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VIA CRUCIS

Canto d’ingresso

Celebrante: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
Tutti: Amen

Celebrante: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni pace e gioia nella fede per la potenza
dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
Tutti: E con il tuo spirito.

Lettore: Ci sono momenti in cui nella vita si deve correre. Sempre, perché gli impegni
chiamano, perché non si può fare altrimenti, perché del resto tutti fanno così. Ce ne sono
altri, però, in cui ci è chiesto di fermarci per dare ristoro non solo al nostro fisico, ma anche
all’anima. Anzi, forse qualche volta ci è chiesto di fermarci ad aspettare la nostra anima,
poiché abbiamo corso troppo e senza accorgerci l’abbiamo lasciata indietro. Perché anche
questa si stanca, si affatica e ha bisogno di sostare in silenzio davanti a Gesù, per ritrovare
lo spirito giusto per riprendere il cammino quotidiano. Un tempo prezioso, da non lasciarci
sfuggire, è proprio la Quaresima che ogni anno torna per farci ritrovare i passi giusti, per
ricaricare il cuore, raddrizzare il sentiero e recuperare così le forze perdute. Un tempo per
stare “accanto a Gesù”, per dirgli il nostro amore. Stare accanto a lui per impararne i segreti
del cuore, per “rivestire i suoi sentimenti”, come l’apostolo Paolo migliaia di anni fa diceva
ai cristiani della città greca di Filippi, la prima del nostro continente toccata dall’annuncio
del Vangelo.

PRIMA STAZIONE
Gesù è condannato a morte

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23, 23-25)


Essi insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano.
Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in
carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro
volontà.

Meditazione:
In questa prima stazione tutto ruota attorno ad una parola chiave: scelta. Che parola potente.
Potente perché ogni scelta ha il potere di condizionare la nostra vita e quella di chi ci
circonda. Ma, se questo è vero ed appurato, la domanda fondamentale da porsi è: cosa
condiziona le nostre scelte? La paura o la giustizia? La verità o il guadagno? L’esempio
lampante ci viene proprio dato dal Vangelo che caratterizza questa prima stazione, in cui
Pilato, nel dover scegliere se lasciare libero Barabba o Gesù, si fa condizionare dalla paura
di una sommossa popolare e dalla necessità di assecondare gli altri. Condanna, dunque,
ingiustamente Gesù, uomo giusto, e sceglie di stare dalla parte della paura.
La decisione di Pilato ha scatenato eventi che in un modo o nell’altro hanno modificato la
vita di tutti noi. Proprio come Pilato anche noi ci ritroviamo spesso a prendere decisioni che
condizionano il nostro percorso di vita. Chiediamo al Signore che ci aiuti e ci guidi a non
prendere decisioni influenzate dalla paura e dall’egoismo, ma che ogni nostra scelta sia
alimentata dall’amore e orientata al bene, vero e puro.

SECONDA STAZIONE
Gesù è caricato della Croce

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9, 23-24)

Gesù dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni
giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria
vita per me, la salverà”.

Meditazione:
Le parole di Gesù in questa stazione risuonano imponenti e quasi ci sconvolgono per la loro
forte attualità. Ognuno di noi in questo periodo si sente un po’ come Gesù, che con umiltà
si carica della sua Croce per percorrere la via del Calvario; in essa sono racchiuse tutte le
sofferenze e i peccati dell’umanità. Eppure Lui, ancora una volta, è in grado di stupirci
perché dinanzi all’incredulità umana, ama la sua Croce! Essa non è strumento di morte, ma
via di salvezza, la via della Resurrezione, la vittoria della vita! Con questa certezza ci
propone il modello della sequela, una via non semplice che richiede coraggio, fede, capacità
di interrogarsi e farsi prossimo dell’altro, ma di certo è la strada per la vita vera!
In questo momento storico difficile siamo chiamati a credere e testimoniare che il Signore
non ci abbandona. Anche quando tutto ci sembra senza soluzione, quando ci sentiamo soli,
sconfitti, in preda alla paura, Lui è con noi e non c’è emozione più bella di sentirsi amati. E
proprio nella “pausa” di questi giorni, ci riscopriamo in un dialogo intimo con Gesù, ci
accorgiamo della sua presenza costante e viva fra di noi e accanto a noi. Con la sua Croce ci
ha proiettati all’amore vero e non possiamo che renderci testimoni di un sentimento che
contraddistingue da sempre il cristiano, la speranza.
TERZA STAZIONE
Gesù cade sotto il peso della croce

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal libro delle Lamentazioni (Lamentazioni 1,12)

Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore,
al dolore che ora mi tormenta.

Meditazione:
Gesù cade a terra. Distrutto dal dolore non si tira indietro. Prosegue restando fedele alle sue
parole, quelle stesse parole che l’hanno portato a promettere di seguire il volere di Dio.
L’elemento che lo contraddistingue è la forza che tutti noi in questo periodo difficile
dovremmo provare ad avere. Siamo immagine di Dio, la nostra missione è quella di non
allontanarci dalla Sua strada, da quella via che Lui ha percorso con la croce sulle spalle,
senza darsi indietro seppure soffrendo, seppure non capito, seppure probabilmente deluso.
L’intensità del suo Amore lo ha portato a farsi carico delle nostre colpe.
Dacci, Signore, la forza di cadere e di rialzarci come Tu ci hai insegnato. Restaci vicino e, se
necessario, tu che sei nostro Padre, aiutaci a non perdere le speranze, a non sentirci sconfitti,
a lottare per ciò che crediamo.

QUARTA STAZIONE
Gesù incontra sua Madre

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca (Lc, 2 34-35)


Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione
di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E
anche a te una spada trafiggerà l’anima.

Meditazione:
Signore Gesù, abbiamo compreso che il cuore di Maria è stato il tuo posto sicuro. Tra tutte
le donne è beata, ma anche tra tutte le donne è stata la più afflitta. Ti è stata accanto dandosi
forza, non dando spazio al suo dolore per non procurartene altro, preoccupata solo di
sollevare il Tuo. Aiutaci a imitare la sua fortezza quando siamo accanto al dolore degli altri
e ci verrebbe di riversare su di loro il nostro.

QUINTA STAZIONE
Il Cireneo aiuta Gesù

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23, 26)


Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna
e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

Meditazione:
Ed ecco, ancora una volta, Gesù, ci presenti un uomo semplice, uno come noi, uno di noi.
Non sappiamo se costretto o volontariamente, quello che sappiamo è che Simone di Cirene
non si è tirato indietro. La Tua volontà lo ha chiamato a compiere un gesto grandioso, che
lo ha fatto entrare nella storia. Sappiamo anche che Tu scegli ognuno di noi ogni giorno e ci
insegni, attraverso l’esempio di quest’uomo a farci prossimi, ad abbracciare con
amorevolezza ognuno la propria Croce, a farcene carico con grande responsabilità e
pazienza. A non tirarci indietro, proprio come Simone di Cirene, di fronte alle sfide
quotidiane. Aiutaci Gesù, soprattutto in questo periodo storico, ad essere vigili e sempre
pronti ad accogliere il grido di aiuto di chi ci sta accanto.

SESTA STAZIONE
Una donna asciuga il volto di Gesù

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 2-3)


Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui
diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come
uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Meditazione:
La Veronica è simbolo della bontà incontrastata. Non le importa della brutalità dei soldati,
né della paura dei discepoli: non rende altro che un servizio di bontà. È l’immagine della
donna che mantiene il coraggio della bontà, non si fa contagiare dalla piaga
dell’indifferenza. Veronica è la traduzione latina del nome greco Berenice e cioè che porta
vittoria. Ed è proprio con un semplice gesto di bontà che anche noi possiamo “vincere”.
In questo periodo difficile, non abbandoniamoci alla paura, all’indifferenza. Cerchiamo di
riscoprire la bellezza delle piccole cose, cerchiamo di essere soprattutto docili giardinieri,
che con perseveranza e dolcezza non possono fare a meno di seminare gesti di bontà nella
vita delle persone che incontriamo.

SETTIMA STAZIONE
Gesù cade per la seconda volta

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Libro del profeta Isaia (Is 53, 6-7)


Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore
fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua
bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e
non aprì la sua bocca.

Meditazione:
La settima stazione ci apre gli occhi: Gesù cade, per la seconda volta, ma si rialza. Stremato
dalla fatica, schiacciato dal peso della Croce, ma si rialza. Molto spesso, però, ci scordiamo
di questo. Quante volte noi alla prima difficoltà decidiamo di abbandonare tutto! Quante
volte ci arrediamo dopo un fallimento! La tentazione di trovare la strada più facile è sempre
presente. Dovremmo far nostre però le parole di Papa Francesco: “…Mettersi alla sequela
di Gesù significa prendere la propria croce, tutti l’abbiamo, per accompagnarlo nel suo
cammino, un cammino scomodo che non è quello del successo, della gloria passeggera, ma
quello che conduce alla vera libertà, quella che ci libera dall’egoismo e dal peccato…” e che
molte volte è fatto di cadute, perché siamo “non persone perfette, ma uomini e donne
incamminati, anche col fiatone, anche claudicanti, ma in cammino” ed è questo ciò che
conta.

OTTAVA STAZIONE
Gesù parla alle donne di Gerusalemme

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23, 27-31)
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti
su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme non piangete
su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà:
Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!” e ai colli: “Copriteci!”. Perché se
trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?

Meditazione:
Ti vedo e ti ascolto, Gesù, mentre parli alle donne che incontri lungo la tua strada verso la
morte. In tutte le tue giornate sei passato incontrando tante persone, sei andato incontro e
hai parlato con tutti. Ora parli con le donne di Gerusalemme che ti vedono e piangono.
Anch’io sono una di quelle donne. Ma tu, Gesù, nel tuo ammonimento usi parole che mi
colpiscono, sono parole concrete e dirette; a primo impatto possono apparire dure e severe
perché schiette. Oggi, infatti, siamo abituati ad un mondo fatto di giri di parole, una fredda
ipocrisia vela e filtra ciò che vogliamo realmente dire; gli ammonimenti si evitano sempre
di più, si preferisce lasciare l’altro al proprio destino, non curandosi di sollecitarlo per il suo
bene. Mentre tu, Gesù, parli alle donne come un padre, le tue parole sono parole di verità e
arrivano immediate con il solo scopo della correzione, non del giudizio. È un linguaggio
diverso dal nostro, tu parli sempre con umiltà e arrivi dritto al cuore.
In questo incontro, l’ultimo prima della croce, emerge ancora una volta il tuo amore senza
misura verso gli ultimi e gli emarginati; le donne infatti, a quel tempo, non erano considerate
degne di essere interpellate, mentre tu, nella tua gentilezza, sei veramente rivoluzionario.

NONA STAZIONE
Gesù cade per la terza volta

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (Rm 15, 1 – 3)


Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza
compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per
edificarlo. Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: “gli insulti di
coloro che ti insultano, sono caduti sopra di me”.

Meditazione:
Quando tutto si fa buio e le radici salde del nostro cuore sembrano sgretolarsi in mille pezzi,
quando ci sembra che sulla nostra schiena ci sia un peso, una croce, talmente grande da non
permetterci di sollevarci, forse il gesto più semplice che potremmo fare è domandarTi
umilmente aiuto. Quell’aiuto che tendiamo a non chiedere, per sentirci grandi e forti, ma
senza il quale, giorno dopo giorno, ci sentiamo ancora più deboli, ancora più fragili;
quell’aiuto che potrebbe insegnarci che le nostre fragilità sono i nostri punti di forza, che le
nostre cadute sono delle esperienze dalle quali trarre nuove consapevolezze, che dopo il
buio c’è sempre uno spiraglio di luce.
Concedi, Signore, a noi giovani il dono di una lente per poter vedere e riconoscere la tua
mano forte e robusta che ci viene incontro per curare le nostre ferite e rimetterci a nuovo,
per poter permetterci di affrontare le nove sfide e salite che la vita ci porrà davanti.

DECIMA STAZIONE
Gesù è spogliato delle vesti

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 23-24)


I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti,
una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un
pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi
tocca. Così si adempiva la Scrittura: “Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han
gettato la sorte”. E i soldati fecero proprio così.

Meditazione:
Gesù spogliato dalle vesti. Essere spogliato dalle proprie vesti è il gesto più vergognoso che
si possa subire, perché rappresenta la perdita di tutti i nostri beni, compresi i vestiti e, più
grave, la perdita della nostra dignità. Ma c’è qualcosa che gli uomini spesso dimenticano
riguardo alla dignità: essa si trova sotto pelle, è parte di Te Signore e sarà sempre con
te,ancor di più in questo momento, in questa nudità.
La stessa nudità con cui veniamo alla luce è quella con cui la terra ci accoglie alla sera della
vita. Da una madre all’altra. E ora qui, su questa collina, c’è anche Tua madre, che ti vede di
nuovo nudo. Ti vedo e comprendo la grandezza e lo splendore della tua dignità, della
dignità di ogni uomo, che nessuno potrà mai cancellare.

UNDICESIMA STAZIONE
Gesù è inchiodato sulla croce

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23, 33-34)
Giunti sul luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a
sinistra. Gesù diceva: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.”

Meditazione:
Siamo giunti ormai al momento estremo, al culmine della vita mortale di Gesù. Egli viene
condannato alla stregua di un malfattore e subisce una pena cruenta, quasi disumana. Viene
inchiodato a quella stessa croce di cui, consapevolmente, si era fatto carico: i chiodi che
trafiggono il suo corpo lo rendono un tutt’uno con quel Legno. “Se trattano cosi il legno
verde, che avverrà del legno secco?”
Gesù si è fatto inchiodare sulla sua croce, accettando la terribile crudeltà di quel dolore, la
distruzione del suo corpo e della sua dignità. Si è fatto inchiodare accanto a due ladroni,
davanti al popolo “che stava a vedere”, davanti ai capi e ai soldati che lo
schernivano. Davanti all’intera umanità, peccatrice.
Fermiamoci davanti a questa immagine, davanti al Figlio di Dio sofferente. Siamo anche noi
sotto quella Croce. Gesù si è sacrificato per noi, per il perdono dei nostri peccati.
Guardiamo a Lui nei momenti di sconforto, per trovare consolazione.
Guardiamo a Lui nei momenti di dolore, per riconoscerci più vicini a Dio.
Guardiamo a Lui nei momenti di solitudine, per riscoprirci, sempre, immensamente amati
di un Amore che trova la sua massima espressione nell’estremo sacrificio di Cristo sulla
Croce.

DODICESIMA STAZIONE
Gesù muore sulla croce

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 33-37)


Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. “Alle tre
Gesù gridò con voce forte: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?’”, che significa: Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia!”.
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere,
dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte
grido, spirò.

Meditazione:
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Queste sono le parole che Gesù pronuncia
sulla croce, le parole di un uomo che si sentiva completamente solo, abbandonato nel
momento più difficile della sua vita.
Talvolta, nel bisogno, capita anche a noi di avvertire la sensazione di essere stati
abbandonati da qualcuno, da un nostro amico o da un genitore, da un fratello o da una
sorella. Crediamo di essere soli, ne siamo convinti, ma la realtà è ben diversa: nel silenzio
qualcuno ci è vicino, col cuore e con la mente. È Dio stesso che si fa presente nell’ora della
nostra sofferenza, così come, nel silenzio, è stato accanto al Figlio Gesù mentre dava la vita
per noi. O Dio, aiutaci ad affrontare le prove che la vita ci offre, con la certezza che la tua
mano discreta tiene stretta la nostra senza lasciarci mai soli.

TREDICESIMA STAZIONE
Il corpo di Gesù è deposto dalla croce

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 42-46)


Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe
d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con
coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e,
chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione,
concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce”.

Meditazione:
Giuseppe è un uomo ricco, uno dei capi del popolo e rispettabile membro del Sinedrio.
Lo stesso Sinedrio che aveva chiesto la morte di Gesù; ma diversamente dalla maggioranza,
Giuseppe è descritto come un “uomo buono e giusto”. Giuseppe “era discepolo di Gesù ma
nel segreto, per timore dei giudei”, ci viene presentato così. Certo, non rinnegò Gesù, ma
neppure ebbe il coraggio di riconoscerlo, lo seguiva timidamente da lontano.
Davanti al corpo, ormai esanime, del Cristo, risuonano nella mente le parole che Gesù
rivolse ai suoi discepoli dopo che un giovane non era riuscito a lasciare tutto per seguirlo:
«Com’è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di
un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Il giovane ricco, di fronte all’invito di Gesù,
sebbene rattristato, se n’era andato via.
E dunque, cosa fare? Andare via o restare? Rivendicare l’appartenenza a Cristo, da parte di
Giuseppe, era molto rischioso! Forse sarebbe stato il momento “giusto” per andare via! E
sarebbe stata la fine della sequela!
Ma è questo, per Giuseppe, il vero inizio: vince le sue paure e decide di dare sostegno ai
seguaci di Gesù, a chi era ancora lì, ai piedi della croce. Lo capiamo dalle parole
dell’evangelista Marco: “Fattosi coraggio, andò davanti a Pilato e chiese il corpo di Gesù”.
Per quanto sia timida la fede di Giuseppe, Dio la riconosce e, nella sua grazia, gli concede
di compiere un ultimo gesto di venerazione: deporre suo Figlio dal legno. Un atto di fede e
di coraggio, in cui il Cristo lo accoglie nel suo abbraccio e gli rinnova il suo invito: “Vieni e
seguimi”.

QUATTORDICESIMA STAZIONE
Il corpo di Gesù è posto nel sepolcro

Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo


Perché con la tua croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 27, 59-60)


Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua
tomba nuova che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del
sepolcro, se ne andò.

Meditazione:
Gesù, si sta avvicinando la sera, il sole sta tramontando al di là delle alture ed il buio della
morte ha tolto il dolore dai tuoi occhi. Il tuo corpo è deposto nel sepolcro. Tutto sembra
finito. Irrimediabilmente finito. All’improvviso però il velo della mia disperazione viene
squarciato dalle parole: «Se il chicco di grano non muore, non porta frutto». Lo so, è una
legge che vige in natura, ma è difficilissima da accettare per noi uomini. Persino tu, o Gesù,
sulla croce hai gridato: «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?». Ma io ora, davanti
al tuo freddo corpo, so che dietro quel grido sofferente c’è l’alba della risurrezione. Il peso
della tua croce infatti ci ha insegnato che il riscatto passa proprio attraverso la sofferenza e
la sconfitta. Tu ci hai parlato con le parole della vita, e ora il tuo sepolcro nuovo non fa più
paura perché siamo pervasi dalla stessa speranza che l’angelo ha immesso nel cuore delle
donne il giorno di pasqua: «Non è qui, è risorto!».

Preghiera a Maria (di Papa Francesco)


O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute degli infermi,
che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del mondo intero,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova.
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen.

Celebrante: Dona o Padre, a noi che abbiamo contemplato la passione e morte del tuo Figlio,
e dona anche alle persone a cui siamo uniti nella preghiera di poter gustare ogni giorno i
frutti della Pasqua del tuo Figlio, servo per amore, dono tuo fino alla morte e vincitore del
peccato e della morte. Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore.
Tutti: Amen.

Benedizione e congedo
Celebrante: Il Signore sia con voi.
Tutti: E con il tuo spirito.
Celebrante: Vi benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Celebrante: L’amore del Signore Gesù, morto e risorto per tutti noi, sia la nostra forza.
Andate in pace.
Tutti: Rendiamo grazie a Dio.

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