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ESERCITI E BATTAGLIE

I NORMANNI

edizioni
delp rado UOMINI IN UNIFORME • 11 1'11~,Jii1
PUBLlSHING
SERIE UOMINI IN UNIFORME 9

I NORMANNI
DAVID NICOLLE
Direzione editoriale: Juan Maria Martfnez L'editore si riserva il diritto di modificare l'ordine
Coordinazione editoriale: Juan Ramon Azaola di apparizione e il prezzo di vendita degli elementi della
Supervisione e adattamento della versione italiana: raccolta, sempre che circostanze tecniche o
Melinda Mele di mercato di diversa natura lo richiedano. Si riserva
Grafica: Digraf anche il diritto di introdurre delle piccole modifiche nei
Testo: David Nicolle volumi per cause di forza maggiore.
lllustrazioni: Angus McBride
Consulenza storico-militare: Mario Tomasone
Traduzione: Luca Landoni
Titolo originale: The Normans
Pubblicato originariamente nel 1993 da Osprey
Publishing Ltd, Michelin House, 81 Fulham Road,
London SW3 6RB

© Osprey Publishing Ltd. All rights reserved


© 1998 Edizioni del Prado, dell 'edizione italiana
© 1998 Ediciones del Prado
C/Cea Bermudez, 39-6Q
28003 Madrid (Spagna)

ISBN: Opera completa 84-7838-976-8


ISBN: 84-7838-997-0
D.L.: M-26257-1998

Finito di stampare nel mese di luglio 1998


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La raccolta Eserciti e Battaglie consta di 100 numeri che


usciranno settimanalmente, articolati in due serie distinte
che si alterneranno ogni settimana:
- Le grandi battaglie (96 pagine)
- Uomini in uniforme (titoli unici: 64 pagine;
titoli doppi : 96 pagine)

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I NORMANNI

L'EREDITA
NORMANNA
L'influenza dei nonnanni sulla storia d'Europa e dei
paesi britannici è stata sempre sminuita dalla cultura
inglese, o al più accettata con riluttanza. Sembra quasi
che gli inglesi non abbiano mai digerito la sconfitta
subìta sul suolo britannico ad opera di un esercito che,
in sostanza, si può considerare francese, avvenuta nella
battaglia di Hastings (1066). Gli studiosi del resto
d'Europa, invece, si sono fonnati un'opinione in gene-
rale più obiettiva riguardo ai nonnanni e ai loro due
secoli di spettacolari conquiste. Mentre è assodato che
hanno gli anglosassoni hanno fondato l'Inghilterra,
molti sostengono che siano stati proprio i nonnanni ad
avviare il processo di fonnazione del Regno Unito che
comprende l'Inghilterra, il Galles, la Scozia, le isole
del Canale, l'isola di Man, e, ancora oggi, parte dell'I-
rlanda.
Anche il contributo nonnanno alla storia francese è
importante, benché meno defInito, mentre lo stato che
fondarono nel sud Italia e in Sicilia sopravvisse sotto la
dominazione di numerose dinastie, fmo all'unificazio-
ne d'Italia, avvenuta nel 19° secolo. L'ultimo stato nor-
manno, quello del Principato di Antiochia nella Siria
settentrionale, non è mai stato studiato a fondo. La
ragione è che, evidentemente, si pensa che abbia rive-
stito un ruolo di secondo piano nella storia del mondo;
va però detto che il suo ruolo nella storia delle crocia- "S. Michele, Capitano delle Milizie Celesti", uno dei santi guerrieri
te fu per molti aspetti addirittura pari a quello del preferiti dai normanni: da un manoscritto normanno di Mont St.
Michel, 980-1000. (Ms. 50, Bib.Munic., Avranches)
Regno di Gerusalemme.
Ma chi erano in realtà i nonnanni del medioevo? ferocia, l'energia, l'astuzia e l'attitudine al comando. A
Erano vichinghi sottomessi o francesi di provincia? Gli questo i moderni studiosi tendono ad aggiungere la
storici inglesi più xenofobi hanno sostenuto che non grande adattabilità e una pietas esemplare. Questo
costituirono mai un popolo ben distinto, ma resta il senso di normannitas (nonnannità) sopravvisse fmo al
fatto che i nonnanni stessi e molti dei loro contempo- XIII secolo, per poi essere fagocitato dalle identità
ranei credevano nell'esistenza di una Gens nazionali emergenti che durano ancora oggi; francese,
Normannorum, intesa come "popolo nonnanno". Le inglese, scozzese e irlandese. La situazione italiana
origini etniche qui hanno scarsa rilevanza: è sufficien- appare oggettivamente differente, mentre ad Antiochia
te che un gruppo ritenga di avere un'identità a se stan- l'identità locale si mantenne sempre largamente dipen-
te, affmché questo gruppo si trasformi in un popolo, dente dalla religione.
foss' anche solo per un periodo limitato di tempo. Fin dal principio i punti in comune tra nonnanni e
Questi normanni 1, dunque, assunsero con la massi- vichinghi appaiono piuttosto evidenti. I loro notevoli
ma certezza un senso di identità e di caratteristiche successi militari derivarono sempre da una tattica pre-
comuni, che si esplicarono soprattutto nel campo poli- parata con attenzione e basata su rapidità dei movi-
tico e militare. Ai posteri lasciarono in eredità la loro menti, capacità decisionale, audacia e feroce crudeltà.

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I NORMANNI

stato dell'Europa occidentale. In Inghilterra adottarono


~ le istituzione politiche e di diritto degli anglosassoni.
C Aggiungendovi un'autorità forte, e migliorando l' orga-
D nizzazione economica, introdussero nel regno quella

~ commistione di democrazia, diritto, governo forte e


libertà individuali, che sarebbe poi divenuto il contri-
buto più importante dell 'Inghilterra alla storia
d'Europa. Un processo simile, anche se di grado diffe-
rente, si verificò in Scozia e negli altri stati celtici.
La chiave fondamentale di tutti questi successi, sia
dal punto di vista politico che da quello militare, fu la
tolleranza, una caratteristica precipua di questo popo-
lo. Una volta che si erano assicurati l'obbedienza e il
~ gettito fiscale in una determinata zona, i normanni si
I
facevano da parte lasciando le redini ai locali. In Italia
e in Sicilia questo atteggiamento fece nascere una delle
più grandi culture della storia d'Europa. Altrove ne
derivò un risultato di relativa stabilità, che favorì lo svi-

u
luppo in campo economico, politico e culturale.

-. ARMI, ARMATURE
H E TATTICHE
Negli anni della dominazione normanna, l'Europa
assistette alla fme della cosiddetta "età della corazza di
maglia", mentre gli anni del loro declino recano già in

• I G

Punte di lancia d'epoca normanna: A = inglese, X-XII sec.


(collocazione incerta); B = dalla Francia del nord, XI-XII sec.
sé i germi del passaggio all' armatura a piastre .
L'evoluzione delle tattiche di cavalleria e dei fmimen-
ti portò a grandi cambiamenti nelle armi e nelle arma-
ture. In Europa occidentale l'innovazione più impor-
(Museo locale, St.Germain); C =da Fornham, Inghilterra, c. 1170 tante fu quella della lancia imbracciata2 , impugnata
(Bury St. Edmunds Mus.); D = da Cork, Irlanda, 1250-1300 (Cork bloccandola fermamente tra il petto e la parte superio-
Public Mus.); E = da Aldersgate, Londra, tardo XII-XIII sec.
(Guildhall Mus.); F = dal castelli di Atlit, Israele (collocazione re del braccio. Questa novità si accompagnò all'ado-
incerta); G =dal castello di Clough, Irlanda, XIII sec. (collocazione zione della alta sella d'arme, con il suo pomello pro-
incerta); H =da Dublino, XIII sec. (Nat.Mus., Dublino) tettivo, l'arcione posteriore innalzato e, più tardi,
avvolgente attorno ai fianchi, del coietto al petto che
In aggiunta a questo erano dotati di un grande senso assorbiva i colpi e della posizione in sella a gambe tese.
degli affari, e conoscevano il valore del denaro. Ma fu Quest'ultima permetteva al cavaliere di alzarsi sulle
l'adattabilità dei normanni a distinguerli nettamente staffe, ma si adattava probabilmente più all'uso di una
dai vichlnghi. Ambedue i popoli dominarono le loro spada lunga, che non di una lancia o di un'asta. Prima
epoche dal punto di vista militare, ma i normanni adot- dell'adozione della posizione a gambe tese, la spada
tarono ben presto il sistema feudale carolingio, la aveva un'importanza secondaria rispetto alla lancia;
cavalleria come base dell'apparato militare e i castelli; con le staffe corte, infatti, un fendente un po' più ener-
e fondarono dei tipici stati feudali in Normandia e in gico, specialmente se portato in orizzontale, poteva
Inghilterra. Si convertirono altresì al cristianesimo, e facilmente causare la caduta del cavaliere.
divennero il braccio armato della riformata gerarchia L'accettazione pressoché universale di queste inno-
ecclesiastica. vazioni da parte dell 'intera classe dei cavalieri
In Italia mutuarono le avanzate strutture burocratiche dell 'Europa occidentale fu la caratteristica tattica fon-
e finanziarie bizantine e islamiche, arrivando a costrui- damentale del periodo tra la fme dell'XI e l'inizio del
re non solo il più efficiente, ma forse anche il più ricco XII secolo. L'uso crescente delle armi da lancio da
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ARMI, ARMATURE E TATIICHE

parte della fanteria, e in particolare delle balestre, co-


stituì un altro evento di grande importanza. In effetti la
balestra si rivelò più importante della lancia imbrac-
ciata, per il ritorno all'uso dell'armatura a piastre.
Sarebbe stato quantomeno strano, del resto, che un
periodo così florido nei più svariati settori culturali,
non avesse portato anche a qualche cambiamento in
campo militare.
Le novità militari si potrebbero riassumere come
segue. L'usbergo di maglia rimaneva ancora la forma
di protezione più comune, unitamente allo scudo, ma
le sue dimensioni aumentarono, iniziando ad includere
maniche lunghe con guanti di maglia. Nella cavalleria
raggiungeva addirittura le ginocchia. È certo che in
questo periodo si indossavano al di sotto dell'usbergo
indumenti imbottiti, anche se, probabilmente, veniva-
no utilizzati anche in precedenza. Gli scudi furono rea-
lizzati in una varietà di stili e dimensioni, ma la vecchia
forma allungata "a mandorla" rimase la più diffusa
fmo a circa il 1200 3 . Le spade divennero più sottili e
affusolate, ma in alcune parti dell 'Europa meridionale,
come la Sicilia e l'Italia normanna, l'influenza araba '
fece sì che si mantenesse l'antica spada non affusolata.
La scomparsa degli arresti sotto il cuspide della lancia
accompagnò l'adozione della posizione imbracciata.
Le lame delle lance europee divennero piccole e
appuntite, pensate per penetrare scudi e armature più
che per aprire larghe ferite. Dato che il problema
"dell'uovo e della gallina" è importante nello studio
delle armi e delle armature, questi cambiamenti delle Guerriero con scudo ovale, tardo XI-primo XII secolo: bassorilievo
lame vanno associati alla lancia imbracciata, allo scudo su capitello, chiesa di Ruqllerville, vicino a Bayellx, Normandia.
ampio e al diffondersi della corazza.
I cambiamenti più radicali, tuttavia, avvennero per la venivano considerate minacce minori, a quell'epoca.
protezione del capo. Per tutto l'XI secolo e l'inizio del Le fonti scritte dell'Europa occidentale affermano
XII, si ebbero innumerevoli versioni del tipico casco a che una qualche forma di protezione del corpo semiri-
cono, realizzato con o senza nasale, e ricavato da un gida fosse probabilmente già nota nel 1200, indossata
singolo pezzo di ferro o da diverse sezioni agganciate al di sotto della cotta di maglia e dalla sopraveste.
in svariate maniere. Solo in qualche regione si usava- Alcune testimonianze scritte rivelano anche l'adozione
no ancora basse cervelliere emisferiche. Con l'armo di elementi di corazza metallica per le ginocchia e i
1200 fece la sua comparsa l'eIrrlo a calotta schiacciata, gomiti, prima di quanto si possa ritenere facendo rife-
diffondendosi sempre più durante il XIII secolo. Le rimento alle sole fonti iconografiche.
tappe del suo sviluppo si ritrovano in numerose sor- Sembra di una certa importanza anche il ruolo avuto
genti pittoriche, che mostrano l'aggiunta di una visiera dai normanni nell'importazione dall 'oriente di una
al semplice casco conico, e il sensibile ampliamento forma più avanzata di armatura. Ciò avvenne in parti-
del nasale. Gli elmi a calotta piatta, ben lungi dal deri- colare nel sud Italia, in Sicilia, tra i mercenari bizanti-
vare da un limite della tecnica, come alcuni studiosi ni e nel Principato crociato d'Antiochia. Risulta sem-
hanno sostenuto, furono la risposta alla minaccia in pre più chiaro, a questo punto, il fatto che i guerrieri
linea orizzontale portata dalla lancia imbracciata, mussulmani e bizantini del medioevo non fossero sem-
dall'arco e dalla balestra; una minaccia che si esplica- pre tanto leggermente armati quanto si pensava. Le
va contro il volto e il collo. Ovviamente erano meno loro corazze comprendevano un usbergo o un giusta-
efficienti nei confronti di un colpo sferrato dall'alto cuore imbottito di cotta di maglia, noto nel Medi~
verso il basso, da una mazza o una spada, ma queste Oriente come jazerant e in Italia come giazzerino. E
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I NORMANNI

che dei normanni dell 'XI e XII secolo, anche se erano


state sviluppate in precedenza a Bisanzio, a metà del X
secolo. TI compito primario della cavalleria pesante era
di spezzare la formazione nemica con una carica a
ranghi serrati; ma mentre a Bisanzio i cavalieri armati
di lancia occupavano i fianchi della formazione, la-
sciando che lo scontro iniziale si svolgesse tra uomini
armati di spade e di mazze, i normanni e gli altri popo-
li occidentali brandivano tutti una lancia. Lo scudo più
ampio, associato alla lancia imbracciata, veniva indos-
sato più che tenuto in mano, giacché il suo peso pog-
giava sulle spalle oltre che sulle braccia. Ciò si tradu-
ceva in un notevole appesantimento dei movimenti,
che lo rendeva più simile per caratteristiche a un pezzo
d'armatura. TI cavaliere si proteggeva efficacemente il
fianco sinistro, ma limitava anche il proprio movimen-
to in sella. Anche la nuova posizione a cavallo a gambe
tese, incideva notevolmente sui movimenti. Le due
cose insieme, nel XIII secolo, costrinsero praticamen-
te il cavaliere a usare la lancia imbracciata, poiché non
c'era altro modo di tenerla.
Benché la tecnica della lancia imbracciata non sia
forse stata scoperta in Europa occidentale, fu quello il
luogo in cui venne adottata con maggior entusiasmo,
per ragioni sociali e militari. Questo valse particolar-
mente per la Francia del nord, la Normandia e
l'Inghilterra anglo-normanna. In Europa il guerriero a
cavallo in armatura divenne ben presto il nobile "cava-
"Il Tradimento" - candeliere in marmo di Nicola d'Angelo e Pietro liere" dell'alto medioevo, ed era ben più di un sempli-
Vassalletto, c. 1170. (San Paolo fuori le mura, Roma) ce combattente. Faceva parte di un'esclusiva casta
militare il cui codice di condotta influenzava e gover-
altresì probabile che la corazza a lamine o di cuoio nava il modo di combattere. Un cavaliere poteva com-
indurito del Medio Oriente e dei Balcani, abbia avuto battere solo contro un altro cavaliere equipaggiato in
un ruolo nello sviluppo della cotta in Europa occiden- maniera similare. Poteva condurre un attacco soltanto
tale, e forse anche dei suoi più grezzi predecessori. TI con uno stile che si confacesse alla sua classe sociale,
camaglio attaccato al bordo dell'elmo, che rimpiazzò e non doveva cercare di procurarsi dei vantaggi "slea-
largamente il cappuccio di maglia del tardo XIII seco- li". Doveva, in sostanza, ricercare l'onore più che la
lo, era quasi certamente di origine orientale. La barda- semplice vittoria.
tura d'arme, con poche discutibili eccezioni, era sco- Forse il fenomeno non era ancora diffuso, nell 'XI
nosciuta in Europa nell'alto medioevo, ma riapparve secolo, ma già allora avevano fatto la loro comparsa i
nel XII secolo. Queste armature, tuttavia, non erano tornei e il culto associato dell"'amor cortese". Mentre
state mai completamente abbandonate dai bizantini o i cavalieri di Guglielmo il Conquistatore, nell'arazzo di
dai loro nemici turchi e mussulmani. La maschera fac- Bayeux, riprendono l'antico modo di usare le lance,
ciale rigida che si sviluppò rapidamente fino a trasfor- portandole sopra la spalla dopo aver fallito nel tentati-
marsi nell'elmo, potrebbe invece essersi sviluppata vo di sfondare il muro di scudi anglosassone di
completamente in Europa. Hastings, il più tardo autore della Chanson de Roland
Le origini precise della gran parte delle innovazioni scrisse una sorta di panegirico intorno al nuovo cava-
medievali rimangono materia di discussione, ma il liere e alla sua caratteristica arma.
ruolo dei normanni nel diffondere le novità sembra La situazione mutava lievemente quando un cavalie-
evidente. La lancia imbracciata, il lungo scudo a man- re normanno (come del resto qualunque europeo occi-
dorla, e la piccola e manovrabile formazione di caval- dentale) combatteva con un nemico non occidentale.
leria che ne faceva uso, divennero caratteristiche tipi- In molti casi le sue tattiche e il suo equipaggiamento si
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ARMI, ARMATURE E TATIICHE

dimostravano di un'efficacia quasi devastante. In altri, Lo scenario dei combattimenti tra due opposte caval-
sembrava impossibilitato a raggiungere il suo avversa- lerie era ovviamente differente. Dopo la carica inizia-
rio, e persino a proteggere se stesso. In queste circos- le, quasi inevitabilmente il combattimento si trasfor-
tanze i cavalieri occidentali sembrarono raggiungere mava in una mischia confusa, a meno che una parte
migliori risultati quando fronteggiavano nemici che non si desse alla fuga. In questo caso la lancia imbrac-
adottavano gli schieramenti ordinati e le piccole for- ciata non sembrava fornire un vantaggio evidente, e gli
mazioni dei bizantini, in particolare quando lanciavano uomini venivano frequentemente disarcionati, il più
una carica contro un nemico scarsamente mobile, delle volte da colpi di lancia, in circostanze in cui sol-
Contro obiettivi mobili o a cavallo ottenevano rara- tanto il braccio del cavaliere forniva forza al colpo. Vi
mente dei successi. Un cavallo, anche se ben addestra- sono, in effetti, chiari riferimenti nei documenti antichi
to, normalmente non galoppa dritto contro un ostaco- ai più svariati usi della lancia durante una mischia. La
lo, che sia umano o altro, a meno che non scorga una sella alta e la lunga staffa, associati alla lancia imbrac-
via di fuga laterale; ma una lancia permette al cavalie- ciata, rendevano molto difficile per un cavaliere disar-
re di abbattere un bersaglio quando si trova ancora a cionato rimontare a cavallo. Forse lo sviluppo della
una distanza di uno o due metri. Quando non è imbrac- cavalleria leggera, in Europa formata dai serjeant 4 ,
ciata, la lancia può anche essere scagliata a cavallo nella Siria dei crociati dai più specializzati turcopoli,
fermo contro un obiettivo. Quando è imbracciata, inve- rifletteva i limiti di un cavaliere armato pesantemente
ce, è efficace soltanto contro un ostacolo invalicabile, in un combattimento di mischia.
come una formazione di fanteria, ammesso che il cava- Solo di recente gli storici hanno analizzato il com-
llo sia addestrato a spingere dopo l'impatto. La sella battimento nel periodo preindustriale con tecniche psi-
alta, la posizione rigida in sella, il fatto che la lancia cologiche, sviluppate durante e dopo la seconda guerra
venisse impugnata dietro al punto di bilanciamento per mondiale, per valutare il probabile stress cui andavano
accrescere il suo raggio d'azione, in aggiunta al fatto di incontro uomini e animali. Quali erano, per esempio, le
tenerla bloccata sotto il braccio del cavaliere, sono conseguenze di una carica di cavalleria medievale con-
tutti fattori che sottendono l'efficacia di questa tecnica tro una fanteria ben addestrata, o di irregolari ma dal
di spinta, facendone la base di tutti i successi originari morale ben saldo? I soldati di fanteria temevano più i
della cavalleria normanna. La fanteria papale a cavalli o gli uomini che li cavalcavano? E la cavalleria,
Civitate nel 1053, come anche i siculo-mussulmani a dal canto suo, temeva più gli arcieri o la cavalleria
Enna nel 1061, gli anglosassoni di Hastings e i loro nemica? Cosa succedeva quando una carica di cavalle-
discendenti bizantini in servizio a Durazzo nel 1081, ria si abbatteva sulla fanteria schierata ad attenderla, e
probabilmente, furono inftlzati più che travolti. a quale velocità avveniva l'impatto? Che effetto aveva
Cacciatore con elmo, cotta di maglia e arco - bassorilievo del XII l'impatto stesso sui ranghi disposti dietro la prima ftla
secolo, porta nord, La Martorana, Palermo. di cavalieri e fanti? Cosa avveniva quando due forze di
cavalleria si scontravano frontalmente, e quanto serra-
ti potevano rimanere i ranghi al momento dell'urto?
Come faceva la cavalleria, materialmente, a passare
attraverso un'altra unità di cavalleria o sopra alla fan-
teria? Sfortunatamente, le illustrazioni medievali di
eventi bellici preferiscono spesso riportare quello che
sembra l'attimo immediatamente precedente la batta-
glia, che non il combattimento vero e proprio. Questo
soprattutto per quanto riguarda le raffigurazioni di
cavalieri con lancia imbracciata. Nelle giostre i caval-
li passavano l'uno al ftanco dell'altro, e continuavano
ftnché non si fermavano o venivano fermati. Questo
tipo di situazione poteva riprodursi anche sul campo di
battaglia solo se le due forze contrapposte di cavalleria
si fossero disposte su una riga, ogni cavaliere ben di-
stanziato dai due vicini, e ognuno avesse già indivi-
duato all'inizio della carica il suo avversario. Una si-
tuazione piuttosto improbabile, nonostante la sua per-
fetta rispondenza agli ideali di cavalleria! Gran parte
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I NORMANNI

della questione, dunque, rimane inisolta, in particolare con i domini vichinghi nell 'Inghilterra settentrionale.
nel periodo normanno. Dopo di ciò, fmo alla schiacciante vittoria di
Guglielmo il Conquistatore a Val-ès-Dunes nel 1047,
la storia normanna fu una continua lotta di successione
I NORMANNI tra i duchi, nell'eterno tentativo di tenere unita la
Normandia e dominarne la bellicosa aristocrazia. Sino
IN NORMANDIA ai primi dell'XI secolo i normanni rimasero essenzial-
mente vichinghi, accogliendo le flotte d'incursione
La regione destinata in seguito a divenire la scandinave nei propri porti come se fossero alleate.
Normandia non fu creata dai normanni. Coincideva D'altro canto, però, una delle più importanti istituzioni
approssimativamente con l'antico arcivescovado di vichinghe, l'assemblea degli uomini liberi (thing), non
Rouen che, mancando di frontiere naturali, era poco vide mai la luce tra i normarini. I primi normanni erano
più di un'unità amministrativa concordata tra il duca piuttosto deboli militarmente, in rapporto ai vicini. Le
normanno e il re di Francia. La sua popolazione era forze normanne erano più esigue in numero rispetto a
essenzialmente gallo-romana con qualche componente quelle degli Angiò, ed erano anche meno disciplinate.
franca (germanica). Un numero considerevole di scan-
dinavi (vichinghi) vi si era insediato, suddividendosi Il feudalesimo
però in piccole colonie tra l'Alta Normandia (a est) e le
più consistenti colonie della Bassa Normandia (a La forza dei normarmi crebbe con lo sviluppo del
ovest). La colonizzazione scandinava ebbe inizio alla feudalesimo. Il feudalesimo è stato spesso descritto
fine del IX secolo; ma ne1911 Rollone, condottiero dei in termini troppo semplificati e fuorvianti. Essenzial-
colonizzatori della valle della Senna, costrinse Carlo mente, invece, rappresentava un modo di tenere
ID di Francia a riconoscere la sua autorità sull'Alta
Normandia, probabilmente come premio per aver
accettato la cristianità e aver dato aiuto al monarca
francese. L'accordo sarebbe stato sancito dal trattato di
Sto Clair-sur-Epte, ammantato dalla leggenda; ma
risulta chiaro che nel 923 Rollone avesse ormai assun-
to il controllo di tutte le colonie scandinave della Bassa
Normandia. I suoi successori spinsero le frontiere
verso la Bretagna e fecero di Rouen una fiorente città
mercantile, con stretti rapporti con la Scandinavia e

Benché di qualità non eccelsa, sbiadite dai secoli e fotografate in


ombra, questi due bassorilievi di guerrieri anglo-normanni, 1180
circa, del portale sud della chiesa di St. Mary a Barfraston, nel Kent,
riproducono il cavaliere con lancia imbracciata, mentre il soldato a
piedi porta un casco conico con nasale, un usbergo a due pezzi, e
uno scudo "alla normanna" con disegni a fasce diagonali.
8
I NORMANNI IN NORMANDIA

unito lo stato, legando l'uno all'altro il governante e l'usbergo era la cotta di maglia che, in teoria, distin-
il governato, il re e il duca, il signore locale e il gueva un valoroso cavaliere dal resto della soldate-
modesto cavaliere; il tutto mediante un giuramento sca. Il sistema feudale aveva anche il vantaggio di
solenne di vassallaggio, omaggio, e fedeltà. Questo liberare il guerriero dagli obblighi del lavoro manua-
era considerato un patto "onorevole", e si consolida- le, in modo che potesse concentrarsi sulle sue abilità
va in un contratto in virtù del quale il forte si impe- militari.
gnava a difendere il debole, e il debole a sostenere il
"La morte di Assalonne", in una Bibbia dipinta, probabilmente
forte. Più benvoluto era un vassallo, e più probabilità realizzata a Winchester, Hampshire, c. 1150-75. Si notino i dettagli
aveva che gli venisse assegnato un pezzo di terra o di del dipinto: la sella alta con le cinghie gemelle; l'usbergo con guanti
feudo, compresi coloro che lo abitavano. Tutto que- e cappuccio o camaglio, il casco rotondo (a sinistra) con nasale e
motivi dipinti; il cosiddetto elmetto "frigio", con un diverso nasale
sto gli spettava in qualità di luogotenente del suo si- (al centro), la suaforma inclinata in avanti indica forse un maggiore
gnore e aveva lo scopo di aiutare il vassallo, di soli- spessore del metallo sulla fronte, e lo scudo lungo a punta, dipinto a
to un cavaliere, a sostenere le spese sempre crescen- V. Altre scene della vita di Davide contenute nella stessa pagina
mostrano cavalieri con elmetti frigi o rotondi; gli altri scudi sono
ti per mantenere l'equipaggiamento militare dell' e- adornati con curve diagonali e losanghe. (Pierpont Morgan Library,
poca. Si costituiva così il tipico fief de haubert, in cui M.619 verso, New York)

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I NORMANNI

Conquistatore, prima dell 'invasione dell'Inghilterra


nel 1066. Dapprima Guglielmo appoggiò la sua aristo-
crazia militare, poi, nel 1047 annientò la fazione che
ancora gli si opponeva, nella decisiva battaglia di Val-
ès-Dunes. Nel corso degli anni che seguirono, il duca
governò con piglio aggres:::ivo e bellicoso, andando
incontro ai desideri dei suoi nobili e cavalieri. Va detto
che fu effettivamente un abile generale, calmo ma
deciso, e soprattutto capace di guadagnarsi il rispetto
dei suoi soldati. Le sue eccezionali capacità organizza-
tiVe si dimostrano al meglio nella sua impresa di radu-
nare un'armata e una flottà nel 1066. I grandi possedi-
menti personali del duca gli permettevano di infeudare
e arricchire molti alleati leali, cui era solito assegnare il
comando di piazzeforti e guarnigioni chiave. Gugliel-
mo non mantenne lo stesso controllo, tuttavia, sulla
"Tristano contro Morgante": decorazione su cassapanca costruzione dei castelli, cosa che lo costrinse a adotta-
matrimoniale, probabilmente bretone, del 1150-70. (Tesoro della re una politica di cooperazione più convincente con i
Cattedrale di Vannes)
suoi baroni. Ottenne così il diritto di entrata in ogni
La terminologia medievale è notoriamente poco pre- castello, impedendo così ai signori locali di aggiunge-
cisa, tuttavia sembra che i milites fossero veri vassalli, re di soppiatto ulteriori fortificazioni in suo nome. Non
benché non necessariamente padroni terrieri, mentre trascurò nemmeno di adottare misure economiche,
gli stipendiarii erano tenuti ad ottemperare ad obblighi come quando incoraggiò lo sviluppo della sua città
più limitati e combattevano principalmente per la paga. preferita, Caen, allo scopo di rafforzare la propria auto-
Ognuno di questi, tuttavia, potrebbe essere considerato rità sulla Bassa Normandia.
come una forma embrionale del più tardo cavaliere. Per quanto potere avesse raccolto nel 1066,
Altri legami simili sussistevano tra il vassallo infeuda- Guglielmo fu ugualmente costretto a consultare i suoi
to e i suoi contadini, ma molto meno "onorevoli", a baroni e ad ottenerne il sostegno, talora a fatica, per il
causa del declino nell'apporto militare della classe suo grande piano d'invasione dell'Inghilterra. In que-
contadina. Con tutto questo, non bisogna pensare che i sto caso il suo lavoro diplomatico si rivelò vitale. TI
soldati a piedi fossero scomparsi. In effetti la fanteria duca Guglielmo rimaneva un vassallo di Francia,
tese sempre più alla specializzazione, non assoldando anche se virtualmente indipendente. Ciononostante
più tra le sue file semplici contadini privi d'addestra- riuscì a convincere molti governanti europei della
mento. Nonostante il suo profondo radicamento terri- legittimità delle sue pretese sulla corona d'Inghilterra,
toriale, il feudalesimo normanno della metà dell 'XI e soprattutto ottenne l'appoggio del Papa, suggellato
secolo non fu mai chiaro e lampante come quello da uno stendardo della chiesa che fu portato sul campo
impostosi in Inghilterra dopo il 1066. Una caratteristi- di Hastings.
ca peculiare dei normanni era il valvassore (vavas- La bellicosa aristocrazia che il duca Guglielmo
seur) , uno status militare non del tutto chiaro, a metà arrivò a dominare era una classe di uomini nuovi, se
tra il cavaliere e il contadino, che costituiva probabil- comparata alla vecchia aristocrazia francese. Quest'ul-
mente un rimasuglio dell'epoca prefeudale. tima vantava spesso la propria discendenza fm dall'e-
poca carolingia, mentre erano poche le famiglie nor-
I duchi, i signori e la Chiesa manne che potevano far risalire la propria stirpe a
prima del 1010. La classe militare, a sua volta, aumen-
In molte parti d'Europa la crescita dell'efficacia della tava di numero con gran velocità. Molti cavalieri erano
classe militare portò a una serie di guerre private in una quindi in condizioni di povertà, affamati di nuove terre,
situazione di semi-anarchia. In Normandia, invece, si che, per loro, avrebbero costituito una pura e semplice
accompagnò alla crescita del potere dei duchi. Non fu fonte di sostentamento, e nel 1066 la Normandia aveva
un processo graduale, poiché l'autorità del duca, ormai esportato più di una generazione di guerrieri.
soprattutto riguardo alla costruzione dei castelli, si L'alleanza tra il duca Guglielmo e il papato rientrava
appannò non poco tra il 1030 e il 1040. Una svolta si in un accordo di lunga durata tra il capo dei normanni
ebbe durante il regno del duca Guglielmo, detto il e la Chiesa. La Chiesa lo aiutò a unificare la
10
I NORMANNI IN NORMANDIA

Normandia, e accolse tra gli alti gradi ecclesiastici dea che il conroi normanno, e anche il più grosso
molti membri dell'aristocrazia normanna, o anche bataille di cui faceva parte, fossero in grado di com-
semplicemente dei guerrieri anziani. L'aristocrazia si piere delle cariche in formazione serrata, di effettuare
diede con entusiasmo a costruire monasteri, molti dei rotazioni in formazione, cambiamenti di fronte, e per-
quali venivano incaricati di sovrintendere autonoma- sino di ritirarsi fmgendo la fuga; una manovra com-
mente alla difesa e alle ris0Tse militari delle loro terre. plessa che richiedeva disciplina e un'adeguato sistema
Sembra infatti che la gran parte dei primi cavalieri di segnalazione.
terrieri venisse inviata in quelle abbazie, in particolare L'uso della tattica della ftnta ritirata da parte della
quelle più vicine alle frontiere. Non che sussistesse una cavalleria normanna nell 'XI secolo è ancora una que-
grande differenza sociale tra i cavalieri terrieri e quelli
privi di terra. TI cavalierato in sé non era uno status, ma
stava semplicemente a indicare la condizione di guer-
riero di professione. Spesso ciò si riduceva a un sem-
plice dato statistico, come nel documento che descrive
l'abbazia di St. Père de Chartres prima del 1066, e che
la deftnisce come un villaggio dotato di "una chiesa,
terra per tre aratri, dodici contadini, cinque liberi cava-
lieri e un mulino". La condizione di cavaliere non
comportava ancora un'etichetta o un formalismo parti-
colari: consisteva semplicemente in una vita di duro
addestramento, costellata di duri allenamenti e colpi da
incassare ancor più duri.

Le tattiche

L'addestramento di cavalleria si svolgeva in gruppi che


variavano dai cinque ai dieci elementi. La disciplina
era assai più rigida di quanto non riconoscano molti
studiosi di guerre medievali, e lo stesso potrebbe dirsi
per il comando e la gestione di queste unità-base. Si
può senz'altro affermare, inoltre, che i metodi di con-
duzione di un esercito in età medievale erano altrettan-
to complessi - o altrettanto semplici- di quelli di qua-
lunque altra epoca storica.
L'unità base di combattimento era il conroi, costitui-
to da 20 o 30 uomini schierati su due o tre fIle. La for-
mazione era riconoscibile per la sua tipica bandiera
montata su una lancia, il gonfalone (gonfanon). Mentre
in quell'epoca i motivi sugli scudi erano più che altro
decorativi, le bandiere eràno essenziali per il comando
e il controllo delle truppe. Questo fatto suggerisce l'i-
Else di spada di epoca normanna: A = italiana, XI sec.?
(collocazione sconosciuta); B =probab. dell'Europa continentale,
XI-XII sec. (Castello di Bunratty, Co. Clare, Irlanda); C =probab.
inglese, XIII sec. (Wallace Coli., Londra); D = franca, iscrizione
sulla lama GICELlNMEFECIT - "Giselin mi hafatto" - c. 1130- 70
(coli. Privata): E =elsa e fodero della spada cerimoniale del Sacro
Romano Impero, probab. realizzata in Sicilia, c. 1220 (Kunsthist.
Mus., Vienna); F =franca, c. 1150-75 (Coli. P-R. Dreux, probab.
catturata a Mansurah, 1250, in seguito acquistata a Damasco (Met.
Mus. Of Art, New York); G =pomo decorato a smalto della spada di
Pietro di Dreux, probo catturato a Mansurah nel 1250, quindi
acquistata a Damasco (Metropolitan Museum of Art, New York); H
= pomo di manifattura egiziana per un committente europeo, XIII
sec. (Met. Mus. Of Art, New York)
I NORMANNI

nelle isole inglesi. Nell ' arazzo di Bayeux si distinguo-


no due diverse classi di arcieri. Nella zona centrale
sono raffigurati arcieri ben equipaggiati, a volte persi-
no muniti di corazza, mentre nella parte bassa sono
poco più di un 'armata brancaleone. Forse i primi erano
soldati di professione, mentre gli altri provenivano da
una leva di massa, o arrière han, un rimasuglio quasi
dimenticato dell ' antico sistema germanico di leva. In
fondo all ' arazzo è raffigurato un arciere normanno che
insegue i sassoni sconfitti a cavallo. Porta gli speroni,
e benché potrebbe sembrare una licenza artistica, que-
sta figura è stata spesso addotta come prova per dimo-
strare l'improbabile esistenza di arcieri normanni a
L'affilatura di una spada: dettaglio da un manoscritto anglo- cavallo, o per sostenere che gli arcieri professionisti
normanno delllS0 circa. (Eadwine Psalter, Ms. R. 17.1, Trinity costituissero una sorta di fanteria mobile. Gli arcieri
College Lib, Cambridge)
normanni di Hastings erano abbastanza abili e adde-
stione aspramente dibattuta. Sembra che sia stata strati da scagliare salve di frecce investendo i loro
impiegata contro i francesi a Sto Aubin nel 1053 e con- nemici un settore per volta, secondo una tattica nor-
tro i siculo-arabi a Messina nel 1060. I normanni malmente associata ai bizantini o ai turchi. È altresì
potrebbero averla mutuata dai loro vicini bretoni, o possibile che alcuni degli archi corti ritratti nell 'arazzo
dagli uomini che avevano combattuto in Italia meri- di Bayeux provenissero dall 'Europa meridionale: si
dionale, o in Spagna. La cavalleria bretone, a quanto tratterebbe forse dell 'equipaggiamento personale di
sembra, utilizzava questo tipo di tattica fm dal X seco- mercenari assoldati dal duca Guglielmo? Nonostante
lo, ed è degno di nota il fatto che fu proprio l'ala sinis- nell'arazzo non siano riprodotte, sembra anche che
tra bretone dell 'esercito di Guglielmo ad iniziare per nella battaglia si sia fatto uso di balestre. Di sicuro a
prima la ritirata ad Hastings. Quest'ultima viene comu- quell' epoca erano armi già note in Francia, e gli stessi
nemente considerata una vera fuga, mentre la seconda normanni in seguito ne avrebbero fatto largo uso.
ritirata compiuta dagli uomini del duca sarebbe una
fmta fuga. Le descrizioni letterarie della battaglia di * * *
Hastings tendono a concentrarsi sulle spade piuttosto
che sulle lance, forse perché queste ultime si infranse- Al termine del X secolo il potere crescente dell ' aristo-
ro presto contro gli scudi dei sassoni, o forse perché crazia militare contribuì notevolmente alle fortune del
vennero scagliate contro il nemico. L'addestramento di movimento della Pace di Dio, nel sud e al centro della
cavalleria includeva certamente anche il lancio dei gia- Francia. Questo movimento si proponeva di combatte-
vellotti da cavallo. re la violenza dei cavalieri e dei piccoli baroni, ed era
A livello strategico i normanni, pur essendo divenu- sostenuto dalla Chiesa e dalla gente comune. I gover-
ti leggendari per il loro impeto, erano invece assai nanti locali spesso tolleravano il movimento, avendo
attenti in battaglia, il più delle volte attendendo che il interesse a mantenere una certa stabilità entro i propri
nemico si scoprisse per primo. Veniva normalmente territori. TI duca Riccardo n di Normandia dapprima vi
eseguita una scrupolosa ricognizione del terreno, e le si oppose, credendo fermamente nella propria capacità
campagne invernali non erano infrequenti. D 'altra di mantenere la pace. Ma la sua morte precipitò il
parte le battaglie di sola cavalleria erano molto rare, paese in uno stato di semi-anarchia, e così il duca
almeno in Francia. TI ruolo della fanteria rimase sem- Guglielmo proclamò la Tregua di Dio nel 1047, l'anno
pre importante, e i cavalieri dell'XI secolo erano di Val-ès-Dunes. Questa tregua prevedeva una serie di
addestrati anche per il combattimento a piedi. I riferi- giorni in cui i combattimenti erano banditi ed elencava
menti ai milites pedites (cavalieri a piedi) sono però le persone che non potevano essere oggetto di ostilità
scarsi in rapporto a quelli ai milites ordinari. in una "guerra privata". Naturalmente il duca e le sue
Non sappiamo come questi uomini fossero armati, armate erano totalmente esenti da queste restrizioni.
ma sicuramente gli archi avevano un ruolo importante In qualità di principe virtualmente indipendente, il
nell'equipaggiamento normanno, e lo stesso duca duca di Normandia manteneva relazioni politiche con
Guglielmo era un arciere provetto. La conquista i governanti vicini, il più importante dei quali era il suo
d'Inghilterra portò a una grande diffusione dell'arco sovrano teorico, il re di Francia. Dopo aver respinto
12
I NORMANNI IN NORMANDIA

l'ultimo tentativo franco di annientare il ducato, nel minaccia scandinava e sapeva che una successione
987, i duchi normanni seguirono una politica di sup- normanna dopo la sua morte avrebbe chiuso per sem-
porto attivo alla corona di Francia. Non mancarono le pre la Manica alle loro incursioni. La sua mancanza di
situazioni di tensione, e il re invase il territorio a due carattere, tendente più che altro alla sopravvivenza,
riprese, nel 1054 e nel 1058. Tuttavia le principali lascia intendere che le pretese di Guglielmo al trono
minacce per la Normandia provennero sempre dalla d'Inghilterra non fossero poi così campate per aria
contea di Angiò e dalle Fiandre. come molti sostengono.
Le relazioni normanne con l'Inghilterra anglosasso- L'analogo timore che il duca normanno nutriva
ne erano molto più dirette. Nell'anno 1000 una flotta riguardo a un intervento scandinavo lo indusse ad
anglosassone probabilmente attaccò la Normandia allearsi con i suoi rivali d'un tempo, i fiamminghi, nel
occidentale per staname i pirati vichinghi che vi ave- 1066. Le altre vittime storiche degli scorridori vichin-
vano base; ma non appena la Normandia divenne cri- ghi erano sempre state le isole del Canale o Iles
stiana e francese, i suoi duchi fecero lega con i gover- Normandes. Allora come adesso, queste non facevano
nanti dell'Inghilterra del sud allo scopo di chiudere la parte né dell'Inghilterra, né, contrariamente a un'opi-
Manica alle flotte vichinghe. Questa alleanza si spezzò nione diffusa, del ducato di Normandia. Le isole erano
quando i normanni appoggiarono Edoardo e il casato in effetti un possedimento personale del duca
di Wessex contro Cnut di Danimarca, nella sua lotta Guglielmo, così come le contee di Bretagna e Maine.
per il trono d'Inghilterra. Quando Edoardo (il
Confessore) ritornò in Normandia dall'esilio, per pren- L'assedio di Gerusalemme "dipinto su una piastrella" (Ezech.4.1.)
dere la corona d'Inghilterra, le sue simpatie andavano mostra numerosi arieti su ruote ed è una delle prime
rappresentazioni pittoriche di balestre; da un manoscritto di
ovviamente ai normanni. Come ogni uomo Auxerre, c. 1000. (Commentaries of Hayman on Ezekiel,
dell 'Inghilterra meridionale, Edoardo temeva la Ms.Lat.12302, Bib.Naz., Parigi)

13
I NORMANNI

avvenuta nel 1087, il suo regno venne suddiviso tra


Guglielmo II, che divenne re d'Inghilterra, e Robert
"Curthose", che governò la Normandia senza grande
autorità. Di conseguenza il ducato cadde nell'anarchia,
e l'aristocrazia recuperò gran parte della sua indipen-
denza perduta. Le due aree non furono riunite prima
del 1106, sotto Enrico I, il quale si dedicò a demolire
quasi tutti i castelli "contraffatti", eretti senza permes-
so.
Intanto la condizione di cavaliere continuava a pro-
gredire finché, verso la metà del xn secolo, divenne
quella di un membro nllnore dell'aristocrazia. Ciò
decretò lo sviluppo dell'araldica e il passaggio dei
colori, benché non ancora accompagnati da un blaso-
ne, di padre in figlio. Questo avveniva prima dell'ado-
Il mastio centrale del castello di Gisor; le mura circolari furono zione degli elmi chiusi che nascondevano il volto dei
erette nell'Xl secolo, mentre l'alta torre di guardia fu aggiunta alla cavalieri, senza che tra le due cose ci fosse un rappor-
fine del XII secolo.
to di causa-effetto. TI primo riferimento certo all'aral-
Tutte queste regioni fornirono uomini e navi per la dica normanna lo troviamo nel 1127, allorché Enrico I
grande spedizione del 1066. fece cavaliere il genero Goffredo d'Angiò e gli conferì
Molti guerrieri, amministratori, e uomini di chiesa l'insegna di due leoni dorati in campo blu. Proba-
normanni avevano servito in Inghilterra alle dipenden- bilmente il leone era anche il simbolo distintivo di
ze di Edoardo il Confessore. Alcuni avevano collabo- Enrico. Enrico II adottò due leoni, e lo stesso stemma
rato alla riorganizzazione delle difese inglesi lungo i della Normandia oggigiorno riporta due leoni o leopar-
confini Gallesi intorno al 1055, ma i loro tentativi di di in campo rosso. Per distinguere le armi d'Inghilterra,
introdurre in Inghilterra le tattiche di cavalleria franco- invece, Riccardo I aggiunse al suo scudo un terzo
normanne erano sempre falliti. Nel 1066, dunque, la leone. Al re Stefano si attribuiscono a volte tre centau-
tradizione militare inglese era notevolmente arretrata ri dorati in campo rosso, ma probabilmente si tratta di
rispetto a quella normanna. un'elaborazione successiva, derivata da una insegna
La conquista dell 'Inghilterra da parte dei normanni raffigurante un centauro o "sagittario" effettivamente
fu forse l'episodio più drammatico di tutta la storia bri- utilizzata.
tannica' mentre non rivestì la medesima importanza Da un punto di vista militare, i cavalieri normanni
per la storia della Normandia. Negli anni immediata- erano probabilmente meno impegnati dei loro pari
mente successivi alla conquista, la ricchezza e la forza dell 'Inghilterra anglo-normanna; ma mentre questi
dell 'Inghilterra aiutarono i duchi a rafforzare la loro ultimi persero perlopiù le loro attitudini militari nel
posizione. Si trova traccia del loro potere nelle periodo normanno e angioino, i cavalieri di Normandia
Consuetudines del 1091. Con questo documento il si- rimasero una classe militare per lungo tempo. In
gnore assumeva il controllo totale della costruzione dei Inghilterra si usava pagare una tassa detta scutario
castelli, oltre al diritto di occupare qualsiasi fortifica- (tassa dello scudo) versata in sostituzione del servizio
zione volesse. TI documento asseriva che un uomo non in armi, e da qui il metodo si diffuse probabilmente
potesse attaccare un nemico, se questi stava andando o anche in Normandia, dove venne adottato prima che
tornando dalla corte del duca. Anche i pellegrini e i nel resto della Francia.
mercanti venivano protetti in modo simile. TI sacche- Scosso dalla rivolta del 1173-74, Enrico II si dedicò
ggio venne bandito, così come fu fatto divieto di incen- a regolarizzare la situazione militare. TI primo risultato
diare case e mulini, e di danneggiare gli attrezzi agri- che ne derivò fu l'Assise di Northampton (1176) che
coli. Questo sforzo di controllare la violenza dell'epo- esaminò i doveri delle guarnigioni dei castelli
ca fu oggettivamente limitato, tuttavia questo esempio d'Inghilterra. Quattro anni dopo vi fu una riforma, e
di pace normanna ottenne già più della Pace di Dio, nello stesso anno l'Ordinanza di Le Mans fece lo stes-
vietando i combattimenti al mercoledì e al lunedì mat- so in tutte le provincie francesi del re. Nel 1181
tina. l'Assise d'Armi risolse la questione delle armi perso-
Come prima, lo sviluppo di un potere centrale anda- nali e del governo, proibendo l'esportazione di mate-
va a sbalzi. Alla morte di Guglielmo il Conquistatore, riali ed equipaggiamenti militari. L'Assise stabilì che
14
I NORMANNI IN NORMANDIA

un cavaliere dovesse essere dotato di un elmo, un nianza del loro breve servizio in Normandia si può
usbergo, uno scudo e una lancia; un uomo comune di forse ritrovare nei due "archi turchi", probabilmente
una camicia di maglia, di un casco e di una lancia. La degli archi compositi, elencati nell'inventario dei beni
classe cittadina poteva avere un corpetto imbottito, un di Wùliam Marshal nel 1246.) In seguito alla comple-
casco e una lancia; ma niente di più. L'equipag- ta annessione della Normandia e dell' Angiò al regno di
giamento militare, in effetti, stava diventando sempre Francia, gli uomini della zona vennero reclutati come
più costoso, e di conseguenza il meglio era destinato mercenari da re Giovanni d'Inghilterra, il quale
solo all'élite. Nel 1080 un usbergo di maglia costava apprezzava particolarmente gli esperti mastri d' ascia
100 sous, da due a cinque volte più di un cavallo. Un della zona.
cavallo valeva cinque volte più di un toro, e nel xm Un terzo gruppo di combattenti è costituito dagli
secolo il cavallo da guerra (destrier ) non valeva meno uomini provenienti dai vari stati vassalli. Alcuni con-
di sette volte un cavallo ordinario. I migliori destrieri tingenti Gallesi e Scozzesi sono probabilmente da con-
venivano dalla Spagna, dall 'Italia del nord e dalla siderarsi tali, mentre le truppe di Maine e Bretagna
Sicilia. erano chiaramente vassalle. Nel 1120, i bretoni erano
Un modo per procurarsi questo costoso equipaggia- ancora considerati dei superbi cavalieri, ma poco affi-
mento era di vincerlo in un torneo; ma Enrico II aveva dabili come combattenti a piedi. Nella battaglia di
bandito i tornei dall'Inglùlterra. Coloro che cercavano Tinchebrai (1106) tutto l'esercito di Enrico I smontò da
fama, fortuna e avventura in questo campo si videro cavallo tranne i soldati di Maine e Bretagna. A Lincoln
costretti a emigrare in Francia, nelle Fiandre, in Bor- (1141) i bretoni rifiutarono di combattere a piedi.
gogna e nello Champagne. La classe guerriera si stava Durante il XII secolo, tuttavia, il governo, l'ammini-
inevitabilmente suddividendo tra cavalieri, bachelers,
pueri, armigeri, valvassori, serviens, serjeants e altri.
Nel 1133 in Normandia solamente chi possedeva
almeno 50 o 60 acri di terra era tenuto ad armarsi come
un valvassore. In seguito questi vennero considerati di
rango pari a un quarto o metà di un cavaliere. L'esatto
significato di bacheler rimane incerto, ma si riferisce
probabilmente più all'entusiasmo e all 'inesperienza
giovanile che non a uno stato militare in senso stretto.
Una classe di guerrieri la cui importanza stava cre-
scendo sempre più era quella dei mercenari. Questi si
dimostrarono non solo meglio addestrati ed equipag-
giati dei guerrieri feudali, ma anche più affidabili. Se
ne ricordano numerosi gruppi, tra cui i molto rispettati
Brabançons (uomini del Brabante) dell 'attuale Belgio,
e i temibili Cottereaux e Routiers. I Brabançons erano
perlopiù serjeant, probabilmente armati di balestra e
lancia. Provenivano dall'ambiente cittadino ed erano
guidati da un cavaliere. Nel 1202, tuttavia, sia loro che
gli altri mercenari fiammihghi erano ormai muniti di
una cavalleria perfettamente equipaggiata e montava-
no cavalli con barde. I Cottereaux si erano probabil-
mente formati attorno a un nucleo di soldati di fanteria, ,
,,,,,,1

se non addirittura a una banda di briganti, mentre i ' - ,

Routiers erano probabilmente montati. I balestrieri re-


stavano comunque i mercenari più apprezzati del
periodo. I mercenari non venivano impiegati soltanto
nelle campagne, ma anche per fungere da guarnigione
per i castelli. Enrico II fece uso di numerosi aragonesi,
mentre Riccardo I assoldò persino dei soldati mussul- ,',·~oresta
mani, prigionieri delle guerre crociate o più probabil- •

CasteUo _
Masho
mente originari della Sicilia normanna. (Una testimo-

15
I NORMANNI

strazione e in parte anche la tattica militare in Bretagna una fonnazione nonnanna di cavalleria mista a fante-
vennero rirnodellati secondo lo stile nonnanno, seg- ria. Sembra che i cavalieri Angioini siano smontati da
nando così il defInitivo tramonto delle tradizioni celti- cavallo, e che i loro arcieri abbiano bersagliato con
che. grande efficacia i cavalli del nemico. A Brémule nel
TI modo nonnanno di condurre la guerra si fece più 1119 una carica della cavalleria franca venne respinta
organizzato ed evoluto tra la fme dell'XI e i primi del dall'annata di Enrico I, smontata da cavallo; un episo-
xn secolo, ma non subì cambiamenti rilevanti. Quasi dio in cui di nuovo ebbero una grossa parte gli arcieri
tutte le guerre venivano risolte nel corso di un assedio, e i balestrieri. A Bourgthéroulde nel 1124 un gruppo di
e la gran parte delle battaglie scaturivano da tentativi di nobili ribelli condusse un assalto a cavallo contro una
soccorrere una guarnigione. Le battaglie venivano con- piccola unità della guardia di Enrico. Questi ultimi
siderate eventi imprevedibili e potenzialmente disa- avevano piazzato gli arcieri in prima fIla, con i cava-
strosi, e il confronto in campo aperto tendeva a essere lieri smontati ad appoggiatli, mentre un secondo mani-
l'ultima risorsa disponibile, o il risultato di un errore di polo di cavalieri era rimasto a cavallo, pronto per con-
valutazione. In effetti molte battaglie venivano evitate trattaccare. Un piccolo distaccamento di arcieri a
mediante negoziati, tregue, o con la ritirata di uno dei cavallo si dislocò più avanti, sulla sinistra, per investi-
contendenti. L'élite militare tendeva a evitare in ogni re il fianco scoperto del nemico, ma probabilmente
modo inutili spargimenti di sangue. I cavalieri non smontarono anch'essi per usare gli archi al meglio. Lo
erano molto propensi ad affrontare in battaglia quelli scontro si risolse in un trionfo assoluto delle truppe
che erano stati loro camerati in passato, e anche la fan- meglio inquadrate di Enrico.
teria riusciva a volte a trattenere la propria cavalleria Quando i cavalieri combattevano nel modo tradizio-
dall' assalire la propria controparte avversaria. nale, fonnavano piccole unità di cavalleria, molto
Quando aveva luogo uno scontro era prassi abituale compatte. L'abitudine di legare il pettorale del cavallo
che il grosso dell'esercito, inclusi i cavalieri, combat- intorno all'arcione dimostra quanto si fosse sviluppato
tesse a piedi. Ad Alencon nel 1118, una forza angioina l'uso della lancia imbracciata come tattica di sfonda-
di cavalieri, con l'appoggio di arcieri e fanteria, caricò mento. Contemporaneamente iniziò a scomparire dai
Esterno e interno del castello di Chambois. A differenza di altri
maschi normanni in Inghilterra a pianta quadrata, questo castello
vicino al confine meridionale della Normandia venne costruito
badando più alla sicurezza che alla comodità.

16
I NORMANNI IN NORMANDIA

campi di battaglia la cavalleria leggera priva di anna-


tura. TI classico torneo del xn secolo era ancora molto
simile a una battaglia di cavalleria, con conroi di cava-
lieri che si affrontavano in mischia. Non era affatto un
corpo a corpo disordinato, ma era necessario un gros-
so coordinamento delle unità di cavalleria, e a volte
persino il coinvolgimento della fanteria, che assaltava
ai fianchi i conroi in rotta.
La fanteria normanna non era ancora organizzata in
unità riconoscibili come la cavalleria, ma non era nem-
meno un'accozzaglia disordinata. Ove possibile cerca-
va di proteggersi i fianchi sfruttando ostacoli naturali
come fiumi, foreste o paludi. Sui terreni aperti, invece,
adottava formazioni rettangolari o circolari, a seconda
delle tradizioni locali. A Rouen nel 1174, venne riem-
pito un fossato allo scopo di farvi passare una forma-
zione di fanteria con un fronte di 200 uomini. Sembra
che l'unità constasse di 5.000/6.000 uomini divisi in
tre colonne ciascuna schierata su dodici me. La fante- La cittadella di Caen, le cui mura furono erette da Guglielmo il
ria leggera annata di archi, lance e giavellotti tornò a Conquistatore nel 1060.
fare la sua comparsa in certe zone. TI suo compito era Nonancourt lungo il fiume Avre furono concepite
di schermagliare o proteggere i fianchi del grosso delle soprattutto come piazzeforti difensive. Quasi ogni ca-
forze. A volte queste unità agivano in maniera presso- stello del circondario fu costruito in prossimità di guadi
ché autonoma. e altri punti chiave del territorio, e difeso da una guar-
I miglioramenti tecnici della balestra rivestirono un nigione sempre perfettamente approvvigionata.
ruolo fondamentale nelle tattiche di guerra dei secoli A sud, intanto, la contea di Angiò continuava a cre-
XI-XllI. Quest'anna divenne molto popolare nelle scere in potenza e grandezza. Avrebbe potuto costitui-
aree normanne, dal regno di Enrico I in avanti. In con- re una minaccia diretta alla Normandia, se il suo conte
fronto ai semplici archi europei, le balestre garantiva- si fosse alleato con il re di Francia; di conseguenza si
no un tiro più preciso, una maggiore gittata, una traiet- pensò di risolvere il problema con un'alleanza matri-
toria più tesa e una forza di penetrazione decisamente moniale, anche se questa soluzione, in seguito, portò
superiore. TI loro solo svantaggio stava nei tempi di gli Angioini a impadronirsi dell'intero reame norman-
ricarica. Tale svantaggio era assai più rilevante per le no. Questo processo ebbe inizio alla morte di Enrico I,
balestre posteriori, che dovevano essere caricate con dopo la quale scoppiò una guerra civile tra i sostenito-
un crocco o con un arganello; i modelli dell 'XI seco- ri della figlia Matilda, moglie di Goffredo d'Angiò, e
lo si caricavano manualmente. La noce era, in princi- suo nipote, il conte Stefano di Boulogne. L'espansione
pio, di legno, ma presto alcune parti furono fatte di angioina ebbe inizio con la conquista della Normandia
como, con la manetta in ferro, ancora privo di molla. da parte di Goffredo nel 1144. Giunto al potere, egli
La staffa, legata a una corda o a un nervo, fece la sua restaurò i poteri dei duchi e riformò l'amministrazio-
comparsa verso la fme dell'XI secolo, e il crocco a cin- ne dell' Angiò secondo il più sofisticato modello nor-
tura circa un secolo dopo. Le prime balestre erano manno. Dopo la morte di Goffredo, avvenuta nel 1151 ,
grosse e pesanti. La corda doveva essere tirata indie- suo figlio Enrico (che già era duca di Normandia) ere-
tro per 90 centimetri, mentre per le balestre d'acciaio ditò Maine e Angiò, aggiungendovi l'Aquitania trami-
del XV secolo ne erano sufficienti 20. Quando fu intro- te matrimonio e divenendo, alla morte di Stefano nel
dotto l'arco misto di como, legno, osso di balena e 1154, re d'Inghilterra con il nome di Enrico II.
nervo, l'anna divenne più piccola e potente. Questo Ora l'impero angioino si estendeva dalla Scozia alla
risultato si ottenne quasi certamente mutuando le frontiera con la Spagna, e la Normandia ne era il ful-
conoscenze provenienti da Italia, Sicilia e Medio cro. Sotto Enrico II, i legami tra Inghilterra e
Oriente. Normandia si rinforzarono ulteriormente rispetto all'e-
La Normandia era dotata di pochi confmi naturali poca di Riccardo I e Giovanni. I possedimenti del duca
difendibili; di conseguenza la difesa venne organizza- vennero rÌ'tlniti in giurisdizioni rette da un balivo (bail-
ta in profondità. Le città murate di Verneuil, Tillières e wicks), ognuna facente capo a un'importante fortezza.
17
I NORMANNI

"G uardie del Sacro Sepolcro": placca in lega di rame, inglese,


c. 1140-50. (Burrell Coli., Glasgow)

18
I NORMANNI IN NORMANDIA

Nacque poi una figura di grande potere militare, il La cosiddetta "Casa Exchequerì", all'interno della cittadella di
sinisca1co di Normandia. Questo compito veniva affi- Caen, con il fossato del maschio distrutto in primo piano. La
costruzione è datata intorno al primo XII secolo, sotto il regno di
dato soltanto ai più abili e fedeli sostenitori del re. Enrico J, e costituiva il grande salone del palazzo ducale.
Non desta sorpresa l'allarme con cui il re di Francia
accolse questi sviluppi. I suoi territori erano ormai di risentì anche della brutalità dei mercenari di Giovanni
fatto, pur se non legalmente, molto più ridotti rispetto e Riccardo, soprattutto quando lo scontro si spostò
a quelli della dinastia angioina, e così lo scaltro quasi interamente sul suolo normanno. TI re di Francia
Filippo, uomo totalmente privo di scrupoli, si dedicò riuscì persino a servirsi del diritto del duca normanno
alacremente a demolire il potere degli Angiò. TI suo di entrare nei castelli per sostenere che lui, come legit-
obiettivo primario divenne la Normandia, zona che timo sovrano del duca, avrebbe dovuto godere dello
oltre tutto separava Parigi dalla Manica. TI pretesto fu stesso trattamento. La guerra si trascinò con sporadici
fomito dalle dispute intorno al possesso della zona di scontri sino a che, nel 1202, Filippo lanciò una serie di
Vexin, nella valle della Senna; una questione comun- grandi campagne. Dapprima cadde la Bretagna, poi
que non secondaria. Riccardo I Cuor di Leone difese parte di Poitou, la Turenna, l'Angiò, il Maine, e infme
con successo la Normandia, anche se dissipò gran la stessa Normandia, nella primavera del 1204.
parte delle sue risorse militari ed economiche. Suo fra- La zona era destinata a tornare sotto il controllo
tello Giovanni ereditò così una situazione ancora più degli inglesi durante la Guerra dei Cento Anni, ma nel
difficile. TI potere angioino era disperso su un impero 1204 si poteva fmalmente dire che la Normandia fosse
di enorme estensione. Giovanni, poi, non godeva dello di nuovo in mano francese, per la prima volta in più di
stesso rispetto che suo fratello, eroe delle Crociate, si trecento anni. Non vi furono conseguenze gravi per
era conquistato tra la classe guerriera normanna. chi aveva preso parte alla guerra. Molti baroni anglo-
L'aristocrazia della Normandia era anche attratta dal normanni mantennero il controllo di terre da ambo le
crescente splendore della cultura parigina, che esaltava parti della Manica. Altri resero omaggio a entrambi i
gli ideali della cavalleria, della poesia, e dell'Amor re, ma i più rimasero in Inghilterra. In tal modo la
Cortese. Molti provavano ancora del risentimento per Normandia perse il grosso della sua aristocrazia e
la conquista angioina, e Giovanni si ritrovò senza l'ap- venne facilmente assorbita nella Francia. Molti cava-
poggio di molti importanti baroni. La causa angioina lieri normanni, tuttavia, continuarono a cercare lavoro
19
I NORMANNI

Il Chateau Gaillard che sovrasta la Senna, eretto nel 1196 da il suo utilizzo di una forza mista di cavalleria e fante-
Riccardo per difendere la Normandia dal re dei franchi. ria, rispetto all'utilizzo tipicamente germanico-scandi-
navo della fanteria degli anglosassoni. La tecnica della
nelle zone rimaste agli Angioini per diversi anni a lancia imbracciata non era stata ancora sviluppata pie-
seguire. namente, dunque a Hastings si potè assistere a una
varietà di usi differenti di quest'arma. Di solito non
I NORMANNI veniva scagliata, ma usata in una quantità di modi, tra
cui l'affondo verso il basso. Vi sono parecchie prove di
IN INGHILTERRA questo proprio nell'arazzo di Bayeux, probabilmente
realizzato, se non addirittura interamente concepito, da
E IN IRLANDA ricamatrici inglesi. Nell'arazzo, in effetti, si potrebbe
individuare una più fedele rappresentazione del guer-
Negli anni che seguirono ilI 066, mentre la Normandia riero anglosassone che di quello normanno.
assisteva a una graduale evoluzione delle tattiche mili- L'uniformità dei sistemi militari inglesi dopo il
tari, in Inghilterra si ebbe una vera e propria rivoluzio- 1066 è ancora oggetto di dibattito, ma l' organizza-
ne. L'invasione e conquista d'Inghilterra da parte del zione dell'Inghilterra anglo-normanna era tutt'altro
duca Guglielmo rappresenta probabilmente la più che uniforme. I combattenti a cavallo, per esempio,
grandiosa operazione militare del medioevo, ma la non provenivano solo dai proprietari terrieri che
spedizione non fu soltanto un affare normanno; attras- appartenevano alla nobiltà equestre. E anche il feu-
se un 'inflnità di volontari da tutta la Francia e oltre, dalesimo venne imposto in maniera del tutto diffe-
molti dei quali in seguito si stabilirono sull'isola. TI rente a seconda delle zone. Le gabelle di guerra
piano di conquista non era particolarmente elaborato, erano distribuite in modo quanto mai ineguale, e
ma la strategia del duca rivelò una grande conoscenza gravavano maggiormente sui territori conquistati
della situazione geopolitica dell'isola. Guglielmo era per primi. Inizialmente, i cavalieri di corte ancora
senza dubbio un uomo capace di sfruttare qualsiasi senza terre costituirono la forza più immediata e
opportunità gli venisse offerta. facile da reclutare. Soltanto dopo il consolidarsi della
Aroldo e il suo esercito furono costretti ad affrontare conquista, molti cavalieri si insediarono sul territo-
una estenuante marcia verso il sud, seguita da una bat- rio, ottenendovi emolumenti e feudi. Ancora verso la
taglia difensiva non preparata debitamente. Qui l'eser- metà del XII secolo i cavalieri senza terra erano una
cito di Guglielmo dimostrò, non senza qualche diffi- presenza più che comune nelle instabili zone di con-
coltà, la superiorità della tattica franco-normanna, con fme.
20
I NORMANNI IN INGHILTERRA E IN IRLANDA

Uno dei più notevoli cambiamenti nel sistema mili-


tare inglese fu la costante emigrazione della vecchia
élite militare anglosassone, soprattutto per la genera-
zione immediatamente successiva alla battaglia di
Hastings. I guerrieri più giovani avevano scarse possi-
bilità di migliorare la loro posizione in un 'Inghilterra
dominata dai loro conquistatori. Anche se la resistenza
aveva finito per crollare, questi uomini rimanevano
una minaccia alla sicurezza normanna, e dunque la
loro partenza venne vista con favore da Guglielmo il
Conquistatore e da suo figlio, Guglielmo II. Alcuni
anglosassoni se ne andarono prima del 1070, dirigen-
dosi soprattutto in Danimarca, altri nel corso dei due
decenni seguenti. Un gran numero di essi, poi, dalla
Scandinavia seguì le orme dei famosi varangiani, attra-
verso la Russia fmo a Costantinopoli. Qui gli inglesi
assunsero un ruolo fondamentale nei quadri della
Guardia Imperiale Bizantina. Recentemente si è soste-
nuto che un grande gruppo abbia raggiunto via nave il
Mediterraneo orientale, sotto la guida del conte Sigurd
intorno al 1075. Per la maggior parte, però, essi rifiu-
tarono di servire come semplici guardie, e furono
inviati a riconquistare una provincia perduta dai bizan-
tini, il Chersoneso, in Crimea. Qui si suppone che si
siano mischiati con una comunità gotica, sopravvissu-
ta all 'epoca delle grandi migrazioni germaniche,
creando, secondo la leggenda, la Nova Anglia (Nuova La sala grande del castello di Hedingham, nell'Essex, così com'è
oggigiorno; questo è il più grande arco normanno d'Europa.
Inghilterra) nel cuore della Russia meridionale!
Tornando all 'Inghilterra, la partenza della vecchia che non una influenza militare diretta. L'impatto cultu-
aristocrazia non determinò per intero la smilitarizzazio- rale anglosassone sull'aristocrazia guerriera normanna
ne degli anglosassoni. L'Inghilterra aveva un enorme cominciò a farsi evidente durante il regno di Gugliel-
potere militare, potendo contare su un numero di uomi- mo II. Le nuove mode, come i capelli lunghi, i mu-
ni abili per le armi compreso tra le 5.000 e le 7.000 stacchi e la barba, sgomentavano la vecchia generazio-
unità, e i normanni lo sfruttarono adeguatamente. La ne e la Chiesa, che lamentavano il fatto che i giovani
fanteria inglese aveva spesso bisogno di essere addes- fossero simili alle donne, effeminati, o peggio. In realtà
trata dai professionisti normanni, in particolare quando questa moda aveva un'origine anglosassone, e deriva-
era chiamata a combattere contro la cavalleria; tuttavia va dagli un tempo disprezzati "figli delle terre del nord
sembra che fosse in grado di imparare rapidamente. È dalle lunghe chiome".
qui che si vede al meglio la continuità dei metodi mili- Il vecchio termine anglosassone per indicare la
tari tra l'epoca anglosassone'e quella normanna. Nelle leva militare,jerd, continuò a essere usato largamen-
fIle degli eserciti anglonormanni vi erano uomini dalle te, e rimase in uso nell'Inghilterra del nord fmo alla
origini più svariate, includendo nobili, inglesi assimi- fine del XIII secolo. L'istituzione in sé, dopo la con-
lati, e avventurieri di ogni parte d'Europa. quista, sopravvisse sotto forma della milizia da
La conquista normanna innalzò l'arco alla dignità di richiamare in caso di emergenza. È probabile che
arma da guerra, e nel XII secolo ne fece lo strumento abbia acquisito importanza dal momento che le nu-
di difesa più efficace contro le incursioni scozzesi merose piccole incursioni partite dal Galles o dalla
nell'Inghilterra del nord. Un'eventuale influenza ingle- Scozia, le invasioni su larga scala degli scandinavi,
se sulla cavalleria non appare troppo verosimile. li e gli attacchi minacciati o reali dalla Normandia
fatto che gli anglosassoni preferissero usare il termine davano ai cavalieri anglo-normanni continue occa-
cniht (knight, cavaliere) piuttosto che il francese che- sioni per tenersi occupati. Ilferd, tuttavia, non desig-
valier, per defmire un guerriero professionista a caval- nava una leva di carattere generale, bensì un gruppo
lo, rifletteva più l'anglicizzazione dell'élite normanna selezionato, composto dai contadini più abbienti.
21
I NORMANNI

L'esercito anglo-normanno non era COStItUIto in di sovrintendere scuderie reali, e ora divenuto coman-
maggioranza da cavalieri, e il ferd scese in campo dante dei cavalieri del sovrano. li Gran Connestabile si
anche oltre la Manica, in Normandia. La sua debo- occupava della sicurezza di corte, gestendo il corpo di
lezza, tuttavia, risiedeva nella mancanza totale di guardia, le sentinelle, e i cerimonieri. I cerimonieri ri-
addestramento. Fu questa forse la ragione per cui fu spondevano a un Mastro Cerimoniere, e avevano il
rimpiazzato da mercenari nel corso del XII secolo. compito di accogliere i messaggeri, di supervisionare
Spesso il ferd viene associato alle milizie composte le scuderie, e di organizzare battute di caccia, il tutto
dalla classe "cittadina", dato che anch'esse erano for- con l'aiuto di alcuni assistenti. Tra le guardie a tempo
mate principalmente da soldati di fanteria. Va detto pieno, durante il suo regno Enrico I ebbe a disposizio-
però, che nessuna delle due forze agiva senza l'apporto ne anche un 'unità di arcieri reali. Guglielmo II aveva
della cavalleria. Le milizie urbane, comunque, avevano già impiegato dei balestri~ri alla sua corte, ma rimane
un'efficacia superiore, e tra esse godeva di particolare da chiarire se formassero un'unità ben distinta. Da una
fama quella londinese. Questa non solo difendeva le corte semi-nomade era ormai sorta una potente struttu-
mura cittadine, ma veniva spesso chiamata a combatte- ra militare.
re in campo aperto. Questo tipo di milizia si può consi- Dalla corte, le truppe personali del sovrano vennero
derare l'anello di congiunzione tra le semplici forze di poi impiegate per fornire di guarnigione i castelli più
fanteria del periodo primo medievale, e i ben più spe- importanti. Molti di questi soldati erano arcieri profes-
cializzati ed efficienti soldati a piedi del XIV secolo. sionisti. I cavalieri del re, però, godevano chiaramente
L'organizzazione delle armate anglo-normanne era di uno status più elevato. Molti di loro non erano mer-
basata sull'antico sistema normanno, ovviamente cenari in senso stretto, e il loro servizio era legato a un
aggiornato all'epoca. Tra i vari gradi si distingueva il giuramento di lealtà e fedeltà, anche se in cambio non
Connestabile (conestabile), originariamente incaricato ricevevano alcuna terra. Questi cavalieri si mettevano
anche al servizio della potente aristocrazia. Alcuni
venivano semplicemente pagati; altri avevano a dispo-
sizione le loro stanze nel periodo che trascorrevano
sotto il tetto del loro signore. Quelli che possedevano
della terra non la controllavano mai, né si occupavano
direttamente di agricoltura. Si limitavano ad incassare
una rendita terriera, che costituiva la loro principale
fonte di guadagno.
La ricchezza e lo status sociale variavano in modo
considerevole nell'ambito della classe guerriera, ma si
stava consolidando un codice comune di comporta-
mento, espresso nelle numerose epiche Chansons de
Geste, composte tra l'XI e il XII secolo. Questa forma
di letteratura contribuì anche a rafforzare e a diffonde-
re gli ideali di cavalleria, che a loro volta riflettevano
svariate influenze. Principalmente essi erano una stra-
na ma potente fusione tra gli ideali contrapposti della
Chiesa Cristiana, e l'antico codice guerriero germani-
co. Onore (la reputazione), sincerità, indomito corag-
gio, abilità guerriera, orgoglio davanti ai superiori e
umiltà davanti agli inferiori, protezione dei deboli,
della Chiesa, di donne e bambini, e amore per la
pompa: tutte queste erano le caratteristiche del mos
Architettura militare in Normandia e Inghilterra: A = il castello di
Courcy, Calvados, costruito nella prima parte del XII secolo durante
le guerre tra il duca Roberto e Enrico I d'Inghilterra (da Salch); B =
mastio e mura esterne del castello di Goltho, Lincolnshire, come
appariva nel 1100-50 circa (da Beresford) ; C = la White Tower,
maschio centrale della Torre di Londra (da Tuulse); D =il castello di
Chamboise, Ome, uno degli ultimi maschi rettangolari costruiti in
Normandia (da Tuulse).

22
I NORMANNI IN INGHILTERRA E IN IRLANDA

militum (costume cavalleresco). A queste si aggiunge-


va, nel mos maiorum (costume dei baroni), la nobiltà di
sangue (antichità), giustizia, conoscenza e generosità.
Questo codice, tuttavia, era strettamente rivolto agli
uomini. Una cultura "romantica" importante ma mino-
re, era in via di crescita, ma rimaneva ancora distante e
separata dalla prima. Le donne rimasero al di fuori del
sistema di ideali cavalleresco fino al xn secolo, quan-
do le influenze derivate dal mondo mussulmano, pro-
venienti da Spagna, Sicilia e dalle Crociate condussero
all 'incontro dei due sistemi di ideali. Ne risultò il con-
cetto unitario di Amor Cortese, che rimase l'elemento
guida del comportamento aristocratico per tutto il XIII
e XIV secolo. All'origine l'ideale dell'Amor Cortese
era più legato ai concetti terreni, e derivava dalle idee
espresse nel famoso libro islarnico delle Mille e una
notte; soltanto in seguito la letteratura cavalleresca
cominciò a essere dominata da cavalieri senza peccato
e da donne eteree e intoccabili.
In via pratica, gli ideali di comportamento guerriero
limitarono la violenza sconfmata che aveva flagellato i
secoli X e XI (all'inizio). Anche i baroni più potenti si
attenevano generalmente alle regole, badando a rinun-
ciare formalmente alla fedeltà con atto di diffidatio,
prima di ribellarsi alloro sovrano. Ai castelli assediati
veniva normalmente concesso un tempo concordato in
cui chiedere aiuto alloro signore. Se questo non veni-
va, potevano arrendersi onorevolmente, senza che
venisse usata alcuna violenza. Raramente i prigionieri
venivano passati per le armi, e anche in quel caso sol-
tanto a titolo di esempio per gli altri. " Battaglia tra inglesi e danesi", da Life of St. Edmund,
Con l'aumento del prezzo dell'equipaggiamento, probabilmente dipinto a Bury St. Edmunds tra il 1125 e il 1150,
mostra i cavalieri anglo-normanni dell'epoca; si noti l'elmo dal
l'élite militare si distinse ancor di più. Secondo i detta- profilo inclinato in avanti e il convincente dettaglio degli usberghi di
mi dei Motti di Sant' Anselmo, un vero cavaliere dove- maglia rigonfi in vita; questo dettaglio era un fattore
va ora possedere un cavallo da guerra con briglie, sella, importantissimo, una volta stretto in vita il cinturone, per consentire
la massima libertà di movimento alle braccia. (Pierpont Morgan
speroni, corazza, elmo, scudo, spada e lancia. Library, M.736j7v, New York)
Quest'ultima era solitamente realizzata in legno di
frassino. L'addestramento del cavaliere anglo-norman- prima di essere "creati" cavalieri, spesso tutti insieme.
no era identico a quello dei suoi omologhi di Per questa cerimonia si sceglieva un momento tra i 16
Normandia. A 12 anni il jeane (giovane) si univa a un e i 22 anni, senza necessariamente accompagnarla alla
gruppo di amis (camerati) che si allenavano "come fra- "creazione" in senso stretto. Quasi ogni banchetto, vit-
telli" in una compagnie o maisnie. L'apprendistato toria o inizio di campagna era contrassegnato dalla
comprendeva l'addestramento dei cavalli, le tecniche nomina di qualche cavaliere. I cavalieri, una volta rice-
di equitazione, l'uso delle armi, il tiro con l'arco, l'au- vuti armi e denaro, venivano inviati in gruppo a servi-
todifesa, la lotta, la caccia, la tecnica di costruzione di re un signore, oppure venivano promossi al ruolo di
fortificazioni (quello che oggi chiameremmo genio cavaliere del signore nella cui familia (scorta d'arme)
militare), l'agire in gruppo, e le regole del saccheggio erano stati addestrati.
e della spoliazione. TI modo appariscente di vestire dei La vita cui andavano incontro era naturalmente
giovani faceva parte del loro spirito di gruppo, un ele- molto pericolosa. In un gruppo di cui ci è giunta noti-
mento vitale nell'addestramento militare. Una volta zia, su 15 amis, tre furono falciati in battaglia, e uno
terminato l'addestramento i giovani diventavano armi- morì cadendo da cavallo. Dopo qualche anno i più for-
gers (scudieri) ma dovevano ancora attendere anni tunati solevano ereditare una tenuta, recuperarne una
23
I NORMANNI

La macchina da guerra anglo-normanna si caratteriz-


zava per la strategia ambiziosa e su larga scala.
Prevedeva, ad esempio, lo scavo di strade in mezzo
alle foreste per permettere all'armata di evitare i castel-
li e penetrare nel cuore del territorio nemico. Una flot-
ta agiva spesso in appoggio all'armata terrestre, spe-
cialmente in caso di operazioni nella Britannia setten-
trionale. La flotta anglo-normanna aveva in effetti una
notevole forza d'urto. Molti porti avevano dei compiti
di guardia costiera su base regolare, in qualità di "guar-
diani del mare"; e questo ancor prima che nel sud-est
del paese si sviluppasse il famoso sistema dei Cinque
Porti. Le navi venivano solitamente manovrate dai
Il lato ovest del castello di Dirleton, costruito dalla famiglia scoto- piratae, una parola che in origine significava "marinai
normanna dei De Vaux nel XIII secolo. La parte superiore addestrati al combattimento". Queste flotte arrivarono
dell'edificio risale al periodo tra il XIV e il XV secolo.
a tentare di porre il blocco alla Manica per impedire un
perduta da uno dei loro antenati, o guadagnare un attacco minacciato dalla Normandia. Le tattiche di
feudo per meriti personali. Soltanto allora molti uomi- guerriglia prolungata erano solitamente limitate alle
ni decidevano di sposarsi, ritirandosi così dal novero marche Gallesi, ma a volte fecero la loro comparsa
dei cavalieri dediti esclusivamente alla vita militare. anche nelle zone paludose dell 'Inghilterra orientale.
Rimanevano ovviamente guerrieri, ma distratti dalle
loro nuove responsabilità. Le nazioni celtiche
La sempre minore capacità dei cavalieri inglesi di
espletare i loro doveri militari divenne particolarmente li ruolo che ebbero i normanni rispetto alle altre popo-
scarsa all'inizio del xn secolo. Questi cavalieri si sta- lazioni di Gran Bretagna e Irlanda è molto meno chia-
vano in effetti trasformando nella piccola nobiltà di ro. Con tutta evidenza si trattò di un ruolo di minore
campagna che sarebbe divenuta così caratteristica nella importanza, eppure l'influenza dei normanni nella sto-
società inglese. Quando il re aveva bisogno di truppe, ria dei paesi Celtici non può essere trascurata.
spesso era costretto a ricorrere ai cavalieri delle scorte Il Galles, per esempio, dopo aver mantenuto la pro-
personali dei suoi baroni, a trarle dalla sua stessa guar- pria indipendenza durante tutto il periodo di domina-
dia o ad assoldare dei mercenari. Molti di questi ultimi zione anglosassone, la perse in larga parte sotto i nor-
erano proprietari terrieri a loro volta, costretti dall'esi- manni. La colonizzazione normanna del territorio non
guità del loro podere a vivere dei compensi ottenuti superò di molto i confini di Pembroke, nel lontano sud-
come soldati di professione. Alcuni erano cavalieri, ovest; tuttavia molti dei principati Gallesi divennero in
altri semplici soldati. Mentre durante i regni di breve tempo vassalli del re anglo-normanno. Per molti
Guglielmo il Conquistatore e Guglielmo II, tuttavia, versi i Gallesi si integrarono nell 'impero normanno
sembra che i soli mercenari fossero dei cavalieri pove- molto più facilmente degli anglosassoni. Anche sotto il
ri, ai tempi di Enrico I cominciarono a vedersi anche i regno di Enrico I, i Gallesi fornirono cavalieri e castel-
mercenari a piedi. La guerra civile tra Stefano e lani, e ottennero addirittura il possesso di alcuni castel-
Matilda vide una vera e propria invasione di mercena- li in pieno territorio normanno. I Gallesi del sud aiuta-
ri, perlopiù di fanteria, provenienti dall 'Inghilterra, rono i normanni a invadere il Galles del Nord nel 1114,
dagli stati celtici e dal continente. Sotto Stefano ed e forse fecero anche parte dell'esercito che Enrico I
Enrico II questi mercenari erano ormai talmente nume- guidò in Francia quello stesso anno.
rosi da formare un' armata di professionisti, le cui Dopo la morte di Enrico si verificò un'insurrezione.
sezioni venivano raggruppate in base alle origini: bre- I Gallesi avevano fatto proprie le tattiche di cavalleria,
toni, spagnoli, brabantini e soldati originari delle regio- modificandole alla bisogna per adattarle alle selle
ni di confme col Galles. Altri erano specialisti militari, basse e ai cavalli piccoli che avevano a disposizione.
come esperti nelle tecniche d'assedio, o picchieri adde- Furono quasi sul punto di travolgere il nemico, ma la
strati a combattere contro la cavalleria. Costituivano ribellione fallì, sortendo l'effetto di rafforzare in modo
un'armata permanente e continuamente disponibile, considerevole l'influenza normanna, nel Galles del sud
anche per le situazioni strategiche meno comuni, come in particolare. Persino la poesia epica tradizionale dei
le campagne d'inverno. Gallesi ne reca testimonianza, verso la fme dell 'XI e

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I NORMANNI IN INGHILTERRA E IN IRLANDA

Guerrieri gaelico-irlandesi, tratti dallo scrigno dorato dello Stowe


Missal, dell'XI-XII secolo. (Mus.Naz., Dublino)

XII secolo, adottando sia la terminologia militare


inglese che i nuovi ideali della cavalleria. Da quel
momento i poi, i Gallesi combatterono sempre al fian-
co dell'esercito normanno, come vassalli del re, pren- de uso della cavalleria in armatura in Scozia prima del
dendo parte a tutte le intricate campagne militari del 1100, fatta eccezione forse per la regione del Lothian.
regno di Giovanni. Nonostante ciò, le antiche tattiche di guerra celtiche
Nonostante l'aristocrazia gallese avesse mutuato avevano già subìto largamente l'influenza anglosasso-
alcuni stili di combattimento dai normanni, per la fan- ne. Un piccolo numero di normanni aiutò l'anglicizza-
teria ordinaria non si ebbero grossi mutamenti. In to re Edgar a sconfiggere una ribellione celtica scop-
genere i fanti del Galles del nord erano armati di lan- piata nel nord e nell' ovest alla fme dell'XI secolo, e nel
cia, mentre quelli del sud, specialmente nella contea di 1114 l'armata scozzese che marciava verso sud in aiuto
Gwent, di arco. Non si sa ancora con precisione se di Enrico I comprendeva forse alcuni normanni. La
all'epoca si utilizzasse già l'arco lungo gallese o se non politica di re Edgar di accogliere i normanni fu seguita
si trattasse di semplici archi corti del tipo usato sul con- anche dal figlio David, che dapprima governò il sud
tinente. Lo stesso dicasi anehe per la questione di chi della Scozia per diventare poi re nel 1124. Fu lui a
sia stato il primo a trasformare l'arco da strumento di donare ampi possedimenti di terreno al suo amico De
caccia in arma da combattimento. TI resto dell'equi- Brus. Questa famiglia era originaria di Brix, nella peni-
paggiamento gallese includeva un giavellotto, un pic- sola di Cotentin, ed era destinata ad assumere un ruolo
colo scudo e una maglia e un casco relativamente leg- capitale nella storia scozzese, dopo aver modificato il
geri. proprio casato in Bruce. L'essenza stessa della nazione
L'impatto dei normanni sulla Scozia avvenne in scozzese era cambiata da quando i re di Alba avevano
maniera diversa, ma per molti versi fu più profondo. I conquistato lo Strathclyde "gallese" e il sud-est della
normanni non tentarono mai di conquistare il reame Scozia, precedentemente anglosassone.
del nord, anche se arrivarono vicini ad assumerne il Re David I, che possedeva a sua volta ampi terreni
controllo pacificamente. Un pugno di normanni servÌ nell 'Inghilterra centrale, rimodellò l'amministrazione
alla corte di re Macbeth nel 1052-54, ma pare che cad- scozzese seguendo il modello anglo-normanno. Inco-
dero tutti in battaglia. In effetti, non si registra un gran- raggiò i normanni a venire a nord affidando loro com-
25
I NORMANNI

o
~=~==~
CI
........s::=~=-<O

Evoluzione dell'ascia da guerra nei limiti del mondo normanno.


A= di Caerlaverock,frontiera anglo-scozzese, c.IOSO-llOO (Museo
costruzione di castelli sparsi su tutto il territorio.
Burg de Dumfries); B= di Lumphanan, Aberdeenshire, Xli sec.? Dapprima si trattava di semplici torri in legno su una
(Museo di Antioc., Edimburgo). C= irlandese, Xli sec.? (Mus. motta, quindi, verso il finire del XIII secolo, edifici
Ulster, Belfast); D= probab. delle Ebridi del Co. di Maggio, XliI
sec.?(Mus. Naz. di Dublino); E= irlandese, del Co. di Derry, Xli
veri e propri costruiti in solida pietra. Molti furono
sec.? (Mus. Naz. di Dublino). fatti erigere dai membri della nuova aristocrazia
scoto-normanna di lingua francese, come la famiglia
piti importanti, e consolidando così la nuova struttu- De Vaux, ad esempio, cui apparteneva il castello di
ra feudale. I documenti dell'epoca menzionano la Dirleton, nell 'East Lothian.
presenza di cavalieri, di serjeant a cavallo, e di arcie- Dirleton si affaccia sulla Great North Road, la prin-
ri a piedi e a cavallo. Lungo le coste occidentali cos- cipale via di comunicazione verso il nord via Glasgow.
parse di isole vide la luce una strana variante del feu- Questa fortificazione ebbe un ruolo primario nelle
dalesimo, basata sull'assegnazione delle terre a chi guerre di confme, ma va ricordato che nell'XI e XII
garantiva al signore la disponibilità di navi e remato- secolo la frontiera tra Scozia e Inghilterra non era così
ri. Vi furono molti compromessi come questo tra le delineata come lo fu in seguito. Molti scozzesi, non
tradizioni celtiche e normanne. Nel sud e al centro, le ultimo il loro re, pensavano che la vecchia frontiera
città reali fortificate, dette burgh, cominciarono ad d'epoca romana, costituita dal Vallo di Adriano, fosse
essere abitate da una popolazione mista di inglesi, il loro confine meridionale. Nel corso degli anni trava-
fiamminghi, normanni, anglo-danesi e ovviamente gliati che seguirono la conquista normanna dell'In-
scozzesi. Forme tarde di legami basati sulla lealtà e la ghilterra, il re Malcolm di Scozia non solo aumentò il
parentela, più tardi chiamate clan, sopravvissero nelle grado d'indipendenza del suo paese dall'Inghilterra,
Highland occidentali, mentre nel nord-est rimase la ma riuscì anche a spingere la frontiera a sud, occupan-
tradizione celtica dei guerrieri che si riunivano sotto do la zona di lingua mista gaelico-scandinava intorno
un capo, ma trasformato in un'aristocrazia feudale. In a Carlisle, la Cumbria del Nord. Questa aveva fatto
effetti erano i nuovi venuti normanni a doversi fare parte del regno di Strathclyde, il resto del quale era già
strada tra gli esistenti equilibri di potere. A questo stato incorporato nella Scozia nel corso della genera-
proposito vale la pena di ricordare che i governanti zione precedente. Anche le regioni anglosassoni del
scozzesi del XII secolo, quando si rivolgevano ai loro sud-est erano state conquistate solo nel 1018. Nel
-sudditi, erano soliti elencarne così le etnie in ordine di 1093 vi fu la risposta dei normanni, i quali riuscirono
importanza: "Francesi, Inglesi, Scozzesi, Gallesi e ad elevare al trono di Scozia un uomo a loro fedele,
Norvegesi". Anche se la normannizzazione della Duncan. A titolo di riconoscimento, il neo-insediato re
Scozia fu un processo sostanzialmente pacifico, non giurò fedeltà a re Guglielmo il d'Inghilterra.
mancarono le resistenze, sia dal punto di vista cultu- Al culmine delle difficoltà inglesi, nel corso della
rale che da quello fisico. Molte furono le sollevazio- guerra civile tra Stefano e Matilda, gli scozzesi assun-
ni contro il signore e i suoi "amici stranieri", special- sero il controllo del resto della Cumbria, e persino di
mente a nord e a ovest. Vennero tutte domate e defi- alcune parti del Northumberland. Ma a tre anni dalla
nitivamente sconfitte man mano che procedeva la sua incoronazione, re Enrico il riprese tutti questi terri-
26
I NORMANNI IN INGHILTERRA E IN IRLANDA

tori, Carlisle compresa. Dopo di ciò la frontiera diven-


ne relativamente stabile, mentre le incursioni, ufficiali
o no, si susseguirono per secoli e secoli. Le tattiche
usate erano ben diverse da quelle dell'Inghilterra meri-
dionale o della Normandia. Qui contava soltanto la
velocità nell 'impadronirsi del bottino. In effetti la guer-
ra si doveva autoalirnentare, e per far ciò si razziava
bestiame e materiale d'ogni genere, in particolare qua-
lunque oggetto di acciaio che soprattutto per gli scoz-
zesi era particolarmente prezioso, e si facevano prigio-
nieri da asservire o per cui chiedere un riscatto. Da
parte anglo-normanna l'equipaggiamento e le tattiche
erano simili a quelle adottate a sud, ma forse maggior-
mente basate sugli arcieri e su manovre più agili. Da
parte scozzese l'inferiorità nell'equipaggiamento, lo
scarseggiare degli arcieri e di una cavalleria moderna li
inducevano ad affidarsi a una forza costituita in mag- Balestriere "centauro" con un casco conico con protezione nasale:
gioranza da fanti armati di picche, appoggiata da sol- "tympanum" della fine del XII se con influenza normanna, cappella
di Cormac "in situ" Cashel, Irlanda.
dati armati d'ascia. L'antica scure vichinga assurse a
nuova vita in Scozia, evolvendosi nella famosa scure sud da parte di Dermot, re del Leinster. Questi uomini,
Jeddart a manico lungo, usata nei Borders nel XIII e in seguito, chiesero aiuto alloro re, Enrico n, e tenne-
XIV secolo. Nelle Highland occidentali l'ascia ebbe ro duro sino al suo arrivo nel 1171. La disponibilità da
un'evoluzione leggermente diversa, generando la parte di Enrico a lasciarsi coinvolgere in questo affare,
cosiddetta scure Galloglach delle Ebridi e d'Irlanda. spacciato per una crociata, si dovette probabilmente al
tentativo di distrarre l'attenzione del Papa dall'assassi-
Irlanda nio di Thomas Beckett, arcivescovo di Canterbury. I
normanni conquistarono una parte dell'Irlanda orienta-
Sull 'Irlanda i normanni esercitarono un tipo di influen- le, ma non riuscirono mai a sottomettere l'intera isola.
za del tutto differente. L'Irlanda, come la Scozia, stava Uno dei principali problemi che dovettero affronta-
già cambiando profondamente sotto l'influenza ingle- re fu l'enorme differenza nella concezione della gue-
se, e questo ancor prima che i normanni invadessero rra che avevano i due popoli. Venne così a crearsi una
l'isola. Non era ancora feudalizzata, ma non era nem- situazione di stallo; mentre i normanni, infatti, com-
meno la stessa società tribale dei secoli precedenti. battevano per il dominio del territorio e dei suoi abi-
Molte piccole corti irlandesi imitavano le mode impor- tanti, gli irlandesi badavano soltanto a quest'ultimo
tate da quelle anglo-normanne. Non si deve pensare aspetto. Il paese era assai scarsamente popolato e,
che l'Irlanda fosse isolata culturalmente. TI commercio soprattutto al nord, gli abitanti erano pastori semi-
era prevalentemente controllato dagli ostmen celto- nomadi, la cui unica ricchezza era costituita dal be-
scandinavi che controllavano i porti Irlandesi. stiame. Di conseguenza gli Irlandesi ritenevano con-
Come al solito, i primi normanni che arrivarono troproducente uccidere troppi nemici. Si dedicavano
furono i mercenari, probabilmente come fanteria invece a razzie, saccheggi, e distruzioni limitate ma
pesante, per rinforzare la cavalleria leggera che, nono- molto appariscenti, il cui unico scopo era di ottenere
stante utilizzasse fInimenti senza staffe, era comunque tasse e sottomissione. La tattica fondamentale, in
la componente più potente degli eserciti irlandesi. La effetti, consisteva nel razziare gli animali con il minor
maggior parte dei guerrieri dell 'isola combatteva senza numero di perdite. Quando i normanni tentavano di
corazza e faceva uso di lance corte, giavellotti o gran- assumere il controllo di una porzione di territorio, gli
di asce secondo il costume scandinavo. TI XII secolo abitanti distruggevano le loro case, bruciavano il rac-
vide anche l'apparizione delle mazze di bronzo. Negli colto ed emigravano in un altro posto. Come reazione,
annali di storia irlandese i normanni sono citati in molti i normanni tentavano di costringere i capi gaelici a
punti come "stranieri grigi" in maglia di ferro, anche se rimandare indietro i rifugiati, e incoraggiavano gli
pare che gli arcieri fossero più temuti della cavalleria. stranieri a insediarsi nelle terre lasciate vacanti. Gli
L'invasione vera e propria ebbe inizio con il recluta- irlandesì rispondevano spostando lo scontro nelle
mento di truppe normanne e fIamminghe del Galles del paludi e nelle foreste, luoghi in cui i vantaggi dati ai
27
I NORMANNI

normanni dal loro potente armamento erano ridotti al inglesi alla fme del loro servizio venivano incoraggia-
minimo. Nel XIII secolo la resistenza irlandese fu ti a insediarsi nelle nuove città, in realtà poco più che
ulteriormente rinforzata dal reclutamento di guerrieri villaggi. Quasi ogni proprietà normanna eresse una
armati di scure delle Ebridi e della Scozia occidenta- quantità di fortificazioni di legno ma, ad eccezione
le. Registrati negli annali dapprima come gal! òglach della zona di confme tra le terre anglo-normanne e
(guerrieri stranieri), nel 1290 questi mercenari aveva- quelle ancora controllate dai principi gaelici, questi
no ormai alle spalle mezzo secolo di servizio in presidi furono rapidamente abbandonati.
Irlanda. All ' interno della zona anglo-normanna si verificò
Nell'area caduta sotto l'influenza degli anglo-nor- una notevole commistione tra vecchia e nuova aristo-
manni, la struttura della società mutò profondamente. crazia militare. L' ostman scandinavo continuò a esiste-
TI sistema feudale venne imposto con la forza, assieme re, non più come schiumatore dei mari ma come espo-
ai sistemi militari che vi erano connessi. L' obbligo di nente di una neonata classe guerriera delle città costie-
prestare servizio armato per il signore, tuttavia, non re. La divisione tra l'area feudalizzata anglo-normanna
durò per molto tempo, e fu presto rimpiazzato da una e quella gaelica confmante si fece ancor più accentua-
forma di riscatto chiamato "servizio reale" che consi- ta quando la conquista normanna subì un brusco
steva in un pagamento in denaro che divenne sempre rallentamento. Questo confine, ovviamente, fu il teatro
più diffuso, poiché consentiva al signore di assoldare di numerosi scontri tra i due popoli.
dei mercenari. In alcune zone si insediavano addirittu- Le aree sottoposte alla dominazione anglo-norman-
ra più cavalieri di quanti non ne avesse stabiliti il re na godettero comunque di una crescita demografica ed
stesso. TI Leinster, ad esempio, creò 180 feudi, ma di economica, di un ' intensa diffusione dell 'agricoltura e
questi soltanto 100 erano effettivamente autorizzati dal di una vera rivoluzione sociale che per la prima volta
re. Questo stratagemma serviva per aumentare i profit- inserì l'Irlanda come nazione a pieno diritto nella sto-
ti e il potenziale militare del signore feudale. Molti ria europea. Le città, specie quelle portuali, si ingran-
cavalieri e agricoltori cominciarono ad affluire dirono e lo stesso avvenne per il commercio. Nel giro
dall'Inghilterra e dal Galles. Inoltre molti mercenari di poco tempo l'Irlanda cominciò a esportare i suoi
cavalli leggeri e veloci; e non solo in Inghilterra, ma
anche sul continente. Due generazioni dopo l'arrivo
ITALIA E SICILIA IN EPOCA
dei normanni, l'Irlanda feudale inviava ormai stabil-
NORMANNA 1145 D.C . ca . mente truppe in aiuto del re anglo-normanno in
Inghilterra, Galles e Francia. Ulster e Kildare videro la
SERBIA crescita di una piccola industria dell 'acciaio, pur se
ancora confmata all 'interno dei castelli. L'impatto di
questi cambiamenti fu avvertito anche nelle regioni
gaeliche, al di là della frontiera anglo-normanna.
In tutte le nazioni celtiche la conquista normanna,
pacifica o militare che fosse, avvenne in modo incom-
pleto. In Galles il principato settentrionale di Gwynedd
mantenne la propria indipendenza sino all 'epoca
angioina. In Scozia il processo di normannizzazione
non portò al controllo politico da parte dell'Inghilterra.
In Irlanda, l'area effettivamente conquistata dagli
anglo-normanni copriva meno di metà del paese. La
ragione si deve in parte alla resistenza incontrata, e in
parte alle decisioni politiche degli stessi sovrani nor-
manni. Molti dei loro più potenti e inquieti baroni risie-
devano infatti nelle zone di frontiera. Quale modo
Invasioni normanne migliore per evitare che divenissero troppo potenti che
di Bisanzio
farli confrontare quotidianamente con gli ostili regni
...... 10 81
......•.• 10 84·8 5
celtici subito al di là della frontiera? Sarebbe bastato
.......... 1147 ben poco denaro a spingere i minuscoli ma bellicosi
._._._. Iles stati celtici ad abbattersi sui vicini normanni, in caso il
re avesse avuto bisogno di dar loro una lezione.

28
I NORMANNI IN ITALIA E IN SICILIA

I NORMANNI IN parte dell 'Imperatore Enrico VI di Hohenstaufen.


Così, dunque, terminò l'esistenza del più evoluto e
multirazziale degli stati normanni, costruito ferma-
ITALIA E IN SICILIA mente sulle tradizioni che quel popolo aveva incontra-
to quando era giunto nella Penisola, nel corso dell 'XI
I primi mercenari normanni giunsero probabilmente secolo.
nell 'Italia meridionale nel lO 17, per reprimere una Queste tradizioni erano di origine mista. Gli arabi,
rivolta contro il governo bizantino. A quell'epoca la pur avendo ricoperto un ruolo secondario dal punto di
Penisola era suddivisa tra provincie bizantine, città- vista militare nella prima conquista mussulmana della
stato autonome sulle coste, e principati Lombardi indi- Sicilia rispetto ai berberi, finirono per prendere il
pendenti. La Sicilia, invece, era in mano a emiri arabi sopravvento politico-culturale e il comando dell'eser-
che, saltuariamente, erano subordinati all'Egitto e alla cito. Data la loro importanza nello sviluppo delle forze
Tunisia. Circa dodici anni dopo, i normanni comincia- siculo-mussulmane, i normanni finirono per ereditarne
rono a insediarsi intorno ad Aversa; ma fu soltanto nel anche le tradizioni. Le truppe erano composte da ex-
1041 che una banda di avventurieri guidata da Roberto servi o schiavi, oltre che da mercenari, e l'introduzio-
il Guiscardo si dedicò alla conquista per creare un ne dell'iqta (il feudo) e del sistema di milizia regiona-
dominio indipendente vero e proprio. Nel 1059 i nor- le, lo jund, produsse una variante del feudalesimo.
manni controllavano ormai gran parte della Puglia e Ambedue queste forme di organizzazione militare
della Calabria, con il riconoscimento e la benedizione sopravvissero sotto i normanni. L'iqta si trasformò
del Papato. Nel 1071 cadde anche Bari, e l'autorità senza difficoltà nel tipico feudo dell'élite cristiana nor-
bizantina crollò definitivamente. manna, mentre il sistema jund della Sicilia occidenta-
L'invasione della Sicilia, iniziata Il anni prima, non le, con le sue milizie territoriali basate sull' iq/im (il di-
giunse a compimento prima del 1091. Le varie regioni stretto), fornì ai normanni un gran numero di affidabi-
conquistate ebbero dapprima govemi separati, per poi li guerrieri mussulmani.
riunirsi in un unico stato normanno nel 1127. Nel 1130 Già prima della calata dei normanni, gli stretti e
questo stato divenne un regno. numerosi contatti tra la Sicilia mussulmana e l'Italia
Era quasi inevitabile che i normanni giungessero ai del sud avevano condotto a una notevole somiglianza
ferri corti con gli ziriti della Tunisia. Le prime spedi- tra i sistemi militari adottati dalle due regioni. Ma men-
zioni fallirono, ma intorno al 1134 un 'invasione tre i popoli dell 'Italia del sud erano stati largamente
meglio organizzata approfittò dei dissidi intemi degli demilitarizzati sotto la dominazione bizantina, i con-
ziriti, e nel 1148 i normanni controllavano tutto il terri- quistatori normanni della Sicilia si trovarono di fronte
torio che si estendeva dalla Tunisia settentrionale al una popolazione di soldati, arabi, berberi, siciliani con-
Golfo della Sirte, inclusa l'antica città islamica di vertiti e altri, che erano fermamente intenzionati a
Kairwan. Questo "impero" crollò poi nel 1160, in parte difendere la loro supremazia politica locale. Dopo la
a causa del potere crescente dei fondamentalisti sua sconfitta, comunque, la vecchia classe militare
Almohadi del Marocco, e in parte perché i normanni
Il castello di Roseto, una delle roccaforti difensive sulla costa
dovettero fronteggiare nel cuore del loro territorio altre calabrese, in Italia. La sua parte bassa sembrerebbe risalire
minacce: le invasioni bizantine e le minacce dell 'Impe- alt' epoca normanna.
ratore che governava l'Italia del nord.
Allora i normanni deci~ero che le loro mire espan-
sionistiche avrebbero avuto maggior successo se con-
centrate contro Bisanzio. Questo derivò anche dalla
rivalità commerciale che si era sviluppata nel
Mediterraneo. Una serie di invasioni e contro-invasio-
ni culminarono, nel 1185, nella cattura di Tessalonica
da parte di un'armata siculo-normanna, la quale giun-
se [mo a pochi giomi di marcia dalla capitale bizanti-
na Costantinopoli (Istanbul). L'esercito invasore venne
però respinto, e nel giro di qualche anno l'intero reame
normanno fu annientato dalle lotte di successione. Nel
1194, dopo anni di guerre civili e invasioni, la domi-
nazione normanna ebbe termine, con l'occupazione da
29
I NORMANNI

Nelle zone sottoposte all'autorità lombarda in cui


l'esercito risentiva maggiormente dell'influenza bizan-
tina, vigeva un sistema simile. I turbolenti ducati pre-
normanni di Capua, Benevento e Salerno non erano
organizzati in maniera feudale, e i loro governi si affi-
davano prevalentemente alle milizie urbane. Nella
campagna circostante, i castelli si avvalevano di guar-
nigioni plebee, reclutate dal signore. In alcune città
invece, come Napoli e Bari, esisteva una classe cittadi-
na dotata di uno status e di obblighi militari tali da
indurre i normanni a infeudarli nel giro di pochi anni
come cavalieri. Altre città, come ad esempio Capua
nel 1062, opposero una resistenza talmente strenua
che, dopo la conquista, i normanni decisero di lasciare
nelle mani degli abitanti la sorveglianza delle porte
d'ingresso e di tutti i punti chiave della città.
Le truppe a cavallo venivano fornite anche dai pos-
sidenti terrieri e dalle più alte cariche ecclesiastiche.
Nonostante ciò, gli obblighi militari cui doveva sotto-
stare la Chiesa erano ben più leggeri di quelli vigenti
nell'Inghilterra normanna. Molte di queste truppe della
Cristiani uccidono i "pagani": incisione del primo XII secolo, Chiesa, a quanto sembra, erano armate e montate
facciata ovest, San Nicola, Bari. secondo la maniera già diffusa nell 'Europa occidenta-
siciliana continuò a combattere sotto la bandiera del le. Probabilmente queste truppe potevano permettersi
nuovo re cristiano. un equipaggiamento tanto costoso in conseguenza del
fatto che i loro territori avevano una struttura più pro-
Italiani, Bizantini e Lombardi priamente feudale rispetto agli altri. Le milizie secola-
ri, comunque, includevano, oltre ai cavalieri in arma-
Prima di parlare dei normanni, comunque, conviene tura, anche cavalleria leggera e numerosa fanteria.
inquadrare nel complesso equilibrio militare stabilito- Questa, dunque, era la situazione militare in Italia
si nell'XI secolo gli italiani e i bizantini. Entrambe che i normanni affrontarono con tanto successo nell'XI
queste comunità hanno esercitato una certa influenza secolo, e che in seguito ereditarono. I normanni, ovvia-
nello sviluppo dell 'esercito normanno, sia nello mente, erano perlopiù equipaggiati come cavalleria in
Stivale che, in minor misura, in Sicilia. La smilitariz- armatura, esattamente come i loro antenati di
zazione della popolazione locale da parte dei bizanti- Normandia. Non che i normanni fossero i soli europei
ni ebbe effetto più sulle aree agricole che su quelle del nord a essere attratti dalle lusinghe dell 'Italia meri-
urbane. Non appena le theme (province) bizantine di dionale: lo furono anche bretoni, fiamminghi, angioini
Langobardia (Puglia), Lucania e Calabria crebbero e franchi del Poitou. Ma le armate normanne supera-
economicamente, si fecero anche più autosufficienti vano tutte le altre sia per numero che per abilità strate-
dal punto di vista amministrativo. Verso il 1040 gli gica.
eserciti "tematici" di soldati professionisti vennero Sembra che in origine la loro organizzazione milita-
sciolti, e la responsabilità della difesa fu affidata in re fosse più comunitaria che feudale, e che i guerrieri
larga parte alle milizie urbane locali. Queste forze, seguissero un leader scelto da loro, più che un principe
prevalentemente composte di fanteria, si accordarono ereditario. Gli obblighi militari feudali, sui quali in
subito con gli invasori normanni, aiutandoli a caccia- seguito si fondò lo stato normanno in via d'espansione,
re le autorità bizantine. Non tutte le milizie locali erano simili a quelli di Inghilterra e Normandia, e con-
erano necessariamente greche, ovviamente. Forse ciò sistevano in 40 giorni di servizio con "usbergo e de-
poteva valere per gli abitanti della Calabria, ma già i striero", con una scorta d'armi convenientemente
Lucani erano di origine mista; mentre la Langobardia, numerosa. il numero complessivo di cavalieri che
fatta eccezione per una zona di lingua greca proprio prestavano tale servizio crebbe nel giro di breve tempo.
all'estremità del tacco dello Stivale, era perlopiù ita- A un certo punto se ne registrarono 3.453 solo nella
liana. Penisola, secondo il Catalogus Baronum; un censi-
30
I NORMANNI IN ITALIA E IN SICILIA

mento effettuato negli anni compresi tra il 1154 e il


1166, che non includeva Calabria e Sicilia. li feudo del
cavaliere siciliano era piuttosto piccolo, seguendo pro-
babilmente la tradizione derivata dai vecchi possedi-
menti mussulmani, gli iqta. Forse il gran numero dei
feudi si dovette anche alle loro piccole dimensioni. Ci
è giunta notizia anche dell'esistenza di proprietari
terrieri non nobili, presumibilmente coloni neo-inse-
diati, ai quali erano imposti obblighi militari per la loro
condizione di possidenti. Questa consuetudine era pro-
fondamente radicata nei sistemi di amministrazione
pre-normanni. Le differenze tra le diverse provincie Il castello di Caccamo, vicino a Palermo, eretto nel 1160 circa in
nelle istituzioni, infatti, tradiscono le influenze pre- stile essenzialmente arabo-bizantino. (Touring Club d'Italia)
normanne: in Puglia e a Capua sono evidenti elementi
lombardi; in Calabria, quelli bizantini; in Sicilia, con comprendeva sia cavalleria pesante che leggera,
evidenza più che mai lampante, quelli islarnici. quest'ultima armata di archi, anche se non usava le tat-
Ma i governanti normanni non potevano basarsi uni- tiche degli arcieri a cavallo turchi; la cavalleria era
camente sul sistema feudale per formare i loro eserci- appoggiata dalla fanteria, che comprendeva sia unità
ti, nonostante l'allargamento teorico a tutta la popola- pesanti in armatura che altre con armamento più leg-
zione maschile abile degli obblighi militari. Anche ai gero. Accanto a questi, vi erano altri contingenti di
servi, o servientes difensati, fu imposto di provvedere volontari non pagati, che combattevano unicamente
al proprio armamento, mentre in Sicilia anche i villici, per il bottino. Queste unità, chiamate rizico, ricordano
sia di origine lombarda (italiana), sia greca che mus- da vicino le muttawiya che affollavano in gran nume-
sulmana, furono impiegati in servizio di guarnigione. ro le forze mussulmane.
In realtà, comunque, il crescente accentramento e la Nella Sicilia occidentale sopravvisse anche un'ari-
ricchezza del governo normanno sembravano aver stocrazia terriera mussulmana. Pur essendo numerica-
causato un progressivo ridursi dei vari sistemi di reclu- mente poco rilevante e in netto declino, essa mantenne
tamento della popolazione, soprattutto nelle aree tradi- il controllo di un certo numero di piccoli castelli, e
zionalmente ben amministrate come Calabria e Sicilia. continuò a disporre di forze proprie di fanteria e caval-
Ovunque si cominciò a fare molto più affidamento sui leria per tutto il periodo normanno, e [m quasi agli
mercenari. albori del XIII secolo. Buona parte delle truppe mus-
L'arrivo di questi soldati di professione introdusse sulmane che serviva nell'esercito normanno era costi-
molti elementi nuovi in una situazione militare già tuita da mercenari, più che da una vera e propria mili-
alquanto complessa. Già nel 1054 Roberto il zia. Anche se pagato, il loro servizio manteneva delle
Guiscardo assoldò molti calabresi, greci e slavi di ori- caratteristiche semi-feudali, poiché veniva prestato in
gine non normanna per l'invasione della Sicilia. cambio di una tolleranza religiosa nei confronti
Queste truppe provenivano dalle città-stato italiane dell 'Islam da parte del governo normanno. Queste
come Pisa e Genova, i cui marinai, oltre che per il ser- truppe formavano un esercito permanente che com-
vizio in mare, venivano spesso impiegati come guarni- prendeva cavalleria leggera, unità specializzate in asse-
gioni delle città costiere. In effetti qualche studioso ha di, e fanteria, sempre piuttosto numerosa, tra le cui fila
di recente suggerito che i governanti normanni della vi erano arcieri rinomati per velocità di movimento e
Sicilia avessero una fiducia nelle truppe italiane ben di tiro. Le forze erano organizzate secondo schemi che
superiore di quanto precedentemente non si ritenesse. riflettevano lo jund territoriale pre-normanno, e di soli-
Naturalmente vi erano anche soldati siciliani, mussul- to erano comandate da uomini di fiducia dei norman-
mani e non, che affiancavano il nucleo feudale dell'e- ni. L'élite delle truppe, significativamente proveniente
sercito normanno. I normanni affrontarono ripetuta- dagli arcieri di fanteria, andava a formare la guardia del
mente tutti i loro vicini, inclusi i nordafricani. Proprio Tesoro Reale, detta Camera.
contro questi ultimi furono costretti ad avvalersi di sol- L'influenza di questi arcieri nella storia dei conflitti
dati non mussulmani, in quanto sembra acclarato che nell'Italia medievale fu pari a quello che ebbero in
gli uomini di fede islarnica rifiutassero sistematica- seguito gli arcieri inglesi sulle tattiche inglesi e france-
mente di combattere contro i loro correligionari. si. Armati di potenti archi composti e di spade corte,
Nell'insieme, i normanni schieravano un esercito che questi soldati dimostrarono la loro efficacia soprattutto
31
I NORMANNI

contro la cavalleria pesante, sfruttando in particolare la Qui sopra e a pag,45: pannelli delle porte bronzee della cattedrale di
loro maggiore manovrabilità. Gli arcieri, infatti, erano Trani, tardo XII secolo; raffigurano S.Eustachio e quattro guerrieri
siculo-normanni; si noti la chiara rappresentazione degli archi a
in grado di eseguire alcune manovre abbastanza velo- doppia curvatura. ( bassorilievi, cattedrale di Trani)
cemente da mantenere il passo con la cavalleria,
appoggiandola negli attacchi frontali. Nei secoli prece- minerarie, agricole, navali e della lavorazione dei
denti, i fanti delle milizie delle città italiane avevano metalli.
sempre combattuto armate di soli scudi e lance. Le tat- li fervido commercio che animava le città costiere
ti che della fanteria leggera siculo-mussulmana armata del Mediterraneo del periodo pre-normanno, è ben
di arco esercitarono probabilmente una certa influenza noto. Amalfi vi ricoprì dapprima un ruolo guida, ma
anche sui famosi balestrieri genovesi. dopo il X secolo il suo splendore si appannò a causa
I normanni dell 'Italia del sud e della Sicilia eredita- della concorrenza di Pisa e Genova. Vale comunque la
rono anche una fiorente industria bellica, benché su pena sottolineare che il commercio tra il Medio
piccola scala. Allo stato attuale è impossibile dire in Oriente e i porti italiani di Amalfi e Salerno, basato
cosa differissero i prodotti di questa industria dalle soprattutto sull' esportazione dall 'Italia di ferro e legno,
armi e corazze delle botteghe dell' Europa occidentale, guadagnò nuovo slancio subito dopo l'occupazione
di Bisanzio, del Nordafrica e Medio Oriente. La Sicilia normanna. In seguito continuò a fiorire, finché le rela-
era ricca di giacimenti di ferro, soprattutto nella zona zioni con l'Egitto non si deteriorarono a causa delle
di Messina e Palermo, e anche del legno necessario offensive siculo-normanne lungo il delta del Nilo del
come combustibile per la lavorazione dei metalli. Si sa 1153. Va detto che il governo normanno perpetrò lo
che vi erano già nella Palermo del tardo IX secolo dei stretto monopolio di stato già esercitato dai suoi prede-
fabbri armaioli; inoltre la Sicilia mussulmana fu di cessori, sullo sfruttamento forestale e minerario, come
sicuro coinvolta nell'espansione generale economica, anche sulla produzione di armamenti, e sull'esporta-
agricola e industriale delle provincie islarniche tra il zione di materie prime.
VII e l'XI secolo. Un processo di sviluppo analogo,
pur se meno esplosivo, si verificò nell'Italia del sud tra L'equipaggiamento militare
il settimo e l'XI secolo. Vi fu una crescita di produtti-
vità e ricchezza sia nelle provincie bizantine che nei Gli studiosi delle armi dei normanni del sud hanno la
ducati lombardi, e ne furono coinvolte le industrie fortuna di disporre di tre fonti eccezionali, risalenti al
32
1 2 3
A
La battaglia di Hastings, 14 ottobre 1066:
I: D duca Guglielmo
2: Il vescovo Odone
3: Cavaliere bretone
4: Arciere normanno
5: Guerriero a piedi del Maine
6: Huscarl anglosassone

B
c
Inghilterra nor
I: Nobildonna an g lo-~_.lI n a,
c.1I40
2: Nobiluomo a
(scudfero), c.1
3: Cavaliere nor
c.1I00-25

3 1 2

D
'- E
caduta de\\a "Normandia: S0
1: cava\iere normanno, c.ll
60
2: serieant bretone, c.11
00
3: fante ga\\ese, c.12
~ Notmanni e irlandesi in Scozia: 2: Guerriero gaelico irlandese, c. 1200
I: Cavaliere anglo-normanno della ram 3: Guerriero delle Ebridi, c.1200
De Clare, c.1225
Italia e Sicilia iD prima epoca IlOl'IIIIIIIIial
I: Cavaliere slculo-normanno, c.l130
2: Guerriero a piedi napoletano, c.1100
.1: Arciere siciliano, «:.1140

...

~
Italia e Sicilia tardo normanne:
1: Nobile italo-normanno, c.U70
2: Guardia siculo-normanna, c.USO
3: Coscritto siciliano, c.U75

H
I normanni in Oriente:
l: Crociato italo-normanno, c.l098
2: Mercenario normanno ex-bizantino, c.l085
3: Oshin the Hetoumian, c.l098

I
~ Principato di Antiochia:
l: Cavaliere di Antiochia, c.1268
2: Crociato franco-normanno, c.12S0-60
3: Thrcopolo, c.1270

,r

~
Castelli e fortificazioni:
1: Mirville, XI sec.
2: Abinger, tardo XI sec.
3: Hedingham, XTT sec.

K
t""4
.~
4
2

-----
Navi normanne:
1: Nave da trasporto del Mediterraneo,
XIII sec.
2: Nave da guerra franco-normanna, primo
XIII sec.
3: Galea da guerra siculo-normanna,
tardo XII sec.
4: La nave Mora, ammiraglia del duca
Guglielmo.
5: Profili di imbarcazioni del
Mediterraneo, XIII sec.
(A) Tre ponti veneziano; (B) Quattro
ponti; (C) Due ponti; (D)
Salandrium, nave da trasporto
cavalli.
I NORMANNI IN ITALIA E IN SICILIA

primo, al medio e al tardo periodo. La più antica di


queste è costituita dai bassorilievi sopra il portale nord
della chiesa di San Nicola, a Bari. Datate intorno all'i-
nizio del XII secolo, le scene sembrano riferirsi a un
episodio della Prima crociata; la cattura di Geru-
salemme o, più probabilmente, quella di Antiochia. TI quattro uomini, è armato di lance e spade. Tenendo a
barone italo-normanno Boemondo si prese gran parte mente il fiero antagonismo esistente tra normanni e
dei meriti di quest'ultima, ovviamente. I cinque difen- bizantini, è improbabile che questi cavalieri con coraz-
sori della città ritratti nell 'incisione, indossano una spe- ze a lamelle potessero appartenere alle truppe bizanti-
cie di corazza a lamelle e sembrano portare dei turban- ne, senza contare che queste ebbero un ruolo decisa-
ti. Uno di essi sfoggia un casco conico, un altro un mente minore nella Prima Crociata. Più probabilmen-
usbergo e due indossano cappucci di maglia. Si te questa raffigurazione, dunque, testimonia l'alto
potrebbe desumere che l'artista abbia dipinto queste grado di influenza che avevano gli usi bizantini sull'ar-
figure ispirandosi ai guerrieri mussulmani a lui più mamento dei primi, e ancora disuniti, stati normanni
vicini, e segnatamente quelli della Sicilia normanna. TI dell'Italia meridionale.
solo arciere presente nella scena è proprio uno dei La seconda importante fonte d'informazioni è costi-
difensori, tutti ritratti a piedi. Gli altri sono armati di tuita dal soffitto della Cappella Palatina, a Palermo.
lance, spade e scudi alla normanna. Realizzato in pannelli di legno dipinto e in uno stile
Gli otto cavalieri che assaltano la città sembrano a islarnico pressoché puro, il soffitto è datato 1140-43, e
prima vista dei tipici cavalieri normanni, ma da un illustra la varietà di equipaggiamenti militari originata
esame ravvicinato si evidenziano delle differenze con- dalla molteplicità di culture e genti della Sicilia nor-
siderevoli. Quelli che attaccano da sinistra indossano manna. Venne probabilmente realizzato da artisti sicu-
usberghi di maglia a maniche corte, sono armati sol- lo-mussulmani, visto l'evidente predominio di figure
tanto di lance, e sembrano appena usciti dall'arazzo di armate in stile islamico. Buona parte dei guerrieri
Bayeux. Tra quelli che attaccano da destra, uno veste ritratti in questa cappella del XII secolo, anche se non
chiaramente l'usbergo di maglia. Gli altri tre indossa- tutti, sembrano appartenere proprio a quelle forze sicu-
no corazze a lamelle o, meno verosimilmente, armatu- lo-mussulmane inglobate negli eserciti normanni.
re a scaglie, una delle quali è sovrapposta a un usber- Quattro di essi sono dipinti come guardie, e indossano
go, sempre di maglia. Questo gruppo, composto da il tipico costume da cerimonia islamico, fornendo così
45
I NORMANNI

casco, sia per la cavalleria che per la fanteria, la coraz-


za a lamelle o a scaglie, indossata solitamente senza
_ Maschio narmanna elmo sempre da fanteria e cavalleria, la fanteria che
indossa caschi di varia foggia, ma a quanto sembra
nessuna armatura; cavalleria e fanteria leggere del tutto
prive di corazza. Gli scudi, ma ancora di più le armi,
sono di vari tipi, e includono la lancia lunga da cava-
liere, la picca o il giavellotto, la mazza, la scure, l'arco
corto a curvatura semplice e l'arco composto a doppia
curvatura. Le spade sono generalmente a lama larga o
appuntita, e quasi triangolari. Si intravede anche ciò
che sembra essere una' scirnitarra o una sciabola.
Queste prove, aggiunte alle fonti scritte, dimostrano
che gli eserciti della Sicilia e dell 'Italia meridionale
rimasero molto vari ed estremamente cosmopoliti sino
alla caduta del regno normanno, e anche oltre.
", tì .

• I ,
I
I NORMANNI A EST
B ._ La presenza dei normanni al servizio dei bizantini si
registra già qualche anno dopo la loro effettiva com-

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parsa in Italia. Nell'XI secolo molti dei cosiddetti
"Franchi" di Bisanzio erano in realtà italo-normanni, o
comunque provenivano dall'Italia meridionale. Alcuni
giunsero singolarmente, altri in gruppi sino a cento
Architettura militare nell'Italia normanna: A =Castello di Melfi, uomini. La prima azione cui presero parte si svolse nel
metà dell'XI sec. (da Willemsen): B e C =prospetto e pianta del corso della campagna bizantina contro i mussulmani di
castello di Adriano, eretto intorno al 1070 sulle rovine di una torre
araba. La parte bassa del muro esterno e le torri rotonde furono Sicilia, e contro gli invasori turchi peceneghi, nei
aggiunte in seguito (da Caciagli). Balcani.
I normanni acquisirono rapidamente un notevole
un'ottima testimonianza di come dovessero apparire le prestigio militare, e un certo Hervé prese non solo il
unità d'élite che proteggevano il signore normanno e il comando dei mercenari normanni, intorno al 1050, ma
suo tesoro. Per quanto riguarda le figure che indossano divenne uno dei due luogotenenti del generale
usberghi, elmi, scudi e armi di foggia occidentale, va Niceforo. Quasi inevitabilmente tutti questi turbolenti
ricordato che questo tipo di armamento era in uso generali normanni ebbero contrasti con i loro signori; e
anche nelle regioni dell' occidente islarnico, dall 'Egitto tuttavia a Bisanzio, diversamente da quanto avvenne in
alla Spagna. Italia e altrove, gli sforzi normanni di costruire un prin-
La terza fonte principale di informazioni sull'equi- cipato fallirono sempre. Hervé ruppe con l'Imperatore
paggiamento militare della Sicilia normanna e, in Michele VI e raccolse una forza di 300 soldati nor-
minor misura, dell'Italia del sud, sono i bassorilievi sui manni, spingendosi nell'Anatolia orientale. Qui, tutta-
capitelli del chiostro della cattedrale di Monreale. La via, si scontrò non solo con le autorità bizantine, ma
cattedrale venne eretta sulle colline che sovrastano anche con gli armeni, i turchi selgiuchidi e infrne con
Palermo tra il 1174 e il 1189. Anche se lo stile è essen- l'emiro arabo Abu Nasr di Ahlat, il quale mise Hervé
zialmente tardo romanico, i capitelli riportano una in catene e lo rispedì a Bisanzio. Ma l'abilità del nor-
grande varietà di guerrieri e una ancora maggiore di manno era tale che riuscì a risalire la china, sino a
equipaggiamenti. Questa è l'ulteriore testimonianza diventare strati/ate dell'armata orientale di Bisanzio
della natura multietnica degli eserciti della tarda Sicilia sotto Isacco Cornnenus, intorno al 1058.
normanna, dato che gli armamenti includono gli stili C'erano già molti normanni in Armenia, in Georgia
europeo occidentale, bizantino, islarnico e nordafrica- e nella zona di Trebisonda. Nel 1057 due dei cinque
no. Fondamentalmente si distinguono quattro tipi di corpi di frontiera era interamente costituito di
armamento. L'usbergo completamente in maglia e il "Franchi". La loro principale base era Malatya, ma se
46
I NORMANNI A EST

ne potevano trovare altre più a sud, a Urfa (Edessa), fondò un principato normanno a est, ma anche il suo
sotto il controllo diretto del duca di Antiochia. TI con- tentativo, pur avendo maggior successo dei prece-
dottiero nonnanno successivo fu Robert Crispin, noto denti, fallì. Difese disperatamente il feudo assegna-
come Crépin Frankopoulos. Morì, presumibilmente togli dai bizantini in Armenia contro tutti gli inva-
avvelenato dai bizantini, poco tempo dopo la disastro- sori, ma infme venne catturato, come già era acca-
sa sconfitta subìta ad opera dei turchi selgiuchidi a duto a Hervé, e rispedito dai mussulmani al suo
Manzikert, nel 1071. Allora i nonnanni trovarono un nemico d'un tempo, il futuro imperatore Alessio I
nuovo capo in Roussel de Bailleul, che era stato uno Comnenus. Quattro anni dopo Roussel tornò nei
dei luogotenenti di Roberto il Guiscardo in Italia meri- favori imperiali, e divenne comandante dei merce-
dionale. Questi operò al servizio di Bisanzio, prima nari "Franchi" di Alessio.
contro i pirati turchi dei Balcani, e poi nella catastrofi- TI destino cui andarono incontro gli altri nonnanni
ca campagna dell 'Imperatore Romanus, nel 1071. stabilitisi in Anatolia è più oscuro; talvolta persino
Manzikert gettò l'impero bizantino in ginocchio. I anomalo. Quest'area strategica venne sempre massic-
selgiuchidi, i turchi degli altri principati, gli armeni,
i curdi e gli arabi, cominciarono a fronteggiarsi per Il castello di Sperlinga vicino a Enna, in Sicilia, eretto panialmente
all'interno di una montagna. Non si conosce molto circa le sue
assumere il controllo delle varie parti dell' Anatolia. origini, che probabilmente comprendono elementi di tutte le epoche:
Roussel tentò di sfruttare al meglio la situazione, e bizantina, islamica, normanna e successive. (Touring Club d'Italia)

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I NORMANNI

ciamente rinforzata dai bizantini, che vi inviavano soli- dalla milizia cittadina, anche se non si disdegnava
tamente i loro migliori mercenari occidentali. Dopo il l'assunzione di mercenari, se i fondi a disposizione lo
disastro di Manzikert, molti di questi normanni o permettevano. Non si conosce il destino dei normanni
"Franchi" aiutarono i turchi a distruggere gli stati vas- dopo la sconfitta ad opera dei selgiuchidi, ma fonti
salli bizantini di Taron e Sassoun. Ma in seguito si veri- crociate riferiscono che i guerrieri inviati da Urfa alla
ficò un risveglio dell'indipendentismo armeno a sud Prima Crociata fossero armati, a quanto pareva, in
delle montagne del Tauro, in Cilicia, e nella Siria set- stile europeo. Altrove, specialmente ad Antiochia, la
tentrionale. Circa 8.000 "Franchi" guidati da un certo vecchia classe militare greca e armena venne "tur-
Oursel mossero verso la valle dell'Eufrate, raggiun- chizzata"(turcaverant) a seguito di una serie di matri-
gendo i margini meridionali della pianura siriana. Qui moni con i selgiuchidi conquistatori. Una parte so-
molte città continuavano a riconoscere l'autorità di stanziale dell'élite di un. tempo venne a patti con i
Bisanzio, pur pagando tributi ai mussulmani vittoriosi. nuovi arrivati, e si pensa che furono proprio i suoi
Queste regioni continuavano ad essere relativamente membri, o i loro discendenti, a fuggire all'arrivo dei
indisturbate in quanto erano divenute delle pedine di crociati. La presenza di "Franchi" o normanni non
minore importanza nel più vasto conflitto tra i turchi viene effettivamente menzionata, ma va tenuto pre-
selgiuchidi e gli emiri arabi di Siria, ma la loro auto- sente che solo 12 anni separano l'epoca della Prima
nomia reale non ne fu scalfita. Un generale armeno di Crociata dalla conquista di Antiochia da parte dei sel-
nome Filarete prese il controllo di una delle loro città, giuchidi. Forse proprio i discendenti, legittimi o
Antiochia, nel 1079. Filarete era stato il comandante meno, dei mercenari normanni difendevano ancora la
delle forze bizantine lungo il confme sud-est, e come città nel momento in cui i cavalieri normanni
tale era piuttosto conosciuto tra i normanni; in seguito
egli aveva assunto il controllo di un ampio territorio
comprendente Urfa (Edessa). Si pensa che sia giunto a
comandare un esercito di 20.000 uomini, la parte più
efficace del quale erano gli 8.000 normanni o
"Franchi" i quali, sotto il loro nuovo capo Raimbaud,
si unirono a Filarete nel 1073.
La loro prima base fu una fortezza di nome Afranji,
il castello dei "Franchi", vicino a Harput, sulla sponda
sinistra dell 'Eufrate. Altri si unirono alla guarnigione
di Urfa e forse anche a quella di Antiochia. Raimbaud
stesso morì difendendo la tenda di Filarete contro
Thornig, principe armeno di Sassoun, nel 1074.
Potrebbe anche non essere una semplice coincidenza il
fatto che i mercanti di Amalfi, città che si trovava
nell'area governata dai normanni, abbiano continuato
nei loro commerci con Antiochia anche durante quegli
anni travagliati. E lo stesso si potrebbe dire a proposi-
to dei mercanti di Bari, uno dei principali centri
dell 'Italia normanna, i quali commerciarono con
Tarso, nella Cilici a armena, sino al 1097.
La carriera di Filarete, e forse anche quella dei suoi
seguaci normanni, conobbe un brutale epilogo nel
1085, quando i turchi selgiuchidi catturarono
Antiochia, per poi annientare sia le dinastie arabe che
governavano Mosul e Aleppo, sia il loro alleato arme-
no Filarete. La stessa Urfa cadde nel 1087, a causa di
un tradimento avvenuto entro le mura. La città, tutta-
via, mantenne la sua autonomia sotto il governo arme-
no. Urfa ottenne anche di difendere la città con le sue
stesse forze, e di fornire di guarnigioni i castelli cir-
costanti. Il suo esercito era composto principalmente
48
I NORMANNI A EST

dell 'Italia meridionale si concentrarono per l'assedio cavalleria pesante che usava la lancia imbracciata.
sotto le sue mura. Questo processo lo avrebbe condotto in seguito al
In seguito al disastro di Manzikert, Bisanzio si disastro di Myriokephalon, nel 1176. Qui l'Impero
ritrovò senza le regioni anatoliche, tradizionalmente Bizantino subì una catastrofica sconfitta per mano dei
utilizzate per il reclutamento; e così, sotto la dinastia selgiuchidi, seconda soltanto a quella subìta a
Cornnenida, le forze bizantine furono prevalentemente Manzikert un secolo prima. A Myriokephalon i crocia-
formate da quelle forze mercenarie di cui i normanni ti d'Antiochia formavano l'ala destra dell'imperatore.
continuavano a formare l'asse portante. L'armata Dopo la sconfitta, Manuele inviò una lettera a Enrico
bizantina, estremamente poliglotta, era composta da II d'Inghilterra, in cui magnificava il coraggio dei suoi
normanni, germani, franchi e truppe degli stati crocia- inglesi, riferendosi quasi certamente alle truppe anglo-
ti. Tra queste ultime la massima parte proveniva dal sassoni al suo servizio.
principato normanno di Antiochia, che fu di tanto in Nell'Italia del sud molti normanni combatterono per
tanto nominalmente vassallo di Bisanzio. li nucleo Bisanzio, anche contro i loro compatrioti agli ordini di
dell'esercito bizantino, in effetti, fu rimodellato secon-
do gli scherni feudali franco-normanni dall'Imperatore
Manuele Cornneno, il quale lo ricostruì intorno alla
Scacchi in avorio dell'Italia meridionale o della Sicilia,
probabilmente dell'XI secolo; si noti la chiarezza dei dettagli
dell'equipaggiamento, interamente in stile bizantino o islamico
occidentale. (Cabinet des Medailles, Bib.Naz., Parigi)

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I NORMANNI

Roberto il Guiscardo. Altri furono reclutati per com- forma di comportamento che vi si associava.
battere i turchi pecheneg e selgiuchidi, tra il 1080 e il Nella Prima Crociata i normanni rivestirono un ruolo
1100. Troviamo dei "Franchi" nelle guarnigioni che enormemente importante. Erano presenti in ben due
difesero Iznik (Nicea) nel 1113, COIfù nel 1149 e diverse schiere; una di Normandia, e una dell'Italia
Varna nel 1193. Altri furono coinvolti nella guerra meridionale, forse più importante. Quest'ultima era
civile del 1180, mentre vi furono dei "Franchi" anche comandata da Boemondo di Taranto, un figlio disere-
al servizio di Theodor Lascaris, signore di Iznik, nel dato di Roberto il Guiscardo. Pur essendo scarsi di
1259. numero, gli italo-normanni erano ben equipaggiati,
Molti di questi mercenari si stabilirono a Bisanzio e ottimamente comandati e disciplinati e, soprattutto,
le loro famiglie diedero luogo a caste militari assai lon- molto esperti nel combattimento con i bizantini e i
geve. Queste possedevano nella maggior parte dei casi mussulmani.
una pronoia, l'equivalente bizantino del feudo. La feu-
dalizzazione di Bisanzio, in effetti, potrebbe ricondur- Il principato di Antiochia
si al periodo in cui gli imperatori Cornnenidi reclutaro-
no quanti più normanni ed europei poterono trovare. In questa sede non vengono esaminate le crociate in
Tra queste famiglie fondate da "Franchi", spiccano i senso stretto {per questo vedi Osprey Men-At-Arms n°
Raoulii, discendenti da un italo-normanno di nome 75, Armies oJ the Crusades}, bensì la conquista di
Raoul, e i Petraliphae, che discendevano da Pierre Antiochia nel corso della Prima Crociata e la susse-
d'Aulps. Un gruppo di famiglie guerriere chiamate i guente fondazione del principato che da essa prendeva
Maniacati (maniakates) ,discendenti dai normanni che il nome, destinato a diventare un vero e proprio stato
servirono sotto il grande generale bizantino Maniakes, normanno. Mentre il duca Roberto di Normandia
si insediarono in Albania. Ne prese la guida un certo abbandonò la Terra Santa con il grosso delle sue trup-
Constantine Humbertopoulos, il cui nome sembra deri- pe, nel 1099, buona parte del contingente italo-nor-
vare dalla radice occidentale Humbert. Nel 1201, a un manno decise di rimanere sul posto. Boemondo aveva
altro Constantine Francopoulos ("figlio di Franchi") fu già assunto di fatto il controllo di Antiochia, ma il dirit-
assegnato il comando di sei galere da guerra; e nel to dei normanni di occupare la città fu aspramente con-
1285 un Humbertopoulos difese Mesembria, nell'at- testato. Bisanzio tentò di reclamare la propria sovranità
tuale Bulgaria, contro i Mongoli. sull' antico "Ducato d'Antiochia", ma molti crociati
Tra il 1190 e il 1216 il primo stato albanese medieva- non normanni si erano già resi conto che Boemondo
le si guadagnò una breve indipendenza alla guida degli era più interessato a guadagnarsi un feudo che non a
archon locali. Sarebbe interessante sapere se qualcuno conquistare Gerusalemme in nome della cristianità. In
di questi vantasse una discendenza "Franca" o norman- seguito, nel 1100, Boemondo venne fatto prigioniero
na. Di certo, quando gli angioini dell'Italia meridionale dai Turchi Danishmandi e suo nipote Tancredi venne
crearono uno stato fantoccio albanese nel 1272, molti chiamato in Galilea per assumere il comando delle
signori locali adottarono all'istante i titoli feudali e ogni truppe. Nel corso della sua permanenza in Palestina,
Tancredi aveva già capito come guadagnarsi l'appog-
gio delle comunità cristiane locali, e ad Antiochia fece
uso dell'esperienza acquisita per consolidare e ingran-
dire il nuovo principato. Tancredi incoraggiò in ogni
modo i normanni di Italia, Sicilia e Francia a venire a
stabilirsi nella Siria settentrionale, e diede al nuovo
stato un'impostazione fortemente feudale e normanna,
differenziandosi dal nascente regno di Gerusalemme,
situato più a sud. Allo stesso tempo il principe reclutò
un buon numero di mercenari di ogni provenienza,
arrivando persino a stringere delle alleanze con alcuni
capi turchi del luogo.
Nonostante gli sforzi di Tancredi e dei suoi succes-
sori, a causa del suo carattere essenzialmente occiden-
A destra: copertina in avorio del Queen Melisende's Psalter, dagli
stati crociati del primo XII secolo, raffigura armature di tre diversi
stili: europeo, bizantino e islamico. (Brit. Mus., Londra)

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I NORMANNI A EST

51
I NORMANNI

li principato di Antiochia e la contea associata di


Edessa differivano sotto diversi punti di vista dagli altri
stati crociati di Tripoli e Gerusalemme. Le loro politi-
che economiche e difensive differivano per molti aspet-
ti. La posizione di Antiochia, sull'antica via commer-
ciale che dall'Irak e dall'Iran portava al Mediterraneo,
ne faceva il più ricco tra gli stati crociati. La città in sé
era un fiorente centro commerciale e industriale, famo-
so per i tessuti e la lavorazione del vetro. Molti occi-
dentali vennero a insediarsi nella città, arrivando a co-
stituire una buona fIletà della popolazione cittadina.
Benché non fossero cavalieri né guerrieri professionisti,
ciò nondimeno costituivano con ogni probabilità il
bacino principale di reclutamento per la fanteria.
Il castello di Bagras si affaccia sul fiume Orontes e sulle pianure Nonostante il fiorire dei commerci e la sua ricchezza,
sottostanti della Siria. Le mura risalgono in buona parte all' epoca tuttavia, l'importanza di Antiochia decadde progressi-
armena. Il castello era in una posizione chiave per la difesa di
Antiochia. vamente sotto la dominazione crociata. La mussulmana
Aleppo la rimpiazzò gradualmente, divenendo il princi-
tale, il principato d'Antiochia non riuscì mai a inserir- pale centro commerciale della Siria del nord.
si stabilmente nel mosaico degli stati mediorientali. Va Furono aperte delle miniere di ferro nelle montagne,
detto anche che l'élite militare normanna non fu in e tra le officine di fabbri che in conseguenza nacque-
grado di integrarsi nella società siriana. Rimase sempre ro, molte erano di armaioli. Buona parte della lavora-
un'aristocrazia esigua e aliena al territorio, fatta ecce- zione veniva effettuata nella zona di Marash, un'area
zione per l'adozione di qualche costume locale, arme- che produceva fm dal X secolo frnirnenti per cavallo,
no in particolare. I normanni e gli altri occidentali non speroni, mazze, alcuni tipi di corazza, foderi di spada e
potevano integrarsi con i mussulmani della zona, date selle con telaio di legno.
le differenze religiose, e il loro immutato obbligo di La linea di discendenza diretta dei principi norman-
combattere l'Islam con la spada. Rimasero un' entità ni d'Antiochia ebbe termine nel 1130, con la morte di
separata, oltretutto, anche rispetto alle comunità cri- Boemondo II. I governatori successivi discendevano
stiane locali, in larga parte cittadine. Queste, benché dalla figlia Costanza e da un nobile francese,
divise alloro interno, superavano di molto in numero i Raimondo di Poitiers, che era stato chiamato in gran
normanni, ma vennero sempre considerate da questi segreto dalla corte normanna di Enrico I d'Inghilterra.
eretiche o scismatiche. La sola comunità locale con cui li sentimento di normannitas, rimase comunque forte
i normanni intrattennero delle relazioni strette furono ad Antiochia, e non meno di cinque principi presero il
gli armeni; un popolo guerriero che governava alcuni nome di Boemondo, incluso l'ultimo.
stati indipendenti confmanti, organizzati secondo una Le strutture feudali create dai primi principi norman-
struttura vagamente feudale. Ma ogni sforzo di co- ni seguirono il modello siculo-normanno, e rimasero
struire qualcosa che andasse oltre una mera collabora- sostanzialmente immutate fmo alla fme. I vincoli feu-
zione, realizzando un'unità politica e religiosa, non dali, però, erano più semplici che in Europa, dal
sortì alcun effetto: il divario culturale era troppo accen- momento che l'élite militare era più ristretta. Rispetto
tuato. Pare comunque che la cooperazione militare tra alla situazione di Tripoli e Gerusalemme, il governato-
i due popoli fosse all'ordine del giorno, e che questa re di Antiochia mantenne il controllo di gran parte dei
ebbe inizio ancor prima della conquista di Antiochia. castelli per tutto il XII secolo. Quasi tutti i grandi feudi
Fu un uomo di origini armene, probabilmente, colui appartenevano ai suoi parenti, e quelli che restavano
che tradì Antiochia, consegnandola ai crociati. E fu erano comunque di proprietà di nobili d'origine nor-
ancora un armeno di Antiochia colui che progettò le manna. I maggiori ufficiali dello stato erano tutti nor-
macchine da assedio usate dai crociati contro Tiro nel manni, e suddivisi in conestabili, maestri cerimonieri,
1124. Le truppe armene facevano parte delle guarni- siniscalchi, ciambellani, balivi e castellani. Solo
gioni di Antiochia e Margat nel 1118. Nel complesso si nell'ambito amministrativo erano riconosciute alcune
pensa che almeno 4.000-5.000 cavalieri armeni e cariche bizantine o islarniche, e anche questa conces-
10.000 soldati di fanteria abbiano militato negli eserci- sione derivava dall'esperienza normanna in Sicilia e
ti degli stati crociati. nell'Italia del sud. Nelle città, comunque, l'ammini-
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I NORMANNI A EST

strazione era caratterizzata da una mescolanza del sis- Il castello di Revanda (Ravendel); una tipica fortezza di confine del
tema bizantino, islamico e italo-franco, mentre in cam- Principato di Antiochia. Fu eretto su una montagna vicino alla
frontiera orientale.
pagna vigeva ancora il sistema arabo-islamico.
L'organizzazione dell'esercito di Antiochia era fon- Un grande castello poteva avere una guarnigione di
damentalmente occidentale, e la cavalleria ne costituiva almeno 1.700 uomini in tempo di pace, tra i quali i
ovviamente l'asse portante. Tutti gli stati crociati ave- cavalieri non erano più di 50. In tempo di guerra la
vano sofferto, nei primi anni della loro esistenza, per la guarnigione si ampliava sino a 2.200 effettivi.
penuria di cavalli, ma nel principato il problema si fece Le tattiche rimasero pressoché le stesse adottate dai
sentire di meno, poiché le pianure della Siria settentrio- normanni in Europa, ma presto vennero escogitate
nale erano famose per l'abbondanza di questi animali. alcune modifiche basate sull' esperienza locale. In
Si è spesso esagerato nel minimizzare per numero gli campo aperto la cavalleria veniva abitualmente prece-
eserciti crociati e, parallelamente, nel sopravvalutare le duta o addirittura circondata da fanteria armata di
dimensioni delle forze che si apponevano loro. I cava- picca, arco o balestra. Per difendersi, la fanteria usava
lieri di Antiochia, comunque, non superarono mai di scudi a palvese, con i picchieri in prima fila pronti ad
molto le 500 unità. In Medio Oriente, però, gli obblig- aprirsi per lasciar caricare la propria cavalleria.
hi militari di questi cavalieri erano sine die, e non si All'inizio del XII secolo la cavalleria operava ormai
limitavano ai teorici 40 giomi d'uso in Europa. TI tutta insieme: cavalieri e guerrieri plebei, equipaggiati
numero dei giorni di servizio andò poi decrescendo in modo pesante o leggero. Alcune veloci unità di fan-
grazie all'affluenza di pellegrini e mercenari senza teria a cavallo venivano impiegate per intercettare i
terra dall 'Europa. La ricchezza di cui Antiochia gode- convogli, o per compiere profonde incursioni nel terri-
va le permetteva di assoldare molti mercenari, vitali torio nemico. La cavalleria leggera, armata di lance di
per l'espansione e la sopravvivenza in ogni stato cro- bambù, e forse anche di giavellotti, fece la sua com-
ciato. Vennero reclutati anche numerosi serjeant di parsa alla fme del XII secolo, più vicina al modello
inferiore condizione, ma di pari valore militare, turco- arabo che non a quello più specializzato ma poco noto
poli e un gran numero di alleati, inclusi molti armeni. degli arcieri a cavallo turchi. A quell'epoca la spinta
53
I NORMANNI

espansionistica degli stati crociati si era ormai arresta- regioni mussulmane dell'entroterra. Questi castelli
ta, ed essi si erano messi sulla difensiva, acquisendo spesso venivano ricavati ristrutturando gli antichi forti
così notevole rapidità nell'apprendimento di nuove tat- del IX e X secolo, originariamente eretti a difesa del
tiche. Nel XIII secolo la strategia si fece ancora più ducato bizantino di Antiochia o della provincia araba
flessibile, variegata e sofisticata. di Aleppo. Molte città e villaggi del luogo erano stati
L'importanza della fanteria crebbe considerevol- fortificati da bizantini, armeni e arabi prima dell'arrivo
mente quando gli arcieri e i balestrieri diedero prova dei normanni.
della loro efficacia contro gli arcieri a cavallo. Le tatti- Nel corso del XIII secolo molti importanti castelli
che del passato non furono accantonate del tutto, ma la vennero venduti ai templari, agli ospitalieri e ad altri
cavalleria perse l'antica abitudine di schierarsi all' e- ordini militari, per compensare l'endemica mancanza
sterno delle formazioni di fanteria, per poi ritirarvisi di denaro e di uomini per difenderli. Massicci e com-
all'interno. Le cariche di cavalleria si fecero più limi- plessi com'erano, i'castelli finirono per decadere, prin-
tate, e sferrate di solito da uno o due piccoli contingenti cipalmente per le guarnigioni sempre insufficienti.
di soldati a cavallo. I serjeant a cavallo continuarono Antiochia stessa cadde dopo un assedio di cinque gior-
a combattere al fianco dei cavalieri veri e propri, ma ni, nel 1268, soltanto perché la guarnigione non era in
erano di norma armati meno pesantemente. grado di difendere tutte le torri. Molti castelli furono
I turcopoli fornivano perlopiù soldati a cavallo, traditi dall'interno, e questo dimostra quanto gli stati
anche se non mancavano le unità di fanteria. Le loro crociati del XIII secolo si basassero su una mentalità
origini precise, e anche le loro funzioni, sono ancora difensiva, "da castello", quasi ai limiti del disfattismo.
oggi oggetto di dibattito. Sembra che un certo numero Non si può biasimare l'élite militare per questo atteg-
di cristiani locali fossero stati arruolati in qualità di ser- giamento. Dai tempi del Saladino in poi, la loro posi-
jeant, ma il loro numero restava piuttosto esiguo. Molti zione si era fatta sempre più insostenibile. La contea di
prigionieri mussulmani si convertirono al cristianesi-
mo all'inizio del xn secolo, combattendo forse in Architettura militare nel Principato di Antiochia: A = uno scorcio
delle mura meridionali di Antiochia, come apparivano dopo la
seguito per i loro nuovi padroni. Questi uomini non =
riparazione del X secolo; B il castello di Sahyun (da Muller-
avrebbero mai rischiato di tornare tra i loro correligio- Wiener).
nari, poiché l'apostasia era considerata un crimine
capitale. I turcopoli catturati, in effetti, di solito veni-
vano passati per le armi. I pochi nomi a noi pervenuti M.
o so
ne suggeriscono un' origine mussulmana. Molti di loro
combatterono come arcieri a cavallo, ma nessuno
secondo lo stile dei nomadi turcomanni. Sembra inve-
ce che fossero equipaggiati più come i ghulam dei vici-
ni stati mussulmani [v. Osprey Men-At-Arrns nO171 ,
Saladin and the Saracenes] . Questi combattevano sia
come cavalleria leggera che come arcieri a cavallo ben
inquadrati, in grado di tirare con più ranghi contempo-
raneamente e agendo più spesso da fernlÌ che in movi-
mento, così come facevano invece le tribù turcoman-
ne. Alcuni turcopoli arrivarono a detenere dei feudi,
normalmente definiti serjeantries.
I monumenti più duraturi del principato di Antiochia
sono i suoi castelli. Alcuni erano di proporzioni
immense, e ancora oggi coronano molte delle colline
della Siria nordoccidentale e della Turchia del sud.
Molti, tuttavia, furono costruiti durante il declino del
principato. TI solo grande castello eretto nel xn secolo Il I I
fu quello di Sahyun: non meno di 170.000 tonnellate di ~ {Al
I I
I I I
roccia vennero estratte per costruirne il parapetto
~
orientale. Altre fortificazioni più piccole furono erette Il
Il

in questo periodo, molte delle quali in posizioni domi-


nanti rispetto ai passi di montagna tra la costa e le
54
I NORMANNI A EST

Edessa era onnai perduta da tempo e Antiocrua, così nonnanni nel nostro paese.
come Tripoli e Gerusalemme, controllava un tenitorio Anche il Centro Italiano di Studi sull' Alto Medioevo
sempre più ristretto. I feudi divennero sempre di meno, (Spoleto) pubblica più o meno regolarmente materiale
finché quasi tutta la classe dei cavalieri non fu costretta di notevole interesse per l'appassionato di storia nor-
a insediarsi in città. I suoi membri continuarono a recla- manna.
mare gli anticru diritti feudali sui villaggi e sui campi BOUARD, MICHEL DE; per i normanni in
onnai riconquistati dall 'Islam, ma lo status di cui gode- Normandia.
vano non era più altro che una finzione legale, suppor- BROWN, R ALLEN; per i nonnanni in Inghilterra e
tata a stento da una declinante ricchezza. I coloni euro- Nonnandia.
pei presero a fuggire verso altre città o tornarono addi- CAHEN, C., La Syrie du Nord a l'époque des
rittura in Europa, mentre un numero notevole di cristia- Croisades, Parigi 1940.
ni, tra cui persino alcuni serjeant e forse anche dei cava- CUOZZO ,E.; sui normanni in Italia.
lieri, si convertì alla religione islarnica, e venne rinne- DOUGLAS, D. C.; sui nonnanni in generale.
gato. Nel 1223 il Patriarca di Alessandria sostenne, HASKINS, C. H.; sui normanni in generale.
forse esagerando, che al servizio degli Ejjubiti, in Egitto HOFFMANN, H. ; sui nonnanni in Italia.
e Siria, si trovavano circa 10.000 rinnegati. Dopo che la JAMISON, E.; sui nonnanni in Italia.
Quarta Crociata conquistò Costantinopoli (Istanbul) nel LE PATOUREL, The Norman Empire, Oxford 1976.
1204, un gran numero di cavalieri, serjeant e turcopoli MENAGER, L. R; sui nonnanni in Italia.
abbandonò la Siria per cercare fortuna in Grecia. MOSSET, L.; sui normanni in Nonnandia.
Ma nonostante tutto, il principato di Antiocrua resse NORWICH, J. J.; sui nonnanni in Italia.
per altri 83 anni. Sopravvisse di nome anche dopo che TRAMONTANA, S. ; sui normanni in Italia.
la città cadde nelle mani del sultano mammalucco YEWDALE, R B., Bohemond I, Prince of Antioch,
Baybars, in un'orgia di massacri e distruzioni. In segui- Princeton 1924.
to il principato si ridusse a una regione piccolissima "Davide e Golia", da un manoscritto normanno del tardo XI secolo.
attorno al porto di Lattakieh, che cadde a sua volta nel (Commentari di Sant' Agostino, Ms.A.19, Bib.Munic., Rouen)
1287 dopo che un terremoto ne aveva seriamente dan-
neggiato le mura. Curiosamente, il sultano mamma-
lucco Qalaun giustifIcò la sua conquista avvenuta
durante la tregua, con un cavillo legale che i nonnanni
stessi avrebbero dovuto apprezzare. Quale governante
effettivo di Antiocrua, Qalaun sostenne il suo diritto su
tutte le dipendenze del veccruo principato, inclusa
quella parte che ancora resisteva. L'ultimo principe,
Boemondo vrr, morì senza figli sei mesi più tardi, pro-
babilmente di crepacuore.

PER UN ULTERIORE
APPROFONDIMENTO

La storia nonnanna ha generato una quantità enonne di
libri. Qui di seguito viene elencata una selezione dei
più importanti periodici, libri e autori che si sono occu-
pati dell'argomento:
Anglo-Norman Studies (in origine Proceedings of
the Baule Conference in Anglo-Norman Studies); pub-
blicato in prima istanza nel 1978, questo giornale cos-
tituisce una fonte essenziale per qualunque studioso di
storia militare nonnanna.
Gli atti delle Giornate Normanno-Sveve, (Bari), rac-
colgono gl'interventi dei convegni periodici che si ten-
gono in Italia, con particolare attenzione alla storia dei
55
I NORMANNI

ILLUSTRAZIONI B/C1: 11 duca Guglielmo di Normandia


TI condottiero normanno indossa un'armatura all'avan-
A: Albori della Normandia guardia per quei tempi. Essa include un casco in ferro
Al: Vescovo normanno, c.1050 con il coppo d'un solo pezzo, con un ampio nasale
La stretta alleanza tra Chiesa e stato costituì uno dei decorato. Si è molto discusso riguardo alle pezze ret-
punti di forza della Normandia. TI potere della Chiesa tangolari ritratte sul petto di alcuni normanni nell'araz-
risiedeva nella sua influenza su un'élite militare male zo di Bayeux. Non se ne vedono su uomini ingaggiati
istruita, ma devota. Questa influenza venne rafforzata in combattimento, e l'unico parallelo possibile tratto
dal monopolio virtuale della Chiesa sull'arte e dallo dall'arte ispano-francese dell'XI secolo riporta chiara-
splendore dei cerimoniali. L'''uniforme'' del vescovo mente dei camagli (ventails) di maglia, slacciati. Lo
era rigidamente definita. Qui indossa una forma pri- stesso discorso vale quasi certamente per il più grezzo
mitiva di mitra, e un manto in tessuto ricamato, detto arazzo di Bayeux. La forma di questi camagli norman-
pallio. Sotto la tunica in lana fme o casula, si notino i ni, che ricoprivano il collo e la gola, è tuttavia ignota.
due tasselli di tessuto dorato della stola. Questi veni- Forse erano costituiti da lembi di maglia allacciati tra
vano sovrapposti alla leggera dalmatica, che a volte il loro da ambo i lati del capo, come in questo caso; o
vescovo indossava sopra un camice di lino bianco. TI forse il camaglio veniva allacciato da una parte della
pastorale a testa d'avorio era un'arma simbolica della testa, e le tessitrici inglesi hanno reso la cosa in modo
lotta per il trionfo dei Divini Scopi. (Fonti: Bede's poco accurato. TI duca indossa anche delle maniche di
Commentaries, metà del xn secolo, St. John's ColI., maglia aggiuntive, simili alle chausses di maglia che
Ms.H.6, Cambridge; e vari altri vestimenti rimasti) ne proteggono le gambe. L'arazzo di Bayeux dipinge i
guerrieri con indosso quello che sembrerebbe un
A2: Mi/es normanno, c.1025 usbergo completo di una specie di pantalone di maglia.
TI primo miles, o cavaliere normanno, era equipaggia- Di queste improbabili armature non esiste ulteriore te-
to in maniera identica agli altri cavalieri della Francia stimonianza, dunque forse si intendeva semplicemente
del nord. L'antiquato stile dell'abbigliamento si rispec- ritrarre l'allacciatura alle ginocchia degli orli dell'u-
chia alla perfezione in quest'uomo. TI giaco è tagliato sbergo. TI bastone, o baculus, stretto dal duca
sui fianchi, accorgimento originariamente adottato per Guglielmo più che un'arma reale era probabilmente un
il combattimento a piedi, mentre lo scudo è del tipo simbolo della sua autorità d'origine semi-magica e
rotondo. È armato con un'ottima spada ma porta anche pagana. Qui viene ritratto il momento della battaglia in
dei giavellotti, oltre a una lancia più pesante. (Fonti: cui Guglielmo cavalcò tra i suoi uomini con l'elmo
Bible, primo XI secolo, Bib.Munic., Arras: Reliquario sollevato per dissipare il panico diffuso dalle voci sulla
di St. Hadelin, 1046, Chiesa di S. Martino, Visé) sua morte.

A3: Serjeantfiammingo, c.1040 B/C2: 11 vescovo Odone


I mercenari del Belgio occidentale erano molto Nell'arazzo di Bayeux il fratello del duca, il vescovo
richiesti durante l'XI secolo. Questo soldato è arma- Odone, è ritratto con una corazza diversa da quelle
to con un tipo di balestra piuttosto primitivo, tutta in delle altre figure. Si tratta forse di una corazza a sca-
legno. TI suo meccanismo di rilascio consiste in una glie, o di una rappresentazione convenzionale per indi-
semplice noce che spingeva la corda fuori dall'inca- care la maglia. In alternativa, potrebbe trattarsi di un
vo, quando si tirava la manetta. Queste armi conti- esempio primitivo di giazzerino, il corpetto imbottito
nuarono a essere adottate in Scandinavia per parec- rivestito di maglia di origine mediorientale. TI vescovo
chi secoli. (Fonti: Commentaries oJ Hayman oJ fa uso di una mazza d'arme a sua volta di origine medi-
Auxerre, c. 1000, Bib.Naz., Ms. Lat. 12302, Parigi; terranea, mentre il suo elmo sembra dimostrare un'in-
balestra di Lillohus, XV-XVI secolo, Museo di fluenza bizantina, data la croce ornamentale e il meda-
Kristiansand. ) glione o reliquario sul frontale.

B/C: La battaglia di Hastings, 14 ottobre 1066 B/C3: Cavaliere bretone


Questa scena è basata principalmente sull'arazzo di Questo soldato, equipaggiato come un tipico franco del
Bayeux. TI famoso arazzo, tuttavia, non soltanto risulta nord, porta l'usbergo e un casco interamente dipinto. I
difficile da interpretare, ma venne anche realizzato lacci legati al collo servivano probabilmente ad aggiu-
alcuni anni dopo l'evento. Altre fonti pittoriche trag- stare l'imbottitura del casco e per il cappuccio di
gono probabilmente origine da questo arazzo. maglia. Alcuni usberghi riportati sull'arazzo sono
56
-'
ILLUSTRAZIONI

dotati di un doppio foro che doveva servire per il fode- Illustrazione a margine di un manoscritto della Francia
ro della spada. settentrionale del tardo XII secolo, raffigurante forse il "giudizio di
Dio". (Ms.210, Bib.Munic., Avranches)

B/C4: Arciere normanno incisioni dei capitelli, tardo XI secolo, chiese di St.
Alcuni degli arcieri nonnanni riportati sull'arazzo Nectaire e Rucqueville.)
sembrano professionisti bene equipaggiati. Altri erano
forse contadini arruolati al seguito del loro signore, o, B/C6: Huscarl anglosassone
più probabilmente, erano marinai della flotta nonnan- La guardia personale di huscarl di Harold Godwinson
na che avevano seguito l'armata in battaglia. Questo era l'unità meglio equipaggiata dell'armata anglosas-
soldato è dotato di un arco semplice, ma di dimensio- sone. I discendenti di questi guerrieri entrarono tutti a
ni molto più ridotte rispetto a quelli in uso tra gli arcie- far parte delle armate nonnanne. Le loro armi e arma-
ri inglesi del XIV secolo. La sua è una primitiva anna ture differivano solo per qualche dettaglio da quelle dei
da caccia che si usava anch~ nelle battaglie navali. loro nemici nonnanni. Forse alcune avevano cappucci
di maglia separati, ma il fatto non è accertato; in ogni
B/C5: Guerriero a piedi del Maine caso usavano come arma primaria la scure a manico
I soldati a piedi di professione ebbero un ruolo lungo di origine danese. Molti portavano i nuovi scudi
importante dell'esercito del duca Guglielmo, ma l' lunghi alla nonnanna, ma alcuni adottavano ancora le
arazzo di Bayeux sembra ignorarli completamente. vecchie versioni rotonde o ovali.
Questo soldato è stato ritratto sulla base di altre
fonti, e rappresenta un guerriero delle zone meridio- D: Inghilterra normqnna:
nali del regno nonnanno. Il suo casco rotondo con il DJ: Nobildonna anglo-norrnanna, c.1140
coppo a due pezzi ha una fonna che i franchi aveva- La moda aristocratica delle donne del XII secolo era
no forse ereditato dal tardo periodo romano. Lo semplice ma affascinante. Le gonne venivano proba-
scudo ovale si desume da numerose fonti, tra cui bilmente tagliate diagonalmente per delineare al
alcune incisioni nella stessa Nonnandia. (Fonti : meglio la figura. Le donne giovani riunivano i capelli
57
I NORMANNI

in una lunga e stravagante treccia, aggiungendovi spes- scudi mantennero la stessa forma ma diventarono di
so dei capelli posticci per aumentarne la lunghezza. La dimensioni enormi. TI casco di questo guerriero è di
ricchezza veniva ostentata facendo uso di maniche un'inusuale forma a ogiva, con il coietto da legare al
estremamente ampie, in modo da mostrare la sottove- mento direttamente attaccato al bordo. La funzione
ste di lino pieghettata. della maglia intorno al capo è poco chiara, ma potreb-
be rientrare nello stile adottato dai crociati che torna-
D2: Nobiluomo anglo-normanno (scudiero), c. 1125- vano dalla Siria o dalla Palestina. (Fonti: Bury Bible,
50 1121-48, Coli. Corpus Christi, Ms.2, Cambridge; inci-
L'ascesa della cultura di corte si accompagnò a una sioni sui capitelli, c. 1120, cattedrale di Vezelay)
elaborazione dell'abbigliamento maschile, pur non
arrecando ancora grossi cambiamenti nell'equipaggia- E: Caduta della Normandia:
mento militare. Gli elmetti sbilanciati in avanti sem- El: Cavaliere normdnno, c. 1180
brano indicare un ispessimento sul fronte e sui lati. TI principale cambiamento nelle armi e nelle corazze
Alcuni caschi erano dipinti secondo gli stessi motivi del XII secolo, fu l'apparizione dei guanti di maglia
semi-araldici che comparivano sugli scudi. TI giovane sull 'usbergo. Alcuni caschi erano corredati anche di
scudiero qui riportato sta suonando una serenata col maschera facciale, e da qui in seguito, si sviluppò l'el-
salterio alla sua signora, apparentemente con un certo mo medievale (il cosiddetto elmo a cilindro).TI casco
successo... (Fonti: coppella di bronzo dorata, primo qui riportato non è segmentato, e consiste di una coppa
XII secolo, Glasgow, musei e gallerie d'arte) a pezzo unico rinforzata da strisce esterne di ferro. Lo
scudo è a sua volta rinforzato con delle parti decorati-
D3: Cavaliere normanno, c. 1100-25 ve di ferro. Sotto l'usbergo il cavaliere indossa l'ake-
Un buon numero di piccoli ma importanti cambiamen- ton, o gambale imbottito. (Fonti: tomba perduta del
ti si susseguirono nelle armi e nelle corazze intorno conte Guglielmo delle Fiandre, metà del XII secolo, St.
all'anno 1100. Gli usberghi divennero leggermente più Omer; Legend of Roland, finestra di vetro tinto, c.
lunghi, e di solito con maniche a lunghezza intera. Gli 1218, cattedrale, Chartres; dipinti a muro, tardo XII-
primo xm secolo, Chiesa di Ognissanti, Claverly)
"San Benedetto libera un prigioniero", illustrazione tratta da un
manoscritto dell'Abbazia di Montecassino del 1070 circa.
(Ms.Lat.1202, Lib. Vaticana, Roma) E2: *Serjeant bretone, c.1160
In apparenza non vi erano grosse differenze tra l'equi-
paggiamento dei cavalieri e quello dei serjeant, ma
1 quello di questi ultimi era più basilare. TI casco conico
passò presto di moda, e fu rimpiazzato da uno di forma
più arrotondata. Si cominciarono a usare anche degli
scudi specifici per la fanteria, tra i quali quello quasi a
mantelletto qui riportato. TI serjeant porta le antiche
armi dei Marescialli d'Inghilterra. (Fonti: cassapanca
matrimoniale dipinta, 1150-70, tesoro della cattedrale,
Vannes; Bible, 1160-70, biblioteca della cattedrale,
Winchester)

E3 : Fante gallese, c.1200


Ci sono giunte ben poche notizie riguardo all'equipag-
giamento militare gallese del XII e xm secolo, e dun-
que questo soldato è stato raffigurato secondo gli usi
comuni della fanteria leggera dell' area celtica. Molte
varietà di caschi tronco-conici videro la luce prima
della comparsa dell'elmo medievale piatto. Alcuni
provenivano da zone sotto l'influenza scandinava. TI
martello d'arme nacque come arma per il "giudizio di
Dio", associato di solito a uno scudo leggero, a forma
ovale. (Fonti: Guthlac Roll, c. 1200, Brit.Lib.,
Harl.Roll Y.6; Lewis Chessmen, 1150-75, Brit.Mus.;
58
ILLUSTRAZIONI

effigie, c. 1225, Abbazia di Malvern; manoscritto, oltre naturalmente di spada e scudo. Questi guerrieri
tardo XII secolo, Bib.Munic., Ms. 12, St. Omer) erano praticamente identici ai loro vicini italiani,
bizantini e egiziani. (Fonti: dipinti del soffitto, c. 1140,
F: I normanni in Irlanda e Scozia: Cappella Palatina, Palermo; bassorilievi, primo XII
F1: Cavaliere anglo-irlandese della famiglia De secolo, cattedrale di Lucca)
Clare, c. 1225
L'aristocrazia normanno-irlandese, naturalmente, era G2: Guerriero a piedi napoletano, c. 1100
equipaggiata esattamente come i cavalieri che risiede- Un buon numero di fonti pittoriche ritrae i soldati
vano in Inghilterra. Solo in seguito adottò lo stile della dell'Italia meridionale con armi e armature molto
cavalleria leggera dell'Irlanda gaelica. Quest'uomo diverse da quelle che si usavano al nord. Quasi certa-
porta una forma primitiva di elmo, che andava indos- mente queste riflettevano l'influenza islarnica o bizan-
sato sopra un copricapo imbottito che ne sosteneva la tina. Quest'uomo indossa un casco conico con cama-
calotta quadrata. Le alte spalle della sua sopraveste sot- glio. Questo sistema venne importato dal Medio
tintendono la presenza di un corsaletto pesantemente Oriente e dall'Asia centrale, e non divenne abituale in
imbottito, oppure di una casacca di cuoio semirigida Europa occidentale prima del XIV secolo. Lo scudo,
che indossava sotto. Questo guerriero veste anche dei sostanzialmente piatto, è tipico della fanteria italiana,
cosciali imbottiti per proteggersi ginocchia e cosce. mentre la spada è una forma primitiva di scirnitarra.
(Fonti: effigie perduta del XIII secolo, TempIe Church, (Fonti: scacchi in avorio, tardo XI secolo, Bib.Naz.,
Londra; statue, 1230-40, frontale ovest della cattedrale Parigi; leggio d'avorio intagliato, XII secolo, Museo
di Wells) della Cattedrale, Salerno; rilievo inciso sulla Porta
Romana, metà del XII secolo, Museo del Castello
F2 : Guerriero gaelico irlandese, c. 1200 Sforzesco, Milano)
Lo stile anglo-normanno si diffuse molto lentamente
nell 'Irlanda gaelica, tra le popolazioni indigene dell'i- G3: Arciere siciliano , c. 1140
sola. TI casco di quest'uomo lascia chiaramente tras- Gli arcieri mussulmani di Sicilia furono tra i soldati di
parire le influenze esterne, mentre la rotella di cuoio e fanteria più efficienti dell'Europa del XII secolo. Molti
i giavellotti sono più tradizionali. (Fonti: Cumdach of non usavano alcuna armatura, ma a questo soldato è
the Stowe Missal, XI-XII secolo, Royal lrish stato fornito un leggero usbergo di maglia indossato
Academy; Chapter House Uber A, Public Records sotto una tunica, probabilmente imbottita. TI suo poten-
Office, Londra; rilievo inciso, XII-XIII secolo, te arco composto è di una forma piuttosto primitiva,
Cashel) tipica del Medio Oriente e della zona del Mediterraneo
prima della diffusione dell'influenza turca. TI sistema
F3 : Guerriero delle Ebridi, c. 1200 di tiro "sotto" lo scudo di cuoio, era una tecnica anco-
I mercenari scozzesi presero parte fm dall 'inizio alle ra in uso tra i mammalucchi del XIV secolo. (Fonti:
campagne irlandesi. Nel XIII secolo guerrieri armati di soffitto dipinto, c . 1140, Cappella Palatina, Palermo;
scure e corazza vennero reclutati per opporsi alla rilievo inciso, c. 1140, La Martorana, Palermo)
cavalleria e fanteria corazzata anglo-irlandese. Questo
soldato impugna una tipica scure scoto-irlandese, con H: Italia e Sicilia tardo normanna:
intarsi in argento. La spada, invece, con la sua elsa di Hl: Nobile italo-normanno, c. 1170
bronzo dimostra un'evidente derivazione scandinava. Verso la fme del XII secolo, le armi e armature
(Fonti: Lewis Chessmen, 1150-75, Brit.Mus.; asce, dell 'Italia normanna cominciarono ad avvicinarsi a
XIII secolo, Mus. Naz., Dublino.) quelle del resto del paese. Questo nobile, splendida-
mente equipaggiato, porta un casco parzialmente dora-
G: Primi normanni d'Italia e Sicilia: to con maschera facciale, e sotto di esso un cappuccio
G1 : Cavaliere siculo-normanno, c. 1130 di maglia separato e ricoperto di tessuto prezioso. TI
I normanni continuarono a fare uso delle tattiche ela- resto dell'equipaggiamento è piuttosto semplice, fatta
borate nella Francia del nord anche dopo il loro inse- eccezione per i calzari di maglia che sembrerebbero
diamento in Italia, ma il loro equipaggiamento comin- rivestiti di scaglie di ferro, un concetto notevolmente
ciò presto a riflettere le influenze meridionali, allegge- avanzato per quell' epoca. (Fonti: incisioni sui capitelli,
rendosi sostanzialmente nell' armatura. In questo caso tardo XII secolo, chiostro della Cattedrale di Monreale;
il cavaliere è senza cappuccio di maglia, ed è armato L' Assassinio di Beckett, affresco, tardo XII secolo,
solamente con il casco "frigio" e l'usbergo di maglia, Chiesa di San Giovanni e Paolo, Spoleto)
59
I NORMANNI

H2: Guardia siculo-normanna, c. 1180


Questo soldato è equipaggiato con elementi che non
fecero la loro comparsa in Italia prima della fme del
Xll secolo. Alcuni di questi sono di ispirazione bizan-
tina o balcanica. Indossa una specie di cappello di
ferro, con la tesa a pieno giro per proteggere anche la
nuca, e una spada corta e larga, di forma quasi triango-
lare. La balestra composta è di origine medi orientale,
e il calcio è dotato di un'orma sporgente sul retro:
questo accorgimento assolveva forse le medesime fun-
zioni della staffa ai fmi del caricamento. (Fonti: inci-
sione, tardo Xll secolo, Cattedrale di Modena; dipinto
murale, tardo Xll-primo XllI secolo, cripta della
Basilica di Aquileia; trattato militare di Al Tarsusi,
tardo Xll secolo, Bod.Lib., Ms. Hunt 264, Oxford)

H3: Coscritto siciliano, c.1175


Gli abitanti mussulmani della Sicilia occidentale veni-
vano arruolati in massa in tempi d'emergenza, e dove-
vano provvedere da soli al loro equipaggiamento di
base. Quest'uomo è fortunato a possedere un elmo e
una corazza a scaglie, presurnibilmente di origine
bizantina o del vicino oriente. La sua arma principale è
una fionda con asta (fustibalus), che veniva usata più usbergo. I gambali decorati rientrano nel tipico equi-
che altro negli assedi. (Fonti: incisioni sui capitelli, paggiamento di cavalleria bizantino. (Fonti: dipinto
tardo Xll secolo, chiostri della Cattedrale di Monreale; murale, tardo 10 0 secolo, Chiesa di Dovecote,
Chronicle of Peter of Eboli, tardo Xll-primo XllI seco- Cavusin; Psalter, c. 1088, Vatopedi Codex 761,
lo, Blirgerbib., Bema) Monte Athos; elmo, 9°-XI secolo, Museo di
Kazanlak)
I: I normanni in oriente:
II: Crociato italo-normanno, c. 1098 13: Oshin Hethoumian, c. 1098
Questo guerriero (un serjeant, a giudicare dalla man- Oshin fu lo stratopedarca armeno, o governatore della
canza di speroni), consegna un messaggio di Tancredi Cilicia. La corazza a lamelle di bronzo polito è più che
al signore degli armeni, Oshin di Lampron. La corazza altro da cerimonia, così come le scaglie di cuoio dora-
a lamelle del serjeant tradisce l'alto grado di influenza to sulle braccia. L'abbigliamento nell 'insieme è bizan-
bizantina che caratterizzava molte parti dell 'Italia nor- tino, anche se il piccolo turbante e l'ascia decorata
manna, la Puglia in particolare. (Fonti: incisione a rilie- sono in stile armeno. (Fonti: Vangeli di Adrianopoli,
vo, primissimo Xll secolo, portale nord della Chiesa di primo XI secolo, Lib. San Lazzaro, M s. N.887/116;
San Nicola, Bari) Venezia: dipinto murale, XI-Xll secolo, Balik Kilise,
Cappadocia)
12: Mercenario normanno ex-bizantino, c. 1085
Non si conosce esattamente la sorte cui andarono J: Principato di Antiochia:
incontro molti normanni che servirono sotto JJ : Cavaliere di Antiochia, c. 1268
Bisanzio. Lo stesso vale per il loro equipaggiamen- L'ultima disperata carica della cavalleria di Antiochia
to, anche se appare più che probabile che facessero contro le forze assedianti mammalucche, ebbe luogo
uso delle stesse armi e armature dei bizantini, come nel 1268. Questo cavaliere indossa la più moderna
l'uomo qui ritratto. La corazza a lamelle di cuoio armatura europea del tempo, con alcune differenze,
bollito è una reinterpretazione di uno studio effettua- tipiche degli stati crociati. L'elmo, infatti, è completa-
to in precedenza su un tipo di armatura già illustrato mente sviluppato, e forse il cavaliere sotto la soprave-
nel volume Osprey Men-At-Arrns n 0 125, Armies of ste indossa un corpetto di cuoio allacciato sulle spalle.
Islam r-XI centuries, Tavola Hl. All'elmo è fissa- Ai cosciali imbottiti sulle ginocchia ha aggiunto dei
to un camaglio e sotto la corazza l'uomo indossa un poleyns di ferro, mentre la spada che porta al fianco è
60
ILLUSTRAZIONI

piuttosto semplice e primitiva. La bardatura del caval- Capitelli del tardo XII secolo raffiguranti l'equipaggiamento misto
lo è stata cucita su una pesante fodera di feltro, cui di degli eserciti italo-normanni. A sinistra, guardie dormienti presso il
Sacro Sepolcro; al centro, un cavaliere normanno: si noti la
solito si aggiungeva un rinforzo di cuoio per protegge- decorazione a forma di fiore sullo scudo; a destra, guerrieri a piedi,
re la testa dell'animale. (Fonti: frammento di ceramica forse nordafricani; uno porta una spada ricurva. (In situ, chiostri
da Al Mina, XIII secolo, Mus. Hatay, Antiochia; della cattedrale di Monreale, Sicilia)
Histoire Universelle, tardo XIII secolo, Bib.Munic.,
Ms. 562, Digione e Bib.Naz. MS.Fr. 20125, Parigi, e questo caso ci si basa su un'icona dipinta, ritrovata
State Public Lib., Ms.F.v.IV.5, Leningrado) nella Palestina crociata, e su altre fonti tratte dall'arte
franca e bizantina. (Fonti: St. Sergius, icona, tardo XIII
12: Crociato franco-normanno , c. 1250-60 secolo, Monastero di Santa Caterina, Sinai; History of
Dopo la conquista franca della Normandia le differen- Outremer, 1290, Bib.Laur., MS.Plu. LXI.lO, Firenze)
ze tra l'equipaggiamento militare normanno e quello
del resto del paese divennero impercettibili. In questo K: Castelli e fortificazioni:
caso il serjeant indo~sa un cappello di ferro sopra un KI: Ricostruzione della torre di Mirville, XI secolo
cappuccio imbottito. E protetto inoltre da un corsaletto Eretta all'inizio dell'XI secolo e distrutta da un incen-
abbondantemente trapuntato, che include i guanti. La dio intorno al 1100, questa torre rappresentava la sola
scure è del genere più usatò nella Francia del nord e nei struttura in pietra del castello, che per il resto consiste-
Paesi Bassi, mentre lo scudo è decorato da una croce va di un cerchio di mura di legno e di una serie di edi-
rossa in campo verde, il simbolo preferito dai crociati fici sempre in legno. La torre è un elemento architetto-
franchi. il cavallo ha una bardatura di maglia, costitui- nico tipico delle piccole fortificazioni che si usavano in
ta da due pezzi distinti. (Fonti: Maciejowski Bible, c. Normandia.
1250, Pierpont Morgan Lib., New York; Chasse de
Sainte Gertrude, c. 1272, Chiesa di St. Gertrude, K2: Ricostruzione del mastio del castello di Abinger
Nivelles; Roman de Toute Chevalerie, metà del XIII Di questa torre in legno del tardo XI secolo ci sono
secolo, Trinity Coli. Lib., Ms. 0.9.34, Cambridge) giunte soltanto le buche d'appostamento. Le ricostru-
zioni effettuate tendono a raffigurarla come una torret-
13: Turcopolo, c.1270 ta retta da pali, ma in questo modo si sarebbe rivelata
il tipico equipaggiamento di un turcopolo, se di "tipi- estremamente vulnerabile al fuoco, se il nemico fosse
co" si può parlare, è molto difficile da stabilire. In penetrato oltre lo steccato esterno. Il muro a canniccia-
61
I NORMANNI
ILLUSTRAZIONI

ta, in questo caso, è stato ricoperto di fango e argilla costo crescente delle navi da guerra, causato dal di-
per riempire gli spazi tra i pali di supporto. sboscamento delle coste del Mediterraneo.

K3: Maschio del castello di Hedingham, XII secolo lA : La nave Mora , ammiraglia della flotta di
(A) Sezione dell'arco normanno più grande Guglielmo il Conquistatore
d'Inghilterra. Questa immagine è tratta dall'arazzo di Bayeux. Vi è
(B) Ricostruzione di una rampa di legno per l'ingres- raffigurata una lanterna posta sull' albero della nave,
so, che poteva essere rimossa in caso di necessità. una testa mostruosa simile a quelle delle prime navi
Quello di Hedingham è il maschio a pianta quadra- da guerra vichinghe, e una forma nuova del dritto di
ta meglio conservato d'Inghilterra. li maschio della poppa.
White Tower, a Londra, è stato invece alterato in
epoca successiva, specialmente per quanto riguarda L5: Profili delle tipiche navi del Mediterraneo, nel
le fmestre. XIII secolo
(A) Tre ponti veneziano; probabilmente l'imbarca-
L: Navi normanne: zione più grande del XIII secolo. (B) Quattro ponti.
LI: Nave da trasporto del Mediterraneo , XIII secolo (C) Due ponti. (D) Salandrium, una nave specializ-
Erano queste navi a rendere possibile l'espansione e zata nel trasporto di cavalli.
la sopravvivenza degli stati crociati e siculo-norman-
ni. Si notino i corridoria: usati per rimpiazzare il l In latino nel testo [NdC]
ponte superiore, erano elementi tipici di molte "navi 2 L'espressione "lancia in resta", anche se assai
rotonde" del Mediterraneo. popolare e maggiormente evocativa, sarebbe impro-
pria nel contesto. Infatti, la "resta" su cui si appog-
L2: Nave da guerra franco-normanna , primo XIII giava la lancia era una rotella di metallo posta ad
secolo altezza opportuna, solidale alla pettorina dell' arma-
Questo genere di nave è l'erede delle navi vichinghe: tura, introdotta solo a partire dal XIV secolo circa
il drakkar da guerra, e il più pacifico knorr. Con i [NdC]
suoi castelli aggiuntivi a poppa e prora, dominò i 3 In Italia questo tipo di scudo è anche noto come

mari settentrionali per molti anni. scudo "alla normanna", visto che furono proprio i
cavalieri Normanni i primi ad adottarlo diffusamen-
L3: Galera da guerra siculo-normanna, tardo XII te [NdC]
secolo 4 Dal latino "serventesì, essendo nota in Francia
La galera italiana fu derivata dal famoso dromon anche la notazione "servantì, indica in generale i
bizantino. La differenza principale tra le navi da combattenti di rango inferiore alla nobiltà, ad essa
guerra medievali e i loro antichi predecessori stava sottoposti. Più tardi, il termine indicherà i sottuffi-
nello sperone che fendeva il mare a prua. Col tempo, ciali [NdC]
questo assunse le funzioni di spezzare i remi e dan- 5 Lett. "rematore" in antico norvegese; in senso lato,

neggiare la nave nemica, più che di affondarla in indica il marinaio-mercante-pirata dei mari del nord
senso vero e proprio. Ciò rifletteva probabilmente il [NdC]

" Il trionfo di Tancredi", raffigurahte (fila alta) un parasole reale DAVID NICOLLE è nato nel 1944 e si è diplomato alla Highgate
cerimoniale; (fila centrale) musicisti e soldati mussulmani armati di School. Ha lavorato per otto anni al BBC TV News Film
lancia; (fila bassa) arcieri e balestrieri di origini svariate. Department, e poi come giornalista nel BBC Arabic Servi ce. Nel
Manoscritto siciliano del tardo XII - primo XIII secolo. (Cronache di 1971 è "ritornato a scuola" per ottenere il diploma della School of
Pietro di Eboli, Ms.Cod.120/1I, Burgerbib., Berna) OrientaI and African Studi es, e si è laureato a Edinburgo. Ha
scritto numerosi libri e articoli su armi e tattiche dell'Islam, ed ha
scritto ben dodici titoli nella serie Men-at-Arms della Osprey
Publications, e uno nella serie Élite, The Crusades. Per qualche
anno ha insegnato storia, arte e architettura islamica presso
l'università di Yarmouk, in Giordania. Sposato con un ' americana,
con due bambini, attualmente vive e lavora nel Leicestershire.

ANGUS McBRIDE è da tempo uno dei più validi e stimati artisti


militari del mondo, e ha illustrato molti titoli delle serie Men-at-
Arms ed Élite. Illustratore estremamente versatile, Angus è
specializzati>- nel periodo antico e medievale, in cui la qualità del
suo lavoro è insuperabile.

63
ESERCITI E BATTAGLIE
La serie
LE GRANDI BATTAGLIE illustra gli scontri militari
più importanti, attraverso resoconti
rigorosamente documentati e descrizioni
di protagonisti, strategie ed eventi. I testi
sono arricchiti da oltre 80 figure, grafici e
mappe tridimensionali, e accompagnano il
lettore nel vivo dei combattimenti che
hanno segnato il corso della storia.

La serie
UOMINI IN UNIFORME prevede dei titoli unici (64
pagine) e dei titoli doppi (48 pagine cad.).
I primi descrivono l'organizzazione, le
uniformi, l'equipaggiamento e le azioni
spettacolari delle milizie più famose del
passato e del presente. I secondi
illustrano nei minimi particolari le
uniformi e i distintivi di tutte le epoche,
dal mondo antico a quello
contemporaneo.

4
edizioni
delD rado

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