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Modest Musorgskij

BORIS GODUNOV
Libretto di Modest Musorgskij
dal dramma omonimo di Alexander Puškin

Prima rappresentazione assoluta


San Pietroburgo, Teatro Mariinskij, 27 gennaio 1874

PERSONAGGI

BORIS GODUNOV (zar) basso


FEODOR (suo figlio) soprano
KSENIJA (sua figlia) soprano
NUTRICE (di Ksenija) contralto
VASILIJ SUJSKIJ (principe bojaro) tenore
ANDREJ ŠELKALOV (segretario della Duma) baritono
PIMEN (monaco e cronachista) basso
GRIGORIJ (novizio, poi il pretendente) tenore
MARINA MNISZEK (figlia di un nobile polacco) mezzosoprano
RANGONI (gesuita) basso
VARLAAM (vagabondo ex-monaco) basso
MISAIL (vagabondo ex-monaco) tenore
OSTESSA mezzosoprano
L’INNOCENTE tenore
GUARDIA basso
UFFICIALE DI POLIZIA basso
MITJUKA (uomo del popolo) baritono
KHRUŠ�OV (bojaro) baritono
LAVIZKIJ, �ERNIKOVSKIJ (gesuiti) baritoni
UN BOJARO DI CORTE tenore

Bojari, Strel’zy, soldati, guardie, nobili polacchi, ragazze di Sandomir, pellegrini


erranti, popolo di Mosca, monelli, vagabondi
Musorgskij: Boris Godunov - prologo

PROLOGO
Introduzione orchestrale

Quadro primo
Il cortile del monastero di Novodevici, presso Mosca, circondato da un muro con torrette. A destra, vicino
al centro della scena, sporge la grande porta del monastero, sotto una tettoia.
Quando si alza il sipario, il popolo, in piccoli gruppi, si raccoglie nel cortile del monastero davanti al muro;
i movimenti del popolo sono svogliati, l’andatura pigra. Entra un piccolo gruppo di persone. I primi due
gruppi si uniscono. Entrano alcuni uomini. La popolazione forma un’unica massa.
Attraversano la scena i boiari con davanti il principe Vasilij Ivanovič Šujskij e, scambiando saluti col
popolo, entrano nel monastero. Quando i boiari sono scomparsi nel monastero, il popolo comincia a vagare
per la scena. Alcuni, prevalentemente donne, guardano oltre la porta del monastero, altri bisbigliano grat-
tandosi la nuca ogni tanto.
Entra una guardia; vedendolo da lontano alle porte del monastero, il popolo si riunisce in una folla com-
patta e rimane immobile: le donne col viso piegato sul palmo della mano, gli uomini col cappello in mano,
le mani incrociate sulla cintura, la testa abbassata.
UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV
(entra incollerito con un bastone. Il popolo è immobile)
Allora, che avete? Nu, čto ž vy?
Perché state fermi come statue? Čto ž vy idolami stali?
Presto, in ginocchio! Forza! Živo, na koleni!

(Il popolo si sposta appena)


Avanti! Nu že!

(li minaccia con il bastone. Il popolo esita)


Allora? Da nu!

(con impazienza)
Che figli del diavolo! Ėko čërtovo otrod’e!

(il popolo si inginocchia pigramente)

POPOLO NAROD
(sempre in ginocchio, si gira verso la porta del monastero)
Perché ci lasci soli, Na kogo ty nas pokidaeš’,
nostro padre? Ah, perchè otec naš? Ach, na kogo, da,
ci abbandoni, nostro benefattore? ty ostavljaeš’, kormilec!
Noi siamo tutti tuoi orfani My, da, vse tvoi siroty
senza un protettore, bezzaščitnye,
ah, sì, noi ti supplichiamo ach, da, my tebja-to prosim,
Ti preghiamo, con lacrime agli occhi: molim so clezami,
con lacrime ardenti: abbi pietà! so gorjučimi: smilujsja!
(L’Ufficiale di polizia si allontana e va verso il monastero)
Abbi pietà! Abbi pietà! Smilujsja! Smilujsja!
Signore e padre! Bojarin batjuška!
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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

Padre nostro! Benefattore! Otec naš! Ty kormilec!


Signore, abbi pietà! Bojarin, smilujsja!
(rimanendo in ginocchio)
(Secondo gruppo)
Mitjuch, ehi, Mitjuch, Mitjuch, a Mitjuch,
perché gridiamo? čevo orem?

MITJUCH MITJUCHA
E che ne so io? Vona! Počëm ja znaju?

POPOLO NAROD
(solo)
Vogliamo che i Russi Carja na Rusi chotim
abbiano uno zar! postavit’!

(tre donne - solo)


Oh, che male! Oj, lichon’ko!
Ho perso completamente la voce. Sovsem ochripla!
Vicina, colombella! Golubka, soseluška,
Non ti sei forse provvista di un po’ d’acqua? ne pripasla l’ vodicy?

(contralto)
Sentila, la signorina! Viš’, bojarynja kakaja!

(tutti)
Gridava più di tutte, Orala pušče vsech,
doveva pensarci lei all’acqua. sama b i pripasala!

(solo)
Ehi, donne, non cianciate! Nu vy, baby, ne gutorit’!

(contralti)
E tu chi sei per dare ordini? A ty čto za ukazčik!

(tenori tutti)
Silenzio! Niškni!

(soprani)
Sentilo, crede di essere diventato una guardia! Viš’, pristav navjazalsja!

MITJUCH MITJUCHA
Ehi, voi, streghe, Oj vy, vel’my,
non agitatevi! ne bušujte!

POPOLO NAROD
(soprani)
Ah, maledetto briccone! Ach, postrel ty,
Ecco che infedele sei diventato! okajannyj!

(tenori)
Ha, ha, ha, ha, ha, ha, ha! Cha, cha, cha, cha, cha, cha, cha!

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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

(bassi)
Non vi è piaciuto il soprannome. Ne ponravilasja klička,
Si vede che è piccante, vidno solono prišlasja,
non fa piacere, non è gradito... ne v ugolu, ne po vkusu.

(contralti)
Come ci importuni, diavolo! Ėko d’javol privjazalsja!

(soprani)
Eccolo, si è rivelato un miscredente! Vot-to, nechrist’ otyskalsja!

(tenori)
Ha, ha, ha, ha, ha, ha, ha! Cha, cha, cha, cha, cha, cha, cha!

(contralti)
Signore, perdona Prosti, Gospodi,
l’impudente! besstydnik!

(soprani)
Ohi, donne, andiamocene! Oj, ujdëmte lučše, baby,
Sfuggiamo dai guai e dalle disgrazie! podobru, pozdorovu,
finché siamo sane e salve. ot bedy, da napasti!

(tenori)
Ha, ha, ha, ha, ha, ha, ha! Cha, cha, cha, cha, cha, cha, cha!

(contralti).
Fuggiamo dalle disgrazie Ot bedy ujti podal’še
finchè siamo sane e salve! podobru da pozdorovu!
(Le donne cominciano ad alzarsi, con l’intenzione di andarsene)
(tenori)
Le vecchie intendono andarsene! Ved’my v put’ už sobralisja,
.Ha, ha, ha, ha, ha, ha, ha! cha, cha, cha, cha, cha, cha, cha,!

(bassi)
Ho, ho, ho, ho, ho, ho, ho! Cho, cho, cho, cho, cho, cho, cho!
(Alle porte del monastero appare l’Ufficiale di Polizia; avendo visto l’Ufficiale di Polizia, le donne si rimet-
tono velocemente in ginocchio. La folla ritorna all’immobilità precedente)

UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Che avete? Perché avete smesso? Čto ž vy? Čto ž smolkli?
O volete risparmiarvi la gola? Al’ glotok žalko?

(minacciando col bastone)


Ecco cosa vi aspetta! Vot ja vas
Da molto tempo le vostre spalle non Al’ davno po spinam
assaggiano la frusta! plëtka ne guljala!

(avanzando verso la folla)


Vi darò una bella lezione! Prouču vas… ja živo!

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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

POPOLO NAROD
(in ginocchio)
(soprani)
Non inquietarti, Mikitič. Ne serčaj, Mikitič,
Non inquietarti, caro! ne serčaj, rodimyj!

(tenori)
Lasciaci solo riprendere fiato, Tol’ko pootdochnem,
e ci metteremo di nuovo a gridare. zaorem my snova.

(contralti e bassi)
Non ci lascia neanche respirare, il maledetto. I vzdochnut’ ne dast, prokljatyj.

UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Forza! Nu-ka!
Non abbiate pietà della vostra gola! Tol’ko glotok ne žalet’!

POPOLO NAROD
(tenori)
Va bene! Ladno!

UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Allora? Nu!

POPOLO NAROD
(cominciando a urlare con tutte le forze)
Perché ci lasci soli, Na kogo ty nas pokidaeš’,
nostro padre? Ah, perchè otec naš? Ach, na kogo, da,
ci abbandoni, nostro caro padre? ty ostavljaeš’, rodimyj!
Noi orfani ti supplichiamo My tebja, siroty, prosim,
ti preghiasmo con lacrime ardenti molim so slezami so gorjučimi:
abbi pietà! abbi pietà! smilujsja! Smilujsja!
nobile padre! Bojarin btjuška!

(Dopo una minaccia dell’ufficiale di polizia)


Padre nostro, padre nostro! Otec naš! Otec naš!

(con maggior lena)


Benefattore! Kormilec!

(con maggior lena ancora)


Benefattore! Kormilec!

(con tutte le forze)


Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah! A-a-a-a-a-a-a!

(con un sol grido)

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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

(alle ultime grida del popolo, sula porta del monastero appare il segretario della Duma, Ščelkalov. Vedendo
Ščelkalov fa cenno al popolo e in fretta va verso la folla. Il popolo si inchina)

UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Silenzio! Niškni!
(Ščelkalov lentamente scende i gradini con aria pensosa. Si dirige verso il popolo, si toglie il cappello e fa
un profondo inchino)
Alzatevi! Vstavajte!
Parla il segretario della Duma. D’jak dumnyj govorit.

(La folla alza la testa)


ˇ
ŠCELKALOV ˇ
ŠCELKALOV
Ortodossi! Pravoslavnye!
Egli è irremovibile! Neumolim, bojarin.
All’appello addolorato Na skorbnyj zov
della Duma dei boiari e del Patriarca bojarskoj Dumy i patriarcha
non ha voluto neppure i slyšat’ ne chotel
sentir parlare del trono dello zar. o trone carskom.
Tristezza sulla Russia... Pečal’ na Rusi…
Tristezza senza speranza! pečal’ bezyschodnaja,
Ortodossi! pravoslavnye!
Geme la terra nella sventura dell’illegalità. Stonet zemlja v zlom bezprav’i.
Prostratevi davanti a Dio Ko Gospodu sil pripadite,
che Egli possa dare da nispošlet On
consolazione alla triste Russia skorbnoj Rusi utešen’e…
e rischiari con la luce celeste I ozarit nebesnym svetom
lo spirito stanco di Boris... Borisa ustalyj duch!…

(se ne rientra nel monastero, il popolo è sconcertato. Da dietro la scena si sente un canto di pellegrini. La
scena è illuminata da riflesso rosso del sole al tramonto. Il popolo ascolta il canto che viene da lontano)

PELLEGRINI KALIKI PERECHOŽIE


(fuori scena)
Il ragazzo che guida i cantanti)
Gloria a te, sulla terra! Slava Tebe, Tvorcu
Onnipotente Creatore, Vsevyšnemu, na zemli,
Gloria al tuo potere celeste! slava silam Tvoim nebesnyim
E a tutti i santi! i vsem ugodnikam.
Gloria sulla Russia! Slava na Rusi!

(Vecchi pellegrini)
Gloria a Te, Onnipotente, gloria! Slava Tebe, Vsevyšnemu, slava!

POPOLO NAROD
(con un sussurro)
Gli uomini di Dio! Bož’i ljudi!

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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

PELLEGRINI KALIKI PERECHOŽIE


(avvicinandosi alla scena)
L’Angelo di Dio disse al mondo: Angel Gospoden’ miru rek:
alzatevi, nubi tempestose, podnimajtes’, tuči groznye.
correte per il cielo e Vy nesites’ po podnebes’ju,
coprite la terra russa! zastilajte zemlju russkuju!
Correte in fretta ferso la terra russa! Nesites’ na zemlju russkuju!
Affrettatevi a coprire la terra russa! Vy nesites’ na zemlju Russkuju!
(entrano sulla scena, davanti le guide, dietro, appoggiati alle loro spalle, i monaci incappucciati, coperti
di immagini sacre e di amuleti, con i bastoni in mano. Il popolo con rispetto e venerazione si inginocchia e
cede loro la strada)
Annientate il drago crudele, Sokrušite zmija ljuta,
dalle proboscidi con dodici ali, so dvanadesjat’ju
quel drago è la discordia krylami-choboty,
e l’anarchia della Russia, tavo zmija, smutu russkuju,
e annunziate da beznačalie.
agli ortodossi Vozvestite pravoslavnyim,
la salvezza. da vo spasen’e.
(distribuiscono al popolo le immagini sacre e gli amuleti)

Indossate chiare pianete, Oblekajtes’ v rizy svetlye,


innalzate le icone di Nostra Signora, podnimajte ikony Vladyčicy.
e con le icone del Don I so Donskoj,
e di Vladimir i so Vladimirskoj
avanzate incontro allo zar. grjadite carju vo sreten’e!

(Andandosene, essi attraversano il monastero)


Cantate la gloria di Dio! Vospojte slavu, slavu
La gloria delle sante forze celesti! sil svjatych nebesnyich!

(Fuori scena, gradualmente a distanza)


Gloria a Te, Creatore, sulla terra! Slava Tebe Tvorcu na zemli!
Gloria al Padre celeste! Slava Otcu nebesnomu!
(scompaiono nel monastero. Una parte de popolo esamina l’un l’altro le immagini e gli amuleti ricevuti.
Un’altra parte, avvicinandosi alla ribalta, segue con gli occhi i pellegrini che si allontanano)

POPOLO NAROD
(secondo gruppo a Mitjuch)
Hai sentito cosa Slychal, čto bož’i
hanno detto gli uomini di Dio? ljudi govorili?

MITJUCH MITJUCHA
Ho sentito! col l’icona del Don Slychal! I so Donskoj
e quella di Vladimir… i so Vladimirskoj…

(si è dimenticato di ciò che viene dopo. Le donne cominciano a disputarsi gli amuleti)

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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

POPOLO NAROD
(secondo gruppo)
Allora!... Nu!…

MITJUCH MITJUCHA
(con sforzo, cercando di ricordare)
E con le icone del Don Slychal! I so Donskoj
e quelle di Vladimir i so Vladimirskoj
andate... vy idite…

POPOLO NAROD
(secondo gruoo)
Che cosa? Allora!... Čego?

MITJUCH MITJUCHA
(con impazienza, e sentendosi frustrato)
Andate... Idite…

POPOLO NAROD
Allora! Nu!…

MITJUCH MITJUCHA
Con l’icona del Don andate... So Donskoj idite…

(È completamente frustrato e si gira dall’altra parte)

POPOLO NAROD
(secondo gruppo)
Male, fratello! Ploch, brat!

(primo gruppo)
Indossate chiare pianete, Oblekajtes’ v rizy svetlye,
e con le icone del Don i so Donskoj
e quelle di Vladimir i so Vladimirskoj
avanzate incontro allo zar. vy grjadite k carju vo sreten’e.

(secondo gruppo)
Allo zar? Quale zar? Carju? Kakomu carju?

UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


(Uscendo dal monastero, dopo avervi accompagnato i pellegrini)
Ehi, voi! Ėj, vy!

POPOLO NAROD
(che non ha notato l’Ufficiale di Polizia)
(primo gruppo)
Come quale? Ma Boris... Kak kakomu? A Borisu…

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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Ehi, voi, branco di montoni! Ėj, vy, baran’e stado!
Siete diventati sordi? Al’ oglochli!
Per voi c’è un decreto dei boiari: Vam ot bojar ukaz:
dovete essere domani al Cremlino zautra byt’ v Kremle
e attendere là gli ordini. i ždat’ tam prikazanij.
Avete sentito? Slyšali?
(se ne va. La scena è buia, il popolo inizia a disperdersi)
POPOLO NAROD
Ecco! Ci siamo riuniti per questo! Vona! Za delom sobirali!
Ma a noi che importa? A nam-to čto?
Ordinano di gridare, e noi grideremo anche al Veljat zavyt’, zavoem i v Kremle.
Cremlino.
Grideremo. Perché non gridare? Zavoem. Dlja ča ne zavyt’.
Allora? Andiamo, ragazzi? Čto ž? Idem, rebjata!
(si disperdono. La scena si svuota poco a poco. Cala il sipario)

Quadro secondo
A Mosca, la piazza del Cremlino Davanti agli spettatori, in lontananza, il grande scalone degli appar-
tamenti dello zar. A destra, più vicino al proscenio, il popolo inginocchiato occupa lo spazio tra la catte-
drale dell’Assunzione, a destra, e quella dell’Arcangelo, a sinistra; in lontananza si vedono i sagrati delle
chiese. In scena le campane suonano a distesa.
Dal grande scalone inizia la solenne processione dei boiari verso la cattedrale dell’Assunzione: davanti le
guardie dello zar, gli Strelizi e i figli dei boiari; li segue il principe Šujskij, con la corona di Monomach su
un cuscino; dietro di lui i boiari, col bordone dello zar e ancora gli Strelizi. Dietro di loro i grandi boiari,
gli scrivani e altri. La processione, passando in mezzo alla folla, entra nella cattedrale dell’Assunzione. Gli
Strelizi prendono posto sul sagrato, disponendosi in file. Continuano i rintocchi.

ŠUJSKIJ ŠUJSKIJ
(mostrandosi sul sagrato della cattedrale dell’Assunzione al popolo)
Salute allo zar Da zdravstvuet car’
Boris Feodoroviã! Boris Feodorovič!

(Il popola alza la testa)

POPOLO NAROD
Lunga vita e salute Živi i sdravstvuj,
al nostro padre, lo zar! car’ naš batjuška!

(Le campane smetton di suonare)

ŠUJSKIJ ŠUJSKIJ
Glorificatelo! Slav’te!

(entra nella cattedrale)

POPOLO NAROD
Come allo splendido sole Už kak na nebe solncu
nel cielo gloria, gloria! krasnomu slava, slava!
così in Russia allo zar Už i kak na Rusi carju
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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

Boris gloria! Gloria! Borisu slava, slava!


(La solenne processione reale dalla Cattedrale dell’Assunzione. Gli ufficiali di polizia organizzano il popolo
su diverse linee)
Vita e salute! Živi i sdravstvuj,
Vita e salute! Živi i sdravstvuj!
Zar padre nostro! Car’ naš batjuška!
Zar padre nostro! Car’ naš batjuška!
Vita e salute! Živi i sdravstvuj!
Zar padre nostro! Car’ naš batjuška!
Vita e salute! Živi i sdravstvuj!
Rallegratevi, genti! Radujsja, ljud!
Rallegrati e sii lieto, popolo! Radujsja, veselisja, ljud!
Popolo ortodosso! Pravoslavnyj ljud!
Popolo ortodosso! Pravoslavnyj ljud!

(Squilli di campane sulla scena)


Esalta e glorifica lo zar Boris. Veličaj car’ Borisa i slav’.

QUATTRO BOIARI CETYRE BOJARINA


(Dal portico della cattedrale, alla popolazione)
Salute allo zar Da zdravstvuet car’
Boris Feodorovič! Boris Feodorovič!

(Scendono i gradini)

POPOLO NAROD
(Inchinandosi ai Boiari)
Salute! Da zdravstvuet!
(Ščelkalov e i boiari continuano con la processione e formano linee dal portico della Cattedrale Arcangelo
in semicerchio verso la Cattedrale dell’Assunzione)
Così in Russia Už kak na Rusi
allo zar Boris! carju Borisu slava!
Gloria, gloria allo zar, gloria! Slava carju, slava!
Gloria, gloria, gloria, gloria! Slava! Slava! Slava! Slava!
(Boris si mostra sul sagrato: Šujskij, da dietro di lui, fa segno al popolo di smettere e si mette con Vorotyn-
skij dietro a Boris.)
BORIS BORIS
(subbuglio: lotta delle guardie col popolo. Boris si mostra dalla cattedrale dell’Arcangelo e si dirige verso
gli appartamenti)
La mia anima si rattrista! Skorbit duša!
Una qualche paura involontaria Kakoj-to strach nevol’nyj
con un funesto presentimento zloveščim predčuvstviem
mi stringe il cuore. skoval mne serdce.

(in tono esaltato)


O Giusto! O, Pravednik,
O Padre mio Onnipotente! o, moj Otec deržavnyj!
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Musorgskij: Boris Godunov - prologo

Guarda dai cieli alle lacrime Vozzri s nebes na slëzy


dei tuoi servi fedeli vernych slug i nispošli
e benefica il mio potere ty mne svjaščennoe
della tua santa benedizione. na vlast’ blagosloven’e.

(umilmente)
Che io sia buono e giusto, Da budu blag i
come te. praveden, kak Ty,
Che possa guidare il mio popolo gloriosamente. da v slave pravlju svoj narod…

(China il suo capo in preghiera)


Ora rendiamo omaggio Teper’ poklonimsja počijuščim
ai defunti sovrani della Russia vlastiteljam Rossii.

(con regale grandezza)


Chiamiamo il popolo alla festa, A tam szyvat’ narod na pir,
tutti dal boiaro al mendicante cieco! vsech, ot bojar do niščego slepca!
Tutti sono i benvenuti, tutti sono miei cari ospiti. Vsem vol’nyj vchod, vsem – gosti dorogie!

(Boris discende dal sagrato accompagnato da Sujski e Vorotynski, e dietro di loro i boiari e gli strelizi. La
processione continua fino alla Cattedrale dell’Arcangelo)

POPOLO NAROD
Gloria! Gloria! Gloria! Slava! Slava, slava!

(Suono di campane sulla scena)


Vita e salute! Živi i sdravstvuj!
Zar padre nostro! car’ naš batjuška.

(Il popolo si fa strada verso la Cattedrale dell’Arcangelo; gli ufficiali di polizia controllano la situazione)

Molti anni allo zar Boris Mnogaja leta carju Borisu!


Come il sole Už kak ne nebe
nel cielo, gloria! solnyšku slava!
Come in Russia Už kak na Rusi
alla zar Boris gloria! carju Borisu slava!
Gloria e molti anni! Slava i mnogaja leta!
(Ressa generale; gli ufficiali di polizia lottano con il popolo. Boris appare dalla Cattedrale dell’Arcangelo e
si dirige verso il palazzo)
Gloria! Gloria! Gloria! Gloria! Slava! Slava! Slava! Slava!
Gloria! Gloria! Slava! Slava!

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Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

ATTO PRIMO
Quadro primo
Una cella nel monastero dei Miracoli
È notte. Pimen scrive alla luce di una lampada. Grigorij dorme.

PIMEN PIMEN
(Interrompedosi)
Ancora uno, l’ultimo racconto Eščë odno poslednee skazan’e
e la mia cronaca sarà finita, i letopis’ okončena moja,
sarà adempiuto il compito affidato da Okončen trud, zaveščannyj
Dio a me, peccatore ot Boga mne, grešnomu.

(scrive. Si interrompe)
Non invano da molti anni Nedarom mnogich let svidetelem
Dio mi ha posto come testimone: Gospod’ menja postavil.
un giorno un monaco laborioso Kogda-nibud’ monach trudoljubivyj
troverà il mio lavoro najdët moj trud userdnyj,
zelante e anonimo; bezymjannyj;
accenderà come me, zasvetit on, kak ja,
la sua lampada e, svoju lampadu,
scossa dalle carte la polvere dei secoli, i pyl’ vekov ot chartij otrjachnuv,
ricopierà i racconti veritieri pravdivye scazan’ja perepišet.
affinché i figli degli ortodossi conoscano Da vedajut potomki pravoslavnych
la sorte passata dalla terra patria. zemli rodnoj minuvšuju sud’bu.

(Riflette)
Nella vecchiaia io vivo di nuovo; Na starosti ja syznova živu.
il passato trascorre davanti a me, Minuvšee prochodit predo mnoju,
agitandosi come l’oceano. volnujasja kak more-okian.
È forse molto che esso è fuggito, Davno l’ ono neslos’,
pieno di avvenimenti? sobytij polno…
Ora esso è tranquillo e silenzioso. Teper’ ono spokojno i bezmolvno!…
Ma il giorno è vicino… Odnako blizok den’…
La lampada si spegne… Lampada dogoraet…

(Scrive)
Ancora uno, l’ultimo racconto. Eščë odno poslednee skazan’e…

(continua a scrivere)

MONACI MONACHI
(fuori scena)
Dio forte e giusto, Bože krepkij, pravyj,
guarda i tuoi servi, vnemli rabam Tvoim,
che ti pregano! moljaščim Tja!
Scaccia dai tuoi figli, Duch lžemudrija lukavyj
che credono in te, otženi ot čad tvoich,
lo spirito maligno della falsa sapienza! verjaščich Ti!
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Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

GRIGORIJ GRIGORIJ
(si sveglia)
Ancora quel sogno… Vsë tot že son!…
Per la terza volta ancora quel sogno! V tretij raz vsë tot že son!
Sogno maledetto, che non mi lascia dormire… Neotvjaznyj, prokljatyj son…
E il vecchio siede, e scrive, A starik sidit da pišet,
e so che per tutta la notte i dremotoj, znat’, vo vsju
non ha chiuso gli occhi. noč’ on ne smykal očej.
Come amo il suo aspetto sereno, Kak ja ljublju ego smirennyj vid,
quando, con l’animo immerso nel passato, kogda dušoj v minuvšem
calmo, solenne, pogružënnyj, spokojnyj,
scrive la sua cronaca… veličavyj, on letopis’ svoju…

(Si avvicina a Pimen e gli fa un profondo inchino)

PIMEN PIMEN
Ti sei svegliato, fratello? Prosnulsja, brat?

GRIGORIJ GRIGORIJ
Benedicimi, padre giusto. Blagoslovi menja, čestnoj otec.

PIMEN PIMEN
(si alza e gli dà la sua benedizione)
Ti benedica Iddio Blagoslovi tebja Gospod’
ora e sempre, in eterno. i dnes’ i prisno i vo veki.

(Si risiede)

MONACI MONACHI
(fuori scena)
Dio, Dio mio, Bože, Bože moj,
perché mi hai abbandonato? vskuju ostavil mja!

GRIGORIJ GRIGORIJ
(drizzandosi)
Tu hai continuato a scrivere, Ty vsë pisal
senza assopirti nel sonno; i snom ne pozabylsja:
un diabolico sogno, invece, a moj pokoj besovskoe
ha agitato il mio riposo, mečtan’e trevožilo
e il nemico mi ha tormentato. i vrag menja mutil.
In sogno ho visto una ripida scala Mne snilos’: lestnica krutaja
che mi conduceva a una torre; vela menja ne bašnju;
dall’alto potevo vedere Mosca, s vysoty mne videlas’ Moskva;
tutta un formicolare, čto muravejnik,
giù nella piazza il popolo ribolliva narod vnizu na ploščadi
e ridendo kipel i na menja
mi segnava a dito… ukazyval so smechom…
E provavo vergogna, I stydno mne,
e terrore… i strašno stanovilos’…
Mentre cadevo a precipizio I, padaja stremglav,
12
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

mi sono svegliato. ja probuždalsja.

PIMEN PIMEN
In te ribolle il giovane sangue; Mladaja krov’ igraet;
renditi docile con la preghiera smirjaj sebja molitvoj
e il digiuno, e i tuoi sonni i postom, i sny tvoi
saranno colmi di dolci visioni. videnij lëgkich budut polny.
Ancora oggi, se io fossi sopraffatto Donyne, esli ja, nevol’noju
da involontaria sonnolenza. dremotoj obessilen,
e non facessi una lunga preghiera per la notte, ne sotvorju molitvy dolgoj k noči,
i miei sonni da vecchio non sarebbero tranquilli moj staryj son ne tich
ed esenti dal peccato. i ne bezgrešen;
Mi sembra di vedere festini selvaggi, mne čudjatsja to bujnye piry,
scaramucce militari, to schvatki boevye,
i folli divertimenti della mia giovinezza… bezumnye potechi junych let…

GRIGORIJ GRIGORIJ
Che tempo felice avete avuto nella vostra giovi- Kak veselo provël svoju ty mladost’!
nezza!
Avete combattuto sotto le torri di Kazan, Ty voeval pod bašnjami Kazani,
avete respinto le forze lituane al tempo di ty rat’ Litvy pri Šujskom otražal,
Šujski,
e vedeste la corte e lo spledore di Ivan! ty videl dvor i roskoš’ Ioanna!
Mentre io, povero monaco che sono, A ja ot otročeskich let po kelijam
ho vagato fra le celle fin dalla mia infanzia. skitajus’, bednyj inok,
Perchè non ho potuto gioire nelle battaglie, začem i mne ne tešit’sja v bojach,
e alle feste alla tavola della Zar… ne pirovat’ za carskoju trapezoj…

PIMEN PIMEN
(trattenendo Grigorij per il braccio. In modo calmo)
Non lamentarti fratello, di avere così presto Ne setuj, brat, čto rano
abbandonato il mondo del peccato. grešnyj svet pokinul.
Credimi: la lussuria Ver’ ty mne: nas izdali
e l’amore impuro per le donne plenjaet roskoš’
ci sono lontani. i ženskaja lukavaja ljubov’.
Pensa, figlio mio, Pomysli, syn, ty
ai grandi zar – o carjach velikich –
chi è più grande di loro? Ma che cosa accade; kto vyše ich? I čto že:
o quanto spesso, quanto spesso o, kak často, často
essi hanno cambiato lo scettro oni menjali svoj posoch
il loro regale manto di porpora carskij i porfiru,
e la loro sontuosa corona i svoj venec roskošnyj,
per l’umile tonaca di monaco na inoka klobuk smirennyj,
e nella santa cella hanno dato riposo alle loro i v kelni svjatoj dušoju otdychali.
anime.
A quel tempo, Zdes’, v ėtoj samoj kel’e,
qui, proprio in questa cella b nej žil togda Kirill
viveva il sofferente Cirillo, mnogostradal’nyj,
un uomo dal retto vivere. muž pravednyj.
Qui io vidi lo zar, Zdes’ videl ja carja.
davanti a noi stava Ivan il terribile Zadumčiv, tich sidel

13
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

pensoso e calmo pred nami Groznyj


e le parole uscivano dolci dalle sue labbra i ticho reč’ iz ust ego lilasja,
mentre nei suoi occhi severi a v očach ego surovych
sgorgavano lacrime di pentimento… raskajan’ja sleza drožala…
Ed egli piangeva… I plakal on…

(diventa pensieroso)
Ma suo figlio Feodor! A syn ego, Feodor!
Egli trasformò la sua camera reale On carskie čertogi preobratil
in una cella per le preghiere; v molitvennuju kel’ju;
Dio amò l’umiltà della zar Bog vozljubil smirenne carja,
e sotto di lui la Russia ebbe il conforto i Rus’ pri nëm vo slave
di una serena gloria… bezmjatežnoj utešilas’…
All’ora della sua morte A v čas ego končiny
avvenne un inaudito miracolo! sveršilosja neslychannoe čudo!
Le camare si inondarono di profumo… Palaty ispolnilis’ blagouchan’ja…
e la sua faccia splendeva come il sole!… I lik ego kak solnce prosijal!…
Non vedremo più un simile zar! Už ne vidat’ takogo nam carja!
Noi abbiamo irritato Dio, Prognevali my Boga,
abbiamo peccato, sogrešili,
abbiamo dato il nome di sovrano vladykoju sebe
a un regicida! careubijcu narekli!

GRIGORIJ GRIGORIJ
(che si era seduto al tavolo di Pimen e ascoltava con attenzione il suo racconto)

Padre santo, da molto tempo Davno, čestnoj otec,


volevo chiedervi chotelos’ mne tebja sprosit’,
quale fosse l’età kakich byl let
dello zarevich assassinato? carevič ubiennyj?

PIMEN PIMEN
Avrebbe avuto la tua stessa età, On byl by tvoj rovestnik
e sarebbe diventato zar!… i carstvobal!…
(A queste parole Grigorij si alza in piedi in tutta la sua altezza, quindi nuovamente, fingendo umiltà si siede
al suo banco)
Ma Dio decretò diversamente. No Bog sudil inoe.
Con lo scandaloso crimine di Boris Borisa prestuplen’em
io concluderò vopijuščim zaključu ja
la mia cronaca, letopis’ svoju.
fratello Grigorij! Brat Grigorij!
Tu hai illuminato la tua mente Ty gramotoj svoj
con la lettura e la scrittura. razum prosvetil.
Io trasmetterò a te la mia fatica… Tebe moj trud peredaju…
Descrivi senza astute sofisticherie Opisyvaj, ne mudrstvuja lukavo,
ogni cosa di cui sei testimone vcë, čemu svidetel’
nella tua vita: v žizni budeš’:
guerra o pace, vojnu il’ mir,
la giustizia dei nostri sovrani upravu gosudarej,
le profezie e propočestva i
le apparizioni celesti… znamen’ja nebesny…
14
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

Per me è tempo. A mne pora, pora už


tempo di riposarmi… otdochnut’…
(Si alza e spegne la lampada; si sente una campana fuori scena; egli ascolta attentamente)
È la campana del mattino… Zvonjat k zautrene…
Benedici o Signore, i tuoi servi! Blagoslovi Gospod’ svoich rabov!…
Dammi il mio bastone, Grigorij! Podaj kostyl’, Grigorij!

MONACI MONACHI
Pietà di noi, Signore! Pomiluj nas, Bože!
Pietà di noi, Onnipotente! Pomiluj nas, Vseblagij!
Padre nostro, che tutto governi! Otče naš, Vsederžitel’,
Dio eterno e giusto, Bože večnyj, pravyj,
abbi pietà di noi! pomiluj nas!

(Pimen si allontana in atteggiamento di preghiera. Grigorij lo accompagna e prima di uscire si ferma alla
porta)

GRIGORIJ GRIGORIJ
(Vicino alla porta)
Boris, Boris! Boris, Boris!
Tutti tremano davanti a te. Vsë pred toboj trepeščet,
Nessuno osa nemmeno nikto ne smeet i
ricordare la sorte napomnit’ o žrebii
dell’infelice fanciullo. nesčastnogo mladenca…

(Avvicinandosi alla tavola; con voce quasi parlata)


Ma intanto l’anacoreta A meždu tem otšel’nik
qui in una cella oscura v tëmnoj kel’e zdes’
scrive una terribile ne tebja donos
denuncia contro di te: užasnyj pišet:
e non sfuggirai i ne ujdëš’ ty
alla giustizia degli uomini ot suda ljudskogo
come non sfuggirai kak ne ujdëš’
alla giustizia di Dio… ot Bož’ego suda.

(esce. Cala il sipario)

Quadro secondo
Una taverna sulla frontiera lituana Alla destra degli spettatori la porta della dispensa. Davanti la porta
d’entrata; un po’ più a sinistra una finestra.

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(rammenda un vecchio corpetto)
Avevo un anatroccolo grigio-azzurro, Poimala ja siza seleznja,
oh, anatroccolo mio, och, ty, moj selezen’,
mio caro piccolino. moj kasatik, selezen’,
Ti metterò, anatroccolo grigio-azzurro, Posažu tebja, siza seleznja,
in un bel laghetto pulito, och, na čisten’kij prudok,
sotto un piccolo cespuglio di salce. pod rakitovyj kustok.
Vola, vola, Ty porchni, porchni,
15
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

anatroccolo grigio azzurro, sizyj selezen’,


oh, alzati in aria, vola, oj, vzvejsja, podnimis’,
arriva da me, poverella. k bednen’koj ko mne spustis’.
Ti amerò, Poljublju tebja,
ti accarezzerò, prigolublju ja,
mio dolce amico, mavo milova družka,
mio caro anatroccolo! kasatika seleznja!
Siediti qui, con me, Ty prisjad’ ko mne,
più vicino, da pobliže,
abbracciami, amore mio, obojmi menja, družok,
e dammi un bacio. poceluj menja razok.

(Fuori scena voci e rozze risate. Sta in ascolto)


Senti!… Gente di passaggio… Ėvona!… Prochožij ljud…

(Le voci fuori scena sono più udibili)


Ospiti graditi! Gosti dorogie…

(Le voci fuori scena tacciono)


Oh! Non si sentono più… A–u! Smolkli!…
Si vede che sono solo passati qui vicino… Znat’ mimo promachnuli…
Baciami ancora, con più passione, Rascaluj menja, da požarče.
oh, anatroccolo mio, oj, ty moj selezen’,
mio caro piccolino, moj kasatik, selezen’,
conforta questa vedova, ty poteš’ menja, poteš’ menja,
questa povera vedovella solitaria. vdovušku vol’nuju…

(ascolta)

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


(fuori scena)
Cristiani, Ljud christianskij,
giusti, timorati di Dio, ljud čestnoj, gospodnij,
per la costruzione delle chiese na stroen’e chramov
sacrificate anche una sola copeca, požertvuj chot’ kopeečku,
e l’obolo vi renderà lepta vozdastsja tebe
il centuplo storicej!

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(inquieta)
Oh, Signore, i santi monaci! Ach, ty, Gospodi, starcy čestnye!
Che stupida sono, stupida del tutto, Dura ja, dura okol’naja,
vecchia peccatrice! staraja grechovodnica!

(corre alla finestra)


Proprio così! Tak i est’!…

(tergiversa)
Sono loro… I santi monaci… Oni… čestnye starcy!…

16
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

(Va alla porta e la apre. Entrano Varlaam e Misail, dietro di loro il falso Dimitrij sotto il nome di Grigorij,
in abiti di contadino. La padrona fa un profondo inchino)

VARLAAM VARLAAM
Donna, pace alla tua casa! Ženo, mir domu tvoemu!

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(si inchina di nuovo)
Cosa vi posso offrire, Čem-to mne vas potčevat’,
santi monaci? starcy čestnye?

MISAIL MISAIL
(umilmente)
Quello che Dio ti ha mandato, padroncina. Čem Bog poslal, chozjajuška.

VARLAAM VARLAAM
(dà di gomito a Misail)
Non c’è del vino? Net li vina?

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


Come no, padri miei! Kak ne byt’, otcy moi!
Lo porto subito. Seičas vynesu.

(Va nella dispensa. Varlaam osserva Grigorij, che siede al tavolo, soprappensiero)

VARLAAM VARLAAM
(avvicinandosi a Grigorij
Cos’è che ti impensierisce, Čto ž ty prizadumalsja,
compagno? tovarišč?
Ecco la frontiera lituana, Vot i granica Litovskaja,
finalmente l’hai raggiunta, do kotoroj tebe tak
come volevi. chotelos’ dobrat’sja.

GRIGORIJ GRIGORIJ
(pensieroso seduto al tavolo, con aria tetra)
Finché non sarò in Lituania Poka ne budu v Litve
non potrò essere tranquillo. ne mogu byt’ spokoen.

VARLAAM VARLAAM
Com’è che sei così innamorato della Lituania? Da čto tebe Litva tak sljubilas’?
Guarda noi, padre Misail e me, Vot my, otec Misail,
misero peccatore, da az mnogogrešnyj,
da quando ce la siamo svignata dal monastero kak utekli iz monastyrja,
non c’importa più di nulla! tak i v us sebe ne duem!
Lituania o Russia, Litva li, Rus’ li,
gudok o gusli, čto gudok, čto gusli,
è tutto uguale purché ci sia vino… vcë nam ravno, bylo b vino…

17
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

(Entra la padrona con i fiaschi. Vedendola, gaiamente)


Eccolo qua! Da vot i ono!

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(mette il vino sul tavolo)
Ecco a voi, padri miei, Vot vam, otcy moi,
bevete, e buon pro’ vi faccia! pejte na zdorov’e.

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


Grazie, padroncina, Spasibo, chozjajuška,
Dio ti benedica! Bog tebja blagoslovi!

(Versano il vino e bevono. Grigorij non beve)

VARLAAM VARLAAM
(con una bottiglia in mano)
Come una volta nella città di Kazan’ Kak vo gorode bylo vo Kazani,
quando banchettava e si divertiva Groznyj car’ piroval
lo zar Terribile. da veselilsja.
Egli sconfisse i Tartari senza pietà On tatarej byl neščadno,
per levargli la voglia čtob im bylo nepovadno
di passeggiare per la Russia. vdol’ po Rusi guljat’.
Poi lo zar venne, Car’ podchodom podchodil
sì, venne alla città di Kazan’ da pod Kazan’ gorodok,
e scavò una galleria on podkopy podkopal
sotto il fiume di Kazan’. da pod Kazanku reku.
E i Tartari Kak tatare-to
passeggiavano per la città po gorodu pochaživajut,
guardavano na carja Ivan’-to
lo zar Ivan, pogljadyvajut,
i Tartari crudeli. zli tatarove.
Il Terribile cadde nell’afflizione Groznyj car’-to zakručinilsja,
e chinò la testolina on povesil golovušku
sulla spalla destra. na pravoe plečo.
Poi cominciò Už kak stal car’
a chiamare gli artiglieri, puškarej szyvat’,
gli artiglieri e tutti gli incendiari, puškarej vsë zažigal’ščikov,
e tutti gli incendiari! zažigal’ščikov.
Cominciò a fumigare la candela, Zadymilasja svečka vosku jarova,
un giovane bombardiere podchodil molodoj puškar’
si avvicinò alla botticella. ot k bočečke.
E la botticella con la povere A i s porochom-to bočka
cominciò a girare. Ehi! zakružilasja. Oj!
Rotolò per le gallerie. Po podkopam pokatilasja,
sì, e esplose. da i chlopnula.

(beve)
Si misero a gridare, e a urlare Zavopili, zagoldili
i crudeli Tartari, zli tatarove,
e bestemmiarono la santa madre. blagim matom zalivalisja.

18
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

Caddero Poleglo tatarovej


a miriadi i Tartari, t’ma t’muščaja,
ne caddero poleglo ich sorok tysjačej
quarantatremila, da tri tysjači,
questo accadde Tak-to vo gorode bylo
nella città di Kazan’… Eh! vo kazani… Ėj!

(beve a lungo. A Grigorij)


Perché non ti unisci a noi Čto ž ty ne podtjagivaeš’,
nel cantare e nel bere? da i ne potjagivaeš’?

GRIGORIJ GRIGORIJ
Non ne ho voglia. Ne choču.

MISAIL MISAIL
Al libero la libertà. Vol’nomu volja.

VARLAAM VARLAAM
E all’ubriaco il Paradiso, padre Misail! A p’janomu raj, otec Misail!
Beviamo un bicchiere alla salute della ostessa! Vyp’em čaročku za šinkaročku!
(mesce per sé e per Misail, entrambi bevono. Già alticcio, guarda fissamente Grigorij e si rivolge a lui)
Tuttavia, fratello: Odnako, brat: kogda ja p’ju,
quando bevo non amo i sobri. tak trezvych ne ljublju.

(beve)
Una cosa è la sbornia, Ino delo p’janstvo,

(beve)
un’altra la boria. ino delo čvanstvo;
Vuoi vivere con noi? chočeš’ žit’ kak my,
Sii il benvenuto! milosti prosim!
Non vuoi? Net?!
Vattene, levati di tomo. Tak ubirajsja provalivaj!

GRIGORIJ GRIGORIJ
Bevi, e pensa per te, Pej, da pro sebja razumej,
padre Varlaam! otec Varlaam!…

VARLAAM VARLAAM
Per me! Pro sebja!
Perché devo pensare per me? Da čto mne pro cebja razumet’?

(con dispetto)
Ehi, Ėj!
(distendendosi sul tavolo; Misail sonnecchia)
cammina lui, cammina, Kak edet ën, edet ën ën…
e ci fa fretta… Da pogonjaet ën.
Porta un grande cappello, Šapka na ëm

19
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

tutto, tutto sporco, torčit kak rožon,


e il caffettano tutto unto. kaftan ot vec’-to grjazën.

(S’addormenta)

GRIGORIJ GRIGORIJ
(avvicinandosi all’ostessa)
Padrona! Chozjajka!
Dove conduce questa strada? Kuda velet ėta doroga?

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


In Lituania, mio benefattore! A v Litvu, kormilec.

GRIGORIJ GRIGORIJ
Ed è lunga arrivare alla Lituania? A daleče do Litby?

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


No, caro, non è lunga. Net, rodimyj, nedaleče,
Potresti arrivarci per stasera k večeru možno pospet’,
se non fosse per le barriere. kaby ne zastavy…

GRIGORIJ GRIGORIJ
Come? Barriere? Kak? Zastavy?

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


Qualcuno è scappato da Mosca, Kto-to bežal iz Moskvy,
e c’è l’ordine di fermare tutti a veleno vsech zaderživat’,
e perquisirli. da osmatrivat’.

GRIGORIJ GRIGORIJ
Prendi questo, Ė! Vot tebe, babuška,
il giorno di San Giorgio! i Jur’ev den’!

VARLAAM VARLAAM
(svegliandosi)
È caduto, Svalilsja ën,
giace in terra, ležit ën ën,

(si assopisce)
e rialzarsi più non può! da vstat’ ne možet ën.

(si assopisce)

GRIGORIJ GRIGORIJ
Ma chi cercano? A kogo im nužno?

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


Non lo so. Qualche ladro, Už ne znaju, vor li,
o un brigante. razbojnik kakoj,

20
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

So solo che non c’è scampo da quelle tol’ko prochodu net


maledette guardie. ot pristavov prokljatych.

GRIGORIJ GRIGORIJ
(pensieroso)
E così… Tak…

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


E chi prenderanno? A čego pojmajut?
Nessuno, nemmeno un diavolo calvo! Ničego, ni besa lysogo!
Come se non ci fossero altre strade Budto tol’ko i puti,
oltre quella maestra! čto stolbovaja!
Ecco, anche da qui: Vot, chot’ otsjuda:
gira a sinistra, svoroti nalevo,
segui il sentiero da po tropinke, i idi
fino alla cappella di Cekan do Čekanskoj časovni,
che è sul ruscello; čto na ruč’ju;
di là raggiungi Chlopino a ottuda na Chlopino,
e poi Sajzevo. a tam na Zajcevo,
Di lì, qualsiasi ragazzo a tut už vsjakij mal’čiška
ti guiderà fino alla Lituania… do Litvy tebja provodit…
L’unica funzione Ot ėtich pristavov
di queste guardie tol’ko i tolku,
è opprimere i passanti čto tesnjat prochožich,
e derubare i poveretti… da obirajut nas, bednych…

VARLAAM VARLAAM
(sbadiglia e si stiracchia. Mezzo addormentato)
È arrivato lui Priechal ën,
e alla porta fa toc, toc! da – v dver’ tuk, tuk!

(bussano leggermente alla porta)


A tutta forza fa Da, čto est’ močen’ki

(sempre mezzo addormentato)


toc, toc, toc! tuk, tuk, tuk!

(Si riaddormenta. Bussano più forte ala porta)

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(tendendo l’orecchio)
Chi c’è ancora? Čto tam eščë?

(va alla finestra e guarda fissamente fuori)


Eccoli, i maledetti! Vot oni prokljatye!
Di nuovo la pattuglia! Opjat’ s dozorom idut!

(Apre la porta e si inchina profondamente agli ufficiali che entrano. Gli ufficiali entrano e sulla soglia guar-
dano i viaggiatori)

21
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

VARLAAM VARLAAM
(si sveglia e poi si riaddormenta)
Come cammina, lui come cammina, Kak edet ën, edet ën ën…
e ci fa fretta… Da pogonjaet ën…

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


(Si avvicina in punta di piedi ai viaggiatori addormentati, e afferrano Varlaam e Misail per la collottola)

Chi siete voi? Vy čto za ljudi?

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


Umili monaci, Starcy smirennye,
onesti frati, inoki čestnye,
andiamo per i villaggi a raccogliere chodim po selenijam,
l’elemosina. sobiraem milostyn’ku.

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


(a Grigorij)
E tu chi sei? A ty kto takoj?

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


(tutti e due, precipitosamente)
È un nostro compagno. Naš tovarišč

GRIGORIJ GRIGORIJ
(si avvicina all’ufficiale di Polizia, con indifferenza)
Sono un contadino del sobborgo, Mirjanin iz prigoroda…
ho accompagnato i monaci fino alla frontiera Provodil starcev do rubeža,

(facendo un inchino)
e ora torno a casa. idu vosvojasi.

I gendarmi si consultano a voce bassa)

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Il giovanotto sembra un poveraccio… Paren’-to. kažetsja, gol:
Tira avanti male… plocha poživa…
Forse i monaci… Vot razve starcy…
Hm! Gm!

(Si schiarisce la voce e si avvicina al tavolo)


Allora, padri miei, Nu, otcy moi,
come va? kakovo promyšljaete?

VARLAAM VARLAAM
Oh, male, figliolo, male! Och! Plocho, syne, plocho!
I cristiani sono diventati avari, Christiane skupy stali,
amano il denaro, lo nascondono, den’gu ljubjat, den’gu prjačut,

22
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

e a Dio ne danno poco. malo Bogu dajut.


Un grande peccato è sceso Priide grech velij
tra i popoli della terra. na jazycy zemini.
Cammini, cammini, Chodiš’, chodiš’.
preghi, preghi, moliš’, moliš’,
e alla fine non riesci a ottenere una copeca. ele-ele tri poluški vymoliš’.
Che fare? Čto delat’?
Per il dispiacere beviamo anche il poco che c’è. S gorja i ostal’noe prop’eš’.
Oh, sono arrivati Och, prišli naši
i nostri ultimi giomi. poslednie vremena.

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(fra sè, con voce lamentosa)
Signore, abbi pietà di noi e salvaci! Gospodi, pomiluj i spasi nas!

(Durante il discorso di Varlaam l’ufficiale di Polizia lo osserva con intenzione, fissamente.)


VARLAAM VARLAAM
(sentendo su di se gli occhi dell’ufficiale di Polizia, si preoccupa)
Perché mi guardi Čto ty ha menja tak
così fissamente? pristal’no smotriš’?

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Ecco perché! A vot čto:

(al suo collega)


Alecha! Hai con te l’ordinanza? Alëcha! Pri tebe ukaz?
Dammela qua! Davaj sjuda!

(prende l’editto. A Varlaam)


Vedi: da Mosca Vidiš’: iz Moskvy
è fuggito un certo eretico, bežal nekij eretik,
Griska Otrep’ev. Griška Otrep’ev.
Lo sapevi? Znaeš’ li ty ėto?

VARLAAM VARLAAM
(umilmente)
No, non lo sapevo. Ne znaju.

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Beh, lo zar ha dato ordine Nu, i car’ velel ego, eretika,
di arrestare quest’eretico e di impiccarlo. izlovit’ i povesit’.
L’avevi sentito? Slychal li ty ėto?

VARLAAM VARLAAM
No, non l’avevo sentito. Ne slychal.

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Sai leggere? Čitat’ umeeš’?

23
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

VARLAAM VARLAAM
No, figliolo, Net, syne,
Dio non mi ha reso così sapiente. ne umudril Gospod’.

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


(passando l’ordinanza a Varlaam)
Eccoti qui l’ordinanza! Tak vot tebe ukaz!

VARLAAM VARLAAM
(spaventato, scostando da sé l’ordinanza)
E che debbo farne? Na čto on mne?

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Quest’eretico, assassino, ladro, Ėtot eretik, razbojnik,
questo Griska… sei tu! vor, Griška – ty!

VARLAAM VARLAAM
Che dici, Vona!
che Iddio sia con te! Čto ty, Gospod’ s toboj!

LA PADRONA DELLA TAVERNA CHOZJAJKA


(fra sé)
Signore, non lasciano in pace Gospodi, i starca-to
nemmeno i monaci! v pokoe ne ostavjat!

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Ehi, chi c’è che sa leggere qui? Ėj! Kto zdes’ gramotnyj?

(Tutti si guardano l’un l’altro: Nessuno parla)

GRIGORIJ GRIGORIJ
(avvicinandosi all’ufficiale di Polizia)
Io so leggere. Ja gramotnyj.

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


(con disappunto)
Bene! Ėva!

(dà l’ordinanza a Grigorij)


Allora leggi… Nu, čitaj…
A voce alta! Vsluch čitaj!

GRIGORIJ GRIGORIJ
(legge)
“L’indegno monaco “Čudova monastyrja
del convento dei Miracoli, Grigorij, nedostojnyj černec Grigorij,
della famiglia degli Otrep’ev, iz rodu Otrep’evych,
24
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

istruito dal diavolo ha osato turbare naučen diavolom, vzdumal


la santa comunità smuščat’ svjatuju bratiju
con ogni sorta di tentazioni vsjakimi soblazny i
e sacrilegi. bezzakonijami.
È poi scappato, Griska, A bežal on, Griška.
verso la frontiera lituana, k granice Litovskoj,
e lo zar ha ordinato di arrestarlo…” i car’ prikazal izlovit’ ego…”

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


E di impiccarlo! I povesit’!

GRIGORIJ GRIGORIJ
Qui non dice di impiccarlo. Zdes’ ne skazano povesit’.

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Menti! Vreš’!
Non c’è bisogno di scrivere ogni parola. Ne vsjako slovo v stroku pišetsja.
Leggi: arrestare e impiccare. Čitaj: izlovit’ i povesit’.

GRIGORIJ GRIGORIJ
E impiccarlo. I povesit’.

(legge)
“L’età… “A let emu…

(sbirciando Varlaam)
di Griska… Griške… ot rodu…
è di cinquant’anni, pjat’desjat…
barba grigia, ventre rotondo, boroda sedaja, brjucho tolstoe,
naso rosso…” nos krasnyj…”

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Tenetelo! Tenetelo, ragazzi! Derži ego! Derži, rebjata!

(tutti si lanciano su Varlaam)

VARLAAM VARLAAM
(Prontamente li respinge. Strngendo i pugni assume un atteggiamento offensivo)
Che avete? Čto vy!
Maledetti mascalzoni! Postrely okajannye!
Cos’avete da molestare? Čego pristali?
Che Griska sarei io?!? Nu, kakoj ja Griška?

(strappa l’ordinanza a Grigorij)


No, fratello, sei troppo giovane Net, brat, molod
per farmi questi scherzi! šutki šutit’!
Anche se ci so fare poco, Chot’ po skladam umeju,
e sillabo appena, chot’ plocho razbiraju,
leggerò! a razberu!
Leggerò, quando la cosa Razberu, kol’ delo-to
25
Musorgskij: Boris Godunov - atto primo

riguarda la forca… do petli dochodit!

(sillaba le parole)
“La sua… età… è di… “A… le… let, a let emu…
vent’anni!”. dvadcat’!”

(a Grigorij)
Dove è qui cinquanta? Gde ž tut pjat’desjat?
Vedi! Vidiš’!

(legge)
“La sua statura “A rostu on

(Grigorij indietreggia verso la porta)


è media, i capelli… srednego, volosy…
rossicci, sul naso… ryžne, na nosu…
sul naso ha una verruca, na nosu borodavka,
sulla fronte … un’altra … na lbu… drugaja.
(Grigorij è in piedi vicino alla finestra; Una mano è dentro la tonaca)
un braccio… un braccio Odna ruka… ruka…
è più corto… dell’altro…” koroče… koroče drugoj…”

(Guarda Greigorij e gli si avvicina furtivamente)


Ma questo non… Da ėto už ne…

(Grigorij tira fuori un coltello e salta dalla finestra)

MISAIL, VARLAAM E L’UFFICIALE DI POLIZIA MISAIL, VARLAAM, PRISTAV


Prendilo, prendilo, prendilo! Derži, derži, derži ego!

VARLAAM VARLAAM
Prendilo! Derži!

L’UFFICIALE DI POLIZIA PRISTAV


Prendilo! Derži!

MISAIL MISAIL
Prendilo! Derži ego!

(dopo un momento di esitazione, essi comprendono ciò che è accaduto, essi corrono fuori dalla porta gei-
dando “al ladro!”)

26
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

ATTO SECONDO
L’interno del palazzo dello zar al Cremlino di Mosca Arredamento lussuoso. Ksenija piange sul ritratto del
fidanzato. Lo zarevicˇ è occupato dallo studio di una carta geografica. La nutrice ricama. A sinistra, in un
angolo, un orologio col carillon.

KSENIJA KSENIJA
Dove sei, mio caro, Gde ty, ženich moj;
dove sei, mio amato! gde ty, moj želannyj!
Nell’umida terra, Vo syroj mogilke,
lontano da me. na čužoj storonke;
Tu giaci solo ležiš’ odinoko,
sotto la pesante pietra... pod kamnem tjažëlym…
Tu non vedi il mio strazio, Ne vidiš’ ty scorbi,
non senti il mio pianto, ne slyšiš’ ty plača,
il pianto della tua colombella, plača golubki,
sola come te... kak ty, odinokoj…

FEODOR FEODOR
Ksenija! Non piangere, colombella! Ksenija! Ne plač’, golubka!
Il tuo dolore è crudele, ma né le lacrime, Gore ljuto, pravda,
né i lamenti scioglieranno il pesante affanno. izbudeš’ tjažkuju kručinu…

KSENIJA KSENIJA
Ah, Feodor! Ach, Feodor!
Egli non ha raggiunto me, Ne mne on dostalsja,
ma un’umida tomba! a syroj mogilke!
Non sarò mai più felice, Net mne bol’še sčast’ja,
il mio povero cuore sanguina... noet bednoe serdce…

FEODOR FEODOR
Non struggerti, non soffrire, Ne tomis’, ne kručin’sja,
Ksenija , colombella! Ksenija, golubka!

(mostrando il carillon)
Guarda! Gljadi-ko!
Le ore passano! Časy pošli!
Il carillon suona! Kuranty zaigrali!

(Fa segno a Ksenija di avvicinarsi)


E su quest’orologio è scritto: A pro te časy pisano:

(La nutrice guarda l’orologio)


quando battono le ore kak časy i perečas’ja zab’jut,
iniziano a suonare le trombe i v te pory v truby
e gli organi, e i tamburi, i vargany zaigrajut,
e le persone escono, i v nakry, i ljudi vychodjat,
e queste persone... i ljudi te…

(alla nutrice)

27
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

Guarda, nutrice, se non sembrano vive! Gljan’-ko, mama, kak živye, viš’!

KSENIJA KSENIJA
Mio caro fidanzato, Ženich ty, milyj,
mio caro Korolevič! milyj moj korolevič!
Il mio cuore si strugge Toskuet serdce…
per te, amore! Po tebe, želannyj!

(piange)

LA NUTRICE MAMKA
(sputa e si volta vivacemente verso Ksenija)
Ah! A-u!
Basta, zarevna, colombella! Polno, carevna, golubuška!
Basta piangere, e struggersi! Polko plakat’ da ubivat’sja.

KSENIJA KSENIJA
Ah, che tristezza, nutrice, Ach, grustno, mamuška,
che tristezza!... tak grustno!

LA NUTRICE MAMKA
Ma cosa dici, bambina! I, čto ty, ditjatko!
Le lacrime di fanciulla sono come la rugiada: Devič’i slezy, čto rosa:
esce il solicello vzojdet solnyško,
e asciuga la rugiada. rosu vysušit.
Il mondo è tanto grande! Ne klinom svet sošelsja!
Troveremo un altro fidanzato, Najdem my ženicha i
bello e gentile... prigožego, i privetlivogo…
Dimenticherai Ivan Korolevič... zabudeš’ pro Ivana-Koroleviča…

KSENIJA KSENIJA
Ah, no, no, nutrice! Ach, net, net, mamuška!
Io gli sarò fedele anche se è morto. Ja i mërtvomu budu emu verna.

LA NUTRICE MAMKA
Ma come! L’hai appena visto e già vuoi Vot kak! Mel’kom videla,
morire per lui... už izsochnula…
Era triste la fanciulla sola, Skučno stalo device odnoj,
innamorata di un giovane ardito, poljubilsja molodec lichoj.
ma quando quel giovane scomparve Kak ne stalo molodca togo,
la fanciulla cessò di amarlo. razljubila devica ego.
Eh, colombella! Così è il tuo dolore! Ėch, golubka, to-to tvoe gore!
Piuttosto ascolta Lučše prislušaj-kas’,
ciò che ti dirò: čto ja tebe skažu.

(Va verso Ksenija)


la zanzara tagliava la legna, Kak komar drova rubil,
la zanzara portava l’acqua, komar vodu vozil,
la cimice impastava la pasta klopik testo mesil,
e portava da mangiare alla zanzara. komaru obed nosil.
Volava la libellula Naletela strekoza
28
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

sui prati del prete na popovy na luga.


e cominciò a agitarsi, svolazzare, I davaj kutit’, mutit’,
a gettare il fieno nel fiume. seno v reku vorotit’.
Si arrabbiò la zanzara Oserčal komar
per la proprietà del prete: za d’jakov tovar:
corse dietro al fieno pobežal begom za senom.
e cominciò a scacciare la libellula con un stal gonjat’ strekoz polenom.
bastone. Na komar’ju na bedu,
Ma per disgrazia della zanzara to poleno sorvalos’,
il bastone le sfuggì, po strekozam ne popalo,
non cadde sulla libellula, rëbra komaru slomalo.
ma spezzò le costole della zanzara. Na podmogušku emu.
In suo aiuto al mattino, presto, presto, ranym-rano po utru,
la cimice portò una pala klop lopatu privolok,
per sollevare la zanzara; komaru pod samyj bok.
ma, spossata, non ce la fece, Da nebzdužil, iznemog,
non riuscì a sollevare la zanzara. komara podnjat’ ne smog.
Così la cimice per lo sforzo Životoček nadorval…
rese a Dio la sua piccola anima. Bogu dušen’ku otdal…

FEODOR FEODOR
Ehi, mamuska, Ėch, mama, mamuška,
com’è strana questa favola! vot tak skazočka!
Comincia bene, Vela za zdrav’e,
ma finisce tristemente! svela za upokoj!

LA NUTRICE MAMKA
Non importa, zarevič! Ništo, carevič!
Ne sai delle migliori? Al’ polučše znaeš’?
Esibisciti! Pochvastaj-kas’!
Noi ascolteremo pazienti... My slušat’ terpelivy…
Con lo zar Ivan My ved’ u batjuški,
abbiamo imparato carja Ivana,
ad avere pazienza. terpen’ju obučalis’.
Su, dunque! Nu-kas’!

FEODOR FEODOR
Oh, nutrice! Oj, mama!
Qui non avrai da essere paziente, Smotri, ne vyterpiš’!
mi accompagnerai cantando. Sama podtjaneš’!
(Il gioco del chiapparello. Feodor coinvolge la nutrice nel gioco. Entrambi camminano in circolo cercando
di prendersi e di colpirsi l’un l’altra)
La storia di questo e di quello: Skazočka pro to i pro së:
come la gallina ha partorito un vitellino kak kuročka rodila.
e il porcellino ha fatto un uovo. Porosënoček jaičko snes.
La favola va cantata, Skazka poëtsja,
e non è per gli sciocchi. durnjam ne daëtsja…
Egli sta in piadi davanti alla nutrice,mentre cantando la sua canzone, batte le mani)
Tu-ru, tu-ru, galletto, Turu, turu, petušok,
te ne sei andato lontano? ty dalëko l’ otošel?

29
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

Oltre il mare, oltre il mare, Za more, za more.


alla città di Kiev. k Kievu gorodu.
Là c’è una quercia frondosa, Tam dub stoit ra razvesist’yj,
sulla quercia c’è un grosso barbagianni. na dubu syč sidit uvesistyj.
Il barbagianni fa l’occhiolino, Syč glazom morgnet,
il barbagianni canta una canzone. syč pesnju poët:
Din, don, din-don-dan, Dzin’, dzin’, peredzin’,
saltellare, ammiccare, postriguli, pomiguli,
tam, tam, ta-ta-tam, ten’, ten’, poteten’,
dietro al tronco, sopra al ceppo, za kolodu da na pen’!
salta, corri e piroetta. Šagom, magom, četvertagom.

LA NUTRICE MAMKA
(battendo le mani)
Il barbagianni fa l’occhiolino, Syč glazom morgnet,
il barbagianni canta una canzone. syč pesnju poët:
Din, don, din-don-dan, Dzin’, dzin’, peredzin’,
saltellare, ammiccare, postriguli, pomiguli,
tam, tam, ta-ta-tam, ten’, ten’, poteten’,
dietro al tronco, sopra al ceppo, za kolodu da na pen’!
salta, corri e piroetta. Šagom, magom, četvertagom.

(batte le mani)

FEODOR FEODOR
(smettendo di battere le mani)
Una volta in un villaggio Kak u d’jaka na sele
venne alla luce un passerotto: zarodili vorob’ja
un comune passerotto sovsem vorobej
giovane-giovane sovsem molodoj:
dal becco lungo, klinonosen’kij,
dal becco aguzzo; vostronosen’kij.
è volato il passerotto Poletel vorobej
a trovare proprio il barbagianni, prjamo v gosti k syču,
ed ha cominciato a sussurrare stal šeptat’ na uško,
nelle sue orecchie. usatomu:

(batte le mani)

LA NUTRICE MAMKA
Iniziò a sussurrare Stal šeptat’ na uško,
nelle sue orecchie; usatomu:
I ragazzi del prete parni d’jakovy
macinano i piselli, goroch molotili,
hanno spezzato le cinghie, cepy polomali,
le hanno buttate nel seccatoio, v ovni pobrosali.
il seccatoio ha preso fuoco, Ovni zagorelsja,
le fiamme divampano. polymem pyšet,
Il prete dalla finestra d’jaku v okno
vede tutto, stalo vidno ego.

30
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

FEODOR E LA NUTRICE FEODOR, MAMKA


Il prete si spaventa, D’jak ispugalsja,
si infila sotto una tinozza, zalez pod podušku,
tappandosi le orecchie... ščemil sebe uško…

FEODOR FEODOR
Lo scrivano dalla stufa ha staccato le spalle. Pisar’, s peči, oborval pleči.
La moglie del prete ha cotto le pagnotte D’jakova žena kalačej napekla.
Sono arrivate di corsa e le guardie, Nabežali pristava,
hanno mangiato tutte le pagnotte... vse poeli kalači…

FEODOR E LA NUTRICE FEODOR, MAMKA


Quello più grande Sam nabol’šij
ha mangiato una vacca e un bue, s”el korovu, da byka,
settecento porcellini, sem’sot porosjat,
e ha lasciato solo le zampette... odni nožki visjat…

(Entra Boris)

FEODOR FEODOR
(Tocca la nutrice sulle spalle)
Toccata! Chlëst!

La nutrice MAMKA

(Vedendo Boris si accascia sul pavimento)


Ach-ti!
Ahimé!
(Feodor va al suo tavolo e si rimette a studiare sul suo Grande Atlante)

BORIS BORIS
Cosa c’è? La bestia feroce Čego? Al’ ljutyj zver’
ha spaventato la chioccia? nasedku vspolochnul?

LA NUTRICE MAMKA
Zar, sovrano, perdonami! Car’, gosudar’, pomiluj!
In vecchiaia Pod starost’-to
sono diventata molto timorosa. pugliva bol’no stala.

BORIS BORIS
(va dalla zarevna e la abbraccia)
Che hai, Ksenija, Čto, Ksenija?
povera colomba? Čto, bednaja golubka!
Appena fidanzata, V nevestach už
e già triste vedova! pečal’naja vdovica!
Continui a piangere Vsë plačeš’ ty
il tuo fidanzato morto. o mërtvom ženiche.

KSENIJA KSENIJA
Oh, sovrano, O, gosudar’!

31
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

non ti rattristare Ne ogorčajsja ty


per le lacrime di una fanciulla! slezoj devič’ej!
Il dolore della fanciulla Devič’e gore tak
è così lieve, da nulla, legko, ničtožno
rispetto alle tue sofferenze! pered tvoeju skorb’ju!

BORIS BORIS
(Accarezza Ksenija)
Bambina mia, mia colombella! Ditja moë, moja golubka!
Disperdi i pesanti Besedoj tëploju
pensieri della tua mente s podrugami v svetlice
con una bella chiacchierata con le amiche, in rassej svoj um ot dum tjažëlych.
salotto.

(bacia la figlia)
Vai, bambina! Idi, ditja!
(Ksenija e la nutrice escono. Boris segue la figlia con lo sguardo. Si avvicina al figlio)

E tu, figlio mio, cosa fai? A ty, moj syn, čem zanjat?

(Vedendo la carta geografica)


Cos’è questa? Ėto čto?

FEODOR FEODOR
La carta della Moscovia, Čertëž zemli Moskovskoj,
il nostro impero, d un capo all’altro. naše carstvo, iz kraja v kraj.

(Indicando sulla mappa)


Ecco, guarda: ecco Mosca, Vot vidiš’: vot Moskva,
e Novgorod, ed ecco Kazan’, vot Novgorod, a vot Kazan’…
e qui c’è Astrachan’, Astrachan’.
ecco il mare, il mar Caspio; Vot more, Kaspij-more;
ecco i folti boschi di Perm’, vot Permskie dremučie lesa.
ed ecco la Siberia. A vot Sibir’.

BORIS BORIS
Che bello, figlio mio! Kak chorošo, moj syn!
Come da una nuvola, in un solo sguardo, Kak s oblakov, edinym vzorom,
puoi abbracciare tutto l’impero: ty možeš’ obozret’ vsë carstvo:
frontiere, fiumi, città. granicy, reki, grady.
Studia, Feodor! Učis’, Feodor!
Un giorno, Kogda-nibud’,
forse presto, i skoro, možet byt’,
tutto quest’impero toccherà a te. tebe vsë ėto carstvo dostanetsja.
Studia, bambino!... Učis’, ditja!
(Feodor si allontana verso il fondo della scena e si reimmerge nei suoi compiti; Boris si avvicina al tavolo e
siede pensieroso, sfogliando i rotoli e le pergamene)

BORIS BORIS
Ho raggiunto il potere supremo. Dostig ja vysšej vlasti.
32
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

È già il sesto anno Šestoj už god ja


che regno nella pace. carstvuju spokojno.
Ma non c’è felicità No sčast’ja net
nella mia anima tormentata! moej izmučennoj duše!
Invano i maghi mi predicono Naprasno mne kudesniki
lunghi giorni, giorni suljat dni dolgie,
di potere sereno. dni vlasti bezmjatežnoj.
Né la vita, né il potere, Ni žizn’, ni vlast’,
né la seduzione della gloria, ni slavy obol’ščen’ja,
né le grida della folla, ni kliki tolpy
mi rallegrano. menja ne veseljat!
Nella mia famiglia V sem’e svoej
sperai di trovare conforto, ja mnil najti otradu,
preparai l’allegra festa nuziale, gotovil dočeri
per mia figlia vesëlyj bračnyj pir,
per la mia principessa, moej carevne,
la mia pura colombella. golubke čistoj.
La morte, come una tempesta, Kak burja, smert’
rapì il fidanzato... unosit ženicha…

(diventa più pensieroso)


È pesante la mano Tjažka desnica
del terribile giudice, groznogo sudin,
la sentenza è spaventosa užasen prigovor
per l’anima colpevole... duše prestupnoj…
Intorno soltanto oscurità Okrest liš’ t’ma
e tenebre impenetrabili! i mrak neprogljadnyj!
Rilucesse almeno Chotja mel’knul by
un raggio di speranza! luč otrady!
E il cuore è pieno di sofferenza, I skorb’ju serdce polno,
e soffre, si strugge toskuet, tomitsja
l’anima stanca. duch ustalyj.

(con un sospiro)
Come un tremito segreto... Kakoj-to trepet tajnyj…
Aspetti continuamente qualcosa... Vse ždëš’ čego-to…
Con la preghiera fervente Molitvoj tëploj
ai santi di Dio k ugodnikam Bož’im
speravo di lenire ja mnil zaglušit’
le sofferenze dell’anima... duši stradan’ja…
Nella grandezza e nello splendore V velič’i i bleske
del potere illimitato, vlasti bezgraničnoj,
io, il sovrano della Russia, implorai Rusi vladyka, ja sdëz
le lacrime di consolazione... prosil mne v utešen’e…
E qui delazioni: le fazioni dei boiari, A tam donos: bojar kramola.
gli intri ghi della Lituania, e kozni Litvy, i
le mene segrete... tajnye podkopy,
Fame, e morte, e paura, Glad, i mor, i trus,
e devastazioni... i razoren’e…
come una bestia selvaggia, Slovno dikij zver’…
si aggira il popolo appestato, ryščet ljud začumlennyj,
povera, affamata, golodnaja, bednaja
33
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

geme la Russia... stonet Rus’…


E nel dolore crudele, I v ljutom gore,
mandato da Dio nisposlannom Bogom,
come prova per il nostro sa tjažkij naš grech
tremendo peccato, v ispytan’e,
considerano me vinoj vsech zol
colpevole di tutti i mali menja narekajut,
e maledicono sulle piazze kljanut na ploščadjach
il nome di Boris! imja Borisa!
E anche il sonno fugge, I daže son bežit,
e nelle tenebre della notte i v sumrake noči
si alza il bambino insanguinato... ditja okrovavlennoe vstaët…
Gli occhi brillano, Oči pylajut,
stringe le manine, stisnuv ručënki,
chiede pietà... prosit poščady…
Ma non ha ottenuto pietà! I ne bylo poščady!
La terribile ferita si squarcia! Strašnaja rana zijaet!
Si sente Slyšitsja krik ego
il suo ultimo grido... predsmertnyj…

(Si alza agitato e si lascia pesantemente ricadere sulla poltrona)


Ah, Signore, Dio mio! O, Gospodi, Bože moj…

LE NUTRICI MAMKI
(fuori scena)
Ahi, via! Aj, kyš!

BORIS BORIS
(Ansiosamente)
Cos’è questo? Čto takoe?

LE NUTRICI MAMKI
Ahi, via, via! Aj, kyš, kyš!
Ahimé, via, via, ahi! Ach-ti!

BORIS BORIS
(Al figlio, irosamente)
Vai a vedere cosa è successo! Uznaj, čto tam slučilos’!

(Feodor esce)

LE NUTRICI MAMKI
Via! Via! Via! Kyš, kyš! Aj!

BORIS BORIS
(estremamente irritato)
Come urlano! Ėk vojut-to!

34
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

(Entra il boiaro di corte e saluta rispettosamente torcendosi le mani)

LE NUTRICI MAMKI
Oh, povera me! Kyš! Kyš! Kyš!
Via, via! Oj, lichon’ko!…

BORIS BORIS
(al boiaro)
Che vuoi? Ty začem?

(Guarda fissamente il boiaro fingendosi calmo)

LE NUTRICI MAMKI
Via, via! Kyš! Kyš!

BORIS BORIS
Perché taci? Čto ž molčiš’?
Allora! Nu!

BOIARO DI CORTE BOJARIN


Grande sovrano! Velikij gosudar’!
Il principe Vassily Sujskij ti saluta Tebe knjaz’ Vasilij
rispettosamente. Šujskij čelom b’ët.

BORIS BORIS
Sujskij? Chiamalo! Šujskij? Zovi!
Digli che siamo contenti di vederlo e Skaži, čto rady videt’
aspettiamo le sue parole. knjazja i ždem ego besedy.

BOIARO DI CORTE BOJARIN


Ieri sera è venuto un servo di Puskin Večor, Puškina cholop
con una denuncia prišël s donosom na
contro Sujskij, Mstislavskij Šujskogo, Mstislavskogo
e altri, e contro il suo signore: i pročich, i na chozjaina:
di notte ebbero un colloquio segreto, noč’ju tajnaja beseda šla u nich,
venne un messaggero gonec iz Krakova
da Cracovia e portò... priechal i privëz…

BORIS BORIS
Arrestate questo messaggero! Gonca schvatit’!

(il boiaro di corte se ne va.)


Ah, principe Sujskij... A-ga, Šujskij knjaz’!

(Entra Feodor. A Feodor, ansiosamente)


Allora, su! Perché queste Nu čto? S čego tam
donne sciocche gridavano? dury baby vzvyli?

FEODOR FEODOR
Tutto per il nostro pappagallo. Vsë popka naš.
35
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

BORIS BORIS
Il nostro pappagallo? Popka?

FEODOR FEODOR
Non sarebbe bello, Neprigože bylo b,
padre e signore, otče gosudar’,
occupare la tua mente di sovrano con un um tvoj deržavnyj utruždat’
racconto insulso. rasskazom vzdornym.

BORIS BORIS
No, no, bambino! Net, net, ditja!
Dimmi tutto, tutto come è successo. Vsë, slyšiš’, vsë, kak bylo.

FEODOR FEODOR
Il nostro pappagallo stava Opin’ka naš sidel
con le nutrici nel salotto, s mamkkami v svetlice,
parlava senza sosta, bez umolku boltal,
era allegro e carezzevole. vesel byl i laskov.
Si avvicinava alle nutrici, K mamuškam podchodil,
chiedeva che gli grattassero la testolina, prosil česat’ golovku,
a ognuna si avvicinava, conquistandole k každoj on podchodil,
a turno. čerëd im sobljuhaja.
La nutrice Nastas’ja Mamka Nastas’ja
non volle accarezzarlo, česat’ ne zachotela,
e il pappagallo, adirato, popin’ka, oserdjas’,
la chiamò sciocca. nazval mamku duroj.
La nutrice, offesa, Mamka, s obidy čto l’,
l’afferrò per il collo; chvat’ ego po šejke,
e il pappagallo si mise a gridare popka kak zakričit,
e le penne gli si rizzarono. dybom vstali per’ja.
E allora tutte a rabbonirlo, Nu, ego ublažat’,
a offrirgli dolci, ugoščat’ ego slastjami,
con tutti i mezzi a pregarlo, vsem pričetom molit’,
a accarezzarlo, a calmarlo. laskat’, ego, pokoit’.

BORIS BORIS
Che sciocche! Nu, už, dury!

FEODOR FEODOR
E non è tutto! Da net, ne tut-to bylo!
Quello sedeva imbronciato, Chmuryj takoj sidit,
col becco nascosto tra le piume. nos utknuvsi v per’ja…

BORIS BORIS
E allora, cosa c’è ancora? Eščë by!

FEODOR FEODOR
Non guardava i dolci, Na slasti ne gljadit,
continuava a borbottare qualcosa... čto-to vsë bormočet…
D’improvviso saltò addosso alla nutrice Vdrug k mamke podskočil,
česat’ čto ne chotela,
36
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

che non aveva voluto accarezzarlo, davaj eë dolbit’,


cominciò a beccarla, ta i grochnulasja ob pol.
mentre quella cadde a terra di schianto. Tut mamki, so strastej,
Allora le nutrici, dal terrore, quasi impazzirono, slovno vzbelenilis’,
cominciarono ad agitarsi, a gridare, stali machat’, kričat’,
volevano cacciare il pappagallo, popin’ku zagnat’ choteli.
ma non c’era niente da fare, Da nevprosak,
il pappagallo le beccava tutte. popka každuju otmetil.
Ecco, padre e signore, Vot, otče gosudar’,
per questo esse oni, gljadiš’, i vzvyli,
gridavano, turbando i tuoi pensieri dumu carskuju tvoju
di sovrano. dumat’ pomešali.
Questo, mi sembra, è proprio tutto, Vot, kažis’, i vsë,
come accadde. vsë, kak bylo.

BORIS BORIS
(accarezza amorevolmente il figlio)
Figlio mio, mio caro bambino! Moj syn, ditja moë rodnoe!
Con che arte, e che vivacità, S kakim iskusstvom, kak bojko
hai raccontato questo fatto, ty vël svoj rasskaz pravdivyj;
così semplicemente, senza orpelli, ma kak prosto, beschitrostno, lobko
abilmente
hai saputo descrivere questo fatto buffo. sumel opisat’ potešnyj.
Ecco il dolce frutto dell’istruzione, Vot sladkij plod učen’ja,
l’ispirazione che dà alla mente istiny svetom
la luce della verità. uma okrylen’e.
Oh, se potessi vederti zar, O, esli by ja mog tebja carëm ubidet’,
giusto sovrano della Russia, Rusi pravitelem deržavnym,
oh, con che entusiasmo, o, s kakim vostorgom,
disprezzate le lusinghe del potere, prezrev soblazny vlasti,
con che felicità, ne to blaženstvo ja
ti cederei il bordone di zar. promenjal by posoch carskij.
Ma quando, bambino, No kogda, ditja,
diventerai il sovrano, pravitelem ty staneš’,
cerca di sceglierti starajsja izbirat’
consiglieri fedeli. sovetnikov nadëžnych;
Guardati dalle perfide bojsja Šujskogo
denunce di Sujskij. izvetov kovarnych,

(entra Sujskij)
Un consigliere saggio, sovetnik mudryj,
ma astuto e crudele... no lukav i zol…

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Grande signore, Velikij Gosudar’.
saluto rispettosamente. čelom b’ju.

BORIS BORIS
(fremendo)
Ah, glorioso guerriero, A, preslavnyj vitija,
degna guida dostojnyj konovod
37
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

di una folla senza cervello, tolpy bezmozgloj;


capo criminale prestupnaja glava
dei boiari faziosi, bojar kramol’nych,
nemico del trono dello zar. carskogo prestola supostat.
Sfrontato mentitore, Naglyj lžec, triždy
tre volte spergiuro, kljatvu prestupivšij,
furbo ipocrita, chitryj licemer,
adulatore astuto, l’stec lukavyj,
villano travestito prosvirnja pod šapkoju
da boiaro, bojarskoj,
impostore, buffone! obmanščik, plut!

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Ai tempi dello zar Ivan Pri care Ivane
(pace all’anima sua) (pokoj, Gospodi, ego dušu)
i principi Sujskij Šujskie knjaz’ja
non si distinguevano tanto onorevolmente. ne tem počëtom otličalis’.

BORIS BORIS
Cosa? Ma lo zar Čto? Da car’
Ivan Vasilič il Terribile Ivan Vasil’ič Groznyj
ti avrebbe volentieri ochotno by tebja
arrostito sul carbone, na ugol’kach podžaril,
egli stesso, con la sua mano di zar, sam, svoeju carskoju desnicej,
ti ci avrebbe spinto voročal by na nich
col bordone di ferro, posochom železnym,
cantando un salmo sacro... psalom svjaščennyj napevaja…
Ma noi non siamo orgogliosi, A my ne gordy,
ci piace avere pietà nam ljubo milovat’
di un servo superbo... nadmennogo cholopa…

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Zar! Car’!

BORIS BORIS
Cosa c’è? Cos’hai da dire Čto? Čto scažeš’.
principe Sujskij? Šujskij knjaz’?

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
(con sottomissione)
Zar, ci sono... Car’!… est’…

(avvicinandosi a Boris)
notizie.., e notizie importanti vesti, i vesti važnye
per il tuo impero... dlja carstva tvoego…

BORIS BORIS
E non vi furono riferite Ne te l’, čto Puškinu,
a te stesso o a Puskin, ili tebe tam, čto l’,
da un messaggero segreto dei tuoi amici privëz posol potajnyj ot

38
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

boiari caduti in disgrazia? soprijatelej, bojar opal’nych?

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
(audacemente)
Sì, signore! Da, gosudar’!
In Lituania è apparso un sedicente zar, V Litve javilsja samozvanec.
e il re, i nobili e il papa sono con lui! Korol’, pany i papa za nego!

BORIS BORIS
(ansiosamente)
Con che nome pensa Č’im že imenem na nas
di combattere contro di noi? on opolčit’sja vzdumal…
Che nome ha usurpato l’impostore?... Č’ë imja, negodjaj, ukral…
Il nome di chi? Č’ë imja?

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Di certo, zar, Konečno, car’,
il tuo regno è forte. sil’na tvoja deržava.
Con la benevolenza, la cura Ty milost’ju, raden’em
e la generosità, hai i ščedrotoj usynovil
conquistato il cuore dei tuoi servi, serdca svoich rabov,
fedeli con tutta l’anima dušoju predannych
al tuo trono. prestolu tvoemu.
Ma tu stesso sai, Chotja i bol’no mne,
grande sovrano, velikij gosudar’.
sebbene il mio chotja i krov’ju moe
cuore sanguini, serdce obol’ëtsja,
tuttavia non oso nasconderti no ot tebja tait’ ne smeju,
che se quel vagabondo čto esli derzosti
pieno d’impudenza ispolnennyj brodjaga
passerà il confine s Litvy granicu
della Lituania, našu perejdët,
gli attirerà, forse, k nemu tolpu byt’ mošet
il favore della folla privlečët Dimitrija
il nome risorto di Dimitrij. Voskresnuvšee imja!

BORIS BORIS
Dimitrij... Dimitrija?…

(Zarevic, lasciaci)
Zarevič, lasciaci! Carevič, udalis’!

FEODOR FEODOR
Oh, signore, permettimi O, gosudar’, dozvol’ mne
di restare presso di te, pri tebe ostat’sja,
di sapere la disgrazia uznat’ bedu, grozjaščuju
che minaccia il tuo trono. prestolu tvoemu…

BORIS BORIS
Non posso... Nel’zja…
39
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

non posso, bambino! Nel’zja, ditja!

(in collera)
Zarevič! Carevič!
Zarevič, obbedisci! Carevič, povinujsja!
(Feodor esce. Boris chiude la porta dietro di lui, quindi si dirige rapidamente verso Sukskij)

BORIS BORIS
Prendere subito tutte le misure Vzjat’ mery, sej že čas,
affinché la Russia čtob ot Litvy Rus’
sia divisa dalla Lituania con barriere, ogradilas’ zastavami,
affinché nemmeno un’anima possa superare čtob in odna duša
quella frontiera. ne perešla za ėtu gran’…
Vai! Stupaj!…

(Improvvisamente ferma Sujskij)


No!... Fermati... Net!… postoj…
Fermati, Sujskij! postoj, Šujskij!
Hai mai sentito Slychal li ty kogda-nibud’,
che dei bambini morti čtob deti mërtvye
siano usciti dalla tomba... iz groba vychodili…
a perseguitare gli zar... doprašivat’ carej…
gli zar... legittimi, carej… zakonnych,
scelti da tutto il popolo, izbrannych vsenarodno
incoronati dal ubenčannych velikim
grande patriarca... patriarchom…
Ah - ah - ah - ah - ah - ah - ah... Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah…
Che? Non è ridicolo? Čto?… Smešno?…
Perché non ridi? Eh? Čto ž ne smeëš’sja?… A?

SUISKIJ ŠUJSKIJ
Pietà, grande signore! Pomiluj, velikij gosudar’!

BORIS BORIS
Ascolta, principe! Slušaj, knjaz’!
Quando fu compiuto Kogda velikoe
il grande delitto, sveršilos’ zlodejan’e…
quando il fanciullo scomparve kogda bezvremenno
prematuramente maljutka pogib…
e il suo cadavere insanguinato i trup ego na ploščali
giacque sulla piazza, ležal okrovavlennyj,
riempiendo di greve dolore tjažkoj bol’ju v serdcach
i cuori degli Uglichani orfani, ugličan osipotelych
e chiamandoli alla vendetta... otdavajas’ i k mščen’ju ich vzybaja…
Quel fanciullo... morto... Maljutka tot… pogibšij…
era Dimitrij? byl… Dimitrij?

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Sì! On!

40
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

BORIS BORIS
Vassilij Ivanyč! Vasilij Ivanyč!
Ti scongiuro per la Croce del Signore, Krestom tebja i Bogom
per la coscienza, zaklinaju, po-sovesti,
dimmi tutta la verità. vsju pravdu mne skaži;
Tu sai che sono clemente: Ty znaeš’, ja milostiv:
non punirò le passate menzogne prošedšej lži opaloju
con pene inutili, naprasnoj ne nakažu.
ma se menti, No esli ty chitriš’,
te lo giuro, kljanus’ tebe!
inventerò un martirio così crudele, Pridumaju ja zluju kazn’,
che lo zar Ivan takuju kazn’, čto car’ Ivan
dall’orrore trasalirà nella tomba!... ot užasa vo grobe sodrognëtsja!…
Aspetto la risposta! Otveta ždu!

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Non mi credi? I ty ne veriš’ mne?
Forse dubiti del tuo servo devoto Uželi usomnilsja
e lo spaventi con un martirio crudele? v predannom rabe tvoëm,
Non mi spaventa il martirio, i kazn’ju strašna,
ma il tuo disfavore! strašna tvoja nemilost’!
(Si avvicina a Boris, quasi in un sussurro, e guardando Boris)
A Uglič, nella cattedrale, V Ugliče, v sobore,
davanti a tutto il popolo, pred vsem narodom,
per cinque giorni e più ho vegliato pjat’ s liškom dnej
il cadavere del bambino. ja trup mladenca naveščal.
Intorno a lui giacevano Vokrug nego
altri tredici morti, trinadcat’ tel ležalo,
sfigurati, insanguinati, obe zobražennych, v krovi,
stracciati, sporchi. v lochmot’jach grjaznych,
Su di loro la putrefazione visibilmente i po nim už tlenie
era già iniziata. zametno prostupalo;
Ma il viso di bambino dello zarevič no detskij lik careviča
era luminoso, pulito e chiaro; byl svetel, čist i jasen;
la ferita era aperta, glubokaja, strašnaja
profonda e spaventosa; zijala rana;
ma sulle labbra pure a na ustach ego neporočnych
splendeva un sorriso meraviglioso... ulybka čudnaja igrala;
Sembrava kazalosja, v svoej on
che dormisse dolcemente kolybel’ke spokojno spit,
nella sua culla, con le manine unite, složivši ručki
stringendo forte i v provoj krepko sžav
nella destra un giocattolino. igrušku detskuju…

BORIS BORIS
Basta! Dovol’no!

(si aggrappa a un braccio della poltrona, fa segno a Sujskij di andarsene. Sujskij se ne va, gettando uno
sguardo a Boris)

41
Musorgskij: Boris Godunov - atto secondo

Ah, soffoco! Uf, tjaželo!


Devo riprender fiato... Daj duch perevedu…
Ho sentito tutto il sangue Ja čuvstvoval, vsja krov’
affluirmi al viso... mne kinulas’ v lico
e ritirarsi dolorosamente. i tjažko opuskalas’.
Oh, cattiva coscienza, O, sovest’ ljutaja, kak
quanto terribilmente mi tormenti! strašno ty karaeš’!
(Il palcoscenico si oscura. L’orologio a carlillon si mette in movimento)
Se su di te c’è una unica macchia... Eželi v tebe pjatno edinoe…
una sola, che ti ha sporcato per caso... edinoe slučajno zavelosja,
l’anima brucia, duša sgorit, nal’ëtsja
il cuore si riempie di veleno, serdce jadom, tak tjažko,
e diventa così penoso, così penoso… tjažko stanet…
e un martello risuona nelle orecchie čto molotom stučit v ušach
come un rimprovero e una maledizione. ukorom i prokljat’em…
E qualcosa che mi soffoca... mi soffoca... i dušit čto-to…
e una maledizione... Dušit…
La testa mi gira... i golova kružitsja…

(L’orologio suone le otto)


Negli occhi... il bambino... V glazach… ditja…
insanguinato!... okrovavlennoe!…
Ecco... eccolo... cos’é? Von… von tam, čto ėto?
nell’angolo... Tam, v uglu…
Si muove... cresce... Kolyšetsja, rastët…
Si avvicina, trema e geme... blizitsja, drožit i stonet…
Via, via... Čur, čur…
Non io... non sono io il tuo assassino... Ne ja… ne ja tvoj lichodej…
Via, via, bambino! Čur, čur, ditja!
Il popolo... non io... Narod… ne ja…
La volontà del popolo!... Volja naroda!…
Via, bambino!... Čur, ditja!…

(Invaso dall’orrore, si copre la faccia con le mani, poi cade in ginocchio vicino alla poltrona)

Signore, Gospodi!
tu non vuoi Ty ne chočeš’
la morte del peccatore, smerti grešnika,
abbi pietà dell’anima pomiluj dušu
colpevole dello zar Boris! prestupnogo carja Borisa!…

42
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

ATTO TERZO
Quadro primo
La camera di Marina Mnisek nel castello di Sandomir
Marina è alla toilette. Ruzja la pettina. Le damigelle la intrattengono con canzoni.

CORO DELLE DAMIGELLE CHOR DEVUŠEK


Sulla Vistola azzurra, Na Visle lazurnoj,
sotto il salice ombroso, pod ivoj tenistoj,
un meraviglioso fiorellino, čudnyj cvetoček,
più bianco della neve, snega belee,
si specchia pigramente i zerkal’nye vody
nelle acque cristalline, lenivo gljaditsja,
ammirando ljubujas’ svoeju
la sua meravigliosa bellezza. roskošnoj krasoju.
Sopra al fiorellino Nad čudnym
meraviglioso, cvetočkom,
splendente nel sole, blistaja na solnce,
uno sciame roj baboček rezvych
di vivaci farfalle igraet, kružitsja;
gioca e svolazza, plenënnyj divnoj
affascinato krasoju cvetočka
dalla divina nežnych listočkov
bellezza del fiorellino, ne smeet kosnut’sja,
non osa toccare krasoju cvetočka
le tenere foglioline. plenjajas’.
Il fiorellino meraviglioso, I čudnyj cvetoček,
scuotendo la testina, kivaja golovkoj,
si specchia pigramente v zerkal’nye vody
nelle acque cristalline. lenivo gljaditsja.

MARINA MARINA
(alla cameriera)
La mia corona di diamanti! Almaznyj moj venec!

CORO DELLE DAMIGELLE CHOR DEVUŠEK


Ma nell’allegro castello A v zamke vesëlom
una bella signora, panna krasotka,
più bella e più dolce cvetočka rečnogo
del fiorellino del fiume, kraše, milee,
più bella, più bianca, kraše cvetočka,
più tenera del fiorellino, belee, nežnee,
fiorisce meravigliosamente, na slavu i radost’
per la gloria e la gioia vsego Sandomira
di tutta Sandomir. roskošno cvetët.
Non pochi giovani, Nemalo molodcev,
splendenti e famosi, blestjaščich i znatnych,
si sono inginocchiati v nevol’nom smuščen’i
davanti a lei, confusi pred neju preklonjalis’,
senza volerlo, ulybku krasotki
43
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

trovando divino il sorriso della bella, blaženstvom sčitaja,


dimenticando tutto il mondo ai piedi u nog čarodejki
dell’incantatrice. ves’ mir zabyvaja.
Ma la bella signora A panna krasotka
ride maliziosamente lukavo smejalas’
dei discorsi d’amore, nad reč’ju ljubovnoj,
e della loro ardente passione, nad strast’ju ich pylkoj,
senza curarsi tomlen’jam i mukam
dello struggimento e del dolore serdec ich smuščënnych
dei loro cuori tormentati. ne vnemlja,

MARINA MARINA
Basta! Dovol’no!

(Si alza)
La bella signora vi è grata Krasotka panna blagodarna
per le dolci parole e per il paragone za laskovoe slovo i za
con quel meraviglioso sravnen’e s tem cvetočkom
fiorellino più bianco della neve. čudnym, čto belee snega.
Ma la signora di Mnisek non è contenta: No panna Mnišek ne dovol’na:
né della vostra adulazione, ni reč’ju vašej l’stivoj,
né dell’insensata ni bessmyslennym
allusione namëkom na kakich-to
agli splendenti giovani molodcev blestjaščich,
che a frotte čto celoju tolpoju
giacerebbero ai suoi piedi, u nog eë ležali,
sopraffatti dalla felicità... v blaženstve utopaja…
No, non ha bisogno di queste canzoni, Net, ne ėtich pesen
la signora di Mnisek; nužno panne Mnišek;
né da voi mi aspetto le lodi della mia bellezza, ne pochval krase svoej
ma quelle meravigliose strofe ot vas ždala ja…
che mi cantava la njanja: a tech pesenok čudesnych,
della grandezza delle vittorie, della gloria čto mne njanja napevala:
delle battaglie polacche, o velič’i, o pobedach,
della forza delle fanciulle polacche, i o slave voev pol’skich devach,
degli stranieri uccisi... o pobitych inozemcach…
Ecco cosa vuole la signora di Mnisek, Vot čto nužno panne Mnišek,
quali canti ascolterebbe con gioia! ėti pesni ej otrada!

(alle damigelle)
Andate! Stupajte!

(le damigelle si inchinano e se ne vanno. A Ruzja)


Tu, Ruzja, non mi servi oggi: Ty, Ruzja, mne ne nužna
vai a riposare. segodnja, otdochni…

(Ruzja esce)
[Aria di Marina]

Marina si annoia. Skučno Marine:


Ah, come si annoia! Ach, kak skučno!
44
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

Quanto penosamente e fiaccamente Kak tomitel’no i vjalo


i giorni seguono i giorni. dni za dnjami dljatsja.
Tutto è vuoto, sciocco, sterile; Pusto, glupo tak, besplodno;
un’intera schiera di principi e di conti, celyj sonm knjazej, i grafov,
e di potenti signori, i panov vel’možnych
non disperde questa noia mortale. ne razgonit skuki adskoj.
Solo là, nella lontananza nebbiosa, Liš’ tam, v tumannoj dali,
è brillata un’alba chiara: zor’ka jasnaja blesnula;
quando l’avventuriero moscovita to moskovskij prochodimec
riuscì a piacere alla signora di Mnisek. panne Mnišek prigljanulsja.
Il mio Dimitrij, vendicatore Moj Dimitrij, mstitel’
terribile, implacabile, groznyj, bespoščadnyj,
giudizio di Dio e punizione di Dio Božij sud i Bož’ja kara
per lo zarevic, il fanciullo vittima di un potere za careviča, maljutku,
insaziabile, vittima dell’avidità e della cattiveria žertvu alčnosti i zloby
dello zar-assassino Godunov. carja-zlodeja Godunova.
Sveglierò i potenti che dormono, Razbužu magnatov sonnych,
con lo splendore dell’oro e del bottino bleskom zlata i lobyči
attirerò tutti i nobili. zamanju ja šljachtu.
E te, mio pretendente, A tebja, moj samozvanec,
mio languido amante, moj ljubovnik tomnyj,
te inebrierò con lacrime opoju tebja slezami
di ardente passione, strasti žgučej,
ti soffocherò negli abbracci, zadušu tebja v ob’’jat’jach,
ti bacerò, mio caro zaceluju, milyj
mio futuro sposo. moj ženich nazvanyj.
Col tenero bisbigliare dell’amore Nežnym lepetom ljubovnym
incanterò il tuo udito. sluch tvoj očaruju.
Per la signora di Mnisek sono troppo noiose Panne Mnišek sliškom skučny
le effusioni di languida passione, strasti tomnoj izlijan’ja,
le preghiere dei giovani ardenti, pylkich junošej molen’ja,
i discorsi volgari dei vecchi. reči pošlye magnatov.
La signora di Mnisek vuole la gloria, Panna Mnišek slavy chočet,
la signora di Mnisek anela al potere!... panna Mnišek vlasti žaždet!…
Sul trono degli zar di Mosca Na prestol carej Moskovskich
io mi siederò da zarina, ja caricej sjadu,
e nella porpora intessuta d’oro i v porfire zlatotkannoj,
brillerò come il sole. solncem zablistaju.
Con la mia bellezza meravigliosa A krasoj svoej čudesnoj
stupirò gli ottusi moscoviti, ja sražu tupych moskalej,
e il gregge dei boiari boriosi i stala bojar kičlivych
dovrà riverirmi. bit’ čelom sebe zastavlju.
E anche nei racconti, I proslavjat v skazkach,
veri o fantastici, byljach, nebylicach,
gli ottusi moscoviti celebreranno gorduju svoju caricu
la loro orgogliosa zarina. tupoumnye moskali!…
Ha, ha, ha, ha ha, Cha, cha, cha, cha, cha,
ha, ha, ha, ha, ha, ha! cha, cha, cha, cha, cha, cha!

(si mette a ridere, va verso la porta, ma si ferma allo specchio, ammirandosi e aggiustandosi la corona.
Vedendo nello specchio un gesuita, in piedi in atteggiamento umile presso la porta, dà un grido)
Ah!... Ah!, siete voi, padre mio! A!… Ach, ėto vy, moj otec!

45
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

RANGONI RANGONI
È permesso Dozvolit li
a un umile servo ničtožnomu rabu
del Signore Gospodnju
chiedere la vostra attenzione krasoju nezemnoju
signora splendente blistajuščaja panna
di bellezza celestiale? prosit’ vnimanija…

(Facendo un inchino)

MARINA MARINA
Padre mio, voi non Otec moj, vy ne
dovete chiedere: prosit’ dolžny:
Marina Mnisek Marina Mnišek
è e sarà sottomessa dočer’ju poslušnoju
come una figlia byla i budet svjatoj,
alla chiesa, santa, apostol’skoj
apostolica e indivisibile. i nerazdel’noj Cerkvi.

RANGONI RANGONI
La chiesa di Dio Cerkov’ Božija
è abbandonata, dimenticata. ostavlena, zabyta.
Le chiare immagini Liki svetlye
dei santi sono impallidite, svjatych poblekli,
la pura sorgente very živoj istočnich
della fede viva si è estinta, čistyj glochnet,
il fuoco dei ogn’ kadil’nic
fragranti incensieri langue, blagovonnych merknet,
sono aperte le ferite zijajut rany svjatych
dei santi martiri, strastoterpcev,
dolori e lamenti skorb’ i stony v
negli eremi sulle montagne, obiteljach gornich,
scendono le lacrime l’jutsja slëzy
degli ultimi pastori. pastyrej smirennych!

MARINA MARINA
Padre mio! Voi... voi mi spaventate. Otec moj! Vy… smuščaete menja.
Il vostro accorato discorso Bol’ju žgučeju
ha fatto nascere una bruciante reč’ vaša skorbnaja
pena nel mio debole cuore. v slabom moëm serdce otdaëtsja.

RANGONI RANGONI
Figlia mia!... Marina!... Doč’ moja! Marina!
Proclama agli eretici Provozvesti eretikam
di Mosca la vera fede! moskaljam veru pravuju!
Volgili al cammino della salvezza, Obrati ich na put’ spasen’ja,
distruggi lo spirito peccaminoso dello scisma. sokruši duch raskola grechovnyj.
E gli angeli del Signore I proslavjat Marinu
proclameranno Santa Marina scjatuju pred prestolom
davanti al trono splendente Tvorca lučezarnym
del Creatore! angely Gospodni!

46
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

MARINA MARINA
(commossa, con esaltazione)
E gli angeli di Dio I proslavjat Marinu
proclameranno Santa Marina svjatuju pred prestolom
davanti al trono splendente tvorca lučezarnym
del Creatore! angely Gospodni!

(riavendosi)
Oh! Che peccato! U! Grech kakoj!
Padre mio, con una terribile lusinga Otec moj, soblaznom strašnym
avete tentato l’anima peccatrice vy iskusili dušu grešnuju
dell’inesperta e volubile Marina... neopytnoj i vetrenoj Mariny…
Non a me, abituata allo splendore, Ne mne, privykšej k blesku,
al vortice del bel mondo e degli allegri ban- v vichre sveta i pirov vesëlych,
chetti, net, ne mne na dolju palo
no, non a me è toccato in sorte proslavit’ Cerkov’ Boš’ju.
di proclamare la Chiesa di Dio. Ja bessil’na…
Non ne ho la forza...
RANGONI
RANGONI Krasoju svoeju pleni
Con la tua bellezza seduci samozvanca!
il pretendente! Reč’ju ljubovnoju
Con parole d’amore tenere e ardenti strast’ zaroni v ego serdce.
accendi la passione nel suo cuore. Plamennym vzorom,
Con sguardi infuocati ulybkoj čarujuščej
e sorrisi affascinanti razum ego pokori.
domina la sua mente. Prezri suevernyj,
Disprezza la superstiziosa nelepyj strach
e assurda paura ugryzenij sovesti žalkoj,
dei vili rimorsi di coscienza, bros’ predrassudok,
abbandona il pregiudizio, pustoj i sabavnyj,
vuoto e ridicolo, devič’ej stydlivosti,
della pudicizia di fanciulla, ložnoj i vzdornoj.
falsa e insensata. Poroju gnevom pritvornym.
Ora con artefatto sdegno, kapriznoju prichot’ju ženskoj,
con la capricciosa mutevolezza femminile, poroju tonkoju lest’ju
ora con la sottile adulazione il’ lovkim obmanom
o con abili inganni, iskusi ego, obol’sti ego.
seducilo e conquistalo. I, kogda istomlënnyj.
E quando, sfinito, u nog tvoich livnych.
sarà ai tuoi piedi divini, v vostorge bezmolvnom,
e nell’entusiasmo senza parole ždat’ budet velenij,
aspetterà i tuoi comandi, kljatvu potrebuj
fagli giurare svjatoj propagandy!
di propagandare la fede!

MARINA MARINA
E perché dovrei? Togo li mne nužno?

RANGONI RANGONI
Come?.. Tu osi Kak? I ty derzaeš’
47
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

opporti alla Chiesa? protivit’sja Cerkvi!


Se per il bene ti fosse richiesto, Esli za blago priznano budet,
tu dovresti sacrificare subito, dolžna ty požertvovat’ totčas,
senza paura, senza dispiacere... bez stracha, bez sožalen’ja…
il tuo onore. čest’ju svoeju.

MARINA MARINA
Cosa?.. Sfrontato bugiardo! Čto? derzkij lžec!
Maledico i tuoi discorsi astuti, Kljanu tvoi reči lukavye,
il tuo cuore corrotto. serdce tvoë razvraščënnoe,
Ti maledico con tutta la forza del disprezzo. kljanu tebja vsej siloj prezrenija.

RANGONI RANGONI
(rfitirandosi verso la porta)
Marina!... Marina!

MARINA MARINA
Via da me! Proč’ s glaz moich!

RANGONI RANGONI
(Avanza a poco a poco)
I tuoi occhi sono accesi Plamenem adskim
da una fiamma infernale, glaza tvoi zasverkali,
le labbra sono sfigurate, usta iskazilis’,
le guance pallide, ščëki poblekli;
la tua bellezza ot dunoven’ja nečistogo
l’ha rapita uno spirito impuro. isčezla krasa tvoja.
Gli spiriti delle tenebre si sono impadroniti di te, Duchi t’my toboj obladeli,
hanno oscurato la tua mente gordynej besovskoj
con l’orgoglio diabolico. tvoj um omračili.

MARINA MARINA
O Dio, difendimi! O, Bože, zaščiti menja!
Dio, istruiscimi! Bože, nauči menja!

RANGONI RANGONI
Con la sua grandezza terribile V groznom velič’i,
e le ali infernali na kryl’jach adskich,
lo stesso Satana sam Satana parit
vola sopra di te! nad toboju!

MARINA MARINA
(dà un grido e cade ai piedi di Rangoni)
Ah! A!…

RANGONI RANGONI
(come un rapace sulla preda)
Sottomettiti all’inviato di Dio! Smiris’ pred Bož’im poslom!

48
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

Datti a me con tutta l’anima, Predajsja mne, vsej dušoju,


con ogni pensiero, vsem pomyslom,
desiderio e sogno; želan’em i mečtoju,
sii la mia schiava! moeju bud’ raboj!

Quadro secondo
Il castello dei Mnisek a Sandomir. Un giardino con una fontana. È una notte di luna.

PRETENDENTE SAMOZVANEC
(esce dal castello, sognante)
A mezzanotte, nel giardino... V polnoč’… v sadu…
presso la fontana... u fontana…
Oh, voce divina! O, golos divnyj!
Di quanta gioia Kakoj otradoj
hai colmato il mio cuore! ty mne napolnil serdce!…

(Si avvicina alla fontana)


Verrai, mia amata, Pridëš’ li ty, želammaja,
verrai, mia colomba pridëš’ li, golubka
dalle ali leggere? moja legkokrylaja?
O forse hai dimenticato Al’ ne vspomjaneš’ ty
il tuo falco impetuoso, bujnogo sokola, čto
che per te intristisce, e soffre. po tebe grustit, nadryvaetsja.
Col dolce saluto, Privetom laskovym,
con le parole tenere, reč’ju nežnoju
allevia il tormento incessante ty utoli muku serdca
del mio cuore. bezyschodnuju.

(voltandosi verso il castello)


Marina!... Marina!…
Rispondi, rispondi!... Otkliknis’, o, otkliknis’!…
Vieni, vieni, ti aspetto!... Pridi… pridi, ja ždu tebja!…
No!... Non c’è risposta... Net!… net otveta…

(rimane pensieroso. Da dietro il castello, furtivamente, avanza il gesuita)

RANGONI RANGONI
Zarevič! Carevič!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Ancora dietro di me! Opjat’ za mnoj!
Mi segui come un’ombra. Kak ten’, presledueš’ menja.

RANGONI RANGONI
Splendido Svetlejšij,
e nobile zarevič! doblestnyj carevič!
Mi manda la bella e Ja poslan k vam gordoju
orgogliosa Marina! krasavicej Marinoj…

49
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Marina! Marinoj!

RANGONI RANGONI
L’obbediente e tenera figlia Poslušnoj, nežnoj dočer’ju,
che il Cielo mi ha affidato. mne nebom vručënnoj.
Ella mi ha ordinato di dirvi Ona umoljala skazat’ vam,
che molte perfide ingiurie čto mnogo nasmešek zlobnych
ha dovuto sopportare, prišlos’ perenest’ ej,
che vi ama, čto vas ona ljubit,
e verrà da voi... čto budet k vam…

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Oh, se tu non mentissi, O, esli ty ne lžëš’,
se non fosse Satana in persona esli ne sam Satana
a sussurrare queste parole meravigliose... šepčet te reči čudesnye…
La innalzerò, la mia colombella, Voznesu eë, golubku,
su tutta la terra russa, pred vseju russkoj zemlëj,
la eleverò con me vozvedu eë s soboju
sul trono degli zar, na carskij prestol,
e accecherò con la sua bellezza osleplju eë krasoju
il popolo ortodosso... pravoslavnyj ljud!

(scrutando il gesuita)
Demonio malvagio! Zloj demon!
Come un ladro che si aggira nella notte, Ty, kak tat’ nočnoj,
mi sei penetrato nell’anima zakralsja mne v dušu,
mi hai strappato dal petto ty vyrval iz grudi moej
la confessione... priznan’e…
Mi hai mentito sull’amore di Marina?... Ty o ljubvi Mariny lgal?

RANGONI RANGONI
Mentire?.. Io ho mentito?... Lgal?… Ja lgal?…
E a te, zarevič? I pered toboj, carevič?
Per te solo notte e giorno Da po tebe odnom i den’, i noč’
ella soffre e si strugge, ona tomitsja i stradaet,
e la tua sorte invidiabile o sud’be tvoej zavidnoj
sogna nella notte tranquilla. v nočnoj tiši mečtaet.
Ah, se tu l’amassi, O, esli b ty ljubil eë,
se conoscessi il suo tormento, esli b znal eë terzan’ja,
le beffe dei nobili orgogliosi, gordych panov nasmeški,
l’invidia delle loro ipocrite mogli, zavist’ ich žën licemernych,
i pettegolezzi volgari, pošlye spletni,
le vuote invenzioni bredni pustye
di incontri segreti, o tajnych svidan’jach.
di baci, o pocelujach,
le offese roj oskorblenij
intollerabili, nevynosimych,
oh, non respingeresti allora o, ty ne otverg by togda
le mie umili parole, mol’by moej skromnoj,
le mie affermazioni, moich uverenij,

50
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

non chiameresti menzogna lož’ju ne nazval by


il tormento della povera Marina. muku bednoj Mariny.

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Basta! Dobol’no!
Basta coi rimproveri! Sliškom mnogo uprëkov,
Troppo a lungo ho celato sliškom dolgo skryval ja
al mondo la mia felicità! ot ljudej svoe sčast’e.
Io mi leverò a difendere Marina, Ja za Marinu grud’ju stanu,
interrogherò i nobili arroganti, ja doprošu panov nadmennych,
distruggerò kovarstvo žën ich
la perfidia delle loro donne impudenti. besstydnych razrušu.
Io, ridicolizzerò la loro penosa cattiveria, Ja osmeju ich žalkuju zlobu,
davanti a tutte quelle pred vseju tolpoju
nobildonne senza cuore bezdušnych panenok
dichiarerò il mio amore sconfinato per otkrojus’ v ljubvi bezgraničnoj
Marina. Marine,
Mi getterò ai suoi piedi, ja brošus’ k nogam eë,
pregandola di non respingere umoljaja ne otvergat’
la mia ardente passione, pylkoj strasti moej,
di essermi moglie, byt’ mne ženoju,
zarina, compagna... cariceju, drugom…

RANGONI RANGONI
(fra sé)
Sant’Ignazio, Vspomoščestvuj,
aiutami! svjatoj Ignatij!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
(al gesuita)
Tu, che hai rinunciato al mondo, Ty, otrekšijsja ot mira,
che hai rifiutato e maledetto prokljat’ju predavšij
tutte le gioie della vita, vse radosti žizni,
grande maestro master velikij
nell’arte di amare, v ljubovnom iskusstve,
ti prego, zaklinaju tebja
per tutta la forza del tuo giuramento, vsej siloj kljatvy tvoej,
per tutta la forza del tuo desiderio vsej siloj žaždy
della beatitudine celeste, blaženstva nebesnogo!
conducimi da lei, Vedi menja k nej,
concedimi di vederla, o, daj uvidet’ eë,
concedimi di parlare del mio amore daj skazat’ o ljubvi moej,
e delle mie sofferenze, o stradan’jach moich,
e non c’è prezzo i net toj ceny,
che mi spaventerà! čto smutila b menja!

RANGONI RANGONI
Umile. peccatore, Smirennyj, grešnyj
servo di Dio, sempre in preghiera per il suo bogomolec za bližnich svoich,
prossimo,
sempre in preghiera per ottenere il perdono o strašnom dne poslednego suda,
51
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

nel terribile giorno dell’ultimo giudizio, o groznoj kare Gospodnej,


dalla tremenda giustizia del Signore grjaduščej v tot den’,
che avverrà quel giorno. vsečasno pomyšljajuščij.
Cadavere, da gran tempo morto Trup, davno otživšij,
e freddo come la pietra, chladnyj kamen’ možet li
posso forse desiderare i tesori della vita? želat’ sokrovišč žizni?
Ma se Dimitrij, No esli Dimitrij
ispirato da Dio, vnušen’em Bož’im,
non respingesse ne otvergnet želanij
il mio umile desiderio smirennych,
di custodirlo come fosse un figlio, ne pokidat’ ego kak syna,
di seguirlo in ogni passo sledit’ za každym
e in ogni respiro, šagom ego i mysl’ju,
di proteggerlo e di vegliare su di lui... bereč’ i ochranjat’ ego…

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Sì, io non mi separerò da te, Da, ja ne rasstanus’ s toboj,
se mi concederai di vedere pol’ko daj mne uvidet’
la mia Marina, di abbracciarla... Marinu moju, obnjat’ eë…

RANGONI RANGONI
Zarevič, nasconditi! Carevič, skrojsja!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Che c’è? Čto s toboj?

RANGONI RANGONI
Qui ti troverà la folla Tebja zastanet zdes’ tolpa
dei nobili del banchetto. pirujuščich magnatov.
Vattene, zarevič, ti prego, Ujdi, carevič, umoljaju,
vattene! ujdi!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Che vengano pure, io li accoglierò con rispetto, Pust’ idut, ja vstreču ich s počëtom.
a seconda del rango, della nobiltà, dell’onore... Po sanu, doblesti i česti…

RANGONI RANGONI
Attento, zarevič, Opomnis’, carevič,
tu perdi te stesso ty pogubiš’ sebja,
e tradisci Marina, ty vydaš’ Marinu,
vattene, presto! ujdi skoree!

(a forza fa uscire il pretendente. Dalla terrazza del castello entra il gruppo degli ospiti. Davanti Marina,
sottobraccio a un vecchio signore. Gli ospiti a coppie attraversano la scena dirigendosi verso il giardino)

MARINA MARINA
(apparendo dal giardino, sottobraccio a un vecchio signore)
Non credo alla vostra Vašej strasti
passione, signore, ja ne verju, pane,
i vostri giuramenti e le vostre dichiarazioni vaši kljatvy, uveren’ja,
sono inutili. vsë naprasno!
52
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

E, signore, voi non potete... I ne možete vy, pane…

(entra nel giardino)

OSPITI CHOR
Presto conquisteremo I Moskovsko carstvo
l’impero di Mosca! my polonim živo!
Vi porteremo i moscoviti I moskalej plennych
in catene, signore! privedëm k vam, panni!
E certo distruggeremo A vojska Borisa
l’armata di Boris! razob’ëm naverno!
Allora, se è così, Nu, tak čto že, pane,
perché indugiate, signori? čto medlit’, pany…
A Mosca, presto, Na Moskvu skorej idite
a catturare Boris... i Borisa v pleh berite.
Parola di polacchi: Dlja Reči Pospolitoj
bisogna distruggere nado razorit’
il nido moscovita! gnezdo moskalej!
Marina non saprà farlo! Marina ne sumeet…
È bella, ma fredda, Krasiva, no sucha,
orgogliosa, cattiva... nadmenna, zla.

MARINA MARINA
(entrando dalla terrazza nel castello si rivolge agli ospiti)

Vino, vino, signori! Vina, vina, panove!

OSPITI CHOR
(seguendo Marina nel castello)
Viva Marina! Da zdravstvuet Marina!
Beviamo alla salute dei Mnisek! P’em bokal vo zdrav’e Mniškoj!
Onoriamo Marina con vino ungherese! Vengerskim čestvovat’ Marinu!
Gloria alla corona imperiale di Marina! Vo slavu carskogo venca Mariny!
Viva! Viva! Viva! Vivat! Vivat! Vivat!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
(entra di corsa, divincolandosi)
L’astuto gesuita Iezuit lukavyj,
mi ha stretto così forte krepko sžal menja
nelle sue grinfie maledette v kogtjach svoich prokljatych.
che ho potuto solo da lontano, Ja tol’ko mel’kom,
per un istante, izdali uspel vzgljanut’
vedere la divina Marina, na divnuju Marinu.
e di nascosto incontrare Ukradkoj vstretit’
l’affascinante splendore blesk čarujuščij
dei suoi occhi meravigliosi. očej eë čudesnych.
Il cuore mi batteva forte, A serdce bilos’ sil’no,
così forte, che più di una volta tak sil’no bilos’, čto,
ho cercato di riacquistare la libertà con la forza, ne raz, tolkalo s boja
di azzuffarmi col mio guardiano non voluto, vzjat’ svobodu, podrat’sja
il mio padre spirituale!... s pokrovitelem nezvannym!…

53
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

Mentre udivo le sue parole insopportabili, Pod boltovnju nesnosnuju ego


astute fino all’insolenza, rečej, do naglosti lukavych,
ho visto, sottobraccio a un nobile sdentato, ja videl, pod ruku s panom bezzubym,
l’orgogliosa e bella Marina; nadmennuju krasavicu Marinu,
risplendeva il suo sorriso affascinante, plenitel’noj ulybkoju sijaja,
mentre la maliarda sussurrava prelestnica šeptala:
di tenere carezze, di passione silenziosa, o laske nežnoj, o strasti tichoj,
di felicità di essere sua moglie... o sčast’i byt’ suprugoj…
La moglie di uno sdentato libertino! Suprugoj bezzubogo kutily!
Quando la sorte le ha predestinato Kogda sud’ba sulit ej
la felicità dell’amore e la gloria, ljubvi blaženstvo i slavu,
la corona d’oro venec zlatoj,
e la porpora di zarina!... i carskuju porfiru!…
No! Al diavolo tutti! Net, k čërtu vsë!
Presto, la mia armatura di guerra! Skoree v brannye dospechi!
L’elmo, e la spada damaschina, Šelom i meč bulatnyj,
e a cavallo! i na konej!
Avanti! Allo scontro mortale! Vpered! Na smertnyj boj!
Cavalcherò alla testa Mčat’sja v glabe
della mia valorosa compagnia! družiny chorobroj,
Incontrerò faccia a faccia vstretit’ licom k licu
le schiere nemiche, vraž’i polki,
e in battaglia conquisterò gloriosamente, s boja, so slavoj, vzjat’
il trono che mi spetta! naslednyj prestol!

MARINA MARINA
(entra)
Dimitrij! Zarevič! Dimitrij! Carevič!
Dimitrij! Dimitrij!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
(esce da dietro un albero)
È lei! Marina! Ona! Marina!
Sono qui, mia colomba, Zdes’, moja golubka,
mia bella! krasavica moja!
Con che sofferenza, Kak tomitel’no,
e che lentezza kak dolgo dlilis’
sono passati i minuti dell’attesa. minuty ožidan’ja,
Quanti dubbi tormentosi, skol’ko mučitel’nych
torturandomi il cuore, somnenij, serdce terzaja,
hanno offuscato i miei chiari pensieri, svetlye dumy moi omračali,
mi hanno fatto maledire il mio amore ljubov’ moju i sčast’e
e la felicità... proklinat’ zastavljali…

MARINA MARINA
Lo so, so tutto! Znaju, vsë znaju!
Non dormi la notte, Nočej ne spiš’,
ma sogni, giorno e notte mečtaeš’ ty i den’ i noč’,
sogni la tua Marina! mečtaeš’ o svoej Marine!
Non per parlare d’amore, Ne dlja besed ljubovnych,
né per vuoti ne dlja rečej pustych
54
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

e insulsi discorsi i vzdornych


sono venuta da te. ja prišla k tebe.
Da solo con te stesso puoi Naedine s soboju ty možeš’
illanguidire e scioglierti d’amore per me. mlet’ i tajat’ ot ljubvi ko mne.

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Marina?! Marina?

MARINA MARINA
Non mi meraviglierò, devi saperlo, Menja ne udivjat, ty dolžen znat’,
dei tuoi sacrifici, e nemmeno della tua morte ni žertvy, ni daže smert’
causata dall’amore per me. tvoja iz-za ljubvi ko mne.
Quando sarai lo zar di Mosca? Kogda ž carëm ty budeš’ na Moskve?

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Lo zar? Marina, tu spaventi il mio cuore! Carëm? Marina, ty pugaeš’ serdce!
Forse che il potere, il trono splendente, Uželi vlast’, sijanie prestola,
la schiera dei vili servi, cholopov podlych roj,
le loro ripugnanti denunce, ich gnusnye donosy
hanno potuto soffocare in te v tebe mogli by zaglušit’
il santo desiderio dell’amore reciproco, svjatuju žaždu ljubvi vzaimnoj,
la gioia delle carezze sincere, otradu laski serdečnoj,
la forza affascinante degli abbracci ardenti ob’’jatij žarkich i strastnych
e delle estasi appassionate? vostorgov čarujušuju silu!

MARINA MARINA
Certo! Konečno!
Anche in una povera capanna My i v chižine ubogoj
saremo felici noi due, budem sčastlivy s toboj;
che cos’è per noi la gloria? čto nam slava,
Cos’è per noi l’impero? čto nam carstvo?
Noi vivremo My ljubov’ju
di solo amore. budem žit’ odnoj!
Se voi, zarevič, Esli vy, carevič,
volete solo l’amore, odnoj ljubvi chotite,
a Mosca potrete a Moskovii u vas
trovare non poche dame najdetsja nemalo ženščin
formose, rosee, dalle ciglia vellutate... debelych, rumjanych, brov’ sobolinaja…

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Che cosa sono le nostre donne! Čto naši ženščiny!
Poltrire sui piumini, illanguidirsi e struggersi V puchovikach valjat’sja,
è tutto ciò che sanno fare! mlet’ i tajat’ ljubo im!
Sussurra loro una sola parola d’amore Šepni chot’ slovo o ljubvi,
e si scioglieranno tanto da dar la nausea! raskisnut tak, čto tošno stanet!
Te, te sola, Marina, Tebja, tebja odnu, Marina,
io adoro con tutta la forza della passione, ja obožaju vsej siloj strasti,
con tutto il mio desiderio vsej žaždoj negi
di tenerezza e felicità. i blaženstva.
Abbi pietà delle sofferenze Sžal’sja nad skorb’ju
della mia anima tormentata... isterzannoj duši moej…

55
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

Non respingermi! Ne otvergaj menja!

MARINA MARINA
Così non Marina, ma soltanto Tak ne Marinu, vy tol’ko
la donna che è in me amate? ženščinu vo mne ljubili?
Solo il trono degli zar di Mosca, Liš’ prestol carej Moskovskich.
solo la porpora e la corona d’oro liš’ porfira i venec zlatoj
possono sedurmi. iskusit’… menja… mogli by.

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Tu ferisci il mio cuore, Ty raniš’ serdce mne,
crudele Marina! žestokaja Marina;
Dalle tue parole un freddo mortale ot slob tvoich mogil’nyj
spira nella mia anima. chlad na dušu veet.
Vedi, sono ai tuoi piedi, Vidiš’: ja u nog tvoich,
ai tuoi piedi ti prego: u nog tvoich molju tebja:
non respingere ne otvergaj
il mio folle amore! ljubvi moej bezumnoj!

MARINA MARINA
(Respinge il Pretendente con i piedi)
Alzati, tenero innamorato! Vstan’, ljubovnik nežnyj!
Non languire in un’inutile preghiera! Ne tomi sebja mol’boj naprasnoj!
Alzati, giovane malato d’amore! Vstan’, stradalec tomnyj!
Ho pietà di te, mio caro, Mne žal’ tebja, moj milyj,
tu sei venuto meno, sei illanguidito, iznemog ty, istomilsja,
per amore della tua Marina. ot ljubvi k svoej Marine,
Giorno e notte sogni di lei, den’ i noč’ o nej mečtaeš’,
ti dimentichi perfino di pensare al trono, zabyl i dumat’ o prestole,
alla lotta con lo zar Boris... o bor’be s carëm Borisom…
Via, vagabondo insolente! Proč’, brodjaga derzkij!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Marina, che cos’hai? Marina, čto s toboj?

MARINA MARINA
Via, scagnozzo dei nobili! Proč’, prispešnik panskij!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Che cos’hai? Čto s toboj?

MARINA MARINA
Servo! Cholop!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Basta, Marina! Stoj, Marina!
Mi sembra che tu Mne čudilos’, ty
penosamente mi rinfacci brosila ukorom tjagostnym
la mia vita passata... moej minuvšej žizni…
Menti orgogliosa polacca! Lžëš’, gordaja poljačka!
56
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

Io sono lo zarevič! Carevič ja!


Da ogni parte della Russia So vsech koncov Rusi
sono già giunti i condottieri. voždi steklisja.
Domani mattina volerò nella battaglia Zautro v boj letim v glave
alla testa della mia valorosa compagnia, družni chorobrych,
glorioso guerriero slavnym vitjazem prjamo
arriverò al Cremlino di Mosca, v Kreml’ Moskovskij,
al trono dei miei padri, na otčij prestol,
destinatomi dalla sorte! zaveščannyj sud’boj!
Ma quando sarò zar, No, kogda carëm ja sjadu,
nell’inavvicinabile grandezza, v velič’i nepristupnom,
oh, con che gioia o, s kakim vostorgom
riderò di te, ja nasmejus’ nad toboj.
con che piacere o, kak ochotno ja
ti guarderò posmotrju na tebja,
quando, soffrendo kak ty, poterjannym
per il regno perduto carstvom terzajas’,
striscerai come una docile schiava raboju noslušnoju budeš’
ai piedi polzti k podnožiju
del mio trono... predstola moego…
Allora ordinerò a tutti di ridere Vsem togda smejat’sja ja velju
della sciocca polacca!... ned duroju šljachtjankoj!

MARINA MARINA
Ridere... Oh, zarevič, Smejat’sja!… O, carevič,
ti prego, non maledirmi umoljaju, ne kljani menja
per le mie parole cattive. za reči zlye moi.
Non il rimprovero, né la derisione, Ne ukorom, ne nasmeškoj,
ma solo l’amore, no čistoj ljubov’ju,
il desiderio della tua gloria, žaždoj slavy tvoej,
il desiderio della tua grandezza, žaždoj velič’ja
risuonava in esse, nel silenzio della notte, zvučat oni v tiši nočnoj,
mio caro, mio amato. moj milyj, kochanyj moj.
Non ti tradirà la tua Marina! Ne izmenit tebe tvoja Marina!
Dimenticati, dimenticati di lei, Zabud’, o, zabud’ o nej,
dimentica il suo amore zabud’ o ljubvi svoej,
e corri al trono imperiale! skoree ne carskij prestol!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Marina! Non accrescere Marina! Adskuju muku
col tuo falso amore duši moej ne rastravljaj
il tormento infernale della mia anima! ljubov’ju pritvornoj!

MARINA MARINA
Io ti amo, mio diletto, Ljublju tebja, moj kochanyj,
mio signore. moj povelitel’!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Oh, ripeti, ripeti, Marina! O, povtori, povtori, Marina!
Oh, non lasciare raffreddare il piacere, O, ne daj ostyt’ naslažden’ju,
dona all’anima la gioia, mia incantatrice, daj duše otradu, moja čarovnica,

57
Musorgskij: Boris Godunov - atto terzo

(cade in ginocchio)
vita mia! žizn’ moja!

MARINA MARINA
Mio zar! Car’ moj!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Alzati, Vstan’ carica moja
mia adorata regina! nenagljadnaja!

MARINA MARINA
Oh, mio signore, O, kak serdce moë oživil
come hai ravvivato il mio cuore! ty, pobelitel’ moj!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Alzati, abbraccia il tuo amato! Vstan’, obnimi želannogo!

(bacia Marina)

RANGONI RANGONI
(attraversa la scena e si ferma mentre i due si baciano, gustando la vittoria ottenuta)

Oh, U!
i miei colombi! O, golubki moi!
Oh, come siete semplici, teneri! O, kak vy prosty, kak nežny!
I vostri languidi sguardi, i vostri abbracci S tomnym vzorom, v žarkich ob’’jat’jach.
appassionati
sono il frutto del mio lavoro! Dobyča vernaja moja!

PRETENDENTE SAMOZVANEC
Marina mia! Possa Moja Marina! Skoro l’
giungere presto il momento della felicità, blaženstva mig nastanet,
possa arrivare presto skoro l’ sčast’ja
il sospirato giorno di gioia! želannyj den’ pridet!
MARINA
MARINA
Oh, mio Dimitrij,
la truppa da tempo ti attende! O, moj Dimitrij!
Corri a Mosca, Vojsko davno ždët tebja,
al trono degli zar! speši v Moskvu,
na carskij prestol!

58
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

ATTO QUARTO
Quadro primo
La sala Granovitaja nel Cremlino di Mosca
Ai lati, i banchi. A destra l’uscita sul grande scalone, a destra quella per gli appartamenti. Sulla destra,
presso la ribalta, un tavolo, rivestito di velluto rosso, con l’occorrente per scrivere. Un po’ più a sinistra c’è
il posto dello zar. Seduta straordinaria della Duma dei boiari. A sinistra, dagli appartamenti, entra Scelka-
lov, con una carta in mano e si inchina ai boiari, che ricambiano l’inchino.

SCELKALOV ˇ
ŠCELKALOV
Nobili boiari! Sanobitye bojare!
Il gran signore, Velikij gosudar’.
zar Boris Feodorič, car’ Boris Feodorovič,
con la benedizione c blagoslovenija velikogo
del grande e santissimo padre, svjatejšego otca i
patriarca di tutta la Russia, patriarcha vseja Rusi,
ha ordinato di annunciarvi: velel vam ob’’javit’:
“Un bandito, ladro, “Razbojnik, vor, brodjaga
vagabondo senza nome, bezyzvestnyj, zlodej i
malfattore e ribelle, buntovščik, vosstavšij
fomentatore di disordini, mjatežom s tolpoj
con una folla di mercenari affamati, naemnikov golodnych i
fregiandosi del nome di zarevič, imenem careviča
presentandosi nazvavšis’, sebja carem
come lo zar legittimo, iskonnym veličaja,
con la compagnia suputstvuem bojarami
dei boiari caduti in disgrazia opal’nymi i vsjakoj
e di tutte le canaglie della Lituania, svoloč’ju litovskoj,
ha pensato zadumal sokrušit’
di impadronirsi del trono di Boris, tron Borisov i vas,
e arrogantemente invita bojar, k tomu ž
anche voi boiari ad unirsi a lui, nadmenno priglašaet,
promulgando o čëm zlodejskie
criminali decreti”. ukazy razoslal,”

(Srotola il documento ufficiale)


A questo proposito, se siete d’accordo, . Togo radi, blagoslovjas’,
esprimete il vostro nad nim pravdivyj
giudizio su di lui. sud vaš sotvorite.

BOIARI BOJARE
(da sinistra)
Allora? Čto ž?
Iniziamo a votare, boiari. Pojdëm na golosa, bojare.

(da sinistra)
Siate voi i primi, boiari. Vam pervym načinat’, bojare.

(da sinistra)

59
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

La nostra opinione da tempo è ferma. Da naše mnenie davno gotovo.

(a Scelkalov)
Scrivi, Andrej Michailyč. Piši, Andrej Michajlyč…
Il malfattore, chiunque sia, Zlodeja, kto b ni byl on,
sia giustiziato... skaznit’…

(da destra)
Fermi, boiari! Stoj, bojare!
Prima bisogna arrestarlo, Vy prežde izlovi,
e poi giustiziarlo... a tam skazni, požaluj.

(da sinistra)
Bene. Ladno.

(da destra)
No, non va del tutto bene. Nu, ne sovsem-to ladno.

(da sinistra)
Su, boiari, non fate confusione. Da nu, bojare, ne sbivajte!
Il malfattore, chiunque sia, sia catturato Zlodeja, kto b ni byl on,
e poi duramente torturato. imat’ i pytat’ na dybe krepko.
Sia giustiziato e il cadavere impiccato, A tam skaznit’ i trup ego
che lo becchino povesit’; pust’ kljujut
i corvi affamati. vrany golodnye!

(da destra)
Il suo cadavere venga bruciato, Trup ego predat’ sožžen’ju
sulla pubblica piazza, davanti a tutto il popolo, na lobnom meste vsenarodno
e maledette tre volte siano i triždy prokljast’
le sue sozze ceneri. tot prach poganyj.
E sia dispersa la cenere maledetta, I razvejat’ prach prokljatyj
al vento, fuori dalle mura. za zastavami po vetru.

(da destra a sinistra)


Affinché nei secoli si perda ogni traccia Čtob i sled prostyl na veki
del vagabondo che si diceva zarevič. po brodjagi-samozvanca.
E chiunque abbia congiurato con lui I každogo, kto s nim
sia giustiziato. edinomyslit, skaznit’.

(da destra)
E il suo cadavere sia esposto I trup k pozornomu
alla berlina. stolbu pribit’.

(altri)
Si mandino ovunque editti O čëm ukazy razoslat’
con questi ordini. povsemestno.

60
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

(tutti assieme)
Nei villaggi, nelle città e nei borghi, Po sëlam, gorodam i po
siano letti, in tutta la Russia, posadam, po vsej Rusi,
nelle cattedrali e nelle chiese, čitat’ v soborach i cerkvach,
sulle piazze e nelle riunioni. na ploščadjach i schodach.
E che si preghi in ginocchio il Signore I Gospoda molit’,
che abbia pietà della Russia da sžalitsja nad Rus’ju,
dalle molte sofferenze. mnogostradal’noj.

(a parte)
Peccato, che non ci sia il principe Sujskij; Žal’, Šujskogo net knjazja;
(Shujskij entra lentamente, scrutando l’assemblea dei boiari)

sebbene sia un sovversivo, chot’ i kramol’nik,


sembra che la nostra decisione a bez nego, kažis’,
non sia giusta, senza di lui. neladno vyšlo mnen’e.

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Scusatemi, boiari. Prostite mne, bojare.

BOIARI BOJARE
(a parte)
Ah, quando si parla del diavolo!... Ėk, lëgok na pomine!

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Ho ritardato un poco, Pozapozdal malen’ko,
ma è un ritardo ne vovremja požalovat’
involontario... izvolil…
Gli affari, le pesanti cure - Dela, zaboty tjažkie,
non è facile governare!... legko li, pravo!

BOIARI BOJARE
Vergognati, Vasil’ Ivanyč, Stydilsja by, Vasil’ Ivanyč,
alla tua età, v tvoi leta kramoloju
partecipare a vergognose congiure! postydnoj zanimat’sja!
Incitare il popolo nelle piazze, Narod na ploščadjach mutit’.
e assicurare che lo zarevič è vivo... Čto živ carevič zaverjat’…

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
(spaventato)
Che dite, boiari? Oj! Čto vy, bojare!
Abbiate timor di Dio! Pobojtes’ Boga!
Forse che potrei Mogu li ja vo dni
nei giorni del grande dolore, velikoj skorbi, v sebe
portando su di me nosja kručinu
la sofferenza Rusi celoj,
della Russia intera, mogu li ja kramolam
ordire congiure? predavat’sja?
Non sono che dicerie cattive, ostili, Vsë nagovory zlye, vsë nedrugi.
61
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

(a parte)
E perché non mi amano! I za čto ne ljubjat!
Ed ecco che ora, amandovi Vot i teper’, ljubja vas
con tutta l’anima, boiari, vsej dušoj, bojare,
voglio avvertirvi. choču predupredit’.
Ieri, lasciando lo zar, Namedni, uchodja ot gosudarja.
soffrendo con tutto il cuore, skorbja vsem serdcem,
temendo per la sua anima, radeja o duše carëvoj,
guardai... per caso ja v ščëločku… slučajno…
dalla serratura. zagljanul.
E cosa vidi, boiari! O, čto uvidel ja, bojare!
Pallido, bagnato dal sudore freddo, Blednyj, cholodnym
tremante in tutto il corpo, potom oblivajas’,
mormorando incoerentemente droža vsem telom,
certe frasi sconnesse, nesvjazno bormoča
con gli occhi ardenti di rabbia kakie-to slova čudnye,
tormentato da un dolore segreto, gnevno očami sverkaja,
l’infelice zar soffriva. kakoj-to mukoj tajnoj
Improvvisamente terzajas’, stradalec
divenne livido, gosudar’ tomilsja.
fissò gli occhi in un angolo, Vdrug posinel,
e gemendo orribilmente glaza ustavil v ugol,
e sfuggendo qualcosa... i strašno stenja i čurajas’…

BOIARI BOJARE
Menti, principe, menti! Lžëš’! Lžëš’, knjaz’!

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
...chiamava lo zarevič morto... K carevič pogibšemu vzyvaja…

BOIARI BOJARE
Che... Čto?

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
cercando invano di scacciarne il fantasma... Prizrak ego bessil’no otgonjaja,
“Via, via”, mormorava. “čur… cur”, šeptal.

(entra Boris, respingendo e scacciando un fantasma, e si avvicina, fortemente sconvolto, al proscenio)

BORIS BORIS
Via! Via! Čur, čur!

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
“Via, bambino!” “Čur, ditja!”

BORIS BORIS
Via... via! Čur, čur!

62
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

SCELKALOV ŠČELKALOV
(vedendo Boris)
Silenzio! lo zar... lo zar... Tiše! Car’… car’…

BOIARI BOJARE
(Vedendo Boris, indietreggiano)
Signore! Gospodi!

BORIS BORIS
Via, bambino! Čur, ditja!

BOIARI BOJARE
O Signore! O, Gospodi!
La forza di Cristo sia con noi... S nami krestnaja sila!

BORIS BORIS
Via, via! Čur, čur!
Chi dice: assassino? Kto govorit: ubijca’
Non ci sono assassini. Ubijcy net!
È vivo, è vivo il bambino. Živ, živ maljutka.
Ma Sujskij, A Šujskogo,
per il suo falso giuramento, za lživuju prisjagu,
sia squartato! četvertovat’!

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Il Signore ti benedica! Blagodat’ Gospodinja nad toboj!

BORIS BORIS
Eh? A?

(tornando in sé)
Vi ho convocati, boiari, Ja sozval vas, bojare.

(va al posto imperiale.)


e mi affido alla vostra saggezza; Na vašu mudrost’ polagajus’;

(Si siede)
nel tempo della sventura v godinu bed i
e della prova tjažkich ispytannij
voi siete il mio aiuto, boiari. vy mne pomoščniki, bojare.

SUJSKIJ ŠUJSKIJ
Grande sovrano! Velikij gosudar’!
Permetti al tuo umile servo, Dozvol’ mne, nerazumnomu,
al tuo sciocco schiavo, smirennomu radu,
di dirti una parola. slovo molvit’…
Qui, al grande scalone, Zdes’, u Krasnogo kryl’ca,
un umile monaco aspetta il permesso starec smirennyj žlët
63
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

di presentarsi sonzvolen’ja predstat’


ai tuoi occhi luminosi. pred oči tvoi svetlye.
Uomo di verità e di consiglio, Muž pravdy i soveta,
uomo dalla vita irreprensibile, muž žizni bezuprečnoj,
vuole rivelarti un grande segreto. velikuju on tajnu povedat’ chočet.

BORIS BORIS
Sia pure. Chiamalo! Byt’ tak. Zovi ego!

(Sujskij esce)
Le parole del monaco forse Beseda starca, byt’ možet,
calmeranno l’angoscia segreta uspokoit trevogu tajnuju
della mia anima tormentata!... izmučennoj duši!
(appare Sujskij. Dietro di lui Pimen. Pimen entra e si ferma sulla soglia della porta, guardando attenta-
mente Boris, e quindi avvicinandosigli)

PIMEN PIMEN
Un umile monaco, Mirennyj inok,
giudice semplice v delach mirskich
delle cose del mondo, nemudryj sudija,
osa oggi derzaet dnes’
alzare la sua voce... podat’ svoj golos.

BORIS BORIS
Racconta, vecchio, tutto ciò che sai... Rasskazyvaj, starik,
Senza nascondere nulla. vsë, čto znaeš’… bez utajki.

PIMEN PIMEN
Il mio racconto sarà Rasskaz moj budet
semplice e breve, prost i kratok,
un sincero racconto beschitrostnaja povest’
della divina opera o divnom promysle
del Signore!... Gospodnem!…
Una volta, sul far della sera, Odnaždy, v večernij čas,
venne da me un pastore, prišel ko mne pastuch,
un vecchio già venerando, uže mastityj starec,
e mi rivelò i tajnu mne
uno straordinario mistero: čudesnuju povedal:
«Ancora bambino «Eščë rebenkom,
– disse – – skazal on, –
divenni cieco e da allora ja oslep i s toj pory
non conobbi né giorno, né notte, ne znal ni dnja, ni noči,
fino alla vecchiaia. do starosti.
Invano mi curai Naprasno ja lečilsja
con erbe e i zeliem, i tajnym
con incantesimi, našeptan’em,
invano l’acqua medica naprasno ja iz
delle fonti sacre kladjazej svjatych kropil
spargevo sugli occhi... vodoj celebnoj oči…
Invano! Naprasno!
E mi ero così abituato I tak ja k t’me svoej
64
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

alle tenebre, privyk, čto daže


che perfino in sogno sny moj mne vidennych
mi apparivano non cose visibili, veščej už ne javljali,
ma solo suoni. a snilis’ tol’ko zvuki.
Una volta, immerso in un sonno profondo, Raz. v glubokom sne,
all’improvviso sento... vdrug slyšu…
una voce di bambino mi chiama, Detskij golos zovet menja,
(Boris geme, ascolta ansiosamente, e diventa agitato)
mi dice chiaramente: tak vnjatno zobet:
“ Alzati, nonnino, alzati, “Vstan’, deduška, vstan’!
va’ alla città di Uglič, Idi ty v Uglič-grad,

(Boris si alza e si asciuga la faccia con un fazzoletto)


vai alla cattedrale della Trasfigurazione, zajdi v sobor Preobražen’ja,
là prega tam pomolis’ ty
sulla mia piccola tomba; nad moej mogilkoj;
sappi, nonnino, znaj, deduška:
io sono Dimitrij, lo zarevič, Dimitrij ja, carevič;
il Signore mi ha accolto Gospod’ prijal menja
nella schiera dei suoi angeli, v lik angelov svoich,
e io ora sono i ja teper’ Rusi
un grande santo della Russia...”. velikij čudotvorec…”

(Boris sprofonda sulla poltrona)


Mi sono svegliato, ci ho ripensato, Prosnulsja ja… podumal…
ho preso con me il nipotino, vzjal s soboju vnuka
e ho intrapreso il lungo cammino. i v dal’nij put’ poplëlsja.
E non appena mi inginocchiai sulla tomba, I tol’ko čto sklonilsja
mi sentii così bene nad mogilkoj,
e mi sgorgarono le lacrime. tak chorošo vdrug stalo
Abbondanti, silenziose i slëzy polilis’,
sgorgavano, obil’no, ticho polilis’.
e io vidi la luce del Signore, i ja uvidel i Božij svet,
e mio nipote, e la tomba...». i vnuka, i mogil…»

BORIS BORIS
(grida e si porta la mano sul cuore. I boiari si lanciano in suo aiuto)
Oh, soffoco, soffoco! Luce! Carevič skorej!
(cade senza sensi tra le braccia dei boiari. I boiari sussurrano. Alcuni di loro corrono a chiamare un
medico. Subbuglio generale)
Presto, lo zarevič! Och, tjažko mne! Schimu!
Oh, sto male! Il sole! Ostav’te nas! Ujdite vse!
(i boiari fanno sedere Boris su una poltrona. Sujskij va a cercare lo zarevic, una parte dei boiari va a cer-
care il patriarca al monastero dei Miracoli, gli altri, non più di cinque, rimangono presso Boris. Arriva di
corsa Feodor e si accascia sul petto di Boris, che lo abbraccia)
Lasciateci! Uscite tutti! Oj! Dušno! Dušno! Svetu!

(i boiari escono)
Addio, figlio mio, muoio... Proščaj, moj syn, umiraju…
65
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

Ora inizierai a regnare. Sejčas ty carstvovat’ načnëš’.


Non domandare in che modo Ne sprašivaj, kakim putem
sono arrivato al trono... ja carstvo priobrël…
Non c’è bisogno che tu lo sappia. Tebe ne nužno snat’.

(con esaltazione)
Tu regnerai di diritto, Ty carstvovat’ po pravu budeš’,
come mio successore, kak moj naslednik,
come mio figlio primogenito... kak syn moj pervorodnyj…
Figlio mio! Bambino mio! Syn moj! Ditja moë rodnoe!
La corona ti arriva Venec tebe dostalsja
in un’epoca difficile. v tjažkuju godinu.
È forte il malvagio pretendente! Silën zloj samozvanec!
Si è levato contro di noi con un nome terribile, On imenem užasnym opolčëj.
intorno a te ci sono le congiure dei boiari, i Vokrug tebja bojar kramola,
tradimenti armati... izmena vojska…
Fame e morte... Glad i mor…
Ascolta, Feodor: non credere Slušaj, Feodor: ne vverjajsja
ai consigli dei boiari faziosi, navetam bojar kramol’nych.
segui attentamente i loro rapporti zorko sledi za ich snošen’jami
segreti con la Lituania, tajnymi s Litvoju,
punisci il tradimento senza compassione, Izmenu karaj bez poščady,
senza misericordia; bez milosti karaj;
persegui seriamente la giustizia del popolo, strogo vnikaj v sud narodnyj,
giustizia incorruttibile, sud nelicemernyj;
difendi come un soldato stoj na straže borcom
la vera fede, za veru pravuju,
onora santamente svjato čti svjatych
i santi di Dio. ugodnikov Bož’ich.
Conserva la tua purezza, Sobljudi ty čistotu
Feodor, in essa svoju, Feodor, v nej
è il tuo potere e la tua forza, moš’ tvoja i sila,
e la tenacia del tuo intelletto, i razuma krepost’,
e la salvezza. i spasen’e.

(Si porta la mano al cuore)


Tua sorella, la zarevna, Sestru svoju, carevnu,
custodisci, figlio mio, beregi, moj syn,
tu rimani ty ej odin chranitel’
il suo unico difensore... ostaëš’sja… našej
della nostra Ksenija, colomba pura. Ksenii, golubke čistoj.
Signore! Signore! Gospodi! Gospodi!
Guarda, ti prego, Vozzri, molju,
le lacrime di un padre colpevole; na slëzy grešnogo otca;
non per me ti prego, ne za sebja molju,
non per me, Signore!... ne za sebja, moj Bože!

(Mette la sua mano su Feodor)


Dalla tua celeste, S gornej nepristupnoj
inaccessibile altezza vysoty prolej Ty
irradia la tua luce benedetta blagodatnyj svet
sui miei figli na čad moich nevinnych…
66
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

innocenti, miti, puri... krotkich… čistych…


Forze celesti!... Sily nebesnye!
Guardiani dall’eterno trono... Straži trona predvečnogo…
Con le vostre chiare ali Krylami svetlymi
proteggete il mio bambino vy ochranite moë ditja
dal male e dalla sventura... rodnoe ot bed o zol…
e dalle tentazioni... ot iskušennj…

(si stringe il figlio al petto e lo bacia. Fuori scena un lungo suono di campane, un rintocco funebre. Sta in
ascolto)
Senti!... Zvon!
Suona a morto! Pogrebal’nyj zvon!

CORO ˇ
PEVCIE
(fuori scena)
Piangete, piangete, genti, Plač’te, plač’te, ljudie,
perché la vita fugge da lui nest’ bo žizni v nem
e le sue labbra mute i nemy usta ego
e non dà risposta, i ne dast otveta.

BORIS BORIS
Il lamento funebre, il saio... Nadgrobnyj vopl’,
il santo saio... schima… svjataja schima…
lo zar si fa monaco. v monachi car’ idet.

CORO ˇ
PEVCIE
(fuori scena)
Piangete. Alleluja! Plač’te. Alllilujja!

FEODOR FEODOR
Signore, calmati! Gosudar’, uspokojsja!
Dio ti aiuterà... Gospod’ pomožet…

BORIS BORIS
No! No, figlio mio, Net! Net, syn moj,
la mia ora è venuta... čas moj probil.

CORO ˇ
PEVCIE
(si avvicina alla scena)
Vedo un fanciullo morente Vižu mladenca umirajušča
e singhiozzo, piango: i rydaju, plaču,
si agita, trema mjatetsja, trepeščet on,
e chiama aiuto. i k pomošči vzyvaet
Ma non c’è salvezza per lui... i nest’ emu spasen’ja…
(i boiari e il coro arrivano sulla scena del grande scalone. Si fermano)

67
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

BORIS BORIS
(si alza)
Signore! Signore! Che pena! Bože! Bože! Tjažko mne!
Non ho pregato abbastanza per i miei peccati? Užel’ grecha ne zamolju!
O morte malvagia, O, zlaja smert’!
com’è crudele il tuo tormento! Kak mučiš’ ty žestoko!

(si alza)
Aspettate... Povremenite…
sono ancora lo zar! ja car’ ešče!

(si porta la mano sul cuore e cade sulla poltrona)


Sono ancora lo zar... Ja car’ ešče…
Signore! La morte! Bože! Smert’!
Perdonami! Prosti menja!

(ai boiari, indicando il figlio)


Ecco, ecco il vostro zar... Vot, vot car’ vaš…
lo zar… Perdonatemi... car’, prostite…
perdo... prosti…
(perde i sensi e muore. I boiari rimangono come in un torpore, con la testa abbassata, le mani strette, e
restano immobili dopo le ultime parole di Boris)

BOIARI CHOR
È morto! Uspne!

Quadro secondo
Una radura nel bosco di Kromy A destra un pendio, e dietro di esso, in lontananza, le mura della città,.
Dal pendio, attraverso la scena, una strada. Davanti una fitta boscaglia. In cima al pendio un grosso
tronco. E notte. Fuori scena grida di vagabondi. La folla di vagabondi irrompe sulla scena dal pendio.
Nella folla il boiaro Chrusčov, legato, con la veste lacera, senza cappello.

VAGABONDI BRODJAGI
Che venga qui! Vali sjuda!
Siedi sul tronco, Na pen’ sadi,
sul tronco, bello! na pen’, rebjata!

(fanno sedere Cruscsov sul tronco)


Ecco! Vot tak!
E perché non stia male, A čtob ne bol’no vyl,
perché la sua gola di boiaro čtob gorla-to
non soffra... bojarskogo ne portil,
imbavagliamolo! zakonopat’!
(imbavagliano Cruscsov con pezzi di veste e lo legano con la cintura)

Bene! Važno!

(accendono un falò)

68
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

Allora, fratelli! Čto ž, bratcy!


Ma lasceremo il boiaro Al’ tak, bez počëtu,
così, senza onori? bojarina ostavim?
Così senza onori! Tak, bez počëtu!
Non va bene! Tak ne ladno!
Dopotutto è un condottiero Vsë ž on Borisov
di Boris! voevoda.
Boris rubò Boris ot vorovski
il trono imperiale , prestolom carskim pravit,
ed egli derubò il ladro! a on u vora voroval!
Allora? Gli sia data una scorta, Čto ž? Zato emu počët,
come a un grande ladro. kak voru dobromu.
Ehi! Guardie del corpo! Ėj! Ryndy!
Fomka!... Epifan! Fomka! Epifan!
In fianco al boiaro! Za bojarina!
È importante! Važno!
(due, con i bastoni, escono dalla folla e si mettono in fianco a Chruscov)

Proprio ben fatto! Čtoj-to za nevidal’!


Ma forse che il nostro boiaro Al’ nikoli bojarin naš
non ha un’amica? zaznobuški ne vedal?
Che il diavolo vi porti! Kudy te k čërtu!
Un boiaro senza amichetta Bojarin bez zaznoby,
è un pasticcino senza ripieno, čto pirog bez načinki,
niente di più di una galletta! odni suchar’!
Afimja! Afim’ja!
Colombella! Golubka!
Dicono che ti stai avvicinando Tebe už, bajut, vtoraja
ai due secoli. sotnja podstupila.
Così non c’è da aver paura. Tak ono ne bojarno.
Vieni, bella, dal boiaro! Vali, krasavica, k bojarinu!
(dalla folla esce una vecchietta, gemendo e tossendo, e si dirige verso Chruscov)

Vieni! Vali!
Ah - ah - ah - ah! Cha, cha, cha, cha, cha, cha, cha!
Eh - eh - eh - eh! Che, che, che, che, che, che, che!
Bene! Rendiamogli onore! Ladno! Davajte veličat’!
Ehi, donne, cominciate! Ėj, baby, zavodi!

(formandoun semicerchio davanti a Chruscov)


Non è un falco che vola sopra al cielo! Ne sokol letit po podnebes’ju,
Non è un cavallo focoso che galoppa per il ne borzyj kon’ mčitsja po polju.
campo!
È il boiaro che siede seduto, Sidnem sidit bojarinuška,
e pensa un pensiero. dumu dumaet.
Gloria al boiaro! Gloria al servo di Boris! Slava bojarinu! Slava Borisovu!
Ferme, donne! Stoj, baby!
Non vedo il bastone del boiaro. Dubinki u bojarina ne vidno.
Ma perché un bastone? Basta lo staffile! Čego dubinki! Sun’te plëtku!

(mettono in mano a Chruscov uno staffile)


Ecco! Continuiamo! Vot tak! Dal’še valjaj!
69
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

Seduto siede, pensa un pensiero, Sidnem sidit, dumu dumaet:


come fare piacere a Boris, kak by Borisu v ugodušku,
come aiutare il ladro, kak by voru na pomoč’,
picchiando, torturando la gente onesta! zabit’, zaporot’ ljud čestnoj!
Gloria al boiaro! Gloria al servo di Boris! Slava bojarinu! Slava Borisovu!
Tu ci hai onorato Cest’ju, počest’ju
con tanto rispetto, ty nas považival,
nella tempesta, col maltempo, nel fango v burju-nepogod’ da v bezdorošne.
ti sei fatto trasportare dai nostri ragazzi Na rebjatkach našich pokatyval,
e li hai frustati con lo scudiscio sottile. tonkoj plëtkoj postëgival.
Gloria al boiaro! Gloria al servo di Boris! Slava bojarinu! Slava Borisovu!
Oh, sia gloria a te, boiaro! Och, už i slava tebe, bojarin!
Oh, sia gloria a te, boiaro! Och, už i slava ž tebe, bojarinu!
Gloria eterna! Slava večnaja!

(si inchinano fino a terra.


Da sinistra un innocente corre lungo la strada. Indossa un casco di ferro, è incatenato, a piedi nudi e ha in
mano una calzatura di canapa. Dietro di lui un gruppo di monelli, che l’hanno stanato da dietro dei cespu-
gli)
MONELLI ˇ
MAL’CIŠKI
Trrr, trrr, trrr, trrr! Trrr, rrr, rrr, rrr!
Testa di legno, Železnyj kolpak,
testa di legno! železnyj kolpak!
Trrr, trrr, trrr, trrr! Trrr, rrr, rrr, rrr!
Testa di legno, Železnyj kolpak,
testa di legno! železnyj kolpak!
U – lju – lju – lju – lju – lju – lju, U – lju – lju – lju – lju – lju – lju,
u – lju – lju – lju – lju – lju – lju – lju! u – lju – lju – lju – lju – lju – lju – lju!
Trrr! Trrr!
(Qualcuno dalla folla minaccia con il pugno i monelli, che escono da un lato fuggendo)

L’INNOCENTE JURODIVYJ
(si siede su un masso, si aggiusta una scarpa e canta dondolandosi)

La luna cammina, il gattino piange, Mesjac edet, kotënok plačet.


Innocente, alzati, Jurodivyj, vstavaj,
prega Dio, Bogu pomolisja,
inchinati a Cristo, Christu poklonisja.
Cristo, Dio nostro, Christos, Bog naš,
ci sarà sereno, ci sarà la luna, budet vëdro, budet mesjac,

(mentalmente assente)
ci sarà sereno... la luna... budet vëdro… mesjac…

MONELLI ˇ
MAL’CIŠKI
Buongiorno, buongiorno, Zdravstvuj, zdravstvuj,
Innocente Ivanovič. Jurodivyj Ivanyč!
Alzati, riveriscici, Vstan’. nas počestvuj,
facci un bell’inchino, v pojas poklonisja nam,
Togliti il cappello! kolpaček-to skin’!
Il cappello è pesante! Kolpačok tjažël!
70
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

(picchiano sul cappello)


Din, don, dan! Dzin’, dzin’, dzin’, dzin’,
Din, don, dan! Come suona! dzin’, dzin’, Ėk zvonit!

L’INNOCENTE JURODIVYJ
E io ho una copeca. A u menja kopeečka est’.

MONELLI ˇ
MAL’CIŠKI
Scherzi! Šutiš’!
Non vorrai prenderci in giro? Ne nadueš’ nas, nebos’!

(L’innocente cerca la copeca nella sua tunica e la mostra ai monelli)

L’INNOCENTE JURODIVYJ
Guarda! Viš’!

MONELLI ˇ
MAL’CIŠKI
Fit! Fit’

(gli afferrano la copeca e corrono verso le donne)

L’INNOCENTE JURODIVYJ
Ah, ah! Hanno offeso l’Innocente! A, a, a! Obideli jurodivogo!
Ah, ah! Gli hanno rubato la copeca! A, a, a! Otnjali kopeečku!
Ah,ah! A, a, a!

(Si sdraia sul sasso e finge di dormire)

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


(fuori scena)
Il sole e la luna si sono oscurati, Solnce, luna pomerknuli,
le stelle del cielo sono scomparse, zvezdy s nebes pokatilisja,
tutto l’universo ha tremato vselennaja voskolebalasja
per il grande peccato di Boris. ot tjažgogo grecha Borisova.
Vagano fiere mai viste, Brodit zver’e nevidannoe,
generandone altre inaudite, rodit zver’e neslychannoe,
che sbranano corpi umani požiraet tela celovečeskie
a gloria del peccato di Boris. vo slavu grecha Borisova.

MISAIL MISAIL
(più vicino)
Torturano e fanno soffrire il popolo di Dio, Mučat, pytajut Božij ljud.
lo fanno soffrire i servi di Boris. ja mučat slugi Borisovy…

VAGABONDI BRODJAGI
Che c’è? Čtob-to bylo?
Da Mosca vengono i santi pellegrini... Ot Moskvy idut svjatye starcy…
Chi sono, fratelli? Ktoj-to, bratcy?
Cantano una canzone sui supplizi di Boris, Pesnju vedut o koznjach Borisa,
sulle torture feroci, o pytkach svirepich,
sui tormenti crudeli o mukach žestokich,
71
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

che ha sopportato il popolo innocente. čto terpit ljud nepovinnyj.

VARLAAM VARLAAM
Incitati dai poteri dell’inferno… Nauščen’em sily adovoj…

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


…per la gloria del trono di Satana, Vo slavu prestola sataninskogo,

(entrano in scena)
Geme e si lamenta stonet, mjatetsja svjataja Rus’,
la santa Russia, a stonet pod rukoj
geme sotto la mano, bogootstupnika,
sotto la mano maledetta pod prokljatoj rukoj
dell’assassino dello zar, careubijcy,
a gloria del peccato v proslavlen’e grecha
inespiabile. nezamolimogo.

(la folla ascolta attentamente)

VAGABONDI BRODJAGI
Forza! Gajda!
Un coraggio ardito Raschodilas’, razguljalas’
sorge e si diffonde, udal’ molodeckaja.
Un coraggio ardito Raschodilas’, razguljalas’
sorge e si diffonde, udal’ molodeckaja.
il sangue cosacco Pyšet polymem
arde come una fiamma. krov’ kazackaja.
il sangue cosacco Pyšet polymem
arde come una fiamma. krov’ kazackaja.
È sorta dall’abisso, Podnimalas’ so dna,
è sorta la forza segreta. podnimalas’ sila,
È sorta dall’abisso, sila pododonnaja,
si è alzata la forza, podnimalas’, tešilas’
la forza segreta. neugomonnaja!
È sorta e prende coraggio, diviene irresistibile! Podnimalas’ siluška!
Ohi! Goj!
Oh tu, forza, forza nostra, Oj ty, sila, siluška,
o tu, forza vigorosa, oj ty sila bedovaja!
oh tu, forza, forza nostra, Oj ty, sila, siluška,
o tu, forza vigorosa! oj ty sila bedovaja!
Non tradire i giovani, Ty ne vylaj molodcev,
i giovani arditi. molodcev udalyich.
Ohi! Ohi! Goj! Goj!
O tu, forza nostra vigorosa, Oj ty sila bedovaja,
o tu, forza terribile! ty sila groznaja.
Ohi! Ohi! Goj! Goj!
Oh, non tradire i coraggiosi, Oj, ne vylaj ty molodcev,
oh, non tradire gli arditi, Oj, ne vylaj udalyich,
oh, forza nostra vigorosa, Oj, siluška bedovaja!
concedi loro di divertirsi! Ty daj im ponatešit’sja!
Concedi loro di saziarsi! Ty daj im ponatešit’sja!
Oh, forza nostra terribile! Oj, siluška, oj, groznaja!
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Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

Concedi loro di divertirsi! Ty daj im ponasytit’sja!


Concedi loro di saziarsi! Ohi! Ty daj im ponasytit’sja! Goj!

VARLAAM E VECCHI VAGABONDI VARLAAM, STAREJŠIE IZ BRODJAG


Accogliete, genti, Vosprimite, ljudie,
lo zar legittimo! carja zakonnogo!

MISAIL, VAGABONDI MISAIL, BRODJAGI


Accogliete il salvato da Dio! Vosprimite Bogom spasennogo,
Colui che Dio ha salvato dall’assassinio. ot ubijcy Bogom ukrytogo.

VARLAM, MISAIL, VAGABONDI VARLAAM, MISAIL, BRODJAGI


Accogliete, genti, Vosprimite, ljudie,
lo zar Dimitrij Ivanovič! carja Dimitrija Ivanoviča!

VARLAAM, VAGABONDI VARLAAM, BRODJAGI


(alla folla)
I servi di Boris scorazzano per la terra Riščut, brodjat slugi Borisa,
e torturano la gente innocente!… pytajut narod nepovinnyj…

MISAIL, VAGABONDI MISAIL, BRODJAGI


(alla folla)
I servi di Boris scorazzano per la terra Riščut, brodjat slugi Borisa,
e torturano la gente innocente!… mučat ljud nepovinnyj.

VARLAAM, MISAIL, VAGABONDI VARLAAM, MISAIL, BRODJAGI


Essi ci mettono alla tortura, Pytkoj pytajut,
strangolano nelle camere di tortura, dušat v zastenke,
vogliono far perire il popolo ortodosso. izbyt’ chotjat pravoslavnych.

VAGABONDI BRODJAGI
Ci mettono alla tortura Mučat, pytajut,
strangolano nelle camere di tortura dušat v zastenke
torturano il popolo innocente! ljud nepovinnyj.
Morte! Morte! Smert’! Smert’!
Morte a lui! Smert’ emu!
Morte a Boris! Smert’ Borisu!
Morte! Morte a Boris! Smert’, smert’ Borisu!
Morte all’assassino dello zar! Smert’ careubijce!
Morte! Morte a Boris! Smert’! Smert’ Borisu!
Morte all’assassino dello zar! Careubijce smert’!

LAVICKIJ E CERNIKOVSKIJ LAVICKIJ, Cˇ ERNIKOVSKIJ


(fuori scena)
Domine, Domine, Domine, Domine,
salvum fac Regem, Regem salvum fac Regem, Regem
Regem Demetrium Moscoviae, Regem Demetrium Moscoviae,
salvum fac, salvum fac salvum fac, salvum fac
Regem Demetrium omnis Russiae, Regem Demetrium omnis Russiae,
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Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

salvum fac, salvum fac salvum fac, salvum fac


Regem Demetrium. Regem Demetrium.

VAGABONDI BRODJAGI
Chi diavolo c’è ancora? Kogo ešče nelëgkaja nesët?
Ululano proprio come lupi! Slovno volki vojut!
Chi diavolo sono? Čto za d’javoly?

(Alcuni della folla corrono verso sinistra incontro ai gesuiti)

LAVICKIJ E CERNIKOVSKIJ LAVICKIJ, Cˇ ERNIKOVSKIJ


(più vicino)
Domine, Domine, salvum fac Domine, Domine salvum fac,
Regem Demetrium salvum fac. Regem Demetrium salvum fac.

VARLAAM VARLAAM
(a Misail)
Corvi immondi! Voron’ë poganoe!
Mi sembra che anch’essi Podi-ka, tože
proclamino lo zarevič! vozglašajut careviča!
Non permettiamolo, padre Misail. Ne popustim, otec Misail?

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


(con un grido)

Non permettiamolo! Ne popustim!

ˇ ERNIKOVSKIJ
LAVICKIJ, C
LAVICKIJ E CERNIKOVSKIJ
(entrando in scena)
Domine, Domine, salvum fac Domine, Domine, salvum fac
Regem Demetrium, Regem Demetrium,
Regem Demetrium Moscoviae! Regem Demetrium Moscoviae!

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


(alla folla)
Impicca i corvi maledetti. Duši voron prokljatych!

VAGABONDI BRODJAGI
Forza! Gajda!
Impicca! Duši!
Lincia! Davi!
Ah, sanguisughe! A, krovososy!
Stregoni immondi. Kolduny poganye!

VARLAAM VARLAAM
Che siano appesi Da voznesutsja na drevo
a un magnifico albero! blagolepno.

(afferrano i gesuiti)

74
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


Che glorifichino l’universo Da vosproslavjat vselennuju
a gran voce! glasom veliim!

VAGABONDI BRODJAGI
Forza! Gajda!

(legano i gesuiti)

LAVICKIJ E CERNIKOVSKIJ LAVICKIJ, Cˇ ERNIKOVSKIJ


Sanctissima Virgo juva, Sanctissima Virgo juva,
juva servos tuos, juva servos tuos!

VARLAAM VARLAAM
(alla folla)
Lega più stretto! Krepče vjaži!
Che si ponga fine ai movimenti rituali delle Da presečetsja manie dlanej!
loro mani!
Che non ci sia aiuto per loro! Da otrinetsja pomošč’ desnicy!

VAGABONDI BRODJAGI
Forza! Gajda!
Forza, sul tremolo! Gajda, na osinu!

LAVICKIJ, CERNIKOVSKIJ ˇ ERNIKOVSKIJ


LAVICKIJ, C
Sanctissima Virgo juva Sanctissima Virgo juva
juva servos tuos! juva servos tuos!
Sanctissima Virgo Sanctissima Virgo
juva servos tuos, juva servos tuos,
servos tuos! servos tuos!

(I vagabondi rascinano i gesuiti nel bosco. L’innocente si alza, si guarda attorno e di nuovo si siede sulla
sua pietra. Fuori scena si sente la tromba del Pretendente nella foresta)

MISAIL E VARLAAM MISAIL, VARLAAM


(nella foresta)
Gloria a te, zarevič, Slava tebe, careviču,

Sulla scena appaiono cavalieri che indossano bianchi mantelli assieme con soldati che impugnasno delle
torce)
salvato da Dio, Bogom spasennomu.
Gloria a te, zarevič, Slava tebe, careviču.
protetto da Dio! Bogom ukrytomu!

VAGABONDI BRODJAGI
(fuori scena)
Gloria allo zarevič, Slava careviču,
salvato da Dio, Bogom spasennomu.
protetto da Dio! Bogom ukrytomu!

75
Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

Gloria a te, Slava tebe,


salvato da Dio! Bogom spasennomu!

(la folla, Misail e i gesuiti si precipitano sulla scena)


Vita e salute Živi i zdravstvuj,
a Dimitrij Ivanovič! Dimitrij Ivanovič!
(Il Pretendente entra a cavallo, con un mantello bianco e l’elmo con piume e l’armatura. Due guerrieri in
mantello bianco tengono le redini del suo cavallo)
Gloria! Gloria! Gloria! Slava! Slava! Slava!

IL PRETENDENTE SAMOZVANEC
Noi, Dimitrij Ivanovič, My, Dimitrij Ivanovič
per volontà di Dio Bož’im izvoleniem
zarevič di tutta la Russia, carevič vseja Rusii,
principe della stirpe dei nostri avi, knjaz’ ot kolena predkov našich,
chiamiamo, chiamiamo voi, vas, gonimych Godunovym,
perseguitati da Godunov, zovëm k sebe i obeščaem
e vi promettiamo grazia e difesa. milost’ i zaščitu!

CHRUSČOV ˇ
CHRUŠCOV
(di cui i vagabondi si sono dimenticati, liberandosi dai suoi legami)
Signore! Gospodi!
Figlio di Ivan! Gloria a te! Syn Ivanov, slava tebe!

(si inchina fino a terra)

IL PRETENDENTE SAMOZVANEC
(a Chruscov)
Alzati, boiaro! Vstan’, bojarin!

(alla folla)
Seguiteci nella battaglia gloriosa! Za nami v slavnyj boj!
Alla santa patria! Na rodinu svjatuju,

(salendo sul pendio di sinistra)


A Mosca! Al Cremlino v Moskvu, v Kreml’
dalle cupole d’oro! zlatoverchij!
(fuori scena pesanti colpi di campana a martello. Tutti, tranne l’Innocente, seguono Dimitrij)

VAGABONDI BRODJAGI
Gloria a te, zar, padre nostro! Slava tebe, car’-batjuška!

LAVICKIJ E CERNIKOVSKIJ LAVICKIJ, Cˇ ERNIKOVSKIJ


Deo gloria, gloria Deo gloria, gloria!

(fuori scena)
Deo, Deo gloria, gloria! Deo, Deo gloria, gloria…

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Musorgskij: Boris Godunov - atto quarto

CORO CHOR
(fuori scena)
Gloria a te, Dimitrij Ivanovič! Slava tebe, Dimitrij Ivanovič!

(a destra, fuori scena, campane a martello e il bagliore di un grande incendio)

L’INNOCENTE JURODIVYJ
(saltella, guardandosi intorno. Poi si siede su una pietra e canta, dondolandosi)

Sgorgate, sgorgate, Lejtes’, lejtes’,


lacrime amare, slëzy gor’kie!
piangi, piangi, Plač’, plač’,
anima ortodossa! duša pravoslavnaja.
Presto arriverà il nemico Skoro vrag pridët
e saranno le tenebre, i nastanet t’ma,
tenebre oscure, temen’ tëmnaja,
impenetrabili. neprogljadnaja.
Dolore, dolore sulla Russia. Gore, gore Rusi, plač’,
Piangi, piangi, popolo russo, plač’ russkij ljud,
popolo affamato! golodnyj ljud!

(trema, guardando il bagliore dell’incendio. Fuori scena continuano i sordi rintocchi delle campane a mar-
tello)

FINE DELL’OPERA

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