Introduzione
Nell’introduzione viene spiegato che questo libro si chiama “exposed” perché va al di là dei soliti dogmi spirituali,
dei movimenti religiosi od occultistici che paiono far sembrare l’ascesa di Kundalini un dono “d’elite”. Lo scopo è
quello di far raggiungere da Kundalini il “Cuore Spirituale” che non è Anahata, né Sahsrara.
Parte 1
L’obiettivo
L’obiettivo è raggiungere “ciò che si vuole”. La felicità , certo, ma giustamente viene detto: chiedi a te stesso cosa
davvero vuoi. Sii onesto.
Kundalini
È stata chiamata con nomi differenti. Ma non è importante. L’importante è che tutto ciò che può essere
“illuminazione, salvezza, nirvana, realizzazione del sé” ecc. culmina con il risveglio di Kundalini.
Interessante: viene detto che Kundalini è stata chiamata “il serpente nella radice”, perché alcuni Yogin così
l’hanno sperimentata; nel libro si dice “non c’è nessun serpente da nessuna parte”. Oggettivamente non ho mai
pensato al semplice fatto che magari, per loro, null’altro era che una personale espressione di Kundalini.
Vediamo come evolve.
Viene fatto l’esempio dell’elettricità : in casa, per accendere qualsiasi elettrodomestico, abbiamo bisogno
dell’elettricità che arriva da un trasformatore a cui a sua volta l’elettricità arriva dai cavi elettrici. I cavi elettrici
sono analoghi al sistema nervoso. IL prana può essere comparato all’elettricità che passa attraverso questi cavi
elettrici. Se il tuo corpo (casa) necessità solo di 3kilowatt per far funzionare il tutto, non migliorerà mai né
raggiungerà mai un voltaggio superiore. Perciò , quello che dobbiamo fare è incrementare il quantitativo di prana
nel nostro corpo per usare più energia. Attenzione però ! ciò che viene detto sul risveglio prematuro di Kundalini
è vero: se non si è pronti, se non si è superata una soglia (che verrà definita) allora può darsi che si abbiano
effetti negativi.
- Poniamo che la capacità energetica di un uomo vada da 0 (mai fatto meditazione) a 10 (maturo per
l’illuminazione);
- Poniamo che tutte le pratiche spirituali e meditative abbiano un livello energetico di potenza da 0 (non
fa nulla) a 10 (super potente);
- Incrociando questi dati, se non si è superata la soglia di cui sopra, potremmo avere effetti collaterali con
potenza da 0 (nessun problema) a 10 (caos).
Maggiore è la potenza della pratica, maggiore deve essere la capacità energetica del sistema “prana-corpo”.
Matematicamente, se si conoscesse il livello della pratica, per comprendere che tipologia di sintomi a cui
possiamo incorrere bisognerebbe sottrarre dalla potenza della pratica la capacità energetica che si possiede. Se
la pratica è 8 e noi possediamo una capacità di 6, allora il sintomo sarà di 2 (accettabile; tab. pag: 25). Se il livello
della pratica è uguale o inferiore alla capacità personale, non ci saranno chiaramente effetti collaterali, ma molto
probabilmente lo sviluppo sarà lento.
Consapevolezza
Cos’è la consapevolezza? La consapevolezza è ciò che è consapevole. Il corpo è consapevole di per sé? Il cervello?
No. La verità è che nulla è consapevole a parte la consapevolezza stessa.
La consapevolezza è qualcosa senza forma o sede; perciò le persone tendono ad “umanizzarla” o “deificarla”. Ma
tutto questo è limitante, perché appunto delimita la Consapevolezza in una certa forma quando per sua stessa
natura può essere tutto.
La consapevolezza è come se fosse lo schermo dove viene proiettato un film in continuo divenire. Noi
percepiamo, mediante la Consapevolezza, questo film, che continua a cambiare. Ma lo schermo rimane sempre lo
stesso, immutato ed immutabile. Il film è “l’ego”, e gli uomini tendono a identificarsi con esso.
Nonostante la Consapevolezza sia e rimanga non manifesta, ha la potenzialità di divenire qualsiasi cosa. È
attraverso l’energia Kundalini che la consapevolezza si manifesta. Perciò , ciò che viene chiamato “Campo
Quantico” è consapevolezza. Quando dico “raggiungo il Campo Quantico con la Consapevolezza” è implicitamente
sbagliato; il Campo Quantico è Consapevolezza.
Essere
La natura intrinseca della consapevolezza è “essere”. E “essere” è ovunque, anche in noi. Noi siamo infatti human
beings non human doings.
Con una mente ferma possiamo riconoscerla. Non dobbiamo dire “devo raggiungerla” perché implicherebbe una
dualità e quindi separatività . Inizialmente, è possibile percepire, nel rimanere fermi con la mente, pace, felicità
ecc., ma è possibile andare oltre, dissolvere l’individualità e divenire “l’Uno”.
E questo stato non può essere raggiunto mediante le parole o la conoscenza intellettuale, bensì solo con
l’esperienza diretta.
Illuminazione
Viene fatto inizialmente il discorso relativo al perseguimento dei “desideri”, in linea con il pensiero di
Krishnamurti. Nulla di nuovo. L’illuminazione è quello stato, perciò , che va oltre l’ego e tutto ciò che ivi è
connesso.
L’uomo medio, di solito, è consapevole di alcune azioni ma poco consapevole di altre, che vengono in automatico.
Diciamo che viene tirato in ballo il discorso del pilota automatico. Un modo di essere consapevole di qualcosa che
di solito avviene inconsapevolmente è la meditazione Mindfulness sul respiro.
La meditazione può portare allo sviluppo del “non Io” super-consapevole, che è l’assenza dell’Ego e quindi
l’Illuminazione.
L’Ego, in ogni caso, è tremendamente sopravvalutato: viene considerato inconsciamente l’unico che può gioire ed
essere felice, quando in realtà è l’unica e primaria causa della sofferenza.
In ogni caso, tutti discorsi di cui ho già letto e compreso approfonditamente. Kundalini ha lo scopo, perciò , di
condurre il quello stato privo di Ego.
L’Alchimia dell’Istinto
Una prima parte discute della sessualità . Le regole monastiche prevedevano, nell’antichità , celibato e astensione.
Ora non è più così. Il sesso è naturale e non deve essere un problema. Diventa un ostacolo per l’illuminazione
quando diventa un problema (Jiddu insegna).
Viene detto di prestare particolare attenzione alla soppressione dei desideri, poiché tendono a lasciare residui. “I
demoni rimangono, solo ci innalziamo da essi”, così è stato detto. Bisogna piuttosto chiedersi del “perché” di
alcuni desideri. Come diceva sempre Jiddu. Andare entro e attraverso le cose è possibile comprenderle;
comprendendole prendono (o perdono) un significato.
Noi abbiamo due naturali forze istintive: la libido e l’istinto di sopravvivenza. Mediante la pratica spirituale, è
possibile raccogliere e trasformare queste energie in energie più forti con scopi spirituali.
L’inizio dell’universalità
Le esperienze di risveglio, di solito, avvengono al di là dell’esperienza meditativa in sé. Può darsi sorgano in
momenti d tranquillità o in qualunque momento non si stia facendo nulla in particolare. Spesso avvengono senza
alcun tipo di intenzione da parte di colui che la vive. Questo dimostra l’importanza di lasciare andare il controllo
dell’ego. In ogni caso, la pratica rimane essenziale per arrivare a questo punto.
C’è poi una lunga esperienza personale raccontata. Termina con una frase emblematica: potresti pensare che sia
la tua consapevolezza ad essersi espansa fino all’universo; in realtà è la tua consapevolezza contratta dell’ego a
diminuire.
Parte 2
L’ascesa di Kundalini
Viene fatta distinzione tra Prana (energia ascendente) e Apana (energia discendente). Quando si uniscono,
generano Samana, un’energia calda nella zona dell’ombelico. Poi vengono citati i Bandhas (che sono contrazioni
volontarie in diverse zone del corpo) e i Kumbhaka (che sono ritenzioni delle respirazioni).
Il trattenimento del fiato durante le meditazioni sono una tecnica che – seppur alle volte “violenta” – di sicuro
funzionano. In ogni caso questo trattenimento non deve portare poi ad una respirazione postuma rapida e
grossolana: le cose vanno fatte sempre con gentilezza.
Sushumna nadi usualmente è chiusa, ma viene aperta mediante la pratica. Alcuni fanno esperienze mistiche
durante l’ascesa di Kundalini o sviluppano poteri straordinari e/o momentanei. Alcuni invece non esperiscono
nulla di straordinario. Non è un problema. L’evoluzione continua ugualmente.
Magari vivrai esperienze mistiche e l’ego si dissolverà .
L’Ego vuole preservare se stesso e lotterà sempre in questa direzione. Questo per dire che avere o meno
esperienze mistiche non corrisponde necessariamente allo sviluppo spirituale.
Si dice “non praticare per raggiungere un certo risultato; pratica perché ami farlo e ne sei felice”. In questo senso,
che comprendo, la natura delle meditazioni quantistiche viene meno.
Nella letteratura Yogica, si sostiene esistano 3 nodi posti lungo Sushumna Nadi. Questi sono legati ad esperienze
nel corpo e rinforzano l’idea “io sono questo corpo”. Quando l’energia passa attraverso questi nodi, le credenze di
questo tipo si dissipano, sciogliendo i nodi.
Con l’avanzamento della pratica, Sushumna verrà percepito come un tubo cavo. In ogni caso, si decide, nel
presente trattato, di sorvolare oltre tutta la teoria legata ai Chakra e Kundalini, in modo da non creare idee
preconfezionate che possono in qualche modo ostacolare la pratica o creare confusione.
Cionondimeno, ciò che qui va fatto è sciogliere i nodi suddetti e rimuovere i blocchi dell’ignoranza.
Kundalini Sadhana
Prima regola: non crede a nulla di ciò che ti viene detto, incluso ciò che c’è scritto in questo libro. Ciò che devi
fare è esperire direttamente nelle tue meditazioni ciò che qui viene detto. L’esperienza diretta è il vero
insegnante.
In ogni caso, l’autore suggerisce di “scegliere sempre la tecnica che porta al conseguimento del risultato migliore
nel periodo di tempo più veloce, a prescindere dalla tradizione da cui proviene”. Questo è di somma importanza,
per due motivi: non concepisce dogmi di sorta e ha come scopo reale l’evoluzione disinteressata.
Demistificare il Prana
Ci sono 5 tipi di Prana: Prana Vayu, Apana Vayu, Samana Vayu, Udana Vayu e Vyana Vayu. Quando, come già
detto, si riesce ad unire il Prana con Apana in maniera equilibrata, allora l’energia si concentra nell’ombelico e da
lì può iniziare a salire durante l’ascesa di Kundalini.
I Bandha sono fondamentali per il risveglio di Kundalini. Bandha significa “chiusura del corpo”. Una parte
specifica del corpo viene fermamente ma gentilmente contratta, cosa che ha un effetto diretto sui corpi sottili.
Questo permette al prana di non scappare e quindi di incrementare il nostro livello totale di energia.
Praticando questi Bandha, durante la ritenzione del respiro e la concentrazione su determinati punti del corpo, si
avrà un effetto notevole sul risveglio di Kundalini.
Mula Bandha (Chiusura del Perineo)
Nella posizione di meditazione, se si riesce a mettere un tallone al di sotto del perineo, questo faciliterà la
stimolazione di Muladhara e Sushumna Nadi.
È possibile aggiungere un Mudra (mudra significa sigillo). Questi sono il Vajroli / Sahajoli Mudra o Ashwini
Mudra.
Il primo è per gli uomini, l’altro per le donne. Sono diversi perché gli organi sono diversi, ma lo scopo è il
medesimo. Bisogna contrarre i muscoli sessuali, gli stessi che si contraggono quando tentiamo di trattenere
l’urina. Non è un problema se, nel mentre, si contraggono i muscoli sfinterici e del perineo, tanto vanno contratti
assieme.
Ashwini Mudra
Contrazione dello sfintere anale. Non è un problema se, nel mentre, si contraggono i muscoli del Vajroli e del
perineo, tanto vanno contratti assieme. Nel libro, ogni volta che si parla di Mula Bandha si intende la contrazione
dei tre muscoli suddetti.
Uddiyana Bandha
Bisogna far salire l’addome e contrarlo. Usualmente viene fatto mentre si trattiene l’aria. L’ideale è farlo con lo
stomaco vuoto.
Jalandhara Bandha
Consiste nella contrazione del mento. Bisogna portare la testa in avanti e premere il mento contro la parte alta
dello sterno. Il movimento va fatto lentamente, è un movimento particolare per il collo. Spesso questa tecnica
risulta molto utile per coloro che percepiscono la zona di Visuddha Chakra semi bloccata (come nel mio caso).
Prima di tutto, bisogna essere in grado di trattenere il respiro per almeno un minuto e mezzo e due minuti. Se
non ce la si fa, bisogna praticare le 5 tecniche suddette per migliorare le proprie prestazioni. Trattenere il
respiro, ricordiamolo, non deve essere una pratica di sforzo ma di rilassamento, motivo per cui è necessario
concentrarsi maggiormente sulle tecniche suddette finché non ci sarà nessun tipo di sforzo.
Linee guida prima della pratica:
Fase preparatoria:
Concentrati sull’ombelico, inspira e trattieni il fiato per i minuti consigliati. Ripeti finché non sei tranquillo e
calmo e puoi eseguire la tecnica con facilità.
Dettagli:
Concentrati su tutta la zona che riguarda o l’ombelico, o la parte al di sotto dell’ombelico (3/4 dita), o il perineo o
il cuore (chosen spot). Dovrai scoprire tu stesso dove riesce meglio la concentrazione. Mantieni sempre la
colonna vertebrale bella dritta.
Istruzioni:
1) Porre la lingua a contatto con il palato molle e tenerla in quella posizione per tutta la pratica (se si è
capaci di fare il Khechari Mudra, si fa quello);
2) Inalare tra il 75% e il 90% della propria piena capacità d’aria, spingendo l’energia da Muladhara verso
l’alto, passando da Anahata;
3) Trattieni il respiro, esegui gentilmente i Bandha su citati. Tieni i Bandha fino a quando non espiri.
4) Rilassati e trattieni il respiro per due minuti, possibilmente nell’area del cuore invece che nella pancia;
5) Concentrati sul chosen spot. Scegli quello che percepisci come vuoto e spazioso;
6) Potresti sentire un forte caldo e potresti iniziare a tremare… non preoccuparti. Poi un vasto silenzio
arriverà . Stai con quel silenzio più che puoi, ma non andare oltre i due minuti suddetti;
7) Rilascia tutto ed espira. Prendi consapevolezza di come Anahata si è aperto e la sensazione di gioia che
permane. Potresti sentire anche una sorta di eccitazione elettrica…
8) Rilassati e calmati.
A seconda del tuo livello di capacità , puoi ripetere questo esercizio più volte durante la pratica meditativa.
Inizialmente, potresti dover praticare questa pratica solo 3 volte alla settimana. Va bene, non esagerare. Con
costanza, in ogni caso, il tuo intero sistema si abituerà sempre di più alla pratica. Quando sarai sufficientemente
esperto, è consigliabile eseguire la pratica 2 volte al giorno: una al mattino ed una alla sera. L’ideale sarebbe il
praticare sempre nello stesso posto e alla stessa ora.
La pratica brucia i blocchi energetici, pertanto i primi tempi potrai sentirti stanco dopo la pratica o, più
probabilmente, durante la giornata. È normale.
Se dopo la pratica dovessi sentire un tipo di consapevolezza più espansa o superiore, rimani nel momento.
Istruzioni per la variante Sahasrara
1) Porre la lingua a contatto con il palato molle e tenerla in quella posizione per tutta la pratica (se si è
capaci di fare il Khechari Mudra, si fa quello);
2) Inalare tra il 75% e il 90% della propria piena capacità d’aria, spingendo l’energia da Muladhara verso
l’alto, passando da Anahata;
3) Mentre inspiri, esegui il Shambavi Mudra verso Sahasrara (il Shambavi è il mudra mediante cui si
rivoltano gentilmente gli occhi all’indietro con l’intenzione di osservare o in mezzo le sopracciglia
oppure verso la corona). Non muovere la testa e tieni gli occhi leggermente aperti.
4) Trattieni il respiro, esegui gentilmente i Bandha su citati tranne Jalandhara.
5) Poni l’attenzione su Sahasrara. Rilassati e trattieni il respiro per due minuti.
6) Rilascia tutto e espira. Prendi consapevolezza delle sensazioni del corpo.
7) Rilassati e calmati.
Pratiche Ausiliarie
Sono pratiche per coloro che non sono ancora pronti per il Fuoco Supremo ma che sono propedeutiche al
raggiungimento dello stesso.
Parte con una classica consapevolezza del respiro stile Mindfulness. Successivamente, si manipola il respiro
rallentandolo e prestando su di esso sempre maggiore consapevolezza. Lo scopo è quello di inalare ed esalare il
respiro in maniera sempre più controllata, lenta e naturale; bisogna esercitarsi anche sul controllo delle
ritenzioni a polmoni pieni e polmoni vuoti.
Sushumna Pranayama
Puoi ripetere questa sequenza quante volte vuoi. Sostanzialmente si applica Mula Bandha durante l’inspirazione,
e Uddiyana Bandha durante l’espirazione.
Meditazione Mantra
Di solito viene accompagnata da una visualizzazione particolare. I mantra possono essere anche recitati di per sé,
ma alcuni Yogin sostengono che questa cosa possa portare a disequilibri.
I mantra sono molteplici, ed ognuno può praticarli o meno a seconda delle proprie inclinazioni personali. Oltre
all’Om, ci sono i Bija Mantra (Ram, Lam cc) o i Ishta-Devata.
Possono essere recitati per un intero mala (108 ripetizioni) o un numero di minuti pari ai minuti delle
meditazioni che sei solito svolgere.
Suggerimenti per una Routine basata sul Kundalini Yoga
A seconda del proprio livello di preparazione, bisognerebbe praticare le pratiche qui consigliate in un certo
modo e tempo. Di seguito vengono consigliate le pratiche a seconda del livello di esperienza.
Beginner
Dopo 3 mesi ca, dopo riuscire a praticare Mula Bandha facilmente, sostenere l’attenzione e la concentrazione con
il minor mind-wandering possibile, e dopo riuscire a tenere il fiato per almeno 90 secondo è possibile passare al
livello intermedio.
Intermedio
In circa sei mesi sarai pronto a passare al livello successivo. Dovrai raramente distrarti durante la meditazione o
perdere l’oggetto meditativo, riuscire ad eseguire il Kriya Supreme Fire senza forzare e riuscire a mantenere il
fiato per 120 secondi.
Avanzato
Con l’esperienza, i minuti della meditazione potranno essere incrementati. Dipende dal progresso. Potranno
avvenire stati alterati di coscienza. Vivili con consapevolezza. Potrai raggiungere i 60 minuti di Kriya Supreme
Fire e 30 minuti di post pratica. Gestiscitela tu con saggezza.
Successivamente, sarai sufficientemente in grado di gestire con consapevolezza tutta la tua giornata, sia in
meditazione che durante e tue attività .
Può darsi che, per una qualsiasi ragione (magari basata su stati di salute personali), tu non riesca a ritenere per i
90 / 120 secondi richiesti dalla pratica. È possibile risvegliare Kundalini anche senza ritenzione del respiro, o con
ritenzioni più brevi. Seppur dovresti sempre di superare il tuo limite (nella serie “limitless” viene detto “prova a
superare, almeno una volta a settimana, il tuo limite di circa il 4%), può darsi che ci si concentri troppo su questo
e si perda di vista la pratica in sé.
L’importante è praticare pratiche che permettano una concentrazione solida e ferma. Quindi è possibile
sostituire e personalizzare le pratiche a seconda della propria esperienza, temperamento ecc.
Risveglio di Kundalini: conseguenze e fondamenta
Le conseguenze e i sintomi del risveglio di Kundalini possono essere molteplici, e dipendono il larga misura dalla
propria maturità ed evoluzione spirituale, nonché semplicemente dalla personalità del tuo Ego. A pag. 113 sono
elencati alcuni sintomi tipici.
Per evitare tali sintomi, bisogna proseguire nella pratica con calma e saggezza. Nel libro, l’autore dice: “il
risveglio di Kundalini potrebbe essere prematuro per alcune persone… ma sono sicuro che questo libro
raggiungerà coloro che sono pronti per il risveglio. Dio, l’universo, la vita, lo spirito, il Satguru, l’intelligenza
suprema o come vogliamo chiamarla, sa esattamente cosa sta facendo. Oltre a questo, tutto dipende anche dalla
tua arrendevolezza e serietà”.
Il risveglio di Kundalini potrebbe anche scoprire vecchie ferite, rimossi, paure. Può essere un’esperienza pietosa
e dolorosa… ma può essere anche una benedizione. Rammento le parole dello Yogin “una benedizione per il
saggio e una maledizione per lo stolto”. Tutto dipende, secondo me, dal grado di purificazione fisica, mentale ed
emotiva che una persona può aver accumulato.
D’altra parte, potrebbe aprire porte della percezione, e dare la possibilità alle persone di accedere a dimensioni
superiori. Alcuni potrebbero rimanere soggiogati da tali dimensioni. Ma è anche vero che io le ho studiate e mi
sento piuttosto tranquillo se dovessi affrontarle. Non dimentichiamoci mai, però , che se siamo umani e siamo
dotati di un corpo anche fisico, è perché abbiamo degli scopi e delle missioni da svolgere anche nel mondo fisico.
Se qualcosa dovesse essere percepito come non confortevole durante la pratica, come regola generale
bisognerebbe diminuire gradatamente l’intensità della ritenzione del respiro e tornare in una situazione di calma
e omeostasi.
Potrebbe anche darsi che, se non avessi “effetti collaterali negativi” della pratica, tu possa accumulare troppa
energia nel tuo corpo. Seppur energia positiva, questa deve essere scaricata in qualche modo, e il modo migliore
è entrare in contatto con la natura. Shinkrin Yoku, passeggiate sulla spiaggia ecc. anche fare esercizio fisico o
Asana (Hatha Yoga) potrebbe risultare particolarmente utile.
Come ultimo consiglio: RILASSATI! Non occuparti solo delle cose spirituali, ricordati sempre che sei ancorato al
mondo fisico! Questo non significa esagerare con le pratiche mondane, anzi; però concediti anche del tempo per
fare cose… in leggerezza!
Il Punto di Svolta
Quando Kundalini raggiunge Sahasrara si dice che abbia compiuto il suo percorso: il Prana è unificato nel corpo
che diviene vivificato; Sushumna è libero di condurre il Prana. L’espansione della tua consapevolezza
raggiungerà quella dell’Universo. L’ego, in questo modo, viene “sconfitto”.
Ma questo è “solo” l’inizio di Shaktipat, che è l’unione di Kundalini con il Cuore Spirituale che, ricordiamo, non
c’entra con Anahata. Qui è quando ogni attaccamento scompare. Ogni individualizzazione viene meno. Alcuni
provano un senso di pace assoluto e indissolubile; altro, un senso di vuoto sconfinato, non percepito come
mancanza ma come pienezza del tutto. A questo punto, è necessario essere consapevoli di “chi” è consapevole di
questo vuoto. Se l’Io viene meno, “chi” percepisce tutto questo? L’intuizione ti porterà a comprendere.
Bisogna prestare attenzione a non attaccarsi alle esperienze straordinarie che possono essere vissute a questo
punto, come i poteri sovrannaturali. Essi sono esperienze, alle volte anche stupefacenti, ma come tali sono
effimere come qualsiasi altra esperienza, perché, in un modo o nell’altro, in un tempo o nell’altro, anche quelle
cesseranno di esistere. L’effimero che caratterizza queste esperienze, e l’eventuale attaccamento, non sono la
Libertà .
Il Io-Ego è il problema
Perché è un problema? Bisogna prestare particolare attenzione all’Ego. Perché può manifestarsi in diversi modi.
Ora, l’Ego comune, quello che caratterizza le persone comuni, è semplice da comprendere. L’ego spirituale è più
complesso, astuto e volatile. Potremmo essere in grado di dissolvere tutti gli attaccamenti fisici, e credere di
essere liberi… quando invece potrebbe crearsi un forte attaccamento nei confronti della propria vita per così dire
spirituale. Sempre attaccamento è. Potremmo attaccarci all’idea della libertà . Sempre attaccamento è.
Nel momento in cui esiste un “io”, quale che sia la natura, è lì che esiste la separatività . Nel momento in cui dico
“io”, creo separatività .
C’è un ulteriore passaggio da Sahasrara al Cuore Spirituale, che è il centro Causale, laddove risiede il vero
Maestro. È chiamato Atma Nadi o Amrita Nadi. Quando Kundalini arriva a quel punto, le reincarnazioni cessano.
L’individuo ha sradicato l’albero dell’Io sin nelle sue radici più profonde, ed è realmente libero.
Ma il Cuore Spirituale non ha “un posto” dove risiede, non è un Chakra o un centro energetico. Per sua stessa
natura, essendo il contatto diretto con il Tutto, con l’Uno non manifesto, non può avere un centro. È uno stato di
consapevolezza. Perciò , quando Kundalini si muove in Sushumna, si muove nello spazio, e vitalizza dei centri che
sono collocati nello spazio. Ma quando passa al cuore Spirituale, non si muove nello spazio, ma come stato di
Consapevolezza. Per questo motivo, per raggiungere questo stato di Consapevolezza, non bisogna “fare”, bisogna
“semplicemente essere”.
Quando Kundalini arriva a Sahsrara, perciò , non dobbiamo fare altro che abbandonarci a quello stato di
Consapevolezza Superiore.
Kundalini Cosmica
Il tuo vero Sé è l’essere Dio, non manifesto; ma a causa degli attaccamenti questo discende in un “Io” manifesto.
Quando l’illuminazione avviene, e la consapevolezza Divina e Universale sopraggiunge, la vita corporea continua.
È possibile continuare a vivere in un corpo nonostante quel tipo di Consapevolezza? “Chi” effettivamente
percepisce ciò che viene percepito?
La risposta si pone per il semplice fatto che non si è in quello stato. In quello stato si comprende molto più di
quello che possiamo immaginare. Sicuramente una strada potrà essere percorsa, quale che sia; ma la
Consapevolezza che i corpi null’altro saranno che semplici veicoli (di una Consapevolezza ormai divina)
porteranno la persona a vedere il tutto in modo totalmente diverso.
Preoccuparsi di queste domande ora non serve a nulla. Quando non hai ancora riconquistato la Consapevolezza
Divina, è inutile porsele perché le risposte non potrebbero essere comprese; quando hai conquistato la
Consapevolezza Divina, non te le porrai, perché queste sono generate dall’incertezza e dalla paura, condizioni
che non esisteranno più , perché la separatività non esisterà più .
Perché è tutto legato al sistema “desiderio-ego”. L’esaudire un certo desiderio di natura spirituale non farà altro
che rinforzare la dualità . Tutto ciò che rinforza la dualità alimenta l’Ego, quali che siano i corpi sottili presi in
considerazione.
Per un effetto completo di Kundalini, la pratica da sola non basta (intesa come i meri esercizi energetici qui
consigliati). È necessario sviluppare anche la consapevolezza dell’Uno non manifesto. Che sia attraverso il
Buddha, o la meditazione quantistica, è irrilevante. Tutte dicono la stessa verità , che riguarda l’Uno non
manifesto.
Quando si riesce a liberarsi dalle richieste, dalle volontà , dalle cose da fare ecc., solo allora è possibile elevarsi
alla coscienza cosmica.
All’inizio la vigilanza e allerta sono utili, perché ci permettono di stare attenti al movimento dei nostri pensieri ed
emozioni e vedere se rischiamo di tornare nei vecchi movimento dell’ego. Però una cosa deve essere chiara: tutto
questo non ha mai fine. Non esiste un punto in cui ci si è illuminati e basta. Si può sempre tornare indietro.
Questo è il motivo per cui, come diceva Jiddu Krishnamurti, dobbiamo sempre essere consapevoli.
Lo Scioglimento di Kundalini
Quando Kundalini si scioglie nel cuore Spirituale, l’Ego cessa di esistere. Questa è la condizione a cui tutti gli
uomini sono destinati. E questo è lo scopo ultimo di Kundalini. Finché l’attività duale della mente, ci sarà sempre
differenza tra le cose: ci sarà l’oggetto della ricerca, il soggetto che ricerca e l’attività di ricerca. Ciò crea
separatività . Vabè comunque cose trite e ritrite sulla differenza tra unità e separatività . Le ho ben comprese
sebbene non vissute.
L’ordinario e il divino
La dualità è il modo per la consapevolezza universale di fare e vivere le esperienze. Pertanto sono un veicolo, un
modo, non “la cosa in sé”. Quello che differisce tra “ordinario e divino” null’altro che sinonimo di separatività che
la mente crea. L’ordinario è il divino, e viceversa.
Cosa voglio davvero
Alla fine il desiderio è l’essere illuminati, liberati dal peso delle cose. Ma quella che è la tua possibile idea di
illuminazione null’altro è che una creazione della mente e come tale, non può corrispondere alla vera
illuminazione. Anzi, la persona che pensa a cosa sia l’illuminazione è l’ostacolo più grande rispettivamente al
raggiungimento dell’illuminazione per quella stessa persona.
Ma tutto ciò che serve è dentro di te, devi solo cercarlo o ritrovarlo… anche se in realtà non l’hai mai perduto.
Non può essere perso. Ma è tempo per te di reclamare ciò che non è mai stato perso.