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POTERI INNATI

Selezione dalle opere di


SRI AUROBINDO E LA MADRE

Edizioni Lilaurora
POWERS WITHIN
Copyright @ Sri Aurobindo Ashram Trust 1998
Pondicherry
Estratti dagli scritti di Sri Aurobindo e della Madre
scelti daA. S. Dalal
A cura dell'Associazione Lilà Aurora
Motrano-Sovicille (Sl)
lilaurora@motrano.it

Le traduzioni da 'Savitri' sono di Paola De Paolis


da 'Savitri' - Edizioni Mediterranee - Latin Pen. Auroville
Le traduzioni dal Francese delle
'Conversazioni' della Madre
del 1955, 1956,1957-58 sono di Jishnu

La copertina è di Maggi e Surakshita


In copertina:
Hibiscus rosa-sinensis
A questo ibisco la Madre ha dato il nome di
'Potere Dinamico'
Indispensahile per il progresso

Edizioni Lilaurora
Prima edizione italiana
Stampato nel mese di febbraio 2004
dalle Arti Grafiche Nencini di Poggibonsi
rsRN-88-88508-00-7
Da SAVITRI di Sri Aurobindo

Con mani sostenute da un Potere trasfigurante


egli sollevò agilmente, quasi arco di gigante
lasciato nel sonno d'una grotta sigillata e segreta,
i poteri che dormono, ancora inusati, dentro l'uomo
Libro Primo - Canto Terzo, p. 26
In un corpo che ottenebra lo spirito immortale,
Abitante anonimo che veste poteri invisibili
con le forme della Materia e motivi al di là del pensiero
e con il caso di una conseguenza imprevista,
Influenza onnipotente e indiscernibile,
egli risiede, non percepito dalla forma in cui vive
e vela d'una mente brancolante la propria conoscenza
Libro Primo - Canto Quarto, p. 68
Nelle cellule del nostro corpo risiede un potere nascosto
che vede I'invisibile e premedita I'etemità.
Libro Secondo - Canto Quinto, p.169
Esiste un Potere interiore la cui conoscenzava oltre
i nostri saperi
Libro Quinto - Canto Secondo, p.397
Un Veggente, un potente Creatore, è in voi,
L'immacolata grandezza sovrasta i vostri giorni.
poteri onnipotenti son rinchiusi nelle cellule della Natura
Libro Quarlo - Canto Terzo, p. 370
INDICE

PREFAZIONE pag. 10

INTRODUZIONE ,, 12

Capitolo I
I POTERI LATENTI ,, 19

Capitolo 2
IL POTERE DEL PENSIERO *26
I PENSIERI - FORMAZIONI VIVE
E COSCIENTI ,, 21
PENSIERO E OCCULTISMC) "35
IL POTERE DEL PENSIERO NELLA
COMLINICAZIONE .7 I
LA FORMAZIONE PRENATALE DI
UN BAMBINO ,, 39
IL PENSIERO - STRUMENTO
DEL DIVENIRE -4t
Capitolo 3
L'IMMAGINAZIONE .. 43
I SOCNI DELL'INFANZIA -
MODELLATORI DEL FUTTJ RO "5l
UN MEZZO POTENTII PIIR LA
S(lOPER]'A DI SIÌ' " 5l
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LA('ON('liNII{AZ|ONt. I A ( IilAVt ('lll, At,til
l't I l"l'lr l.lr l'( )lì l ll
L'INTENSITA' DELLA CONCENTRAZIONE
ABBREVIA I TEMPI "60
IL POTERE DELLA CONCENTRAZIONE
SPIRITUALE o-,
I POTERI DELLA CONCENTRAZIONE NEI
TRE CENTRI "65
Capitolo 5
IL POTERE DELLA VOLONTA' *61
IL POTERE DELLA VOLONTA' COSCIEN'IE
SUL CORPO ,, ]1

Capitolo 6
LA FEDE 75
FEDE E GUARIGIONE 16
FEDE INTEGRALE 78
FEDE E FIDUCIA '79
FEDE E CERTEZZA 8l
COMEACCRESCERE LAFEDE 84

Capitolo 7
IL GIUSTO ATTEGGTAMENTO 8l
LA SINCERITA' 89
LA SOPPORTAZIONE 90
IL BUONUMORE 95
LA COSCIENZA RISVEGLIATA 96
IL RICORDARSI - MANTRA DA DENTRO 98
LA PERCEZIONE DELLA LEGGE
INTERIORT " 100
Capitolo 8
YOGA - SHAKTI * 102

Capitolo 9
L'ASPIRAZIONE E LA PREGHIERA " 106
IL POTERE DELL'ASPIRAZIONE
SPONTANEA " lt3
Capitolo l0
L'ACQUISIZIONE DI RISPOSTE E
SOLUZIONI " l15
Capitolo 1l
IL POTERE DI CONTROLLO " 1t9
L'AUTOCONTROLLO " 120
IL CONTROLLO SUGLIALTRI -
ILPOTERE DI PADRONANZA " 120
Capitolo 12
IL POTERE DELL'IMMOBII,ITA' * 123

Capitolo l3
IL POTERE DELL'IDENTIFICAZIONE * 129
L'ESTENSIONE DELLA PROPRIA
IDENTIFICAZIONE " 135
Capitolo 14
IL POTERE SULLA MALATTIA E SUL DOLORE " 138
Capitolo 15
TRANQUILLITA" CALMA, PACE, SILENZIO * 145
Capitolo l6
IL CORPO " 149
IL POTERE D'AUTOGUARIGIONE DEL CORPO " 150
..CORPO
GLORIOSO'' - POTERE DI
TRASFORMAZIONE * 154

Capitolo l7
ILVITALE " 158
Capitolo 18
LAMENTE " 165
Capitolo 19
I POTERI OCCULTI DEL SUBLIMINALE * 171

Capitolo 20
LO PSICHICO '182

Capitolo 2l
L'INTUIZIONE " 188
Capitolo 22
LO SPIRITO " 194
IL POTERE DEL CONTAGIO SPIRITUALE " 198
Capitolo 23
IL POTERE SUPREMO " 201

GLOSSARIO " 204

BIBLIOGRAFIA " 208


PREFAZIONE

La Compilazione è un'arte speciale della quale il dott. Dalal è


un maestro. Ci permette di affrontare e seguire un argomento
snodandone il filo in maniera regolare, agevolando la nostra
comprensione, quasi prevedendo il chiarimento necessario che
infatti si trova sempre nel brano successivo.

POTERI INNATI è il compimento, il risvolto pratico de LA


PERSONA SEGRETA - L'ESSERE PSICHICO, il primo volu-
me della serie delle compilazioni del dott. Dalal che le Edizioni
Lilaurora hanno pubblicato in Italiano.

Se molti yoghi preferiscono non affrontare l'argomento dei


poteri, e se in ogni caso si astengono dal loro uso insistendo sul
pericolo di accostarsi ad essi per curiosità o per trarne un prolttto
egoistico, nello Yoga Integrale non si può dar corso a questo pre-
giudizio ascetico. Sri Aurobindo ci ricorda infatti che se il Divino
si esprime sul piano mentale tramite la Conoscenza, sul piano
Psichico tramite I'Amore, sul piano fisico tramite la Bellezza, sul
piano vitale lo fa tramite il Potere.

Non si può vivere senza usare poteri fisici, vitali, mentali, di


conoscenza, di coscienza. Le parole di Sri Aurobindo e della
Madre raccolte in questo libro ci insegnano a usare bene i nostri
poteri innati, a svilupparli per il nostro progresso e la nostra evo-
luzione.

10
Come LA PERSONA SEGRETA - L'ESSERE PSICHICO,
anche questo libro è stato tradotto in varie lingue con grande-
successo. E'uno delle più recenti compilazioni del dott. Dalal e il
Dipartimento delle Pubblicazioni dell'Ashram di Sri Aurobindo,
a Pondicherry, ne sta curando la terza edizione in Inglese. Siamo
molto contenti che le Edizioni Lilaurora rendano disponibile que-
sto libro fondamentale agli ltaliani.

Maggi e Surakshita
Pondicherry, ottobre 2003

11
INTRODUZIONE

Il termine 'potere' è utlhzzato spesso nel significato di forza


d'influenza - politica, frnanziaria o sociale. Questo potere ester-
no va distinto dai poteri interni di cui si parla in questo libro,
consistenti di abilità, capacità o facoltà che sono inerenti alla
costituzione umana, sebbene più o meno sopiti o involuti.

I POTERI DELLA COSCIENZA

Secondo la visione dei Veda, la realtà fondamentale costituente


l'essere umano così come l'universo è Chit o Coscienza. Ogni
energia, ogni dinamismo, ogni potere deriva dalla coscienza,
perché, come afferma Sri Aurobindo, "La coscienza assoluta è
per sua natura potere assoluto; la natura di Chit è Shakti
(Forza)."r Quindi, Chit è anche chiamata Chit-Shakti,
Coscienza-Forza. Ne consegue che i diversi aspetti della
coscienza - fisica, vitale, mentale, subliminale, subcosciente e
supercosciente - sono differenti formulazioni di poteri di
coscienza. Nel nostro ordinario stato di coscienza ci identifi-
chiamo col nostro Sé separato e individuale definito ego, e cer-
chiamo potere per accrescere l'ego. Ma da un più profondo
punto di vista, tutti gli sforzi dell'ego sono inconsciamcnte
motivati dalf impulso di scoprire il proprio vero Sé e i suoi potc-
ri di coscienza.

I Sri Aurobindo, La Vita Divina, Vol. I ', p. 41 8

12
I POTERI LATENTI

Occorre distinguere fra due tipi di poteri latenti. Ci sono poteri


in noi che sono ancora involuti e che non sospettiamo di àvere,
o nei quali addirittura rifiutiamo di credere, come chiaroveg-
genza, chiaroudienza, telepatia ed altri poteri occulti trattiti
nella seconda parle del libro. Ci sono altri poteri di cui già dis-
poniamo e che usiamo, ma che sono latenti, nel senso che esi-
stono in una forma assai rudimentale e poco sviluppata. euesti
ultimi non li consideriamo 'poteri'poiché non preièntano nulla
di straordinario. Si tratta dei poteri del pensiero, dell'immagina-
zione, della volontà, della concentrazione, dell,intuizione e simi-
li, che nella loro attuale condizione e nella maggioranza degli
esseri umani, sono poco sviluppati a fronte di ciò che potrebbeio
essere al loro più alto potenziale. Quello che vediamo nel genio
è semplicemente la fioritura di poteri che sono in noi sia non svi-
luppati o completamente latenti. Come osserva la Madre: ,.C,è
un genio in ognuno di noi." (p.23)

La possibilità di sviluppare il proprio potenziale a un livello


notevole esiste anche nel caso di poteri fisici e abilità apparte-
nenti al corpo. Un atleta olimpico ha semplicemente sviluppato
delle capacità presenti in qualche grado in chiunque. La Màdre
porta esempi (p. 2\ di come persino le nostre capacità senso-
riali, ad esempio vista e udito, possano essere pìrtat" ad un
livello che ha del prodìgioso, e osserya, "possiamo fare infinita-
mente di più di quanto in realtà facciamo." (p.24)

l3
I POTERI OCCULTI

Quando la gente pensa ai poteri latenti, specialmente in Oriente,


spesso si riferisce ai poteri occulti citati poco più addietro. Nei
confronti di tali poteri il mondo occidentale e quello orientale
hanno posizioni differenti. In Occidente, dove questi poteri sono
generalmente definiti 'capacità psichiche', la maggior parte della
gente li considera con scetticismo, attribuendo la fede in essi a
credulità e ingenuità. Tuffavia un crescente numero di occiden-
tali crede realmente alla veridicità delle abilità vantate da 'psi-
chici', come la capacità di ricevere informazioni attraverso la per-
cezione extrasensoriale, di agire a distanza su oggetti e persone, di
guarire attraverso strumenti invisibili e simili. Sebbene non sem-
pre affidabili, queste facoltà sono state saltuariamente impiegate
in numerosi campi, inclusa la medicina e l'odontoiatria, la psi-
coterapia e altre terapie, in campo poliziesco, in agricoltura, in
archeologia e in molti altri settori,

Gli psichiatri hanno la tendenza a considerare le persone che


apparentemente possiedono poteri psichici come anorrnali, vale
a dire, sofferenti di un disordine psichiatrico. La dott.sa Judith
Orloff, una psichiatra di Los Angeles, autrice de La Seconda
Vìsta (Thomas Moore, 1977), scrive di avere manifestato quali-
tà paranormali dall'età di nove anni, ma di non averne parlato
per molto tempo a causa dell'incomprensione per queste qualità
mostrata dalla madre e da altri del suo ambiente, che la faceva-
no sentire anormale. Fu solo dopo un'esperienza extracorporea,
quando fu esaminata in un istituto ESP che seppe di possedere
un dono e non di soffrire di disturbi psichiatrici. Stando alle sue
valutazioni, forse basate principalmente sul suo personale lavo-
ro di psichiatra, circa il25% di coloro che ricorrono allo psi-
chiatra e vengono diagnosticati come affetti da psicosi sono

t4
degli'psichici' piuttosto che degli psicopatici.

In Oriente, la maggior parte delle persone hanno la tendenza


a
considerare i poteri fuori della ttot-u, o síddhis (p.rf";i;;t;il
modo in cui sono chiamati in India, come ra
una,realizzazione spirituale. Tuttavia, maestri-"ìir.rt-i"ré'ai
spirituali i;urto
hveuo hanno considerato i poteri occulti come inferiori
e dis-
giunti da una realizzazione ipirituale. chi cerca poteri
occulti.
ha osservato Ramakrishna, è paragonabile a
."fU'.ú",
ta del re di una ricompensa, chiedé \na nrcca.Altri, "fi;fi;;:
addirifiura,
sosten-gono che sul percorso spirituale si deve rinu.rciare noí
solo alla ricerca di poteri occulii, ma anche al loro
s.i aqiya a possederli. Riferendosi
,"
"r"."irio,'Sri
a tale atteggiamento
Aurobindo scrive:

"L'idea che gli yogi non usino o non dovrebbero


usare questi
poteri la considero una superstizione ascetica.
y.ogi che
credo t"iiitii
frpno questi.poteri li usino ogni volta.t ri"rr"
u..orgoi;
"
di esser chiamati interiormente a farlo.-possono astenersi
selen-
sano che I'uso, in un caso particolare, sia contrario
alla Volontà
divina o se vedono che impedire un male può essere uprrr"
iu
porta ad un male peggiore- o per qualche alft;
valida.ugión",
nol per la-regola generale che io vieti. euel che è p'roibiiomua
chiunque abbia un forte senso spirituale è Àsere
un venditore di
miracoli, compiere cose,straordìnarie per esibizione, p;;
g";l;_
gno, per fama, per vanità od orgoglio.-"2

2sri Aurobindo:
Lettere sullo yoga, vol. yl, p.227

l5
L'OCCULTISMO NELLA VITA QUOTIDIANA

Sri Aurobindo definisce I'occultismo come "la conoscenza e il


giusto impiego delle forze nascoste della Natura... - special-
mente 7e forze dei piani fisico-sottile e soprafisico."3 Come
messo in risalto dalla Madre (p. 35), in un certo modo tutti pra-
ticano I'occultismo senza saperlo poiché tutti fanno uso dei
poteri del pensiero e dell'immaginazione, che sono infatti pote-
ri occulti o nascosti, ma che producono effetti visibili su di loro
e sugli altri. Gli effetti causati dal nostro pensiero ordinario e dal-
l'immaginazione sono magri a confronto di quello che potrebbe-
ro essere se i poteri fossero sviluppati con l'allenamento. Infatti,
la maggior parte delle persone ignora gli effetti causati dal pen-
siero e dall'immaginazione sui nostri corpi e vite esteriori. Di
conseguenza questi poteri sono spesso usati in modi che si rive-
lano dannosi per noi e per gli altri. Un passo importante, per lo
sviluppo dei poteri in noi, consiste nel diventare più coscienti
dei poteri che già possediamo e usiamo e anche degli effetti che
producono nelle nostre vite quotidiane, così da poterli usare più
deliberatamente e con maggior beneficio.

POTERI INTERNI ED ESTERNI

Il potere può venire dall'esterno e dal nostro essere interiore. Ad


esempio, la facoltà di combattere la malattia può derivare dal-
l'utllizzo di mezzi esterni, o può essere richiamata dall'interno,
nell'innato potere di resistenza insito nel corpo. Fino ad ora, nel
suo impegno di conquistare sempre più potere, I'umanità ha ten-

3Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, vol. l, p. 85

T6
tato di ottenerlo in più settori, principalmente dall'esterno, awa-
lendosi dello sviluppo tecnologico e scientifico. Lo sviluppo dei
poteri interiori ha ricevuto di gran lunga minore attenzione,
cosicché questi non solo sono rimasti indietro rispetto ai poteri
estemi ma, sotto certi aspetti, hanno subito guasti. Perciò, men-
tre si sono fatti grandi progressi nel combattere la malattia con
mezzi estemi, specificamente con tecnologie più avanzate, con
farmaci più potenti, c'è una crescita progressiva di malattie
legate al sistema immunitario dell'individuo, quali cancro, artri-
ti, AIDS e altre, che testimoniano un deterioramento del sistema
di autodifesa fomitoci dalla natura.

A proposito della riduzione di potere personale, risultata diretta-


mente proporzionale alla crescita tecnologica, Joseph C. Pierce
scrive nel suo l1bro, The Bond of Power (Dutton, 1981):
"Abbiamo a lungo parlato delle nostre apparecchiature tecnolo-
giche come di una 'estensione' del nostro potere personale... In
pratica, tuttavia, è innegabile che ogni conquista tecnologica
comprometta, sgretoli, persino sostituisca, in un modo o nell'al-
tro, le facoltà che 'amplia e migliora'."

A titolo d'esempio Pierce afferma che, mentre abbiamo esteso i


nostri poteri di vista assistita, grazie a strumenti della tecnica
quali telescopio e microscopio, il 'nostro' naturale potere visivo
è peggiorato. Lo testimonia la circostanza che, in Texas, agli
inizi del '900, circa 1l 12% dei ragazzi d'otto anni soffrisse di
miopia. Mentre nel 1962, già a sei anni, la miopia affliggeva
circa lo B0% dei ragazzi.

Uno dei segni dell'alba della Nuova Era, - simboleggiata da Sri


Aurobindo e altri - è dato dal fatto che sempre più persone sono
alla ricerca dello sviluppo dei poteri interiori, come testimonia-
to dalla comparsa dell'Human Potential Movement, a cui si deve

t1
I'istituzione di corsi per il miglioramento delle capacità sensoria-
li e paranormali, di strumenti per I'allargamento della coscienza
(nel tentativo di potenziare il mondo interiore con l'aiuto di quel-
lo esterno!) e l'accresciuta popolarità della meditazione e di
altre pratiche spirituali.

Questo libro getta una luce sulla natura dei diversi poteri che già
possediamo e controlliamo, consciamente o inconsciamente,
come pure sui poteri latenti in noi, tuttora più o meno involuti.

Si deve ricordare che i passi estratti dalle opere della Madre con-
sistono di discorsi da lei tenuti ai bambini dell'Ashram, general-
mente in risposta alle loro domande.

I brani contenuti in questo libro sono stati scelti in modo da


risultare interessanti sia per il lettore comune, sia per il filosofo
dello spirito.
A. S. Dalal

t8
Capitolo 1

I POTERI LATENTI

l9
Il pensiero moderno non ritiene ammissibile lo sviluppo di
poteri di coscienza innati e latenti ma non ancora apparsi nell'e-
voluzione, perché questi superano la formulazione attuale della
Natura e, per i nostri pregiudizi ignoranti che si basano su un'e-
sperienza limitata, sembrano appartenere al sovrannaturale, al
miracoloso e all'occulto; essi sorpassano infatti l'azione cono-
sciuta dell'Energia materiale che si ammette ora generalmente
come l'unica causa e I'unico modo delle cose, l'unico strumen-
to d'azione della Forza universale. Si accetta come un fatto natu-
rale, e come una prospettiva quasi illimitata della nostra esisten-
za, che l'essere cosciente, gtazie alle sue scoperte e alla sua uti-
lizzazione delle forze materiali, crei delle meraviglie umane che
oltrepassano tutto cio che la Natura ha da sola organtzzato; non
è invece ammessa la possibilità di un risveglio, di una scoperta,
diun'utllizzazione di poteri che appartengano alla coscienza e di
forze spirituali, mentali e vitali che superino tutto quello che la
Natrra o l'uomo abbiano finora organizzafo. Ma in una tale evo-
luzione, non ci sarebbe niente di soprannaturale o di miracolo-
so, se non nella misura in cui essa sarebbe una soprannatura o
natura superiore rispetto alla nostra, proprio come la natura
Llmana è una soprannatura o una nafura superiore rispetto a quel-
la dell'animale, della pianta o degli oggetti materiali. La nostra
mente e i suoi poteri, il nostro impiego della ragione, delf intui-
zione e della penetrazione mentali, del nostro linguaggio, le pos-
sibilità di scoprire nel campo filosofico, scientifico ed estetico le
verità e le potenzialità dell'essere e di dominare le forze, rap-
presentano un'evoluzione che ha già ar,'uto luogo; tuttavia essa
sembrerebbe impossibile se assumessimo il punto di vista della
coscienza animale limitata e delle sue capacità; perché niente in
codesta coscienza rende plausibile un progresso così prodigioso.
Epprrre ci sono, nell'animale, delle vaghe manifestazioni inizia-
li, deglielementi rudimentali o delle possibilità in sospeso, di
fronte a cui la nostra ragione e la nostra intelligenza, col loro

20
straordinario sviluppo, appaiono come una progressione inim-
maginabile da un misero e poco promettente punto di partenza"
Analogamente, i rudimenti dei poteri spirituali che appartengono
alla Soprannatura gnostica son già presenti nella costituzione
ordinaria della nostra natura, ma non agiscono che occasional-
mente e in maniera sporadica. Non è irrazionale supporre che a
questo stadio molto avanzato dell'evoluzione una progressione
analoga, ma più grande, a partire da questi inizi rudimentali,
potrà conduffe a un altro immenso sviluppo, verso una nuova era.
L'esperienza mistica mostra che nuovi poteri di coscienza si
sviluppano quando si produce l'apeftura dei centri interiori, o in
altri modi, spontaneamente, o per la volontà e 1o sforzo, o sem-
plicemente nel corso della crescita spirituale. Essi si presentano
come una conseguenza automatica dell'apertura interiore o in
risposta a un appello nell'essere, tanto che si è reso necessario
raccomandare al ricercatore di non inseguire questi poteri, di
non accettarli né usarli. Questo rifiuto è logico per quelli che
aspirano a ritirarsi dalla vita, perché ogni accettazione d'un
potere più grande significherebbe vincolarsi alla vita o appesan-
tirebbe il nudo e puro slancio verso la liberazione. Per l'amante
di Dio, che cerca Dio per amore di Dio e non per ottenere dei
poteri o per qualsiasi altra attrazione inferiore, è naturale resta-
re indifferente a ogni altra mira o risultato: la ricerca di queste
seducenti ma spesso pericolose forze la farebbe deviare dal suo
scopo. Per il ricercatore non ancora maturo, un rifiuto analogo
rappresenta un contegno e una disciplina spirituale necessari,
giacché tali poteri possono costituire un gran pericolo, perfino
rnortale, in quanto il loro carattere sovranorrnale può facilmente
tulimentare in lui un'esagerazione anormale dell'ego. Il potere in
se stesso può essere temuto come una lentazione da colui che
aspira alla perfezione, perché il potere può awilire quanto ele-
vare: niente è più suscettibile d'essere impiegato in maniera sba-
gliata. Qtrando però intervengono nuove capacità come inevita-

21
bile risultato della crescita in una coscienza più grande e in una
vita più grande, e quella crescita fa parte dello scopo stesso del-
I'essere spirituale in noi, quest'impedimento cessa di esser vali-
do, perché una crescita dell'essere fino alla Soprannatura e della
sua vita nella Soprannatura non può aver luogo o non può essere
completa senza comportare un potere più grande di coscienza, un
potere più grande di vita e lo sviluppo spontaneo di strumenti di
conoscefìza e di forza che sono normali per quella Soprannatura.
ln quest'evoluzione futura dell'essere non c'è niente che possa
venir considerato come irrazionale o incredibile; non c'è niente
in essa di anormale o di miracoloso: sarà il corso necessario del-
l'evoluzione della coscienza e delle sue forze quando passeremo
dalla formulazione mentale alla formulazione gnostica o super-
mentale della nostra esistenza Quest'azione delle forze della
Soprannatura sarà il funzionamento naturale, normale e sponta-
neamente semplice della nuova coscienza, più alta o più grande,
in cui entra I'essere nel corso della sua propria evoluzione; accet-
tando la vita gnostica, I'essere gnostico svilupperà e utrlizzerèt i
poteri di questa coscienza più grande, così come l'uomo svilup-
pa e utllizza i poteri della sua natura mentale'
Sri Aurobindo

... ognuno ha innumerevoli possibilità in sé di cui è ignaro e


che si sviluppano solo se si fa quello che deve essere fatto nel
modo che va fatto... Ma ci sono due tipi di progresso, non sola-
mente uno; c'è il progresso che consiste nel perfezionare le pos-
sibilità, le capacità, le facoltà e le qualità di cui si è in possesso -
ed è ciò che comunemente si ottiene con I'educazione; ma se vi
sviluppate un po'più in profondità accostandovi ad una verità più
profonda, alle qualità che possedete potrete aggiungerne di nuove,
che sono come assopite nel vostro essere.

22
Potete moltiplicare le vostre possibilità, ampliarle, accrescerle;
potete, di colpo, far nascere qualcosa che ignoravate di possede-
re. Ve I'ho già spiegato varie volte. Quando si scopre, al proprio
interno I'essere psichico allo stesso tempo ci sono delle cose che
fino allora non si potevano assolutamente fare e che si credevano
estranee alla propria natura, che si sviluppano e si manifestano in
rnodo del tutto inatteso. Anche di questo ho avuto molteplici
esempi. Ve ne ho già fatto uno, che vi ripeto ancora una volta per
farmi capire.
Conoscevo vnaragazza nata in un ambiente molto ordinario,
che non aveva riceluto una grande educazione e che scriveva un
francese piuttosto impacciato, non aveva coltivato la sua immagi-
nazione e non possedeva assolutamente alcuna sensibilità lette-
raria: sembrava che questa non rientrasse nelle sue possibilità.
Bene, dopo avere avuto l'esperienza interiore del contatto col
suo essere psichico, e fino a che questo si è mantenuto vivo e
molto presente, scriveva cose bellissime. Quando usciva da que-
sta condizione e ricadeva in uno stato ordinario, non sapeva
nemmeno mettere insieme due frasi in modo corretto! E ho
avuto i due scritti tra le mani.
Si ha dentro un genio - e non lo si sa. Occorre trovare il modo
di farlo uscire... Ma è là, addormentato. Non chiede di meglio
che di manifestarsi, occolre aprirgli la porta.
La Madre

Il campo della nostra esperienza sensoriale ha dei limiti asso-


lutamente ridicoli; mentre, per non parlare che del mentale, se
voi pensate a qualcuno o a qualcosa, a una città, a un luogo, vi
ci trovate immediatamente, all'istante, non è così? E voi ci siete
- non è che non ci siete, ci siete dawero, e potete avere un con-
tatto mentale talmente preciso da riuscire ad avere una conver-

23
sazione, fare delle domande e ottenere delle risposte, purché l'al-
tro sia sufficientemente sensibile. E'un fatto che si ripete in con-
tinuazione, in continuazione. Solamente, va da sé, bisogna avere
un minimo di conoscenza, altrimenti non si capisce neppure quel-
lo che sta succedendo.
Ma anche fisicamente, con gli occhi, col naso, con le dita, con
la bocca, con le orecchie, beh, i nostri limiti sono altrettanto ridi-
coli! [Le nostre capacità] è possibile svilupparle, se si r,uole. Si
può, per esempio, riuscire a sentire qualcosa che accade abba-
stanza lontano e sentirlo a livello fisico, conmezzi solo fisici, ma
bisogna avere un controllo sui propri sensi ed essere in grado di
estendere a suffrcienza le loro vibrazioni. Si può anche vedere a
distanza, senza bisogno di una visione occulta. Si può arivare ad
ampliare la propria visione e, sapendo estendere la vibrazione dei
nervi all'esterno dell'organo, si puo ampliare il contatto (non
intendo dire per chilometri, ma all'intemo di una certa area), per
dime una, oltre un muro, fatto ritenuto impossibile; si può vedere
quanto succede in una stanza, dalla quale un muro ci separa. Ma
occorre essere molto perseveranti nell'esercizio. La cosa è in ogni
modo possibile: vedere, udire, capire. Se si è pronti a fare la fati-
ca, si può allngare di molto il proprio campo. Ma tutto cio esige
lavoro, perseveranza, un típo di sforzo assiduo. Si è persino sco-
perto che si potevano formare altri centri visivi che non fosse I'oc-
chio. Si è fatta la prova con persone che, per una ragione qualsia-
si, avevano perso la vista. Con un impegno costante, metodico si
possono costituire nuovi centri o un'altra fonte visiva. Su questo
tema Jules Romains ha scritto un libro. Anche lui ha fatto degli
esperimenti giungendo a dei risultati molto convilrcenti.
Questo significa che abbiamo un gran numero di possibilità
che lasciamo addomrentate dentro di noi, perché non ci diamo la
pena di svilupparle. Possiamo infinitamente di più di quanto fac-
ciamo. Ma noi prendiamo le cose così, come vengono.
La Madre

24
Talvolta ci sono in noi delle Jòrze nascoste che non cono-
sciunto. PerJare un lavoro, come capire se si è capaci di.farlo?

Come sapere se siete capaci di farlo? PROVANDO. E'la


cosa migliore. E se non riuscite subito, perseverate. Sappiate
che se vi viene un'inclinazione, una fortissima inclinazione a
fare un lavoro, vuol dire che esso ha una qualche affinità con voi
e che siete capaci di farlo. Tuttavia è vero che si possono avere
delle capacità così ben nascoste che a volte bisogna scavare a
lungo prima di trovarle. Non dovete quindi scoraggiarvi alla
prima sconfitta, bensì perseverare.
La Madre

25
Capitolo 2

IL POTERE DI PENSIERO

26
I PENSIERI - FORMAZIONI VIVE E COSCIENTI

I pensieri sono delle forme e hanno una vita individuale,


indipendente dal loro autore; da lui inviate per il mondo, esse vi
evolvono verso la realizzazione della loro ragione d'essere.
Quando pensate a qualcuno, i vostri pensieri prendono una forma
e varìno a trovarlo, e se al vostro pensiero associate una volontà
che gli fa da supporto, la forma-pensiero uscita da voi fa uno
sforzo per attuarsi. FaCciamo un esempio: desiderate vivamente
che una persona vi venga a trovare, e, oltre alf impulso vitale del
desiderio, anche una forte immaginazione accompagna la forma
mentale che avete fatta; immaginate: "se viene, accadrà questa o
quest'altra cosa." Dopo un po'dimenticate completamente questo
vostro pensiero ma non sapete che, nonostante l'abbiate dimenti-
cato, esso continua ad esistere e ad agire, poiché esiste sempre,
e la sua azione è indipendente da voi. In realtà, dovreste avere
un grande potere per essere in grado di farlo smettere di esiste-
re. Esso è all'opera nell'atmosfera della persona a cui è stato
inviato per creare in lei il desiderio di venire. E se la vostra
forma-pensiero contiene un potere di volontà sufficiente, se la
formazione è faîta bene, essa'raggiunge il suo scopo. Ma tra la
fbrmazione e il suo compimento passa un certo tempo e può darsi
che, se in questo frattempo la vostra mente è stata impegnata con
altre cose, non ricordiate di esseme stato I'autore quando questo
stesso pensiero che avete dimenticato finalmente si realizza; non
sapete che siete stati voi gli istigatori della sua azione e la causa
di cio che accade. Molto spesso succede anche che, al momento
in cui il risultato si presenta, abbiate cessato di desiderarlo o
addirittura di attribuirgli la minima importanza.
Alcune persone hanno un fortissimo potere di formazione di
questo genere, e le loro formazioni si realizzano sempre; ma,
poiché il loro essere mentale e vitale non sono ben disciplinati,

21
poiché la loro volontà non è orientata soltanto in un'unica dire-
zione, esse vogliono ora una cosa ed ora un'altra, e queste for-
mazioni così diverse e a volte opposte producono dei risultati
che si scontrano e si contraddicono. E costoro si meravigliano di
vivere in una così grande confusione e disarmonia! Non capi-
scono che sono stati proprio i loro pensieri, nati dai loro deside-
ri, ad avere costruito quelle circostanze che sernbrano loro
incoerenti e che rendonola loro vita quasi insopportabile.
La Madre

Non puoi pensare intensamente ad una cosa, senza che il tuo


pensiero prenda una forma. E' evidente che sarebbe un errore se
tu pensassi che è una forma fisica, tuttavia nel mondo mentale
essa esiste perfettamente.
La Madre

Quando avete un pensiero, ossia emanate una formazione


mentale ben fatta, esso diventa un'entità indipendente, poi con-
tinua la sua strada e fa ciò per cui è stato fonnato. Continua ad
agire indipendentemente da voi. Per questo dovete stare attenti.
Se fate una simile formazione, essa se ne va a compiere la sua
opera; poi, dopo un certo tempo, vi accorgete che lorse non anda-
va bene pensare in quel modo, che quella formazione non era
molto benefica. Ma ormai se n'è andata e vi è molto difficile
riprenderla, perché bisogna avere una grande conoscenza occulta.
Se n'è andata, fa la sua strada... Supponiamo che in un momento
di grande rabbia (non dico che vi capiti, ma insomma...), quando
siete molto in collera con qualcuno, diciate: "Ah, se almeno gli
capitasse una disgrazia!" In quel momento la vostra formazione

28
se ne va. Se ne va, e voi non avete più alcun controllo su di essa;
essa organizza\na disgrazia qualsiasi, e così compie la sua opera.
Dopo qualche tempo quella disgrazia accade. Fortunatamente non
avete di solito abbastanza conoscenzaper dirvi: "Oh, sono io il
responsabile!" Ma è la verità.
Notate che quel potere creativo ha molti vantaggi se sapete
servirvene. Potete fare delle buone formazioni che, se fatte bene,
agiscono nello stesso modo delle altre. Potete fare del bene agli
altri pur rimanendo seduti nella vostra stanza, forse molto di più
che dandovi da fare esteriormente. Se sapete pensare in modo
corretto, con forza, intelligenza, bontà, se amate una persona e le
volete bene molto sinceramente e profondamente, con tutto il
vostro cuore, questo le fa del bene, molto più di quanto possiate
immaginare. L'ho detto spesso; per esempio a coloro che sono
qui quando vengono a sapere che un membro della loro famiglia
sta molto male ed hanno quell'impulso infantile di precipitarsi
subito a curarlo. Lo ripeto: a meno che si tratti di un caso ecce-
zionale e non vi sia nessuno a occuparsi della persona malata (e
in fondo anche in questo caso), se qui sapete tenere I'atteggia-
mento giusto e vi concentrate con affetto e buona volontà su di
lei, se sapete pregare per lei e fare delle formazioni benefiche, le
farete del bene molto di più che se andaste a curarla, nutrirla, aiu-
tarla a lavarsi, insomma tutto cio che chiunque può fare. Chiunque
può curare gli altri. Ma non tutti possono fare delle buone forma-
zioni e mandare delle forze che agiscono per guarire.
La Madre

Qualunque cosa possafare un nemico a un altro nemico o un


uomo pieno di odio a atn altro uomo pieno di odio, ancora più
grande è il male causato da una mente male diretta.
Dhammapada

29
Infine I'ultimo awertimento: un pensiero mal diretto e mal
controllato fa più male di quanto ne faccia il nemico al suo
nemico o colui che odia a qualcuno che odia; cioè, persino colo-
ro che hanno le migliori intenzioni di questo mondo, se non
hanno un saggio controllo del proprio pensiero, fanno più male
a se stessi e a coloro che amano di quanto ne faccia il nemico al
suo nemico o chi odia a chi odia
La Madre

... siamo circondati da cio cui pensiamo. Capite bene che


cosa vuol dire? (volgendosi verso un bambino) Ogni volta che
pensi a qualche cosa è come se avessi in mano una calamita e
attirassi a te quella cosa - capisci? Ci sono persone che hanno la
pessima abitudine di pensare sempre alle possibili catastroh, e
una sorta di continua apprensione per la disgrazia che potrebbe
accadere all'improwiso. Ne conosco alcune, ce ne sono anche
qui. E'come se quelle persone avessero in mano una calamita
per attirare le disgrazie, non solo su di sé ma pure sugli altri. Si
creano una grossa responsabilità. Ma anche se non ci si puo
sempre impedire di pensare a qualcosa (certuni hanno un cer-
vello che coffe e non hanno trovato il mezzo per impedirgli di
correre), perché non indirizzare il pensiero dalla parte giusta
invece che dall'altra parte! Una volta che il vostro cervello si
mette in moto, indirizzatelo su futte le cose buone che possono
accadere. Se siete costretti a girare continuamente, ebbene, gira-
te dalla parte giustal Quando una persona si ammala, invece di
dire: "Che cosa accadrà? Forse è una malattia grave... e se fosse
quella tale malattia? Una disgrazia succede così facilmente", si
dovrebbe invece pensare: "Oh, non è niente, le malattie sono dei
sintomi esteriori che traducono certe vibrazioni più profonde, le
quali non si vedono, ed è per questo che non se ne parla, ma che

30
sono reali. Quelle vibrazioniprofonde possono venire a rimette-
re in ordine ciò che è stato messo in disordine, per cui quello
squilibrio, quella malattia o quella cosa cattiva che è accaduta
verrà assorbita dalla Grazia e sparirà, non ne resterà traccia, se
non quella di cose piacevoli e allegre." Si puo continuare a pen-
sare così senza intemrzione... La gente ha sempre bisogno che la
loro testa corra, cotra; ma fatela coffere dalla parte giusta,
vedrete che otterrete un effetto! Per esempio, provate a pensare
così: che imparerete sempre di più, che saprete sempre meglio,
che starete sempre meglio e che tutte le difficoltà scompariran-
no, che le persone cattive diventeranno buone, che quelle amma-
late guariranno, che le case fdell'Ashraml che devono essere
costruite saranno costruite, che le cose che devono scomparire
scompariranno - per lasciare il posto a cose migliori, - che il
mondo avrà un progresso costante, e che al termine di quel pro-
gresso ci sarà un'armonia totale, e così di seguito... Potete con-
tinuare senza fine. In tal caso avrete intorno a voi e intorno alla
vostra testa ogni sorta di belle cose, e coloro che percepiscono
I'atmosfera, invece di vedere delle specie di macchie d'inchio-
stro, come delle piovre che stanno là, con i loro tentacoli, per
tcntare di disturbare la vostra mente, vedranno appunto delle
fòrmazioni felici, o di luce, oppure dei raggi di sole, o anche
dclle belle immagini. Vedranno delle belle cose. Alcuni pittori
vcdono così e colgono sempre i pensieri.
La Madre

Nel mondo mentale, il pensiero umano crea forme in conti-


Il pensiero umano è un vero creatore nel mondo men-
rruazione.
talc. Quando pensate, create costantemente delle forme che man-
tlutc in giro nell'aria, ed esse vanno a compiere il loro lavoro.
Sictc costantemente circondati da tantissime piccole formazioni.

3l
Naturalmente, alcune persone non sanno nemmeno pensare
in modo chiaro. Quelle non formano altro che qualche turbine.
Ma coloro che hanno un pensiero chiaro e potente, coloro che
pensano in modo chiaro, sono circondati da un mucchio di pic-
cole formazioni che, a volte, vanno in giro a fare un certo lavo-
ro presso altre persone; e quando ripensano ad esse, quelle tor-
nano indietro.
Vi sono esempi di persone assillate dalle loro proprie forma-
zioni, le quali tomano costantemente come a volerle possedere;
esse non riescono a liberarsene perché non sanno come disfarle.
Sono molto più numerose di quanto si creda. Quando fanno una
formazione particolarmente possente - per se stesse, in modo
relativo, - questa formazione rimane legata a loro e torna a col-
pire il loro cervello per trarne delle forze, finendo con I'agire
veramente come una necessità. E'tutto un mondo da studiare;
viviamo veramente nell'ignoranza, abbiamo poteri che ignoria-
mo, e quindi naturalmente li usiamo malissimo. Li usiamo in
modo inconsapevole, e malissimo.
Non so se avete mai sentito parlare della Signora David-
Néel, che è stata in Tibet e ha scritto libri sul Tibet; era buddi-
sta, e come tutti i buddisti... I buddisti di più rigida tradizione
non credono nel Divino, non credono nella sua Eternità, non cre-
,dono nell'esistenza di divinità che siano veramente divine. Ma
sanno selirsi in modo eccelso del campo mentale; e la discipli-
na buddista insegna a dominare molto bene lo strumento menta-
le e il campo mentale.
Discutevamo di molte cose, e così mi ha detto: "Senta, io, ho
fatto un'esperienza." (Aveva anche studiato un po'di teosofia).
Mi ha detto: "Ho formato un mahatma4 con il mio pensiero, ho
formato un mahatma." E sapeva (è stato dimostrato) che, a un
certo momento, le formazioni mentali hanno una vita propria,

4letteralmente' grande anima'

32
indipendente dal formatore - sebbene siano collegate al forma-
tore, - ma sono indipendenti nel senso che possono avere una
volontà propria. Ed essa mi ha raccontato: "Figuratevi che ho
fatto così bene il mio mahatma che quello è diventato indipen-
dente da me e viene ogni momento a disturbarmi! Viene, mi
sgrida per la tal cosa, mi dà consigli per la talaltra, e r,uole diri-
gere la mia vita; e non riesco a sbarazzarmene. E' diffrcilissimo,
e non so come fare!"
Le ho allora chiesto come aveva tentato di farlo. Me l'ha
detto. E ha aggiunto: "Mi dà molto fastidio, il mio mahatma è
rnolto fastidioso. Non mi dà tregua. Mi disrurba durante le medi-
tazioni, m'impedisce di lavorare; eppure so benissimo di essere
stata io a crearlo, ma non riesco a sbarazzarmene!" Allora le ho
detto: "E'perché lei non conosce il 'trucco'..." (La Madre ride) e
le ho spiegato che cosa doveva fare. E I'indomani - in quel perio-
do la vedevo quasi ogni giorno, - l'indomani dunque è arrivata
dicendomi: "Ah, mi sono liberata del mio mahatmal" (risate)
Non aveva tagliato la connessione, perché non serve a nulla.
Occorre sapere ringhiottire la propria creazioîe, è I'unico mezzo.
Riassorbire le proprie formazioni.
Ecco, in misura minore, e con minore perfezione, facciamo
in continuazione delle formazioni. Quando, ad esempio, pensa-
te con forza a una persona, immediatamente una piccola emana-
zione di sostanza mentale va da quella persona, una vibra-
zione del vostro pensiero va a toccare il suo; e se essa è ricetti-
va, vi vede. Vi vede e quindi vi dice: "Siete venuto a trovarmi
cluesta notte." E'perché avete fatto una piccola formazione quel-
la è andata a fare il suo compito, che consiste nello stabilire una
relazione tra voi e quella persona, oppure, se avevate qualcosa
cla dirle, a portarle un messaggio; e I'ha fatto. Ciò accade in con-
tinuazione, ma siccome è un fenomeno del tutto costante e spon-
taneo, e fatto nell'ignoÍarua, non ci si rende nemmeno conto di
fàrlo, 1o si fa in modo automatico.

JJ
Coloro che hanno dei desideri, aggiungono alla formazione
mentale una specie di piccolo involucro, un guscio vitale che le dà
una realtà ancora maggiore. Quelle persone sono di solito circon-
date da una quantità di piccole entità che sono le loro stesse for-
mazioni - le loro formazioni mentali rivestite di forza vitale - che
vanno sempre a colpirle per cercare di far loro realizzare, mate_
rialmente, la formazione che esse stesse avevano fatto.
Forse avete letto qualche libro di Maurice Magre; ce ne sono
in biblioteca. Egli deicrive il fenomeno. E'venuto qui, nc abbia-
mo parlato, e mi ha detto che aveva sempre notato - era un gran-
de sensitivo - che coloro che hanno desideri sessuali sono ciicon-
dati da una specie di piccolo nugolo di entità più o rncno viscide
e per niente belle, che li assillano in continuazionc, svcgliando in
essi il desiderio. Diceva di aver visto questo fenorncno intorno a
certe persone. E'come quando si è attomiati da un nugolo di zan_
zare! Ma quelle sono cose più grosse, e ancora più bruttc, c sono
viscide, onibili, e vi ronzano attorno senza rnai darvi trcgua, sve-
gliando in voi il desiderio che le aveva formatc c nutrcndòscne. E,
il loro nutrimento. E'verissimo. La sua osservazionc cra dcl tutto
esatta. La sua visione era vera. E'così. Ognuno porta, intorno a
sé, l'atmosfera dei propri desideri. Non è quindi ncccssario che
uno parli; basta guardarlo per vedere intomo a lui lo stato esatto
nel quale si trova. Può voler apparire un angelo o un santo, rna
non puo ingannare nessuno, perché quelle cose sono lì, a volteg_
giare intomo a lui. Per cui immaginate bene, vcro! (gesto deia
Madre a indicare tutti coloro che sono seduti duvanri u rei)yedete
come siete, quanti siete, qui, tutti, e ognuno di voi con il proprio
mondo che lo circonda, con le proprie formazioni mentali, alcune
delle quali rivestite di sostanza vitale, e tutte queste brulicano tut-
t'attorno, si mescolano, cozzano le une contro le altre. Fanno a
gaîa a chi sarà più forte, a chi cercherà di realizzarsi. e tr-rtto ciò vi
crea una atmosfera!...
La Madre

34
PENSIERO E OCCULTISMO

Tutti fanno dell'occultismo, seppure a loro insaputa. Tutti


abbiamo quel potere spontaneamente, ma non si sa di posseder-
lo. Può essere in una misura piccolissima, come una capocchia
di spillo; può essere vasto come la terra, persino come l'univer-
so. Ma non potete vivere senza fare dell'occultismo, solo che
non lo sapete...
Quando pensate - ve I'ho spiegato non so quante volte -
quando pensate fate dell'occultismo. Solo che non ve ne rende-
te conto. Quando pensate a qualcuno, automaticamente qualco-
sa di voi entra in contatto con queila persona; e se al vostro pen-
siero si aggiunge una volontà che quella persona sia così o cosà,
fàccia così o'cosà, capiscalatal cosa o latalaltra - non impofta
che cosa - ebbene state facendo dell'occultismo, solo che non lo
sapete. Vi sono delle persone che lo fanno con un potere; e quan-
do hanno un pensiero potente, esso si manifesta e si realizza. Ci
sono persone nelle quali il pensiero è privo d'energia e che non
ottengono molti risultati. Dipende dal potere del vostro pensiero
ed anche dal vostro potere di concentrazione. Ma questo è un
occultismo che tutti fanno senza neppure saperlo. Allora la dif-
ferenza in colui che fa dell'occultismo è che egli sa di farlo, e,
forse, come lo fa.
La Madre

[Domande poste alla Madre in forma scritta]

"E'possibile, senza poteri occulti coscienti, ctiutare o pro-


teggere a distanza qualcuno in di/Jicoltà o in pericolo? In caso
offermativo, qual è il modo pratico di procedere? "

35
Poi una domanda correlata:

"Quale potere ha il pensiero? "

Non parleremo assolutamente di pratiche occulte, benché,


per dire la verità, tutto quello che accade nel campo dell'invisi-
bile sia occulto per definizione. Insomma esistono praticamente
due modi di procedere che non si escludono e si completano, ma
che si possono ttllizzare separatamente se si è più inclini all'u-
no che all'altro.
E' evidente che il pensiero è parte di uno dei modi, una pafte
piuttosto importante. Vi ho già detto molte volte che se si pensa
chiaramente e con forza, si crea una forma mentale e che ogni
formazione mentale costituisce un'entità indipendente dal suo
creatore, dotata di vita propria e tesa a realizzarsi nel mondo
mentale (non voglio dire che voi vediate la vostra formazione
con occhi fisici, ma essa esiste nel mondo mentale, ha una vita
che le è propria, e che è indipendente). Se avete fatto una for-
mazione con uno scopo preciso, per il resto della sua vita essa
tenderà alla realizzazione di quello scopo. Pertanto se volete
aiutare qualcuno a distanza dovete solamente formare, in modo
molto chiaro, molto preciso, molto forte, il tipo d'aiuto che vole-
te dare e il risultato che volete ottenere. Questo otterrà il suo effet-
to. Non posso dire che questo sia onnipotente, poiché il mondo
mentale è pieno di innumerevoli formazioni di questo genere
che, naturalmente, si combattono e contraddicono; conseguente-
mente è la più forle e tenace che avrà il soprawento.
q 'ts Allora, che cos'è che dà forza e tenacia alle formazioni men-
' tall? E'un'emozione e una volontà. Se sapete aggiungere un'e-
mozione, un affetto, una tenerezza, rrn amore e un'intensità di
volontà, un dinamismo, a una vostra formazione mentale, essa
avrà molte più possibilità di successo. Questo è il primo meto-
do. E' alla portata di tutti coloro che sanno pensare, e ancor più

36
di coloro che sanno amare. Ma come ho già detto, il potere è
limitato e la competizione è grande in questo mondo.
Quindi, anche se non si possiede alcuna conoscenza, ma se si
ha fiducia nellaGrazia Divina, se c'è la fede che ci sia qualcosa
nel mondo, la Grazia Divina, che questo qualcosa possa rispon-
dere a una preghiera, a un'aspirazione, a un'invocazione, allora,
nel momento in cui si è fatta la formazione mentale, se la si offre
alla Grazia, affidandosi a lei e chiedendole d'intervenire, e si ha
fede nel Suo intervento, allora veramente avete una probabilità
di successo.
Provate, vedrete bene il risultato.
La Madre

IL POTERE, DEL PENSIERO NELLA


COMUNICAZIONE

La condizione ideale (che è già parzialmente realizzata da


ccfti individui) è di trasmettere I'idea essenziale, e persino qual-
cosa che è superiore all'idea: lo stato - lo stato di coscienza, lo
stato di conoscenza, lo stato di percezione - direttamente, attra-
verso la vibrazione. Quando voi pensate, la sostanza mentale
vibra in un certo modo seguendo la forma che la vostra coscien-
'rtt dà al pensiero, ed è questa vibrazione che deve essere awer-
tita dall'altro cervello, se è ben accordato.
In fondo le parole non servono che ad attirare I'attenzione
rlcll'altra coscienza, o dell'altro centro di coscienza, affinché sia

JI
attento alla vlbrazione e la riceva, lna se non è attcnto e non ha
quella capacità di ricezione in un relativo silenzio, potrctc vcr-
sare chilometri di parole senza venire minimarncrtc cornprcsi.
vi è un momento in cui il cewello, molto attivo ncil'cnrànare
alcune vibrazioni. non può ricevere che qucllc chc sono clriarc e
precise' altrimenti è una specie di vago miscugrio tri cluarcosa
di
confuso, d'impreciso, che dà I'impressionc diìna ,,,i1i"" ,.,r,uo_
laglia, che non richiama alcuna idei. Allora si parla, si scntc bene
il suono, ma tutto ciò non dà luogo a nulla - non c una clucstio-
ne di rumore, è una questione di precisionc clcllc vibrazioni.
se potete emettere il vostro pensiero in rnotlo ass.lutarrente
preciso, se è una cosa viva e COSCIENTIT chc crnana dalla
vostra coscienza per incontrare I'altra coscic'zir, sc, pcr. così
dire' voi sapete cosa volete dire, alrora ra cos. .rriv,, c,,l clLreila
precisione e ciò risvegliala vlbrazionc corrisp.rtlc'rc, ,,ssic-
" o lo
me alla vibrazione corrispondente vienc o il pcnsicr. o I'idca
stato di coscienza corrispondente, e ci si capiscc; sc c1ucil. crre
viene emesso è nebuloso, impreciso, o voiìon sapcrc '. rrirlt. bcne
che cosa volete dire, se voi stessi cercatc cri capirc c1ucil. chc
vcllc-
te dire, se, dall'altra parte, l'attenzione clcll'iiltro rirrr c suflìcicn-
temente sveglia, o se e occupato e attivo altnlvc, ctrbcnc potcte
parlarvi per ore, non vi capirete nel rnodo piir assoluto!
. E infatti e quello che accadc più di ficq'cntc. Ncl rìlo'rcnto
in c,i siete in grado di vedere nella coscicnza clcgli alrri I'cffòt-
to di cio che avete tentato di comunic.rc. clucstt*r vi fh scmpre
I'effetto... Avete presente gli specchi clcfbrrrranli'/ Nc.vctc Àai
visti? Sono quelli che vi allungano, vi allargano, ingrancliscono
una paÍe e ne rimpiccioliscono un'altra, ins.mr,i vi trovate
davanti una grottesca caricatura di voi stcssi - cbbcnc, ò csatta-
mente quanto si produce, nclla coscicnza clcil'altro vcclcrc una
grottesca caricatura di quanto avctc dctto. Si inrrnagina cli csscr-
si capiti, perché si è sentito il rum.rc dcllc parolc,,'ra n'n c'è
stata comunicazione.

38
Allora, se volete avere un minimo d'effetto sulla sostanza men-
tale, la prima cosa da imparare è pensare in modo chiaro, e non un
pensiero verbale che dipende dalle parole, ma un pensiero che può
fame a meno, che si capisce al di là delle parole, che corrisponde
ad un FATTO, ad un fatto di coscienza o ad un fatto di conoscen-
za. Provate un po' a pensare senza parole, vi renderete conto a che
punto siete.
Non avete mai provato? Allora, provate.
Voi avete una comprensione perfettamente chiara e precisa di
cio che volete comunicare agli altri - questo crea una vibrazione
speciale, questo ha il potere di dare forma alla sostanza mentale;
allora, DOPO, per una concessione alle abitudini umane, si orga-
nizza intomo a ciò un cefto numero di parole, per tentare (a que-
sto punto, a un livello molto più basso) di dare una forma verbale
alla vibrazione di coscienza.La forma verbale è del tutto seconda-
ria. E,'una specie di rivestimento, piuttosto grossolano, del potere
di pensare.
La Madre

LA FORMAZIONE PRENATALE DI UN BAMBINO

Portare in grembo un bambino e costruire il suo corpo quasi


subconscientemente non è sufficiente. Il lavoro comincia real-
mente quando, grazie al potere del pensiero e della volontà, noi
concepiamo e creiamo un carattere in grado di manifestare un
ideale.
Non dite di non avere il potere direalizzare cio: a riprova di tale
efficacissimo potere si potrebbero poftare innumerevoli esempi.

39
In primo luogo, gli effetti dell'ambiente fisico sono stati
riconosciuti e studiati da molto tempo. E'circondando le loro
donne d'immagini d'arte e dibellezza che, a poco a poco, gli
antichi Greci hanno creato l'eccezionale armonia dclla loro
razza.
Gli esempi di analoghi fatti individuali sono numcrosi. Non
è raro vedere una donna che in gravidanza ha costantelnente
contemplato e ammirato un bel ritratto, una bella statua, mette-
re al mondo un bimbo perfettamente somigliante a quel ritratto,
a quella statua. Io stessa ho incontrato molti di qucsti casi. Fra
questi ho un vivido ricordo di due bimbettc: gemellc c bellissi-
me. Ma la cosa più sorprendente è che esse assomigliavano
pochissimo ai loro genitori. Assomigliavano a un cclcbre ritrat-
to di Reynolds, il pittore inglese. Un giorno I'ho fatto notare
alla madre, che subito ha esclamato: "Vero? Lc interesserà
sapere che quando aspettavo queste bambine, avcvo appeso di
fronte al letto una bellissima riproduzionc dcl qLradro di
Reynolds. Prima di dormire e appena sveglia, il mio ultirno
sguardo e il primo erano per questo dipinto - ncl mio cuore spe-
ravo: che bello se i miei bambini avessero lo stcsso viso di que-
sto ritratto! Vede come ci sono riuscita." Davvcro potcva csse-
re orgogliosa del suo successo, il suo esernpio è di grande utili-
tà per le altre donne.
Ma, se possiamo ottenere simili risultati sLrl piano lìsico,
dove i materiali sono meno plasmabili, possiarno ottcnere
molto di più sul piano psicologico, sul qualc pcnsicro c volon-
tà agiscono così potentemente. Perche acccttare le oscure leggi
dell'ereditarietà e dell'atavismo, che sono solo dci rifèrirncnti
subconsci del nostro carattere, quando possiar.no, con la con-
centrazione e la volontà, dare vita ad una crcatura costruita a
misura del più elevato ideale chc siamo in grado di concepire?
Grazie a quest'impegno la maternità diventa vcramente prezio-
sa e sacra; a dire il vero noi partecipiarno al glorioso lavoro

40
dello Spirito, e la condizione della donna va oltre lo stato ani-
male e gli istinti ordinari e si eleva alla vera umanità e ai suoi
poteri.
La Madre

IL PENSIERO - STRUMENTO DEL DIVENIRE

"Il pensiero non è essenziale all'esistenza né la sua causa, è


piuttosto uno strumento per divenire; divento ciò che vedo in me
stesso. Tutto quello che il pensiero mi suggerisce, posso Jare''
tutto quello che il pensiero mi rivela, posso diventare. Questa
dovrebbe essere l'incrollabile./'ede dell'uomo in se stesso, poi-
che Dio è in lui."
Sri Aurobindo: Pensieri e Percezioni

Sri Aurobindo dichiara che il pensiero non è essenziale all'e-


sistenza, non è la sua causa, ma è appunto il metodo, il mezzo
del divenire, poiché il pensiero è un principio di formulazione
precisa che ha il potere di creare la forma. E, come spiegazione,
Sri Aurobindo afferma che TUTTO quello che si pensa di sé, si
può esserlo, per il solo fatto di pensarlo, si può diventarlo.
Questa conoscenza del fatto che tutto cio che si pensa, si può
esserlo, è una chiave molto importante per lo sviluppo dell'es-
sere, e non solamente dal punto di vista delle possibilità dell'es-
sere, ma anche dal punto di vista del controllo e della scelta di
cio che si sarà, di cio che si vuole diventare.
Questo fa capire la necessità di non ammettere in sé alcun

41
In primo luogo, gli effetti dell'ambiente fisico sono stati
riconosciuti e studiati da molto tempo. E'circondando le loro
donne d'immagini d'arte e dibellezza che, a poco a poco, gli
antichi Greci hanno creato l'eccezionale armonia dclla loro
razza.
Gli esempi di analoghi fatti individuali sono numcrosi. Non
è raro vedere una donna che in gravidanza ha costantemente
contemplato e ammirato un bel ritratto, una bella statua, mette-
re al mondo un bimbo perfettamente sornigliantc a qr-rcl ritratto,
a quella statua. Io stessa ho incontrato molti di qucsti casi. Fra
questi ho un vivido ricordo di due bimbettc: gcmcllc c bellissi-
me. Ma la cosa più sorprendente è che cssc nssomigliavano
pochissimo ai loro genitori. Assomigliavano a un cclcbrc ritrat-
to di Reynolds, il pittore inglese. Un giorno I'ho lirtto notare
alla madre, che subito ha esclamato: "Vcro'/ Lc intcrcsserà
sapere che quando aspettavo queste barnbine, avcvo appcso di
fronte al letto una bellissima riproduzionc dcl cluadro di
Reynolds. Prima di dormire e appena sveglia, il mio ultimo
sguardo e il primo erano per questo dipinto - rrcl rnio cuorc spc-
ravo: che bello se i miei bambini avessero Io stcsso viso di que-
sto ritratto! Vede come ci sono riuscita." Davvcro potcva csse-
re orgogliosa del suo successo, il suo cscrnpio c di granclc utili-
tà per le altre donne.
Ma, se possiamo ottenere simili risultati sul pieuro fìsico,
dove i materiali sono meno plasmabili, possianro ottcncre
molto di più sul piano psicologico, sul qualc pcltsicro c volon-
tà agiscono così potentemente. Perché acccttarc lc oscurc leggi
dell'ereditarietà e dell'atavismo, che sono solo dci rif-crirncnti
subconsci del nostro carattete, quando possiarno, con la con-
centrazione e la volontà, dare vita ad una crcatura costruita a
misura del più elevato ideale che siamo in graclo di concepire?
Grazie a quest'impegno la maternità divcnta veramente prezio-
sa e sacra; a dire il vero noi partccipianto al glorioso lavoro

40
dello Spirito, e la condizione della donna va oltre lo stato ani-
male e gli istinti ordinari e si eleva alla vera umanità e ai suoi
poteri.
La Madre

IL PENSIERO - STRUMENTO DEL DIVENIRB,

"Il pensiero non è essenziale all'esistenza né la sua causa, è


piuttosto uno strumento per divenire; divento ciò che vedo ín me
stesso. Tutto quello che il pensiero mi suggerisce, posso fare;
tutto quello che il pensiero mi rivela, posso diventare. Questa
dovrebbe essere I'incrollabile.fede dell'uomo in se stesso, poi-
ché Dio è in lui."
Sri Aurobindo: Pensieri e Percezioni

Sri Aurobindo dichiara che il pensiero non è essenziale all'e-


sistenza, non è la sua causa, ma è appunto il metodo, 1l mezzo
del divenire, poiché il pensiero è un principio di formulazione
precisa che ha il potere di creare la forma. E, come spiegazione,
Sri Aurobindo afferma che TUTTO quello che si pensa di sé, si
può esserlo, per il solo fatto di pensarlo, si può diventarlo.
Questa conoscenza del fatto che tutto cio che si pensa, si può
esserlo, è una chiave molto importante per lo sviluppo dell'es-
sere, e non solamente dal punto di vista delle possibilità dell'es-
sere, ma anche dal punto di vista del controllo e della scelta di
cio che si sarà, di cio che si vuole diventare.
Questo fa capire la necessità di non ammettere in sé alcun

41
pensiero che distrugga l'aspirazione o la creazione della verità
del proprio essere. Questo mostra la considerevole importanza
di impedire a ciò che non si vuole essere, a ciò che non si vuole
fare, di formularsi sotto forma di pensiero nell'essere. Poiché
pensare queste cose è già un inizio di realizzazionc. Da ogni
punto di vista, non è buono concentrarsi su qucllo chc non si
vuole, su quello che si deve rigettare, su quello chc si rifiuta
d'essere, perché il fatto di pensarlo dà una spccic cli cliritto d'c-
sistere in sé a quelle cose che si vogliono rcspingcrc. Questo
spiega la considerevole importanza di non fnrc cntrarc lc sugge-
stioni distruttive, i pensieri di cattiva volontà, cl'oclio, di distru-
zione; perché il semplice pensarvi è già darc loro un potere di
realizzazione. Sri Aurobindo dice che il pcnsicre non ò la causa
dell'esistenza, ma un intermediario, lo str-umcnto chc rnodella la
vita, la creazione, e il controllo di questo strurncnto è di capita-
le importanza se si vuole che il disordine e tutto cltrcllo chc c
antidivino scompaia dalla creazione.
Non bisogna accogliere in sé i cattivi pcnsicri col prctcsto
che sono solo dei pensieri. Sono degli strumcnti cl'attuazione.
Non gli si deve permettere d'esistere in noi, sc non si vuolc chc
compiano la loro opera di distruzione.
La Madre

42
Capitolo 3

L'IMMAGINAZIONE

43
L'immaginazione è un potere di fonnazione. lnfatti, coloro
che non hanno immaginnzione sono personc che sotto il profilo
mentale non sanno creare, che non possono clare ai loro pcnsie-
ri una forza concreta. L'immaginazionc è Lrn urczzo d'azione
molto potente. Per esempio, se hai un dolorc da clualchc parte c
puoi immaginare di fare sparire il dolorc, o tli rirruovcrlo o
annientarlo - o qualsiasi altra immaginc di clucsto tipo - cbbcne
ci riesci perfettamente.
Si racconta la vicenda di una persona chc 1-rcltlcvl i capclli in
modo disastroso, rischiando di diventerrc calvu in cltrulclrc sctti-
mana, e allora qualcuno gli ha detto: "lrnrragirri, rpranrlo si pct-
tina, che i suoi capelli stiano ricresccnclo c clrc r.icrcsccranno
molto in fretta." Ogni giorno quella pcrsollî, pcttinantlosi clicc-
va: "Oh! i miei capelli stanno ricresccnclo, oh! vunrro ricrcsccn-
do molto in fretta..." E così è stato! Di solito, irrvcc:c, clrrcllo chc
fa la gente è dire: "Ah!, ecco che imici cirpclli slurrrro allcora
cadendo ed io diventerò calvo, è sicuro, clucstiont: tli tcrnpo!"
E'cefto che questo accade!
l.t Matlrc

Come si.fa [per educare I'immuginu:iotrcf /


L'immaginazione è una coszr urollo c:ornplcrssl c: vrrrilr (cit\
che si definisce, vagamente,'immaginaziorrc' ).
Può essere la capacità di vcderc c rcgistlalc, tli nollrlc rlcllc
forme esistenti in un campo lr-rcntnlc o in urr irllnr. Vi sorro i
campi artistici, i campi letterari, i campi poctici, i clrrrl'ri tl'irzio-
ne, i campi scientifici, che appartcngollo lutti trl rrrcntllc - rron
un mentale molto superiorc e astratlo, trrr lrrcntalc chc c soprir il
piano fisico e che, senza che lo sappiartro. si livcrsl scrìzu sostu
attraverso il mentale singolo e il nrcntalc collctlivo pcr lnanif'c-

44
starsi nell'azione.
Cefte persone, grazie ad una speciale capacità, sono in rap-
porto con questi campi, raccolgono una o I'altra delle formazio-
ni vi si trovano, le attirano a sé e danno loro un'espressione.
"he potere d'espressione differisce secondo le persone, ma
Questo
coloro che hanno la capacità d'aprirsi a questi domini, di 'vede-
re'in essi, di attrarre a sé queste forme, di esprimerle - sia in let-
teratura, sia in pittura, sia in musica, o in azione o nelle scienze
- sono, secondo il grado di potere della loro espressione, o per-
sone di gran talento, oppure dei geni.
Ci sono geni di livello superiore. Sono quelli che possono
aprirsi ad una regione più alta, ad una forza più alta che, attra-
vèrsando gli strati mentali, assume una forma in uno spirito
umano e si manifesta nel mondo come nuove verità, sistemi filo-
sofici, nuovi insegnamenti spirituali, che sono le opere e, al tempo
stesso, le azioni dei grandi personaggi che vengono a prendere
nascita sulla terra. E' questa un'immaginazione che potremrno
chiamare' l'immaginazione della Verità'.
Queste forze superiori, quando scendono nell'atmosfera ter-
restre, prendono delle forme vive, attive, potenti e si disperdono
nel mondo a preparare i tempi nuovi.
Questi due generi d'immaginazione sono quelli che si potreb-
bero chiamare le immaginazioni superiori'
E allora, per ritomare ad un livello più ordinario, ciascuno ha
in sé, in misura più o meno grande, la capacità di dare forma alla
sua attività mentale e di servirsi di tale forma, sia nella sua ordi-
naria attività, sia per creare o realizzare qualcosa. Noi stiamo
continuamente, SEMPRE, a creare immagini, a creare forme. Le
immettiamo nell'atmosfera senza neppure rendercene conto -
esse vanno in giro, passano dall'uno all'altro, incontrano delle
compagne, alle volte s'associano, varìno d'intesa, alle volte si
scontrano e ci sono dei conflitti; perche spesso (molto spesso),
in queste immaginazioni mentali c'è un piccolo elemento di

45
volontà che cerca direalizzarsi, e allora ognuno tenta d'inviare
la sua formazione affinché essa agisca, affinchó lc cosc avvcnga-
no secondo il desiderio, e poiché ciascuno lo fir... clr"rcsto crca una
confusione generale. Se i nostri occhi fosscro apcrti alla visionc di
tutte queste forme nell'atmosfera, si vedrcbbcro dcllc cosc a dir
poco stupefacenti: campi di battaglia, onclc, assalti, ripicgarrcnti
di un mucchio di piccole entità mentali chc souo costunlcrncute
lanciate nell'aria e che cercano selxprc cli rculizzursi. 'l ullc cluc-
ste formazioni hanno in comune la tendcnza l volcrsi lnalcrializ-
zate, arealizzarst fisicamente, e poichó solto inntrnrcrcvrlli (più
numerose dello spazio disponibile sulla tcrnr pcr rrriuril'cs(lrlc),
allora ci si spinge, si sgomita, si cerca cli ricacciirrc t;trcllc clrc nolr
sono d'accordo con noi, oppure si fon'nano dcllc lrrrr:rlc chc uvan-
zano in buon ordine, sempre per occuparc il posto tlisporribilc ncl
tempo e nello spazio (nient'altro che un posticirro ilr c:onlionto
alla smisurata quantità di creazioni).
Dunque, ecco quelio che accade inclivitlrrirlrrre:rrtc. ('i sono
quelli che fanno tutto ciò senza sapcrlo - c ttrtti llrrrrro così - c chc
sono sballottati continuamente da una cosa all'irllrit c spcriìno,
vogliono, desiderano, rimangono delLrsi, lalvolll contcnti, ullc
volte disperati, poiché non hanno il contrtlllo rrc lir 1'rirrlnlnarrzir
di queste cose. Ma I'inizio della saggczza ò ossclvalsi lrcrrsarc,
analizzare questo fenomeno, accorgcrsi rli r;trcsllr eorrlirrrur proic-
zione nell'atmosfera di piccole cntitiì vivr:nli, chc tcrrllrno tli rrurni-
festarsi. Tutto questo viene dall'atrnosl-ctr ntcrrlirlc chc ci ltortia-
mo dentro. Una volta che noi vcdianro c ossclviiurro, ulkrrir pos-
siamo iniziare a fare una scelta, valc a tlirc a lcsl-ringcrc rluclkl chc
non corrisponde alla nostra volontà o alla rroslr-lr 1'liir llll aspira-
zione e a consegnare alla manifì:sterziolrc sullrnrcnlc lc lìrlnrazioni
che possono aiutarci a progredirc c a svilupl-lurci rronrralnrcrrlc.
E'il controllo del pensiero attivo, - cll clLrcsto clrc volcvo clirc
I'altro giomo.
Quante volte ci sediamo c ci accorgianro chc il pcnsicrcr

46
comincia a comporre delle immagini, a raccontarsi una storia; e
allora, quando si è diventati un po'più esperti, non solamente si
vede la storia svilupparsi nel modo che voffemmo avvenisse
nella vita, la nostra vita, ma si può togliere qualcosa, aggiunge-
re un particolare, perfezionare il proprio lavoro, comporre una
bella storia, dove tutto quello che si fa è conforme alla nostra
migliore aspirazione. E, una volta che si è fatta una costruzione
armoniosa, completa, perfetta per quanto ci è possibile, allora si
schiudono le mani e si lascia che I'uccello spicchi il volo.
Se la cosa è ben fatta, questa finisce sempre col tealizzatsi.
Questo è quello che nessuno sa.
Ma la cosa si realizza nel tempo, qualche volta molto tempo
dopo, quando ci si è dirnenticati della propria storia, quando non
ci si ricorda più di essersela raccontata - si è molto cambiati, si
pensa ad altro, si costruiscono altre storie, e quella non ci inte-
ressa più; e se non si sta molto attenti, quando arriva il risultato
di quella prima storia, ci si è già molto allontanati da essa e non
ci si ricorda più che si tratta del risultato della nostra storia... Ed
è per questo che è tahnente importante controllarsi, poiché, se
nel vostro intimo ci sono delle volontà molteplici e contraddit-
torie - e non solo delle volontà ma anche tendenze, orientamen-
ti, livelli di vita - tutto questo scatena delle battaglie nella vostra
vita. Ad esempio, stando al vostro più alto livello, avete creato
una bella storia che mandate nel mondo; allora, forse I'indoma-
ni, forse il giorno stesso, forse qualche tempo dopo, siete disce-
si ad un livello molto più materiale, e quelle cose di lassù vi
appaiono un po'... fantastiche, irreali; e si comincia a fare delle
formazioni molto concrete, utilitaristiche, non sempre molto
gradevoli. Anche quelle spiccano il volo.
Ho conosciuto degli individui con dei lati così contrapposti
nella loro natura, così contraddittori, che un giorno potevano
fare una forrnazione magnifica, luminosa, potente, realizzattice
il giorno dopo una fotmazione disfattista, cupa, nera - una for-

47
mazrone senza speranza - enttambe poi spìccano il volo. Ho
potuto seguire nei fatti la cosa bella che diveniva realtà e quella
brutta, che, man mano che la prima si realizzav4 dcrnoliva ciò
che I'altra aveva costruito. Ed è così per i grandi pcrcorsi della
vita, come per i piccoli dettagli. E tutto questo perchc non ci si
osserva quando si pensa, perché ci consideriamo sclriavi cli que-
sti movimenti contradditori, perché si dice: "Oh! oggi non mi
sento bene, oh! oggi le cose mi sembrano tristi!" c lo si dice
come se si trattasse di una fatalità ineluttabilc coutro la cluale
non si potesse nulla. Ma se si fa un passo indictro o si salc cli un
grado, si possono osservare tutte queste cosc, sistcrnarlc al loro
posto, fissare, oppure distruggere e scacciarc cltrcllc chc non si
vogliono e mettere tutta la propria forza irnmaginativa (così noi
la chiamiamo) solamente in quelle che si vogliuno c chc rispon-
dono alla più alta aspirazione. E' questo chc chiarno controllare
la propria immaginazione.
E' molto interessante. Quando s'inrpara a fìrrlo c si lÌr con
regolarità, non c'è più tempo d'annoiarsi.
Invece d'essere un turacciolo in balia dcllc orrclc clcl rnare.
sballottato e senza difese, si diviene un ucccllo chc schiuclc le
ali, vola al di sopra delle onde e va dovc vuolc.
[-a Madre

Qual è lafunzione, qual è I'utilitù clcll'intnugitttr:iottc'l

Se si sa come servirsene, [...]ci si puc\ crcarc lrr propria vita


interiore ed esteriore, ci si può costruirc la propriir csistclrztr con
la propria immaginazione, se si sa comc scrvirscnc c sc si ha un
potere. In fondo è un modo elementarc cli crcarc, tli fìrrrnare
delle cose nel mondo. Ho sempre avuto I'inrplcssionc chc se
non si avesse la capacità d'immagintrrc, Íìol1 si firrcbbcro pro-

48
gressi. La vostra immaginazione precede sempre la vostra vita.
Quando pensate a voi, generalmente immaginate che cosa volete
essere, non è vero, e questo viene prima, poi si prosegue, e que-
sto continua a precedewi e si va avanti così. L'immaginazione vi
apre il cammino della realizzazione. E' difficile mettere in moto
le persone prive d'immaginazione; esse vedono solo quello che
hanno sotto il naso, capiscono chi sono solo in un dato momen-
to, e non possono avanzaÍe perché sono bloccati dalla cosa
immediata. Molto dipende da cio che si chiama immaginazione.
Ma insomma!

Glí uomini di scienza devono possedere immaginazione!

Molta, in caso contrario non scoprirebbero mai niente. ln


fondo, ciò che si chiama immaginazione e una capacità di
proiettarsi al di là delle cose realizzafe, verso quelle realizzabi-
li, e poi tirarle tramite I'immagine proiettata. E' evidente che si
possono avere sia immaginazioni progressive, sia regressive. Ci
sono persone che immaginano sempre tutte le catastrofi possibi-
li, ma sfortunatamente hanno anche il potere di provocarle. Sono
come antenne che vanno nel mondo che non è ancora realizza-
to, che agganciano qualcosa là e lo tirano qui. Allora, natural-
mente, è un'aggiunta all'atmosfera terrestre, sono cose che ten-
dono alla manifestazione. E'uno strumento che si può discipli-
nare, di cui ci si può servire a volontà, che si puo dirigere, orien-
tare. E'una delle facoltà che si possono sviluppare dentro di sé
e rendere 'disponibili', vale a dke úlhzzare per scopi precisi.
La Madre

49
Allora con l'immagínazione si po,s,sono realizzarc r^iu deside-
ri sia aspirazioni?

Sarebbe a dire? Che cosa vuoi dire csattarrcntc'/ lrnrraginarsi


che il desiderio si è alwerato, e, in qucsto n.roclo. aiutarnc Ia rea-
lizzazione?

,S'

Assolutamente. assolutamentr:.

Anche gli ideali?

Sì, ma generalmente. in modo quusi. sì, lotirlc:, tltrcllo cli cui


la gente non dispone è il tempo chc ci vuolc. Ml sc, l)cr cscltì-
pio, tu hai una viva immaginazionc c costltrisci lir lcirlizzazione
del tuo desiderio, e la costruisci bcnc nci ntinirrri prrlticolari c in
tutto, è come una formazione mirat-rilurculc erscgtrilir, clrc csiste
in sé, capisci, ebbene, puoi esserc ccrto clrc, sc vivi irbbastanza
a lungo, la cosa si realizzerà. Può rcalizzllsi tlonrirrri, prrt'r rca-
lizzarsi un minuto dopo, può prendcrc clcgli arrrri, o ;ruir prcrrcle-
re dei secoli. Ma è certo che si rcalizzcnì. lt tlrrrrrlrrer sc a talc pote-
re d'immaginazione si aggiungc tr.tr s1-rccic tli vigonrsl lìtrza
creatrice, a quel punto se ne fa una lìrrza vcnrrncrrlc vivcltte-; c
siccome tutte le forze viventi tcndono a rrrlurilcsllrrsi. lrrtto cio
eserciterà una pressione sugli avvcninrcnli lcl'l'cstri pcr. potcrsi
realizzare più in fretta, c si realizztr.
Solamente, come ho già dcttcl, ci sorro rlrrc cosc. In prinro
luogo, in quanto ai desidcri, allc circostulìzc l)clsolurli, rron si ò
molto perseveranti né molto stabili c, lritsc()r's() un cct.to pcrioclo,
qualcosa che v'interessava rnoltissirrro rrorr v'irrlcrcssa più. Si
pensa a un'altra cosa, si ha un altro dcsiclclio, c si lìr Lur'lrltla fìrr-
mazione. A quel punto la prinra cosu clrc si c irrrrrragirrlrtl, c lìlr-

50
mata benissimo; dopo avere percorso la sua traiettoria nello spa-
zio, si realizza. L'individuo però ha dato inizio a un'altra costru-
zione, perché per una ragione qualsiasi la cosa non l'interessa
più, si trova di fronte la realizzazione del suo precedente desi-
derio, mentre è preso dalla seconda, dallaterzao dalla quarta; ne
rimane del tutto contrariato: "Ma io non voglio più questo, per-
ché viene?", senza rendersi conto che si tratta semplicemente
del risultato di un'azione precedente. Ma se, invece d'essere dei
desideri, si tratta d'aspirazioni per cose spirituali e si prosegue
sulla propria linea con una progressione regolare, allora si puo
essere assolutamente sicuri d'ottenere un giomo cio che si è
immaginato. Può essere un giorno abbastanza lontano, qualora
gli ostacoli sul cammino siano tanti; ad esempio, se la fotma-
zione che avete fatto è ancora molto estranea allo stato dell'at-
mosfera temestre, ebbene, quello preîde un po'di tempo per pre-
parare le condizioni pei il suo awento. Ma se si tratta di qualco-
sa che è già stato réalizzafo moite volte sulla tena e non rappre-
senta una trasformazione troppo categorica, si puo attuarla abba-
slanza in fretta, purché si segua la stessa linea con persistenza.
E se a questo s'aggiunge l'ardore di una fede e di una fiducia
nella Grazia divina e quella specie di dono di sé alla Grazia che
fa sì che ci si attenda tutto da Essa, allora può diventare formi-
dabile; si possono vedere le cose reahzzarst sempre di più e le
più stupefacenti possono realizzarsi una dopo I'altra. Ma lì ci
sono delle condizioni che vanno soddisfatte.
La Madre

L'immaginazione è come un coltello, essa può essere utiliz-


zata pef il bene o per il male. Se voi mantenete sempre I'idea o
il sentimento che state per essere trasformati, allora aiutate il
processo dello yoga. Se, al contrario, vi lasciate andate alla

5l
depressione e se vi lamentate ripetendo che non sictc pronti o che
non siete capaci di arrivarc alla realizzazione, non fàte clre avvc-
lenare il vostro essere.
L.a Madrc

I SOGNI DELL'INFANZIA - MODIII,I,ATORI


DEL FUTURO

Bisogna avere un potere d'inrmaginaziorrc vivcrrtc, pcrchc


(ho I'aria di raccontarvi delle sciocchczzc, rru i' r.
1.ltrr-ir vcritiì)
esiste un mondo del quale siete i suprcmi artclici: c il v.str. prur-
prio mondo vitale. voi sietc il suprcmo artcfìcc tlcl vosrr. rrronckr,
potete fame una rneraviglia se sapetc cor.r.rc scrvir.vcrrc. Sc avctc
una coscienza d'artista, di poeta, sc arralc I'ulrrronilr c lir bcllczza.
costruirete qualcosa di meraviglioso clrc avllì l:r rc:rrtrcnzl u crc-
scere nella manifestazionc matcrialc.
E'quanto da piccola chiamavu 'raccorrllrrsi rlcllc stolic'. Non
significa assolutamente farsi cun lc pur.lc rrn nrcc.rrro nclla
testa; ma andarsene in q,cl luog'clrc c vcr.girrc. c... c.sfruir.vi
una storia meravigliosa. [ì cluantlo sapctc nrccorrllrr.vi urrir sloria
così, veramente bella, verarrcntc arrrr0rri.sir, vcl'rnìclìlc
Polcntc
e veramente ben congegnata, clucsla strlria si rcrrlizzcnr nclla
vostra esistenza - magari non proprio rrclll lorrrrr clrc le lvctc
dato, ma come esprcssionc fìsic, piir . rrrc'. tlclìr'rrrrrtlr tri cFran-
to avrete fatto.
Forse questo richicdcriì clcglianni; rr'.r llr v.srr.lr st.r.iir.vriì ra
tendenza a organizzarc la vostrir csislcnzl.

52
Ma sono pochissime le persone che sappiano raccontare una
bella storia; fra l'altro vi mescolano delle mostruosità di cui in
seguito si pentono.
Se si potesse fare una storia magnifica, senza nessun orrore,
nient'altro che bellezz4 questo avrebbe una CON SIDEREVOLE
influenza su I'esistenza di ciascuno. E non ci si rende conto di cio.
Se si sapesseufllizzare questa potenza, questa potenza crea-
trice nel mondo delle fonne vitali, se si sapesse utilizzarla da
bambini, bambini piccoli... perché è in quel momento che si
costruisce il proprio destino materiale. Ma generalmente, le per-
sone che vi circondano, alle volte persino i vostri piccoli amici,
ma soprattutto i genitori e gli insegnanti, pasticciano e vi sciu-
pano tutto, benché siano molto poche le volte alle quali la cosa
può riuscire completamente.
Ma diversamente, se fbsse fatto così, con la candida sponta-
neità di un bambino. voi potreste organizzarvi un'esistenza
magnifica (vi parlo del mondo fisico).
I sogni dell'infanzia sono le realtà dell'età matura.
La Madre

UN MEZZO POTENTE
ER LA SCOPERTA DI SE'

Quando si va alla scoperta del proprio essere interiore, di


tutte le diverse parti del proprio essere, molto spesso si ha I'im-
pressione di entrare in un locale o in una stanza e, secondo il
colore, l'atmosfera, le cose che contiene, si ha la chiarissirna

53
percezione della parte dell'essere che si sta visitando. Allora si
può passare da una stanza all,altra, aprire delle porte ed entrare
in stanze sempre più profonde, ciascuna col proprio carattere. E
spesso queste visite interiori si possono fare di notte. Allora que-
sto assume una forma ancora più concreta, come nel sogno, i si
ha I'impressione di entrare in una casa, c questa casa vil molto
familiare. Secondo,il momento, le epoche, cssa ha un intemo
differente, qualche volta è in uno stato di gran<Jissi'ro disordine,
di grandissima confusione, in cui ogni cosa si mcscola alle altre;
alle volte ci sono anche delle cose in fiantumi; c tr"rtto un
In altri momenti quelle cose si otganizzano, sono rirrcsse al"uo..
loro
posto; è come se si fossero fatte le pulizíc, si pLrliscc, si riordi-
na, ed è sempre la stessa casa. euesta casa ò I'irnmagine, una
specie d'immagine oggettiva del vostro csscro intciiore. E.
secondo quello che vi vedete o che vi fate, avctc ,,nr, ruppr"r.n_
tazione simbolica del vostro lavoro psicologicr. Il' molìo utile
alla r ealizzazione. Que sto dipende dal I e pc rso n c.
ci sono delle persone che sono solamcntc dcgli intellettuali,
per i quali tutto si traduce in idee in irnmagini. Ma appena si ó
scesi in un ambito più materiale, ebbene, si rischia di Àon tocca-
re le cose nella loro concreta realtà e di rcstarc unicamcnte nel
campo delle idee, di restare nel mentalc c tli rcstarci inclcfìnita-
mente. Allora si crede di fare dei progrcssi c nrcntarrncntc se ne
sono fatti, benché sia una cosa assolutarncntc inclcfìnita.
Il progresso del mentale può durarc'rigliaia d'a'lri, porché si
tratta di un campo vastissimo e molto inclctcrnrinato, chc si rinno-
va costantemente. Ma se si vuole progreclirc ncl vitalc c nel fisi-
co, allora questa rappresentazione per irnmagirri crivcnta utilissima
per fissare l-'azione, per renderla più concrcta. ovviamcntc tutto
:i9 si fa completamente a piacerc: la cosa clipcnclc clall'in_
dole"91di ciascuno. Però coloro che ha'no ir potcrc cii conccntrarsi
sulle immagini, bene, essi hanno una lacilitrì in più.
Mettersi seduti in meditazione davanti acl una porta chiusa,

54
come se fosse una pesante porta di bronzo - ci si siede davanti
con la volontà che essa si apra - e passare dall'altra parte; e allo-
ratuttala concenfrazione, tutta l'aspirazione si raccoglie in un
fascio e preme, preme, preme contro questa la porta, preme sem-
pre più con una crescente energia, fino a che. improvvisamente,
clak, e si entra. Questo dà un'impressione molto potente. E allo-
ra si è come catapultati nella luce e si ha la felicità piena di un
cambiamento improwiso e radicale di coscienza, con una illu-
minazione che vi prende totalmente e con I'impressione di diven-
tare un'altra persona. E questo è un modo molto concreto e
potente di entrare in contatto col proprio essere psichico.

La Madre

55
Capitolo 4

LA CONCENTRATIONE

5(r
LA CONCENTRAZIONE - LA CHIAVE
CHE APRE TUTTE LE PORTE

[...] per tutto cio che si vuole fare nella vita, una cosa è asso-
lutamente indispensabile e alla base di TUTTO, la capacità di
concentrare l'attenzione. Se si riesce a convergere i raggi dell'at-
tenzione e della coscienza su di un punto, e se si riesce a mante-
nere questa concentrazione con una volontà costante, non c'è
NULLA che possa resistere - di qualunque cosa si tratti, a partire
dallo sviluppo fisico più materiale, fino a quello spirituale più ele-
vato. Ma questa disciplina va seguita in modo costante e per così
dire, imperturbabile; non è che si debba essere sempre concentra-
ti sulla stessa cosa - non è quello che voglio dire, voglio dire
imparare a concentrarsi.
E materialmente, per gli studi, per le attività sportive, per qual-
siasi tipo di sviluppo fisico o mentale, è assolutamente indispen-
sabile. Il valore di un individuo va di pari passo con la sua capa-
cità d'attenzione.
E dal punto di vista spirituale, è poi ancora più importante.
Non ci sono ostacoli spirituali che resistano ad un potere di con-
centrazione penetrante. Per esempio, la scoperta dell'essere psi-
chico, l'unione col Divino interiore, le aperture sulle sfere supe-
riori, TUTTO si puo ottenere con un potere di concentrazione
intenso e ostinato - ma è necessario imparare a farlo.
Non esiste nulla in campo umano e persino sovrumano di cui
il potere di concentrazione non sia la chiave.
Potete essere l'atlefamigliore, potete essere I'allievo migliore,
potete essere un genio artistico, letterario o scientifico, potete
anche diventare il più grande santo con questa facoltà. E ognuno
possiede in sé un piccolissimo tnizio, è alla portata di tutti, ma non
lo si coltiva.
La Madre

51
Se il tuo potere di concentrazione è complcto, t'ton c'e pro-
blema che tu non possa risolvere - non intcndo problcmi di arit-
metica (risate), intendo problemi di condotta cli vita, tli tlccisio-
ni da prendere, problemi psicologici da risolvcl'c. Nott cc n'è
uno che resista a quel potere di conccntritzitlllc.
l.u Maclrc

Perche le persone cheJanno sludi ,st'it'tttifìt i ttrrtttt rttttt tli firtr-


tasia artistica? C'è opposizione.f ru lc tltrc t rt,s't"'

Non necessariamente.

Ma in genere'/

Scienza e arte non fanno partc tlclkr slt'sso (llllìl)(). l','csatta-


mente come se tu avessi cio chc irl ittglest' si t'ltilrtrrlr " ltttt ltli,qltl",
un piccolo faro nella testa, ncl ptlsltl rli ()sst'tv:l/l()ll('. ( ili scicn-
ziati che vogliono compierc ttn litvtlro 1',it:ttttt tl lltro trt ttll ccrto
modo, lo tengono semprc in clttclla posiziottt', e rl lirro litttitt.tc
così: essi lo girano verso la tttltlct'ilt, v('ls() Ipirrlrt'llrli tlclla
materia. Ma le persone dotatc rl'irrrrrrirf irrlrzioilt' kt l',iliilt() vcrso
I'alto, perché lassù c'è tutto, lttttc lc is;lil:tzt0tlt tl,'llt' t ost' lrrlisti-
che e letterarie; queSte vcngolì() irrlìrlti rllr rrrr lrllr.r tlrrrrpo. tllt un
campo molto più astratto, tttolltl ltlctto tttltlt'tt;tlt' Allorlr cssc si
volgonoversol'altoevogliontlt'it't'vt'lt'l:r ltttt'rl;rll';rllrt Mlclo
stesso stnrmento. Gli altri lo;ivol1',otto It'tr,rt tl lr;t:r:'o. t'scrrt;lli-
cemente una mancanza cli girtltlrstit'lr. li' lo :.lt':.:.{) 'rlttttttt'ttltl. ll'
lO SteSSOpOterediUn raggig ltrrrrirroso srr rlrr;rl, lr,'t o:r:r Mlr ltvcll-
dO preSO I'abitUdine di conccrrtltrllo irr rrrr;r t r'rl;r tlrr(',/t()tt(', tlolì Si
ha più duttilità e si perclc I'irltilrrtlirrg tlr l;rrt' rrr rrrr :rllt,r tttrttltl.
ln realtà, in qualsiasi lìttttìlt'llltt polt'lt' lrttt' l, tltt.' cttsc.
Quando vi occupate di scienza lo girate in una direzione, quando
fate della letteratura o dell'arte lo girate nell'altra direzione; è lo
stesso strumento: tutto dipende dall'orientamento. Se siete dota-
ti di concentrazione, potete spostare quel potere di concentrazio-
ne da un campo all'altro, e sarà efficace in tutti i casi: se vi occu-
pate di scienza, lo utllizzate in modo scientifico, se volete fare
dell'arte, lo alllizzate in modo arlistico. Ma è lo stesso strumen-
to e lo stesso potere di concentrazione. E' semplicemente perché
le persone non lo sanno che esse limitano se stesse. Allora i car-
dini si amrgginiscono e non girano più. Invece, se si conserva
l'abitudine di farli girare, essi continuano a girare. Del resto,
nella vita di tutti i giorni, non è raro vedere scienziati avere
come passatempo un'occupazione artistica qualsiasi, e anche
l'inverso. Infatti, tali persone hanno scoperlo che una cosa non
nuoce all'altra e che la stessa fàcoltà può essere applicata in
entrambi i campi.
ln fondo, da un punto di vista generale, e soprattutto dal punto
di vista intellettuale, la capacità di attenzione e di concenttazio-
ne è la cosa più impoftante, quella che dovete applicarvi a svi-
luppare. Dal punto di vista dell'azione (dell'azione materiale), è
la volontà: dovete lavorare per costruirvi una volontà incrollabi-
le. Dal punto di vista intellettuale dovete lavorare per costruirvi
una concentrazione che nulla può scuotere. E se avete entrambe
le cose, la concentrazione e la volontà, siete esseri geniali e nien-
te potrà resistervi.
La Madre

59
L' TNTENSITA' DELLA CONCENTRAZIONE
ABBREVIA I TEMPI

Quando lavoriamo e vogliamo.fàre dal no^stttt tttt,glio, o(.(.or-


re molto tempo, ma generalmente abbiunto l)o('() lt,rttlto, trhhiu-
mo fretta. Come.t'àre del nostro meglio qtrutttlo rrltltitrrttrs fi.cllu2

F' un argomento molto intercssarrtc tli crri vtllcvo proprio


parlavi un giorno dettagliatamentc. f)i solito, t;rurrrtlo ll gcntc fa
in fretta, non fa completamente ciò chc lr' tllr lìr'c: er l' rìr
Ebbene vi è un terzo modo che consistc ncll'inlcnsifìcirr.c la'ralc. pro-
pria concentrazione. Se lo si fa, si pur\ gulrtllgnlrr.c rrrt:llì tcmpo
anche su un tempo breve. Prendiarntl un cscnrpio rrr.lt. con.rr-r-
ne: fare il bagno e vestirsi; il tcrnpo ncccsslrr.i. vru.irr lr scconda
delle persone, ma diciamo che occot'rc rììczz'()r.l pcr fìrlc tutto
senza perdere tempo e senza andarc irr lì.cllir. Itcr. t'rri sc avcte
fretta, o vi lavate meno bene o vi vcstitc lllrlc:! Mlr t.'t r'r .ltro
modo: se concentrate l'attenzionc c I'clrcr.gilr, se ;lerrstrlc lr clucl-
lo che state facendo e a nient'altro, sc rr.rr fìrrc rrrr rrr.virrrcrrio cli
{oppo, ma solo quello esatto c ncl nrotlo piir cslilo (i'rrlr'cspc-
rienza vissuta, posso parlarvcnc colt ccr.lczzlr). llolr.clc fìrr-ci in
quindici minuti quello che prirll I'lrccvrrlc in rrrezz'olrr, c cio
altrettanto bene, a volte mcglir), fictìzit tlirrrclrlit.;rrt.niculc, scnzu
tralasciare niente, sempliccnrcrrtc c.rr I'irrlcrrsrrrì tle llrr c.rrccn-
ffazione.
Questa è la risposta rnigliorc lr lrrlli t'oloro t'lrt'rlir.orro: ..Oh!
Se vogliamo fare le cose bcnc, oLìcor'r'e lt'nrpo." Nolr r..vcrrr. I)cr
tutto quello che fate - studiarc, gioctrlt., llrvot.rrr.t' c't' rrrur sola
soluzione: aumentare il vostro ltolcr.c tli t'.rrt.t'rrlr.:rzi.nc. 1,, clrran-
do pervenite ad una talc c''cc.r'.zirrc. t i. rr.rr vi stlrrrcri piir.
Naturalmente all'inizio cit\ Pnrrhrr.t: rlr;r lt.rrsr.r('. nìir tlulnclo
avete preso I'abitudine, la tensione diminuisce, e giunge il
momento in cui quello che vi stanca è proprio il non agire in que-
sto modo, il disperdervi, il lasciarvi sommergere da ogni specie
di cose e il non concentralvi su quello che fate. Con questo pote-
re di concentrazione si puo persino riuscire a far le cose meglio
e anche più in fretta, e ci si può così ser.,'ire del lavoro come di
tn mezzo di sviluPPo'
La Madre

Quando studi, se riesci a concentrarti, puoi fare ceftamente in


dieci minuti quanto altrimenti richiederebbe un'ora. Se r,uoi gua-
dagnare tempo, impara a concentrarti. E'appunto con I'attenzio-
ne che si possono fare in fretta le cose, e si fanno molto meglio.
Se hai un compito che richiede mezz'ora - non dico quando devi
scrivere per mezz'ora, evidentemente - ma quando devi riflette-
re, se la tua mente è fluttuante e pensi non solo a quello che fai
ma a quello che hai fatto o dovrai fare e a tante altre cose, tutto
questo ti farà perdere tre volte il tempo necessario per fare il tuo
compito. Quando si ha troppo lavoro bisogna imparare a con-
centrarsi esclusivamente su quanto si fa, con un'attenzione
molto intensa, così si puo fare in dieci minuti quello che altri-
menti richiederebbe un'ora.
La Madre

Ad ogni modo, se si ha molto da fare, bisogna imparare a


concentrarsi molto, in proporzione al lavoro, e quando si fa una
cosa bisogna pensare solo a quella e concentrare tutta la propria
energia su quanto si fa. Si guadagna almeno metà tempo. Allora

6t
se mi dici: "Ho troppo da studiare," io ti risponclo: "Non sei
abbastanza concentrata. "

(Un altro bambino) Per risolvere urr ltrrtltlL'ttttt tli rtrttlanuti-


ca, certe volte si riesce in /rettu, alln'voltc <'i vtrolc tt'oppo
tempo.

Sì, è appunto così: dipcndc dal grittlo rli cortcr:rtlt'uzionc.


Osservati e te ne accorgerai facilmctttc: tpurntlo rrorr ltrrvi la
soluzione è perché c'è qualcosa di vago ttcrl ccrve llo. tlrrirlcosa cli
nebuloso, una specie di nebbia, o alkrnt sllri li t'onrc itt un stlgrto.
Fai uno sforzo per trovare, ma ò cotnc se, firt'cssi utto slorzo a
vuoto, come per entrare nella bambitgiit, nott ci vt'rli t'lrirrtrr. ( losì
non riesci a far nulla. Puoi rcstarc itt rluclkr slrrlo pt'r otc.
La concentrazione consiste appulll() rtt'l rltsstprrlt' ll tttrvola.
Raduni tutti gli elementi della tua irrtcllilr,t'rrzrr, lr lrssi su un
punto, e poi non provi neppure attivrrnrcnlc ir lr oviu (' l lrr soluzio-
ne]: ti limiti a concentrarti in Iroclo tlrr rrort vt'rlt'rt';rllro chc il
problema; ma non soltanto in supclf rcic: vt'rlt'r lo rrr ptolìrrttlitiì,
che cosa nasconde. Se riesci a raclrrrìlr|t' lrrllt' lt' lu('('n('ll',ic rììcn-
tali, a radunarle in una specic cli ;lutttit lisslrllr srrll'cnrrrrcilrlo rlcl
problema, e se rimani lì, fisso, corìrc s('tLrvt'sr;t l;rrt'tttt lrtteo in
un muro, di colpo ti verrà Ia srllttziont' I'llllu(() rrotkr. Sc
provi a dire: è questo? E'qucllo'/ ll r'osi \ r;r, ron lt,rrt'rti tttui
niente, oppure ti ci vorranno orc. l)cvi lìrrt'urr :;p('( r('tli pttttta
con le tue forze mentali, abbastattzlr rlttt:r grt't ltcttt'lt:rtt' :rlllrtvct--
so leparole e toccare quanto sllt tliclto. ( ''t'tttt;r t o:;;t tl:r ltovrrrc:
devi caderci sopra.
I :r Mtrtllc

(;)
Vi è un modo d'abbreviare il tempo necessario per fare le
cose aumentando considerevolmente la concentrazione; ci sono
persone che non riescono a farlo per un lungo tempo, si affati-
cano; ma è come portare dei pesi, non vi pare, ci si puo abitua-
re. E allora se si può arrivare a padroneggiare questo potere di
concentrazione, se arrivate a rendere il vostro mentale assoluta-
mente tranquillo - perché è questa la prima condizione, - e se in
questa tranquillità lo concentrate, concentrate, concentrate, con-
centrate sul punto che volete... sul lavoro che dovete fare, o sul-
I'azione che dovete intraprendere, bene, potete (questo viene
come una specie di forza propulsiva, assolutamente tranquilla,
ma onnipotente e allora potete avanzare speditamente senza esi-
tazione), potete fare letteralmente in un quarto d'ora ciò che,
diversamente, richiederebbe un'ora. E allora questo, questo ha il
gran vantaggio di darvi tempo e, dopo, invece di passare da un'at-
tività all'altra, da un'agitazione all'altra, potete rilassarvi comple-
tamente per qualche minuto e avere un totale riposo. Questo vi dà
il tempo di riposare; e durante questo riposo, naturalmente, sicco-
me vi rilassate, tutto ciò che può esserci stato di un po'troppo teso
s'allenta e si rimette, e questo vi pone in una condizione tale da
potere fare nuovamente un'altra concentrazionc.
La Madre

IL POTERE DELLA CONCENTRAZIONE


SPIRITUALE

[Il potere della concentrazione spirituale] implica il ritirarsi del


pensiero da tutte le attività che tendono a distrare la mente

63
obbligandola a concentrarsi sull'idea dcll'Uno, pcr cui I'anima
può elevarsi ed uscire dal mondo dei f'enomcni pcr cntrarc nell'u-
nica Realtà. Attraverso il pensiero ci pcrcliauro ucl nronclo fèno-
menico, è concentrando il pensiero su sc stcsso chc possiamo riti-
rarci nella realtà. Tre sono i poteri dclla couccttlrirziorrc chc ci per-
mettono di raggiungere questo f-tnc. C'onccrrlrirnrloci srr utr ogget-
to qualsiasi, diveniamo capaci di conoscct'lo nclllr sttir piir irrtima
essenza, obbligandolo a rivelarci i sr-roi ltiir t'ccotttliti scglcti; noi
dobbiamo però servirci di questo potclc rì()rì l)cl eottoscctc lc
cose, ma per conoscere l'unica Cosa-irt-sc. Mctlilttlc ll c:oucctt-
trazione, tutta la volontà può esscrc raclttttirtir pct'rrt'tlrrisilc rlucllo
che non è stato ancora colto, ciò chc ò iutcolrt olllc tLr troi; tlLtcsto
potere, se sufficientemente allenato, sttfìicir'ttlctrrcnlc r'crìtlirlo,
sufficientemente sincero, sicuro di sc stcsso, ll'rlt'lt' r sLr slcsso,
assoluto nella sua fede, puo farci ottcnu'c: rltritlsiitst t osir; tkrbbia-
mo però selircene non per ottencrc gl'ittrtrrrtrt'rt'voli ollgctli cltc
il mondo ci offre, ma per afferrarc spirittutltut'ttlc tl sohr oggctto
degno di essere ambito e di esserc cottost'irrlo. Mt'rlrrrtlc llt con-
centrazione di tutto l'essere su uno qtrllsirrsi rlr tlrt'slr sl:rli, 1.ros-
siamo divenire ciò che abbiamo scclto; ltossi:tttto, pct t'setnpio,
divenire un blocco di forza e di coraggio, rrnt'lrr' ;trrtlt'tttkr tllt Ltu
impasto di debolezza e di timidezza, ()lll)ule ir( (lulfir (' rrrrr lgrirndc
ptrezza ed una santità piene di pacc, o itnt'l tt' l t ;rs f or t r ur t t i rcl l'a-
r

nima universale piena d'Amorc; nla rì()n tloltlrt;rrtto rrtrllicgarc


questo potere per raggiungere tali corttliziotti, 1rt't tltrrttlo lrcllc cd
alte possano essere, in rapporlo a cluclkr r'lrr' srurrr' :rllrr;rlntcrttc,
bensì per divenire cio che si situa itl tli soprir tlr lullc lt't osr.', libc-
ro dalle azioni e dagli attributi: I'ljsscrc l)ur() r';t:,:;rtlttlo 'lrr{trl il
resto, tutte le altre concentraziclni ttott luttuto t lrt' r;rlr'rc l)lel)lra-
torio di stadi preliminari per un griulttitle rtllt'trrnrlnl,' tlt'l pt'rtsic-
ro, volontà ed essere dissoluto c dissipitrtlt'tlt :;t' r't't:'rr tl loto gt lttt-
de e unico oggetto.
Sr r ,'\rr olrirttlo

64
I POTERI DI CONCENTRAZIONE
NEI TRE CENTRI

Ci si può concentrare in uno qualunque dei tre centri che


risulti più facile per Il sadhaka o che dia più risultati. La con-
centrazione nel centro del cuore ha il potere di aprire questo cen-
tro e, con la forza dell'aspirazione, dell'amore, della bhakti e
della sottomissione, di rimuovere il velo che copre e nasconde
I'anima o essere psichico, di portarla in primo piano perché
governi la mente, la vita e il corpo, li orienti verso il Divino e li
apra interamente a Lui, eliminando tutto cio che si oppone a
quest'orientamento e a quest'apertura.
Questo è quanto viene chiamato nel nostro yoga trasforma-
zione psichica. La concentrazione sopra la testa ha il potere di
poftare la pace, il silenzio, la liberazione dal senso del corpo e
dall'immedesimazione con la mente e la vita, e di aprire la stra-
da perché la coscienza inferiore (mentale, vitale e fisica) possa
salire a incontrare la coscienza superiore al di sopra e perché i
poteri della coscienza superiore (natura spirituale) possano
scendere nel mentale, nel vitale e nel corpo. Questo è quanto in
questo yoga viene chiamato trasformazione spirituale. Se si ini-
zia con questo movimento, il Potere che viene dall'alto deve,
nella sua discesa aprire tutti i centri (compreso il più basso) e far
emergere I'essere psichico; finché ciò non awiene, è probabile
infatti che ci siano molte difficoltà e conflitti a causa della
coscienza inferiore che intralcia I'Azione divina che viene dal-
I'alto, si mescola ad essa o persino la rifiuta. Una volta che I'es-
sere psichico sia attivo, questi conflitti e difficoltà possono esse-
re ridotti al minimo.
La concentrazione fra le sopracciglia ha il potere di aprire il
centro corrispondente, di liberare la mente e la visione interiori

65
e la coscienzainteriore o yoghica, con lc suc cspcricrrzc c i suoi
poteri. Da 1ì, inoltre, ci si può aprirc vcrso I'allo c agirc sui cen-
tri inferiori; ma il pericolo di qucsto 1-rr'occrlirrrcrrto c chc si
rischia di restare prigionieri dcllc propric lìrrrrrziorri rncntali,
spirituali, e di non poterne uscirc l)cr crrllrrc rrcll'cspcr-icrrza e
nella conoscenza spirituale libcra c irrtcgrlrlc. c nclllr lrirslìrrrnzr-
zione integrale dell'essere e dclla rrirlrrnr.
Sri Atrlrbindo

66
Capitolo 5

IL POTERE DELLA
VOLONTA'

61
"Quando abbiamo superato le velleità allora abbiamo il
Potere. Lo sforzo è stato d'aiuto; lo sforzo è d'ostacolo."
Sri Aurobindo: Percezioni e Pensieri

Ed egli si oppone a queste velleità - vale a dire a tutte le


volontà superficiali spesso opposte e contraddittorie, e senza
base durevole perché si fondano su ciò che egli chiama un .sape-
re' e non sulla Conoscenza. Queste ambizioni sono necessaria-
mente frammentarie, passeggere, sovente in opposizione le une
con le altre, ed è questo che conferisce alla vita individuale e
anche collettiva quel carattere d'incoerenza, d'illogicità, di con-
fusione... Di solito si riserva la parola 'volontà' per esprimere
quello che viene dall'essere profondo o dalla rcaltà superiore e
che è espressione, nell'azione, della vcra conosccnza, che Sri
Aurobindo oppone al sapere intellettuale. E così, quando questa
volontà che esprime la vera conoscenza si rnanif'csta nell'azio-
ne, essa si manifesta attraverso l'intervento di una fbrza profon-
da e diretta che non richiede più lo sforzo. E' pcr quello che Sri
Aurobindo qui dice che il vero potere dcll'nzionc non può esi-
stere che quando si è superato lo stadio dcllc vcllcità, cioè quan-
do il movente dell'azione non è più sernpliccr.ncntc il risultato di
un'attività mentale, ma la consegucnza dclla vcra conoscenza.
La vera conoscenza, agendo nell'csscrc cstcriore, conferisce
il vero potere.
Questo parrebbe essere una spicgazionc, la vcra spiegazione,
di quel modo di dire molto familiarc c chc rron si capisce nella
sua essenza, ma che esprime una vcritiì: "Volcrc c potcre." E'del
tutto evidente che in quel caso non si tratta di arnbizioni, vale a
dire dell'espressione più o meno incocrclrtc dci clesideri, ma
della volontà vera che esprilne una vcrir conoscenza; perché
questa vera volontà contiene in sc stcssa la I'orza della verità, che
dà il potere - un potere invincibilc. E allora, quando si esprimo-
no delle velleità, per poterle applicarc alla vita c rcnderle effica-

68
ci deve intervenire lo sforzo - è grazie allo sforzo personale che
si progredisce, ed è con lo sforzo che s'impongono alla vita le
proprie velleità, affrnche essa si pieghi atte loró esigenze - ma
quando non ci sono più velleità, quando è la vera volontà che
esprime la vera conoscenza, lo sforzo non è più necessario, poi-
ché il potere è onnipotente.
La Madre

Dolce Madre, come rendere una risoluzione molto salda?

Volere che sia molto saldal (risate)


Sembra uno scherzo... ma è verissimo! Non si vuole vera-
mente. E' una mancanza di sincerità. Se ci si osserva sincera-
mente, si vede che si è deciso di fare in un determinato modo,
ma poi, sotto sotto, vi è qualcosa che non si ha affatto deciso e
che aspetta l'attimo di esitazione per precipitarsi. Se si è since-
ri, se si è sinceri e si acchiappa per l'orecchio quella parle che si
nasconde, che aspetta senza farsi notare e sa che vi sarà quel-
I'attimo d'indecisione durante il quale si precipiterà, facendovi
fare cio che avevate deciso di non fare...
Se VERAMENTE volete, NULLA al mondo può impedirvi
di fare cio che volete. E' perché non si sa volere. E'perché si è
divisi nella propria volontà. Se non si fosse divisi nella volontà,
dico: niente, nessuno al mondo può farvi cambiare volontà.
Ma non si sa volere. In realtà, non si vuole neanche. Sono
velleità: "Toh, è così... Mi piacerebbe che fosse così... Sì, sareb-
be meglio se fosse così... Sì, sarebbe preferibile se fosse così...".
Ma questo non è volere. E sempre, lì, dietro, nascosto da qual-
che parte in un angolo del cervello, qualcosa guarda e dice: "Oh,
perché volere che sia così? Dopotutto si potrebbe benissimo
volere l'opposto." E tentarflo], vero. E si possono sempre tro-

69
vare mille giustificazioni per fare l'opposto. E basta appena un
minimo cedimento... pftt... precipitano fnell'opposto], ed ecco
fatto. Ma se si VUOLE, se si SA veramente che è qúESTO, se
si r,.uole veramente questo, se si è interamente concentrati nella
volontà, vi ripeto: non c'è NIENTE al mondo che vi possa impe-
dire di farlo. Di farlo... o di essere costretti a farlo, dipende da
che cos'è.
Si vuole. Sì, si vuole, così (g.esli), si r,uole: ..Sì, sì, sarebbe
meglio se fosse così. Sì, sarebbe anche più bello, più elegante..."
Ma, dopotutto, si è deboli, vero? E poi, si può sempre incolpare
qualcos'altro: "E'un influsso che viene dal di fuori, sono le cir-
costanze..."
L'attimo è passato, e non si sa.... qualcosa... un momento
d'incoscienza... "Oh, ero incosciente." Si è incoscienti perché
non si accetta... E tutto ciò perché non si sa volere.
Imparare a volere è molto importante. E per volere veramen-
te occorre unificare il proprio essere. In fondo, per essere un
essere, occorre dapprima unificarsi. Se si è tirati di qua e di là da
tendenze del tutto opposte, se si passa i tre quarti della propria
vita a essere incoscienti di se stessi e delle ragioni per le quali si
fanno le cose, si è forse un essere? Non si esiste. Si è una massa
d'influenze, di movimenti, di forze, di azioni, di reazioni. Ma
non si è un essere. Si comincia a essere un essere quando si
comincia ad avere una volontà. E si puo avere una volòntà solo
se si è unificati.
Quando avrete una volontà, allora potrete dire, potrete sì dire
al Divino: "Voglio quello che Tu vuoi," ma non prima. perché
per volere ciò che il Divino wole, occorre avere una volontà,
altrimenti non si r,rrole assolutamente niente. Si vorrebbe. Sì, si
vorrebbe. Si vorrebbe volentieri volere cio che il Divino r,rrol
fare. Non si ha alcuna volontà da darGli, da mettere al Suo ser-
vizio. Si ha qualcosa... di gelatinoso, come delle meduse...
così... una massa di buone volontà - e dico le cose al loro

70
meglio, dimentico le cattive volontà, - una massa di buone
volontà semicoscienti, e che vanno e vengono...
E'tutto, bimbi miei. Basta per oggi.
Mettete solo questo in pratica; appena un po' di quanto ho
detto, non tutto, solo un pochino. E'tutto.
La Madre

IL POTERE DELLA VOLONTA'COSCIENTE


SUL CORPO

La base di tutti questi metodi [d'educazione fisica] è il pote-


re che la volontà cosciente esercita sulla materia. E' general-
mente un metodo che qualcunohalutilizzato con un certo suc-
cesso, ha elevato a principio d'azione, ha insegnato ad altri, che
a loro volta hanno continuato a perfezionarlo, fino a diventare
una forma abbastanza fissa di questa o quella disciplina. Ma
tutta la base è l'effetto della volontà cosciente sul corpo. La
forma precisa del metodo non è di capitale importanza. Secondo
i paesi, secondo le epoche, ci si è serviti di un metodo o di un
altro, ma ciò che vi è dietro, sempre, è un potere mentale, cana-
lizzato per agire in modo metodico. Naturalmente, alcuni meto-
di cercano diutllizzare un potere superiore che, a sua volta, tra-
sferirebbe la sua capacità al potere mentale: se si infonde in un
metodo mentale un potere d'ordine superiore, questo metodo
mentale diventa più efficace e più potente, naturalmente. Ma in
fondo, tutte queste discipline dipendono soprattutto da colui che

7l
le pratica e dal modo in cui sono esercitate. E'possibile, persi-
no nei modi di fare ordinari più materiali, servirii di questà base
qel tutt9 esteriore per infondere ad essi poteri d,ordinJsuperiore.
E tutti i metodi, qualsiasi essi siano, dipendono quasi esólusiva-
mente da colui che li impiega, da quello che costui vi infonde.
Se si prende la questione nella sua forma più attuale ed este-
riore, come mai i movimenti, che quasi costantemente si com-
piono nella vita corrente o che si devono fare durante il lavoro
se è un lavoro materiale, non aiutano o aiutano ben poco, a svi-
luppare muscoli e a costruire un'armonia nel corpo, mentre que-
sti stessi movimenti, se si compiono coscientemente, volontaiia-
mente, con uno scopo ben preciso, improvvisamente vi aiutano
a formare i muscoli e a modellare un corpo? Ci sono mestieri, ad
esempio, per i quali le persone devono portare carichi assai
pesanti, come sacchi di cemento o come sacchi di frumento o
sacchi di carbone, e per i quali lo sforzo da sostenere è conside-
revole; esse lo fanno, in certa misura, con una facilità acquisita,
ma ciò non dà loro un'armonia del corpo, poiché non lo fanno
con l'idea di aumentare i muscoli, 1o fanno .così'. E qualcuno
che segue un metodo, che lo ha appreso o si è dato lui siesso un
metodo, che effettua quegli stessi movimenti con la volontà di
sviluppare questo muscolo e quell'altro, di produrre un,armonia
d'insieme nel suo corpo, costui ci riesce. Di conseguenza,nella
volontà cosciente c'à qualcosa che aiuta considerevolmente il
movimento stesso. Quelli che vogliono veramente praticare la
cultura fisica, come si concepisce ai nostri giorni, qualsiasi cosa
facciano, la fanno coscientemente. Scendono le scale cosciente-
mente, fanno i movimenti della vita ordinaria coscientemente,
mai meccanicamente. Per un occhio attento ci può essere una
piccola differcnza, ma la più grande differenza è la volontà che
ci mettono, la coscienza che ci mettono. Camminare per andare
da qualche parte o camminare per fare dell'eserciziò non è lo
stesso camminare. E'la volontà cosciente in tutte queste cose ad

72
essere importante, è essa che fa fare il progresso e che ottiene il
risultato. Pertanto quello che voglio dire è che il metodo che si
impiega, non ha in sé che un'importanza molto relativa; è la
volontà d'ottenere un certo effetto che è importante.
Lo yogi o I'aspirante yogi che fa delle asanas per ottenere un
risultato spirituale, o semplicemente la padronanza del proprio
cotpo, ottiene questi risultati perché è questo lo scopo per cui le
fa, mentre conosco delle persone che fanno esattamente le stes-
se cose, ma per le ragioni più diverse, senza alcuna relazione
con lo sviluppo spirituale, le quali non hanno nernmeno ottenu-
to che tale pratica li tenesse in buona salute! Eppure esse fanno
esattamente la stessa cosa, alle volte la fanno molto meglio dello
yogi, ma questo non ha dato loro un equilibrio di salute... per-
ché non ci hanno pensato, perché non lo hanno fatto con que-
st'intento. Io stessa I'ho chiesto a loro, ho detto loro: "Ma come
può essere che siete malati dopo tutto quello che avete fatto?"
'oOh!, ma non ci ho mai pensato, non è per quello che lo faccio."
Questo conferma che è la volontà cosciente che agisce sulla
materia, non il fatto materiale.
Non c'è che da provare, capirete molto bene quello che
voglio dire. Ad esempio, tutti i gesti che fate per vestirvi, per
lavarvi, per riordinare la vostra staîza, per... non importa cosa,
fateli coscientemente, con la volontà che sia quel muscolo a
lavorare o quell'altro. Vedrete, otterrete dei risultati assoluta-
mente stupefacenti.
Salire, scendere le scale, non potete immaginare come possa
essere utile dal punto di vista della cultura fisica, se sapete ser-
virvene. Invece di salire perché dovete salire o scendere perché
dovete scendere, come un qualsiasi individuo, salite con la
coscienza del lavoro di tutti i muscoli e di farli lavorare arno-
niosamente. Vedrete. Provate un po', vedrete! Questo significa
che voi potete utllizzare tutti i gesti della vostra vita per uno svi-
luppo armonioso del vostro corpo.

'73
Vi chinate a raccogliere qualcosa, vi drizzate per trovare
qualcos'altro in cima ad un armadio, aprite una porta, la chiude_
te, avete un ostacolo da aggirate,... sono centinaia le cose che
fate continuamente e che potete .otilizzare per ra vostra cultura
fisica e che vi dimostreranno che è la cosciènza da voi applica-
ta a produrre gli effetti, cento volte di più del fatto, giustó mate_
riale, di farle. Allora, scegliete il metodo che vi piac"e di più, ma
potete vita quotidiana alló stesso modo...
'tilizzarefrÍtalavostra
Pensate costantemente all'armonia del co{po, alla bellezza
dei movimenti, non fate mai quello che è maldàstro o sgraziato.
Voi potete ottenere un ritmo di movimenti e di gesti éel tutto
eccezionale.
La Madre

74
Capitolo 6

LA FEDE

75
FEDE E GUARIGIONE

Non è la medicina che guarisce quanto la fede del paziente


nel dottore e nella medicina. Entrambi sono grossolani sostituti
della naturale fede nel proprio auto-potere che loro stessi hanno
distrutto.
Sri Aurobindo

Queste autosuggestioni - si trattain realtà di fede in una forma


mentale - agiscono tanto sul subliminale quanto sul subcoscien-
te. Nel subliminale mettono in azione i poteri dell'essere interio-
re, il suo potere occulto di rendere efficace 1'azione del pensiero,
della volontà o della semplice forza cosciente sul corpo; nel sub-
cosciente mettono a tacere o neulralizzano le suggestioni di morte
e di rnalattia (espresse o inespresse) che ostacolano il ritorno della
salute. Aiutano anche a combattere le stesse cose (suggestioni
avverse) nella mente, nel vitale e nella coscienza corporea.
Quando riescono a fare tutte queste cose, o almeno in gran parte,
i risultati possono allora essere ragguardevoli.
SriALrrobindo

Ridiamo del selvaggio perché ha /èdc nallo .strcgone guuri-


tore, ma in che misura I'uomo civilizzulct, c'on la sua fede nei
medici, è meno super,stizioso'l Il seh,ctggio t'ctnstcttcr che ripeten-
do ttn c'erto incantesimo, spesso guari,sc'c cla unu certa malattia:
ha./iducia. Il malato civilizzalo t'onslutu che somministrando,si
un rimedio secondo certe ricalte, spas,to guttrisce tla una certa
malattia: haJiducia. Dov'è lu tli/fèrattzu'l
Sri Aurobindo'. Pensierí e Aforismi

16
Per concludere, potremmo dire che è la fede del malato a
dare ai rimedi il potere di guarire.
Se gli uomini avessero una fede assoluta nel potere curativo
della Grazia, forse eviterebbero molte malattie.
La Madre

Madre, è possibile con uno siòrzo dello mente riuscire a far


sì che il corpo ac:cetti (ad esempio la decisione di non assltmere
medicine quando si è malati)?

... Non e sufficiente. Una risoluzione mentale non è suffi-


ciente, no. Ci sono nel vostro corpo delle reaztont' sottili che non
ubbidiscono alla risoluzione mentale, essa non è sufficiente. Ci
vuole qualcos'altro.
Bisogna toccare altrc regioni. Occone un potere superiore a
quello mentale. [...]
No, non è sul terreno mentale che si ottengono le vittorie. E'
impossibile. E'aperto a tutte le influenze, a flttte le correnti con-
traddittorie. Tutte le costruzioni mentali che si fanno poftano
insita la loro contraddizione. Si puo tentare di assoggettarla o di
renderla per quanto possibile inoffensiva, ma essa esiste, è 1à; al
minimo cedimento o mancanza di vigilanza o inavveftenza,
quella entra e distrugge tutto il lavoro. Mentalmente, si ottengo-
no risultati molto scarsi e sempre confusi. Occorre altro. Serve
passare dal mentale al dominio della fede, o di una coscienza
superiore, per potere agire con sicurezza.
E'del tutto evidente che uno deimezzi più potenti sul corpo,
e la fede. Le persone che hanno un cuore semplice, che non
hanno un pensiero molto complicato - persone semplici, voglio
dire, - che non hanno uno sviluppo mentale molto grande, ma
che hanno una fede molto intensa, hanno molto effetto sul loro

11
co1po, r_îolto. Ecco perché, alle volte, ci si sorprende: .,Ecco un
uomo che ha una grande realizzazione, che è un essere eccezio_
nale, che è schiavo di piccolissime cose fisiche, mentre quell,al_
tro, mio Dio, che è un uomo assolutamente semplice, ché ha I'a_
spetto rozzo' ma che ha una gran fede, che passa attraverso le
difficoltà e gli ostacoli come un conquistatorè!,,
Non dico che un uomo di cultura superiore non possa avere la
f.9.,.*u è più diffrcile, perché c,è sempre quell'eiemento men_
tale che contraddice, che discute, che cerca d-i capire, che è diffi_
cile da convincere, che r,uole delle prove. La sua fede è meno
pura. Allora è necessario salire a un grado superiore nella
spirale
dell'evoluzione, passare dal mentaÉ allo spirituale, alloia là,
naturalmente, la fede acquista una qualità d'ordine infrnitamente
superiore. Ma voglio dire che nella vita d'ogni giomo, nella vita
ordinaria, un uomò molto semplice, che ha una féde morto arden-
te, può avere una padronanza del proprio corpo (senza che sia
veramente una 'padronanza', si tratta semplicemente di un movi_
T"l1o spontaneo), un controllo del proprio corpo molto più gran_
de di qualcuno che è arrivato ad unb srriluppo molto superiJre.
La Madre

FEDE INTEGRALB

Può Iafede, da sola, tutto creare e tutto conquistare?

Sì, ma deve essere una fede integrale e assoluta. Deve essere


una fede vera, non soltanto la forza di un pensiero o di una

78
volontà mentale, ma qualche cosa di molto più profondo. La
volontà che emana dalla mente fa sorgere delle reazioni opposte
e crea una resistenza. Senz'altro avete sentito parlare del metodo
di Coué per guarire le malattie. Lui sapeva qualche cosa circa
questo potere e, utilizzandolo, ha ottenuto notevoli risultati; ma
chiamava questo potere 'immaginazione' e il suo metodo dava
una forma troppo mentale alla fede che utilizzava. La fede men-
tale non basta; deve essere completata e rinforzata dalla fede
vitale e anche fisica, una fede del corpo. Se riuscite a creare in
voi stessi una tale forza integrale, allora niente può resisterle; ma
dovete infondere questa fede persino nelle cellule del corpo.
La Madre

FEDE E FIDUCIA

Alcune persone credevano che una moneta col foro... Era


all'epoca in cui le monete non avevano il foro... Ora invece ce ne
sono, in alcuni paesi ce ne sono; ma una volta no, e capitava qual-
che volta di trovarne una col foro. E c'era appunto quella super-
stizione: quando si trovava una moneta col foro, portava fortuna.
Portava fortuna e dava un esito felice a ciò che si voleva fare.
Vi era dunque un impiegato che lavorava in un uf,ficio; con-
duceva una vita abbastanza misera e non riusciva molto bene nel
lavoro; un giomo trovò una moneta col foro. La mise in tasca,
dicendosi: "Ora riuscirò!"
Era pieno di speranza, di cpraggio, di energia, perché sape-
va: "Ora che ho quella moneta, sono certo di riuscire!" E, infat-

79
ti, riusciva, riusciva sempre meglio. Cominciò a guadagnare
sempre più soldi, a ottenere una posizione sempre più elevata, e
la gente diceva: "Che uomo fantastico! Come lavora bene!
Com'è bravo nel trovare soluzioni a ogni problema!" Era dun-
que diventato un uomo importante, e ogni mattina, quando infi-
lava la giacca, toccava la tasca, così, per essere certo che la
moneta ci fosse... Toccava, sentiva che la moneta c'era, e aveva
fiducia. E poi, un giomo - anni dopo - gli venne una specie di
curiosità, e disse: "Voglio vedere la mia moneta!" Stava pran-
zando con la moglie quando disse: "Voglio vedere la moneta!"
Sua moglie gli chiese: "Perché vuoi vederla? Non è necessario."
- "Sì, sì, lascia che la guardi." Tirò fuori una specie di borsina
nella quale aveva messo a suo tempo la moneta, e vi trovo den-
tro sì una moneta, ma senza foro!
"Ah! Non è la mia moneta! Che cos'è successo? Chi ha
scambiato la moneta?" Allora la moglie confessò: "Un giorno la
íta giacca era impolverata... L'ho scossa fuori dalla finestra, e la
moneta è caduta. Avevo dimenticato che era nella tasca. Sono
corsa giù, ma non I'ho più trovata. Qualcuno I'aveva raccolta.
Ho pensato che saresti stato molto infelice e I'ho quindi sosti-
tuita con un'altra (risate)." Ma lui credeva fiduciosamente che
la moneta fosse lì, e questo bastava.
E'la fede, è la fiducia che fa sì... Una moneta con un foro non
vi dà assolutamente niente. Potete sempre provare. Ma se avete
fiducia, vi dà... Quando si ha fiducia...
La Madre

80
FEDE E CERTE,ZZA

Una fede dinamica e una grande fiducia non sono la stessa


cosa?

Non necessariamente. Bisognerebbe sapere qual è la qualità


della fede e la qualità della fiducia. Perché, ad esempio, se si
vive normalmente, in condizioni del tutto normali - senza idee
stravaganti e un'educazione deprimente, - durante tutta la gio-
ventu e in genere fino alla trentina si ha una fiducia assoluta
nella vita. Se, ad esempio, non siete circondati da persone che,
appena avete un raffreddore, fanno tragedie, vi portano dal dot-
tore e vi danno delle medicine, se vivete in un ambiente norma-
le e vi capita qualcosa - un incidente o un piccolo malanno - c'è
nel corpo unacertezza, una fiducia assoluta che tutto andrà bene,
qualunque cosa vi capiti: 'Non è niente, passerà. Certamente pas-
serà. Domani starò benissimo, oppure fra qualche giorno.
Guarirò certamente." Questa è la condizione normale del corpo.
Una fiducia assoluta di avere tutta la vita davanti a sé e che tutto
andrà bene. Ciò aiuta enorrnemente. Con una tale fiducia, nove
volte su dieci si guarisce con estrema rapidità: "Non è niente,
che cosa volete che sia? E'un inconveniente passeggero, non è
niente." Alcuni conservano questa fiducia per moltissimo tempo
- la fiducia che non può accadere loro niente. La loro vita è là,
davanti a loro, nella sua totalità, e non può succedere niente. E
anche se succederà loro qualcosa, non avrà alcuna importanza:
tutto andrà bene per forza, essi hanno tutta la vita davanti.
Naturalmente, se vivete invece in un ambiente pieno di pensieri
morbosi e vi raccontano continuamente cose disastrose e cata-
strofiche, possono venire anche a voi dei pensieri morbosi. E se
avete tali pensieri, essi influiscono sul vostro corpo. Altrimenti,
il corpo qual è può rimanere fiducioso fino a quaranta, cinquan-

8l
ta anni (dipende dalle persone: quelle che sanno vivere una vita
equilibrata e normale). Il corpo ha molta fiducia nella vita.
Soltanto se ci si mette in testa ogni sorta di fantasie, come ho
detto, morbose e malsane, tutto cambia. Ho visto esempi di
bambini a cui capitavano quei piccoli incidenti che, appunto,
capitano quando si corre e ci si diverte: non ci pensavano nep-
pure, la cosa passava subito. Ne ho visti altri ai quali la famiglia
aveva insegnato, appena erano in grado di capire, che tutto è
pericoloso, che ci sono germi dappertutto, che bisogna fare
molta aftenzione, che la minima ferita può diventare disastrosa,
che bisogna stare molto attenti che non succeda niente di
grave... E venivano subito medicati, disinfettati, ed essi si chie-
devano: 'oChe cosa mi succederà? Forse mi verrà il tetano, la set-
ticemia..." Naturalmente, in casi come questi si perde fiducia
nella vita, il corpo ne risente molto e perde tre quarti della sua
resistenza. Ma normalmente, in modo del tutto naturale, il corpo
sa che dev'essere in buona salute, sa che ha il potere di reagire.
Quando gli accade qualcosa, esso dice a quel qualcosa: 'Non è
niente, passerà, non occupartene, è passato." E tutto passa.
Questa è la fiducia assoluta.
Ora, tu dici'îna fede dinamica." Una fede dinamica è un'al-
tra cosa. Se avete la fede nella grazia divina, la fede che la gra-
zia divina veglia su di voi e che, qualunque cosa accada, essa è
lì a vegliare su di voi, questa fede dura per sempre, per tutta la
vita; con questa potete attraversare ogni pericolo, affrontare ogni
diffrcoltà, tranquilli, perché avete la fede e la grazia divina è con
voi. E' wa forza infinitamente più potente, più cosciente, più
duratura, che non dipende dalle condizioni della vostra struttura
fisica, che dipende esclusivamente dalla grazia divina stessa, e
di conseguenza che si sostiene sulla Verità e che nulla può scuo-
tere. E'molto, molto diverso.
La Madre

82
Quali sono le condizioni perché awenga la discesa dellafede?

La condizione più importante è una fiducia quasi infantile, la


fiducia candida di un bambino che è certo che verrà, che non si
pone nenìmeno la domanda; quando ha bisogno di qualche cosa,
è sicuro che verrà. Ebbene, è questa specie di fiducia la condi-
zione più importante.
Aspirare è indispensabile. Ma alcune persone aspirano con
un tale conflitto dentro di sé tra fede e mancanza di fede, tra
fiducia e sfiducia, tra un ottimismo che è certo della vittoria e un
pessimismo che si chiede quando si verificherà la catastrofe...
Quindi, se avete queste cose nell'essere, potete sì aspirare, ma
non ottenete niente. E dite: "Ho aspirato, ma non ho avuto nien-
te." E'perché andate avanti a distruggere la vostra aspirazione
con la mancanza di fiducia. Ma se avete veramente fiducia... I
bambini, quando sono lasciati a se stessi e non sono deformati
dagli adulti, hanno così tanta fiducia che tutto andrà bene! Ad
esempio, quando succede loro un piccolo incidente, non pensa-
no mai che sia qualcosa di grave: sono spontaneamente convin-
ti che passerà presto, e questo aiuta con una tale potenza perché
passi presto!
Quando si aspira allaForza, quando si chiede aiuto al Divino,
se lo si fa con la certezza incrollabile che esso verrà, che è impos-
sibile che non venga, allora certamente verrà. E'questa specie...
sì, questa fiducia è veramente un'apertura interiore. E alcuni
sono in un simile stato in modo costante. Quando c'è qualcosa da
ricevere, sono sempre pronti a riceverlo. Altri, quando c'è qual-
cosa da ricevere, quando c'è una forza che scende, sono sempre
assenti, sono sempre, in quel momento, chiusi. Mentre coloro
che hanno questa fiducia da bambino, sono sempre pronti al
momento giusto.
E la cosa strana è che, esteriormente, non c'è alcuna diffe-
îenza. Possono avere esattamente la stessa buona volontà, la

83
stessa aspirazione, 1o stesso desiderio di fare bene; ma coloro
che hanno quella fiducia sorridente dentro di sé, che non si pon-
gono domande, che non si chiedono se riceveranno l'aiuto o no,
se il Divino risponderà o no... per loro la domanda non si pone,
è una cosa owia: "Ciò di cui ho bisogno mi verrà dato; se fac-
cio una preghiera, certamente verrà esaudita, se mi troverò in
difficoltà e chiederò di essere aiutato, I'aiuto verrà, - e non solo
verrà, ma sistemerà tutto." Se la fiducia c'è, spontanea, candida,
che non discute, essa agisce meglio di qualsìasi altra-cosa, e i
risultati sono meravigliosi. Sono le contraddizioni e i dubbi della
mente a rovinare tutto, con quella specie di pensiero che viene
quando si hanno delle diffrcoltà: "Oh, è impossibile! Non riusci-
rò a superarle! E se le cose si dovessero aggravare? Se questa
condizione nella quale mi trovo, e che non voglio, dovesse peg-
giorare? Se dovessi continuare a precipitare? Se, se, se..." In
questo modo si costruisce un muro tra sé e laForza che si vuole
ricevere. L'essere psichico ha una simile fiducia, ce I'ha in un
modo meraviglioso, senza un'ombra, senza una domanda, seîza
una contraddizione. E allora, quando è così, non c'è preghiera
che non riceva una risposta, non c'è aspirazione che non otten-
ga un risultato.
La Madre

COME ACCRESCERE LA FEDE

Dolce Madre, si può aumentare la.fede con uno sforzo


personale?

84
La fede è senz'altro un dono che ci fala Grazia divina. E'
come una porta che improvvisamente si apre su una verità eter-
na, attraverso la quale possiamo vederla, quasi toccarla.
Come per ogni cosa nell'ascesa umana, c'è la necessità
(soprattutto agli inizl) di uno sforzo personale. In certe circo-
stanze eccezionali e per delle ragioni che scappano totalmente
alla nostra intelligenza, può darsi che la fede arrivi accidental-
mente, in modo del tutto inatteso, quasi senza essere mai stata
sollecitata; ma, nei casi più frequenti, è sempre una risposta a un
desiderio, a un bisogno, a un'aspirazione, qualcosa nell'essere
che cerca e che vuole, anche se questo non è fatto in modo molto
cosciente e sistematico. Ma in ogni caso, quando la fede è stata
concessa, quando si è al.uta quest'illuminazione improwisa e
interiore, per conservarlain modo costante nella coscienza atti-
va, lo sforzo personale è assolutamente indispensabile. Bisogna
TENERE alla propria fede, VOLERE la propria fede; bisogna
ricercarla, coltivarla, proteggerla.
Vi è nel mentale umano un'abitudine morbosa e deplorevole
al dubbio, alla discussione, allo scetticismo. E' là che lo sforzo
umano deve essere esercitato: nel rifiuto di ammettere quelle abi-
tudini, nel rifiuto di ascoltarle, e ancor più nel rifiuto di seguirle.
Non c'è gioco più pericoloso che giocare mentalmente con il
dubbio e 1o scetticismo. Non sono soltanto dei nemici, sono delle
trappole terribili, una volta che si è caduti in esse, si ha una dif-
ficoltà formidabile a tirarsene fuori.
Ci sono persone che pensano che giocare con le idee, discu-
terle, smentire la propria fede sia di grand'eleganza mentale, che
dia un atteggiamento molto superiore, che ponga al di sopra
delle 'superstizioni' e delle 'ignoranze', ma è proprio prestando
ascolto ai suggerimenti del dubbio e dello scetticismo che si
cade nell'ignoranzapiùrozza e ci si allontana dal giusto cam-
mino. Si entra nella confusione, nell'errore, in un meandro di
contraddizioni... Non sempre si è sicuri di poterne uscire. Ci si

85
allontana talmente dalla verità interiore che la si perde di vista,
e alle volte si arriva persino a perdere ogni posiibile contatto
con la propria anima.
Certamente, serye uno sforzo personale per conservare la pro_
pria fede, per farla crescere in noi. più tardi, molto più tardi, si
può giorno, guardando indietro, vedere che tutto quello che è
9n
accaduto, persino le cose che ci sembravano peggiori, erano una
grazia divina per farci avanzare sul cammino, e àtìora ci si accor-
ge che anche lo sforzo personale era una grazia. Ma prima di arri_
vare a quel punto, bisogna camminare molto, lottare molto, qual_
che volta persino soffrire molto.
Abbandonarsi ad un'inerzia passiva e dire: ,.Se devo avere la
fede, l'avrò, il Divino me ne farà dono," è un atteggiamento di
pigrizia, d'incoscienza, quasi di cattiva volontà.
Perché la fiamma interiore bruci, occorre alimentarla, occor_
re sorvegliare il fuoco, occorre gettarvi il combustibile di tutti
gli errori di cui vogliamo liberarci, di tutto cio che ritarda la mar-
cia, di tutto quello che oscura il cammino. Se non si alimenta il
fuoco, esso cova sotto le ceneri della vostra incoscienza e della
vostra inerzia, e allora non saranno più degli anni, saranno delle
vite, dei secoli, che passeranno prima chè arriviate alla meta.
Si deve vegliare sulla propria fede, come si veglia la culla di
una cosa INFINITAMENTE preziosa, che va protetta con ogni
cura da tutto cio che la può alterare.
Nell'ignorarrza e oscurità degli inizi, la fede è l,espressione
più diretta del Potere divino che viene per lottare e conquistare.
La Madre

86
Capitolo 7

IL GIUSTO
ATTEGGIAMENTO

8l
Se in presenza di circostanze che sono sul punto di accadere
potete prendere l'attitudine più alta possibile, cioè se metterete
la vostra coscienza in contatto con Ia più alta coscienza che
avete a vostra portata, potete essere assolutamcnte ccrti che, in
questo caso, ciò che vi accadrà sarà quello che poteva accadere
di meglio. Ma non appena decadete da quella coscienza e discen-
dete in uno stato inferiore, allora evidentemente cio che vi acca-
de non è il meglio che vi poteva accadere, per la scrnplicc ragio-
ne che non siete nel vostro stato di coscicnza migliorc... Arriverei
persino ad affermare che, nella zona d'influcnza inrnediata di
ciascuno, l'attitudine giusta non ha soltanto il poterc di volgerc
tutte le circostanze a proprio vantaggio, ma può addirittura cam-
biare le circostanze stesse. Per escmpio, se url individuo viene
per uccidervi e voi restate nella coscienza ordinaria, se vi spa-
ventate e perdete la testa, riuscirà molto probabilmer-rte ad ese-
guire il suo progetto. Se invece vi sollevate urr pochino più in alto
e malgrado la vostra paura invocate I'aiuto divino, può accadere
che quell'uomo vi manchi o vi ferisca solo leggcrmente. Ma se
avrete la giusta attitudine e la piena coscicnza dclla presenza
divina ovunque attorno a voi, egli non potrà nelrmeno alzare il
mignolo contro di voi...
E non dimenticate che solamentc se voi restate sulla via dirit-
ta dello yoga sarà così, e non se deviale c pcrdcte il vostro cam-
mino, se vagate capricciosamcnte o corrfìsarlcnte come in una
foresta vergine.
Se ciascuno di voi facesse tutto il possibile, allora si avrebbe
una vera collaborazione e il risultato sarcbbe molto più rapido.
Ho avuto innumerevoli escmpi dcl potere del giusto atteggia-
mento. Ho visto masse di personc sollcvate dalla catastrofe da
una sola pcrsona che mantcneva il giusto atteggiamento. Ma
questo giusto atteggiamento non clcve rimanere da qualche parle
molto in alto mentre il resto del corpo è abbandonato allè sue
reazioni abituali. Se rcstate così r-rellc altezzc dicndo: ,.Che ia

88
volontà di Dio sia fatta," rischiate di farvi ammazzare comun-
que, perché tutto il vostro colpo tutto tremante di paura forse
non è affatto divino. Si deve poter mantenere la vera coscienza
fino nel corpo stesso e non avere la minima paura, di deve esse-
re colmi della pacc divina. Allora, veramente, non c'è alcun peri-
colo. Non solo potete parare gli attacchi degli uomini, ma potete
anche agire sulle bestie fino sugli elementi.
La Madre

LA SINCERITA'

Ci sono persone che mi dicono: "Non ho volontà." euesto


signifìca che non siete sinceri. Perché la sincerità è una forza
infinitamente più potente di tutte le volontà del mondo. Essa è
in grado di carnbiare qualunque cosa, ìn un batter d'occhio:
prendc [a non-volontà], la tiene, estirpa - poi è finito.
Ma a quel modo lDicendo "non ho volontà"] si chiudono gli
occhi, si cercano delle giustificazioni.
La Madre

La sincerità è la salvaguardia, è la protezione, è la guida e


finalmente è la forza trasformatrice.
La Madre

89
sarebbero morte; se sono soprawissute, è stato perché c'era in
loro una volontà molto fofte di sopravvivere e peiché il corpo ha
ubbidito a tale volontà.
La Madre

Il principio della sopporlazione fa leva sulla forza dello spi_


rito dentro di noi capace di sopporlare tutti i contatti, gli impat-
ti, le suggestioni di questa natura fenomenica chc ci a-ssedià da
futte le parti, senza essere dominato da essi e costretto a soppor-
tare le loro reazioni emozionali, sensorie, dinamiche, inteilet-
tuali. La mente esteriore nella più bassa natura non ha questa
forza. La sua forza è una forza limitata cli coscicnru òh" è
costretta a fare il meglio che può di tutto cio che la sovrasta o la
assedia dal vasto gorgo di coscienza e di energia che l,awolge
su questo piano dell'esistenza. Il fatto che possa star salda=e
affermare la sua esistenza individuale nell'univcrso, e dovuto in
realtà al vigore dello spirito in essa, Íìa essa non può esplicare
lintera gamma di tal potere o l'infinità di questa energia per far
fronte agli attacchi della vita; qualora lo potesse, ,u."úb" ,grru_
le al mondo e insieme il suo maestro. Main realtà dcve destieg_
giarsi come può. Incontra certi impatti e riesce ad assimilarli, id
adeguarsi ad essi o a dominarli in parte o cornplctamente pei un
certo tempo o sempre, e allora ha, in quella le reazioni
emozionali e dei sensi di gioia, di piacere, di''isura,
sodclisfazione, di
simpatia, d'amore, ecc., o le reazioni intellettuali e mentali d,ac_
cettazione, approvazione, c omprens i one, c o n o sc e nza, pre feren_
esse vengono afferrate dalla volontà con attrazione, desi_
7u, gd
derio, tentativo di prolungarle, ripeterle, crearle, possederle,
farne l'abitudine piacevole della suà vita. Altri impatìi incontra,
ma li trova troppo forti per sé o troppo dissirnili e discordanti o
troppo deboli per darle soddisfazione; queste sono cose che non

92
puo sopportare o poffe al suo proprio livello o assimilare, ed e
obbligata ad opporvisi con reazioni di affanni, pena, sconforto,
insoddisfazione, antipatia, disapprov azione, rigetto, incapacità
di comprendere o conoscere, rifiuto di ammetterle. Contro di
esse cerca di proteggersi, di sfuggirvi, di evitare o minimizzare
la loro riconenza; rispetto ad esse ha moti di timore, angoscia,
contrazione in se stessa, orrore, avversione, disgusto, vergogna,
e sarebbe lieta di potersene liberare, ma non lo puo perché è
legata ad esse e ne richiama le cause e quindi i risultati; perché
questi scontri sono parte della vita, commisti alle cose che desi-
deriamo, e la incapacità di far loro fronte è parte delf imperfe-
zione della nostra natura. Vi sono altri impatti che la mente nor-
male riesce a tenere abada o a neutralizzare e verso di essi ha
una naturale reazione di indifferenza, di insensibilità o tolleran-
za che non è positivo né accettare o goderne né respingere o sof-
frirne. Verso le cose, le persone, gli eventi, le idee, le operazio-
ni, verso tutto cio che si presenta alla mente ci sono sempre que-
sti tre modi di reazione. Tuttavia, a dispetto della loro generali-
tà, non c'è niente di assoluto in essi; essi formano uno schema
di una scala abituale che non è precisamente la medesima per tutti
e neanche per la medesima mente in tempi e condizioni differen-
ti. Il medesimo impatto può suscitare in essa ora reazioni piace-
voli o positive, ora awerse o negative, o indifferenti o neutrali.
L'anima che cerca la vera via del dominio può cominciare
dal contrapporre a queste reazioni l'energia di reazione e di
opposizione di una sopportazione forte ed equanime: invece di
cercare di proteggersi da esse o di sfuggire e allontanarne gli
spiacevoli scontri puo far loro fronte e imparare a soffrirli e sop-
portarli con perseveranzar forlezza, crescente equanimità o
austera e calma accettazione. Questo atteggiamento, questa
disciplina produce tre risultati, tre poteri dell'anima in relazione
alle cose. In primo luogo si finisce per accorgersi che quello che
prima era insopportabile diviene col tempo facile a sopportare. La

93
scala del potere di far fronte agli scontri sale di grado; ci vuol
sempre più forza o protratta incidenza da parte di essi per pro-
durre turbamenti, pena, affanno, avversione o qualunque altra
delle caratteristiche della rosa delle reazioni spiacevoli.
Secondariamente ci si accorge che la natura consapcvole si divi-
de in due parti, una costituita dalla natura mentale ed emotiva in
cui le reazioni abitudinarie continuano ad aver luogo, un'altra di
più alta volontà e ragione che osserva e non c turbata o influen-
zata dalla passione di questa più bassa natura, non I'accctta come
sua propria, non l'approva, sancisce o nc partccipa. Allora la più
bassa natura comincia a perdere la forza c il potcrc clclle sue rea-
zioni, a sottomettersi alle suggestioni de lla calma c della resi-
stenza della più alta ragione e del supcriorc volcrc, c gradual-
mente questa calma e potenza prende posscsso clcll'csscrc men-
tale ed emotivo, e di quello dei sensi, vitalc c lisico. Questo porta
alterzo potere e al potere e risultato, di libcrarsi, irr virtir di que-
sta soppofiazione e capacità di resistenza, di clucsta scparazione
e reiezione della più bassa nafura, dallc nornrali rcazioni, ed
anche, se lo vogliamo, di ricomporre e rifbrgiarc tutlc lc modali-
tà della nostra esperienza col vigore dello spirito. Qucsto rnetodo
si applica non soltanto alle reazioni spiaccvoli rna anche a quel-
le piacevoli. L'anima rifiuta di cedere loro o cli csscnlc trascina-
ta; soppofta con calma gli scontri che portano gioia c piaccre, si
rifiuta di venirne eccitata e sostifuisce la gioia c la conrocla ricer-
ca mentale delle cose piacevoli con la calma clclkr spirito. Puo
volgersi alla mente pensante in un atteggiantcrrto cli calura ricet-
tività della conoscenza e di limitazionc dclla conoscenza che
rifiuta di venir trascinata dal fascino dell'attrattiva o respinta dal
disgusto per pensieri inconsueti o spiaccvoli, c tcndc vcrso la
verità con uno spirito di distaccata osservaziorrc chc le pennette
di svilupparsi nel senso di una volontà e cli una ragione energi-
che, disinteressate, dominatrici. Così l'anima divicne gradual-
mente eguale a tutte le cose, maestra di se stcssa, adeguata a

94
incontrare il mondo con salda fronte, mente serena, e tranquilla
serenità di spirito.
Sri Aurobindo

IL BUONUMORE

Un altro segno notevole della conversione del vostro vitale è


che voi potete, grazie all'influenza di Agni, fare fronte alle dif-
ficoltà e agli ostacoli con un sorriso. Non c'è più bisogno coprir-
si di un sacco e di cenere, lamentandosi dei propri errori e sen-
tendosi completamente abbattuti perché non si è ancora comple-
tamente all' altezza. Caccerete semp I icemente questo senti men-
to di depressione con un sorriso. Mille errori non hanno più
alcuna importanzaper voi: con un sorriso riconoscete che vi siete
sbagliati e con un sorriso prendete la risoluzione di non ripetere
più la stessa sciocchezza in futuro. Ogni depressione, ogni malin-
conia è la creazione delle forze ostili che sono solo contente
quando possono gettare su di voi un umore oscuro. L umiltà è una
cosa, la depressione è tutt'altra cosa; l'una è un movirnento divi-
no e l'altra una forma molto grossolana di forze dell'oscurità. Di
conseguenza, fate fronte gioiosamente alle vostre noie, opponete
un buonumore invariabile agli ostacoli che si pongono sulla stra-
da della trasformazione. ll miglior modo di mettere il nemico in
fuga è quello di ridergli in faccia! Voi potete litigare e lottare
corpo a corpo per giorni e il nemico può dare prova di un vigo-
re intatto, ma burlatevi di lui una sola volta, e il gioco è fatto!
Egli fuggirà. Un ridere pieno di fiducia e di fede nel Divino è la

95
forza più fulminante che ci sia, essa sbriciola il fronte de I nemi-
co, devasta le sue linee e vi conduce in avanti trionfanti.
La Madre

LA COSC TENZA RISVEG T, I ATA

C'è un attimo di scelta, anche in un inciclcntc. I)cr cscnrpio, si


scivola e si cade. Fra il momento csatto in cui si scivoLa e il
momento in cui si cade c'è una frazionc cli sccorrclo. In cluell,atti-
mo si può scegliere: può non essere nulla, o 1-rur) csscrc grave. Ma,
naturalmente, occorre avere la coscicnza rlolto svcglia cd essere
costantemente in rapporto con il proprio csst:rc psiclrico: non si ha
il tempo di mettersi in rapporto, occorrc csscrc in rapporto. Fra il
momento in cui si scivola e il momcnto in cLri si c a tcrra. sc la for-
mazione mentale e psichica è sufTìcicntc, lron ò nrrlla, non accaclrà
nulla - non accade nulla. Mentrc se in rprcl nrorr-rcrrto la rnente,
secondo la sua abitudine, è pessimista c rlicc: "Ahi, sono scivola-
to!"... E'una frazione di secondo, non una cosa chc duri un minu-
to, solo una frazione di secondo; durantc cprclla fì-azione di secon-
do si puo scegliere. Ma bisogna esscrc taltncntc svegli in ogni
momento della vita! Per una fiazionc cli sccondo si può scegliere,
si puo impedire che I'incidente sia gravc, o alla uralattia clièntra-
re in noi. Si puo sempre scegliere. Ma c urrir fiazionc di secondo
e non bisogna perderla. Sc la si perdc c lrnita.

Si può /àrlo dopo? (risate)

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No. Dopo c'è un altro momento... Si è caduti, ci si è già fatti
male; ma c'è ancora un momento in cui si puo decidere che le
cose andranno bene oppure male, che si tratta di qualcosa di pas-
seggero i cui cattivi effetti spariranno rapidamente, o di qualco-
sa che diventerà estremamente serio e grave. Non so se avete
notato che ci sono persone che non perdono mai l,occasione di
avere un incidente. Ogni volta che c'è la possibilità di un inci-
dente, esse la colgono. E non è mai un incidcnte banale. Ogni
volta che l'incidente può essere grave, per loro è grave. Di soli-
to nella vita si dice: "E'uno sfoftunato, uno scalognato, davve-
ro non ha fortuna!" Ma tutto ciò è ignoranza. Dipende unica-
mente dal funzionamento della propria coscienza. potrei fàrvi
degli esempi (soltanto che dovrei fare dei nomi, e non voglio),
potrei darvi degli esempì 'sorprendenti'! Sono cose che si vedo-
no continuamente qui! Certe persone potrebbero, in certe circo-
stanze, rimanere uccise e invece ne escono indenni; altre, per le
quali la cosa non era grave, diventa invece grave.
Ma questo non dipende dal pensiero, dal funzionamento del
pensiero ordinario. Apparentemente quelle persone possono
avere dei pensieri buoni quanto quelli degli altri - non si tratta di
questo. Si tratta dcll'attimo della scelta. Si tratta di saper reagire
nel modo giusto e nel momento giusto. Potrei farvi centinaia di
esempi. E' molto interessante.
Dipende essenzialmente dai caratteri. Certuni hanno una
coscienza talmente sveglia e attenta che non dormono mai, sono
svegli dentro: chiedono aiuto proprio nell'attimo in cui ò neces-
sario. Oppure invocano la Forza divina proprio nell'attimo in
cui e necessario. ll pericolo è allora scongiurato, non succede
niente. Avrebbero potuto amrnazzarsi: ne escono assolutamente
indenni. Altri, al contrario, appena si fanno il minimo graffio,
qualcosa si sconnette nel loro essere; una sorta di terrore, o di
pessimismo, o di disfattismo si produce automaticamente nella
loro coscienza: non è niente, si sono solo storti il piede, ma l,at-

97
timo dopo se lo rompono. Senza alcuna ragione. Avrebbero potu-
to benissimo non rompersi il piede.
Altri si arrampicano a un prirno piano su una scala, c qucsta
crolla sotto di loro. Potrebbero sfiacellarsi pcr tcrra, invcce se la
cavano senza fàrsi rninimamente male. Cornc fanno'l
Apparentemente sembra straordinaricl, eppurc c così: si ritro-
vano per terra in perfetto stato, non si sono fatti nicntc. Potrei
farvi dei nomi, vi racconto dei fatti veri.
Allclra, da che cosa dipende'/ Dipendc sc si c abbastanza sve-
gli affinche nell'attimo della scelta... Notatc clrc norr c affhtto
mentale, no: è un atteggiamento dell'esscr-c. ò lir coscienza che
reagisce nel modo giusto. Il potcre cii talc attcggianrento è
straordinario, e può portare a dei risultali incrcilibili. Ma poiche
è una frazione di secondo, ciò implica ut.xt cose icrtzit cstretna-
mente sveglia, che non si addonnenti rnai, chc non cntri uai rtel-
I'incoscienza. Perché non si sa quando succcclcnì, vcro'/ Non si
ha quindi il tempo di svegliarsi. Bisogna csscrc svcgli.
Ho conosciuto qualcuno che, appunto, avrcbbc clovuto morire
ffra non e moúo grazie a cio, perché la sua coscictrzit ha reagito
velocemente. Si era avvelenato pcr errorc: invccc cli prcnclcre una
dose di rnedicina ne aveva prese dodici, ccl cnt uu vclcno; avreb-
be dovuto r.norire, il cuore tèrmarsi, it.tvccc sotto l'xtssuti tlnti arrni
ed è ancora vivo e vegeto. Aveva reagito ncl tnotlo siusto.
La Madre

IL RICORDARSI . MANTRA DA DIìNTRO

A volte acc'ctde, quando gioc:hiumo, tli nort rit'ordqrci del


Divirto, poi di c'olpo ci ricorcliamo a ubltiurrro I'inpre,ssiotte che

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qualco,sa si spezzi, e non giochiumo più bene. Perchél

Perché tutto viene disturbato. Ecco il problema! Credete forse


che quando giocate senza ricordarvi del Divino, giochiate bene?
No, non è del tutto così. E' perché fate qualcosa con una certa
concenlrazit-lne - lavoro o gioco - sicte conccntrali. rna non avete
preso I'abitudine di unire il ricordo del Divino alla concentrazio-
ne (cio non e difîcile, nra insornrna, non avete preso 1'abitudine)
e poi, tutt'a un tratto, il ricordo viene, allora possono accadere
due cose: o la concentrazione è disturbala perché avete un movi-
mento brusco per affèrrare il nuovo atteggiantento che entra nella
coscienza, oppure avete una specie di rimorso. un rimpianto,
un'inquietudine: "Oh, non rni son ricordato," e basta questo a
disturbare tutto cio che fate. Perché cambiate totaln-rente condi-
zione. Non e il fàtto di ricordarvi chc fa sì che non giochiate più
così bene, è il fatto di aver disturbato la conccntrazionc. Sc pote-
ste ricordare senza disturbare la concentrazione (il che non e dif-
ficile), non solo giochercste bene, ma giochcreste meglio.
Potete prendere pure un altro atteggiamento. Quando giocate
e di colpo vi accorgcte che c'è qualcosa che sfugge - cornmette-
te degli sbagli, sietc disattcnti, qualche volta ci sono dclle cor-
renti contrarie che vengono a disturbare ciò che fate - se prende-
te l'abitudine, automaticamente, di lanciare in quel rnomento un
appello, con un mantre, di ripetcre una parola, I'eflètto è straor-
dinario. Sceglicte il vostro mantra o, meglio, un giorno esso
viene spontaneamente in un molnento difficile. Quando le cose
sono molto complicate, quando avete una sorta di angoscia,
d'inquietudine, e non sapete che cosa accadrà, all'improvviso
sorge in voi quella parola. E,ssa può essere diversa per ognuno.
Ma se prendete nota di essa e ogni volta che siete di fionte a una
difficoltà la ripetete, I'effetto è irresistibile. Per esempio, se sen-
tite che statc per ammalarvi, se sentite di far male ciò che fate,
se scntite che qualcosa di nTale sta per attaccarvi, allora... Ma

99
bisogna che sia una spontaneità dell'essere, che la cosa sorga in
voi senza che abbiate bisogno di pensare; scegliete il vostro
mantra perché è un'espressione spontanea della vostra aspira-
zione; può essere una parola, due o tre parole, una frase, dipende
da ognuno, ma dev'essere un suono che susciti in voi una certa
condizione. Allora, quando l'avete raggiunta, vi garantisco che
potete affrontare tutto senza difficoltà. Anche di fronte a un peri-
colo vero, reale, per esempio se siete attaccati da qualcuno che
r.uole uccidervi, se voi senza agitarui, senza turbarvi, ripetete
tranquillamente il vostro mantra, nessuno potrà farvi nulla.
Naturalmente, dovete essere molto padroni di voi stessi, non che
una parte dell'essere sia lì a tremare come una foglia; no, dove-
te farlo con tutto voi stessi, sinceramente, allora la cosa è onni-
potente. La cosa migliore è che la parola vi venga spontanea-
mente: voi chiamate in un momento di grande difficoltà (menta-
le, vitale, fisica, emotiva, di qualsiasi genere) e di colpo cio
sorge in voi, due o tre parole, come parole magiche. Dovete
ricordarvene e prendere I'abitudine di ripeterlc al momento in cui
arrivano le difhcoltà. Se prenderete I'abitudinc, un giomo vi ver-
ranno spontanee: quando arriverà la difficoltà, nello stesso tempo
verrà il mantra. Allora vedrete che i risultati saranno meravi-
gliosi. Ma non bisogna che la cosa sia aftifìciosa o che voi deci-
diate arbitrariamente: "Mi servirò di quelle parole," o che qual-
cun altro vi dica: "Oh, sapete, quel dato montr(r. ò ottimo" - forse
è ottimo per lui, ma non per tutti.
La Madre

LA PERCEZIONE DELLA LEGGE INTERIORE

La legge interiore, la verità dell'essere, è la presenza divina

100
in ogni essere umano, ciò che dovrebbe essere maestro e guida
della nostra vita.
Quando si prende i'abitudine di ascoltare questa legge inte-
riore, di obbedirle, di seguirla, di sforzarsi sempre più di lasciar-
la guidare lavita, si crea intorno a sé un'atmosfera di verità, di
pace, di armonia, che agisce naturalmente sulle circostanze e,
per così dire, forma I'atmosfera nella quale si vive. euando si è
creature di giustizia, di verità, di armonia, di compassione, di
comprensione, di perfetta buona volontà, più questo atteggia-
mento interiore è sincero e totale, più agisce sulle circostanze
esteriori - non che esso diminuisca necessariamente le difficoltà
della vita, ma dà a quelle difficoltà un nuovo significato, e que-
sto permette di affrontarle con una forza e una saggezza nuove.
Mentre l'uomo, l'essere umano che segue i propri impulsi, che
obbedisce ai propri desideri, che si fa pochi scrupoli, capace di
vivere con completo cinismo, senza preoccuparsi dell'influenza
che la propria vita può avere sugli altri e delle conseguenze più o
meno nefaste dei propri atti, costui si crea un'atmosfera di brut-
tezza, di egoismo, di conflitto, di cattiva volontà, che necessaria-
mente agisce sempre più sulla sua coscienza e rende la sua esi-
stenza così difficile che essa diviene infine un tomento continuo.
Owiamente, questo non significa che quell'uomo non riusci-
rà in ciò che intraprende, o che non potrà ottenere quello che
desidera: questi vantaggi esteriori scompaiono soltanto quando
c'è in fondo all'essere una scintilla di sincerità che persiste e che
lo rende degno della sfortuna.
Se vedete che un uomo cattivo viene afflitto da disgrazie e
miserie, bisogna immediatamente rispettarlo. Questo vuol dire
che la fiamma di sincerità interiore non è del tutto spenta e che
qualcosa reagisce ancora alle sue cattive azioni.
La Madre

101
Capitolo 8

YOGA- SHAKTI

102
Esiste luna fotza che accompagna la crescita della nuova
coscienza e che a un tempo cresce con essa e l'aiuta a emergcrc
e a divenire sempre più perfetta. Questa forza è la yoga-shakti,
Quaggiù, è arrotolata e addormentata in tutti i centri (chakra) del
nostro essere interiore e, alla base della spina dorsale, forma
quella che nei Thntra viene chiamata la kundalini shakti. Ma è
anche al di sopra di noi, sopra la nostra testa, quale Forza divi-
na: lì non è arrotolata, involuta e addormentata, bensì sveglia,
cosciente, potente, estesa e vasta, e in attesa di manifestarsi; a
questa Forza dobbiamo aprirci, al potere della Madre. Nella
mente essa si manifesta q.uale forza mentale divina o forza men-
tale universale, e può fare tutto ciò che la mente personale non
può fare: è quindi laforza mentale yoghica. Quando si manife-
sta e agisce allo stesso modo nel vitale o nel fisico, vi appare
come forza vitale yoghica o forza corporea yoghica. Può risve-
gliarsi in ognuna di queste forme, esplodendo verso l'esterno o
verso I'alto, estendendosi in vastità partendo dal basso; oppure
può discendere e diventare, in basso, un preciso potere d'azione;
può riversarsi dall'alto nel corpo, agendo in esso, stabilendovi il
suo regno, estendendosi in vastità partendo dall'alto; può unire
ciò che in noi è più in basso a ciò che sopra di noi è più in alto,
liberare I'individuo in un'universalità cosmica o nell'Assoluto e
nel Trascendente.
Sri Aurobindo

C'è luna yoga-shakti arrotolata e addormentata nel corpo inte-


riore, inattiva. Quando si pratica lo yoga, questa forza si snoda e
si solleva verso l'alto per unirsi alla Coscienza e alla Forza divi-
ne che attendono sopra di noi. Quando ciò accade, quando la
yoga-shakn risvegliata si solleva, viene spesso sentita come un
serpente che si srotola e si rizza sollevandosi sempre più in alto.

103
Quando essa si unisce alla Coscienza divina in alto, allora la
Forza della Coscienza divina può discendere più facilmente nel
corpo ed essere sentita all'opera in esso per cambiare la natura.
Sri Aurobindo

"C'è una Yoga-Shakti che si tiene arrotolata o assopita...


Che fare per risvegliarla? "

Credo si risvegli in modo del tutto naturale, appena si pren-


de la risoluzione di praticare lo yoga. Se la risoluzione è slttce-
ra e se si ha un'aspirazione, essa si sveglia da sola. Infatti è forse
il suo risveglio che dàl'aspirazione per fare lo yoga.
E'possibile che sia un effetto della Grazia... o a seguito di
una conversazione o una lettura, qualcosa che all'improwiso ha
dato f idea e l'aspirazione di sapere cos'è lo yoga e di praticar-
lo. Alle volte è sufficiente una semplice conversazione cbn qual-
cuno, o il passaggio di un libro che si sta leggendo, ed ecco,
quello risveglia questa Yoga-Shakti, ed è essa che vi fa fare il
vostro yoga.
Sulle prime non ci si accorge di nulla - eccetto che c'è qual-
cosa che è cambiato nella nostra vita, una nuova decisione che è
presa, una svolta.
La Madre

, Qualcosa è presente in noi, o qualcosa dev'essere sviluppato,


forse una parte centrale ma ancora occulta del nostro ésie.e,
contenente forze i cui poteri, nella nostra costituzione attuale,
sono solo una frazione di tutto ciò che potrebbero essere; ma se
essi divenissero completi e dominanti, questa parte potrebbe

104
dawero essere capace di apportare, con I'aiuto della luce e della
forza dell'anima e della coscienza-di-verità supermentale, la tra-
sformazione fisica necessaria con tutto ciò che ne consegue.
Questo elemento potrebbe trovarsi nel sistema dei Chakra rive-
lato dalla conoscenza Tantrica e accettato dai sistemi dello Yoga;
centri e scaturigini coscienti di tutti i poteri dinamici del nostro
essere, i chakra organizzano la loro azione attraverso i plessi e
sono disposti in ordine ascendente dal centro fisico più basso a
quello mentale-spirituale più alto, chiamato loto dai mille peta-
li, dove la Natura ascendente, il Potere-Serpente dei Tantrici,
s'incontra con il Brahman ed e liberata nell'Essere Divino.
Questi centri dentro di noi sono chiusi, o appena dischiusi; per-
ché la loro piena potenzialità possa essere manifestata nella
nostra nafixa fisica, essi devono aprirsi: ma una volta che siano
aperti e del tutto attivi, non è facile dire quali possano essere i
limiti nello sviluppo delle loro potenze, o nella possibilità di una
trasformazione fisica totale.
Sri Aurobindo

105
Capitolo 9

L'ASPIRAZIONE E
LAPREGHIERA

106
Si dubita spesso dell'effrcacia della preghiera, e la preghicrn
stessa è spesso considerata come una cosa irrazionale e neccssn-
riamente superflua. E'pur vero che la volontà universale portrr
sempre a compimento i suoi piani e non può essere fatta devia-
re con suppliche o doni propiziatori; è vero che il Trascendentc
che si esprime nell'ordine universale è onnisciente e che la sua
conoscenza prevede la cosa da farsi senza che abbia bisogno di
essere diretta o stimolata dal pensiero umano, ed è anche vero
che i desideri individuali non sono né possono essere, in nessun
ordine mondiale, il fattore determinante. Ma questo ordine e l'e-
secuzione della volontà universale non si effettuano mediante
una Legge puramente meccanica, ma mediante poteri e forze, di
cui la volontà, l'aspirazione e la fede umane non sono meno
importanti, almeno per quello che concerne la vita umana. La
preghiera è solo una forma particolare di questa volontà, di que-
st'aspirazione e di questa fede. Il suo modo d'esprimersi è spes-
so primitivo e non solamente infantile (che non sarebbe un difet-
to), ma anche puerile, senza che ciò ne riduca il significato e il
potere. I1 senso di questo potere consiste nel fatto che la volon-
tà, l'aspirazione e la fede dell'uomo vengono messe in contatto
con il divino volere come quello di un Essere cosciente, con cui
possiamo entrare in relazioni vive e consapevoli. La nostra
volontà e la nostra aspirazione possono agire in due modi diver-
si: mediante l'intervento dello sforzo personale che può rag-
giungere una cerla forzaed una certa efficacia, sia questa diret-
ta verso scopi inferiori o superiori (molte discipline ottengono
dalla volontà umana laforza di cui hanno bisogno), oppure pos-
sono agire rimettendosi alla Volontà divina o universale, subor-
dinandosi ad Essa. Anche con quest'ultimo metodo si può con-
siderare il divino Volere come rispondente certo alla nostra aspi-
tazione, ma in modo meccanico, impersonale, come se obbedis-
se ad una sorta di legge dell'energia, oppure sentirlo rispondere
coscientemente all'aspirazione ed alla fede divine dell'anima

t07
urìana apportandole coscientemente l'aiuto, la protezione e i
frutti richiesti.
Sri Aurobindo

L'aspirazione e le preghiere assumono dcllc .fòrme, come i


pensieri?

Sì. A volte prendono persino la fbnna dclla persona che ha


I'aspirazione o che dice la preghicra, succcdc spcsso. Dipende.
Le aspirazioni assumono a volte Ia forrna clcllc cosc cui si aspi-
ra; ma il più delle volte, soprattutto le prcghicrc, prendono chia-
ramente la fbrma di colui che prega.

Qual è la differenza.fra una preghiero c tttr'u,rpirazione?

Questo I'ho scritto da qualche parle. Vi sono clivcrsi gcneri di


preghiere.
Vi è una preghiera puramentc meccanica, rrratcrialc, fatta di
parole che s'imparano e si ripetono meccanicantcl.rtc. Essa non
significa granché e ha ìn genere un unico cfÍLtto, qucllo di cal-
mare la persona che prega; infatti se ripetctc parccchic volte una
preghiera le parole finiscono per calmarvi.
M è una preghiera che è una fbrn,ula spontuncr.r pcr csprirnere
una richiesta precisa: si prega pcr una cosu o pcr un'altra, si puo
prcgare per qualcuno, per una circostanza. ()pprlrc pcr se stcssi.
Vi è un punto in cui I'aspirazione e la prcghicra s'incontrano;
esiste infatti una preghiera che è la fbrmuluzionc spontanea di
un'esperienza vissuta: essa scaturisce dall'intirno dell'essere
come 1'espressione di un'esperienza profbnda c può esprimere
ringraziamento per quell'esperienza, o chiedernc la continuazio-
ne, o anche chiedeme la spiegazione; tale preghiera e vicinissi-

108
ma all'aspirazione. L'aspirazione invece non si formula ncccs
sariamente con le parole; oppure, se si formula con le parolc, r.
quasi un'invocazione, quando aspirate a una certa condizionc
per esempio quando scoprite in voi qualcosa che non è confìrr-
me al vostro ideale, un moto di oscurità o d'ignoranza, forsc
anche di cattiva volontà, qualcosa che non è in accordo corr
quanto volete realizzare - in tal caso I'aspirazione non si put\
fbrmulare con le parole: è come una fiamma che scaturiscc,
come un'offertafalîa di esperienza vissuta, che chiede di esserc
ampliata, magnificata e resa sempre più chiara e precisa. Tutto
questo può esprimersi in parole DOPO, se ci si sforza di analiz-
zaÍe e ricordare la propria esperienza. Ma I'aspirazione scaturi-
sce sempre come una fiamma chc sale e porla in sé quanto si
desidera essere, o si desidera fare, o si desidera averc. Uso il
verbo "desiderare," ma qui dovrei usare il verbo "aspirare," per-
ché cio non ha né la qualità né la fonna di un desiderio.
E'davvero come una grande fiamma di volontà pLrrificatrice
che ha nel suo centro quanto chiede di cssere realizzato.
Per esernpio, se avete compiuto un'azione che poi rimpian-
gete, e se questa ha delle conseguenze spiacevoli che disturbano
qualcosa e coinvolgono diverse persone, potete anche non cono-
scere le reazioni degli altri. Ma se desiderate che quanto avete
fatto si sistemi nel modo migliore e che, se avete commesso un
errore, lo possiate capire, e che questo errore, qualunque sia,
rappresenti per voi un'occasione di rnaggior progresso, di mag-
gior disciplina, di una nuova ascesa verso il Divino, di una porta
aperta su un awenire che volete più chiaro, più vero e più inten-
so, allora questa aspirazione si concentra qui (gesto che indica il
c'uore) come una forza, scaturisce e sale in un grande movimen-
to di ascesa, qualche volta senza neppure I'ombra di una formu-
lazione, senza parole, senza espressione, semplicemente come
una fiamma che sale.
Questa è la vera aspirazione. Può accaden'i cento volte, mille

109
volte al giorno se siete in quello stato nel quale volete continua-
mente progredire ed essere più veri e più totahnente conformi a
cio chc la Volontà divina vuole da voi.
La preghiera è una cosa molto piu esteriore. in generc riguar-
da un fatto preciso, ed e sempre fbnnulata; infatti c la formula a
costituire la preghiera. Potcte avere un'aspirazione e tradurla in
preghiera, ma I'aspirazione supcra i11 pgni aspetto la prcghiera.
E,ssa è molto piu immediata e, per così dire, pru diurentica di sé,
poiché vive unicamente in cio chc volctc esscre o fàre, nell'of-
fèrta totale al Divino di tutto cio che volete fàre . Potetc pregare
pcr chiedere qualcosa, potete anche prcgarc pcr ringrnziare il
Divino di cio che vi ha dato, e questa prcghicra c di qualità
molto superiore: la si può chiamare un'azionc di grazic. Potete
anche pregare in riconoscimento dell'apparcnza chc il Divino ha
rivestito per voi, di quanto ha fatto per voi, cli cluanto vcdete in
Lui, e per rivolgerGli le vostre lodi. Tutto qucsto puo prcndere la
fbrma di una preghiera. E' evidentemcntc la prcghicra più alta,
poiché non riguarda esclusivamente il vostro io, t'rot.r è una pre-
ghiera egoistica.
Si puo cefto avere un'aspirazione in ogni piano dell'essere,
ma il centro stesso dell'aspirazione è ncll'esscrc Jlsichico; si puo
pure pregarc in ogni piano, rna la preghicra apparticne al piano
nel quale si prega. Si possono farc preghicrc f rsichc, puramente
materiali, preghiere vitali, preghicre mcntali, prcghierc psichi-
che, preghiere spirituali, e ognunzì ha il proprio clraltr-rc parti-
colare, il proprio valore particolare.
Esiste una certa preghiera, spontanca e clisintcrcssata insie-
rne, che è come un grande appello, t.na in gcncrc non c per se
stessi personalmente; si potrebbc chiarnarla un'intercessione
presso il Divino. E'estremarnente effìcace. Ho avuto innumere-
voli esempi di cose che si sono realizzatc qurrsi istantancarnente
in seguito a questo genere di preghiera. Essa irnplica una gran-
de fede, un grande fervore, una grandc sincerità, e anche una

110
grande semplicitàdi cuore, qualcosa che non calcola, che non
organizza, che non mercanteggia, che non dona per ricevere
un'altra cosa in cambio. Infatti. la maggioranza delle persone
danno con una mano e tendono I'altra per avere qualcosa in
cambio; la maggior parte delle preghiere sono così. Ma ne esi-
stono altre che sono, come ho detto, delle aziot'ti di grazie, una
specie di cantico, e queste sono ottime.
Ecco. Non so se mi sono fatta capire, ma e così.
Per cssere più chiari, possiamo dire che la preghiera viene
sempre formulata con parole; ma le parole possono avere valori
diversi secondo lo stato nel quale le si fbnnula. La preghiera è
una cosa formulata e puo accompagnarsi all'aspirazione. Ma
sembra difficile pregare senza pregare QUALCUNO. Per esem-
pio, coloro che hanno una concezione dell'universo dalla quale
hanno più o meno abolito la nozione del Divino (molte persone
sono così: dà loro fastidio l'idea che vi sia qualcosa che sa tutto,
che può tutto e che è talmente superiore a loro che nessun con-
fronto è possibile; è fastidioso per il loro amor proprio, quindi
cercano di costruire un mondo senza il Divino), costoro evidente-
mente non possono pregare, perché chi pregherebbero? A meno
che non preghino se stessi, il che sarebbe piuttosto strano! Mentre
si puo aspirare a qualcosa senza aver fede nel Divino. Vi sono per-
sone che non credono nell'esistenza di Dio ma che hanno fède nel
progresso. Esse pensano che il mondo sia in costante progresso e
che questo progresso procederà all'infìnito, senza sosta, verso un
qualcosa di meglio che sarà sempre rnigliore di cio che ha prece-
duto. Ebbene, queste persone possono avere una grande aspira-
zione verso il progresso, pur non avendo alcuna nozione dell'esi-
stenza divina. L'aspirazione comporta necessariarnentc una fede,
lna non necessarialnente la fede in un esscre divino; mentre la
preghiera non può esistere se non è rivolta a un esst:re divino.
Che cosa si potrebbe pregare? Non si prega qualcosa che non ha
personalità! Si prega qualcuno che puo ascoltarci. Se non c'è

llt
nessuno ad ascoltarci, chi e come si può pregare? Se si prega, e
se si prega in modo da essere ascoltati, vuol quindi dire che,
anche nei casi in cui non lo si ammette, si ha fede in qualcosa che
ci è infinitamente superiore, che è infinitamente più potente di
noi e che può cambiare il nostro destino e cambiare noi stessi.
Ecco la differenza essenziale.
Perciò le persone più intellettuali ammettono I'aspirazione
ma dicono che la preghiera è qualcosa d'inferiore. I mistici,
invece, dicono che I'aspirazione è un'ottima cosa, ma che se si
vuole essere davvero ascoltati, se si vuole che il Divino ci ascol-
ti, bisogna pregare, e pregare con la semplicità di un fanciullo,
con perfetto candore, cioè con perfetta fiducia: "Ho bisogno di
questo o di quello (sia esso un bisogno morale, fisico o materia-
le), ebbene, Te lo chiedo, dammelo;" "Tu mi hai dato quanto Ti
ho chiesto, mi hai fatto toccare con il dito delle esperienze che
mi erano sconosciute e che ora sono cose meravigliose che
posso ottenere a volontà; ebbene, Ti sono infinitamente ricono-
scente e Ti rivolgo una preghiera di ringraziamento per cantare
le Tue lodi e ringraziarTi per il Tuo interyento." E' così. Per
aspirare non è necessario avere un'aspirazione per qualcuno,
verso qualcuno. Si ha un'aspirazione a uno stato d'essere, a una
conoscenza, a una realizzazione, a uno stato di coscienza; si
aspira a qualcosa; ma non è necessariamente una preghiera: la
preghiera è un'aggiunta.
La preghiera è una cosa personale, rivolta a un essere perso-
nale, cioè a qualcosa - una forza o un essere - che possa ascol-
tarvi e rispondervi. Altrimenti non potete chiedere nulla.
La Madre

rt2
L'aspirazione è come una freccia, così (gesro). Allora tu aspi-
ri, tu vuoi MOLTO fortemente comprendere, sapere, accedere
alla verità, non è così? E allora con questa aspirazione fai così:
la tlua aspirazione sale, sale, sale, sale, sale, sale, ritta, fortissi-
ma, e poi cozza contro una specie di... come dire... di casco che
è là, duro come il ferro ed estremamente spesso, e non passa.
Allora dici: "Ecco, a che serve aspirare? Non se ne ricava nulla.
Incontro qualcosa di duro e non può passare!" Ma sai, la goccia
d'acqua che cade sulla roccia finisce per scavare un precipizio:
fende la roccia dall'alto in basso. Latua aspirazione è una goc-
cia d'acqua che, invece di scendere, sale. Allora, a forza di iali-
re, essa balte, batte, batte e un giorno, a forza di salire, fa un
buco; e dopo che ha fatto il buco, tutto d'un colpo schizza
fuori... da quel casco ed entra in un'immensità di luce, e dici
"Ah! Ora comprendo."
E'così che succede. Allora bisogna essere molto persistenti,
molto ostinati, e avere un'aspirazione che sale tutta diritta, in
altre parole che non va vagando qua e là, cercando ogni tipo di
cose. Solamente questo: comprendere, comprendere, compren-
dere, sapere, conoscere, essere.
Quando si arriva in cima, allora non c'è più nulla da com-
prendere, non c'è più da sapere: si 'è', ed è quando si 'è'che si
comprende e si sa.
La Madre

IL POTERE DELL'ASPIRAZIONE SPONTANEA


Madre, quando si è fatto uno sforzo, qualcosa in noi diventa
molto soddisfatto, se ne gloria, troe contentezza da questo sfor-

l13
zo, e ciò rovina tutto. Come ci si può liberare da ciò?

Ah, è cio che si guarda agire!


C'è sempre qualcuno che osserva, quando si fa qualcosa. E a
volte si inorgoglisce. Owiamente, ciò toglie molta potenza allo
sforzo. Credo che sia questo: è l'abitudine a guardarsi agire, a
guardarsi vivere. E' sì necessario osservarsi. ma credo che sia
ancora più necessario cercare di essere del tutto sinceri e spon-
tanei, molto spontanei in quello che si fa: non stare sempre lì a
osservarsi, a guardarsi agire, a giudicarsi - a volte anche severa-
mente. In fondo, è quasi tanto nocivo quanto blandire se stessi
con compiacenza; entrambe le cose sono ugualmente pessime.
Bisognerebbe essere così sinceri nella propria aspirazione da
non sapere nemmeno che si sta aspirando, da divenire l'aspira-
zione stessa. Quando questo atteggiamento puo essere raggiunto,
allora veramente si raggiunge anche una potenza straordinaria.
Un minuto, un minuto di questo, e potete preparare anni di
realizzazione. Quando non si è più un essere, un ego che si guar-
da agire, quando si è l'azione stessa, soprattutto nell'aspirazio-
ne, allora è ottimo. Quando non c'è più la persona che aspira,
quando è un'aspirazione che s'innalza in un impulso molto con-
centrato, allora, veramente, si va molto lontano, altrimenti, vi si
mescola sempre un po' di vanità, un po' di sufîcienza, e anche
un po' di autocommiserazione, ogni sorta di piccole cose che
vengono a rovinare tutto. Ma è difficile.
La Madre

rl4
Capitolo 10

L'ACQUISZIO|{E DI
RISPOSTE E SOLUZIONI

lt5
Per gioco, una o due volte, hai preso uno dei tuoi libri o uno
dei libri di Sri Aurobindo ed hai aperto una pagina a caso, poi
hai letto unafrase. Possono queste.frasi dare un segno o un'in-
dicazione a un individuo? Che cosafare per ottenere una vera
risposta?

Tutti possono farlo. Consiste in questo: vi concentrate. Allora


dipende da che cosa volete. Se avete un problema interiore e ne
volete la soluzione, vi concentrerete su questo problema; se
volete conoscere la vostra condizione, che non conoscete, e
desiderate far luce sullo stato in cui vi trovate, vi presentate così,
con semplicità e chiedete d'essere illuminati. Oppure, del tutto
semplicemente, se avete la curiosità di sapere cio che I'invisibile
conoscenza ha da dirvi, rimanete per un momento tranquilli e
silenziosi e apritevi. Io ho sempre detto di prendere un tagliacar-
te perché è più sottile; mentre siete concentrati, lo infilate dentro
e con la punta indicate qualcosa. Allora se sapete concentrarvi,
vale a dire se lo fate veramente con un'aspirazionc, per ricevere
una risposta, quello risponde.
Perché nei libri come questo (la Madre indic'ct "La sintesi
degli Yoga"), nei libri di verità rivelata, c'è sempre un accumulo
di forze - almeno di forze mentali superiori, e più spesso di forze
spirituali della più elevata conoscenza. Ogni libro, a causa delle
parole che vi sono contenute, è come un piccolo accumulatore di
queste forue. La gente non lo sa, poiché non sa servirsene, ma è
così. Analogamente, in ogni immagine (una fbtografia) si crea un
accumulo, un piccolo accumulo rappresentativo della forza della
persona raffigurata, della sua natura e, se essa ha dei poteri, dei
suoi poteri. Ma allora, quando siete sinceri e avete un'aspirazio-
ne, emanate una certa vibrazione, la vibrazionc della vostra aspi-
razione, che va a incontrare laforza corispondente nel libro, ed
è una coscienza superiore che vi darà la risposta.
Tutto è contenuto potenzialmente. Ogni elemento di un tutto

116
contiene potenzialmente ciò che è nel tutto. E'un po'diffrcile da
spiegare, ma capirete con un esempio: quando delle persone
vogliono fare della magia, se sono in possesso di un pezzetto
d'unghia o di un capello, questo gli basta, perché lì dentro, in
poteîza, c'è tutto cio che è nell'essere stesso. E in un libro c'è
potenzialmente (inespressa, non manifesta), la conoscenza che
c'è in chi ha scritto il libro. Sri Aurobindo rappresentava una
totalità di comprensione e di conoscenza e di potenza, e ciascu-
no dei suoi libri è al tempo stesso un simbolo e una rappresen-
tazione. Ciascuno dei suoi libri contiene simbolicamente e poten-
zialmente quello che c'è in lui. Di conseguenza, se voi vi con-
centrate sul libro, potete, attraverso il libro, risalire all'origine.
E addirittura, attraverso il libro, potrete ricevere molto più di
quanto semplicemente sta scritto.
C'è sempre un modo di leggere e di comprendere quello che
si legge, che fornisce una risposta a ciò che voi volete. Non è un
azzardo, né un divertimento, né una specie di distrazione. Si può
farlo 'tanto per fare', e allora non vi arriva niente del tutto, non
ottenete alcuna risposta e non è interessante. Ma se lo fate seria-
mente, se, seriamente, la vostra aspirazione tenta di concentrar-
si su questo strumento (è come una batteria, non è vero, che con-
tiene delle energie), e cerca d'entrare in rapporto con I'energia
che c'è là ed insiste per ottenere la risposta a quello che vuole
sapere, ebbene, naturalmente, I'energia che è là - I'unione di due
forze,laforza emanata da voi e quella che è accumulata nel libro
- guiderà la vostra mano e il tagliacarte, o qualsiasi cosa, quello
che avete, essa guiderà proprio sulla cosa che esprimerà quello
che dovete sapere... Evidentemente, se lo si fa senza sincerità e
senza convinzione, non accade assolutamente niente. Se lo si fa
sinceramente, si ha una risposta.
Certi libri sono così, più potentemente carichi di altri; ce ne
sono altri coi quali, owiamente, il risultato è meno chiaro. Ma
generalmente i libri che contengono degli aforismi o delle brevi

tt7
frasi (non le lunghissime spiegazioni filosofiche, piuttosto delle
cose che sono in una forma condensata e precisa), sono quelli coi
quali si riesce meglio.
Ovviamente, il valore della risposta dipenderà dal valore della
forza spirituale che è contenuta nel libro. Se prendete un roman-
zo, esso non vi dirà assolutamente nulla, solo sciocchezze. Ma se
prendete un libro che contiene una condensazione di forze - di
conoscenza o di energia spirituale o di potenza d'insegnamento -
riceverete la vostra risposta.
La Madre

Lo schiamazzo che tutte le parole, tutte le idee fanno nella


testa, è un rumore assordante che v'impedisce di sentire la Verità,
se essa luole manifestarsi.
Imparare ad essere tranquilli e silenziosi... euando si ha un
problema da risolvere, invece di rimestare nella propria testa tutte
le possibilità, tutte le conseguenze, tutte le cose possibili che biso-
gna fare o non bisogna fare, se si resta calmi con, se possibile,
un'aspirazione di buona volontà, un bisogno di buona volontà, la
soluzione viene molto rapidamente. E siccome si è silenziosi, si è
capaci di sentirla.
Quando siete presi in una diffrcoltà, provate questo metodo:
invece di agitarvi, di rimescolare tutte le idee, di cercare attiva-
mente delle soluzioni, di inquietarvi, di tormcntali, di correre di
qua e cli là nella vostra testa - non dico esteriorrnente, perché, este-
riormente, si ha probabilmente abbastanza buon senso per non
farlo!, ma interiormente nella testa - RESTARE TRANeUILLI.
E seguendo la vostra nahrra, con un ardore o una pace, un'inten-
sità o un allargamento, o con tutte queste cose assieme, implorate
la luce e aspettare che venga.
Il cammino verrà così considerevolmente accorciato.
La Madre

118
Capitolo 1l

IL POTERE DI
CONTROLLO

119
L'AUTOCONTROLLO

Tutti hanno [a possibilità] di controllarsi. Ma se si è detto


'sì'una volta, se si è presa la decisione di fare qualcosa che non
si deve...
Non c'è corpo umano che non abbia l,energia e la capacità di
resistere a una cosa che si autoimpone - se lo si lascia fare. Le
persone che vi dicono: "Non posso fare altrimenti," è perché nel
fondo di loro stesse NON VOGLIONO FARE divérsamente;
hanno accettato di essere schiave del loro vizio. Vi è un momen_
to in cui si accetta.
E vado oltre, e dico: c'è un momento in cui si accetta di esse_
re malati. Se non si accettasse di essere malati, non lo si sareb-
be. Solamente che la gente è talmente incosciente di se stessa e
dei propri movimenti interiori da non accorgersi nemmeno di
quello che fa.
La Madre

IL CONTROLLO SUGLI ALTRI - IL POTERE


DI PADRONANZA

Non si può padroneggiare la materia esteriore, se non si


domina la materia interiore, perché si tratta della stessa cosa.
La padronanza è la conoscenza di come maneggiare certe
vibrazioni; se avete la conoscenza di come manegliare certe
vibrazioni, ne avete la padronanza. Siete voi il migióre campo

t20
d'esperienza: voi avete lapadronanza prima in voi stessi e aven-
dola in voi stessi, potete trasmettere la vibrazione agli altri, nella
misura in cui siete capaci d'identificarvi con loro e di conseguen-
za di ncreare questa vibrazione in loro. E se non potete maneg-
giare una vibrazione in voi stessi, se non conoscete neppure il pro-
cedimento, se non sapete neppwe come fare, come potete maneg-
giarla negli altri? Voi potete con la parola, con la vostra influenza
su loro, spronarli a fare il necessario per imparare a padroneg-
giarsi, ma non potete padroneggiarli direttamente.
Padroneggiare qualcosa, un movimento, è semplicemente
sostituire con la propria presenza, senza parole e serìza spiega-
zioni,la cattiva vibrazione con la vera vibrazione. E'questo che
costituisce il potere di padronanza. Non è parlando o spiegando;
con la parola e le spiegazioni e anche con una certa emanazione
di forza, avete influenza su qualcuno, ma non siete padroni del
movimento. La padronanza del movimento è la capacità di
opporre alla vibrazione di questo movimento una vibrazione che
è più forte, più vera, e che può fermare l'altra vibrazione...
Posso farvi un esempio, non è vero, molto semplice. Due perso-
ne sono in lite di fronte a voi; non solo litigano, ma stanno per
venire alle mani; allora spiegate loro che non è una cosa da fare,
date loro delle buone ragioni perché si fermino, si fermano. Voi
avete un'inflvenza su di loro. Ma se, semplicemente vi ponete di
fronte a loro, e poi li guardate e presentate una vibrazione di
pace, di calma, di tranquillità, serua dire una parola, senza nes-
suna spiegazione,l'altra vibrazione non potrà più esistere, cadrà
da sola. Questa è padronanza.
E' la stessa cosa per la guarigione dell'ignoranza. Se avete
bisogno di parole per spiegare qualcosa, non si tratta della vera
conoscenza. Se occorre che io dica tutto quel che dico affrnché
mi capiate, non si può parlare di padronanza, è semplicemente
che posso esercitare un'influenza sulla vostra intelligenza ed
aiutarvi a capire, a risvegliare in voi il desiderio di sapere e di

t21
disciplinarvi, ecc. Ma se non sono capace, senza dire niente,
solo guardandovi, di fare entrare in voi la luce che vi farà capi-
re, non avrò padroneggiato il movimento o lo stato d'ignoranza.
La Madre

122
Capitolo 12

IL POTERE
DELL'IMMOBILITA'

123
Dolce Madre, non ho capito "la possente immobilità di uno
spirilo immortale. "
(da' La Sintesi degli Yoga',vol. 1, pag. I 13)

Che cosa non hai capito? Che uno spirito immortale ha


un'immobilità possente? E'proprio quello che vuole dire. Uno
spirito immortale è necessariamente immobile e possente, per il
fatto stesso che è immortale.

Ma allora Sri Aurobindo afferma: "La sua regola [della Gita]


non è la padronanza del mentale sugli impulsi vitali, ma la pos-
sente immobilità di uno spirito immortale." (...)

Perché è un dato di fatto, è proprio così. Quando lo spirito è


consapevole dell'immortalità, diventa di un'immobilità fatta
tutta di potenza. L immobilità. Questo significa che esso non si
muove più, ma c'è un'immobilità potente, non è un'immobilità
d'inerzia o d'impotenza; è un'immobilità possente che è una
base per I'azione, ciò significa che tutto quello che si fa si appog-
gia su quest'immobilità possente, onnipotente, dello spirito che è
immortale.
Ma, in verità, non c'è spiegazione che quello possa darvi;
occorre fare I'esperienza. Finché non si è vissuta I'esperienza,
non si può capire cosa questo significhi... Ed è per tutto la stes-
sa cosa: la testa, là, il piccolo cervello, non può comprendere.
Dal momento in cui si ha l'esperienza, si comprende - non
prima. Si può avere una specie d'immaginazione, ma ancora non
è capire. Per capire bisogna vivere. Quando sarai consapevole
del tuo spirito immortale, saprai che cos'è la sua possente
immobilità - non prima. Diversamente, sono solo parole.

Nota: L'editore ha aggiunto la seconda domanda-

t24
Non capisci come si possa essere immobile e potente al
tempo stesso, è questo che ti disturba? Ebbene ti rispondo che la
più gran potenza è nell'immobilità. E'lapotenza sovrana.
C'è una piccolissima applicazione superficiale che forse capi-
rai. C'è qualcuno che viene a insultarvi o a dirvi cose sgradevoli;
se ci si mette a vibrare all'unisono con quella collera o quella
cattiva volontà, ci si sente completamente deboli e indifesi e,
generalmente si commettono delle sciocchezze. Ma se si riesce
a mantenere nel proprio intimo, e specialmente nella testa, una
completa immobilità, che rifiuta di ricevere quelle vibrazioni,
allora, contemporaneamente, si awerte una gran forza, e l'altro
non riesce a scombinarvi. Se si rimane tranquilli, anche fisica-
mente, mentre la violenza viene verso voi e riuscite a restare
molto tranquilli, molto silenziosi, molto immobili, ebbene, que-
sta cosa ha un potere non solo su di voi, ma anche sull'altro. Se
non avete tutte queste vibrazioni di risposta interiore, se potete
rimanere assolutamente immobili dentro, ovunque, questo ha
un'azione, per così dire immediata, sull'altro.
Questo ti dà un'idea di cosa sia il potere dell'immobilità. E
questo è un fatto corrente, che può prodursi tutti i giomi; non è
una grande cosa della vita spirituale, fa parte della vita materia-
le, esteriore.
C'è un potere straordinario nell'immobilità: l'immobilità
mentale, l'immobilità dei sensi, I'immobilità del corpo. Se pote-
te rimanere come un muro, assolutamente immobile, tutto ciò
che I'altro vi manda ricadrà su di lui immediatamente. L'effetto
è istantaneo. L immobilità può bloccare persino il braccio del-
I'assassino, capisci, quella ha questa forza. Solo che non si deve
apparire immobili ed essere internamente in ebollizione! Non è
questo che voglio dire. Voglio dire un'immobilità totale.
La Madre

t25
Sì, esiste un potere statico. Come spiegarvelo? Ecco, fra un
potere statico e un potere dinamico corre la stessa differ enza che
c'è fra un gioco di difesa e un gioco d'attacco, capite? E' la stes-
sa cosa. Un potere statico è qualcosa che puo resistere a tutto,
niente può agire su di esso, niente può toccarlo, niente può scuo-
terlo: è irnmobile, ma invincibile. Il potere dinamico è qualcosa
in azione, che talvolta si proietta e talr.olta può ricevere dei
colpi. Cioè, se volete che il vostro poterc dinamico sia sempre
vittorioso, bisogna che esso sia sostenuto da un notcvole potere
statico, da una base incrollabile.
Capisco quello che luoi dire... che un essere umano prende
coscienza del potere solo quando questo e dinamico; un essere
umano prende in considerazione il poterc soltanto quando que-
sto agisce, se non agisce, egli non sc ne accorge ncppure, non si
rende conto della f'orza fonnidabile che sta clie tro que st a inazio-
ne; qualche volta, anzi spesso, è una fì'rrza più lormidabile di
quella chc c'è nel potere che agisce. Ma potcte provare in voi
stessi, vedrete, è molto più difficile rirnancrc tranquilli, immo-
bili, incrollabili contro qualcosa di molto spiacevole - siano
parole o atti dirctti contro di voi - infinitarncnte più difficile che
rispondere con uguale violenza. Supponete che qualcuno vi dica
delle ingiurie; se di fronte alle ingiuric riuscitc (non solo este-
rionnente, ma con tutto il vostro esscre) a restare immobili,
senza essere né scossi né toccati in alcun modo - siete come una
forza contro la quale nulla si può, e non rispondete, non fate un
gesto, non dite una parola, tutte le ingiurie chc vi vengono dette
vi lasciano assolutamente insensibili, dcntro e fiori; potete man-
tenere i battiti del cuore assolutamente tranquilli, i pensieri in
testa assolutamente immobili e tranquilli senza che siano messi
minimamente in agitazione, il che significa che la vostra testa
non risponde immediatamente con vibrazioni analoghe e i vostri
nervi non si scntono contratti dal bisogno di dare qualche colpo
per trovare sollievo - se riuscite ad essere così, avcte un potere

126
statico, e questo è infinitamente più efficacc chc sc aveste quel-
la specie di forza che vi fa rispondere all'ingiuria con l'ingiuria,
alle botte con le botte e all'agitazione con I'agitazione.
La Madre

Alcune persone sono, in misura pirì o meno grancle, come le


ho definite, 'delicate'cioè incapaci di resistere a un clolore, di
sopportarlo, e immediatamente dicono: "Non possol E' insop-
porlabile! Non posso sopportarlo oltre!" Questo non cambia la
situazione, non fa cessare la loro sofferenza perché rron basta
dire che non si r,.uole la sofferenza perché se ne vada! Ma se si
è capaci di fare due cose... di stabilire dentro di sé - ad esempio
per ogni dolore di tipo nervoso - di stabilire dunque dentro di sé
un sorta d'immobilità più completa possibile sul punto doloro-
so, essa ha I'effetto di un anestetico. Se si riesce a stabilire
un'immobilità - un'immobilità della vibrazionc interiorc - nel
punto in cui si soffie, questa ha esattamente lo stesso effetto di
un anestetico: interrompe il contatto tra il punto che soflie e il
cervello; e una volta che avete interrotto il contatto, se potete
rimanere così abbastanza a lungo, il dolore finisce per sparire.
Occore essere abituati a farlo. Ma si ha I'occasione, a ogni
mornento, di farlo: quando ci si taglia, o si ufta contro qualcosa;
infàtti, ci si fa sempre male da qualche pafte, soprattutto quando
si fa atletica, ginnastica, o cose del genere; ebbene, queste sono
occasioni che ci vengono oflerte. Invece di rimanere lì a osser-
vare il dolore, a cercare di analizzarlo, a concentrarsi sopra, - c
qucsto fa sì che aumenti semprc di più - alcuni si rncttono a pcn-
sare ad altro. Ma non dura a lungo; pensano ad altro, e poi, di
colpo, la loro attenzione è di nuovo richiamata nel punto chc fa
male. Tuttavia, se si potesse fare così... in realtà, se c'è dolore,
cio vuol dirc che siete in contatto con il nervo chc trasmette il

121
dolore, altrimenti non sentireste niente. Ebbene, una volta che
sapete che siete in contatto, accumulate in quel punto più immo-
bilità che potete per arrestare la vibrazione del dolore; vi accor-
gerete che I'effetto è come quando un braccio o una gamba si
addormenta dopo essere rimasto in una cattiva posizione, e poi
di colpo... lo sapete, vero? Poi, quando la posizione cessa, le
braccia o le gambe ricominciano a vibrare in modo tremendo.
Ebbene, fate volontariamente una simile concentrazione d'im-
mobilità nel nervo che soffre; nel punto che soffre stabilite l'im-
mobilità più completa che potete. Vi accorgerete che essa agisce,
come ho detto, come un anestetico: addormenta. E se potete
aggiungere a essa una sorta di pace interiore, e la fiducia che il
dolore se ne andrà, ebbene, vi garantisco che se ne andrà.
Di tutte le sofferenze, quella considerata la più difficile dal
punto di vista yoghico è il mal di denti, perché è vicinissima al
cervello. Ebbene, so che si può fare in modo, veramente, di non
sentire più il dolore; ciò non guarisce il dente malato, ma vi sono
casi in cui si puo riuscire a uccidere il nervo che fa soffrire.
Generalmente, in un dente, è il nervo a essere raggiunto dalla
carie, dalla malattia, ed esso comincia a protestare, con tutta la
capacità che ha di protestare. Ma se riuscite a stabilire quell'im-
mobilità, gli impedite di vibrare, gli impedite di protestare. E la
cosa incredibile è che se fate questo in modo abbastanza costan-
te, con sufftciente perseveranza, il nervo malato morirà, e non sof-
frirete più. Perché era lui a soffrire, e quando è morto non soffre
più! Provate.
La Madre

128
Capitolo 13

ILPOTERE
DELL'IDENTIFIC AZTONE

t29
Si può imparare a identificarsi. Bisogna imparare. E' indi-
spensabile se si ruole uscire dal proprio ego. Finché si è chiusi
nel proprio ego non si può fare alcun progresso.

Come si fa?
Ci sono molti sistemi. Ve ne descriverò uno.
Quando ero a Parigi andavo in molti luoghi dove si svolge-
vano riunioni di ogni genere, frequentate da persone che face-
vano ogni sorta di ricerche spirituali (cosiddette spirituali),
occulte, ecc. Un giorno fui invitata a incontrare una giovane
signora (credo che fosse svedese) che aveva trovato un sistema
di conoscenza, appunto un sistema per imparare. Ce 1o spiego.
Eravamo in tre o quattro (non parlava un buon francese, ma era
molto convinta di ciò che diceva!), e ci disse: "Ecco, prendete
un oggetto, oppure fate un segno su una lavagna, oppure pren-
dete un disegno - non ha importanza, prendete quello che vi fa
più comodo. Supponete che vi faccia un disegno... (aveva una
lavagna e fece una specie di disegno semi geometrico); ora vi
sedete davanti al disegno e concentrate tutta la vostra attenzione
sul disegno, su quel disegno. Vi concentrate, vi concentrate senza
permettere a nient'altro di entrare nella vostra coscienza. I vostri
occhi sono fissi sul disegno e non se ne staccano. Siete per così
dire ipnotizzati dal disegno. Guardate (e stava così a guardare),
guardate, guardate, guardate... Guardate, guardate, e DIVENTA-
TE il disegno che state guardando. Non esiste più niente al
mondo, eccetto il disegno; poi, tutto ad un tratto, passate dall'al-
tra parte; e quando passate dall'altra parte entrate in una nuova
coscienza e sapete."
Abbiamo riso molto, perché era divertente. Ma è verissimo,
èun ottimo esercizio. Naturalmente, invece di prendere un dise-
gno o un oggetto, potete prendere un'idea, o alcune parole. Se
avete un problema che vi preoccupa e non ne conoscete la solu-

130
zione, ebbene, oggettivate il problema nella vostra mente, lo tra-
ducete in parole che siano le più precise, esatte e succinte, poi vi
concentrate, vi sforzate; vi concentrate soltanto su quelle paro-
le, e, possibile, sull'idea che rappresentano, ossia sul proble-
se
ma; vi concentrate e concentrate finché non esiste altro che quel-
lo. Ed è vero che tutto ad un tratto avete l'impressione di qual-
cosa che si apre - e siete dall'altra parte. L'altraparte di che
cosa?... Il fatto è che avete aperto una porta della vostra coscien- ;
za, e allora trovate istantaneamente la soluzione del problema.
E'un ottimo sistema per imparare a identificarsi.
Quando, ad esempio, siete con qualcuno, e questa persona vi
dice una cosa, se voi le dite il contrario (come succede di solito,
semplicemente per spirito di contraddizione), cominciate a dis-
cutere. Nafuralmente non giungete mai a niente, solo a un litigio
se avete un cattivo carattere. Ma ecco che, invece di discutere,
di continuare a rimanere chiusi nella vostra testa o nelle vostre
parole, vi dite: "Voglio provare a capire perché mi ha detto que-
sto. Ma perché mai mi avrà detto questo?" Vi concentrate:
"Perché, perché, perché?" Vi sforzate di capire. La persona con-
tinua a parlare, tutta contenta di non essere più contraddetta!
Parla molto, sicura di avervi convinti. Intanto voi vi concentra- ,.,
te sempre di più su quello che essa dice, e avete l'impressione ,r,i
che a poco a poco. attraverso le sue parole. state entrando nella
sua testa. Quando entrate nella sua teita, di colpo entrate nel suof ;

modo di pensare e capite perché vi parla cosi! Allora, se avetef


l'intelligenza un po' pronta e mettele a confronto quello chd :

avete appena capito còn quello che capivate prima, uéd.t"


"on{ i
temporaneamente i due modi di pensare e potete trovare la veril
tà che li concilia. Così fate dar,vero un progresso. Ed è il modo
migliore per ampliare il vostro pensiero.
Se sta per iniziare una discussione, tacete subito, immediata-
mente. Dovete tacere, non dire più niente, ma cercare di vedere
le cose come le vede l'altra persona; non per questo dimentica-

131
te il
vostro modo di vedere, ma potete conciliarlo con I'altro.
Così fate dawero un progresso, un vero progresso.
E' la stessa cosa per tutto. In tutto ciò che fate con altre per-
sone, se non siete d'accordo con loro, consideratelo una grazia
divina, un'occasione meravigliosa che vi viene offerta per
riuscire a fare un progresso. E' semplice: invece di essere qui,
siete 1à; invece di guardare voi stessi, entrate nell'altro e guar-
date. Bisogna avere un po' d'immaginazione, un maggior con-
trollo sul proprio pensiero, sui propri movimenti. Ma non è
molto diffrcile. Quando si prova per un po', dopo un certo tempo
ci si accorge che è molto facile.
Non dovete guardare e poi fare uno sforzo mentale chieden-
dovi: "Perché è così? Perché questa persona fa così, o perché
dice così?" Non otterrete mai niente. Non capirete, ma immagi-
nerete soltanto ogni sorta di spiegazioni che non varranno nien-
te e che non v'insegneranno niente, se non a dirvi: "Quella per-
sona è stupida" oppure "è cattiva," tutte cose che non conduco-
no a niente. Mentre se fate soltanto quel piccolo movimento e
se, invece di guardare l'altra persona come un oggetto estraneo,
tentate di entrare in essa e vi entrate, entrate cioè in quella pic-
cola testa che è lì davanti a voi, all'improwiso vi trovate dal-
I'altra parte; guardate voi stessi, e nello stesso tempo capite
benissimo ciò che quella persona dice, e tutto vi è chiaro: il per-
ché, il come, la ragione, il sentimento che è dietro a tutto... E'
un'esperienza che avete occasione di fare cento volte al giorno.
All'inizio non riuscirete molto bene, ma insistendo finirete
col riuscirvi benissimo. Questo aggiunge un grande interesse
alla vita. E poi è un lavoro che vi fa fare veramente dei progres-
si perché vi fa uscire dalla vostra piccola corazza, nella quale
siete rinchiusi e con la quale sbattete contro tutto. Avete presen-
te le farfalle che sbattono contro la lampada?... La coscienza di
ognuno è così, va a sbattere qui, a sbattere là, perché queste cose
le sono estranee. Ma se invece di sbattere ci si entra, allora ciò

132
comincia afare parte di voi stessi. Ci si espande, si ha aria in cui
respirare, posto in cui muoversi, non si sbatte, bensì si cnlrn, ri
penetra, si capisce. E si vive in tanti posti contemporaneamcnlg,
E'molto interessante, lo si fa automaticamente.
Per esempio, quando leggete un libro che v'interessa molto,
un meraviglioso romanzo pieno di awenture eccitanti, e sielo
tutti presi dalla storia, a volte dimenticate l'ora della lezionc,
persino I'ora di pranzo, o l'ora di andare a letto. Siete tutti prcsi
da quello che leggete. Ebbene, è un fenomeno di identificazio-
ne. E se lo fate con una cerla perfezione, arrivate a sapere in
anticipo quello che accadrà. Aun certo punto, quando siete tutti
calati nella storia, arrivale a sapere (senza provare a cercare di
sapere) verso quale fine vi conduce l'autore, come svolgerà il
suo racconto per giungere alla conclusione. Questo perché vi
siete identificati con il pensiero creativo dell'autore. Lo fate più
o meno bene, senza sapere di farlo, ma questi sono fenomeni di
identificazione.
AParigi esistono dei teatri diterzo o quart'ordine in cui ven-
gono rappresentati dei drammi sensazionali (sono teatri di 'quar-
tiere'; non sono per gli intellettuali, ma per la massa); tutte le
azioni sono sempre estremamente drammatiche, emozionanti.
Gli spettatori sono per la maggior parte persone molto semplici,
che dimenticano completamente di essere a teatro. Si immedesi-
mano nel dramma. Allora succedono cose come questa: quando
sul palcoscenico c'è il traditore nascosto dietro la porta, e arriva
l'eroe, che naturalmente non sa che il traditore è nascosto e per-
cio rischia di farsi uccidere, certi spettatori, soprattutto quelli
che stanno nella parte più in alto del teatro (che si chiama la pic-
cionaia), gridano: "Stai attento, è lì!" (risate). Non è accaduto
una volta sola, ma centinaia di volte in modo spontaneo. Ho
visto un dramma di questo genere, che si chiamava Le Bossus,

5 Il Gobbo, di Paul Féval (1817-1S87)

133
credo; era un dramma del tutto sensazionale, rappresentato al
Theatre de la Porte Saint-Martin. In quel dramma c'era una
stanza. Sulla scena si vedeva dunque una grande stanza e, a fian-
co a quella, uno stanzino e... non ricordo più la storia, ma nello
stanzino c'era un pulsante; premendo quel pulsante il soffitto
della stanza grande scendeva sulle persone che vi si trovavano e
inevitabilmente le schiacciava!... Gli spettatori già lo sapevano,
qualcuno aveva parlato, aveva passato parola. In quel dramma
c'era appunto un traditore nascosto nello stanzino che conosce-
va il trucco del pulsante; I'eroe anivava con altre persone e tutti
cominciavano a parlare; nella sala si sapeva che il soffitto sareb-
be sceso... Non dicevo niente, mi ricordavo che ero a teatro e
aspettavo di vedere come se la sarebbe cavafa l'autore per sal-
vare il suo eroe (poiché era evidente che non poteva lasciarlo
uccidere così davanti a tutti!). Ma gli altri spettatori erano in tut-
t'altro stato, e alcuni si sono messi a gridare, dawero a gridare:
"Attenzione al soffitto!" Proprio così!
Sono fenomeni di identifrcazione. Soltanto, sono involontari.
E' addirittura uno dei sistemi usati oggi per curare le malattie
nervose. Quando una persona non riesce a dormire, non riesce a
riposare perché è troppo eccitata e i suoi nervi sono malati e
indeboliti per eccessivaagitazione, le si dice di sedersi, ad esem-
pio davanti a un acquario - un acquario è bello, non è vero? - in
cui nuotano dei graziosi pesciolini, dei pesci dorati; una volta
seduta su una sedia a sdraio, le si dice di provare a non pensare
a niente (soprattutto non alle sue preoccupazioni) e di guardare
i pesci. Si guardano i pesci che si muovono, che vanno, vengo-
no, nuotano, scivolano, volteggiano, si scontrano, si superano, si
inseguono alf infinito, e l'acqua che si muove lentamente, mossa
dai pesci. Dopo un momento si vive la vita dei pesci: si va, si
viene, si nuota, si scivola, si gioca. Dopo un'ora si hanno i nervi
in perfetto stato e si è completamente riposati! Ma la condizio-
ne è di non pensare alle proprie preoccupazioni: bisogna soltan-

134
to guardare i pesci.

In questo modo si può raggiungere il Divino?

L unico modo per conoscere il Divino è identificarsi con Lui.


Non ve ne sono altri; vi è un solo, unico modo. Di conseguenza,
una volta che siete padroni di questo procedimento di identifica-
zione, potete identificarvi. Scegliete il vostro oggetto di identifi-
cazione e, se esso è il Divino, vi identificate con il Divino. Ma fin-
ché non saprete identificarvi, ci saranno sempre mille cose che
veffanno ad ostacolarvi, a tirarvi di qua, tirawi di là, a disperder-
vi, e non vi identificherete con Lui. Ma se avrete imparato a iden-
tificarvi, allora non avrete che da orientare l'identifrcazione, col-
locarla nel punto che vorrete, e poi starvene così, finché non otter-
rete un risultato. Esso verrà molto presto se sarete padroni del
vostro potere di identificazione. Verrà molto presto. Ramakrisna
diceva che cio poteva variare fra he giorni, tre ore o tre minuti.
Tre giorni per le persone molto lente, tre ore per quelle un po'
veloci, he minuti per quelle che ne avevano l'abitudine.
La Madre

L'ESTENSIONE DELLA PROPRIA


IDENTIFICAZIONE

Perché gli esseri umani, quando danno una cosa, ne vogliono


sempre ricevere un'altra in cambio?

135
Perché sono chiusi in se stessi.
Essi hanno il senso dei loro limiti, hanno l'impressione di
dover attingere dal di fuori per crescere, per aumentare, e anche
per sussistere, perché vivono nella coscienza dei loro limiti per-
sonali. Secondo loro, ciò che danno lascia un vuoto, e devono
quindi colmare quel r,rroto ricevendo qualcosa!... Naturalmente,
è un errore. In verità, se invece di rimanere chiusi negli stretti
limiti della loro modesta persona, potessero ampliare la loro
coscienza fino al punto non solo di identificarsi con gli altri, nei
loro pure stretti limiti, ma di uscire da quei limiti, di passare al di
là, di espandersi olunque, di unirsi alla Coscienza unica e diven-
tare tutte le cose, allora i limiti scomparirebbero, ma non prima.
Finché si ha il senso dei limiti si vuole prendere, perché si ha
paura di perdere. Si spende, quindi si wole ricuperare. E'questa
la causa, bambino mio. Infatti, se ci si espandesse in ogni cosa,
se tutte le vibrazioni che vengono o vanno esprimessero il biso-
gno di fondersi nel tutto, di ampliarsi, di crescere - non rimanen-
do nei propri limiti ma uscendo dai limiti - e infine di identificarsi
con il tutto, non si avrebbe più niente da perdere, perché si avreb-
be tutto. Soltanto, non si sa farlo. E allora, non sapendo, non si
puo. Si cerca di prendere, di accumulare, accumulare, accumula-
re; ma è impossibile, non si può accumulare. Bisogna identifi-
carsi. Il poco che si ha, lo si vuole ricuperare: se si ha un pensie-
ro buono, ci si aspetta un riconoscimento; se si dà un po' del pro-
prio affetto, ci si aspetta di essere ricambiati... Perché non si è
capaci di essere il pensiero buono in tutto, non si è capaci di esse-
re l'affetto, latenerezza in tutto. Si ha il senso di essere comple-
tamente divisi, limitati, e si ha paura di perdere tutto, di perdere
ciò che si ha, poiché ci si sentirebbe sminuiti. Se invece si riesce
ad identificarsi, non si ha più bisogno di tirare. Più ci si espande,
più si ha. Più ci si identifica, più si diventa! Allora, invece di
prendere, si dà. E più si dà, più si cresce.
Ma per questo bisogna essere capaci di uscire dai limiti del

136
proprio piccolo ego. Bisogna identificarsi con la lìorzll, rrh,rrilfl
carsi con la Vibrazione, invece di identificarsi con il prrrpr,io ego
E'molto diffrcile, ma ci si può riuscire.
l,u Marfur.

137
Capitol o 14

IL POTERE SULLA
MALATTIAE SULDOLORE

138
Le malattie entrano attraverso il corpo sottile, vero? Che
cosa.fare per fermarle?

Ah, ecco... Se si è sensitivi, molto sensitivi - bisogna essere


molto sensitivi - nel momento in cui esse toccano il corpo sotti-
le e tentano di passare, le si sente. Non è come qualcosa che
tocca il cotpo, è una specie di impressione. Se, in quel momen-
to, riuscite a rendervene conto e avete ancora il potere di dire
'ono," la malaftia se ne va. Ma per questo bisogna essere molto
sensibili. E'una cosa che si può sviluppare. Tutte queste capaci-
tà si possono sviluppare metodicamente con la volontà. Potete
divenire del tutto coscienti di questo involucro sottile e se riusci-
rete a svilupparlo in misura suffrciente, non avrete più bisogno
di guardare o vedere: sentirete che qualcosa vi ha toccati. Posso
darvene un esempio, fra i numerosi che esistono.
Una persona aveva deciso di stabilire un rapporto costante e
cosciente - del tutto costante e cosciente - con la Divinità inte-
riore, non soltanto l'essere psichico, ma la Presenza divina nel-
I'essere psichico; aveva deciso di essere così, di non occuparsi
di nient'altro che di quello; qualsiasi cosa quella persona faces-
se, la sua concentrazione era tutta su quello, e anche quando
usciva e camminava per strada, era concentrata solo su quello.
Essa viveva in una grande città dove c'era un intenso traffico -
autobus, tram, ecc., - e, per atffaversare le strade, bisognava
essere molto attenti e molto cauti, altrimenti si rischiava di esse-
re investiti, ma quella persona aveva deciso di non uscire dalla
sua concenttazione. Un giorno in cui attraversava uno dei gran-
di viali con tante automobili è tanti tram, tutta presa dalla sua
concentrazione e dalla sua ricerca interiore, sentì impror,visa-
mente, alla distanza più o meno di un braccio, una piccola scos-
sa, fece un salto indietro e un'automobile le passò vicinissima.
Se non avesse fatto quel balzo indietro, l'automobile I'avrebbe
investita... Questo è un caso estremo, ma senza arrivare a questo

139
punto, si può benissimo sentire una specie di piccolo malessere
(non è una cosa che s'impone con molta forza), un piccolo
malessere che vi coglie in un punto qualsiasi: davanti, dietro, in
alto, in basso. Se, in quel momento, siete abbastanza in guardia,
dite "no," come per respingere con una grande forza ll contatto,
ed è fatta. Se invece in quel momento non siete coscienti, un
attimo dopo o qualche istante dopo, sentite in voi come qualco-
sa che vi si rimescola dentro, un freddo nella schiena, un picco-
lo malessere, l'inizio di una disarmonia; sentite una disarmonia
da qualche parte, come se I'armonia generale fosse disturbata.
Allora dovete concentraryi di più e, con grande forza di volon-
tà, aver fiducia che nulla può farvi del male, che nulla può toc-
carvi. Questo basta, in quel momento potete respingere la malat-
tia. Ma dovete farlo subito, non dovete aspettare neppure cinque
minuti, dev'essere fatto immediatamente. Se aspettate troppo a
lungo e cominciate dawero a sentire un malessere da qualche
parte, qualcosa che comincia a essere fuori posto, allora sarà
meglio se vi sedete, vi concentrate e chiamate laForza per con-
centrarla sul punto alterato, dove si sta manifestando la malaftia.
Ma se non fate proprio niente, la malattia s'insedia dawero in
una pafte o in un'altra; ciò accade perché non siete abbastanza
in guardia. E talvolta è necessario percoffere tutta la curva per
ritrovare il momento favorevole e liberarsi dalla malattia. Ho
detto in un'altra occasione che, sul piano fisico è solo questione
di metodo - ci l.uole metodo per realizzare qualsiasi cosa. E se
la malattia ha raggiunto il fisico, ebbene, bisogna seguire il
metodo per riuscire a liberarsene. E' ciò che la scienza medica
chiama 'il decorso della malattia.'Lo si può affrettare con I'aiu-
to delle forze spirituali, tuttavia bisogna seguire il metodo. Vi
sono quattro diversi stadi. Il primo è istantaneo, il secondo può
essere fatto in pochi minufi, il terzo può richiedere parecchie
ore, e il quarto parecchi giorni. E allora, una volta che la malat-
tia si sarà insediata, tutto dipenderà non solo dalla ricettività del

140
corpo, ma anche dalla buona volontà della parte che è causa
della malattia, poiché, quando essa viene dal di fuori, I'uol dire
che c'è un'affrnità con qualcosa che sta dentro. Se essa riesce a
passare, a entrare senza che uno se ne accorga, è perché c'è una
parte che risponde, ed è questa parte dell'essere che bisogna
convincere.
Ho visto casi dawero straordinari. Se potete nel momento...
Ecco, facciamo un esempio del tutto concreto: un colpo di sole.
Questo vi disturba notevolmente, è una delle cose che vi fanno
stare peggio - un colpo di sole disturba tutto, disturba le funzio-
ni inteme, in genere procura una congestione alla testa e una
febbre altissima. Se ciò accade, se riesce a superare le difese, a
entrare in voi, ebbene, cercate semplicemente di entrare in un
luogo tranquillo, di mettervi distesi e immobili, di uscire dal
vostro corpo (naturalmente bisogna imparare; vi sono persone
che lo fanno spontaneamente, per altre ci vuole una lunga disci-
plina), di uscire quindi dal vostro corpo e starne al di sopra in
modo da vederlo (conoscete il fenomeno, che consiste nel vede-
re il proprio corpo quando se ne è fuori? Si può uscire dal pro-
prio corpo a volontà e stargli giusto al di sopra); il corpo è dis-
teso su un letto, su una panca, per terra, o qualsiasi altra cosa;
siete distesi giusto al di sopra e di lì, coscientemente, atfirate la
Forza dall'alto e, se ne avete l'abitudine, se la vostra aspirazio-
ne è sufficiente, ricevete la risposta; e allora, stando attenti a non
rientrare nel vostro corpo. cominciate a spingere quelle forze sul
corpo, così, regolarmente, fino a che vedete che il corpo riceve
(infatti nei primi momenti la forua non entra, perché il corpo è
disturbato dalla malattia, non è ricettivo, anzi è contratto), spin-
gete dolcemente, dolcemente, senza impazienza, con molta
calma, sul corpo. Ma nessuno vi deve disturbare. Se viene qual-
cuno e vi vede distesi e vi scuote, è estremamente pericoloso.
Dovete farlo in condizioni di assoluta tranquillità, chiedere alla
gente di non disturbarvi, oppure chiudervi in un luogo dove non

141
vi si possa disturbare. Potete concentrarvi lentamente (ciò richie-
de più o meno tempo - dieci minuti, mezzoora, un'ora, due ore -
dipende dalf importanzadel disordine che si è creato),lentamen-
te, dall'alto, concentrate laForza fino a che vedete che il corpo
riceve, che la Forza entra, che I'ordine si ristabilisce e che nel
corpo stesso si opera la distensione. Una volta fatto, potete rien-
trare e siete guariti. Ciò è accaduto per un colpo di sole, che è
una cosa molto violenta, e anche per una febbre tifoide e per
molte altre cose, come, ad esempio, quando il fegato è improv-
visamente disturbato per una ragione qualsiasi (non un'indige-
stione, ma il fegato non funziona più come si deve), si può gua-
rirlo nello stesso modo. C'è anche stato un caso di colera che è
stato guarito così. Il colera si era appena manifestato, era entra-
to, non si era ancora insediato, ma è stato guarito completamen-
te. Di conseglJenza, quando dico che se si domina la forza spiri-
tuale e si sa come servirsene non c'è malattia che non si possa
guarire, non lo dico così, tanto per dire, lo dico per esperienza.
Naturalmente, mi direte che non sapete uscire dal vostro corpo,
attirarc la Forza, concentrarla, avere tutta quella padronanza...
Non è molto frequente, ma si fa, non è impossibile. E potete
esser certi che se siete aiutati... In realtà, c'è un sistema molto
più comodo, cioè chiamare soccorso.
Ma la condizione necessaria in tutti i casi - in tutti i casi - che
lo facciate da soli e dipendendo soltanto da voi stessi, oppure
chiedendo a qualcuno di farlo per voi, la prima condizione è non
aver paura e restare tranquilli. Se cominciate ad agitarvi e a
innervosirvi nel vostro co{po, è finita, non potete fare nulla.
Per ogni cosa - vivere la vita spirituale, guarire le malattie -
per ogni cosa, bisogna restare tranquilli.
La Madre

142
Dolce Madre quando vediamo awicinasi una mulullltt, .\,Mc
possiamo fermarla?

Ah! Anzitutto non bisogna volerla, bisogna che tticttle rlrrl


corpo la voglia. Occorre avere una fortissima volontà di trott csrr.
re ammalati. Questa, è la prima condizione.
La seconda condizione, è invocare la luce, una luce cl'cqtrilr
brio, una luce di pace, di tranquillità e d'equilibrio, e spingcrlu itt
tutte le cellule del corpo, ingiungendo loro di non avere parlru,
perché questa è la seconda condizione.
Anzitutto non voler essere malato, e poi non aver paura dcllu
.malattia. Non bisogna né attirarla né tremare. Non si deve assolu-
tamente volerla. Ma non si deve rifiutarla perché se ne ha paura;
non bisogna avere paura; occorre avere una calma certezza ed una
completa fiducia nel potere della Grazia di mettervi al riparo da
tutto; poi pensare ad altro, non occuparsene più. Quando sono
state fatte queste due cose: rifiutare la malattia con tutta la propria
volontà e infondere nelle cellule del corpo la fiducia che cancella
completamente la paura, e poi occuparsi di qualcos'altro, non
pensare più alla malattia, dimenticare che esiste... ecco, se sape-
te fare ciò, potete rimanere a contatto con persone che hanno delle
malattie contagiose, senza prenderle. Ma occorre saperlo fare.
Ci sono molte persone che dicono: "Oh! Sì, qui non ho paura."
Non hanno paura nel loro mentale, il loro mentale non ha paura;
esso è forte, non ha paura; ma il corpo trema, e non lo si sa, per-
ché e nelle sue cellule che il corpo trema. Si trema con un'ansie-
tà terribile, ed è questo che attira la malattia. E' qui che bisogna
mettere laForza, e la tranquillità di una pace perfetta e di una fidu-
cia assoluta nellaGrazía. E poi qualche volta si è obbligati a scac-
ciare, con una forza analoga nel pensiero, tutte le suggestioni che
'dopotutto il mondo fisico è pieno di malattie, che sono contagio-
se, e poiché si è stati a contatto con qualcuno di malato, si è sicu-
ri di prenderla, poiché i mezzi interiori non sono sufftcientemen-

143
te potenti per agire nel fisico', e tutte le altre sciocchezze di cui
I'aria è satura. Sono suggestioni collettive che tutti si trasmettono
da uno all'altro. E se per caso i dottori sono due o tre, allora sì che
la cosa si fa tenibile. (risate)
La Madre

Ci sono dei metodi più modesti [per far cessare le sofferenze],


che danno dei risultati più modesti e neppure molto facili, ché
consistono nella conoscenza del potere di troncare la connessione
fta la parte che soffre e il cervello che registra. Si taglia la con-
nessione e allora il cervello smette di registrare. E, questo che si
fa, è quello che fanno i dottori con gli anestetici. Essì tagliano le
connessioni nervose fra il punto malato e il cervello; alloia il cer-
vello non s'accorge più di nulla, o lo fa in minima parte. Ed è sem-
pre la stessa cosa, in un modo o nell'altro; e tutto questo richiede
dei poteri occulti oppure un addestramento. Ci sono persone che
hanno questo spontaneamente; non ce ne sono molté - pochissi-
me. Ma è chiaro che, senza arrivare a quel punto, c'è una cosa che
si può provare afare, ed è di non concentrarsi sul proprio male,
distogliere l'altenzione per quanto possibile, non perrsare assolu-
tamente al proprio male, soprattutto evitare di concentrarsi, non
farci aftenzione: "Oh, mi fa male," e la cosa peggiora un poco:
"Oh, mi fa ancora più male," e il dolore s'aggiavà, succedé così
perché ci si è concentrati. E questo è I'errore che si fa sempre:
pensare, essere là, attenti, in attesa del segno del dolore; aliora
naturalmente esso viene, viene accentuato da questa concentra-
zione, dall'attenzione che vi è stata messa. Ed è per questo che,
quando non ci si sente bene, la cosa migliore da fare è leggere, o
avere qualcosa da sentir leggere, capisci, questo dipendé dalla
condizione in cui ci si trova. Ma se si può distranè la propria
aÍtenzione, non si soffre più.
La Madre

144
Capitolo 15

TRANQUILLITA" CALMA,
PACE, SILENZIO

145
Pirì siete calmi, più diventate forti. La base salda di ogni
potere spirituale è I'equanimità.
La Madre

La quiete è una condizione in cui non c'è né agitazione né


turbamento.
La calma è una condizione tranquilla e immobile che nessu-
na agitazione può turbare: è una condizione meno negativa della
quiete.
La pace è una condizione ancor più positiva; porta con sé un
senso di liberazione e di riposo stabili e armoniosi.
Il silenzio è uno stato in cui non c'è alcun movimento della
mente o del vitale, oppure in cui c'è una grande immobilità che
nessun movimento di superficie può penetrare o alterare.
Sri Aurobindo

La tranquillità è uno stato molto positivo; c'è una pace posi_


tiva che non è I'opposto del conflitto - una pace attiva, cònta-
giosa, possente, che domina e calma, che mette in ordine, che
organizza.-E di quella che parlo: quando dico a qualcuno ..stia
tranquillo," non intendo dirgti: "yada a dormire, sià inerte e pas-
sivo, e non s'occupi più di nulla," ci mancherebbe altró!...
Lungi da ciò! ... La vera tranquillità è una grandissima forza,
una grandissima potenza. Si può affermare, infatti, osservando
I'altra faccia del problema, che tutti coloro che sono veramente
forti, potenti, sono sempre molto tranquilli. Sono solamente i
deboli che si agitano; una volta diventati veramente forti, si è
pacifici, calmi, tranquilli; e si ha la forza di resistere per far fron-
te alle onde awerse che si precipitano dall'esterno nèlla speran-

146
za di sconvolgervi. Questa vera tranquillità è sempre un segno
della forza. La calma è dei potenti.
Questo è vero anche a livello fisico. Non so se avete mai
osservato degli animali come i leoni, le tigri, gli elefanti, ma è
un fatto che essi, quando non sono in azione, sono sempre così
per-fet-ta-men-te tranquilli. Un leone accovacciato che vi guar-
da ha semprel'atia di dirvi: "Oh quanto ti agiti!" Vi guarda con
un'aria di saggezza così pacifica! E tutta la sua poÍenza, la sua
energia, la sua forza materiale sono lì, raccolte, riunite, concen-
trate, e - senza un'ombra di agitazione - pronte all'azione quan-
do l'ordine è dato.
Ho visto delle persone, molte, che non riuscivano a star tran-
quille sedute mezz'ora senza dimenarsi. Dovevano muovere un
piede, muovere una gamba, muovere un braccio, muovere la
testa; dovevano agitarsi in continuazione, poiché non avevano la
capacità olaforza di restare tranquille.
Questa capacità di rimanere immobili quando si r,uole, di
raccogliere tutte le energie e spenderle come si'uuole, completa-
mente se si lrrole, oppure dosandole come si vuole, con una
calma perfetta anche nell'azione - questo è sempre il segno della
forza. Può essere una forza fisica, può essere una forza vitale,
può essere unaforza mentale. Ma se siete minimamente agitati,
potete essere sicuri che da qualche parte c'è una debolezza: e se
la vostra agitazione è integrale è la debolezzaintegrale.
La Madre

Per giungere alla conoscenza del Sé è però indispensabile


una completa passività intellettuale,
il potere di allontanare ogni
pensiero; bisogna che la mente abbia il potere di non pensare,
nel modo descritto in uno dei passaggi della Gita. E'questo un
compito diffrcile per una mente occidentale, che ritiene che non

147
esista nulla di più alto del pensiero ed è pronta a confondere il
potere mentale di non pensare, il suo completo silenzio, con l'in-
capacità di pensare. Bisogna che riesca a convincersi che il pote-
re del silenzio intellettuale è una capacità, non una incapacità,
una forza, non una debolezza, una immobilità profonda e ferti-
le. Solo quando la mente si fa immobile come un'acqua chiara e
senza increspature scendendo nella purità di una perfetta pace, e
I'anima trascende il pensiero, il Sé affrora nella pura essenza del
nostro essere, sorgente e superamento di tutte le attività e di tutto
il divenire, Silenzio dal quale nascono tutte le parole, Assoluto di
cui tutte le relatività sono parziali riflessi. Solo nel silenzio com-
pleto si ode il Silenzio; solo in una pace assoluta si svela I'Essere.
Sri Aurobindo

148
Capitolo 16

ILCORPO

r49
IL POTERE D'AUTOGUARIGIONE DEL CORPO

Ci sono naturalmente molti metodi di farlo [risvegliare nel


corpo I'aspirazione al Divino], e infatti, ognuno deve irovare il
suo. Ma il punto dipartenzapuò essere molto diverso, apparire
quasi I'opposto.
In passato, quando lo yoga era una fuga dalla vita, era d'uso
corrente che a parte qualche predestinato, le persone non pen_
sassero allo yoga se non da vecchi, quando avevano visiuto
molto, dopo avere conosciuto tutte le peripezie della vita, i suoi
piaceri, i suoi dolori, le sue gioie, le sue miserie, le sue respon_
sabilità, le sue delusioni, insomma tutto ciò che la vita genèral-
mente porta agli esseri umani, e naturalmente questo aveva in
parte tolto le illusioni sulle gioie dell,esistenza; allora erano
mature per pensare ad altro, e il loro colpo, anche se non era più
pieno di entusiasmo giovanile(!), in ogni caso non costituiva-un
ingombro, poiché, avendo conosciuto la sazietà,non esigeva più
granché... Prendere le cose per questo verso va rnolto bérr"
quando si vuole abbandonare la vita con un atteggiamento spiri_
tuale e quando da essa non ci si aspetta alcuni collaborazione
per la trasformazione. Questo evidentemente è il mezzopiù faci-
le. Ma è anche evidente che, se si vuole che quest,esistenza
materiale PARTECIPI alla vita divina, che sia il òampo d,azio-
ne e di realizzazione, è preferibile non aspettare che il logorio
permetta al corpo d'essere sufficientemente... tranquillo p"inon
disturbare lo yoga. Al conhario è meglio approfittarne quando è
ancora ben_giovane, Qlando è pieno di tuttè le sue energie e può
mettere nella sua aspirazione un ardore e una intensita súm-
cienti. In quel caso, invece di appoggiarsi su una fatica che non
chiede più nulla, occorre appogglarii su una specie d'entusia_
smo interiore per I'ignoto, il nuovo ,la perfezione. E se si ha la
buona sorte d'essere nelle condizioni in cui si può ricevere un

150
aiuto e un indirizzo fin dall'infanzia,tentare, fin da piccoli. tll
discemere fra le gioie fugaci e i piaceri superficiali chc lu viln
puo dare, e quella cosa meravigliosa che sarebbe la vita, I'uzio.
ne e la crescita in un mondo di perfezione e di verità, tutti i linri-
ti ordinari e le ordinarie incapacità sarebbero aboliti.
Quando si è piccoli e si è, come dico io 'nati bene', valc u
dire nati con un essere psichico cosciente di sé, c'è sempre nci
sogni quel tipo d'aspirazione, che per f infantile coscienza è una
specie di ambizione a qualcosa come una bellezza senza bruttu-
ra, una giustizia senza ingiustizia,tnabontà senza limite e, dun-
que, un successo cosciente, costante, il miracolo perpetuo. Da
piccoli si sogna il miracolo, si vuole che tutta la cattiveria scom-
paia, che ogni cosa sia sempre luminosa, bella, felice, si amano
le storie che finiscono bene. E'su questo che ci si deve appog-
giare. Quando il corpo sente le sue miserie, i suoi limiti, bisogna
instaurate quel sogno di una forza illimitata, d'una bellezza
senza bruttezza e di capacità meravigliose: si sogna di potersi
elevare nell'aria, d'essere ovunque occolra, di ristabilire l'ordi-
ne quando le cose vanno male, di guarire gli ammalati; insom-
ma, si ha tutto un genere di sogni quando si è piccoli...
Generalmente, i genitori e gli educatori, passano il tempo a get-
tare acqua fredda là sopra, dicendovi: "Oh!, non è che un sogno,
non è la realtà." E'giusto il contrario di quello che si dovrebbe
fare! Ai bambini occorrerebbe insegnare: "Sì, è questo che devi
cercare di realizzare, non solo è possibile, è anche sicuro, ma è
sicuro se tu entri in contatto con quello che, dentro di te, è capace
di questa cosa. Deve essere questo che dirige la tua vita, che l'or-
ganizza, che ti fa sviluppare nella direzione del VERO REALE
che il mondo ordinario chiama illusione."
Si dovrebbe, invece di rendere i bambini ordinari, con quel
buon senso piatto, volgare, che diventa un'abitudine inveterata e
che, quando qualcosa va bene, fa immediatamente nascere nel-
l'essere I'idea: "Oh! Non può durare!", quando qualcuno è gen-

l5l
tile, I'impressione: "Oh! Prima o poi cambia!", quando si è
capaci di fare qualcosa: "Oh! Domani non potrò farlo così
bene"... E'come un acido, un acido distruttivo nell'essere, che
toglie la speranza, la certezza,la fiducia nelle possibilità future.
Quando un bimbo è pieno d'entusiasmo, non gettategli mai
dell'acqua fredda sopra, non ditegli mai: "Sai, la vita non è
così!" Si dovrebbe incoraggiarlo sempre, dirgli: "Si, adesso le
cose non sono sempre come dovrebbero, appaiono brutte; ma
dietro c'è unabellezza che tenta di realizzarsi. E' quello che devi
amare, che devi atfirare; è quello che bisogna fare diventare
l'oggetto dei tuoi sogni, delle tue ambizioni."
E questo, se 1o si fa da piccoli, crea molte meno difficoltà che
se, dopo, si deve disfare, disfare tutto il cattivo lavoro che ha
fatto una cattiva educazione, disfare quella specie di buon senso
piatto e volgare che fa che non ci si aspetti niente di buono dalla
vita, che dice che è insipida, noiosa, che tutte le speranze, tutte
le cosiddette illusioni di bellezza si trovano smentite. Bisogna
invece dire al bambino (o a se stessi, se non si è più completa-
mente dei bébé): "E'CIO'che in me sembra ineale, impossibi-
le, illusorio che è vero: è quello che bisogna che io coltivi.
[Bisogna che coltivi] queste aspirazioni: oh!, non essere conti-
nuamente limitato da una incapacità, bloccato continuamente da
una cattiva volontà!"
Bisogna coltivare in sé questa certezza che è QUESTO ad
essere essenzialmente vero, che è QUESTO che deve realizzar-
si. Allora la fede si risveglia nelle cellule del corpo. Esso stesso
capirà che se la volontà interiore aiuta, fortifica, dirige, condu-
ce, allora tutte le sue limitazioni poco a poco, spariranno.
E allora quando arriva la prima esperienza, che alle volte ini-
zia da giovanissimi, il primo contatto con la gioia interiore, con
labellezza interiore, con la luce interiore, con ciò che di colpo
vi fa sentire: "Oh! E'questo che voglio," occofre coltivarlo, non
dimenticarlo mai, rimetterselo davanti, dirsi: "Uho sentito una

r52
volta, dunque posso sentirlo ancora. E'stato vero pcr lttc. ttttt'hF
se per lo spazio di un secondo, ma è questo che ricotltlttttdt rt
me." E incoraggiare il corpo a cercarlo - a cercarlo con lil lrll )l I
CIA di avere in se stesso questa possibilità, e che se lo si clttn
ma esso tornerà, esso si realizzerà ancora.
E'questo che bisogna fare quando si è giovani. E'qucsltt cltt'
bisogna fare ogni volta che si ha l'occasione di raccoglicrsi, tll
concentrarsi, di cercare se stessi.
E allora vedrete. Quando uno è normale, vale a dire non viziit-
to da cattivi insegnamenti o cattivi esempi, quando si nascc c
quando si vive in un ambiente sano, relativamente equilibrato c
normale, il corpo, spontaneamente, senza che voi abbiate biso-
gno di intervenire mentalmente e neppure vitalmente, ha la cer-
tezza che se qualcosa non va, finirà col guarire. Il corpo porta in
sé la certezza della guarigione, che la malattia o il disturbo cer-
tamente spariranno. E' solo per la falsità dell'educazione, del-
l'ambiente, che a poco a poco s'insegna al corpo che ci sono
delle malattie irreparabili, degli accidenti irreparabili, che si pro-
duce un invecchiamento, e tutte quelle storie che gli tolgono fede
e fiducia. Ma solitamente un corpo di fanciullo normale (il corpo
intendo, non parlo del pensiero), il corpo stesso sente, quando c'è
qualcosa che non va, che certamente andrà bene. E se non è così,
r,uol dire che è già stato falsato. Gli sembra NORMALE essere
in buona salute, e gli sembra del tutto anormale che qualcosa sia
disturbato e s'ammali, e nel suo istinto, il suo istinto spontaneo,
è sicuro che tutto andrà a posto. E' solo la falsità del pensiero a
togliere questa certezza; con la crescita il pensiero si snatura
sempre più, c'è tutta la suggestione collettiva, e allora il corpo,
poco a poco, perde la fiducia in se stesso e, naturalmente, per-
dendo la fiducia in se stesso, perde anche quella spontanea capa-
cità di ristabilire l'equilibrio quando è stato falsato.
Ma se, ancora molto piccoli, nell'infanzia più giovane, hanno
cominciato ad insegnarvi ogni tipo di cose deludenti, deprimenti

153
- conuttrici, arriverei a dire disgreganti, - allora questo povero
corpo fa del suo meglio, ma lo si è pervertito, lo si è falsato e lui
non ha più il senso della sua potenza interiore, della sua forza
interiore, del suo potere di reagire.
Se si bada a non falsarlo, il corpo porta in sé Ia certezza della
Vittoria. E' solamente il cattivo uso che si fa del pensiero e della
sua influenza sul corpo che gli toglie questa certezza di Vittoria.
Allora, la prima cosa da fare è coltivare questa sictrezza invece
di distruggerla; e con essa, per aspirare non è più necessario lo
sforzo, è semplicemente un rigoglio, un dispiegamento di questa
interiore aeÍtezza di Vittoria.
Il corpo porta in se stesso il senso della sua divinità.
Ecco, è questa che bisogna cercare di ritrovare in sé, se si è
perduta.
Quando un bambino vi racconta un bel sogno in cui aveva
tanti poteri e dove le cose erano bellissime, guardatevi bene dal
dirgli mai: "Oh! La vita non è così," perché fate una cattivaazio-
ne. Bisogna invece dirgli: "Lavita DEVE essere così e COSI,
SARA'!,,
La Madre

*CORPO GLORIOSO''
POTERE DI TRASFORMAZIONE

"La perfezione è il vero


fine d'ogni cultura; la cultura spiri-
tuale e psichica, la cultura mentale, la cultura vitale; deve esse-
re anche lo scopo della nostra culturafisica. Se il nostro cerco-

t54
re è per la perfezione totale dell'essere, la parte Jisica nort Ttrtò
essere messa in disparte, poiché il corpo è la base materiult,, il
corpo è lo strumento che dobbiamo utilizzare. Sharîram khalou
dharmasàdhanam, dice I'antico adagio sanscrito: il corpo ù il
mezzo della realizzazione del dharma e il dharma comprendc
ogni ideale che possiamo proporci, come pure la legge della sua
elaborazione e della sua azione. Una perfezione totale è lo scopo
finale che ci proponiomo, poiché il nostro ideale è la l4ta Diviia,
che vogliamo creare qui, la vita dello Spiríto realizzata in terra,
la vita che compie la sua propria trasformazione spiriluale qui,
sulla terra stessa e nelle condizioni dell'universo materiale.
Questo non può essere se anche il corpo non subisce una tra-
sformazione, se la sua azione e le suefunzioni non raggiungono
la capacità suprema e tutta la perfezione che gli è possiiile o
che può essergli resa possibile."
Sri Aurobindo, La Manifestazione Supermentale, Cap. I"

Madre come possono le funzioni del corpo raggiungere una


"capacità suprema"?

Con la 'trasformazione'per I'appunto. euesto implica una


trasformazione totale. Sri Aurobindo ne parlerà più avanti.
Per il momento il nostro corpo è semplicemente un dubbio-
so miglioramento del corpo degli animali, poiché se da un certo
punto di vista abbiamo guadagnato, dall'altro abbiamo perduto.
E' cefto che dal punto di vista delle capacità puramente hsiche,
molti animali ci sono superiori. A meno che, attraverso una pra-
tica ed una trasformazione speciali, noi non arriviamo veramen-
te a modificare le nostre capacità, si può dire che dal punto di
vista della forza e potenzamuscolare, una tigre ed un leone sono
enornemente superiori. Dal punto di vista dell,agilità, una scim-
mia ci è molto superiore; e, ad esempio, gli uccelli possono spo-
starsi senza ricorrere a mezzi meccanici esterni, a un aereo, còsa

155
che ancora non ci è possibile... e così via. E noi siamo vincola-
ti dalla necessità animale del funzionamento degli organi; fino a
che, per esempio, si dovrà dipendere dal nutrimento materiale,
dall'assunzione della materia in una forma tanto grossolana,
saremo un animale abbastanza inferiore.
Quindi, non voglio farvi delle anticipazioni su quanto legge-
remo, ma tutto questo funzionamento puramente animale del
nostro colpo, tutta questa parte che è identica come nella vita
animale - poiché per vivere dipendiamo dalla circolazione del
sangue e poiché, per avere sangue occoffa mangiare, e così via,
con tutte le implicazioni del caso - sono dei limiti e delle schia-
vitu terribili! Fino a che la vita materiale dipenderà da questo, è
evidente che non potremo divinizzarla.
Di conseguenza, occoffe concludere che l'animalità nell'es-
sere umano debba essere sostituita da un'altra sorgente di vita,
ed è una cosa concepibile - e non solamente concepibile, ma par-
zialmente realizzabile; ed evidentemente è questo lo scopo che
ci si deve prefiggere, se si vuole trasformare la materia e ren-
derla capace d'esprimere le qualità divine.
Nelle antichissime tradizioni (c'è una tradizione anteriore
alla tradizione vedica e anteriore alla tradizione caldea, che
doveva essere all'origine delle due tradizioni), in questa vecchia
tradizione già si parla di un 'corpo glorioso,' sufficientemente
plastico da potere essere trasformato in ogni momento dalla
coscienza profonda: sarebbe espressione di questa coscienza e
non avrebbe una forma fissa. Era menzionata la luminosità: la
materia di cui era costituito poteva diventare luminosa a volon-
tà. Era questione di una sorta di possibilità di Leggerezza che
permetterebbe al corpo di dislocarsi nell'aria solamente per un
effetto di volontà e per certi modi d'uso dell'energia interiore,
ecc. Si è molto parlato di queste cose.
Non so se sulla terra siano mai vissuti degli esseri che I'ab-
biano realizzato in parte, ma in una piccolissima misura ci sono

156
stati degli esempi parziali di una cosa o dell'altra, degli cscrtrpi
che vanno a provare che è possibile. E seguendo questa idca. si
potrebbe anivare a concepire la sostituzione di organi matcriali
e del loro attuale funzionamento con centri di concentrazionc di
forza e di energia che sarebbero ricettivi alle forze superiori c
che, per una specie d'alchimia, le ttilizzerebbero per le necessi-
tà della vita e del corpo. Si parla già di diversi 'centri'nel corpo
- è una conoscenza molto diffusa fra le persone che hanno prati-
cato lo yoga, - ma questi potrebbero perfezionarsi al punto di
sostituire i differenti organi grazie ad un'azione diretta dell'ener-
gia e delle vibrazioni superiori sulla materia. Coloro che hanno
sufficientemente praticato l'occultismo nella sua forma più inte-
grale, si potrebbe dire, conoscono il procedimento di materializ-
zazione delle energie sottili e possono metterle in contatto con le
vibrazioni fisiche. Non solamente è una cosa che può essere fatta,
ma è una cosa che è fatta. E'tutta una scienza che deve, essa stes-
sa, perfezionarsi, completarsi e che evidentemente saràttrlizzata
per la creazione e la messa in azione di corpi nuovi che saranno
capaci di manifestare la vita supermentale nel mondo materiale.
La Madre

157
Capitol o l7

IL VITA[.,E

158
Sul piano fisico, è nella bellezza che il Divino si esprime.
Allo stesso modo, sul piano mentale è nella conoscenia, sul
piano vitale nel potere, sul piano psichico nell,amore.
La Madre

"La Volontà, il Potere, la Forza sono I'innata sostanza


dell'Energra di Vita, proprio per questo motivo trova giustffica-
zione il rifiuto della vita di riconoscere la supremazia della sola
Conoscenza e del solo Amore, e il suo impulso verso la soddi-
,sfazione di qualcosa d'irriflessivo, di testardo e di pericoloso
che può anche awenturarsi, secondo la sua maníerà di opera-
re, ardita e ardente, verso il Divino e I'Assoluto. L'amore e la
Saggezza non sono i soli aspetti del Divino; esiste anche I'a-
spetto del Potere. "
Sri Aurobindo: La Sintesi degli Yoga, vol. 1, p. 194

Sri Aurobindo dice che la parte vitale, I'essere vitale costi-


fuisce l'ostacolo maggiore, perché esso non è rigenerato, e ci
sarebbe la possibilità di trasformarlo se si sottomettesse com-
pletamente all'Amore e alla Conoscenza; tuttavia, poiché le sue
qualità predominanti sono la forza,I'energia, il potere, non gli
piace sottomettersi ad altre parti dell'essere e ciò giustifica il suo
rifiuto di sottomettersi, perché quelle qualità, nella loro essenza,
sono elevate quanto le altre. E'per questo che [il vitale] non pos-
siede lo stesso potere, né le stesse capacità,poiché non è evblu-
to, poiché non si è sottomesso, ed è da questo che nasce il dilem-
ma: non si sottomette in quanto ha quel potere e quel potere è
inutllizzablle, perché non è sottomesso. Come uscirne? Il vital",
se fosse sottomesso, sarebbe un aiuto molto potente, estrema-
mente utile, farebbe avanzare il processo assai più rapidamente.
Ma poiché sente il suo potere, rifiuta di sottomettersi agli altri;

159
e, poiché non si sottomette, il suo potere è inservibile. Allora
come fare? Sri Aurobindo pone il problema (lo risolverà in
seguito, se continuiamo la lettura, dopo un certo tempo ci dirà
come uscire da questo problema), ma egli lo pone prima, affin-
ché comprendiamo bene la situazione.
Se il vitale fosse un essere mediocre e senza qualità proprie,
non avrebbe difficoltà a sottomettersi, ma sarebbe del tutto inu-
tile. Mentre al contrario, il vitale è una specie di fortezza d'e-
nergia e potere - di tutti i poteri. Ma generalmente questo pote-
re è deviato; non è più al servizio del Divino, è al servizio del
vitale stesso per la sua propria soddisfazione. Allora, fino a che
resta così, non può essere utllizzato.
Bisognerebbe che capisse che quell'energia e quel potere che
sente in sé non possono diventare utili se non entra in perfetto
accordo col piano divino direalizzazione sulla terra. Se si rende
conto di questo, allora si calma e si lascia, per così dire, armola-
re nell'assieme dell'essere, e allora acquista la sua piena potenza
e la sua piena importanza. Diversamente è inutilizzabile. E, gene-
ralmente, tutte le sue attività sono sempre attività che complica-
no le cose, che le privano della loro semplicità, della loro p:urez-
za, spesso della loro bellezza e della loro efficacia, poiché la sua
azione è cieca, ignorante e molto egoista.
La Madre

La depressione viene dal vitale?

Oh sì! Tutto, tutti i vostri dispiaceri, depressioni, scoraggia-


menti, disgusti, furori, futto, tutto viene dal vitale. E' lui che
cambia I'amore in odio, è lui che crea lo spirito di vendetta, il
rancore, la cattiva volontà, il bisogno di distruggere e di nuoce-
re. E,' lui che vi scoraggia quando le cose sono difficili o non

160
vanno come volete. Inoltre ha una straordinlrilt (,itl)il( tf ii rli lirrr.
sciopero! Quando non è contento si rannicchiir irr un iltguln t.
non si muove più. E allora non avete più cncrgilr. non rt\r'lr Ilt
forza, non avete più coraggio, la vostra volontiì ù corrrr. uurl lrtrlll
ta che appassisce. Tutte le rabbie, i disgusti, i firrori, lt tlrrpr.rit
zioni, i dispiaceri, le collere, tutto viene da clrcl srp.rrorr. ll
Perché esso è I'energia in azione.
Allora dipende dalla partc verso cui si volge. [1 vi lipt.to r.lrr,
ha la grande abitudine di fare sciopero. E'la sua arma piir potclr
te: "Ah, non fate ciò che voglio: ebbene, non mi lrltovrìr'o l)lu.
farò il mofto." E lo fa per la minima cosa. Ha un pessinro cirlirt
tere, è molto suscettibile, serba rancore - ha veramentc urr ;rcssr
mo carattere. Credo in realtà che sia molto conscio del suo pole
re; sa benissimo che se si dà per intero non c'è nulla chc rcsislrr
al movimento della sua forza. E come tutti coloro che hanno trrr
peso sulla bilancia, gli piace mercanteggiare: "Vi darò la ruia
energia, ma voi dovrete fare quello che voglio io. Se non rni
darete ciò che domando, ebbene, ritirero la mia energia." E voi
resterete piatti come una galletta. E,'vero, succede proprio così.
E' difficile controllarlo. Ma, naturalmente, se si riesce a
domarlo, si ha nelle mani uno strumento potente per realizzare
ciò che si r,uole. Esso puo rimuovere i maggiori ostacoli. Esso
può rendere intelligente uno stupido - e soltanto lui puo farlo. Se
una persona, anche la più stupida, si entusiasma per progredire
e il suo vitale si mette in testa che otterrà tale progresso, persi-
no quella persona può diventare intelligente! Ho visto degli
esempi, non parlo per sentito dire: ho visto persone che erano
piatte, stupide, incapaci di capire, che non capivano niente - si
poteva spiegare loro una cosa per mesi, non l'afferravano, era
come parlare a un pezzo di legno - ma che di colpo, quando il
loro vitale era preso da una passione, semplicemente perché
volevano piacere a qualcuno o rcalizzare qualcosa (e per questo
bisogna capire, bisogna sapere, è necessario), allora si smuove,

161
vano, scuotevano la loro mente addormentata, mettevano ener-
gia in tutte le parti del loro essere, e capivano, diventavano intel-
ligenti. Ho conosciuto una persona che praticamente non sapeva
niente, non capiva niente, ma che, quando la sua mente si met-
teva in movimento, quando era presa da quella sete di progres-
so, si metteva a scrivere cose meravigliose (cose che sono nelle
mie mani). Ma quando il movimento cessava, quando il vitale
faceva sciopero - poiché qualche volta faceva sciopero, si ritira-
va - quella persona ridiventava assolutamente stupida.
Cerlo è difficile stabilire un contatto costante fra la coscien-
zaftsica più esteriore e la coscienzapsichica; la coscienza fisi-
ca ha sì molta buona volontà, è molto metodica, fa molti tenta-
tivi, ma è lenta e pesante, e la strada è lunga e difficile. Essa non
si stanca, ma non fa neppure sforzi, continua tranquillamente il
suo cammino. Mettere in contatto la coscienza esteriore con lo
psichico può richiedere secoli. Ma ecco che, per una ragione
qualsiasi, il vitale interviene. E' preso da una passione. Vuole
quel contatto (per una ragione qualsiasi, che non sempre è una
ragione spirituale), nrole ad ogni costo quel contatto. Lo vuole
con tutta la sua energia, tutta la sua forza, tutta la sua passione,
tutto il suo entusiasmo: ecco che in tre mesi la cosa è fatta!
Quindi, prendete molta cura del vostro vitale, trattatelo con
molto rispetto, ma non obbeditegli mai, altrimenti vi trascinerà
in ogni sorta di esperienze spiacevoli. Se però in qualche modo
riuscirete a convincerlo, allora farete passi da gigante sul cam-
mino.
La Madre

Questo governo dei diversi 'sé'in noi è alla base degli stadi
dello sviluppo della personalità umana... In certi esseri umani è
1l Purusha fisico, l'essere del corpo, a dominare la mente, la

162
volontà e I'azione; si vede apparire in qucl cirso l'rrllrrr f lrl+ r,
preoccupato soprattutto della sua vita corpurc:ir c rlrt qrurl ltirl
tuali bisogni ed impulsi, delle sue abitudini vitllr, rrrt.rrtnli r.- ltat
che, e che guarda molto poco, o per nientc, al rli lri tlr rlirr,rtr,
cose, subordinando e restringendo a questa linritllrr lurnrrr/trrtrr,
futte le sue altre tendenze e possibilità. Ma anchc ncll'rrrrrrrn llal
co esistono altri elementi, ed egli non può viverc cscltnn.nrrt-lr
te come un animale umano preoccupato solo dalla nrrst,iln, rlallir
morte, dalla procreazione, dalla soddisfazione dcgli itrrprrlrr r.
dei desideri ordinari e dalla conservazione della vita c tlcl r.or 1rr r

questo è il tipo normale della sua personalità, ma è ailrirve rrrrlo.


per quanto debolmente, da influenze che gli permettono, st. ep'.lr
le sviluppa, di avanzare verso un'evoluzione umana supuliort.
Se il Purusha fìsico-sottile interiore insiste, I'uomo può tllivir
re all'idea di una vita fisica più raffinata, più bella e piir pcr'll.t
ta e sperare o cercare direalizzarla nella sua propria esistenzl, o
nell'esistenza collettiva o di gruppo. In altri, è il sé vitale, I'cs-
sere di vita a dominare e governare la mente, la volontà e I'a-
zione; si vede allora apparire I'uomo vitale, preoccupato d'af -
fermarsi, d'aumentare la sua potenza, d'allargare la sua vita, di
soddisfare le sue ambizioni, le sue passioni, i suoi impulsi e
desideri, le esigenze del suo ego, cercando la dominazione, il
potere, I'eccitazione, la battaglia e lo sforzo, l'awentura inte-
riore ed esteriore: tutto il resto è accessorio o subordinato a que-
sto movimento, alla costruzione ed espressione dell'ego vitale.
Tuttavia, anche nell'uomo vitale esistono o possono esistere altri
elementi di un carattere mentale o spirituale in via di crescita,
benché accada che questi siano meno sviluppati della sua perso-
nalità vitale e del suo potere vitale. La natura dell'uomo vitale è
più attiva, più forte e più mobile, più turbolenta e caotica, spes-
so fino al punto d'essere completamente sregolata, rispetto a
quella dell'uomo fisico che è ancorato allaferta e possiede un
certo equilibrio materiale, ma è più energica e creativa, perché

r63
I'elemento dell'essere vitale non è la terua, ma l'aria; esso ha più
movimento, meno staticità. Una mente e una volontà vitali vigo-
rose possono impadronirsi delle energie vitali cinetichez e
governarle, ma più per una violenta coercizione e costrizione
che per tn'armonizzazione dell'essere. Se, comunque, una forte
personalità vitale, con la sua mente e la sua volontà, può ottene-
re che I'intelligenza ragionante le offra una salda base e diventi
il suo ministro, può allora crearsi una vigorosa formazione di un
certo genere, più o meno equilibrata ma sempre potente ed efÎ-
cace, che riuscirà ad imporsi alla natura e all'ambiente, arrivan-
do ad affermarsi con forza nella vira e 1'azion".
,r, Aurobindo

164
Capitolo 18

LAMENTE

l6s
A uno stadio superiore dell'evoluzione della personalità,
I'essere della mente puo prendere il comando; si vede allora
apparire I'uomo mentale che vive soprattutto nella mente come
gli altri vivono nella natura vitale o in quella fisica. L'uomo
mentale tende a subordinare il resto del suo essere alla sua pro-
pria espressione mentale, ai suoi fini mentali, ai suoi interessi
mentali o a un'idea o a un ideale mentale: a causa della difîcol-
tà che presenta questa subordinazione e del potente effetto ch'es-
sa esercita una volta realizzafa, e per lui pù difficile e nel con-
tempo più facile arrivare ad armonizzare la sua natura. E'più
facile, perché la volontà mentale, una volta che govema, può
convincere col potere dell'intelligenza ragionante, e allo stesso
tempo dominare, frenare o reprimere lavita e il corpo e le loro
esigenze, ordinarli e arrnonizzarli, costringerli ad essere suoi
strumenti, ridurli anche al minimo in modo che non disturbino la
vita mentale o non la facciano ridiscendere dal suo movimento
creatore di idee o di ideali. E'più difficile, perché la vita e il
corpo sono i poteri primari e, se dispongono della minima forza,
possono imporsi al sovrano mentale con un'insistenza quasi irre-
sistibile. L'uomo è un essere mentale, e la mente è la guida della
sua vita e del suo corpo; ma è una guida considerevolmente gui-
data dai suoi sewitori e che a volte non ha altra volontà che quel-
la ch'essi le impongono. Nonostante il suo potere, la mente è
spesso impotente davanti all'incosciente e al subcosciente che
ne offuscano la chiarezza trasctnandola nella marea degli istinti
e degli impulsi; nonostante la sua chiarezza, essa viene ingan-
nata dalle suggestioni vitali ed emotive che la spingono ad
approvare l'ignonnza e l'errore, il pensiero sbagliato el'azione
sbagliata, o è obbligata a restare spettatrice mentre la natura
segue ciò ch'essa sa essere falso, pericoloso o cattivo. Anche
quando è forte, chiara e dominante, la Mente, pur imponendo
una certa armonia mentalizzata, a volte notevole, non può inte-
grare tutto I'essere e tutta la natura. Inoltre, queste armonizza-

t66
zioni dor,'ute a un controllo d'ordine inferiore non sono decisive,
perché è solo una parte della natura umana a dominare e a îea-
lizzarsi, mentre le altre sono represse e private della loro pie-
nezza. Queste annonizzazioni possono rappresentare delle tappe
sul cammino, ma non sono definitive; è per questo che nella
maggior parte degli uomini non esiste una tale direzione unica o
armonia parziale effettiva, ma solo una certa predominanza e,
per il resto, I'equilibrio instabile di una personalità per metà for-
mata e per metà in formazione, a volte uno squilibrio o un dis-
ordine dovuto alla mancanzadilun governo centrale o al perhrr-
bamento di un equilibrio parziale realizzafo in precedenza. Tutto
è necessariamente transitorio fino a che la scoperta del nostro
centro reale permetta di ottenere una prima vera armonizzazio-
ne, anche se non ancora definitiva.
Sri Aurobindo

Ci sono persone che, appena succede la minima cosa al


co{po, hanno la mente completamente squilibrata. Altre possono
essere molto malate ma conservano una mente chiara. E' più
raro e più difficile vedere una mente squilibrata in un corpo sano
- non è impossibile, ma è molto più raro - perché il corpo dipen-
de molto dallo stato della mente. La mente (l'ho scritto là nel
libro6) è la padrona del fisico. E ho detto che il corpo è un ser-
vitore molto docile e molto obbediente. Soltanto non sappiamo
servirci della nostra mente, non solo, ma ce ne serviamo nel
modo peggiore. La mente ha un potere di formazione notevole e
un'azione diretta sul corpo, e in genere ci serviamo di quel pote-
re per ammalarci. Infatti, appena la minima cosa non va, la men-

6 "Th. S.i"tt.e of Living", On Education

t67
te comincia a formare e costruire tutte le disgrazie possibili, a
chiedersi se si verificherà questa o quella, che cosa succederà e
come finirà. Ebbene, se invece di lasciare la mente compiere
un'opera del tutto nefasta, ci si servisse della stessa capacità per
fare delle formazioni favorevoli - per esempio, semplicemente
per dare fiducia al corpo, per dirgli che si tratta soltanto di uno
squilibrio passeggero e che non è nulla, che se entra in un vero
stato di ricettività la malattia può passare altrettanto facilmente
di com'è venuta, e che può guarire in pochi secondi, - se si
facesse così, si otterrebbero risultati meravigliosi.
La Madre

La Mente ha anche un potere di verità; essa apre la stanza del


suo pensiero tanto a Wdya quanto ad Avidya, e se il suo punto di
partenza è l'Ignoranza, se essa passa per le vie tortuose dell'er-
rore, la sua meta resta sempre tuttavia la Conoscenza: c'è in lei
uno slancio verso la ricerca della verità, un potere, - benche
secondario e limitato, - di trovare la verità e di creare la verità.
Anche se quelle che può mostrarci sono solo immagini, rappre-
sentazioni o espressioni astratte della verità, tuttavia queste
sono, a loro modo, riflessi di verità, formazioni di verità, e le
realtà di cui esse sono forme si trovano presenti, nella loro veri-
tà più concreta, in qualche più profonda profondità o su qualche
piano superiore di potere della nostra coscienza'
Sri Aurobindo

Una certa fondamentale soggezione della Mente alla Vita e


alla Materia e un'accettazione di questa soggezione, un'incapa-
cità a far sì che la legge della Mente dòmini direttamente e

r68
modifichi coi suoi poteri la legge e le operazioni più cieche di
queste forze interiori delllessere rimane anche nel mezzo della
nostra più grande maestria mentale sul sé e le cose, ma questa
limitazione non è insormontabile. E'interesse della conoscenza
occulta di mostrarci, - e una forza dinamica di conoscenza spiri-
tuale ci porta alla stessa evidenza - che questa soggezione della
Mente alla Materia, dello Spirito a una legge inferiore della Vita,
non è, com'essa appare all'inizio, una condizione fondamentale
delle cose, una regola inviolabile e inalterabile della Natura. La
scoperta naturale più grande, più importante che l'uomo possa
fare è che la Mente, e più ancora laforza dello Spirito, per la sua
natura e il suo potere diretto e non solo servendosi di espedien-
ti e di artifici come gli strumenti materiali superiori inventati
dalla Scienza fisica, può in molti modi, conosciuti o ancora sco-
nosciuti, e in tutte le direzioni, sormontare e dominare la Vita e
la Materia.
Sri Aurobindo

La Mente è una divinità mediatrice:


i suoi poteri possono disfare tutta l'opera della Natura:
la Mente puo sospendere, o cambiare,la legge concreta della terra
Sciolta dal sigillo sonnolento dell'abitudine terrestre,
può rompere la pesante presa della Materia;
indifferente allo sguardo adirato della Morte,
può rendere immortale l'opera d'un momento:
una semplice decisione della sua forza pensante,
la pressione fortuita del suo minimo assenso
posson liberare la muta Energia rattenuta
dentro le sue stanze di trance misteriosa.
Essa fa del sonno del corpo un'arma potente,
sospende il respiro, le pulsazioni del cuore,

169
mentre viene trovato f invisibile, compiuto l'impossibile,
e senza mezzi comunica il pensiero taciuto;
provoca gli eventi con la sua pura volontà silenziosa,
agisce a distanza, senza mani né piedi.
Questa gigantesca Ignoranza, questa Vita nana
essa può illuminare di visione profetica,
invocare I'ebbrezza bacchica, lo sprone della Furia,
svegliar nel nostro corpo il demone o il dio,
farui entrare I'Onnisciente e Onnipossente,
ridestare, dentro, un'Onnipotenza dimenticata.
Fulgida imperatrice sul suo proprio piano,
anche in questo rigido regno, la Mente può esser regina.
Sri Aurobindo: Savitri, Libro I, Canto V

170
Capitolo l9

I POTERI OCCULTI
DEL SUBLIMINALE

It1
Occultismo significa propriamente I'uso dei poteri superiori
appartenenti alla nostra nattJra, all'anima, alla mente, allaforza-
di-vita e alle facoltà della coscienza fisica sottile, per ottenere
risultati - sia sui piani rispettivi sia sul piano materiale - atlra-
verso la pressione della loro legge segreta e delle sue potenzia-
lità, che manifestino e producano i loro effetti nella mente, nella
vita, nel corpo umano terrestre e negli oggetti e awenimenti del
mondo della Materia. Una scoperta e un'estensione di questi
ancora poco conosciuti o solo embrionali poteri viene ora vista,
da alcuni pensatori di fama, come il prossimo passo che I'uma-
nità dovrà compiere nella sua immediata evoluzione.
Sri Aurobindo

La coscienza, nella sua vera e propria natura, non potrebbe


esser limitata dall'ordinaria coscienza fisica umano-animale,
deve avere altre sfere. I poteri yoghici od occulti non sono
sovrannaturali o incredibili più di quanto sia sovrannaturale o
incredibile il potere di scrivere un grande poema o comporre
della grande musica; pochissime persone possono farlo, così
come stanno le cose, - nemmeno una su un milione; la poesia e
la musica vengono infatti dall'essere interiore e per scrivere o
comporre cose vere e importanti si deve aver aperto il passaggio
fra la mente esteriore e qualcosa nell'essere interiore. E' per
questo che voi avete ottenuto il potere poetico appena avete
cominciato lo yoga, - la forza yoghica ha fatto aprire il passag-
gio. E' lo stesso con la coscienza yoghica e i suoi poteri; si trat-
ta di aprire il passaggio, - perché essi sono già dentro di voi.
Naturalmente, la prima cosa è credere, aspirare e, con la vera
spinta interiore, fare il tentativo.
Sri Aurobindo

112
La vera e diretta conoscenza o visione del passato, del pre-
sente e del futuro ha inizio con l'apertura della coscienza psi-
chica e delle facoltà psichiche. La coscienza psichica appartiène
a cio che attualmente viene spesso chiamato il sé subliminale, il
sé sottile o sognante della psicologia indiana; e la portata della
sua conoscenza che è quasi infinita include un potere vastissimo
e molte forme di visione interiore tanto delle possibilità quanto
delle realtà determinate del passato, del presente e del futuro. La
sua più eminente facoltà, quella che più facilmente atfiral'at-
tenzione, è la capacità di vedere, mediante il senso psichico,
immagini di tutte le cose nel tempo e nello spazio. Còsì come
viene esercitata dai chiaroveggenti, mediums ed altri, spesso,
anzi abitualmente, è una facoltà specializzata,limitata anche se
sovente precisa e accurata nell'azione, e non implica alcuno svi-
luppo dell'anima interiore, o dell'essere spirituàle o dell,intelli-
genza superiore. E' una porta, apeftasi per caso o per un dono
innato o per un qualche tipo di pressione tra la mentè di veglia e
quella subliminale, che immette soltanto alla superficie o aicon-
fini di quest'ultima. In un determinato ambito di potere e di
azione della segreta mente universale, futte le cose sono rappre-
sentate da immagini non solo visuali ma anche auditive e di altro
tipo; e un certo sviluppo dei sensi sottili o psichici, qualora non
vi sia interferenza della mente costruttiva e delle suè fantasie -
vale a dire se non interengono immagini mentali artificiali o
travisanti - qualora il senso psichico sia libero, sincero e recetti-
vamente passivo, rende possibile la ricezione di tali rappresen-
tazioni o trascrizioni con perfetta accuratezza e consente non
tanto di predire quanto di vedere nelle sue corrette raffigurazio-
ni il presente situato oltre la portata dei sensi fisici, il passato e
il futuro. L'accuratezza di questo genere di visione dipende dal
suo limitarsi ad una esposizione della cosa veduta, mentre il ten-
tativo d'interferire, interpretare, o altro che vada oltre la cono-
scenza visuale, può condurre ad un alto grado di errore qualora

173
non incorra una forte intuizione psichica, raffrnata, sottile e pura,
oppure un alto sviluppo della luminosa intelligenza intuitiva.
Una più completa apertura della coscienza psichica ci condu-
ce molto più in là di queste facoltà di visione per immagini, e ci
introduce se non proprio in una nuova coscienza temporale
almeno su molte vie della triplice conoscenza del tempo. Il sé
subliminale o psichico puo riportare indietro, oppure proiettarsi
in passati stati di coscienza e di esperienza; e anticipare, o per-
sino, benché cio sia meno comune, proiettarsi intensamente in
futuri stati di coscienza e di esperienza.Lo fa mediante un tem-
poraneo entrare o identificarsi del proprio essere, o del suo pote-
re di sperimentare la conoscenza, sta con permanenze sia con
rappresentazioni del passato e del futuro contenute dietro la
nostra mente in una etema coscienza temporale, o lanciate dal-
l'etemità della supermente in una indivisibile continuità di
visione temporale. Oppure può riceverne l'impronta e costruir-
ne una sorta di trascrizione nell'etere sottile dell'essere psichi-
co. Oppure ancora può evocare il passato dalla memoria sub-
conscia, in cui è sempre latente, e conferirgli una forma vivente
e una specie di rinnovata esistenza mnemonica; e può egual-
mente richiamarlo dalle profondità della latenza, dove è già
sagomato nell'essere, e similmente conformarvisi e sperimenta-
re il futuro. Può attraverso una specie di visione psichica, o
intuizione animica - che non è eguale alla più sottile e meno
concreta visione dell'intelligenza luminosa intuitiva - prevedere
o pronosticare il futuro, oppure proiettare questa intuizione ani-
mica nel passato che è ormai scomparso dietro al velo e recupe-
rarlo per una conoscenzanel presente. Può sviluppare un vede-
re simbolico che trasmette il passato e il futuro attraverso una
visione delle forze e dei significati che appartengono ai piani
superfisici, ma che influiscono potentemente sulla creazione
dell'universo materiale. Può sentire l'intenzione del Divino, la
volontà degli Dei, tutte le cose e i loro segni e contrassegni che

174
discendono sull'anima e determinano il complesso movimento
delle forze. Può anche sentire il moto delle forze che rappresen-
tano o corrispondono alla pressione - così come puo percepirne
la presenza e I'azione - degli esseri dei mondi mentale, vitale ed
altri, che s'interessano alle nostre vite. Può raccogliere in tutti i
modi indicazioni di ogni specie su awenimenti passati, presen-
ti e futuri. Può ricevere, manifesta alla propria visione, la scrit-
tura eterica - akasha lipi - che conserva la registrazione di tutte
le cose passate, trascrive tutto cio che si atfua nel presente, anti-
cipa il futuro.
Tutti codesti poteri, e una moltitudine di altri ancora, sono
nascosti nel nostro essere subliminale e possono venire portati
alla superficie mediante il risveglio della coscienza psichica. La
conoscenza delle nostre vite passate - sia dei passati stati d'ani-
mo, sia delle personalità o scene, sia degli eventi e relazioni con
gli altri - e delle vite passate altrui, del passato del mondo, del
futuro, delle cose presenti che sono oltre il raggio dei nostri sensi
fisici o della portata di qualsiasi mezzo di conoscenza accessibile
alla intelligenza di superficie, I'intuizione e le impressioni non
solo delle cose fisiche ma anche dell'operare in noi stessi, e negli
altri, di una mente, di una vita e di un'anirna passate, presenti e
future; la conoscenza non soltanto di questo mondo, ma anche di
altri mondi o piani di coscienza e delle loro manifestazioni nel
tempo, e delle anime in essi incorporate e dei loro destini - tutto
ciò si dispiega apertamente al nostro essere psichico perché pros-
simo alle intimazioni dell'universale, non unicamente né princi-
palmente monop olizzato dall' immediato, né confi nato nell' angu-
sto cerchio dell' esperien za ptJr amente personale e fi sica.
Sri Aurobindo

175
Il risveglio della coscienza psichica affranca in noi I'uso diret-
to della mente come sesto senso - e tale facoltà può essere fatta
costante e normale. La coscienza fisica puo comunicare con la
mente degli altri, o conoscere gli ar,venimenti del mondo che ci
circonda soltanto attraverso mezzi, segni ed indicazioni esteme,
ma oltre a tale limitata azione fa soltanto un uso vago e acciden-
tale delle più dirette capacità della mente, quasi un pallido raggio
di presentimenti, intuizioni e messaggi occasionali. Le nostre
menti, in verità, influenzano e sono costantemente influenzate
dalle menti altrui per mezzo di correnti nascoste delle quali non
siamo consapevoli; ma non abbiamo conoscenza né controllo di
tali influssi. La coscienza psichica nello svilupparsi ci rende con-
sapevoli della grande massa di pensieri, sentimenti, suggestioni,
volontà, impatti, influssi di ogni genere che riceviamo dagli altri,
o inviamo loro, e che s'imbevono della o si proiettano nella atmo-
sfera mentale generale che ci circonda. A misura che la coscienza
psichica evolve in potenza, precisione e chiarezza, diventiamo
capaci di rintracciarla fino alla sorgente, o di ar.vertime immedia-
tamente l'origine e il passaggio in noi, e di dirigere cosciente-
mente e con una volontà intelligente i nostri propri messaggi.
Diventa possibile essere consapevoli - più o meno accuratamente
e con maggiore o minore discemimento - delle attività di menti
che sono fisicamente vicine o distanti da noi; di capire, sentire o
identificare noi stessi coi loro temperamenti, caratteri, pensieri,
sentimenti, reazioni - sia mediante un senso psichico o una perce-
zione mentale diretta, sia mediante una sensibilissima, e ipesso
intensamente concreta, ricettività verso di esse, dentro la nostra
mente, oppure sulla sua superficie di registrazione. Nel contempo
possiamo coscientemente rendere consapevole il sé interiore degli
altri del nostro mentale interiore o del nostro sé psichico, e, se
sono sufficientemente sensitivi, anche la loro mente di superficie
rendendoli plastici ai nostri pensieri, suggestioni, influenze, persi-
no riversare il nostro mentale interiore o il nostro sé psichico o la

t76
sua immagine attiva nel loro sé soggettivo, e addirittura nel loro
essere vitale e fisico, per operarvi come un potere e una presenza
soccorrevole, o modellante o dominante.
Sri Aurobindo

La vista, I'udito, il gusto, I'odorato, il tatto, sono infatti pro-


prietà della mente e non del cofpo, ma la mente fisica che nor-
malmente utllizziamo si limita generalmente a tradurre soltanto in
sensazioni gl'impatti esteriori che riceve attraverso il sistema ner-
voso e gli organi fisici. Il Manas interiore possiede anch'esso una
vista sottile, un udito sottile, un potere di contatto che gli è pro-
prio che non dipendono dagli organi fisici. Inoltre possiede ìon
solamente un potere di comunicazione dalla mentè all,oggetto
(potendo arivare in cerli alti gradi d'azione sino a dare la pérce-
zione del contenuto di un oggetto che si trova entro o fuóri del
nostro raggio d'azione fisica), ma anche un potere di comunica-
zione diretta da mente a mente. La mente possiede anche la capa-
cità di cambiare, modificare, inibire l'incidenza, il valore e I'in-
tensità dell'impatto dei sensi. Abitualmente, tali facoltà non ven-
gono coltivate, per cui questi poteri della mente non vengono uti-
lizzati; rimangono nel subliminale ed emergono talvolta sotto
forma di azioni irregolari e capricciose, più facilmente in alcuni
esseri che in altri, oppure vengono alla superficie durante certi
stati anormali. Essi sono la base della chiaroveggenza, della chia-
roaudienza, della trasmissione del pensiero e dell'impulso, della
telepatia e della maggior parte dei più comuni poteri occulti
('occulti'per modo di dire, in quanto questi fenomeni possono
meglio, ma meno misticamente, essere descritti come poteri di
Manas, per il momento subliminali). I fenomeni d,ipnotismo e
molti altri dipendono dall'azione di questa mente senioria subli-
minale; non che essa stessa costituisca tutti gli elementi di questi

171
fenomeni, ma rappresenta il primo trrezzo o sostegno per lo scam-
bio, la comunicazione o la risposta, anche se la loro vera opera-
zione sia compiuta da una Buddhi interiore. Abbiamo in sostanza
e possiamo utllizzare una doppia mentalità sensoria: fisica e ultra-
fisica'
Sri Aurobindo

Ci sono dei poteri della mente e della forza vitale che non sono
stati inclusi nell'attuale sistematizzazione mentale e vitale che la
Natura ha operato nella materia, ma che esistono allo stato poten-
ziale e si possono far agire su cose e circostanze materiali o anche
introdurre nell'attuale sistematizzazione, cui verrebbero ad
aggiungersi per accrescere il dominio della mente sulla nostra vita
e sul nostro corpo, o per agire sulla mente, le vite e il corpo altrui,
o sui movimenti delle Forze cosmiche. La recente ammissione
dell'ipnotismo è un esempio di una tale scopefta e dell'impiego
sistematico, - benché ancora ristretto e limitato, limitato per il suo
metodo e la sua formula, - di poteri occulti che altrimenti ci toc-
cano solo attraverso un'azione casuale o nascosta il cui processo
ci è sconosciuto, o afferrato in maniera irnperfetta da pochi; per-
ché noi siamo costantemente soggetti a un'aggressione di sugge-
stioni, suggestioni nei nostri pensieri, nei nostri impulsi, nella
nostra volontà, suggestioni emotivc e sensoriali, onde mentali,
onde vitali che vengono dagli altri o dall'Energia universale e si
riversano su di noi o in noi, ma che agiscono e producono i loro
effetti a nostra insaputa. Un tentativo sistematico di conoscere
questi movimenti, le loro leggi e le loro possibilità, di padroneg-
giare e ttllizzare il potere o la forza della Natura che si trova die-
tro ad essi, o di proteggerci da questi, appafterebbe a uno dei
domini dell'occultismo, ma non sarebbe che una piccola parte di
quel dominio, perché vasti e molteplici sono i campi, le urllizza-

178
zioni e i processi possibili in quest'ampia sfera di Conoscenza
ancora poco esplorata.
Sri Aurobindo

Nei fenomeni d'ipnosi vediamo che non solo si puo impedire


con successo al soggetto ipnotizzato di sentire il dolore di una
ferita o di una puntura durante questo stato anormale, ma con
eguale successo gli si puo evitare di ritomare all'abituale reazio-
ne di sofferenza quando sarà sveglio. La ragione di questo feno-
meno è perfettamente sernplice; I'ipnotizzatore non fa che
sospendere I'abituale coscienza di veglia che è schiava delle abi-
tudini nervose, facendo appello all'essere mentale subliminale in
profondità, l'essere mentale interiore che, sc vuole, è padrone dei
nervi e del corpo. Ma questa libertà ottenuta con I'ipnosi in
maniera anomale, rapida, senza un vero possesso, con I'inter-
vento d'una volontà altrui, può essere conquistata ugualmente in
maniera nonnale, gradualmente, con un vero possesso, mediante
la propria volontà, si da realizzare una vittoria parziale o comple-
ta dcll'essere mentale sulle abituali reazioni nervose del corpo.
Sri Aurobindo

Il potere di visione occulta esiste in ognuno, per lo più latente,


spesso a volte vicino alla superficie, molto più raramente già in
superficie. Se si pratica il trataka, è quasi certo che prima o poi si
manifesti - benché alcuni trovino diffrcoltà e per loro ci voglia
tempo; coloro in cui si manifesta subito hanno sempre avuto que-
sto potere di visione occulta vicino alla superficie, per cui emerge
alla prima pressione direfla.
Sri Aurobindo

179
Le visioni soggettive possono essere reali quanto la vista
oggettiva; I'unica differenza è che questa riguarda cose reali
nello spazio materiale, mentre le altre riguardano cose reali che
appartengono ad altri piani, dai più alti fino al fisico sottile;
anche le visioni simboliche sono reali nella misura in cui sono
simboli di realtà. Persino i sogni possono avere una realtà nel
piano sottile. Le visioni sono irreali solo quando sono semplice-
mente formazioni mentali immaginative, e non rappresentazioni
di qualcosa di vero o che era vero o che sta per diventare vero.
Questo potere di visione è a volte innato e abituale anche se
non si fa alcuno sforzo per svilupparlo, a volte si risveglia in
modo spontaneo e diventa abbondante, a volte ha bisogno solo
di un po' di pratica per svilupparsi; non è necessariamente un
segno di compimento spirituale, ma di solito, quando con la pra-
tica dello yoga si comincia a interiorizzare o a vivere interior-
mente, il potere di visione sottile si risveglia in misura più o
meno grande; ma questo non sempre accade facilmente, soprat-
tutto se si è abituati a vivere molto nell'intelletto o in una
coscienza vitale esteriore'
Sri Aurobindo

La gente dà valore alle visioni innanzitutto perché sono una


chiave (ce ne sono altre) per mettersi in contatto con altri mondi
o con i mondi interiori e tutto cio che vi si trova, e queste sono
regioni d'immense ricchezze che superano di gran lunga il piano
fisico com'è attualmente. Si penetra in un sé più ampio e più
libero e in un mondo più vasto e più plastico. Naturalmente, le
visioni individuali permettono solo un contatto con questi
mondi, non di penetrarui effettivamente, ma il potere di visione
accompagnato dal potere degli altri sensi sottili (udito, tatto,
ecc.), man mano che cresce permette di penetrarvi. Queste cose

180
non hanno I'effetto di una pura immaginazione (come quella di
un poeta o di un artista, benché anche questa possa esseie abba-
stanza forte) ma, se coltivate fino in fonào, determinano una cre-
scita costante dell'essere e della coscienza, della sua ricchezza
d'esperienza e della sua estensione.
I.a gente dà valore al potere di visione anche per un'altra
ragione più importante: esso puo offrire un primo contatto con il
Divino nelle sue forme e nei suoi poteri;púò significare I'aper_
tura a una comunione con il Divino, all'ascolto della Voce che
guida, alla Presenza così come all'Immagine nel cuore, e a
molte altre cose che portano quello che I'uomo cerca attraverso
la religione o lo yoga.
Inoltre, la visione è importante in quanto è spesso una prima
chiave per i piani interiori del proprìo essere e della piopria
coscienza, distinti dai mondi o piani della coscienru .ó.-ì"u.
L'esperienza yoghica spesso comincia con l'apertura der terzo
occhio nella fronte (il centro di visione fra le sopracciglia) o con
qualche specie d'inizio e di allargamento della visióne sottile
che puo dapprima sembrare non lmportante, ma che precede
un'esperienzaprù profonda. Anche quando non è così _ si può
infatti arivare all'esperienza direttamente - la visione puo và"i-
re in un secondo tempo quale potente aiuto all,esperiónza; può
essere piena di indicazioni che contribuiscono alla conoscenza
di sé, alla conoscenza delle cose e alla conoscenza delle perso-
ne; può essere veridica e portare alla previsione, alla pràoni-
zione e ad altre apert're di minore impotl'anza ma utilissime
a
uno yogi. Insomma, la visione è uno strumento molto importan_
te, anche se non assolutamente indispensabile.
Ma, come ho asserito, ci sono visioni e visioni, proprio come
ci sono- sogni e sogni, e bisogna sviluppare il discómimento, un
senso dei valori e delle cose, sapere òòme questi
poteri e come farne uso. "omprendere
Sri Aurobindo

l8t
Capitol o 20

LO PSICHICO

182
Il vero essere centrale è infatti I'anima, ma quest,essere si
tiene dietro e, nella maggior parle delle nature umane,
non e che
un testimone segreto o, si potrebbe dire, un sovrano costituzio_
nale che lascia governare i ministri al suo posto, delegando
loro
il suo impero, approvando silenzio.u*"ni" le íoro dicisioni,
à
soltanto mettendoci di quando in quando una parola
che i mini_
stri possono.a ogni momento non àscoltare per agire altrimenti.
E'."-o..ì finché la personalità psichica messa avànti
dall,entità
psichica non è ancora suffrcientemente sviluppata; quando
J
divenuta abbastanza forte perché l'entità interiàie pórà rÀpor-
si attraverso di essa, allora I'anima può venire in prlmo p#;
assumere il controllo della natura. Et quando qllesto
vero monar-"
ca passa in primo piano e prende in mano le redini
del governo,
che_ puo prodursi una realè armonizzazione
del nostro"essere é
della nostra vita.
SriAurobindo

Dolce Madre, esiste in tutti un essere spirituale?

Dipende da cosa inten-diamo per ,essere,, se alla parola


ESSERE sostituiamo PRESENZA, sì, in ognuno c,è
unà pre_
senza spirituale. Se noi per 'essere'intendiimo un,entità
oita-
nizzata, pienamente cosiiente di sé, indipendente e
avente il
p.g1î1". d'affermarsi e governare il resto della
natura _ no! La pos_
sibilità di questo essere indipendente o onnipotente è in tutti,
la realizzazione è il risultàto di lunghi sforzi che talvolíama si
estendono per numerose vite.
_ In ognuno, anche se ai primi inizi, questa presenza spiritua_
le, questa luce interiore è ià... Infatti éssa è dappertuuà.
I,;to
vista, molte volte, in certi animali. E' come un pìnto
brillante
che sta alla base di un certo controllo, di una cefta protezione;

183
qualcosa che rende possibile, persino in una semi-coscienza,rLîa
certa armonia con il resto della creazione, affinché le catastrolr
irrimediabili non siano continue e generali. Senza questa pre-
senza, il disordine creato dalle violenze e dalle passioni vitali
sarebbe tale che esse potrebbero in qualsiasi momento produrre
una catastrofe generale, una specie di distruzione totale che
impedirebbe il progresso della Natura. E' quella presenza, quel-
la luce spirituale - che si potrebbe quasi chiamare coscienza spi-
rituale - che è all'interno di ogni essere e d'ogni cosa e che fa sì
che malgrado tutte le discordanze, malgrado tutte le passioni,
malgrado tutte le violenze, ci sia un minimo d'armonia genera-
le che permetta al lavoro della Natura di compiersi.
Questa presenza si manifesta in tutta la sua evidenza nell'es-
sere umano, anche il più rudimentale. Persino nell'essere umano
più mostruoso, quello che dà I'impressione d'essere l'incarna-
zione di un diavolo o di un mostro, c'è internamente qualcosa
che esercita una specie di controllo irresistibile - persino per
I'essere peggiore ci sono cose che sono impossibili. E senza
questa presenza, se I'essere fosse esclusivarnente governato
dalle forze avverse, le forze del vitale, non ci sarebbe questa
impossibilità.
Ogni volta che un'onda di queste forze avverse, così
mostruose, si riversa sulla tera, si ha l'impressione che nulla
potrà più arrestare il disordine e I'orrore dilaganti e sempre, a un
dato momento, in un modo inatteso e inspiegabile, interviene un
controllo e I'onda è contenuta, la catastrofe non è totale. Lo si
deve a questa Presenza - suprema - nella materia.
Ma è solamente in qualche essere eccezionale e dopo un
lungo, lunghissimo lavoro di preparazione, protratto per nume-
rose vite, che questa Presenza si muta in un essere cosciente,
indipendente, pienamente organizzato, onnipotente signore
della sua dimora; abbasfanza cosciente, abbastanzapossente per
poter controllare non solamente quella dimora, ma anche quan-

184
to vr sta attomo e con un raggio d'influenza e d,azione
sempre
più vasto... ed efficace.
La Madre

Lo psichico ha un potere?

Un potere? Di solito è lo psichico a dirigere I,essere.


Non ne
sappiamo njente perché non Àiamo coscientidi
Àu in g.*-
"..o, ce ne u""ror_
re è lui a dirigere I'essere. Se siamo molto attenti,
giamoa Ma la maggior parle delle persone non
lo'sospetta nep_
pure. Per esempio, quando nella lóro ignoranza
esteriore deci-
dono di fare una cosa, ma non possono farla perché
tutte le cir_
costanze si organizzano per far fare loro un,uîtru
cosa, le pe;_
ne cominciano a gridare, a tempestare, ad arrabbiurri
destino, a dire (dipende da ciò in cui credono) che la "ontro
lt
Nut.,.u J
cattiva, o che il loro destino è funesto, o che Dio è ingiusto,
o._
qualunque cosa (dipende da ciò in cui credono;. fnrÉce,
sempre quelle circostanze sono proprio re più auo.""otíp.i ffit
loro. sviluppo interiore. Naturalmeni., ," .hi"d.te
ii
allo prrini""
di aiutarvi a creare una vita piacevolg a guadagnar" d;;,;;
avere dei figli che saranno il vanto dellifamiiliu,
"." ,-io-p.l_
chico non vi aiuterà! Creerà piuttosto tutte le .ir"ortunré
,r"ó"r_
sarie. perché.qualcosa si svegli in voi, perché
nasca nella ;o;;;"
coscienza il bisogno di unione con il Divino.
eualche volta fate
dei_bei progetti: se riescono, rischiate di fossiliìza*i
."-pr" fiJ
nella vostra ignoranza esteriore, nella vostra piccola ,t"pìA"
ambizione e nella vostra attività senza scopo. Se invece
riceve-
te un b.el colpo e il posto che ambivate vi è rifiutato,
getto che avevate fatto va in fumo e vi sentite
,. lp.À_
-otto óont*iuti,
allora, a volte questa contrarietà vi apre una porta su qualcosa
di
più vero e profondo. E quando avete aperto un po, gli
occhi e

185
guardate indietro, se siete minimamente sinceri dite: "Ah, non
ero io ad aver ragione: è stata la Natura, o la Grazia divina, o il
mio essere psichico ad aver organizzato tutto."
La Madre

L'anima contiene in sé ogni possibile forza, ma ne trattiene


la maggior parte dietro al velo, ed è quanto viene avanti nella
natura a cîeare la differenza. In alcuni l'elemento psichico è
forte e in altri debole; in alcuni la mente è la parte più forte e
governa, in altri il vitale è la parte più forte e guida o spinge.
Mediante la sadhana I'essere psichico può venire sempre più
avanti fino a dominare e a guidare il resto. Se già govemasse,
allora le lotte e le difficoltà della mente e del vitale non sareb-
bero assolutamente dure; ciascuno, infatti, alla luce dello psichi-
co, vedrebbe e sentirebbe la verità e la seguirebbe sempre di più.
Sri Aurobindo

Mi sembra impossibile sfuggire a questa necessità lorganiz-


zare I'essere attorno alla Presenza centrale], se si r.'uole e si deve
essere uno strumento COSCIENTE della Forza divina. Potete
essere messi in moto dalla Forza divina, spinti all'azione e uti-
lizzati, se avete un minimo di buona volontà e sincerità, NON
COSCIENTI di essere strumenti. Ma per divenire uno strumen-
to cosciente, capaee d'identificazione e di movimenti coscienti
volontari, bisogna che abbiate quell'organizzazione interiore;
altrimenti, sarete sempre a incontrare un caos da qualche parle,
una confusione da qualche parte o un'oscurità, un'incoscienza da
qualche parle. E naturalmente, la vostra azione, anche se esclu-
sivamente guidata dal Divino, non avrà la perfezione di espres-

186
sione che essa ha quando si possiede un,organizzazionecoscien_
te attorno a quel Centro divino.
Si tratta di un lavoro costante, che puo essere fatto non
imporla in quale momento e non importa in quale.;;r;;;;
perché portate in voi stessi tutti gli eiementi dèl problem;.
avete bisogno di niente d,esteriore, di alcun aiuto esterior"p"i
N;;
fare questo lavoro. Ma richiecle gran perseveranza, una spe_
_una
cie di tenacia, perché molto di frequénte accade che nell,esére
si formino delle brutte pieghe, délle abitudini _ che
""ú;;;
dalle più svariate ragioni, che possono venire dalla deformízio-
ne atavica, ma che possono venire anche dall,educazione, che
possono venire dall'ambiente in cui avete vissuto,
che porrono
venire da molte ragioni. E quelle brutte piegh" uoi c"r"uie
di stì-
rarle, ma esse si riformano. E allora spésso-birognu.i"o-ir"ru-
re il lavoro, molte, mo_lte, molte volte, s"nru r"oiaggiarsi, prima
che il risultato finale sia raggiunto. Ma niente n"siuno pu-ò
evi-
tarvi di farlo, né alcuna circostanza. perché portate
" in vài stessi
il problema e la soluzione.
La Madre

187
Capitolo 2I

L'INTTJIZIONE

r88
Madre, come si può sviluppare la./acoltà di intuizione?

Ci sono diversi tipi d'intuizione, e si portano queste capacità


in sé. Sono sempre un po'attive, ma non le riconosciamo perché
non facciamo sufficiente attenzione a cio che succede in noi.
C'è, dietro le emozioni, profondamente nell'essere, in una
coscienza che si trova suppergiù all'altezza del plesso solare,
una specie di pre-scienza. come una capacità di previsione, ma
non sotto forma d'idee: piuttosto sotto forma di sentimenti,
quasi una percezione di sensazioni. Ad esempio, quando stiamo
per decidere di fare qualcosa, alle volte proviamo una specie di
disagio o di rifiuto interiore e, di solito, se si ascolta questa indi-
cazione più profonda, ci si accorge che essa era legittima.
C'è, in altri casi, come una cosa che spingc, che indica, che
insiste (non parlo di impulsi, capite, di tutti i movimenti che
vengono dal vitale e da molto più in basso), delle indicazioni che
stanno dietro i sentimenti, che provengono dalla parte affettiva
dell'essere; anche in quel caso si puo ricevere un'indicazione
abbaslanza esplicita della cosa che si dcve f-are. Sono forme
d'intuizione o d'istinto superiore che si coltivano con I'osserva-
zione ed anche con lo studio dei risultati. Naturalmente, bisogna
farlo in modo assolutamente sincero. oggetlivo. senza parlito
preso. Se si vuole vedere le cose in un certo modo e allo stesso
tempo fare questa ossenrazione, non si conclude nulla.
Bisogna farlo come se si guardasse I'evento avvenire al di
fuori di sé, in qualcun altro.
E'una forma d'intuizione, e può essere la prima forma che
generalmente si manifesta.
Esiste un'altra forma, ma quella è molto più difficile da
osservare perché, per quelli che sono abituati a pensare, ad agire
secondo ragione - non secondo gli impulsi ma razionalmente, -
a riflettere prima di fare qualcosa, c'è, nel pensiero semi-
cosciente, un processo estremamente rapido da causa ad effetto,

189
che fa in modo che non si veda la linea, tutta la linea del ragio-
namento, e che di consep{uenza fa in modo che non si pensi che
ci sia un ragionamento e ciò è alquanto ingannevole. Avete l'im-
pressione di un'intuizione, ma non è un'intuizione, si tratta di un
ragionamento estremamente rapido, subcosciente, che prende
un problema e che va dritto alle conseguenze. Non va confuso
con l'intuizione.
L'intuizione, nel funzionamento cerebrale ordinario, è qual-
cosa che cade tutto a un tratto, come una goccia di luce. Se si ha
la capacità, un inizio di capacità di visione mentale, questo dà
l'impressione di qualcosa proveniente dall'esterno, o dal di
sopra, e che è come il piccolo shock nel cervello, di una goccia
di luce, assolutamente indipendente da ogni ragionamento.
Ciò si percepisce più facilmente quando si riesce a fare tace-
re il proprio mentale, a tenerlo immobile e attento attraverso un
blocco del suo funzionamento ordinario, come se il mentale si
trasformasse in una specie di specchio, che si volge verso una
facoltà superiore in un'attenzione sostenuta e silenziosa. Anche
questo si può imparare a fare. BISOGNA imparare a farlo, è una
disciplina necessaria.
Quando occoffe risolvere un problema, qualunque esso sia,
abitualmente si concentral'attenzione qui (gestofra le soprac-
ciglia) nella parte centrale, proprio al di sopra degli occhi, che è
il centro della volontà cosciente. Ma allora, se fate così, non
potete essere in relazione con l'intuizione. Potete essere in rela-
zione con la sorgente della volontà, dello sforzo, persino di un
certo tipo di conoscenza,ma nel dominio esteriore, quasi mate-
riale; mentre se volete avere un rapporto con I'intuizione, occor-
re che questa (la Madre indica la Jronte), sia tenuta completa-
mente immobile. Il pensiero attivo deve arrestarsi per quanto
possibile e tutta la facoltà mentale formare come... in cima al
cranio, un pochino più su, se ci si riesce, una specie di specchio,
molto tranquillo, molto immobile, rivolto verso l'alto, in una

190
attenzione silenziosa molto concentrata. Se si riesce, allora si
può - magari non subito - ma si può avere la percezione di quel-
le gocce di luce che cadono da una regione ancora sconosciuta,
sullo specchio, e che si traducono in un pensiero cosciente che
non ha nessun rapporto con tutto il resto del proprio pensiero,
poiché si è riusciti a tenerlo in silenzio. E' questo il vero inizio
dell' intuizione intellettuale.
E'una disciplina da seguire. Per un lungo periodo, si può ten-
tare e non riuscire, ma dal momento che si riesce a 'fare lo spec-
chio' immobile e attento, si ha sempre un risultato, non necessa-
riamente sotto forma di un pensiero preciso, tna sempre con la
sensazione di una luce che viene dall'alto. E allora, quando si
può ricevere questa luce che viene dall'alto senza entrare imme-
diatamente in un'attività turbinosa, riceverla nella calma e nel
silenzio e lasciarla entrare profondamente nell'essere, passato
qualche tempo, essa si traduce o in un pensiero lurninoso o in
un'indicazione molto precisa qui (la Madre indica il cuore), in
quest'altro centro.
Naturalmente, all'inizio, bisogna arrivare a sviluppare queste
due capacità; poi, una volta ottenuto un risultato, bisogna osser-
vare il risultato come ho detto e vedere il rapporto con quanto
accade, le conseguenze: vedere, osservare molto attentamente
cosa si è introdotto, che cosa ha potuto deformare, quanto ragio-
namento più o meno cosciente si è aggiunto, quanta volontà
inferiore, più o meno cosciente; è con uno studio approfondito
(in fondo quasi d'ogni istante, in ogni caso quotidiano e molto
frequente) che si arriva a sviluppare la propria intuizione. E'una
cosa lunga. E'una cosa lunga e presenta delle insidie: ci si può
ingannare da soli, si possono prendere per intuizioni delle
volontà subconscie che tentano di manifestarsi, delle indicazio-
ni date da impulsi che si sono rifiutati di ricevere apertamente,
insomma ogni tipo di difficoltà. Bisogna aspettarselo. Ma se si
persevera, si è sicuri di riuscire.

l9l
E, c'è un momento in cui si awerle come una direzione inte-
riore, un qualcosa che nettissimamente vi guida in tutto quello
che fate. Ma a quel punto, affinché l'indicazione abbia il massi-
mo del suo potere, bisogna aggiungervi, naturalmente, la sotto-
missione cosciente: bisogna essere sinceramente decisi a segui-
rcl'indicazione data dallaforza superiore. Se si fa così, allora...
si saltano anni di studio, ci si può impadronire del risultato
molto rapidamente. Con quella aggiunta il risultato viene rapi-
dissimamente. Ma bisogna farlo con sincerità e... una specie di
spontaneità interiore. Se lo si vuole fare senza questa sottomis-
sione, si riesce - come pure si riesce a sviluppare la propria per-
sonale volontà e a farre un potere molto considerevole, - ma
quello prende molto tempo, e si incontrano molti ostacoli e il
risultato è assai precario. Bisogna essere estremamente persi-
stenti, ostinati, perseveranti, e si è certi di riuscire, ma dopo un
grande lavorio.
Fate la vostra sottomissione in un dono di sé sincero, com-
pleto e brucerete le tappe, andrete molto più in fietta, ma non
bisogna farlo per calcolo, poiché questo guasta tutto!
La Madre

L'Intuizione ha un quadruplice potere. Il potere di vedere la


verità o potere di rivelazione, il potere d'ispirazione o d'ascolto
della verità, il potere di toccare la verità o di cogliere immedia-
tamente il significato, - potere che è affine, per sua natura, a
quello che è il suo intelento abituale nella nostra intelligenza
mentale, - e il potere di discernere veramente e automaticamen-
te il corretto ed esatto rapporto fra una verità e I'altra; sono que-
sti i quattro poteri dell'Intuizione. L'Intuizione, perciò, può com-
piere tutte Ie azioni della ragione, - inclusa la funzione dell'intel-
ligenza logica che deve stabilire la giusta relazione fra le cose e

192
la giusta relazione fra un'idea e un'altra, - ma lo fa
mediante il
proprio processo superiore, con passi che non
conoscono incer-
tezze
.o sbagli. Essa assorbe inoltre, per trasformarli nella sua
propria sostanza, non.solo la mente di pensiero,
_u if .uo..,Ju
vita, i sensi e la coscienza ftsica: questì già possiedotro
t.rtii i"
loro proprie pafticorari facoltà d'intuizioie óh"
daila
Luce nascosta, ma il puro potere che discende"mununo
dall,alto puJ
assumerli tutti in se stesso e conferire un'integralità
e una p.ii"-
pi.i grandi a queste più profonde percezioni del cuore
1i9:.
della vita e alle divinazioni àet corpo. In tar modo
e
l,intera
coscienza può essere trasformata in sóstanza a'mtrziorr.,-f"r-
.l'intuizione apporta la maggiore ampiezza del prtpr.
ché
movimento radioso nella volontà,*nei sentim"nti
n"tt"
zioni, ne^gli impulsi vitali, nell'azione dei sensi e " "ilo-
nella sensazio_
ne, nel funzionamento stesso della coscienza corporea:
essa li
rifonde nella luce e nel potere della verità, illuminando
la loro
conoscenza e la loro ignoranza.
Sri Aurobindo

193
Capitolo 22

LO SPIRITO

t94
Qual è il ruolo dello spirito?

Si puo dire che sia al tempo stesso I'intermediario cosciente


fra il Supremo e la manifestazione, e il luogo di incontro della
manifestazione col Supremo.
Lo spirito è capace di capire e di fare comunione con la supre-
ma divinità e allo stesso tempo essere f intermediario più puro,
meno deformato si può dire, della divinità più alta nella manife-
stazione più esteriore. E' lo spirito, a sostegno dell'anima, che
volge la coscienza verso l'Alto, verso il Divino, ed è nello spiri-
to che la coscienza può iniziare a capire il Divino.
Si potrebbe dire che cio che chiamiamo 'spirito'è I'atmosfe-
ra apportata dalla Grazia nel mondo materiale affinché si risvegli
alla coscienza della sua origine e aspiri a ritomarvi. E' veramen-
te come una specie d'atmosfera che libera, che apre le pofte, che
sbriglia la coscienza. E,' lei che permette la realizzazione della
verità e dà all'aspirazione il suo pieno potere direalizzarsi.
Visto da piu in alto, si potrebbe dire in un'altra maniera: è a
quest'azione, a quest'inflLrenza luminosa e liberatrice che è stato
dato il nome di 'spirito', a tutto ciò che ci apre la strada verso le
realtà supreme, che ci tira fuori dal nostro essere invischiati nel
fango dell'Ignoranza, che ci apre le porte, che ci mostra il cam-
mino, che ci conduce là dove si deve andare. E'a questo che I'uo-
mo ha dato il nome di 'spirito'. E' I'atmosfera creata dalla Grazia
divina nell'universo, per salvarlo dalle tenebre in cui è piombato.
L'anima sarebbe come la sua concentrazione individuale, la
sua rappresentazione individuale nell'essere umano. L'anima è
una cosa speciale dell'umanità, non esiste che nell'uomo. E'
come un'espressione speciale dello spirito nell'essere umano.
Gli esseri delle altre regioni non hanno anima, ma possono vive-
re nello spirito. Si potrebbe dire che I'anima è un delegato dello
spirito presso la specie umana, un aiuto speciale per farla avan-
zare più in fretta. E'l'anima che permette il progresso dell,indi-

195
viduo. Lo spirito, nella sua fonna originale, ha un'azione più
generale, più collettiva.
Lo spirito, per il momento, gioca il ruolo di un aiuto e d'una
guida, ma non è il signore onnipotente della manifestazione
materiale; quando il Supermentale sarà organizzato in un mondo
nuovo, allora lo spirito ne diventerà il signore e govemerà la
Natura in modo evidente e visibile.
E'quella che viene chiamata 'la nuova nascita,, è la nascita
alla vita spirituale, alla coscienza spirituale, significa porlare in
sé qualcosa dello spirito che, individualmente, per mezzo del-
l'anima, puo iniziare a govemare la vita e ad essere il signore
dell'esistenza. Ma nel mondo supermentale è lo spirito chè sarà
il signore di questo mondo tutto intero e di tutte le sue manife-
stazioni, di tutte le sue espressioni, consciamente, spontanea-
mente, naturalmente.
Nell'esistenza individuale è questo che fa tutta la differenza;
fin quando si parla dello spirito, come di qualcosa che si è letto,
di cui si conosce vagamente l'esistenza, e che non rappresenta,
per la coscienza, una realtà molto concreta, tutto ciò I,uol dire
che non si è ancora nati allo spirito. E quando si è nati allo spi-
rito, esso diventa qualcosa di molto più concreto, molto più
vivente, molto più reale, molto più tangibile di tutto il mondo
materiale. Ed è questo che fa la differenza essenziale fra gli
esseri. Quando è QUESTO ad essere spontaneamente reale - l;e-
sistenza vera, concreta, l'atmosfera nella quale si può respirare
liberamente - allora si sa di essere passati dall,altia partè. Ma
fino a che è qualcosa di un po'vago e impreciso - se n'è sentito
parlare molto, si sa che esiste, ma... non ha una realtà concreta
- ebbene, cio vuol dire che la nuova nascita non è ancora avve-
nuta. Finché ci si ripete: "Sì, questo lo vedo, questo lo tocco, il
male di cui soffro, la fame che mi tormenta, il sonno che mi
rende pesante, questo sì che è vero, concreto.. ." (la Madre ride),
quello vuol dire che non si è ancora passati dall'altra pafte, che

196
non si è nati allo spirito.
(silenzio)
In fondo, quasi tutti gli uomini sono come dei prigionieri con
tutte le porte e tutte le finestre chiuse, allora soffocano (è piut-
tosto naturale), ma essi hanno con loro la chiave che apre le
porte e le finestre, e non ne fanno uso... Certo, vi è un periodo
in cui essi non sanno d'avere la chiave, ma molto tempo dopo
averlo saputo, molto tempo dopo che gliclo hanno detto, esitano
a seryirsene, e dubitano che essa abbia il potere d'aprire porte e
finestre, o addirittura che sia bene aprire porte e hnestre! E per-
sino quando hanno un'impressione che "dopotutto potrebbe
essere una buona cosa," pennane un timore: "Che cosa succe-
derà quando queste porte e queste finestre saranno aperte?..." e
hanno paura. Hanno paura di perdersi in quella luce e in quella
libertà. Vogliono rimanere ciò che chiamano 'se stessi'. Amano
la loro menzogna e la loro schiavitù. In loro qualcosa ama la
menzogna e la schiavitù e vi rimane aggrappato. Conservano
l'impressione che senza i loro limiti, cesserebbero d'esistere.
Per questo il tragitto è così lungo, per questo è diffrcile.
Poiché se, veramente, si acconsentisse a non essere più, tutto
diverrebbe così facile, così veloce, così luminoso, così gioioso -
ma forse, non nel modo in cui gli uomini concepiscono la gioia
e la felicità. In fondo sono pochissimi gli esseri che non amano
la battaglia. Sono pochissimi quelli che accetterebbero che non
ci sia più la notte e che concepirebbero la luce se non come
opposto dell'oscurità: "Senza ombra, non ci sarebbe il quadro.
Senza lotta non ci sarebbe vittoria. Senza sofferenza non ci
sarebbe gioia." Ecco quello che pensano e, finché si pensa così,
vuol dire che non si è ancora nati allo spirito.
La Madre

197
IL POTERE DEL CONTAGIO SPIRITUALE

Dolce Madre, chi non ha molte capacità spirituali, come può


collaborare nel modo migliore a questo lavoro?

Non so se si può dire che si hanno molte o poche capacità


spirituali. Non si tratta di questo.
Per vivere la vita spirituale, è necessario un ribaltamento di
coscienza. Non è paragonabile, in alcun modo, a differenti facol-
tà o possibilità che si hanno nel dominio mentale. Di qualcuno
si può dire che non ha molte capacità mentali, o vitali, o mate-
riali, che le sue possibilità sono molto limitate; in questo caso ci
si può chiedere come si può fare a sviluppare queste capacità,
vale a dire ad acquistarne di nuove, che è una cosa abbastanza
diffrcile. Ma vivere la vita spirifuale, è aprirsi ad un altro mondo
in sé. E', per così dire, ribaltare la propria coscienza. La coscien-
za umaîa ordinaria, persino nei più sviluppati, perfino negli
esseri di gran talento e di grande realizzazione, è un movimento
rivolto all'esterno - tutte le energie sono spinte verso l'esterno,
tutta la coscienza è riversata all'esterno; e se qualcosa è rivolto
all'interno, è molto poco, è molto raro, è molto frammentario, è
solamente sotto la pressione di circostanze molto speciali, di
colpi violenti, i colpi che la vita assesta proprio con la volontà
di ribaltare un poco quel movimento d'esteriorizzazione della
coscienza.
Ma tutti quelli che hanno vissuto d'una vita spirituale, hanno
avuto la stessa esperienza: ttfto d'un tratto qualcosa nel loro
essere s'è ribaltato, si è, per così dire, bruscamente girato, e tal-
volta completamente, verso l'interno e contemporaneamente
oltre che verso I'interno, verso I'alto, dall'intemo verso I'alto
(non si tratta però di un 'verso I'alto'esteriore: è interiore, pro-
fondo, qualche cosa d'altro delle altezze come si concepiscono

t98
fisicamente). Qualcosa s'è letteralmente ribaltato. C'è stata un'e-
sperienza decisiva, e la visione della vita, il modo di guardare la
vita, la POSZIONE che si ha in rapporto alla vita, è cambiato
bruscamente, in alcuni casi in un modo del tutto definitivo, irre-
vocabile.
E dal momento in cui ci si gira verso la vita e la realtà spiri-
tuale, si tocca I'Infinito, I'Eterno, e non può più essere questio-
ne di una quantità più o meno grande di capacità o di possibili-
tà. E'una concezione mentale della vita spirituale che puo dire
che si hanno maggiori o minori capacità di vivere spiritualmen-
te, ma questa non è per niente un'espressione appropriata. Quello
che si può dire è che uno è più o meno pronto a far sì che sia un
ribaltamento definitivo e totale... In fondo, è la capacità menta-
le di astrarsi dalle ordinarie attività e di andare alla ricerca della
vita spirituale che puo essere misurala.
Ma finché si resta in questo dominio mentale, in questo stato,
per così dire, in questo piano di coscienza, non si può fare gran-
ché per gli altri, né per la vita in generale, né per gli individui in
particolare, poiché, in se stessi, non si hala certezza, non si ha
I'esperienza definitiva, la coscienza non si è stabilita nel mondo
spirituale, e tutto quello che si può dire è che si tratta di attività
mentali che hanno i loro buoni e i loro cattivi lati, ma che non
hanno molto potere, che in ogni caso non hanno quel potere di
contagio spirituale che è il solo veramente efficace.
L'unica cosa che abbia veramente effetto, è la possibilità di
trasferire ad altri uno stato di coscienza che si vive in prima per-
sona. Ma questo potere non s'inventa. Non lo si può imitare, non
si può aver l'aria di averlo; non viene che spontaneamente,
quando si è noi stessi stabiliti in quello stato, quando si VIVE lì
dentro e non quando si cerca di viverci - quando vi si è. Ecco
perché tutti quelli che hanno veramente una vita spirituale non
possono essere ingannati.
Un'imitazione della vita spirituale puo illudere le persone

199
che sono ancora nel mentale, ma per coloro che hanno realizza-
to in sé quel ribaltamento della coscienza, per coloro che hanno
un rapporlo con I'essere esteriore totalmente differente, costoro
non possono essere ingannati, e non possono ingannarsi.
Sono proprio costoro che I'essere mentale non capisce.
Fintantoché si è nella coscienza mentale, anche la più elevata, e si
osserva la vita spirituale dal di fuori, si giudica secondo le proprie
facoltà mentali, con quell'abitudine di cercare, d'ingannarsi, di
coneggere, di andare avanti, di cercare ancora; e si crede che
coloro che sono nella vita spirituale soffrono della stessa incapa-
cità, ma è uno errore molto rozzol
Dopo che il ribaltamento dell'essere ha avuto luogo, tutto
questo ha fine. Non si cerca più: si vede. Non si fanno deduzio-
ni: si sa. Non si procede più a tentoni: si marcia diritti alla meta.
E quando si va più in là - solamente poco più in là - si sa, si
sente, si vive questa verità suprema, che è solo la Verità supre-
ma ad agire, che è SOLO il Signore che vuole, che sa e che FA
attravero gli esseri umani Quale possibilità d'errore potrebbe
esserci? Cio che Lui fa, 1o fa perché r,'uole farlo.
Per la nostra visione erronea, ci sono forse delle azioni
incomprensibili, ma esse hanno un senso e uno scopo, e condu-
cono là dove devono condurre.
(silenzio)
Se si vuole sinceramente aiutare gli altri e il mondo, la
migliore cosa che si possa fare, ò essere sé quello che si vuole
siano gli altri - non solamente come esempio, ma perché si
diviene un centro di potere irradiante che, per il solo fatto d'esi-
stere, costringe il resto del mondo a trasformarsi.
La Madre

200
Capitol o 23

IL POTERE ST]PREMO

201
ll Guru fal discepolo]:
leva i tuoi occhi al Sole; Egli e lì in quel meraviglioso cuore di
vita e di luce e di splendore. Nella notte guarda scintillare le
innumerevoli costellazioni come fuochi solenni di sentinella
dell'Eterno nell'illimitato silenzio che non è un vuoto, ma che
pulsa della presenza di un'unica esistenza, calma e forrnidabile;
osserva lì Orione, con la sua spada e cintura, risplendere come
splendette ai padri ariani, diecimila anni or sono, al principio
dell'era ariana; Sirio nel suo splendore, Lira che veleggia lonta-
no miliardi di miglia nell'oceano dello spazio. Ricorda che que-
sti innumerevoli mondi, la maggior parte di essi più potenti del
nostro, vorticano ad una velocità indescrivibile secondo I'appel-
lo dell'Antico dei Giorni, per andare dove solo Lui lo sa, eppu-
re sono rnilioni di volte più antichi del tuo Himalaya, più saldi
delle radici dclle tue colline, e che così rirnarranno finché Egli a
suo piacere le scrollerà come foglie appassite, dall'eterno albe-
ro dell'Universo. Immagina I'infinità del Tempo, reahzzal'rlli-
mitatezza dello Spazio; e poi ricorda che quando questi rnondi
non erano, Egli era, lo Stesso d'ora, e quando essi non sono, Egli
sarà, sempre lo Stesso; cogli che al di 1à di Lira Egli è, e lonta-
nissimo nello Spazio, dove le stelle della Crocc del Sud non pos-
sono essere viste Egli e ancora. E poi ritorna alla Terra e realizza
chi Egli è. Egli ti è vicino. Vedi quel vecchio che ti passa accan-
to, contratto e curvo col suo bastone. Ti rendi conto che e Dio che
passa? Là un bimbo corre ridendo nella luce del sole. Lo senti in
quel ridere? In verità Egli ti è ancor più vicino. Egli è in te, Egli
è tc. Sei tu stesso che ardi laggiir a miliardi di miglia nelle infi-
nite distese dello Spazio, che carmnini con passo fiducioso sulle
onde dcl mare etereo che ruzzolano; sei tu che hai collocato le
stelle al loro posto e intrecciato la collana dei soli, non con le
mani, ma con quello Yoga, con quella Volontà silenziosa, immo-
bile, impersonale che ti ha messo qui oggi ad ascoltare te stesso
in me. Guarda in su, o infante dell'antico Yoga, e non essere più

202
timoroso e dubbioso; non temcre, non dubitarc, non affliggerti;
poiché nel tuo corpo apparcnte esiste Uno che può creare e
distruggere i rnondi in un soffìo.
Sri Aurobindo

203
GLOSSARIO
Forze awerse le forze che si oppongono al progreso spi-
rituale, o realizzazione.

Akasa-lipi la scrittura eterica.

Brahman l'Assoluto; I'Essere Supremo, I'Uno oltre il


quale nulla esiste.

Buddhi la mente pensante propriamente detta; il


potere mentale della comprensione, del-
I'intelligenza che discerne e della volontà
illuminata; il principio discriminante della
mente, che allo stesso tempo è intelligenza e
volontà.

Chakras i centri di coscienza, in numero di sette,


posti nel corpo sottile, ciascuno avente un
preciso utilizzo psichico e una funzione
generale.

Gnosi: il potere oltre la mente, fondato sulla Verità


dell'essere; vedi anche Supermente.

Gnostico relativo alla Gnosi, vedi sopra.

Mahatma una grande anima, il termine è usato princi-


palmente dai Teosofi. E'riferito a colui che
ha conseguito I'autoperfezione e fa da guida a
chi è tuttora in cammino.

204
Manas ilmentale, quello vero e proprio, [da non
confondersi con l'intelletto (buddhi)l; la
mente dei sensi.

Mantra nome sacro, sillaba o formula mistica.

Mentale la 'mente' e il 'mentale' indicano in partico-


lare quella parte della natura che ha a che
fare con la cognizione e I'intelligenza, con le
idee, con le percezioni mentali o del pensie-
ro, con i veri movimenti e formazioni menta-
li, la visione mentale, la volontà, ecc., che
sono parte dell'intelligenza umana.

Psichico I'anima; la scintilla del Divino prima della


sua crescita in un essere individualizzato;
l'essenza divina nell'individuo. Nel corso
dell'evoluzione, l'anima cresce ed evolve
nella forma di una personalità-anima: I'esse-
re psichico. Spesso il termine è usato per
indicare la personalità-anima o l'essere psi-
chico.

Purusha I'Essere Cosciente; l'Anima Cosciente; una


Coscienza che sta dietro, che è il Signore, il
Testimone, colui che gioisce, colui che
difende e sancisce gli operati della Natura; il
Purusha rappresenta l'essere autentico su
qualsiasi piano si manifesti - fisico, vitale,
mentale, psichico.

il Subliminale comprende I'essere interiore, considerato


nella sua intierezza di mente interiore, vita

205
interiore, fisico interiore, con l'anima o enti-
tà psichica a sostenerli.

Supermente il Supermentale, la Coscienza-Verità, la


Gnosi Divina, la più alta coscienza divina e
forza operante nell'universo, elevate al piu
alto livello. Un principio di coscienza supe-
riore al mentale; esso esiste, opera e progre-
disce nel rispetto della fondamentale verità e
unità delle cose e non, come la mente, con le
loro apparenze e fenomeniche divisioni.

Supetmentale vedi Supermente.

Tratak concentrazione della visione su di un singo-


lo punto od oggetto.

Vitale la natura-Vita, fatfa di desideri, sensazioni,


sentimenti, passioni, energie d'azione e di
tutto il gioco degli istinti di possesso e di
altri ad esso correlati, quali collera, timore,
avidità, lussuria, ecc. ll vitale si suddivide in
tre parli principali:

il vitale superiore - il mentale vitale e il vita-


le emozionale presi assieme. Il mentale vita-
le dà una espressione mentale per mezzo del
pensiero, delle parole o altrimenti, alle emo-
zioni, desideri, passioni, sensazioni o altri
movimenti dell'essere vitale; il vitale emo-
zionale è la sede di diversi sentimenti, quali
amore, gioia, dolore, odio e così via,

206
il vitale centrale o vitale vero e proprio -
dinamico, sensoriale, passionale; è la sede
dei più forli aneliti e reazioni vitali, come
ambizione, superbia, pa:ura, desiderio di
fama, attrazioni e repulsioni, desideri e pas-
sioni di vario genere e campo di molte ener-
gie vitali;

il vitale inferiore - racchiude i più piccoli


movimenti del vita-desiderio dell'uomo e
delle reazioni di vita, si prende cura di pic-
coli desideri e scntimenti, come desiderio di
cibo, desiderio sessualc, piccole preferenze,
awersioni, vanità, litigi, desiderio di lodi,
rifiuto dei rimprovcri, piccole voglie d'ogni
tipo, ecc.

Yoga I'unione col Divino c la consapevole ricer-


ca di quest'unione. Yoga ò un nome generico
per qualsiasi disciplina, per mezzo della
quale si tenta di superare i limiti della pro-
pria ordinaria coscienza mentale in direzione
di una più ampia coscienza spirituale.

Yoga-Shakti la forza-y o ga, la forza spirituale.

Yogi-Yogin colui che pratica lo yoga; colui che è stabi-


lizzato nell a r e alizza z i on e.

207
BIBLIOGRAFIA

La Madre: Commenti sul Dhammapada - Edizioni Arka, Milano


La Madre: Conversazioni 1929 - Edizioni Arka, Milano
La Madre: Conversazioni 1930-31 - Edizioni Tapas, Germoglio
La Madre: Conversazioni 1950-5 I - Edizioni Arka, Milano
La Madre: Conversazioni 1953, 1o vol. - EdizioniArka, Milano
La Madre: Conversazioni 1953, 2" vol. - Edizioni Arka, Milano
La Madre: Conversazioni 1954, l" vol. - Edizioni Arka, Milano
La Madre: Conversazioni 1954,2" vol. - Edizioni Arka, Milano
The Mother: Questions andAnswers 1955, CWM vol. 7 -
Sri Aurobindo Ashram, Pondicherry
The Mother: Questions and Answers 1956, CWM vol. 8 -
Sri Aurobindo Ashram, Pondicherry
The Mother: Questions and Answers 1951158, CWM vol. 9 -
Sri Aurobindo Ashram, Pondicherry
La Madre: Words of Long Ago, CWM vol. 2 - Sri Aurobindo
Ashram, Pondicherry
La Madre: Words of the Mother, CWM vol. 15 - Sri Aurobindo
Ashram, Pondicherry
Sri Aurobindo: La Manifestazione Supermentale sulla Terra - Ed.
Domani - Sri Aurobindo Ashram, Pondicherry
Sri Aurobindo: L'Ora di Dio - Ed. Domani - Sri Aurobindo
Ashram, Pondicherry
Sri Aurobindo: La Sintesi dello Yoga, 1o vol. Ubaldini Edit., Roma
Sri Aurobindo: La Sintesi dello Yoga, 2" vol. Ilbaldini Edit., Roma
Sri Aurobindo: La Sintesi dello Yoga, 3o vol. Ubaldini Edit., Roma
Sri Aurobindo: La Vita Divina, lo vol. - Ediz. Mediterranee, Roma
Sri Aurobindo: La Vita Divina, 2o vol. - Ediz. Mediterranee, Roma
Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, lo vol. - Edizioni Arka, Milano
Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, 2" vol. - Edizioni Arka, Milano

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Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, 3o vol.
- Edizioni Arka, Milano
Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, 4o vol.
- Edizioni Arka, Milano
Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, 5o vol.
- Edizioni Arka, Milano
Sri Aurobindo: Lettere sullo Yoga, 6o vol.
- Edizioni Arka, Milano
Sri Aurobindo: Pensieri e Aforismi - Edizioni Arka, Milano
Sri Aurobindo: Savitri, vol. I - Ediz. Mediterranee, Roma / Latin
Pen, Auroville
Sri Aurobindo: The Upanishads, SABCL vol. 12. - Sri Aurobindo
Ashram, Pondicherry

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