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RIASSUNTO TOPOGRAFIA

La scienza che studia gli strumenti ed i metodi operativi, sia di calcolo sia di disegno, che sono
necessari per ottenere una rappresentazione grafica, più o meno particolareggiata, di una parte
della superficie terrestre.

Un rilievo metrico si può comporre da: posizione, forma, dimensione e monitoraggio, a cui poi
vanno aggiunti i dati tematici e il data analysis.

In un rilievo topografico troviamo le reti, cioè la determinazione di un numero limitato di punti con
elevata accuratezza, il dettaglio, i punti scelti sull’oggetto in quanto rappresentativi della sua
geometria e i punti di appoggio, cioè i target per il collegamento di rilievi laser scanner e
fotogrammetrici.

Le poligonali/reti di inquadramento costituite da vertici a partire dai quali è realizzato il rilievo di


dettaglio.

I punti di controllo per la correzione prospettica di immagini (raddrizzamenti fotografici), progetti


laser scanner e fotogrammetrici.

Basi geometriche e analitiche

Le distanze vengono misurate in metri, e tutte le strumentazioni topografiche moderne impiegano


il sistema centesimale, dove il grado centesimale è definito come 1/400 dell’angolo giro ed è
chiamato anche GON (Es 90°=100g). I sottomultipli sono il primo centesimale ( c ) ed il secondo
centesimale (cc). Il milligon è la millesima parte del gon. In topografia si assume come positivo il
senso di rotazione orario.

L’angolo di direzione di un segmento AB è la rotazione oraria compiuta da una parallela all’asse Y


del sistema di riferimento, passante per un estremo, per sovrapporsi al segmento stesso e si indica
con (AB). L’angolo di direzione della semiretta AB può essere determinato se si conoscono le
coordinate cartesiane dei due punti A e B. Per ogni segmento possono individuarsi due angoli di
direzione. La distanza misurata della stazione totale è quella nello spazio (distanza inclinata)
mentre la distanza che si considera per il calcolo delle coordinate planimetriche viene detta
distanza orizzontale.

Stazione Totale

La stazione totale è uno strumento per il rilievo topografico che misura angoli e distanze,
determinando esattamente la posizione dei punti nello spazio. È costituita dal sistema basetta-
base, che viene fissato sulla testa rettificata del treppiede di supporto, dall’alidada, un dispositivo
a U che si innesta sulla base tramite un perno( attorno a cui ruota l’asse) e dal cannocchiale.

Le letture degli angoli azimutali e zenitali sono effettuate rispettivamente su due cerchi: il cerchio
azimutale (cerchio orizzontale) è normale all’asse a1, mentre il cerchio zenitale (cerchio verticale),
normale all’asse a2.

L’alidada è una struttura a due bracci che ruota intorno all’asse primario, si trovano su di essa gli
indici di lettura del cerchio azimutale e verticale. Nei due bracci dell’alidada invece è collocato un
perno che sostiene il cannocchiale topografico cui è rigidamente calettato il cerchio zenitale.

Sulla basetta è posizionata una livella sferica che consente di rendere in prima approssimazione
verticale l’asse principale dello strumento, e un piombino ottico per poter disporre il centro della
basetta lungo la verticale passante per un punto a terra. Questo piombino in strumenti più recenti
viene sostituito da un piombino laser.

La livella sferica è costituita da un tronco di cilindro di vetro di circa 2 cm di diametro in


un’armatura metallica. La superficie superiore è a forma di calotta sferica su cui è inciso un piccolo
cerchio, la fiala contiene un fluido volatile in parte allo stato gassoso che va a formare una bolla di
vapori saturi che, per effetto della gravità dispone sempre sulla parte superiore della fiala. Il piano
tangente alla calotta nel suo punto più alto è detto piano tangente centrale. La sensibilità della
livella sferica è generalmente 40/50 volte inferiore a quella delle livelle toriche. Invece sull’alidada
è montata una livella torica che consente di rendere verticale l’asse di rotazione dell’alidada
stessa. La livella torica è costituita sempre da una fiala, questa volta cilindrica di vetro inserita in
un’armatura metallica, sulla fiala è incisa una graduazione con tratti distanti 2mm. La tangente al
punto centrale della graduazione si chiama tangente centrale della livella.

Il cannocchiale è uno strumento ottico che permette di osservare oggetti lontani. Il cannocchiale a
lunghezza costante è costituito essenzialmente da un obbiettivo, un oculare ed un reticolo. La
distanza dall’onda è il doppio della distanza che si intende determinare.

Le lenti, obbiettiva ed interna, sono delimitate da superfici sferiche i cui centri devono essere tutti
allineati su una retta che deve passare anche per il centro del reticolo. Si può definire l’asse di
collimazione come congiungente il centro della lente obiettiva con il centro del reticolo. Collimare
un punto significa far passare per quel punto, l’asse di collimazione del cannocchiale. La
collimazione del punto è facilitata da una diottra che svolge la funzione di mirino cercatore.

Il cannocchiale può ruotare introno all’asse secondario in modo tale che la collimazione ai segnali
possa esse effettuata nelle due pozioni, con il cerchio zenitale a sinistra dell’operatore o con il
cerchio zenitale a destra. Le letture così vengono dette coniugate. Le letture coniugate al cerchio
orizzontale determinano la direzione azimutale in modo che non essa risenta dell’effetto di errori
residui di rettifica e di costruzione(regola di Bessell). Le letture coniugate al cerchio verticale
determinano l’angolo zenitale in modo che esso non risenta dello dello zenit strumentale.
Il cerchio orizzontale è solidale alla base e i relativi indici sono solidali all’alidada. Il cerchio
verticale è solidale al cannocchiale e quindi ruota con esso intorno all’asse secondario. Mentre gli
indici di lettura sono interni all’alidada. Tali indici non sono fissati rigidamente ma sono collegati a
dispositivi chiamati compensatori che ne consentono l’assetto lungo la verticale. Gradazione
crescente in senso orario.

SISTEMI A SCANSIONE 3D

Uno scanner 3D è un dispositivo capace di acquisire coordinate 3D di una data superficie


dell’oggetto con un’elevata densità e velocità in modo automatico (non autonomo). Di questi
scanner non esiste una definizione univoca ma esiste una classificazione in base alle modalità di
misura della distanza, al range operativo, alla precisione.

Scansione, range map e point cloud sono insiemi di coordinate xyz espresse in un comune S.I. che
rappresenta un oggetto o un sito. Ad ogni punto possono essere associate varie informazione di
intensità e/o valori RGB.

Facendo un paragone tra scansioni 3D e topografia notiamo che:

 Per rilievo topografico con TS abbiamo una maggiore accuratezza ed omogeneità, una
maggiore efficienza per oggetti con geometria semplice senno il rapporto costi/tempo va
ad aumentare, richiede più tempo di lavoro sul campo e un maggiore rilievo di punti, no
texture mapping.

 Un rilievo laser scanner ha una maggiore accuratezza per moltissime applicazioni, è ottimo
per superfici complesse, oggetti articolati e primi di discontinuità evidenti, consente di
avere visualizzazioni realistiche della zona interessata, ma rende difficile visualizzare gli
spigoli ed ha un’elevata quantità di dati da gestire.

Possiamo avere una classificazione sul tipo di rilevo a scansione 3D:

 Supporto: sistemi terresti(TLS), sistemi aerei e mobile mapping;


 Geometria a scansione: scanner a triangolazione e scanner distanziometrici;
 Principio di misura della distanza: scanner a tempo di volo e scanner a differenza di fase;

I sistemi aerei vengono effettuati con vari velivoli come ad esempio aerei, elicotteri o droni su cui
viene montato un emettitore di un raggio laser che va a misurare la distanza tra l’aeromobile e la
superficie incontrata dal segnale, la distanza che viene misurata varia costantemente grazie ad uno
specchio rotante e oscillante. Il tipo di segnale può incontrare lungo il suo percorso vari oggetti a
distanza diversa, così facendo si vengono a creare più echi. Alcuni strumenti misurano il primo e
l’ultimo eco( fist pulse e last pulse), altri possono rilevare fino a sei echi mentre i sistemi più
avanzati analizzano la forma dell’onda.

Si definisce Mobile Mapping System una piattaforma mobile provvista di sensori e sistemi dei
misura capaci di fornire la posizione 3D quasi-continua della piattaforma che allo stesso momento
è in grado di acquisire dati geografici, senza l’ausilio di punti di controllo a terra. Software per il
mobile mapping possiamo trovar: IMU (inertial measurement units) e INS (inertial navigation
syistem che è l’unione dell’IMU, PC e componenti elettronici). La piattaforma inerziale integra
accelerometri e giroscopi per tracciare la posizione e l’orientamento di un veicolo rispetto ad un
punto di partenza, in cui siano noti l’orientamento e la velocità. La posizione di tutti i sensori deve
essere nota perché i dati siano riconducibili ad un unico sistema di riferimento.

Gli scanner a triangolazione nascono dallo studio fatto da Talete del VI secolo A.C. dove
conoscendo un lato e due angoli di un triangolo è possibile conoscere l’altra distanza. Questi
scanner sono composti da un emettitore e da un ricevitore, i dati per essere acquisiti, la posizione
dell’oggetto deve essere visibile sia dall’emettitore che dal ricevitore.

Il ground based laser scanner analogamente alla stazione totale va a misurare angoli e distanze, o
meglio misura distanze in corrispondenza di step angolari predefiniti. I sistemi a scansione
distanziometrici adottano onde elettromagnetiche per misurare le distanze, ed in particolare
vengono usate le Lidar (Light detection adn ranging), che si basa sul LASER (light amplification by
stimulated emission of radiation).

I laser hanno una sola frequenza e sono pressoché unidimensionali, ma nella realtà la condizione
di coerenza spaziale è difficile da ottenere e il segnale che viene emesso è caratterizzato da un a
piccola divergenza.

L’accuratezza degli scanner a tempo di volo e differenza di fase è paragonabile, mentre altre
caratteristiche tecniche possono variare anche in modo significativo, ad esempio quelli a
differenza di fase hanno una velocità di scansione maggiore, mentre quelli a tempo di volo
possono lavorare con portate più lunghe.

Derivando alcuni concetti del teorema del campionamento di Nyquist-Shannon(teorema in


elettronica per il trattamento del segnale), l’associazione Historic England ha stabilito che per
assicurarsi che l’informazione desiderata sia chiaramente riconoscibile tra i dati acquisiti il passo di
campionamento deve essere circa 1/5 della dimensione del dettaglio da rilevare. L’accuratezza
degli scanner distanziometrici usati nel rilievo architettonico è di circa 5/6 mm, quindi con
strumenti di questo tipo sono rilevabili con accuratezza solo elementi con dimensione non
inferiore a 2-3 cm.

È da considerare anche l’errore di gracisismo; ad una certa scala, in un disegno stampato il più
piccolo dettaglio rappresentabile è determinato dallo spessore del tratto più sottile. L’impiego
ottimale degli scanner distanziometrici è per rilevare oggetti di tipo architettonico da restituire a
scala non maggiore di 1/100 o 1/50. Mentre per oggetti o dettagli molto più piccoli vengono
utilizzate altre tecniche viste in precedenza.
Lo spot size è il segnale emesso da uno scanner che non è perfettamente coerente ed arriva sulla
superficie da rilevare con un’area finita, è legato alla capacità di descrivere i dettagli, un passo di
scansione minore dello spot size comporta un sovra campionamento.

L’effetto mixed pixel si verifica quando lo spot laser si distribuisce su superfici a distanza diversa
dallo scanner e il risultato è un punto che non appartiene alla superficie dell’oggetto.

L’utilizzo di un software che riconosce automaticamente i target è utile per l’allineamento dei dati
e i target possono essere sia piani che tridimensionali.

La geometria delle prese e la risoluzione di scansioni è di volta in volta progettata in funzione delle
caratteristiche formali e dimensionali degli spazi indagati. La forma dell’oggetto va a condizionare
la scelta dei punti su cui posizionare lo strumento per garantire la misura di tutti i punti necessari.
Ad esempio per un oggetto a tutto tondo bisognerebbe fare scansioni intorno a tutto l’oggetto da
scansionare. Lo schema di acquisizione teorico si deve confrontare con la conformazione dei
luoghi come ad esempio ostacoli, avvallamenti, vegetazione ecc.., in altri casi si opera
effettivamente in modo conforme allo schema teorico. Per la scansione di spazi interni può essere
utile una sola scansione ma più frequentemente per una documentazione accurata vengono
realizzate scansioni in più punti diversi. Se un’acquisizione viene fatta o in modo arbitrario o in
maniera errata c’è il rischio di non riuscire ad ottenere il risultato che si è prefissato e quindi
bisogna ripetere l’intera scansione, o nel peggiore dei casi l’intero rilievo, quindi vanno considerati
diversi fattori come la finalità del rilievo, gli elaborati grafici che è necessario produrre, condizioni
ambientali ed operative, strumentazione disponibile ecc..

Un’operazione fondamentale è quella del sopralluogo preliminare nel corso del quale vanno fatte
diverse cose come delimitare l’oggetto del rilievo, verificare l’accessibilità a proprietà adiacenti,
posizioni soprelevate ecc.., verificare l’orientamento e definire la tempistica del rilievo in funzione
dell’illuminazione e progettare le posizioni di scansione.

Altre procedure utili possono essere:

 I dati rilevati da differenti posizioni di scansione devono essere allineate in un unico


sistema di riferimento;
 Il applicazioni architettoniche o a scala ambientale è utile la geo-referenziazione del
modello;
 Le scansioni possono essere allineate a target o al riconoscimento manuale di punti
corrispondenti, individuati nella zona di sovrapposizione tra scansioni adiacenti;

La triangolazione è il processo con il quale si costruisce una superficie a maglie triangolari a partire
dal modello di punti.

Una mesh è costituita da una serie di vertici, spigoli e facce triangolari che definiscono la forma di
un oggetto. Le facce triangolari devono essere continue, non sovrapposte, mentre quelle adiacenti
devono condividere uno spigolo.
Allineamento e referenziazione dei dati

Viene fatto indipendentemente dalla tipologia di strumento utilizzato in fase di acquisizione, tutti i
dati acquisiti vengono riferiti ad un unico SI anche se dallo stesso piazzamento dello strumento
sono state effettuate più scansioni, anche variando la risoluzione.

Si parla di allineamento quando tutte le scansioni vengono riportate in un sistema di riferimento


unico non predefinito, mentre la referenziazione è quando un set di dati viene riportato in un SI
predefinito, generalmente un sistema locale materializzato dai vertici di una rete di
inquadramento topografico.

Rototraslazione

Allineamento o registrazione delle scansioni: calcolo dei parametri della trasformazione


geometrica(rototraslazione) necessaria per esprimere tutti i dati rilevati in un unico sistema di
riferimento.

Considerando il caso elementare di una coppia di scansioni si ha che un data set è mantenuto fisso
e quindi definisce il sistema di riferimento, mentre l’altro è rotato e traslato fino ad allinearsi,
sovrapponendosi correttamente nelle porzioni comuni, al primo. Quindi la roto traslazione è una
trasformazione rigida, quindi modifica le coordinate del secondo data set ma non la posizione
relativa dei punti che contiene( non introduce deformazioni)

La rototraslazione coinvolge sempre e solamente due sistemi di riferimento, lega tra loro coppie di
punti aventi differenti coordinate di posizione ma rappresentanti fisicamente lo stesso punto, la
stima dei parametri R e t richiede quindi la conoscenza di un numero minimo di punti di
coordinate note in entrambi i sistemi di riferimenti( es. punti omologhi, punti di legame,
corrispondenze, tie points o matching points). L’individuazione delle corrispondenze è possibile
solo se esiste un minimo di sovrapposizione (overlap) tra le scansioni coinvolte.

Le entità puntuali (target) che determinano le corrispondenze possono essere artificiali o naturali.
Possono essere individuati autonomamente sfruttandone il particolare grado di riflettività alla
lunghezza d’onda del laser impiegato, sono rilevabili topograficamente e quindi utili per la
referenziazione dell’intero rilievo, possono limitare le zone di overlap tra scansioni, l’oggetto deve
essere però accessibile ed è necessaria la loro specifica acquisizione, quindi va ad aumentare i
tempi di scansione. La segnalizzazione con segnali piani o solidi consente il loro riconoscimento in
modo automatico.

Calcolo della rototraslazione: definite almeno tre coppie di punti corrispondenti( target o punti
naturali) è possibile calcolare i parametri di rototraslazione, cosi facendo i set di dati sono così
espressi nello stesso sistema di riferimento. Esistono due casi:

 Caso 1: due scansioni, nessun appoggio topografico, si fissa il SI di una scansione e si


rototrasla l’altra scansione;
 Caso 2: una scansione con 3 punti di appoggio topografici, si fissa il SR topografico e si
rototrasla la scansione.
In molti casi è utile considerarla una soluzione approssimata, da definire poi successivamente.

Una soluzione di allineamento approssimata può essere affinata applicando un algoritmo che
iterativamente ricalcola i parametri della trasformazione riducendo via via la distanza tra i punti
omologhi, e questo meccanismo prende il nome di ICP (Iterative Closest Point). Se due scansioni
siano già ben allineate, l’algoritmo si basa sull’assunzione che i punti corrispondenti sono quelli più
vicini tra i due dataset.

Registrazione globale: la stima approssimata viene raffinata applicando un algoritmo che


iterativamente ricalcola i parametri della trasformazione riducendo via via la distanza tra i punti
omologhi.

L’obbiettivo di questo allineamento è portare tutte le scansioni nel sistema di riferimento


topografico, con accuratezza congruente a quella di misura dei dati, con il minor lavoro manuale
possibile. Quindi ci sono due soluzioni:

 Soluzioni A: allineamento tra coppie di scansioni definendo corrispondenze tra punti


naturali omologhi, si definisce una soluzione approssimata, e con ICP ottimizza
l’allineamento;
 Soluzione B: si parte con referenziazione definendo corrispondenze tra target misurati
topograficamente e individuati sulle singole scansioni, si definisce una soluzione
approssimata e con ICP si ottimizza;

CENNI DI GEODESIA

La Geodesia è la scienza che si occupa della misura e della rappresentazione della Terra, compreso
il suo campo di gravità, in spazio tridimensionale variabile nel tempo.

Gli obbiettivi scientifici sono la determinazione delle dimensioni e della forma della Terra, e lo
studio del campo gravitazionale terrestre e delle relative variazioni temporali. Obbiettivi operativi
sono la descrizione geometrica della superficie terrestre, misure e calcoli per la determinazione di
coordinate.

La forma del nostro pianeta ci serve per poter dare una descrizione analitica e definire relazioni
biunivoche tra punti sulla superficie e sulla carta che è lo strumento per analizzare e progettare
quanto avviene su di essa. Lo scopo della cartografia è di riportare graficamente sul piano quanto
esiste sulla superficie terrestre.

Il modo più semplice per descrivere la superficie terrestre è stato da sempre quello di disegnarla
su un foglio di carta, anch’esso bidimensionale

Geoide: superficie media degli oceani, intesi come formati da acqua di densità e temperatura
costanti, depurata dei moti ondosi e dalle irregolarità delle maree sia periodiche che accidentali,
dalle variazioni della pressione atmosferica, […]. Si ricordi che la superficie libera della massa
liquida tende a disporsi, per motivi di equilibrio idrostatico, secondo una superficie equipotenziale
del campo della gravità.

Il geoide è facilmente individuabile tramite le sue normali(verticali materializzabili con un filo di


piombo). Particolarmente complicato da definire dal punto di vista analitico in particolare a causa
della disomogenea distribuzione delle masse, quindi è possibile dare una rappresentazione
approssimata, detta sferoide, che è caratterizzata da una maggiore regolarità ed è simmetrica
rispetto alla longitudine. La forma dello sferoide è approssimata a quella di un ellissoide biassiale,
questo ha il vantaggio di essere definibile analiticamente in modo più semplice.

L’ellissoide biassiale è un solido generato dalla rotazione di un ellisse attorno al suo asse minore.

(x2 + y2)/a2 + z2/b2 = 1

a e b sono i semiassi, rispettivamente lungo y e z.

I semiassi hanno le dimensioni dei semiassi terrestri e sono calcolati sulla base di opportune
misure, con l’evolversi delle tecniche di osservazione i parametri a e b sono continuamente
ricalcolati e migliorati. I vari ellissoidi differiscono anche per il loro centro è assunto coincidente
con il centro di massa del pianeta, che di volta in volta è determinato in modo leggermente
differente. Inoltre l’asse di rotazione terrestre non è inclinato in modo costante nel tempo, a causa
delle mutazioni e delle pressioni, quindi gli ellissoidi differiscono anche per l’inclinazione dell’asse
di rotazione.

Ogni punto sulla Terra è sottoposto all’azione della forza di gravità, che è la risultante della forza di
attrazione newtoniana fra i corpi del sistema solare e la forza dovuta al moto di rotazione
(centrifuga).

Il campo vettoriale è la regione dello spazio nella quale in ogni punto è definito un vettore
funzione della posizione del punto ed eventualmente del tempo.

Superfici equipotenziali del campo gravitazionale: superfici che in ogni loro punto sono ortogonali
alla direzione della forza, ciascuna di esse è luogo dei punti con lo stesso potenziale della forza di
gravità. Le superfici equipotenziali non si intersecano mai tra loro e non sono tra loro parallele

Linee di forza del campo: linee le cui tangenti in ogni punto coincidono con la direzione del vettore
che compete a quel punto del campo, queste linee sono curve gobbe e la tangente si chiama
verticale, ed è facilmente individuabile con un filo a piombo.
Tra tutte le superfici equipotenziali del campo gravitazionale si considera quella approssimata al
meglio dal livello medio de mari, ed è il geoide. È adottata come superficie di riferimento per le
quote ortometriche. Il geoide locale è la superficie equipotenziale del campo di gravità passante
per un punto convenzionalmente scelto cui è convenzionalmente associata una quota riferita ad
un istante convenzionale di un periodo convenzionale, ed è la superficie di riferimento per le
quote ufficiali di lavoro.

Le convenzione sono passante per il livello medio del mare misurato a Genova, a cui è stata
assegnata quota = 0m, in base alle osservazioni raccolte nel periodo 1936 al 1945.

Con i teoremi della geodesia operativa si può dimostrare che con i limiti di precisione degli
strumenti topografici disponibili, operando entro distanze di alcune centinaia di chilometri. La
misura di azimut, angoli e distanze sulla superficie terrestre può ritenersi equivalente a quella che
si farebbe sull’ellissoide.

Per fare calcoli all’ellissoide bisogna usare la trigonometria ellissoidica, complessa. Se si opera
entro un’area contenute è però possibile introdurre semplificazioni accettabili.

Esistono due campi importanti:

 Campo Geodetico (sfera locale): si può dimostrare che operando in un’estensione non
superiore a 100km o calcoli eseguiti con la trigonometria sferica danno risultati confondibili
con quelli ottenuti dalla trigonometria ellissoidica, in planimetria. Per l’altimetria si può
considerare come superficie di riferimento la sfera per distanze fino a 20km;

 Campo Topografico (piano locale): si può dimostrare che operando in un’estensione non
superiore a 15k i calcoli eseguiti con la trigonometria piana danno risultati confondibili con
quelli ottenuti danna trigonometria sferica, in planimetria. Per l’altimetria si può
considerare come superficie di riferimento solo per distanze fino a qualche centinaio di
metri.

Coordinate in geodesia: coordinate cartesiane (xyz) e coordinate geografiche (fi,lambda);

Coordinate cartesiane geocentriche: coordinate xyz riferite ad una terna destrorsa con origine nel
centro dell’ellissoide, asse z diretto secondo l’asse polare, asse X passante per il meridiano
fondamentale.

Coordinate euleriane: è un sistema di riferimento cartesiano locale, con origine in un punto P sulla
superficie terrestre e assi diretti:

1. L’asse Up (U) secondo lo zenit (U);


2. Gli altri sul piano dell’orizzonte di P( piano passante per P perpendicolare alla sua
normale);
3. L’asse Nord (N) è l’intersezione tra il piano dell’orizzonte e il piano meridiano passante per
P, positivo verso Nord;
4. L’asse Est (E) è l’intersezione tra il piano dell’orizzonte e il piano del parallelo per P, positivo
verso Est;

Coordinate geografiche: le coppie di valori (fi, lambda) definisce la posizione della proiezione del
punto sull’ellissoide (coord. Geografiche) o sul geoide (coord. Astronomiche o geografiche vere):

1. Fi (latitudine ellissoidica): angolo che la normale all’ellissoide forma con il piano


dell’equatore;
2. Lambda (longitudine ellissoidica): angolo, con centro sull’asse di rotazione, che il piano
contente il meridiano passante per il punto forma con il piano del meridiano di riferimento
(Greenwich);

L’intersezione dell’ellissoide terrestre con un fascio di piani paralleli all’equatore individua


l’insieme dei paralleli (circonferenze). L’intersezione dell’ellissoide terrestre con un fascio di piani
passanti per i poli individua l’insieme dei meridiani (ellissi). Insieme compongono il reticolo
geografico.

Latitudine e longitudine sono sufficienti per identificare un punto sulla superficie, ma nello spazio
è necessario aggiungere una terza coordinata: la quota rispetto al geoide H, misurata secondo la
verticale e la quota ellissoidica h, misurata secondo la normale all’ellissoide.

La quota ortometrica (o geoidica) di un punto è la lunghezza del segmento di verticale compresa


fra il punto e il geoide; in pratica rappresenta l’elevazione del punto rispetto alla superficie del
livello medio del mare. Può anche essere definita come la lunghezza di quell’arco di linea di forza
del campo gravitazionale terrestre che passa per il punto topografico e interseca la superficie del
geoide. L’altimetria nelle applicazione ingegneristiche e cartografiche è sempre descritta dalle
quote ortometriche.

Nella geodesia satellitare, data la natura tridimensionale delle osservazioni, alla coppia (fi, lambda)
viene associata la quota ellissoidica h.

La normale dell’ellissoide e la verticale del geoide non sono coincidenti. La proiezione di un punto
su geoide ed ellissoide non coincide (latitudine e longitudine astronomiche non sono identiche a
latitudine e longitudine ellisoidiche.

Come già visto, la quota di un punto rispetto all’ellissoide non coincide con quella rispetto al
geoide a causa dell’ondulazione del geoide. Nelle applicazioni pratiche, la coordinata altimetrica è
legata alla forza di gravità (le osservazioni fatte con gli strumenti topografici sono riferite alla
verticale). La posizione di un punto sulla Terra è definita dalle coordinate geografiche: un sistema
“misto”, formato da latitudine e longitudine ellissoidi che e dalla quota. Se si vogliono ottenere
valori molto precisi, la determinazione delle coordinate planimetriche e di quelle altimetriche
dovrà essere fatta separatamente.
Il datum è un sistema di riferimento che permette di esprimere in termini numerici la posizione di
punti della superficie fisica della Terra. Quindi il datum è la somma della superficie di riferimento, i
parametri di orientamento e il sistema di coordinate.

La georeferenziazione è l’operazione con cui si esprime la posizione di un punto mediante


opportune coordinate in un datum specifico. La scelta del datum deve essere esplicitata, fare
riferimento a datum geodetici errati comporta errori molto grandi.

Esistono due tipi di datum:

 Datum locali: concepiti per misure classiche, la deviazione della verticale è minima e quindi
trascurabile e gli angoli misurati dal terreno possono essere trasferiti all’ellissoide senza
correzioni. Le ondulazioni geoidiche sono modeste (qualche m), vengono usati solo come
datum orizzontali (ai fini planimetrici) e per l’altimetria sono integrati da un datum
verticale.

 Datum globali: sono di supporto alle misure satellitari, cioè è indispensabile assumere una
definizione per tutto il mondo (es. WGS84). La deviazione della verticale varia da zona a
zona, le ondulazioni geoidiche rispetto all’ellissoide geocentrico possono raggiungere valori
di svariate decine di metri, sia positive che negative. Sono utilizzati come datum
tridimensionali, permettendo di definire l’altimetria mediante le altezze ellissoidiche.

Datum locali con orientamento dell’ellissoide si effettua imponendo che un punto centrare per
l’area di lavoro valgano le seguenti condizioni: la normale ellissoidica coincida con la verticale
(deviazione della verticale nulla), la direzione del meridiano ellissoidico coincide con quella del
meridiano astronomico, e la quota ellissoidica coincida con quella ortometrica.

In questo modo la deviazione della verticale risulta trascurabile per tutto il campo di applicazione
del datum per cui le misure fatte con strumenti orientati secondo la verticale possono essere
proiettate sull’ellissoide.

I sistemi di riferimento associati sono tridimensionali, solidali e geocentrici con il nostro pianeta.
Per tale proprietà essi vengono anche indicati con la sigla ECEF (Earth Centered-Earth Fixed). Tali
sistemi di riferimento tridimensionali sono individuati da una terna di assi cartesiani OXYZ
geocentrica, avente cioè l’origine coincidente con il centro di massa terrestre, quindi indotta a
seguire rigidamente quest’ultima nei suoi moti.

Realizzazione del datum: nel concreto, la definizione di datum è legata a una serie di punti
materializzati sul terreno (i vertici della rete geodetica), derivanti da un gruppo di misure e dal
relativo calcolo di compensazione. Pertanto la rete geodetica, mediante le coordinate dei suoi
vertici, definisce e materializza il datum fino a distanze notevoli dal punto di emanazione si dice
che la rete costituisce la realizzazione del datum. Va tenuto presente che la rete geodetica è
inevitabilmente caratterizzata da deformazioni dovute agli errori di misura, che nella pratica
influenzano la concreta definizione del datum.
La realizzazione consiste nel materializzazione e determinazione assoluta di un sistema di punti
distribuiti su tutto il territorio per cui il sistema è stato definito. Poiché le misure terrestri non
consentono determinazioni assolute si sfrutta la possibilità di trasferire la determinazione assoluta
attraverso misure relative. Per rilevare un territorio è però sufficiente un punto di coordinate
assolute note ottenuto con una stazione astronomica (centro di emanazione C come esempio), gli
altri punti collegati a C con misure relative ottengono da C la posizione assoluta. Questi punti, detti
vertici trigonometrici, devono coprire il territorio d’interesse con un’interdistanza tale da rendere
agevole il collegamento con misure relative.

Le reti statistiche sono determinate con specifiche sessioni di misure, gli intervalli tra tali sessioni
di misura sono di svariati anni, durante i quali i movimenti di crosta terrestre vengono trascurati.

Mentre le reti dinamiche sono costituite da stazioni permanenti collocate in zone a cielo aperto e
corredate di un ricevitore GNSS attivo che effettua misure in modo continuo. Le reti vengono
ricalcolate e ricompensate periodicamente in un centro di elaborazione, al quale sono collegate le
stesse stazioni, utilizzando le misure che si accumulano nel tempo. Le posizioni di tali stazioni
permanenti variano nel tempo a causa dei movimenti tettonici, esse vengono rese disponibili via
web unitamente all’epoca di riferimento.

Trasformazioni di coordinate sono risolubili con operazioni geometrico - matematiche ben


definibili teoricamente, che nella maggior parte dei casi non comportano in pratica alcuna perdita
di precisione dei dati originari se on per gli arrotondamenti di calcolo.

Le trasformazioni di datum: le misure fatte rispetto a datum diversi non son compatibili. Questo
perché i datum sono realizzati da reti geodetiche affette da errori e si basano sull’utilizzo di
parametri determinati statisticamente in base alla conoscenza delle coordinate in entrambi i
datum per un certo numero di punti. Questo secondo tipo comporta quasi sempre
indeterminazioni di uno o più ordini di grandezza superiori a quelle derivanti da trasformazioni di
coordinate. Si possono utilizzare trasformazioni, anche detti grigliati, cioè trasformazioni per la
differenza locale tra i due sistemi.

Conoscendo un numero di punti sufficiente nei due sistemi di riferimento è possibile stimare i
parametri di una possibile rototraslazione con cambiamento di scala, che permetta di passare
dall’uno all’altro (trasformazione di Helmert).

IGM forniva in passato una rete di parametri per la trasformazione di Helmert, in un intorno di
10km. Tra le zone contigue si presentavano problemi di continuità. Oggi si utilizza una procedura
di trasformazione continua grazie ad un grigliato regolare di parametri di trasformazione
sull’intero territorio nazionale, IGM ha predisposto infine il software VERTO.

In Italia i datum in uso sono: Roma40, ED50, WGS84, Bessel (sistema catastale); associati
rispettivamente ai sistemi cartografici sono Gauss-Boaga, UTM-ED50, UTMA-WGS84 e Cassini-
Soldner.

Il datum Roma40 è un sistema geodetico nazionale con:


1. Ellissoide associato: Internazionale di Hayford;
2. Centro di emanazione: Roma Monte Mario;
3. Il meridiano fondamentale è quello di Monte Mario, a cui è assegnata longitudine
0°(12°27’04’’, 40 da Greenwich) e latitudine 41°55’25’’;
4. L’azimut è stato misurato orientandosi a Monte Soratte;
5. h=H== sul mareografo di Genova;
6. Realizzazione:rete geodetica nazionale classica dell’IGM (20000 vertici, rete di
triangolazione compensata a blocchi tra 1908 e il 1919, usando un sistema di riferimento
provvisorio)
7. Carta d’Italia 1:100000;

ED50-European Datum 1950:

1. Sistema geodetico europeo (introdotto per unificare la cartografia dell’Europa occidentale);


2. Ellissoide associato: internazionale di Hayford;
3. Centro di emanazione: Potsfam (Germania);

Gran parte della cartografia prodotta in Italia viene sia dall’IGM che dalle regioni (CTR-carta
tecnica regionale).

Il sistema catastale in Italia è il primo sistema adottato geodetico adottato nel nostro Paese,
prende il nome di Bessel su Genova. Con ellissoide associato quello di Bessel e centro di
emanazione Genova(punto Genova dell’Istituto Idrografico della Marina).

Il Sistema Internazionale di Riferimento Terrestre (ITRS) e la sua realizzazione ITRF: la Terra non è
un corpo rigido e quindi la sua superficie muta di continuo, per questo motivo si devono
periodicamente rideterminare le reti che materializzano un sistema di riferimento. L’International
Earth Rotation Service (IERS) mantiene e rende disponibile ITRS e realizza il cosiddetto ITRF
(International Terrestrial Reference Frame), materializzato da una rete di stazioni permanenti
distribuite su tutto il globo, che effettuano misure GNNS.

Nel sistema globale internazionale, le coordinate di un punto cambiano nel tempo: la placca
euroasiatica si sposta verso nord-est, ad una velocità superiore ai 2cm l’anno.

Accuratezza delle tecniche moderne di misura è tale che le coordinate dei vertici nel sistema ITRF
variano nel tempo a seguito del modo di deriva della placca sul quale il vertice insiste. Di
conseguenza le coordinate misurate in ITRF devono avere un’epoca. In generale ogni realizzazione
ITRF di ITRS ha un’epoca di riferimento, il primo gennaio dell’anno yy, e la realizzazione prende il
noe di ITRFyy.

Per le applicazioni tecniche questo datum pone difficoltà di utilizzo pratico per la rapidità con la
quale variano nel tempo le coordinate dei punti, che costringe continue operazioni di
trasformazione utilizzano i parametri pubblicati periodicamente via web.

Poiché la placca euro-asiatica si muove verso nord di circa 2 cm l’anno, nel 1990 è stato stabilito di
adottare per l’Europa un sistema geocentrico derivato nel 1989 dal sistema ITRS e solidale con la
placca euro-asiatica (ETRS89). In questo modo le posizioni relative dei punti ubicati sul nostro
continente non sono influenzate dal moto rigido d’insieme della placca. Le sue realizzazioni,
indicate come ETRFyy, a differenza di quelle mondiali delll’ITRS, non vedono muoversi i punti
fissati sulla placca euro-asiatica, tant’è vero che le differenze esistenti tra due diverse ETRF sono
minime, dipendendo queste solo dalle deformazioni della crosta terrestre. In Italia il sistema
ETRS89/ETRF2000 si appoggia sulla nuova rete RDN (rete dinamica nazionale) basata su stazioni
permanenti.

La maggior parte delle nazioni europee hanno adottato l’ETRS89,in conformità con la direttiva
Europea INSPIRE. In Italia, IGM95 e RDN sono le materializzazioni degli standard ETRS89, ad opera
dell’IGM.

IGM95 è realizzazione di tipo statico di ETRF89, basata su vertici occupati temporaneamente da


ricevitori GPS del tipo disponibile nei primi anni 90. L’allineamento con ETRS89 è stato realizzato
per mezzo del limitato numero di stazioni dell’European Permanet Network allora disponibili in
Italia.

RDN nasce con una concezione più moderna, impiegando stazioni permanentemente operative, e
con oltre 20 punti di EPN su un totale di 100 vertici.

ETRS89:

1. Datum ufficiale europeo;


2. Ellissoide associato:GRS80;
3. Sistema di riferimento: ETRF89;
4. Realizzazione:IGM95;

I registri di parametri geodetici sono la gestione dei sistemi di riferimento nel software GIS che
avviene secondo codici numerici corrispondenti a specifiche definizioni. Il registro più diffuso è
quello costituito dall’European Petroleum Survey Group, ed è attualmente gestito dal Comitato
Geodetico dell’International Association of Oil and Gas Producers (OGP).

Lo scopo della cartografia è di riportare graficamente sul piano, mediante leggi matematiche,
quanto esiste sulla superficie terrestre. È necessario stabilire una corrispondenza biunivoca, sotto
forma di relazioni matematiche analitiche, tra i punti della superficie di riferimento (ellissoide) e gli
omologhi punti sul piano, quindi proiezioni cartografiche.

L’ellissoide non è sviluppabile su un piano senza che si verifichino variazioni della lunghezza dei
lati, degli angoli e delle aree delle figure, qualsiasi rappresentazione dell’ellissoide sul piano è
deformata. Considerando due figure uguali sull’ellissoide, ma in posizioni diverse queste
risulteranno deformate diversamente, in carta questa deformazione varia da punto a punto.

Importante dire che la cartografia razionale studia i metodi che minimizzano le deformazioni e gli
algoritmi che consentono di calcolarne l’entità.
Una proiezione cartografica è il modo con il quale di stabilisce il legame tra i punti della superficie
dell’ellissoide con i corrispondenti sul piano della carta. Non va inteso in senso geometrico ma
come relazione analitica, tra ellissoide e piano cartografico. Le equazioni della carta definiscono la
corrispondenza biunivoca tra le coordinate geografiche e quelle cartesiane ortogonali della carta.
In generale quindi non è possibile che la figura sulla carta sia simile alla figura originale
sull’ellissoide, perché questo non è direttamente sviluppabile sul piano.

La posizione di un punto sulla superficie terrestre viene quindi definita da coord. Geografiche
(latitudine, longitudine e quota) o cartesiane (XYZ). La sua rappresentazione grafica consiste nella
sua proiezione sul piano.

Le proiezioni vere si basano su principi geometrici e matematici, se la superficie verso cui la


proiezione è un piano si hanno le proiezioni prospettiche, se questa superficie è quella di un
cilindro o di un cono si hanno proiezioni di sviluppo.

Se consideriamo un cono o un cilindro, c’è un solo modo per sviluppare le superfici sul piano,
mentre ci sono infiniti modi per deformare l’ellissoide sul piano. Il problema quindi è quello di
contenere le deformazioni entro limiti accettabili.

Nella rappresentazione di regioni estese le proiezioni vere presentano difetti più o meno gravi,
quindi spessi si preferiscono le proiezioni modificate, che ai precedenti geometrici associano
espedienti empirici di vario genere, e le proiezioni convenzionali, che si basano solo su principi
empirici (indipendenti da leggi geometriche matematiche).

Per trasferire sul piano una superficie a doppia curvatura, come quella dell’ellissoide, occorre
deformarla in modo non omogeneo, è quindi impossibile realizzare una rappresentazione simile a
quella sull’ellissoide, ovvero che non ne vari i rapporti tra le distanze in ogni direzione e quindi i
valori angolari e areali. Tutte le modalità di proiezione originano carte non esenti da deformazioni,
che possono essere lineari, areali o angolari.

Le rappresentazioni sono classificate in base alle loro proprietà che meglio conservano:

 Isogone: mantengono inalterati gli angoli, l’angolo tra due linee sull’ellissoide è uguale a
quello tra le corrispondenti linee sul piano della carta;
 Equivalenti: mantengono inalterate le aree;
 Equidistanti: mantengono i rapporti tra le lunghezze omologhe;
 Conformi: mantengono la forma delle superfici, ovvero la scala della rappresentazione
piane è uguale in tutte le direzioni.

Non esistono proiezioni che sono contemporaneamente isogone/conformi equivalenti ed


equidistanti. Esistono però proiezioni , dette afilattiche, nelle quali si realizza un compromesso
accettabile, minimizzando i tre tipi di deformazioni.

Le proiezioni geometriche di sviluppo possono considerare come superficie un piano, un cono o un


cilindro.
Le proiezioni azimutali sono quelle che vengono effettuate su un piano, è adatta per la
rappresentazione delle zone polari e i paralleli rappresentati sono come cerchi concentrici e i
meridiani come i diametri della circonferenza.

In relazione alla posizione del centro di proiezione, le posizioni sono distinte in:

1. Ortografiche:punti di proiezione all’infinito;


2. Stereografiche: punto di proiezione sulla superficie terrestre;
3. Scenografiche: punto di proiezione oltre la superficie terrestre;
4. Centrografiche: punto di proiezione al centro della Terra;

Le proiezioni coniche vengono effettuate su un cono, è utile per le zone a media latitudine e i
meridiani sono proiettati lungo la superficie conica e si intersecano all’apice del cono, e i paralleli
sono proiettati come anelli.

Le proiezioni cilindriche effettuate su un cilindro, meridiani e paralleli sono proiettati lungo la


superficie cilindrica ad angolo retto; la rappresentazione dei meridiani è ugualmente spaziata,
mentre la distanza tra le rappresentazioni dei paralleli aumenta ai poli. È una proiezione
conforme(mantiene la forma delle superfici, la scala di rappresentazione piana è uguale in tutte le
direzioni).

Le proiezioni geometriche possono inoltre, a seconda dell’orientamento, essere definite: polari o


dirette, equatoriali o trasverse, oblique.

Proiezione universale trasversa di Marcatore (UTM) (Gauss-Boaga): è conforme, il meridiano


centrale ha modulo di deformazione costante, quest’ultimo e l’equatore sono resi come rette
perpendicolari tra loro, ed è simmetria rispetto all’equatore.

Secondo UTM il mondo è stato suddiviso in 60 fusi di 6° di ampiezza, ciascuno attorno ad un


meridiano di riferimento (meridiano centrale). I fusi sono numerati progressivamente ad ovest ed
est, a partire dall’antimeridiano di Greenwich, quindi il fuso 1 ha come meridiano centrale il 177°
ovest, il fuso 32 ha come meridiano centrale il 9° est. L’Italia è compresa nei fusi 32,33,34. Il
pianeta è stato suddiviso, dall’80° parallelo nord all’80° su in 20 fasce di 8° di latitudine, indicate
come le lettere dell’alfabeto inglese da C e X. L’intersezione tra fusi e fasce determina le zone,
individuate da numero del fuso + lettera della fascia. L’Italia è compresa nelle fasce T e S.

CARTOGRAFIA UFFICIALE ITALIANA

Sistema geodetico nazionale-Roma40. Utilizza la rappresentazione conforme di Gauss(modificata


da Boaga):

1. Si compone di due fusi di 6° di ampiezza;


2. Ai margini dei fusi si avrebbe una deformazione lineare non tollerabile, quindi l’ellissoide di
riferimento è convenzionalmente ridotto;
3. I due fusi hanno un fattore di contrazione sul meridiano centrale di 0.9996;
4. Lungo due meridiani, simmetrici rispetto a quello centrale il modulo di deformazione
lienare è pari a 1;
5. Nella zona interna la rappresentazione presenta contrazioni, all’esterno dilatazioni;

in Gauss-Boaga la deformazione non è più nulla lungo il meridiano origine a lungo le intersezioni
tra cilindro ed ellissoide. Questa carta ha la proprietà di mantenere gli angoli, cioè rappresentare
le figure tracciate sull’ellissoide, in altre simili. Però il rapporto di similitudine, ossia la scala della
carta è variabile da punto a punto. La deformazione cresce allontanandosi dal meridiano di
riferimento.

La misura di questa deformazione si ricava attraverso il modulo di deformazione lineare m L, che


rappresenta il rapporto tra la distanza di due punti misurata sul piano della rappresentazione (ds e)
e la distanza fra i punti corrispondenti sulla Terra (ds c).

Anche proiettando il territorio nazionale su due fusi diversi le deformazioni sarebbero risultate
troppo rilevanti.

Es.: in un fuso di 6° di ampiezza il modulo di deformazione lineare varia tra 1.0008 (lambda = -3°),
1 (lambda = 0°), 1.0008 (lambda = 3°).

Per ridurre le deformazioni massime si contrae la rappresentazione moltiplicando le coordinate


per il coefficiente 0.9996.

Il modulo di deformazione lineare varia così tra: 1.0004 (lambda = -30), 0.9996 (lambda = 0),
1.0004 (lambda = 30). Assume il valore 1 lungo due linee intermedie tra il meridiano di riferimento
e i meridiani estremi.

Per evirare valori negativi e permettere di riconoscere immediatamente se un punto appartiene al


fuso est o a quello ovest sono adottate false origini:

1. Fuso ovest: falsa origine est di 1500km;


2. Fuso est: falsa origine est di 2520km;

ED50-European Datum 1950 è associato al sistema cartografico UTM, considera il globo suddiviso
in 60 fusi di 6° numerati da 1 a 60 verso est a partire da Greenwich. Utilizza la proiezione di Gauss,
il fattore di contrazione del meridiano centrale è per tutti i fusi 0.9996. in tutti i fusi la falsa origine
est è 500km.

Esistono due reticolati:

 Reticolato geografico: è costituito dalle trasformate sul piano cartografico dei paralleli e dei
meridiani;
 Reticolato cartografico: è costituito da una maglia quadrata formata da rette parallele agli
assi N ed E del sistema di riferimento cartesiano. È sovrapposto sulla carta al reticolato
geografico;
Meridiani e paralleli non sono linee rette equidistanti, ne formano un reticolo di questo tipo in
alcune delle proiezioni cartografiche. Per poter disporre sulle carte di un reticolato ortogonale ed
equidistante si deve introdurre un sistema di coordinate piane.

La cartografia ufficiale italiana riporta entrambi i reticolati: dallo stesso punto si ricavano due
diverti insiemi di coordinate che differiscono per: diversi parametri della proiezione, diverso
datum, diversa compensazione delle reti che materializzano il datum.

CARTOGRAFIA

Due tipi di cartografia:

1. Cartografia di base: riporta gli elementi sia fisici che antropici del territorio senza
prevalenza di nessun particolare elemento;
2. Cartografia tematica: carte per usi particolari che riportano, su una base in genere
semplificata, la distribuzione spaziale di un particolare fenomeno;

La rappresentazione del territorio quindi si può fare attraverso o la cartografia o GIS.

La cartografia è la rappresentazione grafica:

 Geometrica: la reale posizione degli oggetti è rispettata e ottenibile attraverso opportune


chiavi di lettura;le mutue posizioni degli oggetti sono rispettati;
 Selettiva: non è possibile rappresentare gli infiniti punti della superficie terrestre, bisognerà
operare sempre una selezione (variabile in relazione alla scala);
 Simbolica: molti oggetti non possono essere rappresentati nella loro forma reale, quindi si
utilizzano simboli convenzionali (più o meno in relazione alla scala);
 In scala: non in vera grandezza: tutte le distanze sono divise per una costante;

GIS - Geographic Information System

È l’insieme delle informazioni geografiche georeferenziate ed organizzate nella memoria di un


computer (Data Base). Permette la gestione e l’elaborazione di grandi quantità di dati riferibili a
elementi, fenomeni, eventi localizzati sulla superficie terrestre. Le caratteristiche possono essere:

 Data Base: contiene tutte le informazioni;


 Il contenuto informativo non è influenzato dalle limitazioni del disegno;
 La rappresentazione è sempre in scala reale, ma permangono i concetti relativi alla scala
equivalente, come contenuto ed accuratezza;
 Rimangono invariate le problematiche relative alla proiezione sul piano;

Scala grafica
Rapporto di scala si fa 1:N; la scala è il numero con la quale si dividono le lunghezze misurate sul
terreno per ottenere le corrispondenti lunghezze sulla carta.

Graficismo: teoricamente l’occhio umano non distingue due punti come speratati se sono più vicini
di 1/5 di mm (0.2mm). Tale quantità vale sul terreno secondo la scala.

Quindi una scala, grafica o equivalente definisce il grado di dettaglio della carta, la sua accuratezza,
l’equidistanza delle curve di livello, il tipo e la quantità di simboli utilizzati nella rappresentazione.
In base alla scala le carte vengono classificate in:

1. Grandissima scala (1:500 – 1:2.000): per mappe catastali dove quasi tutto è in proiezione;
2. Grande scala (1:2.000 – 1:10.000): per carte tecniche, uso molto limitato di convenzionali;
3. Media scala (<1:10.000 – 1:100.000): carte topografiche, uso moderato di convenzionali;
4. Piccola scala (<1:100.00 – 1:1.000.000): carte cartografiche, uso esteso di convenzionali;
5. Piccolissima scala (<1:1.000.000): carte geografiche, tutto convenzionale;

In base al metodo di acquisizione delle informazioni le carte si classificano in:

1. Carte rilevate: le informazioni sono rilevate sul terreno o tramite immagini aeree e
satellitari;
2. Carte derivate: le informazioni sono ricavate da documenti cartografici a scala maggiore,
tramite spoglio, generalizzazione, semplificazione, riposizionamenti;

Nel processo di generalizzazione non vengono solo rimossi dati, ma vengono anche semplificati i
dati rimasti. Con la tecnica della semplificazione invece la geometria degli oggetti viene alterate,
per ridurre la complessità e aumentarle la visibilità (es. linee di costa). Con la tecnica di
combinazione si ha che due elementi cartografici possono essere combinati quando la loro
separazione è irrilevante per la scala della mappa (es. singoli edifici  isolato);

Le caratteristiche di una carta (non ci sono strumenti analitici che misurano tali parametri, si
influenzano tra di loro):

 Accuratezza: rappresentazione di ogni oggetti delle giuste dimensioni e nella corretta


posizione(tolleranza definita in funzione di scala grafia o equivalente);
 Completezza: contiene la massima quantità di oggetti rappresentabili ad una scala;
 Chiarezza: riconoscibilità e identificabilità degli oggetti rappresentati;

Contenuto di una carta:

 Planimetrico: proiezione sulla superficie di riferimento e sviluppo sul piano di carta dei
particolari naturali e artificiali del terreno;
 Altimetrico: punti quotati e curve di livello;
 Cartografia 3D: tutti gli oggetti integrano l’informazione altimetrica nelle primitive
geometriche che li definiscono;
La cartografia di base in Italia è prodotta dagli organi cartografici dello Stato, producono in scala
1:100.000 1:2.000 e sono:

 Istituto Geografico Militare (IGM);


 Istituto Idrografico della marina (IIM);
 Centro di Informazioni Geotopografiche dell’Aeronautica (CIGA);
 Catasto (Agenzia del Territorio,Ministero delle Finanze);
 Servizio Geologico (Dipartimento per la Difesa del Suolo – ISPRA);
 Regioni producono carte tecniche (CTR, 1:10.000 – 1:5.000);
 Comuni (1:2.000 – 1:1.000);

GIS anche detto SIT (Sistemi Informativi Territoriali): tra informazioni archiviate ci sono dati per la
georeferenziazione dei fenomeni di interesse. Archivia, gestisce, elabora informazioni
cartografiche, utili per la gestione e interpretazione delle altre informazioni presenti nel SIT.

Importante:

1. Un dato è la registrazione di fatti, oggetti o fenomeni, rappresentazione oggettiva e non


interpreta la realtà;
2. Una informazione è il significato dato ai dati; risultato di elaborazione di dati;
3. Dato geografico costituito da componente spaziale (geometrica e topografica) e una non
spaziale, va ad elencare le proprietà, o attributi;
4. Gli elementi del territorio possono essere rappresentati in una struttura vettoriale da:
punti, linee, poligoni;

FOTOGRAMMETRIA DIGITALE

La fotogrammetria comprende un’insieme di tecniche che, partendo dalle fotografie di un oggetto,


consentono di definirne la forma(qualunque sia la dimensione) e di collocarlo nello spazio.

La fotogrammetria p una tecnica estremamente versatile e trova applicazione in molti campi


differenti, per analisi condotte da scale molto grandi a molto piccole.

La fotogrammetria oggi richiede l’acquisizione di un elevato numero di immagini, applica


procedure prevalentemente automatiche, utilizza sistemi SfM (structure from motion) e MVS
(multi-view stereo). Si presenta come una black box in quanto buona parte del processo è
nascosto all’operatore.

La comprensione degli aspetti teorici di base consente di migliorare la configurazione secondo la


quale acquisire le immagini e di elaborare i dati in modo efficiente, oltre che di ottenere risultati
accurati.

Più l’oggetto è piccolo più si fanno foto da vicino, più sono da vicino più è alta la risoluzione del
rilievo. Le foto devono essere fatte in condizione di illuminazione adeguate (no controsole, no
ombre nette, no buio). Le giornate migliori sono quelle nuvolose in cui la luce è diffusa
nell’ambiente in maniera uniforme.

Esistono due modelli importanti, quello senza texture, cioè un modello geometrico con maggior
punti implica maggior qualità. Un modello con texture è quello dove i dettagli sono più marcati. In
base all’uso viene preferito uno dei modelli.

Le ortofoto sono immagini raster digitali che rappresentano un oggetto da una vista ortogonale
(sono prodotte da una serie di fotografie). Su una ortofoto si possono prendere le misure.

I punti di controllo servono a ricostruire in scala il modello di punti.

Il modello Pinhole: modello di sintesi per capire il processo di formazione di un’immagine, sia
digitale che analogica. Questo schema presuppone che tutti i raggi ottici siano “transitati” ad un
certo tempo del loro cammino per un unico punto, detto centro di proiezione.

Prende il nome di “pin hole” (buco di spillo) perché si suppone che la luce che impressiona la lastra
o i sensori di una fotocamera digitale passino per un foro di piccole dimensioni, così piccolo da
considerarsi un punto. Tale punto si individua tracciando una retta ortogonale al piano della lastra
e passante per il centro di proiezione, che viene chiamato Punto Principale.

La posizione del punto è solidale con il sistema di riferimento della lastra, con origine nel centro
geometrico della lastra. La distanza tra il punto principale e il centro di proiezione viene detta
distanza focale (distanza principale). Nella realtà questo punto di proiezione è uno spazio di
dimensioni finite che va a produrre una deformazione nell’immagine, che prende il nome di
distorsione.

Sperimentalmente si è visto che questa deformazione è composta da una componente tangenziale


e una radiale, di cui solo quest’ultima è rilevante. Allora esiste un punto di simmetria radiale per
tale funzione, che in generale non coincide con il CP e che prende il nome di punto principale di
simmetria.

La collinearietà è la regola che definisce la relazione tra ogni punto oggetto e i corrispondenti punti
immagine registrati dalla camera, i raggi proiettati passano anche per il centro di proiezione. La
descrizione analitica consente di muoversi dallo spazio oggetto allo spazio immagine e viceversa.

I parametri di orientamento esterno vanno a fornire informazioni di base sul sensore e sono noti
almeno in prima approssimazione perche derivati da EXIF delle foto.

Questi EXIF sono un formato di file utilizzato per abbinare a ciascuna foto digitale un insieme di
informazioni aggiuntive, che possono essere sia statiche (es. marca e modello della fotocamera) o
dinamiche (es. valori usati per apertura, tempo di esposizione e ISO o la data in cui la foto è stata
scattata).

Questi file sono utili per scoprire quali caratteristiche rendono una foto migliore di un’altra,
cercare foto con determinate caratteristiche e anche osservare foto di altri autori per studiarle e
prendere qualche spunto interessante.
SfM (structure from motion) consente di produrre dati tridimensionali a costo contenuto, con una
ridotta interazione da parte dell’operatore, che può non avere competenze specifiche. Va ad
utilizzare immagini sovrapposte acquisite da molti punti di vista differenti.

Questo software produce l’orientamento interno ed esterno di ogni camera, e una nuvola di punti
sparsa costituita dai tie points di cui sono individuate le relazioni tra le immagini.

La pianificazione del progetto comprende una serie di considerazioni importanti, come la selezione
dell’attrezzatura e del software da utilizzare.

Senza misure di controllo il modello 3D non è scalato, quindi non è riferito ad uno specifico
sistema di riferimento. In alcune applicazioni sono sufficienti modelli non referenziati, in altri casi è
necessario almeno scalarlo, in altri ancora è importantissimo roto-traslarlo in un SR predefinito.

DATI VETTORIALI – TOPOLOGIA

La topologia individua le relazioni spaziali, quali connessione, adiacenza e inclusione nelle primitive
geometriche, studia le proprietà delle forme e le loro relazioni geometriche. Garantisce la
coerenza geometrica dei dati vettoriali e può essere utile nei seguenti casi: Network Analysis e
analisi di prossimità e intersezione.

In un modello topologico si possono distinguere i seguenti elementi:

1. Punto -> Nodo;


2. Linea -> arco;
3. Poligono -> area;

Ciascuno dei quali è legato da relazioni di: connettività fra archi in corrispondenza dei nodi,
inclusione di aree composte da archi fra loro connessi e adiacenza condivisione fra poligoni di archi
in comune.

Un’analisi strutturata attraverso le regole della topologia permette di individuare i seguenti errori,
di solito dovuti a scorrette procedure di digitalizzazione come geometrie duplicate, poligoni non
chiusi e buchi su di essi, micropoligoni e sovrapposizioni di geometrie (overlays). Altro esempio
possono essere linee non connesse, oppure overshoot.

Alcuni formati vettoriali come arcinfo coverage e geopackage, contengono anche informazioni
archiviate in una serie di tabelle. Il formato però più conosciuto è lo shapefile, non presenta
informazioni di carattere topologico, quindi gli oggetti o features sono archiviati come coppie di
coordinate.

L’editing vettoriale corrisponde alla correzione geometrica dei dati vettoriali che può avvenire in
due modi:
1. Verifica manuale attraverso tool GIS di snapping per la digitalizzazione, ovvero l’aggancio al
vertice più vicino secondo un raggio di ricerca prestabilito;

2. Tool automatici che attraverso una pre-analisi individuano gli errori da bonificare (come il
validatore topologico o V.Clean in Qgis). Questo caso piò essere molto utile nel caso di dati
vettoriali elaborati in sw Cad nelle quali spesso le polilinee presentano errori di vertici
sospesi (poligoni che non sono formati da archi perfettamente chiusi);

L’analisi spaziale comprende una serie di processi e metodi che sfruttando le proprietà delle
geometrie, permettono di estrarre informazioni.

Le funzioni più comuni sono:

 Interrogazioni spaziali e topologiche;


 Riclassificazione e aggregazione;
 Aree di rispetto o buffer;
 Sovrapposizione e intersezione di geometrie (overlay o intersect);
 Analisi di visibilità;

Le analisi spaziali più semplici possono essere anche delle semplici interrogazioni (query) su uno o
più campo presenti nella tabella attributi, con scopo di selezionare temporaneamente o esportare
quei dati. Queste analisi ci aiutano in porgetti GIS a creare modelli predittivi o a rispondere a
domande di carattere qualitativo e quantitativo.

Ci sono due tipi di query: Aspaziali e spaziali.

Le query aspaziali sono selezioni e filtri delle tabelle attributi che sfruttano operatori logici e
matematici attraverso le quali creare delle funzioni. Si creano delle espressioni che sfruttano
operatori propri del linguaggio SQL (Booleani e di confronto).

Le query spaziali comportano l’uso delle relazioni spaziali attraverso soluzioni che sfruttano
l’analisi di prossimità come buffer (aree di rispetto secondo una distanza definita e l’analisi di
sovrapposizione.

Quest’ultima si divide in:

 Dissolvenza (dissolve): algoritmo che permette l’aggregazione delle geometrie secondo un


criterio contenuto nella tabella attributi (es. trasformare dei poligoni delle province in
poligoni delle regioni);
 Taglio (clip): algoritmo che permette di ritagliare un layer rispetto ad un altro, come
maschera di riferimento;
 Fusione (merge): permette di unire più layer vettoriali diversi, sulla base della loro
posizione geografica, quindi i file da unire dovrebbero avere gli stessi campo delle tabelle
attributi;
 Unione (union): ricerca sovrapposizioni fra features del dato di ingresso e crea nel file
output singole geometrie sovrapposte;
 Intersezione (intersect): estrae le porzioni di elementi dal layer in ingresso che si
sovrappongono agli altri elementi nel layer di sovrapposizione;

Join tabellare viene usato per combinare più tabelle. È fondamentale che ci sia una colonna in
comune fra le tabelle. Permette l’analisi di dati non georeferenziati. In Qgis si tratta di una left join.

Join spaziale è un’operazione che sfrutta le relazioni spaziali per trasferire informazioni da un layer
ad un altro, quindi sfrutta solo le proprietà delle geometrie non le informazioni alfanumeriche.

INDRODUZIONE A QGIS

GIS (geographic information system) è un sistema che crea, gestisce, analizza e mappa tutti i tipi di
dati. Collega tutti i dati a una mappa, integra i dati sulla posizione con tutti i tipi di informazioni
descrittive. Questo fornisce una base per la mappatura e l’analisi utilizzata nella scienza e in quasi
tutti i settori.

1. Sistema: insieme di elementi organico e unitario;


2. Informativo: produce informazioni finalizzate ad un determinato scopo;
3. Geografico: rielabora dati riferiti allo spazio geografico o georeferenziati( cioè ad un
Sistema di coordinate geografiche o planimetriche;

Un GIS è composto da:

 Digital Data: informazioni geografiche che verranno visualizzate e analizzate utilizzando


l’hardware e il software del computer;
 Hardware: i computer utilizzati per memorizzare, visualizzare e processare i dati;
 Software: programma che gira sul pc e che permette di lavorare con dati digitali;

è un complesso sistema che permette di eseguire analisi spaziali e geostatistiche, creare mappe,
monitorare eventi e creare modelli predittivi ecc..

GIS e GIScience si occupa dello studio e ricerca dei processi sulla base della realizzazione di dati
geografici, provvede allo sviluppo di metodi e processi basilari per lo sviluppo di GIS e contribuisce
allo studio di aspetti tecnici e scientifici alla base nell’interazione fra uomo e tecnologia, e le sue
potenzialità da punto di vista etico e sociale.

Un GIS nasce dalla fusione di CAD, image processing e database, e le caratteristiche possono
essere:

 Georeferenziazione delle informazioni;


 Separazione delle informazioni in livelli tematici separati e sovrapponibili;
 Gestione delle relazioni spaziali (topologia) tra gli oggetti geografici;
 Gestione di informazioni non geometriche associate agli oggetti geografici;
 Interrogazione della componente geografica e degli attributi;
 Possibilità di effettuare analisi basate sulla struttura spaziale dei dati, presi singolarmente o
combinati tra loro;
 “indipendenza” dalla scala;

Le funzioni di un GIS possono essere classificate:

1. Acquisizione dei dati;


2. Pre - elaborazione;
3. Gestione delle banche dati;
4. Analisi spaziale;
5. Generazione di prodotti;

L’organizzazione dei dati può avvenire secondo due principali strutture: vettoriali e raster.

L’organizzazione logica dei dati segue uno schema che prende il nome di modello dati, e
comprende:

 Identificazione degli oggetti che rappresentano un fenomeno nella realtà;


 Attributi che definiscono caratteristiche rilevanti;
 Relazioni che ci sono con altri oggetti geografici;

Ogni modello è composto da strutture vettoriali e/o da raster, organizzati secondo regole e
processi ben precisi, in grado di essere manipolati per rappresentare fedelmente il mondo reale.

La tipologia di informazioni di dati può essere di tipo:

 Geografico: posizione della primitiva geometrica;


 Topologico: relazioni spaziali determinate da connessione e adiacenza fra geometrie;
 Semantico: classificazione degli oggetti in base alla loro categoria;
 Statistico: valori numerici e/o testuali associati a dati;

Nella struttura vettoriale oggetti geografici sono costituiti da elementi definiti e rappresentati da
primitive geometriche, cioè punti, linee o poligoni. Queste contengono un riferimento spaziale in
base ad un sistema di coordinate e a cui sono genere associati attributi, archiviati in database
relazionali.

Gli attributi sono organizzati in tabelle che possono essere messe in relazione tra di loro, e
vengono gestite all’interno dal software GIS attraverso moduli database, e possono essere di vario
tipo come: testo, numerici o booleano.

Lo shapefile è il formato nel quale le informazioni geografiche vengono archiviate senza prevedere
le informazioni topologiche ma solo come sequenze di coppie di coordinate. I file obbligatori sono:

1. Shp: file che consegna le geometrie;


2. Shx: file che conserva indice delle geometrie;
3. Dbf: database degli attributi;
Dati raster sono composti da una matrice rettangolo dove ciascuno elemento detto PIXEL (Picture
Element). Ciascun pixel possono essere associate varie informazioni come ad esempio: colore,
altimetria, temperatura. E le informazioni geografiche sono presenti nell’intestazione del file
immagine o nel Word file in txt.

Il geopackage (.gpkg) è un tipo di formato compatto per il trasferimento di gati geografici in


SQLite, basato su standard OGC (open geospatial consortium). È un database in grato di contenere
set di dati: vettoriali, raster e risorse tabellari.

I vantaggi del formato geopackage sono:

 Formato compatto e composto da singolo file;


 Non ci sono limiti di 10 caratteri nei nomi dei campi e 255 nel campo attributo testuale
nella tabella attributi;
 È possibile salvare lo stile e la topologia delle geometrie;

Il Web Map Service (WMS) secondo gli standard OGC è un’interfaccia http per la visualizzazione di
una o più immagini presenti in database geospaziale.

SISTEMI DI COORDINATE IN QGIS

In un sistema GIS i dati geografici sono georeferenziati, quindi associati ad un sistema di


riferimento, è importante gestire i dati senza fare errori. Un elemento georeferenziato quindi è
collocato nell’esatta posizione nella realtà territoriale da rappresentare mantenendo intatte le
relazione di esso con gli altri elementi della mappa stessa. Se non si conosce il SR di origine
bisogna impostarlo attraverso il software GIS attraverso l’aiuto dei codici EPSG. La trasformazione
fra i sistemi di coordinate è possibile sia in programmi GIS che in sistemi temporanei.

La banca dati EPSG (European Petroleum Survey Group) raccogli i principali SR piani e geografici e
codici condivisi su scala mondiale dall’associazione internazionale IOGPA (International Oil and Gas
Producers Association).

In Italia è obbligatorio il sistema ETRF 2000 (RDN 2008). Di norma i SR più comuni utilizzati nel
nostro Paese sono:

 ETRF89: realizzazione del sistema globale ETRS89 usato dall’Europa, inizialmente indicato
nei documenti IGM, come WGS84;
 ED50 (European Datum 1950): sistema europeo utilizzato in Italia a scopi cartografici. A
questo sistema di riferisce ancora il taglio di gran parte delle carte topografiche del
territorio nazionale e della CTR;
 ROMA40: storico sistema nazionale, in questo sistema è ancora espressa una parte della
CTR;
DATI RASTER

Sono matrici di x righe e y colonne, che incrociandosi tra di loro formano n elementi detti pixel. Ad
ogni pixel vengono associati 3 valori, i suoi valori spaziali xn, yn e un valore che rappresenta il
fenomeno che il raster descrive nel caos dei DEM la quota altimetrica.

DEM (Digital Elevaton Model): è una generica superficie statistica in cui ad un numero finito di
coppie viene attribuita un’elevazione corrispondente. Sono immagini monobanda e sono frutto di
interpolazione di punti quuotati, rilevati secondo tecniche diverse.

DSM (Digital Surface Model): superficie terrestre comprensiva di elementi antropici e naturali.

DTM (Digital Terrain Model): rappresenta l’andamento della superficie del suolo senza gli elementi
antropici e vegetazioni.

Questi dati raster possono essere utili a gestire profili topografici e curve di livello, carte di
pendenza, ombreggiatura ed esposizione dei versanti, analisi di visibilità, analisi idrologiche e di
geomorfologia fluviale ecc.

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