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V° QUARESIMA C.

2023
[Es 37,12-14; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45]

In questo nostro cammino verso la Pasqua Gesù si presenta a noi come Via, Verità, Vita.
Assetato di noi ci aspetta presso i nostri… “pozzi” da cui aspettiamo qualche ristoro. Ci parla, ci
illumina, ci apre gli occhi sulla realtà, mostrando la verità di Dio e dell’uomo, si mostra a noi,
paralizzati dai limiti nostri e del nostro prossimo, come colui è prossimo. Oggi si mostra Vita
presso i nostri… “sepolcri”, ci apre gli occhi sulla morte che incombe su tutta la nostra vita. A noi
bisognosi di segni, di capire, Gesù offre un segno bellissimo, tenerissimo, carico di amore: il
ritorno in vita dell’amico Lazzaro.
Un’atmosfera familiare di fede e di amore avvolge Gesù, Marta, Maria e Lazzaro. La morte
di questi rimanda Gesù e i suoi discepoli in Giudea a lui ostile, perché il loro amico, dice Gesù,
“dorme” e bisogna svegliarlo. Gesù chiama la morte “sonno”: il morto dorme, ha solo bisogno di
essere svegliato!
Il sonno, o la morte che sia, di Lazzaro spinge i discepoli a seguire Gesù preoccupati solo di
proteggerlo dai Giudei. Ormai vicino a Betania, Gesù incontra Marta, che lo saluta subito con un
amorevole rimprovero: “Signore, se tu fosso stato qui, mio fratello non sarebbe morto! (…).
Riascoltiamo il dialogo, che è il cuore del messaggio di oggi. Gesù le disse: <Tuo fratello risorgerà>.
Gli rispose Marta: <So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno>. Gesù le disse: <Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non
morirà in eterno. Credi tu questo?>. Gli rispose: <Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di
Dio, colui che viene nel mondo>”. Non è questione di risurrezione nell’ultimo giorno, Gesù è la
risurrezione e la vita qui ora. La morte fa parte della vita, Gesù non può fare niente, non può
salvare dalla morte, ma salva nella morte, dandoci la possibilità di viverla in modo divino,
donandola, facendoci immagine e somiglianza con Dio, che è amore.
Tutto questo avviene in un contesto di amore. Gesù si commuove, quando vede piangere
Maria e quanti erano venuti da lei; “scoppia in pianto” quando gli dicono di andare a vedere dove
era stato sepolto Lazzaro; si commuove “profondamente” quando si reca al sepolcro. Ed ecco
infine il grido a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!” E Lazzaro, uscito fuori, ritornato in vita avrà fatto
risuonare dentro di sé questo grido per il resto della sua vita pronto ad uscirne fuori, risorto.
Veramente l’amore fa sbocciare la fede, e la fede conduce l’amore oltre la morte.
“Io apro i vostri sepolcri”. Così parla Dio al popolo eletto disperso in esilio, lontano dal
Tempio, dal suo Signore. È un po' macabro dirlo così, ma noi viviamo dentro… sepolcri! Sepolcro è
il nostro corpo che fa trasparire come può quello che siamo. Sepolcro è il nostro mondo di
relazioni con le persone e il cosmo. Il Signore ci libera, ci fa uscire, ci riconduce alla terra promessa,
ci dona il suo Spirito facendoci rivivere in Lui. Dal momento che “lo Spirito di Dio, che ha risuscitato
Gesù dai moti, abita in noi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti darà la vita anche ai nostri
corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in noi”.
Viviamo da risorti. Usciamo fuori, andiamo oltre, non lasciamo che in noi domini la “carne”, i
nostri istinti, le nostre passioni. Siamo in Cristo Gesù. Animati dal suo Spirito, facciamo della morte
la migliore compagna di vita nel cammino verso La Vita.

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