Sei sulla pagina 1di 15

6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

PACCA, Bartolomeo
di David Armando - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014)

Condividi

PACCA, Bartolomeo. – Nacque a Benevento il 25 dicembre 1756, secondogenito


di Orazio, marchese della Matrice, e di Cristina Malaspina dei marchesi di
Lunigiana.

Compì i suoi studi presso i gesuiti al collegio dei Nobili di Napoli e, dopo
l’espulsione della Compagnia dal Regno (1767), al collegio Clementino di Roma,
retto dai somaschi, nella cui colonia d’Arcadia fu ascritto nel 1773 con il nome di
Abretano Perizio e dove nel 1777 difese delle Praelectiones mechanicae
practicae (Roma).

Avviato alla carriera ecclesiastica nell’ambito della strategia di ascesa sociale della
famiglia, ascritta al patriziato beneventano dal 1721, conseguì la laurea in utroque
iure alla Sapienza nell’aprile 1775. Dal 1778 al 1784 frequentò l’Accademia dei
nobili ecclesiastici, da poco riaperta da Pio VI, assieme ad altri giovani destinati al
servizio diplomatico fra cui Annibale della Genga, Antonio Gabriele Severoli ed
Ercole Consalvi; nella Pasqua 1782 pronunciò in Vaticano una De Jesu Christi
ascensione ad coelum oratio (Roma). Consalvi (1950, p. 11) probabilmente si riferiva
anche a lui nel ricordare i propri «compagni» che dovettero «la loro fortuna» alle
«relazioni favorevoli» presentate al papa da uno dei professori, l’intransigente
polemista ex gesuita Francesco Antonio Zaccaria.

La sua carriera fu rapidissima: cameriere segreto nel maggio 1785, subito dopo
prelato domestico e referendario, quando nell’agosto fu ordinato prete era già
stato designato nunzio a Colonia da Pio VI. Consacrato vescovo di Damiata in
partibus, ricevette la nomina il 24 aprile 1786 e arrivò in Germania agli inizi di
giugno.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 1/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

La nunziatura copriva gran parte della Germania e dei Paesi Bassi; Pacca si trovò a
operare in un contesto difficile per la diffusione del febronianesimo e dalla politica
regalista dell’imperatore Giuseppe II che il viaggio di Pio VI a Vienna (1782) non
aveva attenuato. Nel giugno 1784 l’erezione di una nuova nunziatura a Monaco
aveva suscitato la protesta degli arcivescovi elettori di Colonia, Treviri, Magonza e
dell’arcivescovo di Salisburgo, che sottoscrissero nell’agosto 1786 la puntuazione
di Ems in cui rivendicavano un’ampia autonomia dalla S. Sede.
Il Nuntiaturstreit investì direttamente Pacca: l’arcivescovo di Colonia Massimiliano
Francesco, fratello dell’imperatore, rifiutò di riceverlo se non avesse rinunciato a
esercitare la giurisdizione e gli contestò la concessione di una dispensa
matrimoniale al principe Ludwig Aloys von Hohenloe Bartenstein. Pacca rispose
con una circolare ai parroci in cui annullava alcune dispense concesse dai vescovi e
ribadiva le competenze del nunzio in materia, confermate nel gennaio 1787 da un
breve di Pio VI, il quale definì poi la controversia, di cui era stata investita anche la
dieta imperiale, nella Responsio ad metropolitanos Moguntinum, Trevirensem, Coloniensem
et Salisburgensem super Nunciaturis apostolicis (Roma 1790), redatta da Giuseppe
Garampi e da Zaccaria, che rigettava le tesi di Ems e difendeva l’operato di Pacca.

Su un’altra questione delicata, suscitata nel 1787 dal tentativo di introdurre il culto
protestante a Colonia con il beneplacito dell’imperatore, Pacca assunse un
atteggiamento più prudente lasciando che fossero le autorità cittadine a opporvisi.
Del tema della tolleranza, questa volta verso i cattolici, tornò a occuparsi in
occasione dell’udienza ricevuta il 9 giugno 1788 dal re di Prussia Federico
Guglielmo in visita in Westfalia, mentre una successiva missione presso Gustavo
di Svezia non ebbe luogo per la morte del monarca.

Lo scoppio della Rivoluzione francese e la morte di Giuseppe II (20 febbraio


1790) attenuarono i conflitti. Pacca presenziò alla dieta di Francoforte ma non fu
ammesso ai lavori e non ebbe alcun ruolo nell’elezione di Leopoldo II.

La posizione di confine in cui si trovava ne fece un osservatore privilegiato delle


vicende rivoluzionarie. Sin dall’agosto 1789 si era trovato ad affrontare la rivolta di
Liegi, nel territorio della nunziatura; nel luglio 1791 avrebbe dovuto consegnare a

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 2/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Luigi XVI in fuga dalla Francia una lettera di felicitazioni del papa, ma la missione
fu vanificata dalla cattura del re a Varennes.

Promosso nel febbraio 1794 alla nunziatura di Lisbona, lasciò Colonia agli inizi di
ottobre poco prima dell’ingresso dei francesi. Giunse alla nuova destinazione
nell’aprile 1795, passando per Augusta – dove incontrò della Genga, suo
successore – e per Roma.

Nelle sue memorie avrebbe descritto la situazione religiosa del Portogallo in


termini più gravi di quella tedesca, lamentando il predominio delle posizioni
gianseniste ed episcopaliste insegnate all’Università di Coimbra e il perdurare della
politica anticuriale inaugurata dal marchese di Pombal, che lasciava poco spazio
all’esercizio della giurisdizione del nunzio e delle sue competenze in materia di
dispense matrimoniali e di sovrintendenza sugli ordini regolari. Il suo atto più
solenne fu, nel settembre 1798, la presentazione del dono pontificio per la nascita
dell’erede al trono.

Già da febbraio, con la proclamazione della Repubblica romana, era iniziato l’esilio
di Pio VI, che si concluse l’anno seguente con la sua morte in Francia. Resasi
necessaria la concessione alle chiese locali delle facoltà necessarie a trattare le
materie riservate in assenza di comunicazioni con il papa, Pacca chiese che fossero
indirizzate ai nunzi e non ai vescovi, di cui temeva le tendenze autonomiste.

Nominato cardinale dal nuovo pontefice, Pio VII, con il titolo di S. Vincenzo in
Capite (23 febbraio 1801), ricevette la berretta dal nipote Tiberio, che lo assisteva
nella nunziatura. Arrivò a Roma nel maggio 1802 e nei mesi successivi entrò a far
parte di diverse congregazioni.

I suoi appunti dell’epoca (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 840-841)


testimoniano letture che spaziavano dai padri della Chiesa alla pubblicistica
contemporanea, anche tedesca e francese, da cui già emergono le linee generali
delle sue posizioni: alla preoccupazione per gli sviluppi del protestantesimo, del
giansenismo, delle ‘sette’ massoniche e della filosofia dei Lumi, ritenuti

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 3/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

responsabili della Rivoluzione e della crisi della Chiesa, Pacca accompagnava forti
critiche alla condotta recente della corte di Roma, a suo avviso troppo cedevole, e
un’attenzione particolare per le vicende dei gesuiti.

Nella congregazione cardinalizia istituita nel gennaio 1803 per discutere il progetto
di concordato tedesco si oppose alla costituzione di una Chiesa unitaria proposta
dal vescovo di Ratisbona Karl Theodor Dalberg; sostenne invece, con Consalvi e
della Genga, una politica di mediazione con i singoli sovrani, inclusi i protestanti.

La ripresa del conflitto fra Pio VII e Napoleone – che, di fronte al rifiuto del papa
di aderire al blocco continentale e di conferire l’investitura canonica ai vescovi di
nomina imperiale, occupò nuovamente Roma nel febbraio 1808 – proiettò Pacca
al vertice della gerarchia ecclesiastica. Il 19 giugno Pio VII lo nominò
prosegretario di Stato in seguito all’arresto del cardinale Giulio Gabrielli, il quale
sostituiva il segretario Consalvi, costretto alle dimissioni. Considerato uno dei
fautori della resistenza del pontefice nei confronti della politica napoleonica e delle
iniziative delle autorità francesi a Roma, Pacca fu arrestato a sua volta il 6
settembre e solo l’intervento di Pio VII gli evitò l’esilio a Benevento. Rimase
confinato negli appartamenti pontifici, dove redasse, insieme a Michele Di Pietro,
la bolla Quam memorandum (10 giugno 1809) con cui Pio VII scomunicava, senza
nominarlo, Napoleone in risposta all’annessione degli Stati romani all’Impero
francese. Nella notte fra il 5 e il 6 luglio, quando il generale Étienne Radet occupò
il Quirinale, fu prelevato insieme al papa e lo seguì in esilio fino a Grenoble per
poi essere internato, su ordine di Napoleone, nella fortezza di Fenestrelle in
Piemonte, in un isolamento che non gli impedì, fra l’altro, di dettare le sue
memorie al nipote Tiberio.

Fu liberato il 30 gennaio 1813 in virtù del cosiddetto concordato di Fontainebleau,


con cui Pio VII rinunciava alla prerogativa dell’investitura dei vescovi. Raggiunse il
papa a Fontainebleau, dove si erano radunati i cardinali ‘neri’, incorsi nella
relegazione per aver rifiutato di assistere alle nozze di Napoleone, che ora lo
accolse benevolmente in udienza a Parigi insieme a Consalvi.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 4/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Nelle sue memorie descrisse i rimorsi di Pio VII per le concessioni fatte e – con
un rilievo apparso eccessivo alla luce della documentazione archivistica (Páztor,
1962) – il proprio ruolo nella stesura della ritrattazione inviata all’imperatore il 24
marzo, che provocò di nuovo l’isolamento del pontefice.

Sconfitti i francesi a Lipsia, nel gennaio 1814 Pio VII fu trasferito a Savona e
Pacca relegato a Uzès, in Provenza. Liberato in aprile, poco dopo l’abdicazione di
Napoleone, raggiunse a Senigallia, il papa che nel frattempo aveva restituito la
segreteria di Stato a Consalvi. Dovendo però questi partire in missione
diplomatica per Parigi, Pacca, che fra le cariche offertegli aveva optato per quella
di camerlengo, riassunse le funzioni di prosegretario e in questa veste entrò
trionfalmente a Roma accanto al pontefice il 24 maggio.

A Roma il delegato apostolico Agostino Rivarola aveva improntato la


restaurazione del governo pontificio all’abolizione della legislazione napoleonica,
al ripristino delle istituzioni di antico regime e a un atteggiamento severo nei
confronti di quanti, soprattutto ecclesiastici, si fossero compromessi con i
francesi. Pacca proseguì, con alcune correzioni, nella stessa linea: affermò di
essersi adoperato per arginare lo «zelo quasi vandalico di alcuni, che senza
distinguere nelle cose fatte dal Governo Francese il buono dal cattivo, avrebbero
voluto tutto abolito e tolto» (in Quacquarelli, 1954, pp. 172 s.), ma il fittissimo
carteggio con Consalvi, che seguiva i lavori del Congresso di Vienna, testimonia
l’irritazione del segretario di Stato per provvedimenti di cui non disapprovava
generalmente i contenuti, ma che riteneva intempestivi poiché destavano
malumore nelle Corti europee e rischiavano (insieme all’atteggiamento
intransigente assunto da Roma sulle nomine episcopali) di compromettere gli
sforzi per la restituzione al papa delle Legazioni e delle Marche.

Lo stesso indulto promulgato il 27 luglio fu accolto negativamente per la durezza


dei toni e per le discriminazioni nei confronti dei funzionari e degli impiegati
napoleonici, cui pure non erano preclusi gli uffici pubblici; Pacca, che affermò di
averlo ottenuto malgrado le resistenze di Pio VII, in una lettera a Consalvi del 19
settembre difese la necessità di anteporre «i buoni ai pessimi» anche per
rispondere alle aspettative popolari, e la clemenza del papa verso i responsabili

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 5/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

della sua deposizione che «poteva e doveva [fare] impiccare» (La missione Consalvi,
I, 1970, p. 499). Suscitarono critiche anche il ristabilimento dei diritti feudali, la
condanna della massoneria e della carboneria, e soprattutto il ripristino della
Compagnia di Gesù (7 agosto), suggello simbolico della Restaurazione, di cui
Pacca si attribuì l’iniziativa.

Pacca fu inoltre accusato di un atteggiamento irresoluto nei confronti del Re di


Napoli, Gioacchino Murat, che con il permesso dell’Austria aveva occupato le
Marche. Quando, nel corso dei Cento giorni, Murat invase i territori pontifici,
Pacca fu favorevole all’allontanamento del papa e nel marzo 1815 lo accompagnò
a Genova. Tornato a Roma a giugno, il 5 luglio rassegnò le funzioni di
prosegretario nelle mani di Consalvi, a sua volta rientrato da Vienna.

La carica di camerlengo e il prestigio acquisito nelle vicende napoleoniche ne


fecero uno dei principali esponenti del variegato partito ‘zelante’ che si opponeva
alle riforme amministrative e ai programmi di riforma consalviani. Approvò
invece, pur sconsigliandone la pubblicazione, il piano di riforme proposto da
Giuseppe Antonio Sala, di cui forse aveva discusso una bozza insieme al fratello di
questi, Domenico, nella prigionia di Fenestrelle. Fu fortemente critico nei
confronti del motu proprio del 6 luglio 1816, che rinnovava profondamente la
struttura amministrativa tradizionale dello Stato pontificio, uniformandola e
razionalizzandola sul modello dell’esperienza francese.

Oltre a entrare in diverse congregazioni permanenti (di quella dei vescovi e


regolari assunse la prefettura nel 1818) fu chiamato a far parte dei principali
organismi incaricati della riforma legislativa e amministrativa dello Stato.

In quella per la redazione del nuovo codice civile, istituita nel 1818, contribuì ad
affossare il progetto promosso da Vincenzo Bartolucci (il giurista già consigliere di
Stato di Napoleone di cui disapprovava la riabilitazione), ritenendolo un
cedimento alla moda della Rivoluzione che avrebbe indebolito il prestigio delle
leggi antiche. Più propositivo fu il suo contributo alla commissione per la riforma
del sistema universitario i cui lavori, iniziati nel 1816, condussero nel 1824 alla
promulgazione della bolla Quod divina sapientia.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 6/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Continuò inoltre a occuparsi dei rapporti internazionali della S. Sede all’interno


della Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari, che aveva formato nel
luglio 1814 e di cui fece parte fino alla morte. Nel 1818 fu traslato prima al titolo
di S. Lorenzo in Lucina, poi alla diocesi suburbicaria di Frascati; nel 1821 passò a
quella di Porto e S. Rufina e assunse la carica di vicedecano; l’anno successivo fu
nominato prefetto degli studi al Collegio romano, mentre dal maggio 1820 fu
protettore dell’Accademia dei nobili ecclesiastici.

Particolarmente rilevanti furono le iniziative di Pacca nel settore del patrimonio


culturale e artistico, che rientrava fra le attribuzioni del camerlengo e in cui ebbe
fra i collaboratori Carlo Fea e Antonio Canova. Già nel 1814 l’istituzione della
carica di ispettore delle pitture, affidata a Vincenzo Camuccini, inaugurava una
campagna di restauri in un settore a lungo trascurato. A un editto del marzo 1819
che regolava le vendite di archivi e manoscritti seguì, il 7 aprile 1820, il più noto
‘editto Pacca’ sulle antichità e gli scavi. Riprendendo una legislazione del 1802 alla
luce dell’esperienza amministrativa francese, esso istituiva una rete amministrativa
territoriale alle dipendenze della Commissione di belle arti romana, e sottoponeva
a un rigido controllo sia il commercio delle antichità e delle opere d’arte sia gli
scavi archeologici. Il documento, definito un’«affermazione degli interessi culturali
pubblici sull’utile privato» in cui per la prima volta in Italia si saldavano «intuizione
scientifica e politica amministrativa» (Emiliani, 1973, p. 1616), ispirò ancora la
legislazione unitaria. Fra gli scavi promossi da Pacca si segnalano quelli dell’Arco
di Tito, ritenuti dai suoi avversari troppo invasivi.

Il 7 aprile 1820 è anche la data di un episodio che minacciò seriamente di


compromettere il prestigio di Pacca: il nipote Tiberio, divenuto governatore di
Roma e direttore generale di Polizia, sospettato di malversazioni fuggì dalla città.
Sebbene egli godesse dell’appoggio dello stesso Consalvi, la vicenda fu letta anche
alla luce dei contrasti fra il camerlengo e il segretario di Stato. Tali contrasti non
risparmiarono il campo della politica artistica e culturale, ma il loro oggetto
principale furono le riforme economiche e finanziarie, in cui Pacca era
direttamente coinvolto sia come membro della Congregazione economica, sia
soprattutto per le estese competenze del camerlengato in materia, in virtù delle

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 7/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

quali emanò, fra gli altri, gli editti che regolavano l’importazione e l’esportazione
dei cereali (1818, 1823) e quello che promuoveva con un sistema di premi le
manifatture tessili (1821).

Nel novembre 1820 stampò e minacciò di diffondere una lunga Difesa ... dei diritti
del Cardinal Camerlengo ... contro le pretensioni del Tesorierato (Arch. di Stato di
Roma, Camerale II, Camerlengato e tesorierato, b. 4, f. 31), ove denunciava la
prolungata violazione delle sue prerogative a opera in particolare dei tesorieri
generali e dei loro subalterni e lamentava di dover sottoscrivere provvedimenti che
non aveva formulato e disapprovava. Nel febbraio seguente fu sull’orlo della
destituzione per aver rifiutato di pubblicare un bando che liberalizzava la
coltivazione e il commercio del tabacco (Arch. segreto Vaticano, Segr. Stato, Spogli
Curia, B. Pacca, bb. 1D, 2A).

L’aspro scambio di lettere dell’agosto 1821 (Colapietra, 1963, pp. 50-52), in cui
Consalvi e Pacca si accusavano di intralciare i piani di riforma e, rispettivamente,
di essersi avvalsi della fiducia del pontefice per esautorare le altre autorità e porre
in atto una politica economica e finanziaria che avrebbe depauperato lo Stato e i
sudditi a vantaggio di pochi appaltatori, fu dunque il culmine di una lunga
controversia.

Il giudizio sul «misoneismo conservatore» (ibid., p. 53) e sugli elementi


personalistici delle polemiche di Pacca, in sé condivisibile, non sembra tuttavia
coglierne la dimensione politica prima ancora che economica, esplicita già in una
memoria presentata al segretario di Stato nel 1818, al ritorno da un viaggio nelle
Marche e nell’Umbria, in cui Pacca individuava nell’aggravarsi della pressione
fiscale una causa del crescente malcontento dei ceti popolari (Arch. segreto
Vaticano, Segr. Stato, Spogli Curia, B. Pacca, b. 1D, f. L). Anch’egli, del resto, fu
accusato di sostenere gli interessi di un ristretto gruppo di imprenditori delle
manifatture tessili.

Alla morte di Pio VII (20 agosto 1823), nel fronte maggioritario ma disunito degli
avversari di Consalvi che si opponevano alla candidatura di Francesco Saverio
Castiglioni, Pacca ebbe i voti di alcuni cardinali conservatori più moderati, quali

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 8/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Giuseppe Albani e della Genga, ma finì per appoggiare l’elezione al soglio di


quest’ultimo (28 settembre), sul cui nome era confluito il partito zelante dopo
l’esclusiva dell’Austria nei confronti di Severoli, sostenuto dalla fazione più
intransigente.

Entrato a far parte della Congregazione di Stato, composta dei principali avversari
di Consalvi e incaricata di consigliare il papa negli affari politici e religiosi, Pacca
non riuscì a influenzare come avrebbe sperato la politica di Leone XII che, pur
segnando una svolta in senso conservatore, evitò di allinearsi pienamente alle
richieste degli zelanti.

Già in una memoria dell’ottobre 1823 (ibid., b. 1A, f. B) esprimeva l’intenzione di


rinunciare alla carica di camerlengo, di cui proseguì l’esercizio, emanando incentivi
alle esportazioni di grano e alla produzione laniera, fino al novembre 1824,
quando passò a quella – più redditizia ma politicamente meno rilevante – di
prodatario, che mantenne nei successivi pontificati.

In un Memoriale al papa dell’aprile 1825 (l’anno delle celebrazioni giubilari, cui


partecipò aprendo e chiudendo la Porta Santa), edito postumo (Perali, 1928),
Pacca giudicava prematuro il progetto di un concilio romano lamentando la scarsa
preparazione nelle scienze sacre dei cardinali, dei vescovi dello Stato pontificio e
dei teologi romani e proponendo di elevare alla porpora e chiamare a Roma
ecclesiastici stranieri distintisi per dottrina o per la condotta tenuta nelle vicende
napoleoniche.

Sulla perdita di prestigio e sulla debolezza politica della Curia tornava più
ampiamente in un manoscritto di Considerazioni sullo Stato della Santa Sede, e della
Corte di Roma indirizzato allo stesso pontefice nel febbraio 1827 (Arch. segreto
Vaticano, Segr. Stato, Spogli Curia, B. Pacca, b. 1A, f. B), attribuendole ai mutamenti
nella composizione della prelatura e del collegio cardinalizio e alla condiscendenza
eccessiva verso le richieste dei sovrani. La prospettiva conservatrice alla base del
conflitto con Consalvi si fonda in queste pagine su una lettura articolata dei
mutamenti nei rapporti fra il papato e le potenze europee e delle loro ripercussioni
economiche e sociali.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 9/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Malgrado l’età, nel conclave seguito alla morte di Leone XII (10 febbraio 1829)
raccolse una parte dei voti zelanti ed ebbe un ruolo di primo piano insieme a
Emanuele De Gregorio – sostenuto dal segretario di Stato uscente Tommaso
Bernetti e dal rappresentante francese René de Chateaubriand – e a Castiglioni,
appoggiato dall’Austria, che risultò eletto il 3 marzo 1829.

Nel breve pontificato di Pio VIII Pacca fu nominato segretario del S. Uffizio,
prefetto della Congregazione del cerimoniale e arciprete di S. Giovanni in
Laterano. Alla morte di Giulio Maria della Somaglia assunse la carica di cardinal
decano e il 5 luglio 1830 fu pertanto traslato alla sede di Ostia e Velletri, dove
abolì subito alcuni dazi e liberalizzò il commercio del vino. Con l’istituzione della
provincia di Marittima (1832) assunse il titolo di legato al posto di quello di
governatore di Velletri tradizionalmente appannaggio del decano pro tempore.

In tale veste promosse i restauri della cattedrale veliterna e nel 1833 inaugurò una
campagna di scavi a Ostia Antica, i cui reperti andarono ad arricchire la collezione
del suo casino di Bravetta, poi dispersa insieme alla ricca biblioteca.

Nel successivo conclave, protrattosi dal 14 dicembre 1830 al 2 febbraio 1831, le


aspirazioni al soglio da parte di Pacca, sostenuto dal segretario di Stato Albani,
parvero vicine a realizzarsi: mantenne a lungo i 19 voti che aveva già raggiunto
nell’elezione precedente e contese la tiara prima a De Gregorio, poi a Giacomo
Giustiniani, infine a Mauro Cappellari, sul cui nome, di fronte a uno stallo reso
insostenibile dalle circostanze politiche, lo stesso Albani accettò infine di
convergere.

Fra le due elezioni aveva iniziato la stampa delle sue memorie con le Notizie sul
ministero del card. Bartolomeo Pacca ... dalli 18 giugno 1808 alli 6 luglio
1809(Civitavecchia 1829) e la Relazione dei due viaggi fatti in Francia dal card. Bartolomeo
Pacca negli anni 1809, e 1813, e della sua prigionia nel forte di S. Carlo in Fenestrelle dal dì
6. agosto 1809 fino al 5 febrajo 1813 (I-II, ibid. 1829). I due testi, raccolti l’anno
successivo in un volume (Memorie storiche del ministero de’ due viaggi in Francia e della
prigionia nel forte di S. Carlo in Fenestrelle, Roma 1830), più volte riediti e tradotti in
tedesco e in francese come del resto gli scritti successivi, raggiunsero un’enorme

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 10/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

diffusione inserendosi in un filone pubblicistico che rievocava l’esperienza dell’età


napoleonica per esaltare l’autorità della S. Sede. Sebbene espungesse dai
manoscritti i giudizi più severi nei confronti dei suoi colleghi e quelli sulla
mancanza di carattere di Pio VII, le sue memorie, a differenza di quelle assai più
misurate di Consalvi, lasciano trasparire il temperamento e le posizioni dell’autore,
ne testimoniano l’arretramento delle ambizioni politiche all’indomani del conclave
del 1829 e non passarono sotto silenzio nel corso del successivo. A segnare la
distanza di Pacca nei confronti di altri cardinali conservatori come Luigi
Lambruschini è soprattutto lo sviluppo della sua riflessione sulla debolezza del
governo della Chiesa che giungeva a prospettare i vantaggi di una fine del potere
temporale considerata imminente.

La diffidenza nei confronti di un’identificazione troppo stretta fra le posizioni


della Chiesa e quelle delle corti europee, caratteristica del suo intransigentismo
politico-religioso e risalente forse alla sua esperienza diplomatica, può contribuire
a chiarire il ruolo di Pacca – che nel Memorialedel 1825 aveva condiviso
tiepidamente la stima di Leone XII per l’abate bretone – nelle vicende che ebbero
per protagonista Félicité de Lamennais, arrivato a Roma agli inizi del 1832,
assieme a Charles de Montalembert e Jean-Baptiste Lacordaire, per giustificare
l’orientamento cattolico-liberale assunto dal suo ultramontanismo.

Pacca, cui Lamennais era stato raccomandato dal vicario generale di Marsiglia
Charles-Joseph de Mazenod, fu il tramite principale fra i tre redattori de L’Avenir e
Gregorio XVI: trasmise al papa la loro memoria; espose a Lamennais la condanna
implicita nell’enciclica Mirari vos (15 agosto 1832); raccolse il suo atto di
sottomissione (11 dicembre 1833) e quello di Montalembert (8 dicembre 1834).
Secondo una testimonianza di Emmanuel d’Alzon (Lamennais, VI [1977], p. 715),
accolta scetticamente dallo stesso Montalembert (ibid., p. 744), avrebbe criticato la
successiva enciclica Singulari nos (25 giugno 1834), che condannava le proposizioni
democratiche espresse da Lamennais nelle Paroles d’un croyant, osservando che la
religione non doveva intervenire nei conflitti fra i popoli e i sovrani. Lacordaire,
tornato a Roma nel 1839, sottopose a Pacca, in qualità di segretario del S. Uffizio,
il suo progetto di restaurazione dei domenicani in Francia del quale, nella sua
corrispondenza, lo descrisse entusiasta.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 11/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Nel frattempo Pacca aveva proseguito la pubblicazione delle sue memorie con
quelle delle nunziature tedesca (Memorie storiche di monsignor Bartolomeo Pacca ... sul di
lui soggiorno in Germania dall’anno 1786 al 1794, in qualità di Nunzio Apostolico …,
Roma 1832, poi integrate da De’ grandi meriti verso la chiesa cattolica del clero,
dell’università e de’ magistrati di Colonia nel secolo XVI,Velletri 1839) e portoghese
(Notizie sul Portogallo con una breve relazione della nunziatura di Lisbona dall’anno 1795
fino all’anno 1802, Velletri 1835). Nel 1833 aveva anche pubblicato la Relazione del
viaggio di Pio papa VII a Genova nella primavera dell’anno 1815, e del suo ritorno in
Roma (Roma). Apparvero invece postume (in Quacquarelli, 1954) le memorie
relative al «secondo ministero» degli anni 1814-1815, cui il conflitto con Consalvi e
le alterne fortune al cospetto di Pio VII conferiscono un tono più amaro e
polemico.

Malgrado l’esplicito intento apologetico nei riguardi del proprio operato e di


quello della Chiesa, gli scritti autobiografici di Pacca si segnalano per la qualità
letteraria e per l’ampiezza della documentazione con cui integra i ricordi personali,
e rappresentano una fonte di primaria importanza per la storia della Chiesa fra la
fine del XVIII secolo e l’età napoleonica. Le successive Notizie storiche intorno alla
vita ed agli scritti di monsignor Francesco Pacca (Velletri 1837), in cui delinea la biografia
dello zio paterno (1692-1763), arcivescovo di Benevento dal 1752, testimoniano
un interesse non ristretto all’ambito memorialistico oltre che i legami persistenti
con il contesto d’origine.

Nel 1838, come già al tempo della Restaurazione, Pacca si oppose alle trattative
per la cessione di Benevento al Regno di Napoli. Contemporaneamente seguiva i
progressi del pronipote Bartolomeo al quale, dopo la caduta in disgrazia di
Tiberio, erano affidate le speranze della famiglia di mantenere un esponente al
vertice della Curia romana.

Bartolomeo Pacca jr. (Benevento 1817 - Grottaferrata 1880) fu anch’egli allievo


dell’Accademia dei nobili ecclesiastici; pubblicò una De cathedra romana sancti Petri
oratio (Roma 1836); entrò in prelatura nel 1841 e percorse una carriera nei tribunali

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 12/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

romani e nelle congregazioni preposte al governo dello Stato che lo portò alla
nomina a maestro di camera (1853), maggiordomo e prefetto dei Palazzi apostolici
(1868) e infine a cardinale (1875).

Il discorso, pronunciato il 27 aprile 1843, Nella solenne apertura dell’anno XLIII


dell’Accademia di religione cattolica (Velletri 1843) rappresenta il testamento spirituale
dell’anziano cardinale che, ripercorrendo le vicende cui aveva assistito in gioventù,
descriveva lo stato presente della religione cattolica nei diversi paesi d’Europa,
sottoposta agli attacchi degli scismatici e degli eretici, e ne segnalava con fiducia i
progressi in particolare in Germania, in Francia e nelle missioni.

Morì a Roma il 19 aprile 1844.

Fu sepolto a S. Maria in Campitelli. L’anno successivo uscivano a Parigi i due


volumi delle sue Œuvres complètes.

Fonti e Bibl.: Abbondante documentazione sull’attività di Bartolomeo Pacca è


reperibile negli archivi dei dicasteri da lui presieduti, fra cui i fondi: Arch. di Stato
di Roma, Camerlengato e Camerale II; Città del Vaticano, Arch. della Congregazione per
gli affari ecclesiastici straordinari; Arch. segreto Vaticano, Segreteria di Stato (in
part.: Nunziatura di Colonia; Nunziatura di Lisbona; Interni). Cfr. inoltre, ibid., Spogli
curia (22 buste di sua documentazione pubblica e personale). Corrispondenza di
Pacca ai familiari è conservata presso l’Arch. diocesano di Benevento. A. Artaud
de Montor, Notice historique sur le cardinal B. P., Paris 1844; G. Moroni, Diz. di
erudizione storico-ecclesiastica, L, Venezia 1851, pp. 85-89; P. Dardano, Diario dei conclavi
del 1829 e del 1830-31, Firenze 1879, pp. 23 s., 38-41, 43-45, 50, 53, 66 s., 70, 73-91;
I. Rinieri, Corrisponenza inedita dei Cardinali Consalvi e P. nel tempo del Congresso di
Vienna (1814-1815), Torino 1903; P. Dudon, Lamennais et le Saint-Siège, Paris
1911, ad ind.; R. de Chateaubriand, Journal d’un Conclave, Paris 1914, pp. 4, 6, 69 s.,
72, 76 s., 79, 96; P. Perali, Memoriale del cardinal P. a Leone XII, dell’11 aprile dell’anno
santo 1825, sul progetto di convocare un concilio romano, Roma 1928; M. Moscarini, La
restaurazione pontificia nelle province di “prima recupera”, Roma 1933, pp. 33-74, 78-92,
97-106, 139 s. e passim; L. von Pastor, Storia dei papi, XVI, Roma 1933-34, ad ind.; J.
Schmidlin, Papstgeschichte der neuesten Zeit, I, München 1933, ad ind.; E.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 13/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Consalvi, Memorie, a cura di M. Nasalli Rocca, Roma 1950, p. 11; La pontificia


Accademia ecclesiastica. 1701-1951, Città del Vaticano 1951, pp. 85-91, 133, 145, 150;
A. Quacquarelli, La Ricostruzione dello Stato Pontificio. Con una memoria inedita su “il mio
secondo ministero” del card. Pacca, Città di Castello 1954; G. Cacciamanni, Storia del
Conclave di Gregorio XVI, Fano 1960, p. 19, 24-29, 31-38; J. Leflon - Ch. Perrat, Les
suppressions et édulcorations qu’a fait subir à ses “Memoires” le cardinal P., in Chiesa e Stato
nell’Ottocento. Miscellanea in onore di Pietro Pirri, II, Padova 1962, pp. 355-381; L.
Pásztor, Per la storia del «Concordato» di Fontainebleau, ibid., pp. 597-606; R.
Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich, Brescia 1963, passim; Id., La
formazione diplomatica di Leone XII, Roma 1966, adind.; Id., La politica economica della
Restaurazione romana, Napoli 1966, ad ind.; L. Pásztor, La Congregazione degli Affari
Ecclesiastici Straordinari tra il 1814 e il 1850, inArchivum historiae pontificiæ, VI (1968),
pp. 191-318; A. Omodeo, Studi sul’età della Restaurazione, Torino 1970, ad ind.; La
missione Consalvi e il Congresso di Vienna, I-II, a cura di A. Roveri, III, a cura di A.
Roveri - M. Fatica - F. Cantù, Roma 1970-73, passim; J. Leflon, Crisi rivoluzionaria e
liberale (1789-1846), I, Torino 1971, pp. 429-432, 459-462; II, pp. 557-566, 585,
597, 644, 649, 691-693, 743, 746, 748, 786 s., 824, 826; B. P., in A. Zazo, Dizionario
biografico del Sannio, Napoli 1973, ad vocem; F. de Lamennais, Correspondance générale,
III-VI, Paris 1971-81, ad ind.; A. Emiliani, Musei e museologia nella storia d’Italia,
in Storia d’Italia, V,Documenti, Torino 1973, pp. 1614-1655; Id. Una politica dei beni
culturali, Torino 1974, pp. 40 s.; G. Pignatelli, Aspetti e momenti della propaganda
cattolica a Roma da Pio VI a Leone XII, Roma 1974, ad ind.; Gli arcadi dal 1690 al
1800, a cura di A.M. Giorgetti Vicchi, Roma 1977, p. 3; D. Cecchi, L’amministrazione
pontificia nella 2a Restaurazione (1814-1823), Roma 1978, passim; S.J. Miller, Portugal
and Rome, c. 1748-1830, Roma 1978, ad ind.; A. van de Sande, La Curie romaine au
début de la Réstauration, La Haye 1979, ad ind.; M.J. Le Guillou - L. Le Guillou, La
condamnation de Lamennais, Paris 1982, pp. 7, 13, 16 s., 19, 126-132, 290, 322 s., 326,
420-422; N. Del Re, Tiberio Pacca cardinale mancato, Roma 1984, passim; Roma fra la
Restaurazione e l’elezione di Pio IX, a cura di A.L. Bonella - A. Pompeo - M.I. Venzo,
Roma-Freiburg-Wien 1997, ad ind.; Ph. Boutry, Les écrits autobiographiques des
cardinaux secrétaires d’État du premier XIXe siècle, in Mélanges de l’Ecole française de Rome.
Italie et Méditerranée, CX (1998), pp. 591-609; B. Roberg, Verkehrung der Fronten? B. P.
und der Nuntiaturstreit 1785-1794, inKurie und Politik. Stand und Perspektive der
Nuntiaturberichtsforschung, Tübingen 1998, pp. 376-394; G. Intorcia, Il cardinale P. da

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 14/15
6/4/2020 PACCA, Bartolomeo in "Dizionario Biografico"

Benevento, Napoli 1999; R.T. Ridley, The Pope’s Archeologist. The life and times of Carlo
Fea, Roma 2000, ad ind.; H.-D. Lacordaire, Correspondance, I, Fribourg-Paris, 2001,
pp. 1038-1041, 1045; B. P. (1756-1844). Ruolo pubblico e privato di un Cardinale di
Santa Romana Chiesa, a cura di C. Zaccagnini, Velletri 2001; B. P., in Ph.
Boutry, Souverain et pontife. Recherches prosopographiques sur la Curie romaine à l’âge de la
Restauration (1814-1846), Roma 2002, ad vocem (con bibl.); V. Curzi, Bene culturale e
pubblica utilità. Politiche di tutela a Roma tra Ancien Régime e Restaurazione, Roma
2004, pp. 127-135; Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongregation. 1814-
1917, a cura di H. Wolf, Padeborn-München-Wien-Zürich 2005, ad vocem (con bibl.); J. Le
Blanc, Dictionnaire biographique des cardinaux du XIXe siècle, Montréal 2007, ad
vocem (con bibl.); V. Curzi, Il patrimonio artistico e monumentale nello Stato pontificio negli
anni dell’editto Pacca, in Municipalia. Storia della tutela, a cura di D. La Monica - F.
Nanni, Pisa 2010, pp. 207-215; R. Regoli, Ercole Consalvi. Le scelte per la Chiesa,
Roma 2006, ad ind. Su Bartolomeo Pacca jr.: F. Frezza di San Felice, Cenni biografici
del cardinale Bartolomeo Pacca giuniore, Roma 1880; Ph. Boutry, Souverain et pontife, cit.,
p. 607; J. Le Blanc, Dictionnaire biographique des cardinaux du XIXe siècle, cit., pp. 707 s.

www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pacca_(Dizionario-Biografico)/ 15/15

Potrebbero piacerti anche