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1D20 CAVALIERI

1D20 CAVALIERI

Un progetto di Democrazia Gygaxiana ideato da


Libero Andrea Serafini

Con i contributi dei membri di


OSR Italia
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Ruling the Game
https://t.me/osritalia/

Impaginato e revisionato da
Luca “The Maestro” Volpino

Pubblicato da
OSR Italia

Copertina
Il torneo (N.C. Wyeth, Pubblico Dominio)
Altre illustrazioni
MN.C.Wyeth, Lawrence van der merwe
1D20 CAVALIERI
1. Djare è una donna grande come una montagna, silenziosa come la pietra e dagli occhi profondi come
crepacci. Il suo mantello sembra quasi fatto di stracci, dal numero dei colori, ma a una attenta analisi
ciascun pezzo riporta una storia differente: lana grezza regalata da pastori di cui ha ritrovato il figlio, una
tela-arazzo che riporta la sua traversata della landa-senza-vento, un pezzo di lino istoriato di versetti di
benedizione. Quando qualcuno le chiede perchè giri la terra da sola, lei non risponde, ma mostra solo i
disegni del suo mantello, con malcelata fierezza.
(Libero S.)

2. Shakoor è un uomo elegante, con una barba nera molto ben curata e un paio di mustacchi a manubrio
che sarebbero l’invidia di uno gnomo artificiere. Dimostra una trentina d’anni, ma in realtà ne ha quasi
il doppio: ogni mattina passa ore a lisciarsi, rassettarsi, tingersi barba e capelli per apparire più giovane.
Nonostante la sua estrema vanità, non gli manca il coraggio - non esita a buttarsi nella mischia, a costo
di spettinarsi. Preferisce, ovviamente, combattere senza elmo, e gli piace posare brandendo la sua Spada
Lunga +3, conquistata in battaglia, per i numerosi ritratti che commissiona dopo ogni impresa. Per via di
questi ritratti, è molto amato dai pittori - e sempre in bolletta.
(Luca A. Volpino)

3. Godfrey è un bifolco contadino che ha trovato il cadavere di un cavaliere annegato nella risaia. Incantato
dalla magnificenza dell’armatura (e dei suoi simboli dorati) decide di indossarla e di approfittare dell’umiltà
dei popolani per farsi ospitare di paese in paese, fingendosi un campione del regno. Quello che non sa
è che l’uomo al quale ha rubato l’armatura dorata è ricercato da almeno 7 bande diverse di mercenari,
pronte a mettere a ferro e fuoco ogni villaggio che lo ha ospitato pur di trovarlo senza lasciare testimoni.
(Luca Negri)

4. Parsifal è il cavaliere senza macchia e senza paura che ha salvato la regione dalla minaccia di un drago
malvagio, entrando di soppiatto nella sua grotta e uccidendo la bestia nel sonno. Il ritrovamento dell’immenso
tesoro del drago (e con questo il nuovo influsso di oro nelle terre circostanti) ha portato l’economia della
regione al collasso. Per questo motivo, Parsifal non è particolarmente amato dai suoi concittadini.
(Luca Negri)

5. Xandos Ruun ha un’armatura di specchi. Non porta armi. Non attacca nessuno. Chiunque abbia davvero
il coraggio di affrontarlo si trova implacabilmente a fissare il proprio riflesso: 5su6 probabilità che il
personaggio riflesso rifiuti anch’esso di attaccare, lasciando passare Xandos indenne - 1su6 probabilità che
il personaggio abbia una crisi interiore e abbandoni per sempre la sua carriera di avventuriero.
(sputnikko)

6. Il Cavaliere verde è più una leggenda che una creatura vera e propria; si dice che abiti nelle profondità della
foresta e che sia antico come la più antica delle querce e che si aggiri a cavallo completamente ricoperto da
un’armatura di maglia che copre tutto il suo essere, uno scudo e un’ascia al fianco . Alcuni dicono che sia
un elfo, altri che sia un umano mentre altri ancora sussurrano che sia qualcosa di più antico e di primevo,
tutti però sono d’accordo nel dire che il Caos cammina al suo fianco. La sua armatura è cosparsa di muschi
e licheni ma è in grado di respingere l’affondo di un’arma brandita da un mortale, il suo sia d’argento elfico
e le rune del Caos incise sul metallo possano permettano di deviare ogni stregoneria mentre la sua ascia
possa tagliare tutto quello che non è benedetto o maledetto. A volte nemico, a volte alleato il Cavaliere
verde sembra destinato a muoversi per cangianti sentieri del Caos fino alla fine del tempo.
(Balder Moore a.k.a. Baldassarre “Baldo” Minopoli)

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7. Uve Lambretta è il più famoso cavaliere delle Lande Grigie. Come si potrebbe pensare dal nome, Uve cavalca
una lambretta, ma in realtà il suo destriero preferito è una Vespa PX 150. Il nome si deve semplicemente
al fatto che il suo bisnonno, cavaliere anch’egli, cavalcava una lambretta, ma già suo padre aveva preferito
come cavalcatura una Vespa Primavera. Uve fin da bambino ha prestato giuramento al Codice dei Cavalieri
dell’Asfalto, che regola non solo i doveri e i princìpi di quest’ordine cavalleresco, ma soprattutto stabilisce
le norme di comportamento che si devono tenere quando si cavalca il proprio destriero:
a. Il destriero deve essere della tinta del casato del Cavaliere (nel caso di Lambretta, è un
verde pisello con strisce blu cielo).
b. Il destriero deve aver affitto, sul retro e sotto la lampada carmine, il numero della licenza del
Cavaliere (datogli all’atto di giuramento).
c. Quandunque una Guardia Cittadina o del Reame mostri la bandiera rossa, il Cavaliere
ha l’obbligo di fermarsi per prestar attenzione o soccorso o comunque prestar il proprio
servigio.
Ce ne sono, come potete immaginare, molte altre di norme da seguire, e Uve Lambretta era il più famoso
per il semplice fatto che è l’unico che sia riuscito a rispettarle sempre tutte, dove molti altri Cavalieri eran
stati colti a infrangerle in più di un’occasione…
(Dismaster FraNe)

8. Orm il Frangente è un poderoso omone, alto due metri e più. Apparentemente instancabile, indossa
un’armatura di acciaio ricoperta da innumerevoli scanalature che, nel suo complesso, replicano il disegno
di un’onda. Il cavaliere non toglie mai né l’armatura né l’elmo, e le malelingue indicano in questa abitudine
il leggero lezzo d’acqua salmastra che il figuro emana. Ciononostante, la forza e la resistenza di orm sono
innegabili, così come la sua tendenza a sproloquiare sillabando ogni singola parola con voce roca, quasi
come se trascinasse ogni vocale. Di armi ne ha avute molteplici, quasi tutte distrutte in battaglia a causa
dell’eccessiva foga con cui vengono usate. Sebbene la sua contrada d’origine sia sconosciuta ( il nome
“Oceania” non dice nulla a nessuno storico locale), la sua nobiltà è quasi tangibile. L’aura di mistero che
circonda il suo titolo, così come le misteriose indiscrezioni che parlano di una pelle blu e di corna non
decorative che spuntano dalla fronte, completano il quadretto di un cavaliere buono nell’animo e fin
troppo generoso con le parole…
(Berga)

9. Eleanor è una donna


dallo sguardo fiero e il
portamento elegante.
Indossa un’armatura
argentea e un mantello
rosso, porta sempre con
sé la sua spada lunga,
compagna di mille
battaglie e un piccolo
ciondolo a forma di
stella che stringe a sé
nei momenti più bui.
È membro dell’Ordine
della Rosa, un ordine di

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nobili cavalieri al servizio della Regina. Eleanor è di umili origini, ma
fin da piccola si è allenata con passione nell’arte della spada, sotto la
guida severa ma attenta del vecchio Rod. Durante la terribile Guerra
delle Lune dimostrò il suo valore sul campo di battaglia e la Regina,
colpita, decise di nominarla Cavaliere. Il suo stile di combattimento
è molto peculiare, volteggia da un nemico all’altro come se stesse
danzando, con una rapidità e una grazia che sembra incantare i
nemici, lasciandoli confusi per qualche secondo prima che cadano
inermi sotto i suoi colpi. I suoi modi sono gentili ma distaccati e il
suo sguardo glaciale si scioglie solo in presenza della Regina. Eleanor,
infatti, è segretamente innamorata di lei ed è costretta a celare i suoi
sentimenti sapendo in cuor suo di non poter essere ricambiata. Ma
forse qualcuno nell’Ordine se n’è accorto, qualcuno che non ha mai
accettato che una ragazza di umili origini potesse essere nominata Cavaliere…
(Angie)

10. Ardashir Zax Kevoke Resh, ultimo dei Cavalieri del Syrr. L’ultimo dei Syrr cerca ogni frammento della
loro antica conoscenza, è è un grande stregone oltre che un uomo d’armi valoroso e sprezzante di sé e
del pericolo. La sua fedeltà è in vendita, ma acquistata (con tesori mistici o arcani tomi, ma con il denaro,
per il quale ha né poco né punto desiderio) è incrollabile -fino al termine pattuito. Per mille generazioni i
Cavalieri del Syrr sono stati un baluardo della Legge e dell’ordine, difendendo le Terre Libere e costituendo
l’incrollabile termine d’esempio della cavalleria. Zax era il migliore tra i loro novizi, il più amato e vittorioso
tra i cavalieri che portavano la colomba sul petto, il più giovane dei loro maestri. In una notte di fuoco e magia
tradì e assassinò i suoi confratelli, dando la caccia a ciascuno di loro, battendoli in duello e reclamando le
loro vite per il suo pugnale. Odiato più che disprezzato, temuto più che odiato, conduce una vita randagia e
feroce, alla ricerca dei frammenti di potere che costituiscono la sua eredità. Secondo il codice dei Syrr non
rifiuta mai una sfida, né un ingaggio onorevole, ma secondo una legge che è solo sua non offre né concede
quartiere, e riduce chi lo sfidi e non ne muoia in grama schiavitù. Alla giostra i suoi schiavi efreet guidano
la punta della sua lancia, e in battaglia salgono e scendono dalla collina ove il vento sferza il mantello nero
come una bandiera e sussurrano segreti al suo orecchio e portano gli ordini della sua bocca. Non ama
versare sangue se può vincere uno scontro con il solo uso della sua sapienza e della sua cupa fama, ma non
si perita di risparmiare le vite dei nemici e nemmeno degli alleati. Nessuno vorrebbe doversi affidare a lui,
ma molti di coloro che si trovano in estrema difficoltà vorrebbero poterlo fare.
(Dada Dan Akiko)

11. Sir Cumference, basso e paffutello, è un cavaliere a tutto tondo. Indossa un’armatura dalle forme
bombate, imbraccia una mazza sferica priva di chiodi o spuntoni, uno scudo ovviamente circolare e
persino il suo vessillo è formato da una serie di cerchi concentrici bianchi e neri, tanto che i suoi colleghi lo
soprannominano spesso “Cavalier Bersaglio”. La sua indole bonaria e allegra però fa sì che egli stesso rida
dello scherno altrui, mentre vaga da un capo all’altro del regno lungo percorsi circolari. Nonostante non sia
un guerriero degno di nota viene temuto più che altro per il suo destriero, un pesce palla sovradimensionato
in grado di fluttuare sul terreno e respirare sia sulla terraferma che in acqua, che il cavaliere ha salvato dallo
stregone che lo aveva incantato e che con Sir Cumference condivide un forte legame empatico. “Rotolfo”,
tale è il nome del destriero, conserva tutte le letali capacità della sua specie, e non esiterebbe a sfruttarle
qualora il suo compagno fosse in pericolo.
(Pieralberto Cavallo)

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12. Jehanne la Poetessa è una donna che non si prende troppo sul serio, dagli occhi verdi e dalla carnagione
chiara, con capelli ondulati di un biondo quasi platino portati alla maschietta. È un po’ alta e poco in carne
e il suo abbigliamento ricorda un vestito formale elegante in turchese e rame con armatura leggera e
un lungo mantello. La sua arma preferita è la balestra e la sua missione è trovare un’arma leggendaria e
salvare una giovane donna da una strega intrigante. È terribile nel mantenere i segreti, è una tenerona di
cuore ed è una cantante piuttosto scarsa.
(Zeruhur)

13. Massiba, il Grande Cane. Chiamato anche “Sire Mastino” a causa della pelliccia di un grosso mastino delle
steppe da lui ucciso a mani nude perennemente indossata sulle spalle. L’uomo era un cavaliere dell’Ordine,
un tempo, ma l’aver ucciso, strangolando anziché trafiggendo con la propria spada in un duello, il Vicario,
ha fatto sì che fosse espulso e condannato a una vita da fuggitivo.
Ora viaggia di villaggio in villaggio, braccato da quello che un tempo erano suoi fedeli fratelli e compagni,
accompagnato dall’unica persona che l’abbia mai amato: lo scudiero Sparte.
Oltre alla pelliccia indossa una vecchia armatura d’acciaio grigio smunto, il simbolo dell’Ordine raschiato
via dal petto, e al fianco porta da una larga spada dalla punta triangolare.
(Dismaster FraNe)

14. La missione di Verenice del Maestrale sembra quasi banale: consegnare ad un quieto villaggio,
Borgorapa, notizie importante. Ma questa silfide pare abbia preso il suo compito con dedizione ed ardore
quasi ossessivi: poche fermate, e domande e chiacchiere solo quando si è in marcia. I tratti del suo volto
sono evanescenti e gentili, ma lo sguardo è il fuoco di una tempesta. Ciò che molti non sanno è che ha
poco tempo per la sua missione: quando il vento cambierà direzione - lei cesserà di esistere. (Ogni alba, tira
un dado da 10: con un 1, Verenice non esiste più, d’improvviso. Con un 2, avrà ancora qualche minuto a
disposizione prima che la direzione del vento cambi) Verenice non porta spade o simili - non ha tempo per
quello: un’arco, il suo destriero Zefiro, qualche pugnale, e un ottimo intuito relativamente a quando vale
impelagarsi in qualche strana situazione.
(Libero S.)

15. Arturio, Cavaliere Errante. Il compito dei Cavalieri del Passo Stretto era tanto semplice quanto sfibrante:
proteggere il tempo in mezzo ai monti innevati dai seguaci del Caos che vi si annidano. Pochi avevano il
coraggio di unirsi all’Ordine, e ancora meno avevano il coraggio di restare come difensori perenni al passo.
Quando il tempio cadde, l’Ordine fu sciolto e i sopravvissuti inviati in una Crociata Penitente, alla ricerca
della redenzione, e sparsi verso terre lontane per ricordare a tutti gli altri ordini il prezzo del fallimento.
Finita la sua Crociata, Arturio decise di non deporre le armi e di continuare a vagare, non sostando mai
più di una settimana nello stesso posto, alla costante ricerca di accoliti del Caos per placare la sua sete di
vendetta e lavare nel sangue l’onta di cui i Cavalieri del Passo Stretto, a suo dire, ancora sono macchiati. La
sua armatura è rugginosa e incompleta, e le sue armi sono visibilmente intaccate dal tempo e dall’incuria.
(Simone di Francesco)

16. Capriccio è un pupazzo di legno in armatura animato dal soffio vitale di una strega. La voce e i vocaboli
da lui utilizzati sono quelli di un pretenzioso cantore di poemi epico-cavallereschi (fonti di ispirazione
per la sua creazione). Capriccio si lancia al salvataggio di qualsiasi principessa in pericolo e, una volta
liberata la giovane dalla prigionia, cade in frantumi (solo per poi ricrearsi ancora una volta, non appena si
ripresenti l’occasione). Tratta chiunque si unisca alla sua impresa come un sottoposto da educare e cavalca
un enorme sasso volante. Spesso la principessa da salvare è la stessa strega creatrice di Capriccio che,
annoiata, pianifica il suo rapimento e si finge in pericolo.
(Luca Negri)

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17. Nii BrratY è un cavaliere simbiotico tra cavalcante e cavalcato, ovvero un centauro. Egli ritiene che solo
lui e quelli come lui possano ambire al titolo di cavaliere in quanto “Siffatti sedicenti cavalieri in quanto
cavalcanti sfruttano ignobilmente i miseri cavalcati, vilmente impastoiati e financo speronati in questo
violando il sacro codice dei cavalieri laddove dice difendi gli indifesi. Alcuni peggiorativamente si avvalgono
di svariati cavalcati ed ulteriormente di schiavi servitori in questo dimostrando cuore oscuro come i peggiori
cattivi”. Egli vuole mantenere la purezza dello spirito cavalleresco e per questo combatte ferocissimamente
i cavalcanti per dar la libertà agli schiavi cavalcati. Le prigioni di Lampreglia custodite dal Sacro Ordine dei
Cavalieri che non Cavalcano sono zeppe di ex cavalieri usati come portantini per le cucine della Regina
Affamata e delle sue 112 sorelle.
(Paolo Castelli)

18. Quinto Fabio Massimo, Cavaliere Imperiale. Cavaliere di un impero lontano e fuori dal tempo. Non
sa bene come è arrivato in questo lande di cui non comprende fino in fondo gli usi cavallereschi. Uomo
di parola che porta avanti la causa della civiltà sulla barbaria. Sempre schierato a fianco di chi costruisce
strade, ponti, acquedotti e migliora le condizioni di vita delle città (fogne, mercati, case). Spesso cade
in equivoco sulle questioni di etichetta correnti che non comprende fino a fondo. Abilissimo cavaliere e
stratega impareggiabile ama le discussioni fatte attorno ad un tavolo. Quando non indossa l’armatura usa
indossare una tunica e viene spesso scambiato per un mago o un sacerdote e spesso non sfigura avendo
avuto un’educazione classica in filosofia naturale.
(Fabio Milito Pagliara)

19. Sir Tant’ Ot è un cavaliere incredibilmente silenzioso. solo i membri più fidati della sua corte conoscono
il suo aspetto; per il resto del mondo, è un mistero. Capace di movimenti incredibilmente dinoccolati e
dotato di una flessibilità straordinaria, il suo segreto è quantomeno bizzarro; Sir Tant’Ot è in realtà una
colonia di settantotto furetti senzienti dalla coscienza condivisa, capaci di appoggiarsi l’un l’altro a formare
una sagoma umanoide. Un tempo un intero reggimento di cavalleria, Sir Tan’ Ot “nacque” per via di una
maledizione scagliata da un perfido stregone, geloso del fatto che il comandate della compagnia - tale Sir
Osvald’Ot - non ricambiasse le sue avances. la compagnia si rende ancora utile al regno, sia come cavaliere
capace di schivare l’impossibile sia come rete di spie insospettabile.
(Berga)

20. Giovanni di Vecchio Inverno. Cavaliere di Ventura. Questo cavaliere è un mercenario che segue
il codice dei Cavalieri di Ventura. Una volta accettato un incarico cerca di portarlo a termine al meglio
delle sue capacità. Grande cavaliere e combattente non si risparmia sul campo di battaglia. Quello che
molti non sanno, né potrebbero sospettare,
è che Giovanni ha più di mille anni, quando
viene ucciso si risveglia dopo un mese nel suo
vecchio castello tra le desolate lande del nord.
Per il suo codice in questo caso considera
concluso il contratto. Giovanni non ha idea
del perché succeda ciò, ha provato più volte
a capirlo ma oramai non cerca più la ragione
attivamente piuttosto ha deciso di accettare il
suo destino e dirigersi verso un regno diverso
ogni volta che viene ucciso.
(Fabio Milito Pagliara)

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