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Diffusori e amplificatori – appunti di dimensionamento

Dato che leggo spesso post e domande sulla potenza degli ampli, dei diffusori e di "quanta potenza mi
serve con i diffosri xy..." penso di fare cosa gradita scrivendo questo post dove proverò a spiegare in
maniera semplice i concetti sopra citati.

Premetto che questo post non vuole essere un nuovo manuale di elettronica o sui sistemi audio; ne
esistono gia tanti, basta fare una ricerca e se ne trovano molti ben fatti e scritti da luminari dell'Audio HiFi
molto più preparati di me.

Lo scopo di questo post è permettere a tante persone, appassionate di HiFi ma senza basi tecniche
adeguate, di capire meglio alcuni elementi fondamentali di questo mondo.

Molti concetti che descriverò saranno quindi VOLUTAMENTE semplificati e "arrotondati" nell'intento di
renderli fruibili a tutti. Parimenti, le variabili ambientali non verranno mai considerate in questo scritto,
perchè imprevedibili e troppo legate al singolo ambiente di ascolto.

Dò per scontato che si abbia una idea almeno di cosa sia una risposta in frequenza ed una impedenza.

Partiamo da alcuni concetti basilari, il diffusore o cassa acustica.

Sono molti i parametri da considerare quando si parla di diffusori, alcuni dei quali complessi ed oggetto
tutt'ora di studi approfonditi ma, se vogliamo capire almeno le basi che caratterizzano il diffusore, questi
sono i più importanti:

1. Risposta in frequenza (generalmente indicata con un range di frequenza ed un intervallo di livello di


emissione ad 1 Watt e 1 Metro) Es: 40 - 20.000 Hz entro +/- 3 db

2. Impedenza (generalmente indicata con un valore medio in ohm ma in realtà molto più complessa) Es: 8
ohm

3. Potenza (generalmente indicata da un range da X a Y rappresenta un valore medio di un ipotetico


programma musicale) Es: da 40 a 100W

4. Massima pressione SPL (non indicata da tutti i costruttori è generalmente accompagnata dal livello di
distorsione ammesso ad 1 metro dal diffusore) Es: 110 db con 1% di distorsione massima rilevato ad 1
metro.

5. Sensibilità (indicata con la pressione SPL rilevabile con 1 Watt ad 1 metro dal diffusore) Es: 90db 1 Watt /
1 Metro

Come possiamo utilizzare questi parametri per capire meglioche tipo di diffusori acquistare oppure come
utilizzare meglio quelli che abbiamo ?

Facciamo alcuni esempi.

La risposta in frequenza.

Avere un diffusore che dichiara una risposta in frequenza: 50 - 20000 Hz +/- 3db significa che il range di
frequenze indicato verrà riprodotto dal nostro diffusore con una variabilità di ampiezza pari a +/- 3db
(Decibel). Il Decibel è una unità di misura utilizzata per esprimere liveli di segnale/potenza. La sua
caratteristica principale è che è logaritmico. Questo significa, ad esempio, che ogni 3db di aumento di
pressione sonora emessa dal diffusore, il segnale emesso dai diffusori raddoppia. Parimenti ogni 3 db di
diminuzione il segnale emesso dimezza. Quindi se i 50hz del nostro diffusore vengono emessi a - 3db
rispetto agli altri, significa che il nostro orecchio pecepirà i 50 Hz emessi dal diffusore ad un livello più basso
degli altri segnali.

Questo spiega abbastanza bene perchè diffusori con risposte in frequenza 50 - 20000 Hz sono spesso
valutati come "poco estesi in gamma bassa" o addirittura "carenti in gamma bassa"; il motivo è quello
appena descritto, e cioè se una determinata frequenza viene emessa a -3 db rispetto ad altre, la sentiremo
meno presente all'ascolto.

Ovviamente l'esempio è sempre valido per tutti gli intervalli di frequenza ed anche in quei casi dove la
risposta sarà + 3db dove assisteremo all' effetto contrario, cioè sentiremo quella determinata frequenza più
presente nel nostro segnale acustico.

L'impedenza.

L'impedenza di un diffusore è, detta in modo semplificato, la sua capacità di opporsi al passaggio del
segnale emesso dall'amplificatore. L'argomento è abbastanza complesso per cui non è oggetto di questo
post una sua trattazione. Possiamo però fissare alcuni concetti:

- normalmente và da 4 a 16 ohm (l'ohm è la sua unità di misura)

- due impendenze uguali in parallelo dimezzano il suo valore.

- due impedenze uguali in serie raddoppiano il suo valore

- se non sono uguali bisognerà applicare la seguente formula:

L’impedenza ha grandi effetti sulla potenza necessaria a pilotare un diffusore e quindi sulla pressione
sonora che un diffusore può emettere. Anche qui, semplificando, possiamo dire che:

- Allo scendere dell’impedenza aumenta il carico per l’amplificatore che quindi sarà chiamato ad
erogare una maggiore potenza e quindi corrente
- Impedenze troppo basse < 4 ohm non sono mai troppo gradite agli amplificatori anche se esistono
ampli progettati per pilotare anche impedenze di 1 ohm.
- Parimenti, impedenze troppo alte non consentono un erogazione ottimale della potenza

Per fare un esempio, se un amplificatore riesce ad erogare 100W RMS su un carico di 8 ohm, lo stesso sarà
chiamato ad erogarne ben 200W RMS su un carico da 4 ohm. Ovviamente l’elettronica dell’ampli dovrà
essere dimensionata opportunamente oppure avere dei circuiti di limitazione che evitino la distruzione
degli stadi finali. Quando un ampli è in grado di passare da 100W RMS su 8 ohm a 200W RMS su 4 ohm
senza avere problemi siamo di fronte ad un buon apparecchio, generalmente definito come “Buon
erogatore di corrente”. In ultimo, l’impedenza purtroppo non è statica ma varia al variare della frequenza
quindi esistono diffusori che pur dichiarando 8 ohm nominali, a determinate frequenze (generalmente nella
gamma bassa), scendono anche al di sotto dei 4 ohm. Da qui si capisce il perchè si preferiscono ampli con
buone capacità di erogazione di corrente anche quando si hanno diffusori con impendenza nominale di 8
ohm.
La potenza

La potenza applicabile ad un diffusore è un valore molto aleatorio. Anch’essa varia in funzione della
frequenza e viene generalmene calcolata dal produttore come la potenza media o massima applicabile al
Woofer. Questo perchè, in un segnale musicale il 60 - 70% del segnale sarà dedicato alle basse frequenze e
solo la rimanente percentuale alle medio alte. Per cui, facendo il solito conto della serva, un segnale di
pilotaggio di 100W applicato ai morsetti di diffusore, si dividera in circa 60 – 70 W sul woofer ed i rimanenti
40 – 30 W sui medio alti (Midrange a tweeter)per un sistema a tre vie. In un sistema a due vie la parte
centrale verrà suddivisa tra woofer e tweeter con preponderanza del woofer.

Di conseguenza non fate mai troppo affidamento sulle potenze espresse dai produttori e posizionatevi
sempre su un valore medio tra il range espresso.

La massima pressione SPL

Non sempre dichiarata dai costruttori è invece un dato fondamentale per capire quanto “suona forte” un
diffusore ed anche uno dei dati fondamentali insieme alla sensibilità per calcolare la potenza ottimale del
nostro amplificatore. Cioè la risposta ad una delle domande che vedo più spesso: “ con i diffusori XYT che
amplificatore mi consigliate e di quale potenza ? “.

Quando non viene dichiarata possiamo fare alcune assunzioni generalmente attendibili e cioè:

- per diffusori da pavimento o bookshelf grandi con woofer > 20cm possiamo assumere una max SPL
di 112 db ad 1 metro con 1% distorsione
- per minidiffusori o bookshelf piu piccoli con woofer < 20cm possiamo assumere una max SPL di 106
db ad 1 metro con 1% distorsione

Come già più volte accennato, si tratta di assunzioni che possiamo fare per semplificarci la vita e funzionali
a darci una idea di come stanno le cose. Non sono certo oro colato o valori misurati ma lo scopo di questo
articolo è quello di dare una idea a chi non ce l’ha non di essere una trattazione esaustiva.

La sensibilità

Insieme alla massima pressione SPL è uno dei parametri più importanti per determinare la potenza
dell’amplificatore. Come già detto, esprime la pressione sonora emessa dal diffusore misurata ad 1 metro e
applicando 1 W ai morsetti del diffusore (la misura viene generalmente effettuata con un segnale di 1 Khz).

Il range che troviamo nei diffusori in commercio va dagli 85 db fino a oltre 105 db ma la stragrande
maggioranza dei diffusori opera tra gli 88 ed i 96 db.

Se ricordate quello che ho detto, riguardo ai decibel, si possono fare una serie di ragionamenti che ci
possano indicare, ad esempio, qual’è la potenza ottimale o almeno quella minima necessaria al nostro
ampli per pilotare correttamente i nostri diffusori.

Quale amplificatore ?

La scelta di un ampli non è ovviamente guidata solo dal calcolo della potenza ma da moltissimi altri fattori
misurabili come:
- Estetica
- Flessibilità degli ingressi e loro numerosità
- Qualità costruttiva
- Rumore di fondo
- Risposta in frequenza
- Erogazione corrente
- Etc....

Ed altri non misurabili ma “ascoltabili” e quindi molto soggettivi come il “sound” tipico di certe marche o la
preferenza di certi costruttori per determinati tipi di segnale (Es. Ampli realizzati soprattuto per la
riproduzione di musica classica ).

Quindi la scelta di un ampli sarà determinata da molti fattori, alcuni potranno anche essere in antitesi tra
loro; stà a noi decidere quali sono più importanti senza dimenticare che una ferrari con le ruote di una
bicicletta non potrà mai andare a 300 Km/h.

Come ragionare sul dimensionamento

Inziamo col dire che il nostro orecchio, pur stupefacente per molti versi, non è affatto uno strumento
lineare ma risulta più sensibile a determinate frequenze e meno ad altre. Inoltre, con il passare degli anni,
la sensibilità in frequenza ed in ampiezza del nostro orecchio diminuiscono progressivamente per cui, un
bambino di 10 anni, può ascoltare un range di frequenze da 50 a 18000 Hz senza grandi problemi mentre
un cinquantenne (anche se non lo ammetterà mai) probabilmente non sarà in grado di andare oltre i 12000
Hz. Gli ingegneri del suono che realizzano le tracce audio conoscono perfettamente il fenomento per cui le
registrazioni che ascoltiamo sono già, in parte, compensate per risultare gradevoli al nostro udito ma
ovviamente sono realizzate per un sensibilità media per cui, possono andare bene per alcuni e molto meno
per altri. Allo stesso tempo la pressione sonora alla quale ci piace ascoltare il nostro impianto audio è
estremamente variabile da soggetto a soggetto.

Ci sono persone che, ascoltando i loro brani preferiti, non superano mai pressioni sonore dell’ordine dei 95
- 98 db e persone che se non sentono il basso nello stomaco e quindi pressioni sonore oltre i 100 db non
sono soddisfatte.

Nel calcolare la potenza necessaria al nostro impianto dovremo tener conto delle considerazioni fatte sopra
quindi, fornirò un metodo di calcolo semplice che poi ognuno potrà applicare a suo piacimento.

Come abbiamo detto la sensibilità del nostro diffusore ci dice quale pressione sonora esso è in grado di
emettere con 1 W misurata ad 1 metro di distanza.

A distanze superiori ovviamente la pressione sonora scende per effetto della dispersione acustica ma,
considerando il fatto che nei nostri normali luoghi di ascolto al chiuso, cioè le nostre case, la distanza del
punto d’ascolto dai diffusori varia da un minomo di 2 fino a massimo 4 -5 metri e che generalmente siamo
chiusi tra pareti non molto assorbenti, possiamo affermare che, quanto diremo, non sarà tanto lontano
dell’esperienza reale d’ascolto.

Ora, ponendo che il nostro diffusore abbia una impendenza di 8 ohm ed una sensibilità di 90 db (gia
abbastanza efficente) ed una Max SPL di 105 db con 1% distorsione, mi pare chiaro che dovremo calcolare
le potenze necessarie a rimanere entro questo range SPL per non incorrere in distorsioni inaccettabili o
pressioni troppo basse per essere soddisfacenti.

Considerando quindi che ogni 3 db di pressione sonora è necessario un raddoppio della potenza applicata
ai morsetti del diffusore, ne consegue la seguente tabella:
Pressione Potenza
sonora applicata
(db) (W )
90 1
93 2
96 4
99 8
102 16
105 32
108 64
111 128
115 256

Dove il nostro range di pressione SPL verrà rispettato con un amplificatore in grado di erogare 32 W RMS
continuativi.

Vero ? Non proprio.

Come sappiamo il nostro segnale musicale è variabile nel tempo e nelle registrazioni digitali che vantano
oltre 100 db di dinamica (rapporto tra il segnale più debole ed il piu forte del programma musicale) i picchi
di segnale dovuti a transienti velocissimi 50 – 100mS, possono arrivare anche a 3, 4 volte la media del
segnale che stiamo ascoltando. Questo significa che il nostro povero ampli dovrà essere in grado di
riprodurre con la stessa fedeltà segnali molto piu grandi di quello medio.

Immaginando quindi di ascoltare il nostro impianto ad una pressione sonora media di 102 db (roba da far
incazzare il condominio), il nostro ampli dovrà essere in grado di erogare una potenza continuativa di 16+16
W RMS ma con transienti di segnale che possono arrivare anche oltre i 100 W di picco.

Una parte di questa “riserva di potenza” è costitutita dalla sezione di alimentazione che come avrete visto
in molte foto, dispone generalemente di due o piu condensatori elettrolitici di grande capacità, in grado di
erogare la corrente aggiuntiva impulsiva richiesta ma, non è sufficiente, specialmente se il programma che
stiamo ascoltando presenta molti transienti ad alta energia ( vedi percussioni della musica House o Rock)
che richiedono uno sforzo prolungato. Inoltre, bisogna anche considerare la capacità di erogazione dello
stadio finale dell’ampli che, in un buon prodotto, viene dimensionato per erogare dal doppio al triplo della
potenza nominale.
Ecco allora che un ampli da 32+32W anche di buona fattura, può non essere più completamente sufficiente
per il nostro impianto e quindi questo ci spingerà ad acquistare un apparecchio con maggior riserva di
potenza, tipicamente il doppio di quello che ci siamo appena calcolati.

E’ tutto ? Purtoppo no.

Come abbiamo accennato oltre ai ragionamenti già fatti in termini di efficienza e Max SPL dei diffusori,
quest’ultimi hanno anche un’altro importante fattore da tener presente: l’impedenza.

Con un diffusore con impedenza semplice da gestire (ad esempio uno che non non scende mai sotto i 4
ohm su tutto lo spettro di frequenze) non avremo bisogno di fare ulteriori considerazioni ma con un
diffusore con impendenza complessa, dovremo necessariamente tenere in considerazione questo fatto e
aggiungere ulteriori margini al nostro calcolo.

Il motivo è da ricercarsi nel fatto che, come abbiamo detto, alla diminuzione dell’impedenza corrisponde
una maggiore corrente erogata dall’amplificatore (ovviamente per mantenere lineare il sistema).

Per cui, riprendendo dalla tabella precedente Pressione SPL/W e immaginando di posizionarci sempre ai
soliti 102 db di pressione sonora con 16 W RMS, con un diffusore che abbia impedenza complessa che
scende sotto i 4 ohm a 50 Hz, al variare dell’impendenza e della frequenza del segnale, il nostro povero
ampli dovrà far fronte alle seguenti necessità:

Frequenza Impedenza Potenza


segnale (Hz) (Ohm) necessaria (W)
20 2 64
30 2 64
50 4 32
100 8 16
1000 8 16
10000 8 16

Dovendo incrementare notevolmente l’erogazione della potenza necessaria in presenza di carico difficile.

E’ ovvio quindi che mettendo queste due semplici considerazioni insieme, la nostra necessità di erogazione
sarà molto più alta di quella teorica calcolata sulla base della sola efficenza dei diffussori.

Ecco quindi che le proverbiali potenze oltre i 100W RMS a canale erogate da molti amplificatori, diventano
molto meno “spaziali” o esagerate di quanto si potesse immaginare.

Certo, utilizzando diffusori piu efficienti, questa richiesta di potenza diminuisce ma, in ogni caso,
dimensionare un amplificatore intorno alle 3 volte della potenza richiesta per il Max SPL, è più che corretto
e ragionevole.

Se a tutto questo aggiungete la possibilità che i vosti diffusori siano poco efficenti(gli esempi che abbiamo
fatto erano relativi ad un diffusore da 90db di efficenza) o che vi piace ascoltare musica a livelli sonori
molto elevati, ecco che i famosi 200W RMS x canale, considerati da molti un buon compromesso per un
sistema HiFi casalingo performante e pronto a pilotare carichi difficili, sono ampiamente giustificati.

Alessandro Furlani

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