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Fake news

Fake news (notizie false) è un termine inglese per definire articoli che presentano informazioni
inventate, ingannevoli, create per disinformare e rendere virali le bufale attraverso internet (social
media principalmente). I motori di ricerca cercano di combattere questi siti, i social media meno, ed è
proprio qui che le fake news dilagano. Prima questo veniva fatto dalle televisioni e importanti testate
giornalistiche. Con Internet però aumenta il raggio di diffusione anche per le più piccole testate, che in
poco tempo e per scarsa informazione degli utenti, riescono a riscuotere presto successo di massa e
diffusione della notizia sui social media.

1. La notizia secondo la quale Barack Obama aveva vietato di giurare fedeltà alla bandiera ha
totalizzato 21 milioni fra like e condivisioni su Facebook.
2. Le scie chimiche in cielo sono tracce lasciate dall'aeronautica per controllare il clima. Una
bufala alla quale in molti continuano a credere.
3. Secondo Donald Trump la Statua della Libertà incoraggia l'immigrazione.  Una bufala molto
divertente.
4. Credere che ci sia una relazione fra i vaccini e l'insorgere dell'autismo è una delle bufale più
diffuse in ambito medico.  
5. Guarita dal tumore al cervello con la dieta vegetariana. Una bufala che aveva fatto
guadagnare alla blogger australiana Belle Gibson circa 500mila dollari, anche grazie alla
vendita del suo libro The Whole Pantry e a un app. La 27enne, che era anche
perfettamente sana, è stata condannata dalla corte di giustizia dello stato di Victoria che le
ha comminato una multa di 410 mila dollari.

cliccare

Quali reati si rischiano con le fake news?


Di seguito, un esempio delle diverse tipologie di bufale e dei reati ipotizzabili:
“C’è il corona virus in tribunale”, oppure “sta per scoppiare una
bomba a scuola”.
È evidente che tale tipologia di notizia crea panico e scompiglio tra i cittadini.

Sotto il profilo giuridico, la creazione e diffusione di tali notizie integra:

1. il reato di procurato allarme presso l’autorità1, punito con l’arresto sino a sei mesi o con
l’ammenda da 10 a 516 euro;
2. oppure, il reato di abuso della credulità popolare punito con una sanzione amministrativa
pecuniaria da 5.000 a 15.000 euro in base alla gravita del turbamento causato.

“Non mangiare il cibo della ditta X perché causa allergie ai


bambini”, oppure “La società X sfrutta i minorenni”.
Tale tipo di notizie è idonea a ledere l’immagine della società o ditta indicata nella fake news o
cagionare un danno economica alla vittima.

In questi casi, il rappresentante legale della società colpita potrebbe denunciare l’autore della
notizia per:
1. diffamazione, qualora la notizia avesse “solo” danneggiato l’immagine della società.
Tale delitto è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa non inferiore a
516 euro. Il giudice può aumentarle fino al doppio se il fatto è di ingente gravità.
2. distorsione del mercato, nel caso in cui la notizia bufala avesse avuto ripercussioni
su rialzi o ribassi delle borse. Tale reato è punito con la reclusione fino a tre anni e con
la multa da 516 a 25.822 euro.

“Dona 5 euro per aiutare la ricerca sul coronavirus” e poi l’autore


mette il proprio iban anziché quello della fondazione di ricerca
 In questo caso, la creazione di un fake news con l’inserimento un falso numero di
beneficenza integra il delitto di truffa, punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con
la multa da euro 51 a euro 1031.

In conclusione, come già sappiamo, immettere informazioni nel web è molto semplice, e
diffonderne di false ancora di più, ma quello che non si sa, è che diffondendo notizie false si va
incontro a diversi tipi di sanzioni (penali o meno), come dimostrato in precedenza, infatti è su
questo che si basa “internet”, e sta solo a noi la responsabilità nel diffondere informazioni vere o
false.

E secondo me è proprio questo uno dei principali problemi di internet, perché in un mezzo di
comunicazione così potente, non può essere così “libero”, perché un’informazione errata può
essere più letale di quanto si pensa.

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