dello Stato Neo-Weberiano (ibidem, p. 73, in particolare nella
misura in cui prevede “il ruolo centrale dei dirigenti intesi come professionisti autonomi”, con
un’enfasi anche sulla “capacità di dialogo all’interno degli e tra gli enti”, visto che è snellito sia
funzionari (Tab. 1), cioè personale di categoria D. Dal PIAO aziendale e dal C1 si desume che il
sistema delle Posizioni Organizzative in essere è frutto di una evoluzione organizzativa costante,
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in cui l’unica cesura è stata appunto quella della riforma intervenuta nel 2015. Il sistema sembra
essere soprattutto causa, ma anche conseguenza, delle soluzioni di smart working adottate
dall’ente – e alle quali è dedicato il prossimo capitolo – che necessitano di grande flessibilità, di
solida. In questo sono rinvenibili le influenze dei paradigmi di riforma sintetizzati negli idealtipi
di Neo-Weberian State, e soprattutto del Public Value Management, nella misura in cui si stressa
a più riprese l’importanza della professionalità dei funzionari, sui quali l’azienda fa investimenti
interno anche decine di singole funzioni, eseguite da impiegati trasversali alle posizioni
168 addetti (50 neoassunti con lo sblocco dei concorsi pubblici), tra cui un Direttore, un
L’assetto complessivo è stato deciso per snellire le operazioni interne all’azienda e migliorarne
l’efficacia in rapporto agli obiettivi stabiliti dalla Regione. L’assenza di organi politici, infatti, fa
del “Piano regionale triennale degli interventi e dei servizi per il diritto allo studio universitario
e l'alta formazione” (qui anche “piano triennale”) il principale atto di indirizzo dell’azione
dell’ARDSU, quando non l’unico. Esso, deliberato dall’Assemblea regionale su proposta della
Giunta, definisce i contorni di massima dell’azione futura di Er.Go, lasciando a questa la più
ampia autonomia sul come conseguirli. La restante programmazione risiede tutta nel PIAO e, in
generale, negli atti interni. L’Ente ha quindi l’onere e la libertà di sviluppare le tecniche più
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Al valore pubblico è dedicata un’intera sezione del più recente PIAO.
8
adatte per assolvere ai propri obblighi, sottoponendosi ai criteri di efficacia ed efficienza tipici di
un ente di diritto pubblico, e dotandosi dello schema organizzativo appena visto attraverso uno
sforzo interno4.
4
Nel libro dei processi organizzativi del 2016 si legge di come Er.Go, in risposta alla riforma del 2015,
abbia avviato un processo di riorganizzazione interna che ha coinvolto tutti i collaboratori, e che è
culminato in una sistematizzazione estremamente puntuale di ogni singola mansione da svolgersi in
azienda, e da cui è scaturito l’organigramma attuale. Durante C3 è emerso che, è stata una
riorganizzazione più formale che funzionale, senza rotture.
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2. Digitalizzazione in Er.Go
La digitalizzazione in Er.Go è una costante dell’Ente in cui non si rilevano cesure, e riguarda sia
i servizi interni che quelli esterni. Grazie ai confronti con il dott. Grasso ed il dott. Palumbo è
stato possibile ricostruirne le principali tappe, mettendo insieme la prospettiva della Direzione
con quella di un funzionario in prima linea. Il primo paragrafo restituisce un quadro sintetico
delle soluzioni adottate in merito alle modalità di lavoro a distanza adottate nell’azienda prima,
digitalizzazione da parte dei decisori politici. Tuttavia non tutte le digitalizzazioni vengono col
buco: molte variabili concorrono nella buona riuscita di un tentativo di informatizzazione, dalle
caratteristiche del personale pubblico all’entità del lavoro da svolgere, alla maniera con cui si
decide di mettere a terra una riforma (F. Di Mascio e A. Natalini, 2022, cap. 5).
fattori che facilitano la digitalizzazione dei servizi. In primo luogo essi si prestano facilmente
alla loro esecuzione tramite computer, in quanto consistono principalmente nella raccolta ed
elaborazione di dati. In secondo luogo è facile immaginare la messa in rete dei servizi, poiché
essa consisterebbe di 1) istituire punti di input dei dati da parte degli studenti (sito internet) e 2)
creare dei gestionali che comunicano con i database, ad esempio in un’intranet. In terzo luogo,
tutti gli intervistati hanno evidenziato la competenza della Direttrice da un lato, e del dott.
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Palumbo dall’altro: nei nostri termini, è ritenuto fondamentale prima di tutto il “fattore umano”
(U. Plesner e E. Husted, 2022 p.59), e più in generale sembra emergere un’interpretazione
fortemente orientata alla valorizzazione dei fattori sociali rispetto a quelli puramente tecnici, una
prospettiva cioè scarsamente tecnodeterminista. Mentre alla prima viene riconosciuta la capacità
soluzioni informatiche ad uso interno5. È in larga parte per opera sua che dal 2003 ad oggi sono
stati sviluppati gli applicativi di Er.Go fondamentali per rendere possibili le soluzioni di
telelavoro (oggi trasformato in lavoro da remoto) e smart working (o lavoro agile). Secondo gli
intervistati è il mix tra volontà dirigenziale e possibilità di sviluppo in-house che ha reso
smaterializzazione dei processi dall’altro. Tra le due direttrici non è emerso un ordine giacché
sono state pensate e perseguite contemporaneamente, per di più facendo leva sulla stessa figura
tecnico-professionale.
In Er.Go, come del resto nella generalità delle Pubbliche Amministrazioni italiane6, le soluzioni
di telelavoro non si sono tradotte in smart working se non a partire dalla pandemica. Fino ad
allora, quando i dipendenti erano cinquanta in meno, erano state sperimentate solo 8 soluzioni di
lavoro agile, principalmente poiché lo smart working non era ritenuto una soluzione necessaria a
fronte dell’uso già estensivo del telelavoro (C1). Ad ogni modo, analogamente a quanto successo
nelle altre PPAA italiane, esso è stato completamente convertito in smart working durante il
5
Più alcune ad uso esterno quali il DOSSIER, che riassume i servizi di raccordo tra gli studenti ed Er.Go, ed il sito
internet istituzionale www.er-go.it .
6
“Una quota minima di istituzioni pubbliche, pari al 3,6%, aveva adottato iniziative strutturate di Smart Working
(SW) in fase pre-pandemica”. Fonte:
https://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/documenti/Ministro%20PA/Brunetta/dicemb
re%202021/REPORT_ISTITUZIONI_PUBBLICHE_2020.pdf.
È importante anche sottolineare che lo smart working è entrato nell’ordinamento italiano solo con la Legge 81/2017.
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2020, fatta eccezione per alcune mansioni che hanno riguardato solo 4 addetti e che dovevano
All’indomani della fase acuta della crisi, il personale Er.Go in lavoro agile si attesta ancora
dei risultati conseguiti, e le performance aziendali sono continuate a crescere nel tempo senza
singhiozzi (due esempi in Fig. 3). L’unica criticità registrata dal vertice è lo sfibramento del
tessuto sociale interno all’Azienda (“Alcuni collaboratori hanno come un blocco psicologico,
fanno fatica a rientrare…”, C1), cosa che ha preoccupato l’organizzazione e ha reso necessaria
l’attivazione del Comitato Unico di Garanzia. Del resto, il problema dell’isolamento sociale
causato dallo smart working è noto in letteratura (F. Di Mascio e A. Natalini, 2021 p. 97), e
meccanismi di sfibramento dovuti alla ristrutturazione organizzativa del lavoro sono noti fin
dagli studi sul metodo Longwall (U. Plesner e E. Husted, 2022 p.64). Una nota positiva è che per
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quel che riguarda l’ARDSU non è stato segnalato, né si è rinvenuto, alcun caso di isolamento
professionale.
Si è già menzionato come l’attività di Er.Go si basi sull’indizione di bandi annuali per l’accesso
ai benefici di DSU. A questa funzione concorrono direttamente 6 Posizioni Organizzative, tra cui
verificare che le situazioni economiche dichiarate dagli studenti per l’ottenimento di determinati
I controlli delle posizioni economiche cominciano con la chiusura dei bandi e hanno riguardato,
4. Un campione estratto dalla generalità degli studenti, che subisce un controllo diverso
Per quanto riguarda gli studenti residenti in Italia, le informazioni economiche sono sintetizzate
innanzitutto nel valore ISEE collegato alla Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU, qui anche
Dichiarazione per chiarezza). La Dichiarazione contiene poi una serie di dati anagrafici e
patrimoniali ugualmente importanti ai fini dell’ottenimento dei benefici di diritto allo studio.
Una prima stagione digitale, culminata nel 2015, ha visto un abbandono progressivo della
compilazione cartacea dei documenti necessari alla partecipazione ai bandi in favore della
compilazione online. Tuttavia non era ancora attiva una banca dati nazionale da cui le PPAA
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potessero attingere per acquisire digitalmente le Dichiarazioni, e quindi gli studenti dovevano
nell’elaborazione delle domande. Questi dati andavano poi verificati secondo gli strumenti
Per effetto del Codice dell’Amministrazione Digitale è sempre più facile, per le PPAA,
scambiarsi i documenti presenti nei loro database: ad esempio dal 2015, previo consenso degli
interessati, è possibile per le aziende come Er.Go accedere alle Dichiarazioni Sostitutive Uniche
degli studenti, così da evitare errori e velocizzare i controlli. Così, Er.Go si è dotata di un
3. Estrazione del campione su cui fare i controlli ed invio all’ufficio Controlli, il quale
4. Caricamento degli esiti dei controlli sulla piattaforma BENEFICI per l’elaborazione delle
graduatorie
accertamenti in particolare.
Come evidenziato dalla Fig. 3, l’andamento dell’attività per l’ultimo decennio è stato positivo e
7
tranne nel caso delle domande elaborate per conto l’Ateneo di Ferrara, per le quali si lavora in Excel.
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Innanzitutto va evidenziata la natura rapsodica delle soluzioni digitali messe in campo da Er.Go.
Se da un lato può essere vero che, come sostenuto in tutte le interviste, le software house hanno
spesso troppa difficoltà a sviluppare in tempi consoni soluzioni ad-hoc per l’ARDSU, dall’altro il
risultato della digitalizzazione interna è (nel caso dei controlli) un equilibrio fra tre piattaforme
diverse, di cui una esterna e due in-house. Questo è solo parziale, in quanto ECOS è usata in via
sperimentale solo sulle sedi di Bologna e Parma, e quindi non sostituisce del tutto l’utilizzo di
Microsoft Excel, che andrebbe quindi contato come quarto applicativo coinvolto in un singolo
Fig. 3: Costo dei controlli ISEE per gli ultimi due esercizi ed andamento dei controlli dal 2013. Fonte:
https://www.er-go.it/fileadmin/user_upload/mvm/AMMINISTRAZIONE_TRASPARENTE/Servizi_1/N_costo_Control
li.pdf
il cartaceo, il cui impiego può essere sconsigliato ma non impedito. Sorge quindi talvolta il
cortocircuito per cui un documento viene mandato in via cartacea ad una sede Er.Go, ad esempio
Parma, ma l’addetto a cui è assegnata la pratica del singolo studente è in smart working nel suo
domicilio a Cattolica, e deve quindi coordinarsi con chi è presente in sede per ottenere il
Un altro problema sorge dal fatto che molti dati non sono reperibili in via immediata dall’Ente.
Ad esempio, gli anagrafi comunali non registrano quasi mai i casi piuttosto frequenti di coppie
separate (consensualmente o per atto giudiziario) ma non divorziate, e quindi l’ARDSU si ritrova
a chiedere agli studenti di provare la separazione dei genitori senza neanche tentare
l’interlocuzione coi Comuni. Questi sono effettivamente interpellati nel caso in cui sia necessario
verificare la residenza dello studente, ed essa non è presente nell’Anagrafe Nazionale della
Popolazione Residente; i Comuni, però, tranne nel caso in cui esista un contatto di carattere
personale tra funzionario Er.Go e funzionario comunale, tendono a prendersi i 30 giorni tipici per
rispondere, ingolfando la procedura di controllo a campione, che viene quindi sospesa per essere
ultimata solo a seguito della pubblicazione delle prime graduatorie, operazione che vanifica in
Anche nel caso in cui non siano le PPAA ad ostacolarsi a vicenda possono insorgere delle
disfunzioni. Ad esempio, per alcune classi di informazioni i dati sono effettivamente presenti nei
database nazionali e sono messi a disposizione dell’Ente; il problema, però, è che sono
accessibili solo nella forma del controllo puntuale: Er.Go non può, quindi, automatizzare le
procedure con una richiesta massiva di decine di migliaia di dati, ad esempio le Dichiarazioni
Sostitutive Uniche, sia per motivi di privacy che di sicurezza informatica. La mancanza del
controllo massivo è emerso come uno dei motivi principali di lentezza delle procedure e, se
le operazioni di controllo. Questo è dimostrato dal fatto che questa tecnica è stata da poco
autorizzata nella verifica di correttezza dei codici fiscali, la quale ora è appunto automatica ed
immediata.
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Conclusioni
organizzative per poi focalizzarsi sugli aspetti del lavoro agile e di una funzione specifica, quella
dei controlli ISEE. Tuttavia, l’analisi è da ritenersi del tutto preliminare per almeno due motivi.
In primo luogo, la funzione dei controlli ISEE, per quando indispensabile, non è dirimente al fine
di capire appieno quanto e con quanto successo l’azienda ha effettivamente intrapreso i suoi
processi di trasformazione digitale. Più opportuno (e molto più complicato) sarebbe lo studio dei
dei servizi quali borse, domicili e mense dall’altro, con particolare riguardo ai misuratori di
outcome oltre che a quelli di output. In più, una prospettiva comparata sull’efficienza
dell’organizzazione di Er.Go rispetto agli altri enti di DSU potrebbe anch’essa fare luce sulla
Da questo report possiamo comunque dedurre qualcosa sulla digitalizzazione interna all’azienda,
controlli ISEE che sdoppiano i database e si snodano su svariati applicativi) e gli inceppi dovuti
se appurata, evidenzierebbe i limiti di messa a terra delle teorie di Digital Era Governance in
contesti che mancano di sufficiente capitale, capitale umano ed esternalità di rete positive.
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Bibliografia
DI MASCIO F., ANGELETTI S. e NATALINI A., “Lo smart working nelle pubbliche amministrazioni
centrali ai tempi del COVID-19.” Rivista italiana di politiche pubbliche, 16.1: 95-125, 2021.
HALL P. A., “Policy Paradigms, Social Learning, and the State: The Case of Economic Policymaking in
MINTZBERG H., “Structure in 5's: A Synthesis of the Research on Organization Design” in Management
Regini M. e Ghio R., “Quale università dopo il PNRR?”, Milano University Press, 2022
Sitografia
Er.Go | Trasparenza
https://www.er-go.it/fileadmin/user_upload/mvm/AMMINISTRAZIONE_TRASPARENTE/Servizi_1/N_
costo_Controlli.pdf
https://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/documenti/Ministro%20PA/Brunet