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MARGARET WEIS RAISTLIN L'ALBA DEL MALE (The Soulforge, 1998)

Dedicato con amore e amicizia a Tracy Raye Hickman RINGRAZIAMENTI Un ringraziamento agli amici di Krynn sull'alt. fan. dragonlance newsgroup. Essi hanno attraversato quella magica landa pi recentemente di quanto non abbia fatto io e perci sono stati in grado di fornirmi delle informazioni inestimabili. Grazie a voi tutti! Vorrei ringraziare Terry Phillips, la cui opera originale, un Adventure Book, The Soulforge stata la principale fonte d'ispirazione della mia storia. PROLOGO Sono passati oltre dieci anni da quando ci siamo radunati nel mio piccolo appartamento per una partita. A quel tempo Dragonlance era noto soltanto ad una manciata di noi, un neonato pieno di promesse non ancora realizzate, e stavamo giocando la prima avventura di quella che si sarebbe rivelata un'esperienza meravigliosa per milioni di persone... anche se

quella notte, stando a quanto ricordo, per lo pi non avevamo idea di quello che stavamo facendo. Io dirigevo il gioco basandomi sull'insieme delle mie annotazioni preparato in tutta fretta e sia mia moglie sia Margaret erano nella schiera di quanti stavano lottando per trovare il loro personaggio nella massa di figure indistinte che avevamo fornito loro. Chi erano questi Eroi delle Lance? Qual era il loro aspetto effettivo? Stavamo ormai cominciando a giocare quando mi sono girato verso il mio buon amico Terry Phillips e gli ho chiesto cosa intendesse fare il suo personaggio. Terry mi ha risposto... e il mondo di Krynn cambiato per sempre: la sua voce rauca, il suo sarcasmo e la sua amarezza che servivano a mascherare un'arroganza e un potere che non avevano mai bisogno di essere dichiarati divennero improvvisamente reali e tutti noi nella stanza rimanemmo paralizzati e terrorizzati. Ancora oggi Margaret persiste nel giurare che quella notte Terry aveva indosso una veste nera. Terry Phillips aveva scelto Raistlin come suo personaggio, e con quella scelta aveva dato vita ad uno dei pi duraturi personaggi di Dragonlance. Terry ha perfino scritto un Adventure Gamebook relativo alle prove sostenute da Raistlin e dotato dello stesso titolo del volume che avete ora in mano; Krynn... per non parlare di Margaret e di me... ha un notevole debito di gratitudine nei suoi confronti per averci donato Raistlin. Altri personaggi di Dragonlance possono anche appartenere a diversi creatori, ma fin dall'inizio Margaret ha messo bene in chiaro che quello che riguardava Raistlin era di sua esclusiva pertinenza e noi non ci siamo mai risentiti di questo suo accaparrarsi il mago oscuro perch lei sembrava la sola capace di confortare il suo personaggio e di dare sollievo alla sua mente turbata. La verit che Raistlin spaventava il resto di noi, inducendoci a prendere le distanze, e che solo Margaret ha capito come varcare quell'insuperabile abisso. Adesso avete fra le mani la storia di Raistlin come l'ha narrata Margaret... la persona che lo conosce meglio di chiunque altro: forse non sar un viaggio confortevole, ma varr la pena di compierlo, perch Margaret sempre stata una maestra nell'arte della narrazione e questa una vicenda che desiderava raccontarvi da tempo. E se Terry sta leggendo queste pagine... dovunque si trovi adesso... gli auguro di avere la pace. TRACY HICKMAN 10 Ottobre 1997

Le leghe prodotte dai primi uomini che lavorarono il ferro... erano ottenute riscaldando masse di minerale di ferro e di carbone in una fucina o fornace che avesse un tiraggio d'aria forzato. Sotto questo trattamento il minerale veniva ridotto ad una spugna di ferro piena di scorie composte di impurit metalliche e di cenere di carbone. Questa spugna di ferro veniva rimossa dalla fornace quando era ancora incandescente e percossa con pesanti martelli per eliminare le impurit e uniformare e consolidare il ferro... Di tanto in tanto capitava che questa tecnica per la fabbricazione del ferro portasse per caso alla creazione di vero acciaio...1

"Produzione dell'Acciaio" Microsoft Encarta Encyclopedia, 1993-1995.

LIBRO PRIMO L'anima di un mago viene forgiata nel crogiuolo della magia. ANTIMODES DALLA VESTE BIANCA CAPITOLO PRIMO Quando viaggiava, non indossava mai la veste bianca. A quell'epoca, del resto, prima che la grande e terribile Guerra delle Lance riversasse il proprio calderone su tutto Ansalon e lo bruciasse come olio bollente, erano ben pochi i maghi che osassero farlo in quanto quello era un tempo, circa quindici anni prima della guerra, in cui il fuoco sotto il calderone era appena stato acceso, la Regina delle Tenebre e i suoi seguaci avevano appena generato le scintille che ne avrebbero fatto divampare la fiamma; all'interno del calderone, l'olio era quindi ancora freddo, nero e denso, ma sul fondo stava cominciando a scaldarsi. La maggior parte degli abitanti di Ansalon non avrebbe mai visto il calderone e tanto meno l'olio che ribolliva al suo interno fino a quando esso non le fosse stato rovesciato sulla testa, insieme al fuoco dei draghi e agli altri innumerevoli orrori della guerra, e in questo periodo di relativa pace la gente di Ansalon non si prendeva per lo pi la briga di guardare verso l'alto e neppure a destra e a sinistra per vedere cosa stesse succedendo nel mondo circostante, preferendo fissare i propri piedi nel vivere una polverosa giornata dopo l'altra, sollevando al massimo la testa ogni tanto per controllare che una pioggia improvvisa non rovinasse qualche scampagnata. Pochi avvertivano il calore di quel fuoco appena acceso e tenevano attentamente d'occhio il turgido liquido nero racchiuso nel calderone: pervasi di un crescente disagio, questi pochi stavano iniziando a elaborare dei piani nel vedere che esso si andava riscaldando. Il nome del mago in questione era Antimodes, era umano e originario di una buona famiglia di mercanti di Porto Balifor; essendo il pi giovane di tre fratelli, era stato allevato con la previsione di essere inserito nel ramo d'affari della famiglia, che si occupava di sartoria, e a tutt'oggi era orgoglioso di mostrare le cicatrici lasciate dalle punture d'ago sul dito medio della mano destra. Quest'esperienza giovanile aveva conferito ad Antimodes un insolito senso degli affari abbinato ad un gusto eccellente nel vestire e nella scelta di stoffe pregiate, il che costituiva uno dei motivi

per cui capitava di rado di vederlo con indosso la veste bianca. Alcuni maghi avevano paura di portare la veste bianca, simbolo della loro professione, in quanto sapevano di non essere amati e ben visti in Ansalon, mentre Antimodes non aveva paura ma evitava comunque di indossarla per il semplice motivo che lasciava vedere troppo lo sporco e lui detestava arrivare a destinazione cosparso di schizzi di fango troppo evidenti. Il mago era solito viaggiare solo, cosa che in quei giorni di disagio significava che lui era uno stolto, un kender o una persona estremamente potente; Antimodes peraltro non era n uno stolto n un kender e viaggiava solo perch preferiva la compagnia di se stesso e della sua asina, Jenny, a quella della maggior parte delle persone che conosceva; quanto alle guardie del corpo, di solito erano volgari e stupide, oltre che costose, e comunque in caso di bisogno il mago era perfettamente in grado di difendersi da solo in maniera adeguata. La necessit di difendersi si era peraltro presentata di rado nei suoi oltre cinquant'anni di vita, perch in genere i ladri preferivano cercare prede che apparissero spaventate, ubriache o sventate, e anche se il suo elegante mantello di lana blu scuro dai fermagli d'argento indicava senza dubbio che lui era un uomo facoltoso, Antimodes lo portava con un'aria piena di sicurezza, cavalcando eretto e a testa alta sulla sua asina dal passo cadenzato, con lo sguardo acuto che notava tutto ci che lo circondava, dagli scoiattoli fra i rami ai rospi nel fossato. Anche se all'apparenza non aveva armi, le sue ampie maniche e gli alti stivali di cuoio avrebbero potuto nascondere con facilit un pugnale, le sacche di cuoio lavorato a mano che gli pendevano dalla cintura contenevano senza dubbio componenti per incantesimi e la custodia d'avorio che lui portava appesa al petto mediante una cinghia di cuoio era probabilmente piena di pergamene magiche, tutti indizi che qualsiasi ladro che meritasse i propri grimaldelli non poteva mancare di notare. Di conseguenza, le figure indistinte che si tenevano annidate fra le siepi che costeggiavano la strada, in genere si allontanavano da lui per andare in cerca di vittime pi facili. Quel giorno Antimodes era in viaggio alla volta della Torre della Somma Stregoneria di Wayreth e per andarvi aveva scelto il percorso pi lungo, dal momento che avrebbe potuto con tutta facilit imboccare i corridoi della magia per arrivare alla Torre dalla sua citt natale, Porto Balifor. Il mago aveva per ricevuto da Par-Salian, capo dell'Ordine delle

Vesti Bianche e del Conclave dei Maghi e quindi suo diretto superiore, la richiesta di effettuare il viaggio nel modo convenzionale. Anche se ParSalian era il suo superiore, lui e Antimodes erano peraltro intimi amici fin dall'epoca in cui entrambi erano giovani ed erano giunti alla Torre nello stesso giorno per sottoporsi alla faticosa e a volte letale Prova imposta a tutti gli aspiranti maghi. Entrambi avevano dovuto aspettare nella stessa anticamera della Torre e l ciascuno aveva condiviso con l'altro il proprio timore e la propria trepidazione trovando il conforto, la consolazione e il sostegno di cui aveva bisogno, cosa che aveva creato fra le due Vesti Bianche un'amicizia che durava da allora. Di conseguenza, contrariamente a come avrebbe fatto con chiunque altro, Par-Salian non aveva ordinato ad Antimodes di scegliere la strada pi lunga ma si era limitato a chiederglielo. Nel corso di questo viaggio, Antimodes doveva conseguire due obiettivi. Il primo era quello di sbirciare in ogni angolo buio, di ascoltare senza parere ogni conversazione sussurrata, di scrutare dietro le imposte di ogni finestra sprangata; il secondo consisteva nel trovare nuovi giovani dotati di talento magico. Il primo di questi due incarichi era pericoloso in quanto la gente non si mostrava bendisposta verso i ficcanaso, soprattutto quando aveva qualcosa da nascondere, e il secondo era noioso perch in genere comportava l'avere a che fare con i bambini, che Antimodes detestava. Tutto considerato, il mago preferiva decisamente l'attivit di spionaggio. Nel corso del viaggio, Antimodes aveva scritto su un diario il proprio rapporto con la sua ordinata e precisa calligrafia da sarto in modo da poterlo consegnare a Par-Salian al suo arrivo, e nel procedere lungo la strada in sella alla sua asina, dono del fratello maggiore che aveva assunto il controllo dell'attivit di famiglia ed era adesso un agiato sarto di Port Balifor, ne stava ora revisionando mentalmente ogni parola, utilizzando come di consueto il tempo trascorso viaggiando per meditare su tutto ci che aveva visto o sentito, in quanto nulla era di per s significativo ma tutto poteva essere importante. Par-Salian trover interessante la lettura del mio rapporto, comment, rivolto a Jenny che rispose scrollando la testa e rizzando gli orecchi in segno di assenso. Non vedo l'ora di consegnarglielo, prosegu intanto Antimodes. Lui lo legger, mi far delle domande ed io gli spiegher tutto quello che ho visto o sentito, sorseggiando al tempo stesso dell'eccellente vino elfico. E tu, mia cara, cenerai a base di avena. Jenny manifest la propria sentita approvazione, memore del fatto che in

alcuno dei posti in cui si erano fermati era stata costretta a mangiare fieno umido e ammuffito o anche di peggio... una volta le avevano offerto addirittura delle bucce di patata. Adesso i due erano prossimi alla conclusione del loro viaggio: entro un mese Antimodes sarebbe arrivato alla Torre della Somma Stregoneria di Wayreth, o per meglio dire la Torre sarebbe arrivata da lui, in quanto nessuno poteva mai trovare la magica Torre di Wayreth e i visitatori venivano invece rintracciati da essa se il suo signore cos desiderava. Quella notte Antimodes aveva in programma di fermarsi nella citt di Solace. Dal momento che era soltanto mezzogiorno e che era ormai tarda primavera avrebbe anche potuto proseguire avendo a disposizione ore di luce diurna in abbondanza, ma amava Solace, apprezzava la sua famosa locanda, la Locanda dell'Ultima Casa, era affezionato al suo proprietario, Otik Sandetti, e, soprattutto, trovava decisamente di suo gusto la sua birra, al punto che stava assaporando mentalmente quella birra gelata, scura e schiumosa fin da quando aveva cominciato a respirare la polvere della strada. Il suo arrivo a Solace pass inosservato contrariamente a quello che succedeva in ogni altra citt di Ansalon, dove uno straniero veniva subito considerato un ladro, un portatore di peste, un assassino o un rapitore di bambini. Solace era per diversa dalla maggior parte delle citt di Ansalon perch era stata fondata da profughi che nel corso del Cataclisma erano fuggiti per salvarsi la vita e avevano arrestato la loro fuga quando erano infine giunti in quel luogo: essendo stati essi stessi un tempo stranieri in cammino, i fondatori di Solace avevano avuto quindi un atteggiamento pi amichevole nei confronti degli stranieri, atteggiamento che avevano poi trasmesso ai loro discendenti con il risultato di fare di Solace un rifugio sicuro per i fuoricasta, i solitari, gli inquieti e gli avventurosi. Gli abitanti della citt erano cordiali e tolleranti... fino ad un certo punto, perch era risaputo che l'illegalit dilagante non faceva bene agli affari e la gente di Solace teneva molto alla propria economia. Essendo posizionata su una strada molto trafficata che costituiva la principale arteria che dal settentrione di Ansalon portava ad ogni zona del sud del continente, Solace era abituata a intrattenere i viaggiatori, ma non fu questo il motivo per cui ben pochi si accorsero dell'arrivo di Antimodes bens per il fatto che la maggior parte della popolazione di Solace non lo vide neppure passare in quanto si trovava molto pi in alto rispetto a lui, nelle abitazioni per lo pi costruite fra i folti e giganteschi rami degli

immensi alberi di vallenwood. I primi abitanti di Solace si erano letteralmente rifugiati sugli alberi per sottrarsi ai loro nemici, scoprendo che vivere lass era pi sicuro e avevano costruito di conseguenza le proprie dimore fra i grossi rami di quelle piante, una tradizione che poi era stata portata avanti dai loro discendenti. Piegando il collo all'indietro, Antimodes guard verso l'alto, in direzione dei ponti di assi di legno che passavano da un albero all'altro e che ondeggiavano vistosamente ogni volta che qualcuno degli abitanti del villaggio li percorreva a passo svelto per andare da qualche parte. Essendo un uomo azzimato e vivace, sempre pronto a notare una bella dama, Antimodes cerc quindi di intravedere una caviglia snella o una gamba ben tornita... possibilit sempre esistente anche se le donne di Solace badavano a tenere sotto controllo le ampie gonne nel percorrere i ponti... e mentre era impegnato in questa piacevole occupazione venne d'un tratto distolto da essa da un echeggiare di grida acute che lo indusse ad abbassare lo sguardo, scoprendo cos che lui e Jenny erano stati raggiunti da una banda di ragazzini dalle gambe nude e dalla pelle abbronzata che brandivano spade di legno e lance fatte con dei rami e parevano impegnati a combattere contro un esercito di nemici immaginari. I ragazzi non avevano avuto intenzione di travolgere Antimodes, ma il vorticare della battaglia li aveva trascinati nella sua direzione, a mano a mano che l'esercito di invisibili orchetti o orchi o chiss che altro si ritirava sempre pi in direzione del Lago Crystalmir. Spaventato da quella massa di ragazzini che urlavano e agitavano le spade, l'asina del mago scart e caracoll, con gli occhi dilatati per il terrore. Dopo tutto, la cavalcatura di un mago non era un cavallo da guerra, non era addestrata a galoppare in mezzo al chiasso, al sangue e alla confusione di una battaglia o a fronteggiare delle lance senza sussultare, e il peggio a cui l'asina di Antimodes aveva mai dovuto abituarsi era l'odore sgradevole di qualche componente per incantesimi e occasionali bagliori luminosi. Di per s, Jenny era un animale placido, forte e sano, con un'incredibile abilit ad evitare sassi e radici sporgenti, cosa che garantiva a chi la cavalcava un viaggio tranquillo e comodo, ma di recente aveva dovuto tollerare cibo cattivo, alloggiamenti inadeguati e compagni di stalla spiacevoli, e un esercito di ragazzetti armati di bastoni era una cosa che esulava dalla sua residua capacit di sopportazione. Notando dall'agitarsi degli orecchi e dal modo in cui esso stava

snudando i denti gialli che l'asina era prossima a sgroppare e a scalciare... cosa che non avrebbe danneggiato molto i ragazzi ma avrebbe di certo disarcionato il suo cavaliere... Antimodes cerc di tenere sotto controllo la cavalcatura senza per avere molta fortuna. Pervasi dal sacro furore della battaglia, i pi giovani fra i ragazzi non si accorsero neppure della presenza del cavaliere in difficolt e gli vorticarono intorno agitando le spade e lanciando acute grida di trionfo, e Antimodes si stava gi preparando a fare il suo ingresso a Solace sul proprio posteriore quando un ragazzo pi grande... di circa dodici anni... emerse dalla calca e dalla polvere e prese le redini di Jenny, calmando l'asina terrorizzata con la propria presenza e con un tocco gentile. Allontanatevi! ordin quindi il ragazzo agli altri, agitando la propria spada di legno che aveva passato nella mano sinistra. Sparite, ragazzi! State spaventando l'asina. I ragazzini pi giovani, che avevano un'et dai sei anni in su, obbedirono di buon grado e si allontanarono senza cessare di fare chiasso, levando grida e risate che echeggiarono fra gli enormi alberi di vallenwood. Il ragazzo pi grande rimase invece sul posto e con un accento che non era di quella parte di Ansalon rivolse le proprie scuse al mago, senza cessare di accarezzare il muso morbido dell'asina per calmarla. Perdonaci, buon signore, eravamo tanto intenti a giocare che non ci siamo accorti del tuo arrivo. Spero che tu non abbia riportato danni. Il ragazzo aveva dritti capelli biondi che portava tagliati all'altezza degli orecchi secondo uno stile popolare soltanto in Solamnia e in nessun'altra area di Krynn; i suoi occhi erano fra il grigio e l'azzurro e lui sfoggiava un comportamento rigido e serio che contrastava con la sua et, un nobile portamento di cui pareva estremamente conscio. Anche il suo modo di parlare colto e forbito indicava che non si trattava del figlio di un contadino o di uno zotico di campagna. Ti ringrazio, giovane signore, rispose Antimodes, vagliando al tempo stesso con attenzione la sua scorta di componenti per incantesimi al fine di accertarsi che gli scossoni subiti non avessero allentato i lacci di qualcuna delle sacche che portava alla cintura; accenn quindi a chiedere il nome di quel ragazzo, che aveva destato il suo interesse, ma nel sollevare lo sguardo scopr che stava fissando le sacche dei componenti per incantesimi con un'espressione sprezzante e piena di disapprovazione dipinta sul volto. Se sei certo di stare bene, Sir Mago, e di non aver riportato danno a causa dei nostri giochi, permettimi di prendere congedo da te, aggiunse

quindi il ragazzo con un rigido inchino, lasciando andare le redini dell'asina, poi si gir verso un compagno che aveva pi o meno la sua et e che si era fermato a studiare con interesse lo straniero e domand in tono brusco: Vieni, Kit?. Fra un momento, Sturm, rispose l'interpellato, e soltanto quando lo sent parlare Antimodes si rese conto che quel ragazzo ricciuto che indossava pantaloni e giustacuore di cuoio era in effetti una ragazza. Osservandola meglio, il mago not che si trattava in effetti di una ragazza molto attraente che avrebbe potuto essere definita gi una "giovane donna" perch anche se era ancora un'adolescente la sua figura era ben definita, i suoi movimenti erano molto aggraziati e il suo sguardo era ardito e deciso mentre lei lo studiava a sua volta manifestando un interesse intenso e meditabondo che Antimodes trov difficile da comprendere. Essendo infatti abituato a incontrare reazioni di disprezzo e di avversione, era in grado di constatare che l'interesse di quella giovane donna non era dettato da mera curiosit e che nel suo sguardo non c'era traccia di antipatia... piuttosto, sembrava che lei stesse prendendo una decisione in merito a qualcosa. Antimodes era all'antica per quanto riguardava il suo atteggiamento nei confronti delle donne, che gli piacevano morbide e profumate, amorevoli e gentili, con le guance che tendevano ad arrossire e lo sguardo decorosamente abbassato; naturalmente si rendeva conto che in quell'epoca di potenti maghe e di forti guerriere il suo era un atteggiamento retrogrado, ma d'altro canto era l'unico che lo facesse sentire a proprio agio. Accigliandosi leggermente per indicare la propria disapprovazione a quella giovane sfrontata, incit quindi Jenny ad avviarsi in direzione delle stalle pubbliche, che si trovavano vicino alla bottega del fabbro, gli unici due edifici di Solace, oltre a quello del fornaio che conteneva forni immensi, che si trovassero al livello del suolo. Mentre oltrepassava la giovane donna, per, Antimodes continu ad avvertire su di s lo sguardo perplesso e riflessivo dei suoi occhi castani. CAPITOLO SECONDO Dopo aver controllato che Jenny fosse sistemata comodamente, con una dose extra di foraggio a disposizione e la promessa da parte del garzone di stalla di fornirle ogni possibile cura e attenzione, il tutto naturalmente pagato in buone monete d'acciaio di Krynn di cui il mago fu tutt'altro che

parco, Antimodes imbocc la scala pi vicina che portasse ai ponti di legno. I gradini erano parecchi, e quando arriv in cima era ormai accaldato e con il respiro affannoso, ma l'ombra fornita dal fitto fogliame dei vallenwood lo rinfresc e gli forn un riparo sotto cui camminare; dopo essersi concesso un momento per riprendere fiato, Antimodes si avvi quindi sul ponte che portava alla Locanda dell'Ultima Casa. Lungo il tragitto oltrepass numerose piccole case appollaiate in alto fra i rami; a Solace, la progettazione delle abitazioni era quanto mai varia, in quanto ogni edificio si doveva conformare all'albero su cui sorgeva e poich per legge era vietato tagliare, bruciare o molestare in qualsiasi modo una pianta viva ogni edificio aveva almeno una parete costituita dall'ampio tronco e le travi del soffitto formate dai rami. Quanto al pavimento, esso non era mai del tutto piano e nel corso delle tempeste di vento era possibile avvertire un evidente movimento ondulatorio delle costruzioni... imperfezioni che avrebbero fatto impazzire Antimodes e che erano invece considerate affascinanti dagli abitanti di Solace. La Locanda dell'Ultima Casa era la pi grande costruzione della citt, posta a circa quindici metri dal suolo e costruita intorno al tronco di un massiccio vallenwood che faceva parte dell'interno dell'edificio, sostenuto da un vero e proprio boschetto di travi. La sala comune e la cucina si trovavano al piano pi basso e sopra di esso erano situate delle camere per la notte che potevano essere raggiunte attraverso un ingresso separato, in modo da evitare che chi preferiva una certa riservatezza fosse costretto ad attraversare la sala comune. Le finestre della locanda erano fatte di vetro multicolore che, secondo una leggenda locale, era stato spedito fin l da Palanthas e che costituiva un'eccellente pubblicit, in quanto i suoi colori scintillavano nell'ombra delle foglie e attiravano l'attenzione dei passanti, evitando che la locanda passasse inosservata in mezzo al fogliame. Avendo consumato soltanto una leggera colazione, Antimodes era affamato quanto bastava per rendere appieno giustizia alla rinomata cucina del proprietario della locanda, e il suo appetito era stato ulteriormente aguzzato dal salire le scale e dagli aromi che giungevano dalle cucine. Al suo ingresso, l'arcimago venne accolto personalmente da Otik, un grasso e allegro individuo di mezz'et che lo riconobbe subito anche se il mago non era pi stato suo ospite da almeno un paio d'anni. Benvenuto, amico, benvenuto, salut Otik, inchinandosi e dondolando

la testa come faceva con tutti i clienti, nobili o contadini che fossero. Il suo grembiule era immacolato e non chiazzato di grasso come lo erano a volte quelli dei locandieri, e la locanda stessa era altrettanto pulita perch quando non servivano i clienti le cameriere erano impegnate a spazzare, a lavare o a lucidare lo splendido bancone di legno che era parte viva del vallenwood. Mentre Antimodes esprimeva il proprio compiacimento per essere tornato a visitare la locanda, Otik dimostr di ricordarsi bene di lui accompagnandolo al suo tavolo preferito, che si trovava vicino alle finestre e permetteva di godere di un'eccellente panorama del Lago Crystalmir attraverso i vetri colorati di verde; senza aspettare che gli venisse ordinato, Otik provvide quindi a riempire un boccale di birra scura e a posarlo davanti al mago. Signore, ricordo che l'ultima volta che sei stato qui hai mostrato di gradire la mia birra, comment. In effetti, locandiere, non ne ho mai assaggiata di cos buona, replic Antimodes, notando al tempo stesso come Otik avesse evitato di accennare in qualsiasi modo al fatto che lui fosse un mago, una delicatezza che gli riusciva gradita anche se non aveva intenzione di celare a nessuno chi o cosa fosse. Voglio una stanza per la notte, con pranzo e cena, aggiunse quindi, sollevando la propria borsa che era ben rifornita pur non essendo piena in maniera indecente. Dichiarandosi onorato della sua presenza, Otik garant che c'erano una quantit di camere libere fra cui lui avrebbe potuto scegliere, poi lo inform che quel giorno il pranzo era costituito da fagioli di tredici diverse variet cotti in casseruola con erbe e prosciutto, mentre per cena ci sarebbe stata carne con contorno di quelle patate speziate per le quali la locanda andava famosa. Rilassandosi, Antimodes lasci scorrere lo sguardo sugli altri clienti. Dal momento che l'ora abituale per il pranzo era ormai passata, la locanda era quasi vuota perch i viandanti si erano ritirati nella loro stanza per smaltire dormendo il pasto abbondante, i braccianti erano tornati al loro lavoro, gli uomini d'affari stavano sonnecchiando sui libri della contabilit e le madri stavano mettendo a letto i bambini per il sonnellino pomeridiano. Di conseguenza il solo altro cliente della locanda era un nano, che a giudicare dall'aspetto doveva essere un nano delle colline che aveva abbandonato la sua comunit ed era venuto a vivere in mezzo agli umani di Solace. Il suo abbigliamento, che era costituito da una camicia di fine stoffa fatta

in casa, da calzoni di cuoio di qualit e dal grembiule di cuoio richiesto dal suo mestiere, indicava che il nano se la stava cavando ottimamente con la propria attivit; un paio di striature argentee nella barba castana rivelavano invece che era al massimo di mezz'et, anche se le linee che gli segnavano il volto erano insolitamente profonde e scure per un nano ancora abbastanza giovane, segno che la sua non era stata una vita facile. Gli occhi castani, infine erano pi caldi di quelli dei suoi simili che non vivevano in mezzo agli umani e che sembravano sempre scrutare quanti li attorniavano da dietro alte barricate. Intercettando lo sguardo di quegli occhi luminosi, Antimodes sollev il boccale in un gesto di saluto all'indirizzo del nano. Dagli attrezzi che porti alla cintura deduco che lavori i metalli, osserv, nella lingua dei nani. Possa Reorx guidare il tuo martello, signore. Che la tua via sia dritta e asciutta, viandante, replic in tono brusco il nano, nella lingua comune, sollevando a sua volta il boccale con un compiaciuto cenno del capo. Dal momento che non sembrava propenso ad avere compagnia, Antimodes non ritenne opportuno invitare il nano a dividere il proprio tavolo e dopo un momento rivolse lo sguardo fuori della finestra per ammirare il paesaggio, godendo del piacevole calore che gli si stava diffondendo nel corpo e che creava un gradevole contrasto con il fresco sollievo che la birra stava dando alla sua gola riarsa. Al tempo stesso, poich uno dei suoi incarichi era quello di ascoltare qualsiasi conversazione gli capitasse, il mago protese un orecchio a cogliere ci che il nano e la cameriera si stavano dicendo, anche se non pareva che stessero discutendo di qualcosa di sinistro o di fuori dal comune. Ecco qui, Flint, stava dicendo la ragazza, nel posare davanti al nano una ciotola fumante piena di fagioli. Una porzione extra, con il pane incluso. Vedo che ti stiamo facendo ingrassare... a proposito, pensi di partire presto?. S, ragazza. Le strade si stanno riaprendo e sono gi in ritardo, ma sto aspettando che Tanis torni dalla sua visita ai parenti che ha a Qualinesti. Sarebbe dovuto arrivare gi da quindici giorni ma ancora non c' traccia della sua brutta faccia. Spero che stia bene, comment la cameriera in tono partecipe. La verit che non mi fido di quegli elfi, e poi ho sentito dire che non va d'accordo con i suoi parenti.

come un uomo con un dente guasto, borbott il nano. Deve continuare a tormentarlo per essere certo che gli dolga ancora. Tanis torna a casa pur sapendo che i suoi parenti elfi non sopportano di vederlo e continua a sperare che magari questa volta le cose andranno in maniera diversa... soltanto per scoprire che quel dannato dente guasto ancora come la prima volta che lo ha toccato e che non migliorer di certo fino a quando non si decider a strapparlo via. Nel parlare, il nano si era arrossato progressivamente in volto per l'indignazione a mano a mano che procedeva nella sua arringa. E tutto questo quando ci sono dei clienti che ci aspettano! concluse incongruamente, bevendo un lungo sorso di birra. Non hai motivo di definirlo brutto, si lament intanto la cameriera, imbronciandosi. Tanis ha l'aspetto di un umano e in lui non c' nulla di elfico. Per quanto mi riguarda, sar lieta di rivederlo. Ti ricorderai di dirgli che ho chiesto di lui, Flint?. S, s, tu e ogni altra donna della citt, ribatt il nano, borbottando per quelle parole fra s in modo da non farsi sentire dalla ragazza che stava intanto tornando in cucina. Traendo le inevitabili deduzioni da ci che aveva sentito, Antimodes prese mentalmente nota del fatto che un nano e un mezzelfo erano soci d'affari. Un mezzelfo che era stato bandito da Qualinesti... no, questo non era esatto, perch se fosse stato messo al bando quel Tanis non sarebbe potuto tornare a casa come aveva fatto seppure saltuariamente. A quanto pareva, lui aveva lasciato volontariamente la propria terra natale, cosa peraltro poco sorprendente se si pensava che per quanto gli elfi di Qualinesti avessero una mentalit pi liberale rispetto ai loro cugini di Silvanesti per quanto concerneva la purezza razziale, comunque ai loro occhi un mezzelfo era pur sempre in realt un mezzo umano e quindi una creatura contaminata. Questo spiegava perch quel mezzelfo avesse abbandonato la sua casa per venire a Solace ed entrare in societ con un nano delle colline che probabilmente aveva a sua volta lasciato il proprio thane e il proprio clan o ne era stato bandito. Seguendo il filo di quelle riflessioni, Antimodes si chiese come quei due si fossero incontrati, supponendo che dovesse trattarsi di una storia interessante che lui peraltro non aveva molte probabilit di apprendere. Nel frattempo, il nano aveva cominciato a divorare i fagioli e di l a poco arriv anche il piatto di Antimodes, che a quel punto dedic al pranzo la

completa attenzione che esso meritava. Aveva appena finito ed era impegnato a raccogliere quello che restava del sugo con l'ultimo pezzo di pane, quando la porta della locanda si apr ed Otik accorse per accogliere il nuovo ospite, restando sconcertato nel trovarsi davanti una giovane donna dai capelli ricciuti, la stessa che Antimodes aveva incontrato in precedenza lungo la strada. Kitiara! esclam il locandiere. Cosa ci fai qui, bambina? Devi assolvere ad un incarico per conto di tua madre?. La giovane donna gli scocc un'occhiata che parve incenerirlo e scroll con disprezzo la massa di capelli scuri e ricci. Le tue patate hanno pi cervello di te, Otik, sbuff quindi. Io non assolvo incarichi per conto di nessuno. Oltrepass poi il locandiere con una spinta e si guard intorno nella sala comune, fissando infine la propria attenzione su Antimodes con estremo stupore e irritazione di quest'ultimo. Sono venuta per parlare con uno dei tuoi ospiti, annunci intanto la ragazza, ignorando l'imbarazzato agitarsi delle mani di Otik. Suvvia, Kitiara, protest questi, non credo sia il caso che tu importuni questo gentiluomo. Senza badargli, Kitiara si diresse verso Antimodes, fermandosi accanto al suo tavolo e abbassando lo sguardo su di lui. Tu sei un mago, vero? chiese dopo un momento. Antimodes manifest la propria irritazione evitando di alzarsi in piedi come avrebbe fatto per salutare qualsiasi altra donna, e poich si aspettava che quella sfrontata dai modi incivili lo deridesse o tentasse di circuirlo assunse un'espressione severa e carica di disapprovazione. Ci che sono riguarda soltanto me, giovane signora, replic, dando un'enfasi sardonica all'ultima parola, poi spost deliberatamente lo sguardo sul panorama esterno per indicare che la conversazione era finita. Kitiara... interloqu intanto Otik, che si era avvicinato con aria ansiosa, questo gentiluomo mio ospite, e questo non certo il momento o il luogo per.... Continuando a ignorarlo, la giovane donna pos le mani abbronzate sul piano del tavolo e si appoggi ad esso, protendendosi in avanti. Ormai effettivamente irritato per quell'intrusione, Antimodes riport la propria attenzione su di lei e suo malgrado si trov ad ammirare la curva dei suoi seni sotto il giustacuore di cuoio, cos rigogliosa da non poter sfuggire all'attenzione di qualsiasi essere umano di sesso maschile.

Io conosco qualcuno che vuole diventare un mago, disse intanto la ragazza, con voce seria e intensa. Voglio aiutarlo ma non so come procedere, non so cosa fare, prosegu, sollevando una mano in un gesto carico di frustrazione. Dove devo andare? A chi mi devo rivolgere? Tu di certo puoi dirmelo. Se la locanda si fosse improvvisamente spostata sui rami che la sostenevano e lo avesse scaricato fuori da una finestra, Antimodes non sarebbe rimasto pi stupefatto: tutto questo era terribilmente irregolare! Non si poteva procedere in questo modo, esistevano i canali prescritti... Mia cara ragazza... cominci. Per favore, insistette Kitiara, protendendosi maggiormente in avanti. I suoi occhi erano di una liquida tonalit castana, incorniciati da lunghe e tolte ciglia scure, le sue sopracciglia brune s'inarcavano in una linea delicata al di sopra delle orbite e spiccavano sulla pelle dorata dal sole, segno che lei era solita condurre una vita all'aria aperta. Il suo corpo snello ma muscoloso aveva ormai superato la goffaggine dell'adolescenza per acquisire una grazia di movimenti che non era quella propria di una donna ma piuttosto di un gatto in caccia. Avvertendo intensamente il suo fascino, Antimodes se ne lasci attrarre pur essendo abbastanza maturo ed esperto da sapere che lei non gli avrebbe mai permesso di avvicinarlesi troppo: quella era una donna che avrebbe concesso a pochi uomini di arrivare a scaldarsi al suo fuoco interiore, e che gli di aiutassero quei pochi prescelti. Kitiara, lascia cenare in pace questo gentiluomo, intervenne ancora Otik, sfiorando un braccio della ragazza, ma fu pronto a ritrarsi quando lei si gir di scatto e lo trafisse con lo sguardo senza dire neppure una parola. tutto a posto, Mastro Sandeth, fu pronto a intervenire Antimodes, perch era affezionato ad Otik e non voleva che si venisse a trovare nei guai. Al tempo stesso si accorse che il nano aveva finito di pranzare e stava osservando con interesse la scena, come stavano facendo anche due delle cameriere, e si affrett ad aggiungere: Questa giovane signora ed io abbiamo alcuni affari di cui discutere. Per favore, signora, siediti. Mentre la ragazza prendeva posto sulla sedia di fronte alla sua, accenn quindi ad alzarsi e a inchinarsi leggermente, ignorando la cameriera che si era avvicinata per portare via i piatti... e per cercare di soddisfare la propria curiosit. Vuoi qualche altra cosa? chiese ad Antimodes. Desideri mangiare qualcosa? domand questi alla sua giovane ospite,

lanciandole un'occhiata cortese. No, grazie, rifiut Kitiara, concisa. Torna pure al tuo lavoro, ti chiameremo se avremo bisogno di qualcosa, aggiunse rivolta alla cameriera. Offesa, la ragazza si allontan con fare rigido e al tempo stesso Otik rivolse ad Antimodes un'impotente occhiata di scusa a cui il mago rispose con un sorriso, a indicare che non era per nulla infastidito. Scrollando le spalle grassocce, Otik si allontan con aria angosciata, ma ben presto venne per fortuna distratto dalle sue preoccupazioni dall'arrivo di un nuovo cliente che gli diede qualcosa da fare. Kitiara intanto intrecci le mani davanti a s e si dispose ad affrontare la conversazione con un'intensa seriet che riscosse l'approvazione di Antimodes. Chi questa persona? chiese il mago. Il mio fratellino... ecco, fratellastro, rispose Kitiara, correggendosi come per un ripensamento. Ricordando l'occhiata rovente che lei aveva scoccato ad Otik quando questi aveva menzionato sua madre, Antimodes suppose che fra madre e figlia non corresse buon sangue. Quanti anni ha il bambino? domand. Sei. E come sai che vuole studiare la magia? prosegu Antimodes, pur ritenendo di conoscere gi la risposta a quella domanda... un genere di risposta che sentiva anche troppo spesso. Adora travestirsi e fingere di essere un mago, ed cos abile... dovresti vederlo gettare in aria della sabbia e fingere di pronunciare un incantesimo. A dire il vero noi non approviamo, signore, non ti offendere, ma non il genere di vita che avevamo in mente per il nostro ragazzo, quindi se tu potessi parlargli e dirgli quanto difficile... Lui fa dei trucchi, rispose per la ragazza. Trucchi?, ripet Antimodes, accigliandosi. Che sorta di trucchi?. Sai cosa intendo, trucchi come tirare fuori una moneta dal naso di una persona oppure gettare un sasso in aria e farlo scomparire, o tagliare una sciarpa in due con un coltello e restituirla integra e nuova. Giochi di prestigio, comment il mago. Naturalmente ti rendi conto che questa non magia, vero?. Naturalmente! sbuff Kitiara. Cosa credi che sia... un'idiota? Mio padre... il mio vero padre... mi ha portata una volta a vedere una battaglia,

e c'era un mago che faceva delle vere magie. Magie di guerra. Mio padre un cavaliere di Solamnia, aggiunse, con voce pervasa di un orgoglio ingenuo che la fece sembrare d'un tratto una ragazzina. Antimodes non le credette, almeno per quanto riguardava il fatto che suo padre fosse un cavaliere di Solamnia, perch nulla spiegava per quale motivo la figlia di un cavaliere solamnico vivesse ora qui a Solace e si comportasse come un monello da strada. Ci che non faticava a credere era che la ragazza fosse interessata a tutto ci che concerneva la guerra, considerato il modo in cui continuava ad abbassare la mano verso il fianco sinistro, come se fosse stata abituata a portare la spada o a fingere di portarne una. Intanto lo sguardo di Kitiara si stacc da Antimodes per rivolgersi fuori della finestra e spingersi sempre pi lontano, pervaso di un desiderio di terre lontane e di avventura, di porre fine alla noia che probabilmente cominciava a soffocarla. Di conseguenza la sua affermazione successiva non sorprese affatto il mago. Presto io andr via da qui, signore, e quando sar lontana i miei fratelli minori dovranno badare a se stessi. Caramon se la caver senza problemi perch ha la stoffa del vero guerriero, prosegu, continuando a contemplare le colline velate di caligine e le acque azzurre e scintillanti del lago. Io gli ho insegnato tutto quello che so e non faticher a imparare il resto lungo la strada. Da come si esprimeva, pareva che quella ragazzina fosse un brizzolato veterano che parlasse di una nuova recluta e non una ragazza di tredici anni che parlava di un moccioso, e per poco Antimodes non scoppi a ridere. Lei per era cos seria, cos intensa, che invece il mago si trov ad osservarla e ad ascoltarla affascinato. Chi mi preoccupa per Raistlin, continu intanto Kitiara, aggrottando la fronte con aria perplessa. Lui non come gli altri, non come me e non lo capisco. Ho cercato di insegnargli a combattere, ma malaticcio e non riesce ad essere all'altezza degli altri bambini, si stanca in fretta e gli manca sempre il respiro. Io me ne devo andare di qui, concluse tornando a fissare Antimodes, ma prima di partire voglio sapere che Raistlin avr modo di prendersi cura di se stesso e di guadagnarsi da vivere, ed ho pensato che se lui avesse potuto studiare per diventare un mago non avrei pi dovuto preoccuparmi. Quanti... quanti anni hai detto che ha il ragazzo? domand Antimodes. Sei, replic Kitiara.

Ma... cosa mi dici dei suoi genitori? Di certo i vostri genitori.... Antimodes si arrest perch la ragazza non lo stava pi ascoltando e aveva assunto quell'espressione di estrema pazienza che i giovani usano con gli adulti quando questi si dimostrano particolarmente noiosi, alzandosi in piedi prima che lui potesse finire la frase. Ora vado a cercarlo, perch voglio che tu lo conosca, disse. Mia cara... accenn a protestare Antimodes, perch se da un lato gli era piaciuto conversare con questa giovane donna interessante e attraente, d'altro canto il pensiero di avere a che fare con un bambino di sei anni gli riusciva quanto mai sgradito. La ragazza per ignor le sue proteste e usc dalla locanda prima che lui avesse il tempo di fermarla; dalla finestra Antimodes la vide correre con passo leggero gi per la scala, spintonando le persone che le bloccavano il passo o andando loro a sbattere contro. D'un tratto il mago si rese conto di essere di fronte ad un problema, perch non voleva essere costretto ad accollarsi quel bambino e adesso che se n'era andata non voleva pi avere nulla a che fare con quella giovane donna. Kitiara aveva infatti l'effetto di sconvolgerlo e di dargli un senso di disagio simile ai disturbi derivanti dall'aver bevuto troppo vino: parlare con lei era stato piacevole, ma ora sentiva insorgere un'emicrania. Mentre chiedeva il conto pens che non gli restava altro da fare che battere in tutta fretta in ritirata nella sua stanza, e al tempo stesso si rese conto con irritazione che da quel momento sarebbe rimasto virtualmente prigioniero in essa per tutta la durata della sua permanenza. Nel sollevare lo sguardo, incontr poi quello del nano, che aveva sentito rispondere al nome di Flint, e si accorse che questi stava sorridendo. Molto probabilmente Flint non si stava curando affatto di Antimodes, ed era possibile che stesse sorridendo fra s nel pensare al pasto delizioso che aveva appena assaporato o alla birra che stava bevendo, o che stesse sorridendo perch era soddisfatto del mondo in generale, ma in virt del senso d'importanza che Antimodes attribuiva di solito a se stesso, ritenne che Flint stesse sogghignando alle sue spalle, divertito dal fatto che un potente mago come lui stesse fuggendo davanti a due bambini. Ferito nell'orgoglio, decise quindi di non dare al nano una simile soddisfazione e di non lasciarsi sloggiare dalla piacevole sala comune: sarebbe rimasto dove si trovava e si sarebbe liberato della ragazza dando una rapida occhiata a suo fratello in modo da porre fine a quella spiacevole situazione.

Ti andrebbe di unirti a me, signore? chiese quindi al nano, che reag scoccandogli un'occhiataccia per poi arrossire e nascondere il volto nel boccale della birra borbottando al tempo stesso che avrebbe preferito farsi bollire la barba prima di dividere il tavolo con un mago. Quella reazione strapp ad Antimodes un freddo sorriso: i nani erano rinomati per la loro avversione e diffidenza nei confronti dei maghi, e adesso poteva essere certo che sarebbe stato lasciato in pace. Flint intanto si affrett a finire quello che restava della sua birra, gett una moneta sul tavolo e usc dalla locanda dopo aver rivolto al mago un secco cenno di saluto. Un attimo dopo la ragazza fu di ritorno accompagnata non da uno ma da due bambini. Sospirando, Antimodes ordin un bicchiere dell'ottimo sidro di Otik, invecchiato di due anni, perch aveva la sensazione che gli sarebbe servita una bevanda pi alcolica della birra. CAPITOLO TERZO L'incontro prometteva di essere ancora pi sgradevole di quanto Antimodes avesse previsto. Uno dei ragazzi, quello che il mago suppose essere il maggiore, era un bambino attraente o almeno lo sarebbe stato se non fosse stato cos sporco: di costituzione massiccia, con braccia e gambe robuste, aveva un volto aperto e cordiale illuminato da un sorriso sdentato e stava fissando Antimodes con occhi pieni di interesse e di curiosit, per nulla intimidito da questo sconosciuto dagli abiti eleganti. Salve, signore, sei davvero un mago? Kit dice che lo sei. Potresti mostrarci qualche trucco... il mio gemello ne sa fare, vorresti vederlo? Raist, fagli vedere come tiri fuori una moneta dal naso e.... Sta' zitto, Caramon, ribatt l'altro bambino con voce sommessa, poi aggiunse con aria accigliata: Ti stai comportando da sciocco. Suo fratello accolse l'osservazione senza offendersi e ridacchi con una scrollata di spalle, ma al tempo stesso smise di parlare. Antimodes intanto stava osservando con attenzione il bambino che sapeva fare i trucchi e che aveva un aspetto tutt'altro che attraente in quanto era magro come uno spettro, sporco e vestito in maniera trasandata, con le gambe e i piedi nudi e con addosso quell'odore particolare e sgradevole proprio dei bambini piccoli e sudati. I suoi lunghi capelli castani erano arruffati e avevano bisogno di essere lavati.

Dopo aver studiato attentamente i due per qualche momento, Antimodes trasse infine alcune deduzioni. Era infatti evidente che non c'era una madre amorevole che si prendesse cura di loro, che pettinasse quei capelli arruffati o li rimproverasse per non essersi lavati dietro gli orecchi. Non si poteva dire che i due avessero l'aspetto avvilito e timido dei bambini maltrattati, ma senza dubbio erano molto trascurati. Come ti chiami? chiese infine il mago al pi magro dei due. Raistlin. fu la risposta. A suo favore si poteva dire almeno una cosa, e cio che nel parlare guardava dritto in faccia al suo interlocutore. La cosa che Antimodes detestava maggiormente nei bambini piccoli era la loro abitudine di fissare i propri piedi o il pavimento o qualsiasi altra cosa tranne lui, come se si fossero aspettati di essere aggrediti e divorati da un momento all'altro, ma questo bambinetto magro e trascurato era in grado di sostenere lo sguardo di un adulto, i suoi occhi azzurro chiaro non mostravano tracce di timore o di esitazione nel fissare quelli dell'arcimago e al tempo stesso non tradivano nulla n rivelavano aspettative di sorta. Quelli erano occhi che nascondevano un sapere eccessivo, che avevano visto troppe cose nell'arco di sei anni di vita... troppo dolore, troppa sofferenza: quegli occhi avevano guardato sotto il letto e avevano scoperto che in effetti c'erano dei mostri che si aggiravano nell'ombra. Allora, giovanotto, scommetto che da grande ti piacerebbe diventare un mago! Questa era la frase banale con cui Antimodes era solito aprire la conversazione in circostanze del genere, ma questa volta il buon senso lo trattenne dal pronunciarla, perch non si trattava di parole che potevano essere rivolte ad occhi che sapevano gi tante cose. In quel momento l'arcimago avvert un formicolio alla nuca che riconobbe come il tocco delle dita del dio. Controllando a stento la propria eccitazione, si rivolse quindi alla sorella del bambino. Vorrei parlare da solo con tuo fratello, disse. Forse tu e il suo gemello potreste.... Certamente, assent subito Kitiara. Vieni, Caramon. Non senza Raistlin, replic immediatamente Caramon. Vieni, Caramon! ripet con impazienza Kitiara, tirandolo con forza per un braccio. Caramon oppose per resistenza allo strattone impaziente della sorella, e

poich era un bambino robusto parve evidente che lei non sarebbe riuscita a smuoverlo se non lo avesse sollevato di peso. Noi siamo gemelli, signore, e facciamo tutto insieme, dichiar intanto Caramon, fissando Antimodes negli occhi. Il mago lanci allora un'occhiata al pi debole dei due per vedere come stesse affrontando la situazione e not che le guance di Raistlin apparivano leggermente arrossate: senza dubbio lui era imbarazzato dal comportamento di Caramon, ma al tempo stesso ne pareva anche compiaciuto, cosa che gener in Antimodes un lieve senso di gelo. Il compiacimento dimostrato dal bambino di fronte alla fedelt del gemello non era infatti tanto il piacere che poteva derivare da una manifestazione di affetto fraterno quanto quello che un uomo trae dallo sfoggiare i talenti di un cane a cui sia affezionato. Va' pure, Caramon, disse intanto Raistlin. Forse lui mi insegner qualche trucco nuovo ed io te lo far vedere questa sera, dopo cena. Caramon per si mostr ancora incerto e Raistlin gli scocc da sotto i capelli arruffati un'occhiata che era un ordine, in reazione alla quale Caramon abbass lo sguardo e torn di colpo a mostrarsi allegro, afferrando la mano della sorella maggiore. Ho sentito dire che Sturm ha trovato la tana di un tasso e che vuole tentare di farlo uscire fischiando. Credi che ci riuscir, Kit?. Che me ne importa? ribatt la ragazza in tono irritato, avviandosi per lasciare la locanda e assestando al tempo stesso alla nuca di Caramon un colpo che lo fece barcollare. La prossima volta che ti dico di fare qualcosa obbedisci, hai capito? Che razza di soldato diventerai se non sai neppure obbedire agli ordini?. Io obbedisco agli ordini, Kit, protest Caramon, sussultando e massaggiandosi la testa, ma tu mi hai detto di lasciare solo Raistlin, e tu sai che devo vegliare su di lui. Intanto i due avevano raggiunto la porta e si stavano avviando gi per le scale senza cessare di discutere. Per favore, siediti, disse intanto Antimodes, riportando lo sguardo sull'altro bambino. In silenzio, Raistlin sedette sulla sedia di fronte a quella del mago, con i piedi che penzolavano senza arrivare al pavimento perch lui era piccolo per la sua et. Una volta seduto, rimase quindi del tutto immobile, senza agitarsi o contorcersi, senza dondolare le gambe o prendere a calci quelle della sedia: congiunte le mani sul tavolo, fiss in volto Antimodes e attese.

Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? domand questi, e subito aggiunse: Naturalmente sei mio ospite. Raistlin scosse il capo: anche se era sporco e vestito come un mendicante, non era certo patito e senza dubbio non lo era il suo gemello, segno che qualcuno provvedeva a che i due bambini venissero nutriti regolarmente. Quanto alla magrezza eccessiva di Raistlin, Antimodes intu che essa doveva essere causata da un fuoco che ardeva in profondit negli intimi recessi della sua anima, un fuoco che consumava il cibo prima che esso potesse nutrire il corpo e che lasciava nel bambino una fame perpetua che lui non era ancora in grado di comprendere. Di nuovo Antimodes avvert il tocco santificante del dio. Raistlin, tua sorella mi ha detto che vorresti andare a scuola per studiare e diventare un mago, esord infine, per introdurre l'argomento. S, suppongo di s, annu Raistlin, dopo un momento di esitazione. Lo supponi? ripet Antimodes in tono tagliente, deluso. Non sai neppure che cosa vuoi?. Non ci ho mai pensato, replic Raistlin, scrollando le spalle magre in un gesto notevolmente simile a quello del suo pi robusto gemello. Ad andare a scuola, intendo... non sapevo neppure che ci fossero delle scuole dove studiare la magia e credevo che la magia fosse soltanto una... una parte di noi stessi, come le mani o i piedi. Le dita del dio martellarono sull'anima di Antimodes, che per aveva bisogno di altre informazioni prima di potersi ritenere del tutto certo. Dimmi, Raistlin, nella tua famiglia c' qualcuno che un mago? chiese, e nel notare l'espressione sofferente e contorta apparsa sul volto del bambino si affrett ad aggiungere: Non voglio essere indiscreto, te lo chiedo soltanto perch abbiamo scoperto che la nostra un'arte che viene per lo pi trasmessa nel sangue. Raistlin si umett le labbra e abbass lo sguardo sulle proprie mani le cui dita, snelle e agili per un bambino tanto giovane, s'incurvarono istintivamente. Mia madre, rispose infine, in tono piatto. Lei vede delle cose, cose lontane. Vede altre parti del mondo, osserva quello che fanno gli elfi e cosa fanno i nani sotto la montagna. una veggente, sintetizz Antimodes. La maggior parte della gente pensa che sia pazza, ribatt Raistlin, scrollando ancora le spalle, poi sollev lo sguardo con espressione piena di sfida, pronto a difendere sua madre, e quando scopr che Antimodes lo

stava invece fissando con comprensione si rilass, lasciando fluire le parole come sangue da una vena aperta. A volte si dimentica di mangiare... ecco, non che si dimentichi, come se avesse mangiato altrove. Inoltre non fa nessun lavoro in casa perch in realt lei non l, sta visitando posti meravigliosi e vedendo cose splendide... io lo so perch quando torna indietro triste, spieg, come se non avesse voluto davvero tornare. A volte ci guarda e non ci riconosce neppure. Parla di quello che ha visto? domand con gentilezza Antimodes. Un po', con me, ma non molto, rispose il ragazzo. A mio padre la cosa non piace e mia sorella... hai visto Kit, lei non ha pazienza con quelle che definisce le "crisi" di nostra madre, quindi non posso biasimare la mamma se preferisce allontanarsi da noi, aggiunse in tono tanto sommesso che Antimodes dovette protendersi in avanti per riuscire a sentirlo. Se potessi andrei con lei e non torneremmo indietro, mai pi. Antimodes prese a sorseggiare il sidro, servendosi di quella scusa per restare in silenzio fino a quando non avesse riportato sotto controllo la propria ira: quella era una vecchia storia che aveva visto ripetersi un'infinit di volte, e la povera donna che ne era vittima non era diversa da innumerevoli altre. Senza dubbio era nata con il talento per la magia ma esso era stato negato, probabilmente messo in ridicolo e senza dubbio scoraggiato da membri della sua famiglia che consideravano tutti i maghi progenie del demonio, con la conseguenza che invece di ricevere la disciplina e l'addestramento necessari ad imparare ad usare quel talento a vantaggio proprio e degli altri, quella poveretta ne era stata schiacciata e soffocata. Quello che era stato un dono era diventato una maledizione, e se ancora non era pazza presto lo sarebbe diventata. Adesso salvarla non era pi possibile, ma forse per suo figlio c'era ancora speranza. Che lavoro fa tuo padre? volle sapere Antimodes. un taglialegna, rispose Raistlin, pi a suo agio adesso che avevano cambiato argomento, come indicavano le mani ora rilassate sul tavolo. grosso come Caramon, e lavora duramente per cui non lo vediamo molto, aggiunse, senza apparire particolarmente turbato da questo particolare. Per un momento rimase quindi in silenzio, poi aggrott le sopracciglia con aria riflessiva. Questa scuola non lontana, vero? chiese. Non posso lasciare mia madre sola molto a lungo, e poi c' Caramon: come ha detto, noi siamo gemelli e abbiamo cura l'uno dell'altro.

Presto me ne dovr andare, aveva detto Kitiara, e allora i miei fratellini dovranno badare a se stessi. Come se stesse stipulando un patto, Antimodes strinse mentalmente e con forza la mano del dio, Solinari. C' una scuola che molto vicina, in quanto si trova ad appena sette chilometri da qui, in un bosco isolato, replic quindi. La maggior parte della gente non sa neppure che essa esista. Fare sette chilometri a piedi avanti e indietro ogni giorno per eccessivo per un bambino anche se pu non esserlo per un uomo adulto, quindi tu potresti alloggiare presso la scuola come fanno molti studenti, soprattutto quelli che vengono da parti lontane di Ansalon. La scuola attiva soltanto otto mesi all'anno, perch il maestro solito trascorrere i mesi estivi alla Torre di Wayreth, quindi in quel periodo potresti restare con la tua famiglia. Prima di tutto per devo parlare con tuo padre, perch lui quello che ti deve iscrivere alla scuola. Credi che approver?. A mio padre non importer e credo anzi che ne sar sollevato, perch ha paura che finisca come la mamma, rispose Raistlin, mentre un acceso rossore gli affiorava di colpo sulle guance pallide. Se per la scuola costa molto denaro non ci potr andare, aggiunse. Quanto al denaro, garant Antimodes, che aveva gi preso una decisione al riguardo, noi maghi provvediamo alle necessit dei nostri allievi. Il bambino non riusc per a capire il senso delle sue parole. A mio padre non piacerebbe affatto che ricevessi la carit, avvert. Non si tratta di carit, dichiar in tono deciso Antimodes. Abbiamo dei fondi destinati agli studenti meritevoli e potremo aiutarti a pagare l'insegnamento e le altre spese. Posso incontrarmi con tuo padre stanotte stessa, in modo da spiegargli tutte queste cose?. S, stanotte dovrebbe essere a casa perch il lavoro che sta facendo quasi finito. Lo accompagner qui, perch con il buio la nostra casa difficile da trovare, rispose Raistlin, in tono di scusa. Dentro di s Antimodes sent il cuore che gli si contraeva per la compassione, in quanto non faticava a immaginare una casa triste, infelice, trascurata e solitaria, che si nascondeva nell'ombra e custodiva il suo cupo segreto. Quel bambino era cos fragile e magro che una forte folata di vento avrebbe potuto gettarlo a terra, quindi era possibile che la magia fosse lo scudo destinato a proteggere quel fisico delicato, il bastone a cui lui

potesse appoggiarsi quando si fosse sentito debole e stanco. D'altro canto per la magia sarebbe potuta diventare anche un mostro divoratore, succhiando la vita da quel fragile corpo e lasciandosi alle spalle un guscio vuoto ed essiccato, quindi era anche possibile che Antimodes stesse avviando quel bambino su una strada che lo avrebbe portato ad una morte prematura. Perch mi fissi in quel modo?, domand Raistlin, in tono incuriosito. Antimodes gli segnal di alzarsi dalla sedia e di venirsi a mettere davanti a lui, poi si protese per stringergli le mani e il ragazzino reag sussultando e cercando di liberarsi dalla sua stretta. Pur rendendosi conto che a Raistlin non piaceva essere toccato, Antimodes mantenne la presa perch voleva sottolineare le proprie parole con il contatto fisico, voleva che il bambino comprendesse le sue parole oltre che sentirle. Ascoltami, Raistlin, cominci, e subito lui s'immobilizz mentre il mago si rendeva d'un tratto conto che quella era una conversazione su un piano di parit e non il discorso che si poteva fare ad un bambino. La magia non risolver i tuoi problemi, servir solo ad aumentarli, non indurr la gente a trovarti gradevole ma aumenter la sua diffidenza, non dar sollievo alla tua sofferenza ma si contorcer e brucer dentro di te al punto da indurti a volte a pensare che perfino la morte sarebbe preferibile. Antimodes fece una pausa, senza lasciar andare le mani del bambino, che erano calde e secche come se lui fosse stato in preda alla febbre, e al tempo stesso si frug nella mente alla ricerca di un genere di spiegazione che il suo giovane interlocutore potesse comprendere. Infine, il martellare che saliva dalla bottega del fabbro gli forn la metafora di cui aveva bisogno. L'anima di un mago viene forgiata nel crogiuolo della magia, disse. Se sceglierai volontariamente di entrare nel fuoco le sue fiamme ti potrebbero distruggere, ma se sopravviverai ad esse ogni colpo di martello servir a modellare il tuo essere, ogni goccia d'acqua che ti verr strappata servir a temprare e a rinforzare la tua anima. Riesci a capirlo?. Lo capisco, annu il bambino. Hai qualche domanda da farmi, Raistlin? domand infine Antimodes, accentuando la propria stretta. Mio padre dice che prima di poter operare la magia, i maghi vengono condotti in un posto buio e orribile dove devono lottare contro terribili

mostri, e afferma che alcuni di essi muoiono. vero?. In realt la Torre un luogo adorabile, una volta che ci si abitua ad essa, rispose Antimodes, poi fece una pausa e nel riprendere a parlare scelse con cura le parole, perch anche se non voleva mentire al bambino d'altro canto sapeva che c'erano cose che esulavano dalla comprensione di un ragazzino di sei anni, per quanto questi potesse essere precoce. Quando diventa grande, molto pi grande di quanto tu lo sia adesso, un mago si reca alla Torre della Grande Stregoneria dove si sottopone ad una prova. In effetti a volte alcuni maghi muoiono, perch il potere che utilizzano molto grande e quelli che non sono in grado di controllarlo o di votare ad esso la vita non sono desiderati all'interno del nostro ordine. Notando che il bambino lo stava fissando con occhi sgranati nel volto pallido e solenne, Antimodes gli strinse le mani con fare rassicurante e gli sorrise. Questo per succeder fra molto, molto tempo, Raistlin, un tempo davvero lungo. Io non ti voglio spaventare, ma desidero che tu sappia a cosa ti trovi di fronte. S, signore, lo capisco, replic Raistlin, in tono sommesso. Antimodes infine lo lasci andare e Raistlin indietreggi involontariamente di un passo, portando le mani dietro la schiena in un gesto inconscio. Adesso, Raistlin, ho io una domanda per te, afferm intanto Antimodes. Perch vuoi diventare un mago?. Mi piace avvertire la magia dentro di me, spieg Raistlin, con un bagliore negli occhi azzurri, poi lanci un'occhiata in direzione di Otik, che era impegnato vicino al bancone, e aggiunse con un pallido sorriso: E perch voglio che un giorno i grassi locandieri s'inchinino davanti a me. Sconcertato, Antimodes lo fiss per vedere se stava scherzando e scopr che non era cos. La mano che il dio gli aveva posato sulla spalla fu percorsa da un tremito improvviso. CAPITOLO QUARTO Esattamente un mese pi tardi, Antimodes era comodamente insediato nelle eleganti camere di Par-Salian delle Vesti Bianche, capo del Conclave dei Maghi. I due uomini erano molto diversi l'uno dall'altro, tanto che in circostanze

normali non sarebbero di certo diventati amici: anche se erano tutti e due sulla cinquantina, infatti, Par-Salian era un topo di biblioteca mentre Antimodes era un uomo di mondo che amava viaggiare, era portato per gli affari, sapeva apprezzare la buona birra, le donne graziose e le locande accoglienti, oltre a essere curioso e indagatore, meticoloso nelle abitudini e nel vestiario. Par-Salian, per contro, era uno studioso il cui sapere nel campo delle arti della magia era innegabilmente pi vasto di quello di qualsiasi altro mago di tutto Krynn, detestava viaggiare, non amava mescolarsi alle altre persone e aveva amato una donna soltanto... una storia sbagliata di cui si rammaricava ancora adesso; in aggiunta a tutto questo Par-Salian aveva ben poca cura del suo aspetto esteriore e non badava alle comodit al punto che se si lasciava assorbire dai suoi studi dimenticava spesso anche di mangiare. Era di conseguenza responsabilit di alcuni apprendisti badare che il loro maestro mangiasse a sufficienza, cosa che essi facevano insinuandogli senza parere una pagnotta sotto il braccio mentre lui era intento a leggere, con la certezza che Par-Salian si sarebbe messo a sbocconcellarla distrattamente. Spesso gli apprendisti erano soliti scherzare fra loro sostenendo che avrebbero potuto sostituire al pane una pagnotta fatta di segatura senza che Par-Salian si accorgesse della differenza, ma d'altro canto il rispetto e la reverenza che nutrivano nei suoi confronti era tale che nessuno di essi aveva mai osato effettuare davvero un esperimento del genere. Quella sera Par-Salian aveva come ospite il suo vecchio amico e di conseguenza aveva rinunciato, sia pure con un certo rincrescimento, a concentrarsi sui suoi amati libri. Antimodes gli aveva portato in dono parecchie pergamene di magia oscura di cui era entrato in possesso per puro caso nel corso dei suoi viaggi. Una delle Sorelle dalle Vesti Nere, una maga malvagia, era infatti stata uccisa da una folla inferocita, e Antimodes era arrivato sul posto troppo tardi per cercare di salvarla, cosa che avrebbe comunque fatto sia pure con scarso entusiasmo perch tutti i maghi erano vincolati gli uni agli altri dalla loro magia, indipendentemente dal dio o dalla dea a cui si erano votati. L'arcimago era per riuscito a persuadere i superstiziosi e ignoranti abitanti della citt a permettergli di prelevare gli effetti personali della maga dalla sua casa prima che ad essa venisse appiccato il fuoco, decidendo di portare le pergamene in dono a Par-Salian e tenendo per s

un amuleto che serviva ad evocare gli spiriti non-morti. Naturalmente lui non poteva usare di persona l'amuleto n avrebbe mai cercato di farlo perch i non-morti erano disgustosi e fetidi, almeno secondo il suo modo di vedere, per era intenzionato a offrire l'amuleto a qualcuna delle Vesti Nere che vivevano nella Torre per avere in cambio qualche manufatto che lui potesse utilizzare. Anche se apparteneva all'ordine delle Vesti Bianche ed era quindi completamente votato al dio Solinari, Par-Salian era comunque in grado di leggere e di comprendere le pergamene della maga malvagia sia pure a prezzo di una certa sofferenza fisica, perch era uno dei pochissimi maghi che avessero mai avuto il potere di cambiare alleanza a loro piacimento. Naturalmente lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma tale potere gli permetteva di prendere nota delle parole usate per attuare l'incantesimo, dei componenti necessari per metterlo in atto, della sua durata e di ogni altra informazione interessante in cui gli capitava di imbattersi, una ricerca che sarebbe stata registrata negli annali della Torre di Wayreth, mentre le pergamene sarebbero state depositate nella biblioteca della Torre insieme a una valutazione. Un modo terribile di morire, comment Par-Salian, versando al suo ospite un bicchiere di vino elfico, freddo al punto giusto, dolce e con appena un accenno di aroma di caprifoglio che evocava a beneficio di chi lo beveva l'immagine di verdi foreste e di radure rischiarate dal sole. La conoscevi?. Esmilla? No, rispose Antimodes, scuotendo il capo. Del resto, si pu praticamente dire che si sia andata a cercare quello che le successo. I laici possono anche ignorare la scomparsa saltuaria di qualche bambino, ma se si comincia a far circolare monete false.... Oh, suvvia, mio caro Antimodes! esclam Par-Salian, che non era famoso per il suo senso dell'umorismo, assumendo un'espressione sconvolta. Spero che tu stia scherzando!. Ecco... forse s, sogghign Antimodes, sorseggiando il vino. In ogni caso, capisco cosa intendi dire, continu Par-Salian, calando con impazienza il pugno sul bracciolo della sua sedia a schienale alto. Perch questi stolti maghi persistono a sprecare la loro abilit e il loro talento durre monete di scarsa qualit che qualsiasi bottegaio fra qui e le isole dei minotauri riesce a riconoscere come false alla prima occhiata? una cosa che per me non ha senso. Considerato lo sforzo che bisogna fare per riuscire a produrre con la

magia anche soltanto due o tre monete d'acciaio, un mago potrebbe dedicarsi con minor fatica e maggior guadagno ad attivit pi mondane, convenne Antimodes. Se la nostra defunta sorella avesse continuato a vendere i pro-ori servigi per tenere la citt libera dai topi, come faceva ormai da anni, senza dubbio sarebbe ancora viva. Sono state le monete create con la magia a gettare tutti nel panico, perch da un lato la maggior parte delle persone credeva che fossero maledette e aveva paura di toccarle, mentre quelli che non pensavano che fossero maledette avevano paura che lei cominciasse a sfornare monete in quantit tale da rivaleggiare con il Signore di Palanthas, con il risultato di possedere ben presto l'intera citt e tutto ci che c' in essa. Questo proprio il motivo per cui abbiamo stabilito la regola relativa alla produzione di monete del regno, ribatt Par-Salian. Ogni giovane mago prima o poi ci prova, come sono certo abbia fatto tu stesso. Antimodes annu e scroll le spalle. La maggior parte di noi impara per ben presto che non vale la pena di sprecare tempo e fatica, per non parlare del grave impatto che una simile attivit da parte nostra potrebbe avere sui diversi settori dell'economia di Ansalon. Senza dubbio questa donna era abbastanza matura da sapere tutto ci, e mi chiedo cosa sperasse di ottenere. Chi pu saperlo? Forse non era pi del tutto lucida di mente, o magari era soltanto avida. In ogni caso aveva senza dubbio destato le ire del suo dio, considerato che Nuitari l'ha abbandonata alla sua sorte come dimostra il fatto che tutti gli incantesimi di difesa a cui lei aveva fatto ricorso sono falliti. Lui non solito permettere un uso frivolo dei talenti che elargisce, dichiar Par-Salian, in tono severo e solenne. Antimodes spost leggermente la propria sedia in modo da avvicinarsi maggiormente al fuoco che crepitava nel focolare. Quando veniva in visita alla Torre della Somma Stregoneria si sentiva sempre estremamente vicino a tutti gli di della magia, quello luminoso, quello grigio e quello oscuro, e tale vicinanza gli creava un senso di disagio, come se qualcuno gli stesse alitando sulla nuca. Questo disagio spiegava perch Antimodes non volesse vivere nella Torre e avesse scelto invece di risiedere nel mondo esterno, per quanto esso potesse essere pericoloso per i maghi. Parlando di bambini... cominci, ansioso di cambiare argomento. Ne stavamo parlando? sorrise Par-Salian. Certamente. Io ho fatto un commento sul rapimento di bambini.

Ah, s; lo ricordo. D'accordo, allora, stavamo parlando di bambini: cos'hai da dire a loro riguardo? Se ben ricordo, a te non piacciono. In genere no, ma durante il mio viaggio fin qui ho incontrato un ragazzino davvero interessante, a cui ritengo sia il caso di dedicare una certa attenzione, cosa che mi pare abbiano gi fatto in tre, spieg Antimodes, guardando fuori della finestra in direzione del cielo notturno, nel quale brillavano due delle tre lune sacre agli di della magia, e accennando verso di esse con l'aria di chi la sa lunga. Il bambino in questione ha un talento innato? chiese Par-Salian, mostrandosi interessato. Lo hai messo alla prova? Quanti anni ha?. Ha circa sei anni e non l'ho messo alla prova, perch ero alloggiato nella locanda di Solace e quello non era n il momento n il luogo per cose del genere, senza contare che non ho mai avuto un'eccessiva fiducia in quelle stupide prove. No, quello che mi ha impressionato stato ci che quel bambino ha detto, e come lo ha detto... non mi vergogno ad ammettere che mi ha spaventato perch in lui c' una buona dose di fredda ambizione che fa paura in un soggetto tanto giovane. Naturalmente, possibile che sia un tratto che deriva dalla sua situazione personale, considerato che non proviene da una famiglia abbiente. Che hai fatto di lui?. L'ho affidato al Maestro Theobald. S, so che Theobald non il miglior insegnante presente nel Conclave perch lento, privo d'immaginazione, carico di pregiudizi e antiquato, ma con lui quel ragazzo otterr delle basi solide e si vedr imporre una rigida disciplina, cosa che non gli far male considerato che a quanto ho dedotto sta conducendo un'esistenza piuttosto selvaggia, allevato da una sorellastra maggiore d'et che lei stessa un soggetto alquanto particolare. Theobald costoso, obiett Par-Salian, e tu hai appena sottolineato che la famiglia del ragazzo povera. Ho pagato io stesso il suo primo semestre, rispose Antimodes, accantonando con un gesto distratto qualsiasi accenno al fatto che il suo potesse essere stato un atto lodevole. Bada per che la famiglia non dovr mai saperlo. A suo beneficio ho inventato che alla Torre abbiamo dei fondi stanziati per gli studenti meritevoli. Non sarebbe una cattiva idea, osserv Par-Salian con aria pensosa, anzi, un'idea che si potrebbe mettere in pratica, soprattutto adesso che gli irragionevoli pregiudizi nei nostri confronti stanno cominciando a dissolversi. Anche se purtroppo stolti come Esmilla continuano a metterci

in una cattiva luce, sono convinto che la gente si sia fatta in generale pi tollerante e che cominci ad apprezzare quello che facciamo per aiutarla. Tu hai appena viaggiato a lungo e allo scoperto, amico mio, cosa che non avresti potuto fare una quarantina di anni fa. Questo vero, ammise Antimodes, per credo che in generale il mondo sia diventato di recente un luogo alquanto oscuro. Ad Haven mi sono imbattuto in un ordine religioso che adora un dio noto come Belzor, e la mia impressione che quella gente abbia intenzione di rifriggere le stesse assurdit che abbiamo sentito pronunciare dal Re-prete di Istar prima che gli di... sia benedetto il loro cuore... gli facessero cadere addosso una montagna. Davvero? Allora me ne devi parlare, replic Par-Salian, appoggiandosi pi comodamente allo schienale della sedia, poi prelev dal tavolo che aveva accanto un libro rilegato in cuoio, lo apr ad una pagina bianca e vi annot la data, preparandosi a scrivere: finalmente stavano per passare alle questioni importanti di cui dovevano discutere quella sera. In prevalenza, l'incarico di Antimodes consisteva nel fare un rapporto sulla situazione politica del continente di Ansalon che, come accadeva quasi sempre, era un groviglio alquanto confuso. Il suo rapporto incluse quel nuovo ordine religioso, che venne accantonato sommariamente dopo una breve discussione. C' un capo carismatico originario di Haven, rifer Antimodes. Attualmente ha soltanto una manciata di seguaci e promette il solito assortimento di miracoli, incluso il risanamento. Non ho avuto modo di incontrarlo, ma da quanto ho sentito si deve trattare con ogni probabilit di un illusionista molto abile che possiede anche qualche conoscenza dell'uso delle erbe. Nel campo del risanamento non sta facendo nulla che i Druidi non facciano gi da anni, ma per la gente dell'Abanasinia si tratta di una cosa del tutto nuova ed possibile che un giorno o l'altro noi si sia costretti a smascherarlo per il truffatore che . Per adesso, per, non sta danneggiando nessuno e sta anzi arrecando del bene, quindi consiglierei di non essere noi a scatenare dei problemi in quanto la cosa potrebbe riflettersi molto male sul nostro ordine perch la gente si schiererebbe tutta dalla sua parte. Sono d'accordo con te, convenne Par-Salian, stilando una breve annotazione sul suo libro. Cosa mi dici degli elfi? Sei passato da Qualinesti?. L'ho soltanto costeggiato, perch gli elfi sono stati molto cortesi ma

non mi hanno permesso di spingermi oltre. Per quanto li concerne nulla cambiato nell'arco degli ultimi cinquecento anni, e a patto che il mondo esterno li lasci in pace non cambier mai nulla. Quanto agli elfi di Silvanesti, continuano a nascondersi nei loro boschi magici sotto la guida di Lorac. Sono consapevole che non ti sto dicendo nulla che tu gi non sappia, aggiunse Antimodes, versandosi un altro bicchiere di vino elfico in quanto l'argomento gli aveva ricordato che esso aveva un sapore eccellente. Di certo avrai avuto l'occasione di parlare con qualcuno dei loro maghi. Sono venuti alla Torre ma soltanto per affari, replic Par-Salian, scuotendo il capo. Si sono mostrati assai taciturni, parlando con noi umani soltanto quando era assolutamente necessario, e non hanno voluto condividere con noi la loro magia anche se sono stati pi che lieti di usare la nostra. Hanno qualcosa che ci possa interessare? domand Antimodes, con un sorriso vagamente divertito. Non per quanto concerne le pergamene, rispose Par-Salian sconvolgente vedere quanto siano diventati immobilisti i maghi di Silvanesti, anche se ci non del tutto sorprendente alla luce della loro terribile sfiducia e del loro timore di qualsiasi tipo di cambiamento. La sola mente creativa che ci sia in mezzo a loro appartiene ad un giovane mago di nome Dalamar, e sono certo che non appena scopriranno di cosa lui si stia interessando gli altri lo esilieranno senza pensarci due volte. Quanto ai capi delle loro Vesti Bianche, si sono mostrati molto interessati a ottenere parte del nuovo lavoro che stiamo svolgendo qui, in particolare per quanto concerne gli incantesimi evocativi di natura difensiva. Inoltre ci volevano pagare in oro, che di questi tempi privo di valore, ed io ho dovuto essere estremamente rigido nell'insistere che pagassero in acciaio... che naturalmente non avevano... o che ricorressero al baratto. Il risultato stato che loro hanno cercato di rifilarmi alcuni vecchi incantesimi magici che erano gi considerati antiquati all'epoca di mio padre, e alla fine ci siamo accordati su alcuni componenti per incantesimi, dal momento che a Silvanesti coltivano piante adorabili e insolite e che i loro gioielli sono splendidi. Gli elfi hanno concluso il baratto e se ne sono andati, e da allora non li ho pi visti, cosa che m'induce a chiedermi se a Silvanesti stiano fronteggiando qualche minaccia o se abbiano appreso con la divinazione che una minaccia sta per sopraggiungere. Il loro re, Lorac, un mago potente e un notevole veggente.

Se pure hanno previsto qualcosa noi non lo sapremo mai perch gli elfi preferirebbero veder annientato il loro popolo piuttosto che rivolgersi a noi per avere aiuto, sbuff Antimodes, che non nutriva un particolare affetto per gli elfi di Silvanesti, i cui maghi dalla Veste Bianca appartenevano al Conclave dei Maghi ma non mancavano mai di far notare che partecipare alle sue riunioni era da parte loro un atto di estrema condiscendenza. Gli elfi non amavano gli umani, e manifestavano questa loro avversione in ogni modo, per esempio fingendo di non saper parlare la lingua comune che era propria a tutti i popoli di Krynn, oppure allontanando con disprezzo qualsiasi umano che osasse dissacrare la lingua elfica provando a parlarla. Dotati di una vita dalla durata incredibilmente lunga, essi vedevano ogni cambiamento come una cosa da temere e ai loro occhi gli esseri umani, con la loro vita pi breve e frenetica, e con il loro costante bisogno di "migliorare", costituivano tutto ci che essi aborrivano. Per contro, gli elfi di Silvanesti non avevano pi avuto un'idea creativa da almeno duemila anni. Gli elfi di Qualinesti, d'altro canto, tengono attentamente d'occhio i loro confini ma permettono ai popoli di altre razze di oltrepassarli, a patto che il Portavoce del Sole dia il suo permesso, prosegu Antimodes. I fabbri umani e quelli dei nani sono tenuti in alta considerazione e vengono incoraggiati a visitare Qualinesti... anche se non ad insediarvisi... e gli artigiani elfici visitano di frequente altre terre, incontrando purtroppo spesso odio e pregiudizi, aggiunse con rammarico, in quanto conosceva e apprezzava molti elfi di Qualinesti e gli dispiaceva vedere come venivano trattati. Parecchi dei loro giovani e in particolare il figlio maggiore del Portavoce.... com' che si chiama?. Il Portavoce? Solostaran. No, suo figlio maggiore. Ah, senza dubbio ti riferisci a Porthios. S, Porthios. Lui ha detto che a suo parere hanno ragione gli elfi di Silvanesti e che nessun umano dovrebbe poter entrare nelle terre di Qualinesti. Non lo si pu biasimare, considerate le cose terribili che sono successe quando gli umani hanno invaso Qualinesti, dopo il Cataclisma, per non credo che ci si debba preoccupare. Gli elfi continueranno a litigare fra loro al riguardo per tutto il prossimo secolo, a meno che qualcosa li spinga nell'una o nell'altra direzione. Infatti, annu Antimodes, che aveva notato un sottile cambiamento

nella voce di Par-Salian. Tu pensi che qualcosa possa esercitare questa pressione?. Ho sentito dei borbottii, come di tuoni lontani, replic Par-Salian. Io non ho sentito questi tuoni, rispose Antimodes. Le poche Vesti Nere che ho incontrato si sono per comportate in maniera un po' troppo tranquilla, come se il guano di pipistrello in mano loro non prendesse fuoco. E alcune delle pi potenti sono scomparse dalla circolazione, aggiunse Par-Salian. Di chi si tratta?. Di Dracart, tanto per cominciare. Era solito passare di qui in maniera regolare per vedere quali nuovi manufatti fossero arrivati e se c'erano possibili apprendisti, ma i soli maghi delle Vesti Nere che si sono fatti vedere di recente sono stati quelli di basso rango, che di certo non potevano sapere nulla dei segreti dei loro superiori, e perfino loro apparivano un po' nervosi. Devo allora dedurre che non hai visto neppure la bella Ladonna, osserv Antimodes, con un astuto sorriso. Par-Salian abbozz a sua volta un sorriso e scroll le spalle, perch quel fuoco si era spento ormai da anni e lui era troppo vecchio e troppo assorto nel suo lavoro per essere irritato o compiaciuto della provocazione del suo amico. No, da un anno che non parlo con Ladonna, e soprattutto ho l'impressione che lei mi stia tenendo deliberatamente nascosto quello che sta facendo, qualsiasi cosa sia. Infatti ha rifiutato di partecipare alla riunione dei capi degli ordini, cosa che non aveva mai fatto in passato, ed ha mandato a rappresentarla un uomo il quale ha detto in tutto soltanto tre parole, che sono state "passatemi il sale", replic scuotendo il capo. La Regina Takhisis rimasta tranquilla per troppo tempo, segno che qualcosa sta bollendo in pentola. Tutto quello che possiamo fare stare in guardia e aspettare, amico mio, ed essere preparati ad agire quando si rendesse necessario, afferm Antimodes, sorseggiando il vino elfico. In mezzo a tutto questo ho almeno una buona notizia, e cio che i Cavalieri di Solamnia stanno finalmente cominciando a riprendersi. Molti di essi hanno reclamato le tenute di famiglia che erano state loro tolte e hanno cominciato a ricostruire la loro dimora. Il loro nuovo capo, Lord Gunthar, un acuto politico che sa pensare con la sua testa e non con il suo elmo, e si

accattivato la popolazione locale distruggendo alcune roccaforti di orchetti, annientando alcuni banditi e sponsorizzando giostre e tornei in svariate parti di Solamnia... non c' nulla che alla folla piaccia di pi vedere degli uomini adulti che si prendono a vicenda a colpi di spada. Io non le considero buone notizie, Antimodes, ribatt Par-Salian, con aria grave e perfino allarmata. I Cavalieri non hanno nessuna simpatia per noi e spero che si limitino a dare la caccia agli orchetti, anche se temo sia soltanto questione di tempo prima che decidano di aggiungere i maghi alla loro lista di nemici, come facevano in passato. Qualcosa del genere perfino scritto nella Misura. Dovresti incontrarti con Lord Gunthar, sugger Antimodes, sorridendo divertito nel vedere Par-Salian inarcare di scatto le sopracciglia, poi aggiunse: Parlo sul serio. Non ti sto suggerendo di invitarlo qui, ma.... Non credo proprio che sarebbe il caso, convenne Par-Salian, in tono rigido. Ma dovresti andare tu stesso a trovarlo e garantirgli che abbiamo a cuore soltanto il bene di Solamnia. Come posso garantirgli una cosa del genere, considerato che lui potrebbe farmi notare a ragione che molti dei nostri ordini non hanno a cuore il bene di Solamnia? I Cavalieri diffidano della magia, diffidano di noi, di tutti noi, e devo ammettere che io stesso non sono particolarmente propenso a fidarmi di loro. Mi sembra quindi pi saggio e pi prudente tenerci alla larga da loro e non fare nulla che possa attirare la loro attenzione. Magius era amico di Huma, lo provoc Antimodes. E se ben ricordo quella leggenda, Huma non era particolarmente rispettato dagli altri Cavalieri proprio per questo motivo, ribatt in tono asciutto Par-Salian. Che notizie ci sono da Thorbardin? chiese quindi, cambiando bruscamente argomento per indicare che la questione era chiusa. Pur essendo abbastanza diplomatico da evitare di insistere, Antimodes decise peraltro fra s di recarsi a Solamnia, magari sulla via del ritorno anche se questo avrebbe significato deviare di parecchio dalla strada che doveva seguire per tornare al nord. D'altro canto era curioso quanto un kender per quanto concerneva i Cavalieri di Solamnia, che per molto tempo erano stati disprezzati e perfino avversati da persone che in passato avevano guardato ai cavalieri di quell'ordine come ai difensori della legge e ai loro protettori. Adesso, per, pareva che i Cavalieri stessero

recuperando in parte la posizione perduta, e Antimodes era curioso di verificare la cosa con i propri occhi e di vedere se in qualche modo poteva trarne profitto. Naturalmente, non intendeva accennare alla propria decisione con Par-Salian, ma del resto le Vesti Nere non erano i soli membri del Conclave ad avere dei segreti. I nani di Thorbardin sono ancora a Thorbardin, suppongo, soprattutto perch nessuno li ha visti andare via. Sono del tutto autosufficienti, senza nessun bisogno di avere contatti con il resto del mondo, e comunque non vedo perch dovrebbero averne. I nani delle colline stanno intanto espandendo il loro territorio e molti di essi cominciano a viaggiare in altre terre. Alcuni si sono addirittura insediati lontano dalle loro dimore montane, aggiunse, ricordando il nano che aveva incontrato a Solace. Quanto agli gnomi, sono come i nani di Thorbardin con una sola eccezione... supponiamo che abitino sempre all'interno del Monte Non Importa perch nessuno lo ha ancora visto esplodere. I kender sembrano pi prolifici che mai, vanno dappertutto, vedono tutto, rubano la maggior parte di ci che vedono, perdono il resto e non servono assolutamente a nulla. Oh, invece credo che siano utili, replic in tono serio Par-Salian; del resto, era risaputo che lui aveva simpatia per i kender, soprattutto (come commentava sempre acidamente Antimodes) perch rimaneva isolato nella sua torre e non aveva mai a che fare con loro. I kender sono i veri innocenti di questo mondo, ci ricordano che consumiamo una quantit di tempo e di energia preoccupandoci di cose che in realt non sono importanti. In tal caso, brontol Antimodes, quando possiamo aspettarci di vederti abbandonare i tuoi libri per afferrare un bastone da kender e metterti a girovagare sulle strade?. Non credo di aver mai preso in considerazione una simile eventualit, amico mio, sorrise Par-Salian, anche se ritengo che sarei alquanto abile nell'uso di un bastone da kender se si considera che da bambino lo ero nell'uso della fionda. Ah, bene, si sta facendo tardi, aggiunse quindi, a segnalare che il colloquio era finito. Ci rivedremo domattina? domand subito dopo, con una lieve ansiet che Antimodes non fatic a comprendere. Non mi sognerei mai di interferire con il tuo lavoro, amico mio, rispose questi. Dar un'occhiata ai manufatti, alle pergamene e ai componenti per incantesimi, soprattutto se avete qui dei prodotti elfici

perch ci sono un paio di cose che mi interessano, poi mi rimetter in cammino. Sei tu quello che sarebbe stato un buon kender, dichiar Par-Salian, alzandosi. Non ti fermi mai in un posto abbastanza a lungo da lasciare che la polvere si posi sulle tue scarpe. Dove andrai, da qui?. Oh, di qua e di l, rispose in tono vago Antimodes. Non ho nessuna fretta di tornare a casa perch mio fratello del tutto capace di gestire gli affari anche senza di me e ho preso tutti gli accordi necessari per far investire la mia parte di introiti, con il risultato che continuo a guadagnare anche quando sono lontano... un modo di vivere molto pi facile e proficuo dell'intonare incantesimi su un pezzo di minerale di ferro. Buona notte, amico mio. Buona notte e buon viaggio, rispose Par-Salian, stringendo con vigore la mano all'amico, poi fece una pausa e continu a trattenere nella propria la mano di Antimodes, che lo fiss con stupore mentre lui aggiungeva: Sta' attento, Antimodes, perch non mi piacciono i segni e i portenti che sto vedendo. Per ora il sole splende su di noi, ma le punte di ali oscure gi proiettano lunghe ombre. Continua a mandarmi i tuoi rapporti, perch li ritengo di inestimabile valore. Star attento, promise Antimodes, leggermente turbato dalle parole dell'amico. L'arcimago era perfettamente consapevole che Par-Salian non gli aveva detto tutto quello che sapeva, che doveva essere molto di pi perch il capo del Conclave era molto abile a leggere nel futuro ed era per di pi un noto favorito di Solinari, il dio della magia bianca. Ali oscure... che cosa poteva significare? Era forse un riferimento alla Regina delle Tenebre, la cara, vecchia Takhisis scomparsa ma non dimenticata? Coloro che studiavano il passato, che sapevano di quali malvagit lei fosse capace, non osavano infatti rischiare di dimenticarla. Ali oscure... avvoltoi, magari? Aquile? Simboli di guerra? Grifoni o pegasi? Del resto, quelle erano bestie magiche che non si vedevano di frequente, di questi tempi. Draghi? Levando un'invocazione mentale a Paladine, Antimodes decise che quello era un motivo aggiuntivo per cercare di scoprire che cosa stesse succedendo a Solamnia. Scambiata con l'amico un'ultima stretta di mano, si stava avviando verso la porta quando Par-Salian lo ferm ancora. Quel tuo giovane pupillo... quello di cui mi hai parlato... come si

chiama? domand. Antimodes impieg un momento a cambiare l'orientamento dei suoi pensieri, e un altro per cercare di ricordare il nome. Raistlin, Raistlin Majere. Par-Salian annot quel nome sul suo libro. CAPITOLO QUINTO A Solace era primissima mattina e il sole non era ancora sorto quando i bambini si svegliarono nella loro piccola casa annidata nell'ombra di un vallenwood; con le imposte che chiudevano male, le tende lise e le piante inselvatichite o morenti, la casa aveva un aspetto desolato e trascurato quasi quanto quello dei bambini che vi abitavano. Quella notte il padre dei due ragazzi, Gilon Majere... un uomo grosso dal volto ampio e allegro la cui espressione naturalmente placida era alterata soltanto da una perpetua linea di preoccupazione fra le sopracciglia... non era tornato a casa perch era dovuto andare lontano da Solace per svolgere un lavoro per conto di un nobile che aveva una tenuta sul lago Crystalmir; la madre dei due era invece a casa ed era gi sveglia, ma del resto non aveva pi dormito dalla mezzanotte. Rosamun Majere sedeva sulla sua sedia a dondolo con una matassa fra le mani sottili, intenta ad avvolgere la lana in uno stretto gomitolo per poi disfare il tutto e ricominciare daccapo; mentre lavorava, la donna canticchiava fra s con un timbro di voce strano e acuto, oppure si soffermava a conversare con persone che non erano visibili per nessuno tranne che per lei. Se fosse stato a casa suo marito, che era un uomo gentile e premuroso, si sarebbe sforzato di persuaderla di smetterla di "lavorare a maglia" per andare a dormire, cosa che peraltro sarebbe servita a ben poco perch anche a letto lei avrebbe continuato a cantare fra s per poi alzarsi di nuovo nel giro di un'ora. Rosamun aveva anche dei giorni buoni, dei periodi di lucidit in cui era consapevole di gran parte di quello che le accadeva intorno anche se non manifestava mai un particolare interesse a prendervi parte. Figlia di un abbiente mercante, era stata abituata ad avere dei servi che provvedevano ad ogni sua necessit, e adesso che la famiglia non poteva permettersi servitori di sorta lei non sapeva da che parte cominciare a gestire una casa da sola. Se aveva fame capitava che si cucinasse qualcosa e che rimanesse

abbastanza cibo per il resto della famiglia, a patto che lei non si dimenticasse del tutto d quello che stava preparando e lo lasciasse a bruciare nella pentola. Quando immaginava di essere impegnata a rammendare si sedeva sulla sua sedia a dondolo con in grembo un cesto pieno di abiti strappati e rimaneva a guardare fuori della finestra, oppure a volte si gettava sulle spalle il suo logoro mantello e andava a "fare visite", il che significava che si metteva a girovagare lungo i ponti ombrosi fino a quando si decideva a fermarsi a parlare con qualcuno dei vicini, che in genere stavano ben attenti a individuarla per tempo in modo da allontanarsi prima di poter essere intercettati. Inoltre, era anche capitato che lei si dimenticasse di dove si trovava e rimanesse a casa di qualcuno per ore, fino a quando i suoi figli la trovavano e la riportavano a casa. A volte, si metteva a raccontare storie inerenti al suo primo marito, Gregor uth Matar, un furfante e un rubacuori di cui lei era stupidamente orgogliosa e che amava ancora, anche se l'aveva abbandonata ormai da anni. Gregor era un Cavaliere di Solamnia, diceva, rivolgendosi ad ascoltatori invisibili, e mi amava moltissimo. Era l'uomo pi avvenente di tutta Palanthas e le ragazze impazzivano per lui. Gregor per ha scelto me, mi ha regalato delle rose e ha cantato canzoni sotto la mia finestra, mi ha portata a cavalcare sul suo cavallo nero. Adesso morto, so che morto perch altrimenti sarebbe tornato da me. morto da eroe, sapete. L'unica cosa certa era che Gregor uth Matar era stato dichiarato morto, perch nessuno aveva pi sue notizie n lo aveva pi visto da anni ed era convinzione comune che se pure non era morto avrebbe dovuto esserlo. In generale, la sua perdita non era particolarmente sentita, perch anche se era stato un Cavaliere di Solamnia era stato bandito dall'ordine ormai da anni ed era risaputo che lui, sua moglie e la loro bambina avevano dovuto lasciare in fretta Palanthas nel cuore della notte. Le voci li avevano seguiti da Solamnia a Solace, sussurrando che Gregor avesse commesso un omicidio e si fosse sottratto al boia soltanto grazie al suo denaro e ad un cavallo veloce. Gregor uth Matar era un uomo dotato di una sorta di cupa bellezza, fascino e arguzia ne facevano una compagnia gradita in qualsiasi taverna, come pure il suo coraggio... sul quale neppure i suoi nemici trovavano a ridire... e la sua disponibilit a bere, giocare e combattere. Nelle affermazioni di Rosamun sul suo conto c'era soltanto una cosa vera, e cio

che le donne lo adoravano. Dotata di una fragile bellezza, con i capelli ramati, gli occhi del colore di una foresta estiva e la pelle bianca e setosa, Rosamun era riuscita a conquistarlo perch Gregor si era innamorato di lei con tutta l'esuberanza della sua natura passionale ed era rimasto innamorato pi a lungo di quanto sarebbe stato logico aspettarsi. Lui era per un uomo che non riusciva pi a riattizzare la fiamma dell'amore una volta che essa si era spenta. A Solace la famiglia aveva vissuto bene, grazie ai viaggi periodici che Gregor faceva a Solamnia, soprattutto quando il denaro cominciava a scarseggiare, in quanto pareva che la sua altolocata famiglia fosse disposta a pagarlo bene pur di tenerlo lontano dalla propria vita. Poi era giunto un anno in cui lui era tornato a mani vuote, accompagnato da voci secondo cui la sua famiglia si era infine decisa ad allontanarlo definitivamente. I creditori avevano cominciato ad esercitare su di lui serie pressioni e alla fine Gregor si era recato al nord, a Sanction, per vendere la propria spada a chiunque fosse disposto ad assumerlo. Da quel momento aveva continuato a condurre quel genere di vita, tornando a casa negli intervalli fra un lavoro e il successivo senza per fermarsi mai a lungo, e Rosamun aveva cominciato a provare una gelosia sfrenata, accusandolo di lasciarla sola per cercare altre donne e scatenando liti che erano state sentite in quasi tutta Solace. Infine, un giorno Gregor era partito per non tornare pi, e le voci erano state concordi nel ritenere che fosse morto... per un colpo di spada o pi probabilmente per una coltellata nella schiena. Una persona soltanto rifiutava di credere che lui fosse morto: Kitiara viveva in attesa del momento in cui avrebbe potuto lasciare Solace per andare in cerca di suo padre. Come sempre, anche quel giorno non parl quasi d'altro mentre con i suoi modi impazienti provvedeva a preparare il fratello minore per il viaggio fino alla scuola; i pochi vestiti del ragazzo... un paio di camicie, alcuni calzoni e un mucchietto di calzini rammendati troppo spesso... erano gi raccolti in un fagotto insieme a uno spesso mantello per l'inverno. Allora questo un addio. Molto probabilmente partir entro la primavera, perch questo un posto troppo stupido in cui vivere, disse, mentre allineava i due ragazzini per esaminarli, poi afferr Raistlin per una spalla e indic i suoi piedi nudi e impolverati, esclamando: Cosa credi di

fare? Non puoi andare a scuola conciato in questo modo! Devi indossare le scarpe. D'estate? domand Caramon, stupefatto. Le mie non mi calzano pi bene, protest Raistlin, che quella primavera era cresciuto un poco ed era adesso alto quanto il gemello, anche se pesava la met di lui ed aveva la circonferenza della vita che era un quarto della sua. Avanti, usa queste, replic Kit, rintracciando un paio di vecchie scarpe di Caramon che risalivano all'inverno precedente e gettandole a Raistlin. Mi faranno male alle dita, si lament il ragazzo, contemplandole con aria cupa. Mettile lo stesso, ordin Kit. Tutti gli altri ragazzi della scuola portano le scarpe, giusto? Soltanto i contadini girano scalzi, o almeno cos dice mio padre. Senza replicare, Raistlin infil i piedi nelle scarpe logore, poi Kit afferr uno strofinaccio sporco e lo immerse nel secchio dell'acqua, procedendo a stregare con esso la faccia e gli orecchi del ragazzo con tanto vigore che questi si sent certo che gli stesse asportando almeno met della pelle. Mentre era in corso quell'operazione, Rosamun lasci cadere per terra il gomitolo di lana. La sua bellezza era svanita, come svanisce un arcobaleno quando le nubi di tempesta coprono il sole, e adesso i suoi capelli erano spettinati e opachi, gli occhi pervasi di quella lucentezza eccessiva che denota la pazzia o uno stato febbrile, la pelle pallida era sfumata di grigio. Notando che sua madre stava fissando in modo vago le proprie mani vuote, come se si stesse chiedendo come utilizzarle, Caramon raccolse la lana e gliela porse. Prendi, mamma, disse. Grazie, figlio mio, rispose lei, sollevando lo sguardo vacuo a fissarlo in volto. Gregor morto, lo sai?. S, mamma, rispose Caramon, senza neppure ascoltare ci che lei stava dicendo. Rosamun faceva spesso simili affermazioni prive di senso ed essendovi abituati in genere i suoi figli le ignoravano; questa mattina per Kitiara si rivolt contro sua madre con furia improvvisa e insolita. Lui non morto! Cosa ne puoi sapere, tu? Non gli mai importato di te, quindi non dire pi cose del genere, vecchia strega pazza! inve. Sorridendo, Rosamun riprese ad avvolgere la lana canticchiando fra s,

mentre i suoi figli assistevano alla scena in silenzio, contrariati perch le parole di Kit li avevano feriti pi di quanto avessero fatto a Rosamun, che non stava prestando la minima attenzione a sua figlia. Lui non morto! Io lo so e riuscir a trovarlo! ribad intanto Kitiara, con voce ora bassa e intensa. Come fai a sapere che Gregor vivo? chiese infine Caramon, fissando la sorella. E se lo , come farai a trovarlo? Ho sentito dire che a Solamnia ci sono una quantit di persone, pi di quante ce ne siano qui a Solace. Lo trover perch lui mi ha detto come fare, replic Kit, con sicurezza, poi indugi a contemplare i fratelli con aria riflessiva e dopo un momento aggiunse: Sentite, questa probabilmente l'ultima volta che mi vedete, star via per parecchio tempo. Venite qui, vi mostrer qualcosa, se mi promettete di non dirlo a nessuno. Conducendo i ragazzi nella piccola stanza in cui dormiva, tir quindi fuori da sotto il materasso una rozza sacca di cuoio fatta a mano. Ecco, qui dentro c' la mia fortuna, annunci con orgoglio. Del denaro? domand Caramon, illuminandosi in volto. No! replic per Kitiara, accantonando con disprezzo un'idea del genere. qualcosa di meglio del denaro, la mia eredit. Lasciami vedere! implor Caramon. Ho promesso a mio padre che non l'avrei mai mostrata a nessuno rifiut per Kitiara, e per ora non intendo farlo. Un giorno per potrai vederla, quando torner ricca e potente, cavalcando alla testa dei miei eserciti. Noi faremo parte del tuo esercito, vero, Kit? esclam Caramon. Raist ed io, intendo. Sarete entrambi capitani, anche se naturalmente io sar il comandante supremo, replic Kitiara, in tono pratico. Mi piacerebbe essere un capitano dichiar Caramon, in tono pieno d'entusiasmo. Tu che ne dici, Raist?. A me non importa, replic questi, scrollando le spalle, e dopo aver scoccato un'ultima, lunga occhiata alla sacca di cuoio aggiunse in tono quieto: Adesso dobbiamo andare, altrimenti faremo tardi. Immagino che ve la caverete, comment Kit, adocchiando i fratelli con le mani piantate sui fianchi. Tu, Caramon, bada a tornare subito a casa dopo aver lasciato Raistlin a scuola, perch voi due vi dovrete abituare a restare separati. D'accordo, Kit, borbott Caramon, incupendosi.

Raistlin intanto si avvicin alla madre e le prese una mano. Arrivederci, mamma, mormor, con voce incrinata. Arrivederci, caro. Non dimenticare di coprirti la testa quando umido, rispose lei, e quella fu l'unica benedizione che ebbe da elargire al figlio. Raistlin si era sforzato di spiegarle dove stava andando, ma lei non era assolutamente riuscita a capirlo. A studiare la magia? Per quale motivo? Non essere sciocco, aveva ribattuto, e alla fine Raistlin si era arreso. Quando infine lui e Caramon uscirono di casa, il sole stava cominciando a tingere d'oro la sommit degli alberi. Sono contento che Kit non sia venuta con noi perch c' qualcosa che ti devo dire, sussurr Caramon, guardandosi alle spalle con timore, precauzione peraltro inutile perch dopo aver assolto al proprio dovere mattutino sua sorella era gi tornata a letto. I bambini percorsero pi in fretta che potevano i ponti fra gli alberi per poi scendere di corsa una lunga scala che portava al suolo della foresta dove una stretta strada che era poco pi di un paio di solchi scavati dalle ruote, fra cui correva un tratto di terra battuta, portava nella direzione in cui dovevano andare. Mentre camminavano, entrambi si misero a mangiare un pezzo di pane stantio che avevano staccato da una pagnotta lasciata sul tavolo. Guarda, c' qualcosa di azzurro sul mio pane, osserv d'un tratto Caramon, fra un boccone e l'altro. muffa, rispose Raistlin. Oh, mormor Caramon, poi procedette a mangiare il pane con tutta la muffa, commentando che non cattivo, soltanto un po' amaro. Raistlin invece rimosse con cura la parte della sua porzione coperta di muffa e dopo averla esaminata con attenzione la ripose in una sacca che portava con s dappertutto e che entro la fine della giornata era sempre piena di svariati esemplari di vita animale e vegetale, al cui studio lui dedicava le sue serate. La strada fino alla scuola lunga, comment intanto Caramon, strisciando i piedi nudi nella polvere della strada. Nostro padre ha detto che sono quasi sette chilometri, e una volta che sarai l dovrai restare tutto il giorno seduto ad un banco senza muoverti, e non ti permetteranno di uscire o di giocare. Sei certo di volere una cosa del genere, Raist?. Raistlin aveva visto l'interno della scuola soltanto una volta, constatando

che essa consisteva di una vasta stanza priva di finestre perch non ci potessero essere distrazioni esterne. Il pavimento era di pietra e i banchi erano sopraelevati in modo che d'inverno il freddo del pavimento non ghiacciasse i piedi degli studenti, che sedevano su alti sgabelli; il maestro occupava invece un'ampia cattedra posta sul davanti della stanza e lungo due pareti erano disposti scaffali che contenevano vasi pieni di erbe e di altre cose che andavano dall'orribile e disgustoso al piacevole o al misterioso: i componenti per gli incantesimi. Un'altra parete era invece occupata da custodie per le pergamene, per lo pi bianche e destinate ad essere utilizzate dagli studenti. Alcune di esse, per, recavano scritti degli incantesimi. Pensando a quella stanza buia e tranquilla, alle ore che vi avrebbe trascorso studiando serenamente senza essere distratto dal suo esuberante gemello, Raistlin sorrise. Sono certo che non mi dispiacer, disse. Caramon intanto aveva raccolto un bastone e lo stava usando per sferzare l'aria, fingendo che fosse una spada. So per certo che io non vorrei andare l, dichiar. E poi quel maestro ha la faccia di un rospo e sembra cattivo. Credi che ti picchier?. In effetti l'insegnante, il Maestro Theobald, aveva l'aria cattiva e per di pi nel corso del loro primo incontro si era rivelato un uomo altezzoso, pieno di s e probabilmente meno intelligente della maggioranza dei suoi allievi. Incapace di conquistarne il rispetto, senza dubbio lui doveva essere solito ricorrere a mezzi d'intimidazione fisica, come confermava il lungo ramo di salice che Raistlin aveva notato posato in bella vista accanto alla cattedra. Se dovesse farlo, sar soltanto un altro colpo di martello, replic, pensando alle parole di Antimodes. Credi che ti colpir con un martello? esclam Caramon, inorridito, arrestandosi nel centro della strada. Non dovresti proprio andare in quel posto, Raistlin. No, non era questo che intendevo, Caramon, replic Raistlin, cercando di essere paziente di fronte all'ignoranza del suo gemello... dopo tutto la sua affermazione era stata alquanto bizzarra. Ora cercher di spiegarti cosa volevo dire. Adesso stai combattendo con un bastone, ma un giorno possederai una spada vera, giusto?. Ci puoi scommettere. Kit me ne porter una, e la porter anche a te se gliela chiederai.

Io ho gi una spada, Caramon, replic Raistlin, ma non come la tua, non fatta di metallo. Questa spada dentro di me e per il momento non un'arma di qualit, ha bisogno di essere modellata a colpi di martello, ed per questo che sto andando a scuola. Per imparare a fabbricare spade? chiese Caramon, accigliandosi nello sforzo di capire. Allora una scuola per fabbri?. Non sto parlando di spade reali, Caramon, ma di spade mentali, sospir Raistlin. La magia sar la mia spada. Se lo dici tu. In ogni caso, se quel maestro dovesse picchiarti, avvertimi e ci penser io, afferm Caramon, serrando i pugni, poi sospir e ripet: Senza dubbio questa strada molto lunga. S, lunga, convenne Raistlin, consapevole che avevano percorso soltanto un quarto della distanza e che lui era gi stanco, anche se non voleva ammetterlo. Comunque, non sei obbligato a venire con me, sai. ovvio che devo farlo! protest Caramon, mostrandosi stupito. Cosa succederebbe se venissi attaccato dagli orchetti? Hai bisogno che io ti difenda. Con una spada di legno, comment Raistlin, in tono asciutto. Come hai detto tu stesso, un giorno ne avr una vera, rispose Caramon, rifiutando di permettere che la logica raffreddasse il suo entusiasmo. Kitiara me l'ha promessa... ehi, questo mi ricorda che c' una cosa che ti devo dire. Credo che Kit si stia preparando ad andare da qualche parte perch ieri l'ho vista scendere le scale di quella taverna al limitare della citt, L'Abbeveratoio. Cosa ci faceva l? domand Raistlin, interessato. E gi che ci siamo, cosa ci facevi tu in quel posto? Non un locale che abbia una buona fama. Direi proprio di no! convenne Caramon. Sturm Brightblade dice che frequentato da ladri e tagliagole, e questo il motivo per cui sono andato l: volevo vedere un tagliagole. E ne hai visto uno? domand Raistlin, con un accenno di sorriso. No, o almeno non credo! rispose Caramon, in tono disgustato. Tutti i clienti avevano un aspetto comune e i pi sembravano gente come nostro padre, anche se non erano altrettanto grossi. Il che esattamente l'aspetto che dovrebbe avere un buon assassino, gli fece notare Raistlin. Dovrebbe somigliare a nostro padre?. Certamente, in modo da potersi avvicinare alla sua vittima senza che

questa si accorga di lui. Che aspetto credevi che avesse un assassino? Pensavi che fosse vestito tutto di nero con un lungo mantello e una maschera sulla faccia? domand Raistlin, in tono sarcastico. Ecco... s, ammise Caramon, dopo un momento di riflessione. Sei davvero un idiota, Caramon, dichiar Raistlin. Suppongo di s, ammise Caramon, avvilito, e per qualche momento si contempl i piedi con aria contrita, sollevando nuvolette di polvere dalla strada. Non era per nella sua natura rimanere a lungo depresso, e dopo un momento riprese in tono allegro: Se davvero i tagliagole hanno un'aria tanto comune, allora forse ne ho davvero visto qualcuno!. Ci che hai visto stata nostra sorella sbuff Raistlin. Cosa ci faceva l? A nostro padre non piacerebbe di certo sapere che lei frequenta posti del genere. quello che le ho detto io, annu Caramon, con aria virtuosa, ma lei mi ha dato uno schiaffo e ha detto che nostro padre non poteva arrabbiarsi per le cose che non sapeva e che io avrei dovuto tenere la bocca chiusa. Quando sono arrivato stava parlando con due uomini, che per se ne sono andati non appena mi hanno visto, e lei aveva in mano qualcosa che sembrava una mappa. Io ho provato a chiederle cosa fosse, ma mi ha pizzicato il braccio fino a farmi male, prosegu, sfoggiando un livido rosso e nero, poi mi ha portato al cimitero e mi ha fatto giurare su una tomba che non avrei mai detto nulla a nessuno se non volevo che una notte o l'altra un non-morto venisse a prendermi. Lo hai detto a me, sottoline Raistlin. Hai infranto la promessa. Lei non si riferiva a te!, ribatt Caramon. Tu sei il mio gemello e parlarne con te come parlarne con me stesso, senza contare che Kit sapeva che te lo avrei detto. In ogni caso, ho giurato a nome di tutti e due, quindi se un non-morto dovesse venire a prendere me prender anche te. Sai, a me non dispiacerebbe vedere un non-morto, Raist, e a te?. Raistlin lev gli occhi al cielo ma non replic per risparmiare fiato, consapevole di essere gi esausto anche se non era ancora neppure arrivato alla scuola; nel suo intimo, detestava il proprio corpo fragile che sembrava deciso a frustrare ogni suo piano, a rovinare ogni speranza, a devastare ogni desiderio, e come sempre si trov a scoccare un'occhiata piena di gelosia al suo robusto e sano gemello. La gente narrava che un tempo c'erano stati degli di che avevano governato la razza umana, ma che essi se n'erano andati perch si erano infuriati con gli uomini. Prima di svanire, gli di avevano scagliato una

montagna di fuoco su Krynn, devastando il mondo, e poi avevano abbandonato l'uomo al suo destino. Raistlin non faticava a credere che quella storia potesse essere vera, perch di certo nessun dio dotato di onore avrebbe mai potuto giocargli uno scherzo tanto crudele, dividendo una sola persona in due e dando ad un gemello una mente senza corpo e all'altro un corpo senza mente. Al tempo stesso, sarebbe per stato confortante pensare che ci fosse una motivazione intelligente, uno scopo, dietro una simile decisione, sarebbe stato piacevole sapere che lui e il suo gemello non erano soltanto uno scherzo della natura, che c'erano degli di a cui era possibile addossare il biasimo. Kitiara gli aveva spesso raccontato di come lui per poco non fosse morto e di come lei gli avesse salvato la vita quando la levatrice le aveva detto che il neonato aveva ben poco da vivere, lasciando il piccolo solo ad esalare l'ultimo pietoso respiro. Nel raccontare la cosa, Kit si mostrava sempre un po' seccata che Raistlin non le fosse adeguatamente grato, ma essendo dotata a sua volta di un fisico forte non poteva sapere che a volte Raistlin imprecava contro di lei nel cuore della notte, quando il suo corpo ardeva per la febbre, i muscoli gli dolevano in maniera intollerabile e la bocca era riarsa da una sete inestinguibile. Kitiara era per anche l'artefice del suo ingresso nella scuola di magia, cosa che compensava il suo precedente errore. Adesso tutto ci che Raistlin si augurava era di riuscire ad arrivare fino alla scuola senza avere prima un collasso. La sua salvezza risult essere il carro di un contadino, che li raggiunse di l a poco. Fermatosi, l'uomo chiese ai due ragazzi dove fossero diretti e pur accigliandosi nel sentire quale fosse la destinazione di Raistlin acconsent a dare loro un passaggio. Hai intenzione di fare questa strada tutti i giorni? chiese quindi nel guardare Raistlin, che stava tossendo a causa della polvere mista alla pula che si levava dai campi di grano. No, signore, rispose Caramon per conto del fratello, che in quel momento non poteva parlare. Lui sta andando alla scuola di magia per imparare a fabbricare spade e rimarr l da solo, perch non mi permetteranno di restare con lui. Sentite, ragazzi, propose il contadino, un uomo gentile che aveva a sua volta dei figli piccoli, io faccio questa strada tutti i giorni, e se di mattina verrete ad aspettarmi al crocevia potr darvi un passaggio per poi

venire a riprendervi al pomeriggio, sulla via del ritorno. In questo modo, aggiunse, rivolto a Raistlin, potresti almeno tornare a casa la sera, dalla tua famiglia. Sarebbe splendido! esclam Caramon. Noi non ti possiamo pagare, disse contemporaneamente Raistlin, rosso in volto per la vergogna. Sciocchezze! Non mi aspetto di essere pagato ribatt il contadino, con aria decisa, poi scocc un'occhiata in tralice ai due ragazzi, soffermandosi con lo sguardo sul robusto Caramon, e aggiunse: Quello che invece mi potrebbe servire un po' di aiuto nei campi, perch i miei figli sono ancora troppo piccoli per potermi dare una mano. Io potrei lavorare per te, si offr prontamente Caramon. Potrei aiutarti mentre Raistlin a scuola. Allora siamo d'accordo. Caramon e il contadino sputarono ciascuno sul proprio palmo e si strinsero la mano per sigillare l'accordo. Perch hai acconsentito a lavorare per lui? domand Raistlin, una volta che lui e il fratello si furono sistemati sul retro del carro vuoto, con i piedi che penzolavano appena al di sopra della strada. In modo che tu potessi andare e tornare da scuola con il carro, rispose Caramon. Perch? C' qualcosa che non va in questo?. Raistlin si morse la lingua, perch anche se sapeva che avrebbe dovuto ringraziare il fratello le parole necessarie gli si erano bloccate in gola come un medicinale dal sapore sgradevole. solo che... ecco, non mi piace che tu lavori a causa mia.... Suvvia, Raist, noi siamo gemelli ribatt Caramon, con un allegro sorriso, assestando al fratello una gomitata nelle costole mentre aggiungeva: Tu faresti lo stesso per me. Ripensando a quelle parole, mentre il carretto lo portava verso la Scuola per Maghi del Maestro Theobald, Raistlin non si sent per nulla certo che avrebbe davvero fatto altrettanto per suo fratello. Quel pomeriggio il carretto del contadino pass puntuale a prelevarli e al suo ritorno a casa Raistlin scopr che sua madre non si era neppure accorta della sua assenza e che suo padre non aveva ancora fatto ritorno. Kitiara dal canto suo si mostr sorpresa di vederlo e volle sapere perch fosse tornato, irritata come sempre quando i suoi piani venivano frustrati: nella sua mente lei si era convinta che Raistlin dovesse alloggiare presso la scuola e adesso non era contenta di scoprire che lui aveva invece deciso di

fare diversamente. Kitiara pretese di sentire due volte la storia del loro incontro con il contadino, e anche allora continu a dichiararsi certa che fosse un poco di buono e a mostrarsi furente all'idea che Caramon lavorasse per lui, commentando con disgusto che in questo modo suo fratello sarebbe diventato a sua volta un contadino, con gli stivali sporchi di letame invece che di sangue. Caramon ribatt che non sarebbe successo nulla del genere e i due discussero per qualche tempo mentre Raistlin andava a letto a causa di un'emicrania incombente. Quando si svegli scopr che la lite era cessata perch Kitiara pareva avere altri pensieri per la mente, come indicava il fatto che appariva pi assorta e irascibile del solito, cosa che indusse i due ragazzi a tenersi alla larga dalle sue mani. Nonostante tutto lei provvide per a nutrirli, friggendo un po' di pancetta dall'aspetto poco appetitoso che serv insieme a quanto restava del pane ammuffito. A tarda notte, mentre Kitiara dormiva, le piccole e agili mani di Raistlin sfilarono dalla sua cintura la sacca che vi era appesa e le sue dita dal tocco leggero quanto quello delle zampe di una farfalla ne estrassero il contenuto: un lacero foglio di carta e uno spesso pezzo di cuoio ripiegato, che lui port in cucina per esaminarli alla tenue luce del fuoco che covava sotto le ceneri. Sul pezzo di carta era disegnato uno stemma di famiglia che raffigurava una volpe che si ergeva vittoriosa sul corpo di un leone morto, effigie accompagnata dal motto "Nessuno troppo possente", sotto il quale era scritto il nome "Matar", mentre sul cuoio era tracciata una rozza mappa della strada che correva fra Solace e Solamnia. Rapide, le mani di Raistlin ripiegarono la carta e il cuoio, riposero il tutto nella sacca e riattaccarono quest'ultima alla cintura di Kit. Raistlin bad comunque a non parlare con nessuno di ci che aveva scoperto, perch aveva gi imparato che il sapere equivaleva a potere, soprattutto se si trattava della conoscenza dei segreti degli altri. Il mattino successivo al risveglio scopr che Kitiara se n'era andata. CAPITOLO SESTO Nella scuola per maghi faceva molto caldo perch un fuoco ruggente che ardeva nel focolare riscaldava l'aula priva di finestre fino a portarla ad una temperatura quasi intollerabile, e la voce del Maestro Theobald echeggiava

monotona e uniforme attraverso le correnti di calore che era possibile veder irradiare dal focolare. L'incantesimo del fuoco era l'unico che il maestro riuscisse a utilizzare con effettiva abilit, e lui era sempre pronto ad esibire il proprio talento ogni volta che gli era possibile. Raistlin trovava quel calore meno fastidioso di quanto esso risultasse per gli altri ragazzi, e lo avrebbe addirittura apprezzato se non fosse stato per il fatto che presto sarebbe dovuto uscire al freddo e in mezzo alla neve: passare da un estremo all'altro e avventurarsi all'esterno con indosso le vesti umide di sudore era una cosa che metteva a dura prova il suo fisico fragile, come dimostrava il fatto che stava cominciando soltanto adesso a riprendersi da un mal di gola accompagnato da febbre alta che lo aveva privato della voce per parecchi giorni e lo aveva costretto a restare a casa, a letto. Perdere giorni di scuola era una cosa che detestava, perch in cuor suo sapeva di essere pi intelligente del Maestro Theobald ed era anche certo di essere un mago migliore di lui; d'altro canto c'erano cose che il maestro poteva insegnargli e che lui aveva bisogno d'imparare, perch il fuoco della magia che gli ardeva dentro come una febbre era doloroso e ci che il Maestro Theobald sapeva e che lui ancora ignorava era come controllare questo fuoco, come indurre la magia ad asservirsi a chi la usava, come trasporre la febbre in parole che potessero essere scritte e pronunciate, come usarla in modo creativo. D'altro canto, il Maestro Theobald era un insegnante cos inetto che spesso Raistlin aveva l'impressione di essere in agguato, in attesa di calare sulla prima informazione utile che per puro caso fosse giunta nella sua direzione. Seduti sui loro alti sgabelli, gli allievi si stavano sforzando disperatamente di restare svegli, cosa tutt'altro che facile dopo l'abbondante pasto di mezzogiorno; d'altro canto, tutti sapevano che chi si fosse assopito sarebbe stato ridestato dal calare del sottile ramo di salice sulle sue spalle. Pur essendo un uomo grosso e flaccido, il Maestro Theobald sapeva muoversi in fretta e in silenzio quando desiderava farlo, e niente gli piaceva pi del sorprendere un allievo a sonnecchiare. Raistlin aveva parlato con disinvoltura a suo fratello dell'essere stato frustato il primo giorno di scuola, ma da allora aveva continuato a sentire lo schiocco del ramo di salice sulle spalle sottili, un dolore che gli aveva ferito pi l'anima della carne. In precedenza lui non era mai stato percosso, tranne qualche schiaffo occasionale da parte di sua sorella che peraltro era

stato vibrato con spirito fraterno, per cui anche se a volte Kitiara colpiva involontariamente pi forte del dovuto, entrambi i fratelli sapevano che ci che contava era l'intenzione che l'aveva mossa. Il Maestro Theobald vibrava invece il ramo di salice con un bagliore nello sguardo e un sorriso sul volto tali da non far dubitare che infliggere punizioni fosse per lui una cosa piacevole. Nel linguaggio della magia, stava dicendo il Maestro Theobald, con la sua voce monotona, la lettera a non si pronuncia "aa" come nel vernacolo comune e neppure "ah" come nella lingua elfica o "ach" come nella lingua dei nani. "Coraggio, vieni al dunque", pens con aria avvilita Raistlin. "Smettila di fare sfoggio del tuo sapere, grosso e vecchio idiota, considerato che probabilmente non hai mai parlato con un elfo in tutta la tua vita". Nel linguaggio della magia, la lettera a si pronuncia "ai". Raistlin si fece d'un tratto attento, consapevole che quella era una delle informazioni di cui aveva bisogno, e ascolt con la massima concentrazione mentre il Maestro Theobald ripeteva la pronuncia. "Ai". Adesso, giovani signori, ripetetelo insieme a me. Un assonnato coro di ai echeggi nella stanza soffocante, unito ad un singolo, deciso ai scandito con fermezza da Raistlin. Di solito, la sua voce era la pi sommessa di tutte perch non gli piaceva attirare su di s l'attenzione, che era in genere dolorosa, ma la sua eccitazione alla prospettiva di imparare qualcosa di utile e il fatto di essere uno dei pochi del tutto svegli e intenti ad ascoltare lo avevano portato a parlare con voce pi alta di quanto fosse stata sua intenzione. Immediatamente ebbe a che pentirsene perch il Maestro Theobald lo contempl con occhi pieni di approvazione... o almeno con quel poco che poteva vedersi degli occhi in mezzo alle sacche di grasso che li circondavano... e batt con delicatezza il ramo di salice sulla cattedra. Molto bene, Mastro Raistlin, comment. I vicini di banco di Raistlin gli scoccarono subito di nascosto occhiate in tralice da cui lui comprese che gli avrebbero fatto pagare il complimento ricevuto, poi il ragazzo alla sua destra, Gordo, che aveva quasi tredici anni e che era stato mandato presso la scuola perch i suoi genitori non sopportavano pi di averlo in casa, si protese verso di lui. Ho sentito dire che gli baci il posteriore ogni mattina, "Mastro Raistlin", sussurr, facendo schioccare le labbra in un verso volgare a cui quanti sedevano nelle sue vicinanze reagirono ridendo sommessamente.

Sentendo quel ridacchiare represso, il Maestro Theobald si gir verso il gruppetto e si alz in piedi, inducendo i ragazzi a tacere immediatamente nel vederlo dirigersi verso di loro con il ramo di salice in pugno; lungo il tragitto, per, il maestro venne distratto dalla vista di un allievo molto giovane che stava dormendo profondamente, con la testa appoggiata alle braccia e gli occhi chiusi. Sorridendo, Theobald cal il ramo di salice su quelle piccole spalle e l'allievo si raddrizz di scatto con un grido di sorpresa e di dolore. Come ti permetti di dormire durante le mie lezioni? tuon il maestro all'indirizzo del giovane colpevole, che si ritrasse di fronte alla sua ira e si asciug senza parere una lacrima. Nel frattempo, Raistlin registr una certa attivit alle proprie spalle, una sorta di suono strisciante, ma non si prese la briga di girarsi a guardare di cosa si trattava perch il comportamento degli altri allievi gli sembrava stupido e meschino, e non riusciva a capire perch essi sprecassero il loro prezioso tempo con simili stupidaggini. In tono sommesso, ripet invece fra s il suono "ai" fino a quando fu certo di aver assimilato la sua pronuncia, e addirittura scrisse la combinazione di vocali sulla propria lavagna in modo da potersi esercitare in seguito nella sua pronuncia. Assorto nel suo lavoro, ignor le risate soffocate che gli echeggiavano intorno e attese che il Maestro Theobald tornasse alla cattedra dopo aver finito di demoralizzare il bambino che si era addormentato; sedutosi pesantemente, il maestro si accinse quindi a riprendere la lezione. La seconda vocale del linguaggio dell'arcano la o, che non si pronuncia "oo" e neppure "och", bens "oa". La pronuncia estremamente importante, giovani signori, quindi vi suggerisco di prestare attenzione, perch pronunciare un incantesimo nel modo sbagliato significa che esso non funzioner. Mi ricordo che quando ero l'allievo di un grande mago.... Raistlin si agit in preda all'irritazione nell'accorgersi che il maestro stava per lanciarsi in uno dei suoi aneddoti, tutte storie noiose e insulse che servivano invariabilmente ad elogiare il suo mediocre talento per la magia. Raistlin era impegnato a scrivere con cura la lettera o insieme alla sua pronuncia fonetica "oa" quando di colpo lo sgabello gli saett via di sotto e lui croll al suolo. La caduta del tutto inattesa fu piuttosto violenta e lui avvert un'intensa fitta di dolore lungo il polso di cui si era istintivamente servito per cercare di puntellarsi mentre alle sue spalle lo sgabello si rovesciava

rumorosamente al suolo e gli altri ragazzi scoppiavano a ridere per poi zittirsi immediatamente allorch il Maestro Theobald scatt in piedi con il volto purpureo sullo sfondo delle vesti rosse, tremando di rabbia come un mucchio di budino alla vaniglia. Mastro Raistlin! Come mai ti permetti di disturbare la mia spiegazione? tuon. Si addormentato ed caduto dallo sgabello, signore, si affrett a spiegare Gordo. Accoccolato al suolo e intento a massaggiare il polso dolorante, Raistlin scopr intanto il cordino che era stato legato ad una gamba dello sgabello, ma nel momento stesso in cui si protese per afferrarlo esso venne staccato con uno strattone dallo sgabello rovesciato e scivol sul pavimento per scomparire nella manica di Devon, uno degli amici di Gordo che occupava il banco dietro il suo. Si addormentato! E mi ha interrotto! esclam intanto il Maestro Theobald, afferrando il ramo di salice e calando su Raistlin che, nel veder arrivare il colpo incurv le spalle e sollev un braccio in modo da proteggersi e da offrire il pi ridotto bersaglio possibile. Il primo colpo del ramo di salice gli lacer la pelle del braccio sollevato, mancando di stretta misura la faccia, poi il maestro si accinse a colpire ancora e al tempo stesso Raistlin si sent pervadere da un'ira intensa e divorante come il fuoco di una fucina, che consum la sua paura e la sua sofferenza, destando in lui l'impulso di scattare in piedi per aggredire a sua volta il maestro. Un barlume di gelido buon senso gli scivol per lungo il corpo, e lui l'avvert come una sensazione fisica, una sorta di gelo che gli fece formicolare le terminazioni nervose e gli strapp un brivido nonostante il calore rovente della sua furia mentre s'immaginava nell'atto di attaccare il maestro e si vedeva fare la figura dello stupido... una piccola e debole creatura dalle braccia sottili che strideva con voce acuta e colpiva impotente con i pugni minuscoli. La cosa peggiore era per che in questo modo sarebbe passato dalla parte del torto e il Maestro Theobald avrebbe trionfato a sue spese mentre gli altri ragazzi, i suoi tormentatori, avrebbero riso e gongolato. No, sarebbe stato lui ad uscire vincitore da quel confronto. Emettendo un sussulto soffocato, Raistlin si accasci sul pavimento con gli occhi chiusi e giacque del tutto inerte in posizione supina, con le gambe piegate ad angolo e le ginocchia congiunte, lasciando che una mano gli

scivolasse sul pavimento e tenendo l'altra ripiegata flaccidamente sul petto magro; al contempo, si sforz di rendere il proprio respiro il pi lento e leggero che gli fosse possibile. Nella sua breve vita gli era capitato molte volte di essere malato e sapeva bene come ci si sentisse e come fingere uno stato di malessere, quindi non gli cost fatica giacere immoto, pallido, affranto e all'apparenza senza vita, ai piedi del maestro. Accidenti! esclam Devon, il ragazzo che aveva legato il cordino allo sgabello. Lo hai ucciso!. Sciocchezze! ribatt il Maestro Theobald, con voce che suon per incrinata, mentre abbassava il ramo di salice. E... soltanto svenuto, ecco tutto. svenuto. Gordo.... Interrompendosi, il maestro si schiar la gola prima di riprendere a parlare. Gordo, va' a prendere un po' d'acqua. L'interpellato si affrett ad obbedire e Raistlin lo sent attraversare di corsa la stanza dal pavimento di pietra e armeggiare vicino al secchio dell'acqua mentre lui continuava a rimanere disteso dov'era caduto, immobile e con gli occhi chiusi, senza emettere il minimo suono, scoprendo al tempo stesso che gli piaceva essere oggetto di tante attenzioni e causare negli altri paura e sgomento. Gordo torn poi indietro di corsa con il mestolo pieno d'acqua, rovesciando la maggior parte del suo contenuto sul pavimento e sulla veste rossa del maestro. Goffo idiota! Dallo a me! ordin il Maestro Theobald, assestando a Gordo uno schiaffo e togliendogli di mano il mestolo per poi inginocchiarsi accanto a Raistlin e bagnargli le labbra con estrema delicatezza, chiamandolo per nome con voce sommessa e lamentosa: Raistlin! Raistlin, riesci a sentirmi?. Una risata sal gorgogliante nella gola di Raistlin, che fu costretto ad esercitare una dose spropositata di autocontrollo al fine di reprimerla. Per un minuto ancora rimase del tutto immobile, poi mosse lentamente la testa di qua e di l con un flebile lamento proprio quando cominciava ad avvertire la mano del maestro che prendeva a tremare per l'ansia. Bene! comment il Maestro Theobald, con un sospiro di sollievo. Si sta riprendendo. Indietreggiate, ragazzi, lasciatelo respirare. Adesso lo porter nel mio alloggio. Sentendosi sollevare dalle braccia grasse ma forti del maestro, Raistlin lasci penzolare inerti le gambe, le braccia e la testa, tenendo gli occhi sempre chiusi ed emettendo di tanto in tanto un gemito mentre Theobald lo

trasportava con ogni cura nel proprio alloggio, seguito da tutti gli altri ragazzi nonostante le sue frequenti e rabbiose intimazioni di tornare nell'aula. Adagiato Raistlin su un divano, il maestro rimand quindi i ragazzi in classe, e sbirciando attraverso una palpebra socchiusa Raistlin si accorse che si stava servendo soltanto delle minacce e non del ramo di salice. Allontanati infine i ragazzi, il Maestro Theobald chiam a gran voce la sua serva e torn verso il divano mentre Raistlin si decideva infine ad aprire gli occhi e badava per un momento a mantenere lo sguardo sfocato prima di spostarlo sul maestro. Cosa... cosa successo? chiese con voce debole, guardandosi intorno con aria vaga e cercando di sollevarsi. Dove sono?. Lo sforzo si rivel eccessivo per le sue forze e lui ricadde all'indietro sul divano con il respiro affannoso, con il Maestro Theobald che si chinava a scrutarlo con fare ansioso. Hai... hai fatto una brutta caduta, spieg questi, evitando di guardare direttamente il ragazzo e scoccandogli nervose occhiate in tralice. Sei scivolato dallo sgabello. Raistlin abbass lo sguardo sul braccio, dove un brutto gonfiore rosso spiccava sulla pelle pallida, poi fiss negli occhi il maestro. Mi fa male il braccio, si lament in tono sommesso. Theobald contempl con imbarazzo il pavimento, poi sollev lo sguardo con sollievo quando la donna di mezz'et che si occupava di cucinare, di pulire e di accudire i ragazzi, entr nella stanza. La serva era estremamente brutta, con la faccia sfregiata e priva di capelli su un lato della testa dove era rimasta ustionata, a quanto si diceva a causa di un fulmine che l'aveva sfiorata, cosa che forse spiegava i suoi processi mentali alquanto lenti. Marm, cos era chiamata la donna, teneva pulita la scuola e non aveva ancora avvelenato nessuno con la sua cucina, ma questo era tutto ci che di buono si poteva dire sul suo conto, e i ragazzi sussurravano fra loro che lei fosse il risultato di uno degli incantesimi del Maestro Theobald che non era andato per il verso giusto, e che lui la tenesse presso di s per un senso di colpa. Il ragazzo ha fatto una brutta caduta, Marm, spieg il Maestro Theobald. Vorresti prenderti cura di lui? Io devo tornare in classe. Scoccata un'ultima ansiosa occhiata a Raistlin, il maestro lasci quindi la stanza, facendo appello a quanto restava del suo orgoglio per riuscire ad assumere una posa eretta.

La serva intanto se ne and a sua volta per tornare di l a poco con un panno freddo e bagnato che sbatt sulla fronte di Raistlin, e con un biscotto che gli mise in mano. Il panno era troppo bagnato e grondava acqua unta che stava colando negli occhi di Raistlin, mentre il biscotto aveva il fondo bruciato e sapeva di carbone, ma Marm non parve badarci e con un grugnito lasci Raistlin a se stesso per tornare a ci che stava facendo... che a giudicare dall'acqua unta doveva essere il lavaggio dei piatti. Non appena lei se ne fu andata, Raistlin si tolse dalla fronte il panno bagnato e lo gett da un lato con aria disgustata per poi buttare il biscotto nel focolare, dove ardeva il solito onnipresente fuoco, quindi si adagi comodamente sul divano, annidandosi fra i morbidi cuscini e ascoltando la voce del maestro, che aveva ripreso ad echeggiare in tono pi dimesso e che era chiaramente udibile attraverso la porta aperta. La lettera u si pronuncia "uh". Ripetete con me. "Uh" - mormor Raistlin fra s, in tono compiaciuto, e nell'osservare le fiamme che consumavano un ceppo sorrise fra s. Il Maestro Theobald non avrebbe mai pi provato a picchiarlo. CAPITOLO SETTIMO Quel giorno la lezione riguardava l'esatto uso della penna, perch un mago non doveva essere soltanto in grado di pronunciare correttamente le parole della magia ma anche di scriverle nel modo giusto, dando ad ogni lettera la sua giusta forma. Le parole dell'arcano dovevano essere stilate sulla pergamena con precisione, esattezza, ordine e cura, altrimenti non avrebbero funzionato: per esempio, se avesse scritto la parola shirak con la a schiacciata e la k storta, un mago intenzionato ad ottenere luce sarebbe rimasto al buio. Com' proprio della natura goffa dei bambini, per lo pi gli allievi del Maestro Theobald erano tutt'altro che abili nella scrittura, le penne d'oca che dovevano appuntire personalmente avevano la tendenza a rompersi o a gocciolare, a piegarsi o a schizzare via dalle loro dita contratte, con il risultato che invariabilmente i ragazzi finivano per sporcare loro stessi pi che scrivere sulla pergamena, quando non rovesciavano addirittura il calamaio come succedeva piuttosto frequentemente. Qualsiasi visitatore che fosse entrato nell'aula durante i pomeriggi dedicati agli esercizi di scrittura avrebbe potuto immaginare di essere finito per errore nell'Abisso nel trovarsi di fronte a innumerevoli piccoli

demoni dal volto e dalle mani sporchi d'inchiostro. Un pensiero di questo genere affior nella mente di Antimodes nel momento stesso in cui varc la porta dell'aula, accompagnato dal fugace ricordo dei giorni che lui stesso aveva trascorso in un'aula di scuola, evocato soprattutto dall'odore di tutti quei piccoli corpi scaldati eccessivamente dal fuoco, della zuppa di cavolo che avevano mangiato per pranzo, dell'inchiostro e della cartapecora calda. L'arcimago Antimodes, annunci la serva, o almeno cerc di farlo dal momento che riusc a storpiare completamente il nome del mago. Antimodes si sofferm sulla soglia e subito dodici piccoli volti accaldati, sporchi d'inchiostro e frustrati si sollevarono a fissarlo con occhi pieni di speranza, augurandosi di trovare in lui un salvatore che li liberasse da quella fatica senza speranza. Un tredicesimo volto si sollev quindi con maggiore lentezza degli altri, concentrando la propria attenzione sul visitatore soltanto dopo aver ultimato il lavoro a cui era intento. Antimodes si sent molto soddisfatto nel constatare che quel volto particolare era quasi del tutto pulito, tranne per una macchia d'inchiostro lungo il sopracciglio sinistro, e che la sua espressione non era tanto di sollievo quanto piuttosto di irritazione per essere stato interrotto mentre lavorava. L'irritazione si dissolse peraltro in fretta non appena il volto in questione riconobbe Antimodes, che a sua volta lo aveva gi riconosciuto. Nel frattempo il Maestro Theobald si affrett ad alzarsi in piedi, formale e noioso, insicuro e geloso come sempre. Theobald non provava nessuna simpatia per Antimodes perch sospettava, a ragion veduta, che questi si fosse opposto alla sua nomina a maestro della scuola e avesse votato contro di lui nel Conclave. Antimodes era peraltro stato messo in minoranza perch Par-Salian in persona aveva presentato un'argomentazione irrefutabile a favore di Theobald, e cio il fatto che questi era il solo candidato e che comunque non poteva essere utilizzato in nessun'altra veste. Perfino gli amici di Theobald erano concordi nel ritenere che lui non sarebbe mai stato un mago pi che mediocre, mentre altri fra cui Antimodes si chiedevano come fosse mai riuscito a superare la Prova, argomento su cui Par-Salian si dimostrava sempre evasivo ogni volta che Antimodes lo sollevava, inducendo cos l'arcimago a supporre che Theobald fosse stato aiutato a superare la Prova a patto che accettasse la carica di insegnante, un lavoro che nessun altro voleva.

Antimodes non aveva potuto offrire un suggerimento migliore in quanto lui stesso avrebbe preferito andare al Monte Non Importa per istruire gli gnomi nell'uso dei fuochi d'artificio piuttosto che insegnare la magia ad un branco di mocciosi umani, e alla fine era stato costretto ad allinearsi con riluttanza al parere della maggioranza. Con il passare del tempo, Antimodes aveva poi dovuto ammettere che Par-Salian e gli altri avevano avuto ragione perch pur non essendo un maestro particolarmente abile, Theobald era almeno in grado di provvedere a che i suoi ragazzi - le ragazze avevano una loro scuola a Palanthas, gestita da una maga appena pi competente di Theobald imparassero le necessarie nozioni di base. Senza dubbio Theobald non sarebbe mai riuscito ad accendere il sacro fuoco del sapere nello studente medio, ma sarebbe riuscito ad attizzarlo negli animi in cui esso gi ardeva. A causa della presenza dei bambini, i due maghi furono costretti a salutarsi con una fittizia patina di cordialit. Come stai, signore?. E tu come stai, mio caro signore?. Antimodes si mostr cortese nei suoi saluti e non manc di elogiare l'aspetto dell'aula, per quanto dal suo punto di vista essa fosse calda in modo intollerabile, afosa e sporca; dal canto suo, il Maestro Theobald lo accolse con la massima cordialit, certo che Antimodes fosse stato mandato da Par-Salian per controllare il suo operato, e pieno di amaro risentimento di fronte alla disinvoltura con cui l'arcimago sfoggiava uno splendido mantello di lana d'agnello di ottima qualit il cui costo doveva equivalere al salario di un anno di un insegnante. Allora, arcimago, le strade sono ancora intasate dalla neve? domand. No, no, maestro, sono del tutto percorribili, anche nel nord. Allora arrivi dal nord, arcimago?. Da Lemish, rispose con disinvoltura Antimodes, che in effetti si era spinto molto pi a nord di quella bizzarra cittadina boschiva ma non aveva nessuna intenzione di discutere dei propri viaggi con Theobald. Quest'ultimo, che non amava affatto viaggiare, inarc un sopracciglio con aria contrariata e manifest la propria disapprovazione volgendo le spalle al visitatore e ponendo cos fine alla conversazione. Ragazzi, annunci, mio grande onore presentarvi l'Arcimago Antimodes, un mago delle Vesti Bianche. I ragazzi risposero in coro con un saluto pieno di entusiasmo. Ci stavamo esercitando nella scrittura, prosegu Theobald, ma la

lezione stava per volgere al termine. Ti andrebbe forse di vedere qualcuno dei nostri lavori, arcimago?. In realt Antimodes era interessato ad un allievo soltanto, ma si mise comunque a gironzolare con aria solenne fra i banchi contemplando con falso interesse le lettere che avevano ogni forma possibile tranne quella giusta e una partita a X e O che il giocatore aveva cercato invano di nascondere rovesciandovi sopra il calamaio. Non c' male, comment Antimodes, non c' proprio male. Alcuni di questi ragazzi sono davvero... creativi. Mentre parlava arriv infine al banco di Raistlin, che era stato dall'inizio la sua meta effettiva, e arrestandosi accanto ad esso aggiunse con effettiva sincerit e approvazione: Un buon lavoro. Un ragazzo alle spalle di Raistlin emise un verso volgare che indusse Antimodes a girarsi di scatto. Mi dispiace, signore, si scus il ragazzo, con aria all'apparenza contrita. Abbiamo mangiato cavolo per pranzo. Antimodes sapeva benissimo che il rumore non era stato provocato dal cavolo e cosa esso implicasse, e si rese subito conto dell'errore commesso nel ricordare come fossero soliti comportarsi i ragazzini... da giovane lui stesso era stato un soggetto alquanto irrequieto. Non avrebbe mai dovuto lodare apertamente Raistlin, perch gli altri ragazzi erano gelosi e invidiosi, e adesso si sarebbero vendicati su di lui. Con l'intento di rettificare il proprio errore, l'arcimago decise di evidenziare qualche sbaglio commesso dal suo pupillo, dopo tutto nessuno era perfetto, e torn a spostare lo sguardo su Raistlin scoprendo cos sulle sue labbra un sorriso soddisfatto che poteva quasi essere definito un sogghigno. Stupito, Antimodes trattenne le parole che era stato sul punto di pronunciare, rischiando quasi di strozzarsi per riuscirci: tossendo, si schiar la gola e riprese a camminare fra i banchi anche se da quel momento la sua attenzione si rivolse interiormente e lui guard ogni cosa senza vederla davvero fino a quando si venne a trovare di nuovo a faccia a faccia con Theobald e si rese conto di essere ancora nell'aula. Oh... ehm... i tuoi allievi hanno svolto davvero un buon lavoro, Maestro Theobald, proprio buono, disse, fermandosi di colpo con un sussulto. Se non ti dispiace, adesso mi piacerebbe parlarti in privato. Non dovrei assentarmi dalla classe.... Soltanto per un momento. Sono certo che questi eccellenti giovani

signori provvederanno a studiare per conto loro durante la tua assenza, insistette Antimodes, rivolgendo un sorriso agli allievi. In realt era perfettamente consapevole che quegli eccellenti giovani signori avrebbero invece approfittato dell'opportunit per giocare a biglie, tracciare disegni osceni sulle pergamene da esercitazione e sporcarsi a vicenda con l'inchiostro. Vorrei che mi dedicassi soltanto un momento del tuo tempo, Maestro Theobald, ribad, con il massimo rispetto. Accigliandosi, Theobald usc con passo pesante dall'aula e precedette il visitatore nel suo alloggio privato, chiudendo la porta e girandosi per fronteggiare Antimodes. Allora, signore, ti prego di essere rapido. Se non ti dispiace, Maestro Theobald, mi piacerebbe parlare individualmente con ciascuno degli allievi e porre loro qualche domanda, disse Antimodes, sentendo il finimondo che si stava gi scatenando nell'aula. Il Maestro Theobald accolse le sue parole inarcando le sopracciglia in modo tanto deciso da dare l'impressione che esse stessero per staccarglisi dalla testa, poi le contrasse con aria accigliata sopra le palpebre gonfie e assunse un'espressione piena di sospetto: in tutti i suoi anni d'insegnamento non era mai capitato che un arcimago si fosse preso il disturbo di visitare la sua scuola e tanto meno di richiedere di conferire in privato con gli studenti, quindi la conclusione a cui poteva giungere era una soltanto, e lui piomb su di essa a pi pari. Se il Conclave non trova soddisfacente il mio lavoro... cominci, in tono altezzoso. Tutt'altro, lo apprezza moltissimo, si affrett a rassicurarlo Antimodes. Si tratta soltanto di una ricerca che sto portando avanti, aggiunse, agitando una mano con fare noncurante. Sto indagando sui motivi filosofici che inducono i giovani a scegliere di dedicare il loro tempo a questo particolare genere di studi. Il Maestro Theobald si limit a sbuffare in tono incredulo. Ti prego di mandarli qui uno per volta, ribad comunque Antimodes. Sbuffando ancora, Theobald gir sui tacchi e torn con passo pesante nell'aula, mentre Antimodes prendeva posto su una sedia e si chiedeva cosa mai avrebbe potuto dire a quei marmocchi. In effetti, lui desiderava parlare con un allievo soltanto, ma non osava favorire nuovamente Raistlin; di conseguenza stava ancora riflettendo su quel dilemma quando

il primo allievo, il ragazzo pi grande della scuola, entr nella stanza e si arrest davanti a lui con aria imbarazzata e dimessa. Mi chiamo Gordo, signore, si present, con un goffo inchino. Allora, Gordo, ragazzo mio, replic Antimodes, altrettanto imbarazzato ma deciso a nascondere il proprio stato d'animo, come pensi di incorporare l'uso della magia nella tua vita di ogni giorno?. Ecco, s... signore, balbett Gordo, manifestamente sconcertato, a dire il vero non lo so. Antimodes si accigli e il ragazzo si mise subito sulla difensiva. Io sono qui soltanto perch mia madre mi obbliga a venirci, protest. Non voglio avere nulla a che fare con la magia. E cosa vorresti fare?. Voglio diventare un macellaio, fu pronto a rispondere Gordo. Forse, sospir Antimodes, dovresti parlare con tua madre e spiegarle la cosa. Ci ho provato, rispose il ragazzo, scrollando le spalle. Non importa, signore, rimarr qui fino a quando sar abbastanza grande da fare l'apprendista, poi lascer la scuola. Ti ringrazio, apprezziamo la tua considerazione, ribatt Antimodes, in tono asciutto. Per favore, mandami il prossimo ragazzo. Al termine del quinto colloquio, l'antipatia che Antimodes nutriva nei confronti del Maestro Theobald si era trasformata in una profonda compassione e al tempo stesso lui si sentiva allarmato e sgomento, in quanto nei quindici minuti di conversazione con quei cinque ragazzi aveva appreso pi di quanto avesse scoperto nel corso di cinque mesi di viaggi per Ansalon. L'arcimago era consapevole - cosa di cui lui e Par-Salian discutevano spesso - che i maghi erano visti con sospetto e diffidenza dalla popolazione in generale, ma riteneva che questa fosse una cosa giusta perch la magia doveva essere sempre ammantata da un alone di mistero, gli incantesimi dovevano poter ispirare reverenza e una giusta dose di timore. In quei ragazzi lui non aveva per riscontrato n reverenza n timore, e neppure molto rispetto. Senza dubbio avrebbe potuto attribuirne la colpa al Maestro Theobald, che con ogni probabilit era in parte responsabile del problema in quanto non faceva nulla per ispirare i suoi allievi, per elevarli al di sopra della fangosa ignoranza quotidiana in cui si crogiolavano, ma era peraltro consapevole che non si trattava soltanto di questo. Nella scuola non c'erano figli di nobili, e per quanto gli risultava i figli

dei nobili erano ben pochi in tutte le scuole di magia di Ansalon. Soltanto fra gli elfi lo studio della magia era considerato un tipo di apprendimento adeguato alle classi superiori, che peraltro venivano scoraggiate dal dedicare ad esso la loro vita, come dimostrava il fatto che Re Lorac era stato uno degli ultimi elfi di sangue reale a sottoporsi alla Prova. I pi erano invece come Gilthanas, il figlio minore del Portavoce del Sole di Qualinesti, che sarebbe stato un mago eccellente se avesse dedicato del tempo allo studio della magia ma che si limitava ad un interesse superficiale per quell'arte, rifiutando di votarsi ad essa e di assoggettarsi alla Prova. Quanto agli umani, i bambini presenti nella scuola provenivano per lo pi dalla classe media, il che di per s non era un male considerato che lo stesso Antimodes aveva origini di questo tipo. Lui per era almeno stato consapevole di quello che voleva ed era stato disposto a lottare per ottenerlo, dal momento che i suoi genitori erano del tutto contrari all'idea che lui si dedicasse allo studio della magia, mentre questi bambini erano stati mandati qui perch i loro genitori non sapevano che altro fare di loro e li avevano avviati allo studio della magia perch non li ritenevano capaci di fare niente altro. Possibile che i maghi fossero tenuti davvero in cos bassa considerazione? Depresso, Antimodes si raggomitol sulla poltrona imbottita, che aveva trascinato il pi lontano possibile dal fuoco, e riflett su quelle considerazioni, sentendo crescere la depressione che lo affliggeva fin da quando era andato a Solamnia. I Cavalieri e le loro famiglie si erano mostrati cortesi come lo sarebbero comunque stati con qualsiasi viandante umano abbiente e dai modi educati, lo avevano invitato a fermarsi nelle loro dimore e gli avevano servito carni arrostite e vini eccellenti, intrattenendolo con i loro menestrelli... ma mai una volta avevano discusso di magia o gli avevano chiesto di aiutarli con i suoi incantesimi o accennato in qualche modo al fatto che lui era un mago. Quando Antimodes aveva provato a parlare della cosa essi si erano limitati a reagire con un vago sorriso e a cambiare argomento. Pareva quasi che ai loro occhi lui soffrisse di una sorta di deformit o di malattia: i Cavalieri erano troppo cortesi ed educati per evitarlo o per offenderlo apertamente, ma al tempo stesso Antimodes era stato consapevole delle loro occhiate in tralice quando non si erano resi conto di essere osservati: la verit era che lui li disgustava.

E adesso l'arcimago si sentiva a sua volta disgustato di se stesso, perch per la prima volta si stava vedendo attraverso gli occhi di questi bambini e si rendeva conto della sottomissione con cui aveva accettato il freddo trattamento dei Cavalieri, cercando di ottenere il loro favore nel modo meno dignitoso immaginabile, al punto che nel corso di quel viaggio non aveva tirato fuori dal bagaglio la sua veste bianca neppure una volta ed era giunto a sfilarsi dalla cintura le sacche colme dei componenti per gli incantesimi e a nascondere sotto il letto la custodia con le pergamene. Alla mia et avrei dovuto comportarmi meglio, si disse in tono acido. Ho fatto senza dubbio la figura dello stolto e loro devono aver levato gli occhi al cielo e sospirato di sollievo quando me ne sono andato. davvero un bene che Par-Salian non sappia nulla di tutto questo... sono proprio contento di non avergli fatto cenno della mia intenzione di andare a Solamnia. Ben ritrovato, arcimago, salut in quel momento una voce infantile. Sbattendo le palpebre, Antimodes torn al presente e si accorse che Raistlin era entrato nella stanza. L'arcimago aveva atteso con impazienza questo incontro perch fin da quando lo aveva conosciuto quel ragazzo aveva destato in lui un acuto interesse, e le conversazioni con gli altri bambini erano state soltanto una scusa per poter incontrare in privato questo ragazzino davvero straordinario. Le sue recenti scoperte lo avevano per devastato a tal punto che ora non riusciva a trarre nessun piacere dal parlare infine con l'unico studente che dimostrava almeno un minimo di propensione per la magia. Che futuro si prospettava per questo ragazzo? Un futuro in cui i maghi venivano lapidati? Con non poca amarezza, l'arcimago pens che se non altro la popolazione aveva avuto paura di Esmilla, la Maga dalla Veste Nera, e la paura sottintendeva di per s una certa dose di rispetto. Quanto sarebbe stato peggio se la gente si fosse limitata a ridere di lei! Era dunque questa la sorte a cui si stavano avviando, quella di vedere l'uso della magia finire nelle mani di frustrati aspiranti macellai? In quel momento, Raistlin emise un lieve colpetto di tosse e si agit nervosamente, e d'un tratto Antimodes si rese conto che aveva continuato a fissarlo in silenzio abbastanza a lungo da metterlo a disagio. Ti chiedo scusa, Raistlin, disse, segnalando al ragazzo di venire avanti. Ho viaggiato molto e sono stanco, senza contare che il mio viaggio non stato del tutto soddisfacente. Me ne dispiace, signore, replic Raistlin, fissando l'arcimago con quei

suoi occhi azzurri che erano troppo maturi e troppo saggi. Volevo anche scusarmi per aver lodato il tuo lavoro, di l nell'aula, aggiunse Antimodes, con un sorriso contrito. Avrei dovuto sapere che non era il caso di farlo. Perch, signore? domand il ragazzo, in tono perplesso. Il mio lavoro non era forse buono quanto tu hai detto?. Ecco, i tuoi compagni di classe... non avrei dovuto mostrare un particolare interesse per te. Sai, conosco i ragazzi della tua et e temo di dover ammettere di essere stato un vero discolo. La mia paura che possano comportarsi male con te. Sono ignoranti, replic Raistlin, scrollando le spalle sottili. Uhm... ecco..., borbott Antimodes, accigliandosi con aria di disapprovazione, perch se da un lato non c'era nulla di male che lui, un adulto, fosse di questo parere, d'altro canto gli pareva in qualche modo sbagliato, sleale, sentire lo stesso parere dalle labbra di un bambino. Non riescono a salire al mio livello, prosegu intanto Raistlin, quindi mi vogliono far abbassare al loro e a volte... mi fanno male concluse, fissando Antimodes con i suoi occhi azzurri limpidi e scintillanti come il sole sul ghiaccio. Mi... mi dispiace mormor Antimodes, consapevole che era un'affermazione insulsa ma al tempo stesso tanto sconcertato dalla freddezza e dalle intelligenti osservazioni di questo bambino da non riuscire a pensare a nulla di pi pertinente. Non ti dispiacere per me! esplose Raistlin, con un impeto d'ira simile al divampare del fuoco sul ghiaccio, poi torn a scrollare le spalle e aggiunse con maggiore calma: A me non importa, perch in realt una sorta di complimento. Loro mi temono. La popolazione aveva avuto paura di Esmilla, la Maga dalla Veste Nera, e la paura sottintendeva di per s una certa dose di rispetto. Quanto sarebbe stato peggio se la gente si fosse limitata a ridere di lei! Nel rammentare i propri pensieri di poco prima, che stavano ora trovando eco in quella voce infantile, l'arcimago sent un brivido corrergli lungo la schiena perch un bambino non avrebbe dovuto essere tanto saggio, non avrebbe dovuto essere costretto a sopportare gi ad una cos giovane et il fardello di una saggezza tanto cinica. un colpo del martello, afferm intanto Raistlin, con un sorriso. Ripenso spesso a quello che mi hai detto, signore, al modo in cui i colpi di martello forgiano l'anima e l'acqua la tempra. Io per non piango, o se lo

faccio bado che loro non mi possano vedere, concluse in tono di voce pi duro. Antimodes lo fiss stupefatto e confuso: una parte di lui voleva abbracciare questo precoce bambino, mentre un'altra parte avrebbe voluto afferrarlo e scagliarlo nel fuoco, schiacciarlo come avrebbe fatto con un uovo di vipera, e quella dicotomia di emozioni lo stava sconvolgendo al punto che fu costretto ad alzarsi in piedi e a gironzolare per la stanza per un po' prima di sentirsi in grado di riprendere la conversazione. Raistlin intanto attese con pazienza, in silenzio, che il mago finisse di concedersi lo strano e inesplicabile comportamento che spesso era proprio degli adulti, distogliendo al tempo stesso lo sguardo da Antimodes per fissarlo con avidit sugli scaffali carichi di libri. Quel particolare ricord ad Antimodes qualcosa che era stato intenzionato a dire al ragazzo e che aveva poi quasi dimenticato a causa della sconvolgente conversazione che avevano avviato. Tornato sulla poltrona, si protese in avanti con aria seria. C' una cosa che ti volevo dire, giovanotto: ho avuto modo d'incontrare tua sorella quando ero... nel corso dei miei viaggi. Kitiara? esclam Raistlin, riportando su di lui lo sguardo ora carico d'interesse. L'hai vista?. S, e posso dirti che sono rimasto notevolmente stupito perch non mi aspettavo... ecco, una ragazza di quell'et.... L'arcimago s'interruppe, non sapendo esattamente come proseguire, ma Raistlin comprese lo stesso. Lei se n' andata da casa poco tempo dopo che io ero entrato in questa scuola, arcimago, replic. Credo che volesse andarsene gi da tempo ma che fosse preoccupata per Caramon e per me, soprattutto per me. Senza dubbio pensa che adesso io possa badare a me stesso. Sei ancora un bambino che ha soltanto sei anni, gli ricord Antimodes in tono severo, ritenendo che la precocit di Raistlin si stesse spingendo un po' troppo oltre. Ma sono in grado di badare a me stesso, ribad Raistlin, mentre quel sorriso simile a un sogghigno che Antimodes aveva gi notato in precedenza tornava ad affiorargli sulle labbra, accentuandosi quando attraverso la porta si sent chiaramente echeggiare la voce stentorea del Maestro Theobald. Kitiara tornata a casa per un paio di mesi, prima che arrivasse l'inverno, prosegu quindi il ragazzo. Ha dato a nostro padre un po' di denaro per pagarsi il vitto e l'alloggio, insistendo perch lo prendesse

e dichiarando che non voleva pi accettare nulla da lui. Kitiara aveva al fianco una vera spada, sporca di sangue secco, e ha dato una spada anche a Caramon, ma nostro padre si arrabbiato e gliel'ha tolta. Kitiara non rimasta a casa a lungo. Dove l'hai vista?. Non ricordo con esattezza il nome di quel posto, rispose Antimodes, badando a rimanere evasivo. Queste piccole citt si somigliano tutte, dopo un po'. Lei era in una taverna con alcuni... compagni. Il mago si trattenne a stento dal dire che si era trattato di compagni poco raccomandabili perch non voleva turbare il bambino che appariva sinceramente affezionato alla sorellastra. In realt aveva visto Kitiara in mezzo ad un gruppo di mercenari del genere peggiore, uomini che vendevano la loro spada e che erano disposti a vendere anche l'anima se incontravano qualcuno pronto ad acquistarla. Lei mi ha raccontato una storia sul tuo conto, prosegu quindi il mago, in modo da non dare al bambino l'opportunit di fare altre domande. Mi ha detto che quando tuo padre ti ha portato per la prima volta qui presso il Maestro Theobald tu sei entrato nella biblioteca, questa stessa stanza, e ti sei seduto a leggere un libro di magia. In un primo momento Raistlin si mostr stupito, poi sfoggi un sorriso che non era il sogghigno di poco prima ma un'espressione da monello che aiut Antimodes a ricordare che in effetti il suo interlocutore era soltanto un ragazzo di sei anni. Una cosa del genere non sarebbe stata possibile, replic poi Raistlin, scoccando ad Antimodes un'occhiata in tralice. Sto imparando soltanto adesso a leggere e a scrivere la magia. So che non possibile, annu Antimodes, sorridendo a sua volta, consapevole che quando lo voleva quel ragazzo riusciva ad essere davvero accattivante, ma allora da cosa pu essere derivata una storia del genere?. Da mio fratello, rispose subito Raistlin. Eravamo nell'aula e mio padre e il maestro stavano discutendo della mia ammissione alla scuola, perch il maestro non mi voleva accettare. Come lo sai? chiese Antimodes, inarcando le sopracciglia. Lo ha detto apertamente?. Non proprio, per ha detto che non ero stato allevato nel modo giusto, che avrei dovuto parlare soltanto quando mi si rivolgeva la parola, tenere lo sguardo basso e non "fissarlo in modo sfacciato". Ha detto anche che io ero impertinente, troppo loquace e irrispettoso.

In effetti lo sei, Raistlin, ammon Antimodes, ritenendo che fosse doveroso da parte sua. Dovresti dimostrare un maggiore rispetto per il maestro e per i tuoi compagni di classe. Raistlin accanton il maestro e i compagni con una scrollata di spalle e prosegu con la sua storia. Dopo un po' mi sono seccato di sentire mio padre che continuava a scusarsi per me, quindi io e Caramon siamo andati in esplorazione e siamo arrivati qui. Io ho prelevato un libro dallo scaffale, ma era soltanto un libro con gli incantesimi da addestramento, perch so che il maestro tiene quelli pi potenti chiusi a chiave in cantina. La voce del bambino era fredda e seria, nei suoi occhi scintillava un'evidente avidit di sapere che allarm Antimodes e lo indusse a prendere mentalmente nota della necessit di avvertire Theobald che i suoi preziosi libri d'incantesimi non erano ben riposti quanto lui credeva. possibile che io abbia detto a Caramon che il libro era autentico... non lo ricordo, continu intanto Raistlin, tornando ad essere un bambino qualsiasi e sfoggiando nuovamente il suo sorriso da monello. In ogni caso, il Maestro Theobald entrato a precipizio, sbuffante e furibondo, mi ha rimproverato per aver girovagato e aver "invaso la sua privacy", e quando si accorto che stavo guardando il libro si infuriato ancora di pi anche se io non stavo leggendo nessun incantesimo perch non ero in grado di farlo. Tuttavia, prosegu Raistlin, scoccando ad Antimodes un'occhiata astuta, in citt c' un illusionista di nome Waylan, che pare utilizzi la magia, ed io ho memorizzato alcune delle parole che lui impiega. So che gli incantesimi non possono funzionare, ma li uso per divertirmi quando gli altri ragazzi giocano alla guerra. Quel giorno, Caramon si eccitato e ha detto a nostro padre che io stavo per evocare un demone dall'Abisso, al che il Maestro Theobald diventato veramente rosso in faccia e mi ha tolto di mano il libro. Lui sapeva che non ero in grado di leggerlo, ma voleva una scusa per liberarsi di me, precis con freddezza. Il Maestro Theobald ti ha accettato nella sua scuola e non si "liberato di te", per usare le tue parole, obiett Antimodes, in tono severo. Inoltre quello che hai fatto stato sbagliato, perch non avresti dovuto prendere il libro senza il suo permesso. Ha dovuto accettarmi perch qualcuno aveva gi pagato perch fossi iscritto, precis Raistlin in tono piatto, e fiss con estrema durezza Antimodes che, essendosi aspettato qualcosa del genere, bad ad assumere

un'espressione di blanda innocenza. Avendo infine incontrato qualcuno in grado di stargli alla pari, il bambino distolse lo sguardo e lo spost sugli scaffali di libri, contraendo un angolo della bocca. possibile che Caramon abbia raccontato ogni cosa a Kitiara. Sai, era davvero convinto che avrei evocato un demone, ma del resto lui come un kender e crede a qualsiasi cosa gli si dica. Vuoi bene a tuo fratello? domand impulsivamente Antimodes. Certamente, il mio gemello, rispose con blanda scioltezza Raistlin. Gi, voi siete gemelli, annu Antimodes, con aria riflessiva. Mi chiedo se tuo fratello abbia del talento per la magia. Sembrerebbe logico.... D'un tratto s'interruppe, confuso e sconcertato di fronte all'occhiata che Raistlin gli aveva scoccato e che lo colp con un impatto quasi fisico, come se lui gli avesse sferrato un pugno... anzi, lo avesse trafitto con un coltello. Sgradevolmente sorpreso dalla malevolenza che stava scorgendo nello sguardo del bambino, Antimodes si ritrasse: la sua era stata una domanda retorica e innocua, e di certo non si era aspettato una reazione del genere. Posso tornare in classe, signore? chiese intanto Raistlin in tono cortese; adesso il suo volto era tornato ad avere un'espressione normale, pur apparendo ancora alquanto pallido. Uh, s... io... uh... mi ha fatto piacere rivederti, replic Antimodes. Senza commenti, Raistlin gli rivolse il cortese inchino che veniva insegnato a tutti i ragazzi e si diresse alla porta, aprendola e avviandosi per tornare nell'aula. Un'ondata di chiasso e di calore accompagnata da un odore di bambini, di cavolo bollito e d'inchiostro, penetr nella biblioteca e indusse Antimodes a pensare al riversarsi della marea sulle spiagge sporche di Flotsam, poi la porta si richiuse alle spalle del ragazzo. Per un lungo momento Antimodes rimase del tutto immobile sulla poltrona. Riprendersi gli riusc inizialmente difficile perch continuava a vedere quegli occhi azzurri taglienti come lame che scintillavano in preda all'ira e gli trapassavano la carne con il loro sguardo. Alla fine, rendendosi conto che la giornata stava volgendo al termine e ricordandosi della propria intenzione di trascorrere la notte alla Locanda dell'Ultima Casa, si costrinse a liberarsi dell'effetto della sgradevole scena e fece ritorno nell'aula per congedarsi dal Maestro Theobald. Al suo ingresso, Raistlin non sollev neppure la testa.

Il successivo tragitto lungo la strada in sella alla placida Jenny, in mezzo a campi tinti di verde e cosparsi dei primi boccioli primaverili ebbe l'effetto di lenirgli l'anima, e quando infine arriv alla locanda si sent perfino pronto a ridere di se stesso con contrizione, ammettendo di aver sbagliato a porre una domanda tanto personale e accantonando l'incidente con una scrollata di spalle. Sistemata Jenny nelle stalle pubbliche, si diresse quindi alla locanda, dove anneg le sue preoccupazioni nell'ottimo sidro al miele di Otik e dorm profondamente per la prima volta da un mese. Per molti anni dopo quell'incontro Antimodes non vide pi Raistlin, pur mantenendo un vivo interesse nei suoi confronti e tenendosi aggiornato sul progredire dei suoi studi. Ogni volta che veniva convocato il Conclave dei Maghi, Antimodes aveva cura di cercare il Maestro Theobald per interrogarlo su quel particolare allievo, e al tempo stesso continu a pagare gli studi del ragazzo e a ritenere che fosse denaro ben investito a giudicare dai progressi che il suo pupillo stava facendo. Al tempo stesso non dimentic per mai la domanda che gli aveva posto in merito al suo gemello... e neppure come Raistlin aveva risposto ad essa. LIBRO SECONDO Io lo far. Nella mia vita nulla ha importanza tranne questo momento, il solo che esista per me: sono nato in questo momento, e se dovessi fallire esso sar anche quello della mia morte. RAISTLIN MAJERE CAPITOLO PRIMO Raist, sono qui! chiam Caramon, agitando la mano dall'alto del carro da contadino che stava guidando; tredicenne, ma tanto alto e ampio di spalle che spesso veniva creduto pi maturo, era diventato il miglior lavorante del Fattore Sedge. I suoi capelli ricciuti formavano morbidi cerchi ramati intorno alla fronte, gli occhi erano allegri, cordiali e innocenti, gli occhi di un credulone, e lui era l'idolo dei bambini che lo adoravano, cos come lo adoravano tutti gli imbroglioni, i mendicanti e gli artisti da quattro soldi che passavano da Solace. Insolitamente forte per la sua et, Caramon

aveva peraltro un carattere insolitamente gentile ma poteva essere terribile nella sua ira se veniva provocato; tuttavia, la sua miccia era sepolta cos in profondit e impiegava cos tanto tempo ad accendersi, che di solito lui si rendeva conto di essere infuriato soltanto quando la lite si era gi conclusa da tempo. Le uniche occasioni in cui essa esplodeva subitanea e incontenibile era quando qualcuno minacciava il suo gemello. Lieto di vedere Caramon, di vedere un qualsiasi volto amico, Raistlin sollev a sua volta la mano in risposta al grido del fratello. Sette inverni prima, Raistlin aveva deciso di alloggiare presso la scuola del Maestro Theobald nel corso dei mesi pi freddi dell'anno, una sistemazione che aveva comportato per i due gemelli la prima separazione da quando erano nati. Da allora erano trascorsi sette inverni nei quali Raistlin era rimasto lontano da casa e i gemelli si erano ricongiunti a primavera, quando il sole veniva a sciogliere la neve e faceva spuntare le prime foglie e i primi boccioli dorati sui vallenwood. Ormai da tempo Raistlin aveva rinunciato alla speranza che un giorno nel guardarsi allo specchio si sarebbe visto come l'immagine del proprio avvenente gemello; con i suoi lineamenti fini, gli occhi grandi e i morbidi capelli rossicci che gli scendevano fino alle spalle, Raistlin sarebbe stato senza dubbio il pi avvenente dei due se non fosse stato per i suoi occhi, che trattenevano troppo a lungo lo sguardo degli altri, vedevano troppo e troppo in profondit, e contenevano sempre una vaga espressione di disprezzo, dovuta al fatto che lui vedeva con chiarezza le menzogne, gli artifici e le assurdit delle persone e ne era al tempo stesso divertito e disgustato. Saltato gi dal carro, Caramon abbracci con entusiasmo il gemello, che per non restitu l'abbraccio e si serv della scusa del fagotto di vestiti che teneva con entrambe le mani per evitare un'aperta manifestazione d'affetto che gli appariva al tempo stesso poco dignitosa e irritante. Anche se il suo corpo s'irrigid in reazione all'abbraccio, Caramon non se ne accorse a causa del proprio entusiasmo, affrettandosi ad afferrare il fardello di Raistlin e a gettarlo sul retro del carro. Vieni, ti aiuto io, si offr quindi. Raistlin dal canto suo cominci a pensare di non essere forse tanto lieto di vedere il suo gemello quanto aveva inizialmente creduto, perch aveva dimenticato quanto Caramon riuscisse a volte ad essere irritante.

Sono del tutto capace di salire su un carro senza bisogno di aiuto, ribatt. Oh, certo, Raist, sorrise Caramon, per nulla offeso. Era troppo stupido per offendersi. Raistlin si arrampic quindi sul carretto e Caramon balz a cassetta, afferrando le redini e facendo schioccare le labbra per indurre il cavallo a girarsi e ad avviarsi lungo la strada in direzione di Solace. Chi sono quelli? chiese d'un tratto, girandosi di scatto a guardare in direzione della scuola. Non badare a loro, fratello, consigli Raistlin in tono sommesso. Le lezioni erano finite e come sempre il maestro aveva approfittato di quel momento della giornata per "meditare", il che significava che era possibile trovarlo nella biblioteca con accanto un libro chiuso e una bottiglia aperta di quel vino di porto per cui Ergoth Settentrionale era famoso, uno stato meditativo in cui lui sarebbe rimasto fino all'ora di cena, quando la governante sarebbe andata a svegliarlo. In teoria, i ragazzi avrebbero dovuto usare quel tempo per studiare, ma il Maestro Theobald non controllava mai cosa facessero e questo significava che erano lasciati a loro stessi. Quel giorno, un gruppetto di allievi si era raccolto sul retro della scuola per salutare Raistlin. Ciao, Furbacchione! stavano gridando all'unisono, guidati da un ragazzo alto con i capelli rosso carota e il volto coperto di lentiggini, che era giunto da poco alla scuola. Furbacchione! ripet Caramon, guardando verso il fratello. Si riferiscono a te, vero? aggiunse quindi, aggrottando le sopracciglia in un'espressione seccata mentre faceva fermare il carro. Caramon, lascia perdere, consigli Raistlin, posando una mano sul braccio muscoloso del fratello. Invece non lo far, Raist, ribatt Caramon, serrando i pugni che per un tredicenne erano davvero formidabili. Non dovrebbero offenderti in quel modo!. Caramon, no! ordin per Raistlin, in tono brusco. Mi occuper io di loro a mio modo e a tempo debito. Ne sei certo, Raist? insistette Caramon, scoccando un'occhiata rovente in direzione del gruppetto di ragazzi. Non ti potranno pi insultare se avranno le labbra spaccate. Non potranno farlo oggi, forse, ma domani io dovr comunque tornare qui, gli fece notare Raistlin. Avanti, avvia il carro, voglio arrivare a casa

prima che scenda il buio. Caramon obbed, come faceva sempre quando il gemello gli impartiva un ordine: come era pronto ad ammettere allegramente, fra loro due il pensatore era Raistlin e da tempo Caramon aveva finito per dipendere dalla guida del gemello nella maggior parte delle aree della sua vita, compresi i giochi che facevano con gli altri ragazzi, come Palla Orchetto, Tieni Lontano il Kender e Thane Sotto la Montagna. A causa della salute malferma, Raistlin non poteva partecipare a questi giochi esuberanti ma osservava con attenzione il loro svolgersi e con la sua mente rapida elaborava strategie vincenti che confidava al fratello. Senza i consigli di Raistlin, Caramon tendeva a segnare per errore dei punti a favore degli avversari in Palla Orchetto, finiva invariabilmente per rivestire il ruolo del kender in Tieni Lontano il Kender e in Thane Sotto la Montagna cadeva costantemente vittima delle tattiche militari del pi maturo Sturm Brightblade; quando invece Raistlin era presente a ricordargli qual era l'estremit giusta del campo di gioco o a suggerirgli schemi astuti con cui sconfiggere gli avversari, accadeva spesso che Caramon uscisse vincitore dai giochi. Incitato di nuovo il cavallo a mettersi in movimento, Caramon fece avviare il carro lungo la strada segnata da solchi e alle loro spalle i richiami cessarono ben presto, perch i ragazzi si erano ormai stancati di quel divertimento. Non capisco perch non hai lasciato che li pestassi, protest Caramon. Perch, rispose silenziosamente Raistlin, sapevo benissimo cosa sarebbe successo e come sarebbe andata a finire: tu li avresti pestati a dovere, per usare la tua elegante definizione, poi li avresti aiutati a rialzarsi, avresti assestato loro una pacca sulla schiena affermando che non portavi rancore, e alla fine sareste diventati tutti ottimi amici... tutti tranne me, tranne il Furbacchione. No, questa una lezione che impartir a modo mio, e allora loro scopriranno cosa significhi essere furbi. Raistlin avrebbe probabilmente continuato a rimuginare e a elaborare piani in silenzio, meditando sui torti subiti, se non fosse stato per suo fratello, che prese a parlare dei loro genitori, dei loro amici e del clima eccellente. Quel giorno l'aria era calda e tiepida, pervasa del profumo delle piante in crescita che si mescolava all'odore del cavallo e del fieno appena tagliato, aromi decisamente migliori del puzzo di cavolfiore e di ragazzi che si lavavano soltanto una volta alla settimana. Raistlin inspir a fondo quell'aria calda e fragrante senza mettersi a

tossire, e mentre il sole diffondeva nel suo corpo un piacevole calore si trov ad ascoltare con divertimento la conversazione del fratello. Nostro padre lontano da tre settimane e con ogni probabilit torner soltanto alla fine del mese. La mamma si ricordata che oggi tu saresti tornato a casa, rifer Caramon, scoccando un'occhiata in tralice al gemello. Sai, sta molto meglio ultimamente, Raist, al punto che ti accorgerai anche tu del cambiamento. cos da quando la Vedova Judith ha preso l'abitudine di venire a tenerle compagnia durante le sue giornate pi brutte. La Vedova Judith? ripet Raistlin, in tono tagliente. Chi questa Judith? E cosa vuol dire che tiene compagnia alla mamma durante le sue giornate pi brutte? Cosa fate tu e nostro padre?. Questo stato un inverno duro, Raist, spieg Caramon, agitandosi a disagio sul sedile. Tu eri lontano, e nostro padre doveva lavorare, non poteva smettere perch altrimenti saremmo morti di fame. Quando il Fattore Sedge rimasto bloccato dalla neve e non ha pi avuto bisogno di me, mi sono procurato un lavoro alle stalle, dove nutrivo i cavalli e rimuovevo il letame. Abbiamo cercato di lasciare la mamma da sola, ma... ecco, non ha funzionato: un giorno lei ha rovesciato una candela senza accorgersene e per poco non ha bruciato la casa. Abbiamo fatto del nostro meglio, Raist. Raistlin non ribatt e sprofond in un iroso silenzio, furente con suo padre e con suo fratello che non avrebbero dovuto affidare la mamma alle cure di un'estranea, e con se stesso perch riteneva che non avrebbe dovuto lasciarla. La Vedova Judith davvero gentile, Raist, continu intanto Caramon, sulla difensiva. Nostra madre la trova molto simpatica, e come ti ho detto sta molto meglio da quando c' lei. Judith viene ogni mattina, aiuta la mamma a vestirsi e le pettina i capelli, poi le fa mangiare qualcosa e si mette a cucire o a fare altri lavori con lei, parlandole di continuo e impedendole di avere le sue crisi... scusa, volevo dire che le impedisce di entrare in trance, si corresse Caramon, guardando il fratello con aria piena di disagio. Di cosa parlano? volle sapere Raistlin. Non lo so... cose di donne, immagino, rispose Caramon, mostrandosi sorpreso. Non le ho mai ascoltate. E come possiamo permetterci di pagare questa donna?. Non la paghiamo, Raist, questo il bello! sorrise Caramon. Lei non

vuole nulla in cambio. Da quando in qua accettiamo la carit? insistette Raistlin. Non carit, Raist. Noi ci siamo offerti di pagare, ma lei non vuole nulla perch aiutare gli altri fa parte della sua religione. Si tratta di quel nuovo ordine sorto ad Haven, di cui abbiamo sentito parlare... i Belzoriti, o qualcosa del genere. Lei una di loro. Tutto questo non mi piace, perch nessuno fa niente per niente, dichiar Raistlin. Cosa vuole questa donna?. Cosa vuole? Cosa potrebbe volere, considerato che la nostra casa non pullula certo di gioielli? La Vedova Judith soltanto una persona gentile, Raist... fai tanta fatica a crederlo?. A quanto pareva, Raistlin faticava davvero a convincersi, perch continu a porre domande. Come vi siete imbattuti in questa "persona gentile," fratello mio? volle sapere. In effetti stata lei a venire da noi, rispose Caramon, dopo aver impiegato un momento a ricordare. Un giorno si presentata alla porta e ha detto di aver sentito che nostra madre non si sentiva bene. Sapendo che noi uomini dovevamo andare a lavorare, spieg Caramon, manifestando un certo orgoglio nell'usare la formula plurale, si offerta di tenere compagnia alla mamma durante la nostra assenza. Ha detto di essere una vedova con figli adulti che vivevano per conto loro e di sentirsi quindi a sua volta sola. Inoltre ha spiegato che il Sommo Sacerdote di Belzor ordina ai suoi seguaci di aiutare gli altri. Chi Belzor? domand Raistlin, in tono sospettoso. Ormai perfino la proverbiale pazienza di Caramon si era esaurita. L'Abisso mi testimone che non lo so, Raistlin! sbott. Chiediglielo tu stesso, per bada di essere gentile con lei perch ci stata molto utile, d'accordo?. Raistlin non si prese neppure la briga di rispondere e scivol in un cupo silenzio meditabondo. Lui stesso non aveva idea del perch quella notizia lo avesse sconvolto tanto: forse era soltanto una conseguenza del proprio senso di colpa per aver abbandonato sua madre alle cure di un'estranea, ma al tempo stesso aveva la sensazione che in quella faccenda ci fosse qualcosa che non quadrava. Suo padre e Caramon erano troppo fiduciosi, troppo pronti a credere nella bont della gente, e di conseguenza erano facili da ingannare, mentre lui era convinto che nessuno potesse dedicare la propria giornata

alla cura di un'altra persona senza trarne un guadagno di qualche tipo. Nessuno. Non sei arrabbiato con me, vero, Raist? domand d'un tratto Caramon, scoccando al fratello un'occhiata ansiosa e preoccupata. Mi dispiace di averti risposto male, ma... ecco, tu non hai ancora conosciuto la vedova, e.... Sembri godere di ottima salute, fratello mio, lo interruppe Raistlin, che non voleva sentir parlare ancora della Vedova Judith. Sono cresciuto di dodici centimetri dallo scorso autunno, dichiar Caramon, ergendosi con orgoglio sulla persona. Nostro padre mi ha misurato a ridosso dello stipite della porta. Adesso sono pi alto di tutti i nostri amici, perfino di Sturm. Raistlin si era gi accorto della cosa, e non aveva potuto fare a meno di constatare che Caramon non era pi un bambino: nel corso di quell'inverno si era trasformato in un giovane avvenente: robusto, alto per la sua et, con una massa di capelli ricciuti e con grandi occhi castani di un'onest quasi intollerabile. Caramon era d'indole allegra e cordiale, cortese con gli adulti, pronto a divertirsi e a stare in compagnia, ed era sempre disposto a ridere di uno scherzo anche se ne era lui stesso la vittima. Grazie a queste sue doti, era considerato un amico da ogni persona giovane di Solace, dal severo e in genere introverso Sturm Brightblade ai bambinetti del fattore Sedge, che chiedevano sempre di essere trasportati sulle sue ampie spalle. In quanto agli adulti, i loro vicini e in particolare le donne provavano compassione per quel ragazzone cos solo e lo invitavano di continuo a pranzo con la loro famiglia; considerato che lui non rifiutava mai un pasto che gli veniva offerto anche se aveva appena finito di mangiare, Caramon era probabilmente il ragazzo meglio nutrito di tutta Solace. Ci sono notizie di Kitiara? domand infine Raistlin. Non abbiamo saputo nulla per tutto l'inverno, rispose Caramon, scuotendo il capo. Ormai passato un anno dall'ultima volta che abbiamo avuto suo notizie. Credi, voglio dire, forse morta.... I due fratelli si scambiarono una lunga occhiata che rese evidente la loro somiglianza, che di solito passava inosservata, poi scossero entrambi il capo e infine Caramon scoppi a ridere. D'accordo, non morta. Ma in tal caso, dov'?. A Solamnia, replic Raistlin. Cosa? esclam Caramon, stupefatto. Come fai a saperlo?. Dove altro potrebbe essere andata, considerato che era decisa a cercare

suo padre o almeno la sua famiglia?. Perch dovrebbe avere bisogno di loro? obiett Caramon. Lei ha noi. Raistlin si limit a sbuffare senza rispondere. In ogni caso, torner a prenderci, continu Caramon, con sicurezza. Tu andrai con lei, Raistlin?. Forse, dopo che avr superato la Prova. La Prova? come quelle a cui ci sottopone nostro padre? domand Caramon, con aria indignata. Basta sbagliare una sola, miserabile addizione e si viene mandati a letto senza cena. In questo modo una persona potrebbe morire di fame! E poi, che se ne fa un guerriero dell'aritmetica? rincar, sferzando l'aria con una spada immaginaria con tanto vigore da spaventare il cavallo. Ehi! Ooops. Scusami, Bess, mi dispiace. Immagino che potrei aver bisogno di conoscere l'aritmetica per poter contare le teste di tutti gli orchetti che uccider o quanti pezzi di torta tagliare, ma niente di pi. Di certo non mi serviranno i quadrati, i dividendi e i divisori e tutte quelle altre cose. In tal caso crescerai ignorante quanto un nano dei fossi, ribatt in tono freddo Raistlin. Non m'importa dichiar Caramon, battendogli una pacca sulla spalla. Potrai sempre calcolare tu i quadrati al mio posto. Potrebbe arrivare un tempo in cui io non ti sar pi accanto, Caramon, avvert Raistlin in tono quieto. Noi staremo sempre insieme, Raist, replic compiacente Caramon. Noi siamo gemelli, io ho bisogno di te per calcolare i quadrati e tu hai bisogno che mi occupi di te. Raistlin sospir interiormente, ammettendo suo malgrado che Caramon aveva ragione e pensando che dopo tutto non sarebbe stato poi cos brutto combinare la forza del suo gemello con la forza della propria mente... Ferma il carro! ingiunse d'un tratto. Sorpreso, Caramon assest uno strattone alle redini e fece arrestare il cavallo. Cosa c'? Devi urinare? Hai bisogno che venga con te? Cosa succede?. Resta qui e aspettami, non ci metter molto, rispose Raistlin, scendendo dal carro. Atterrato sulla strada di terra battuta se ne allontan per addentrarsi nel fitto dei cespugli e delle erbacce, al di l dei quali c'era un campo di grano

che ondeggiava come un lago dorato che si riversasse contro una riva coperta di pini verde scuro. Spingendo di lato con impazienza le erbacce, Raistlin cerc quella chiazza bianca che aveva intravisto dall'alto del carro e finalmente l'individu: fiori bianchi dai petali cerei che si allargavano sullo sfondo di ampie foglie verde scuro dai bordi seghettati e coperte di sottili filamenti. Arrestandosi, esamin la pianta e l'identific senza difficolt, riflettendo al tempo stesso su come fare per raccoglierla senza danni. Dopo un momento torn di corsa al carro. Cosa c'? domand Caramon, allungando il collo nel tentativo di vedere meglio. Hai trovato un serpente?. una pianta rispose Raistlin mentre allungava la mano all'interno del carro e afferrava il proprio fagotto di indumenti, prelevandone una camicia e tornando alla pianta che aveva trovato. Una pianta... ripet intanto Caramon, con aria perplessa, poi s'illumin in volto e chiese: commestibile?. Senza replicare, Raistlin s'inginocchi accanto alla pianta con la camicia avvolta intorno alla mano destra, usando la sinistra per staccare dalla cintura un piccolo coltello; muovendosi con cautela in modo da evitare che la mano esposta entrasse in contatto con i filamenti che coprivano le foglie, ne tagli quindi alcune dallo stelo, raccogliendole con la mano protetta dalla camicia per poi trasportarle con cautela fino al carro. Tutto per un mucchietto di foglie? esclam Caramon, fissandolo con sconcerto. Non le toccare! avvert Raistlin. Perch no? chiese Caramon, ritraendo di scatto la mano. Vedi quei piccoli filamenti che coprono le foglie?. Fila... cosa?. Dei peli... quei sottili peli sulle foglie. Questa pianta si chiama "ortica", e se tocchi le foglie ti far venire delle vesciche sulla pelle. una cosa molto dolorosa, e a volte ci sono persone che hanno una reazione tanto violenta da morirne. Accidenti! esclam Caramon, sbirciando le foglie di ortica sparse sul fondo del carro. A cosa ti serve una pianta del genere?. Io studio le piante, rispose Raistlin, tornando a salire a cassetta. Ma potresti farti del male, protest Caramon. Perch vuoi studiare una cosa che potrebbe farti del male?. Tu ti eserciti con quella spada che Kitiara ti ha portato. Ricordi la prima volta che hai provato ad usarla? Per poco non ti sei staccato un

piede!. Ho ancora la cicatrice, ammise con aria contrita Caramon. S, suppongo che tu abbia ragione. Da quel momento i due fratelli parlarono di altri argomenti, con Caramon che portava avanti la maggior parte della conversazione, raccontando le novit successe a Solace: chi era arrivato in citt e chi se n'era andato, chi era nato e chi era morto; oltre alle piccole avventure del loro gruppo di amici, costituito dai bambini con cui erano cresciuti. Caramon pass quindi alla notizia pi sensazionale di tutte: un kender si era stabilito a Solace, lo stesso che aveva causato tanta agitazione durante la fiera e che adesso era andato a vivere insieme al burbero nano che lavorava i metalli. Quest'ultimo si era infuriato e aveva protestato ma aveva dovuto rassegnarsi perch l'unico modo per liberarsi del kender, che pareva prossimo ogni giorno a fare una fine prematura per questo o quel motivo, sarebbe stato annegarlo. Mentre Caramon parlava Raistlin lo ascoltava in silenzio, lasciando che la voce del fratello si riversasse su di lui, riscaldandolo come il tiepido sole primaverile. Al tempo stesso le chiacchiere allegre e distratte di Caramon ebbero l'effetto di cancellare almeno in parte il timore che lui provava all'idea di tornare a casa e di rivedere sua madre, la cui salute gli appariva sempre pi cagionevole. Gli inverni la prosciugavano e le stroncavano le forze, ed ogni primavera al suo ritorno lui la trovava un po' pi pallida, un po' pi magra, un po' pi immersa nel suo mondo di sogno. Quanto al fatto che questa Vedova Judith la stesse davvero aiutando, ci avrebbe creduto quando lo avesse visto con i propri occhi. Se vuoi posso lasciarti al crocevia, Raistlin, perch devo lavorare nei campi fino al tramonto, disse infine Caramon. Oppure puoi venire con me e riposare nel carro fino all'ora di andare a casa. In questo modo potremo tornare indietro insieme a piedi. Verr con te, fratello mio, rispose in tono pacato Raistlin. Caramon arross per la soddisfazione e cominci a parlare della famiglia del fattore Sedge e dei suoi bambini. A Raistlin non interessava minimamente quella gente, ma era soddisfatto di aver rinviato il momento in cui sarebbe dovuto tornare a casa e di aver fatto in modo di non essere solo quando infine avesse rivisto Rosamun, senza contare che aveva anche reso felice Caramon. Del resto, bastava cos poco a farlo felice! Lanciando un'occhiata alle foglie di ortica che aveva raccolto, Raistlin si

accorse che stavano cominciando ad avvizzire a causa del sole e provvide ad avvolgerle con cura nella camicia per proteggerle. Jon Farnish, chiam il Maestro Theobald, seduto come sempre alla sua cattedra, davanti agli allievi. Il compito che ti ho assegnato era di raccogliere sei erbe che potessero essere usate come componenti per incantesimi. Vieni avanti e mostraci cosa hai trovato. Jon Farnish, con i capelli rossi puliti e pettinati, e con il volto lentigginoso atteggiato ad un'espressione solenne e studiosa, almeno finch era in presenza del maestro, scese dall'alto sgabello e si port sul davanti della classe, inchinandosi al Maestro Theobald che rispose con un sorriso e un cenno del capo perch aveva preso in simpatia quel ragazzo lentigginoso che non mancava mai di mostrarsi estremamente impressionato ogni volta che lui usava anche il pi insignificante fra gli incantesimi. Volgendo le spalle al maestro in modo da fronteggiare i compagni di classe, Jon Farnish intanto rote gli occhi, gonfi le guance e incurv verso il basso gli angoli della bocca in modo da creare una caricatura del maestro, con il risultato che gli altri ragazzi si nascosero la bocca per celare il riso o si affrettarono a distogliere lo sguardo. Uno di essi scoppi addirittura in una risata che cerc di trasformare in un colpo di tosse, con il risultato di finire quasi per strozzarsi. Silenzio, per favore, ingiunse il Maestro Theobald, accigliandosi. Jon Farnish, non lasciarti infastidire da questi individui chiassosi. Cercher di evitarlo, maestro, rispose Jon Farnish. Continua, per favore. S, maestro, assent Jon Farnish, infilando la mano destra nella sacca che teneva nella sinistra. La prima pianta che ho raccolto.... All'improvviso il ragazzo s'interruppe, trattenne il respiro con un sussulto poi url di dolore e scagli al suolo la sacca, agitando la mano destra. Qualcosa... qualcosa mi ha punto! balbett. Ow! Brucia come il fuoco! Ow!. Con le lacrime che gli scorrevano lungo le guance infil la mano destra sotto l'ascella sinistra e prese a saltellare per l'agonia davanti all'intera classe. Adesso soltanto uno dei suoi compagni stava sorridendo. Alzandosi in piedi, il Maestro Theobald si affrett ad avvicinarglisi e gli

afferr la mano, esaminandola ed emettendo infine un grugnito seccato. Va' in cucina e chiedi alla cuoca di darti un po' di burro da spalmarci sopra, ordin. Ma cos' stato? annasp il ragazzo, fra un gemito e l'altro. Una vespa? Un serpente?. Raccolta la sacca, il maestro sbirci al suo interno. Sciocco ragazzo, hai raccolto delle foglie di ortica. Forse d'ora in poi starai pi attento durante le lezioni. Adesso va' e smettila di piagnucolare. Raistlin Majere, vieni avanti. Raistlin si avvicin alla cattedra e rivolse un cortese inchino al maestro prima di girarsi per fronteggiare i compagni di classe, lasciando vagare lo sguardo per l'aula mentre gli altri lo fissavano a loro volta con aria cupa e con le labbra serrate per poi distogliere lo sguardo di fronte alla sua espressione trionfante. Loro sapevano. Loro avevano capito. Infilando una mano nella propria sacca, Raistlin esib alcune foglie fragranti. La prima pianta di cui parler oggi la maggiorana, una spezia cos chiamata in onore di uno degli antichi di, Majere.... CAPITOLO SECONDO I primi giorni dell'estate in cui Raistlin aveva tredici anni furono insolitamente caldi, al punto che le foglie dei vallenwood pendevano inerti e flosce nell'aria afosa, e il sole abbronz la pelle di Caramon e scott quella di Raistlin nel corso del viaggio avanti e indietro da scuola che essi compivano quotidianamente sul carro del fattore. A scuola, gli allievi si mostravano distratti e intontiti a causa del caldo, trascorrendo le loro giornate a combattere contro le mosche e ad assopirsi soltanto per essere risvegliati dai colpi di ramo di salice del Maestro Theobald. Alla fine, perfino il maestro stesso dovette riconoscere che con quel caldo era impossibile ottenere risultati degni di questo nome, senza contare che era prossimo un Conclave dei Maghi a cui lui desiderava partecipare, quindi concesse agli allievi una vacanza di otto settimane, comunicando che la scuola sarebbe ripresa in autunno, dopo il raccolto. Raistlin fu grato di quella vacanza, che avrebbe almeno costituito un cambiamento nella routine quotidiana, ma non aveva ancora trascorso a casa un intero giorno che gi si trovava a desiderare di essere di nuovo a

scuola, e nel ricordare le provocazioni degli altri allievi, la zuppa di cavolo e il Maestro Theobald si chiese per quale motivo non fosse contento di essere a casa, rendendosi infine conto che non sarebbe stato felice da nessuna parte perch si sentiva irrequieto e insoddisfatto. Hai bisogno di una ragazza, gli consigli Caramon. Non credo proprio, ribatt Raistlin, in tono acido, lanciando un'occhiata in direzione di tre sorelle che stavano fingendo di essere impegnate a stendere il bucato sui rami del vallenwood ma che non stavano dedicando la loro attenzione a gonne e camicie, e continuavano invece a guardare in direzione di Caramon e a lanciargli sorrisi. Ti rendi conto di quanto apparite sciocchi tu e gli altri, fratello mio? Gonfiate il petto, flettete i muscoli, scagliate le asce contro gli alberi oppure vi prendete a pugni a vicenda e per che cosa? Soltanto per ottenere l'attenzione di una ragazza!. Io ottengo qualcosa di pi della loro attenzione, Raistlin, replic Caramon, con una strizzata d'occhio. Vieni con me e ti presenter a Lucy, che ha detto di trovarti piacevole. Anch'io ho gli orecchi, Caramon, precis con freddezza Raistlin. Ci che lei ha detto stato che trovava piacevole il tuo fratellino. Non intendeva quello che pensi, Raist, protest Caramon, arrossendo per il disagio. Lei non sapeva che eravamo gemelli, e quando le ho spiegato che abbiamo la stessa et e.... Raistlin gli volse le spalle e si allontan. Le parole sventate di quella ragazza lo avevano ferito in profondit, causandogli un dolore che lo irritava perch in realt voleva essere tanto superiore da non interessarsi a quello che gli altri pensavano di lui. La colpa era tutta del suo corpo traditore, che prima lo aveva danneggiato con la sua fragilit e la sua salute cagionevole, e adesso lo torturava con vaghi desideri che non riusciva neppure a comprendere e che considerava comunque disgustosi: a suo parere, Caramon si stava comportando come un cervo durante la stagione degli amori. In ogni caso le ragazze, o il fatto di non averne una per s, non erano il suo problema principale, di cui non riusciva a discernere la natura. Una notte la calura cess poi di colpo con una violenta tempesta, e Raistlin rimase sveglio nel letto a osservare i fulmini che scaturivano dalle nubi ribollenti con spettrali bagliori arancione e rosa, godendo del fragore dei tuoni che scuotevano i vallenwood e vibravano attraverso il pavimento. Poi ci fu un bagliore accecante seguito da una violenta esplosione, da un

odore di zolfo e da un fragore di legno infranto, segno che il fulmine si era abbattuto poco lontano. Di l a poco grida di allarme che avvertivano dello scoppio di un incendio echeggiarono soffocate dal frastuono dei tuoni e subito Caramon e Gilon uscirono sotto la pioggia torrenziale per aiutare a combattere le fiamme in quanto esse erano il peggior nemico di Solace: anche se gli alberi di vallenwood erano pi resistenti al fuoco della maggior parte delle altre piante, un incendio incontrollato avrebbe potuto infatti distruggere l'intera citt. Raistlin intanto rimase accanto a sua madre, che stava piangendo e continuava a chiedere perch suo marito non era rimasto a casa a confortarla mentre Raistlin osservava il progredire delle fiamme con il libro d'incantesimi stretto sotto il braccio nel caso che lui e sua madre avessero dovuto darsi alla fuga. La tempesta cess all'alba, lasciandosi alle spalle un solo albero distrutto e tre abitazioni bruciate anche se per fortuna le famiglie erano fuggite in tempo e nessuno era rimasto ferito. Intorno, il terreno era cosparso di foglie e di rami, l'aria era intrisa dell'odore nauseante del fumo e del legno umido, e tutti i ruscelli e i torrenti che scorrevano nelle vicinanze della citt erano straripati. I campi che fino al giorno prima erano riarsi per la calura erano adesso inondati. Uscito di casa per verificare i danni, come stavano facendo praticamente tutti gli abitanti di Solace, Raistlin si avvi lungo il limitare della foresta e indugi a contemplare il torrente il cui livello stava salendo sempre pi: nel fissare quelle acque di solito placide ed ora ribollenti, schiumose e decise a consumare rabbiosamente le rive che per tanto tempo le avevano tenute confinate, Raistlin si sent in perfetta sintonia con esse. Giunse l'autunno, portando giorni freddi e pungenti, notti rischiarate dalle lune piene e una marea di rossi e di tinte dorate. Il frusciare e il vorticare delle foglie che cadevano non contribu certo a migliorare l'umore di Raistlin e il cambiamento di stagione, quella malinconia fra il dolce e l'amaro che era propria dell'autunno, che portava con s sia il raccolto sia le prime gelate, servirono soltanto ad esacerbare il suo cattivo umore. Quel giorno lui sarebbe tornato a scuola e avrebbe ripreso a risiedere presso il Maestro Theobald, e stava aspettando quel momento con la stessa ansia con cui aveva atteso quello di tornare a casa, perch, se non altro, si trattava di un cambiamento che avrebbe dato al suo cervello qualche altra cosa da fare a parte tormentarlo con immagini di riccioli dorati, di dolci sorrisi, di seni rigogliosi e di ciglia maliziose.

L'alba di tardo autunno sorse gelida, con la brina che scintillava sulle foglie rosse e oro dei vallenwood e copriva i ponti di legno rendendoli scivolosi e infidi fino a quando il sole non li avesse asciugati. Sopra i Picchi delle Sentinelle le nubi incombevano grigie e basse, e nell'aria si avvertiva gi l'odore della neve, segno che sulle montagne avrebbe cominciato a nevicare entro la fine della settimana. Preparandosi a partire, Raistlin ripose in una sacca alcuni vestiti: due camicie fatte in casa, biancheria, un paio di mutandoni di scorta e calzini di lana. La maggior parte di quegli indumenti erano nuovi, fatti per lui da sua madre, e in effetti ne aveva avuto bisogno perch quell'estate era cresciuto fino a raggiungere la statura di Caramon, anche se gli mancava sempre la mole del suo pi massiccio fratello con il risultato che la pi alta statura serviva soltanto a sottolineare la sua eccessiva magrezza. Cosa stai facendo, figlio? chiese Rosamun, entrando nella stanza e soffermandosi ad osservarlo con i suoi sbiaditi occhi azzurri. Sollevando lo sguardo con fare guardingo, Raistlin constat che i morbidi capelli castani di sua madre erano spazzolati, pettinati e raccolti in modo ordinato sotto un cappellino; quel giorno lei indossava una gonna e un corpetto puliti sopra una nuova blusa che si era cucita da sola sotto la guida della Vedova Judith. Nel sentire il suono della voce di sua madre, Raistlin si era irrigidito istintivamente ma adesso si rilass nel constatare che quella era un'altra delle sue buone giornate. A dire il vero, Rosamun non aveva pi avuto una giornata di crisi durante tutta l'estate, cosa di cui Raistlin supponeva si dovesse ringraziare la Vedova Judith. Personalmente, lui non sapeva come classificare quella donna. Al suo rientro era stato pronto a diffidare di lei, si era aspettato di scoprire sul suo conto qualcosa di nefasto, un motivo egoistico che la inducesse a mostrarsi tanto disponibile, ma finora i suoi sospetti erano risultati infondati e lei era risultata essere ci che sembrava... una vedova sulla quarantina, con un volto piacevole e mani lisce dalle dita lunghe e aggraziate, dotata di una voce melodiosa e di una notevole abilit di parola abbinata ad una risata accattivante che non mancava mai di far affiorare un sorriso sul volto pallido e magro di Rosamun. Adesso la casa dei Majere era pulita e ben organizzata, una cosa che non si era mai vista prima dell'arrivo della Vedova Judith, Rosamun mangiava ad orari regolari, dormiva per tutta la notte, andava al mercato e andava a fare visite... sempre accompagnata dalla Vedova Judith.

La donna si mostrava cordiale con Raistlin anche se non quanto lo era con Caramon: quando aveva a che fare con Raistlin lei appariva pi riservata, e a poco a poco lui si era reso conto che la vedova sembrava sorvegliarlo, al punto che in casa non poteva fare nulla senza sentirsi addosso il suo sguardo. Lei sa di non piacerti, Raist, aveva commentato al riguardo Caramon, in tono di accusa. Raistlin si era limitato a scrollare le spalle perch quell'affermazione era vera, anche se lui non avrebbe saputo spiegare il perch della sua avversione. Sapeva soltanto che quella donna non gli piaceva e che era quasi certo di non piacerle a sua volta. Uno dei motivi della sua avversione avrebbe potuto essere il fatto che Rosamun, Gilon, Caramon e la Vedova Judith formavano una famiglia di cui lui, Raistlin, non faceva parte... non perch non fosse stato invitato ad entrarvi ma perch aveva volutamente scelto di restarne fuori. Nelle sere in cui Gilon era a casa i quattro sedevano fuori della porta, scherzando e raccontandosi storie, mentre Raistlin rimaneva dentro e si concentrava sullo studio delle sue annotazioni scolastiche. Adesso che sua moglie era stata salvata dalla follia che le divorava la mente e sembrava essere giunta ad un porto sicuro, Gilon appariva un uomo diverso: le rughe di preoccupazione erano infatti scomparse dalla sua fronte, lui rideva pi spesso e riusciva addirittura a portare avanti con Rosamun delle conversazioni relativamente normali. D'estate era possibile trovare lavoro pi vicino a casa, e questo permetteva a Gilon di tornare pi spesso dalla famiglia, cosa che faceva piacere a tutti tranne a Raistlin, che aveva finito per abituarsi alle assenze di suo padre e si sentiva soffocato quando quell'uomo massiccio era in casa. Inoltre non gli piaceva molto neppure il cambiamento avvenuto in sua madre perch sentiva la mancanza delle fantasticherie di un tempo e dei momenti che loro due avevano passato insieme da soli: il nuovo calore che si era sviluppato fra lei e Gilon lo contrariava perch era un'intimit che lo faceva sentire ancor pi isolato. Caramon era senza ombra di dubbio il favorito di Gilon, che lui adorava a sua volta. Il grosso boscaiolo cercava d'interessarsi anche all'altro gemello, ma lui era come gli alberi che abbatteva, lento a crescere, a muoversi e a pensare, quindi non riusciva a capire l'amore di Raistlin per la magia e pur avendo accettato di mandarlo alla scuola per maghi continuava segretamente a sperare che il ragazzo finisse per trovarla

noiosa e per abbandonarla. Gilon persisteva nel nutrire quella segreta speranza un anno dopo l'altro, e si mostrava sempre deluso quando infine giungeva il giorno in cui la scuola ricominciava e Raistlin si preparava a partire. Misto alla delusione adesso era per possibile scorgere anche un certo sollievo, perch quell'estate Raistlin era stato come uno sconosciuto che avesse alloggiato presso la famiglia, uno sconosciuto ostile e irritabile: sebbene non fosse disposto ad ammetterlo neppure con se stesso, Gilon era contento di vedere che suo figlio stava per ripartire. Quel sentimento era del resto reciproco. A volte Raistlin si sentiva dispiaciuto per la propria incapacit di amare maggiormente suo padre, cos come percepiva in modo vago che anche Gilon era rammaricato di non riuscire ad amare questo suo strano figlio. Mentre arrotolava i calzini per riporli, Raistlin si confort pensando che l'indomani sarebbe partito: gli sembrava incredibile, ma era davvero impaziente di avvertire di nuovo l'odore dei cavoli che cuocevano. Cosa stai facendo con i tuoi vestiti, Raistlin? domand Rosamun. Sto facendo i bagagli, mamma. Domani torner presso il Maestro Theobald e ci rimarr per tutto l'inverno rispose Raistlin, sforzandosi di sorridere. Lo hai dimenticato?. No, replic Rosamun, in tono pi gelido della brina. Speravo per che non saresti tornato in quel posto. Raistlin smise di lavorare per fissare sua madre con stupore, in quanto quelle erano parole che si sarebbe piuttosto aspettato di sentire da suo padre. Non dovrei tornare ai miei studi? esclam infine. Cosa ti ha indotto a pensare una cosa del genere, mamma?. Quel posto malvagio, Raistlin! esclam Rosamun, con una veemenza e una passione spaventose per la loro intensit. malvagio, ti dico! ribad, battendo a terra un piede ed ergendosi sulla persona. Ti proibisco di tornarci ancora!. Mamma... cominci Raistlin, sconvolto, allarmato e perplesso, non sapendo cosa dire perch prima di allora sua madre non aveva mai protestato in merito al genere di studi che lui aveva scelto d'intraprendere, tanto da indurlo a volte a chiedersi se Rosamun sapesse che stava studiando la magia, e se la cosa le importasse. Mamma, alcune persone pensano male dei maghi, ma ti assicuro che si sbagliano, afferm infine. Gli di del male! recit lei, con voce opaca. Voi adorate gli di del male, e in loro onore eseguite atti innaturali e riti immondi!.

Mamma, la cosa pi innaturale che ho fatto finora stato rischiare di rompermi la testa cadendo dal mio sgabello, ribatt Raistlin, in tono asciutto: quelle accuse erano tanto ridicole che gli riusciva difficile prendere sul serio quella conversazione. Mamma, io trascorro le mie giornate ripetendo le cose che dice il mio maestro, imparando a dire "ah" e "oo" e "uh", mi ricopro d'inchiostro e di tanto in tanto riesco a scrivere su una pergamena qualcosa che sia quasi leggibile, oppure mi aggiro nei campi per raccogliere fiori. Questo tutto quello che faccio, mamma aggiunse con amarezza, e ti garantisco che spalare letame nelle stalle e raccogliere il grano come fa Caramon molto pi interessante ed eccitante della magia!. D'un tratto smise di parlare, stupefatto di se stesso e dei propri sentimenti: adesso capiva, ora sapeva cosa lo avesse tormentato per tutta l'estate e comprendeva la causa dell'ira e della frustrazione che gli ribollivano dentro come metallo fuso... ira e frustrazione miste a paura e a dubbi su se stesso. Inchiostro e fiori, recitare parole senza senso un giorno dopo l'altro. Dov'era la magia? Quando sarebbe venuta a lui? E poi, sarebbe davvero venuta a lui? Raistlin rabbrivid, percorso da un brivido improvviso, e subito Rosamun gli circond la vita con un braccio, appoggiando la guancia contro quella di lui. Hai visto? La tua pelle calda al tatto e credo che tu abbia la febbre. Non tornare in quell'orribile scuola! Cos facendo otterrai soltanto di ammalarti. Resta invece qui con me ed io ti insegner tutto quello che hai bisogno di sapere, leggeremo insieme dei libri e faremo aritmetica come quando eri piccolo, tenendoci compagnia. Raistlin ci pens sopra e scopr che l'idea lo tentava in maniera sorprendente. Basta con le futilit del Maestro Theobald, basta con le notti silenziose e solitarie in dormitorio, rese ancor pi solitarie dal fatto che non era veramente solo, basta con questo tormento interiore, con questo interrogarsi continuo. Cosa era successo alla magia? Dov'era finita? Perch il suo sangue bruciava per qualche stupida ragazza ridacchiante pi di quanto facesse quando lui ricopiava gli oa e gli ai? A quanto pareva aveva perso la magia, oppure essa non c'era mai stata e lui si era ingannato. Era giunto il momento di ammettere la sconfitta, di ammettere di aver fallito e di tornare a casa per rinchiudersi in questa

calma accogliente, calda e sicura, circondato dall'amore di sua madre. In questo modo avrebbe potuto prendersi cura di lei e mandare via la Vedova Judith. Non volendo lasciar vedere la sua amara infelicit Raistlin chin il capo, ma Rosamun non si accorse di nulla mentre gli accarezzava una guancia e lo induceva scherzosamente a girarsi verso lo specchio che aveva portato con s da Palanthas e che costituiva la sua propriet pi preziosa, un ricordo della giovinezza. Passeremo momenti meravigliosi insieme, tu ed io. Guarda! lo incit, contemplando con compiaciuto orgoglio i due volti riflessi nello specchio. Guarda quanto siamo simili!. Raistlin non era superstizioso, ma quelle parole pur pronunciate con assoluta innocenza suonarono cos nefaste da strappargli un altro brivido. Stai tremando! esclam Rosamun, preoccupata. Ti avevo detto che hai la febbre. Avanti, sdraiati. No, mamma, sto bene. Mamma, per favore... protest Raistlin, tentando di ritrarsi perch il tocco di lei, che poco prima gli era parso confortante, aveva adesso qualcosa di disgustoso, e pur sentendosi sgomento e vergognoso all'idea di provare una cosa del genere nei confronti di sua madre, lui non riusciva a tollerarlo. Rosamun accentu per la sua stretta e appoggi la guancia sul braccio del figlio, che la superava ora in altezza di tutta la testa. Sei cos magro, disse, troppo magro. Il cibo non ti aderisce alle ossa e tu lo consumi con le preoccupazioni. Inoltre sono certa che quella scuola che ti sta facendo ammalare, perch la Vedova Judith dice che la malattia una punizione per tutti coloro che non seguono la via dei giusti. Raistlin non recep quelle parole perch non la stava pi ascoltando in quanto si sentiva soffocare come se qualcuno gli stesse premendo un cuscino sul naso e sulla bocca. Tutto ci che voleva era riuscire a liberarsi dalla stretta di sua madre per correre fuori, dove avrebbe potuto trarre profonde boccate d'aria fresca. Voleva mettersi a correre e continuare a correre nella notte profumata, imboccare una strada che lo portasse lontano da l, non importava dove. In quel momento avvert un'intensa affinit con la sua sorellastra Kitiara e comprese perch lei se ne fosse andata e come dovesse essersi sentita, invidiando la libert della sua vita e imprecando contro il proprio fragile corpo che lo teneva incatenato al focolare domestico e impastoiato nell'aula della scuola.

Aveva sempre supposto che la magia lo avrebbe liberato, nello stesso modo in cui Kitiara era* stata liberata dalla sua spada, ma cosa avrebbe fatto se questo non fosse successo? Se la magia non fosse affiorata in lui? Cosa avrebbe fatto se davvero aveva perduto il suo talento? Il suo sguardo si pos di nuovo sullo specchio, sul volto di sua madre devastato dai sogni ad occhi aperti, e lui si affrett ad abbassare le palpebre per combattere l'insorgere della paura. CAPITOLO TERZO Dal momento che nevicava, i ragazzi vennero lasciati liberi per tempo perch andassero fuori a giocare fino all'ora di cena con la scusa che fare esercizio fisico al freddo era salutare e serviva ad espandere i polmoni, anche se tutti i ragazzi sapevano che in realt il solo motivo per cui venivano mandati fuori era che il Maestro Theobald voleva liberarsi di loro. Il maestro era parso stranamente assorto durante tutta quella giornata, come se la sua mente fosse stata altrove, e aveva tenuto le consuete lezioni con fare distratto e dando l'impressione che non gli importasse se gli allievi assimilavano o meno ci che lui stava loro insegnando. In aggiunta a tutto questo, non aveva fatto ricorso al ramo di salice neppure una volta, anche se uno dei ragazzi si era addormentato poco dopo il pranzo e aveva russato rumorosamente per tutto il resto del pomeriggio. Per la maggior parte dei ragazzi quella disattenzione da parte del maestro era stata un piacevole cambiamento, ma tre di essi l'avevano invece trovata particolarmente sgradevole a causa del fatto che di tanto in tanto il Maestro Theobald era scivolato in lunghi e vacui momenti di silenzio durante i quali il suo sguardo si era posato insistentemente su di loro, che erano i tre allievi pi anziani della classe. Uno di essi era Raistlin. Una volta all'esterno, i ragazzi sfruttarono l'abbondante nevicata per costruire un fortino, formare degli eserciti e tempestarsi a vicenda con le palle di neve, ma Raistlin prefer avvolgersi in uno spesso e caldo mantello, che stranamente era un dono di commiato da parte della Vedova Judith, e lasciare gli altri ai loro stupidi giochi per passeggiare in mezzo ai pini che crescevano lungo il lato settentrionale della scuola. Dal momento che non c'era vento, la terra era ammantata nella quiete ovattata che la neve portava sempre con s, soffocando ogni suono e

perfino gli strilli acuti degli altri ragazzi. Raistlin era avvolto nel silenzio in quanto gli alberi erano immoti e gli animali si erano tutti rifugiati nei rispettivi nidi, covi o tane, immersi nel loro sonno invernale; anche i colori sembravano totalmente scomparsi per essere sostituiti dal candore della neve che cadeva, dal nero dei tronchi umidi e dal grigio ardesia del cielo cupo. Giunto al limitare del bosco, Raistlin si arrest. Inizialmente era stata sua intenzione addentrarsi fra gli alberi per seguire un sentiero ora ingombro di neve che portava ad una piccola radura dove c'era un tronco caduto che serviva da sedile. Quella radura era il suo rifugio, il santuario di cui nessuno conosceva l'esistenza: l gli alberi lo riparavano alla vista rispetto alla scuola e al cortile dei giochi, e lui poteva meditare, rimuginare, vagliare il suo assortimento di erbe e di piante, riesaminare le proprie annotazioni, recitare fra s le lettere dell'alfabeto del linguaggio dell'arcano. Quando aveva scelto inizialmente per s quella radura lo aveva fatto con la certezza che gli altri ragazzi l'avrebbero trovata e rovinata, magari trascinando via il tronco o rovesciandovi i rifiuti della cucina o il contenuto di qualche pitale, ma gli altri studenti si erano invece tenuti alla larga da essa e pur sapendo che lui vi si appartava spesso non avevano mai tentato di seguirlo. Inizialmente Raistlin se ne era compiaciuto, ritenendo che essi fossero infine giunti a rispettarlo, ma ben presto il compiacimento era svanito quando infine lui si era reso conto che gli altri ragazzi lo stavano lasciando in pace perch dopo l'incidente con l'ortica avevano preso a detestarlo. In passato essi avevano sempre provato antipatia nei suoi confronti, ma adesso all'antipatia si era aggiunta anche una diffidenza tale che essi non traevano pi nessun piacere dal provocarlo e preferivano lasciarlo del tutto solo. Per quanto cercasse di dirsi che questo era un cambiamento che gli riusciva gradito, Raistlin sapeva che in effetti non era cos, perch lui aveva segretamente gradito l'attenzione dimostratagli dagli altri per quanto essa l'avesse al tempo stesso irritato, ferito o seccato. Se non altro, provocandolo essi avevano mostrato di riconoscerlo come uno di loro, mentre adesso era un fuoricasta. Quel giorno Raistlin aveva avuto intenzione di raggiungere la radura, ma quando si sofferm al limitare della foresta e indugi ad osservare la neve priva di tracce, che si stendeva in onde lisce e ghiacciate intorno ai tronchi

degli alberi, prefer non addentrarsi in mezzo ad essi perch quella neve era perfetta, a tal punto che non se la sentiva di calpestarla, di lasciarsi alle spalle una pista di impronte che ne avrebbe guastato la perfezione. In quel momento suon la campana della scuola. Chinando la testa per proteggersi dai fiocchi ghiacciati che una lieve e crescente brezza gli stava soffiando negli occhi, Raistlin si gir e s'incammin attraverso il silenzio, il candore, il nero e il grigio per tornare al caldo, al torpore e alla solitudine dell'aula scolastica Dopo essersi cambiati gli abiti bagnati con altri asciutti, i ragazzi scesero dabbasso per la cena, che consumarono sotto l'occhio attento anche se un po' vacuo di Marni, in quanto il Maestro Theobald entrava nel refettorio soltanto se questo si rendeva necessario per impedire che il pavimento venisse ricoperto di zuppa. Dal momento che Marni riferiva al maestro l'eventuale cattivo comportamento degli allievi, i lanci di pezzi di pane e i rovesciamenti di minestra erano sempre ridotti al minimo, e comunque quella sera i ragazzi erano cos stanchi e affamati dopo le dure battaglie combattute nella neve che la cena si svolse in mezzo ad una calma maggiore del solito; dal momento che il grande refettorio era quasi del tutto silenzioso tranne per qualche risata soffocata qua e l, i ragazzi rimasero quindi estremamente sorpresi nel veder entrare il Maestro Theobald. Subito gli studenti si affrettarono ad alzarsi tutti in piedi, pulendosi il mento dal sugo con il dorso della mano e reagendo con indignazione all'arrivo del maestro in quanto la cena era il loro momento privato in cui lui non aveva nessun diritto d'intromettersi. Theobald non parve notare il loro inquieto agitarsi e le loro occhiate incupite, o forse decise di non badarvi nel concentrare la propria attenzione sui tre allievi pi anziani: Jon Farnish, l'aspirante macellaio Gordo e Raistlin Majere. Raistlin cap immediatamente il perch dell'arrivo del maestro nel refettorio, comprese cosa lui stava per dire e cosa stava per succedere anche se non avrebbe saputo dire come faceva a saperlo: forse si trattava di premonizione ereditata da sua madre, o forse era pi semplicemente il frutto di una deduzione logica... non aveva idea di quale fosse la spiegazione giusta e neppure gl'importava. Incapace di pensare con chiarezza si sent raggelare pi di quanto gli fosse successo nella neve e al tempo stesso avvert paura ed esultanza che lottavano dentro di lui per

acquisire il predominio. Il pane che aveva in mano gli sfugg dalle dita improvvisamente inerti, la stanza parve oscillargli sotto i piedi e fu costretto ad appoggiarsi al tavolo per non perdere l'equilibrio. Poi il Maestro Theobald chiam per nome i tre ragazzi in questione, e Raistlin sent a stento la sua voce a causa di un ruggito che gli echeggiava negli orecchi e che era violento quanto quello di un fuoco che si levasse su per un camino. Venite avanti, ordin il maestro. Incapace di muoversi, Raistlin si sent assalire dal terrore di crollare al suolo dove si trovava e si chiese se si stesse ammalando. La vista di Jon Farnish che attraversava il refettorio con aria da cane bastonato, certo di essere nei guai, gli fece quindi salire alle labbra un sorriso di derisione e al tempo stesso la mente gli si schiar, il fuoco che gli ruggiva negli orecchi si spense e lui. venne avanti a sua volta, con una dignit di cui era perfettamente consapevole. Nell'arrestarsi davanti a Theobald, sent le parole di quest'ultimo echeggiargli nelle ossa, senza neppure accorgersi di recepirle con gli orecchi. Dopo lunga e attenta riflessione ho deciso che voi tre, in virt della vostra et e del vostro rendimento scolastico, sarete messi questa notte alla prova al fine di determinare la vostra capacit di applicare nella pratica ci che avete appreso. Suvvia, non nulla di cui allarmarsi, aggiunse vedendo che gli occhi di Gordo, sgranati per la costernazione, stavano roteando nelle orbite, poi prosegu in tono rassicurante: Questa prova non per nulla pericolosa e se doveste fallire non vi accadr nulla di male. Essa mi dir soltanto se avete fatto la scelta sbagliata nel voler studiare la magia e in tal caso informer i vostri genitori e chiunque altro sia interessato al vostro andamento scolastico, che a mio parere il vostro permanere qui sarebbe uno spreco di tempo e di denaro. Nel pronunciare quelle ultime parole, il maestro scocc a Raistlin un'occhiata molto penetrante. Io non ho mai voluto venire qui! esclam d'un tratto Gordo, ora madido di sudore. Mai! Io voglio fare il macellaio!. Qualcuno scoppi a ridere e subito il maestro si accigli con espressione irosa, guardandosi intorno alla ricerca del colpevole che tacque immediatamente e si nascose dietro uno dei compagni mentre tutti gli altri scivolavano nel silenzio. Certo di aver riportato l'ordine, il Maestro Theobald torn a concentrare l'attenzione sui suoi tre allievi pi grandi.

Posso sperare che voi due non condividiate i suoi sentimenti? domand. Io sono impaziente di sottopormi alla prova, maestro, sorrise Jon Farnish. Raistlin prov un impeto d'odio nei suoi confronti, tanto intenso che avrebbe potuto ucciderlo in quello stesso momento: avrebbe infatti voluto essere stato lui a pronunciare quelle parole, con tanta noncuranza e sicurezza. Io... io sono... sono pronto, fu invece tutto ci che riusc a balbettare. Lo vedremo, sbuff il Maestro Theobald, come se dubitasse molto di quell'affermazione. Seguitemi. Scort quindi fuori dal refettorio i tre ragazzi, Gordo piagnucolante e riluttante, Jon Farnish impaziente e con il sorriso sulle labbra come se si stesse divertendo, Raistlin con le ginocchia che tremavano a tal punto da impedirgli quasi di camminare. Gli pareva infatti che in quel momento tutta la sua vita fosse in equilibrio precario come la daga di Caramon quando lui la bilanciava sulla punta sopra il tavolo della cucina. Gi si vedeva nell'atto di essere allontanato dalla scuola l'indomani mattina, rimandato a casa in disgrazia con il suo fagotto di vestiti sulla spalla, e immaginava gli altri ragazzi schierati lungo il vialetto intenti a ridere e a festeggiare la sua caduta, immaginava il proprio ritorno a casa dove avrebbe dovuto affrontare i goffi e ben intenzionati tentativi di confortarlo da parte di Caramon, il sollievo di sua madre e la compassione di suo padre. E cosa sarebbe stato il suo futuro senza la magia? Di nuovo si sent raggelare dalla testa ai piedi, pervaso da quell'improvvisa e terribile constatazione in merito a se stesso: senza la magia, per lui non ci poteva essere un futuro. Il Maestro Theobald li guid attraverso la biblioteca e lungo un corridoio, fino ad una porta bloccata da un incantesimo che dava accesso al suo alloggio privato. Tutti i ragazzi sapevano dove portasse quella porta e supponevano che da essa si potesse accedere a quel laboratorio di cui il maestro parlava tanto spesso. Una notte un gruppo di ragazzi guidato da Jon Farnish aveva effettuato un vano tentativo di annullare la magia che bloccava la serratura, e l'indomani mattina Jon aveva dovuto inventare una scusa per spiegare come si fosse ustionato le dita. Seguito dai tre ragazzi, il maestro si arrest davanti alla porta in questione, borbott sottovoce parecchie parole magiche che Raistlin si

sforz automaticamente di cogliere nonostante il tumulto presente nel suo animo. Il suo sforzo non ebbe per successo perch le parole non parevano avere senso e al tempo stesso lui non riusciva a pensare o a concentrarsi, con il risultato che esse gli svanirono dalla mente nel momento stesso in cui cerc di registrarvele. In quel momento non sarebbe riuscito a ricordare neppure come scandire il proprio nome, e tanto meno il complicato linguaggio della magia. Infine la porta si spalanc e il Maestro Theobald afferr Gordo, che aveva cercato di approfittare del momento in cui lui era impegnato con l'incantesimo per allontanarsi. Affondandogli nella spalla le proprie dita grassocce, il maestro spinse il ragazzo farfugliante e piagnucolante in un salotto, seguito da Jon Farnish e da Raistlin, alle cui spalle la porta si richiuse silenziosa. Non voglio farlo! Per favore, non mi costringere! Senza dubbio un demone s'impadronir di me! ulul Gordo. Un demone... che sciocchezze! Smettila subito di piagnucolare, stupido ragazzo! ingiunse il Maestro Theobald, allungando per abitudine la mano verso il ramo di salice soltanto per scoprire che l'aveva lasciato nell'aula. Se non ritrovi subito il controllo ti prender a schiaffi, minacci allora, in tono pi duro. Anche se vuota, la mano del maestro era comunque ampia e grossa, quindi a Gordo bast darle un'occhiata per tacere, pur continuando di tanto in tanto a tirare su con il naso. Mandarmi laggi non servir a nulla, dichiar in tono cupo. Non valgo nulla nell'uso della magia. Questo vero, convenne il maestro, per i tuoi genitori hanno pagato per questo e hanno il diritto di aspettarsi che tu faccia almeno un tentativo. Nel parlare spost con il piede un vistoso tappeto intrecciato in modo da rivelare una botola, anch'essa bloccata con la magia. Mormorando altre parole arcane, pass quindi tre volte la mano su di essa, poi si protese ad afferrare un anello di ferro e sollev la botola che si apr silenziosamente a rivelare una rampa di gradini che scompariva nella calda e aromatica oscurit. Gordo e io scenderemo per primi, avvert allora il maestro, e in tono sarcastico aggiunse: Per sgombrare quel posto da qualsiasi demone. Afferrato per la collottola lo sfortunato Gordo, lo trascin gi per le

scale, seguito con impazienza da Jon Farnish. Raistlin stava per avviarsi a sua volta quando nel posare il piede sul primo gradino s'immobilizz di colpo: stava per entrare in una tomba aperta. Sconcertato sbatt le palpebre e l'immagine scomparve: adesso davanti a lui non c'era nulla di pi sinistro della scala della cantina, ma nonostante questo continu ad esitare sulla soglia perch aveva imparato da sua madre ad essere sensibile a sogni e portenti e avendo visto la tomba aperta con assoluta chiarezza si stava ora chiedendo cosa questo avesse significato, o se la visione avesse in effetti un significato. Probabilmente si era trattato soltanto di una dannata fantasticheria, frutto della sua immaginazione troppo attiva, ma per quanto continuasse a ripeterselo esit ancora in cima alla scala. Jon Farnish era laggi... solo che adesso non si trattava pi di Jon Farnish ma di Caramon, che sostava accanto alla tomba di Raistlin e contemplava con cordoglio e compassione il suo gemello... Serrando gli occhi, Raistlin immagin di essere lontano da l, di trovarsi nella sua radura, seduto sul tronco, con la neve che gli cadeva addosso e riempiva il suo mondo, lasciandolo freddo, puro e privo di sentieri. Quando riapr gli occhi Caramon era scomparso, e cos pure la tomba. Con passo rapido e deciso, Raistlin si avvi gi per le scale. CAPITOLO QUARTO Il laboratorio non era come Raistlin, o uno qualsiasi degli altri ragazzi della classe, aveva immaginato. Quella camera nascosta era stata naturalmente oggetto di innumerevoli supposizioni nel corso di clandestine riunioni notturne nel dormitorio, durante le quali era risultato parere comune che il laboratorio del maestro dovesse essere del tutto buio, coperto di ragnatele e pieno di pipistrelli, con un demone imprigionato in una gabbia posta in un angolo. All'inizio dell'anno, i ragazzi pi grandi confidavano in un sussurro ai nuovi arrivati che gli strani suoni che era possibile sentire di notte erano prodotti dal demone che agitava le catene nel tentativo di liberarsi, e da quel momento ogni volta che si sentiva un tonfo o uno scricchiolio i ragazzi nuovi si raggomitolavano nel letto tremanti per il timore e convinti che il demone si fosse infine liberato. Una notte in particolare il gatto, andando a caccia di topi in cucina, aveva fatto cadere una padella di ferro appesa alla parete con un frastuono che aveva scatenato il panico generale

e laceranti grida di terrore che avevano svegliato il maestro e provocato un'indagine in seguito alla quale questi era venuto al corrente delle storie inerenti al demone e aveva proibito ogni conversazione dopo lo spegnimento delle candele. Gordo era sempre stato uno dei ragazzi dotati di maggiore inventiva quando si era trattato di dare vita al demone chiuso nel laboratorio, terrorizzando i tre bambini di sei anni che erano attualmente ospiti della scuola, ma adesso pareva che fosse rimasto lui stesso la prima vittima della propria inventiva: quando nel girarsi vide una vera gabbia posizionata in un angolo, con le sbarre che scintillavano sotto la fioca luce bianca emessa da un globo appeso al soffitto, il ragazzo si accasci infatti al suolo per il terrore. Dannazione, ragazzo, cosa ti prende? Avanti, rialzati! ingiunse il Maestro Theobald, pungolandolo e scrollandolo, poi sbirci nella gabbia e aggiunse: Buona sera, bellezze, vi ho portato la cena. L'infelice Gordo si tinse di un accentuato pallore dovuto all'evidente convinzione di essere lui stesso la cena in questione, ma subito dopo risult che il maestro non si stava riferendo ai tre ragazzi bens ad un pezzo di pane che tir fuori della tasca e che pos nella gabbia, dove esso venne aggredito da quattro vivaci topi di campagna. Gordo intanto si port una mano allo stomaco e dichiar di non sentirsi molto bene. In altre circostanze, Raistlin avrebbe potuto sentirsi divertito di fronte all'umiliazione di uno dei suoi pi inveterati tormentatori, ma quella notte era troppo teso, impaziente e nervoso per godere dei gemiti di quel bullo finalmente punito. Fatto sedere Gordo per terra con la testa fra le gambe, il maestro si diresse intanto verso una parte del laboratorio dove fu possibile sentirlo armeggiare con carta e calamai. Annoiato, Jon Farnish cominci a giocherellare con i topi mentre Raistlin si allontan dalla zona di luce pi intensa e si ritrasse nell'ombra, in modo da poter osservare tutto ci che accadeva senza essere visto a sua volta, procedendo quindi ad analizzare in maniera metodica il laboratorio e a registrare ogni suo dettaglio nella propria eccellente memoria con tanta precisione che, anche molti anni dopo aver lasciato la scuola del Maestro Theobald, lui continu, chiudendo gli occhi, ad essere in grado di rivedere ogni particolare di quel laboratorio in cui era stato una volta soltanto. Il laboratorio in questione era un ambiente ordinato e pulito, senza

traccia di ragnatele o di polvere, e perfino i topi apparivano puliti e ben curati. Su uno scaffale erano disposti alcuni testi di incantesimi, rilegati in colori neutri come il marrone e il grigio, mentre sei custodie per pergamene spuntavano da un contenitore progettato per contenerne molte di pi; in giro si vedevano inoltre molti vasi del genere usato per riporre i componenti per incantesimi, pochi dei quali parevano per utilizzati, e nel centro della stanza spiccava il tavolo di marmo su cui si supponeva che il maestro effettuasse i suoi arcani esperimenti, e che appariva pulito come uno dei tavoli del refettorio. Nel guardarsi intorno, Raistlin si sent pervadere da una profonda tristezza, perch quello era il laboratorio di un uomo privo di ambizione, nel quale la scintilla creativa era ormai stata soffocata, sempre che essa fosse mai stata accesa. Theobald non scendeva in questo laboratorio per creare ma perch voleva stare solo per leggere un libro, per gettare briciole ai topi chiusi nella loro gabbia o per schiacciare qualche foglia di origano da mettere nello stufato. Magari di tanto in tanto tirava anche fuori qualche pergamena, la cui magia poteva funzionare come poteva non farlo, senza che la cosa avesse per lui la minima importanza. Ti senti meglio, Gordo? chiese intanto il Maestro Theobald, muovendosi di qua e di l con aria piena d'importanza ma combinando ben poco. Ottimo, sapevo che ti saresti ripreso... ti sei agitato troppo, ecco tutto. Adesso prendi posto all'estremit del tavolo. Jon Farnish, tu siedi qui al centro. Raistlin? Dove diavolo... oh! Eccoti qui! esclam il maestro, scoccando a Raistlin un'occhiata in tralice. Cosa fai rintanato l nel buio? Vieni sotto la luce come ogni essere umano civile e prendi posto all'altra estremit del tavolo. S, l. Raistlin occup in silenzio il posto che gli era stato assegnato, mentre Gordo gli si sedeva di fronte con le spalle incurvate e l'aria tetra: il laboratorio si stava infatti rivelando un'amara delusione, ci che doveva fare cominciava a somigliare anche troppo ai consueti esercizi svolti in classe, e lui era risentito per il fatto che l sotto non ci fosse davvero un demone. Jon Farnish occup il proprio posto con un sorriso pieno di sicurezza, intrecciando con calma le mani sul tavolo davanti a s, e Raistlin sent di non aver mai odiato nessuno in tutta la sua vita con l'intensit con cui in quel momento stava odiando quel ragazzo. Ogni organo del suo corpo sembrava infatti essersi attorcigliato intorno agli altri, gli intestini si contraevano e si avviluppavano intorno allo

stomaco, il cuore martellava e premeva dolorosamente contro i polmoni, la bocca era arida, tanto arida che la gola gli si contrasse fino a farlo tossire, e le mani erano umide di sudore al punto che lui fu costretto ad asciugarle senza parere sulla camicia. Intanto il Maestro Theobald sedette a sua volta al tavolo con aria grave e solenne, dando l'impressione di non apprezzare l'atteggiamento sorridente di Jon Farnish in quanto si accigli e tamburell con un dito sul tavolo. Rendendosi conto dell'errore, Jon Farnish fece sparire il sorriso e divenne immediatamente grave e solenne quanto un gufo appollaiato sul cipresso di un cimitero. Cos va meglio, comment il maestro. Questa prova che state per sostenere una cosa piuttosto seria, nello stesso modo in cui lo sar la Prova a cui vi sottoporrete quando sarete cresciuti e pronti ad avanzare attraverso i diversi ranghi del sapere e del potere magici. Lo ripeto, questa una prova della massima importanza, perch se non doveste superarla non avrete mai l'opportunit di affrontare l'altra. Gordo reag con uno sbadiglio volutamente accentuato. La cosa migliore, prosegu il maestro, scoccandogli un'occhiata carica di rimprovero, sarebbe poter sottoporre a questa prova ogni bambino che chiede di entrare in una scuola di magia prima della sua ammissione, ma purtroppo questo non possibile perch per affrontarla necessario possedere una considerevole quantit di conoscenze arcane. Di conseguenza, il Conclave ha deciso che uno studente deve portare avanti i suoi studi per almeno sei anni prima di affrontare questa prova elementare, a cui vengono sottoposti tutti coloro che hanno seguito tale periodo di studi, anche se non hanno mai mostrato talento o inclinazione per la magia. Theobald sapeva bene che ogni studente che falliva la prova veniva messo sotto sorveglianza per il resto della sua vita, nell'eventualit improbabile ma pur sempre possibile che si trasformasse in un mago rinnegato che rifiutava di aderire alle leggi della magia determinate e imposte dal Conclave. I maghi rinnegati erano considerati a ragion veduta estremamente pericolosi e i membri stessi del Conclave provvedevano a dare loro la caccia. Dal momento che quei ragazzi non sapevano per neppure cosa fosse un mago rinnegato, il Maestro Theobald si trattenne saggiamente dal parlarne, consapevole che se lo avesse fatto Gordo sarebbe rimasto con i nervi a fior di pelle per il resto della sua vita. La prova semplice per chi possiede del talento, estremamente difficile

per chi non ne ha. Non dovrete pronunciare un incantesimo e neppure una formula magica, in quanto ci vogliono molti pi anni di studio e di duro lavoro prima di possedere la disciplina e il controllo necessari per attuare anche i pi rudimentali incantesimi. Questa prova serve soltanto a determinare se possedete o meno quello che nei tempi antichi veniva definito il "dono del dio". Naturalmente Theobald si stava riferendo agli antichi di della magia, i tre cugini Solinari, Lunitari e Nuitari, dei quali adesso non restava che il nome... almeno secondo il parere della maggior parte della popolazione di Ansalon. Quei nomi erano correlati ciascuno ad una delle lune, quella argentea, quella rossa e quella che si supponeva nera e che tutti sapevano non esistere davvero, anche se si diceva che quanti si votavano all'oscurit fossero in grado di vederla. Cauti nei confronti dell'opinione pubblica, consapevoli di non essere universalmente apprezzati o ritenuti degni di fiducia, i maghi evitavano di lasciarsi coinvolgere in discussioni religiose e insegnavano ai loro allievi che le lune influenzavano la magia pi o meno nello stesso modo in cui influenzavano le maree, un fenomeno fisico che non aveva in s nulla di spirituale o di mistico. Raistlin per non poteva fare a meno di chiedersi se gli di se ne fossero davvero andati dal mondo, lasciando soltanto le loro luci ad ardere nel buio della notte. Non era possibile che quelle luci fossero invece il bagliore di attenti occhi immortali? Intanto il Maestro Theobald si era girato verso alcuni scaffali di legno che aveva alle spalle e aveva aperto un cassetto, tirando fuori tre strisce di pelle d'agnello e posandone una davanti a ciascuno dei ragazzi. Dopo il discorso del maestro, Jon Farnish stava ora mostrando di prendere la cosa molto sul serio, mentre Gordo appariva cupo e rassegnato, desideroso soltanto che quella prova finisse e che gli fosse permesso di tornare dai suoi compagni. Probabilmente stava gi elaborando mentalmente le menzogne che avrebbe raccontato loro in merito al contenuto del laboratorio del maestro. Raistlin dal canto suo esamin con attenzione la striscia di pelle d'agnello, lunga quanto il suo braccio e tanto morbida da indicare che non era mai stata usata. Sistemati una penna e un calamaio davanti a ciascuno dei tre ragazzi, il maestro infine si appoggi allo schienale della sedia con le mani intrecciate sullo stomaco.

Adesso, annunci in tono solenne e stentoreo, scriverete su questa pelle d'agnello le parole Io, Magus. Soltanto questo, maestro? chiese Jon Farnish. Soltanto questo. Come si scrive "Magus"? volle sapere Gordo, che si stava contorcendo e tormentava con i denti l'estremit della penna. Questo fa parte della prova! ritorse Theobald, fissandolo con espressione di rimprovero. Cosa... cosa succeder se lo scriviamo nel modo giusto, maestro? chiese Raistlin, con voce che stent a riconoscere come la propria. Se avete del talento succeder qualcosa, altrimenti non accadr nulla, replic il maestro, senza guardare nella sua direzione mentre parlava. Pur non sapendo spiegare come facesse ad esserne certo, Raistlin si rese allora conto che Theobald voleva che lui fallisse la prova. Il Maestro non lo aveva in simpatia, ma questo non era un motivo sufficiente, quindi lui dedusse che quell'avversione doveva derivare dalla gelosia che Theobald provava nei confronti del suo mentore, Antimodes... una consapevolezza che serv soltanto ad accentuare la sua determinazione mentre impugnava la penna, che era nera in quanto tolta a un corvo. Le penne usate per stilare le diverse pergamene erano dei tipi pi svariati: una penna d'aquila o una di cigno erano estremamente potenti, mentre una penna d'oca serviva soltanto per gli scritti comuni di ogni giorno e veniva usata per la magia unicamente in casi d'emergenza. Una penna di corvo era d'altronde utile per quasi ogni tipo di magia, anche se alcune fra le Vesti Bianche pi fanatiche trovavano da ridire sul suo colore. L'odore dell'inchiostro gli ricord Antimodes, e quel giorno in cui questi aveva lodato il suo lavoro. Ascoltando di nascosto una conversazione fra il maestro e suo padre, Raistlin aveva scoperto gi da tempo che era Antimodes, e non il Conclave, a pagare il suo sostentamento scolastico, contrariamente a ci che l'arcimago lo aveva indotto a credere: adesso questa prova avrebbe rivelato se lui aveva visto giusto o meno nel fare quell'investimento. Raistlin si accinse ad intingere la penna nell'inchiostro ma poi esit e si sent assalire da un brivido che era quasi di panico, mentre tutto ci che gli era stato insegnato pareva scivolargli via dalla mente come burro che si sciogliesse in una padella rovente: non riusciva pi a rammentare come si scrivesse Magus! La penna prese a tremargli fra le dita sudate e lui scocc

un'occhiata in tralice ai suoi due compagni da sotto le ciglia abbassate. Ho finito, annunci intanto Gordo. Le sue dita erano coperte d'inchiostro e lui era riuscito a sporcarsi anche la faccia, dove chiazze scure nascondevano ora le lentiggini; sulla pergamena che stava ora tenendo sollevata, lui aveva scritto inizialmente la parola Magos, che poi aveva affrettatamente cancellato dopo aver dato un'occhiata di nascosto alla pergamena di Jon Farnish, scrivendo accanto ad essa Magus. Ho finito, ripet ad alta voce. Adesso cosa succede? Per te, nulla, ribatt il Maestro Theobald in tono severo. Ma ho scritto la parola esattamente come lui, protest Gordo, incupendosi. Non hai dunque imparato nulla, stupido ragazzo? domand in tono rabbioso il Maestro Theobald. Una parola magica deve essere scritta alla perfezione e nel modo corretto fin dalla prima volta. Stai scrivendo non soltanto con il sangue dell'agnello ma anche con il tuo, la magia scorre da te alla penna e da essa alla pergamena. Oh, al diavolo, borbott Gordo, spingendo la pelle d'agnello gi dal tavolo. Jon Farnish stava scrivendo con apparente facilit, con la penna che scivolava fluida sulla pelle d'agnello e con appena una macchia d'inchiostro sul dito indice; la sua scrittura appariva leggibile ma tendeva ad essere minuta e rattrappita. Intinta la penna nell'inchiostro, Raistlin inizi infine a scrivere a sua volta, stilando le parole Io, Magus in grandi lettere decise e angolose. Accanto a lui Jon Farnish si appoggi intanto all'indietro con un sospiro di soddisfazione e proprio mentre finiva a sua volta di scrivere Raistlin lo sent emettere un sussulto che lo indusse a sollevare lo sguardo. Le lettere sulla pelle di agnello davanti a Jon Farnish erano adesso pervase di un tenue chiarore rossastro, una scintilla appena nata che lottava per vivere. Accidenti! esclam Gordo, tanto impressionato da dimenticare quasi che l non c'erano demoni. Ben fatto, Jon, si compliment in tono espansivo il Maestro Theobald. Arrossendo di piacere, Jon Farnish abbass lo sguardo sulla pergamena e scoppi a ridere. Ce l'ho fatta! esclam. Il Maestro Theobald spost infine lo sguardo su Raistlin, e per quanto si

sforzasse di assumere un'espressione preoccupata non riusc a trattenersi dall'arricciare un angolo delle labbra nel constatare che le lettere nere sulla pergamena davanti a Raistlin rimanevano di quel colore. Serrando la penna con tanta violenza da spezzarla, Raistlin distolse lo sguardo dall'esultante Jon Farnish, cancell dalla propria attenzione lo sprezzante Gordo e il sogghignante trionfo del maestro, concentrandosi sulle lettere che componevano le parole Io, Magus, nel recitare una preghiera. Di della magia, se siete davvero degli di e non soltanto delle lune, non lasciate che fallisca, mormor dentro di s, rivolgendo lo sguardo verso il nucleo pi interiore del suo essere mentre giurava a se stesso: Ce la far! Nella mia vita nulla ha importanza tranne questo momento, il solo che esista per me: sono nato in questo momento, e se dovessi fallire esso sar anche quello della mia morte. Di della magia, aiutatemi! Io dedicher la mia vita a voi, vi servir sempre, porter gloria al vostro nome. Aiutatemi, per favore, aiutatemi!. Desiderava questo con troppa intensit, aveva lavorato troppo duramente e troppo a lungo per fallire. Facendo appello alla propria magia si concentr con tutte le sue energie e il suo fragile corpo cominci a risentire della tensione dandogli un senso di vertigine. Un globo di luce parve gonfiarsi fino a scindersi in tre, il pavimento si fece instabile sotto i suoi piedi e infine lui abbandon la testa sul tavolo di pietra, in preda alla disperazione. La pietra risult fredda e solida sotto la sua guancia accaldata mentre serrava le palpebre sugli occhi velati di lacrime roventi... e scopriva di poter continuare a vedere i tre globi di luce magica. Con suo stupore, constat poi che all'interno di ciascuno di essi c'era una figura. La prima era quella di un giovane avvenente avvolto in vesti bianche che scintillavano di un bagliore argenteo; il suo fisico era forte e muscoloso, degno di un guerriero, e lui teneva in mano un bastone di legno sovrastato da un artiglio di drago dorato che stringeva un diamante. Anche la seconda figura era quella di un giovane, ma questi era tutt'altro che avvenente e appariva invece grottesco, con il volto rotondo come una luna e gli occhi che erano aridi pozzi vuoti e bui; avvolto in vesti nere, il secondo giovane teneva in mano un globo di cristallo nel quale vorticavano cinque teste di drago: una rossa, una verde, una blu, una bianca e una nera.

In mezzo ai due c'era poi una bellissima donna dai capelli neri come le ali di un corvo e striati di bianco; le sue vesti erano rosse come il sangue e fra le braccia lei teneva un grosso volume rivestito in cuoio. I tre apparivano del tutto diversi e tuttavia stranamente simili. Sai chi siamo? chiese l'uomo vestito di bianco. Raistlin annu con esitazione in quanto conosceva quei tre, anche se non avrebbe saputo spiegare perch o come facesse a conoscerli. Tu ci rivolgi le tue preghiere, e tuttavia molti pronunciano il nostro nome con le labbra ma non con il cuore. Credi davvero in noi? domand la donna in rosso. Raistlin riflett per un momento sulla domanda. Siete venuti da me, giusto? ribatt quindi. La sua risposta sfacciata parve contrariare il dio della luce e quello dell'oscurit, in quanto l'uomo con la faccia simile ad una luna si fece pi freddo e quello vestito di bianco s'incup. La donna dalle vesti rosse si mostr per soddisfatta e gli sorrise. Sei molto giovane afferm in tono severo Solinari. Comprendi la promessa che ci hai fatto? La promessa di adorarci e di glorificare il nostro nome? Se lo farai andando contro le credenze di tanti, questo potrebbe porti in mortale pericolo. Lo capisco, rispose senza esitazione Raistlin. Sei pronto a fare i sacrifici che noi ti richiederemo? volle sapere Nuitari, con voce tagliente come schegge di ghiaccio. Sono pronto, annu Raistlin con voce salda, pensando fra s che quei tre non potevano certo chiedergli pi di quanto avesse gi dato. I tre per percepirono anche quella parte silenziosa della sua risposta e Solinari scosse il capo, mentre Nuitari sfoggi un sorriso dall'aria estremamente sinistra. Lunitari invece contempl Raistlin con aria divertita e scoppi in una risata che lo esalt e al tempo stesso lo lasci turbato. Tu non capisci, dichiar la dea, e se potessi prevedere quello che ti verr richiesto in futuro fuggiresti da questo posto per non tornarvi mai pi. Tuttavia, noi ti abbiamo osservato e siamo rimasti impressionati da te, quindi asseconderemo la tua richiesta ad una condizione: ricorda sempre che ci hai visti e ci hai parlato, non rinnegare mai la tua fede in noi, altrimenti noi rinnegheremo te. I tre globi di luce si fusero in uno solo che somigliava molto ad un occhio, con il bordo bianco, l'iride rossa e la pupilla nera, poi l'occhio si

chiuse una volta e nel riaprirsi si fece dilatato e fisso. Le parole Io, Magus, nere sullo sfondo della bianca pelle di agnello, erano adesso tutto ci che Raistlin riusciva a vedere. Ti senti male, Raistlin? domand la voce del maestro, che pareva scaturire da una nebbia umida. Taci! sussurr Raistlin. Possibile che quello stolto non si fosse accorto che essi erano l? Che non fosse consapevole che i tre di stavano guardando e aspettando? Io, Magus mormor, imprimendosi quelle parole nel sangue e nel cuore. D'un tratto le lettere nere presero a scintillare di un bagliore rossiccio, come una spada infilata nel fuoco della fucina di un fabbro, poi la loro luce si fece sempre pi intensa fino a quando le parole lo, Magus apparvero scritte in lettere di fiamma. Dopo un momento la pelle d'agnello anner, si arricci su se stessa e si consum, e soltanto allora il fuoco infine si estinse. Spossato, Raistlin si accasci sul proprio sgabello: davanti a lui sul tavolo di pietra c'erano adesso soltanto una chiazza bruciacchiata e qualche frammento di cenere unta, mentre nel suo animo ardeva un fuoco che non si sarebbe pi spento, forse neppure con la sua morte. D'un tratto fu scosso da un rumore, una sorta di strano gracchiare soffocato, e infine si accorse che il Maestro Theobald, Gordo e Jon Farnish lo stavano fissando tutti e tre con gli occhi sgranati e la bocca aperta. Adesso posso andare, signore? chiese, scivolando gi dal proprio sgabello. Theobald annu in silenzio, incapace di parlare. In seguito, nel raccontare quegli eventi davanti al Conclave, lui rifer dei notevoli risultati ottenuti nel corso della prova da uno dei suoi giovani allievi, aggiungendo con adeguata modestia che quei risultati erano frutto della propria abilit di insegnante, che aveva senza dubbio ispirato il giovane allievo e dato simili esiti. Gli altri maghi lo ascoltarono con scetticismo, perch per quanto ne sapevano non era mai successa una cosa del genere e trovavano difficile credere che un giovane allievo potesse essere tanto dotato. Uno di essi, per, gli credette... Antimodes, che in seguito si premur di informare Par-Salian, il quale annot l'incidente con un asterisco accanto al nome di Raistlin sul libro dove registrava ogni studente di magia di Ansalon. Quella notte, quando gli altri ormai dormivano, Raistlin si avvolse nello

spesso mantello e sgusci fuori. La neve aveva smesso di cadere, le stelle e le lune erano sparse come i gioielli di una ricca dama sulla coltre nera del cielo, sulla quale Solinari scintillava come un diamante, Lunitari splendeva come un rubino e Nuitari, tutta ebano e onice, restava invisibile. Lui per sapeva che essa era l, con le altre. Tutt'intorno la neve brillava candida, pura e intatta sotto la luce soffusa delle stelle e delle lune, gli alberi proiettavano ombre doppie che striavano il bianco di nero sfumato di rosso sangue. Sollevando lo sguardo verso le lune, Raistlin scoppi a ridere, una risata stentorea che echeggi in mezzo agli alberi e che sal fino al cielo, poi si lanci di corsa nel bosco calpestando l'intatta coltre d neve e lasciando su di essa le proprie impronte, il proprio marchio. LIBRO TERZO La magia nel sangue, scorre dal cuore, e ogni volta che la usi una parte di te se ne va con essa. Soltanto quando sarai pronto a donare qualcosa di te senza ricevere nulla in cambio sarai in grado di utilizzarla. THEOBALD BECKMAN, MAESTRO CAPITOLO PRIMO Seduto sullo sgabello, nell'aula, Raistlin era chino sul proprio banco e intento a copiare faticosamente un incantesimo. Si trattava di un incantesimo del sonno, semplice per un mago esperto ma ancora fuori dalla portata di un sia pur precoce ragazzo di sedici anni... cosa che lui sapeva bene perch aveva gi tentato di usare l'incantesimo in questione anche se gli era stato proibito di farlo. Armato del suo elementare libro d'incantesimi, che aveva contrabbandato fuori della scuola sotto la propria camicia, e dei necessari componenti, Raistlin aveva tentato di usare l'incantesimo del sonno sul suo spaventato ma fedele fratello: aveva recitato le parole e lanciato la sabbia verso la faccia di Caramon, poi aveva atteso i risultati. Smettila, Caramon! Abbassa le mani!. Ma Raist! Ho la sabbia negli occhi!. Dovresti esserti addormentato!. Mi dispiace Raist, evidentemente non sono stanco. quasi ora di

cena. Con un profondo sospiro, Raistlin aveva riportato il libro degli incantesimi al suo posto sotto il banco e il vasetto contenente la sabbia nel laboratorio, ed era stato costretto ad ammettere suo malgrado che forse il Maestro Theobald sapeva quello che diceva... almeno in questo particolare caso: usare un incantesimo richiedeva qualcosa di pi oltre alle parole e alla sabbia, perch se fossero bastati la formula e i componenti anche Gordo sarebbe diventato un mago invece di essere impegnato adesso a macellare pecore. La magia viene dall'interno, aveva affermato il Maestro Theobald, comincia al centro del vostro essere e scorre verso l'esterno. Le parole intercettano la magia che fluisce dal cuore verso il cervello e da l alla bocca, e nel pronunciarle voi date alla magia forma e sostanza, attivando l'incantesimo. Parole pronunciate da una bocca vuota servono invece soltanto a muovere le labbra. Anche se aveva il sospetto che il Maestro Theobald avesse attinto quella lezione dalle opere di qualcun altro (e in effetti molti anni pi tardi l'avrebbe ritrovata identica su un testo scritto da Par-Salian), Raistlin era rimasto impressionato da quelle parole e le aveva annotate con cura sul frontespizio del suo libro d'incantesimi. Quel discorso era adesso al centro dei suoi pensieri mentre lui copiava per la centesima volta l'incantesimo su un pezzo di carta per prepararsi poi a ricopiarlo sul suo libro di studio, un volume rilegato in cuoio che veniva dato a ogni mago novizio che aveva superato la prova iniziale. Il novizio doveva copiare su quel libro ogni incantesimo che imparava a memoria; inoltre doveva sapere come pronunciarne correttamente le parole e come scriverle su una pergamena, doveva conoscere e raccogliere i componenti necessari per attivarlo. Ogni trimestre, il Maestro Theobald metteva alla prova i novizi, nella scuola ce n'erano attualmente due, Raistlin e Jon Farnish, riguardo agli incantesimi che avevano imparato, e se conseguivano risultati tali da soddisfarlo essi ottenevano il permesso di trascrivere l'incantesimo sul loro libro. Appena il giorno prima, alla fine del trimestre di primavera, Raistlin aveva superato con facilit la prova relativa al nuovo incantesimo, mentre Jon Farnish aveva fallito perch aveva sbagliato a trascrivere due lettere della terza parola. Il Maestro Theobald aveva quindi dato a Raistlin il permesso di copiare l'incantesimo, quello stesso incantesimo del sonno che lui aveva gi tentato di utilizzare, sul suo libro, mentre aveva ordinato a

Jon Farnish di riscriverlo duecento volte fino a quando non fosse riuscito a comporre correttamente ogni parola. Ormai Raistlin conosceva l'incantesimo del sonno tanto da poterlo recitare in avanti o a ritroso e da poterlo scrivere anche stando a testa in gi e piedi in aria, ma nonostante questo non era in grado di attivarlo. Era arrivato perfino a pregare gli di della magia, chiedendo che lo aiutassero come avevano fatto nel corso della prova iniziale, ma essi non avevano risposto al suo appello. Raistlin per non dubitava degli di ma di se stesso, in quanto era convinto che ci fosse qualche pecca dentro di lui, qualcosa che stava facendo nel modo sbagliato; di conseguenza, invece di copiare l'incantesimo sul suo libro, stava facendo la stessa fatica di Jon Farnish, riscrivendo meticolosamente le parole lettera per lettera fino a convincersi di non aver commesso un solo errore. Un'ampia ombra cadde d'un tratto sul foglio che aveva davanti. S, maestro? chiese Raistlin, sollevando lo sguardo e non riuscendo a nascondere del tutto la propria irritazione per essere stato interrotto. Molto tempo prima, lui si era reso conto di essere pi intelligente del Maestro Theobald e pi dotato di talento per la magia, e se rimaneva ancora nella scuola era soltanto perch non aveva dove andare e perch era evidente che aveva ancora molto da imparare. Quanto al Maestro Theobald, era palese che sapeva attivare soltanto l'incantesimo del sonno. Sai che ore sono? domand Theobald. ora di cena, e dovresti essere nel refettorio con gli altri ragazzi. Ti ringrazio, Maestro, ma non ho fame, rispose con scarsa gentilezza Raistlin, tornando a concentrarsi sul suo lavoro. Il Maestro Theobald si accigli: essendo un uomo ben nutrito, che amava le carni e la birra di qualit, non riusciva a comprendere una persona come Raistlin, per il quale il cibo era soltanto un combustibile che permetteva al corpo di continuare a funzionare e niente di pi. Sciocchezze, devi mangiare, ribatt infine. Cosa stai facendo di tanto importante da indurti a voler saltare un pasto? chiese quindi, pur potendo vedere alla perfezione quello che Raistlin stava facendo. Sono impegnato a copiare questo incantesimo, Maestro, replic Raistlin, serrando i denti di fronte all'idiozia di quell'uomo. Non mi sento ancora pronto a riportarlo sul mio libro. Il Maestro Theobald abbass lo sguardo sui pezzi di carta sparsi sul banco e ne prese prima uno, poi un altro.

Ma questi testi sono accettabili... anzi, sono decisamente buoni! obiett. No, ci deve essere qualcosa di sbagliato! esclam con impazienza Raistlin. Altrimenti dovrei poter essere in grado di usare.... Non aveva avuto intenzione di dire nulla di simile, quindi si morse la lingua e lasci in sospeso la frase, fissando con occhi roventi le proprie dita sporche d'inchiostro. Ah! comment il Maestro Theobald, con un accenno di sorriso che Raistlin non not perch non stava guardando verso di lui. Dunque hai tentato di usare l'incantesimo, vero?. Raistlin non rispose. Se avesse potuto usare un incantesimo in quel momento avrebbe evocato dei demoni dall'Abisso e ordinato loro di trascinare via il Maestro Theobald. Intanto Theobald s'inarc all'indietro e intrecci le dita sullo stomaco, com'era solito fare quando stava per lanciarsi in una delle sue conferenze. Devo dedurre che non ha funzionato, e la cosa non mi sorprende, cominci. Sei decisamente troppo orgoglioso, giovanotto, troppo concentrato su te stesso e compiaciuto dei tuoi risultati. Tu sei portato a prendere e non a dare, tutto affluisce dentro di te e nulla ne esce. La magia nel sangue, scorre dal cuore, e ogni volta che la usi una parte di te se ne va con essa. Soltanto quando sarai pronto a donare qualcosa di te senza ricevere nulla in cambio sarai in grado di utilizzarla. Raistlin sollev il capo e lo scosse per allontanare dal volto i lunghi capelli castani e lisci, poi fiss lo sguardo davanti a s, perch detestava che gli si tenessero delle prediche di quel genere. S, Maestro, disse soltanto, in tono freddo e impassibile. Grazie, Maestro. In questo momento sei seduto in sella ad un cavallo molto alto, giovanotto, ribatt il maestro, con un verso di riprovazione, e un giorno cadrai a terra. Se la caduta non ti uccider, forse da essa imparerai qualcosa. Adesso vado a cena, perch ho fame, concluse. Raistlin torn a concentrarsi sul suo lavoro con un sorriso sprezzante sulle labbra. CAPITOLO SECONDO Quell'estate in cui i gemelli compirono sedici anni, la vita della famiglia Majere continu a migliorare, in quanto Gilon era stato assunto perch

aiutasse a tagliare una macchia di pini sui pendii del Picco dell'Occhio che Prega; quella propriet apparteneva ad un nobile che era intenzionato a far trasportare il legname a nord per costruire una recinzione piuttosto grande, il che faceva supporre che quel lavoro ben pagato sarebbe durato a lungo. Caramon ormai lavorava a tempo pieno per il sempre pi prospero Fattore Sedge, che aveva ampliato le proprie terre e adesso spediva grano, frutta e verdure ai mercati di Haven; Caramon veniva pagato con una porzione del raccolto che lui in parte rivendeva e in parte portava a casa. Quanto alla Vedova Judith, ormai era considerata un membro della famiglia e anche se aveva una sua piccola casa a tutti gli scopi pratici viveva presso i Majere perch era diventata indispensabile a Rosamun, che a sua volta era molto migliorata e non cadeva pi in quei suoi stati di trance ormai da parecchi anni. Lei e la vedova svolgevano insieme i lavori domestici e andavano spesso a fare visite. Se avesse saputo in cosa consistevano esattamente quelle visite, forse Gilon si sarebbe preoccupato per sua moglie, ma lui supponeva che Rosamun e la vedova non facessero altro che scambiare pettegolezzi con i vicini e non poteva immaginare la verit, a cui del resto avrebbe stentato a credere. Gilon e Caramon infatti trovavano entrambi simpatica la Vedova Judith, al contrario di Raistlin che invece la detestava sempre di pi, forse perch durante l'estate restava a casa insieme a lei mentre suo padre e suo fratello erano assenti. Essendo presente, lui poteva vedere l'influenza che la vedova aveva su sua madre e ne diffidava, anche perch spesso al suo sopraggiungere entrambe interrompevano bruscamente la conversazione che stavano portando avanti in toni sommessi. Pi di una volta lui aveva cercato di origliare nella speranza di sentire cosa le due donne si stessero dicendo, ma la Vedova Judith aveva un udito eccellente e di solito riusciva sempre a scoprire la sua presenza. Un giorno, tuttavia, le due donne erano sedute al tavolo di cucina, sotto una finestra fuori della quale erano disposti a raffreddare parecchi pasticci, e nell'avvicinarsi dall'esterno, con il frusciare delle foglie dei vallenwood che nascondeva il rumore dei suoi passi, Raistlin si arrest nell'ombra quando sent le loro voci. Il Sommo Sacerdote non contento di te, Rosamund Majere. Oggi ho ricevuto una sua lettera, nella quale lui si chiede per quale motivo tu non abbia ancora portato tuo marito e i tuoi figli nelle braccia di Belzor. La risposta di Rosamun risult mite e sulla difensiva: lei afferm infatti di averci provato e di aver parlato diverse volte di Belzor a Gilon, che per

si era limitato a ridere di lei, affermando di non aver bisogno di aver fede in nessun dio perch gli bastava avere fede in se stesso e nella forza del suo braccio destro. Quanto a Caramon, aveva risposto che era senz'altro disposto a partecipare alle riunioni dei Belzoriti, soprattutto se in esse veniva servito del cibo. E per quel che riguardava Raistlin... la voce di Rosamun si spense e lei non concluse la frase. Per quel che lo concerneva, Raistlin era impaziente di sentire qualcosa di pi, ma in quel momento la Vedova Judith si alz per controllare i pasticci e lo vide fermo vicino all'angolo della casa: per un solo momento lei e Raistlin si fissarono a vicenda senza tradire nessun sentimento tranne una reciproca ostilit, poi la vedova spost all'interno i pasticci e chiuse le imposte mentre Raistlin si avviava di nuovo attraverso il giardino, chiedendosi chi mai fosse questo Belzor e perch volesse abbracciare lui e la sua famiglia. una cosa che interessa la mamma, spieg Caramon, quando lui lo interrog al riguardo. Sai, una di quelle cose di donne. Si riuniscono tutte insieme e parlano, ma non so di cosa, perch l'unica volta che ci sono andato mi sono addormentato. Rosamun non accennava mai a Belzor con Raistlin, che ne era deluso e che arriv a prendere in considerazione l'idea di sollevare lui stesso l'argomento, trattenendosi soltanto a causa del timore che questo potesse comportare un colloquio con la Vedova Judith, che lui evitava il pi possibile. Dal momento che il maestro era lontano per la sua annuale visita al Conclave e che la scuola era chiusa per l'estate, Raistlin prese a trascorrere le sue giornate seminando e curando l'orto per incrementare la sua collezione di erbe, perch la sua conoscenza in quel campo cominciava a creargli una certa reputazione presso i vicini e vendendo le erbe che non gli servivano poteva contribuire a sua volta al mantenimento della famiglia. Preso in queste attivit, ben presto si dimentic di Belzor. Quell'estate la famiglia Majere visse nella felicit e nella prosperit... un'estate che i gemelli avrebbero sempre ricordato luminosa e dorata, soprattutto se paragonata all'oscurit che stava per farvi seguito. Raistlin e Caramon stavano percorrendo a piedi la strada che portava a Solace, di ritorno dalla fattoria del Fattore Sedge; Caramon infatti aveva appena concluso la sua giornata di lavoro, e Raistlin si era recato dal fattore per consegnargli un fascio di lavanda secca, il cui aroma gli permeava ancora i vestiti. Dopo quel giorno, Raistlin non sarebbe mai pi

riuscito a sopportare l'odore della lavanda. Quando i due giovani erano ormai nelle vicinanze di Solace un bambino li vide arrivare e cominci ad agitare le braccia per poi spiccare la corsa lungo la strada polverosa per andare loro incontro. Salve, giovane Ned, lo salut Caramon, che conosceva tutti i bambini della citt. In questo momento non posso giocare a Palla Orchetto con te, ma forse dopo cena potremmo.... Zitto, Caramon, ingiunse Raistlin in tono secco, notando che il bambino aveva gli occhi sgranati e solenni come quelli di un piccolo gufo. Non vedi che c' qualcosa che non va? Cosa c'? Cosa successo?. C' stato un incidente, riusc ad ansimare il bambino, che aveva il respiro affannoso. Vostro... vostro padre.... Forse avrebbe aggiunto dell'altro, ma d'un tratto si trov a corto di ascoltatori perch i due gemelli avevano spiccato la corsa alla volta di casa. Per un breve tratto Raistlin corse pi in fretta che pot, ma neppure la paura e l'adrenalina riuscirono a costringere il suo fragile corpo a mantenere a lungo quello sforzo e ben presto le forze gli vennero meno, costringendolo a rallentare il passo. Caramon continu invece a correre finch non si rese conto dopo qualche momento di essere rimasto solo e si ferm per guardarsi alle spalle in cerca del fratello, che gli segnal con un cenno di proseguire. Caramon esit, con un'espressione preoccupata che pareva chiedere a Raistlin se era davvero sicuro, a cui lui rispose con uno sguardo di conferma. Annuendo, Caramon si gir e riprese a correre, mentre Raistlin proseguiva pi in fretta che poteva, con l'ansia che gli serrava lo stomaco e lo raggelava al punto da farlo rabbrividire nonostante il caldo sole estivo... una reazione che lo colse di sorpresa, perch non si era aspettato che gli importasse tanto di suo padre. Gilon era stato trasportato dal Picco dell'Occhio che Prega fino a Solace a bordo di un carro, e al suo arrivo Raistlin lo trov ancora adagiato in fondo al veicolo, intorno a cui si era raccolta una piccola folla perch quando si era diffusa la notizia dell'incidente quasi tutti gli abitanti della citt che erano in grado di lasciare il proprio lavoro erano accorsi sul posto e stavano ora fissando lo sfortunato Gilon con un misto di curiosit e di orrore. Piangente, Rosamun era vicina al carro con la mano insanguinata del marito stretta nella propria e con accanto la Vedova Judith.

Abbi fede in Belzor, stava dicendo la vedova, abbi fede e lui sar guarito. Abbi fede. Io ho fede, continuava a ripetere Rosamun, pallida fino alle labbra. Io ho fede. Oh, mio povero marito, presto starai bene. Io ho fede.... Le persone raccolte intorno al carro si scambiarono un'occhiata e scossero il capo, mentre qualcuno andava a chiamare il proprietario della stalla, che passava per un esperto nel curare le fratture; nel frattempo, Otik accorse dalla locanda, con un'espressione tesa e dolente sul volto grassoccio, portando con s una caraffa del suo brandy migliore che era la sua offerta abituale ogni volta che si verificava un'emergenza medica. Legate Gilon su una barella e lo porteremo su per le scale, disse la Vedova Judith. A casa sua guarir meglio. Tu sei pazza, donna! esclam un nano che risiedeva in citt e che Raistlin conosceva di vista, fissando la vedova con occhi roventi. Sballottarlo in quel modo lo uccider di certo. Lui non morir! esclam di rimando la Vedova Judith. Belzor lo salver. I cittadini raccolti intorno al carro si scambiarono altre occhiate, e qualcuno assunse un'aria scettica mentre altri si fecero attenti e interessati. In tal caso meglio che tu provveda in fretta, borbott il nano, alzandosi in punta di piedi per sbirciare dentro il carro. Lascia vedere anche me, Flint! strill un kender che gli era accanto, saltando su e gi. Voglio vedere!. Caramon intanto era salito sul carro e si era accoccolato accanto a Gilon, ansioso, impotente e pallido in volto quasi quanto il ferito, mentre un gemito sommesso e quasi animalesco gli sfuggiva dalle labbra alla vista delle spaventose lesioni riportate da suo padre, che aveva le costole spezzate e sporgenti attraverso la carne e una gamba ridotta ad un ammasso di sangue e di ossa. Senza badare al figlio sconvolto, Rosamun continuava a serrare la mano di Gilon nella propria e a dichiarare la propria fede in un frenetico sussurro. Raist! chiam infine Caramon, con voce spenta, guardandosi intorno in preda al panico. Sono qui, fratello, si affrett a rispondere Raistlin, salendo a sua volta sul carro per raggiungere Caramon. Raist! ripet questi, aggrappandosi alla mano del gemello con gratitudine ed emettendo un tremante sospiro. Cosa possiamo fare? Ci

deve essere qualcosa che si possa tentare! Pensaci, Raist!. Non c' nulla che possiate fare, figliolo, intervenne il nano in tono gentile. Nulla tranne augurare a vostro padre ogni bene nel suo viaggio imminente. Non appena ebbe esaminato il ferito, Raistlin si rese conto che il nano aveva ragione e che era addirittura incredibile che Gilon fosse sopravvissuto tanto a lungo. Ho sentito dire che nei tempi antichi, prima del Cataclisma, ad Ansalon c'erano dei chierici che pregavano i loro di e grazie al loro intervento potevano risanare ferite spaventose come queste sugger Otik, accorgendosi che nessuno voleva il suo brandy. Quei chierici sono misteriosamente svaniti subito prima che gli di scagliassero gi la montagna infuocata e non sono pi ritornati. Questo uno dei motivi per cui la gente afferma che neppure gli di hanno pi fatto ritorno. Belzor qui! esclam con voce acuta la Vedova Judith. Belzor risaner quest'uomo!. Belzor se la sta prendendo comoda, pens con amarezza Raistlin. Padre! chiam al tempo stesso Caramon. Nel sentire la sua voce Gilon mosse gli occhi, non era infatti in grado di spostare la testa, e cerc i figli con lo sguardo. Abbiate cura... di vostra madre, riusc a sussurrare, mentre una schiuma insanguinata gli affiorava alle labbra. Singhiozzando, Caramon si nascose il volto con una mano. Lo faremo, padre, promise Raistlin. Soffermandosi con lo sguardo sui figli, Gilon accenn un fugace sorriso, poi guard verso Rosamun e tent di dire qualcosa ma fu assalito da un tremito di agonia: chiudendo gli occhi, emise un gemito possente e giacque immobile. Che Reorx lo accompagni, mormor il nano, togliendosi il cappello con fare solenne e accostandoselo al petto. Che tristezza, quel poveretto morto! esclam il kender, con una lacrima che gli colava lungo la guancia. Quella era la prima volta che Raistlin si veniva a trovare cos vicino alla morte, che lui percep come una presenza fisica che stesse passando in mezzo a loro con le ali scure allargate a ricoprirli, una sensazione che gli diede l'impressione di essere piccolo e insignificante, nudo e vulnerabile. Era stato tutto cos improvviso: appena un'ora prima Gilon stava camminando in mezzo agli alberi senza un pensiero al mondo tranne forse

cosa avrebbe mangiato quella sera per cena, e adesso era immerso nell'oscurit infinita ed eterna, nella quale ci che pi spaventava non era tanto l'assenza di luce quanto l'assenza di pensiero, di conoscenza e di comprensione. Le loro vite, le vite dei vivi, sarebbero continuate, il sole sarebbe sorto come sempre, le lune avrebbero brillato nel cielo, loro avrebbero riso e parlato, ma Gilon non ne avrebbe saputo nulla, non avrebbe provato nulla. Era una cosa definitiva che con il tempo si sarebbe abbattuta su ognuno di loro. Raistlin sapeva che avrebbe dovuto provare dolore per la morte di suo padre, ma in quel momento non riusciva a provarne che per se stesso, per la propria mortalit, e questo lo indusse a voltare le spalle al cadavere devastato, soltanto per trovarsi davanti a sua madre che continuava a stringere la mano senza vita del marito, accarezzandola e incitandolo a parlarle. Caramon, dobbiamo pensare a nostra madre e portarla in casa, avvert Raistlin, in tono urgente. Quando guard verso Caramon, scopr per che anche lui aveva bisogno di aiuto, in quanto si era accasciato accanto al corpo del padre ed era adesso scosso da violenti e angosciati singhiozzi. Protendendosi, gli pos allora una mano sul braccio in un gesto di conforto e subito la grossa mano di Caramon si serr in maniera convulsa intorno alla sua, stringendo cos forte da impedirgli di liberarsi; lui dal canto suo non aveva nessun desiderio di ritrarsi perch trovava conforto in quel contatto fraterno, ma al tempo stesso non gli piaceva l'espressione folle che stava vedendo sul volto di sua madre. Avanti, mamma, permetti alla Vedova Judith di portarti in casa, sugger. No, no! grid Rosamun, con voce frenetica. Non posso lasciare vostro padre, lui ha bisogno di me!. Mamma, replic Raistlin, che cominciava ad essere spaventato da quella reazione, nostro padre morto e non c' altro.... Morto! ripet Rosamun, con aria sconcertata. Morto? No, non possibile! Io ho fede! esclam quindi, gettandosi sul marito e afferrandolo per la camicia intrisa di sangue. Gilon! Svegliati!. La testa di Gilon scivol da un lato e un rivoletto di sangue gli col dalla bocca. Io ho fede, ripet Rosamun, in un gemito affranto, guardandosi le

mani ora sporche di sangue quanto la camicia. Mamma, per favore, va' in casa, implor Raistlin, impotente. Prendendo le mani di Rosamun nelle proprie, Otik ne allent con gentilezza la presa e indusse la donna a spostarsi in modo da permettere ad un vicino di coprire il cadavere con una coperta. Ecco dimostrato quanto vale Belzor, comment intanto il nano, in tono sommesso ma tagliente. Non era stata sua intenzione farsi sentire dagli altri, ma la sua voce profonda e risonante arriv ugualmente all'orecchio di tutti coloro che gli erano vicini. Parecchi fra i presenti reagirono scuotendo il capo, e in qualche caso concedendosi un cupo sorriso quando pensavano che nessuno li stesse osservando, mentre altri assunsero un'espressione sconvolta. Dal momento del suo arrivo in citt, infatti, la Vedova Judith aveva svolto una notevole opera di proselitismo e aveva guadagnato alla sua fede un certo numero di convertiti, alcuni dei quali stavano ora fissando il morto con sgomento. Chi Belzor? chiese intanto il kender, con voce acuta e curiosa. Flint, tu conosci Belzor? Ci si aspettava davvero che guarisse questo poveretto? E perch credi che non lo abbia fatto?. Chiudi quella bocca, Tas, razza di pomolo di porta! ingiunse il nano con voce bassa e aspra. Quello era per lo stesso interrogativo che si stavano ponendo molti fra i neoconvertiti presenti, che ora stavano fissando la Vedova Judith in attesa di ricevere una risposta. La vedova, che non aveva certo perso la sua fede, fiss con espressione dura e astiosa il nano e scocc un'occhiata ancor pi rovente al kender, che stava sollevando un angolo della coperta per sbirciare con curiosit il cadavere. Forse stato risanato e noi non ce ne siamo accorti? sugger intanto il kender, con l'aria di volersi rendere utile. Lui non stato risanato! grid d'un tratto in tono dolente la Vedova Judith. Gilon Majere non stato risanato n mai lo sar. Di certo ve ne chiedete il perch... ebbene, non stato risanato a causa dei peccati di questa donna! dichiar indicando Rosamun. Sua figlia una prostituta, suo figlio uno stregone... colpa sua e dei suoi figli se Gilon Majere morto!. Il dito proteso della vedova ebbe su Rosamun lo stesso effetto di una lancia che le avesse trapassato il corpo: per un momento lei fiss Judith

con espressione sconvolta, poi url e si accasci gemendo sulle ginocchia, mentre Raistlin scattava in piedi e scavalcava il corpo di suo padre. Come osi? sibil in tono sommesso e minaccioso, rivolto alla vedova, mentre si aggrappava ad un lato del carro e balzava a terra. Vattene da qui! Lasciaci in pace! esclam quindi, quando si venne a trovare a faccia a faccia con la donna. Vedete? stridette la Vedova Judith, indietreggiando precipitosamente e spostando su Raistlin il proprio dito proteso. Lui malvagio! Obbedisce a di perversi!. Un fuoco incandescente divamp all'interno di Raistlin, consumando in lui il buon senso e la razionalit: adesso non poteva vedere altro che il bagliore di quelle fiamme e non gli importava di esserne distrutto a patto di poter annientare anche Judith. Raist! esclam una voce, poi una mano forte e salda si protese in mezzo alle fiamme per afferrarlo e trattenerlo. Raist, fermati!. Quella mano, la mano di suo fratello, trascin Raistlin fuori dal fuoco e un momento pi tardi il terribile bagliore incandescente che lo aveva accecato si spense, lasciandolo freddo e tremante, con il sapore della cenere in bocca. Non la toccare, Raist, stava dicendo Caramon, con voce arrochita dal pianto, tenendo le braccia possenti strette intorno alle spalle esili del suo gemello. Non dimostrare che ha ragione lei!. Pallida in volto, la vedova era indietreggiata fino ad addossarsi con le spalle ad un albero, ed ora si guard intorno per appellarsi ai suoi vicini. Avete visto anche voi, brava gente di Solace! Ha cercato di uccidermi. un mostro in vesti umane, ve lo dico io! Scacciate questa progenie del demonio e sua madre, allontanateli da Solace, dimostrate a Belzor che non tollerate una simile malvagit in mezzo a voi!. Silenziosa, cupa e impassibile in volto, la folla si spost lentamente in modo da formare un cerchio protettivo, con la famiglia Majere al suo centro... Rosamun ancora accasciata al suolo a testa china, Raistlin e Caramon l'uno accanto all'altro e vicini alla madre; sebbene non tornasse pi da anni presso la sua famiglia, Kitiara era stata invocata in spirito ed era a sua volta presente anche se solo nella mente dei suoi fratelli. Vicino ai suoi familiari, il corpo di Gilon giaceva nel carro sotto la coperta che si andava inzuppando del suo sangue. Esclusa dal cerchio, la Vedova Judith sfid la folla senza che nessuno parlasse.

Dopo qualche momento fra la calca si fece largo un uomo che Raistlin intravide solo in modo vago perch il fuoco che ancora covava sotto le ceneri dentro di lui gli offuscava la vista; nonostante questo, conserv nella memoria l'immagine di un uomo alto dal volto rasato, con lunghi capelli che gli coprivano gli orecchi per ricadere fino alle spalle. L'uomo, che indossava abiti di cuoio decorati da frange e portava un arco appeso alla spalla, avanz fino ad arrestarsi davanti alla Vedova Judith. Credo che sia tu quella che deve lasciare Solace, afferm con voce sommessa, senza minacciare ma limitandosi ad affermare un dato di fatto. Judith lo fiss con aria accigliata, poi scocc un'occhiata alla folla raccolta alle spalle dell'uomo. Intendete permettere a questo mezzosangue di parlarmi cos? domand. Tanis ha ragione, ribatt Otik, venendo avanti con la sua andatura dondolante e agitando la mano grassoccia in cui stringeva ancora la caraffa di brandy. Tornatene ad Haven, brava donna, e porta con te il tuo Belzor. Qui non abbiamo bisogno di lui perch possiamo pensare da soli alla nostra gente. Aiutate vostra madre, ragazzi, consigli intanto il nano, e non vi preoccupate per vostro padre perch penseremo noi a seppellirlo. Naturalmente vi avvertiremo quando sar tutto pronto, perch di certo vorrete essere presenti. Raistlin si limit ad annuire, troppo stanco per parlare, poi si chin per afferrare sua madre e farla rialzare. Lei per rimase inerte fra le sue braccia, accasciata e distrutta come una bambola di stracci che fosse stata lacerata da cani infuriati, e nel vederla guardarsi intorno con quell'espressione vacua che ricordava anche troppo bene, Raistlin sent il cuore che gli si contraeva nel petto. Mamma, chiam in tono sommesso. Adesso andremo a casa. Rosamun non rispose e non parve neppure averlo sentito mentre si accasciava inerte fra le sue braccia come un peso morto. Caramon? mormor Raistlin, sollevando lo sguardo verso il fratello. Con gli occhi colmi di lacrime, Caramon annu, e lo aiut a trasportare Rosamun in casa. CAPITOLO TERZO

Il mattino successivo, Gilon Majere venne sepolto sotto i vallenwood e un nuovo albero venne piantato sulla sua tomba com'era usanza presso gli abitanti di Solace. I suoi figli vennero a presenziare al rito funebre, ma sua moglie non si fece vedere. Sta dormendo e non abbiamo voluto svegliarla, spieg Caramon, arrossendo nel dire quella bugia. La verit era che non ci erano riusciti. Entro il pomeriggio tutti a Solace vennero a sapere che Rosamun Majere era scivolata in una delle sue trance, solo che questa volta era cos profonda che lei non era neppure in grado di sentire le voci che la chiamavano, per quanto potessero esserle care. I vicini vennero a porgere le loro condoglianze e a fornire suggerimenti che potessero aiutarla a riprendersi, e Raistlin prov a metterne in pratica qualcuno, come, per esempio, farle inalare vapori di ammoniaca, mentre ne ignor altri, come pungerla ripetutamente con uno spillo. O almeno li ignor in un primo tempo, quando la paura non aveva ancora cominciato a divorarlo. Non appena si venne a sapere che Rosamun rifiutava di mangiare, i vicini portarono cibi che destassero la sua golosit, e Otik arriv con un cesto immenso colmo di prelibatezze provenienti dalla Locanda dell'Ultima Casa, compresa una pentola fumante piena delle sue famose patate speziate in quanto lui era fermamente convinto che nessun essere vivente e pochissimi fra i non-viventi potessero resistere a lungo al loro meraviglioso profumo aromatizzato all'aglio. Caramon accett il cibo con un pallido sorriso e una sommessa parola di ringraziamento, ma non permise ad Otik di entrare in casa e blocc la soglia con il proprio corpo massiccio. Lei sta meglio? chiese Otik, protendendo il collo nel tentativo di vedere qualcosa da sopra la spalla di Caramon. Otik era un brav'uomo, uno dei migliori fra gli abitanti di Solace, e sarebbe stato pronto a rinunciare alla sua amata locanda se avesse saputo che questo poteva aiutare la donna malata, ma al tempo stesso amava fare pettegolezzi e adesso la tragica morte di Gilon e la strana malattia di sua moglie erano diventate argomento di dominio pubblico nella sala comune della sua locanda. Caramon infine riusc a chiudere la porta e per un momento rimase ad ascoltare i passi pesanti di Otik che si allontanavano sui ponti di assi, sentendolo fermarsi a tratti per parlare con parecchie donne della citt e

udendo menzionare spesso il nome di sua madre nella conversazione. Sospirando, port il cibo in cucina e lo ripose con il resto delle provviste. Disposte un po' di patate speziate in una ciotola vi aggiunse una succulenta fetta di prosciutto cotto nel sidro e riemp un bicchiere con del vino elfico con l'intenzione di portare il tutto a sua madre. Sulla soglia della sua stanza per si arrest incerto. Caramon amava sua madre perch questo era ci che ci si aspettava da un bravo figlio e lui era sempre stato un bravo figlio entro i limiti delle sue capacit. D'altro canto, non era mai stato troppo affiatato con sua madre e si era sempre sentito pi vicino a Kitiara che aveva fatto molto di pi per allevare lui e Raistlin. Pur provando compassione per Rosamun ed essendo estremamente preoccupato per lei, Caramon dovette quindi farsi coraggio per entrare nella sua stanza nello stesso modo in cui supponeva un giorno avrebbe dovuto farsi coraggio per andare in battaglia. La camera della malata era buia e calda, l'aria fetida era sgradevole da respirare e da annusare. Supina sul letto, Rosamun sembrava fissare davanti a s senza vedere nulla, e tuttavia pareva che scorgesse qualcosa perch i suoi occhi si muovevano e cambiavano espressione. A tratti erano sgranati, con le pupille dilatate, come se lei stesse vedendo qualcosa che la terrorizzava, e contemporaneamente il suo respiro si faceva rapido e poco profondo; in altri momenti, invece, era calma e a volte sfoggiava perfino uno spettrale sorriso la cui vista spezzava il cuore. Lei non parlava mai, almeno non in maniera comprensibile, e i suoni che emetteva erano gutturali e incoerenti; i suoi occhi costantemente aperti non si chiudevano neppure per dormire e nulla era in grado di scuoterla o di indurla a distogliere lo sguardo dalle visioni che avevano catturato la sua attenzione. Le sue funzioni corporee sussistevano peraltro come sempre e Raistlin provvedeva a pulirla e a lavarla. Erano ormai passati tre giorni dal funerale di Gilon e in quel tempo Raistlin non aveva mai lasciato il capezzale di sua madre, dormendo su un pagliericcio steso accanto al suo letto e svegliandosi al minimo rumore da lei prodotto, parlandole di continuo e raccontandole storie divertenti relative agli scherzi che i ragazzi si facevano a vicenda a scuola, esponendole i suoi sogni e le sue speranze, descrivendole il suo orto e le diverse piante ivi coltivate. Di tanto in tanto la costringeva a bere un po' di liquidi inzuppando d'acqua uno straccio che poi le accostava alle labbra e strizzava a poco a poco in modo da farle bere qualche goccia per volta, piano perch non

soffocasse; aveva anche cercato di farle mangiare qualcosa, ma Rosamun si era mostrata incapace di inghiottire e alla fine lui aveva dovuto rinunciare. Ora dopo ora, continuava ad accudirla con gentilezza, con infinita tenerezza e incrollabile pazienza. Fermo sulla soglia, Caramon indugi ad osservare Raistlin che sedeva accanto alla madre, intento a spazzolarle i capelli mentre lei rammentava storie dell'infanzia che lei aveva vissuto a Palanthas. Voi tutti pensate di conoscere mio fratello, disse fra s Caramon, rivolgendosi silenziosamente ad una fila di volti. Tu, Maestro Theobald, e tu, Jon Farnish, e anche tu, Sturm Brightblade, e tutti voi altri lo definite "Astuto" e "Subdolo", dite che freddo, calcolatore e insensibile, e credete di conoscerlo. Io lo conosco, pens, con occhi ora colmi di lacrime. Sono il solo a conoscerlo davvero. Dopo aver atteso un momento che la vista gli si schiarisse, si asciug gli occhi e il naso sulla manica della camicia versandosi al tempo stesso involontariamente addosso un po' di vino, poi trasse un'ultima, profonda boccata di aria fresca ed entr nella buia e deprimente stanza della malata. Ho portato qualcosa da mangiare, Raist, avvert. Lei non riesce a mangiare, replic Raistlin, scoccandogli un'occhiata per poi tornare a girarsi verso Rosamun. Io... ecco... per te, Raist. Devi mangiare qualcosa altrimenti ti ammalerai, si affrett ad insistere Caramon, accorgendosi che gi suo fratello accennava a scuotere il capo in un gesto di diniego. E se tu dovessi ammalarti io cosa farei? Non sono molto bravo ad assistere i malati, Raistlin. Fai torto a te stesso, fratello mio, rispose Raistlin, sollevando lo sguardo su di lui. Ricordo le volte in cui ero malato e tu creavi disegni con le ombre sul muro. Conigli.... La voce gli si spense e non fin la frase. Caramon sent le lacrime serrargli la gola, ma si affrett a ricacciarle indietro e protese il piatto verso il fratello. Avanti, Raist, mangia. Soltanto un poco... sono le patate di Otik. La sua panacea per tutti i mali di questo mondo, comment Raistlin, con una smorfia. D'accordo. Posata la spazzola su un piccolo comodino, accett quindi il piatto e mangi un po' di patate e qualche boccone di prosciutto sotto lo sguardo ansioso di Caramon, che assunse un'espressione delusa quando Raistlin gli restitu il piatto ancora pieno per met di cibo. Non vuoi niente altro? Sei sicuro? Se vuoi ti posso portare qualche altra

cosa, dato che abbiamo cibo in abbondanza. Raistlin scosse il capo. In quel momento Rosamun emise un suono, una sorta di penoso mormorio, e subito lui le rivolse tutta la propria attenzione, chinandosi su di lei e parlandole in tono sommesso mentre l'aiutava ad assumere una posizione pi comoda, le umettava le labbra e le massaggiava le mani scarne. Sta... sta un po' meglio? domand Caramon, sentendosi impotente. Anche ad occhio nudo era in grado di constatare che Rosamun non stava meglio, ma sperava che la sua impressione fosse sbagliata, e comunque sentiva il bisogno di dire qualcosa, di sentire almeno il suono della propria voce, perch non gli piaceva quando la casa era cos stranamente silenziosa e non gli andava di essere rinchiuso in questa stanza buia e deprimente. Ci che non capiva era come facesse suo fratello a sopportare di restarvi tanto a lungo. No, e pare anzi peggiorata, rispose Raistlin, poi tacque per un momento e quando riprese a parlare lo fece in tono sommesso e quasi reverenziale: come se stesse correndo lungo una strada, Caramon, lontano da me. Io la seguo, le grido di fermarsi ma lei non mi sente perch non mi presta attenzione. Sta correndo molto in fretta, Caramon.... Smettendo di parlare, Raistlin distolse lo sguardo e finse di essere impegnato a riassestare le coperte. Riporta il piatto in cucina, ordin quindi, in tono aspro, altrimenti attirer i topi. Lo... lo riporto in cucina, assent Caramon, sottovoce, e si affrett ad allontanarsi. Una volta in cucina scagli il piatti nella direzione in cui supponeva si trovasse il tavolo, che non riusciva a vedere bene a causa del pianto che gli velava gli occhi. Nel frattempo qualcuno buss alla porta, ma lui ignor quel suono e dopo un po' l'ignoto visitatore se ne and mentre Caramon si appoggiava contro il camino e traeva profondi respiri, sbattendo con decisione le palpebre e imponendosi di smettere di piangere. Quando si sent pi controllato, torn quindi nella stanza della malata, perch aveva delle notizie che sperava avrebbero risollevato leggermente il morale del suo gemello. Trov Raistlin seduto di nuovo accanto al letto, su cui Rosamun giaceva nella stessa posizione di prima, con gli occhi fissi infossati nelle orbite e le mani smagrite abbandonate sul copriletto. Adesso le ossa dei polsi

sembravano di una grandezza innaturale e la carne pareva dissolversi dal suo corpo a mano a mano che lo spirito sgusciava via, tanto in fretta che il suo aspetto sembrava essere peggiorato appena nei pochi momenti in cui Caramon era rimasto assente. Distogliendo in fretta lo sguardo da sua madre, questi concentr la propria attenzione su Raistlin. Otik stato qui, cominci, precisazione inutile dato che Raistlin doveva averlo gi dedotto dall'apparizione delle patate. Ha detto che la Vedova Judith ha lasciato Solace questa mattina. Ha lasciato Solace, ripet Raistlin, in tono che non era di domanda, girandosi a fissare il fratello con occhi arrossati nei quali era riapparsa una lingua di fiamma. Dov' andata? tornata ad Haven, rispose Caramon, sforzandosi di sorridere. partita dichiarando che ci avrebbe denunciati a Belzor e che lui sarebbe venuto qui per farci pentire di essere nati. Quelle risultarono essere parole poco appropriate, in quanto Raistlin sussult e lanci uno sguardo rapido a sua madre. Accorgendosene, Caramon attravers la stanza con due rapidi passi e gli serr con forza una spalla. Non puoi pensare una cosa del genere, Raist! ammon. Non puoi pensare che sia stata colpa tua!. Non lo stata? ribatt Raistlin, in tono amaro. Se non fosse stato per me, Judith avrebbe lasciato in pace nostra madre. Quella donna venuta per causa mia, Caramon, era a me che stava dando la caccia. Una volta, nostra madre mi ha chiesto di abbandonare la magia, ed io mi sono domandato cosa potesse spingerla a dire una cosa del genere. Adesso capisco che era opera di Judith, che la stava tormentando. Se soltanto lo avessi saputo.... Cosa avresti fatto, Raistlin? lo interruppe Caramon, accoccolandosi accanto alla sua sedia e fissandolo con espressione seria. Cosa avresti fatto? Avresti abbandonato la scuola? Rinunciato alla magia? Lo avresti fatto davvero?. Raistlin rimase in silenzio per un momento, tormentando distrattamente con le mani le pieghe della camicia lacera. No, rispose infine, ma avrei parlato con nostra madre, le avrei spiegato ogni cosa. Nel parlare guard verso Rosamun e si protese a prendere nella sua quella mano smagrita, serrandola con forza come per strappare alla malata una reazione di qualche tipo, fosse pure una smorfia di dolore.

Rendendosi conto che Rosamun non avrebbe battuto ciglio neppure se le avesse schiacciato la mano come se fosse stato il guscio vuoto di un uovo, alla fine sospir e torn a voltarsi verso Caramon. Non avrebbe fatto nessuna differenza, vero, fratello mio? chiese in tono sommesso. Assolutamente nessuna, conferm Caramon. Raistlin lasci andare la mano della madre, su cui le sue dita avevano lasciato segni che spiccavano rossi sulla pelle pallida, e si aggrapp invece alla mano forte del fratello; per lunghi momenti, i due gemelli rimasero seduti l'uno accanto all'altro, trovando conforto nella reciproca vicinanza, poi Raistlin fiss Caramon con espressione un po' perplessa. Sei saggio, Caramon. Lo sapevi? osserv. Caramon scoppi in una fragorosa risata che echeggi come un tuono nella stanza buia, allarmandolo al punto che lui si premette una mano sulla bocca e arross violentemente. No, Raist, non lo sono, rispose in un sussurro. Mi conosci, sono stupido quanto un nano dei fossi, lo dicono tutti. Sei tu ad avere tutto il cervello, ma va bene cos perch ne hai bisogno mentre a me non serve, finch saremo insieme. Raistlin abbandon improvvisamente la mano del fratello e distolse il volto. Esiste una differenza fra saggezza e intelligenza, fratello mio, ed possibile avere l'una ma non l'altra, replic in tono freddo. Ora perch non vai a fare una passeggiata o torni a lavorare per il tuo fattore?. Ma, Raist.... Non necessario che restiamo qui entrambi. Posso cavarmela da solo. Raist, io non... protest Caramon, alzandosi lentamente in piedi. Per favore, Caramon! insistette per suo fratello. Se proprio vuoi sapere la verit, ti agiti e ti preoccupi, e questo mi fa impazzire. Lavorando all'aperto ti sentirai meglio, ed anch'io star meglio se avr un po' di solitudine. D'accordo, Raist, se quello che vuoi si arrese Caramon. Suppongo che andr a trovare Sturm: sua madre passata a farci visita e a portare un po' di pane fresco, quindi penso che andr a ringraziarla. S, fallo, annu Raistlin, secco. Caramon non riusciva mai a capire cosa gli causasse queste crisi di umore cupo e amaro, non era mai in grado di stabilire cosa lui potesse aver detto o fatto per spegnere la luce nell'animo di suo fratello come se vi

avesse gettato sopra una secchiata di acqua fredda. Per un momento ancora indugi nella stanza, nella speranza che Raistlin potesse cambiare idea, che dicesse qualcosa di pi o gli chiedesse di restare a tenergli compagnia, ma lui era gi intento a inzuppare un pezzo di stoffa in una brocca d'acqua per poi accostarlo alle labbra di Rosamun. Devi bere un poco, mamma, stava mormorando. Con un sospiro, Caramon si gir e lasci la stanza. Il giorno successivo Rosamun mor. CAPITOLO QUARTO I gemelli seppellirono la madre nella stessa tomba del padre, nel corso di una cerimonia funebre a cui parteciparono poche persone perch la giornata era umida e fredda, nell'aria si avvertiva gi un sentore di autunno e la pioggia si riversava incessante su quanti erano raccolti intorno alla tomba, inzuppandoli fino alle ossa, martellando sulla cassa di legno e formando una piccola pozza in fondo alla fossa. Sotto il suo scrosciare, il vallenwood che venne piantato alla fine della cerimonia si accasci triste e desolato, quasi annegato da tanta acqua. A capo scoperto sotto l'acqua, Raistlin non stava ascoltando il fratello, che gi lo aveva incitato parecchie volte in tono ansioso a coprirsi la testa con il cappuccio del mantello, non stava sentendo nulla tranne il martellare delle gocce d'acqua su quella cassa di legno, tanto piccola che avrebbe potuto quasi essere quella di un bambino. In quegli ultimi, terribili giorni, Rosamun si era infatti ridotta ad un mucchietto di pelle e di ossa, come se ci che stava vedendo e che l'aveva intrappolata si stesse nutrendo della sua carne, divorandola a poco a poco. Raistlin era consapevole di essere sul punto di ammalarsi a sua volta perch aveva riconosciuto i sintomi e sapeva che la febbre gli ardeva gi nel sangue, come testimoniava il succedersi di brividi di freddo e di ondate di calore unito a un dolore diffuso in tutti i muscoli. Al tempo stesso desiderava disperatamente dormire, ma ogni volta che ci provava sentiva la voce di sua madre che lo chiamava e si svegliava all'istante, in un silenzio assoluto e spaventoso. Durante il funerale avrebbe voluto piangere ma non lo fece e ricacci invece indietro le lacrime, non perch se ne vergognasse ma perch non sapeva per chi stesse piangendo, se per sua madre o per se stesso. Sconvolto e confuso, non si accorse neppure dello svolgersi della

cerimonia o del trascorrere del tempo, in quanto gli pareva di essere fermo accanto a quella tomba da tutta una vita. Si rese conto che il rito si era concluso soltanto quando Caramon lo tir dapprima per una manica e poi lo sollev quasi di peso per portarlo via; nonostante questo, non fu Caramon a indurlo ad allontanarsi ma il rumore delle zolle di terra che cadevano sulla bara, un suono opaco che dest in lui un brivido incontenibile. Quando prov a muovere un passo per incespic e per poco non cadde nella fossa, trattenuto a tempo da Caramon che lo sostenne. Raist! Stai bruciando! esclam questi, in tono preoccupato. L'hai sentita, Caramon? domand Raistlin in tono preoccupato, invece di rispondere. L'hai sentita chiamarmi?. Ti devo portare a casa, dichiar con fermezza Caramon, passandogli un braccio intorno alle spalle. Dobbiamo fare in fretta! annasp per Raistlin, liberandosi della mano del fratello e dando l'impressione di voler balzare nella fossa. Lei mi sta chiamando. Quando per cerc di muoversi non riusc a camminare bene perch il terreno aveva qualcosa che non andava e persisteva nell'oscillare come la schiena di un leviatano, dondolando e facendogli perdere l'equilibrio. Adesso stava sprofondando, stava scivolando nella tomba e la terra gli cadeva addosso, senza che la voce di lei smettesse di chiamarlo... Raistlin si accasci al suolo accanto alla fossa, chiuse gli occhi e giacque immobile in mezzo al fango e alle foglie cadute. Raist! chiam Caramon, chinandosi su di lui e scrollandolo leggermente. Quando il suo gemello non reag Caramon si guard intorno con preoccupazione e scopr di essere rimasto solo con il fratello, con la sola eccezione dell'incaricato delle sepolture che stava riversando la terra nella fossa pi in fretta che poteva per poter poi tornare al chiuso. Gli altri che erano intervenuti al funerale se n'erano andati non appena le convenienze lo avevano reso possibile, diretti verso il calore della loro casa o il fuoco crepitante della Locanda dell'Ultima Casa, dopo aver pronunciato in fretta qualche parola di condoglianza senza neppure saper bene che cosa dire, perch nessuno aveva conosciuto a fondo Rosamun o aveva mai avuto molta simpatia per lei. Adesso quindi non c'era nessuno che potesse aiutare Caramon, che potesse dargli consigli: sapendo di essere abbandonato a se stesso, lui si

chin e si prepar a sollevare il fratello fra le braccia per portarlo a casa, ma in quel momento un paio di lucidi stivali neri e il bordo di un mantello marrone entrarono nel suo campo visivo. Salve, Caramon. Sentendo il suo nome, Caramon sollev la testa e spinse indietro il cappuccio per vedere meglio, ma la pioggia gli si rivers sui capelli e di l gli col negli occhi. Davanti a lui c'era una donna che poteva avere circa vent'anni o forse qualcuno di pi. Il suo volto era attraente anche se non bello, i capelli nascosti dal cappuccio erano neri e raccolti in riccioli umidi intorno al viso, gli occhi scuri e luminosi erano forse un po' troppo scintillanti e duri, come due diamanti, e il suo abbigliamento era costituito da un'armatura di cuoio marrone modellata in modo da aderire al corpo ben tornito, da una comoda tunica verde, da calzoni dello stesso colore e dai lucidi stivali neri che le arrivavano alle ginocchia. Una spada le pendeva dal fianco. Nel complesso, quella donna appariva familiare, ma pur essendo consapevole di conoscerla Caramon adesso non aveva il tempo di vagliare la propria memoria, quindi borbott qualcosa sul fatto che doveva aiutare suo fratello e si disinteress di lei, ma un attimo dopo la donna gli fu accanto e s'inginocchi accanto a Raistlin. anche mio fratello, sai, comment, incurvando le labbra in un sorriso in tralice. Kit! sussult Caramon, che infine l'aveva riconosciuta. Cosa ci fai... dove sei... come.... Adesso meglio portarlo in un posto caldo e asciutto, lo interruppe Kitiara, assumendo il controllo della situazione con estremo sollievo di Caramon. Tu prendilo per un braccio, io lo sollever dall'altra parte. Lei era forte quanto un uomo, e fra tutti e due riuscirono a issare in piedi Raistlin, che si riscosse per un momento, si guard intorno con occhi opachi e borbott qualcosa prima di abbandonare la testa da un lato e perdere di nuovo conoscenza. ... davvero malato! esclam Caramon, sentendo la paura diventare dentro di lui qualcosa di vivo e di concreto che gli serrava il cuore. Non l'ho mai visto in uno stato simile!. Bah! Io ho visto di peggio, dichiar con sicurezza Kitiara, ed ho curato di molto peggio, come ferite da freccia al ventre o gambe tagliate di netto. Non ti preoccupare, aggiunse, mentre il suo sorriso si addolciva alquanto di fronte all'angoscia di Caramon. Ho gi combattuto in passato

contro la Morte per salvare il mio fratellino e posso farlo di nuovo, se sar necessario. Insieme trasportarono Raistlin su per la lunga rampa di scale che conduceva ai ponti fra gli alberi, poi proseguirono sotto i rami gocciolanti fino alla piccola casa dei Majere. Una volta dentro, Caramon accese il fuoco mentre Kit liberava Raistlin dai vestiti fradici con rapida efficienza priva di pudore, scoppiando a ridere quando Caramon azzard una mite e imbarazzata protesta. Cosa ti prende, fratellino? Hai paura che la mia delicata sensibilit femminile rimanga sconvolta? domand, e strizzandogli l'occhio aggiunse: Non ti preoccupare, ho gi visto altre volte degli uomini nudi. Rosso in volto, Caramon l'aiut ad adagiare Raistlin nel suo letto. Adesso lui stava tremando cos violentemente da far temere che potesse rotolare per terra, diceva parole che non avevano senso e di tanto in tanto lanciava un grido per poi fissare qualcosa con gli occhi dilatati dalla febbre. Frugando per tutta la casa, Kit requis intanto tutte le coperte che riusc a trovare e le ammucchi sul fratello, poi gli pos una mano sul collo per controllare le pulsazioni e arricci le labbra in un'espressione pensierosa, scuotendo il capo, mentre Caramon stava da un lato e l'osservava con aria ansiosa. Quella vecchia ancora da queste parti? chiese d'un tratto Kitiara. Sai a chi mi riferisco, quella che parlava con gli alberi, fischiava come un uccello e aveva un lupo come animale domestico. Meggin la Pazza? S, credo che ci sia ancora, rispose Caramon, in tono dubbioso. Io non vado spesso in quella parte della citt perch nostro padre non vuole.... Interrompendosi deglut a fatica e concluse: Nostro padre non voleva che andassimo l. Tuo padre non c' pi, Caramon, e adesso sei affidato a te stesso, replic Kitiara, con brutale franchezza. Va' da Meggin la Pazza e dille che hai bisogno dell'elisir di corteccia di salice. Avanti, spicciati, dobbiamo far calare questa febbre. Elisir di corteccia di salice, ripet pi volte Caramon fra s mentre si metteva il mantello. Non serve niente altro?. Per il momento no. Caramon, ancora una cosa... lo trattenne Kitiara, mentre lui gi stava varcando la soglia. Non dire a nessuno che sono tornata in citt, d'accordo?. Certo, Kit, assent Caramon. Ma perch non devo dirlo?. Non voglio essere seccata da un mucchio di pettegoli che vendono a

curiosare e a fare domande. Adesso muoviti. No, aspetta! Hai del denaro? Quando Caramon scosse il capo, Kitiara infil la mano in una sacca di cuoio che portava alla cintura, ne tir fuori un paio di monete d'acciaio e le lanci al fratello. Sulla via del ritorno dalla casa della vecchia fermati da Otik e compra una caraffa di brandy. In casa c' qualcosa da mangiare?. I vicini ci hanno portato una quantit di roba, annu Caramon. Ah, dimenticavo, il banchetto funebre. D'accordo, adesso va' e ricorda che non devi dire a nessuno che sono qui. Caramon infine si avvi, incuriosito da quell'ordine della sorella; per, dopo parecchi momenti di lunga e attenta riflessione, giunse alla conclusione che Kitiara sapeva quello che stava facendo, perch se si fosse saputo che lei era in citt ogni pettegolo fra Solace e le Pianure della Polvere sarebbe venuto a ficcare il naso nei suoi affari mentre Raistlin aveva bisogno di riposo e di quiete, non di un flusso incessante di visitatori. S, Kit sapeva quello che stava facendo e avrebbe aiutato Raistlin. In genere Caramon aveva sempre una visione positiva delle cose e non era portato ad angustiarsi per quello che era successo in passato o a preoccuparsi per il futuro; era per natura onesto e fiducioso, e come molte persone del genere era convinto che tutti gli altri fossero onesti e degni di fiducia, per cui ripose tutta la propria fede nella sorella e si affrett sotto la pioggia alla volta della casa di Meggin la Pazza, che viveva in una malconcia baracca eretta direttamente sul terreno sotto gli alberi di vallenwood, non lontano dal locale di cattiva fama noto come L'Abbeveratoio. Concentrato com'era sull'incarico che doveva assolvere e intento a ripetere fra s corteccia di salice, corteccia di salice, Caramon per poco non inciamp nel vecchio lupo grigio sdraiato davanti alla soglia della capanna. Quando per il lupo ringhi lui si affrett a indietreggiare precipitosamente. Bravo cagnetto, mormor in tono amichevole. Il lupo si sollev sulle zampe con il pelo che cominciava a rizzarsi e ritrasse le labbra in un ringhio in modo da mostrare le zanne gialle ma molto affilate. Percosso dalla pioggia che gli aveva inzuppato il mantello, Caramon rimase immobile nel fango che gli arrivava alla caviglia: da dove si trovava poteva vedere la finestra illuminata dal chiarore di una candela e

una figura che si muoveva all'interno della casa, quindi fece un altro tentativo per oltrepassare il lupo. Avanti, fa' il bravo cane, disse, accennando ad accarezzare l'animale sulla testa... e ritraendo la mano appena in tempo per evitare che le zanne gialle si richiudessero di scatto intorno ad essa. Con le mani affondate ora nelle tasche, Caramon abbandon l'idea di usare la porta e pens che avrebbe potuto bussare alla finestra. Il lupo per non era dello stesso parere e alla fine l'ebbe vinta lui. Caramon per sapeva che non poteva andarsene senza la corteccia di salice, e anche se chiamare qualcuno da fuori della porta non era molto cortese la disperazione infine lo indusse a tentare. Pazza... cominci, poi arross e riprov: Meggin! Padrona Meggin!. Alla finestra apparve il volto di una donna di mezz'et, con i capelli grigi strettamente raccolti all'indietro e gli occhi luminosi e limpidi. La donna, che di certo non sembrava pazza, osserv con attenzione il fradicio visitatore e si allontan dalla finestra. Per un momento Caramon sent il cuore che gli sprofondava nel fango, che ora pareva arrivargli alle ginocchia, poi ud un rumore stridente che sembrava quello di una sbarra che veniva sollevata. Subito dopo la porta si apr e la donna disse al lupo una parola che Caramon non comprese, in risposta alla quale l'animale si rotol al suolo con le quattro zampe all'aria e permise alla vecchia di grattargli il ventre. Allora, ragazzo, che cosa vuoi? chiese quindi Meggin, sollevando lo sguardo. Il clima un po' inclemente perch tu sia venuto a lanciare sassi contro la mia casa, giusto?. Caramon si tinse di un acceso rossore, perch quell'episodio dei sassi era successo molto tempo prima, quando lui era ancora un bambinetto, e aveva il presentimento che la donna non lo avrebbe riconosciuto. Allora, che cosa vuoi? ripet Meggin. Corteccia, rispose lui a bassa voce, vergognoso, impacciato e imbarazzato. Un tipo di corteccia, ma... ho dimenticato quale. Per che cosa serve? domand la vecchia in tono secco. Uh... Kit... no, non intendevo questo. Si tratta di mio fratello, ha la febbre. Elisir di corteccia di salice. Vado a prenderlo, disse la donna, poi lo fiss per un momento e aggiunse: Ti inviterei ad entrare per ripararti dalla pioggia, ma scommetto che preferisci evitarlo. Caramon sbirci nella baracca alle spalle della donna, dove ardeva un

fuoco invitante. Sul tavolo s vedeva per anche un teschio umano intorno a cui erano sparse svariate altre ossa, fra cui una cassa toracica attaccata ad una colonna vertebrale. Se non fosse stata una cosa troppo orribile da immaginare, Caramon avrebbe potuto supporre che la donna stesse cercando di ricostruire una persona partendo dalle ossa. No, signora, rispose, indietreggiando di un passo. Ti ringrazio, ma sto bene dove sono. La vecchia richiuse la porta ridacchiando e il lupo si accoccol sulla soglia, tenendo d'occhio Caramon con i suoi occhi gialli mentre lui aspettava a disagio sotto la pioggia in preda alla preoccupazione per il fratello, augurandosi che la vecchia non impiegasse troppo tempo a tornare e chiedendosi con ansia se poteva fidarsi di lei. Forse quella donna aveva bisogno di altre ossa per la sua collezione, forse era andata a prendere un'ascia... La porta si riapr in maniera tanto improvvisa che Caramon sussult. Ecco qui, ragazzo, disse Meggin, porgendogli una piccola fiala di vetro. Riferisci a tua sorella che Raistlin ne deve inghiottire un grosso cucchiaio mattina e sera fino a quando la febbre non sar cessata. Hai capito?. S, signora. Grazie, signora, rispose Caramon, armeggiando per tirare fuori le monete che aveva in tasca, poi si rese conto di colpo di quello che la donna aveva detto e aggiunse balbettando: Non per... uh... per mia sorella. Lei non qui... non proprio. lontana, ed io non.... Arrendendosi, Caramon infine tacque, perch sapeva di essere incapace di mentire. ovvio che qui, ribatt Meggin, ridacchiando ancora. In ogni caso non lo dir a nessuno, non temere. Spero che tuo fratello si rimetta, e quando star bene digli di venire a trovarmi. Sento la sua mancanza. Mio fratello viene qui? domand Caramon, stupefatto. Di continuo. Chi credi che gli abbia insegnato a conoscere le erbe? Certo non quell'idiota pasticcione di Theobald, che non saprebbe distinguere un dente di leone da un fiore di melo neppure se gli mordesse il posteriore. Ricordi la dose, oppure vuoi che te la scriva?. Io... la ricordo, rispose Caramon, porgendo una moneta. Non faccio pagare niente agli amici, disse per Meggin, respingendola con un gesto. Mi dispiaciuto per i vostri genitori. Prima o poi torna a trovarmi, Caramon Majere, perch mi piacerebbe parlare con te. Scommetto che sei pi intelligente di quanto credi.

S, signora, assent cortesemente Caramon, senza avere idea di cosa lei avesse inteso dire e senza l'intenzione di accettare il suo invito. Rivolto alla donna un goffo inchino, si avvi in mezzo al fango alla volta della scala che portava sugli alberi, tenendo stretta a s la fiala di elisir di corteccia di salice con la stessa delicatezza con cui una madre avrebbe tenuto fra le braccia il suo neonato. Mentre camminava, i suoi pensieri erano confusi: Raistlin andava a trovare quella vecchia megera e imparava delle cose da lei... forse aveva perfino toccato quel teschio! Con una smorfia, Caramon decise che era tutto molto sconcertante. La sua mente era cos sottosopra che si dimentic completamente di fermarsi alla locanda per prendere il brandy, con il risultato che una volta a casa venne sgridato severamente da Kit e fu costretto ad uscire di nuovo sotto la pioggia per andare a prenderlo. CAPITOLO QUINTO Raistlin rimase gravemente malato per parecchi giorni. La febbre calava sempre dopo una dose di corteccia di salice ma poi tornava a salire e ogni volta pareva farsi pi intensa, e anche se Kitiara tendeva a minimizzare sulle condizioni di Raistlin ogni volta che chiedeva sue notizie, Caramon non aveva difficolt ad accorgersi che era preoccupata. A volte di notte, quando lei lo credeva addormentato, Caramon la poteva sentire emettere un profondo sospiro e poi tamburellare con le dita sul bracciolo della sedia a dondolo appartenuta a Rosamun, che aveva trascinato nella piccola camera che i due gemelli condividevano. Kitiara non era un'infermiera gentile, non aveva pazienza nei confronti delle debolezze, ma era decisa che Raistlin dovesse vivere e stava quindi facendo tutto quello che era in suo potere perch migliorasse, irritandosi e arrivando perfino ad infuriarsi quando lui non reagiva ai trattamenti. Ad un certo punto, l'irritazione di Kitiara crebbe a tal punto che lei cominci a considerare quella situazione una sua lotta personale, e da quel momento la sua espressione si fece cos cupa e decisa da indurre Caramon a chiedersi se perfino la Morte non dovesse sentirsi un po' intimidita all'idea di affrontare una simile avversaria. Evidentemente la Morte dovette spaventarsi, perch la sua presenza incombente cominci ad allontanarsi. La mattina del quarto giorno da quando il suo gemello si era ammalato, Caramon si svegli dopo una notte agitata e trov Kit accasciata sul letto

con la testa appoggiata alle braccia e gli occhi chiusi, addormentata. Anche Raistlin stava dormendo, non del sonno profondo e agitato proprio della malattia ma in maniera riposante e risanante. Nel protendere una mano per controllare le pulsazioni del fratello, Caramon sfior involontariamente la spalla di Kitiara, che scatt in piedi e lo afferr con una mano per il colletto della camicia, torcendolo in modo da serrargli il collo mentre nell'altra mano le appariva un coltello, scintillante sotto il sole del primo mattino. Kit, sono io! gracchi Caramon, semisoffocato. Per un momento Kitiara lo fiss senza riconoscerlo, poi la sua bocca si contrasse nel consueto sorriso in tralice e lei lo lasci andare, lisciando la camicia per liberarla dalle pieghe, mentre il coltello scompariva tanto in fretta da impedire a Caramon di vedere dove fosse andato a finire. Mi hai spaventata, disse Kitiara. Me ne sono accorto! esclam Caramon con sentimento, sentendo il collo che gli bruciava dove la rozza stoffa fatta in casa gli era affondata nella pelle; massaggiandosi il punto dolente, adocchi con cautela la sorella. Kitiara era pi bassa e snella di lui, ma se non avesse parlato in tempo per lui sarebbe stata la fine: poteva ancora sentire la sua mano che gli serrava la stoffa intorno alla gola, mozzandogli il respiro. Fra i due scese intanto un imbarazzato silenzio, perch Caramon aveva visto in sua sorella qualcosa d'inquietante che lo aveva raggelato... non l'attacco in se stesso ma piuttosto la gioia intensa che le aveva letto negli occhi mentre lo aggrediva. Mi dispiace, non volevo spaventarti, si scus infine lei, assestandogli uno schiaffo scherzoso su una guancia. Per non ti avvicinare pi di soppiatto in quel modo mentre sto dormendo, d'accordo?. Certamente, Kit, assent Caramon, ancora a disagio ma disposto ad ammettere che l'incidente era stato colpa sua. Mi dispiace di averti svegliata... volevo soltanto controllare come stava Raistlin. Ha superato la crisi e adesso si rimetter, dichiar Kitiara con un sorriso trionfante, abbassando lo sguardo sul malato con lo stesso orgoglio con cui avrebbe contemplato un nemico sconfitto. La febbre calata la scorsa notte e non pi tornata a salire. Adesso la cosa migliore lasciarlo dormire tranquillo. Avanti, continu, spingendo il riluttante Caramon fuori della porta, da' ascolto alla tua sorella maggiore. Intanto, per ripagarmi dello spavento che mi hai fatto prendere puoi prepararmi la

colazione. Spavento? ripet Caramon, sbuffando. Tu non eri spaventata. Un soldato sempre spaventato, lo corresse Kitiara, sedendo al tavolo e divorando avidamente una mela ancora verde, uno dei primi frutti di quella stagione. Ci che conta in che cosa si trasforma la paura. Cosa significa? domand Caramon, sollevando lo sguardo dal pane che era intento ad affettare. La paura ti pu devastare, spieg Kitiara, affondando i forti denti bianchi nella mela, oppure puoi sfruttarla a tuo favore, usarla come un'altra arma. La paura una cosa strana che pu indebolirti le ginocchia, farti bagnare i pantaloni e indurti a piagnucolare come un bambino piccolo, oppure ti pu aiutare a correre pi veloce e a colpire con maggiore forza. Davvero? esclam Caramon, infilando una fetta di pane con un forchettone e protendendola sul fuoco per tostarla. Una volta ho preso parte ad un combattimento, raccont Kitiara, appoggiandosi allo schienale della sedia e puntellando i piedi calzati di stivali sulla sedia vicina. Un branco di orchetti ci ha aggrediti e a uno dei miei compagni, un tizio che chiamavano Bart Naso Azzurro perch il suo naso aveva una strana tinta bluastra, si spezzata in due la spada mentre stava combattendo contro un orchetto. Il suo avversario ha lanciato uno strillo di gioia perch era certo di avere in pugno la sua preda, e Bart si infuriato perch aveva bisogno di un'arma dato che quell'orchetto lo stava attaccando da ogni parte e lo stava costringendo a saltellare di qua e di l come un mostro dell'Abisso per non essere colpito. Alla fine Bart ha deciso che aveva bisogno di un randello ed ha afferrato la prima cosa che si trovata a portata di mano... che era un albero. Non un ramo ma un intero, dannato albero. Lui ha sradicato quella pianta dal terreno, si potevano sentire le radici che schioccavano e si spezzavano, e lo ha calato sulla testa dell'orchetto, uccidendolo sul colpo. Impossibile! protest Caramon. Non ci credo! Avrebbe davvero sradicato un albero dal terreno?. Era un albero giovane, spieg Kitiara con una scrollata di spalle, ma quando ci ha riprovato con un'altra pianta delle stesse dimensioni, dopo che la battaglia era finita, lui non pi riuscito a sradicarla e neppure a scuoterne i rami. Questo ci che la paura pu fare per te. Capisco, annu Caramon, con aria pensosa. Stai bruciando il pane, avvert Kitiara.

Oh, mi dispiace. Questo pezzo lo manger io, si scus Caramon, sfilando il pane annerito dal forchettone per sostituirlo con un'altra fetta. Da un paio di giorni c'era una domanda che continuava a tormentarlo, e adesso cerc di escogitare un modo astuto per porla senza per trovarlo: Raistlin era fra loro quello abile nei sotterfugi, lui si limitava ad avanzare a testa bassa, quindi alla fine decise che la cosa migliore era porre la domanda come sapeva e farla finita, soprattutto perch al momento Kitiara sembrava essere di buon umore. Perch sei tornata? chiese quindi, evitando di guardarla mentre rigirava con cura il pane sul forchettone per dorarlo anche dall'altro lato. stato a causa di nostra madre? Eri presente al suo funerale, giusto?. Un istante pi tardi sent gli stivali della sorella colpire il pavimento e sollev lo sguardo con aria tesa, pensando di averla offesa. Kitiara era adesso in piedi con la schiena rivolta verso di lui e stava guardando fuori della piccola finestra; aveva smesso infine di piovere e le foglie dei vallenwood, che stavano cominciando a cambiare colore, brillavano dorate sotto il sole del mattino. Avevo saputo della morte di Gilon da alcuni taglialegna che ho incontrato in una taverna, nel nord, rispose infine Kitiara. Loro hanno parlato anche della... malattia... di Rosamun, aggiunse, contraendo le labbra e scoccando un'occhiata in tralice a Caramon. Se devo essere onesta, sono tornata per te e per Raistlin, ma te ne parler fra un momento. Sono giunta a Solace la notte in cui Rosamun morta e mi sono fermata presso... presso degli amici. S, sono venuta al funerale perch lei era mia madre, che questo mi piacesse o meno. Immagino che la sua morte sia stata un duro colpo per te e per Raist, vero?. Caramon annu in silenzio perch era una cosa a cui non gli andava di pensare. Con aria cupa, prese a sbocconcellare il pane bruciacchiato. Se vuoi delle uova te le posso friggere, propose. S, sono affamata. Aggiungi anche un po' delle patate di Otik, se ce ne sono ancora, rispose Kitiara, rimanendo in piedi vicino alla finestra. Rosamun non significava nulla per me, aggiunse con voce d'un tratto pi dura, ma non presenziare al funerale mi avrebbe portato sfortuna. Cosa intendi con "sfortuna"?. Oh, so che sono tutte sciocchezze superstiziose, annu Kitiara, con un sorriso contrito, ma lei era mia madre ed morta, e le devo quindi portare rispetto, altrimenti... ecco... altrimenti potrei essere punita, spieg, apparentemente a disagio. Mi potrebbe succedere qualcosa di brutto.

Sembra di sentire la Vedova Judith, comment Caramon, rompendo il guscio di un uovo e tentando in modo goffo e inetto di estrarne il contenuto. Le sue uova strapazzate erano note per essere miste a frammenti di guscio. Lei ha detto che un dio chiamato Belzor ci avrebbe puniti... questo che intendi?. Belzor! Che idiozia! Gli di esistono, Caramon, di possenti che ti possono punire se fai qualcosa che a loro non piace, ma che ti ricompensano se li servi fedelmente. Parli sul serio? domand Caramon, fissando sua sorella. Non ti offendere, ma prima d'ora non ti avevo mai sentita fare discorsi del genere. Kitiara volse d'un tratto le spalle alla finestra e si diresse verso il tavolo con passi lunghi e decisi, piantando le mani sulla superficie di legno e fissando Caramon in volto. Vieni con me! propose, senza rispondere alla sua domanda. Nel nord c' una citt chiamata Sanction dove stanno accadendo grandi cose, Caramon, cose importanti. Io ho intenzione di esserne parte e potrai farlo anche tu. Sono tornata per venire a prenderti. Caramon si sent indotto in tentazione all'idea di viaggiare con Kitiara, di vedere il vasto mondo al di fuori di Solace. Basta sgobbare tutto il giorno in una fattoria, zappare, arare e ammucchiare fieno fino ad avere le braccia doloranti. Adesso avrebbe potuto usare quelle braccia per maneggiare una spada, combattere contro orchetti e orchi per poi trascorrere le notti intorno al fuoco con i suoi compagni oppure in una comoda taverna con una ragazza sulle ginocchia. Cosa mi dici di Raistlin? domand. Speravo di trovarlo pi in forze, rispose Kitiara, scuotendo il capo. gi in grado di usare la magia?. Io... io non credo, replic Caramon. Allora probabile che non sar mai in grado di usarla, considerato che i maghi che io conosco utilizzano il loro talento gi all'et di dodici anni! In ogni caso sono certa che potrei trovargli un lavoro. Lui istruito, vero? Conosco un tempio dove stanno cercando degli scribi... un lavoro facile e una vita comoda. Che te ne pare? Potremmo partire non appena Raistlin sar in condizione di viaggiare. Caramon si concesse per un'ultima volta d'immaginarsi nell'atto di passeggiare per quella citt chiamata Sanction, con indosso un'armatura tintinnante e con la spada al fianco, in mezzo agli sguardi ammirati delle

donne, poi accanton quella visione con un sospiro. Non posso farlo, Kit. Raist non lascer mai la sua scuola fino a quando non sar pronto a sostenere una prova di qualche tipo a cui si dovr sottoporre in una grande torre che si trova da qualche parte. Che rimanga, allora, ribatt Kitiara, irritata. Verrai soltanto tu. Nel parlare fiss il fratello con uno sguardo che era quasi quello che lui aveva immaginato di vedere negli occhi delle donne di Sanction ma che era al tempo stesso diverso in quanto lei lo stava valutando come guerriero. Inconsciamente, Caramon sedette pi eretto, ben sapendo di essere pi alto degli altri ragazzi della sua et e della maggior parte degli uomini adulti di Solace, senza contare che il duro lavoro nei campi lo aveva aiutato a sviluppare i muscoli, che spiccavano sotto la camicia. Quanti anni hai? domand Kitiara. Sedici. Senza dubbio potresti fingere di averne diciotto, e lungo il viaggio verso il nord io ti potrei insegnare tutto quello che hai bisogno di imparare. Qui Raistlin se la caver ottimamente da solo perch ha la casa... vostro padre l'ha lasciata a voi due, vero? Bene, in tal caso non c' nulla che ti trattenga. Caramon poteva anche essere un credulone, poteva essere poco brillante, cosa di cui spesso suo fratello lo accusava, e lento nel pensare, ma una volta che aveva preso una decisione era inamovibile quanto il Picco dell'Occhio che Prega. Non posso lasciare Raistlin, dichiar. Kitiara si accigli, irritata perch non era abituata a veder contrastare la propria volont, e incroci le braccia sul petto mentre fissava Caramon con occhi roventi e prendeva a tamburellare sul pavimento con lo stivale. A disagio sotto il suo sguardo penetrante, Caramon abbass la testa e sbatt le uova con tanta forza da farle schizzare fuori dalla ciotola. Potresti discuterne con Raistlin, disse infine, con voce soffocata dal colletto della camicia nel quale aveva affondato la faccia. Forse io mi sto sbagliando e lui vorr partire. Lo far, assent Kitiara in tono tagliente, mettendosi a camminare avanti e indietro per la piccola stanza. Senza aggiungere altro, Caramon rovesci quanto restava delle uova in una padella che pose sul fuoco; mentre cucinava sent i passi di Kitiara echeggiare cupi sul legno e sussult quando uno di essi calc il pavimento con particolare forza pervasa di rabbia... poi le uova furono pronte e i due

sedettero in silenzio a fare colazione. Quando infine si arrischi a lanciare un'occhiata alla sorella, Caramon vide che lei lo stava osservando con un sorriso affabile sulle labbra. Queste uova sono davvero buone, afferm Kitiara, sputando qualche pezzetto di guscio. Ti ho mai parlato di quella volta che un bandito ha cercato di accoltellarmi mentre dormivo? Il modo in cui mi hai svegliata mi ha riportato alla mente quella storia. Quel giorno avevamo combattuto duramente ed ero sfinita; questo bandito.... Nel corso della giornata, Caramon ascolt quella storia e molte altre eccitanti avventure, divertendosi nel seguire le diverse vicende perch Kit era davvero brava a raccontarle. Di tanto in tanto, Caramon si recava nella camera da letto per controllare le condizioni di Raistlin, che trovava sempre serenamente addormentato, e al suo ritorno in cucina si vedeva elargire un'ennesima storia di valore, di audacia, di battaglie, di vittorie e di ricchezze conquistate. Lui ascoltava, rideva e sussultava al momento giusto, ma al tempo stesso era perfettamente consapevole di ci che sua sorella stava cercando di fare. Peraltro la risposta possibile era una soltanto: se Raistlin avesse acconsentito a partire Caramon sarebbe andato con lui, e se avesse scelto di rimanere sarebbe rimasto a sua volta. Raistlin si svegli quella sera, talmente debole da non riuscire a sollevare la testa dal cuscino senza aiuto, e mentre Caramon lo aiutava a bere un po' di brodo di pollo Kitiara gli fece la stessa proposta che aveva presentato a Caramon, solo che non riusc ad essere altrettanto disinvolta nel fissare quegli acuti occhi azzurri che la fissavano in modo tale da dare l'impressione di vederle attraverso. Per chi lavori? chiese Raistlin, quando lei ebbe finito di parlare. Delle persone, rispose Kitiara, scrollando le spalle. E qual questo tempio in cui vorresti che lavorassi? A quale dio dedicato?. Non a Belzor, puoi esserne certo, rise Kitiara. Tuttora impegnato a imboccare il fratello, Caramon cerc di interloquire ma Raistlin lo zitt freddamente. Ti ringrazio, sorella, ma non sono pronto, disse infine. Pronto? ripet Kitiara, che non riusciva a capire di cosa lui stesse parlando. Cosa intendo con "pronto"? Pronto a cosa? Sai leggere, vero? E sai scrivere, se non sbaglio. evidente che per quanto tu ci abbia provato non hai nessun talento per la magia, ma questo non importante perch ci sono altri modi per ottenere il potere. Io lo so perch li ho trovati.

Adesso basta, Caramon! ordin Raistlin, allontanando il cucchiaio e riadagiandosi stancamente sui cuscini. Ho bisogno di riposare. Kitiara si alz in piedi e si piant le mani sui fianchi, fissandolo con occhi fiammeggianti. Quell'idiota di nostra madre ti teneva avvolto nella bambagia per timore che potessi romperti. Adesso tempo che tu ne esca e che veda qualcosa del mondo, dichiar. Non sono pronto, ripet Raistlin, chiudendo gli occhi. Kitiara lasci Solace quella notte stessa. soltanto un breve viaggio fino a Qualinesti, disse a Caramon, mentre s'infilava i guanti di cuoio. Sai qualcosa di quel posto? domand quindi con indifferenza. Hai idea di quali siano le sue difese, di quanta gente ci viva... cose del genere, insomma. So che l vivono gli elfi, rispose Caramon, dopo un momento di profonda riflessione. Questo lo sanno tutti! sbuff Kitiara, mentre si metteva il mantello e si tirava il cappuccio sulla testa. Quando tornerai? volle sapere Caramon. Non lo so, replic Kitiara, scrollando le spalle. Forse fra un anno, forse fra un mese o forse mai... dipende da come andranno le cose. Non sei arrabbiata con me, vero, Kit? domand in tono malinconico Caramon. Non mi piacerebbe che tu lo fossi. No, non sono arrabbiata, soltanto delusa. Tu saresti diventato un grande guerriero, Caramon, la gente che conosco ti avrebbe plasmato a dovere. Quanto a Raistlin, ha commesso un grosso errore, perch lui vuole il potere ed io so dove possibile trovarlo. Se resterete qui tu non sarai mai altro che un contadino e lui diventer... diventer come quel Waylan... un prestigiatore che sputa monete dalla bocca e tira fuori conigli dal cappello ed la favola di tutta Solace. un vero spreco. Assest quindi uno schiaffo sulla guancia di Caramon che nelle sue intenzioni doveva essere amichevole ma che gli lasci sulla faccia il segno rosso della sua mano, poi apr la porta e sbirci fuori in entrambe le direzioni mentre Caramon si chiedeva cosa mai stesse guardando, dato che era passata da parecchio la mezzanotte e la maggior parte della gente di Solace era a letto. Arrivederci, Kit, disse. Arrivederci, fratellino. Massaggiandosi la guancia dolorante Caramon la guard allontanarsi fra

i rami dei vallenwood rischiarati dalla luna, una sagoma nera su quello sfondo argenteo. CAPITOLO SESTO Il risveglio di Raistlin fu accompagnato dal martellare della pioggia sul tetto, unito al rombo dei tuoni che echeggiava nell'aria come sul terreno e al tremito dei vallenwood sotto il grigiore dell'alba tinto a tratti di rosa dai lampi. La pioggia stava cadendo sulle tombe scavate di fresco, formando delle polle intorno ai giovani vallenwood piantati su ciascuna di esse e minacciando di annegarli. Disteso sul letto, Raistlin osserv il graduale rischiararsi del grigiore esterno a mano a mano che la tempesta passava e fuori scendeva la quiete infranta soltanto dall'incessante gocciolare dell'acqua che scivolava lungo le foglie fradice; poich era terribilmente stanco e ogni minimo movimento gli causava uno sforzo enorme, rimase del tutto immobile, svuotato. Quel senso di vuoto era sgradevole, ma non quanto il cupo dolore della perdita subita, che sarebbe tornato a travolgerlo se soltanto si fosse mosso. Gli pareva di non riuscire ad avvertire il contatto del lenzuolo sotto il suo corpo o delle coperte stese su di esso, di essere privo di peso o di sostanza, e si chiese se giacere in una bara desse una sensazione del genere... non provare nulla, mai pi, non essere coscienti di nulla, restare per sempre avviluppati da una cupa, vuota e silenziosa oscurit mentre il mondo e la gente che lo popolava continuavano a vivere. D'un tratto il dolore ruppe la diga che lo arginava e and a riempire il vuoto del suo animo: una rovente ondata di sofferenza e di paura lo assal inarrestabile, le lacrime gli fecero bruciare le palpebre e lui infine serr gli occhi e pianse per se stesso, per sua madre e per suo padre, per tutti coloro che nascevano nell'oscurit, levavano pieni di meraviglia gli occhi verso la luce, ne avvertivano il calore sulla pelle e poi dovevano tornare infine nel buio eterno. Raistlin pianse a lungo ma in silenzio per non svegliare Caramon, non tanto per considerazione nei confronti della stanchezza del fratello quanto per vergogna della propria debolezza. Infine le lacrime cessarono, lasciandolo con la bocca pervasa da uno sgradevole sapore di ferro e di sale, con il naso chiuso e con la gola contratta per lo sforzo di soffocare i singhiozzi, e lui si rese infine conto che le coltri erano umide di sudore, segno che la febbre era caduta in un momento imprecisato della notte; si

lasciava alle spalle un vaghissimo ricordo di essere stato malato accompagnato dalle immagini sfumate d'orrore dei sogni indotti dalla febbre, nei quali lui si era identificato con Rosamun, era diventato il cadavere rinsecchito di sua madre che giaceva sul letto mentre la gente si raccoglieva tutt'intorno a fissarlo in silenzio. Antimodes, il Maestro Theobald, la Vedova Judith, Caramon, il nano, il kender, Kitiara... lui li aveva implorati e supplicati di dargli del cibo e dell'acqua, ma loro avevano risposto che era morto e che non ne aveva bisogno, generando nel suo animo il terrore che finissero per gettarlo in una bara e seppellirlo in una tomba che nel suo sogno si trovava nel laboratorio del Maestro Theobald. Ricordare quei sogni spaventosi li priv in parte del loro potere, e il residuo senso d'orrore che essi gli lasciarono nell'animo non seppe sopraffarlo. Spinta di lato la rozza coperta di lana che era ruvida e gli irritava la pelle nuda, Raistlin si alz in piedi anche se era ancora debole e barcollante a causa della malattia, e si affrett a cercare a tentoni la camicia gettata sullo schienale di una sedia perch l'aria fredda lo stava facendo rabbrividire. Sollevata la camicia sulla testa infil le braccia nelle maniche e sost nel centro della piccola stanza, incerto su cosa fare. Dopo un momento, attravers la stanza per contemplare la forma addormentata del suo gemello, che come lui occupava un letto di legno incassato nella parete: Caramon era solito addormentarsi tardi e dormire di un sonno profondo, giacendo tranquillo sulla schiena con le braccia spalancate, una gamba che pendeva dal letto e l'altra piegata all'altezza del ginocchio e appoggiata alla parete, mentre per contrasto Raistlin dormiva appallottolato su se stesso con le ginocchia tirate su fino al mento e le braccia strette intorno al petto. Questa notte per il sonno di Caramon appariva inquieto e turbato quanto quello del suo gemello, ma il suo sfinimento era cos profondo che lo teneva vincolato al letto e impediva anche ai sogni pi spaventosi di destarlo, con il risultato che lui si agitava, si girava e scuoteva la testa con tale violenza che il cuscino era caduto per terra e le lenzuola gli si erano arrotolate intorno al corpo come un sudario. Senza cessare di dibattersi, Caramon borbottava, mormorava e assestava strattoni al colletto della camicia da notte, la sua pelle era fredda e umida, i capelli intrisi di sudore, e nel complesso aveva un aspetto cos malato che Raistlin gli pos una mano sulla fronte per controllare se gli fosse venuta la febbre.

La pelle di Caramon per era fresca, segno che ci che lo turbava non era un prodotto del corpo ma della mente. Non farmi andare l, Raist! implor intanto Caramon, rabbrividendo sotto il tocco della mano fraterna. Non farmi andare l!. Spingendo indietro una ciocca di arruffati capelli ricciuti che ricadeva negli occhi del fratello, Raistlin si chiese se non fosse il caso di svegliarlo. Senza dubbio Caramon doveva averlo vegliato per molte notti ed essere esausto, ma quel sonno era pi simile ad una tortura che non a vero riposo, quindi alla fine Raistlin pos la mano sull'ampia spalla del gemello e lo scosse con decisione. Caramon! chiam in tono perentorio. Caramon spalanc gli occhi, lo fiss in volto e si ritrasse con timore. Non mi lasciare! No, non mi lasciare! Per favore! gemette, cominciando a dibattersi sul letto con tanta violenza che per poco non cadde per terra. Rendendosi conto che il fratello non stava sognando, di colpo Raistlin not nel suo modo di fare qualcosa di vagamente familiare che ebbe il potere di spaventarlo: Rosamun, anche lei si era comportata pi o meno in questo modo. Forse Caramon non stava dormendo, forse era intrappolato in una trance simile a quella in cui Rosamun era scivolata senza pi trovare il modo per uscirne. In passato Caramon non aveva mai dato segno di aver ereditato lo strano dono della madre, ma dopo tutto era suo figlio e aveva lo stesso sangue nelle vene... con tutte le strane assurdit che ad esso si accompagnavano, e adesso aveva il corpo spossato dalle lunghe notti di veglia in cui si era preso cura del fratello malato e la mente devastata dalla tragica perdita del padre che lui adorava seguita dall'essere costretto ad assistere passivamente al lento consumarsi di sua madre: con le difese del fisico ridotte al minimo e la mente confusa e sconvolta, la sua anima era rimasta esposta e vulnerabile, per cui avrebbe potuto benissimo scegliere di ritirarsi in cupe regioni di cui non si era mai conosciuta l'esistenza per cercare in essa rifugio dai duri colpi della vita. Cos'avrebbe fatto se avesse perso anche Caramon? Si sarebbe trovato del tutto solo, senza n famiglia n amici, in quanto non poteva n voleva considerare Kitiara come la propria famiglia perch la sua rozzezza e la sua indomita natura animalesca lo disgustavano... o almeno questo era ci che aveva sempre detto a se stesso. La verit era che aveva paura di lei, prevedeva che un giorno fra loro sarebbe scoppiata una

lotta per il potere e non era certo di essere abbastanza forte da poterle tenere testa da solo. Quanto agli amici, quello era un argomento sul quale non poteva farsi illusioni di sorta: non ne aveva neppure uno, perch tutti i loro amici erano in realt legati a Caramon e non a lui. Caramon era spesso irritante e i suoi lenti processi mentali avevano l'effetto di generare un senso di frustrazione nel suo gemello pi agile di mente, che a volte si sentiva tentato di afferrarlo e di scrollarlo nella tenue speranza di far affiorare accidentalmente in lui qualche pensiero sensato, ma adesso che si trovava di fronte alla possibilit di perderlo, Raistlin contempl il vuoto che avrebbe occupato il posto in cui c'era sempre stato Caramon e si rese conto di quanto avrebbe sentito la sua mancanza, non solo per la compagnia che gliene derivava o per il fatto di avere una persona forte su cui fare affidamento: mentalmente parlando, Caramon non era un buon avversario ma era un ottimo compagno per gli addestramenti. Inoltre, lui era la sola persona che Raistlin avesse conosciuto che fosse mai riuscita quasi a farlo ridere, magari creando giochi d'ombre sulle pareti, ridicoli conigli... Caramon! chiam Raistlin, tornando a scuotere il fratello. No, Raist! gemette per Caramon, sollevando le mani come per deviare un colpo. Non ce l'ho! Giuro che non ce l'ho!. Spaventato, Raistlin si chiese cosa fare e lasci la camera da letto per andare in cerca di sua sorella, con l'idea di mandarla a chiamare Meggin la Pazza, ma ben presto scopr che Kitiara era scomparsa insieme con suo bagaglio, segno che doveva essere partita durante la notte. Incerto sul da farsi, sost allora nel salotto della casa troppo silenziosa. Kitiara aveva riposto tutti gli abiti e gli oggetti appartenuti a Rosamun in una cassapanca di legno infilata sotto il letto, ma non aveva rimosso la sua sedia a dondolo soprattutto a causa del fatto che la casa era tristemente a corto di sedie, e adesso la presenza di Rosamun aleggiava intorno ad essa come la fragranza dei petali di rosa appassiti: lo stesso vuoto lasciato dalla sua scomparsa ebbe l'effetto di richiamare intensamente la sua immagine alla mente di Raistlin. Troppo intensamente. Rosamun era seduta sulla sua sedia e si dondolava lentamente avanti e indietro con il vestito che frusciava e la punta dei piccoli piedi racchiusi in morbide scarpe di cuoio che toccava appena il pavimento per poi scomparire sotto l'orlo dell'abito quando la sedia tornava a dondolarsi all'indietro; e intanto la sua testa e il suo sguardo rimanevano immobili, le sue labbra sorridevano a Raistlin.... che rimase a

guardarla desiderando con tutta l'intensit del suo cuore dolente che quanto stava vedendo fosse vero, anche se una parte di lui sapeva che era impossibile. Poi Rosamun smise di dondolarsi e si alz dalla sedia con grazia disinvolta, lasciandosi alle spalle nel passargli accanto una dolce fragranza che sapeva di rose... Nella stanza accanto Caramon emise un urlo orribile e spaventoso, come se lo stessero seppellendo vivo. Con l'odore di rose che gli aleggiava ancora nelle narici, Raistlin frug nella stanza fino a trovare quello che stava cercando, un piatto pieno di petali di rosa ora appassiti e disseccati, che era stato posato sul tavolo per profumare l'aria pervasa dal sentore di malattia. Affondando la mano nel piatto raccolse una manciata di petali e la port con s nella camera da letto dove Caramon si teneva aggrappato ai bordi del letto con tanta forza da far sbiancare le nocche e aveva gli occhi aperti e sbarrati fissi su qualcosa di orribile che lui soltanto poteva vedere. Raistlin non ebbe bisogno di fare ricorso al suo libro di magia per recitare l'incantesimo perch le parole che lo componevano erano incise nel suo cervello con il fuoco... e come un fuoco che dilagasse su un tratto di erba arida la magia gli si diffuse dal cervello lungo la schiena, bruciando ogni nervo fino ad avvilupparlo nelle sue fiamme. Ast tasarak sinuralan kyrnawi, recit, sbriciolando i petali di rosa e spargendoli sulla forma tormentata del fratello. Le palpebre di Caramon tremolarono, poi lui emise un profondo sospiro, rabbrivid e chiuse gli occhi, giacendo per un momento del tutto immobile, senza neppure respirare, mentre Raistlin sperimentava un terrore di cui non aveva mai conosciuto l'uguale nel sentirsi assalire dalla certezza che il suo gemello era morto. Caramon! sussurr, allontanando con gentilezza i petali di rosa dal volto immoto del fratello. Caramon, non mi lasciare! Non farlo! D'un tratto Caramon trasse un respiro lungo, profondo e rilassato, esal il fiato e respir ancora, con il petto che si alzava e si abbassava in modo regolare; contemporaneamente anche il viso si rilass e torn liscio come sempre in quanto i sogni non erano stati tanto violenti e protratti da lasciare il loro marchio su di lui. Presto i segni della stanchezza e del cordoglio sarebbero svaniti, semplici onde sulla superficie della sua abituale, allegra serenit. Pervaso da un senso di sollievo tanto intenso da lasciarlo indebolito,

Raistlin si accasci accanto al letto del fratello e appoggi la testa fra le mani... e fu allora, con gli occhi chiusi che vedevano soltanto l'oscurit, che si rese infine conto di quello che aveva fatto. Caramon stava dormendo. Ho attivato l'incantesimo, disse fra s. La magia ha funzionato per me. Dentro di lui il fuoco della magia tremol e si spense del tutto, lasciandolo talmente debole e spossato da non riuscire neppure a rialzarsi in piedi, ma al tempo stesso fu pervaso da una gioia cos intensa che in tutta la sua vita non ne aveva mai conosciuto l'uguale. Grazie, sussurr quindi, serrando i pugni fino a far affondare le unghie nella carne, mentre vedeva l'occhio bianco, rosso e nero contemplarlo con soddisfazione. Non vi verr meno, ripet quindi, pi e pi volte. Non fallir. L'occhio ammicc... e Raistlin si sent trafiggere da una minuscola punta di preoccupazione, da un dubbio geloso. Possibile che Caramon fosse scivolato davvero in una trance? E se lo aveva fatto, era altrettanto possibile che avesse ereditato il talento per la magia? Raistlin riapr gli occhi e fiss a lungo, intensamente, la sagoma dormiente del fratello, che giaceva supino con un braccio che pendeva oltre il bordo del letto e l'altro posato di traverso sulla fronte. La bocca aperta stava emettendo un russare prodigioso e mai lui aveva avuto un aspetto tanto stupido. Mi sono sbagliato, disse Raistlin, issandosi in piedi. Era soltanto un brutto sogno e niente di pi. Come ho mai potuto immaginare che questo grosso idiota avesse ereditato il talento magico? aggiunse, quindi, sorridendo fra s con fare sprezzante. Lasci quindi la stanza in punta di piedi per non disturbare il fratello e si chiuse silenziosamente la porta alle spalle. Entrato in salotto, sedette sulla sedia a dondolo di sua madre e prese a dondolarsi lentamente avanti e indietro, crogiolandosi nel suo senso di trionfo. CAPITOLO SETTIMO Caramon dorm per tutto il giorno e durante l'intera notte successiva, e al suo risveglio mostr di non ricordare nulla dei sogni che aveva fatto, apparendo addirittura divertito e scettico nel sentire la descrizione che ne

dava il fratello. Sciocchezze, Raist! dichiar. Sai che io non sogno mai!. Raistlin evit di ribattere. Passata la febbre si stava adesso rimettendo rapidamente in forze, tanto che quella mattina stava abbastanza bene da sedere al tavolo di cucina con il fratello. La giornata era calda e una brezza sommessa portava fino a loro le voci delle donne che si chiamavano a vicenda e ridevano mentre erano impegnate ad appendere la biancheria lavata ai rami per farla asciugare. Il sole dell'inizio dell'autunno penetrava attraverso le foglie che si muovevano, creando ombre che si rincorrevano come uccelli per la cucina mentre i due fratelli consumavano la colazione in silenzio, assaporando quel momento anche se avevano molte cose di cui parlare e molte di cui discutere. Raistlin stava sfiorando ogni istante che passava, lo tratteneva nella mente fino a quando esso gli sgusciava fra le dita per essere rimpiazzato da quello successivo: adesso si era lasciato alle spalle il passato con tutti i suoi dolori e non si sarebbe mai voltato indietro, e il futuro si trovava davanti a lui con le sue promesse e le sue paure, gli splendeva caldo sul viso come la luce del sole e a tratti lo copriva d'ombre passeggere. In quel momento, per, lui stava galleggiando libero, sospeso fra passato e futuro. Fuori un uccello trill e un altro rispose al suo richiamo; poco lontano due giovani donne lasciarono cadere un lenzuolo umido su una delle guardie cittadine che era di sentinella sul terreno sottostante e che rimase avvoltolata nella stoffa bagnata, almeno a giudicare dalle sue soffocate e peraltro divertite imprecazioni. Ridendo, le donne dichiararono che era stato un incidente e scesero di corsa la scala per recuperare il lenzuolo e trascorrere qualche piacevole momento civettando con l'avvenente guardia. Raistlin disse intanto Caramon, parlando con riluttanza come se anche lui fosse stato catturato dall'incantesimo intessuto dal sole, dalla brezza e dalle risa femminili e fosse riluttante a infrangerlo. Dobbiamo decidere cosa fare. Raistlin non poteva vedere in faccia il fratello a causa del bagliore del sole ma avvertiva con chiarezza la sua presenza di fronte a s... una presenza forte, solida e rassicurante che lo indusse a ricordare la paura che aveva provato quando aveva creduto che Caramon fosse morto. Un'ondata di affetto nei suoi confronti crebbe dentro di lui e gli fece salire le lacrime agli occhi, inducendolo a ritrarsi bruscamente dal sole e a sbattere le palpebre per schiarirsi la vista. Adesso gli istanti avevano preso a scorrere sempre pi in fretta e non era pi in suo potere toccarli.

Quali alternative abbiamo? chiese. Abbiamo respinto la proposta di Kit... cominci Caramon, assestando la propria mole sulla sedia, poi lasci la frase in sospeso come se si stesse chiedendo in silenzio se il suo gemello non potesse ripensarci. S, ribad per Raistlin, con una nota definitiva nella voce. Lady Brightblade si offerta di prenderci con s e di darci una casa, continu Caramon, schiarendosi la gola. Lady Brightblade ripet Raistlin, con un sogghigno sarcastico. la moglie di un cavaliere di Solamnia, gli fece notare Caramon, sulla difensiva. quanto sostiene lei. Suvvia, Raist! protest Caramon, che era affezionato ad Anna Brightblade perch la donna era sempre stata molto gentile con lui. Mi ha mostrato un libro con lo stemma di famiglia e comunque si comporta come una nobildonna. E come fai a sapere in che modo si comporta una nobildonna, fratello mio?. Ecco, rispose Caramon, dopo un momento di riflessione, lei si comporta come immagino che si comporterebbe una nobildonna, proprio come quelle delle storie.... Interrompendosi di colpo non fin la frase, che entrambi i gemelli non ebbero difficolt a completare nella mente: come quelle delle storie che nostra madre era solita raccontarci. Pronunciare ad alta voce quelle parole sarebbe per equivalso ad evocare il suo spirito, che era rimasto all'interno della casa. Gilon, d'altro canto, se n'era andato completamente perch anche da vivo non era mai stato molto presente in casa, e tutto ci che si era lasciato alle spalle era un vago e piacevole ricordo. Caramon sentiva la sua mancanza, ma Raistlin cominciava gi ad avere problemi a ricordarsi che suo padre non c'era pi. Non mi va di avere Sturm Brightblade come fratello, comment. Mastro Il-Mio-Onore--La-Mia-Vita troppo compiaciuto di s e troppo arrogante, sfoggia la sua virt in lungo e in largo e sbandiera di continuo la sua dirittura morale... nel complesso un comportamento nauseante. Sturm non cos insopportabile, ribatt Caramon. Senza dubbio non ha avuto una vita facile... se non altro, noi sappiamo come morto nostro padre, aggiunse in tono triste, mentre lui non sa neppure se il suo vivo o morto.

Se tanto preoccupato, perch non torna indietro per scoprire la verit? ribatt in tono impaziente Raistlin. Di certo ormai abbastanza grande per farlo. Non pu lasciare sua madre perch la notte in cui sono fuggiti ha promesso a suo padre che ne avrebbe avuto cura ed vincolato da tale promessa. Quando quella marmaglia ha attaccato il suo castello.... Castello! sbuff Raistlin. ... sono riusciti a stento a fuggire. Il padre di Sturm ha mandato via lui e sua madre nel cuore della notte insieme con una scorta di servi e ha detto loro di recarsi a Solace dove li avrebbe raggiunti quando avesse potuto. Da allora non hanno pi avuto sue notizie. I Cavalieri devono aver fatto qualcosa per provocare quell'attacco, perch la gente non si mette in testa senza motivo l'idea di assalire una rocca ben fortificata. Secondo Sturm ci sono strane persone che dal nord stanno affluendo a Solamnia, persone malvagie che vogliono soltanto mettere nei guai i Cavalieri e farli scacciare in modo da poter subentrare loro e assumere il controllo di tutto. E chi sarebbero questi ignoti malvagi? domand Raistlin, in tono sarcastico. Lui non lo sa, ma pensa che abbiano qualcosa a che fare con gli antichi di, spieg Caramon, scrollando le spalle. Davvero? esclam Raistlin, improvvisamente pensoso, ricordando l'offerta di Kitiara e i suoi discorsi di di potenti, e ripensando al tempo stesso alla propria personale esperienza con gli di della magia, sulla quale si era interrogato fin da quando si era verificata, chiedendosi se fosse stata davvero reale o se fosse stata causata soltanto dal suo intenso desiderio di operare la magia. Caramon intanto aveva rovesciato dell'acqua sul tavolo e adesso la stava arginando con il coltello e la forchetta nel tentativo di deviare il corso di quel fiume in miniatura in modo che non gocciolasse sul pavimento; era cos impegnato in quello che stava facendo che nel parlare non sollev neppure lo sguardo sul fratello. Ho rifiutato la sua offerta, perch lei non ti avrebbe permesso di continuare a frequentare la scuola, disse. Di cosa stai parlando? scatt Raistlin in tono tagliente. Chi non mi avrebbe permesso di continuare la scuola?. Lady Brightblade.

Lo ha detto lei stessa, vero?. S, rispose Caramon, aggiungendo un cucchiaio alla sua diga. Non ha nulla contro di te, Raist, aggiunse, sollevando lo sguardo sul fratello e scoprendo che il suo volto sottile si era fatto duro e freddo. I Cavalieri di Solamnia pensano che i maghi siano al di fuori dell'ordine naturale delle cose, e secondo quanto mi ha detto Sturm non si servono mai di loro in battaglia. Ritengono che i maghi manchino di disciplina e siano troppo indipendenti. Ci piace pensare con la nostra testa, afferm Raistlin, e non siamo disposti ad obbedire ciecamente ad un comandante idiota che forse non ha neppure un cervello degno di questo nome nel cranio. D'altro canto, prosegu, raccontano che Magius abbia combattuto al fianco di Huma e sia stato il suo pi caro amico. So chi era Huma, replic Caramon, lieto di cambiare argomento. Sturm mi ha raccontato delle storie sul suo conto e mi ha narrato come molto tempo fa lui abbia combattuto contro la Regina delle Tenebre e abbia bandito per sempre i draghi dal mondo. Per non ho mai sentito parlare di questo Magius. Non dubito che i Cavalieri vogliano dimenticare questa parte della storia. Come Huma stato uno dei pi grandi guerrieri di tutti i tempi, anche Magius stato uno dei maghi pi potenti. Nel corso della battaglia impegnata contro le forze di Takhisis, Magius rimasto separato da Huma ed ha combattuto da solo, circondato dai nemici fino a quando non ha pi avuto la forza di fare ricorso alla magia a causa delle ferite e dello sfinimento. A quei tempi, infatti, ai maghi non era permesso portare altra arma se non quella costituita dalla loro magia. Di conseguenza, Magius stato catturato vivo e trascinato al campo della Regina delle Tenebre dove lo hanno torturato per tre giorni e tre notti nel tentativo di costringerlo a rivelare dove si trovasse l'accampamento di Huma in modo da poter mandare di notte dei sicari ad ucciderlo. Magius morto senza rivelare la verit, e si narra che quando ha appreso la notizia della sua morte e di come questa fosse avvenuta, Huma ne abbia sofferto a tal punto da indurre i suoi uomini a temere di poter perdere anche lui. In seguito, Huma ha ordinato che da quel momento in poi ai maghi venisse permesso di portare indosso almeno una piccola arma da taglio da usare come ultima difesa se la magia fosse venuta loro meno, cosa che ancora oggi noi facciamo in nome di Magius. una storia splendida! esclam Caramon, tanto impressionato che

lasci straripare il suo fiume e l'acqua prese a gocciolare sul pavimento, costringendolo ad andare a prendere un panno per asciugarla. La dovr raccontare a Sturm. Fallo pure, comment Raistlin in tono asciutto. Mi interesserebbe sentire il suo parere al riguardo. Per un momento osserv Caramon asciugare il pavimento, poi continu: Abbiamo scelto di non unirci a nostra sorella e abbiamo deciso di non lasciarci prendere sotto l'ala da una nobile dama di Solamnia. Cosa pensi che dobbiamo fare di noi stessi?. Io dico che dobbiamo vivere qui, replic con fermezza Caramon, rialzandosi in piedi e piantandosi le mani sui fianchi nell'esaminare la casa come se fosse stato un potenziale acquirente. La casa nostra, senza vincoli di sorta, perch nostro padre l'ha costruita lui stesso e non ha lasciato debiti. Non dobbiamo nulla a nessuno, la tua scuola pagata e non dobbiamo preoccuparci neppure di questo. Io ottengo il cibo che ci serve dal Fattore Sedge.... Ti sentirai solo d'inverno, quando io sar a scuola, osserv Raistlin. Posso sempre alloggiare dai Sedge, rispose Caramon, scrollando le spalle. A volte mi gi capitato di farlo, quando la neve ha bloccato la strada. Oppure posso andare a stare da Sturm o da qualche altro amico. Raistlin rimase in silenzio, accigliato e meditabondo. Cosa ti prende, Raist?, chiese Caramon, a disagio. Non credi che sia un buon piano?. Ritengo che sia un piano eccellente, fratello mio, ma non mi sembra giusto che sia tu a sostentarmi. Che importanza ha? ribatt Caramon, mentre la sua espressione preoccupata si dissolveva. Quello che mio tuo, Raist, lo sai. Ha importanza per me, ritorse Raistlin, in tono tagliente. Ne ha moltissima. Devo trovare il modo di pagare la mia quota. Caramon riflett in tutta seriet sulla cosa per circa tre minuti, ma apparentemente la cosa gli riusc dolorosa perch ben presto cominci a massaggiarsi la testa e infine afferm che a suo parere doveva essere quasi ora di pranzo. Mentre lui andava a frugare nella dispensa, Raistlin continu a riflettere su quello che poteva fare per contribuire al loro mantenimento, dato che non era abbastanza forte da lavorare in una fattoria e che comunque i suoi studi non gli lasciavano il tempo di fare nessun lavoro. Adesso la scuola era diventata per lui pi importante di qualsiasi altra cosa, c'erano nuovi incantesimi da imparare, ognuno dei quali andava ad accrescere il suo

sapere... e il suo potere. Il suo potere sugli altri. Il ricordo di Caramon, forte e muscoloso, che scivolava in un sonno profondo e quasi comatoso ad un ordine del suo gemello pi debole gli strapp un sorriso. Intanto Caramon torn nella stanza con una pagnotta e un barattolo di miele, e insieme con il cibo pos davanti al fratello una fiala vuota. Questa appartiene a quella vecchia megera, Meggin la Pazza, spieg. Dentro c'era un succo di qualche tipo che Kit ti ha somministrato per abbassarti la febbre. Probabilmente adesso dovrei riportare la fiala a quella donna, aggiunse riluttante, poi continu in tono reverenziale: Lo sai, Raist? Lei ha un lupo che dorme davanti alla sua porta e una testa umana sul tavolo di cucina!. Meggin la Pazza. D'un tratto un'idea affior alla mente di Raistlin che prese la fiala, l'apr e ne annus l'interno: elisir di corteccia di salice, un medicinale che lui poteva preparare senza troppa difficolt. Altre erbe che coltivava nel suo orto potevano essere a loro volta usate per scopi curativi, e inoltre adesso aveva il potere necessario per operare piccole magie. La gente sarebbe stata disposta a pagarlo in buone monete d'acciaio se avesse dimostrato di poter far addormentare un bambino in preda alle coliche, liberare un uomo dalla febbre o far sparire un'irritazione cutanea. Penser io a restituirgliela, disse infine, rigirando la fiala fra le dita. Se non ne hai voglia, non sei obbligato ad accompagnarmi. Verr con te, ribatt Caramon, in tono deciso. Prova a chiederti dove si procurata quel teschio. Non vorrei un giorno andare a trovarla e vedere la tua testa sul suo tavolo. D'ora in poi, Raist, tu ed io staremo sempre insieme, perch ciascuno di noi ha soltanto l'altro. Non proprio cos, mio caro fratello, mormor Raistlin, portando la mano alla piccola sacca di cuoio che portava alla vita e che conteneva i suoi componenti per incantesimi. Attualmente dentro c'erano soltanto petali secchi di rosa, ma presto ci sarebbero stati anche altri componenti, molti altri. No, non proprio cos, ribad. LIBRO QUARTO Chi vuole gli di o ne ha bisogno? Io no di certo: nessuna forza divina controlla la mia vita, e a me piace cos perch sono io a scegliere il mio destino. Non sono schiava di nessun uomo, quindi perch dovrei essere schiava di un dio e permettere a qualche prete o a qualche chierico di

dirmi come devo vivere? KITIARA UTH MATAR CAPITOLO PRIMO Trascorsero due anni, durante i quali le gentili piogge di primavera e il sole estivo permisero ai due alberelli di vallenwood piantati sulla tomba dei Majere di crescere e di protendere intorno a s germogli verdi. Raistlin trascorse quei due inverni a scuola, aggiungendo al suo libro un altro incantesimo elementare inteso a determinare se un oggetto fosse magico o meno; Caramon invece trascorse quei due anni lavorando d'estate per il Fattore Sedge e d'inverno nelle stalle, evitando nei mesi invernali di trascorrere molto tempo a casa perch essa gli appariva solitaria in assenza del fratello e gli dava i brividi. Quando Raistlin faceva ritorno dalla scuola, peraltro, i due vivevano quasi appagati nella dimora dei loro genitori. Quell'anno l'arrivo della primavera port anche la festa del Giorno di Maggio, uno dei pi grandi festeggiamenti che si tenessero a Solace, e per l'occasione venne organizzata una grande fiera in un'ampia area di terreno sgombro che si allargava al limitare meridionale della citt. Liberi finalmente di viaggiare adesso che l'inverno non bloccava pi le strade, i mercanti affluirono alla fiera da ogni parte di Ansalon, impazienti di vendere le merci che avevano accumulato durante l'inverno. I mercanti degli Uomini delle Pianure, individui taciturni dall'aspetto selvaggio, furono i primi ad arrivare, provenienti da villaggi dal nome strano e barbarico come Que-teh e Que-kiri. Vestiti di pelli decorate con rozzi ornamenti che si diceva servissero ad onorare i loro antenati, gli Uomini delle Pianure mantenevano un distaccato riserbo nei confronti degli altri abitanti della regione, anche se erano sempre pronti ad accettare il loro acciaio in cambio dei loro apprezzati vasi di argilla o delle splendide coperte tessute a mano; altre mercanzie, come i teschi di piccoli animali decorati con perline, attiravano invece enormemente l'interesse dei bambini con notevole sgomento dei loro genitori. Nani vestiti con eleganza che sfoggiavano al collo catene d'oro, arrivarono dal regno sotterraneo di Thorbardin, portando con s gli oggetti di metallo per la cui lavorazione erano giustamente famosi e che andavano dalle pentole e le padelle alle asce, alle protezioni per i polsi e alle daghe. Il primo incidente della stagione della fiera fu causato proprio da questi

nani di Thorbardin, che mentre si trovavano alla Locanda dell'Ultima Casa, intenti a bere la birra di Otik, cominciarono a fare commenti sprezzanti sulla qualit della birra stessa, sostenendo che era decisamente inferiore a quella di qualit migliore a cui erano abituati. Naturalmente, un certo nano delle colline si sent in dovere di rimbeccare quei commenti per conto di Otik, aggiungendo da parte sua che di certo un nano delle montagne non avrebbe saputo riconoscere della buona birra neppure se gli fosse stata rovesciata sulla testa e procedendo a dare una dimostrazione di fatto. A quel punto parecchi elfi di Qualinesti, che avevano portato alla fiera alcuni gioielli d'oro e d'argento di squisita fattura, dichiararono che i nani erano tutti un branco di bruti, peggiori perfino degli umani che pure erano tutt'altro che civili, e questo scaten una rissa tale da rendere necessario che si chiamassero le guardie. Gli abitanti di Solace si mostrarono tutti solidali con il parere del nano delle colline mentre l'angosciato Otik, che non voleva perdere clienti, cerc di sostenere entrambe le tesi contemporaneamente, ammettendo che forse la sua birra non era all'altezza della qualit di sempre e che quindi era possibile che il gentiluomo proveniente da Thorbardin avesse ragione al riguardo. D'altro canto, poich Flint Fireforge aveva bevuto nel corso della sua vita tanta birra da poter essere definito un vero esperto in materia, alla fine Otik ritenne pi opportuno inchinarsi di fronte al suo parere, contrastante con quello dei nani di Thorbardin. La questione venne infine risolta decidendo che se il nano delle colline si fosse scusato con i nani delle montagne e questi ultimi si fossero scusati con Otik l'incidente sarebbe stato dimenticato. Ripulendosi il naso insanguinato, il capo dei nani di Thorbardin ammise in tono cupo che la birra era bevibile, e il nano delle colline che era intento a massaggiarsi la mascella dolorante borbott che forse era possibile che un nano delle montagne capisse qualcosa di birra, avendo trascorso una notevole quantit di notti sul pavimento di qualche locanda che ne era intriso. Il nano di Thorbardin non apprezz per quell'affermazione, che ritenne un nuovo insulto, e a questo punto Otik si affrett a offrire da bere gratis a tutti i presenti per festeggiare la ritrovata amicizia. Non esisteva nano vivente che avesse mai rifiutato un boccale di birra gratuito, quindi entrambe le parti in attrito tornarono alle loro sedie e ciascun gruppo si convinse di aver vinto, mentre Otik raccoglieva le sedie fracassate, le cameriere spazzavano via il vasellame infranto, le guardie bevevano un boccale di birra in onore del locandiere e gli elfi

contemplavano con disprezzo tutto il resto degli avventori. Raistlin e Caramon vennero a sapere dell'accaduto il giorno successivo, nel farsi largo a fatica fra la calca che si ammassava in mezzo a tende e bancarelle. Avrei voluto esserci, comment Caramon con un sospiro, serrando i grossi pugni. Raistlin, che non aveva prestato particolare attenzione alla vicenda, non rispose neppure perch era intento a studiare il flusso della folla per cercare di determinare quale fosse il punto migliore in cui piazzarsi. Alla fine scelse un punto che si trovava alla convergenza di due vialetti, fra la bancarella di un fabbricante di merletti di Haven e quella di un mercante di vino di Pax Tharkas. Posata una grossa ciotola di legno davanti ad un vicino ceppo d'albero, procedette quindi a impartire a Caramon le necessarie istruzioni. Percorri fino in fondo questo vialetto, poi girati e torna indietro con calma, ricordando sempre che sei il figlio di un contadino venuto in citt per la fiera. Quando arriverai alla mia altezza, fissami, indica e attira l'attenzione, e una volta che la folla avr cominciato a raccogliersi portati al di fuori di essa e intercetta la gente di passaggio, incitandola a fermarsi a guardare. Hai capito?. Ci puoi scommettere! sorrise Caramon, che si stava divertendo immensamente. Sai cosa fare quando chieder se fra la folla c' un volontario?. Dire che non ti ho mai visto in tutta la mia vita e garantire che dentro quella scatola non c' niente, annu Caramon. Mi raccomando, non esagerare, ammon Raistlin. No, non lo far. Puoi contare su di me, promise Caramon. Raistlin aveva comunque dei dubbi in merito, ma d'altro canto non aveva modo di fugarli perch aveva fatto ripassare a Caramon la sua parte la sera precedente e adesso poteva soltanto sperare che il suo gemello la ricordasse. Caramon infine si allontan per raggiungere la fine del vialetto come gli era stato detto di fare, e quasi immediatamente venne intercettato da un ometto robusto che indossava uno sgargiante panciotto rosso e che lo trasse verso una tenda, promettendogli che all'interno avrebbe potuto vedere l'incarnazione stessa della bellezza femminile, una donna famosa da Solace al Mare del Sangue, che avrebbe eseguito la danza rituale dell'accoppiamento degli Ergothiani Settentrionali... una danza che, si

diceva, rendesse gli uomini addirittura frenetici e a cui Caramon avrebbe potuto assistere in cambio di due misere monete d'acciaio. Davvero? esclam Caramon, protendendo il collo nel tentativo di sbirciare attraverso l'apertura della tenda. Caramon! chiam in tono sferzante la voce di suo fratello, raggiungendolo alle spalle come un colpo di frusta. Caramon sussult con aria colpevole e s affrett ad allontanarsi, con estrema irritazione dell'ometto robusto che scocc a Raistlin un'occhiata rovente prima di intercettare un altro passante e di recitare di nuovo il suo ritornello. Raistlin intanto sistem la ciotola di legno in modo che fosse ben visibile, vi lasci cadere dentro una moneta d'acciaio che fungesse da esca e infine dispose ai propri piedi il suo equipaggiamento: palle per i giochi di destrezza, monete da far apparire all'interno dell'orecchio di qualche persona, un tratto piuttosto lungo di corda che poteva essere tagliato e reso nuovamente integro in un istante, sciarpe di seta che gli sarebbero scaturite dalla bocca e una scatola dipinta a colori vivaci da cui sarebbe emerso un arruffato e seccatissimo coniglio. Per l'occasione Raistlin indossava una veste bianca che aveva laboriosamente cucito lui stesso usando un vecchio lenzuolo e coprendo i punti consumati con stelle e lune di colore rosso e nero. Nessun mago degno di questo nome si sarebbe mai fatto vedere con indosso un abbigliamento del genere, ma il pubblico comune non lo sapeva e i colori vivaci attiravano l'attenzione. Prese in mano le sfere, Raistlin sal sul ceppo e cominci ad esibirsi, facendo roteare con dita abili quelle piccole sfere multicolori, un giocattolo che lui e Caramon avevano posseduto da piccoli. Immediatamente parecchi bambini accorsero per osservare la sua esibizione, trascinando con loro i genitori, e di l a poco sopraggiunse anche Caramon, che lanci esclamazioni di meraviglia e di ammirazione per ci che stava vedendo, con il risultato che altre persone si fermarono ad assistere e che le monete cominciarono a cadere nella ciotola. Intanto Raistlin scopr che stava cominciando a divertirsi, perch anche se non si trattava di vera magia stava in un certo senso gettando un incantesimo su quelle persone grazie anche al fatto che esse erano pronte a credere in lui e in ci che vedevano. In particolar modo gli piaceva l'ammirazione dei bambini, forse perch ricordava se stesso a quell'et, rammentava la propria reverenziale meraviglia e a cosa essa lo avesse

condotto. Accidenti! esclam una voce acuta in mezzo alla folla. Hai davvero inghiottito tutte quelle sciarpe? Non ti fanno il solletico quando le tiri fuori?. In un primo tempo Raistlin pens che quella voce appartenesse ad un bambino, ma subito dopo individu un kender dai capelli raccolti in una lunghissima coda di cavallo e vestito con pantaloni di un verde vivace, una camicia gialla e un giustacuore arancione; mentre l'osservava, il kender avanz in mezzo alla folla che si apr nervosamente al suo avvicinarsi, ciascuno dei presenti intento a stringere al petto la propria borsa, e infine si and ad arrestare con aria di palese ammirazione davanti a Raistlin, che nel vederlo da vicino ebbe l'impressione di trovarlo in qualche modo familiare; d'altro canto i kender erano cos diversi dal resto della gente normale che soltanto un occhio addestrato era capace di distinguerli l'uno dall'altro. In reazione ad un'occhiata preoccupata del fratello, Caramon si affrett intanto a venire avanti per piazzarsi con aria protettiva accanto alla ciotola di legno che conteneva i loro incassi, e nel frattempo Raistlin cerc il modo di distrarre da essa l'attenzione del kender, risultato che ottenne estraendo una delle palle colorate dalla sua sacca e facendogli scaturire dal naso una pioggia di monete, con estrema delizia e assoluto sconcerto del piccolo spettatore. Divertito, il pubblico che era intanto andato aumentando di numero si mise ad applaudire, e altre monete caddero tintinnando nella ciotola. Raist! chiam d'un tratto Caramon in tono sommesso e preoccupato. Nel rialzarsi dall'inchino con cui aveva risposto all'applauso, Raistlin si venne a trovare faccia a faccia con il suo maestro, rosso in volto per l'ira e con le vene che parevano prossime ad esplodergli dalla fronte. Vergogna! esclam il Maestro Theobald, sollevando un dito tremante e accusatore in direzione del suo allievo. Vergogna! Esibirti in questo modo davanti alla folla. Chiedo scusa, signore, ma mi impedisci di vedere, osserv intanto il kender in tono cortese, e si protese per dare uno strattone alla manica della veste bianca dell'intruso in modo da attirare la sua attenzione. Il kender era di bassa statura e il Maestro Theobald stava gridando e agitando le braccia, quindi dovette senza dubbio dipendere da questo se il kender non riusc ad afferrargli la manica e fin per impossessarsi invece della sacca dei componenti per incantesimi che gli pendeva dalla cintura.

Consapevole della presenza degli spettatori, Raistlin mantenne la propria compostezza pur sentendo un intenso rossore salirgli al volto. So che disapprovi, Maestro, ma io devo pur guadagnarmi da vivere come meglio so fare, ribatt. Ho sentito parlare di come ti guadagni da vivere! accus il Maestro Theobald. Frequenti quella strega! Usi erbacce per raggirare i creduloni e indurli a pensare di essere stati risanati. Sono venuto qui apposta per vedere con i miei occhi, perch non potevo credere che queste storie fossero vere!. Conosci davvero una strega? chiese con interesse il kender, distogliendo lo sguardo dalla sacca dei componenti magici. Vorresti che morissi di fame, Maestro? domand intanto Raistlin. Nel frattempo la folla stava cominciando a disperdersi nella convinzione che lo spettacolo era finito, almeno per il momento. Dovresti mendicare per le strade prima di prostituire la tua arte e coprire di ridicolo me e la mia scuola! esclam il Maestro Theobald, e si protese per afferrare Raistlin e trascinarlo gi dal ceppo. Toccami e te ne pentirai, signore, ammon Raistlin, in tono sommesso ma denso di minaccia. Osi minacciare... cominci Theobald, sempre pi furioso. Ehi, Piccoletto! esclam Caramon, intromettendosi fra i due. Tirami quella sacca che hai l. Palla Orchetto! esclam il kender, disposto a ignorare con magnanimit l'offensivo accenno alla sua statura. Tu sei l'orchetto, disse quindi al Maestro Theobald, e lanci la sacca in modo che passasse al di sopra della testa del mago. tua, vero, mago? chiese Caramon, saltellando e agitando la sacca davanti alla faccia di Theobald. Allora, tua?. Il Maestro Theobald riconobbe la sacca e port subito la mano alla cintura a cui essa avrebbe dovuto essere appesa. Restituiscimela, razza di furfante! esclam, mentre vene azzurrine gli affioravano sulla fronte e la sua faccia si tingeva di un rosso pi acceso. Caramon lanci la sacca al kender e questi l'afferr fra le risa e le incitazioni della folla, che cominciava a trovare questo gioco anche pi divertente della magia. Dall'alto del suo ceppo, intanto, Raistlin si limit ad osservare la scena con un accenno di sorriso sulle labbra. Il kender si stava preparando ad effettuare un lancio lungo in direzione di Caramon quando all'improvviso qualcuno gli tolse di mano la sacca.

Cosa stai... cominci il kender, sollevando lo sguardo con stupore. Questa la prendo io, replic una voce severa. Un uomo alto, sulla ventina, con gli occhi azzurri quanto i cieli di Solamnia e lunghi capelli raccolti in una treccia sulla schiena secondo uno stile ormai antiquato, s'impossess della sacca; il suo volto era serio e severo, perch lui era stato allevato nella convinzione che la vita fosse seria e severa, vincolata da regole le cui rigide sbarre d'acciaio non potevano essere spostate o incurvate. Tirati i lacci della sacca per richiuderla, Sturm Brightblade la spolver e la consegn con un inchino al mago furente. Ti ringrazio, disse Theobald rigidamente. Recuperata la sacca la ripose al sicuro all'interno dell'ampia manica e scocc un'occhiata rovente al kender prima di girarsi a fissare freddamente Raistlin. Devi lasciare questo posto oppure lasciare la mia scuola, intim. Cosa scegli, giovanotto?. Uno sguardo alla ciotola di legno fu sufficiente a confermare a Raistlin che per il momento avevano ormai guadagnato abbastanza. Quanto al futuro, il maestro non poteva certo risentirsi per ci che non veniva a sapere, quindi Raistlin decise che avrebbe dovuto semplicemente essere pi circospetto. Sfoggiando un'umilt che non provava, si affrett a scendere dal ceppo. Mi dispiace, Maestro, si scus in tono contrito. La cosa non si ripeter. Spero proprio di no, ribatt il Maestro Theobald, allontanandosi in preda ad un'intensa indignazione che era destinata ad aumentare quando fosse tornato a casa e avesse scoperto che la maggior parte dei componenti per incantesimi e tutte le sue monete d'acciaio erano svaniti dalla sacca, e non certo per magia. Nel contempo la folla si disperse, per lo pi soddisfatta di aver assistito ad uno spettacolo che era certo valso una o due monete; ben presto le sole persone che rimasero accanto al ceppo d'albero furono Sturm, Caramon, Raistlin e il kender. Ah, Sturm, ci hai rovinato il divertimento, sospir Caramon. Divertimento? ripet Sturm, accigliandosi. Quello che stavate tormentando era il maestro di Raistlin, giusto?. S, ma.... Chiedo scusa, intervenne il kender, facendosi largo a spintoni per parlare con Raistlin. Potresti tirare fuori di nuovo il coniglio da quella

scatola?. Raistlin dovrebbe trattare il suo maestro con maggiore rispetto, afferm intanto Sturm. O magari potresti farmi uscire le monete dal naso, persistette il kender. Non sapevo di avere delle monete nel naso... dopo tutto avrebbero dovuto farmi starnutire o qualcosa del genere. Ecco, adesso ne infiler dentro una e.... Non il caso perch ti faresti del male, lo ferm Raistlin, togliendogli la moneta di mano. Inoltre, questa moneta nostra. Davvero? Dovete averla fatta cadere, ribatt il kender, poi protese la mano e aggiunse: Allora, com' che fai? Io mi chiamo Tasslehoff Burrfoot. Tu come ti chiami?. Raistlin esit, poi ricord l'espressione stupefatta apparsa sul volto del Maestro Theobald quando aveva visto i suoi preziosi componenti per incantesimi in balia di un kender e sorrise, accettando con aria grave di stringere la mano che gli veniva offerta e procedendo a presentare il kender agli altri. Questo mio fratello Caramon, disse, e questo il suo amico Sturm Brightblade. Sturm si mostr alquanto riluttante a stringere la mano ad un kender, ma dal momento che erano stati formalmente presentati non si pot esimere dal farlo senza apparire scortese. Salve, Piccoletto, salut invece Caramon in tutta cordialit, avvolgendo completamente la mano del kender nella propria e strappandogli un leggero sussulto. Non mi va di fartelo presente proprio adesso che siamo stati appena presentati, Caramon, afferm il kender in tono solenne, ma molto scortese continuare a fare commenti sulla taglia di una persona. Per esempio, a te non andrebbe molto se io ti chiamassi Barile di Birra, vero?. Quel nome era talmente buffo e la scena in se stessa cos ridicola, una zanzara che si azzardava a rimproverare un orso, che Raistlin scoppi a ridere, smettendo soltanto quando si sent indebolire per lo sforzo e fu costretto a sedersi sul ceppo, e perfino il serio e solenne Sturm si concesse un sorriso. Sorpreso e lieto di vedere il fratello cos di buon umore, Caramon scoppi a ridere a sua volta e assest una pacca sulla schiena del kender, procedendo quindi ad aiutarlo a rialzarsi da terra. Vieni, fratello, disse infine Raistlin, dobbiamo raccogliere le nostre cose e avviarci verso casa perch la fiera chiuder presto. stato un vero

piacere conoscerti, Tasslehoff Burrfoot, aggiunse in tutta sincerit. Vi aiuto io, si offr Tasslehoff, scoccando occhiate interessate alle palle multicolori e alla scatola a colori vivaci. Ti ringrazio, ma possiamo fare da soli, replic in fretta Caramon, afferrando il coniglio proprio quando stava gi per scomparire in una delle sacche del kender, dalle cui tasche Sturm recuper intanto parecchie sciarpe di seta. Dovreste stare pi attenti con le vostre cose, si sent obbligato a puntualizzare Tasslehoff. stato un bene che io le abbia ritrovate, cosa di cui sono lieto. Sei davvero un abile mago, Raistlin... posso chiamarti Raistlin? Grazie. Chiamer te Caramon se tu mi chiamerai Tasslehoff, che il mio nome anche se gli amici mi chiamano Tas, cosa che puoi fare anche tu se ti va. Quanto a te, ti chiamer Sturm... sei un cavaliere? Una volta sono stato a Solamnia ed ho visto una quantit di cavalieri: avevano tutti baffi come i tuoi, solo che erano pi folti... i baffi, intendo. I tuoi sono un po' radi per il momento, ma vedo che li stai coltivando. Ti ringrazio, rispose Sturm, accarezzando con imbarazzo i baffi che si stava facendo crescere da poco. I fratelli intanto accennarono ad avviarsi verso l'uscita della fiera, e affermando che per quel giorno non gli interessava vedere altro Tasslehoff s'incammin per accompagnarli; quanto a Sturm, pareva che non gli andasse di essere visto in pubblico in compagnia di un kender ed era stato sul punto di congedarsi dagli altri quando Tasslehoff aveva parlato di Solamnia. Sei stato davvero laggi? domand. Io sono stato in tutto Ansalon, rispose con orgoglio Tas. Solamnia un posto molto bello, e se vuoi te ne posso parlare. Sentite, ho un'idea: perch non venite a cena da me? Tutti quanti. A Flint non dispiacer. Chi Flint? Tua moglie? domand Caramon. Mia moglie! ripet Tasslehoff, scoppiando a ridere. Aspetta che glielo dica! No, Flint un nano ed il migliore amico che io abbia al mondo, cos come io sono il suo migliore amico indipendentemente da quello che dice lui, forse con la sola eccezione di Tanis Mezzelfo, che un altro mio amico e che adesso non qui perch andato a Qualinesti, dove vivono gli elfi. A questo punto Tas s'interruppe, ma soltanto perch era rimasto a corto di fiato. Adesso mi ricordo! esclam intanto Raistlin, arrestandosi di colpo.

Sapevo che avevi un'aria familiare. Eri presente quando Gilon morto... eri l insieme al nano e al mezzelfo. Fece quindi una pausa, adocchiando il kender con aria pensosa, poi aggiunse: Ti siamo grati per l'invito a cena, Tasslehoff, e lo accettiamo. Accettiamo? domand Caramon, con aria stupita. S, fratello mio, ribad Raistlin. Vieni anche tu, vero? esclam Tas, girandosi con ansia verso Sturm. Mia madre mi aspetta a casa, ma non credo che le dispiacer se cener con degli amici riflett Sturm, accarezzandosi i baffi. Lungo la strada mi fermer per avvisarla di non aspettarmi. Che parte di Solamnia hai visitato?. Ora te lo faccio vedere, rispose Tasslehoff, infilando la mano in una sacca che portava sulla schiena, tutta la sua persona era drappeggiata di sacche e sacchetti, e tirando fuori una mappa. Io adoro le mappe, e tu? Ti dispiacerebbe tenere fermo quell'angolo? Qui c' Tarsis sul Mare: non ci sono mai stato ma spero di visitarla un giorno quando Flint non avr troppo bisogno del mio aiuto, che ora gli serve terribilmente. Non hai idea dei guai in cui si ficca se io non sono l a tenere sotto controllo la situazione... S, ecco Solamnia. Laggi hanno prigioni davvero splendide.... I due continuarono a camminare, Sturm chino per studiare la mappa e Tasslehoff impegnato a indicargli svariati posti che riteneva interessanti. Sturm deve aver perso il senno comment intanto Caramon. Con ogni probabilit quel kender non mai stato a Solamnia, dato che quei piccoletti mentono tutti come... ecco, come dei kender. E adesso dobbiamo cenare con uno di essi e con un nano! Non... non conveniente, dovremmo frequentare soltanto la nostra razza. Nostro padre dice.... No, adesso non lo dice pi, lo interruppe Raistlin. Caramon impallid e scivol in un silenzio pieno di disagio. Non possiamo rimanere rintanati per sempre nella nostra casa, avvolti in un piccolo bozzolo sicuro spieg intanto Raistlin. Finalmente abbiamo l'occasione di liberarci dai nostri vincoli, Caramon, e dobbiamo coglierla! Ci serve un po' di tempo perch le nostre ali si asciughino al sole, ma presto saremo abbastanza forti da poter volare. Io non sono certo di voler volare, Raist, perch quando salgo troppo in alto ho le vertigini, replic Caramon, poi aggiunse in tono pensoso: Se per sei bagnato, dovresti proprio andare a casa ad asciugarti. Rassegnato, Raistlin batt un colpetto sul braccio del fratello.

D'accordo, Caramon, sospir. Mi cambier i vestiti e dopo andremo a cenare con il nano... e con il kender. CAPITOLO SECONDO La casa di Flint Fireforge era considerata una stranezza e anche una delle meraviglie di Solace perch non solo era costruita sul terreno ma era anche realizzata interamente in pietra, che il nano aveva trascinato fin l dal Picco dell'Occhio che Prega. Al nano non interessava ci che la gente poteva dire sul suo conto e in merito alla sua casa: lui sapeva soltanto che in tutta la lunga e orgogliosa storia della sua razza nessun nano era mai vissuto fra gli alberi. Gli uccelli dimoravano fra i rami e cos pure gli scoiattoli e gli elfi, ma Flint non era n un uccello n uno scoiattolo e tanto meno un elfo, cosa di cui rendeva grazie a Reorx il Creatore; lui non aveva ali, una coda cespugliosa o gli orecchi a punta, tutte caratteristiche che era risaputo essere proprie alle specie che vivevano sugli alberi, e riteneva che abitare su di essi fosse una cosa innaturale oltre che pericolosa. Basta cadere dal letto perch quella sia l'ultima caduta che si avr mai occasione di fare, era solito commentare in tono funesto, ed era inutile che il suo amico e socio in affari Tanis Mezzelfo gli facesse notare che se si viveva in una casa costruita su un albero, nel cadere dal letto si atterrava sul pavimento e si riportava al massimo un indolenzimento alla schiena. Flint infatti ribatteva che le case arboree erano fatte di legno e che era risaputo che il legno era un materiale da costruzione inaffidabile in quanto poteva essere intaccato dalla muffa, roso dai topi e dalle termiti, poteva prendere fuoco in qualsiasi momento, lasciava passare la pioggia e gli spifferi... anzi, una folata di vento particolarmente decisa poteva anche trascinarlo via. Nulla invece poteva avere la meglio sulla buona, solida pietra. Essa era fresca d'estate e calda d'inverno, non poteva essere attraversata dalla pioggia e il vento poteva soffiare quanto voleva, anche fino a diventare rosso in faccia, senza che i blocchi di pietra fossero scossi sia pure da una vibrazione. Era del resto risaputo che le case di pietra erano le sole che fossero sopravvissute al Cataclisma. Tranne che a Istar, era solito provocarlo Tanis Mezzelfo. Neppure le case di pietra possono sopravvivere quando un'intera, dannata montagna viene scaraventata su di loro, ribatteva sempre Flint,

per poi aggiungere: E comunque sono certo che sul fondo del Mare del Sangue, dove si dice che sia stata sprofondata la citt di Istar, ci sono adesso alcuni pesci fortunati che vivono in tutta comodit. Quella particolare sera Flint si trovava all'interno della sua casa di pietra, intento a cercare di dare un po' di senso al disordine in cui viveva e che era diventato una situazione di fatto costante da quando il kender era venuto a stare da lui. Quei due improbabili coabitanti si erano incontrati un giorno al mercato: Flint era come sempre impegnato a esibire le sue mercanzie e Tasslehoff, che era di passaggio diretto in qualsiasi posto che apparisse interessante, si era fermato alla sua bancarella per ammirare un bracciale di eccellente fattura. Ci che era accaduto in seguito ha diverse versioni a seconda di chi narri la storia. Secondo Tas, lui aveva preso il bracciale per provarlo, e avendo scoperto che gli calzava alla perfezione si era avviato per andare in cerca di qualcuno a cui chiederne il prezzo, mentre la versione di Flint era che nel riemergere dal retro della sua bancarella dove si era concesso un rinfrescante sorso di birra lui aveva visto Tasslehoff e il bracciale scomparire in lontananza fra la folla. Naturalmente Flint aveva bloccato il kender, che aveva proclamato con voce acuta e penetrante la propria innocenza, mentre la gente si fermava non per comprare ma per assistere alla scena. Sopraggiunto in quel momento, Tanis Mezzelfo aveva posto fine alla lite e disperso la folla; ricordando in tono sommesso al nano che scene del genere non giovavano agli affari, Tanis aveva quindi indotto Flint a convincersi che non voleva davvero vedere il kender appeso per i pollici al pi vicino vallenwood, e dal canto suo Tasslehoff era stato tanto magnanimo da accettare le scuse di Flint, che questi non ricordava di aver mai pronunciato. Quella sera il kender si era presentato alla porta di Flint munito di una caraffa di eccellente brandy che sosteneva di aver acquistato alla Locanda dell'Ultima Casa e di aver portato al nano come offerta di pace. Il pomeriggio successivo Flint si era svegliato in preda ad una martellante emicrania e aveva trovato il kender installato nella camera degli ospiti. Da quel momento Flint non era pi riuscito ad indurre Tas ad andarsene n con le parole n con i fatti. Ho sentito dire che i kender soffrono della... com' che la chiamate... della bramosia di girovagare, s, cos che si chiama, bramosia di

girovagare... quindi suppongo che presto essa assalir anche te, aveva provato a suggerire. Niente affatto, aveva ribattuto Tas, in tono enfatico. Io l'ho gi avuta e l'ho superata, credo potresti dire che sono maturato e che sono pronto a sistemarmi da qualche parte. Non trovi che sia una fortuna? Tu hai proprio bisogno di qualcuno che si occupi di te, Flint, ed io sono la persona che fa al caso tuo. D'inverno condivideremo questa casa accogliente e durante l'estate viagger con te. Dopo tutto, ho delle mappe eccellenti e conosco tutte le prigioni migliori.... Allarmato da questa prospettiva che lo spaventava pi di qualsiasi altra cosa che avesse sperimentato nella sua vita, compresa la sua cattivit nelle mani degli orchi, Flint era andato a cercare il suo amico Tanis Mezzelfo e gli aveva chiesto di aiutarlo a sfrattare il kender o ad assassinarlo. Con suo stupore, per, il mezzelfo era scoppiato in una calorosa risata e aveva opposto un netto rifiuto, sostenendo che vivere con Tasslehoff gli avrebbe fatto bene perch tendeva a isolarsi ed era troppo radicato nelle sue usanze. Il kender ti manterr giovane, aveva dichiarato Tanis. S, e probabilmente morir anche giovane, aveva ribattuto Flint. Vivere con il kender aveva avuto l'effetto di fargli conoscere una grande quantit di abitanti di Solace, prime fra tutte le guardie cittadine, che adesso si presentavano innanzitutto a casa sua quando erano in cerca di oggetti preziosi scomparsi. D'altro canto, lo sceriffo si era stancato di arrestare Tas, che mangiava pi della porzione regolamentare di cibo prevista, si portava via le chiavi delle celle e persisteva nel fornire consigli per migliorare la gestione della prigione, e alla fine dietro suggerimento di Tanis Mezzelfo aveva deciso di lasciare libero il kender affidandolo alla custodia di Flint, che aveva protestato energicamente ma invano contro quella soluzione. Adesso ogni giorno Flint depositava sulla soglia tutti gli oggetti nuovi e sconosciuti che gli capitava di trovare quando al mattino riordinava la casa, sapendo che la guardia cittadina sarebbe venuta a prelevarli o che i vicini stessi si sarebbero fermati a frugare nel mucchio alla ricerca di oggetti che erano a loro "caduti" e che il kender era stato tanto gentile da "ritrovare". Vivere con Tasslehoff aveva anche l'effetto di mantenere Flint attivo. Quel giorno, per esempio, aveva trascorso met della mattinata a cercare i propri attrezzi, che non erano mai al loro posto, e aveva ritrovato il suo pi prezioso martello d'argento in mezzo ad un mucchietto di gusci di noce,

dove era stato dimenticato dopo essere stato evidentemente usato come schiaccianoci, mentre non era invece riuscito a rintracciare le sue pinze migliori (che sarebbero saltate fuori tre giorni pi tardi nel ruscello che scorreva dietro la casa, dove Tasslehoff le aveva lasciate dopo aver tentato invano di usarle per prendere dei pesci). Flint era intento a lanciare imprecazioni sulla testa del kender e a cercare la teiera quando Tasslehoff spalanc la porta con un fragore da infarto. Salve, Flint, sono a casa! Oh, hai picchiato la testa? Ma cosa ci facevi l sotto? Non capisco perch tu stia cercando una teiera sotto il letto: che razza di pomolo di porta potrebbe mai mettere una teiera sotto il... era davvero l? Oh, questo davvero strano, mi chiedo come ci sia finita. Forse una teiera magica! A proposito di magia, Flint, questi sono alcuni miei amici. Attento alla testa, Caramon, sei troppo alto per la nostra porta. Questi sono Raistlin e suo fratello Caramon... sono gemelli; Flint, non lo trovi interessante? In effetti si somigliano, soprattutto se li fai girare di profilo. Avanti, Caramon, mettiti di profilo, e anche tu, Raistlin, in modo che Flint possa vedere. E questo il mio nuovo amico Sturm Brightblade, che un Cavaliere di Solamnia! Si fermeranno da noi a cena, Flint, quindi spero che abbiamo cibo a sufficienza, concluse Tas, gonfiando il petto per l'orgoglio e per i due lunghi respiri che si erano resi necessari dopo un discorso tanto lungo. Adocchiando la taglia di Caramon, anche Flint si augur che avessero cibo a sufficienza. Il nano si trovava adesso di fronte ad un problema non facile, perch nel momento in cui avevano varcato la soglia quei giovani erano diventati ospiti della sua casa e secondo le usanze dei nani questo significava che dovevano essere trattati con lo stesso livello di ospitalit che lui avrebbe riservato ai thane del suo clan se essi si fossero degnati di venire a fargli visita, cosa peraltro del tutto improbabile. D'altro canto, Flint non nutriva una particolare simpatia per gli umani in generale e per quelli giovani in particolare, perch erano impetuosi e di indole mutevole, propensi ad agire in modo affrettato, impulsivo e, dal punto di vista del nano, pericoloso. Alcuni studiosi della razza dei nani ritenevano che queste caratteristiche dipendessero dalla brevit della durata della vita umana, ma Flint era convinto che questa fosse soltanto una scusa e dal suo punto di vista gli umani erano semplicemente stupidi. Alla luce di tutto questo, il nano decise di ricorrere ad una vecchia tattica

che in passato aveva sempre funzionato quando si era trovato alle prese con visitatori umani. Sarei molto contento se vi poteste fermare per cena, disse, ma come potete vedere non ho una sola sedia che si adatti a voi. Vado a prenderne in prestito qualcuna, si offr Tasslehoff, e si avvi verso la porta soltanto per essere arrestato da un grido possente. No! urlarono simultaneamente quattro gole, mentre Flint si asciugava con la barba il sudore freddo che gli aveva imperlato il volto all'idea degli abitanti di Solace che, improvvisamente privati delle loro sedie, calavano su di lui a dozzine. Per favore, non ti disturbare, aggiunse quindi Sturm, con quella dannata cortesia formale tipica dei Cavalieri di Solamnia. Non ho problemi a sedermi per terra. Ed io posso sedermi qui, propose Caramon, trascinando in avanti una cassapanca di legno; quando per prese posto su di essa, il legno intagliato scricchiol in maniera allarmante in reazione al suo peso. Tu hai una sedia che si possa adattare a Raistlin, osserv intanto Tasslehoff, rivolto al nano. nella tua camera da letto... sai quale intendo, la sedia che usiamo ogni volta che Tanis viene; perch stai facendo quelle smorfie? Hai qualcosa in un occhio? Lasciami guardare. Sta' lontano da me! rugg Flint. Rosso in volto, il nano si cerc in tasca la chiave della camera da letto, in quanto la teneva sempre chiusa e cambiava la serratura almeno una volta alla settimana, cosa che non impediva al kender di entrare ma che almeno gli causava un certo intralcio. Scomparendo con passo irato nella camera, Flint trascin fuori la sedia che usava per il suo amico e che teneva nascosta il resto del tempo, e dopo averla sistemata nell'altra stanza si sofferm a studiare con maggiore attenzione i suoi visitatori. Il giovane chiamato Raistlin era magro, troppo magro almeno dal punto di vista del nano, e indossava un mantello logoro che non era certo adatto a tenere a bada il freddo autunnale, come indicava il fatto che lui stava tremando e aveva le labbra pallide per il freddo. D'un tratto, il nano fu assalito da un senso di vergogna per la sua carenza di ospitalit. Ecco fatto, disse quindi, spostando la sedia pi vicino al fuoco, poi aggiunse in tono burbero: Sembra che tu abbia freddo, ragazzo, quindi siedi e scaldati. Quanto a te, prosegu, trapassando il kender con un'occhiata rovente, se proprio vuoi renderti utile va' da Otik e compra... compra, bada bene... una caraffa di sidro di mela.

Torner nel tempo che un agnello impiega ad agitare due volte la coda, promise Tas. Ma perch due volte e non tre? E poi, gli agnelli hanno la coda? Non capisco come.... Flint richiuse con violenza la porta alle sue spalle. Raistlin intanto si era seduto dopo aver accostato ancor di pi la sedia al fuoco, ed ora i suoi occhi azzurri di una limpidezza sconcertante stavano osservando il nano con un'espressione intensa e grave che indusse Flint a sentirsi estremamente a disagio. In realt, non necessario che tu ci offra la cena... cominci Raistlin. Non lo ? esclam Caramon, sgomento. Allora perch siamo venuti qui?. Il suo gemello lo guard in maniera tale da indurlo a contorcersi a disagio e ad abbassare la testa contrito, poi torn a rivolgersi a Flint. Il motivo per cui siamo qui che mio fratello ed io volevamo ringraziarti per aver parlato a nostro favore contro quella donna, durante il funerale di nostro padre spieg, rifiutandosi di riconoscere la minima dignit a Judith pronunciandone il nome. D'un tratto, Flint ricord quando aveva avuto modo di conoscere questi ragazzi; naturalmente, gli era capitato di incontrarli in giro per la citt fin da quando erano stati abbastanza grandi da riuscire a camminare, ma si era dimenticato di quel particolare episodio. Non stato nulla, protest, imbarazzato di fronte a quei ringraziamenti. Quella donna era pazza! Belzor! aggiunse, sbuffando. Quale dio che sia degno della sua barba si farebbe mai chiamare Belzor? Mi dispiaciuto sapere di vostra madre, ragazzi, aggiunse quindi in tono pi gentile. Raistlin non replic a quel commento, accantonandolo con un cenno impercettibile delle palpebre. All'epoca del funerale ti ho sentito citare il nome "Reorx"; da allora ho effettuato alcuni studi, ed ho scoperto che Reorx il nome di un dio che il tuo popolo adorava un tempo, disse invece. possibile, rispose Flint, lisciandosi pensosamente la barba e adocchiando quel giovane umano con diffidenza, anche se non capisco perch un umano dovrebbe interessarsi ad un dio dei nani. Si trattava di un libro antico, spieg Raistlin, molto antico, nel quale si parlava non soltanto di Reorx ma di tutti gli di di un tempo. Il tuo popolo adora ancora Reorx, signore? Non te lo chiedo per curiosit, si affrett a precisare, con le guance pallide velate di rossore, e neppure per

essere impertinente. Desidero davvero sapere cosa ne pensi in merito. Vorrei saperlo anch'io, signore, aggiunse Sturm Brightblade, che si era seduto sul pavimento ma continuava a mantenere una posa rigida ed eretta. Flint era stupefatto. In tutti i suoi centotrenta e pi anni di vita nessun umano gli aveva mai chiesto informazioni sulle pratiche religiose dei nani, e la cosa dest i suoi sospetti. Chi erano questi giovani? Erano forse delle spie che cercavano di ingannarlo e di metterlo nei guai? Di recente, gli era capitato di sentir dire che alcuni seguaci di Belzor predicavano che nani ed elfi erano eretici e avrebbero dovuto essere bruciati vivi. Alla fine decise che se quei ragazzi erano a caccia della sua pelle avrebbe dato loro una lezione, perfino a quello pi grosso, dato che gli sarebbe bastato fracassargli le rotule per ridurlo alla sua stessa taglia. S, noi crediamo in Reorx, rispose quindi in tono deciso, e non m'importa che la cosa si risappia. Allora fra la tua gente ci sono anche dei chierici che compiono miracoli nel nome di Reorx? domand Sturm, protendendosi in avanti con aria interessata. No, giovanotto, non ce ne sono, replic Flint, e non ce ne sono pi stati dal tempo del Cataclisma. Se non avete ricevuto nessun segno indicante che Reorx si interessa ancora della vostra sorte, come mai continuate a credere in lui? volle sapere Raistlin. ben misera la fede che richiede una rassicurazione costante, giovane umano, ribatt Flint, Reorx un dio e non ci si aspetta che noi comprendiamo gli di. stato cos che il Re-prete di Istar si messo nei guai... ha creduto di capire la mente degli di e si convinto di essere lui stesso un dio, o almeno cos ho sentito dire... e il risultato stato che gli di gli hanno scagliato sopra una montagna infuocata. Anche quando si aggirava in mezzo a noi, aggiunse in tono pi cupo, Reorx ha fatto molte cose che non riusciamo a capire. Per esempio, ha creato i kender e i nani dei fossi. Nella mia mente, immagino che Reorx sia come me... un uomo che viaggia e che ha altri mondi di cui occuparsi e da visitare. Come lui, io lascio la mia casa durante l'estate ma torno sempre con l'autunno e la casa l ad aspettarmi; nello stesso modo, noi nani dobbiamo aspettare che Reorx torni dai suoi viaggi. Non ci avevo mai pensato, ammise Sturm, colpito da quell'idea. Forse per questo che Paladine ha lasciato il suo popolo, perch aveva

altri mondi da riordinare. Non ne sono certo, obiett Raistlin, in tono pensoso. So che ti pu sembrare improbabile, ma non possibile che non sia stato tu a lasciare la tua casa e abbia invece scoperto una mattina al risveglio che era stata la casa ad andarsene?. Questa casa sar ancora qui molto tempo dopo che io non ci sar pi, ringhi Flint, pensando che il giovane stesse sminuendo la qualit del suo lavoro di costruzione. Guarda gli intagli e le giunture della pietra! Non troverai nulla di simile fra qui e Pax Tharkas!. Non intendevo questo, signore, spieg Raistlin, con un accenno di sorriso. Mi stavo chiedendo... a me sembra.... Interrompendosi, fece uno sforzo per trovare parole adatte ad esprimere con esattezza ci che intendeva dire, poi prosegu: Possibile che gli di non se ne siano mai andati? Che siano qui e stiano soltanto aspettando che si sia noi a tornare da loro?. Bah! Reorx non se ne starebbe ad aspettare sprecando il suo tempo senza dare a noi nani qualche segno. Sai, noi siamo i suoi favoriti, dichiar Flint, con orgoglio. Come fai a sapere che non ha inviato un segno ai nani, signore? ribatt in tono freddo Raistlin. Flint si trov in difficolt a rispondere a quella domanda perch in effetti non lo sapeva, non con certezza, in quanto era lontano da anni dalle colline della sua terra natale e pur avendo viaggiato a lungo per la regione non aveva avuto molti contatti con altri nani. Forse Reorx era tornato e i nani di Thorbardin stavano tenendo segreta la cosa! Da loro ci sarebbe da aspettarselo, che siano dannati la loro barba e il loro ventre, borbott. A proposito di ventre, non c' nessun altro che ha fame? domand Caramon in tono lamentoso. Io sono affamato!. Una cosa del genere non possibile, dichiar intanto Sturm, in tono secco. Invece s, protest Caramon. Non ho pi mangiato niente da colazione. Mi stavo riferendo a ci che ha detto tuo fratello, spieg Sturm. Non possibile che Paladine sia in questo mondo e che stia assistendo alle difficolt che la mia gente stata ed costretta a sopportare senza fare nulla per intervenire. Stando a quanto ho sentito, la tua gente ha assistito con una notevole

calma alle sofferenze patite da coloro che erano sottoposti al suo dominio... forse perch ne era in vasta parte responsabile, ribatt Raistlin. una menzogna! esclam Sturm, balzando in piedi con i pugni serrati. Suvvia, Sturm, Raist non intendeva... cominci Caramon. Mi stai forse dicendo che i Cavalieri di Solamnia non hanno attivamente perseguitato i maghi? domand intanto Raistlin, con finto stupore. Devo dunque supporre che essi si siano semplicemente stancati di vivere nella Torre della Somma Stregoneria di Palanthas e che sia per questo che ne sono fuggiti, temendo per la loro vita?. Raist, sono certo che Sturm non intendeva.... Alcuni la definiscono persecuzione, per altri l'annientamento del male afferm Sturm, cupo. Quindi voi equiparate la magia al male? domand Raistlin in tono pericolosamente calmo. Non lo fa forse la maggior parte delle persone dotate di buon senso? ritorse Sturm. Stai forse dicendo sul serio, Sturm? chiese con voce minacciosa Caramon, alzandosi in piedi con i pugni serrati. A Solamnia abbiamo un detto, e cio che se lo stivale calza.... Caramon gli sferr un goffo pugno che Sturm schiv per poi contrattaccare, cogliendo l'avversario in pieno nell'ampio stomaco, lanciandoglisi addosso quando lui croll all'indietro e continuando a colpire. I due crollarono sulla cassapanca di legno che si smembr nelle parti che la componevano e frantumarono il vasellame riposto all'interno, continuando a lottare sul pavimento rotolando e prendendosi a pugni. Raistlin intanto era rimasto seduto accanto al fuoco assistendo alla scena con calma e con un accenno di sorriso sulle labbra, una dimostrazione di freddezza che turb Flint al punto da impedirgli di approfittare del momento in cui avrebbe ancora potuto porre fine alla lotta. Raistlin non appariva preoccupato o sconvolto, e Flint si sarebbe sentito quasi indotto a sospettare che avesse provocato quello scontro per il proprio divertimento se non fosse stato per il fatto che lui non sembrava apprezzare quello spettacolo e che il suo sorriso non era di piacere ma era piuttosto sprezzante e sarcastico. Quegli occhi mi hanno fatto accapponare la pelle, raccont in seguito a Tanis. In lui c' qualcosa di terribilmente freddo, se capisci cosa intendo.

Non sono certo di capire. Stai dicendo che quel ragazzo ha deliberatamente provocato la lite fra suo fratello e il suo amico?. Ecco no, non proprio, riflett Flint. Le domande che mi ha rivolto erano sincere, di questo sono certo, ma d'altro canto lui doveva sapere che effetto avrebbe avuto quel discorso di di e di magia su un Cavaliere di Solamnia... e se mai esistito un cavaliere di Solamnia che andasse in giro senza armatura quello il giovane Sturm. nato con una spada infilata nella schiena, come dicevamo un tempo. Quel Raistlin invece... credo gli piacesse sapere che poteva indurli a litigare anche se sono ottimi amici, concluse il nano, scuotendo il capo. Nel momento in cui la lotta stava avendo luogo, Flint si rese conto di colpo che non gli sarebbe pi rimasto mobilio intatto se non avesse fermato al pi presto i due ragazzi. Fermi! grid. Cosa pensate di fare? Avete rotto i miei piatti! Smettetela! Smettetela, ho detto!. Quando si accorse che nessuno dei due gli dava retta, si addentr nella mischia e sferr con rapidit e perizia un calcio al ginocchio di Sturm, che rotol lontano dall'avversario e prese a dondolarsi per il dolore sopra il vasellame rotto, serrandosi il ginocchio offeso e mordendosi le labbra per non gridare di dolore. Flint nel frattempo aveva afferrato una ciocca dei lunghi capelli ricciuti di Caramon e impresso uno strattone deciso a cui Caramon reag con uno strillo, sforzandosi invano di liberarsi dalla presa del nano che risult ferrea. Ma guardatevi! esclam Flint in tono disgustato, scrollando la testa di Caramon e assestando un secondo calcio a Sturm. Vi comportate come un paio di orchetti ubriachi. E poi, chi vi ha insegnato a lottare, la vostra prozia Minnie? Siete entrambi pi alti di me di almeno trenta centimetri, forse anche sessanta nel caso di questo giovane gigante, e tuttavia eccovi stesi a terra con un piede di nano piantato sul petto. Avanti, alzatevi tutti e due. Vergognosi e con gli occhi velati di lacrime per il dolore, i due giovani si sollevarono lentamente da terra, Sturm bilanciandosi su una sola gamba perch non osava gravare con il proprio peso sul ginocchio danneggiato e Caramon intento a massaggiarsi sussultando il cuoio capelluto e a chiedersi se gli restavano ancora dei capelli. Mi dispiace per i piatti, borbott quest'ultimo. S, signore, mi dispiace davvero, rincar Sturm. ovvio che far

ammenda per il danno. Io far di meglio e ti pagher quello che ho rotto, offr Caramon. Raistlin dal canto suo non disse nulla, ma del resto stava gi prelevando mentalmente del denaro dall'incasso che avevano fatto alla fiera. Potete essere certi che mi ripagherete, ribatt il nano. Quanti anni avete?. Venti, rispose Sturm. Diciotto, disse Caramon. Anche Raist ha diciotto anni. Dal momento che sa che siamo gemelli, suppongo che Mastro Fireforge lo abbia dedotto da s, comment Raistlin in tono caustico. E tu hai intenzione di diventare un cavaliere, afferm il nano, fissando Sturm, poi il suo sguardo si spost su Caramon mentre continuava: E tu, bestione, pensi di diventare un grande guerriero e di vendere la tua spada a qualche nobile. Vero?. Esatto! esclam Caramon, stupito. Come fai a saperlo?. Ti ho visto girare per la citt portando al fianco quella tua grossa spada... e maneggiandola in modo del tutto sbagliato, potrei aggiungere. Ebbene, posso garantire a tutti e due che i Cavalieri daranno una sola occhiata a come combatti, Sturm Brightblade, e rideranno fino a farsi cadere di dosso l'armatura; quanto a te, Caramon Majere, non potresti farti assoldare come combattente neppure dalla mia vecchia nonna. So di avere molto da imparare, signore, ribatt Sturm, rigido. Se vivessi a Solamnia diventerei lo scudiero di qualche nobile cavaliere e imparerei da lui l'arte del combattere, ma purtroppo sono esiliato qui, concluse in tono amaro. A Solace non c' nessuno che ci possa istruire, si lament Caramon. Questa una citt troppo tranquilla dove non succede mai niente, neppure una scorreria di orchetti o qualcosa del genere che ravvivi le cose. Morditi la lingua, ragazzo, perch non ti rendi conto di quanto siete fortunati qui. Quanto a trovare un maestro, ce lo hai di fronte, ribatt Flint, gonfiando il torace e battendosi un colpetto sul petto. Tu? esclamarono i due giovani, all'apparenza dubbiosi. Ho avuto la meglio su tutti e due, vero? ricord loro Flint, accarezzandosi la barba con aria di sufficienza. Inoltre, prosegu, assestando a Raistlin una gomitata nelle costole che lo fece sussultare, voglio discutere ancora con questo appassionato di libri perch mi interessa apprendere il suo punto di vista su una quantit di argomenti. inutile parlare di denaro, prosegu, vedendo i due gemelli scambiarsi

occhiate dubbiose e intuendo cosa stessero pensando, perch mi potrete ripagare svolgendo dei lavoretti per me. Tanto per cominciare, potete andare alla locanda e vedere che ne stato di quel dannato kender. Quasi fosse stato evocato dalle parole di Flint, il kender in questione spalanc la porta proprio in quel momento. Ho il sidro e un pasticcio di carne che qualcuno non voleva pi e... ecco! Lo sapevo! esclam, contemplando con aria triste i resti della cassapanca e i piatti rotti. Flint, vedi cosa succede quando io non ci sono? aggiunse scuotendo solennemente il capo. CAPITOLO TERZO L'improbabile amicizia fra i giovani umani, il nano e il kender crebbe rapida come le erbacce nella stagione delle piogge... almeno secondo il parere di Tasslehoff. Quanto a Flint, pur trovando da ridire sull'essere definito un'"er-baccia" fu disposto ad ammettere che Tas aveva ragione perch nel suo burbero cuore lui aveva un debole per i giovani e soprattutto per quelli che erano soli e senza amici. La sua amicizia con Tanis Mezzelfo era iniziata quando lui aveva incontrato Tanis a Qualinesti... un orfano indesiderato da entrambe le razze perch troppo umano per gli elfi e troppo elfico per gli umani. Tanis era stato allevato nella casa del Portavoce del Sole, il sovrano di Qualinesti, ed era cresciuto con i suoi figli: uno di essi, Porthios, lo odiava per quello che lui era, mentre sua cugina Laurana lo amava forse anche troppo. Questa comunque un'altra storia; in questa sede basta ricordare che Tanis aveva lasciato il regno elfico alcuni anni prima. Abbandonato a se stesso, si era recato a chiedere aiuto all'unica persona che conoscesse al di fuori di Qualinesti: Flint Fireforge. Pur non possedendo nessun talento per la lavorazione dei metalli, Tanis era abile nel fare i conti ed aveva un acuto senso degli affari grazie al quale si era ben presto reso conto che Flint stava truffando se stesso perch vendeva le proprie merci ad un prezzo decisamente inferiore al loro valore effettivo. La gente sar felice di pagare di pi per una lavorazione di qualit, aveva fatto notare al nano, che era terrorizzato all'idea di perdere la sua clientela. Prova e vedrai. Il consiglio di Tanis aveva ben presto dato i suoi frutti e Flint aveva cominciato a prosperare, con suo stesso stupore. I due erano cos diventati

soci e Tanis aveva preso l'abitudine di accompagnare il nano nei suoi viaggi estivi, provvedendo lui a prendere tutti gli accordi, a montare la bancarella in occasione delle fiere locali e a fissare gli appuntamenti con i benestanti locali per mostrare loro in privato le merci di Flint. In questo modo i due avevano sviluppato un'amicizia profonda e duratura e dopo qualche tempo Flint aveva proposto a Tanis di trasferirsi presso di lui, offerta che per Tanis aveva rifiutato facendogli notare che la sua casa era un po' troppo piccola per un alto mezzelfo, e che del resto la sua abitazione era poco lontano, costruita fra i rami di un vallenwood. La sola lite che i due avessero mai avuto, e non si era trattato tanto di una vera lite quanto di una discussione accesa, aveva riguardato i viaggi che Tanis persisteva a fare a Qualinesti. Quando torni da quel posto non servi a nulla, aveva dichiarato con brusca franchezza Flint, perch resti di umore cupo per una settimana. Laggi non ti vogliono tra i piedi, una cosa che hanno messo in chiaro fin troppo bene: la tua presenza sconvolge la loro vita, e la loro vicinanza sconvolge la tua, quindi la cosa migliore che puoi fare lavare dai tuoi stivali il fango di Qualinesti e non tornarci mai pi. Naturalmente hai ragione, aveva ammesso Tanis, in tono riflessivo. Ogni volta che me ne vado giuro di non fare pi ritorno, ma qualcosa mi riporta sempre indietro e quando sento in sogno la musica dei pioppi so che per me giunto il momento di tornare a casa... e Qualinesti la mia casa, una verit che essi non possono negare per quanto ci provino. Bah! Questa la tua parte elfica che parla, aveva sbuffato Flint. La musica dei pioppi! Tutte stupidaggini! Sono cento anni che io non torno a casa, e tuttavia non mi senti disquisire sulla musica dei noccioli, vero?. No, ma ti ho sentito esprimere la tua nostalgia per il liquore dei nani, aveva scherzato Tanis. una cosa del tutto diversa, era stato pronto a ribattere Flint, in quanto quello vera e propria linfa vitale. Mi chiedo per quale motivo Otik non riesca a realizzare la ricetta nel modo giusto, considerato che gliel'ho ridata chiss quante volte. Deve essere colpa di questi funghi locali, o di quelli che voi umani chiamate funghi. Nonostante le insistenze di Flint, anche quell'autunno Tanis era partito per Qualinesti, rimanendo assente per tutto Yule, poi erano giunte pesanti nevicate e Flint aveva cominciato a temere che l'amico non sarebbe tornato se non a primavera. Anche se si sarebbe tagliato la barba prima di ammetterlo, Flint si

sentiva sempre solo quando Tanis era lontano, un senso di solitudine che l'accidentale e non richiesta presenza di Tasslehoff contribuiva ad attenuare un poco... per quanto Flint non sarebbe stato disposto ad ammettere neppure questo anche a costo di farsi tagliare addirittura la testa. Le chiacchiere vivaci e incessanti del kender riempivano il silenzio, sebbene il nano finisse sempre per ingiungergli di tacere ogni volta che scopriva di cominciare a interessarsi troppo ai suoi discorsi. Insegnare ai giovani umani come comportarsi in un combattimento era una cosa che ora stava dando al nano un vero senso di soddisfazione. Gli piaceva mostrare loro i piccoli trucchi e le abili manovre che aveva imparato nel corso di una vita di scontri con orchi, orchetti, ladri, tagliaborse e altri pericoli a cui si trovavano di fronte coloro che percorrevano le pericolose strade dell'Abanasinia, una sensazione che lui paragonava a quella che provava nel creare un oggetto di metallo di particolare bellezza e fattura. In pratica, ci che stava facendo era pi o meno la stessa cosa, in quanto stava modellando e rifinendo delle giovani vite nello stesso modo in cui modellava il metallo, e due di quei giovani stavano assumendo una forma decisamente gradevole, mentre il terzo non si mostrava invece molto malleabile. Raistlin, infatti, continuava a far accapponare la pelle a Flint. Ormai diciannovenni, i due gemelli stavano trascorrendo quell'inverno insieme perch all'inizio dell'autunno un incendio aveva distrutto la scuola del Maestro Theobald, costringendolo a trasferirsi. Dal momento che ormai Theobald era conosciuto a Solace e considerato degno di fiducia, le autorit gli avevano dato il permesso di aprire una nuova scuola all'interno della citt una volta avuta la garanzia che l'incendio aveva avuto cause naturali e non magiche. Di conseguenza, adesso Raistlin non aveva pi bisogno di alloggiare presso la scuola e poteva passare l'inverno a casa con il fratello, anche se sia lui sia Caramon non trascorrevano molto tempo fra le pareti domestiche. Raistlin apprezzava infatti la compagnia del nano e del kender, anche perch aveva bisogno di acquisire informazioni sul mondo che si stendeva al di l dei vallenwood, quel mondo in cui presto avrebbe preso il posto che gli spettava: da quando aveva acquisito la capacit di effettuare incantesimi, infatti, lui aveva cominciato a osare di sognare il proprio futuro.

Adesso era assistente insegnante presso la scuola del Maestro Theobald, perch questi sperava che se gli fosse stato offerto un modo onorevole per guadagnarsi da vivere, il giovane mago avrebbe smesso di esibirsi in pubblico. Raistlin non era un insegnante particolarmente abile perch non aveva pazienza di fronte all'ignoranza e tendeva ad essere molto sarcastico, ma se non altro teneva i ragazzi tranquilli durante il sonnellino pomeridiano del maestro, e questo era tutto ci che Theobald voleva da lui. Una volta, il maestro aveva perfino suggerito a Raistlin che in futuro avrebbe potuto aprire a sua volta un scuola di magia, ma il giovane gli aveva riso in faccia perch ci che lui voleva era il potere, e non solo ascendente sopra un mucchio di ragazzini che recitavano svogliatamente la loro lezione a base di aa e di ai. No, lui voleva quello stesso potere che esercitava sulla gente quando essa lo osservava mettere in pratica piccoli incantesimi di poco conto: l'espressione di reverenza e di rispetto che leggeva negli occhi degli spettatori lo riempiva di una profonda soddisfazione, e lui gi si vedeva nell'atto di acquisire un sempre maggiore potere sugli altri. Potere diretto al bene, naturalmente. Avrebbe elargito denaro ai poveri, risanato i malati, consegnato i malfattori alla giustizia; sarebbe stato amato, ammirato, temuto e invidiato. Se per voleva avere il controllo su vaste masse di persone (quanto sono immensi i sogni ambiziosi della giovent!) lui avrebbe avuto bisogno di sapere tutto il possibile sulle persone in questione, su tutte quante e non soltanto sugli umani, e di conseguenza il nano e il kender erano ottimi soggetti da studiare. La prima cosa che Raistlin apprese fu che le dita di un kender arrivano dappertutto e sono in grado di portare via qualsiasi cosa. La prima volta in cui Tasslehoff si appropri della piccola sacca in cui lui custodiva con orgoglio il solo componente magico a cui finora avesse diritto, Raistlin reag infuriandosi. Guarda cosa ho trovato! annunci Tas. Una sacca di cuoio su cui figura la lettera R. Vediamo cosa c' dentro. No! esclam Raistlin, riconoscendo la sacca che appena pochi momenti prima era appesa alla sua cintura. Aspetta! Non.... Troppo tardi: Tas aveva gi aperto la sacca e stava sbirciando all'interno. Qui c' soltanto un mucchietto di fiori secchi... adesso la svuoto, dichiar, spargendo i petali di rosa sul pavimento per poi guardare ancora nella sacca, perplesso. No, non c' proprio niente altro, il che strano.

Perch qualcuno avr.... Dammela! ingiunse Raistlin recuperando la sacca con mani che tremavano letteralmente di rabbia. Oh, tua? domand Tasslehoff, fissandolo con occhi scintillanti. Te l'ho ripulita: qualcuno ci aveva messo dentro un mucchio di fiori secchi. Raistlin apr la bocca per ribattere ma scopr che le parole erano non solo inadeguate ma addirittura inesistenti e pot soltanto fissare il kender con occhi roventi, emettere suoni incoerenti e infine soddisfare in parte la propria ira scoccando un'occhiata furente al fratello che stava ridendo. Dopo aver perso la sacca e i petali di rosa altre due volte, Raistlin si rese infine conto che l'indignazione, le minacce di violenza e/o il ricorso ad un'azione legale non funzionavano con il kender, in quanto non era mai possibile cogliere in flagrante quelle agili dita, capaci di sciogliere qualsiasi nodo per quanto stretto e di sottrarre la sacca con il tocco leggero di un ragno. Per fare fronte a Tasslehoff era necessaria l'astuzia, quindi Raistlin ricorse ad un esperimento e colloc nella propria sacca un pezzo rotondo di vetro colorato che aveva prelevato dagli scarti di un soffiatore di vetro. Incantato, Tasslehoff prelev il pezzo di vetro e lasci cadere la sacca sul pavimento dove Raistlin la recuper con dentro tutti i fiori ancora intatti. Da quel momento, prese l'abitudine di riporre sempre un ninnolo o un oggetto interessante (un uovo d'uccello, uno scarafaggio pietrificato, un sasso scintillante) all'interno della sacca, ben sapendo dove andarla a cercare ogni volta che ne avesse constatato la scomparsa. Mentre Raistlin imparava nuove cose sui kender, Caramon stava imparando le finezze della tecnica di combattimento dei nani, e anche tattiche che tanto fini non erano. Data la loro bassa statura e il fatto che in genere affrontavano avversari molto pi alti di loro, i nani avevano sviluppato un modo di combattere che non si poteva definire elegante e usavano una quantit di mosse, come per esempio i calci all'inguine e i pugni sotto lo sterno, che a detta di Sturm non avevano nulla di cavalleresco. Non intendo combattere come un comune bravaccio da strada, protest questi. L'inverno era ormai al suo culmine; il Lago Crystalmir si era ghiacciato e la gente se ne stava per lo pi in casa al caldo, con i piedi accanto al fuoco e un boccale di punch bollente in mano, ma Flint aveva costretto Caramon e Sturm a uscire all'aperto e li aveva fatti lavorare fino a quando

avevano cominciato a sudare, per rinforzare loro i muscoli. Ma davvero? ribatt il nano, avanzando fino a fermarsi sotto l'alto giovane, che aveva i baffi coperti di gocce di condensa causate dal suo respiro affannoso, cosa che secondo Tasslehoff lo faceva somigliare ad un tricheco. E cosa farai quando verrai attaccato da un comune bravaccio da strada, ragazzo? continu Flint. Alzerai la spada per rivolgergli uno stupido saluto mentre lui ti prende a calci dove duole?. Caramon scoppi a ridere e Sturm si accigli di fronte alla rozzezza di quella domanda, ma al tempo stesso ammise che il nano aveva ragione e che lui doveva almeno sapere come contrastare un attacco del genere. Quanto agli orchetti, prosegu Flint, sono fondamentalmente dei vigliacchi a meno che non siano pieni di liquore, nel qual caso sono semplicemente pazzi. Un orchetto cercher sempre di aggredirti alle spalle e di tagliarti la gola prima che tu ti accorga di cosa ti successo, usando una mano pelosa per soffocare il tuo urlo e l'altra per passarti la lama lungo il collo, facendoti morire dissanguato prima ancora di crollare a terra. Il modo in cui bisogna reagire ad un attacco del genere il seguente: sfruttare il peso stesso e il movimento in avanti dell'orchetto quando lui vi salter addosso, in questo modo.... Lasciami fare l'orchetto! implor Tas, agitando la mano. Per favore, Flint! Lasciamelo fare!. D'accordo. Dunque, il kender.... L'orchetto, lo corresse Tas, balzando sull'ampia schiena del nano. ... vi salta addosso, e voi cosa fate? Semplicemente questo. Afferrando le mani che il kender gli stava serrando intorno alla gola, Flint si chin su se stesso e fece volare il presunto assalitore sopra la propria testa, con il risultato che Tas and ad atterrare con violenza sul terreno gelato e coperto di neve, restando per un momento sdraiato con il respiro affannoso e le stelle che gli danzavano davanti agli occhi. Mi hai tolto il respiro! esclam, quando fu di nuovo in grado di parlare, rialzandosi in piedi. Prima d'ora non ero mai stato incapace di respirare, Caramon. una sensazione interessante... vuoi che ti aiuti a provarla?. Ah! esclam Caramon, sprezzante. Non potresti mai farmi volare in quel modo. Forse no, ammise Tas, per posso fare questo. Serrando il pugno, lo us per colpire con forza l'ampio stomaco di Caramon, che gemette, si pieg su se stesso e si tenne il ventre con un

sussulto. Bel colpo, kender, comment in tono di approvazione una voce che echeggi al di sopra delle risa degli altri. Niente male, Tasslehoff, proprio niente male, aggiunse una seconda voce. Girandosi, i membri del gruppetto videro avvicinarsi nella neve due persone avvolte in un fitto strato di pellicce. Tanis! rugg Flint, a titolo di benvenuto. Kitiara! esclam intanto Caramon, sorpreso. Tanis e Kitiara! strill a sua volta Tasslehoff, anche se non aveva mai visto o conosciuto Kitiara in tutta la sua vita. Un momento... vi conoscete tutti a vicenda? domand Tanis, spostando con stupore lo sguardo da Caramon e Raistlin a Kitiara. Direi proprio di s, replic lei, con il suo sorriso in tralice. Questi sono i miei fratelli, i gemelli di cui ti ho parlato. Quanto a Brightblade, lui e io eravamo soliti giocare insieme, aggiunse, mentre il suo sorriso dava a quelle parole un significato piccante. Con un fischio sommesso, Caramon assest una gomitata nelle costole a Sturm, che arross per l'imbarazzo e per l'ira, annunciando quindi in tono rigido che era atteso a casa e allontanandosi a grandi passi dopo aver rivolto un freddo inchino ai nuovi arrivati. Cosa ho detto di male? domand Kitiara, poi scoppi a ridere e protese le braccia verso i fratelli. Subito Caramon venne ad abbracciarla e fece sfoggio della propria forza sollevandola di peso da terra. Molto bene, fratellino, comment lei in tono di approvazione quando Caramon la pos a terra. Sei cresciuto dall'ultima volta che ti ho visto. Quattro centimetri esatti, precis con orgoglio Caramon. Raistlin intanto venne avanti e offr la guancia alla sorella, evitando per il suo abbraccio. Con una risata e una scrollata di spalle, Kitiara gli diede un bacio leggero, poi lo squadr dalla testa ai piedi mentre lui rimaneva immobile sotto quell'esame, con le mani incrociate sul davanti della veste bianca da mago che ora indossava, un dono del suo mentore Antimodes. Anche tu sei cresciuto, fratellino, osserv infine Kitiara. Raistlin cresciuto di due centimetri, annunci Caramon. merito della mia cucina. Non intendevo questo, replic Kitiara. Lo so, sorella, e ti ringrazio, rispose Raistlin, scambiando con lei

un'occhiata significativa. Bene, bene, comment allora Kitiara, tornando a girarsi verso Tanis. Chi lo avrebbe immaginato? Lascio due fratelli neonati e al ritorno li trovo ormai adulti. Quanto a lui, deve essere Flint Fireforge, aggiunse, porgendo al nano la mano guantata. Io sono Kitiara uth Matar. Sono tuo servitore, signora, rispose Flint, stringendo la mano offertagli. Ed io sono Tasslehoff Burrfoot, intervenne Tas, protendendo una mano perch la donna gliela stringesse e facendo scivolare l'altra verso la sua cintura. Piacere di conoscerti, Tasslehoff, rispose Kitiara, e in tono divertito aggiunse: Tocca quella daga e la user per tranciarti gli orecchi. Qualcosa nella sua voce convinse Tasslehoff che stava dicendo sul serio, ed essendo affezionato ai suoi orecchi, che servivano a puntellargli la coda di cavallo, si affrett a rientrare in casa per frugare in una sacca che evidentemente Tanis non voleva pi. Ritenendo che fosse ora di concludere le lezioni, Flint invit intanto gli ospiti a entrare per mangiare qualcosa. Una volta in casa, Tanis e Kitiara si liberarono del mantello. Sotto di esso Kitiara indossava una lunga tunica di cuoio che le arrivava a met della coscia, una camicia da uomo aperta sul collo e una cintura di cuoio finemente lavorato e di fattura elfica. Nel complesso era diversa da qualsiasi donna che gli altri avessero mai conosciuto e nessuno di essi, compresi i suoi fratelli, sembrava sapere come comportarsi con lei. Il suo sguardo era quello di un uomo, audace e diretto, e non aveva nulla della modestia e del pudore che si convenivano ad una donna di rango; i suoi movimenti possedevano la grazia propria di un esperto spadaccino e in lei si avvertivano la freddezza e la sicurezza di un guerriero veterano. Se pure era un po' sfacciata, questo serviva soltanto ad accentuare il suo fascino. Mi accorgo che avete notato la mia cintura, comment intanto Kitiara, sfoggiando con orgoglio la fascia di cuoio lavorato che le cingeva la vita sottile. il dono di un ammiratore. Nessuno dei presenti dovette guardare lontano per trovare quell'ammiratore, dato che Tanis Mezzelfo stava seguendo con palese interesse ogni movimento di Kitiara. Ho sentito molto parlare di te, e sempre bene, Flint, aggiunse intanto Kitiara.

Io invece non ho mai sentito parlare di te, ribatt Flint, con la consueta diretta franchezza, ma scommetto che presto lo sentir. Guard quindi verso Tanis con un'espressione in cui l'affetto per l'amico si mescolava ad una sfumatura di preoccupazione e domand:Dove vi siete incontrati?. Fuori da Qualinesti, rispose Tanis. Mentre tornavo a Solace ho sentito delle urla giungere dal bosco e quando sono andato a indagare ho trovato questa giovane donna e un orchetto, che ho creduto la stesse aggredendo. Naturalmente sono corso in suo aiuto, soltanto per scoprire che mi ero sbagliato e che le urla che avevo sentito provenivano invece dall'orchetto. Qualinesti, ripet Flint, scoccando a Kitiara uno sguardo in tralice. Cosa ci facevi tu... un'umana... a Qualinesti?. Non ero dentro Qualinesti, specific lei. Ero soltanto nelle vicinanze. Quella una zona che ho attraversato parecchie volte perch sulla mia strada quando vengo qui. Arrivando da dove? domand Flint. Kitiara non parve sentire la sua domanda oppure decise di ignorarla, e il nano stava per ripeterla quando lei segnal ai fratelli di venire avanti per le presentazioni. Io sono Tanis Mezzelfo, disse Tanis, porgendo loro la mano. Pieno di entusiasmo, Caramon gliela strinse fino quasi a staccarla, mentre Raistlin la sfior appena con le proprie dita sottili. Io sono Caramon Majere e questo il mio gemello Raistlin. In realt, noi siamo i fratellastri di Kit, spieg intanto Caramon. Raistlin invece rimase in silenzio e procedette ad esaminare con curiosit il mezzelfo, di cui aveva sentito parlare molto, quasi quotidianamente, da Flint. Tanis vestiva come un cacciatore, con un giustacuore di cuoio marrone di fattura elfica, una camicia verde, calzoni marrone e alti stivali da viaggio dello stesso colore. Le sue armi erano una spada alla cintura, un arco appeso alla spalla e una faretra di frecce assicurata alla schiena. Quanto al suo retaggio elfico, esso non era evidente ad un esame superficiale, tranne forse nei lineamenti finemente cesellati del volto, ed era impossibile dire se i suoi orecchi fossero a punta o meno perch erano nascosti da lunghi e folti capelli castani. La sua statura era quella di un elfo, ma lui aveva la corporatura pi massiccia propria ad un umano. Nel complesso, era un uomo avvenente, e non c'era da meravigliarsi che

avesse attirato l'attenzione di Kitiara. Intanto Tanis aveva studiato a sua volta i due fratelli, ancora meravigliato per la coincidenza di trovarli l. Kit ed io ci siamo incontrati per caso sulla strada e siamo diventati amici, e adesso al mio arrivo a casa scopro che i suoi fratelli e i miei migliori amici hanno fatto a loro volta amicizia! Senza dubbio, questo era un incontro predestinato, comment. Il fatto che un incontro sia predestinato implica che in futuro ne debba derivare qualcosa di significativo, osserv Raistlin. Tu prevedi forse un evento del genere, signore?. Io... suppongo che sia possibile, balbett Tanis, preso in contropiede e incerto su come rispondere. A dire il vero, stavo soltanto scherzando, e non intendevo.... Non badare a Raistlin, Tanis, lo interruppe Kitiara. Lui un pensatore... l'unico della famiglia. Vuoi smetterla di essere tanto serio? ingiunse quindi in tono sommesso al fratello. Quest'uomo mi piace e non voglio che lo spaventi fino a farlo allontanare da me. Sorrise quindi a Tanis, che ricambi il suo sorriso, e nel notare la cosa Raistlin comprese che lui e sua sorella erano pi che amici, erano amanti. Quella consapevolezza e l'immagine improvvisa che essa gli evoc nella mente gli diede un senso di disagio e d'imbarazzo che lo port a nutrire di colpo un'intensa avversione per il mezzelfo. Se non altro, sono lieto di vedere che avete tenuto il mio vecchio amico Flint lontano dai guai, afferm intanto Tanis, a sua volta imbarazzato, nella speranza di cambiare argomento. Fuori dai guai un accidente! esclam Flint, in tono furente. Per poco non mi hanno fatto annegare, ed una fortuna che sia sopravvissuto. A quel punto fu necessario riferire la storia della sfortunata gita in barca, che tutti cercarono di raccontare parlando contemporaneamente. Io ho trovato la barca... cominci Tasslehoff. Caramon, quel grosso idiota, si alzato in piedi mentre eravamo a bordo.... Stavo soltanto cercando di prendere un pesce, Flint.... Ed hai rovesciato quella dannata barca, facendoci bagnare tutti fino alle ossa.... Caramon andato a fondo come un sasso... lo so perch ho lanciato una quantit di sassi nell'acqua e tutti sono sempre andati a fondo proprio come lui, senza neppure una bolla....

Ero preoccupato per Raist.... Io ero perfettamente in grado di provvedere a me stesso, fratello. Sotto la barca rovesciata c'era una sacca d'aria e non correvo il minimo pericolo, tranne quello di avere un imbecille per fratello. Cercare di prendere un pesce a mani nude.... ... mi sono tuffato per raggiungere Caramon e l'ho trascinato fuori dall'acqua.... Non vero, Flint! Caramon uscito dall'acqua da solo e sono stato io a tirarti fuori... non ricordi? Vedi in quali guai ti metti se non ci fossi io?. Ricordo benissimo, e non successo affatto in questo modo, dannato kender. C' una cosa che ti voglio dire, dichiar con enfasi Flint, ponendo fine a quel confuso racconto, e cio che non metter mai pi piede su una barca finch avr vita. Quella stata la prima volta e Reorx mi testimone che sar anche l'ultima. Confido che Reorx abbia sentito il tuo voto, comment Tanis, poi assest una pacca affettuosa sulla spalla del nano e si alz per andarsene, aggiungendo: Vado a vedere se la mia casa ancora in piedi. Vuoi accompagnarmi?. La domanda era rivolta a Flint, ma il suo sguardo si pos su Kitiara. Vengo io! si offr prontamente Tas. Invece no, intervenne Flint, afferrandolo per il colletto e tirandolo indietro. Non riesco a trovare le mie pinze migliori e sono pronto a scommettere qualsiasi cifra, Tasslehoff Burrfoot, che tu sai dove sono. Pi tardi, magari, Adesso devo andare con Tanis e... ouch, mi hai fatto male! Perch mi hai pizzicato? Ah, ho capito, ridacchi Tas. Vado a cercare le tue pinze. Flint molto trascurato con i suoi attrezzi e li perde di continuo. un bene che ci sia io per aiutarlo a ritrovarli. Vieni a casa con noi, Kit? domand intanto Caramon, in tono scherzoso. Oppure hai altri piani?. Forse pi tardi, rispose Kitiara, protendendosi a prendere per mano Tanis. Molto pi tardi. Ridendo rivolse un cordiale cenno di saluto ai fratelli e si allontan con il mezzelfo. Oh, taci, ingiunse in tono cupo Raistlin a Caramon, quando questi cerc di parlare con lui di Tanis e di Kitiara. CAPITOLO QUARTO

La primavera giunse a Solace, portando con s i fiori in boccio, gli agnelli appena nati e gli uccelli che nidificavano; tutt'intorno c'erano segni che indicavano il rinnovarsi della vita, e il sangue che si era fatto freddo e lento durante l'inverno si fece pi caldo e meno denso, i giovani cominciarono a risvegliarsi e le ragazze a ridacchiare. Di tutte le stagioni dell'anno, la primavera era quella che Raistlin detestava maggiormente. La scorsa notte Kit non tornata a casa, comment Caramon, ammiccando, mentre facevano colazione. Raistlin continu a mangiare la sua porzione di pane e formaggio senza fare commenti, perch non intendeva incoraggiare quel genere di discorsi, ma a quanto pareva Caramon non aveva bisogno di incoraggiamenti. Il suo letto era intatto, continu, ma sono pronto a scommettere che so quale letto invece stato usato... anche se non probabile che abbiano dormito molto. Caramon, dichiar con freddezza Raistlin, alzandosi in piedi e lasciando la colazione quasi intatta, sei un porco. Port quindi i resti del suo pasto a due topi di campagna che aveva catturato e che ora teneva in una gabbia insieme con un coniglio domestico. Di recente aveva sviluppato alcune teorie in merito all'uso delle erbe e gli era sembrato pi saggio sperimentarne gli effetti pratici sugli animali invece che sui suoi pazienti, considerato anche che i topi erano facili da catturare e da mantenere, ed erano di certo pi sopportabili ed economici di suo fratello. Il primo esperimento di Raistlin non aveva funzionato perch la sua cavia era caduta vittima del gatto dei vicini, incidente in seguito al quale lui aveva sgridato severamente Caramon per aver permesso al gatto di entrare in casa; suo fratello, che era amante dei gatti, aveva allora promesso di giocare da quel momento con l'animale all'esterno in modo che i topi fossero al sicuro. Soddisfatto di come stavano procedendo i suoi pi recenti esperimenti su quelle bestiole, Raistlin infil alcune briciole di pane fra le sbarre. gi abbastanza spiacevole che nostra sorella si prostituisca in questo modo senza fare commenti sboccati al riguardo, continu, dando al coniglio un po' di acqua fresca. Suvvia, Raist! protest Caramon. Kit non fa... quello che hai detto. Lei innamorata di quell'uomo, lo si capisce dal modo in cui lo guarda, e lui la adora. Tanis mi simpatico. Flint mi ha parlato molto di lui e mi ha detto che quest'estate Tanis m'insegner a usare la spada e anche arco e

frecce. Secondo lui Tanis il pi grande arciere che sia mai vissuto, e.... Ignorando il resto del discorso del fratello, Raistlin si pul le dita dalle briciole e prese i suoi libri. Adesso devo andare altrimenti far tardi a scuola, annunci, interrompendo rudemente Caramon a met di una frase. Ci vediamo questa sera, oppure hai intenzione di trasferirti anche tu presso Tanis Mezzelfo?. No, Raist. Perch mi dovrei trasferire da lui?. Con Caramon, il sarcasmo era sempre sprecato. Sai, Raist, stare con una ragazza molto divertente, continu questi. Tu non parli mai con nessuna di loro ma ce n' pi di una che ti trova davvero speciale, a causa della tua magia e di tutto il resto, e ti ammirano molto soprattutto dopo che hai guarito la bambina dei Greenleaf dalla laringite difterica. Dicono che la bambina sarebbe morta senza il tuo aiuto, Raist, e queste sono cose che fanno colpo sulle ragazze. Raistlin si arrest sulla soglia con le guance tinte di un lieve rossore di soddisfazione. Si trattato soltanto di una miscela di t e di una radice di cui ho letto, chiamata ipecacuanha. La bambina doveva vomitare il catarro, e quella miscela l'ha aiutata a farlo, si scherm. Le ragazze... loro parlano davvero... di queste cose?. Raistlin aveva l'impressione che le ragazze fossero creature strane e indecifrabili come un incantesimo tratto dal libro di qualche arcimago di alto livello e per lui ancora inutilizzabile, e tuttavia Caramon, che sotto altri aspetti era lento di comprendonio quanto un ceppo d'albero, parlava con loro e faceva loro da cavaliere nelle danze che si tenevano durante le feste, oltre a fare anche altre cose che Raistlin osava immaginare soltanto nelle ore pi cupe della notte, sotto forma di sogni che gli davano l'impressione di essere sporco e lo riempivano di vergogna. D'altro canto, Caramon aveva un fisico massiccio, capelli ricciuti, grandi occhi castani e lineamenti attraenti che facevano effetto sulle donne, tutte cose che a Raistlin mancavano. Le frequenti malattie che ancora continuavano ad assalirlo lo avevano reso magro, ossuto e di scarso appetito, e anche se aveva gli stessi lineamenti ben modellati di Caramon sul proprio volto essi apparivano pi affinati e aguzzi, dandogli l'aspetto astuto e infido di una volpe. Inoltre non gli piacevano le danze intorno ai fuochi che considerava uno spreco di tempo e di energie e che comunque lo lasciavano con il fiato corto e con il

torace dolorante, e non sapeva come parlare con le ragazze, cosa dire loro. Quando ci provava aveva sempre la sensazione che sebbene lo ascoltassero con cortesia in fondo ai loro occhi scintillanti esse ridessero segretamente di lui. Non credo che loro parlino dell'ipe... ipe... upecaca, o come si chiama quella cosa dal nome lungo, ammise Caramon. Per una di loro, Miranda, ha detto che era meraviglioso che tu avessi salvato la vita della bambina, che la sua nipotina. Voleva che te lo riferissi. Ha detto davvero cos? mormor Raistlin. S. Miranda splendida, vero? replic Caramon, con un profondo sospiro. Non ho mai visto una ragazza tanto bella. Ooops! esclam quindi, lanciando un'occhiata fuori della porta e vedendo che il sole gi accennava a sorgere. tempo che m'incammini anch'io, perch oggi dobbiamo seminare e non torner a casa prima di notte. Fischiettando un motivo allegro che quei discorsi sulle danze intorno al fuoco gli avevano fatto venire in mente, afferr il proprio zaino e si affrett a incamminarsi. S, fratello mio, hai proprio ragione: lei molto bella, disse Raistlin alla casa ormai vuota. Miranda era la figlia di un ricco mercante di abiti che aveva avviato di recente i propri affari a Solace, e costituiva la migliore pubblicit per suo padre perch era sempre meravigliosamente vestita con abiti di fine fattura, tagliati e cuciti secondo lo stile pi recente. Lunghi capelli di un biondo rossiccio le ricadevano fino alla vita in pigri riccioli, e lei era affascinante con i suoi modi aggraziati e modesti, era fragile e accattivante, innocente e buona. Raistlin non era quindi il solo giovane di Solace che avesse imparato ad ammirarla. A volte Raistlin aveva provato a immaginare che Miranda gli lanciasse qualche sguardo invitante, ma si era sempre detto che quelli erano soltanto sogni ad occhi aperti: come poteva lei provare il minimo interesse nei suoi confronti? Per ogni volta che la vedeva il cuore prendeva a martellargli nel petto fin quasi a soffocarlo, il sangue gli bruciava, la pelle gli si arroventava e il cervello gli si riduceva in poltiglia mentre la sua lingua di solito tanto sciolta riusciva a formulare soltanto parole vuote e lui non trovava neppure il coraggio di guardarla in faccia pur facendo fatica a impedire alle proprie mani di protendersi ad accarezzare quei riccioli ramati ogni volta che si veniva a trovare vicino a lei. La domanda che per lo tormentava davvero era se quella ragazza

avrebbe destato ugualmente il suo interesse anche se non fosse stata oggetto dell'ammirazione di Caramon. La parte superficiale della sua mente tendeva a dare subito una risposta affermativa, ma quella pi profonda continuava a meditare con disagio sull'interrogativo: quale demone si annidava in Raistlin e lo spingeva a questa competizione costante, e peraltro unilaterale, con Caramon, che ne era beatamente ignaro? D'un tratto Raistlin ricord una storia che Tasslehoff gli aveva raccontato e che parlava di un nano imbattutosi in un drago rosso addormentato. Il nano aveva attaccato il drago dormiente con l'ascia e con la spada, tempestandolo di colpi per ore fino a sfinirsi senza per che il drago si svegliasse; sbadigliando, alla fine l'enorme creatura si era girata nel sonno e aveva schiacciato il nano. Raistlin provava un'intensa comprensione per quel nano perch aveva l'impressione di essere impegnato in una costante battaglia con il suo gemello che si limitava a rotolargli addosso e a schiacciarlo. Caramon aveva un aspetto migliore, era pi simpatico, ispirava maggiore fiducia, mentre Raistlin era "profondo", come lo descriveva Kit, o "scaltro", come lo aveva una volta definito Tanis, o "astuto", come lo avevano soprannominato i suoi compagni di scuola. La maggior parte della gente tollerava la sua presenza soltanto perch amava suo fratello. Mentre si avviava lungo il marciapiede, cercando di non respirare la fragrante aria primaverile che sempre lo faceva starnutire, Raistlin si confort pensando che se non altro si stava guadagnando una certa reputazione come guaritore. Quella piccola fiamma di soddisfazione si era appena accesa in lui, dandogli un minimo di calore, quando per il suo infernale demone interiore riprese a sussurrargli in tono amaro che forse questo era tutto ci che sarebbe mai stato... un mago di rango minore, un guaritore che maneggiava erbacce... mentre suo fratello sarebbe diventato un guerriero e avrebbe compiuto grandi imprese, conquistato ingenti ricompense e si sarebbe coperto di gloria. Oh, povera me! Oh, che guaio!. Sorpreso, Raistlin si arrest di colpo e si rese conto soltanto allora di essere appena andato a sbattere contro qualcuno, perch era cos concentrato sui suoi pensieri e frettoloso per il timore di essere in ritardo che non aveva guardato dove stava andando. Sollevando la testa stava per borbottare qualche parola di scusa e

proseguire oltre quando si trov davanti Miranda. Oh, povera me, ripet lei, sbirciando da sopra il corrimano per guardare parecchie pezze di stoffa che giacevano sparse sul terreno sottostante. Mi dispiace terribilmente! sussult Raistlin, consapevole che doveva essere andato a sbatterle contro facendole sfuggire di mano la stoffa che era caduta dal ponte aereo e disegnava ora sul terreno una spirale dai colori vivaci. Aspetta... aspetta qui, balbett. Andr... andr io a prendere tutto. No, no, stata colpa mia, replic la ragazza, i cui occhi verdi scintillavano come le foglie novelle degli alberi che allargavano i loro rami sopra di loro. Stavo guardando un paio di passeri che facevano il nido... e non stavo badando... continu, coprendosi di un velo di rossore che la rese ancor pi bella. Insisto, ribad con decisione Raistlin. Allora andremo insieme, d'accordo? propose Miranda, prevenendo altre proteste. troppa roba perch una sola persona la possa trasportare. E insinu timidamente la mano in quella di lui. Il suo tocco scaten in Raistlin una fiamma simile a quella della sua magia ma molto pi rovente, una fiamma che consumava mentre l'altra raffinava e forgiava. Fianco a fianco, i due scesero la lunga scala fino al terreno sottostante, che si trovava ancora in ombra perch la luce del mattino stava cominciando soltanto adesso a filtrare fra le lucide foglie nuove. Senza fretta, Miranda e Raistlin procedettero quindi a raccogliere le pezze di tessuto, e quando Raistlin espresse la speranza che la rugiada non le avesse danneggiate Miranda garant che quella mattina non c'era praticamente rugiada e che sarebbe bastata una buona spazzolata per mettere tutto a posto. Raistlin l'aiut quindi a ripiegare le lunghe pezze di stoffa, prendendone un'estremit mentre lei teneva l'altra, con le loro mani che si sfioravano ogni volta che congiungevano gli angoli. Volevo ringraziarti di persona, disse Miranda, fissandolo, in uno di quei momenti in cui si trovavano vicini, con la stoffa tenuta in mezzo a loro. I suoi occhi, che scintillavano in mezzo ad un velo di ciglia biondo rossiccio, erano affascinanti. Hai salvato la bambina di mia sorella, e noi ti siamo tutti molto grati.

Non stato nulla, protest Raistlin. Mi dispiace, non mi sono espresso bene, perch ovvio che la bambina fosse importante. Quello che intendevo che ci che ho fatto non nulla. Ecco, neppure questo esatto. Ci che voglio dire .... So cosa vuoi dire, lo interruppe Miranda, chiudendo le mani intorno a quelle di lui. La stoffa cadde a terra mentre lei chiudeva gli occhi e porgeva le labbra. Raistlin si chin su di esse... Miranda! Eccoti qui! Smettila di perdere tempo, ragazza, e portami la stoffa. Mi serve per quel corpetto!. S, mamma, rispose Miranda, mentre si chinava e raccoglieva in fretta la stoffa senza preoccuparsi di piegarla. Tenendola stretta fra le braccia sussurr: Una di queste sere vieni a trovarmi, Raistlin. Miranda!. Arrivo, mamma! grid di rimando Miranda, scomparendo fra un agitarsi di gonne e uno svolazzare di stoffe. Raistlin rimase fermo dove lei lo aveva lasciato, immobile come se fosse stato colpito da un fulmine e si fosse liquefatto sul posto: stordito e sconcertato, esamin l'invito ricevuto e vagli ci che esso poteva significare. Lui le piaceva. Miranda lo aveva preferito a Caramon, a tutti gli uomini che in citt si stavano contendendo il suo affetto. Una felicit pura e incontaminata, di cui raramente aveva conosciuto l'eguale, si rivers su di lui e Raistlin si crogiol in essa come sotto il sole estivo, sentendosi crescere interiormente come un seme piantato di fresco mentre costruiva castelli in aria cos in fretta che in pochi secondi essi furono completi e pronti per essere abitati. Si vide riconosciuto da Miranda come il suo favorito, cosa che per una volta avrebbe indotto Caramon ad invidiarlo... non che ci che Caramon pensava avesse importanza, dato che Miranda lo amava e lei era l'incarnazione della bont e della dolcezza, una creatura meravigliosa che avrebbe fatto affiorare ci che di buono c'era in lui e avrebbe scacciato quei demoni perversi, la gelosia, l'ambizione, l'orgoglio, che lo tormentavano da sempre. Lui e Miranda sarebbero vissuti insieme sopra la bottega del venditore di abiti, e anche se non aveva idea di come si conducessero gli affari lui si sarebbe sforzato d'imparare per amor suo. Per amor suo avrebbe rinunciato perfino alla magia, se lei glielo avesse chiesto. Le risa di alcuni bambini lo riscossero dalle sue fantasticherie e lui si

rese conto che ormai era decisamente in ritardo per la scuola e avrebbe ricevuto un severo rimprovero dal Maestro Theobald. Una volta a scuola, accett il rimprovero senza rimostranze e guardando Theobald con quello che poteva quasi essere definito un sorriso affettuoso, cosa, questa, che indusse quasi il maestro a convincersi che il suo allievo pi strano e difficile fosse infine impazzito. Quella notte Raistlin non studi incantesimi per la prima volta da quando aveva cominciato la scuola, se non si consideravano le notti in cui era stato malato; dimenticandosi di bagnare le sue erbe, lasci i topi e il coniglio ad aggirarsi frenetici nelle loro gabbie alla ricerca del cibo che lui aveva trascurato di dare loro, e quando cerc a sua volta di mangiare non riusc a inghiottire un solo boccone e si nutr invece d'amore, un piatto molto pi dolce e succulento di qualsiasi banchetto imbandito da un imperatore. Il suo unico timore era che il fratello tornasse prima di notte, perch questo lo avrebbe costretto a sprecare del tempo per rispondere alle sue stupide domande, per le quali lui aveva gi pronta una menzogna che gli era stata suggerita dal pensiero stesso di Miranda: avrebbe detto che era stato chiamato a curare un bambino malato e che non aveva bisogno che Caramon lo accompagnasse. Per fortuna Caramon non fece ritorno a casa, cosa tutt'altro che insolita durante la stagione della semina in quanto lui e il Fattore Sedge rimanevano a lavorare nei campi anche di notte, sotto la luce intensa della luna. Lasciata la casa, Raistlin si avvi quindi lungo gli ampi ponti sospesi, anche se nella sua mente era convinto di camminare su nuvole rischiarate dalla luna, diretto a casa di Miranda. Naturalmente non era sua intenzione farle direttamente visita, perch non sarebbe stato corretto andare a trovare una giovane donna nubile dopo che era sceso il buio; invece, avrebbe prima parlato con suo padre per ottenere il permesso di corteggiare sua figlia e adesso stava soltanto andando a contemplare il luogo dove lei viveva, nella speranza di riuscire magari a intravederla attraverso una finestra. Mentre camminava, la immagin seduta accanto al fuoco e china su un lavoro di cucito mentre era forse intenta a sognare di lui nello stesso modo in cui lui la stava pensando. La bottega del mercante di abiti era al livello inferiore della casa, che era

una delle pi grandi di Solace. Adesso il piano inferiore era buio perch la bottega era chiusa per la notte, ma alcune luci brillavano al piano superiore e trasparivano dalle finestre. Soffermandosi in silenzio sulla passerella di legno, Raistlin attese nella tiepida aria primaverile, sperando di riuscire almeno a vedere quella luce riflettersi sui riccioli dorati di Miranda. Era l fermo da qualche tempo quando sent un rumore che proveniva dal basso, da una baracca eretta sul terreno sotto la bottega del mercante per fungere forse da magazzino. Immediatamente pens che un ladro fosse penetrato nella baracca e nel suo febbrile stato di infatuazione romantica si disse che se fosse riuscito a catturarlo, o almeno a impedire il furto, avrebbe avuto la possibilit di dimostrarsi degno dell'amore di Miranda. Senza neppure soffermarsi a riflettere che quanto stava facendo era estremamente pericoloso e che non aveva modo di proteggersi se davvero avesse sorpreso un ladro, scese di corsa le scale che poteva vedere con facilit perch questa notte Lunitari, la luna rossa, era piena e proiettava una luce intensa tutt'intorno. Arrivato al livello del suolo, avanz con passo silenzioso e furtivo in direzione della baracca, notando che la porta era chiusa ma che il chiavistello era aperto. La baracca non aveva finestre, ma una tenue luce a stento visibile trapelava da un buco presente nel legno di una parete, quindi lui decise che avrebbe guardato attraverso quel buco per vedere cosa stava succedendo e per constatare con i suoi occhi ci che il ladro stava facendo prima di dare l'allarme per prevenirne la fuga. Quando accost l'occhio al buco vide che i rotoli di stoffa erano stati ammucchiati su un lato della baracca in modo da creare nel centro uno spazio in cui era stata stesa una coperta illuminata da una candela posata in un angolo su una cassa. Sulla coperta, rese indistinte dalle ombre proiettate dalla luce tremolante della candela, due persone si contorcevano e ansimavano. Dopo un momento i due rotolarono sotto la luce della candela: riccioli rossi ricaddero su un seno candido e nudo mentre una mano maschile si chiudeva intorno ad esso accompagnata da un gemito e Miranda ridacchiava e sussultava nel far scorrere la mano lungo la schiena altrettanto nuda dell'uomo. Una schiena ampia e muscolosa, sovrastata da ricci capelli castani che brillavano alla luce della candela: la schiena nuda di Caramon e i suoi capelli madidi di sudore. Mordicchiando il collo di Miranda, Caramon scivol su di lei e i due

rotolarono lontano dalla luce con una serie di ansiti e di risatine soffocate che scaturirono dall'oscurit e che ben presto si dissolsero in gemiti di piacere. Infilando le mani nelle maniche della veste e tremando in maniera incontrollabile nonostante la calda aria primaverile, Raistlin si allontan e risal con passo rapido e silenzioso le scale, tinte di una tonalit rosso sangue dalla sorridente e compiaciuta luce di Lunitari. CAPITOLO QUINTO Raistlin fugg lungo i ponti sospesi senza avere idea di dove stesse andando: sapeva soltanto che non poteva tornare a casa perch pi tardi Caramon sarebbe rientrato dopo aver saziato il suo piacere e lui non poteva tollerare l'idea di vederlo, di scorgere il suo sorriso appagato e di sentire il profumo di lei che ancora gli aleggiava addosso. Gelosia e disgusto gli serrarono lo stomaco e gli fecero salire in gola un'amara ondata di bile: semiaccecato, debole e in preda alla nausea, nel buio and a sbattere dritto contro un ramo d'albero. Il colpo alla fronte lo lasci stordito e lui si sorresse aggrappandosi alla ringhiera. Solo sulle scale illuminate dalla luna, con le mani chiazzate di rosso dalla sua luce, scosso e tremante a causa dell'intensit delle proprie emozioni, desider che Caramon e Miranda fossero entrambi morti, e se avesse conosciuto un incantesimo che potesse bruciare loro la carne e ridurli in cenere in quel momento non avrebbe esitato ad usarlo. Nella sua mente poteva vedere con estrema chiarezza le fiamme che avvolgevano il magazzino del mercante... crepitanti lingue di fuoco rosse, arancione e di un candore incandescente che consumavano il legno e la carne che si trovava al suo interno, bruciando... purificando... Un sordo dolore alle mani e ai polsi lo fece infine tornare in s e nell'abbassare lo sguardo vide di avere le nocche bianche sotto la luce della luna; un fetido mucchietto di bile ai suoi piedi indicava che si era sentito male, e anche se non ricordava di aver vomitato a quanto pareva quella purificazione interiore gli aveva fatto bene perch adesso non si sentiva pi stordito o nauseato, l'ira e la gelosia non divampavano pi nel suo animo, avvelenandolo. Finalmente in grado di connettere, si guard intorno per orientarsi e dopo un momento si rese conto con stupore di dove si trovava, accorgendosi di aver attraversato quasi tutta Solace senza per ricordare di

averlo fatto... tutto quello che ricordava erano un fuoco rovente, fumo nero e ceneri bianche. Emettendo un profondo, tremante sospiro, allent a poco a poco la presa spasmodica intorno alla ringhiera. Poco lontano c'era una botte d'acqua di uso pubblico, e pur non osando immettere nulla nello stomaco sconvolto lui si umett le labbra e vers dell'acqua sulle travi che aveva sporcato, grato che nessuno lo avesse visto perch sapeva che non avrebbe sopportato false espressioni di compassione. Scoprire di essere la sola persona presente in quella parte della citt peraltro non lo sorprese: essendo stati fra i primi ad essere costruiti, quegli edifici erano poco pi che baracche malconce, abbandonate da tempo perch i precedenti abitanti avevano prosperato e avevano migliorato la loro posizione nell'ambito della societ d Solace, oppure erano falliti e avevano lasciato la citt. Di giorno capitava ancora che qualcuno passasse da quella zona di ritorno dalla caccia o dalla pesca, perch questo particolare tratto di ponte sospeso portava al Lago Crystalmir; inoltre Meggin la Pazza viveva non lontano da l e in quella zona si trovava anche l'Abbeveratoio, che doveva essere poco distante, come indicavano le risa da ubriachi che filtravano attraverso il fogliame, peraltro soffocate e sporadiche perch ormai la maggior parte delle persone di Solace, perfino gli ubriaconi, era a letto da tempo in quanto era ormai passata la mezzanotte. A quest'ora Caramon doveva essere rientrato a casa, e probabilmente era frenetico per la preoccupazione a causa dell'assenza del suo gemello, cosa che diede a Raistlin una certa soddisfazione: che Caramon si preoccupasse pure, trovare una scusa per spiegare la propria assenza non sarebbe stato difficile dato che lui credeva a tutto. Raistlin si sentiva gelato, esausto e tremante, ma pur sapendo che lo aspettava una lunga camminata fino a casa continu tuttavia a indugiare vicino alla ringhiera, riesaminando con disagio il momento in cui aveva desiderato che suo fratello e Miranda fossero morti. Dire a se stesso che non lo aveva pensato sul serio fu un sollievo, e al tempo stesso scopr improvvisamente di capire e di approvare le rigide leggi che controllavano l'uso della magia: nella sua impazienza di ottenere il potere magico, finora non aveva mai compreso con tanta chiarezza l'importanza della Prova che si ergeva a bloccare il suo futuro come una porta d'acciaio, impedendogli di accedere ai ranghi pi elevati delle schiere dei maghi. Soltanto coloro che erano dotati della disciplina necessaria per gestire un

cos vasto potere si vedevano concedere il diritto di usarlo... e nel voltarsi indietro a contemplare la violenza delle proprie emozioni, il suo desiderio, la sua gelosia e la sua rabbia, Raistlin si sent sgomento. Il fatto che il suo corpo, con le sue pulsioni e i suoi desideri, potesse aver annientato in maniera cos completa la disciplina della sua mente lo disgustava e lo indusse a decidere di guardarsi in futuro da simili emozioni distruttive. Immerso in queste riflessioni stava per tornare verso casa quando sent avvicinarsi un rumore di passi. Ritenendo che si trattasse con ogni probabilit della guardia cittadina impegnata nel suo pattugliamento notturno, Raistlin previde le irritanti domande, la severa predica e l'eventuale ritorno a casa sotto scorta e si addoss maggiormente al tronco dell'albero in modo da porsi nella sua ombra e lontano dalla luce proiettata da Lunitari. In quel momento desiderava essere solo e non aveva voglia di parlare con nessuno. La persona che si stava avvicinando continu a camminare ed emerse dall'ombra proiettata dalle foglie dell'albero per entrare in una rossa polla di luce lunare, e anche se era avvolta in un mantello dotato di cappuccio Raistlin riconobbe immediatamente Kitiara dal suo modo di camminare... passi rapidi e impazienti che non parevano mai portarla abbastanza in fretta a destinazione. Lei gli pass tanto vicino che Raistlin avrebbe potuto protendersi a sfiorarle il mantello scuro, ma invece si trasse maggiormente nell'ombra perch Kitiara era la persona che meno desiderava vedere quella notte e sperava che si allontanasse in fretta dalle sue vicinanze in modo da permettergli di tornare a casa. Di conseguenza, si sent estremamente frustrato quando la vide fermarsi vicino alla botte dell'acqua. Raistlin si aspettava che lei bevesse e proseguisse, ma anche se in effetti bevve servendosi della tazza attaccata alla botte mediante una corda, Kitiara non procedette oltre. Lasciata cadere con uno sciacquio la tazza nella botte, incroci le braccia e si appoggi ad essa in atteggiamento di attesa. Raistlin era bloccato perch non poteva lasciare il suo albero e addentrarsi nella luce lunare senza che lei lo notasse, ma del resto adesso non se ne sarebbe andato neppure se avesse potuto perch era incuriosito: cosa ci faceva l Kitiara? Perch si stava aggirando per le strade di Solace di notte e da sola, dato che il suo amante mezzelfo non si vedeva da nessuna parte? Era evidente che era l per incontrare qualcuno. Kitiara non era mai stata

molto abile ad aspettare e lo dimostr anche questa volta, cominciando ad agitarsi a disagio dopo appena un paio di minuti, spostando i piedi, assestandosi in vita la spada, battendo l'una contro l'altra le mani guantate, bevendo ancora e protendendosi pi di una volta in avanti per sbirciare con impazienza in direzione del ponte sospeso. Gli concedo ancora cinque minuti, borbott dopo un po', e nell'immota aria notturna Raistlin riusc a sentire le sue parole con estrema chiarezza. Di l a poco echeggi un rumore di passi proveniente dalla direzione in cui stava guardando Kitiara, che si raddrizz e port d'istinto la mano alla spada. La figura che sopraggiunse era quella di un uomo che portava a sua volta mantello e cappuccio, e che puzzava di birra a tal punto che Raistlin ne pot avvertire l'odore anche da dove si trovava, a dieci passi di distanza da lui. Ubriacone! sogghign Kitiara, arricciando il naso per il disgusto. Mi hai fatta aspettare al freddo per ore mentre trangugiavi bruciabudella, vero? Ho una mezza idea di aprirti in due quella pancia piena di birra. L'ora fissata per il nostro incontro non trascorsa, replic l'uomo, con voce fredda e sorprendentemente sobria. Caso mai sono in anticipo, e comunque non si pu sedere in una taverna, perfino una miserabile come l'Abbeveratoio, senza bere qualcosa, anche se sono grato di poter affermare che quel liquido immondo che il proprietario chiama birra pi sui miei vestiti che dentro di me. A quanto pare la cameriera ne fa un uso abbondante, dato che riuscita a rovesciarmene addosso una caraffa piena... un momento, hai sentito?. Raistlin aveva cambiato posizione in maniera infinitesimale per attenuare un improvviso e doloroso crampo alla gamba sinistra, e anche se non aveva prodotto praticamente nessun rumore l'uomo lo aveva sentito e aveva girato nella sua direzione la testa nascosta dal cappuccio, mentre un bagliore d'acciaio scintillava alla luce della luna. Raistlin rimase del tutto immobile senza neppure respirare, perch non voleva essere sorpreso a spiare sua sorella, che si sarebbe infuriata e che in passato non aveva mai avuto esitazioni a sfogare la propria ira con qualche schiaffo, mentre adesso avrebbe potuto fare anche di peggio. E se pure lei non avesse fatto nulla, se avesse deciso di perdonarlo, di certo quell'uomo con la voce simile ad acciaio ghiacciato non sarebbe stato altrettanto generoso.

Nonostante il timore che gli contraeva il ventre gi bistrattato, Raistlin si rese per conto che aveva paura di essere sorpreso non perch temesse di essere punito ma perch avrebbe perso l'opportunit di scoprire i segreti di Kitiara. Lei aveva gi tentato una volta di attirarlo nel proprio mondo e di porlo sotto la propria influenza, e Raistlin era certo che ci avrebbe provato ancora. Poich non desiderava asservirsi a nessuno, sapeva quindi che un giorno avrebbe dovuto opporsi ai desideri della sua prepotente sorella, e che allora avrebbe avuto bisogno di un'arma con cui contrastarla. Gli orecchi ti stanno ingannando, afferm intanto Kitiara, dopo un istante di silenzio durante il quale aveva ascoltato con attenzione. Ti dico che ho sentito qualcosa, insistette l'uomo. In tal caso deve essersi trattato di un gatto perch nessuno viene qui a quest'ora di notte. Ora parliamo di affari. Raistlin vide la luce lunare riflettersi con un bagliore sull'elsa della spada di Kitiara, segno che lei aveva scostato di lato il mantello. Prendendo una custodia di cuoio che portava alla cintura, Kitiara la consegn all'uomo. Mappe? chiese questi, abbassando lo sguardo sulla custodia. Guarda tu stesso, rispose Kitiara. L'uomo svit l'estremit della custodia e tir fuori parecchi fogli di carta che srotol in parte sul coperchio della botte per studiarli alla luce della luna. tutto qui, afferm in tono compiaciuto Kitiara, indicando con un dito guantato, pi di quanto il tuo signore abbia chiesto. Le difese di Qualinesti sono delineate sulla mappa principale con il numero dei posti di guardia e degli uomini di stanza in ciascuno di essi, la frequenza del cambio delle guardie, il genere di armi che portano e cos via. Ho percorso io stessa due volte tutto il confine di Qualinesti per raccogliere questi dati. Su un'altra mappa ho segnato i punti deboli delle loro difese e le possibili aree di penetrazione, e ho indicato le vie di accesso pi facili dal nord. Un lavoro eccellente, comment l'uomo, mentre arrotolava i fogli e li riponeva con cura nella custodia, infilandola nello stivale. Il mio signore sar soddisfatto. Che altro hai appreso riguardo a Qualinesti? Ho sentito dire che adesso hai un amante mezzelfo che nato a... ulp!. Kitiara aveva afferrato senza preavviso i lacci del cappuccio dell'uomo, imprimendo con mano esperta una torsione e traendo la vittima semisoffocata verso di s. Lascialo fuori da tutto questo! ingiunse, in tono sommesso e letale.

Se pensi che mi abbasserei a dormire con un uomo per ottenere delle informazioni ti sbagli, amico mio, e il tuo potrebbe risultare uno sbaglio fatale se dovessi dire o fare qualcosa che destasse in lui il minimo sospetto. Un bagliore d'acciaio sotto la luce della luna indic che Kitiara aveva impugnato con la mano libera un coltello. L'uomo abbass lo sguardo sull'arma, fiss gli occhi di Kitiara che scintillavano pi intensi dell'acciaio e sollev le mani in un gesto di assenso e di deprecazione. Mi dispiace, Kit. Non c'erano sottintesi. Kitiara lo lasci andare e lui si massaggi il collo nel punto in cui i lacci erano penetrati nella pelle. Come hai fatto ad assentarti stanotte? domand. Gli ho detto che avrei passato la serata con i miei fratelli. Adesso voglio il mio denaro. L'uomo infil la mano sotto il mantello e tir fuori una borsa che le mise in mano. Aprendola, Kitiara l'accost alla luce e valut la quantit di denaro che essa conteneva con una rapida occhiata, poi tir fuori una grossa moneta, la studi e la infil nel palmo del guanto prima di legarsi la borsa alla cintura con aria soddisfatta. Da dove giunto questo ne pu arrivare dell'altro, se tu dovessi raccogliere ulteriori informazioni su Qualinesti e sugli elfi, informazioni in cui ti capitasse d'imbatterti disse l'uomo. Come ti posso contattare? ridacchi Kitiara, messa di buon umore dal denaro. Lasciami un messaggio all'Abbeveratoio perch io mi fermo l ogni volta che passo da queste parti. Pensavo per che presto saresti tornata al nord. Non credo che lo far, dichiar Kitiara, scrollando le spalle. Per il momento sono contenta di restare qui, e poi devo pensare ai miei fratelli. Uh-uh, grugn l'uomo. Stanno arrivando ad un'et in cui mi potrebbero essere di qualche utilit, continu Kit, ignorandolo. Li ho visti in giro per la citt. Quello grosso ci potrebbe forse servire come soldato, anche se goffo come un kobold e sembra essere anche altrettanto intelligente. Quanto all'altro, l'aspirante mago, corre voce che abbia un notevole talento, e il mio signore sarebbe lieto se volesse unirsi alle nostre file.

Le voci si sbagliano! Riesce a fare trucchi come sfilare le monete dal naso della gente, ma niente di pi. In ogni caso vedr cosa posso fare, promise Kitiara, protendendo la mano. L'uomo la strinse ma abbandon subito la presa. Lord Ariakus sarebbe anche contento se tu ti unissi a noi, Kit, su base permanente. Ha detto che saresti un ottimo comandante. Ritratta la mano dalla stretta dell'uomo, Kit la pos sull'elsa della spada. Non sapevo che sua signoria ed io fossimo in rapporti cos intimi, ribatt in tono sarcastico. Non l'ho mai incontrato. Lui per ti conosce, Kit, di vista e di fama. Gli hai gi fatto una notevole impressione e questo lo impressioner ancora di pi, ribatt l'uomo, indicando le mappe. Lui disposto ad offrirti un posto nel suo nuovo esercito, e si tratta di una grande opportunit, perch un giorno lui governer su tutto Ansalon e poi su tutto Krynn. Davvero?, comment Kitiara, inarcando un sopracciglio e mostrandosi impressionata. Non pensa in piccolo, vero?. Perch dovrebbe, dato che ha potenti alleati? A proposito, cosa pensi dei draghi?. Dei draghi? ripet Kitiara, all'apparenza divertita. Credo che siano adatti a terrorizzare i bambini piccoli, ma niente di pi. Cosa intendevi, chiedendomi che penso di loro?. Nulla di particolare. Non ne avresti paura, vero?. Io non temo nulla in questo mondo o nel prossimo, dichiar Kitiara, con una sfumatura di minaccia nella voce. C' forse qualcuno che sostiene il contrario?. No, Kit, nessuno, garant l'uomo. Il mio signore ha sentito parlare del tuo coraggio, ed per questo che ti vuole con s. Qui sto bene, almeno per il momento, ripet Kitiara, respingendo l'offerta con una scrollata di spalle. Fa' come preferisci. L'offerta... per Takhisis, hai sentito?. Uno sgradevole formicolio si era diffuso lungo le gambe di Raistlin, che aveva cercato di muovere il piede e di agitare le dita senza fare rumore. Purtroppo, la trave su cui si trovava non era fissata bene e aveva scricchiolato quando lui si era mosso. Una spia! esclam intanto l'uomo, con voce fredda, poi balz in avanti con un agitarsi del mantello nero, si par davanti a Raistlin e lo afferr per il mantello, mentre lui sentiva le parole della magia abbandonargli la mente su ali generate dal terrore. Questo ci che facciamo alle spie a

Neraka. Prima tagliamo loro gli orecchi... dichiar intanto l'uomo, trascinando Raistlin fuori dal suo nascondiglio dietro l'albero e spingendolo in ginocchio per poi strappargli il cappuccio del mantello e afferrargli i capelli in modo da sollevargli la testa. L'acciaio di una spada scintill rosso sotto la luce della luna. Fermati, idiota! esclam Kitiara, colpendo con il braccio la mano dell'uomo e mandando il coltello a cadere sulle travi. Lui le si rivolt contro con aria furente e in preda alla sete di sangue, ma il contatto della punta della spada di Kitiara con la sua gola lo calm subito. Perch mi hai fermato? domand. Non intendevo ucciderlo... non ancora, comunque, perch prima dovr parlare in quanto ho bisogno di sapere chi lo sta pagando per spiarmi. Non lo sta pagando nessuno, replic in tono sommesso Kitiara, e se sta spiando qualcuno, si tratta di me. Di te? ripet l'uomo, scettico. mio fratello, spieg Kitiara. Curvo sulle ginocchia, a testa china, Raistlin si sent pervadere di vergogna e d'imbarazzo, in quanto avrebbe preferito morire piuttosto che affrontare l'ira e soprattutto il disprezzo di sua sorella. sempre stato un piccolo ficcanaso, continu intanto Kitiara, tanto che noi lo chiamiamo l'Astuto. Avanti, alzati! ingiunse, sferrando a Raistlin uno schiaffo cos forte che lui sent in bocca il sapore del sangue e avvert una fitta di dolore al labbro. Consapevole di essere dalla parte del torto e furente con se stesso per aver permesso a Kitiara di porsi in vantaggio rispetto a lui, si affrett ad obbedire, ma con suo stupore dopo averlo percosso lei gli pass un braccio intorno al collo e lo strinse a s. Quello era per aver fatto il cattivo, dichiar in tono scherzoso. Adesso che sei qui, Raist, lascia che ti presenti un mio amico. Si chiama Balif, e gli dispiace di averti spaventato in quel modo, ma ha creduto che fossi un ladro. vero che ti dispiace, Balif?. Gi, mi dispiace, annu l'uomo, scrutando in tralice Raistlin. E del resto tu ti stavi comportando come un ladro, andando in giro in quel modo nel cuore della notte. A proposito, cosa ci fai fuori a quest'ora? Dove sei stato?. Ero con Meggin la Pazza, ment Raistlin, pulendosi il labbro dal sangue. Ha trovato una volpe morta e l'abbiamo dissezionata.

Quella donna una strega e dovresti starle alla larga, dichiar Kit, arricciando il naso. Allora, fratellino, cosa pensi di ci di cui io e Balif stavamo discutendo? chiese quindi con disinvoltura. Raistlin si sforz di apparire stupido, copiando l'espressione vacua e sconcertata del suo gemello. Nulla, rispose, scrollando le spalle. Non ho sentito molto. Stavo passando di qui e.... Bugiardo, ringhi l'uomo. Kit, ho sentito un rumore quando abbiamo cominciato a parlare, e sono certo che lui rimasto qui per tutto il tempo. Invece no, signore, insistette Raistlin, in tono conciliante. Vi stavo oltrepassando quando ti ho sentito parlare di draghi e mi sono fermato per ascoltare... non ho potuto farne a meno. Tu mi conosci, sorella, sai che sono sempre stato interessato alle storie del passato, soprattutto a quelle inerenti ai draghi. Questo vero, conferm Kitiara. Lui ha sempre il naso in qualche libro e ti garantisco che innocuo, Balif, quindi smettila di preoccuparti. Ora va' a casa, Raist. Non dir a nessuno che sei stato da quella strega. Ed io, ribatt Raistlin in tono sommesso, incontrando il suo sguardo, non dir a Tanis che sei uscita di notte con un altro uomo. Kitiara sorrise: a volte, lei e Raistlin si capivano alla perfezione. Avanti, muoviti! ordin, assestandogli una spinta. Con i muscoli rigidi e doloranti, nauseato dal sapore amaro che il sangue e la paura gli avevano lasciato in bocca, Raistlin si avvi lungo il ponte, poi sent un rumore di passi e si guard alle spalle, timoroso che l'uomo si fosse reso conto che lui aveva mentito e lo stesse inseguendo. Balif per stava scendendo le scale con il mantello che vorticava intorno alla sua figura. Tirata fuori la moneta dal guanto, Kitiara la lanci in aria e la riafferr al volo con abilit, poi si appoggi alla ringhiera. Mi terr in contatto! avvert. Raistlin sent la breve e fredda risata dell'uomo, poi i suoi passi continuarono gi per le scale e cessarono di far rumore quando lui raggiunse il suolo. Kitiara intanto rimase ferma accanto alla botte con la testa bassa e le braccia conserte sul petto, immersa in profonde riflessioni: dopo un momento per si scosse come per allontanare dubbi e interrogativi, sollev il cappuccio per nascondere il volto e si allontan con passo deciso. Raistlin torn a casa facendo un ampio giro che gli fece fare pi strada

ma gli evit di incontrare ancora la sorella; mentre camminava riflett sulla conversazione che aveva sentito nel tentativo di capire cosa significasse, ma era troppo intontito dalla stanchezza per darle un senso compiuto in quanto il suo corpo era prosciugato di ogni energia e lui riusc a stento a costringersi a mettere un piede davanti all'altro per procedere stancamente verso casa. Dove avrebbe trovato Caramon sveglio, preoccupato e pieno di domande. Con un cupo sorriso, Raistlin decise che avrebbe semplicemente detto di aver trascorso la serata con Kitiara. CAPITOLO SESTO Quell'estate i gemelli compirono vent'anni. Il Giorno del Dono della Vita avrebbe dovuto essere una celebrazione gioiosa, quindi Kitiara offr loro una festa e invit i loro amici alla Locanda dell'Ultima Casa dove gli invitati scoprirono di poter mangiare e bere birra fino al massimo della loro capienza, il che nel caso del nano significava una quantit allarmante di birra. Tutti cominciarono ben presto a divertirsi, tranne gli ospiti d'onore. Afflitto da un perdurante cattivo umore fin da quella primavera, Raistlin si mostrava pi amaro e sarcastico del solito soprattutto nei confronti del fratello, e la celebrazione del loro compleanno parve soltanto accentuare il suo umore nero in quanto richiam inevitabilmente alla memoria il ricordo dei genitori morti. Caramon dal canto suo era depresso perch aveva appena saputo che Miranda, la ragazza che lui attualmente adorava, aveva improvvisamente sposato il figlio del mugnaio. La fretta sconveniente con cui era stato celebrato il matrimonio aveva dato adito a supposizioni del genere pi scandaloso. La delusione di Caramon al riguardo si era leggermente attenuata quando lui aveva notato che la notizia delle nozze di Miranda aveva fatto affiorare sul volto di Raistlin un sorriso che per quanto cupo e sgradevole, certo non il genere di sorriso che scaldasse il cuore, era comunque pur sempre un sorriso; Caramon aveva interpretato la cosa come un buon segno e si era augurato con fervore che la sua vita familiare attualmente tutt'altro che allegra potesse diventare pi felice. La festa del Giorno del Dono della Vita si protrasse fino a tarda notte, e a poco a poco il calore e il buon umore degli altri commensali finirono per

sgelare perfino Raistlin. Dopo tutto, questa era la prima festa di compleanno dei suoi fratelli a cui Kitiara avesse partecipato da quando loro erano piccoli, quasi troppo piccoli per ricordare, in quanto gli ultimi mesi erano stati il tempo pi lungo che lei avesse mai trascorso a Solace da quando era ragazza. Per essere una citt cos retrograda non poi noiosa come la ricordavo, aveva replicato lei, in risposta ad una domanda sarcastica di Raistlin, e comunque non devo andare da nessuna parte almeno per un po' e qui mi sto divertendo, fratellino. Quella notte Kitiara era di umore splendido, e cos pure Tanis Mezzelfo. I due sedevano l'uno accanto all'altra e la loro reciproca attrazione era evidente a tutti a causa del modo in cui si fissavano a vicenda con occhi pieni di luce e di calore e s'incitavano reciprocamente a raccontare le loro storie preferite. Con sorrisi che solo loro capivano e occhiate furtive, ognuno dei due ricordava all'altro qualche scherzo da cui gli altri erano esclusi. Stanotte offro io, dichiar Kit, quando venne il momento di saldare il conto. Questo per tutte le consumazioni. E gett sul tavolo tre grosse monete. Con un'espressione raggiante sul volto grassoccio, Otik si protese per prenderle, ma Raistlin insinu con destrezza la mano sotto la sua e afferr una delle monete, accostandola alla luce. Monete d'acciaio, coniate a Sanction, osserv, studiandole. Si direbbero coniate di fresco. Sanction, ripet Tanis, accigliandosi. Quella citt ha la reputazione di essere un luogo malvagio. Come mai hai delle monete che provengono da Sanction, Kit?. Gi, dove hai trovato monete cos interessanti, sorella? aggiunse Raistlin. Guarda questa... porta stampata l'immagine di un drago a cinque teste. un'effigie malvagia, dichiar con aria grave Tanis. l'antico simbolo della Regina delle Tenebre. Non essere stupido! Quella una moneta, non un manufatto malvagio! L'ho vinta giocando a dadi con un marinaio, replic Kitiara, con il suo consueto sorriso in tralice che esprimeva assoluta innocenza. Dicono che chi fortunato ai dadi sia sfortunato in amore, ma io ho dimostrato che non vero, perch quello stesso giorno ho incontrato te, tesoro, aggiunse, protendendosi a baciare Tanis su una guancia.

Il suo tono era disinvolto e noncurante, il suo sorriso sincero, e Raistlin non avrebbe avuto nessun motivo di dubitare di lei se non avesse visto quella moneta, o una molto simile ad essa, scintillare sotto la luce di Lunitari appena un mese prima. Che il mezzelfo avesse creduto alle parole di Kitiara era evidente, ma del resto Tanis era cos invaghito di lei che le avrebbe creduto anche se avesse sostenuto di essere andata sulla luna a bordo di una nave degli gnomi, arrivando a chiederle di raccontargli il viaggio nei particolari. Neppure gli altri mostrarono di mettere in dubbio la sua spiegazione. Flint stava contemplando i suoi amici con un'aria paternalistica che andava degenerando rapidamente ad ogni boccale di birra da lui bevuto e Tasslehoff stava girovagando felicemente per la locanda con estremo sgomento degli altri clienti che i membri del gruppo intervenivano a turno a salvare dal kender, propenso dopo due pinte di birra ad elargire a chiunque le sue storie preferite sul conto dello zio Trapspringer. Flint e Tanis provvidero inoltre a restituire ai clienti le cose che erano state loro sottratte o a indennizzarli qualora gli oggetti personali prestati, dimenticati o abbandonati fossero andati irrimediabilmente perduti nelle sacche del kender. Quanto a Caramon, era impegnato ad osservare il suo gemello con ansia quasi pietosa, desiderando disperatamente che Raistlin si divertisse, e si sent quindi al settimo cielo quando infine il suo cupo fratello si decise a distogliere lo sguardo dall'unico bicchiere di vino che avesse ordinato e che non aveva ancora toccato e si rivolse ai compagni. A proposito di draghi, disse, attualmente sto portando avanti un corso di studi sulle bestie dell'antichit. Qualcuno di voi conosce storie che parlino di draghi?. Io ne conosco una, rispose Sturm, che dopo aver bevuto due boccali di sidro per fare onore ai festeggiati era adesso insolitamente loquace, e procedette a narrare loro la storia del cavaliere solamnico Huma, che si era innamorato di un drago d'argento quando questo aveva assunto l'aspetto di una donna umana. La storia venne accolta con interesse e provoc una serie di supposizioni. Le antiche storie parlavano abbondantemente dei draghi, che pareva fossero vissuti un tempo su Krynn, ma quelle storie erano vere? I draghi esistevano davvero, e se esistevano che ne era stato di loro? Io vivo in questo mondo da molto tempo, afferm Tanis, e non ho mai visto draghi di sorta, quindi sono convinto che essi esistano soltanto

nei canti dei menestrelli. Se neghi l'esistenza dei draghi neghi anche quella di Huma Dragonbane obiett Sturm, accigliandosi. stato lui a scacciare i draghi dal mondo, in quanto quelli buoni hanno acconsentito ad andarsene insieme con quelli malvagi per non alterare l'equilibrio delle cose. per questo che non hai mai visto dei draghi. Una volta lo zio Trapspringer ha incontrato un drago... cominci Tasslehoff, in tono eccitato, ma gli altri non avevano nessuna intenzione di sentire un'altra delle sue storie e Flint lo prevenne togliendogli di sotto lo sgabello con un calcio e mandandolo a cadere per terra insieme con il suo boccale di birra. I draghi sono storie da kender e niente altro, dichiar il nano, in tono disgustato. Anche i nani raccontano storie sui draghi, obiett Tas, per nulla sconcertato, poi si rialz da terra, guard con aria triste il proprio boccale vuoto e and a chiedere a Otik di tornare a riempirglielo. I nani raccontano le storie migliori sui draghi, precis intanto Flint, il che soltanto naturale se si considera che un tempo noi contendevamo a quelle bestie il nostro spazio vitale, dato che i draghi sono creature di buon senso e preferiscono vivere sotto terra. Capitava quindi spesso che un thane dei nani scegliesse una comoda e asciutta montagna come residenza per il suo popolo soltanto per scoprire che un drago aveva avuto la stessa idea. Non possibile che i draghi siano fasulli nelle storie dei kender e vere in quelle dei nani, mio vecchio amico! rise Tanis. E perch no? ribatt Flint, in tono iroso. Hai mai conosciuto un kender che dicesse una sola parola di vero? E hai mai conosciuto un nano che mentisse?. Il nano si mostr quindi estremamente compiaciuto di quella sua argomentazione, che gli pareva del tutto coerente sotto l'effetto della birra che aveva ingurgitato. Tu cosa ne dici, Raist? chiese Caramon, notando che suo fratello pareva interessato a quell'argomento come non lo era stato a tutti quelli trattati in precedenza. Come ho affermato, mi capitato di trovare riferimenti ai draghi nei miei libri, rispose Raistlin. In essi infatti si accenna a incantesimi e manufatti magici connessi ai draghi. Ammetto che si tratta di libri antichi, ma perch mai si sarebbero dovuti creare incantesimi e manufatti del

genere se quelle bestie fossero puramente mitologiche?. Proprio cos! esclam Sturm, calando con forza il boccale sul tavolo ed elargendo a Raistlin un'occhiata di approvazione, cosa rara da parte sua. La tua affermazione del tutto logica!. Raist conosce una storia che riguarda Huma, intervenne Caramon, contento di vedere i due che si comportavano in modo quasi amichevole. Avanti, Raist, raccontala. Quando sent che la storia aveva a che fare con i maghi, Sturm torn ad accigliarsi e a tormentarsi i baffi, ma il suo cipiglio si attenu progressivamente con il procedere della narrazione, e alla fine lui si concesse un riluttante e brusco cenno di approvazione. Il mago ha dimostrato di avere un grande coraggio... per uno della sua specie, comment. Caramon sussult, temendo che suo fratello si offendesse per quel commento e partisse al contrattacco, ma ora che aveva concluso la storia Raistlin stava osservando Kitiara e non pareva aver neppure sentito le parole di Sturm. Rilassandosi, Caramon trangugi la sua birra, ne chiese un'altra ed emise uno strillo di dolore quando una ragazzina dagli accesi capelli rossi gli balz addosso da dietro e s'inerpic come uno scoiattolo su per la sua schiena. Ouch! Dannazione, Tika! esclam Caramon, sforzandosi di liberarsi della bambina. Non dovresti essere a letto? chiese quindi, fissandola con finta ferocia e facendola ridacchiare. Dov' Waylan, quel tuo padre buono a nulla?. Non lo so, rispose con indifferenza la ragazzina. andato da qualche parte come fa sempre ed io devo rimanere con Otik fino al suo ritorno. Nel frattempo il locandiere si affrett ad accorrere per scusarsi e per rimproverare la bambina. Mi dispiace, Caramon, disse, e al tempo stesso intim: Senti, piccola monella, sai che non devi disturbare i clienti!. E afferr la bambina per un braccio, portandola via con s. Arrivederci, Caramon! grid Tika, agitando con aria divertita una mano. Che brutta ragazzina, borbott Caramon, tornando a concentrarsi sulla sua birra. Avete visto quante lentiggini ha?. Tu che ne pensi, Kit? chiese Raistlin, che aveva approfittato della distrazione per protendersi verso la sorella, e sfoggi un accenno di sorriso.

Riguardo a cosa? ribatt lei, intenta a seguire con lo sguardo Tanis, diretto al bancone per prendere altre due birre. Riguardo ai draghi, rispose Raistlin. Kit gli scocc un'occhiata penetrante che lui sostenne con aria di blanda innocenza, poi scroll le spalle e scoppi in una risata forzata. Io non penso affatto ai draghi, rispose. Perch dovrei?. solo che ho visto cambiare la tua espressione quando ho inizialmente sollevato l'argomento, come se avessi avuto intenzione di dire qualcosa ma poi ci avessi ripensato. Tu hai viaggiato molto, e mi piacerebbe conoscere il tuo parere replic con fare rispettoso Raistlin. Puah! esclam Kitiara in tono brusco, all'apparenza contrariata. Quello che hai visto era una fitta di mal di pancia: credo che la cacciagione che Otik ci ha servito questa sera fosse andata a male. Sei stato saggio a non mangiarla. Per stasera ne ho abbastanza di discorsi di Cavalieri di Solamnia e di draghi, aggiunse quando Tanis torn al tavolo. stupido discutere di qualcosa di cui nessuno pu provare l'esistenza, quindi cambiamo argomento. Benissimo, approv Raistlin. Allora parliamo degli di. Gli di! Questo anche peggio, gemette Kitiara. Immagino che adesso ti convertirai a Belzor, fratellino, e comincerai a fare proseliti. Forza, Tanis, andiamo via prima che si lanci in una predica!. Non sto parlando di Belzor, dichiar per Raistlin, con una nota di asprezza nella voce, sto parlando degli antichi di, quelli che venivano adorati prima del Cataclisma. Quegli di venivano posti sullo stesso piano dei draghi e si diceva che alcuni di essi ne potessero assumere la forma... per esempio la Regina Takhisis, come indica il suo simbolo sulla moneta. A me sembra che credere nei draghi debba necessariamente implicare la fede in queste divinit, e viceversa. A quel punto tutti i presenti, con la sola eccezione di Kitiara che lev gli occhi al cielo e sferr un calcio a Tanis sotto la tavola, parvero avere un parere da dare. Sturm dichiar di aver riflettuto parecchio dopo la loro ultima conversazione sull'argomento e di aver parlato con sua madre a proposito di Paladine. Lei aveva affermato che i Cavalieri credevano ancora nel dio della luce e che stavano aspettando che lui tornasse a casa e si scusasse per essere rimasto lontano tanto a lungo, nel qual caso i Cavalieri sarebbero stati disposti a perdonarlo e a dimenticare le sue passate manchevolezze. Secondo Tanis, invece, gli elfi erano convinti che gli di, tutti gli di,

avessero lasciato il mondo a causa della malvagit degli umani e che i veri di sarebbero tornati quando infine gli umani fossero stati cancellati dal mondo... cosa che doveva inevitabilmente succedere dal momento che erano una razza poco longeva e notoriamente bellicosa. Flint invece afferm di essere giunto a ritenere dopo lunghe riflessioni che Reorx fosse stato fuorviato dalle menzogne dei nani delle montagne e fosse ora rinchiuso dentro Thorbardin, all'oscuro del fatto che i nani delle colline avevano bisogno del suo aiuto. tipico di un nano delle montagne far finta che noi non esistiamo, perch vorrebbero che noi precipitassimo dalla faccia di Krynn in quanto per loro siamo una fonte di vergogna e d'imbarazzo, concluse. Ma potreste davvero precipitare dalla faccia di Krynn? domand con curiosit Tas. Come potreste fare? A me sembra di avere i piedi saldamente piantati sul terreno e non credo che ne potrei cadere gi. E se mi mettessi a testa in gi?. Se su questo mondo ci fosse almeno un vero dio i kender ne sarebbero gi precipitati tutti, borbott Flint. Guardate quel pomolo di porta! Adesso si messo a testa in gi!. Sarebbe stato pi esatto dire che Tasslehoff stava cercando di mettersi a testa in gi, dato che aveva puntellato la testa sul pavimento e stava ora scalciando con le gambe nel tentativo di levare in aria i piedi, senza peraltro avere molto successo. Quando infine riusc a stare in equilibrio sulla testa, il risultato fu che si rovesci quasi subito dall'altra parte, ma la cosa non parve abbatterlo minimamente e lui si accinse a ritentare, questa volta addossandosi ad una parete. Fortunatamente per i suoi compagni e per il resto della clientela, quell'attivit concentr la sua attenzione e le sue energie per un tempo piuttosto lungo. Se gli antichi di sono ancora in circolazione da qualche parte, afferm intanto Tanis, posando una mano su quella di Kit per incitarla ad essere paziente e a fermarsi ancora un poco, allora ci dovrebbero essere dei segni della loro presenza. Si dice che nei tempi antichi i chierici degli di avessero il potere di guarire malattie e ferite, che potessero perfino riportare in vita i morti. I chierici sono per scomparsi subito dopo il Cataclisma e non sono pi riapparsi, almeno per quanto risulta agli elfi. I chierici di Reorx sono vivi, di questo sono certo, dichiar Flint in tono amaro. Essi sono dentro Thorbardin e stanno compiendo ogni sorta di miracoli nelle sale dei nostri antenati, le stesse che per diritto dovrebbero appartenere anche ai nani delle colline! esclam quindi,

calando con violenza il boccale sul tavolo. Suvvia, vecchio amico, lo ammon Tanis, in tono pacato. Ricordi quando abbiamo incontrato quel nano delle montagne alla fiera di Haven, lo scorso autunno? Lui ha sostenuto che erano i nani delle colline ad avere il controllo del potere dei chierici e a rifiutare di condividerlo con i loro cugini delle montagne. ovvio che lo abbia detto! tuon Flint. Lo ha fatto per placare i rimorsi di coscienza!. Raccontaci una storia su Reorx, sugger Caramon, fungendo come sempre da pacificatore, ma il nano era troppo furente e oppose un rifiuto. Alcuni dei seguaci di questi nuovi di sostengono di avere il potere degli antichi chierici, osserv intanto Tanis, per dare a Flint il tempo di placarsi. Per esempio, i chierici di Belzor. L'ultima volta che sono stato ad Haven hanno fatto una grande dimostrazione, inducendo gli storpi a camminare e i muti a parlare. Cos'hai detto, Kit?. In realt Kitiara stava sbadigliando e non si preoccup di nascondere la cosa. Chi vuole gli di o ne ha bisogno? rise lei con noncuranza, spingendosi indietro i capelli ricciuti. Io no di certo. Nessuna forza divina controlla la mia vita e a me piace cos perch sono io a scegliere il mio destino. Non sono schiava di nessun uomo, quindi perch dovrei essere schiava di un dio e permettere a qualche prete o a qualche chierico di dirmi come devo vivere?. Quando ebbe finito di parlare Tanis applaud e lev il boccale verso di lei in segno di omaggio. Flint per contro appariva accigliato e taciturno, e ogni volta che il suo sguardo si posava su Tanis la sua espressione accigliata assumeva anche una sfumatura di preoccupazione. Sturm invece stava fissando il fuoco con aria rapita e con gli occhi scuri pervasi di un bagliore insolito, come se stesse vedendo i Cavalieri di Paladine andare nuovamente in battaglia nel nome del loro dio; accanto a lui, Caramon si era assopito gi da qualche tempo con la testa sul tavolo e le mani ancora strette intorno al boccale di birra, russando leggermente. Quanto a Tasslehoff, era infine riuscito a restare ritto sulla testa e stava chiedendo con voce acuta che tutti lo guardassero... subito, prima che lui precipitasse dalla faccia di Krynn. Siamo rimasti qui abbastanza a lungo, sussurr Kitiara a Tanis. Ci sono una quantit di cose pi interessanti da fare che stare seduti a bere. E gli prese la mano, portandosela alle labbra e baciandola sulle nocche.

Tanis aveva praticamente il cuore che gli straripava dagli occhi, l'amore e il desiderio che nutriva nei confronti di Kitiara erano evidenti per chiunque lo guardasse... chiunque tranne la stessa Kitiara che adesso gli stava mordicchiando scherzosamente le nocche che poco prima stava baciando. Presto dovr lasciare Solace, Kit, mormor Tanis, perch Flint si metter in viaggio entro pochi giorni. Ragione di pi per non sprecare il tempo che ci rimane, ribatt lei, alzandosi in piedi. Buona notte, fratellini, e buon Giorno del Dono della Vita, aggiunse, senza girarsi a guardare gli interessati. Anch'io vi faccio i miei migliori auguri, disse Tanis, rivolgendo a Raistlin un caldo sorriso e battendo un colpetto sulla spalla dell'addormentato Caramon. Passandogli un braccio intorno alla vita, Kitiara si appoggi quindi a lui, che le cinse con affetto le spalle; camminando fianco a fianco, cos vicini da inciampare quasi l'uno nei piedi dell'altra, i due lasciarono la locanda. Altra birra, ordin allora Flint in tono rude, scuotendo il capo con un sospiro. Mi hai visto, Flint? Mi hai visto? domand Tasslehoff, paonazzo in volto, tornando al tavolo. Sono rimasto in equilibrio sulla testa e non sono precipitato dalla faccia di Krynn! La mia testa rimasta appoggiata al pavimento proprio come fanno i piedi, quindi suppongo che non si debba toccare terra con nessuna parte del corpo per poter precipitare. Pensi che se saltassi dal tetto della locanda...?. S, s, fa' pure, borbott Flint, che stava pensando ad altro. Immediatamente il kender si allontan di corsa. Vado a fermarlo, si offr Sturm, lanciandosi al suo inseguimento, e intanto Raistlin assest una gomitata nelle costole del fratello. Uh? Cosa? grugn Caramon, sollevandosi a sedere e sbirciandosi intorno con occhi assonnati e vacui, emergendo da un sogno che riguardava Miranda. Un brindisi, fratello mio, propose Raistlin, sollevando il bicchiere ancora pieno a met di vino. All'amore. All'amore, borbott Caramon, versando buona parte della sua birra sul tavolo. CAPITOLO SETTIMO

Contrariamente a quanto avevano in programma, quell'estate Flint e Tanis non lasciarono Solace. Una mattina all'alba, Caramon era gi uscito per andare a lavorare e Raistlin stava radunando i suoi libri per prepararsi ad andare a scuola quando bussarono alla porta e contemporaneamente il battente si spalanc e Tasslehoff Burrfoot fece irruzione in casa. Flint aveva cercato di insegnare al kender che bussare alla porta era in genere considerato fra i popoli civili un modo per annunciare la propria presenza e chiedere di poter entrare, precisando che bisognava aspettare con pazienza alla porta fino a quando chi abitava in casa rispondeva venendo ad aprire la porta. Tasslehoff, per, semplicemente non era in grado di capire quel concetto perch bussare alla porta non era una cosa che i kender fossero soliti fare nelle loro terre, dove generalmente la porta di casa era spalancata e veniva chiusa solo in caso di maltempo. Se un kender in visita entrava in una casa e scopriva che gli occupanti erano impegnati a fare qualcosa a cui lui non era particolarmente interessato, poteva restare seduto in salotto ad aspettare che gli abitanti della casa si facessero vedere oppure poteva andarsene tranquillamente... dopo aver ovviamente prelevato dalla dimora ogni oggetto che gli sembrava interessante. Alcune persone poco informate di Ansalon sostenevano che quest'usanza dipendeva dal fatto che i kender non avevano serrature alla porta ma questo non era vero perch la porta di ogni abitazione kender aveva delle serrature, in genere numerose e di svariati tipi. Esse venivano usate soltanto quando era in corso una festa, perch in quelle occasioni non si bussava alla porta ma gli ospiti dovevano riuscire a forzare le serrature per poter entrare, in quanto quella era la principale forma di divertimento della serata. Finora Flint era almeno riuscito ad abituare Tasslehoff a bussare alla porta, cosa che lui di solito faceva mentre gi apriva il battente oppure dopo averlo spalancato, in modo da annunciare adeguatamente la sua presenza qualora essa fosse passata inosservata. In questo caso particolare, Raistlin stava comunque gi aspettando l'arrivo del kender perch lo aveva sentito strillare con voce affannosa il suo nome quando ancora si trovava a sei porte di distanza e aveva anche sentito i vicini reagire chiedendo con voce irosa a Tasslehoff se sapeva che ora era e lui rispondere fornendo loro l'ora esatta.

Sono stati loro a chiedermelo! dichiar Tasslehoff in tono indignato, nell'entrare in casa. Se non volevano saperlo perch stavano gridando in quel modo? Ti garantisco che a volte non capisco gli umani, concluse con un sospiro, sedendosi al tavolo di cucina. Buon giorno lo salut Raistlin, togliendogli di mano la teiera. Sono in ritardo per la scuola... volevi qualcosa da me? chiese quindi in tono severo, vedendo Tasslehoff allungare le mani verso il pane e il forchettone che si usava per tostare le fette sul fuoco. Oh, s! esclam il kender, lasciando cadere fragorosamente il forchettone e balzando in piedi. Me n'ero quasi dimenticato ed un bene che tu me lo abbia fatto ricordare, Raistlin! Sono terribilmente preoccupato... no, grazie, non posso mangiare nulla perch sono troppo sconvolto... ecco, forse un biscotto mi andrebbe. Hai della marmellata? Io... Cosa volevi? insistette Raistlin. Si tratta di Flint, spieg il kender, mangiando la marmellata direttamente dal vaso con l'ausilio di un cucchiaio. Non riesce a stare in piedi e neppure a sdraiarsi o a sedersi. in condizioni davvero brutte e sono molto preoccupato per lui. Davvero preoccupato. Che il kender fosse sconvolto risult palese dal fatto che allontan da s il vaso anche se conteneva ancora un po' di marmellata; naturalmente dopo si mise in tasca il cucchiaio che aveva usato, ma questo era logico e prevedibile. Recuperando il cucchiaio, Raistlin chiese ulteriori delucidazioni sui sintomi manifestati da Flint. successo questa mattina, replic il kender. Flint si alzato dal letto ed io l'ho sentito lanciare un urlo, cosa che di solito fa la mattina ma in genere dopo che io sono entrato nella sua stanza per dargli il buon giorno quando lui non ancora pronto a cominciare la giornata. Questa volta io per non ero nella stanza e lui ha comunque urlato, quindi sono andato a vedere cosa stava succedendo e l'ho trovato piegato in due come un elfo esposto ad un vento violento. Dapprima ho pensato che stesse cercando qualcosa per terra e mi sono avvicinato per guardare, ma poi ho scoperto che non stava cercando nulla e che non stava guardando il pavimento perch volesse farlo ma perch non poteva fare niente altro. "Sono bloccato in questa posizione, stupido kender!" ha detto, esprimendosi in modo molto preciso dato che io ero instupidito dalla preoccupazione. A quel punto gli ho chiesto cosa fosse successo e lui ha

risposto: "Mi sono chinato per allacciarmi gli stivali e la mia schiena ha ceduto". Mi sono allora offerto di aiutarlo a raddrizzarsi, ma lui ha minacciato di colpirmi con l'attizzatoio se avessi cercato di avvicinarmi... una cosa che peraltro non mi mai successa prima... ed io ho deciso che picchiarmi non gli sarebbe servito a molto e che era meglio che venissi da te per vedere se ci potevi dare qualche suggerimento. Quando fin di parlare Tasslehoff fiss Raistlin con occhi pieni di ansiosa aspettativa, notando che il giovane aveva posato i libri e stava frugando fra i vasetti che contenevano gli unguenti e le pozioni che lui aveva ricavato dal suo orto di erbe medicinali. Sai cos'ha Flint che non va? chiese infine il kender. Prima d'ora ha mai avuto dolori alla schiena? ribatt Raistlin. Oh, s, rispose allegramente Tas. Sostiene che la schiena gli duole da quando Caramon ha cercato di annegarlo sulla barca... la schiena e la gamba sinistra. Capisco... proprio come pensavo. Mi pare che Flint soffra di un deflusso di catarro, replic Raistlin. Un deflusso di catarro, ripet Tas, scandendo le parole e assaporandole con palese meraviglia. Davvero splendido... contagioso? chiese quindi in tono speranzoso. No, non contagioso. Si tratta di un'infiammazione delle articolazioni nota anche come lombaggine. Tuttavia, continu Raistlin, accigliandosi, il dolore alla gamba sinistra potrebbe indicare qualcosa di pi grave. Avevo intenzione di darti un po' di olio di gaultheria con cui fargli dei massaggi nell'area dolorante ma comincio a pensare che sia meglio che venga a dargli un'occhiata io stesso. Flint, hai un influsso di carota! annunci in tono eccitato Tasslehoff, oltrepassando a precipizio la porta che non si era preso la briga di chiudere quando era uscito e che il nano, nella sua infelice situazione, non era riuscito a raggiungere. Flint non si era praticamente mosso da dove il kender lo aveva lasciato ed era ancora piegato quasi a met, con la barba che sfiorava il pavimento; qualsiasi tentativo di raddrizzarsi gli faceva salire stille di sudore alla fronte e gemiti di agonia alle labbra, i suoi stivali erano tuttora slacciati e lui passava il tempo alternando gemiti a imprecazioni. Carota? strill il nano. Cosa c'entrano le carote?. Catarro, si affrett a chiarire Raistlin. un'infiammazione delle

articolazioni causata dalla prolungata esposizione al freddo e all'umidit. Lo sapevo, colpa di quella dannata barca! comment Flint, in tono di amaro trionfo. Ribadisco che non metter mai pi piede su uno di quei dannati arnesi finch avr vita, lo giuro su Reorx!. E cerc di battere a terra un piede per confermare il proprio voto secondo le usanze dei nani, ma il movimento lo indusse a lanciare un grido e a serrarsi la gamba sinistra. Quest'estate devo andare in giro a vendere le mie merci, ma come posso viaggiare in questo stato? si lament in tono irritato. Tu non andrai da nessuna parte tranne che a letto, ribatt Raistlin, e ci resterai fino a quando i muscoli non si saranno rilassati, perch sono tutti contratti. Quest'olio ti dar sollievo dal dolore. Tas, ho bisogno del tuo aiuto, sollevagli la camicia, ordin quindi. No! State lontani! Non mi toccate! protest Flint. Vogliamo soltanto aiutarti a.... Cos' quell'odore? Che olio ? Di pino? Non mi farete inghiottire nessun succo d'albero!. Ho intenzione di usarlo per farti un massaggio, spieg Raistlin. Ti ho detto che non voglio! Ouch! Ouch! Vattene! Bada che ho l'attizzatoio!. Tas, va' a chiamare Tanis, disse Raistlin, rendendosi conto che il paziente era tutt'altro che facile da controllare. Anche se gli dispiaceva terribilmente di andarsene in mezzo a quegli eventi eccitanti, il kender part di corsa per consegnare il messaggio e Tanis arriv di l a poco, allarmato dal resoconto alquanto confuso di Tas secondo cui Flint era stato attaccato da carote, cosa che Raistlin stava cercando di curare facendo inghiottire al nano degli aghi di pino. Non appena Raistlin gli ebbe spiegato la situazione in termini pi dettagliati e coerenti, Tanis si disse d'accordo con lui sia in merito alla diagnosi sia alla terapia: ignorando le veementi proteste del nano e sottraendogli a forza l'attizzatoio di cui si era munito, procedettero quindi a spalmargli la pelle con l'olio e a massaggiargli i muscoli delle gambe e delle braccia fino a quando lui riusc infine a raddrizzare la schiena abbastanza da potersi sdraiare. Durante tutto il tempo del trattamento, Flint continu a ribadire che non sarebbe andato a letto, che sarebbe invece partito per i suoi viaggi estivi e che non c'era nulla che nessuno di loro potesse fare per impedirglielo, proteste che continu a formulare anche mentre Tanis lo aiutava ad arrivare zoppicando fino al letto e quando fu costretto a serrare le labbra

per resistere a fitte di dolore che defin simili alla trafittura di una daga d'orchetto avvelenata che gli fosse stata piantata nella gamba. Le proteste continuarono fino a quando Raistlin ordin a Tas di andare alla locanda e di chiedere a Otik una caraffa di brandy. A cosa serve? domand allora Flint, in tono sospettoso. Hai intenzione di farmi dei massaggi anche con quello?. Ne devi bere un bicchierino ogni ora, rispose Raistlin. Sar sufficiente ad attenuare il dolore, a patto che tu rimanga a letto. Ogni ora? ripet il nano, illuminandosi in volto, poi si sistem pi comodamente fra i cuscini e aggiunse: Forse posso restare a riposo giusto per oggi. Dopo tutto, possiamo sempre partire domani... accertati che Otik mandi il suo brandy migliore! grid quindi a Tas, che gi si stava avviando. Domani lui non potr andare da nessuna parte, disse Raistlin a Tanis, e neppure dopodomani o nei prossimi giorni. Dovr rimanere a letto fino a quando il dolore non sar passato e potr camminare liberamente, altrimenti potrebbe rimanere storpio per tutta la vita. Ne sei certo? chiese Tanis, in tono scettico. Flint si lamenta di dolori assortiti fin da quando lo conosco. Questa una cosa diversa e piuttosto grave, che ha a che fare con la colonna vertebrale e i nervi che corrono lungo la gamba. Una volta Meggin la Pazza ha curato una persona che soffriva di sintomi simili e mentre l'aiutavo lei mi ha spiegato ogni cosa servendosi di uno scheletro umano che ha dissezionato. Se vuoi ti posso portare da lei e farti vedere. No, no, non sar necessario, si affrett a rifiutare Tanis. Mi basta la tua parola, per il Creatore del Mondo mi testimone che non so proprio come faremo a costringere quel vecchio nano cocciuto a rimanere a letto a meno di legarvelo, aggiunse, sfregandosi il mento e scuotendo il capo. Il brandy risult un aiuto eccellente in quel senso, in quanto rese il paziente calmo, anche se non tranquillo, e lo mise relativamente di buon umore al punto che lui fece ci che gli veniva detto e rimase volontariamente a letto, cosa che colse tutti di sorpresa e che indusse Tanis a complimentarsi con lui per essere un simile paziente modello. Nessuno di loro sapeva che Flint aveva tentato di lasciare il letto la prima notte dopo essere rimasto bloccato e che aveva dovuto rinunciare a causa del dolore lancinante e del fatto che la gamba sinistra non aveva retto il suo peso. Quell'incidente lo aveva spaventato a tal punto da indurlo a pensare che forse Raistlin aveva ragione e da farlo tornare a letto

strisciando con l'intenzione di rimanervi per il tempo necessario a guarire, e adesso si stava divertendo a impartire ordini a tutti e a far sentire Caramon colpevole per essere stato la causa del suo problema. A Tanis certo non dispiacque di restare a Solace invece di viaggiare per tutta l'Abanasinia, e anche Kitiara pass l'estate a Solace con estremo stupore dei suoi fratelli. Non avrei mai pensato di vedere Kit innamorarsi di qualcuno, comment una sera Caramon con il suo gemello, mentre stavano cenando. Lei non sembra il tipo che tenda ad affezionarsi a qualcuno. Amore non la parola adatta, fratello mio, sogghign Raistlin, perch un termine che implica interessamento, rispetto e affetto. Io piuttosto definirei l'attaccamento di nostra sorella per il mezzelfo con il termine "passione", anche se forse "desiderio" sarebbe una descrizione pi appropriata. A giudicare dalle storie che ci raccontava nostra madre, mi pare che da questo punto di vista Kitiara somigli parecchio a suo padre. Immagino di s, assent Caramon, mostrandosi a disagio perch se poteva evitarlo preferiva non parlare di sua madre, di cui non conservava ricordi piacevoli. L'amore di Gregor nei confronti di Rosamun stato estremamente appassionato... finch durato, continu Raistlin, dando una certa enfasi ironica all'ultima parte della frase. La trovava diversa dalle altre donne e questo lo divertiva, cos come sono sicura che ci sia una certa componente di divertimento nel rapporto che Kitiara ha con il mezzelfo. Lui senza dubbio un uomo molto diverso da tutti gli altri che lei ha conosciuto. Tanis mi piace, dichiar Caramon, sulla difensiva, pensando che le parole del fratello tendessero a sminuire il suo amico. un uomo in gamba e mi sta dando lezioni nell'uso della spada. Lui dice che sto diventando veramente bravo, e prima o poi dovr farti vedere. ovvio che Tanis ti piaccia, lui piace a tutti noi, ribatt Raistlin, scrollando le spalle. onorevole, onesto, degno di fiducia, fedele... come ho detto, molto diverso da qualsiasi altro uomo che nostra sorella abbia amato. Non puoi esserne tanto sicuro, protest Caramon. Invece posso, fratello mio, invece posso, replic Raistlin. Caramon avrebbe voluto sapere da cosa gli derivava tanta sicurezza ma Raistlin si rifiut di aggiungere altro e i due gemelli finirono il pasto in silenzio. Come sempre, Caramon divor con voracit la sua porzione e poi si guard intorno alla ricerca di altro cibo, per avere il quale dovette

soltanto aspettare, perch Raistlin mangi soltanto i bocconi pi scelti, scartando ogni pezzo di carne che avesse anche un minimo di grasso o che non fosse cotto alla perfezione, e ben presto Caramon pot finire quello che lui aveva avanzato. Mentre Caramon andava a lavare le ciotole di legno, Raistlin diede da mangiare ai suoi topi e pul la loro gabbia, poi and in cucina ad aiutare il fratello. Non vorrei che succedesse nulla di male a Tanis, Raist, osserv allora Caramon, senza sollevare lo sguardo da quello che stava facendo. Mio caro fratello, stai versando sul pavimento pi acqua di quanta ne sia rimasta nel secchio... No, finisci quello che stai facendo, poi penser io ad asciugare, disse Raistlin afferrando uno straccio e chinandosi per passarlo sulle lastre di pietra del pavimento. Quanto a Tanis, abbastanza maturo da sapersi prendere cura di se stesso, Caramon, dato che ritengo abbia pi di cento anni. Forse vecchio di anni, Raist, ma sotto altri aspetti lo meno di te o di me, ribatt Caramon, mentre accumulava le ciotole bagnate e le stoviglie per poi strizzare il panno che aveva usato per lavare il tutto e sgrondare l'acqua dalle mani, che si asciug sul davanti della camicia. Raistlin reag con uno sbuffo di palese incredulit. Poich onesto, crede che lo siano anche tutti gli altri, prosegu Caramon, cercando di spiegarsi meglio. Crede che tutti siano leali e onorevoli, ma tu e io... noi sappiamo che non vero, soprattutto quando si tratta di Kit. Cosa intendi dire? chiese Raistlin, sollevando lo sguardo di scatto. Ha mentito a Tanis riguardo al denaro, Raist, rispose Caramon, arrossendo per la vergogna che provava a causa della sorella. Mi riferisco a quelle monete d'acciaio di Sanction. Lei ha detto a Tanis di averle vinte giocando a dadi con un marinaio, ma non cos. Alcuni giorni fa, Kit venuta qui per vedere se mi volevo esercitare con la spada insieme con lei, e quando stava per andarsene mi ha mandato a prenderle il mantello che aveva posato sulla cassapanca che c' in camera da letto. Mentre lo prendevo, dal mantello caduta la borsa con le monete, che si sono rovesciate per terra. Incuriosito, ne ho raccolta una perch non avevo mai visto monete del genere, e le ho chiesto da dove venissero. E lei cos'ha risposto?. Ha detto che era la paga che aveva guadagnato per un lavoro che aveva fatto su al nord, che c'era molto altro denaro l da dove era giunto quello e

che io avrei potuto guadagnarne la mia parte, e cos pure anche tu, se avessi rinunciato a quest'assurdit della magia e fossi venuto via con noi. Ha poi aggiunto che non era ancora pronta a tornare nel nord perch qui si stava divertendo troppo, senza contare che io avevo bisogno di altro addestramento e che bisognava convincere te di.... D'un tratto Caramon s'interruppe, esitando. Di cosa? lo pungol Raistlin. Di essere un fallimento come mago. quello che ha detto lei, Raist, quindi non t'infuriare con me. Non sono infuriato, ma mi chiedo perch mai abbia detto una cosa del genere. Perch non ti ha mai visto compiere nessuna magia, Raist. Io ho cercato di dirle che sei veramente bravo come mago ma lei ha riso e ha ribattuto che sono tanto credulone da lasciarmi ingannare da qualsiasi gioco di prestigio. Io per so che non cos perch tu mi hai insegnato a capire la differenza, dichiar Caramon, in tono enfatico. Credo che tu abbia assimilato i miei insegnamenti meglio di quanto io stesso supponessi, afferm Raistlin, guardando il fratello con una certa dose di ammirazione. Sapevi tutte queste cose e tuttavia non ne hai fatto parola?. Lei mi ha ordinato di non dire niente a nessuno, neppure a te, e avrei continuato a tacere se non fosse per il fatto che non mi piace che lei abbia mentito a proposito del denaro, Raist. Chi pu sapere da dove provenga? A dire il vero non mi piacevano neppure quelle monete... davano una strana sensazione, rispose Caramon, rabbrividendo. Lei per non ha mentito a te, osserv Raistlin, in tono pensoso. Eh? esclam Caramon, stupito. Come fai a saperlo?. Un'intuizione, replic Raistlin, in tono evasivo. Non la prima volta che dice di aver lavorato per della gente del nord. Io non voglio andare lass, Raist, afferm Caramon. Ho preso una decisione e voglio piuttosto diventare un cavaliere, come Sturm. Forse ti permetteranno di diventare un mago guerriero, come Magius. Mi piacerebbe addestrarmi per diventare un mago guerriero, ammise Raistlin, ma i cavalieri non mi accetterebbero mai e non credo che accetterebbero neppure te. Peraltro potremmo lavorare insieme, magari come mercenari, abbinando la magia all'acciaio. Dopo tutto i maghi guerrieri non sono comuni e la gente pagherebbe bene per disporre di un talento del genere.

Questa un'idea grandiosa, Raist! esclam Caramon, raggiante di piacere. Quando pensi che potremo cominciare? chiese quindi, dando l'impressione di essere pronto a partire in quello stesso momento. Manca ancora del tempo, lo calm Raistlin, tenendo a freno la sua impazienza. Per ora non posso lasciare la scuola, e se gli parlassi delle mie intenzioni al Maestro Theobald verrebbe un colpo apoplettico, perch secondo lui la magia deve essere usata soltanto in situazioni di estrema emergenza, come per accendere un fuoco da campo quando la legna bagnata. D'altro canto non dobbiamo agire in modo precipitoso, fratello, ammon, vedendo che Caramon stava gi cominciando a lucidare la spada. Ci servono denaro ed esperienza, ed io devo accumulare altri incantesimi nel mio libro. Certamente, Raist. In ogni caso, credo che sia un'idea grandiosa e mi terr pronto, assent Caramon, poi smise di lavorare e sollev lo sguardo con aria solenne e turbata, domandando: Cosa diremo a Kit?. Nulla, fino a quando non arriver il momento, rispose Raistlin, e subito dopo aggiunse con un cupo sorriso: E lascia che continui a pensare che io non abbia talento per la magia. Certamente, Raist, se quello che vuoi, assent Caramon, che non riusciva a capire gli intenti del fratello ma come sempre era disposto ad obbedirgli perch riteneva che lui sapesse cosa era meglio fare. E come ci regoliamo con Tanis?, chiese quindi. Non c' nulla che possiamo fare per lui, afferm Raistlin, in tono sommesso. Se gli dicessimo qualcosa di negativo sul conto di Kit si rifiuterebbe di crederci. Dopo tutto, tu non mi avresti creduto se ti avessi detto qualcosa di sgradevole sul conto di Miranda, vero? precis, con una sfumatura di amarezza nella voce. No, suppongo di no, ammise Caramon, con un profondo sospiro, in quanto dichiarava di avere tuttora il cuore infranto anche se attualmente frequentava tre ragazze diverse, poi domand: E non c' nulla che possiamo fare neppure riguardo a Kit?. Dobbiamo tenerla d'occhio con estrema attenzione, fratello mio. CAPITOLO OTTAVO Le giornate estive trascorsero sonnolente fra le volute di fumo che si levavano dai fuochi da cucina, la polvere sollevata dai viandanti che percorrevano la strada di Solace e le nebbie mattutine che si avvolgevano

come spettri intorno ai tronchi dei vallenwood. Flint intanto continuava a rimanere a letto e si mostrava un paziente sorprendentemente docile anche se borbottava a sufficienza per trenta nani, come sosteneva Tasslehoff, aggiungendo di sentire la mancanza del divertimento di un tempo; nel complesso Flint conduceva una vita estremamente comoda, con il kender che lo serviva in tutto e per tutto, e Caramon e Sturm che venivano a turno a fargli visita ogni pomeriggio dopo le esercitazioni con la spada per fargli vedere quanto stessero migliorando. Inoltre Raistlin passava ogni giorno a fargli un massaggio alla schiena e alla gamba con l'olio di gaulfheria, e perfino Kit si faceva vedere di tanto in tanto per distrarre il nano con storie di scontri con orchi e orchetti. Flint era talmente comodo e appagato che Tanis cominciava a temere che stesse godendo troppo di quello stato di cose, dato che il dolore alla schiena e alla gamba era quasi svanito senza per che lui accennasse a voler riprendere a camminare. Di conseguenza, Tanis riun i suoi amici e studi insieme a loro un complotto che inducesse il nano a lasciare il letto senza che si dovesse ricorrere alla polvere degli gnomi, come aggiunse il mezzelfo. Ho sentito dire che un nuovo fabbro si sta per trasferire a Solace, comment una mattina Tasslehoff Burrfoot, mentre sprimacciava i cuscini del nano. Del resto era prevedibile, dato che corre voce che tu ti sia ritirato dagli affari. Non l'ho fatto! esclam Flint in tono indignato. Mi sto soltanto concedendo un periodo di riposo per motivi di salute. Ho anche sentito dire che si tratta di un nano e che viene da Thorbardin, rincar Tas. Poi lasci quella freccia avvelenata conficcata nello spirito del nano, certo che avrebbe fatto il suo effetto, e usc per il suo giro quotidiano di Solace, in modo da vedere se c'era qualche persona nuova in citt e soprattutto se c'erano oggetti interessanti che potessero finire nelle sue sacche. Il visitatore successivo fu Sturm, che si present con una pentola di zuppa calda fatta da sua madre e che in risposta alle domande ansiose del nano rispose di aver "sentito qualcosa in merito ad un nuovo fabbro che stava per arrivare in citt", ma aggiunse di non essere propenso a prestare orecchio ai pettegolezzi e di non poter quindi dare ulteriori notizie. Raistlin risult invece una fonte d'informazione molto migliore in

quanto forn una quantit di dettagli su questo fabbro di Thorbardin, arrivando a parlare del suo clan, della lunghezza e del colore della sua barba, e aggiungendo che il motivo principale per cui un nano di Thorbardin aveva scelto di insediare la propria bottega a Solace era che aveva sentito dire che da quelle parti non avevano da molto tempo un buon fabbro. Quando si present a casa del nano nel tardo pomeriggio, Tanis fu contento ma non troppo sorpreso di trovare Flint nella sua bottega, intento ad accendere la fucina che era rimasta fredda per tutta l'estate. Il nano camminava ancora zoppicando (quando se ne ricordava) e lamentava dolori alla schiena (soprattutto quando doveva intervenire a salvare Tasslehoff da uno degli innumerevoli piccoli disastri che provocava), ma da quel momento non ricominci pi a recitare la parte del malato. Quanto al nano di Thorbardin, parve che avesse trovato che l'aria di Solace non gli si addiceva, o almeno fu cos che Tanis giustific il suo mancato arrivo. L'estate era stata lunga e prospera per la gente di Solace perch una grande quantit di viandanti, pi di quanti se ne ricordassero, erano passati dalla citt grazie al fatto che le strade erano relativamente sicure. Certo, c'erano pur sempre i ladri e i tagliaborse, ma quella era una realt familiare che non veniva considerata qualcosa di pi di una semplice seccatura, mentre la guerra aveva l'effetto di paralizzare i traffici e in questo periodo non erano in corso n erano imminenti guerre in nessuna parte di Ansalon. Il continente era in pace ormai da trecento anni e a Solace tutti supponevano con compiacenza che quella pace sarebbe durata per altri trecento anni. O almeno quasi tutti. Raistlin infatti nutriva convinzioni diverse e per questo motivo aveva deciso di concentrare i propri studi magici sul campo della magia di guerra. La sua non era una decisione basata sull'immagine idealizzata che un ragazzo poteva avere della guerra come di una cosa gloriosa ed eccitante, perch Raistlin non aveva mai giocato alla guerra come facevano gli altri bambini, non amava la vita marziale e non si sentiva eccitato al pensiero di prendere parte ad una battaglia. No, la sua era una decisione ponderata presa dopo lunga e attenta riflessione e mirata ad un unico obiettivo: il denaro. La conversazione fra Kitiara e lo sconosciuto che lui era riuscito ad ascoltare aveva avuto una parte predominante nelle sue pianificazioni; Raistlin la ricordava cos bene che avrebbe potuto ripeterla parola per

parola, e ne riesaminava quasi ogni notte il contenuto nella propria mente. Nel nord, presumibilmente a Sanction, qualche grande signore che disponeva di enormi somme di denaro era interessato a ottenere informazioni su Qualinesti e ad assoldare abili guerrieri, e aveva al suo servizio agenti fedeli e intelligenti. Sulla base di quelle informazioni perfino un bambino dei nani dei fossi avrebbe potuto arrivare alle logiche conclusioni. In un giorno non lontano da qualche parte qualcuno avrebbe avuto bisogno di mettere insieme un esercito per difendersi da questo grande signore, e avrebbe dovuto farlo in fretta, il che significava che questo ignoto qualcuno sarebbe stato disposto a pagare somme ingenti ai soldati e somme ancora pi elevate a maghi che fossero esperti nell'arte di combinare la spada con la magia. Di conseguenza, Raistlin supponeva a ragion veduta che seminare morte gli avrebbe fruttato di pi che miscelare erbe per guarire bambini malati. Presa la sua decisione, lui medit sul modo migliore per metterla in atto: innanzitutto aveva bisogno di incantesimi che fossero di natura aggressiva, su questo non c'erano dubbi, ma avrebbe avuto anche bisogno d'incantesimi con cui difendersi se non voleva che la sua prima battaglia fosse anche l'ultima. Contro cosa avrebbe per dovuto difendersi? Cosa si aspettava un comandante militare da un mago guerriero? E quale sarebbe stato il suo posto nello schieramento? Quali incantesimi d'attacco sarebbero serviti? Raistlin s'intendeva ben poco di arte militare, ed ora cominciava a rendersi conto che aveva bisogno di saperne di pi in materia se voleva diventare un mago guerriero efficace. La persona che poteva conoscere la risposta a tutti i suoi interrogativi era l'unica a cui lui non osava rivolgersi, cio Kitiara, perch non voleva metterle idee strane in testa. Interpellare Tanis Mezzelfo sarebbe equivalso a parlare con Kitiara perch senza dubbio Tanis avrebbe discusso con lei di qualsiasi cosa lui gli avesse detto, e n Sturm n Flint gli potevano essere d'aiuto perch cavalieri e nani diffidavano della magia e non avrebbero mai fatto affidamento su un mago nel corso di una battaglia. Quanto a Tasslehoff, non era neppure da prendere in considerazione, perch chiunque era tanto stupido da porre una domanda ad un kender meritava la risposta cos ottenuta. Agendo in segreto, Raistlin effettu allora delle ricerche nella biblioteca del Maestro Theobald, ma non vi trov nulla di utile. Quest'era di Krynn verr chiamata Era della Pace, era solito predire il

Maestro Theobald. Il nostro popolo cambiato, e la guerra un'istituzione retrograda che apparteneva alle generazioni passate. Adesso le nazioni hanno imparato a coesistere pacificamente, umani, nani ed elfi riescono a lavorare insieme. Il parere di Raistlin era per che questo risultato fosse ottenuto ignorandosi a vicenda, il che significava che non si trattava di coesistenza pacifica ma di cecit. Quando guardava al futuro, lui lo vedeva avvolto nelle fiamme e inondato dal sangue, e gli pareva di scorgere le guerre imminenti con tanta chiarezza da sentirsi indotto a tratti a chiedersi se non avesse ereditato in parte il talento di veggente di sua madre. Convinto che il suo piano fosse meritevole e che gli avrebbe portato fama e fortuna, Raistlin aveva adesso bisogno soltanto del sapere necessario per metterlo in pratica, e quel sapere poteva venire da una fonte soltanto: libri, che per il suo maestro non possedeva. Come poteva fare per entrarne in possesso? Si diceva che la Torre della Somma Stregoneria di Wayreth avesse la pi vasta biblioteca magica esistente su Krynn, ma in qualit di mago novizio che non era ancora arrivato neppure al livello di apprendista, Raistlin non avrebbe avuto il permesso di entrare nella Torre, in cui avrebbe messo piede per la prima volta soltanto quando fosse stato convocato a sottoporsi alla Prova. La Torre di Wayreth era quindi fuori della sua portata, ma c'erano altre fonti di libri di e sulla magia, e cio i negozi di articoli per maghi. In quell'epoca e in quei giorni negozi del genere non erano numerosi ma esistevano e Raistlin sapeva che ce n'era uno ad Haven perch aveva sentito il Maestro Theobald che ne parlava, cos come sapeva dove esso si trovasse grazie a indagini svolte senza dare nell'occhio. Una notte, poco tempo dopo la miracolosa guarigione di Flint, Raistlin s'inginocchi accanto ad una piccola cassa di legno che teneva nella sua stanza, che era protetta da un semplice incantesimo che ne bloccava la serratura e che costituiva una delle prime magie apprese da qualsiasi mago, assolutamente essenziale in un mondo popolato di kender. Rimosso l'incantesimo con una singola parola che fungeva da comando e che poteva essere personalizzata in modo da adattarsi ad ogni mago che utilizzasse quell'incantesimo, Raistlin apr la cassa e tir fuori una piccola sacca di cuoio, contando le monete ivi contenute... cosa del tutto inutile in quanto sapeva esattamente a quanto ammontavano i suoi risparmi, che

riteneva sarebbero stati sufficienti allo scopo. Il mattino successivo affront l'argomento con suo fratello. Informa il Fattore Sedge che devi prenderti qualche giorno libero, Caramon, perch dobbiamo andare ad Haven, annunci. Caramon sgran gli occhi a tal punto da far apparire improbabile che riuscisse mai pi a richiuderli e rimase senza parole per lo stupore. La distanza fra Solace e la precedente scuola del Maestro Theobald, circa sette chilometri in tutto, era il viaggio pi lungo che lui avesse mai fatto in tutta la sua vita, e di conseguenza gli sembrava che la citt di Haven, che si trovava a circa centotrentacinque chilometri di distanza, fosse ai confini stessi del mondo conosciuto. La prossima settimana Flint si recher alla Festa del Raccolto di Haven... la scorsa notte l'ho sentito mentre ne parlava con Tanis, che senza dubbio lo accompagner insieme con Kit. Io propongo di andare con loro. Ci puoi scommettere che lo faremo! esclam infine Caramon, cos felice da improvvisare una danza sulla soglia di casa con il risultato di far tremare tutta la costruzione dalle fondamenta. Calmati, Caramon, ingiunse Raistlin, in tono irritato, altrimenti sfonderai di nuovo le travi del pavimento, e non abbiamo denaro da sprecare per le riparazioni. Mi dispiace, Raist, si scus Caramon, la cui esaltazione si stava dissolvendo in fretta sotto la pressione di un pensiero angosciante: A proposito di denaro, pensi che ne abbiamo a sufficienza? Andare ad Haven sar costoso, e anche se Tanis si offrir di addossarsi le nostre spese non possiamo permetterlo. Ce la faremo se saremo frugali. Penser io a tutto, tu non ti devi preoccupare. Chieder a Sturm se vuole venire anche lui, decise Caramon, sentendo riaffiorare il proprio entusiasmo, e sfregandosi le mani aggiunse: Sar una vera avventura!. Non credo proprio, ribatt Raistlin, in tono sarcastico. Non vedo nulla di avventuroso in un viaggio di tre giorni su un carro e lungo vie abbondantemente trafficate. Il che dimostr soltanto che dopo tutto lui non aveva ereditato il dono della preveggenza posseduto da sua madre. CAPITOLO NONO

Il viaggio cominci nel modo pi tranquillo e pacifico possibile, con la probabile eccezione di due giovani aspiranti guerrieri ansiosi di sfoggiare il loro talento di recente acquisizione. Il clima era sereno e fresco, il sole era piacevolmente caldo nel pomeriggio e le piogge recenti impedivano alla polvere di levarsi nell'aria sulla strada di Haven ora piena di viandanti, dato che la Festa del Raccolto era la festa pi importante che si tenesse in quella citt. Tanis era alla guida del carro, che era stato caricato al massimo della sua capienza con le merci del nano, che sperava di guadagnare nel corso della fiera di Haven una cifra sufficiente a compensare le perdite subite quell'estate. Raistlin viaggiava sul carro accanto a Tanis per tenergli compagnia mentre Kitiara a tratti cavalcava e a tratti camminava, decisamente troppo irrequieta per fare a lungo la stessa cosa; Flint invece era sistemato comodamente sul retro del carro, annidato fra pentole e padelle dove poteva tenere d'occhio le merci pi preziose, come polsiere e bracciali d'argento e collane in cui erano incastonate pietre preziose. Sturm e Caramon procedevano a piedi accanto al veicolo, pronti a intervenire in caso di pericolo. Con la loro fantasia i due giovani stavano popolando la strada di bande di ladroni, di legioni di orchetti (sebbene Tanis continuasse a garantire loro in tono divertito che a Solace non si erano pi visti degli orchetti dall'epoca del Cataclisma) e di orde di bestie feroci che andavano dai lupi ai basilischi. Le loro speranze di impegnare un combattimento (non era necessario che fosse qualcosa di serio, anche una lite di poco conto sarebbe andata bene) erano alimentate e incoraggiate da Tasslehoff, che si divert estremamente a raccontare ogni storia che aveva sentito e qualche altra del tutto inventata sul momento in cui si parlava di incauti viandanti a cui gli orchi avevano strappato e divorato il cuore o che erano stati trascinati via da qualche orso o trasformati in non-morti dagli spettri. Il risultato fu che Sturm cominci a tenere la mano sull'elsa della spada e a scrutare ogni persona che incontrava con freddezza e con tale intensit da indurre i pi a pensare che fosse lui stesso un ladro e ad affrettarsi ad accelerare il passo, mentre Caramon impront il suo volto di solito allegro ad un'espressione accigliata che lui credeva lo facesse apparire un duro mentre invece gli dava soltanto un aspetto bilioso, come ebbe modo di commentare Raistlin. Con il trascorrere della giornata, Sturai cominci ad avere i crampi alla

mano per aver stretto troppo a lungo l'elsa della spada e Caramon cadde preda di una devastante emicrania dovuta all'aver tenuto la mascella protesa in avanti con un'angolazione innaturale; quando a Kitiara, aveva le costole che le dolevano per il riso represso perch Tanis non le permetteva di ridere apertamente dei due giovani. Devono imparare, afferm poco dopo pranzo, quando si rimise alla guida del carro con Kitiara seduta a cassetta fra lui e Raistlin. Non un male che sviluppino l'abitudine di stare all'erta e di essere cauti quando sono in viaggio, anche se per adesso stanno esagerando un poco. Ricordo che da giovane ero il loro esatto opposto, quando sono partito da Qualinesti senza una preoccupazione al mondo o un cervello in testa, dando per scontato che chiunque incontravo fosse un amico. un miracolo che non sia finito in un fosso con la testa sfondata. Quando eri giovane, ripet Kitiara in tono di rimprovero, stringendogli la mano. Parli come se adesso fossi un vecchio. Tu sei ancora giovane, amico mio. Forse lo sono in termini elfici, rispose Tanis, ma non secondo quelli umani. Non pensi mai a questo, Kit?. A cosa dovrei pensare? domand lei in tono noncurante. La verit era che non stava veramente prestando attenzione alle parole di lui, perch aveva di recente acquistato da Flint un coltello dall'eccellente lama d'acciaio ed era impegnata ad avvolgere intorno all'impugnatura strisce di cuoio intrecciato. Al fatto che io ho gi vissuto per oltre cento dei vostri anni umani, e che vivr per altre centinaia di anni, persistette Tanis. Bah! sbuff Kit, china sul suo lavoro, con le dita che si muovevano rapide ma senza particolare efficienza. Il cuoio intrecciato le avrebbe permesso di avere una presa migliore sull'impugnatura, ma il suo operato era tutt'altro che perfetto e il risultato ottenuto non la soddisfaceva in modo particolare. Finito il lavoro ripose il coltello nello stivale e aggiunse: Dopotutto sei elfo soltanto in parte. Per la durata della mia vita molto pi lunga se paragonata a.... Ehi, Caramon! grid Kit, fingendo un tono allarmato. Mi parso di vedere qualcosa muoversi fra quei cespugli! Guarda quel grosso idiota! comment poi. Se qualcosa saltasse fuori da quei cespugli per aggredirlo se la farebbe nei pantaloni... cosa stavi dicendo?. Nulla, sorrise Tanis. Non era importante. Scrollando le spalle Kitiara salt gi dal carro per andare a divertirsi alle

spalle di Sturm pretendendo di essere certa che degli orchetti li stessero seguendo. Lanciando un'occhiata in direzione di Tanis, Raistlin not che il volto liscio e privo di rughe del mezzelfo, un volto che avrebbe conservato quel suo giovane aspetto forse per altri cento anni, era velato dall'infelicit. Tanis sapeva che sarebbe stato ancora giovane quando Kitiara sarebbe diventata una donna molto vecchia, che l'avrebbe vista consumarsi e morire mentre il trascorrere del tempo non aveva virtualmente effetto su di lui. I bardi intonavano tragiche canzoni che parlavano dell'amore fra elfi e umani. Pensandoci, Raistlin si chiese cosa si dovesse provare nel veder avvizzire bellezza e giovinezza nella persona amata, vederla scivolare nella vecchiaia e poi nella senilit restando giovani e vibranti di vita; d'altro canto, se si fosse innamorato di una donna elfica Tanis sarebbe andato incontro a quella stessa sorte, con la sola differenza che in quel caso sarebbe stato lui ad invecchiare per primo. Raistlin si sorprese a osservare il mezzelfo alla luce di quella nuova comprensione e con una certa compassione, riflettendo che quell'uomo era condannato dalla nascita e non avrebbe mai potuto essere felice n nel mondo degli uomini n in quello degli elfi. Di certo gli di gli avevano giocato uno scherzo davvero crudele! Quei pensieri lo indussero a ricordarsi dei tre antichi di della magia e ad avvertire un certo rimorso per non aver adempiuto alla sua promessa: se davvero credeva in loro, come aveva professato tanto tempo prima, perch metteva di continuo in discussione la propria fede e ne dubitava? I tre di gli tornarono di nuovo alla mente pi tardi quando, sul finire della giornata, lui e i suoi compagni s'imbatterono in un gruppo di preti che procedeva lungo la strada. I preti, venti uomini e una donna, camminavano nel centro della strada disposti su due file e avanzavano con passo lento e con espressione solenne come se stessero accompagnando un corpo alla sepoltura, senza guardarsi intorno e tenendo il viso rivolto davanti a loro, lo sguardo abbassato verso il terreno. Naturalmente quella lenta colonna che avanzava nel centro della strada stava avendo l'effetto pi o meno voluto di rallentare lo scorrimento del traffico. Quel giorno sulla strada di Haven c'era una grande quantit di persone, e Flint era soltanto uno dei numerosi mercanti che stavano viaggiando in

quella direzione, trasportando le loro merci su carri trainati da cavalli o su carretti a mano o ancora in fagotti appesi alla schiena o bilanciati sulla testa. Non potendo oltrepassare i preti, i carri furono costretti ad adottare il loro stesso passo da funerale mentre in un primo tempo parve che quanti viaggiavano a piedi o a cavallo sarebbero stati pi fortunati. Quando per cercavano di aggirare la doppia fila di preti, i viandanti appiedati arrivavano al massimo fino a met della colonna e poi si fermavano dove si trovavano per il timore di proseguire oppure si affrettavano a tornare sui loro passi. Coloro che invece erano a cavallo cercarono anch'essi di aggirare il gruppo di preti ma dovettero rinunciare perch i cavalli presero a scartare nervosamente, spostandosi lateralmente fra i cespugli, o addirittura divennero recalcitranti e rifiutarono di avvicinarsi ai preti. Cosa c'? Cosa sta succedendo? borbott Flint, svegliandosi da un sonnellino ristoratore sotto il caldo sole pomeridiano, poi si alz in piedi sul carro e si port sulla parte anteriore del veicolo, continuando: Cosa significa questo ritardo? Di questo passo arriveremo ad Haven in tempo per la danza di Calendimaggio!. Si tratta di quei preti l davanti, spieg Tanis. Non si spostano dalla strada e nessuno li riesce ad aggirare. Forse non sanno che noi siamo qui dietro, opin Flint. Qualcuno li dovrebbe avvisare. Il conducente del carro in testa alla fila che si era creata stava tentando di fare proprio questo e stava gridando, con estrema cortesia, ovvio, ai preti di spostarsi da un lato. Essi per non gli prestavano attenzione e continuavano a procedere nel centro della strada come se fossero stati tutti sordi. Questo ridicolo! esclam Kit. Andr a parlare con loro!. E si allontan con andatura decisa, con il mantello che le si agitava intorno alla figura e la spada che tintinnava ad ogni passo, subito seguita di corsa da Tasslehoff. No! Tas, Kit, aspettate! Dannazione! imprec sommessamente Tanis. Gettate le redini allo stupito Raistlin si affrett quindi a scendere dal carro e a seguire i due; non avendo mai guidato un carro in tutta la sua vita, Raistlin prese ad armeggiare incerto con le redini, ma per sua fortuna Caramon fu pronto a balzare a cassetta e fece arrestare il carro in modo che potessero seguire tutti cosa stava succedendo. Poich su Krynn esistono poche creature capaci di muoversi in fretta

quanto un kender eccitato, quando Tanis raggiunse Kitiara il kender era gi molto pi avanti rispetto ad entrambi e il mezzelfo gli grid invano di fermarsi, dato che su Krynn poche creature sono sorde quanto un kender eccitato. Prima che Tanis potesse raggiungerlo Tasslehoff si port accanto ad uno dei preti, un uomo calvo che era anche il pi alto del gruppo e che procedeva per ultimo nella fila di destra della colonna. Come sua abitudine, Tas protese una mano verso di lui per presentarsi, e un attimo pi tardi comp un'impresa davvero notevole saltando contemporaneamente in alto di una sessantina di centimetri e indietro di tre passi, per poi atterrare nel mezzo di un cespuglio in un ammasso confuso di sacche e di borse. Quando infine Tanis e Kitiara lo raggiunsero, lui era impegnato a districare se stesso e il suo assortimento di sacche e di borse dai rami del cespuglio. Quell'uomo ha un serpente, Tanis! esclam in tono eccitato, ripulendo da foglie e ramoscelli i suoi migliori calzoni a scacchi arancioni e verdi. Ognuno di quei preti porta un serpente avvolto intorno al braccio!. Dei serpenti? ripet Kitiara, arricciando il naso e guardando con disgusto in direzione dei preti. Cosa se ne fanno dei serpenti?. stato tutto molto eccitante, rifer Tas. Mi sono avvicinato al primo prete e mi stavo per presentare come richiede la cortesia, solo che lui si rifiutato di guardarmi o di parlarmi. Allora ho proteso la mano per tirarlo per una manica, pensando che non mi avesse visto, e il serpente ha tirato su la testa e mi ha sibilato contro, continu, tanto eccitato da non riuscire quasi a parlare. Stavo per chiedergli se potevo accarezzarlo, i serpenti hanno una pelle cos meravigliosamente secca, quando il rettile ha proteso di scatto la testa verso di me, ed stato allora che sono saltato all'indietro. Una volta, quando ero un piccolo kender, sono stato morso da un serpente, e per quanto interessante non un'esperienza che voglia ripetere molto spesso... come sei solito dire tu, Tanis, non utile per la salute, soprattutto dal momento che a mio parere quello era un serpente velenoso, dato che aveva un cappuccio sulla testa, la lingua biforcuta e piccoli occhi scintillanti. Qualcuno pu aiutarmi a liberare questa sacca? Si impigliata in quel ramo. Mentre Tanis districava la sacca in questione sopraggiunsero Flint, Raistlin e Sturm, che avevano lasciato un seccatissimo Caramon a guardia del carro. Stando alla tua descrizione quel serpente sembrerebbe una vipera,

osserv Raistlin, per non ho mai sentito che si potessero trovare delle vipere al di fuori delle Pianure della Polvere. In tal caso a quella vipera dovevano essere stati estratti i denti, obiett Sturm. Non riesco a immaginare nessuna persona sana di mente che sia disposta a camminare lungo una strada portando con s un serpente velenoso!. Allora hai un'immaginazione molto limitata, fratello, comment un venditore ambulante, avvicinandosi al gruppetto, anche se di certo hai ragione per quanto concerne la sanit mentale. Il loro dio assume la forma di una vipera, quindi il serpente il loro simbolo e una prova della sincerit della loro fede, in quanto il dio dona ai suoi fedeli il potere di controllare la vipera in modo che non faccia loro del male. In altre parole, comment Raistlin, arricciando con disprezzo le labbra, sono incantatori di serpenti. Non lasciare che ti sentano definirli in questo modo, fratello, consigli il venditore ambulante, scoccando un'occhiata in tralice e piena di disagio in direzione dei preti, poi abbass la voce e aggiunse: Loro non tollerano la mancanza di rispetto... anzi, le cose che non tollerano sono molte, e se potranno fare a modo loro questa sar una Festa del Raccolto davvero misera. Perch? Cos'hanno fatto? chiese Kit con un sogghigno. Hanno forse fatto chiudere tutte le birrerie?. Cos'hai detto? intervenne Flint, che poteva seguire soltanto in parte la conversazione, che si svolgeva molto pi in alto rispetto alla sua testa, poi si fece pi vicino per sentire meglio e insistette: Cos'hai detto? Chiudere le birrerie?. No, niente del genere, anche se personalmente loro non toccano quella roba, replic il venditore ambulante. Sanno che non riuscirebbero mai ad ottenere nulla di tanto drastico ma potrebbero anche provarci. Mi dispiace di trovarli qui, perch adesso sar difficile che qualcuno venga a vedere la fiera, dato che si recheranno tutti al tempio per assistere ai "miracoli". Penso quasi che mi convenga girarmi e tornare a casa. Come si chiama il loro dio? domand Raistlin. Belzor, o qualcosa del genere. Vi auguro una buona giornata, sempre che possa ancora esserlo, concluse in tono cupo il venditore ambulante, avviandosi nella direzione da cui era giunto. Ehi! Cosa sta succedendo? grid Caramon, dal carro. Belzor, ripet Raistlin, cupo.

lo stesso dio di cui parlava quella vedova, vero? domand Flint, tormentandosi la barba. La Vedova Judith. S, Belzor era il suo dio e lei proveniva da Haven... una cosa che avevo dimenticato, replic Raistlin, pensoso perch non avrebbe mai pensato di poter dimenticare la Vedova Judith, il cui ricordo era peraltro stato spinto in un angolo dagli altri eventi della sua vita e stava tornando ad affiorare con prepotenza soltanto adesso. Mi chiedo se la troveremo qui, aggiunse. Non la troveremo perch eviteremo di avvicinarci a quei preti, dichiar in tono deciso Tanis. Andremo alla fiera e ci concentreremo sui nostri affari, perch non voglio guai di nessun genere, prosegu, protendendo una mano ad afferrare il kender per il colletto della camicia. Oh, per favore, Tanis! Voglio soltanto dare un'altra occhiata a quei serpenti! protest il kender. Caramon! chiam Tanis, continuando a trattenere sia pure con difficolt il kender che si dibatteva. Porta il carro lontano dalla strada. Ci fermiamo per la notte. Flint parve sul punto di contestare quella decisione, ma quando Tanis usava quel tono perfino Kitiara teneva a freno la lingua; scuotendo il capo, non disse nulla e si diresse invece verso Raistlin. Judith, disse con noncuranza. Si tratta della donna responsabile della morte di nostra madre?. Nostra madre? ripet Raistlin, fissando con stupore la sorella. Di solito, infatti, le rare volte in cui parlava di Rosamun lei usava un tono sprezzante e si rivolgeva ai gemelli usando invece il termine vostra madre. Questa era la prima volta che Raistlin la sentiva ammettere il suo rapporto di consanguineit con Rosamun. S, quella donna, rispose, quando si fu ripreso dalla sorpresa abbastanza da poter parlare. Kit annu, scocc un'occhiata a Tanis e infine si protese verso Raistlin con fare confidenziale. Se sai tenere a freno la lingua, fratellino, forse possibile che in questo viaggio si riesca a divertirci, dopo tutto, sussurr. Quella notte, Sturm e Caramon insistettero per montare la guardia accanto al fuoco da campo, suscitando l'ilarit di Kitiara. Dove pensate che siamo... a Sanction? chiese lei, ridendo. Acceso il fuoco sistemarono intorno ad esso i rotoli delle coperte, notando che altri fuochi stavano comparendo non molto lontano, segno che

parecchi viandanti avevano deciso di lasciare un notevole margine di vantaggio ai preti di Belzor. Incaricatosi di cucinare, Flint prepar il suo famoso stufato del viandante, una ricetta dei nani a base di carne secca e di bacche cotte a fuoco lento nella birra. Raistlin aggiunse al tutto alcune erbe che aveva trovato lungo la strada e che Flint adocchi con sospetto, accettandole ma rifiutando di ammettere che migliorassero il sapore del tutto in quanto a suo parere le ricette dei nani non avevano bisogno di modifiche... anche se poi mangi quattro porzioni di stufato per accertarsi che il gusto fosse invariato. Mantenendo acceso il fuoco per tenere a bada il freddo della notte, i compagni sedettero intorno ad esso e fecero circolare una caraffa di birra, scambiandosi storie fino a quando la legna cominci a consumarsi, poi Flint bevve un ultimo sorso e decise che era ora di ritirarsi, andando a dormire sul carro per proteggere le proprie merci da eventuali ladri. Subito dopo Tanis e Kit si spostarono nell'ombra, da dove fu possibile sentirli ridere sommessamente e sussurrare fra loro mentre Caramon e Sturm discutevano per stabilire chi avrebbe fatto il primo turno di guardia, ricorrendo infine al lancio di una moneta che assegn il turno conteso a Caramon. Avvoltosi in una coperta, Raistlin si prepar intanto a trascorrere la sua prima notte all'aperto sdraiato sul terreno sotto le stelle, cosa che scopr scomoda proprio quanto lui aveva immaginato. Stagliandosi sullo sfondo della poca luce proiettata dai carboni quasi spenti del fuoco, Caramon stava fischiettando fra s, impegnato a tagliuzzare un pezzo di legno mentre montava la guardia, e l'ultima immagine che Raistlin vide prima di scivolare in un sonno irrequieto fu quella del grosso corpo del suo gemello che nascondeva la luce delle stelle. CAPITOLO DECIMO Il giorno successivo il kender tenne d'occhio con solerzia la strada nella speranza di avvistare i preti di Belzor, che per dovevano aver camminato per tutta la notte o abbandonato la strada perch i compagni non li raggiunsero n quel giorno n quello successivo. A quanto pareva, le idee pessimistiche nutrite dal venditore ambulante in merito al probabile insuccesso della Fiera della Festa del Raccolto non erano condivise dalla massa della popolazione dell'Abanasinia, in quanto

la strada si fece sempre pi affollata e forn a Tasslehoff una serie di soggetti cos interessanti da analizzare che ben presto lui si dimentic dei serpenti, con estremo sollievo di Tanis. Ricchi mercanti che si erano fatti precedere dai loro servi che scortavano le mercanzie procedevano lungo la strada su adorne portantine issate sulle spalle di robusti portatori; una nobile famiglia al completo pass accanto al gruppo dei compagni con il suo seguito di servi, il nobile che procedeva per primo in sella al suo grande cavallo da guerra, seguito dalla moglie, dalla figlia e dalla duenna di quest'ultima, che montavano dei piccoli pony. I cavalli erano tutti decorati con finimenti dai colori vivaci, e quello della ragazza aveva le briglie adorne di campanellini d'argento e la criniera intrecciata con nastri di seta. La figlia del nobile era una ragazza adorabile di circa sedici anni, che elarg un caritatevole sorriso a Caramon e a Sturm nello stesso modo in cui avrebbe potuto elargire delle monete ai poveri. Togliendosi il cappello, Sturm rispose con un elegante inchino mentre Caramon strizz l'occhio alla ragazza e segu di corsa il suo cavallo nella speranza di parlarle, con il risultato che il nobile si accigli e i servi serrarono le file intorno alla famiglia mentre la duenna emetteva un verso di disapprovazione e gettava uno scialle sulla testa della ragazza, ammonendola a bassa voce di non badare alla marmaglia che vedeva lungo la strada... aspre parole che ferirono l'orgoglio di Sturm. Ti sei comportato da zoticone e ci hai fatti apparire ridicoli, disse a Caramon. Questi invece aveva trovato l'episodio divertente, e per tutto il chilometro successivo procedette accanto al carro in punta di piedi, con passo contegnoso e con la faccia coperta da un fazzoletto, fingendosi disgustato dai compagni e gridando di continuo "marmaglia" con la voce in falsetto. Il viaggio prosegu senza eventi degni di nota fino a met pomeriggio, quando Flint si alz di scatto dal suo posto sul retro del carro. Attento! grid, battendo un colpo sulla spalla di Tanis per enfatizzare il pericolo. Guida pi in fretta! Presto! Si stanno avvicinando!. Tanis si guard alle spalle con aria allarmata, aspettandosi di vedere un esercito di minotauri lanciato al loro inseguimento. Troppo tardi! gemette intanto Flint, mentre il carro veniva circondato da un gruppo di circa quindici allegri kender. Fortunatamente per il nano, in quel momento i kender erano pi

interessati a Tasslehoff che alle sue merci: sempre felice di incontrare altri membri della sua razza, Tas balz gi dal carro e si gett in quel boschetto di piccole braccia protese. Come state? Il mio nome Tasslehoff Burrfoot, si present. Clayfoot?. No, Burrfoot. Burr... con la doppia erre. Ah, Burrfoot! Piacere di conoscerti, io sono Eider Thistledown. Eiderdown?. Thistledown. Eider viene prima. E questo Hefty Warblethroat. Felice di conoscerti, Tuftedhair Hotfoot. Tasslehoff Burrfoot. lo corresse Tasslehoff. un onore conoscerti, Flabby Cutthroat. Quelle presentazioni si protrassero per parecchio tempo, e una volta che tutti i kender si furono adeguatamente presentati a vicenda e che tutti seppero come si chiamavano tutti gli altri, passarono alla seconda fase del rituale, che consisteva nel determinare se erano imparentati fra loro, cosa peraltro facile da accertare in quanto un fatto noto che ogni kender mai nato pu far risalire le proprie origini in un modo o nell'altro, di dritto o di rovescio, al famoso zio Trapspringer. Zio Trapspringer era il terzo cugino della zia di mia madre, dal lato paterno e acquisito per matrimonio, disse Eider Thistledown. Davvero stupefacente! esclam Tasslehoff. Zio Trapspringer era cugino di secondo grado della moglie dello zio di mio padre. Fratello! grid Eider, spalancando le braccia. Fratello! fece eco Tasslehoff, precipitandosi in quell'abbraccio. Quella scena si ripet lungo tutta la linea di kender, portando a stabilire che Tasslehoff era strettamente imparentato con tutti e quindici anche se non aveva mai visto nessuno di loro in tutta la sua vita. Era giunto adesso il momento della terza fase: con estrema cortesia, Tasslehoff chiese agli altri kender se nel corso dei loro viaggi avevano acquisito qualche oggetto interessante, con il risultato che tutti i kender si sedettero nel bel mezzo della strada, svuotarono le loro sacche e cominciarono a frugare gli uni nelle cose degli altri mentre il traffico si bloccava alle loro spalle. Avvia il carro, Tanis! incit Flint, in un rauco sussurro. Pi in fretta! Pi in fretta! Forse riusciremo a seminarlo. Ben sapendo che Tas sarebbe rimasto impegnato in quella divertente attivit per almeno una giornata, Tanis segu il consiglio del nano anche se

non sperava che potessero seminare davvero il kender, per quanto avessero cercato di viaggiare veloci. Quella notte stessa, mentre stavano preparando il campo, Tas infatti li raggiunse stanco, affamato, senza neppure pi indosso gli stessi vestiti di prima, ma assolutamente felice. Hai sentito la mia mancanza, Flint? chiese, sedendosi accanto al nano, e ignorando il tonante diniego di quest'ultimo procedette a mostrare ai suoi compagni i nuovi tesori che aveva acquisito. Guarda, Flint, ho un'intera serie di nuove mappe, fatte davvero bene, tanto che non ne ho mai viste di cos buone. Mio cugino dice che provengono da Istar, che non esiste pi perch stata distrutta durante il Cataclisma. Su di esse sono disegnate piccole montagne e piccole strade, e c' perfino un piccolo lago, e ci sono nomi scritti dappertutto. Io non ho mai sentito nominare nessuno di questi posti e non so dove siano, ma se mai ci vorr andare adesso ho una mappa che mi pu indicare come arrivarci. Se non sai dove si trova qualcosa, a che ti serve una mappa, pomolo di porta? obiett Flint. Tas riflett per un momento, poi evidenzi la pecca nel ragionamento del nano. Per senza mappa non ci posso arrivare, giusto? ribatt. Tu hai appena detto che non sai dove sia quel posto, il che significa che non ci puoi arrivare neppure con la mappa! tuon Flint, irritato. Ah, ma se mai ci arriver sapr dove sono dichiar Tasslehoff in tono di trionfo, e a questo punto Tanis intervenne a cambiare argomento prima che il nano, ora estremamente rosso in faccia, si facesse scoppiare qualche importante vaso sanguigno. Verso mezzogiorno dell'indomani arrivarono alle porte della Signoria di Haven. Pomposamente, i residenti di Haven avevano ribattezzato la loro citt una Signoria perch nella loro mente essa rivaleggiava con la favolosa metropoli settentrionale di Palanthas. Naturalmente nessuno degli abitanti di Haven era mai stato a Palanthas, il che poteva forse spiegare le loro erronee convinzioni, dato che in realt Haven non era nulla di pi grandioso di un'ampia comunit agricola collocata su una zona di terra estremamente fertile, il cui ricco terriccio veniva nutrito quasi ogni anno dalle piene del fiume Whiterage. In questi giorni di relativa pace fra le diverse razze che abitavano

l'Abanasinia, i raccolti di Haven contribuivano a nutrire sia i nani di Thorbardin sia gli umani di Pax Tharkas. Quanto agli elfi di Qualinesti, essi non apprezzavano il cibo coltivato dagli umani ma avevano scoperto che i vigneti sui pendii soleggiati dei Monti Kharolis producevano uve notevolmente dolci, che venivano quindi importate a Qualinesti per fare con esse il vino famoso in tutto Ansalon. La canapa di Haven era molto apprezzata dal Popolo delle Pianure che la intrecciava in modo da ottenere corde resistenti, il legno era utilizzato dagli abitanti di Solace per costruire le loro case e le loro botteghe. Di conseguenza, la Fiera della Festa del Raccolto non era soltanto l'occasione per celebrare un anno di eccellente rendimento dei campi ma anche di rendere un tributo alla prosperit agreste di Haven. La citt era circondata da una palizzata di legno che serviva a tenere lontani branchi di lupi in caccia piuttosto che eserciti, dato che Haven non era mai stata attaccata n prevedeva di esserlo, considerato che dopo tutto questa era l'Era della Pace. Le porte della palizzata venivano chiuse soltanto di notte e restavano spalancate durante il giorno, controllate da sentinelle che fungevano pi da comitato di benvenuto che da guardie e scambiavano saluti amichevoli con i visitatori che riconoscevano da un anno all'altro, dando al tempo stesso un cordiale benvenuto a chi era un volto nuovo. Flint e Tanis erano ampiamente conosciuti e tenuti in alta considerazione, al punto che il sergente di turno venne di persona a stringere la mano al nano e al mezzelfo, e a fissare con ammirazione Kitiara. Il sergente afferm poi di aver sentito la mancanza dell'abituale visita estiva del nano e gli chiese dove fosse stato per tutta l'estate, ascoltando con profonda commiserazione la storia dolente di Flint e garantendogli che avrebbe trovato ad attenderlo la consueta bancarella che occupava sempre all'interno della fiera. A quanto pareva anche Tasslehoff era ben noto, dato che il sergente lo fiss con espressione accigliata e gli sugger di andare fin d'ora a rinchiudersi da solo in prigione in modo da risparmiare in seguito a tutti una quantit di tempo e di fastidi. Pur ritenendo che fosse estremamente gentile da parte del sergente fargli un'offerta cos generosa, Tasslehoff si vide per costretto a rifiutare. Flint fa affidamento su di me, sai afferm, per fortuna senza essere sentito dal nano. Il sergente diede quindi il benvenuto ai tre giovani e nell'apprendere che

quella era la loro prima visita ad Haven si augur che non trascorressero tutto il loro tempo lavorando e che si concedessero l'opportunit di dare un'occhiata in giro. Dopo aver stretto di nuovo la mano a Flint avvert in tono sommesso Tanis che doveva considerarsi responsabile per il kender, s'inchin a Kitiara e si avvi ad accogliere il carro successivo che stava oltrepassando le porte di legno. Una volta all'interno della palizzata, il gruppo venne avvicinato da un giovane che indossava una veste azzurro cielo e che segnal loro di fermare il carro. Cosa succede? domand Tanis. uno di quei preti di Belzor, replic Flint, fissando il soggetto in questione con occhi roventi. Ha un serpente? Voglio vedere! intervenne Tasslehoff, preparandosi a saltare gi dal carro. Non ora, Tas, ingiunse per Tanis, in un tono a cui a volte era capitato che lui obbedisse. Per sicurezza, Caramon intanto afferr il kender per il colletto del giustacuore a strisce verdi e porpora, trattenendolo saldamente. Cosa possiamo fare per te, signore? domand intanto Tanis, alzando la voce per farsi sentire al di sopra del frastuono dei carri che passavano, dei cavalli che nitrivano e della folla che fluiva loro intorno. Vorrei parlare con quel giovane dalla veste bianca rispose il prete, appuntando la propria attenzione su Raistlin. Sei forse un mago, fratello?. Soltanto un mago novizio, signore rispose con umilt Raistlin. Non mi sono ancora sottoposto alla Prova. Il prete si avvicin al carro dal lato su cui era seduto Raistlin e sollev lo sguardo su di lui con espressione seria e intensa. Sei molto giovane, fratello. Sei consapevole del male con cui stai avendo a che fare... di certo senza rendertene conto?. Male? ripet Raistlin, protendendosi oltre il lato del carro. No, signore, non ho nessuna intenzione di fare del male. Cosa vuoi dire?. Vieni fuori del tempio di Belzor per ascoltarci, fratello, esort il prete, serrando la mano intorno a quella di Raistlin. Allora tutto ti sar spiegato, e non appena avrai capito che stai adorando falsi di rinuncerai ad essi e alle loro arti malvagie, ti toglierai quella veste immonda e camminerai di nuovo alla luce del sole. Verrai, fratello?. Con gioia! esclam Raistlin. Le tue parole mi hanno terrorizzato. Cosa? Ma, Raist... accenn a protestare Caramon.

Zitto, grosso idiota! ingiunse per Kitiara, affondandogli le unghie nel braccio. Il prete forn intanto a Raistlin le indicazioni necessarie perch potesse trovare il tempio, che a suo dire era il pi grosso edificio di Haven e si trovava esattamente nel centro della citt. Dimmi, signore chiese Raistlin, dopo aver avuto le indicazioni, c' forse una persona connessa al tempio che si chiama Judith?. S, fratello! la nostra reverendissima sacerdotessa, colei che ci comunica la volont di Belzor. La conosci?. Soltanto di fama rispose Raistlin, in tono rispettoso. triste che tu sia un mago che si dichiara tale, fratello, altrimenti ti potrei invitare all'interno del tempio per assistere alla cerimonia del Miracolo. La Sacerdotessa Judith evocher Belzor, che apparir fra noi questa stessa notte, poi parler con i Benedetti di Belzor che sono passati alla vita ultraterrena. Mi piacerebbe vederlo, afferm Raistlin. Ahim, fratello, ai maghi non permesso di assistere al Miracolo. Perdonami se ti dico questo, fratello, ma Belzor offeso dalle vostre usanze malvagie. Io non sono una maga, intervenne Kitiara, rivolgendo un sorriso affascinante al giovane prete. Potrei venire nel tempio?. Ma certo! Tutto il resto di voi il benvenuto. Vedrete compiere miracoli meravigliosi che vi lasceranno stupefatti e cancelleranno in voi ogni dubbio, inducendovi a credere in Belzor con tutto il cuore e con tutta l'anima. Grazie. Ci sar, promise Kitiara. Il prete elarg loro solennemente la benedizione di Belzor poi procedette a interrogare gli occupanti di un altro carro in arrivo. Non mi serve la simpatia di nessun dio che ami i serpenti, sbuff allora Flint, ripulendosi i vestiti dalla benedizione. Quanto a te, ragazzo, ammetto di non amare la magia com' proprio di ogni vero nano, ma mi pare che per te sia molto meglio diventare un mago che un seguace di Belzor. Sono d'accordo con te, Flint, assent Raistlin, in tono grave, ritenendo che quello non fosse il momento pi adatto per ricordare al nano le sue arringhe contro la magia in tutte le sue forme e manifestazioni. Peraltro non mi far male parlare con questo prete e scoprire cosa comporti quest'adorazione di Belzor, che potrebbe davvero essere uno dei veri di

che noi tutti stiamo cercando. Inoltre mi piacerebbe moltissimo assistere a questi miracoli di cui parlano. S, anch'io sono interessata a Belzor, interloqu Kitiara, e credo che stanotte andr al tempio. Tu potresti venire con me, fratellino: baster che cambi vestiti ed improbabile che chiunque ti possa riconoscere. Non mi costringerete a venire con voi, vero? domand Caramon, a disagio. Non che voglia mancare di rispetto a Belzor, ma ho sentito dire che le taverne di Haven sono davvero accoglienti, soprattutto nel periodo della fiera, e.... No, fratello mio, non c' bisogno che venga anche tu, tagli corto Raistlin. Nessuno di voi obbligato a venire, aggiunse Kitiara. Raist e io siamo i soli membri di questa famiglia portati per la spiritualit. Io invece credo che siate i membri pazzi della famiglia, dichiar Caramon. Questa la nostra prima notte ad Haven e voi volete visitare un tempio... e comunque cos'era quella storia di una sacerdotessa di nome Judith? domand, poi s'interruppe, sbatt le palpebre e ripet con espressione accigliata: Judith. Vengo anch'io, disse quindi, fissando con espressione dura il fratello e Kitiara. Vengo anch'io! esclam Tas. Magari riuscir a vedere di nuovo quei serpenti, per non parlare della possibilit di comunicare con quelli che sono gi passati alla vita ultraterrena. A proposito, questo cosa significa?. Significa che parlano con i morti, gli spieg Raistlin. Prima d'ora non ho mai parlato con un morto, dichiaro Tas, sgranando gli occhi. Pensi che mi lascerebbero parlare con lo zio Trapspringer? Non che si sia sicuri che sia morto, bada bene, dato che al suo funerale c' stata una certa confusione perch un minuto prima il corpo era l e quello successivo era sparito. In vecchiaia, zio Trapspringer aveva la tendenza ad essere distratto, quindi qualcuno ha detto che forse si era dimenticato di essere morto e se n'era andato a zonzo; o magari aveva provato ad essere morto, non gli era piaciuto ed era quindi tornato in vita, o anche possibile che il becchino abbia perso il corpo. In ogni caso, parlargli sarebbe un modo per accertare la verit. Questo taglia la testa al toro! grugn Flint. Io non ho nessuna intenzione di avvicinarmi a questo tempio perch gi abbastanza spiacevole parlare con un kender vivo per voler parlare con uno morto. Io andr perch mio dovere, dichiar Sturm. Se davvero stanno compiendo miracoli nel nome di Belzor mio compito portare ai Cavalieri

questa notizia. Credo che verr con voi, aggiunse Tanis, ma del resto questo era gi stato sottinteso nel momento in cui Kitiara aveva espresso l'intento di andare al tempio. Siete tutti pazzi, ribad Flint, mentre il carro si andava ad unire agli altri diretti verso il terreno della fiera. A quanto pare non ci potremo divertire quanto pensavamo di fare, sussurr Kitiara a Raistlin, scoccando un'occhiata in direzione di Tanis. Raistlin per le prest poca attenzione perch stava cercando di localizzare la Via degli Erboristi, dove secondo il Maestro Theobald si trovava la bottega che vendeva articoli per maghi. CAPITOLO UNDICESIMO A quel tempo le strade di Haven non avevano un nome, anche se quella era una delle migliorie civiche attualmente in fase di vaglio, soprattutto dopo che un coraggioso viaggiatore aveva accennato al fatto che gli abitanti di Palanthas davano un nome alle loro strade e per di pi erigevano in ciascuna strada un cartello su cui era scritto come essa si chiamava e questo per permettere al viandante confuso di orientarsi. Sebbene i visitatori che arrivavano ad Haven avessero di rado modo di confondersi perch se erano abbastanza alti potevano vedere il villaggio da un'estremit all'altra, l'Alto Sceriffo di Haven si era comunque convinto che quella dei cartelli per indicare le strade fosse un'idea eccellente e aveva deciso di metterla in pratica. Molte strade di Haven avevano del resto gi un nome logico che aveva a che fare con la natura delle merci vendute in ciascuna di esse, com'era nel caso della Via del Mercato, della Via dei Mugnai o della Via delle Lame; altri nomi avevano invece a che vedere con la natura stessa della strada in questione, come la Via Storta o i Tre Bivi, e altre ancora prendevano il nome dalle famiglie che vi abitavano. La Via degli Erboristi era facile da trovare, soprattutto basandosi pi sull'odorato che sulla vista dato che il profumo del rosmarino, della lavanda e della cannella aleggiava nell'aria e creava un piacevole contrasto con la puzza di sterco di cavallo presente lungo la strada; le bancarelle e le botteghe presenti nella Via degli Erboristi erano contrassegnate da mazzetti di piante secche appesi a testa in gi sotto il sole, cesti di semi e di foglie secche erano disposti in modo artistico lungo la strada in modo da

indurre i passanti in tentazione e spingerli a fare acquisti. Arrivati a quella via, Raistlin chiese a Tanis di fermare il carro. Ci sono delle erbe che non coltivo direttamente e con cui non ho familiarit, spieg, quindi mi piacerebbe rinnovare le mie provviste e discutere del loro impiego. Dopo avergli spiegato come trovare la bancarella di Flint sul terreno riservato alla fiera, Tanis gli augur di divertirsi e Raistlin balz gi dal carro, seguito naturalmente da Caramon; quanto a Tasslehoff si venne a trovare in preda ad un'angosciosa indecisione nel tentare di decidere se andare con Raistlin o restare con Flint, e alla fine Flint e la fiera vinsero soltanto perch nello sbirciare lungo la strada il kender non riusc a vedere altro che piante, che per quanto interessanti non erano certo paragonabili alle meraviglie che lo aspettavano alla fiera. Quella decisione risparmi una discussione a Raistlin, in quanto lui non avrebbe mai permesso al kender di accompagnarlo ed era anche incerto per quanto concerneva Caramon. Era infatti stata sua intenzione visitare il negozio di articoli per maghi da solo e in segreto e non aveva detto a nessuno che intendeva andarvi, cos come non aveva fatto parola con nessuno di quello che sperava di acquistare, e adesso il suo istinto sarebbe stato quello di continuare a mantenere il segreto e di ordinare a suo fratello di andare con Flint. Capitava di rado che lui discutesse di cose dell'arcano con Caramon e non lo faceva mai con i suoi amici, ed era dai giorni della sua giovent, giorni che adesso ricordava con vergogna, che non vantava o dimostrava apertamente il proprio talento in quanto era perfettamente consapevole che la magia aveva l'effetto di rendere nervose certe persone, com'era del resto logico dal momento che essa dava sugli altri un potere in cui lui si crogiolava. D'altro canto, Raistlin era abbastanza saggio da rendersi conto che un potere del genere poteva essere sminuito dal suo uso ripetuto, perch perfino la magia diventava una cosa comune se veniva utilizzata ogni giorno. L'opinione che lui aveva nei confronti della gente era mutata nel corso degli anni, e se un tempo si era sforzato di farsi amare e ammirare quanto suo fratello adesso era invece giunto a comprendere se stesso e ad affrontare la consapevolezza che lui non avrebbe mai conquistato il tipo di considerazione elargito al suo gemello. Nella casa dell'anima di Caramon, infatti, la porta era sempre aperta, le imposte della finestra erano spalancate, il sole splendeva quotidianamente

e chiunque era il benvenuto; all'interno di quella casa non c'erano inoltre molti arredi, e il visitatore poteva vedere in ogni angolo. La casa dell'anima di Raistlin era invece molto diversa: la porta era sempre sbarrata e veniva aperta appena di una fessura per i visitatori, che del resto non erano molti perch a pochissimi era concesso di varcare quella soglia, senza peraltro che venisse poi permesso loro di avanzare di molto. Le sue finestre erano sempre chiuse e sprangate, e qua e l ardeva una candela che creava una chiazza di calore e di luce nel buio; la casa era piena di arredi e di oggetti strani e meravigliosi senza essere per ingombra o disordinata, tanto che Raistlin aveva modo di reperire all'istante ci che gli serviva. Dal momento che non potevano individuare gli angoli della sua casa e tanto meno sbirciare in essi, non c'era quindi da meravigliarsi se i visitatori non si fermavano a lungo e fossero riluttanti a tornare. Dove stiamo andando? chiese Caramon. Raistlin era sul punto di ordinargli di tornare sul carro ma all'ultimo momento ci ripens, e senza rispondere si avvi a passo rapido, lasciando Caramon fermo nel centro della strada. soltanto sensato che lui mi accompagni, si disse intanto. Sono uno straniero in una citt sconosciuta, non ho protezioni che sia disposto ad usare se non nelle pi pericolose circostanze, quindi ho bisogno dell'aiuto di Caramon come ne avr in futuro: se voglio diventare un mago guerriero dovr infatti imparare a combattere al suo fianco, quindi tanto vale che mi abitui ad averlo intorno. Quelle ultime riflessioni vennero accompagnate da un sospiro, soprattutto quando Caramon sopraggiunse di corsa con passo pesante, sollevando una grande nuvola di polvere e pretendendo di nuovo di sapere dove stavano andando, che cosa stavano cercando e se avrebbero potuto fermarsi in una taverna lungo la strada. Arrestandosi, Raistlin si gir a fronteggiare il fratello in maniera tanto improvvisa che Caramon indietreggi barcollando per non rovinargli addosso. Ascolta bene le mie parole, Caramon, e non le dimenticare, ingiunse in tono duro e severo, ed ebbe la soddisfazione di vedere Caramon reagire come se gli avesse assestato uno schiaffo in piena faccia. Sto andando in un certo posto ad incontrare una certa persona per acquistare una determinata mercanzia, e ti sto permettendo di accompagnarmi soltanto perch siamo giovani e verremo quindi considerati dei bersagli facili da

ladri e malfattori. Sappi per, fratello mio, che quello che faccio, quello che dico e quello che compro sono cose private e segrete, note soltanto a me stesso e a te, per cui non ne farai menzione con Tanis o con Flint o con Kitiara o con Sturm o con chiunque altro; non dirai nulla di dove siamo stati, di chi ho visto, di cosa ho detto o fatto. Me lo devi promettere, Caramon. Ma loro vorranno saperlo e mi faranno delle domande. Cosa devo rispondere? replic Caramon, manifestamente contrariato. Tenere dei segreti non mi piace, Raist. Allora il tuo posto non accanto a me. Torna indietro! ordin freddamente Raistlin, agitando una mano. Torna indietro dai tuoi amici. Non ho bisogno di te. Invece ne hai, Raist, lo sai anche tu, ribatt Caramon. Raistlin non rispose subito e incontr invece con il proprio sguardo deciso quello del fratello, consapevole che quello era un momento dal quale dipendeva tutto il loro futuro. In tal caso devi fare una scelta, fratello mio. Devi votare a me la tua fedelt oppure tornare dai tuoi amici, afferm, e nel sollevare una mano per bloccare la intempestiva risposta del fratello aggiunse: Pensaci bene, Caramon. Se resterai con me dovrai darmi la tua pi completa fiducia, obbedirmi implicitamente, non fare domande, mantenere i miei segreti meglio di quanto tu faccia con i tuoi. Allora, cosa decidi?. Resto con te, Raist, rispose senza esitazione Caramon. Tu sei il mio gemello e noi apparteniamo l'uno all'altro. Era destino che fosse cos. Pu darsi, rispose Raistlin, con un amaro sorriso, pensando che se questo era vero gli sarebbe piaciuto sapere chi avesse determinato quel destino e perch, e gli sarebbe anche piaciuto un giorno scambiare due parole con quel qualcuno. Avanti, fratello, allora vieni con me. Secondo il Maestro Theobald, la bottega di articoli per maghi si trovava in fondo alla Via degli Erboristi, su quello che era il lato sinistro della strada se ci si metteva rivolti verso nord; posta ad una certa distanza dalle altre botteghe e abitazioni, essa era isolata all'interno di un boschetto di querce. La bottega si trova al pianterreno della casa, aveva detto Theobald, mentre l'abitazione del proprietario al piano superiore. Vederla dalla strada difficile perch circondata dalle querce e da un giardino recintato da un muro, ma all'esterno c' un'insegna... un'asse di legno su cui

dipinto un occhio rosso, nero e bianco. Personalmente non ci sono mai andato perch compro tutto ci che mi serve alla Torre di Wayreth, aveva aggiunto, sbuffando. Tuttavia, sono certo che Lemuel ha alcuni articoli che possono risultare interessanti per maghi di basso livello. Se c'era una cosa che Raistlin aveva imparato da Theobald questa era come e quando tenere a freno la lingua, quindi aveva soffocato le parole caustiche con cui avrebbe risposto un tempo e aveva ringraziato con cortesia il maestro, cosa che gli aveva fruttato come ricompensa un'ulteriore informazione che sarebbe potuta risultare di inestimabile valore. Ho sentito dire che Lemuel interessato all'uso delle erbe, proprio come te, aveva aggiunto Theobald. Voi due dovreste andare molto d'accordo. Sulla scia di quell'informazione, Raistlin aveva portato con s un paio di rare specie di piante che aveva scoperte, estratte dal terreno e portate a casa, con il risultato che adesso dal loro trapianto erano nate altre piantine che poteva regalare. La sua speranza era di riuscire in questo modo ad accattivarsi la simpatia di Lemuel e di persuaderlo eventualmente ad abbassare il prezzo dei libri che gli interessavano qualora esso fosse risultato eccessivo per i suoi mezzi. I due gemelli percorsero tutta la Via degli Erboristi, con Caramon che prendeva i suoi nuovi doveri e le sue responsabilit in modo tanto serio che per poco non inciampava nei piedi del fratello al fine di proteggerlo e prese a fissare con occhi roventi chiunque mostrasse un interesse pi che superficiale nei loro confronti, oltre a far tintinnare di continuo la spada. Raistlin sospir nell'accorgersi di quel comportamento, in merito al quale sapeva di non poter fare nulla perch protestare con suo fratello e incitarlo a rilassarsi e a non dar tanto nell'occhio sarebbe servito soltanto a confondergli le idee. Prima o poi Caramon si sarebbe calato nel modo giusto nel suo ruolo di guardia del corpo, ma la cosa avrebbe richiesto del tempo, e nel frattempo a Raistlin non restava che essere paziente e sopportare. Per fortuna lungo la strada non c'erano molte persone che li potessero notare perch gli erboristi erano impegnati a montare i loro banchi alla fiera. Arrivati in fondo alla via i due la trovarono deserta e senza nessuno in vista, e una volta l Raistlin non ebbe difficolt a individuare la bottega di articoli per maghi in quanto era la sola costruzione presente sul lato

sinistro della strada, nascosta alla vista da alcune querce e circondata da un giardino cinto da un alto muro di pietra. Mancava per l'insegna dell'occhio a tre colori appesa sopra l'ingresso e la porta era chiusa, le finestre sprangate; di conseguenza Raistlin temette che la casa fosse abbandonata finch non sbirci oltre il muro e vide che il giardino era ben curato. Sei certo che il posto sia questo? domand Caramon. S, fratello mio. Forse l'insegna stata strappata via da una tempesta. Se lo dici tu, borbott Caramon, che aveva la mano sull'elsa della spada. Per lascia che sia io a bussare alla porta. Neppure per idea! esclam Raistlin, allarmato. Vedere un uomo grande e grosso come te che si acciglia e agita la spada sarebbe sufficiente a terrorizzare qualsiasi mago, e tu potresti trovarti trasformato in un rospo o in qualcosa di peggio. Aspetta qui sulla strada finch non ti chiamer e non temere: non c' nulla che non vada, aggiunse, con maggiore sicurezza di quanta ne provasse. Caramon accenn a protestare ma poi ricord la promessa che aveva fatto e rimase in silenzio, anche se forse la minaccia di una possibile trasformazione in rospo ebbe qualcosa a che vedere con la sua rapida acquiescenza. Certamente, Raist, assent, per cerca di stare attento perch non mi fido di questi maghi. Raistlin si avvicin alla porta con il corpo che vibrava di anticipazione e di timore, di eccitazione all'idea di poter ottenere ci che gli serviva e di paura dovuta al pensiero che poteva aver fatto tutta quella strada soltanto per scoprire che il mago se n'era andato. Il suo stato di eccitazione nervosa era tale che quando infine arriv alla porta le forze gli vennero meno e non riusc neppure a sollevare la mano tremante per bussare; quando infine ce la fece, il colpo che ne risult fu tanto debole da costringerlo a bussare ancora. Nessuno venne per ad aprire e nessuna faccia curiosa fece capolino da una finestra. Poco manc che Raistlin cedesse alla disperazione, perch le sue speranze e i suoi sogni di successo futuro erano tutti basati su questo negozio e lui non avrebbe mai immaginato che potesse essere chiuso, una delusione che non riteneva di poter sopportare dopo aver guardato per tanto tempo con anticipazione all'acquisizione dei libri che gli servivano, aver fatto tanta strada ed essere giunto tanto vicino alla meta. Buss quindi

di nuovo, questa volta con forza molto maggiore, e lanci anche un richiamo. Maestro Lemuel! Sei in casa, signore? Vengo da parte del Maestro Theobald di Solace. Sono un suo allievo, e.... Una piccola finestra inserita nella porta si apr e in essa apparve un occhio pieno di timore che fiss Raistlin. Non m'importa di chi sei allievo! ribatt una voce sottile che giungeva attraverso la piccola apertura. Cosa credi di fare, gridando il fatto che sei un mago con quanto fiato hai in gola? Vattene!. La finestrella si richiuse di scatto ma Raistlin buss di nuovo, con forza ancora maggiore. Lui mi ha consigliato la tua bottega, disse ad alta voce. Sono venuto per acquistare.... La finestrella si riapr e l'occhio riapparve. La bottega chiusa, disse la voce, poi l'apertura venne di nuovo sprangata. Ho con me un'insolita variet di pianta, insistette Raistlin, ricorrendo alla sua carta migliore. Ho pensato che forse tu non la conoscessi. Si tratta della brionia nera.... La finestrella si spalanc ancora e questa volta l'occhio si mostr pi interessato. La brionia nera, hai detto? Ne hai un campione?. S, signore, rispose Raistlin, infilando con cautela una mano nella sua sacca ed estraendo con delicatezza un fagotto di foglie, steli e frutti a cui erano ancora attaccate le radici. Forse t'interessa.... La finestrella si richiuse, ma questa volta Raistlin sent il rumore di un catenaccio che veniva tirato indietro e un momento pi tardi la porta si apr, rivelando un uomo che indossava una sbiadita veste rossa sporca di terra sulle ginocchia a causa della sua abitudine di inginocchiarsi in giardino. L'uomo doveva essersi alzato in punta di piedi per sbirciare attraverso la piccola apertura nella porta perch era basso quasi quanto un nano, con un fisico compatto e rotondo e una faccia che un tempo doveva essere stata allegra e rossa come il sole estivo ma che adesso appariva come un sole in fase di eclissi perch gli occhi erano ombrati dal timore e la fronte solcata da rughe di preoccupazione. L'ometto sbirci con ansia in direzione della strada e nel vedere Caramon sgran gli occhi per la paura, arrivando quasi a richiudere la porta; Raistlin per fu lesto a insinuare un piede nell'apertura e ad afferrare la maniglia per bloccarla.

Signore, ti posso presentare mio fratello? disse intanto. Caramon, vieni qui. Obbediente, Caramon si avvicin a testa bassa e sfoggiando un sorriso imbarazzato. Sei certo che sia quello che dice di essere? domand intanto il mago, scrutando Caramon con intenso sospetto. S, sono certo che mio fratello, replic Raistlin, chiedendosi con un senso di disagio se stava avendo a che fare con un folle. Se ci guardi con attenzione noterai la somiglianza, perch siamo gemelli. Cercando di rendersi utile, Caramon si sforz di apparire il pi possibile simile al fratello e dal canto suo Raistlin tent di sfoggiare un sorriso aperto e onesto come quello di Caramon, mentre Lemuel li osservava con attenzione per parecchi momenti durante i quali Raistlin temette di andare in pezzi per la tensione che gli derivava da questo strano colloquio. Suppongo che sia come dite, afferm infine il mago, senza apparire troppo convinto. Vi ha seguiti qualcuno lungo la strada?. No, signore, rispose Raistlin. Chi avrebbe potuto seguirci, dato che la maggior parte della gente alla fiera? Loro sono dappertutto, sai dichiar Lemuel, cupo, scrutando ancora la strada a destra e a sinistra. Comunque credo che tu abbia ragione, per a tuo fratello seccherebbe molto andare a controllare che non ci sia nessuno nascosto nell'ombra di quell'edificio laggi?. Caramon si mostr notevolmente stupito, ma ad un cenno impaziente del suo gemello fece come gli era stato detto, tornando indietro lungo la strada fino ad una baracca semidiroccata ed esaminando non soltanto la zona in ombra ma anche l'interno. Quando ebbe finito torn sulla strada, sollev le mani e scroll le spalle per indicare che non aveva trovato nulla. Ecco, signore, hai visto? chiese Raistlin, segnalando al fratello di tornare indietro. Siamo soli. La brionia nera molto bella, ed io l'ho usata con successo per guarire cicatrici e chiudere ferite, aggiunse, protendendo la piantina che aveva in mano. S, ho letto qualcosa al riguardo ma non avevo mai visto la pianta in s, replic Lemuel fissando l'esemplare con interesse. Dove l'hai trovata?.. Se potessi entrare.... Lemuel scrut Raistlin con occhi socchiusi, contempl con desiderio la pianta che aveva in mano e alla fine prese una decisione. D'accordo, per ti suggerisco di piazzare tuo fratello all'esterno perch

faccia la guardia. Non si mai abbastanza cauti. Certamente, assent con sollievo Raistlin. Il mago allora lo trasse dentro e chiuse la porta cos in fretta da bloccare fra il battente e lo stipite un bordo della veste del giovane, con il risultato che fu costretto a riaprire per liberarla. Dopo che il suo gemello fu entrato, Caramon gironzol nei dintorni per qualche momento, grattandosi la testa e cercando di decidere cosa fare; alla fine trov da sedersi sopra uno sgretolato muretto di pietra e si dispose a montare la guardia, chiedendosi cosa ci si aspettava che vedesse e cosa avrebbe dovuto fare qualora lo avesse visto. L'interno della bottega del mago era buio perch le imposte chiuse escludevano completamente la luce del sole, quindi Lemuel accese una candela per s ed una per Raistlin che vide allora con sgomento come tutto fosse in disordine, con una serie di casse e di botti piene a met sparse in giro e gli scaffali spogli perch gran parte delle merci era gi stata imballata. Un incantesimo per produrre luce costerebbe meno e sarebbe pi efficace delle candele, osserv intanto Lemuel, ma il tormento a cui loro mi hanno sottoposto mi ha talmente sconvolto che da un mese non riesco pi a praticare la magia... non che prima fossi un mago particolarmente abile, del resto, aggiunse con un sospiro. Chiedo scusa, signore, ma chi ti sta tormentando? domand infine Raistlin. Belzor, rispose il mago a bassa voce, guardandosi intorno nella stanza in ombra come se pensasse che il dio potesse balzargli addosso da sopra una credenza. Ah, comment Raistlin. Conosci Belzor, vero?. Al mio ingresso in citt ho incontrato uno dei suoi preti, che mi ha avvisato che la magia una cosa malvagia e mi ha incitato a recarmi al suo tempio. Non farlo! grid Lemuel, rabbrividendo. Non ti avvicinare a quel posto. Sai dei serpenti?. Ho visto che i preti portavano con loro delle vipere, annu Raistlin, ma ho supposto che fossero stati loro estirpati i denti. Niente affatto! ribatt Lemuel, rabbrividendo. Quei serpenti sono velenosi e letali. I preti li catturano sulle Pianure della Polvere, ed essere in grado di tenerne uno in mano senza essere morso considerata una prova

di fede. Cosa succede a quanti mancano di fede?. Cosa pensi che succeda? Vengono puniti, me lo ha detto un amico che stato presente ad uno dei loro raduni. Ho tentato di andarci anch'io, ma hanno rifiutato di lasciarmi entrare, dicendo che avrei contaminato la santit del loro tempio, e adesso sono lieto di questo perch quel giorno stesso uno dei serpenti ha morso una giovane donna che morta nell'arco di pochi secondi. Cos'hanno fatto i preti? chiese Raistlin, sconvolto. Nulla. La Somma Sacerdotessa ha detto che era la volont di Belzor, rispose Lemuel, tremando a tal punto da far oscillare la fiamma della candela. Adesso sai perch ho chiesto a tuo fratello di montare la guardia: sono tormentato dal terrore di svegliarmi una mattina trovando una di quelle vipere nel mio letto, ma del resto non vivr ancora a lungo nel timore perch loro hanno vinto: ho deciso di arrendermi e come vedi mi sto trasferendo, aggiunse accennando alle casse, poi accost maggiormente la candela alla pianta e concluse: Adesso posso esaminare meglio la brionia nera?. Cosa ti hanno fatto? chiese Raistlin, nel consegnargli la pianta, poi dovette ripetere la domanda pi volte e arrivare a dare al mago una leggera spinta prima di indurlo a staccare la propria attenzione dall'esame della pianta. La Somma Sacerdotessa in persona venuta da me e mi ha ingiunto di chiudere la bottega se non volevo affrontare le ire di Belzor. All'inizio ho rifiutato, ma poi i preti sono diventati insistenti e sgradevoli, piazzandosi davanti alla bottega e mettendosi a gridare che io ero uno strumento del male ogni volta che si avvicinava un cliente. Io, uno strumento del male? sospir. Riesci a immaginarlo? Per i preti hanno spaventato la gente che ha smesso di venire da me... e una notte ho trovato una pelle di serpente appesa alla porta. stato allora che ho deciso di chiudere la bottega e di trasferirmi altrove. Chiedo scusa se sembro mancarti di rispetto, signore, ma se li temi perch hai cercato di andare al loro tempio?. Ho pensato che forse li potevo placare, che potevo fingere di adeguarmi in modo da impedire che mi perseguitassero, ma non ha funzionato, spieg Lemuel, scuotendo tristemente il capo. Trasferirmi non sar poi una cosa tanto brutta, anche perch la bottega di articoli per maghi di per s non ha mai fruttato molto denaro. Quello di cui sentir la

mancanza sono le mie erbe e le mie piante: le sto togliendo dal terreno nella speranza di trapiantarle ma temo che ne perder la maggior parte. La bottega non aveva successo? domand Raistlin, lanciando un'occhiata malinconica e interessata agli scaffali vuoti. Forse ne avrebbe avuto se avessi vissuto in una citt come Palanthas, replic Lemuel, scrollando le spalle. La maggior parte delle cose che vendevo facevano parte della collezione di mio padre che era un mago notevole, un arcimago. Lui voleva che seguissi le sue orme, ma le sue scarpe erano troppo grandi per me e non potevo sperare di adattarmici perch non ero semplicemente tagliato per fare il mago. Io volevo diventare un contadino, perch ho un'abilit meravigliosa con le piante, ma mio padre non ne ha voluto sapere e ha insistito perch studiassi la magia, e anche se non ero granch ha continuato a sperare che sarei migliorato con il tempo. Quando infine sono diventato abbastanza grande da sottopormi alla Prova il Conclave non mi ha per ammesso ad essa e Par-Salian ha detto a mio padre che darmi il permesso di affrontarla sarebbe stato un atto equivalente all'omicidio. Lui ne rimasto terribilmente deluso e se n' andato di casa quel giorno stesso, quasi vent'anni fa, senza pi fare ritorno. Raistlin non stava quasi ascoltando le chiacchiere del mago perch era impegnato ad affrontare l'amara constatazione che il suo viaggio era stato vano. Mi dispiace, disse, pi per se stesso che per il mago. Non devi dispiacerti, rispose per Lemuel, in tono allegro. Se devo essere sincero, la partenza di mio padre stata un sollievo: il giorno stesso in cui lui se n' andato ho arato il cortile e piantato il mio giardino... a proposito, dobbiamo mettere immediatamente questa pianta nell'acqua!. Con quelle parole Lemuel si diresse verso la cucina, che si trovava sul retro del negozio, spegnendo al tempo stesso la candela perch l le imposte erano aperte e lasciavano entrare la luce del sole. Che genere di mago era tuo padre? domand Raistlin, soffiando per spegnere la propria candela. Un mago guerriero, rispose Lemuel, prendendosi cura con tenerezza della brionia nera. Questo davvero un bell'esemplare. Hai detto di averlo coltivato tu? Che genere di fertilizzante usi?. Raistlin rispose distrattamente, guardando oltre la finestra il giardino di Lemuel che era davvero splendido anche se adesso era in parte dissodato.

In qualsiasi altro momento sarebbe stato interessato alle erbe del mago, ma attualmente riusciva a vedere soltanto un'indistinta chiazza verde. Un mago guerriero... Un'idea cominci a prendere forma nella sua mente, e anche se fu costretto a discutere di erbe per qualche altro momento alla fine riusc a riportare la conversazione sull'arcimago. Era considerato uno dei migliori, dichiar Lemuel, che era manifestamente orgoglioso di suo padre e non pareva nutrire nei suoi confronti rancori o risentimenti, tanto che nel parlare di lui s'illuminava in volto. Una volta gli elfi di Silvanesti gli hanno chiesto di andare ad aiutarli a combattere contro i minotauri: dal momento che quegli elfi sono altezzosi e non vogliono aver a che fare con gli umani, mio padre ha detto che quello era un grande onore e ne stato immensamente soddisfatto. Quando partito, tuo padre ha preso con s i suoi libri d'incantesimi? chiese con esitazione Raistlin, non osando sperare. Sono certo che ne ha presi alcuni, quelli pi potenti, ma ha abbandonato gli altri. La mia supposizione che si sia trasferito nella Torre di Wayreth, dove non avr certo avuto bisogno dei libri d'incantesimi pi elementari. Che genere di terriccio consigli?. Leggermente sabbioso. Li hai ancora? Intendo i libri... mi interesserebbe vederli. Benedetto Gilean! Certo, sono ancora qui, ma non ho idea di quanti siano o di quanto siano importanti, perch la maggior parte dei maghi con cui faccio, o forse dovrei dire facevo, affari non molto interessata alla magia di guerra. Gli elfi vengono qui spesso, negli ultimi tempi soprattutto quelli di Qualinesti, perch a volte hanno bisogno di quella che definiscono "magia umana" e a volte delle mie erbe... non lo avresti mai supposto, vero, considerato che gli elfi sono loro stessi tanto abili con le piante. Eppure mi dicono che io ho parecchie specie che loro non riescono a coltivare, e c'era un giovane che era solito dire che io dovevo avere da qualche parte nelle vene del sangue elfico. un mago anche lui, quindi forse lo conosci. Si chiama Gilthanas. Non lo conosco, signore, mi dispiace, replic Raistlin. Lo supponevo. Naturalmente io non ho sangue elfico nelle vene perch mia madre era figlia di un fattore ed nata e cresciuta ad Haven. Ha avuto la sfortuna di essere estremamente bella, cosa che ha attratto l'attenzione di mio padre, altrimenti sono certo che sarei diventato il figlio di qualche

onesto contadino. Lei non era molto felice con mio padre, diceva di vivere nel terrore che finisse per incendiare la casa. Hai detto che usi la brionia nera per cicatrizzare le ferite? Quale parte usi, il succo delle bacche oppure triti le foglie?. Riguardo a quei libri... azzard Raistlin, dopo aver soddisfatto Lemuel per quanto concerneva le cure da prestare alla brionia, come innaffiarla e come utilizzarla. Oh, s, sono nella biblioteca, su per le scale e lungo il corridoio, seconda porta a sinistra. Fa' come se fossi a casa tua, mentre vado ad invasare questa pianta. Supponi che tuo fratello gradirebbe mangiare qualcosa mentre monta la guardia?. Raistlin si affrett su per le scale, fingendo di non sentire Lemuel che lo chiamava per sapere se la brionia nera preferiva la luce diretta del sole oppure un'ombra parziale, e punt dritto verso la biblioteca, attirato dal canto sussurrato della magia, una melodia affascinante e provocatoria. La porta risult chiusa ma non a chiave, e si apr sui cardini stridenti quando lui abbass la maniglia. La stanza puzzava di chiuso e di muffa, segno evidente che non era pi stata arieggiata da anni, sterco secco di topo scricchiol sotto gli stivali di Raistlin e al suo ingresso sagome scure si precipitarono verso gli angoli pi nascosti, inducendolo a chiedersi cosa trovassero i topi da mangiare in quella stanza e ad augurarsi che non si trattasse dei libri. La biblioteca risult essere un ambiente piccolo arredato con una scrivania, scaffali di libri e una serie di contenitori per pergamene. Nel constatare che questi ultimi erano vuoti, Raistlin rimase deluso ma non sorpreso: gli incantesimi scritti sulle pergamene potevano essere letti ad alta voce da coloro che conoscevano il linguaggio della magia e non richiedevano n l'abilit n il livello di energie necessari per produrre un incantesimo "all'impronta", come si usava dire fra i maghi. Perfino un novizio avrebbe potuto usare un incantesimo su pergamena scritto da un arcimago, a patto che avesse saputo pronunciare correttamente le parole, quindi le pergamene erano molto preziose e da sorvegliare attentamente, e potevano essere vendute ad altri maghi se il possessore non ne aveva pi bisogno. Era inevitabile perci che l'arcimago le avesse portate con s... abbandonando per molti dei suoi libri. Alcuni di quei volumi giacevano per terra sparsi e rovesciati, come se fossero stati esaminati e poi scartati, ed era possibile vedere sugli scaffali i vuoti rimasti dove l'arcimago aveva prelevato qualche volume prezioso,

lasciando gli altri a marcire nella biblioteca. I libri rimasti, che avevano adesso la copertina bianca tinta di un grigio sporco e le pagine ingiallite dal tempo, erano stati ritenuti privi di valore dal loro precedente proprietario ma agli occhi di Raistlin essi scintillavano pi di qualsiasi tesoro ammucchiato da un drago. Sopraffatto dall'eccitazione, lui sent il cuore che prendeva a martellargli nel petto cos in fretta da farlo sentire stordito e prossimo a svenire. Quell'improvvisa debolezza lo spavent e lo indusse a sedersi su una sedia traballante, traendo parecchi profondi respiri, una cura che per poco non gli diede il colpo di grazia perch l'aria densa di polvere lo fece tossire violentemente e trascorsero alcuni momenti prima che gli riuscisse di riprendere fiato. Notando un libro che giaceva praticamente ai suoi piedi, si chino e lo raccolse, aprendolo. La scrittura dell'arcimago era compatta, con angoli aspri e sporgenti, la netta inclinazione verso sinistra delle lettere indicava che quell'uomo era un solitario che preferiva la propria compagnia a quella degli altri. Con una certa delusione, Raistlin scopr che quel volume non era in fin dei conti un libro d'incantesimi, dato che era scritto nella lingua comune mista a qualcosa che lui ritenne essere la lingua dei mercenari, un insieme usato dai soldati di professione. Poi lesse la prima pagina e la sua delusione si dissolse. Il libro forniva istruzioni dettagliate su come usare incantesimi magici su armi normali, come spade e asce da battaglia, ed era quindi di immenso valore, almeno per lui. Posatolo da un lato, Raistlin ne prese un altro, questa volta un testo d'incantesimi che dovevano probabilmente essere molto elementari dato che il volume non aveva blocchi magici che impedissero di aprirlo o proibizioni scritte sul frontespizio: constatando che gli riusciva di decifrare soltanto poche parole e che la maggior parte delle altre gli era ignota, lui si rese conto di quanto ancora avesse da imparare e contempl il volume con amarezza e frustrazione. Esso era stato accantonato e abbandonato dal grande arcimago, che aveva considerato insignificanti gli incantesimi che vi erano annotati, e tuttavia lui non riusciva neppure a decifrarli! Mi sto comportando da stupido, si rimprover quindi. Quando aveva la mia et quell'arcimago era probabilmente ignorante quanto me. Un giorno sar io a leggere questo libro, io ad accantonarlo. Pos quindi il libro sopra quello esaminato in precedenza e and avanti

con le proprie indagini, che lo assorbirono a tal punto da fargli perdere del tutto la nozione del tempo. Quando infine si rese conto che doveva accostare i libri al naso per riuscire a leggerli si accorse che era ormai il crepuscolo, e mentre stava per andare in cerca di candele Lemuel buss alla porta. Cosa vuoi? domand Raistlin, in tono irritato. Scusami se ti disturbo, rispose in tono mite Lemuel, facendo capolino oltre la soglia, ma tuo fratello dice che presto far buio e che dovreste andarvene. Signore, ti prego, perdona la mia scortesia! Ero cos interessato, questi libri sono cos affascinanti, che ho dimenticato di non essere a casa mia. Non importa, non ci badare, lo interruppe Lemuel, con un cortese sorriso. Sembravi proprio mio padre e mi hai fatto tornare indietro nel tempo, tanto che per un momento mi sono sentito di nuovo un ragazzo. Hai trovato qualcosa di utile?. Raistlin accenn a tre grosse pile di libri che stavano crescendo di dimensioni accanto alla sedia. Tutti questi. Lo sapevi che qui c' un resoconto della battaglia combattuta a Silvanesti contro i minotauri, con una descrizione di come usare con efficacia gli incantesimi da battaglia senza mettere in pericolo le proprie truppe? Questi sono tre libri d'incantesimi e devo ancora esaminare gli altri. Ti proporrei di vendermeli tutti, ma so di non avere il denaro necessario, aggiunse, contemplando con tristezza il mucchio e chiedendosi con disperazione come sarebbe mai riuscito a risparmiare tanto denaro. Oh, prendili e non ci pensare pi, disse per Lemuel, abbracciando la stanza con un gesto noncurante. Cosa? Davvero, signore? Parli sul serio? esclam Raistlin, aggrappandosi allo schienale della sedia per sorreggersi, poi si riprese e aggiunse: No, signore, questo sarebbe troppo, non potrei mai ripagarti. Sciocchezze! Se non li prendi tu li dovr trasferire e sto rimanendo a corto di casse, replic Lemuel, che parlava con estrema disinvoltura dell'abbandonare quella casa ma che si guardava tristemente intorno nel momento stesso in cui cercava di scherzare sulla cosa. E dopo finiranno in soffitta ad essere divorati dai topi, mentre io preferirei che venissero utilizzati al meglio e so che la cosa farebbe piacere a mio padre. Tu sei il figlio che lui desiderava. Raistlin sent le lacrime che gli salivano agli occhi: la stanchezza di tre

giorni di viaggio, che includevano non soltanto il tempo trascorso sulla strada ma anche quello passato a scalare montagne di speranza per poi sprofondare in vallate di delusione, lo avevano lasciato debole, e adesso la gentilezza e la generosit di Lemuel lo aveva completamente disarmato. Incapace di trovare le parole necessarie per ringraziarlo, rimase immerso in un umile e gioioso silenzio, sbattendo le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che gli facevano bruciare gli occhi e gli serravano la gola. Raist? chiam la voce ansiosa di Caramon, fluttuando su per le scale. Comincia a fare buio ed io muoio di fame. Stai bene?. Ti servir un carro per portare a casa tutta questa roba, osserv intanto Lemuel. Ho... i miei amici... carro... alla fiera... balbett Raistlin, che pareva incapace di mettere insieme una frase coerente. Splendido. Allora vieni qui quando la fiera sar finita e ti far trovare i libri impacchettati e pronti al trasporto. Tirata fuori la propria borsa del denaro, Raistlin la mise fra le mani del mago. Per favore, accettala. Non molto e non comincia neppure a saldare il debito che ho contratto con te, ma vorrei che la prendessi lo stesso. Davvero? Allora l'accetter anche se non necessario, sorrise Lemuel. Ricordo per che una volta mio padre mi ha detto che gli oggetti magici dovevano sempre essere acquistati, mai regalati, perch lo scambio di denaro spezza qualsiasi appiglio che il precedente proprietario possa avere su di essi e li lascia liberi di essere usati dal nuovo padrone. Se per caso dovessi mai venire a Solace, replic Raistlin, lanciando un'altra occhiata piena di desiderio alla biblioteca mentre Samuel ne chiudeva la porta, ti dar talee e sementi di ogni pianta che ho nel mio giardino. Se sono eccellenti quanto la brionia nera, allora questo sar un pagamento pi che sufficiente, replic Lemuel, con assoluta seriet. CAPITOLO DODICESIMO Quando infine i due fratelli raggiunsero l'area della fiera, situata a circa un chilometro e mezzo dalla palizzata che circondava la citt, era ormai scesa la notte e loro non ebbero difficolt ad orientarsi perch fuochi da campo numerosi come lucciole indicavano l'accampamento dei diversi venditori; anche se nessuna delle bancarelle avrebbe aperto fino

all'indomani l'area pullulava di gente, perch i venditori continuavano ad arrivare e scambiavano saluti con gli amici o battibeccavano allegramente con i concorrenti mentre scaricavano le loro merci. Molte delle costruzioni esistenti erano permanenti perch erano state erette da quei venditori che frequentavano spesso la fiera e venivano chiuse con delle assi durante il resto dell'anno; la bancarella di Flint era una di queste, un piccolo banco di vendita con un tetto che lo proteggeva e porte su cardini che si potevano spalancare in modo da permettere ai clienti di vedere con comodo le merci esposte in bella vista sul banco e sugli scaffali; una piccola stanza sul retro serviva come alloggio in cui dormire. Flint aveva una posizione ideale, circa a met dell'intera ampiezza della fiera e vicino alla tenda a colori vivaci di un fabbricante di flauti elfico; all'inizio, lui si lament peraltro abbondantemente della continua musica di flauto che scaturiva dalla tenda, ma dopo che Tanis gli ebbe fatto osservare che la musica serviva ad attirare i clienti nella loro direzione, lui dovette tenere per s i propri borbottii, e ogni volta che Tanis lo sorprendeva a battere il piede a terra a tempo con la musica, si ostinava a sostenere che la circolazione gli si era fermata e stava soltanto tentando di riattivarla. Alla fiera c'erano circa quaranta o cinquanta venditori, oltre a svariate forme d'intrattenimento che andavano dalle tende in cui si mesceva la birra ai venditori di cibo, dagli orsi che danzavano ai giochi d'azzardo studiati per separare i creduloni dalle loro monete, dagli acrobati che camminavano sul filo ai giocolieri e ai menestrelli. All'interno della fiera i mercanti che erano arrivati per primi avevano gi scaricato le loro merci e disposto i banchi, e adesso erano pronti per l'indomani; prendendosela comoda, riposavano quindi accanto ai loro fuochi, mangiando e bevendo oppure facendo un giro della fiera per vedere chi c'era e chi non c'era, e scambiandosi pettegolezzi e fiasche di vino. Tanis aveva spiegato ai gemelli come trovare il banco di Flint, e qualche ulteriore domanda posta ad altri venditori fu sufficiente a permettere ai due di giungervi senza problemi; al loro arrivo trovarono Kitiara che camminava avanti e indietro davanti al banco, che era chiuso per la notte con le porte sprangate e munite di lucchetto. Dove siete stati? chiese subito Kitiara, in tono irritato, con le mani sui fianchi. Sono ore che vi aspettiamo! Avete ancora intenzione di andare al tempio, suppongo, quindi si pu sapere cosa avete fatto finora?. Eravamo... cominci Caramon.

Raistlin gli assest una gomitata alla base della schiena. Uh... abbiamo fatto un giro per la citt, concluse Caramon, con un rossore colpevole che lo avrebbe tradito se Kitiara non fosse stata troppo assorta per accorgersene. Non ci siamo resi conto di quanto fosse tardi, aggiunse intanto Raistlin, in tutta sincerit. Adesso siete qui ed questo quello che importa, tagli corto Kit. Nella tenda c' un cambio di vestiti per te, fratellino, quindi spicciati a toglierti quella veste. Raistlin trov una camicia e un paio di pantaloni di cuoio che appartenevano a Tanis, entrambi troppo larghi per il suo fisico snello ma accettabili in un'emergenza, anche se dovette assicurarsi i pantaloni intorno alla vita con la cintura di corda della sua veste per evitare che gli scivolassero intorno alle ginocchia; legati dietro la nuca i lunghi capelli, li nascose sotto un cappello floscio che apparteneva a Flint e infine emerse dalla tenda, e venne accolto dalle risa divertite di Caramon e di Kitiara. Abituato com'era alla libert di movimento data dalla veste, i calzoni gli irritavano le gambe, mentre le maniche della camicia continuavano a scivolargli in avanti sulle braccia sottili e il cappello tendeva a scendergli sugli occhi: nel complesso, era soddisfatto del suo travestimento e dubitava che perfino la Vedova Judith lo avrebbe riconosciuto. Avanti, muovetevi, ingiunse quindi Kitiara, avviandosi verso la citt. Siamo gi in ritardo. Ma io non ho ancora mangiato! protest Caramon. Non c' tempo, e comunque meglio che ti abitui a saltare qualche pasto se vuoi diventare un soldato... o forse credi che gli eserciti posino le armi per impugnare la padella?. Caramon inorrid. Aveva sempre saputo che la vita del soldato era pericolosa e quella del mercenario difficile, ma non avrebbe mai immaginato che potessero non dargli da mangiare e d'un tratto la carriera a cui stava guardando con desiderio da quando aveva sei anni perse molto della sua attrattiva. Fermandosi accanto ad un pozzo, lui bevve quindi due tazze d'acqua nella speranza di calmare cos i borbottii dello stomaco. Non mi biasimate se questi rombi spaventeranno i serpenti, comment sottovoce con Raistlin. Dove sono Tanis, Flint e gli altri? chiese Raistlin alla sorella, mentre tornavano verso Haven. Flint andato allo Gnomo Scervellato, la sua birreria preferita, mentre

Sturm ci ha preceduti al tempio perch non sapeva se voi due ci avreste onorati o meno della vostra presenza; quanto al kender svanito, e io dico che meglio cos, replic Kit, come al solito senza fare mistero del fatto che considerava Tasslehoff soltanto una seccatura. Grazie al kender sono riuscita a liberarmi anche di Tanis, che credo sia meglio non ci accompagni. Caramon lanci un'occhiata contrariata al fratello, che si accigli e scosse il capo. Cosa intendi dicendo che ti sei liberata di Tanis? insistette per Caramon, troppo turbato per accettare quel sottile avvertimento. Come hai fatto?. Gli ho detto che un messaggero ci aveva avvertiti che Tasslehoff era stato messo in prigione, spieg Kitiara, scrollando le spalle. Tanis ha promesso alle guardie cittadine di addossarsi la responsabilit del kender, quindi ha dovuto suo malgrado andare a vedere di cosa si trattava. Ecco laggi il tempio... dove brilla quella luce intensa, intervenne Raistlin, indicando, nella speranza che suo fratello cogliesse il suggerimento e lasciasse cadere l'argomento. meglio svoltare in questa strada, aggiunse, accennando alla Via degli Stallieri. Tas in prigione? persistette Caramon. Se non c' ancora ci sar presto rispose Kitiara, con un sorriso ammiccante. Non ho propriamente detto una bugia. Credevo che Tanis ti piacesse, afferm Caramon, a bassa voce. Oh, Caramon, deciditi a crescere! esclam Kit, esasperata. ovvio che mi piace, mi piace pi di qualsiasi altro uomo abbia mai conosciuto, ma questo non vuol dire che voglia averlo intorno ogni minuto di ogni ora di ogni giorno! Inoltre devi ammettere che Tanis tende ad essere un guastafeste. Per esempio, quella volta in cui ho catturato un orchetto vivo avevo deciso di divertirmi un po' a sue spese, ma Tanis ha detto.... Credo che siamo arrivati al tempio, la interruppe Raistlin. Il tempio di Belzor era una grande e imponente costruzione realizzata con il granito estratto dai vicini Monti Kharolis e trascinato fino ad Haven su slitte trainate da buoi, ma essendo stato eretto in fretta non possedeva n grazia n bellezza e si riduceva ad una struttura squadrata, bassa e tozza, sovrastata da una rozza cupola. In esso non c'erano finestre e degli intagli eseguiti con scarsa abilit, raffiguranti delle vipere, adornavano le pareti di granito. Evidentemente l'edificio era studiato per uno scopo prettamente funzionale, e cio per ospitare i preti e le sacerdotesse che servivano

Belzor e per tenere delle cerimonie in onore del loro dio. Circa venti preti erano schierati in doppia fila fuori delle porte del tempio, in modo da incanalare i fedeli e i curiosi verso la porta aperta; i preti tenevano in mano una torcia fiammeggiante e si mostravano cordiali e sorridenti, invitando tutti a venire ad assistere al miracolo di Belzor. Sui lati della soglia erano stati posti sei grandi bracieri di ferro battuto, con le gambe a forma di serpenti intrecciati, e da essi si levavano alte fiamme che scagliavano scintille nel cielo notturno e riempivano l'aria di un fumo dall'odore soffocante. Nell'avvertirlo Kitiara arricci il naso e Caramon toss, assalito dalla sensazione che esso gli serrasse la gola; accanto a lui Raistlin annus l'aria e diede un colpo di tosse. Copritevi il naso e la bocca, presto! intim al fratello e alla sorella. Non respirate questo fumo!. Kitiara si premette subito la mano guantata sul naso e sulla bocca, Raistlin si copr la faccia con la manica della camicia e Caramon armeggi per trovare il fazzoletto soltanto per scoprire che era sparito (sarebbe stato ritrovato il giorno successivo nella tasca di Tasslehoff, che ve lo aveva riposto perch non andasse perduto). Trattenete il fiato! insistette Raistlin, con voce soffocata dalla manica premuta contro la bocca. Caramon prov ad obbedire, ma proprio mentre stava entrando nel tempio, procedendo con lentezza in mezzo alla folla avviata nella stessa direzione, un accolito si serv di un gigantesco ventaglio per spingergli il fumo in faccia, con il risultato che lui sbatt le palpebre, annasp e trasse un enorme respiro. Allontana da noi quella cosa! ingiunse Kitiara, e quando l'accolito non si mosse abbastanza in fretta da soddisfarla gli assest una spinta che per poco non lo gett a terra. Afferrato per una manica Caramon, che stava barcollando come un ubriaco e deviando sulla destra, si mescol quindi in fretta alla folla che entrava nel tempio e accanto a lei Raistlin sgusci fra la calca per non essere separato dal fratello e dalla sorella. Percorso un ampio corridoio, sbucarono in una vasta arena sottostante la cupola, dove una serie di panche di granito formavano un cerchio intorno ad un palcoscenico centrale. Tutt'intorno i preti stavano accompagnando la gente a sedersi, e incitarono i tre fratelli a procedere verso il centro della sala per fare posto agli altri che ancora dovevano entrare.

Ecco Sturm! esclam Kitiara, e senza badare alle istruzioni dei preti scese parecchi gradini in modo da raggiungere il davanti dell'arena. Mi sento terribilmente stanco afferm intanto Caramon, incespicando e portandosi una mano alla testa. La stanza mi gira intorno. Ti avevo detto di non respirare il fumo, ribatt Raistlin, facendo del suo meglio per pilotare lungo i gradini i passi esitanti del fratello. Cos'era quella roba? domand intanto Kitiara, da sopra la spalla. Stanno bruciando semi di papavero, il cui fumo genera una piacevole sensazione di euforia. Trovo interessante notare che a quanto pare Belzor preferisce che i suoi fedeli versino in uno stato di appannamento mentale. In effetti interessante, convenne Kitiara. Cosa ne sar di Caramon? Si riprender?. Con un sorriso sciocco sul volto, Caramon stava intanto canticchiando fra s un motivetto popolare. Gli effetti svaniranno con il tempo, rispose Raistlin, ma per almeno un'ora non possiamo fare affidamento su di lui qualora ci sia da agire in qualche modo. Siediti, fratello mio, questo non n il posto n il luogo per mettersi a danzare. Cosa sta succedendo? domand intanto Kitiara a Sturm, che aveva tenuto liberi per loro alcuni posti nelle file anteriori, proprio davanti all'arena. Nulla d'interessante, rispose lui. Per parlare non c'era bisogno di abbassare la voce perch nella sala regnava un frastuono assordante. Influenzate dal fumo le persone erano euforiche, ridevano e chiamavano gli amici mentre i preti le indirizzavano ai loro posti. Io sono arrivato in anticipo. Si pu sapere cos'hanno tutti? chiese intanto Sturm, guardandosi intorno con disapprovazione. Sembra di essere in una birreria e non in un tempio! aggiunse, scoccando a Caramon un'occhiata carica di rimprovero. Non sono ubriaco! protest questi in tono indignato, scivolando al tempo stesso dalla panca sul pavimento. Massaggiandosi il posteriore si rialz quindi ridacchiando. Si tratta di quei bracieri accesi all'esterno: emettono una specie di fumo velenoso, spieg Kitiara. Tu non lo hai respirato, vero?. Quando sono entrato stavano ancora preparando i fuochi, replic Sturm, scuotendo il capo. Dov' Tanis? Credevo che dovesse venire anche lui.

Il kender si fatto arrestare, rispose Kitiara, scrollando con disinvoltura le spalle, e Tanis dovuto andare a tirarlo fuori di prigione. Sturm assunse un'espressione grave. Anche se era affezionato a Tasslehoff, il vizio che questi aveva di prendere a prestito le cose altrui lo turbava, inducendolo a tenere a Tas interminabili prediche sulla malvagit del furto, citandogli brani del codice di leggi solamniche noto come la Misura. Tas lo ascoltava con estrema seriet, conveniva che rubare era un peccato terribile e aggiungeva di non riuscire a immaginare che sorta di persona potesse portare via ad un'altra ci che per questa era pi prezioso. In genere a questo punto Sturm si accorgeva della sparizione della sua daga o della sacca del denaro o del pane e formaggio che aveva avuto intenzione di mangiare per pranzo, oggetti che venivano invariabilmente ritrovati addosso al kender che aveva approfittato della predica per impossessarsene. Tanis aveva cercato invano di far capire a Sturm che stava sprecando il suo tempo: i kender erano fatti cos fin da quando erano stati creati dalla Gemma Grigia e cambiarli era impossibile. Peraltro l'aspirante cavaliere riteneva che fosse suo dovere cambiare almeno uno di essi, ma finora non aveva avuto molta fortuna. Forse Tanis arriver pi tardi, disse. Gli ho conservato un posto. Incontrando lo sguardo di Raistlin, Kitiara sfoggi il suo sorriso in tralice. Una volta che ebbero preso posto, con Caramon piazzato fra lui e Kitiara in modo da poter essere tenuto sotto controllo, Raistlin fu libero di guardarsi intorno. L'interno del tempio era illuminato in modo molto fioco da quattro bracieri disposti sull'arena centrale, ma quando annus con cautela l'aria per verificare se si avvertisse l'odore che lo aveva inizialmente avvertito della presenza del derivato dell'oppio nel fumo, Raistlin non riscontr nulla d'insolito: a quanto pareva i preti volevano che il loro pubblico fosse rilassato ma non comatoso. La luce dei bracieri metteva in evidenza la grande statua di un serpente dotato di cappuccio che incombeva in fondo all'arena. Si trattava di una statua rozzamente intagliata che se esposta ad una luce diretta sarebbe risultata grottesca e addirittura ridicola, ma che vista in quella tremolante penombra appariva invece imponente, soprattutto grazie agli occhi che erano costituiti da specchi e riflettevano il chiarore dei fuochi: quegli occhi scintillanti davano alla vipera gigantesca un aspetto molto realistico e spaventoso, tanto che fra il pubblico parecchi bambini stavano piangendo e

pi di una donna si lasciava sfuggire un grido nel vedere la statua per la prima volta. Una corda tesa attraverso l'arena proibiva l'accesso e alcuni preti erano di guardia in svariati punti in modo da impedire alla folla di valicare quella barriera; l'unico altro oggetto visibile nel centro dell'arena era una sedia di legno dall'alto schienale. Quel serpente veramente grosso, non trovate anche voi? comment Caramon ad alta voce, fissando la statua con occhi vitrei. Zitto, fratello! ingiunse Raistlin, assestandogli un pizzicotto sul braccio. Taci! borbott dall'altro lato Kitiara, piantando un gomito nelle costole di Caramon. Questi obbed, continuando peraltro a borbottare fra s, e non cre pi problemi fino a quando la testa gli si chin in avanti sull'ampio petto e lui prese a russare; puntellandolo contro il sostegno di granito del sedile alle loro spalle, Kitiara si disinteress allora di lui e concentr la propria attenzione sull'arena. In quel momento le porte esterne si chiusero con uno schianto risonante che colse di sorpresa i membri del pubblico, poi i preti chiesero di fare silenzio e con molto agitarsi, tossire e sussurrare la folla si dispose infine ad aspettare i miracoli che le erano stati promessi. Due suonatori di flauto entrarono nell'arena e cominciarono a suonare una musica lamentosa mentre le porte ai due lati della statua si aprivano e una processione di preti e di sacerdotesse vestiti d'azzurro cielo entrava nell'arena. Ciascuno di essi portava in mano una vipera arrotolata in un cesto e mentre avanzavano Raistlin esamin con attenzione le donne, alla ricerca della Vedova Judith, rimanendo deluso nel non trovarla fra gli altri. Intanto la musica dei flauti si fece pi vivace e le vipere sollevarono la testa, prendendo a dondolarsi all'unisono con il movimento dei loro padroni. Raistlin aveva avuto modo di leggere su uno dei libri del Maestro Theobald un resoconto inerente alla pratica dell'incantamento dei serpenti, sviluppata presso gli elfi che non uccidevano nessuna creatura vivente se potevano farne a meno e che si servivano di questo sistema per liberare i loro giardini da serpenti potenzialmente letali. Secondo il libro, l'incantesimo non era di natura magica ma derivava dal fatto che era possibile far scivolare in trance i serpenti mediante la musica, cosa a cui Raistlin aveva fatto fatica a credere. Adesso per nel vedere come le vipere reagissero ai cambiamenti della musica del flauto lui

cominci a pensare che in quelle teorie ci potesse essere qualcosa di vero. Il pubblico era senza dubbio impressionato. Molta gente stava sussultando per la meraviglia e per l'orrore, le donne si stavano raccogliendo le gonne intorno alle caviglie per poi tirare in grembo i bambini e gli uomini borbottavano nell'impugnare il coltello. I preti invece apparivano sereni e tranquilli, e una volta conclusa la loro danza in onore della statua posarono i cesti contenenti i serpenti sul pavimento dell'arena, dove le vipere rimasero ciascuna all'interno del proprio cestino, dondolando la testa con fare assonnato mentre le persone sedute nelle prime file le tenevano d'occhio con aria guardinga. I preti e le sacerdotesse si disposero quindi in semicerchio intorno alla statua e presero a intonare un canto, guidati da un uomo di mezz'et dalla lunga barba nera striata di bianco che indossava una veste di colore pi scuro e di stoffa pi pregiata rispetto agli altri e portava al collo una catena d'oro da cui pendeva l'immagine di una vipera; voci sussurrate che circolavano fra gli spettatori affermarono che quello era il Sommo Sacerdote di Belzor. L'uomo aveva un'espressione serena e piacevole, ma Raistlin not che i suoi occhi erano molto simili a quelli della statua e riflettevano la luce senza emetterne di propria; il canto, che aveva un ritmo sonnolento e monotono, infranto a tratti da grida sonore che non seguivano uno schema preciso e che parevano avere la funzione di svegliare quanti fra il pubblico si erano intanto assopiti, si protrasse cos tanto che smise di essere soltanto fastidioso per diventare addirittura irritante e da far tendere i nervi. intollerabile, borbott Sturm. Raistlin si trov d'accordo con lui perch fra il rumore echeggiante, il fumo prodotto dai fuochi che ardevano nei bracieri e la puzza generata da parecchie centinaia di persone accalcate in una singola stanza priva di finestre, respirare stava diventando sempre pi faticoso. Adesso aveva la testa che doleva e la gola che bruciava, e non sapeva per quanto tempo sarebbe ancora riuscito a resistere, per cui si augur che quella sorta di spettacolo finisse presto perch cominciava a temere di potersi sentire male e di essere costretto ad andarsene senza aver trovato Judith o aver assistito a questi supposti miracoli. Il canto cess improvvisamente e dal pubblico si lev un sospiro corale, anche se non era possibile capire se fosse di reverenza o di sollievo. Nello stesso momento una porta nascosta che si trovava vicino alla statua si apr e una donna entr nell'arena.

Protendendosi in avanti Raistlin fiss con attenzione la nuova venuta: sebbene fossero passati molti anni dall'ultima volta che l'aveva vista la riconobbe immediatamente, per volle essere del tutto certo e afferr quindi Caramon per un braccio, scuotendolo fino a svegliarlo. Eh? balbett Caramon, guardandosi intorno con aria stordita, poi mise a fuoco lo sguardo e di colpo si raddrizz sulla persona con gli occhi fissi sulla sacerdotessa che era appena entrata... e dalla rigidit che pervadeva ora il corpo del suo gemello Raistlin comprese che anche lui l'aveva riconosciuta. La Vedova Judith! esclam Caramon, con voce rauca. lei? domand Kitiara. Ne sei certo? Io l'ho vista una volta soltanto. improbabile che la possa mai dimenticare, replic Caramon, cupo. Anch'io l'ho riconosciuta, intervenne Sturm. Quella la donna che noi conoscevamo come la Vedova Judith. Sfoggiando un sorriso compiaciuto, Kitiara incroci le braccia sul petto e si appoggi comodamente all'indietro con una gamba piegata e appoggiata sull'altro ginocchio, concentrando la propria attenzione esclusivamente sulla sacerdotessa. Raistlin dal canto suo stava a sua volta osservando attentamente Judith, anche se rivederla aveva fatto riaffiorare nel suo animo ricordi dolorosi. Ci che stava aspettando era di vederle compiere un miracolo. La Somma Sacerdotessa indossava una veste azzurro cielo uguale a quella degli altri fedeli di Belzor tranne che per due particolari: il bordo era ricamato in filo dorato e mentre le altre vesti avevano le maniche molto aderenti la sua aveva maniche voluminose che quando lei allarg le braccia fluttuarono in maniera tale da conferirle un aspetto strano e ultraterreno, cosa accentuata ulteriormente dalla sua carnagione estremamente pallida che Raistlin sospett essere dovuta ad un abile uso del gesso. Judith si era inoltre scurita le palpebre con il kohl e aveva sfregato della polvere di corallo sulle labbra per renderle pi evidenti alla luce tremolante dei fuochi. I suoi capelli erano raccolti sulla nuca in un nodo tanto stretto da tendere la pelle sugli zigomi, cancellando cos parecchie rughe e facendola apparire pi giovane di quanto non fosse. Nel complesso costituiva uno spettacolo impressionante, che il pubblico saturato dal fumo oppiato apprezz a fondo, come dimostrarono i mormorii di ammirazione e di reverenza che aleggiarono per l'arena.

Quando Judith sollev le braccia per chiedere silenzio il pubblico obbed e sul tempio cadde una quiete cos totale che non si sentiva neppure un colpo di tosse o un bambino che piangeva. I supplici che sono stati ritenuti degni possono venire avanti per parlare con coloro che sono passati oltre, inton il Sommo Sacerdote, che aveva una voce stranamente acuta per un uomo della sua mole. Otto persone che si trovavano in una sorta di recinto da un lato dell'arena scesero le scale in fila per una precedute dai preti; neppure ai supplici venne per permesso di addentrarsi nell'arena e fu loro imposto di fermarsi prima delle corde che la recintavano. Sei erano donne di mezz'et che portavano neri abiti da lutto e che sfoggiarono un'aria compiaciuta e piena d'importanza nell'entrare al seguito dei preti; la settima era una giovane donna non molto pi matura di Raistlin che appariva pallida e consumata, e che a tratti si portava le mani agli occhi. Anche lei era vestita a lutto e il suo dolore era palesemente recente. L'ultimo supplice era uno stolido contadino sulla quarantina, che rimase del tutto immobile con lo sguardo fisso davanti a s e il volto composto in modo da non tradire nessuna emozione; non essendo vestito a lutto, quell'uomo appariva del tutto fuori posto accanto alle sette donne. Venite avanti e presentate la vostra richiesta. Cosa volete domandare a Belzor? inton il Sommo Sacerdote. Accompagnata da un prete la prima donna venne avanti e si arrest di fronte alla Somma Sacerdotessa, formulando la sua richiesta: voleva parlare con il suo defunto marito, Arginon. Voglio essere certa che indossi la maglia di flanella per proteggersi dal freddo, afferm la donna. quella che gli ho fatto io. La Somma Sacerdotessa Judith l'ascolt attentamente e quando lei ebbe finito di parlare le rivolse un cortese inchino. Belzor prender in considerazione la tua richiesta, disse soltanto. Venne il turno della donna successiva che, come la precedente e le quattro che la seguirono, voleva a sua volta parlare con il defunto marito. La Somma Sacerdotessa si mostr cortese con ciascuna delle supplici, promettendo che Belzor le stava ascoltando. I preti scortarono quindi nell'arena la giovane donna, che congiunse le mani e fiss con estrema seriet la Somma Sacerdotessa. La mia bambina morta di... di una febbre. Aveva cinque anni e aveva tanta paura del buio! Voglio essere certa... che non ci sia il buio... dove lei si trova... balbett la povera madre, chinando il capo e scoppiando in

singhiozzi. Povera ragazza, mormor Caramon. Raistlin non replic perch aveva visto Judith accigliarsi leggermente e comprimere le labbra in quel teso e severo sorriso che ricordava molto bene. Usando un tono alquanto pi freddo di quello che aveva impiegato con le altre donne, la Somma Sacerdotessa promise che Belzor si sarebbe occupato della cosa, poi la giovane donna venne accompagnata al suo posto e giunse il turno del fattore. Questi si mostr nervoso ma deciso: serrando le mani, si schiar la gola e con voce sonora, parlando molto in fretta senza pause per prendere fiato e senza soste di punteggiatura, espose il suo caso. Mio padre morto sei mesi fa noi sappiamo che aveva del denaro quando morto perch ne ha parlato quando ha avuto l'attacco che lo ha ucciso deve averlo nascosto ma nessuno di noi riuscito a trovarlo quello che vogliamo sapere dove si trova il denaro grazie. Con un breve cenno del capo il fattore torn al suo posto, quasi calpestando il prete che si era avvicinato per accompagnarlo. Il suo comportamento dest dei mormorii fra il pubblico, dove qualcuno rise e venne immediatamente zittito. Sono stupito che gli sia stato permesso di presentare una cos ignobile richiesta, mormor Sturm. Al contrario, replic Raistlin. Immagino che Belzor guarder al suo caso con un occhio di favore, ribatt Raistlin. Sturm si mostr sconvolto e si torment i lunghi baffi scuotendo il capo. Aspetta e vedrai, consigli Raistlin. Intanto la Somma Sacerdotessa aveva sollevato nuovamente le braccia per imporre il silenzio e il pubblico trattenne il fiato, pieno di eccitazione e di aspettativa: fra i presenti i pi avevano gi assistito molte altre volte a questo spettacolo, che era il motivo della loro presenza l. Abbassando le braccia con un gesto improvviso e drammatico che fece ricadere le ampie maniche sulle mani, nascondendole alla vista, la Somma Sacerdotessa prese a cantilenate un'invocazione a Belzor con la testa inclinata da un lato, gli occhi chiusi e le labbra che si muovevano in una silenziosa preghiera. E la statua si mosse. Poich la sua attenzione era concentrata su Judith, Raistlin recep il movimento soltanto con la coda dell'occhio e subito spost lo sguardo

sulla statua, dando al tempo stesso di gomito al fratello per indurlo a guardare a sua volta. Eh? esclam Caramon, con un violento sussulto. La rozza statua di pietra della vipera pareva essersi animata e si stava agitando e contorcendo, anche se nel fissarla con occhi socchiusi Raistlin ebbe l'impressione che non fosse veramente la statua in se stessa a muoversi. come un'ombra, mormor fra s. come se l'ombra del serpente avesse preso vita, e mi chiedo.... Avete visto? esclam Caramon, sussultando meravigliato. viva! Kit, hai visto? Sturm? La statua viva!. La forma d'ombra del serpente, con il cappuccio dilatato, scivol in avanti attraverso l'arena. La vipera era enorme, con la testa oscillante che sfiorava le travi del soffitto e con la lingua biforcuta che saettava di continuo fuori delle fauci mentre strisciava verso la Somma Sacerdotessa. Fra il pubblico le donne urlarono, i bambini stridettero e gli uomini gridarono rauchi avvertimenti. Non abbiate paura! esclam per la Somma Sacerdotessa, sollevando le mani con il palmo proteso verso l'esterno per tranquillizzare i fedeli. Quello che vedete lo spirito di Belzor e lui non far del male ai giusti. Viene a portarci notizie dall'Oltre. Il serpente si arrest alle spalle di Judith e prese a far oscillare benevolmente sopra di lei la testa incappucciata, fissando al tempo stesso la folla con occhi scintillanti. Nel guardare verso i preti e le sacerdotesse che si trovavano nell'arena, Raistlin constat che alcuni, soprattutto i pi giovani, stavano contemplando il serpente con meraviglia e con fede assoluta, condivisa dal pubblico che stava assaporando a fondo quel miracolo. Sconcertata, Kitiara era suo malgrado impressionata da quanto stava vedendo e Caramon stava sviluppando in fretta una fede cieca: a quanto pareva soltanto Sturm era ancora dubbioso, ma del resto ci sarebbe voluto pi di una statua che si animava per sloggiare Paladine dal suo animo. Judith intanto sollev la testa con un'espressione estatica sul volto, rovesci gli occhi all'indietro nelle orbite e socchiuse le labbra, mentre un velo di sudore le appariva sulla fronte. Belzor chiama Obadiah Miller!. La vedova del defunto Miller venne avanti con aria nervosa e con le mani serrate mentre Judith chiudeva gli occhi, barcollava leggermente e prendeva a ondeggiare secondo lo stesso ritmo del serpente.

Puoi parlare a tuo marito, disse alla donna. Obadiah, sei felice? chiese la vedova. Molto felice, Allodola rispose Judith, con voce alterata, profonda e grave. Allodola! esclam la vedova, serrandosi le mani al seno. Era il soprannome che usava per me! davvero Obadiah!. Mia cara, continu intanto il defunto Obadiah, mi farebbe molto piacere se tu elargissi una parte del denaro che ti ho lasciato al Tempio di Belzor!. Lo far, Obadiah, lo far!. La vedova avrebbe voluto parlare pi a lungo con il marito, ma i preti la sospinsero con gentilezza al suo posto in modo da permettere alla vedova successiva di farsi avanti. La seconda donna salut il defunto marito e chiese se l'anno successivo avrebbero dovuto piantare cavoli oppure seminare rape nel tratto di terra che si stendeva sul pendio soleggiato. Parlando tramite Judith il defunto opt per i cavoli e aggiunse che gli avrebbe fatto molto piacere se una porzione di tutti i loro prodotti fosse stata elargita al Tempio di Belzor. Nel sentire quelle parole, Kitiara si raddrizz di scatto e scocc un'occhiata interrogativa a Raistlin, che incontr il suo sguardo e annu una volta in maniera quasi impercettibile. Kitiara inarc allora le sopracciglia in una silenziosa domanda e Raistlin scosse il capo perch non era ancora giunto il momento di agire. Soddisfatta, Kitiara torn a rilassarsi e il sorriso compiaciuto le riaffior sulle labbra. Una per volta anche le altre vedove parlarono con i loro cari defunti e ogni volta il marito cos evocato riusc a dire qualcosa che soltanto la moglie poteva sapere, concludendo immancabilmente con una richiesta di denaro a favore di Belzor, che le vedove promisero di elargire nell'asciugarsi dal volto lacrime di gioia. Judith chiese quindi al fattore che cercava l'eredit perduta di farsi avanti. Segu un dialogo fra padre e figlio relativo alle devastazioni portate dai vermi delle patate, una conversazione che Belzor, che parlava per il tramite di Judith... parve trovare tediosa; appena possibile, la Somma Sacerdotessa pass all'argomento del denaro nascosto. Ho detto a Belzor dove trovare il denaro, afferm il defunto fattore, parlando per bocca di Judith. Non intendo rivelare ad alta voce il suo nascondiglio per timore che qualche persona disonesta ne approfitti mentre

sei lontano da casa. Torna domani con un'offerta per il tempio e riceverai l'informazione che cerchi. Il fattore chin il capo diverse volte, grato come se Belzor gli avesse consegnato sul posto una cassa piena di monete d'acciaio. Infine giunse il turno della madre a cui era morta la bambina. Rammentando l'espressione minacciosa apparsa sul volto della Somma Sacerdotessa, Raistlin s'irrigid: non riusciva infatti a immaginare che Belzor potesse ricavare offerte consistenti da quella poveretta che aveva gli abiti logori, le scarpe che dovevano essere state scartate da qualcun altro perch non le calzavano bene e la testa coperta da uno scialle sbrindellato. La sua persona e gli abiti erano per puliti, i capelli erano ben pettinati e in passato lei doveva essere stata graziosa, come sarebbe tornata ad esserlo quanto il tempo avesse smussato gli aspri angoli del suo dolore. La testa di Judith dondol di qua e di l, e quando lei riprese a parlare lo fece con la voce acuta di una bambina, palesemente terrorizzata. Mamma! Mamma! Dove sei? Mamma, ho paura! Aiutami, mamma! Perch non vieni da me?. La mamma qui, Mia, piccolina! esclam la donna, rabbrividendo e protendendo le braccia. La mamma qui! Non avere paura!. Mamma! Mamma! Non riesco a vederti! Mamma, delle bestie terribili stanno venendo a prendermi! I ragni, mamma, e i topi! Mamma, aiutami!. La mia bambina! grid la donna, cercando di precipitarsi nell'arena, e quando i preti la trattennero prese a implorare: Lasciatemi andare da lei! Cosa le sta succedendo? Dov'?. Mamma! Perch non mi aiuti?. Lo far! promise la madre, torcendosi le mani per poi serrarle strettamente. Dimmi come!. Il padre della bambina un elfo, vero? domand Judith, che ora stava parlando con la sua voce e non con quella di una bambina. Lui... lo in parte, balbett la giovane donna, sorpresa e guardinga. Il suo bisnonno era un elfo. Perch? Cosa c'entra questo?. Belzor non guarda con favore ai matrimoni fra gli umani e persone di razze inferiori. Tali matrimoni sono un complotto degli elfi per indebolire l'umanit in modo che cada un giorno sotto il loro dominio. Dal pubblico si levarono mormorii di approvazione e molti presero ad annuire. La tua bambina maledetta a causa del suo sangue elfico, continu intanto Judith, e per questo dovr vivere in eterno nell'oscurit e nei

tormenti. Che follia questa? sbott Sturm, con voce bassa e irosa, inducendo parecchi fra quanti lo sentirono a scoccargli occhiate in tralice. Una follia pericolosa, rispose Raistlin, serrando la mano intorno al polso dell'amico. Taci, Sturm, non dire pi nulla. Non ancora il momento. Tu e tuo marito non siete graditi qui ad Haven, prosegu intanto Judith. Andatevene subito, prima che vi accada qualcosa di peggio!. Ma dove andremo? Cosa faremo? La terra tutto quello che abbiamo ed poca cosa! E la mia bambina... che ne sar della mia povera bambina?. Belzor ha piet di te, sorella, replic Judith, in tono ora pi dolce. Donate la vostra terra al tempio e forse Belzor si sentir indotto a liberare la tua bambina dall'oscurit per portarla nella luce. Judith abbass quindi la testa sul petto e lasci ricadere le braccia lungo i fianchi, chiudendo gli occhi. Alle sue spalle la sagoma ombrosa della vipera indietreggi fino a fondersi con la statua e a svanire, poi Judith risollev il capo e si guard intorno come se non avesse idea di dove fosse o di cosa fosse successo, e il Sommo Sacerdote si affrett a sostenerla prendendola per un braccio mentre lei contemplava il pubblico con un sorriso beato sulle labbra. L'udienza presso Belzor conclusa, dichiar allora il Sommo Sacerdote. I preti e le sacerdotesse raccolsero i cestini contenenti le vipere incantate, formarono una processione e girarono per tre volte in cerchio intorno all'arena invocando il nome di Belzor prima di andarsene attraverso la porta adiacente la statua. Nel frattempo alcuni accoliti presero a circolare fra la folla, accettando con grazia tutte le offerte fatte nel nome di Belzor e con la sua benedizione, e il Sommo Sacerdote accompagn Judith alla porta principale del tempio, dove lei salut i fedeli che imploravano la sua benedizione e gettavano al tempo stesso monete d'acciaio in un grande cesto posato ai suoi piedi. Vicino all'arena era rimasta soltanto la povera madre affranta e sola. Abbiate piet della mia povera bambina! implor la donna, aggrappandosi ad uno degli accoliti. Non ha colpa del sangue che le scorre nelle vene. Hai sentito la volont di Belzor, donna, ribatt freddamente l'accolito, liberandosi dalla sua stretta. Sei fortunata che il nostro dio sia cos

misericordioso: quello che chiede per liberate la tua bambina dal tormento eterno un piccolo prezzo. La giovane madre si nascose il volto fra le mani. Dov' andato il serpente? chiese intanto Caramon, alzandosi in piedi con mosse incerte. Afferrandolo saldamente, Raistlin lo trattenne dall'addentrarsi nell'arena alla ricerca della vipera gigantesca. Kitiara, Sturm, riportate Caramon alla fiera e mettetelo a letto,ordin. Io vi raggiunger l. Non voglio credere in questo miracolo, ma non posso neppure spiegarlo, afferm Sturm, fissando la statua. Io posso spiegarlo ma non ne ho l'intenzione, ribatt Raistlin. Non ora. Cosa vuoi fare? chiese Kitiara, afferrando il barcollante Caramon per il dietro della camicia. Vi raggiunger pi tardi, si limit a rispondere Raistlin, e si allontan prima che Kitiara potesse insistere per accompagnarlo. Facendosi largo fra gli accoliti che circolavano ancora con i loro cesti, scese verso l'arena dov'era ferma la madre della bambina morta, isolata da tutto e da tutti. Nel passarle accanto un uomo le diede una spinta, definendola una sgualdrina elfica, mentre una donna le si avvicin e le disse con voce stentorea che era un bene che la sua bambina fosse morta, perch sarebbe stata soltanto un mostro dagli orecchi a punta. Vedendo la povera madre ritrarsi da quelle parole come da colpi crudeli, Raistlin sent insorgere dentro di s un'ira alimentata dal ricordo di parole che gli erano state gridate contro tanto tempo prima, parole che i deboli usavano per infierire su chi era pi debole di loro, e nelle fiamme roventi di quell'ira un'idea prese forma a poco a poco, emergendone come una lama d'acciaio incandescente e pronta ad essere forgiata. Nel tempo che impieg a muovere tre passi lui elabor nella mente il piano che avrebbe usato per portare alla rovina la Somma Sacerdotessa Judith e per screditare tutti i falsi preti di Belzor, causando la caduta di quel falso dio. Avvicinandosi alla sventurata madre protese quindi una mano per trattenerla: il suo tocco fu gentile, lui sapeva essere molto delicato, quando lo voleva, ma la donna rabbrivid comunque sotto di esso per la paura e lo fiss con occhi colmi di panico. Lasciami stare! implor. Ti prego, ho gi sofferto abbastanza!. Io non sono uno dei tuoi tormentatori, signora, replic Raistlin,

ricorrendo al tono calmo e sommesso che usava di solito per rilassare i malati; nel serrare la mano intorno a quella della donna si accorse che lei stava tremando e prese ad accarezzarla per calmarla mentre si protendeva in avanti e sussurrava: Belzor una frode, un inganno. La tua bambina in pace e sta dormendo serena, come se tu stessa l'avessi cullata fino a farla assopire. L'ho cullata, l'ho tenuta stretta e alla fine era serena, come tu hai detto, rispose la donna, con occhi colmi di lacrime. "Adesso mi sento meglio, mamma", ha sussurrato, e ha chiuso gli occhi. Io voglio crederti, continu, aggrappandosi freneticamente a Raistlin, ma come posso farlo? Che prova mi puoi dare?. Torna al tempio domani notte. Tornare qui? ripet la donna, scuotendo il capo. Devi farlo, ribad Raistlin, in tono deciso. Domani ti dimostrer che quanto ho detto la verit. Ti credo e mi fido di te, replic lei, con un pallido sorriso. Verr. Raistlin si gir a guardare verso l'arena e verso la lunga fila di fedeli adoranti che circondava Judith, mentre la luce dei bracieri si rifletteva sulle monete ammucchiate nei cesti e sulle altre che continuavano ad affluirvi: quella notte Belzor aveva curato bene i suoi interessi. Uno degli accoliti si avvicin a Raistlin e fece tintinnare il proprio cesto con aria speranzosa. Spero di vederti alla cerimonia di domani notte, fratello, disse. Ci puoi contare, rispose Raistlin. CAPITOLO TREDICESIMO Nel tornare alla fiera, Raistlin esamin mentalmente il suo piano. Il fuoco presente nella sua anima aveva divampato intenso come quello di una fucina ma le fiamme si erano spente in fretta a contatto con l'aria fredda della notte e lui cominciava gi ad essere tormentato dai dubbi e a rimpiangere la promessa che aveva fatto a quella povera madre: se avesse fallito sarebbe diventato la barzelletta di tutto Haven. Affrontare vergogna e derisione gli riusciva molto pi difficile che sopportare qualsiasi punizione fisica, e nell'immaginare la folla che rideva divertita mentre il Sommo Sacerdote celava un compiaciuto sorriso di compassione e la Somma Sacerdotessa Judith contemplava in trionfo la sua umiliazione lui quasi si contorse per l'angoscia e cominci a pensare ad

una serie di scuse. L'indomani non sarebbe andato al tempio sostenendo di non sentirsi bene: la giovane madre sarebbe rimasta delusa e se ne sarebbe andata in preda ad un'acuta infelicit, ma non sarebbe stata in condizioni peggiori di quelle in cui versava attualmente. La cosa pi giusta e corretta da fare sarebbe stata riferire ogni cosa al Conclave dei Maghi, perch loro erano le persone pi adatte a occuparsi di questa faccenda, mentre lui era troppo giovane e inesperto... Ma se avesse avuto successo sarebbe stato un trionfo, perch avrebbe posto fine alle sofferenze di quella madre e al tempo stesso si sarebbe distinto per il suo talento. Di certo avrebbe fatto un'altra impressione se nel riferire il problema al Conclave avesse anche precisato con debita modestia di averlo gi risolto. Il grande Par-Salian, che senza dubbio finora non aveva mai sentito parlare di lui, si sarebbe accorto dell'esistenza di Raistlin Majere... un pensiero che gli fece correre un brivido per tutto il corpo. Forse lo avrebbero invitato ad assistere ad una riunione del Conclave! Con un'azione del genere avrebbe potuto dimostrare agli altri e a se stesso che era capace di usare potenti magie in situazioni di crisi, e di certo lo avrebbero ricompensato... un premio che valeva qualche rischio. Inoltre, adempirei alla mia promessa ai tre di che in passato si sono interessati a me. Se non posso dimostrare agli altri la loro esistenza posso almeno infrangere l'immagine di questo falso dio che sta tentando di usurpare il loro posto. In questo modo attirer anche la loro attenzione e il loro favore, aggiunse fra s. Riesamin quindi nella mente il proprio piano, questa volta con impazienza ed entusiasmo, cercando eventuali pecche, ma la sola che riusc a trovare risiedeva in lui stesso: era abbastanza forte, abile e coraggioso? Purtroppo nessuna di quelle domande avrebbe trovato risposta fino a quando non fosse giunto il momento di agire. I suoi amici lo avrebbero aiutato? Oppure Tanis, che era nominalmente il loro capo, gli avrebbe perfino negato il permesso di tentare di mettere in atto il suo piano? Mi aiuteranno, se li avviciner nel modo giusto, decise. Trov gli altri raccolti intorno al fuoco da campo che avevano acceso nel retro della bancarella di Flint. Tanis e Kit sedevano fianco a fianco, segno evidente che il mezzelfo non aveva scoperto l'inganno di Kitiara; Caramon era accasciato su un tronco con la testa fra le mani, Flint era un po' alticcio perch era appena tornato da una taverna dove si era imbattuto in alcuni nani delle colline che

provenivano dai Monti Kharolis e che, pur non appartenendo al suo clan, erano passati vicino alla sua antica patria ed erano stati felici di condividere con lui birra e pettegolezzi. Quanto a Tasslehoff, era accoccolato accanto al fuoco, intento ad arrostire castagne in una padella. Sei tornato, comment Kitiara, quando Raistlin arriv. Cominciavamo a preoccuparci e stavo per mandare Tanis a cercarti, anche se gi dovuto andare a salvare il kender. Approfittando di un momento in cui Tanis non stava guardando Kitiara fece seguire a quelle parole una strizzata d'occhio che Raistlin comprese alla perfezione e che anche Caramon parve comprendere, dato che sollev la testa per fissare con aria accigliata il gemello prima di tornare ad abbandonarla fra le mani. La testa mi fa male, si lament. Tanis spieg intanto che aveva trovato Tasslehoff e altri venti kender incarcerati nelle prigioni di Haven, aveva pagato la multa inflitta a quanti "consapevolmente e volontariamente frequentavano dei kender" e aveva riportato a forza Tas alla fiera, confidando che l'indomani essa avrebbe offerto distrazioni sufficienti a tenerlo lontano dalla citt vera e propria. Tasslehoff era molto dispiaciuto di non aver potuto partecipare alla loro avventura serale, ed era incantato soprattutto dal serpente gigantesco e dal fumo intossicante; al contrario, la prigione di Haven era risultata per lui una delusione. Era sporca, Raistlin, e c'erano i topi! Riesci a crederci? I topi! Per una manciata di topi mi sono perso un serpente gigante e fumi intossicanti. La vita davvero ingiusta!. Tas per non riusciva a rimanere infelice a lungo e dopo aver riflettuto che non poteva trovarsi in due posti contemporaneamente (soltanto zio Trapspringer una volta ci era riuscito) fin per rasserenarsi. Dimenticandosi delle castagne (che di l a poco bruciarono in maniera irreparabile), prese quindi a vagliare tutti i suoi nuovi averi e infine, spossato da quella giornata eccitante, si addorment con la testa appoggiata su una delle sue sacche. Nel sentire la storia relativa a Belzor, Flint scosse il capo e si accarezz la lunga barba dichiarandosi tutt'altro che sorpreso: non si era mai aspettato nulla di meglio dagli umani, naturalmente a esclusione dei presenti. Kit la ritenne una battuta divertente. Avresti dovuto vedere Caramon, raccont ridendo. Barcollava come

un grosso orso ubriaco. Gemendo, Caramon si alz in piedi con mosse incerte, borbott qualcosa sul fatto che si stava sentendo male e si allontan in direzione delle latrine degli uomini. Questi seguaci di Belzor non mi piacciono, dichiar Sturm, accigliandosi di fronte al tono per lui troppo scherzoso di Kitiara, ma devo ammettere che nell'arena abbiamo visto compiere un miracolo. Quale altra spiegazione ci pu essere se non che Belzor un dio e che i suoi preti hanno poteri miracolosi?. Posso darti io una spiegazione, replic Raistlin. La magia. La magia?. Lo sapevo, comment Flint, mentre Kitiara scoppiava a ridere e Sturm assumeva un'aria di disapprovazione. Ne sei certo, Raistlin? chiese Tanis. S, perch ho familiarit con l'incantesimo che quella donna usa, rispose Raistlin. Perdonami, Raistlin, obiett Tanis, in apparenza dubbioso, non voglio certo contestare le tue conoscenze, ma tu sei soltanto un novizio. E come tale sono in grado soltanto di lavare il pitale del mio maestro? questo che stai dicendo, Tanis?. Non intendevo.... So cosa intendevi, tagli corto Raistlin, accantonando quelle scuse con un cenno irritato della mano, e non m'importa di cosa pensate di me e del mio talento. Ho altre prove che quanto ho detto vero, ma evidente che a Tanis non interessa sentire di cosa si tratta. Io voglio sentire, dichiar Caramon, che era tornato dal suo breve giro alle latrine e pareva sentirsi meglio. Dicci di cosa si tratta, rincar Kitiara, i cui occhi neri scintillavano alla luce del fuoco. S, ragazzo, sentiamo quali sono queste prove, annu Flint. Bada, io ho sempre saputo che si trattava di magia. Portami una coperta, fratello mio, ordin Raistlin, altrimenti mi ammaler di certo, seduto su questo terreno umido. Una volta che fu comodamente seduto accanto al fuoco su una coperta, intento a sorseggiare un bicchiere di vino caldo speziato che Kitiara gli aveva preparato, espose quindi il suo ragionamento. Ho avuto il primo sospetto che ci fosse qualcosa che non quadrava quando ho sentito che i preti non permettevano a nessun mago di entrare

nel tempio e che stavano addirittura perseguitando l'unico mago che vive ad Haven, una Veste Rossa di nome Lemuel che Caramon e io abbiamo conosciuto questo pomeriggio e che loro hanno spaventato al punto da indurlo ad abbandonare la citt e la casa in cui nato. In aggiunta a tutto questo, i preti non permettono a nessun mago di entrare nel tempio soprattutto quando viene compiuto il "miracolo"... perch? Perch qualsiasi mago, perfino un novizio quale io sono, concluse in tono acido, saprebbe riconoscere l'incantesimo usato da Judith. Perch hanno costretto quel tuo amico, quel Lemuel, a chiudere la sua bottega di articoli per maghi? domand Caramon. Che danno poteva recare loro?. Chiudere la bottega di Lemuel significa garantire che i maghi che la frequentavano, e che potrebbero denunciare Judith quale impostora, non avranno pi motivo di venire ad Haven. Una volta che Lemuel avr lasciato la citt i preti si riterranno al sicuro. In tal caso, fratellino, perch quel prete ti ha invitato a recarti al tempio? obiett Kitiara. Per essere certo che non sarei diventato un problema replic Raistlin. Se ben ricordi, ha detto che non mi sarebbe stato permesso di entrare per assistere al miracolo, e senza dubbio se avessi fatto come mi era stato chiesto al mio arrivo sarei stato incitato a rinunciare alla magia per abbracciare la fede di Belzor. A me piacerebbe abbracciare lui, comment Caramon, flettendo le grosse mani. Ho i peggiori postumi di sbornia che abbia mai patito in vita mia senza aver toccato una sola goccia di birra. Come ha detto il kender, la vita ingiusta. Ma cosa mi dici di quelle persone che hanno parlato con Belzor? chiese Sturm, difendendo la tesi del miracolo. Come faceva la Vedova Judith a sapere certe cose sul loro conto, come per esempio il soprannome che un marito dava alla moglie o dove il padre del fattore ha nascosto il suo denaro?. Ricorda che le persone che si sono presentate davanti a Belzor sono state scelte una per una, replic Raistlin. Probabilmente Judith ha parlato in precedenza con loro, e mediante abili domande ha senza dubbio ottenuto informazioni sul conto del marito e della famiglia senza che esse si rendessero neppure conto di fornirle. Quanto al fattore e al tesoro nascosto, non gli hanno detto apertamente dove trovare i soldi. Quando si presenter al tempio con l'offerta gli diranno di cercare sotto il materasso e

se il tesoro non dovesse essere l dichiareranno che lui non ha avuto fede in Belzor e che se porter un'altra offerta gli indicheranno un posto diverso dove cercare. C' per una cosa che non capisco, interloqu Flint, con aria riflessiva. Se questa vedova una maga, perch ha fatto amicizia con tua madre per poi denunciarla pubblicamente durante il funerale di tuo padre?. In un primo tempo la cosa ha sconcertato anche me, ammise Raistlin, ma poi ho capito che aveva senso. Judith stava cercando di introdurre a Solace il culto di Belzor, e il suo primo atto all'arrivo in citt deve essere stato quello di cercare eventuali maghi che potessero risultare una minaccia. Mia madre aveva una certa reputazione come veggente ed era quindi la scelta pi ovvia. Per tutto il tempo che ha trascorso nella nostra citt Judith ha cercato di crearsi un seguito di fedeli. A quel tempo non eseguiva i suoi "miracoli", forse perch non aveva ancora padronanza della tecnica necessaria o forse perch stava aspettando di avere una sede e un pubblico adatti. Prima per che potesse portare avanti i suoi piani, tu e Tanis li avete stroncati sul nascere: al funerale di mio padre lei si resa conto che la gente di Solace non sarebbe caduta facilmente vittima dei suoi giochetti. Quanto a ci che abbiamo visto stanotte, Judith e il Sommo Sacerdote, che deve essere il suo complice in questo imbroglio, sfruttano i lati peggiori del carattere delle persone: paura, pregiudizio e avidit... mentre gli abitanti di Solace tendono ad avere meno paura degli stranieri e ad essere pi aperti nell'accettare gli altri per il semplice fatto che la loro citt sorge ad un crocevia. Questa vedova sta portando avanti un brutto gioco, sottraendo alla gente il poco che ha, comment Flint, cupo, assumendo un aspetto piuttosto feroce con le sopracciglia irte per l'ira. Per non parlare del modo in cui ha tormentato quella povera ragazza che ha perso la sua bambina. un brutto gioco, convenne Raistlin, ma io credo che noi vi possiamo mettere fine. Io ci sto, dichiar subito Kitiara. Anch'io, aggiunse prontamente Caramon, anche se questo era scontato. Se il suo gemello avesse proposto di avviare una spedizione per cercare la Gemma Grigia di Gargath, Caramon avrebbe cominciato a fare i bagagli. Se questi "miracoli" in realt non sono altro che i subdoli trucchi di una maga, allora mio dovere smascherarla, afferm Sturm.

Raistlin sfoggi un cupo sorriso e si trattenne dal rispondere in modo tagliente perch aveva bisogno dell'aspirante cavaliere. Non mi dispiacerebbe procurare un occhio nero a quella vedova, riflett Flint. Tu cosa ne dici, Tanis?. Voglio prima sentire il piano di Raistlin, rispose il mezzelfo, con la consueta cautela. Attaccare la fede delle persone pericoloso, pi che aggredirle fisicamente. Sono anch'io dei vostri, intervenne Tasslehoff, sollevandosi a sedere e sfregandosi gli occhi. Cosa dobbiamo fare?. Qualsiasi cosa sia non abbiamo bisogno di un kender, quindi toma a dormire, ribatt Flint, in tono brusco. Anzi, meglio ancora, perch non torni alla prigione e spieghi alle guardie come dovrebbero gestirla?. Oh, l'ho gi fatto, rispose Tas, che si stava svegliando del tutto nell'avvertire l'eccitazione presente nell'aria. Sono state estremamente scortesi perfino quando ho offerto loro i miei pi disinteressati suggerimenti. Posso venire anch'io, Raistlin? Per favore! Dove stiamo andando?. Niente kender, ribad Flint, con enfasi. Il kender pu venire, lo contraddisse per Raistlin. Anzi, si d il caso che Tasslehoff sia il cardine su cui poggia il mio piano. Che Reorx ci aiuti! gemette Flint. Spero che lo far, replic Raistlin in tono grave. CAPITOLO QUATTORDICESIMO Il mattino successivo Raistlin si alz di buon'ora, dopo essere rimasto desto per la maggior parte della notte ed essere infine scivolato in un sonno agitato nelle ore che precedevano l'alba per poi svegliarsi da un sogno che non riusciva a ricordare ma che gli aveva lasciato un senso di turbamento nella mente, insieme con l'impressione di aver sognato sua madre. Anche Flint e Tanis si alzarono per tempo e cominciarono a ridisporre le merci nel modo pi vantaggioso possibile. Il giorno precedente avevano sistemato le polsiere con le loro splendide incisioni raffiguranti grifoni, draghi e altre bestie mitologiche su uno scaffale anteriore, le collane di fine e delicata treccia d'argento su un panno di velluto rosso e gli anelli d'amore in oro e argento, fatti in modo da sembrare tralci d'edera, all'interno di lucide custodie di legno.

Flint non era per contento del modo in cui le merci erano esposte perch era certo che verso mezzogiorno il sole avrebbe messo in ombra la bancarella, il che significava che l'argento andava posto da un lato e non dall'altro. Tanis lo ascolt con pazienza, poi gli ricord che quella era una cosa di cui avevano gi discusso il giorno precedente, e che grazie ai rami di una vicina quercia i raggi del sole sarebbero stati deviati e sarebbero caduti sull'argento, facendo scintillare le gemme che lo decoravano, senza bisogno di doverlo spostare. I due stavano ancora discutendo quando Raistlin si rec alle latrine degli uomini per le abluzioni del mattino, lavandosi la faccia e il corpo con acqua attinta da un secchio comune; tremando, si rivest in fretta con la sua veste bianca, gi pronto a muoversi mentre Caramon ancora russava nella loro tenda, impegnato a smaltire i residui del fumo oppiato che aveva respirato. L'aria del mattino era fredda e pungente, il sole cominciava appena a tingere di rosso i picchi montani che erano gi ammantati da una spruzzata di neve, in cielo non c'era una nuvola e la giornata si annunciava tiepida e piacevole, il che significava che i visitatori sarebbero accorsi numerosi alla fiera. Flint intanto chiam Raistlin perch venisse a risolvere la discussione relativa a dove posizionare i gioielli ma il giovane mago, a cui non importava nulla di dove essi fossero messi, riusc ad allontanarsi fingendo di non aver sentito la voce tonante del nano. Nell'attraversare l'area riservata alla fiera osserv con interesse l'attivit che gi vi ferveva: dovunque c'erano imposte che venivano aperte, carretti trascinati al loro posto, fuochi da cui un profumo di pancetta e di pane fresco si levava a pervadere l'aria; quanto al chiasso, per ora era minimo se paragonato a quello previsto pi tardi nel corso della giornata, in quanto per il momento i venditori si limitavano ad augurarsi reciprocamente buona fortuna oppure si riunivano in gruppetti per condividere cibo e storielle o per barattare le reciproche mercanzie. Anche se erano l soltanto da un giorno, quei venditori avevano gi creato una loro comunit, completa di capi, di pettegolezzi e di scandali, uniti da un senso di cameratismo che derivava da una sorta di mentalit del genere "Noi contro di Loro", nell'ambito della quale con quel "loro" s'intendevano i clienti, di cui per ora si parlava nei termini pi dispregiativi e che sarebbero stati in seguito accolti con sorrisi cortesi e atteggiamento servile.

Raistlin contempl quel piccolo mondo con divertito cinismo fino a quando giunse alla bancarella di uno dei fornai, dove una giovane donna stava disponendo in un cesto dei muffin freschi e ancora caldi il cui aroma speziato alla cannella si mescolava cos gradevolmente con il profumo di legna che emanava dal forno che Raistlin si sent indotto in tentazione e si avvicin per chiedere quanto costassero quei muffin. Stava armeggiando alla ricerca delle poche monete che gli rimanevano quando la giovane donna sorrise e scosse il capo. Metti via quel denaro, signore. Tu sei uno di noi. Il muffin gli scald le mani mentre camminava e il suo sapore di mela e di cannella parve esplodergli sulla lingua: senza dubbio quello era il muffin migliore che avesse mai mangiato, ed essere parte di questa piccola comunit era in fin dei conti piacevole, anche se un po' strano. Le strade di Haven stavano cominciando a svegliarsi. I bambinetti erompevano ovunque dalle case, strillando con eccitazione che quel giorno sarebbero andati alla fiera mentre le madri irritate saettavano a recuperarli per lavare loro la faccia sporca, e i membri della guardia cittadina di Haven andavano in giro per le vie con aria piena d'importanza, decisi a fare buona impressione sugli stranieri che visitavano Haven in quel periodo. Durante il tragitto Raistlin tenne gli occhi aperti per scorgere in anticipo le tonache azzurre dei preti di Belzor, e ogni volta che ne avvist uno da lontano si affrett a svoltare in un'altra strada per evitarli, perch anche se era improbabile che chiunque fra loro potesse riconoscere in lui il trasandato e malvestito contadino della sera precedente quello era comunque un rischio che lui non osava correre. Prima di avviarsi aveva preso in considerazione l'opportunit di ricorrere anche quel giorno al travestimento, ma poi aveva riflettuto che avrebbe dovuto spiegarne il motivo a Lemuel, cosa che non voleva fare a meno che risultasse inevitabile perch senza dubbio quell'ometto mite e gentile avrebbe cercato di dissuaderlo dal mettere in atto il suo piano e lui non se la sentiva di ascoltare altre obiezioni dato che le aveva gi vagliate tutte da solo. I raggi del sole cominciavano a sciogliere la brina sulle foglie quando Raistlin arriv alla casa di Lemuel. Nella costruzione regnava il silenzio, e anche se una cosa del genere non era insolita per quel mago portato all'isolamento, Raistlin si rese conto con disagio che era ancora molto presto e che forse Lemuel stava dormendo. Per parecchi momenti si aggir quindi intorno alla casa, riluttante a

svegliare il mago ma altrettanto riluttante ad andarsene e a sprecare cos tanto tempo e tante energie; portatosi sul retro della casa nella speranza di poter sbirciare attraverso una delle finestre, sent con piacere e sollievo dei rumori che provenivano dal giardino. Trovato un mattone che sporgeva nella parte pi bassa del muro di recinzione, vi appoggi sopra il piede e si iss fino alla cima del muro. Chiedo scusa, signor Lemuel, chiam a bassa voce, per non spaventare quell'uomo tanto nervoso. Le sue buone intenzioni andarono per a vuoto perch Lemuel sussult, lasci cadere la vanga e lo fiss con aria costernata. Chi... chi ha parlato? domand con voce tremula. Sono io, signore. Raistlin rispose il giovane mago, consapevole della propria posizione poco dignitosa, aggrappato precariamente al muro com'era, appeso con entrambe le mani. Dopo aver cercato per un momento con lo sguardo, infine Lemuel individu il visitatore e lo salut con estrema cordialit; purtroppo i saluti vennero troncati sul nascere dal fatto che il piede di Raistlin scivol dal mattone e lui scomparve dalla vista del mago in maniera improvvisa e alquanto brusca, ma subito dopo Lemuel si affrett ad aprire il cancello del giardino e a invitare Raistlin ad entrare, chiedendogli ansiosamente se avesse scorto dei serpenti nelle vicinanze. No, signore, rispose con un sorriso Raistlin, che aveva sviluppato una notevole simpatia per quest'ometto nervoso. Una parte dei motivi per cui voleva portare avanti il proprio piano, la parte non egoistica, era la sua determinazione che Lemuel potesse continuare a curare il suo amato giardino. I preti sono in giro per la fiera alla ricerca di nuovi seguaci, e non credo che ti disturberanno oltre finch essa sar in corso. Dovrei essere grato per le piccole benedizioni, come ha detto lo gnomo quando si fatto saltare in aria una mano invece della testa. Hai gi fatto colazione? Ti dispiace se portiamo il cibo in giardino? Ho un sacco di lavoro da fare. Raistlin replic che aveva gi mangiato e che sarebbe stato contentissimo di andare in giardino; una volta l scopr che il terreno era stato smosso per circa un quarto della sua ampiezza e che le piante erano disposte ora in fagotti ordinati, pronte ad essere trasportate. La met non sopravviver al viaggio, ma alcune ce la faranno e oso sperare che entro pochi anni avr di nuovo il mio giardino, comment Lemuel, cercando di mostrarsi sereno.

Mentre parlava il suo sguardo si pos per con tristezza sui cespugli di more, sul ciliegio, sul melo e sull'enorme lill, consapevole che gli alberi e le piante che non fosse riuscito a portare con s non avrebbero pi potuto essere rimpiazzate. Forse non te ne dovrai andare, signore, osserv Raistlin. Ho sentito dire che alcune persone sono convinte che Belzor sia una frode e che intendono denunciarlo come tale. Davvero? esclam Lemuel, illuminandosi in volto, poi torn a rattristarsi mentre aggiungeva: Non ci riusciranno perch i suoi seguaci sono troppo potenti. In ogni caso, sei gentile a darmi speranza, anche se per un momento soltanto. Ora posso sapere che cosa desideri, giovanotto? domand, scrutando Raistlin con aria astuta. C' qualcuno che sta male? Ti serve qualcuna delle mie medicine?. No, signore, arross Raistlin, vergognandosi di essere cos trasparente. Se non ti dispiace, vorrei dare un'altra occhiata ai libri di tuo padre. Adesso sono i tuoi libri, benedetto ragazzo, gli ricord Lemuel, con tanto calore e gentilezza che Raistlin decise in quel momento di abbattere Belzor indipendentemente da quanto questo potesse costare e senza pensare alla propria ambizione mentre lasciava il mago a rovistare con aria infelice nel proprio giardino, nel tentativo di decidere cosa poteva essere trapiantato senza rischi e cosa doveva essere abbandonato... nella speranza che il prossimo proprietario della casa abbeverasse adeguatamente l'hydrangea. Una volta nella biblioteca, Raistlin si concesse un momento per contemplare con orgoglio i libri... i suoi libri, che presto sarebbero diventati la sua biblioteca, e poi si mise al lavoro, rintracciando senza difficolt l'incantesimo che stava cercando perch il mago guerriero era stato un uomo meticoloso e preciso e aveva annotato ciascun incantesimo e dove esso si trovasse su un volume a se stante. Dopo aver letto la descrizione dell'incantesimo, che il mago aveva aggiunto probabilmente per propria comodit, si convinse quindi senza ombra di dubbio che era proprio quello che la Somma Sacerdotessa stava usando. La sua convinzione fu ulteriormente rafforzata quando constat che l'incantesimo non richiedeva componenti di sorta... niente sabbia lanciata negli occhi o sterco di pipistrello da appallottolare fra le dita. Judith doveva soltanto pronunciare le parole e compiere i gesti richiesti perch la magia entrasse in funzione, il che spiegava il perch delle sue maniche tanto voluminose.

L'interrogativo adesso era se anche lui fosse in grado o meno di usare quell'incantesimo che non era particolarmente difficile e non richiedeva il talento di un arcimago per cui era facilmente accessibile anche ad un apprendista... solo che Raistlin non era neppure questo, era appena un novizio a cui non sarebbe stato permesso di diventare apprendista finch non si fosse sottoposto alla Prova. Secondo le leggi del Conclave, che su quel punto erano estremamente specifiche, fino a quel momento gli era quindi proibito usare l'incantesimo in questione. La legge del Conclave era per molto specifica anche su un altro punto: se mai avesse incontrato un mago rinnegato, e cio uno che operava al di fuori delle leggi del Conclave, un mago avrebbe il dovere di ricondurlo alla ragione, di portarlo davanti alla giustizia del Conclave, oppure, in casi estremi, di porre fine alla sua vita. Judith era una rinnegata? Questo era un interrogativo su cui Raistlin aveva riflettuto per tutta la notte. Era possibile che quella donna fosse una malvagia maga dalia veste nera che si serviva della magia per ottenere ricchezze in modo fraudolento e per avvelenare l'anima della gente. I praticanti la magia malvagia, i membri dell'Ordine delle Vesti Nere, adoravano Nuitari ed erano accettati all'interno del Conclave, anche se pochi profani potevano capire questo che a loro appariva come un patto stretto con le forze dell'oscurit. Raistlin ricord d'un tratto l'argomentazione che aveva sottoposto a Sturm proprio a questo riguardo. Noi maghi riconosciamo che nel mondo ci deve essere un equilibrio, aveva cercato di spiegargli. L'oscurit segue la luce del giorno, ed entrambe sono necessarie perch noi si continui ad esistere; nello stesso modo il Conclave rispetta sia l'oscurit sia la luce, chiedendo in cambio che tutti i maghi rispettino le sue leggi, che sono state elaborate nel corso dei secoli per proteggere la magia e quanti la praticano. La fedelt di ogni mago deve andare innanzitutto alla magia, e poi a qualsiasi altra cosa. Inutile dire che Sturm non si era lasciato convincere. Secondo la tesi esposta dallo stesso Raistlin, era possibile che una maga dalla veste nera praticasse la magia sotto mentite spoglie e tuttavia fosse perdonata dal Conclave... per con un'importante eccezione: infatti il Conclave non avrebbe visto di buon occhio che si ricorresse all'uso della magia per promuovere l'adorazione di un falso dio. Inoltre era risaputo che Nuitari, il dio della luna nera e della magia oscura, era famoso per essere un dio geloso che pretendeva una fedelt assoluta da parte di coloro che

cercavano il suo favore, quindi Raistlin non riusciva a immaginare che Nuitari potesse accettare in qualsiasi modo l'esistenza fittizia di Belzor. In aggiunta a tutto questo, Judith stava svilendo la magia, perseguitando i maghi e cercando di persuadere gli altri che la magia era una cosa malvagia, e questo sarebbe stato di per s sufficiente a condannarla agli occhi del Conclave. Alla luce di tutto questo Raistlin non aveva dubbi che lei fosse una rinnegata ed era certo che se anche fosse incorso nelle ire del Conclave per aver usato un incantesimo prima di essere stato accettato in seno ad esso, avrebbe potuto presentare una valida linea di difesa: ci che stava facendo era denunciare una truffatrice, punire una rinnegata e risanare in questo modo la reputazione della magia nel mondo. Placati i dubbi e presa la sua decisione, si mise quindi al lavoro frugando nella biblioteca fino a trovare un pezzo di pelle d'agnello arrotolata insieme con altre e riposta in un cesto, che srotol sul piano della scrivania bloccandola agli angoli con dei libri; purtroppo, la fiala di sangue d'agnello che gli doveva servire come inchiostro si era ormai seccata... un'eventualit, questa, che Raistlin aveva comunque previsto. Tirato fuori il coltello che aveva preso a prestito dal fratello, lo pos sul tavolo perch fosse pronto all'uso e si prepar a trasferire l'incantesimo dal libro sulla pelle d'agnello. In realt gli sarebbe piaciuto essere in grado di utilizzarlo sulla sola base della memoria, ma con un incantesimo tanto complesso, molto pi di qualsiasi altro che lui avesse appreso fino a quel momento... non osava fidarsi delle proprie capacit, anche perch finora non aveva mai usato la magia in una situazione di crisi e non sapeva come avrebbe reagito sotto pressione. Per quanto gli piacesse pensare che non avrebbe avuto esitazioni, peraltro non doveva peccare di eccessiva sicurezza. Adesso aveva a disposizione il tempo e la solitudine necessari per il suo lavoro, poteva concentrare le proprie energie e il proprio talento sul compito di trasferire l'incantesimo sulla pergamena e concedersi di studiare in anticipo le parole in modo da essere certo di pronunciarle correttamente, dato che questo era ci che avrebbe dovuto fare sia mentre le copiava sulla pelle d'agnello sia quando fosse giunto il momento di attivare l'incantesimo. Sedutosi con il libro aperto davanti, si concentr quindi sulla lettura dell'incantesimo, pronunciando ad alta voce prima ogni lettera e poi ogni parola, ripetendole fino a quando il suono non gli echeggiava giusto all'orecchio, nello stesso modo in cui un menestrello avrebbe accordato il

suo liuto. Se la stava cavando davvero bene e cominciava a sentirsi alquanto orgoglioso di se stesso quando giunse alla settima parola, una che non gli era mai capitato di sentir pronunciare e che aveva svariati tipi di pronuncia, ciascuno con un diverso significato. Qual era quello giusto? Per un momento prese in considerazione l'idea di andare a chiederlo a Lemuel, ma per farlo avrebbe dovuto rivelargli quello che aveva intenzione di fare, e questa era un'alternativa che lui aveva gi scartato. Posso farcela, disse fra s. La parola composta di sillabe, e tutto quello che devo fare capire quale sia la funzione di ciascuna sillaba in modo da poterla pronunciare correttamente. Quando ci sar riuscito mi baster combinare le sillabe per ottenere la parola. In teoria era facile, ma la pratica risult esserlo molto meno di quanto si fosse aspettato: non appena ebbe chiarito il significato della prima sillaba scopr infatti che quello della seconda pareva contraddirlo e che la terza non aveva nulla a che fare con le altre due. Parecchie volte giunse sul punto di arrendersi per la disperazione perch quell'impresa sembrava impossibile a compiersi; con il corpo gelido a causa del sudore, abbandon infine la testa fra le mani. troppo difficile ed io non sono pronto. Devo abbandonare il mio piano riferire tutto al Conclave e lasciare che sia un arcimago a vedersela con Judith. Dir a Kitiara e agli altri che ho fallito.... Sollevandosi di scatto abbass di nuovo lo sguardo sulla parola. Lui sapeva quale fosse l'effetto di quell'incantesimo e di certo usando la deduzione logica e ricorrendo allo studio dei testi ad esso correlati sarebbe riuscito a determinare quali fossero i significati corretti. Pungolato da quel pensiero, si rimise al lavoro. Due ore pi tardi, due ore trascorse cercando nei diversi testi ogni esempio dell'uso della parola in questione o di sue parti in ogni incantesimo magico che riusc a rintracciare, paragonando quegli incantesimi fra loro e cercando schemi e correlazioni, Raistlin si accasci contro lo schienale della sedia, gi stanco anche se la parte pi difficile, il copiare l'incantesimo... era ancora da affrontare. D'altro canto si sentiva per in certa misura soddisfatto perch adesso aveva la padronanza del testo, sapeva, o almeno riteneva di sapere, come esso andava pronunciato. Si concesse quindi qualche minuto di riposo, crogiolandosi nel piacere della propria vittoria, e quando ebbe ritrovato le forze si pratic nell'avambraccio un taglio lungo circa tre centimetri, tenendo poi il braccio sopra un piatto che aveva preparato sul tavolo a questo scopo e

raccogliendo il proprio sangue per usarlo come inchiostro. Una volta che ne ebbe a sufficienza esercit pressione sulla ferita per fermare la fuoriuscita del sangue e la fasci con un fazzoletto. Aveva appena finito quando un rumore di passi lungo il corridoio lo indusse ad abbassare affrettatamente la manica sul braccio ferito e ad aprire il libro alla pagina di un altro incantesimo. Spero di non disturbarti, disse Lemuel, facendo capolino dalla porta. Volevo chiederti se gradivi qualcosa per pranzo.... Il mago vide poi il piattino di sangue e la pelle d'agnello e s'interruppe con aria alquanto sconcertata. Sto copiando un incantesimo, spieg Raistlin. Spero che non ti dispiaccia... si tratta di un incantesimo del sonno che mi sta causando qualche problema, motivo per cui ho pensato che se lo avessi copiato avrei potuto impararlo meglio. Ti ringrazio per la tua offerta, ma in realt non ho fame. Sei davvero molto dedito allo studio, sorrise Lemuel, meravigliato. Non mi avresti mai trovato chiuso in una stanza con i miei libri in un soleggiato pomeriggio del periodo della Fiera del Raccolto. Accenn quindi ad andarsene ma poi esit ancora e aggiunse: Sei certo in merito al pranzo? La governante ha preparato stufato di coniglio. Sai, lei in parte elfa, viene da Qualinesti, e il suo stufato decisamente buono, insaporito con le erbe che coltivo io stesso: timo, maggiorana, salvia.... Sembra buono. Pi tardi, magari, replic Raistlin, che non aveva per nulla fame ma non voleva ferire i sentimenti del mago. Lemuel sorrise e si affrett ad andarsene, lieto di tornare al suo giardino. Raistlin intanto si concentr di nuovo sul proprio lavoro e sfogli il libro fino a ritrovare l'incantesimo che gli interessava, poi prese la penna ricavata dalla piuma di un cigno e dotata di una punta d'argento; uno strumento piuttosto stravagante e in realt non necessario per creare la pergamena, ma che indicava come il mago guerriero avesse prosperato nell'esercitare la propria professione. Intinta la punta della penna nel sangue, Raistlin l'accost alla pergamena sussurrando una rapida preghiera a tutti e tre gli di della magia... in quanto non voleva offendere nessuno di loro. L'elegante penna scorreva con estrema scioltezza, al contrario di altre che s'impuntavano o schizzavano e portavano alla devastazione di pi di una pergamena, e mentre la prima lettera pareva fluire senza sforzo sulla pelle d'agnello Raistlin promise a se stesso che un giorno si sarebbe

procurato una penna come quella. Senza dubbio Lemuel sarebbe stato lieto di dargliela se gliel'avesse chiesta, ma il mago aveva gi fatto anche troppo per il suo nuovo amico e l'orgoglio proibiva a Raistlin di chiedere altro. Copiare l'incantesimo pronunciando ogni parola mentre veniva scritta fu un lavoro lento e faticoso, durante il quale il sudore gli si form sotto i capelli e gli col lungo il collo; dopo ogni parola doveva smettere di scrivere per liberare la mano dai crampi che gli derivavano dal fatto che serrava troppo la penna fra le dita e per asciugarsi il palmo sudato. Scrisse infine la settima parola con il cuore pieno di paura, perch essa poteva essere errata e far s che la pergamena, per quanto completa, risultasse cos inutile: se avesse sbagliato a pronunciarla, infatti, l'incantesimo e tutto il suo accurato lavoro sarebbero stati vani. Arrivato alla fine, Raistlin esit un momento prima di aggiungere il punto conclusivo e chiuse gli occhi, levando un'altra preghiera di supplica ai tre di. Sto svolgendo la vostra opera, sto facendo questo per voi. Concedetemi la magia!. Quando infine contempl il proprio operato esso risult perfetto: le o non avevano tremiti, il ricciolo delle s era aggraziato e non esagerato. Per un momento indugi quindi a fissare con ansia la settima parola, consapevole di aver fatto del suo meglio e di non poter chiedere di pi. Infine torn ad accostare alla pergamena la fine penna dalla punta d'argento e appose il punto conclusivo che avrebbe dovuto attivare la magia. Non accadde nulla: a quanto pareva aveva fallito. D'un tratto colse con la coda dell'occhio un minuscolo tremito di luce e trattenne il fiato, desiderando ci che sperava stesse succedendo con la stessa intensit con cui aveva desiderato che sua madre vivesse, imponendogli con la volont di accadere come aveva cercato di imporre a sua madre di continuare a respirare. Rosamun era morta, ma il tremolio di luce che avviluppava la prima lettera della prima parola crebbe invece d'intensit. Non era frutto dell'immaginazione; la lettera splendeva e la sua luminosit si stava estendendo a quella accanto, poi a tutta la prima parola e da essa alla seconda e cos via. La settima parola parve fiammeggiare addirittura in maniera trionfale, poi il punto di chiusura scintill a sua volta e il bagliore svan: adesso le lettere erano incise a fuoco nella pelle d'agnello, e l'incantesimo era pronto all'uso.

Chinando il capo, Raistlin sussurr un'intensa e sentita preghiera di ringraziamento agli di che non gli erano venuti meno, poi si alz in piedi e si sent assalire da vertigini tanto intense che per poco non svenne. Lasciatosi ricadere sulla sedia si rese conto di non avere idea di che ora fosse, e rimase stupito di constatare dalla posizione del sole che era ormai primo pomeriggio, accorgendosi al tempo stesso di avere fame e sete, e un urgente bisogno di usare il pitale. Arrotolata la pelle d'agnello la ripose con cura in una custodia per pergamene che si leg saldamente alla cintura, poi si iss in piedi e scese faticosamente dabbasso, dove us la latrina e divor poi due ciotole di stufato di coniglio. Raistlin non ricordava di aver mai mangiato tanto in tutta la sua vita; spingendo indietro la ciotola si appoggi allo schienale della sedia con l'intenzione di concedersi soltanto un breve momento di riposo. Lemuel lo trov immerso in un sonno profondo e lo lasci dormire dopo averlo avvolto con gentilezza in una coperta. CAPITOLO QUINDICESIMO Raistlin si svegli nel tardo pomeriggio, intontito e instupidito per il sonnellino che non era stata sua intenzione fare, con il collo irrigidito e la nuca che doleva per essere rimasta troppo a lungo appoggiata allo schienale della sedia, e fu subito assalito dall'improvviso timore di aver dormito troppo a lungo e di aver cos mancato di presenziare al "miracolo" previsto al tempio per quella notte; un'occhiata ad una chiazza di luce solare che penetrava pigra attraverso l'edera che s'inerpicava intorno alla finestra fu per sufficiente a rassicurarlo; massaggiandosi il collo si liber della coperta e and in cerca del suo ospite, certo di sapere dove trovarlo. Come previsto, Lemuel era in giardino intento a lavorare con diligenza anche se non pareva aver fatto molti progressi nei suoi preparativi per la partenza, come lui stesso confess a Raistlin. Comincio a fare una cosa, poi me ne viene in mente un'altra e lascio perdere la prima per passare ad essa soltanto per ricordarmi poi che ne devo fare una terza prima delle altre due, con il risultato che abbandono tutto per provvedere e dopo un po' mi rendo conto che avrei dovuto in realt portare a termine innanzitutto la prima... non sto procedendo molto m fretta, concluse con un sospiro nel contemplare con aria triste lo sconvolgimento che lo circondava: vasi rovesciati, cumuli di terra, buchi

dove le piante erano state sradicate, e le piante stesse che apparivano nude e desolate stese al suolo con le radici che tremavano. Suppongo dipenda dal fatto che non sono mai stato in nessun altro posto e che in realt non voglio andare in nessun altro posto. Se devo essere sincero, non ho ancora neppure deciso dove recarmi. Che ne pensi di Solace?. Forse non te ne dovrai andare per niente, replic Raistlin, incapace di sopportare passivamente la sofferenza dell'ometto: dopo tutto, anche se non poteva dirgli cosa voleva fare, poteva almeno accennarvi in modo indiretto. Pu sempre succedere qualcosa che induca i seguaci di Belzor a lasciarti in pace. Un secondo Cataclisma? Montagne di fuoco che cadono loro sulla testa? ribatt Lemuel, con un pallido sorriso. sperare troppo, ma ti sono grato per il pensiero. Hai trovato quello che stavi cercando?. I miei studi hanno dato buon esito, rispose Raistlin, con aria grave. Ti fermerai per cena?. No, signore, ti ringrazio ma devo tornare alla fiera perch i miei amici saranno preoccupati per me. Per favore, signore, aggiunse, nel congedarsi, non abbandonare la speranza. Ho la sensazione che tu sarai ancora qui molto tempo dopo che Belzor sar scomparso. Lemuel rimase notevolmente stupito di fronte a quell'affermazione e gli avrebbe posto altre domande se Raistlin non gli avesse indicato dei bulbi di tulipano che correvano il pericolo di essere portati via da uno scoiattolo. Mentre Lemuel si affrettava ad andare in soccorso dei suoi bulbi, Raistlin controll per la ventesima volta che la preziosa custodia per pergamene fosse ancora appesa alla sua cintura e se ne and. Mi chiedo cosa stia escogitando... riflett intanto Lemuel, che dopo aver scacciato il ladro di tulipani stava ora osservando Raistlin allontanarsi lungo la strada in direzione della fiera. Non stava copiando un incantesimo del sonno, questo certo. Forse non sono granch come mago, ma perfino io riuscirei ad attivare un incantesimo del genere senza doverlo scrivere. No, lui stava copiando qualcosa di molto pi avanzato e parecchio al di l del suo rango di novizio. E tutti questi discorsi sul fatto che ai Belzoriti starebbe per succedere qualcosa.... Per un momento Lemuel rosicchi pensosamente un ramoscello di menta, sempre pi preoccupato. Immagino che dovrei cercare di fermarlo... si disse, ma poi consider quell'alternativa e scosse il capo. No, sarebbe come cercare di fermare una gigantesca macchina degli gnomi una volta che abbia cominciato a

rotolare gi per la collina: lui non mi darebbe ascolto e naturalmente non c' motivo per cui dovrebbe farlo. Per quel che ne so potrebbe anche avere una possibilit di riuscita, considerato che ci sono molte cose nascoste dietro quei suoi strani occhi. Molte cose davvero. Borbottando fra s accenn a riprendere a scavare, poi s'immobilizz per un momento con la vanga a mezz'aria, fissando lo stato di caos che regnava nel suo giardino un tempo ordinato. Forse dovrei aspettare e vedere cosa porter il domani, riflett quindi, e dopo aver coperto con la terra le radici delle piante che aveva gi estirpato, accertandosi che fossero calde e umide, entr in casa per cenare. Raistlin arriv alla fiera in tempo per impedire che Caramon si rivolgesse alla guardia cittadina per farlo cercare. Ero occupato, dichiar in tono seccato, in risposta alle persistenti domande del fratello. Hai fatto quello che ti ho ordinato?. Se ho tenuto Tasslehoff sotto controllo? sospir Caramon, con aria di rassegnata sopportazione. S, fra tutti e due, Sturm ed io, ci siamo riusciti, ma non voglio pi patire nulla del genere per tutta la vita. Questa mattina eravamo convinti di aver trovato il modo di tenerlo impegnato: dato che Sturm voleva dare un'occhiata alle mappe di Tas, lui le ha rovesciate tutte per terra e ha passato un'ora ad esaminarle con Sturm. Immagino di essermi assopito, e intanto Sturm si assorto eccessivamente nell'esame di una mappa di Solamnia, con il risultato che quando mi sono svegliato ci siamo accorti che il kender era sparito. Raistlin si accigli visibilmente. Siamo subito andati a cercarlo e lo abbiamo raggiunto, si affrett a proseguire Caramon. Per fortuna non era andato lontano... sai, la fiera davvero molto interessante, cos lo abbiano preso e abbiamo riconsegnato la scimmia al suo padrone che la stava cercando dappertutto; dovresti vedere cosa sa fare quella bestiola, Raist, davvero intelligente. Il proprietario era decisamente infuriato, e anche se Tas ha detto e ripetuto che la scimmia lo aveva accompagnato di sua volont e la bestiola ha in effetti mostrato di trovarlo simpatico.... Spiriti affini, comment Raistlin. ... in ogni caso il proprietario ha cominciato a gridare per chiamare la guardia cittadina, ma per fortuna in quel momento arrivato Tanis e noi abbiamo portato via Tas mentre lui spiegava che si era trattato di un errore e dava al padrone della bestiola un paio di monete d'acciaio per il disturbo.

A quel punto Sturm ha deciso che un po' di disciplina militare era ci che ci voleva, quindi abbiamo portato Tas sul terreno di parata e lo abbiamo fatto marciare avanti e indietro per un'ora. Lui pensava che fosse molto divertente e avrebbe voluto continuare, ma a causa del sole molto caldo e del fatto che ci eravamo dimenticati di portarci dietro dell'acqua, io e Sturm abbiamo dovuto arrenderci perch eravamo sfiniti. Naturalmente il kender era in perfetta forma. Non eravamo quasi neppure tornati alla fiera che lui ha visto una donna che inghiottiva il fuoco, lo faceva davvero, Raist, l'ho vista anch'io; ed scappato via. Noi lo abbiamo inseguito e quando lo abbiamo ripreso aveva gi rubato due sacche di soldi e un panino dolce, ed era sul punto di cercare di mettersi dei carboni ardenti in bocca. Gli abbiamo tolto di mano i carboni ardenti e abbiamo restituito le sacche con il denaro, ma ormai il panino dolce era sparito tranne per poche briciole sulle labbra di Tas. A quel punto.... Rispondi soltanto ad una domanda, interruppe Raistlin, sollevando una mano. Dov' Tasslehoff, adesso?. Legato, replic in tono stanco Caramon. nel retro della bancarella di Flint e c' Sturm che sta montando la guardia: era il solo sistema di controllarlo. Eccellente, fratello mio, si compliment Raistlin. stato un dannato inferno, borbott Caramon. Flint stava avendo un notevole successo alla fiera perche la gente si affollava davanti al suo banco e lo teneva impegnato a tirare fuori anelli dalle custodie e ad affibbiare polsiere. La giornata gli aveva gi fruttato una buona quantit d'acciaio, che lui teneva chiuso in una cassetta dotata di lucchetto, e anche molti oggetti ricevuti come baratto, una pratica comunemente accettata alle fiere soprattutto fra i venditori. In questo modo Flint era entrato in possesso di una nuova zangola per il burro (che avrebbe ceduto ad Otik in cambio di brandy), di una vasca da bagno (la sua aveva una perdita) e di una bella cintura di cuoio lavorato (la sua attuale cintura era un po' troppo piccola, cosa che secondo Flint dipendeva dal fatto che si era ristretta quando era caduto nel Lago Crystalmir, mentre secondo Tanis era invece il nano ad essersi espanso. Evitando la calca sul davanti del banco, Raistlin entr nel retro dove trov il kender saldamente legato su una sedia con Sturm seduto sulla sedia di fronte. Se si fosse dovuto giudicare per dall'espressione del loro volto, si sarebbe detto che era Sturm il prigioniero, perch Tasslehoff stava

godendo notevolmente della novit di essere legato mani e piedi, e stava passando il tempo intrattenendo Sturm. ... e a quel punto zio Trapspringer ha detto: "Sei certo che quello sia il tuo tricheco?". E il barbaro ha risposto... Oh, salve, Raistlin! Guardami! Sono legato ad una sedia, non eccitante? Scommetto che se glielo chiedessi cortesemente Sturm legherebbe anche te... vero, Sturm? Legheresti Raistlin?. Che ne stato del bavaglio? domand Caramon. Tanis mi ha costretto a toglierlo dicendo che era crudele... lui non conosce il significato di quella parola, replic Sturm, fissando Raistlin con aria tanto cupa da far supporre che intendesse seguire il suggerimento del kender. Confido che tutto questo serva a qualcosa, anche se non riesco a immaginare nulla che possa ricompensarci adeguatamente della giornata che abbiamo passato, tranne forse il ritorno dell'intero panteon degli di che appare per denunciare la falsit di Belzor. Sar qualcosa di meno clamoroso ma di altrettanto efficace, replic Raistlin. Dov' Kitiara?. andata a fare un giro per la fiera ma ha promesso di tornare in tempo, rispose Caramon, inarcando un sopracciglio. Ha detto che qui l'atmosfera era troppo fredda per i suoi gusti, se capisci cosa intendo. Raistlin annu per indicare che aveva capito. La notte precedente fra Kitiara e Tanis era scoppiata una lite che probabilmente era stata sentita dalla maggior parte degli altri venditori e forse anche da met della citt di Haven, perch se da un lato Tanis aveva tenuto la voce tanto bassa da impedire a chiunque di sentire cosa stesse dicendo, Kitiara non aveva certo avuto scrupoli del genere. Per chi mi hai presa? Per una delle vostre viziate e fragili fanciulle elfiche che hanno bisogno di aggrapparsi a te ad ogni momento? Io vado dove mi pare, quando mi pare e con chi mi pare, e se proprio vuoi sapere la verit... no, non ti volevo con me perch alle volte ti comporti come un vecchietto e rovini tutto il divertimento. La lite si era protratta fino a notte inoltrata. Hanno fatto la pace, questa mattina? chiese Raistlin a suo fratello, lanciando un'occhiata verso la schiena di Tanis, che era dietro il banco, impegnato a contare denaro, a rispondere alle domande dei clienti, a prendere misure e ad annotare gli ordini particolari. Argento e ametista, stava ordinando una nobile dama. E voglio anche un paio di orecchini abbinati.

Neppure per idea rispose Caramon. Tu conosci Kit, lei era gi pronta a fare la pace con un bacio e a dimenticare tutto, ma Tanis.... Come se si fosse accorto che stavano parlando di lui, il mezzelfo si gir nell'atto di riporre tre monete d'acciaio nella cassetta del denaro. Hai ancora intenzione di andare fino in fondo? domand. S, rispose Raistlin. La cosa non mi piace, dichiar Tanis, scuotendo il capo; i suoi occhi erano cerchiati di scuro e lui appariva stanco. Nessuno ha mai chiesto che ti piacesse, ribatt Raistlin. Sul gruppo scese un imbarazzato silenzio mentre Caramon arrossiva e si mordeva un labbro, imbarazzato a causa del fratello e tuttavia troppo fedele per dire qualsiasi cosa; Sturm dal canto suo scocc a Raistlin un'altezzosa occhiata di disapprovazione intesa a ricordargli silenziosamente che non doveva mancare di rispetto a chi era pi anziano di lui e Tas accenn a raccontare l'ennesima storia sullo zio Trapspringer, ma per una volta non riusc a trovarne una che si attagliasse alla situazione e rimase in silenzio, contorcendosi con aria infelice sulla sua sedia. Il kender sarebbe stato pronto ad entrare allegramente nella bocca aperta di un drago senza scomporsi di un solo capello, ma avvertire ira reciproca fra i suoi amici era una cosa che lo metteva sempre a disagio. Hai ragione, Raistlin: nessuno lo ha chiesto a me - ribatt infine Tanis, accennando a girarsi per tornare davanti, al banco di vendita. Tanis, mi dispiace, lo richiam Raistlin. Come mi rammenterebbe volentieri il nostro aspirante cavaliere, non avevo il diritto di parlare in questo tono a te, che mi sei maggiore d'et. Come giustificazione posso offrire soltanto il fatto che stanotte mi aspetta un compito difficile. A questo proposito voglio ricordare a te e anche agli altri, continu, abbracciando tutti con lo sguardo, che se fallir sar io a pagarne il prezzo e che nessuno di voi rimarr implicato nella cosa. Tuttavia io mi chiedo se tu sia consapevole dell'enorme rischio che stai correndo, replic in tono estremamente serio Tanis. Questa falsa religione sta facendo arricchire Judith e i suoi seguaci, e denunciandola potresti esporti ad un considerevole rischio. Secondo me dovresti ripensarci e lasciare che siano altri a toglierla di mezzo. Gi, convenne Flint, che era venuto nel retro per portare dell'altro denaro nella cassetta e aveva cos sentito l'ultima parte della conversazione. Se seguirai il mio consiglio, ragazzo, cosa che peraltro non fai mai, terremo tutti il naso fuori da questa faccenda. Ci ho pensato

sopra, la scorsa notte, e dopo quello che mi hai raccontato su come la gente si messa a tormentare quella povera ragazza che aveva perso la sua bambina, sono giunto alla conclusione che gli umani di Haven e Belzor si meritano a vicenda. Non puoi dire sul serio, signore! esclam Sturm, sconvolto. Secondo la Misura, se qualcuno a conoscenza del fatto che una legge sta venendo violata e non fa nulla per porre termine alla cosa, si rende colpevole quanto chi ha infranto personalmente la legge. Noi dovremmo fare tutto ci che in nostro potere per porre fine alle attivit di questa falsa sacerdotessa. Possiamo farlo denunciandola alle autorit competenti, ribatt Tanis. Che non ci crederanno mai, gli fece notare Caramon. Io ritengo.... Basta cos! Ho preso la mia decisione, esclam Raistlin, ponendo fine a quella discussione che stava ridestando i suoi dubbi e minando le fortificazioni che lui aveva eretto con tanta cura per contenerli. Porter avanti il mio piano, e quanti mi vogliono aiutare potranno farlo; quelli che invece non vogliono possono comportarsi come meglio credono. Io ti aiuter, dichiar Sturm. Anch'io, ribad Caramon, fedele come sempre. Anch'io! Io sono la chiave! strill Tas, e tent di mettersi a saltellare per l'eccitazione ma scopr che in quel momento saltare gli riusciva difficile perch comportava portare con s la sedia a cui era legato. Non essere arrabbiato, Tanis. Ci divertiremo!. Non sono arrabbiato, rispose Tanis, mentre il suo volto stanco si rilassava in un sorriso. Sono contento che voi ragazzi siate disposti a rischiare un grave pericolo per una causa che ritenete giusta... o, almeno, confido che sia questo il motivo che vi spinge ad agire, aggiunse, lanciando un'occhiata penetrante in direzione di Raistlin. Non cercare di conoscere le mie motivazioni perch non le capiresti, consigli fra s Raistlin al mezzelfo. Cosa t'importa del perch lo faccio, se comunque l'esito che intendo ottenere ti soddisfa e porta beneficio agli altri? Irritato, accenn a volgere le spalle al gruppo proprio nel momento in cui Kitiara attraversava la porta del banco da fiera e si faceva largo a gomitate fra i clienti, che le scoccarono occhiate risentite, fino ad arrivare dietro il banco. Vedo che siamo tutti qui. Siamo pronti ad andare a dare Judith in pasto ai serpenti? chiese con un sorriso. A proposito, fratellino, io sono fra i

prescelti di stanotte. Ho chiesto di parlare con la mia defunta madre, e la Somma Sacerdotessa ha gentilmente acconsentito alla mia richiesta. Pensando che questo non faceva parte del suo piano, Raistlin si chiese cosa avesse in mente Kitiara, ma prima che potesse interrogarla al riguardo, lei cinse Tanis con il braccio e gli pass una mano sulla spalla con fare carezzevole. Stanotte verrai ad aiutarci, amore mio? domand. La fiera non chiude se non quando notte fatta, rispose Tanis, ritraendosi dal suo tocco. Ho del lavoro da fare qui. Tanis ancora infuriato con Kitiara? insistette lei in tono scherzoso, facendoglisi pi vicina e mordicchiandogli un orecchio. Non qui, ammon lui, respingendola con gentilezza, e a bassa voce aggiunse: Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare, Kit. Oh, per l'amore di... Parlare! Non vuoi mai fare altro che parlare! s'infuri Kitiara. Gi tutta la scorsa notte abbiamo parlato e parlato e parlato! D'accordo, ti ho detto una piccola e innocua bugia! Non stata la prima volta e non sar neppure l'ultima! Del resto, sono certo che anche tu mi hai mentito spesso e volentieri!. Non stai parlando sul serio, afferm Tanis in tono quieto, impallidendo. No, certo che no. Io dico di continuo cose che non penso veramente, e sono una bugiarda... puoi chiedere a chiunque, ribatt Kitiara, poi aggir rabbiosamente il bancone sferrando un calcio a Caramon quando questi non si tolse abbastanza in fretta dalla sua strada, e domand: Voialtri venite oppure no?. Slegate il kender ordin Raistlin. Sturm tu ti occuperai di Tas. Quanto a te, continu, fissando il kender con occhio severo, dovrai fare esattamente quello che ti dir, altrimenti potresti essere tu a finire in pasto alle vipere. Ooh, quanto eccit... cominci Tas, poi si accorse dal repentino accigliarsi di Raistlin che quella non era la risposta giusta e si fece d'un tratto estremamente solenne. Volevo dire di s, Raistlin: far tutto quello che tu mi dirai, e non guarder neppure un solo serpente a meno che non sia tu ad ordinarlo, aggiunse, formulando una promessa che ai suoi occhi era un sacrificio veramente eroico. Raistlin represse a fatica un sospiro, perch gi poteva vedere ogni sorta di falle che si aprivano nel suo piano e una quantit di cose che potevano andare storte. Tanto per cominciare, stava facendo affidamento su un

kender, cosa che chiunque su Krynn avrebbe definito una pura follia; in secondo luogo stava contando sul fatto che un aspirante cavaliere anteponesse onore e onest ad ogni altra cosa, incluso il buon senso; infine, non aveva la minima idea di cosa stesse complottando Kitiara, e quella era forse la falla pi pericolosa di tutte... un vero e proprio abisso in cui sarebbero potuti precipitare tutti. Io sono pronto, dichiar con fermezza Caramon, con una fedelt che Raistlin trov confortante, ma subito dopo rovin tutto assestando con orgoglio uno strattone al collo della camicia e aggiungendo: Questa volta non respirer il fumo: ho indossato questa camicia cos larga proprio per potermela tirare sopra la testa. Posto di fronte ad un'improvvisa visione di Caramon che entrava nel tempio con la camicia avvolta intorno alla testa, Raistlin chiuse gli occhi e preg silenziosamente gli di, quelli della magia e qualsiasi altro vero dio, dovunque si trovasse, di camminargli al fianco. CAPITOLO SEDICESIMO Arrivarono al tempio in tempo per mescolarsi con la folla che si stava riversando in esso e che quella notte era molto pi numerosa perch la notizia del "miracolo" compiuto da Judith si era diffusa fra i visitatori della fiera, con il risultato che fra il pubblico c'erano adesso anche alcuni Nani delle Colline, parecchi Uomini delle Pianure con le loro decorazioni piumate e il loro aspetto barbarico, e una quantit di famiglie nobili, abbigliate con eleganza e accompagnate dai loro servitori. Fra gli altri, Raistlin not anche con sgomento parecchi dei loro vicini di casa di Solace, cosa che lo indusse a calcarsi sulla faccia l'informe cappello di feltro e a raggomitolarsi nello spesso mantello nero che portava sopra la veste bianca, sentendosi al tempo stesso addirittura sollevato nel vedere che Caramon si era in effetti tirato su la camicia fino agli orecchi, cosa che lo faceva somigliare ad una sorta di gigantesca testuggine, e augurandosi che nessuno dei vicini li riconoscesse e facesse qualche accenno al talento magico del loro giovane conoscente. Nel guardarsi intorno, Raistlin si sent piuttosto intimidito nel rendersi conto che persone provenienti da ogni parte dell'Abanasinia avrebbero assistito alla sua esibizione: fino a quel momento non aveva infatti pensato al fatto che avrebbe eseguito l'incantesimo davanti ad un vasto pubblico e adesso stava scoprendo che l'idea lo metteva a disagio. In quel momento,

se qualcuno gli si fosse presentato davanti e gli avesse offerto una moneta falsa purch fuggisse, lui avrebbe afferrato la moneta e si sarebbe messo a correre. L'orgoglio lo costrinse per ad andare fino in fondo: dopo il suo confronto con Tanis e i bei discorsi che aveva fatto a parenti e amici non poteva certo tirarsi indietro adesso, non senza perdere il loro rispetto e qualsiasi possibilit di poter un giorno esercitare ancora il controllo su di loro. Tenendosi a ridosso di Caramon, si serv del corpo massiccio del fratello come di uno scudo fino a quando non si furono fatti largo fra la folla, consapevole che Sturm era accanto a loro e stava spingendo Tasslehoff davanti a s tenendogli una mano sulla spalla e usando l'altra per staccare le dita irrequiete del kender dalla sacca del denaro e dagli altri averi del resto dei fedeli. Io devo andare davanti dove ci sono i preti! il mio grande momento! Buona fortuna! grid Kitiara, agitando la mano in un cenno di saluto. Aspetta! esclam Raistlin, lottando per aggirare Caramon e cercare di raggiungere la sorella, ma entrambi erano intrappolati nella calca e comunque era ormai troppo tardi, perch Kitiara si era gi rivolta ad uno dei preti che la stava precedendo fra la folla. Che cosa aveva intenzione di fare? Raistlin imprec contro la natura chiusa e diffidente della sorella, ma nel borbottare quelle parole fu costretto a ricacciarle in gola: sangue al sangue, dicevano i nani, e da questo punto di vista lui avrebbe potuto imprecare altrettanto giustamente contro se stesso, dato che non aveva esposto i propri piani a Kitiara. Adesso puoi abbassare la camicia, disse in tono secco a Caramon, reso irritabile dal nervosismo. Dove vuoi che ci mettiamo? chiese intanto Sturm. Tu e il kender prendete posto a ridosso del muro di fondo, rispose Raistlin, indicando le ultime file di posti dell'arena, poi impart loro le ultime istruzioni: Tas, quando grider "Mirate!" dovrai cominciare a camminare lungo la navata. Bada per di procedere lentamente e di tenere la mente concentrata su quello che stai facendo senza lasciarti distrarre da nulla. Hai capito? Se mi obbedirai avrai modo di contemplare la magia pi splendida che tu abbia mai visto in tutta la tua vita. Ti obbedir, Raistlin, promise Tas. Mirate, disse quindi fra s, e per non dimenticarsi continu a ripetere: Mirate, mirate, mirate. Una volta ho

visto uno che mirava. Ti ho mai raccontato.... I kender non sono ammessi, avvert un prete in tonaca azzurra, calando su di loro. Incapace di mentire e riluttante a farlo, Sturm rimase immobile con la mano stretta intorno alla spalla del kender e Raistlin sent il respiro che gli si bloccava in gola senza per osare d'intervenire perch non poteva attirare l'attenzione su se stesso. Per fortuna di tutti loro, Tasslehoff era per abituato ad essere buttato fuori da ogni genere di posto. Oh, mi stava soltanto scortando fuori, signore, dichiar infatti, con un raggiante sorriso. vero?. Con i baffi irti per la tensione interiore, Sturm inclin la testa di una frazione di centimetro in un cenno di assenso, l'atto pi vicino a proferire una menzogna che lui avesse mai compiuto in tutta la sua vita. Forse per la Misura ammetteva le bugie se erano per una buona causa. In tal caso mi dispiace di aver interferito, signore, afferm il prete, in tono pi conciliante. Per favore, non lasciare che ti trattenga oltre dall'ultimare il tuo compito. Le porte sono da quella parte, aggiunse, accennando con una mano. Sturm gli rivolse un freddo inchino e trascin con s Tasslehoff, ponendo fine ai suoi commenti con la severa ingiunzione di tacere e con una scrollata che serviva ad enfatizzare il concetto. Raistlin intanto riprese a respirare. Noi dove andiamo? domand Caramon, scrutando sopra la testa della folla. Da qualche parte nelle prime file. Tieniti dietro di me, consigli Caramon, poi protese in fuori i gomiti e si cre a spintoni un sentiero in mezzo alla folla mentre le altre persone si accigliavano ma tenevano per s i commenti rabbiosi che stavano per fare quando notavano le dimensioni di chi le aveva urtate. I posti a sedere pi vicini all'arena erano per tutti occupati. In fondo alla navata c'era posto al massimo per una persona, a patto che fosse minuta. Sta' a guardare, disse Caramon, strizzando l'occhio al fratello. Un attimo pi tardi occup quel posto vuoto e prese ad agitarsi e a urtare con il proprio corpo quello dell'elegante e facoltosa donna che gli sedeva accanto, che lo fiss con occhi di brace e si ritrasse con fredda determinazione dal suo tocco. Raistlin si stava chiedendo cosa suo fratello

sperasse di ottenere in quel modo, dato che ancora non c'era spazio a sufficienza anche per lui, quando Caramon emise all'improvviso un rutto sonoro seguito da una flatulenza altrettanto rumorosa. Le persone sedute nelle vicinanze contrassero il volto in una smorfia e fissarono Caramon con disgusto mentre la donna che gli sedeva accanto si premeva una mano sul naso e gli scoccava un'occhiata rovente a cui lui rispose con un sorriso contrito. Fagioli per cena, spieg. La donna si alz in piedi e raccolse intorno a s le vesti di seta nel trapassarlo con uno sguardo disgustato. Zoticone! esclam. Non capisco perch permettano a gente della tua risma di entrare qui, ma puoi essere certo che ora andr a protestare!. E si avvi lungo la scala alla ricerca di uno dei preti. Caramon intanto segnal al fratello di venire ad occupare il posto vuoto che si era creato accanto a lui. Non mi ero reso conto che sapessi essere tanto astuto, fratello mio, comment Raistlin, sedendogli accanto. Astuto io? Altroch! ridacchi Caramon. Raistlin intanto si guard intorno alla ricerca di Sturm, che ben presto localizz in piedi all'ombra di una colonna vicino alla navata. Tasslehoff non era visibile, ma probabilmente Sturm aveva nascosto il kender nell'ombra. Anche Sturm stava cercando di individuare Raistlin, e non appena lo avvist gli rivolse un breve cenno del capo, accennando al tempo stesso con il pollice a qualcosa; contemporaneamente una piccola mano apparve da dietro la sua schiena, si agit in un gesto di saluto e scomparve. Il kender e il cavaliere erano in posizione. Girandosi verso l'arena, Raistlin non ebbe difficolt a trovare sua sorella, che era nel recinto sul davanti dell'arena insieme con gli altri che erano stati invitati a comunicare con i loro parenti morti. Quasi avesse avvertito su di s il suo sguardo, Kitiara sfoggi il proprio abituale sorriso in tralice, e Raistlin si rese conto con una certa dose di amarezza che lei era calma e rilassata, e che si stava perfino divertendo. Lui invece no. Quando anche gli ultimi ritardatari si furono affrettati a prendere posto, le porte vennero chiuse e sul tempio cal il buio. Un momento pi tardi i bracieri disposti nell'arena si accesero e il canto ebbe inizio, annunciando l'arrivo dei preti e delle sacerdotesse con i cesti contenenti le vipere

incantate. Presto Judith avrebbe fatto il proprio ingresso, il che significava che il momento in cui Raistlin avrebbe dovuto agire si stava avvicinando. Lui era terrorizzato, e dai sintomi aveva anche capito quale fosse la natura del suo problema: era un attacco di panico da palcoscenico. In passato, gli era capitato di sperimentare qualcosa di simile, anche se in misura drasticamente minore, prima delle sue esibizioni durante le piccole fiere che si tenevano a Solace, ma in quei casi la paura era sempre svanita non appena aveva cominciato ad esibirsi e quindi non se n'era particolarmente preoccupato. D'altro canto, non si era mai esibito davanti ad un pubblico di queste dimensioni, e che andava per di pi considerato ostile, e la posta in gioco non era mai stata tanto grande, il che significava che la sua paura era cento volte pi intensa di quanto lo fosse mai stata in passato. Le sue mani erano gelate fino all'osso, le dita tanto rigide da indurlo a temere di non riuscire a muoverle quanto bastava per estrarre la pelle d'agnello dalla custodia; al tempo stesso gli intestini gli si stavano contraendo in maniera tale che per un orribile momento lui ebbe il timore di dover abbandonare l'assemblea per andare in cerca di una latrina, la bocca era tanto arida da non permettergli di pronunciare una sola parola... ma come avrebbe fatto ad attivare l'incantesimo se non poteva parlare? In aggiunta a tutto questo era madido di sudore e si sentiva percorrere dai brividi. D'un tratto lo stomaco gli si contrasse in modo tale da indurlo a pensare che la sua esibizione stesse per concludersi nell'ignominia e nella vergogna ancor prima di essere cominciata, con lui che si vomitava addosso. Intanto il Sommo Sacerdote aveva cominciato con le frasi di introduzione ma Raistlin non vi bad e si pieg su se stesso, sentendosi infelice e nauseato. Di l a poco arriv anche la Somma Sacerdotessa Judith che rivolse al pubblico il suo solito discorso di benvenuto di cui Raistlin non riusc a sentire una sola parola a causa del ruggito che gli echeggiava negli orecchi: adesso il momento dell'azione era imminente, Caramon lo stava guardando pieno di aspettativa e da qualche parte nell'ombra anche Kit lo stava fissando; Sturm era in attesa del suo segnale e cos pure Tasslehoff. Tutti aspettavano lui, contavano su di lui, dipendevano da lui. Se avesse fallito lo avrebbero capito, sarebbero stati cortesi e non lo avrebbero rimproverato. Lo avrebbero compatito... Judith intanto aveva abbassato le braccia, con le maniche che le ricadevano a coprire le mani, segno che stava per pronunciare

l'incantesimo. Armeggiando con la custodia per pergamene, Raistlin costrinse le dita intorpidite ad aprirne il coperchio e tir fuori la pelle d'agnello con mani che tremavano a tal punto che per poco non la lasci cadere. In preda al panico, timoroso di perderla nell'oscurit e di non riuscire poi a ritrovarla, serr il pugno intorno ad essa. Lentamente, tremando, si liber quindi del mantello nero e si alz in piedi. I suoi vicini di posto lo guardarono con irritazione, qualcuno alle sue spalle emise un sibilo sonoro per ingiungergli di sedersi, e quando lui non obbed altre voci si levarono in segno di protesta, creando una confusione che indusse altri fra il pubblico a girarsi a guardare verso di lui, compreso uno dei preti che si trovavano nell'arena. Frenetico, Raistlin si frug nella mente alla ricerca del discorso che aveva preparato con tanta cura e ripetuto cos spesso, ma non riusc a ricordarne neppure una parola: stordito dalla paura che lo paralizzava, srotol la pergamena e la fiss, nella speranza di trovare ispirazione in essa. Le lettere delle parole magiche brillavano di un tenue e piacevole chiarore come se la punta del pennino che le aveva stilate fosse stata intinta nel fuoco. Il calore della magia si diffuse dalla pergamena alle sue dita ghiacciate, portando con s un senso di rassicurazione: lui possedeva la capacit di attivare quell'incantesimo, di gestire la magia. Avrebbe imposto la propria volont su queste persone, le avrebbe tenute sotto il proprio controllo. Quella consapevolezza lo galvanizz e il senso di potere consum la sua paura. Quando infine parl, la sua stessa voce gli suon poco familiare perch era in genere sommessa e non si era aspettato di sentirla risuonare cos possente. Cerc allora di modularla in modo da sfruttare al meglio l'acustica del tempio e il risultato fu cos drammatico che perfino lui ne rimase sorpreso. Cittadini di Haven esord, amici e vicini. Mi presento davanti a voi per avvertirvi che vi si sta raggirando!. Mormorii e borbottii si levarono dalla folla. Alcuni gli gridarono con rabbia di smetterla di insultare il dio, altri si mostrarono irritati e preoccupati che il suo intervento impedisse il preannunciato miracolo. Qua e l qualcuno batt le mani e lo incit invece a proseguire: quelle erano persone che erano venute per assistere ad uno spettacolo, e questo

intervento garantiva che il loro denaro era stato ben speso. Da tutte le parti la gente protese il collo per cercare di vedere meglio chi aveva parlato, e parecchi fra gli spettatori si alzarono in piedi. Nell'arena i preti e le sacerdotesse guardarono con incertezza il loro capo, chiedendosi cosa dovevano fare. Ad un segnale del Sommo Sacerdote levarono allora la voce nel canto per cercare di soffocare le parole di Raistlin; intanto Caramon si era alzato in piedi per ergersi protettivamente accanto al fratello e stava tenendo d'occhio con fare minaccioso gli accoliti che si erano muniti di torce e stavano scendendo lungo la navata per venire verso di loro. Raistlin non stava per badando a tutta quella confusione: il suo sguardo era fisso su Judith, che aveva sospeso l'attivazione dell'incantesimo e dopo averlo localizzato fra la folla lo stava fissando a sua volta. A causa dell'oscurit lei non era in grado di riconoscerlo, ma vide la sua veste bianca e comprese immediatamente il pericolo che stava correndo; la sua confusione dur per un solo istante, poi lei ritrov subito il controllo. Attenti al mago! esclam. Prendetelo e portatelo via! A quelli come lui proibito entrare nel tempio: viene ad operare fra di noi la sua magia malvagia!. Sentiamo qualcosa di pi in merito alla magia malvagia, Vedova Judith, grid di rimando Raistlin. A quel punto lei lo riconobbe e il sangue le sal al volto per l'ira, le pupille le si dilatarono negli occhi sgranati e le labbra pallide si mossero senza emettere suono, mentre Raistlin si sentiva assalire da un senso di allarme e di sgomento alla vista dell'odio che si leggeva nel suo sguardo. Sotto il suo impatto la sicurezza appena ritrovata vacill e Judith parve avvertirlo. Socchiudendo le labbra in un terribile sorriso fece ci che avrebbe dovuto fare fin dall'inizio, volgergli le spalle ignorandolo. Intanto gli accoliti stavano scendendo rumorosamente le scale diretti verso di lui, ma per fortuna alcuni fra il pubblico si erano spostati nella navata per vedere meglio e stavano bloccando loro il passo; con i pugni serrati, Caramon era pronto a tenere a bada gli aggressori, ma era soltanto questione di tempo prima che essi lo sopraffacessero grazie alla loro semplice superiorit numerica. Posso provare che le mie accuse sono vere! grid Raistlin, ma la voce gli s'incrin e la gente prese a fischiare e a deriderlo. Imbarazzato e consapevole che stava perdendo il controllo sul pubblico, lui lott disperatamente per ritrovarlo. La donna che si definisce una Somma

Sacerdotessa compie quello che lei chiama un miracolo... ma io posso dimostrare che soltanto una magia usando esattamente lo stesso incantesimo e facendo apparire fra di voi un altro cosiddetto dio. Mirate!. Arrivato al momento cruciale scopr di non avere bisogno della pergamena perch le parole dell'incantesimo gli erano penetrate nel sangue e la magia stava creando una polla di fuoco intorno al suo cuore martellante per poi essere trasportata dal sangue in ogni parte del corpo. Recit quindi le parole dell'incantesimo, pronunciando ciascuna di esse in modo preciso e corretto, crogiolandosi nell'esaltante sensazione che la magia gli dava nel fluirgli come acciaio fuso lungo le gambe, le braccia e le dita. Attingendo alle energie di quanti lo stavano osservando, utilizzando l'odio e la furia dei suoi nemici a proprio vantaggio, scagli quindi la magia fuori da s e l'incantesimo sciam dalla sua persona, parve sollevarlo per trasportarlo lungo un irradiarsi di onde di fuoco e di calore. Contemporaneamente un gigante apparve davanti al pubblico: un gigante spaventoso che aveva un'enorme coda di cavallo e indossava pantaloni a scacchi verdi e una camicia di seta porpora, che aveva sacche e borse drappeggiate su tutto il corpo e faceva del suo meglio per dare l'impressione di apprezzare l'enormit della situazione. Mirate! ripet intanto Raistlin. Il Kender Gigante di Balifor!. Alcune persone sussultarono, altre scoppiarono in risatine nervose e cariche di tensione mentre il gigantesco kender procedeva lungo la navata mantenendo un'espressione cos seria e solenne che il naso gli vibrava per lo sforzo. Evocate Belzor! grid qualcuno. Fatelo lottare con il kender!. Io scommetto sul kender! grid qualcun altro. Ondate di risa divertite aleggiarono fra la folla, buona parte della quale era venuta per vedere uno spettacolo e si sentiva ricompensata; alcuni fra i fedeli lanciarono invece grida di rabbia, pretendendo che il mago cessasse il suo sacrilegio, ma una volta scatenato il riso era una cosa difficile da arrestare. Il riso... un'arma letale quanto qualsiasi lancia. In quest'angolo Belzor e nell'altro... esclam qualcuno. Le risate salirono di tono, facendosi ruggenti. Nel frattempo quattro accoliti erano riusciti ad arrivare in fondo alle scale e stavano cercando di afferrare Raistlin, ma Caramon non ebbe difficolt a respingerli a mani nude, spintonandoli; i vicini di posto, che si stavano godendo lo spettacolo

e non volevano che finisse, intervennero a dargli una mano e alcuni dei fedeli si schierarono dalla parte degli accoliti mentre tre uomini che erano venuti al tempio dopo essere passati da una birreria si lanciavano con entusiasmo nella mischia senza badare alla fazione con cui si stavano schierando. Ben presto un piccolo tumulto scoppi tutt'intorno a Raistlin. Le grida e le imprecazioni attirarono l'attenzione degli uomini della Guardia Cittadina di Haven che si trovavano fra il pubblico e che fino a quel momento avevano continuato a scoccare occhiate nervose al loro capitano, timorose che questi potesse ordinare loro da un momento all'altro di arrestare il kender gigantesco. Quanto al capitano, era anche lui considerevolmente sconvolto dato che gli si stava parando davanti agli occhi l'immagine di quell'immenso kender rinchiuso nella prigione di Haven, con la testa e la maggior parte del torso che sbucavano dal foro che avrebbero dovuto praticare nel soffitto. In quelle circostanze un semplice e comune tumulto era decisamente il benvenuto, quindi il capitano si disinteress del kender e ordin ai suoi uomini di andare a sedare la rissa in corso. Nel frattempo il kender continu indisturbato la propria marcia lungo la navata, anche se adesso ben pochi gli stavano ancora prestando attenzione, dato che ormai quasi tutti i presenti erano in piedi. I pi prudenti, notando che la situazione stava sfuggendo pericolosamente al controllo, radunarono la famiglia e si avviarono verso l'uscita, mentre quanti amavano le situazioni emozionanti rimanevano invece al loro posto, salendo in piedi sui sedili per cercare di vedere meglio e i giovani presenti fra il pubblico si lanciarono di corsa attraverso l'arena per andare a prendere parte alla mischia. Nel frattempo parecchi bambini sfuggirono alla presa delle madri frenetiche per gettarsi all'inseguimento del kender gigantesco e alcuni nani presero a lottare contro chiunque gli capitasse a tiro, giurando che questo era il miglior raduno religioso a cui avessero preso parte dall'epoca del Cataclisma. Raistlin intanto si era rifugiato sopra il sedile di marmo, sentendosi dapprima sgomento e poi eccitato al pensiero di essere lui l'artefice di tanta confusione, il sobillatore di quel caos. In quel momento assapor il potere e scopr che il suo gusto era dolce... per lui pi dolce anche dell'amore e del profitto. Raistlin non aveva difficolt a vedere i fatali difetti presenti negli esseri mortali, vedeva la loro avidit, i loro pregiudizi, la loro credulit, la loro perfidia e la loro bassezza d'animo, tutte pecche per le quali li disprezzava, e in quel

momento comprese che avrebbe potuto sfruttare quelle pecche per i propri fini, quali che potessero essere, operando il bene o il male con il suo potere, a seconda di quello che avesse scelto. In preda ad un senso di trionfo si gir verso la Somma Sacerdotessa e scopr che era scomparsa... e con lei anche Kitiara. Sgomento, Raistlin afferr Caramon per il dietro della camicia, la sola parte di lui che fosse visibile, e diede uno strattone. In quel momento Caramon stava lottando contro due accoliti, tenendone uno per la gola e l'altro ad un braccio di distanza mentre continuava a ripetere loro che dovevano calmarsi e lasciare in pace la gente onesta. Quando lo strattone alla camicia rischi quasi di soffocarlo, Caramon gir di scatto la testa per vedere di cosa si trattasse. Lasciali andare e vieni con me! grid Raistlin. Intorno a loro c'erano pugni che si agitavano, uomini che si spintonavano, gridavano e imprecavano, una confusione che le guardie avevano soltanto aumentato nel loro tentativo di ripristinare l'ordine. Guardandosi intorno per un momento, Raistlin cerc di rintracciare Sturm in quella confusione ma non riusc a trovarlo; intanto il kender gigantesco era scomparso perch l'incantesimo si era dissolto quando la disponibilit del pubblico a credere nell'illusione era scomparsa, e adesso Tasslehoff, tornato alle sue dimensioni normali, era sepolto sotto una valanga di ragazzini. Con lo svanire dell'incantesimo anche la magia era defluita da Raistlin, lasciandolo prosciugato come se si fosse aperto un'arteria e ne avesse fatto scaturire tutto il proprio sangue. Adesso ci che desiderava disperatamente era raggomitolarsi sotto una coperta e dormire, dormire per giorni, per non osava farlo. La sua debolezza era tale che quando cerc di muovere un passo barcoll e per poco non cadde. Raist, hai un aspetto spaventoso! esclam Caramon, prendendolo per un braccio. Cosa ti succede? Stai male? Avanti, lascia che ti porti io!. Niente affatto! Adesso taci e ascoltami! ordin Raistlin, che non aveva n tempo n energie da sprecare con le stupidaggini di Caramon; accenn quindi ad allontanare da s il braccio con cui il fratello lo stava sostenendo ma poi si rese conto che senza di esso avrebbe rischiato di collassare e aggiunse: D'accordo, allora aiutami a camminare! Non da quella parte, stupido! La porta sotto il serpente! Dobbiamo trovare Judith!. Trovare quella strega? ribatt Caramon, accigliandosi. E perch? Ci

siamo liberati di lei, e che l'Abisso se la prenda!. Non sai cosa stai dicendo, Caramon! sussult Raistlin, assalito da un senso di minacciosa premonizione che gli dest un brivido in tutto il corpo. Se non verrai con me andr da solo. D'accordo, Raist, assent Caramon in tono sottomesso, impressionato dal tono urgente del fratello. Togliti di mezzo! grid quindi, assestando un pugno ad una magra guardia cittadina che stava invano cercando di circondargli con le mani il collo taurino. Aiutato Raistlin a scendere dal gradino di marmo, Caramon lo accompagn verso la corda che impediva ai fedeli l'accesso all'arena. Attento alle vipere! ammon Raistlin, appoggiandosi al braccio possente del fratello. L'incantesimo che le teneva sottomesse cessato. Caramon fece un largo giro per evitare i serpenti che continuavano a dondolarsi nei loro cesti, abbandonati dal Sommo Sacerdote e dai suoi seguaci che si erano saggiamente lasciati alle spalle sia l'arena sia le vipere. Nel momento stesso in cui Raistlin pronunciava il suo avvertimento, uno dei serpenti scivol fuori dal cesto e prese a strisciare sul pavimento. Intanto la gente cominciava a riversarsi verso il centro dell'arena per sfuggire alla mischia sempre pi violenta oppure per cercare nuovi avversari. Una delle guardie and a sbattere contro un braciere e ne rovesci i carboni ardenti sulla paglia che copriva il pavimento al fine di ovattare i rumori: subito dal suolo si levarono lingue di fiamma, volute di fumo si arrotolarono nell'aria e il pandemonio generale aument ulteriormente quando qualcuno prese a gridare in tono isterico che l'edificio era in fiamme. Da questa parte! ordin Raistlin, indicando la stretta porta inserita nella statua di pietra del serpente. I due fratelli si addentrarono in un corridoio di pietra rischiarato da torce tremolanti, nel quale si aprivano parecchie porte su entrambi i lati, e nel guardare oltre una di quelle soglie, Raistlin vide un'ampia stanza splendidamente arredata e rischiarata da centinaia di candele di cera: dunque quelle erano le camere in cui i preti di Belzor vivevano, lussuosamente, a quanto pareva, e lavoravano. Era stata speranza di Raistlin di trovare Judith in una di quelle stanze, ma esse erano tutte vuote come pure quella parte del corridoio, segno che i seguaci di Belzor avevano ritenuto pi saggio abbandonare il tempio in balia della folla in tumulto.

Lanciando intorno a s un'occhiata affrettata, Raistlin scopr poi che non tutti i fedeli seguaci del dio erano fuggiti: in un angolo in ombra c'era una figura accoccolata, e quando fu pi vicino lui pot constatare che si trattava di una delle sacerdotesse, che doveva essere ferita oppure essere crollata per la paura. Quale che fosse il motivo per cui era rimasta indietro, gli altri seguaci di Belzor l'avevano abbandonata e adesso lei era raggomitolata contro la parete di pietra e stava piangendo disperatamente. Chiedile dove possiamo trovare Judith ordin Raistlin, ritenendo pi saggio rimanere nascosto nell'ombra dietro suo fratello. Caramon si protese a sfiorare con gentilezza la mano della sacerdotessa per attirare la sua attenzione e lei sussult, sollevando il volto striato di lacrime a fissarlo con aria spaventata. Dov' la Somma Sacerdotessa? chiese Caramon. Non stata colpa mia! Lei ci ha mentito! esclam la ragazza, deglutendo a fatica. Io le credevo!. Ne sono certo. Dove... Da qualche parte echeggi un urlo di rabbia che si mut in un acuto grido di paura per poi interrompersi di colpo con un orribile gorgoglio che ebbe l'effetto di raggelare Raistlin fino alle ossa per l'orrore; quanto alla ragazza, url a sua volta e s copr gli orecchi con le mani. Dov' Judith? insistette Caramon, che non aveva idea di cosa stesse succedendo ma aveva un ordine a cui obbedire e non intendeva permettere a nulla di distrarlo. Per dare enfasi alle proprie parole scosse leggermente la ragazza spaventata. nella sua sala d'attesa... laggi, gemette la sacerdotessa, sollevandosi in ginocchio. Dovete credermi! Io non lo sapevo.... Notando che Raistlin si era gi avviato nella direzione indicata dalla ragazza, Caramon non attese di sentire altro e si affrett a raggiungere il fratello all'estremit del corridoio, che in quel punto si biforcava a Y in due diversi passaggi. Le torce poste sul lato sinistro del corridoio, quello dove si trovava la stanza di Judith, erano state spente e quella parte del tempio era immersa nel buio. Ci serve una luce, ordin Raistlin. Prima di addentrarsi nella parte buia del corridoio Caramon afferr una delle torce accese e la lev in alto. Il fumo prodotto dalla paglia che stava bruciando nell'arena era intanto filtrato fin l e si stava muovendo in riccioli sinuosi lungo il pavimento; in fondo al corridoio buio era adesso visibile grazie alla torcia una singola

porta su cui spiccava il simbolo del serpente lavorato in oro. Hai sentito quell'urlo, Raist? domand a disagio Caramon, fermandosi di colpo. S, e di certo non siamo stati i soli a sentirlo, rispose Raistlin, scoccando al fratello un'occhiata impaziente. Perch te ne stai fermo l? Spicciati, presto la gente verr ad indagare e non abbiamo molto tempo. Con quelle parole si avvi nel corridoio buio, e dopo un momento di esitazione Caramon si affrett a raggiungerlo; quando Raistlin buss con decisione alla porta essa si apr da sola non appena entr in contatto con la sua mano. Tutto questo non mi piace, Raist. Andiamo via, incit Caramon, nervoso e scosso. Raistlin per spinse la porta, spalancandola. La piccola stanza era intensamente illuminata da venti o trenta grosse candele disposte su una sporgenza di pietra della parete, spessi tendaggi di velluto nascondevano in parte un'altra porta, questa chiusa, che dava accesso ad una stanza posteriore che era probabilmente la camera da letto di Judith; un boccale di peltro pieno di vino e un piatto di pane e carne, che sarebbero dovuti servire a ripristinare le energie della sacerdotessa dopo il rituale erano sistemati su un piccolo tavolo di legno. Judith per non aveva pi bisogno di mangiare e le sue esibizioni erano finite per sempre: la maga giaceva infatti al suolo sotto il tavolo e intorno a lei il pavimento era coperto di sangue perch la gola le era stata tagliata con violenza tale che chi l'aveva uccisa le aveva quasi troncato la testa dal collo. Di fronte a quello spettacolo orribile, Caramon fu assalito da un conato di vomito e si copr gli occhi con le mani. Oh, Raist! Non dicevo sul serio! mormor, sgomento. Riguardo all'Abisso, io non dicevo sul serio!. Nonostante questo, fratello mio, replic Raistlin, che stava invece contemplando il corpo con una calma spaventosa, possiamo supporre senza tema di errore che l'Abisso sia proprio la sua attuale residenza. Vieni, dobbiamo andare via subito perch nessuno ci deve trovare qui. Stava per volgere le spalle al cadavere quando con la coda dell'occhio intravide un bagliore prodotto dalla luce della torcia che si rifletteva su qualcosa di metallico, e guardando pi attentamente scorse un coltello abbandonato a terra accanto al corpo: lui conosceva quel coltello, lo aveva gi visto in precedenza, quindi dopo appena una frazione di secondo

d'esitazione si chin rapidamente a raccoglierlo e lo infil nella manica della veste. Presto, fratello mio! Sta arrivando qualcuno!. All'esterno della stanza si sent un rumore di piedi calzati di stivali, unito alla voce acuta della ragazza che indirizzava la guardia cittadina verso le camere della Somma Sacerdotessa, e nel momento stesso in cui Raistlin arriv alla porta sulla soglia apparvero il capitano della Guardia e parecchi dei suoi uomini, che alla vista del cadavere si arrestarono di colpo, allarmati e stupiti; una delle guardie volse le spalle alla scena e si ritir in un angolo dove vomit senza dare nell'occhio. Il capitano era pero un vecchio soldato che aveva visto la morte in molti dei suoi orribili aspetti e che non era quindi particolarmente sconvolto da quello spettacolo. Fiss quindi dapprima i resti di Judith, che era venuto a interrogare perch sospetta di aver frodato il denaro dei buoni cittadini di Haven, poi spost lo sguardo severo sui due giovani presenti nella stanza e li riconobbe immediatamente come i due che avevano scatenato i disastrosi eventi della serata. Io... io non dicevo sul serio... balbett con voce rotta Caramon, che era pallido quasi quanto il cadavere esangue. Raistlin rimase invece in silenzio, impegnato a riflettere rapidamente: la situazione era infatti disperata, perch le circostanze erano tutte contro di loro. Cos' questa? domand intanto il capitano, indicando una macchia di sangue sulla manica della veste bianca di Raistlin. Ho una certa reputazione come guaritore e mi sono chinato ad esaminarla, rispose Raistlin. Stava per aggiungere che voleva vedere se c'era qualche segno di vita ma un'occhiata al corpo gli fece capire quanto sarebbe parsa assurda un'affermazione del genere e prefer non dire altro. Intanto era acutamente consapevole del coltello che teneva stretto in mano: l'impugnatura era coperta di sangue che gli si stava appiccicando alle dita e lui si sentiva cos disgustato che avrebbe dato qualsiasi cosa per potersele lavare. Raccogliere il coltello era stato un atto di una stupidit incredibile e adesso Raistlin stava imprecando contro se stesso per la propria follia, senza riuscire a capire cosa potesse averlo spinto ad un gesto cos sconsiderato... probabilmente qualche vago e istintivo desiderio di proteggere lei, anche se sapeva che lei al suo posto non avrebbe mai fatto altrettanto per lui.

L'arma non qui, afferm intanto il capitano, dopo aver scoccato un'altra occhiata alla veste insanguinata di Raistlin e aver esaminato la stanza con uno sguardo superficiale. Perquisiteli entrambi. Una delle guardie afferr rudemente Raistlin, bloccandogli le braccia mentre una seconda guardia gli sollevava le lunghe maniche, rivelando il coltello insanguinato stretto nella mano a sua volta sporca di sangue. Prima il kender gigante e adesso un assassinio, comment il capitano, con un cupo sorriso di trionfo. Hai avuto una nottata impegnata, giovanotto. CAPITOLO DICIASSETTESIMO Come aveva giustamente protestato Tasslehoff, la prigione di Haven non era particolarmente accogliente. Posta vicino alla casa dello sceriffo, era situata all'interno di un edificio che un tempo era stato un granaio e che era quindi freddo e pieno di correnti, con i pavimenti sporchi coperti di rifiuti; in aggiunta a questo le celle puzzavano di escrementi sia di cavallo sia umani, e anche del vomito di coloro che avevano bevuto troppo spirito dei nani nel corso della fiera. Raistlin per non si accorse dell'odore, almeno dopo i primi secondi, perch era troppo stanco per badare a qualsiasi cosa, al punto che in quel momento avrebbero potuto impiccarlo, l'impiccagione era la pena prevista ad Haven per l'assassinio, e lui avrebbe accettato la cosa senza protestare. Lasciatosi cadere su uno sporco materasso di paglia, scivol in un sonno cos profondo che non sent neppure i topi che gli passavano sulle gambe. Quel suo sonno senza sogni forn intanto un argomento di conversazione alle guardie della prigione, in quanto una di esse sosteneva che chi dormiva in maniera cos serena doveva essere innocente di qualsiasi accusa di assassinio in quanto una coscienza colpevole non avrebbe mai potuto godere di un sonno sereno; un'altra guardia pi vecchia ed esperta rise per della teoria del compagno, e dichiar che un sonno tranquillo era invece indice del fatto che il prigioniero era un incallito criminale, capace di dormire profondamente quando aveva ancora sulle mani il sangue della sua vittima. Raistlin per non sent la loro discussione e neppure le voci chiassose degli altri prigionieri, per lo pi kender pieni di eccitazione perch quella era stata una giornata ricca di eventi, compresi una rissa, un incendio, un assassinio e, cosa pi meravigliosa di tutti, un membro della loro razza

trasformato in un gigante... un'impresa davvero incredibile di cui non risultava fosse mai stato capace neppure zio Trapspringer; dopo quella sera il kender gigante era destinato a diventare una figura mitologica celebrata nei canti e nelle storie dei kender, spesso vista attraversare a grandi passi gli oceani o saltare da una cima montana all'altra. Da allora, se capitava una notte in cui la luna d'argento e quella rossa non sorgevano, i kender divennero propensi a raccontare a tutti che era stato il kender gigante a "prenderle in prestito". Impazienti di discutere di quell'evento incredibile, i kender entravano e uscivano di continuo dalle rispettive celle, forzando le serrature quasi prima che la porta fosse stata chiusa, e le guardie facevano appena in tempo a riportare uno di essi nella sua cella che ne trovavano altri due in circolazione per la prigione. Sta tremando, osserv d'un tratto la guardia pi giovane, guardando nella cella di Raistlin durante un momento di pausa concesso loro dai kender, pausa che peraltro non presagiva nulla di buono perch significava che essi stavano escogitando chiss che cosa. Non dovrei portargli una coperta?. No, ribatt con un sogghigno il carceriere. Presto avr caldo a sufficienza... anzi, anche troppo se capisci cosa intendo. Dicono che l'Abisso sia pi caldo della fucina di un fabbro. Immagino che lo processeranno prima d'impiccarlo, protest l'altra guardia, che era nuova della zona. Lo sceriffo terr un processo per pura formalit, annu il carceriere, scrollando le spalle, ma per quel che mi riguarda non vedo che bisogno ci sia di farlo, dato che lo hanno trovato con il coltello in mano e fermo accanto al cadavere. Avanti, coprilo pure, se vuoi, continu, esibendo una coperta sporca. Sarebbe un peccato se dovesse ammalarsi e morire prima dell'impiccagione. Dammi le chiavi. Non le ho. Credevo che le avessi tu. Dopo qualche ricerca risult che erano i kender ad avere le chiavi: essi infatti si riversarono fuori da tutte le celle e organizzarono un picnic nel centro della prigione. Intenti com'erano a cercare di persuadere i kender a restituire loro le chiavi, il carceriere e la guardia erano troppo distratti per notare il bagliore di torce che si stava avvicinando alla prigione, e le grida dei kender impedirono loro di sentire le urla della folla che si stava avvicinando. Spossato a causa dell'incantesimo e dell'interrogatorio dello sceriffo,

Raistlin rimase immerso nel suo sonno quasi comatoso e a sua volta non sent nulla. Neppure Caramon vide il bagliore delle torce, perch in quel momento era lontano dalla prigione e stava correndo pi in fretta che poteva verso la fiera dopo aver evitato di stretta misura di essere preso prigioniero a sua volta. Quando era stato interrogato dallo sceriffo di Haven, aveva negato con costanza e determinazione di sapere qualsiasi cosa in merito al crimine, sia per quanto riguardava se stesso sia a nome del fratello, che intanto continuava a sua volta a ripetere stancamente la propria versione dell'accaduto, e cio che era inginocchiato accanto al corpo per esaminare la vittima. Quanto al coltello non aveva idea del perch lo avesse raccolto o avesse cercato di nasconderlo, probabilmente aveva agito cos perch si era trovato in stato di shock e non si era reso conto di quello che stava facendo. Inoltre, aveva ribadito enfaticamente, Caramon non aveva nulla a che vedere con quanto era accaduto. Per fortuna la giovane sacerdotessa si era presentata come testimone e aveva dichiarato che stava parlando con Caramon nel corridoio quando avevano sentito Judith urlare. Caramon aveva giurato che il suo gemello era stato con lui in quel momento, ma la ragazza aveva ribadito di aver visto soltanto lui. A causa di quell'alibi lo sceriffo era stato costretto sia pure con riluttanza a liberare Caramon, che aveva scoccato un'occhiata devota, ansiosa e preoccupata al fratello, che l'aveva ignorata, e si era allontanato in tutta fretta verso la fiera, riflettendo lungo il tragitto su quanto era accaduto. La gente lo accusava di essere stupido e lento di mente, e pur non essendo stupido lui in effetti era lento nel ragionamento, anche se non nella comune accezione di quella definizione con cui di solito s'intendeva una persona stupida. Caramon infatti era un pensatore, lento e razionale, che considerava ogni aspetto di un problema prima di arrivare infine alla soluzione, e a causa della lentezza di quel procedimento la maggior parte della gente di solito non notava che lui arrivava invariabilmente alla soluzione giusta. Adesso Caramon aveva davanti a s parecchi chilometri lungo i quali riflettere sulla terribile situazione che si era creata. Lo sceriffo era stato del tutto trasparente e aveva ammesso che ci sarebbe stato un processo puramente formale, il cui esito era gi scontato in partenza: Raistlin sarebbe stato riconosciuto colpevole di omicidio e sarebbe stato impiccato,

sentenza che sarebbe probabilmente stata eseguita il giorno stesso del processo, non appena fosse stato possibile montare il patibolo. Quando infine giunse alla fiera, Caramon aveva ormai preso una decisione e sapeva con esattezza cosa doveva fare. L'area della fiera era tranquilla, rischiarata qua e l da una luce che filtrava attraverso gli antoni chiusi delle bancarelle perch sebbene fosse ormai passata la mezzanotte alcuni artigiani stavano ancora lavorando duramente per preparare una nuova scorta di merce per l'indomani, che sarebbe stato l'ultimo giorno di fiera, l'ultima occasione per indurre i clienti a comprare le loro mercanzie. La notizia di quanto era successo ad Haven non era evidentemente ancora giunta fin l oppure, se vi era giunta, era stata accolta come una storia interessante e niente di pi, perch quei mercanti certo non pensavano che essa potesse avere il minimo riflesso sui loro interessi; senza dubbio avrebbero avuto un parere diverso l'indomani, perch se davvero ci fossero stati un processo per omicidio e un'impiccagione l'afflusso alla fiera sarebbe stato scarso e le vendite poche. Caramon rintracci la bancarella di Flint orientandosi in base alle sagome dei diversi edifici che spiccavano sotto la pallida luce delle stelle e quella della luna rossa, che era piena e proiettava un chiarore anche troppo intenso... cosa che a Caramon parve un buon presagio perch pur portando la veste bianca Raistlin aveva affermato una volta che la sua preferenza andava a Lunitari. Innanzitutto Caramon and alla ricerca di Sturm, ma non riusc a trovare da nessuna parte n lui n Tasslehoff e infine si rec alla tenda di Tanis, esitando davanti all'apertura. Essendo abbastanza disperato da non avere il minimo scrupolo a interrompere qualsiasi piacevole attivit che potesse essere in corso all'interno della tenda, Caramon ascolt per un momento e quando non riusc a sentire nulla sollev il telo d'ingresso per sbirciare all'interno, scoprendo che Tanis era solo e immerso in un sonno tutt'altro che sereno, dato che stava mormorando qualcosa in una lingua incomprensibile, probabilmente elfica, e si agitava con inquietudine. Deducendo che a quanto pareva la lite non era ancora stata superata, Caramon lasci ricadere il telo e indietreggi. Entrando nella tenda che divideva con il suo gemello, non rimase sorpreso di trovarvi Kitiara, avvolta in una coperta e all'apparenza immersa in un sonno tranquillo e sereno, almeno a giudicare dal suo respiro

uniforme; un'ondata di luce lunare si rivers nella tenda insieme con Caramon, quasi che Lunitari stessa fosse decisa ad essere presente a quel colloquio, e questo dest nell'animo di Caramon un senso di meraviglia che si and a mescolare all'ira che gli divampava nell'anima. Accoccolandosi, tocc la spalla della sorella ed ottenne una reazione soltanto dopo averla scossa parecchie volte... e da questo cos come dalla scarsa credibilit del modo in cui lei si gir e finse di non riconoscerlo immediatamente, comprese che Kitiara aveva finto di dormire. Sapeva infatti per passate e dolorose esperienze, che lei non era tipo da permettere a qualcuno di avvicinarlesi tanto di soppiatto. Chi ? Caramon? mormor Kitiara, fingendo uno sbadiglio e passandosi la mano fra i capelli arruffati. Cosa vuoi? Che ore sono?. Hanno arrestato Raistlin, afferm Caramon. Gi, certo, non mi sorprende. Domattina pagheremo la multa e lo tireremo fuori di prigione, ribatt Kit, tirandosi la coperta sulle spalle e accennando a girarsi dall'altra parte. Lo hanno arrestato per omicidio, aggiunse Caramon, parlando alla schiena della sorella. Per l'omicidio della Vedova Judith. Noi l'abbiamo trovata morta nelle sue stanze con la gola tagliata. Accanto al corpo c'era un coltello che Raistlin ed io abbiamo entrambi riconosciuto perch lo avevamo gi visto in precedenza... alla tua cintura. Poi tacque, in attesa. Per un momento Kitiara rimase immobile, poi si liber della coperta e si lev a sedere, rivelando di essere ancora quasi del tutto vestita in quanto aveva indosso pantaloni, camicia e stivali, e si era tolta soltanto il giustacuore di cuoio. Allora perch hanno arrestato Raistlin?, domand con disinvolta noncuranza, addirittura leggermente divertita. Lo hanno trovato con il coltello in mano. Questo stato stupido da parte sua, afferm Kitiara, con una smorfia. Di solito il fratellino non fa simili errori. Quanto ad aver riconosciuto il coltello in questo mondo c' una quantit di coltelli simili, aggiunse scrollando le spalle. Non molti con impresso il marchio di Flint, o con l'elsa avvolta nel cuoio intrecciato come sei solita fare tu. Quello era il tuo coltello, Kit, io e Raistlin lo sappiamo entrambi. Ma davvero? ribatt Kitiara, inarcando un sopracciglio. Raistlin ha detto qualcosa al riguardo?.

Naturalmente no, non lo farebbe mai, almeno non prima che io abbia parlato con te, replic Caramon, cupo. Per prima o poi lo far. Non gli crederanno. Allora dovrai essere tu a parlare. Sei stata tu ad ucciderla, vero, Kit?. Kitiara scroll le spalle e non rispose; la luce della luna rossa, che si rifletteva nei suoi occhi, continu a riversarsi intensa nella tenda. Allora lo far io, Kit, disse Caramon, alzandosi in piedi. Dir loro la verit. E si chin per uscire dalla tenda. Kitiara scatt in piedi e l'afferr per una manica. Caramon, aspetta! C' una cosa che devi considerare, qualcosa a cui non hai pensato, afferm, traendolo di nuovo nella tenda e chiudendone il telo d'ingresso in modo da escludere la luce lunare. Allora, di cosa si tratta?, chiese in tono freddo Caramon. Sapevi che Raistlin poteva compiere magie come quelle? domand Kitiara, facendoglisi pi vicino. Come cosa? replic lui, perplesso. Come l'incantesimo che ha usato stanotte. Era potente, Caramon, io lo so perch ho frequentato un po' alcuni maghi e ho visto... ecco, non ha importanza ci che ho visto, ma puoi fidarti di me se ti dico che Raistlin non avrebbe dovuto essere in grado di fare quello che ha fatto, non alla sua giovane et. abile nella magia, afferm Caramon, che ancora non comprendeva dove intendesse andare a parare Kitiara con questo discorso, usando lo stesso tono con cui avrebbe potuto affermare che Raistlin era abile nel giardinaggio o in cucina, perch per lui quella era una cosa del tutto naturale. Sei imparentato con i nani dei fossi per essere tanto stupido? domand Kitiara, accennando un gesto impaziente. Possibile che tu non riesca a capire?, aggiunse quindi, riducendo la voce ad un sibilo sommesso. Ascoltami, Caramon. Tu hai detto che Raistlin abile nella magia, e adesso io ti dico che lui troppo abile, cosa di cui non mi ero resa conto prima di stanotte. Credevo che stesse soltanto giocando a fare il mago e non avevo idea che fosse cos potente, non mi aspettavo.... Cosa stai dicendo, Kit? chiese Caramon, che cominciava a perdere la pazienza. Lascialo a loro, Caramon, mormor Kitiara, in tono sommesso. Lascia che lo impicchino! Raistlin pericoloso, come una di quelle vipere: finch sottoposto a incantesimo gentile, ma se lo si contraria...

non tornare alla prigione, Caramon, va' a letto e domattina se qualcuno dovesse chiederti del coltello rispondi che apparteneva a Raistlin. Questo ci che devi fare perch tutto finisca in fretta. Caramon rimase sconvolto da quelle parole che lo colpirono come un pugno e lo lasciarono troppo stordito perch riuscisse a pensare ad una risposta; incapace di decifrare il suo volto a causa dell'oscurit, Kitiara giudic la sua reazione in base ai propri standard e ritenne che lui si sentisse indotto in tentazione. Dopo saremo soltanto tu ed io, Caramon, continu. Ho avuto un'offerta per un lavoro, su al nord. La paga buona e andr migliorando. Si tratta di un lavoro mercenario, del genere di cui abbiamo sempre parlato, ed io metter una buona parola per te. Senza dubbio il nobile ti assolder perch sta cercando soldati addestrati, e tu sarai libero da Solace, libero da qualsiasi legame, aggiunse, scoccando un'occhiata in tralice in direzione della tenda di Tanis per poi tornare a fissare il fratellastro e concludere: Sarai libero di fare quello che vorrai. Che ne dici? Sei con me?. Vuoi che... che lasci morire... Raistlin? chiese infine Caramon con voce roca, quasi strozzandosi nel proferire quelle parole. Lascia che accada quel che deve accadere, replic Kitiara, blandendolo. per il meglio. Non puoi dire davvero! esclam lui, incredulo. Non parli sul serio!. Non essere idiota, Caramon! ribatt Kitiara, in tono severo. Raistlin ti sta usando, lo ha sempre fatto e sempre lo far! Non gli importa niente di te e ti user per ottenere quello che vuole, salvo poi scartarti come fossi uno straccio sporco quando non gli servirai pi. Render la tua vita un inferno, Caramon! Lascia che lo impicchino! Non sar colpa tua!. Caramon indietreggi con tanta violenza che per poco non abbatt il palo della tenda. Come puoi... no. non lo far! esclam, annaspando con il telo di apertura nel disperato tentativo di uscire. Kitiara si scagli contro di lui e gli affond le unghie nella carne, incombendo con il volto cos vicino al suo che Caramon ne pot sentire sulla guancia il respiro rovente. Mi sarei aspettata una risposta del genere da Sturm o da Tanis, ma non da te! Tu non sei uno smidollato, Caramon, Pensa a quello che ti ho detto!. Caramon scosse con violenza il capo, sentendosi nauseato come quando

aveva visto per la prima volta il cadavere della sacerdotessa, e anche se stava ancora cercando di uscire, adesso era cos sconvolto che non riusciva a trovare la porta. Kitiara lo contempl in silenzio con le mani sui fianchi, e alla fine emise un sospiro esasperato. Lascia perdere! ordin in tono irritato. Smettila di dibatterti altrimenti abbatterai la tenda. Adesso calmati, d'accordo? Non dicevo sul serio, stavo scherzando: non permetterei mai che impiccassero Raistlin. Questa la tua idea di uno scherzo? ribatt Caramon, asciugandosi il sudore gelido dalla fronte. Non sto ridendo. Allora, dirai la verit?. A cosa diavolo servirebbe? ribatt Kitiara, e con un lampo d'ira aggiunse: Vuoi che impicchino me invece di lui? Si tratta di questo?. Angosciato e infelice, Caramon non replic. Non l'ho uccisa io dichiar intanto Kitiara, in tono freddo. Il tuo coltello.... In mezzo alla confusione che c'era nel tempio qualcuno me lo ha rubato sfilandomelo dalla cintura. Te lo avrei detto se me lo avessi chiesto, invece di accusarmi in quel modo. Questo ci che veramente successo, ma pensi che qualcuno mi crederebbe?. Caramon era del tutto certo che nessuno le avrebbe mai creduto. Vieni con me, ordin intanto Kitiara. Andiamo a svegliare Tanis, lui sapr cosa fare. Si infil quindi il giustacuore di cuoio e afferr la spada che giaceva per terra accanto alla coperta, affibbiandosela alla cintura. Non fare parola con il mezzelfo del mio scherzo di prima perch lui non capirebbe, disse quindi a Caramon, accarezzandogli un braccio. Incapace di parlare, Caramon si limit ad annuire, consapevole che non lo avrebbe mai raccontato a nessuno perch era una cosa troppo vergognosa e orribile: forse si era trattato davvero di uno scherzo, per quanto macabro, ma lui non ne era convinto. Gli pareva di sentire ancora le parole di Kitiara, la veemenza con cui erano state pronunciate, e ricordava bene la strana luce che le era apparsa nello sguardo. D'istinto, si ritrasse dalla mano di lei perch il suo contatto gli faceva accapponare la pelle. Kitiara gli batt un colpetto sul braccio come se fosse stato un bravo bambino che aveva mangiato tutta la cena, poi lo oltrepass e usc con passo deciso dalla tenda, urlando il nome di Tanis mentre camminava. Caramon era diretto verso il retro della bancarella per svegliare Flint

quando sent una voce eccitata echeggiare nel silenzio dell'area della fiera. Stanno per bruciare un mago! Venite a vedere! Stanno per bruciare un mago!. CAPITOLO DICIOTTESIMO Raistlin venne svegliato di colpo da un senso di pericolo che mentre dormiva lo pervase con una scarica simile a quella di un fulmine, riscuotendolo da sogni spaventosi. D'istinto rimase immobile, tremando sotto la coperta, fino a quando la mente non fu del tutto sveglia e attiva e non ebbe individuato la fonte del pericolo. Dalla cella poteva avvertire l'odore delle torce accese e sentire le voci che echeggiavano fuori della prigione, che ascolt con timore restando immobile. Vi garantisco che il processo del mago avr luogo domani, stava dicendo la guardia, o per meglio dire oggi. Allora potrete dire quello che pensate al cospetto dello sceriffo. Lo sceriffo non ha giurisdizione su questo caso! rispose una voce profonda. Quel mago ha assassinato mia moglie, la nostra sacerdotessa! Brucer questa notte stessa, come devono bruciare tutti gli stregoni per pagare i loro orrendi crimini! Fatti da parte, carceriere: siete soltanto in due e noi siamo pi di trenta... non vogliamo che persone innocenti si facciano del male. Nelle celle adiacenti i kender stavano parlando pieni di eccitazione, spingendo le panche sotto le finestre per poter vedere e lamentandosi del fatto che essendo chiusi in prigione non avrebbero potuto assistere al rogo del mago. A questo punto qualcuno sugger che potevano forzare di nuovo la serratura, ma purtroppo in seguito al furto delle chiavi le guardie avevano aggiunto una catena munita di lucchetto alla porta della loro cella, cosa che elevava notevolmente il livello di difficolt dell'impresa. Per nulla scoraggiati, i kender si misero all'opera. Rankin! Corri a chiamare il capitano, ordin intanto il carceriere. All'esterno si sent un rumore di lotta accompagnato da grida, imprecazioni e infine da un urlo di dolore. Ecco le chiavi, disse la stessa voce profonda di poco prima. Voi due entrate nella prigione e portatelo fuori. Come faremo con il capitano delle guardie e con lo sceriffo? domand qualcuno. Non cercheranno d'interferire?.

Qualcuno dei nostri confratelli si gi occupato di loro e per questa notte non ci causeranno problemi. Andate a prendere il mago. Raistlin balz in piedi, cercando disperatamente di soffocare il panico e di pensare al da farsi. I pochi incantesimi di cui disponeva gli affiorarono alla mente, ma il carceriere gli aveva sottratto le sacche con i componenti necessari ad attivare la magia, senza contare che a causa della stanchezza estrema e della paura dubitava che sarebbe comunque riuscito ad avere la forza o la coerenza per farvi ricorso. E del resto a cosa gli sarebbe servito? Con amarezza pens che non poteva certo far addormentare trenta persone. Avrebbe potuto usare un incantesimo che bloccasse la porta della prigione, ma stanco com'era non avrebbe potuto mantenerlo a lungo e non aveva altre armi a cui ricorrere: era impotente, del tutto alla merc di quegli uomini! I preti vestiti delle loro tuniche azzurro cielo apparvero in fondo al corridoio con in mano delle torce e cominciarono a cercare in una cella dopo l'altra mentre Raistlin lottava contro l'impulso dettato dal panico di nascondersi in un angolo in ombra: immaginandosi mentre veniva trovato e trascinato vergognosamente all'aperto si costrinse ad aspettare con stoica calma che i due lo raggiungessero perch dignit e orgoglio erano le sole cose che gli rimanessero ed era deciso a conservarle fino alla fine. Per un momento, in modo fugace, pens a Caramon, ma poi accanton quella speranza considerandola utopica perch la fiera era lontana dalla prigione e suo fratello non aveva modo di sapere quello che stava succedendo. Sarebbe tornato l'indomani mattina, e allora sarebbe stato ormai troppo tardi. Poi uno dei preti si ferm davanti alla porta della sua cella. qui dentro! avvert. Raistlin serr strettamente le mani per soffocarne il tremito e fronteggi i due uomini con atteggiamento di sfida, componendo il volto in una maschera di freddezza e di orgoglio per nascondere la paura. I preti avevano le chiavi della cella, che il carceriere non aveva difeso molto strenuamente, e ignorando le suppliche e le esortazioni dei kender che stavano avendo problemi ad eliminare il lucchetto, aprirono la porta della cella di Raistlin, afferrandolo e legandogli i polsi con un pezzo di corda. Non opererai altre immonde magie contro di noi, dichiar uno di essi. Non la mia magia che temete, ribatt con orgoglio Raistlin, lieto che la voce non gli tremasse. Invece temete le mie parole ed per questo che

mi volete uccidere prima che possa essere processato. Sapete che se avessi la possibilit di parlare vi denuncerei per quei ladri e quei ciarlatani che siete. Uno dei preti gli sferr al volto un colpo che gli spinse la testa all'indietro, gli smosse un dente e gli lacer un labbro; il sapore del sangue gli riemp la bocca e la cella e i preti ondeggiarono davanti ai suoi occhi. Non farlo svenire! rimprovero l'altro prete. Vogliamo che sia sveglio in modo che possa sentire le fiamme quando si leveranno a lambirlo!. Afferrarono quindi Raistlin per le braccia e lo trascinarono fuori dalla cella muovendosi cos in fretta che per poco non lo fecero cadere. Incespicando lui fu costretto quasi a correre per non perdere l'equilibrio e ogni volta che cerc di rallentare il passo venne costretto a proseguire con un doloroso strattone alle braccia. Il carceriere era raggomitolato vicino alla porta con la testa bassa e lo sguardo fisso al suolo mentre la giovane guardia, che pareva aver fatto almeno un tentativo per difendere il prigioniero, giaceva al suolo priva di sensi con una pozza di sangue che si andava formando sotto la sua testa. All'apparire di Raistlin, i preti levarono un grido di gioia che per si quiet immediatamente ad un ordine del Sommo Sacerdote. In silenzio, animati da un intento letale, i Belzoriti circondarono Raistlin e attesero ordini dal loro capo. Lo porteremo al tempio e lo giustizieremo l, in modo che la sua morte serva da esempio ad altri che possano avere in mente di ostacolarci. Dopo la morte del mago dichiareremo che nessuno di noi ha visto il kender gigantesco e manderemo in giro i nostri seguaci perch diffondano la stessa versione dei fatti. Presto, quanti hanno visto il kender cominceranno a dubitare dei loro sensi e noi sosterremo che il mago, spaventato dal potere di Belzor, ha scatenato una rissa in modo da poter sgusciare via senza essere notato e assassinare la nostra sacerdotessa. Funzioner? chiese qualcuno, in tono dubbioso. La gente sa bene quello che ha visto. Presto tutti cambieranno idea e vedere il corpo carbonizzato del mago davanti al tempio li aiuter ad arrivare alla giusta decisione. Quanti non si convinceranno andranno incontro alla stessa sorte. E gli amici del mago? Il nano e il mezzelfo e gli altri?. Judith li conosceva e mi ha parlato di loro. Non abbiamo nulla da temere perch la sorella una prostituta, il nano un ubriacone a cui importa soltanto del suo boccale di birra e il mezzelfo un bastardo, un

vigliacco come tutti gli elfi. Quella gente non ci causer problemi e sar fin troppo lieta di lasciare di soppiatto la citt. Qualcuno di voi cominci a cantare, ordin il Sommo Sacerdote. La cosa avr un aspetto migliore se la faremo nel nome di Belzor. Raistlin riusc a sfoggiare un cupo sorriso anche se questo gli cost il riaprirsi del labbro ferito. Al pensiero dei suoi amici la disperazione che lo opprimeva si era attenuata e lui aveva ricominciato a sperare. Quei preti non volevano tanto la sua morte quanto il dramma che l'avrebbe accompagnata, necessario per instillare il timore di Belzor nella mente della popolazione, e questo ritardo poteva tornare soltanto a suo vantaggio perch il rumore, la luce e l'agitazione sarebbero certo stati notati in citt e la notizia sarebbe arrivata fino alla fiera. Cominciando a cantilenare e a gridare il nome di Belzor i preti lo trascinarono lungo le strade di Haven e il suono stentoreo del loro canto unito al chiarore delle torce indusse la gente ad alzarsi per guardare dalla finestra. Nel vedere la macabra processione, gli abitanti si affrettarono a vestirsi per uscire ad assistere, i buoni a nulla che erano intenti a bere nelle taverne abbandonarono i boccali per accertare la causa di tanto chiasso e furono pronti ad unirsi alla folla crescente che stava seguendo i preti con un coro di grida ubriache che adesso punteggiavano il canto religioso. Il dolore causato dalla mascella che si andava gonfiando stava intanto causando a Raistlin un'emicrania intollerabile, le corde gli penetravano nella carne e la stretta dei preti intorno alle braccia era altrettanto dolorosa mentre lui lottava per restare in piedi e non cadere finendo calpestato. Il tutto era cos irreale che non riusciva a provare paura. Essa sarebbe giunta pi tardi, per ora si trattava soltanto di un incubo, di una sorta di orribile sogno ad occhi aperti da cui non era possibile svegliarsi. La luce delle torce lo accecava e gli impediva di vedere qualsiasi cosa tranne di tanto in tanto qualche volto sogghignante che appariva nel chiarore e subito svaniva nel buio circostante per essere sostituito da un altro. Ad un certo punto intravide la giovane donna che aveva perso la sua bambina e che lo contemplava con dolorosa compassione e con timore; d'un tratto la donna protese la mano verso di lui come per cercare di aiutarlo, ma i preti la spinsero indietro con brutalit. Poi in lontananza apparve la mole incombente del Tempio di Belzor. A quanto pareva la struttura di pietra non era stata danneggiata dal fuoco che aveva distrutto soltanto alcune parti dell'interno e la grande folla che si era

creata al seguito dei preti si raccolse nell'ampio spiazzo verde antistante la costruzione per guardare mentre gli uomini in tunica azzurra piantavano nel terreno un grosso palo di legno e altri preti accatastavano intorno ad esso delle fascine di legna da ardere. Molti cittadini di Haven diedero loro una mano nei preparativi per il rogo, gli stessi che appena poche ore prima avevano riso dei Belzoriti e si erano fatti beffe del loro dio. Raistlin per non ne rimase sorpreso perch per lui quella era soltanto un'ulteriore dimostrazione della bruttura dell'animo umano: che quella gente fosse pure soggiogata, derubata e raggirata da Belzor. Dopo tutto, quel dio e i suoi seguaci si meritavano a vicenda. I preti e la folla eccitata lo trascinarono quindi lungo la strada che portava al tempio. Ormai erano molto vicini al rogo... dov'era Caramon? Dov'erano Kit e Tanis? Possibile che i preti fossero riusciti a intercettarli e ad assalirli, che in quel momento stessero lottando per salvarsi la vita al loro accampamento senza avere modo di raggiungerlo? Oppure, pensiero raggelante, si erano resi conto che salvarlo era impossibile e vi avevano rinunciato? Belzor! Belzor! cominci a gridare la folla, inebriandosi con quella folle litania, e Raistlin sent morire la speranza rimpiazzata da una orribile paura. Poi una voce si lev tanto possente da sovrastare il canto dei preti e le grida della folla. Fermi! Cosa significa tutto questo?. Sollevando il capo, Raistlin vide Sturm Brightblade fermo nel centro della strada fra il palo e la vittima designata, in modo da bloccare il passo ai preti. Illuminato dal chiarore di molte torce, Sturm costituiva una figura impressionante mentre si ergeva alto e impavido, con i lunghi baffi irti per l'indignazione e il volto severo che sembrava pi maturo della sua et effettiva. In pugno stringeva la spada snudata e la luce delle torce divampava sul metallo come se fosse stato incandescente. Nel complesso, Sturm appariva orgoglioso e fiero, calmo e dignitoso, un punto fisso al centro di quel vorticante tumulto. Un silenzio fatto di meraviglia e di rispetto cal sulla folla e i preti che erano all'avanguardia si arrestarono, intimoriti da questo giovane che non era un cavaliere ma che appariva tale in virt del suo portamento e del suo coraggio. In quel momento, Sturm sembrava un'apparizione emersa dall'epoca leggendaria di Huma: incerti e a disagio, i preti si girarono verso il Sommo Sacerdote in attesa di ordini.

Stolti! esclam questi, in tono furente. un uomo soltanto! Toglietelo di mezzo e proseguite!. Un sasso part dalla calca di spettatori e and a colpire Sturm alla fronte. Premendosi una mano sulla ferita lui barcoll ma non lasci il suo posto sulla strada e non si fece sfuggire di mano la spada nonostante il sangue che ora gli colava sul volto impedendogli di vedere bene da un occhio. Sollevando la spada, prese quindi ad avanzare verso i preti con fare minaccioso. Avendo visto scorrere il primo sangue, la folla era adesso ansiosa di vederne altro, a patto che non fosse il proprio: parecchi ruffiani si staccarono di corsa dalla calca, aggirarono Sturm e lo aggredirono alle spalle con calci e pugni, spingendolo a terra fra grida e imprecazioni. Vedendo che la via era libera, i preti si affrettarono a trascinare verso il palo il prigioniero, che ebbe appena il tempo di lanciare un'occhiata in direzione dell'amico, che giaceva ora gemente sulla strada con i vestiti laceri e insanguinati; poi la folla torn a stringerglisi intorno e gli blocc la visuale. Ormai il giovane mago aveva perso ogni speranza: Caramon e gli altri non sarebbero arrivati in tempo e questo significava che lui sarebbe morto in maniera orribile e dolorosa. Il palo di legno si ergeva al centro delle fascine di legna secca che si spezzava sotto i piedi e i cui rami sporgenti s'impigliavano nella veste di Raistlin, lacerandola in pi punti mentre i preti lo spingevano a ridosso del palo e lo costringevano rudemente a girarsi in modo da fronteggiare la folla che era adesso una massa di occhi scintillanti e di bocche aperte con espressione avida e interessata; intanto qualcuno stava versando un liquido sulla legna secca... spirito dei nani, a giudicare dall'odore, di certo l'idea di qualche spettatore ubriaco e non dei preti. Questi legarono i polsi di Raistlin dietro il palo, poi gli passarono pi volte una corda intorno al petto e al torace in modo da legarlo saldamente, tanto che per quanto si dibattesse con le poche forze che gli rimanevano lui non riusc a liberarsi. A questo punto il Sommo Sacerdote accenn a tenere un discorso, ma qualcuno degli ubriachi pi impazienti di assistere allo spettacolo lanci una torcia fra la legna prima ancora che i preti avessero finito di legare il prigioniero, con il rischio di bruciare con lui anche il Sommo Sacerdote che insieme con i suoi seguaci fu costretto a battere in ritirata con fretta indecorosa per allontanarsi dalla legna intrisa di liquore che stava prendendo fuoco anche troppo in fretta, tanto che gi lingue di

fiamma si levavano a lambire e a divorare i mucchietti di esca. Il fumo aggred gli occhi di Raistlin, riempiendoli di lacrime, e nel chiuderli per proteggerli il pi a lungo possibile dalle fiamme e dal fumo lui imprec contro la propria debolezza e impotenza, preparandosi alla sofferenza lancinante che lo avrebbe aggredito quando le fiamme gli avessero raggiunto la pelle. Salve, Raistlin! trill una voce alle sue spalle. Non trovi che sia eccitante? Prima d'ora non avevo mai visto bruciare nessuno sul rogo, anche se naturalmente preferirei che non si trattasse di te.... Mentre chiacchierava, Tasslehoff si serv di un coltello per tagliare in fretta le corde che bloccavano i polsi di Raistlin. Il kender! grid qualcuno con voce irosa. Fermatelo!. Prendi, ho pensato che questo potesse esserti d'aiuto, aggiunse in fretta Tasslehoff, e mentre Raistlin sentiva l'impugnatura di un coltello che gli veniva messo in mano aggiunse: da parte del tuo amico Lemuel. Lui ha detto.... Raistlin era per destinato a non sapere mai cosa avesse detto Lemuel, perch in quel momento un ruggito devastante sovrast il vociare della folla, e la gente prese a gridare e a urlare allarmata quando un bagliore d'acciaio divamp alla luce delle torce. All'improvviso, Caramon incombette davanti a Raistlin, che si sent sul punto di scoppiare in pianto per la gioia alla vista del volto del fratello che senza badare al dolore prese ad afferrare fascine di legna ardente per scagliarle lontano. Tanis intanto si era addossato con la schiena a quella di Caramon e stava colpendo di piatto con la spada per allontanare torce e randelli; al suo fianco Kitiara non stava invece usando la spada di piatto, come indicava il fatto che gi un prete giaceva sanguinante ai suoi piedi mentre lei combatteva con un sorriso sulle labbra e gli occhi neri che scintillavano per il divertimento. Anche Flint era l, impegnato a lottare con i preti che avevano afferrato Tasslehoff e stavano cercando di trascinarlo nel tempio ma che di fronte all'attacco imprevedibilmente feroce del nano abbandonarono ben presto la preda per fuggire, proprio mentre Sturm veniva a raggiungere gli amici, con il volto trasformato dal sangue in una sorta di maschera e con la spada che non mancava un colpo. Per quanto dispiaciuti di vedere che dopo tutto il mago non sarebbe arrostito fra le fiamme, i cittadini di Haven trovarono divertente e appassionante quel coraggioso salvataggio e ben presto la folla incostante

si rivolt contro i preti, applaudendo quel pugno di eroi. Vedendo come si stavano mettendo le cose il Sommo Sacerdote fugg verso il tempio imitato in tutta fretta dai suoi complici, quelli che erano ancora in piedi, e la folla scagli loro dietro una gragnuola di sassi, elaborando al tempo stesso piani per invadere il tempio. Intanto il sollievo e la consapevolezza che non sarebbe morto fra le fiamme si riversarono in Raistlin con un'ondata cos violenta che lui si sent debole e stordito e si accasci fra i legami. Liberato dalle corde il fratello prossimo a svenire, Caramon lo sorresse e lo prese fra le braccia, portandolo lontano dal rogo e adagiandolo al suolo mentre la folla gli si accalcava intorno, ansiosa di contribuire a soccorrere il giovane mago nella stessa misura in cui poco prima era stata impaziente di vederlo morire bruciato. Fate largo, buoni a nulla! rugg Flint, agitando le braccia con occhi roventi. Lasciatelo respirare. Qualcuno gli porse una bottiglia di spirito dei nani perch la desse a quel "coraggioso giovane", e con una parola di ringraziamento Flint bevve lui stesso un lungo sorso prima di passare la bottiglia a Caramon, che l'accost alle labbra di Raistlin. Il bruciante contatto del liquore con il labbro lacerato e la scia infuocata che esso gli tracci in gola riportarono in s Raistlin, che toss, sputacchi e allontan la bottiglia. Sono sfuggito di stretta misura dal morire bruciato vivo, Caramon, e adesso mi vuoi avvelenare? chiese, fra i colpi di tosse e i conati di vomito, poi lott per alzarsi in piedi senza badare alle proteste del fratello, secondo il quale lui avrebbe dovuto riposare ancora; poco lontano, intanto, la folla aveva circondato il tempio e stava gridando che i preti di Belzor avrebbero dovuto essere bruciati tutti. Questo giovanotto ferito? chiese poi una voce ansiosa. Ho qui un unguento contro le ustioni. Va tutto bene, Caramon, afferm Raistlin, bloccando il fratello che stava cercando di allontanare quello che riteneva un semplice curioso. un mio amico. Ti hanno fatto del male? domand Lemuel, scrutando Raistlin con ansia. No, signore, ti ringrazio ma non sono ferito, soltanto un po' stordito. Ho preparato io stesso quest'unguento a base di aloe... cominci Lemuel, protendendo un vasetto. Ti sono grato, lo interruppe Raistlin, accettando il vasetto. Io non ne

ho bisogno, ma ritengo che possa servire a mio fratello. Nel parlare lanci un'occhiata alle mani di Caramon, che erano scottate e coperte di vesciche; arrossendo e sorridendo con imbarazzo, lui si affrett intanto a nascondere le mani dietro la schiena. Ti ringrazio anche per il coltello, aggiunse intanto Raistlin, sebbene non abbia avuto bisogno di usarlo. Tienilo. il meno che possa fare, giovanotto, dal momento che grazie a te non sar costretto a lasciare la mia casa, replic Lemuel. Ma mi hai gi dato i tuoi libri, protest Raistlin, porgendogli l'arma in questione. Apparteneva a mio padre, e lui avrebbe voluto che entrasse in possesso di un mago come te, dichiar per Lemuel, rifiutandola. Di certo a me non serve a nulla, anche se lo trovo utile per aerare il terriccio intorno alle gardenie; ad esso si abbina uno strano laccio di cuoio che mio padre usava per tenere il coltello nascosto lungo il braccio. Lui affermava che era il mezzo estremo di difesa di un mago. Il coltello in questione era di eccellente fattura e di ottimo acciaio affilato, e dal leggero formicolio che esso gli trasmetteva Raistlin intu che doveva essere stato permeato di qualche magia; infilandolo nella cintura senza protestare oltre, strinse quindi calorosamente la mano a Lemuel. Passeremo pi tardi a prendere i libri, promise. Sarei molto contento se tu e i tuoi amici voleste anche prendere un t con me, invit Lemuel, con un cortese inchino. Dopo altri inchini e una serie di presentazioni, abbinati alla promessa di passare a trovarlo quando avessero lasciato la citt, Lemuel si conged, impaziente di rimettere nel terreno le piante che aveva estirpato. I compagni si ritrovarono allora soli perch la folla che aveva circondato il tempio stava cominciando a disperdersi. Correva infatti voce che i preti di Belzor avessero abbandonato l'edificio mediante un passaggio segreto sotterraneo e stessero ora fuggendo verso le montagne per salvarsi la vita. Qualcuno gi parlava di formare delle squadre per dare loro la caccia, ma ormai era quasi l'alba, l'aria era fredda e tagliente e gli ubriachi si sentivano assonnati e storditi. D'un tratto gli uomini si ricordarono che dovevano andare a lavorare nei campi, le donne rammentarono i bambini lasciati in casa da soli e i cittadini di Haven si allontanarono alla spicciolata, lasciando che ai preti pensassero gli orchetti e gli orchi che infestavano le montagne. I compagni invece si avviarono per tornare alla fiera, e lungo la strada

Flint annunci la propria intenzione di andare via subito anche se la fiera sarebbe durata ancora un giorno. Non intendo passare un minuto pi del necessario in quest'immonda citt, afferm. Qui la gente pazza, semplicemente pazza: prima i serpenti, poi le impiccagioni e adesso un rogo. Sono pazzi, borbott fra s. Del tutto pazzi. Perderai un giorno di vendite, obiett Tanis. Non voglio il loro denaro perch probabilmente maledetto, ribatt in tono secco il nano. Sto addirittura prendendo in seria considerazione l'idea di restituire quanto ho gi incassato. Naturalmente non fece nulla di simile e in seguito la cassetta contenente il denaro fu la prima cosa che mise sul carro, riponendola al sicuro e ben nascosta sotto il sedile di guida. Voglio ringraziarvi tutti, disse Raistlin, mentre percorrevano le strade ora deserte, e mi voglio scusare per avervi messi in pericolo. Avevi ragione, Tanis, ho sottovalutato questa gente e non mi sono reso conto di quanto fosse veramente pericolosa. La prossima volta star pi attento. Speriamo che non ci sia una prossima volta, sorrise Tanis. Voglio ringraziare anche te, Kitiara, continu Raistlin. Per cosa? Per averti salvato? domand lei, con il suo sorriso in tralice. S, per avermi salvato, replic Raistlin, in tono asciutto. Non c' di che! rise Kitiara, assestandogli una pacca sulla spalla. Non c' di che. Il suo comportamento parve turbare Caramon, che assunse un'espressione solenne e distolse lo sguardo. La battaglia faceva bene a Kitiara, che aveva adesso le guance arrossate, gli occhi scintillanti e le labbra rosse come se avesse bevuto il sangue che aveva versato. Senza smettere di ridere, prese Tanis per un braccio e si strinse a lui. Sei uno spadaccino eccellente, amico mio, dichiar, al punto da lasciarmi sorpresa che tu non abbia pensato di fare il mercenario. Mi guadagno gi di che vivere, e in modo sicuro, obiett Tanis, ma lo disse con un sorriso, manifestamente compiaciuto dall'ammirazione di lei. Bah! esclam Kitiara, in tono sprezzante. La sicurezza per i vecchi! Noi combattiamo bene, fianco a fianco, e stavo pensando.... Traendo in disparte Tanis continu quindi a parlare abbassando la voce: a quanto pareva, la lite scoppiata fra loro era ormai stata dimenticata. Non intendi ringraziare anche me, Raistlin? strill Tasslehoff,

saltellando intorno al mago. Guarda qui, aggiunse poi, esibendo con aria triste l'estremit della sua lunga coda di cavallo. Mi sono strinato un poco ma ne valeva la pena, anche se non sono riuscito a vederti bruciare sul rogo. Questo mi ha deluso parecchio, ma so che non hai potuto fare altrimenti, concluse, abbracciando Raistlin con fare conciliatorio. S, Tas, ti ringrazio, rispose Raistlin, districandosi e togliendo il suo nuovo coltello dalle mani del kender. Sono molto grato anche a te, Sturm: quello che hai fatto stato incredibilmente coraggioso... sconsiderato ma coraggioso. Non avevano il diritto di tentare di giustiziarti senza prima averti concesso un equo processo. Erano nel torto ed era quindi mio dovere cercare di fermarli, tuttavia.... Arrestandosi nel centro della strada con la mano premuta contro le costole doloranti, Sturm. solenne, fronteggi Raistlin, continuando: Mentre camminavamo ho riflettuto a fondo sulla cosa e devo insistere perch tu ti consegni allo sceriffo di Haven. Perch dovrei? Non ho fatto nulla di male. Per l'assassinio della sacerdotessa, dichiar Sturm con aria accigliata, pensando che Raistlin stesse peccando di riprovevole leggerezza e noncuranza. Lui non ha ucciso la Vedova Judith, Sturm, intervenne Caramon, in tono quieto e pacato. Quando siamo entrati in quella stanza lei era gi morta. Non mi risulta che tu abbia mai mentito, Caramon, afferm Sturm, spostando con aria turbata lo sguardo dall'uno all'altro dei due gemelli, ma credo che potresti farlo se ne andasse della vita di tuo fratello. Forse, ammise Caramon, per non sto mentendo. Ti giuro sulla tomba di mio padre che Raistlin innocente di questo assassinio. Sturm lo fiss per un lungo momento e infine annu, persuaso, riprendendo a camminare insieme con gli altri. Sapete chi l'abbia uccisa? domand dopo un momento. I due fratelli si scambiarono una lunga occhiata. No, rispose infine Caramon, fissando i propri stivali con fare imbarazzato. Era ormai giorno quando arrivarono al terreno della fiera, e gi i venditori stavano aprendo le bancarelle per prepararsi agli affari mattutini. All'arrivo del gruppo essi accolsero Raistlin come un eroe e applaudirono il suo coraggio mentre il gruppo raggiungeva il banchetto di Flint senza

per rivolgere direttamente la parola a nessuno di loro. Invece di aprire la bancarella, Flint lasci le imposte chiuse e procedette a caricare le sue merci sul carro; quando parecchi mercanti, sopraffatti dalla curiosit, vennero infine a chiedere cosa stesse succedendo, il nano li respinse in modo rude ed essi se ne andarono offesi. La mattinata riservava per ancora una visita e un ultimo spavento: lo sceriffo in persona venne a cercare Raistlin e nel vederlo arrivare Kitiara estrasse la spada, ordinando al fratello di sparire dalla circolazione. Per un momento parve che stesse per scatenarsi un altro scontro, ma Raistlin disse alla sorella di riporre la spada. Sono innocente, ribad, scoccandole un'occhiata significativa. Per poco non sei diventato un innocente arrosto, ribatt in tono rabbioso Kitiara, mentre riponeva la spada nel fodero con un gesto secco. Va', allora, ma questa volta non aspettarti che venga a salvarti. A quanto pareva, per, lo sceriffo era venuto a scusarsi, cosa che fece con riluttanza e con imbarazzo. La giovane sacerdotessa aveva infine ammesso di aver visto Raistlin accanto al fratello nel momento i cui veniva commesso l'assassinio, e aveva anche confessato di non averlo detto prima perch odiava il mago per il ruolo avuto nel causare la rovina di Belzor; adesso per era inorridita per le azioni del Sommo Sacerdote e non voleva pi avere nulla a che fare con quella gente. Che cosa le succeder? domand Caramon, preoccupato. Nulla, rispose lo sceriffo, scrollando le spalle. Come il resto di noi, quei giovani sono stati raggirati dalla donna che morta e da suo marito, ma immagino che supereranno la cosa, che la supereremo tutti. Tacque quindi per un momento, fissando il sole che stava apparendo sopra la cima degli alberi, e senza guardare verso i suoi interlocutori aggiunse: Ad Haven non ci piacciono i maghi. Lemuel diverso, lui innocuo e non ci crea problemi, ma qui non ne vogliamo altri. Avrebbe dovuto ringraziarti, comment pi tardi Caramon, ferito e sconcertato. Per cosa? Per aver distrutto la sua carriera? ribatt Raistlin, con un amaro sorriso. Se non sapeva che Judith e gli altri seguaci di Belzor erano degli imbroglioni quell'uomo lo stupido pi grande di tutta l'Abanasinia, mentre se lo sapeva era senza dubbio pagato profumatamente perch li lasciasse in pace. In ogni caso, la sua carriera finita. Adesso lascia che applichi un po' di unguento su quelle ustioni, fratello. evidente che stai soffrendo.

Una volta pulite le ustioni e applicato su di esse uno strato di unguento curativo, Raistlin lasci gli altri a finire di fare i bagagli e si and a sdraiare sul fondo del carro perch era del tutto esausto, tanto spossato da sentirsi quasi male. Stava per arrampicarsi sul veicolo quando venne avvicinato da uno sconosciuto che indossava una veste marrone e che aveva l'aria di un chierico; avendo visto di recente un numero tale di chierici che gli poteva bastare per tutta una vita, Raistlin gli volse le spalle nella speranza che capisse di non essere il benvenuto e se ne andasse. Un momento soltanto, giovanotto, afferm per lo sconosciuto, tirandolo per una manica. So che hai avuto una giornata spossante, ma ti voglio ringraziare per aver abbattuto quel falso dio, Belzor. I miei seguaci ed io ti siamo eternamente debitori. Grugnendo, Raistlin si liber dalla sua stretta e sal sul carro, ma l'uomo si aggrapp ai bordi del veicolo e sbirci dentro di esso. Io sono Hederick, il Sommo Teocrate, si present con un tono d'importanza. Rappresento un nuovo ordine religioso che spera di fiorire qui ad Haven adesso che i truffaldini seguaci di Belzor sono stati scacciati. Noi siamo conosciuti come i Cercatori, perch cerchiamo i veri di. Spero con tutto il cuore che li troviate, signore, replic Raistlin. Ne siamo certi! esclam l'uomo, che non aveva colto il sarcasmo insito in quelle parole. Forse t'interesserebbe.... A Raistlin per non interessava minimamente: srotolata la propria coperta, la stese sul mucchio delle tende e si sdrai. Per qualche momento ancora il chierico rimase vicino al carro, parlando dei suoi di, ma quando infine Raistlin si tir sulla testa il cappuccio della veste l'uomo si decise ad andarsene e Raistlin non pens pi a lui, dimenticandosi del tutto della sua esistenza. Steso sul fondo del carro cerc di dormire, ma ogni volta che chiudeva gli occhi gli pareva di vedere le fiamme, di sentirne il calore e di avvertire l'odore di fumo, e immancabilmente si trovava del tutto desto e tremante. Ricordando con spaventosa chiarezza il senso d'impotenza che aveva provato, chiuse la mano intorno all'elsa del suo nuovo coltello e nell'avvertire il contatto freddo e rassicurante dell'arma giur che da quel momento non si sarebbe pi separato da quell'estremo mezzo di difesa, a costo di usarlo per togliersi personalmente la vita prima che lo facessero i suoi nemici. Poi i suoi pensieri si spostarono su un altro coltello, quello insanguinato che aveva trovato abbandonato accanto alla donna assassinata e che aveva

riconosciuto come appartenente a Kitiara, e con un profondo sospiro riusc infine a chiudere gli occhi e a scivolare nel sonno. I figli di Rosamun si erano vendicati. LIBRO QUINTO L'aspirante mago Raistlin Majere convocato presso la Torre della Grande Stregoneria di Wayreth perch si presenti davanti al Conclave dei Maghi nel settimo giorno del settimo mese, il settimo minuto della settima ora. Nel tempo e nel luogo fissati sar messo alla prova dai suoi superiori per essere incluso fra le file di coloro che sono stati dotati d talento dai tre di: Solinari, Lunitari e Nuitari. IL CONCLAVE DEI MAGHI CAPITOLO PRIMO Quell'inverno fu uno dei pi miti che Solace avesse mai conosciuto, con pioggia e nebbia al posto di neve e brina, e nel riporre le decorazioni proprie di Yule in attesa dell'anno successivo, rimuovendo rami di pino e di vischio, gli abitanti si congratularono con loro stessi per essere sfuggiti agli inconvenienti di un duro inverno. La gente stava gi pensando ad una primavera anticipata quando a Solace giunse una visitatrice spaventosa e del tutto sgradita: la Peste, che era accompagnata dalla sua spettrale compagna, la Morte. Nessuno seppe determinare con certezza chi avesse invitato quei temuti ospiti a Solace perch il numero di viandanti era stato elevato nel corso di quel mite inverno e chiunque poteva aver portato il contagio. Alcuni accusarono anche le fosse di fango che circondavano il Lago Crystalmir e che quell'inverno non si erano ghiacciate come di consueto, ma indipendentemente da come il male fosse giunto, i sintomi risultarono uguali in tutti i casi, cominciando con una febbre elevata accompagnata da estrema letargia, a cui facevano seguito emicrania, vomito e diarrea; la malattia faceva il proprio corso nell'arco di un paio di settimane e chi era forte e sano guariva mentre i giovanissimi, i vecchi e i deboli non sopravvivevano. Nei giorni precedenti il Cataclisma, i chierici avevano invocato in questi casi l'aiuto della dea Mishakal che concedeva loro poteri di risanamento, con il risultato che le pestilenze erano state una cosa virtualmente

sconosciuta. Mishakal aveva per abbandonato Krynn insieme con il resto degli di e adesso coloro che praticavano le arti del risanamento dovevano fare affidamento sulla loro abilit e sul loro sapere, il che significava che non potevano curare la malattia ma ne potevano controllare i sintomi, cercando di impedire che il paziente s'indebolisse a tal punto da sviluppare la polmonite, che inevitabilmente portava alla morte. Meggin la Pazza lavor incessantemente fra i malati, somministrando loro corteccia di salice per abbassare la febbre e un amaro medicinale pastoso che pareva aiutare coloro che riuscivano a inghiottirlo. In passato molti abitanti di Solace avevano deriso la vecchia definendola una svitata o una strega, ma adesso quelle stesse persone furono fra le prime a chiedere il suo aiuto nel momento in cui si sentirono assalire dalla febbre e lei non venne meno alle richieste di nessuno accorrendo in qualsiasi momento del giorno o della notte, e anche se i suoi modi erano un po' strani, per esempio, parlava spesso fra s e insisteva per lavarsi di continuo le mani, costringendo quanti si trovavano nella stanza di un malato a fare altrettanto, era sempre la benvenuta. Raistlin cominci ben presto ad accompagnare Meggin nei suoi giri, aiutandola a fare spugnature ai pazienti febbricitanti e a persuadere i bambini malati a inghiottire la medicina amara, e imparando a lenire le sofferenze dei morenti. Nonostante i loro sforzi la peste per si diffuse e un numero sempre maggiore di cittadini di Solace si trov stretto nella sua morsa letale, con il risultato che Raistlin fu ben presto costretto a curare da solo un certo numero di pazienti. Caramon fu uno dei primi a contrarre la malattia, cosa che lo sconvolse perch prima di allora non era mai stato malato in tutta la sua vita e che dest in lui la certezza di essere in punto di morte; massiccio com'era di corporatura, nel corso del delirio per poco non distrusse la camera da letto nel lottare contro giganteschi serpenti muniti di torce che stavano cercando di dargli fuoco. Il suo corpo robusto si liber per presto del contagio e poich aveva avuto la malattia ed era sopravvissuto lui pot poi aiutare il fratello a prendersi cura degli altri, anche se era tormentato dal continuo timore che Raistlin potesse contrarre a sua volta la peste, a cui non sarebbe certo sopravvissuto a causa della sua costituzione fragile. Raistlin per si mostr sordo alle sue suppliche di rimanere a casa al sicuro e al tempo stesso scopr con sorpresa di ricavare una profonda e appagante soddisfazione nell'aiutare quanti cadevano vittime della malattia.

Lui non stava assistendo i malati per compassione perch in genere non gli importava nulla dei vicini che considerava stupidi e cafoni, e neppure lo stava facendo per guadagno, dato che era pronto a curare i ricchi e i poveri in pari misura; in realt stava scoprendo che ci che in effetti gli piaceva davvero era il potere che esercitava sui vivi, che erano giunti a manifestare nei suoi confronti una speranza che rasentava la reverenza, e il potere che a volte poteva esercitare sulla sua pi grande e temuta nemica, la Morte. Per quanto accudisse i malati lui non contrasse la peste, e quando le chiese il perch Meggin rispose che dipendeva dal fatto che stava bene attento a lavarsi le mani dopo aver assistito i malati; Raistlin accolse quell'affermazione con un sorriso di derisione, ma non contraddisse la vecchia perch le era affezionato. Alla fine, la Peste apr a poco a poco le sue dita scheletriche e liber Solace dalla propria morsa letale. Obbedendo alle istruzioni di Meggin, gli abitanti bruciarono i vestiti e le coltri dei malati... e di l a poco giunse finalmente la neve, che ricopr parecchie nuove tombe nel cimitero di Solace. Fra le altre c'era anche quella di Anna Brightblade. scritto nella Misura che il dovere della nobile sposa di un cavaliere quello di nutrire i poveri e di curare i malati del maniero, e anche se era lontana dalla terra in cui la Misura era stata scritta e la gente vi obbediva, all'insorgere della peste Lady Brightblade si era mostrata fedele alla legge ed era andata in aiuto dei vicini malati, contraendo lei stessa la malattia ma persistendo nel suo dovere d'infermiera anche dopo aver notato in s l'insorgere dei primi sintomi. Quando alla fine era crollata, Sturm l'aveva portata a casa ed era corso a chiamare Raistlin, che aveva curato la donna come meglio sapeva ma senza risultato. Sto morendo, vero, ragazzo? aveva chiesto una notte Anna Brightblade a Raistlin. Dimmi la verit. Io sono la moglie di un nobile cavaliere e posso sopportarla. S, aveva risposto Raistlin, che poteva sentire i suoni crepitanti prodotti dai fluidi che si andavano addensando nei polmoni della donna. S, stai morendo. Quanto tempo mi rimane? aveva domandato lei, con calma. Non molto, ormai. Inginocchiato accanto al capezzale della madre, Sturm si era lasciato

sfuggire un singhiozzo e aveva abbassato la testa contro la coperta mentre Anna protendeva una mano consumata dalla febbre ad accarezzargli i lunghi capelli. Lasciaci soli, aveva quindi ordinato a Raistlin con la consueta imperiosit, ma un momento pi tardi aveva levato lo sguardo su di lui con un pallido sorriso che aveva attenuato la sua espressione severa, aggiungendo: Ti sono grata per tutto quello che hai fatto. possibile che abbia sbagliato a giudicarti, ragazzo, e ti do la mia benedizione. Ti ringrazio, Lady Brightblade, aveva risposto Raistlin. Onoro il tuo coraggio. Possa Paladine accoglierti presso di s. Pensando che quelle fossero parole blasfeme lei lo aveva fissato con espressione cupa e accigliata, poi aveva distolto il viso. Il mattino successivo, mentre Caramon era impegnato a preparare al gemello una ciotola di farinata d'avena calda che gli desse energie nel corso della faticosa giornata che lo aspettava, qualcuno aveva bussato alla porta e nell'andare ad aprire Caramon si era trovato davanti Sturm, che appariva stanco e spaventosamente pallido, con gli occhi rossi e gonfi, ma che si era mostrato anche composto e controllato. Quando Caramon lo aveva fatto entrare, Sturm era crollato su una sedia come se le gambe gli avessero ceduto, perch aveva dormito ben poco da quando sua madre si era ammalata. Lady Brightblade ... aveva cominciato Caramon, senza riuscire a finire la frase, e allorch Sturm aveva annuito si era asciugato una lacrima mormorando: Mi dispiace, Sturm. Era una grande dama. S, aveva risposto lui, accasciandosi sulla sedia mentre un tremito e un singhiozzo gli percorrevano tutto il corpo. Quanto tempo passato dall'ultima volta che hai mangiato qualcosa? aveva chiesto Raistlin. Sospirando, Sturm aveva agitato una mano con indifferenza. Caramon, porta un'altra ciotola di farinata, aveva allora ordinato Raistlin, e rivolto a Sturm aveva aggiunto: Mangia, Sir Cavaliere, se non vuoi seguire a breve termine tua madre nella tomba. Negli occhi scuri di Sturm era apparso un bagliore d'ira in reazione al tono usato da Raistlin, ma poi lui si era accorto che Caramon aveva preso un cucchiaio e pareva avere tutte le intenzioni di imboccarlo come un bambino e aveva borbottato che forse sarebbe riuscito a inghiottire qualche boccone; alla fine aveva invece mangiato tutta la ciotola di farinata, accompagnandola con un bicchiere di vino, e a poco a poco un po' di

colore era riaffiorato sulle sue guance pallide. Raistlin invece aveva allontanato la propria ciotola quando era ancora piena a met, ma per quanto concerneva lui questa era una cosa normale e Caramon sapeva bene che non era il caso di protestare. Verso la fine mia madre ed io abbiamo parlato, aveva infine detto Sturm, a bassa voce. Lei mi ha raccontato di Solamnia e di mio padre, ammettendo di aver cessato da tempo di credere che lui fosse vivo e di aver mantenuto la finzione soltanto per amor mio. A quel punto aveva abbassato il capo e serrato le labbra, ma non aveva versato una lacrima e dopo un momento aveva ritrovato il controllo, sollevando lo sguardo su Raistlin che era impegnato a raccogliere le sue medicine per poi avviarsi a visitare i malati. Alla... alla fine successa una cosa strana ed ho pensato di raccontartela per sapere se avevi mai sentito di qualcosa di simile. Forse si trattato soltanto di una manifestazione della malattia, aveva aggiunto. Raistlin aveva subito sollevato la testa con interesse perch stava prendendo annotazioni sulla malattia, registrandone i sintomi e scrivendo i tipi di cure adottate per un riferimento futuro. Mia madre era scivolata in un sonno profondo da cui nulla pareva riuscire a svegliarla. Il sonno della morte, aveva precisato Raistlin. L'ho visto spesso nel corso di questa malattia; quando sopraggiunge pu durare anche parecchi giorni, ma in tutti i casi il paziente non si risveglia pi. Invece mia madre lo ha fatto, aveva replicato bruscamente Sturm. Davvero? Dimmi con esattezza cosa successo. Ha aperto gli occhi ma non ha guardato verso di me, bens alle mie spalle in direzione della porta della sua stanza. "Io ti conosco, vero, signore?" ha detto con esitazione, e in tono lamentoso ha chiesto: "Dove sei stato tutto questo tempo? Ti stavamo aspettando da un'eternit." Poi ha aggiunto: "Presto, figlio, porta a questo anziano gentiluomo una sedia". Io mi sono girato a guardare ma sulla porta non c'era nessuno. "Ah, non ti puoi fermare?" ha detto intanto mia madre. "Ed io devo venire con te? Ma questo vorr dire lasciare del tutto solo il mio ragazzo". Ha dato quindi l'impressione di ascoltare e dopo un momento ha sorriso, aggiungendo: " vero, non pi un ragazzo. Veglierai su di lui dopo che me ne sar andata?". A quel punto ha sorriso ancora, come se fosse stata rassicurata, ed ha esalato l'ultimo respiro. Adesso c' la cosa pi strana. Io mi ero alzato per andare da lei quando

mi parso di vedere al suo fianco la figura di un vecchio dall'aspetto trasandato che indossava una veste grigia e sfoggiava un malconcio cappello a punta, aveva aggiunto Sturm, accigliandosi. Il suo aspetto era quello di un mago. Allora, cosa ne pensi?. Penso che tu sia rimasto troppo tempo senza mangiare e senza dormire, aveva dichiarato Raistlin. Pu darsi, aveva ammesso Sturm, perplesso. Per la visione sembrava molto reale. Chi poteva essere quel vecchio? E perch mia madre era contenta di vederlo? Lei non ha mai potuto tollerare i maghi. Raistlin si era diretto verso la porta, pensando che era stato fin troppo paziente con Sturm rispetto al suo dolore, ma che adesso era stanco di essere insultato; Caramon dal canto suo gli aveva scoccato un'occhiata spaventata e apprensiva dovuta al timore che lui potesse reagire con qualche commento sarcastico, ma il suo gemello aveva lasciato la stanza senza una parola e Sturm se n'era andato poco dopo per prendere gli accordi necessari per la sepoltura di sua madre. Con un sospiro dolente, Caramon si era seduto per finire quanto restava della colazione del fratello. CAPITOLO SECONDO La primavera comp il consueto miracolo: nuove foglie verdi rivestirono i vallenwood e i fiori selvatici sbocciarono nel cimitero dove i piccoli vallenwood piantati sulle nuove tombe crebbero con la rapidit propria di quella pianta, portando conforto ai dolenti, certi che lo spirito di quanti erano morti stesse fiorendo e trovasse rinnovamento in quegli alberi viventi. La primavera port per a Solace anche una nuova malattia, di un genere che si sapeva essere trasmesso dai kender e che era spesso contagioso soprattutto fra i giovani che si erano appena resi conto di come la vita fosse breve e molto dolce, e andasse quindi assaporata fino in fondo. Quella malattia si chiamava voglia di girovagare. Anche se gli stessi sintomi cominciavano gi ad affiorare anche nei suoi amici, Sturm fu il primo a contrarla perch il suo caso aveva cominciato a profilarsi all'orizzonte fin da quando sua madre era morta: orfano e solo, Sturm aveva rivolto i suoi pensieri e i suoi sogni verso nord, in direzione della propria terra natale. Non posso rinunciare alla speranza che mio padre sia ancora vivo,

confess una mattina a Caramon. Ultimamente, Sturm aveva preso l'abitudine di venire a fare colazione con i gemelli perch mangiare da solo nella casa vuota gli riusciva intollerabile. Peraltro devo ammettere che la teoria di mia madre ha un certo fondamento: se fosse vivo, perch mio padre non avrebbe cercato di contattarci almeno una volta?. Potrebbero esserci una quantit di ragioni, rispose Caramon. Forse tenuto prigioniero in una segreta da qualche mago folle... oh, scusa, Raist, non esattamente quello che intendevo dire. Intento a nutrire i suoi conigli, Raistlin stava prestando poca attenzione alla conversazione e si limit a reagire sbuffando. Comunque sia, ribad Sturm, ho intenzione di scoprire la verit. Ormai le strade torneranno ad essere praticabili entro un mese ed io ho intenzione di andare a Solamnia. No! Nel nome dell'Abisso, esclam Caramon. Anche Raistlin era stupefatto, al punto che volse le spalle ai conigli con le foglie di cavolfiore ancora in mano, per vedere se il giovane cavaliere stesse parlando sul serio. Sono ormai tre anni che desidero compiere questo viaggio, ma ero riluttante a lasciare sola mia madre per un prolungato periodo di tempo, mentre adesso non c' pi nulla che mi trattenga. Di conseguenza partir sapendo di avere la sua benedizione, anche perch se mio padre veramente morto devo reclamare la mia eredit, mentre se vivo.... Sturm scosse il capo, incapace di esprimere completamente il proprio sogno, troppo bello per poter essere vero. Intendi partire da solo? domand Caramon, ancora stupefatto. Sturm sorrise, una cosa rara in lui che era di solito cos serio e solenne. A dire il vero speravo che saresti venuto con me, Caramon. Chiederei anche a te di accompagnarmi, Raistlin, aggiunse in tono pi rigido, ma si tratter di un viaggio lungo e difficile e temo che potrebbe risultare troppo gravoso per la tua salute, senza contare che so quanto poco tu desideri allontanarti dai tuoi studi. Fin da quando erano tornati da Haven, Raistlin aveva trascorso, ogni momento che riusciva a trovare, a studiare i volumi del mago guerriero, con il risultato che aveva aggiunto parecchi nuovi incantesimi al suo libro. Invece questa primavera mi sento insolitamente in forze, ribatt, e comunque mi potrei portare dietro i miei libri. Ti ringrazio per l'offerta, Sturm: ci rifletter sopra, come far anche mio fratello. Io sono pronto a venire a patto che lo faccia anche Raist, dichiar

Caramon. In effetti ha ragione nel dire che ultimamente si rimesso parecchio in forze. molto tempo che non si ammala pi. Mi fa piacere sentirlo, comment Sturm, sia pure con scarso entusiasmo. Infatti lui sapeva benissimo che era impossibile separare i due gemelli, ma aveva comunque sperato contro ogni logica di poter persuadere Caramon a lasciare Raistlin a casa. Raistlin, ti ricordo che i maghi non sono certo venerati nella mia terra, anche se ti sar naturalmente accordata l'ospitalit che si deve ad un visitatore. Cosa di cui sono profondamente grato, rispose Raistlin, con un inchino. Ti garantisco, Sturm, che sar un ospite assai accomodante, che non incendier le lenzuola e non avvelener i pozzi. Anzi, lungo la strada potresti perfino trovare utili alcuni miei talenti. davvero molto abile come cuoco, interloqu Caramon. Benissimo. In tal caso comincer con i preparativi, dichiar Sturm, alzandosi. Mia madre mi ha lasciato un po' di denaro, anche se non molto e temo che non sia sufficiente per acquistare dei cavalli, il che significa che dovremo viaggiare a piedi. Nel momento stesso in cui la porta si fu chiusa alle sue spalle, Caramon prese a saltellare per la piccola casa, spostando i mobili e creando una vera e propria devastazione sulla scia della sua gioia, arrivando al punto di avere la temerariet di abbracciare suo fratello. Sei impazzito?, domand Raistlin. Guarda cos'hai fatto! Quello era il nostro unico contenitore per la crema... no, non cercare di aiutarmi, hai gi causato danni sufficienti. Perch non vai a lucidare la spada o ad affilarla o a prendertene cura in qualche altro modo?. Certamente, un'idea grandiosa! esclam Caramon, precipitandosi in camera da letto soltanto per tornare indietro altrettanto a precipizio un momento pi tardi e gemere: Non ho una pietra per affilare!. Va' a prenderne a prestito una da Flint... oppure, meglio ancora, porta da lui la tua spada e lavora l, ribatt Raistlin, che era impegnato ad asciugare la crema sparsa per terra. Qualsiasi cosa, purch ti tolga dai piedi. Mi chiedo se a Flint piacerebbe partire con noi, insieme a Kit, a Tanis e a Tasslehoff! Vado a chiederglielo. Quando suo fratello se ne fu andato e nella casa fu tornata la quiete, Raistlin raccolse i pezzi della caraffa rotta e li gett via. Anche lui si sentiva eccitato quanto il fratello alla prospettiva di un viaggio in terre nuove e lontane, ma aveva abbastanza buon senso da non mettersi a

fracassare il vasellame per esprimere la propria gioia. Stava riflettendo su quali erbe si sarebbe dovuto portare dietro e quali avrebbe invece potuto raccogliere lungo la strada quando qualcuno buss alla porta. Caramon andato da Flint, grid, pensando che si trattasse di Sturm, ma i colpi si ripeterono, questa volta con una certa impazienza, e quando infine and ad aprire la porta lui rimase immobile sulla soglia a contemplare il suo visitatore con stupore, sorpresa e non poca preoccupazione. Maestro Theobald! esclam infine. Fermo sulla passatoia di legno antistante la casa, il mago portava un mantello sopra la veste bianca ed era munito di un robusto bastone, due segni certi del fatto che era di ritorno da qualche viaggio. Posso entrare?, domand in tono burbero. Ma certo, ovvio. Chiedo scusa, Maestro, rispose Raistlin, traendosi di lato e lasciando passare il suo ospite oltre la soglia. Non ti aspettavo, ecco tutto. Questo era vero, perch nel corso dei numerosi anni durante i quali lui aveva frequentato la scuola del maestro, questi non si era recato mai neppure una volta a casa sua n aveva mostrato la minima propensione a desiderare di farlo. Sconcertato e alquanto apprensivo, le imprese da lui compiute ad Haven erano state da tempo abbondantemente risapute per tutta Solace, Raistlin invit il maestro a sedersi sull'unica sedia buona della casa, e cio la sedia a dondolo appartenuta a sua madre; una volta sedutosi, Theobald rifiut per qualsiasi offerta di cibo o di vino. Non ho tempo di fermarmi perch sono rimasto assente una settimana e non sono ancora rientrato a casa, disse. Arrivo proprio adesso dalla Torre di Wayreth, dove si tenuta una riunione del Conclave. Non piuttosto insolito che ci sia una riunione del Conclave in questa stagione dell'anno, Maestro? domand Raistlin, sentendo aumentare la propria apprensione. Credevo che avessero luogo sempre d'estate. In effetti una cosa insolita, ma noi maghi avevamo cose di grande importanza di cui discutere, ed io sono stato convocato espressamente, rispose Theobald, accarezzandosi la barba. Raistlin rispose con adeguati commenti d'interessamento, mentre aspettava con impazienza e con crescente nervosismo che questo irritante vecchio idiota si decidesse a venire al dunque. Le azioni da te compiute ad Haven sono state fra gli argomenti in discussione, Majere, afferm infine Theobald, fissando Raistlin con occhi

roventi. Hai infranto molte regole, non ultima quella che ti proibiva di usare un incantesimo al di sopra delle tue capacit. Raistlin avrebbe voluto ribattere che evidentemente l'incantesimo non era stato al di sopra delle sue capacit dato che lui era riuscito ad attivarlo, ma sapeva che con Theobald un sarcasmo del genere sarebbe andato sprecato. Ho fatto quello che ritenevo fosse giusto in quelle circostanze, Maestro, rispose soltanto, sforzandosi di mostrarsi il pi mite e contrito possibile. Sciocchezze! sbuff Theobald. Sai cosa sarebbe stato giusto fare in quelle circostanze: avresti dovuto denunciare a noi quella maga rinnegata, lasciando che ci occupassimo a tempo debito della faccenda. A tempo debito, Maestro, ribatt Raistlin, con enfasi. Nel frattempo persone innocenti venivano private del poco che avevano e altre addirittura scacciate dalla loro casa. Quella sacerdotessa ciarlatana e i suoi seguaci stavano causando danni irreparabili, ed io ho cercato di porvi fine. Senza dubbio hai usato un metodo davvero definitivo, comment Theobald, con voce piena di cupi sottintesi. Sono stato riconosciuto innocente dell'assassinio, Maestro, ribatt Raistlin, in tono ora tagliente. Ho un atto stilato dallo sceriffo di Haven in persona in cui si proclama la mia innocenza. Allora chi l'ha uccisa? domand Theobald. Non ne ho idea, Maestro, rispose Raistlin. Hmmm, grugn Theobald. Hai gestito male la cosa ma comunque sei riuscito a gestirla, anche se a quanto ho sentito per poco non ti sei fatto ammazzare. Come ti ho detto, il Conclave ha discusso dell'accaduto. Raistlin rimase in silenzio, aspettando di sentire quale fosse la sua punizione, gi deciso nel proprio intimo a sfidare qualsiasi proibizione di praticare in futuro la magia e a diventare eventualmente lui stesso un rinnegato. Nel frattempo, Theobald aveva tirato fuori una custodia per pergamene, l'aveva aperta con una lentezza incredibile, armeggiando in maniera cos impacciata che Raistlin si sent tentato di attraversare d'un balzo la stanza per strappargli di mano la custodia, e alla fine riusc a rimuovere il coperchio e a estrarre una pergamena, che consegn a Raistlin. Ecco, allievo, tanto vale che legga tu stesso, disse. Adesso che aveva la pergamena fra le mani Raistlin si chiese se avrebbe avuto il coraggio di leggerla: dopo un momento di esitazione, inteso a

garantire che le mani non gli tremassero e non tradissero l'apprensione che stava cercando di mascherare dietro un'apparente disinvoltura, srotol infine la pergamena e cerc di leggerla. A causa dell'eccessivo nervosismo, per, i suoi occhi non furono inizialmente in grado di mettere a fuoco le parole, e quando infine ci fu riuscito esse gli parvero prive di senso. Per quanto si sforzasse, il loro significato gli sfuggiva. Questo... questo non pu essere esatto, mormor infine, sgomento. Io sono troppo giovane. ci che ho detto io stesso, annu Theobald, esprimendosi in tono incattivito, ma sono stato messo in minoranza. Raistlin torn a rileggere la pergamena e gli parve che le parole scritte su di essa, pur non essendo magiche, stessero scintillando di un bagliore simile a quello di mille soli. L'aspirante mago Raistlim Majere convocato alla Torre della Grande Stregoneria di Wayreth perch si presenti davanti al Conclave dei Maghi nel settimo giorno del settimo mese, il settimo minuto della settima ora. Nel tempo e nel luogo fissati sar messo alla prova dai suoi superiori per essere incluso fra le file di coloro che sono stati dotati di talento dai tre di: Solinari, Lunitari e Nuitari. Raistlin Majere, essere invitati a sottoporsi alla Prova un grande onore accordato a pochi, e come tale dovrebbe essere preso seriamente. Tale onore pu essere comunicato ai membri pi intimi della famiglia ma non deve essere rivelato a nessun altro. Il mancato rispetto di questa direttiva potrebbe comportare la perdita del diritto a sottoporsi alla Prova. Porterai con te il tuo libro d'incantesimi e i tuoi componenti magici, indosserai le vesti che rappresentano l'alleanza scelta dal tuo patrocinatore mentre il colore delle vesti che indosserai se e quando sarai accettato come apprendista, e cio il simbolo della tua alleanza con uno dei tre di, verr determinato durante la Prova. Non porterai con te armi o manufatti magici, in quanto i manufatti magici necessari ti saranno forniti durante la Prova stessa al fine di valutare la tua abilit nel gestirli. Nella sfortunata eventualit della tua morte nel corso della Prova tutti i tuoi effetti personali saranno restituiti alla tua famiglia. Ti permesso farti accompagnare fino alla Torre, ma chi ti accompagner dovr essere informato che non gli, o le, sar permesso di entrare nella Foresta Guardiana; qualsiasi tentativo di penetrarvi con la forza comporterebbe per la tua scorta danni estremamente gravi di cui noi

non ci riterremo responsabili. Quest'ultima frase era stata scritta e poi cancellata, come se chi aveva stilato il documento avesse avuto dei ripensamenti, e al suo posto erano state aggiunte altre poche righe. Un' eccezione a questa regola potr essere fatta per Caramon Majere, il fratello gemello del summenzionato aspirante mago. Si desidera espressamente che Caramon Majere presenzi alla Prova di suo fratello e per questo motivo gli sar permesso di entrare nella Foresta Guardiana, e la sua sicurezza sar garantita per tutto il tempo in cui lui rimarr al suo interno. Raistlin abbass la pergamena e lasci che tornasse ad arrotolarsi su se stessa perch le sue mani non avevano la forza di sorreggerla o di tenerla aperta: essere invitato a sottoporsi alla Prova quando era ancora cos giovane, essere considerato capace di affrontarla per quanto fosse ancora un semplice novizio, era un onore di portata incredibile, e lui si sent sopraffatto dalla gioia e dall'orgoglio. Naturalmente esisteva sempre quella frase cautelativa... nell'eventualit della tua morte. Pi tardi, nel cuore della notte, quando si ritrov sveglio e incapace di prendere sonno per l'eccitazione, quella frase gli affior davanti agli occhi come una mano scheletrica che si protendesse per afferrarlo e trascinarlo verso il basso, ma per il momento si sentiva pieno di sicurezza, orgoglioso di ci che aveva realizzato e del fatto che le sue azioni avevano senza dubbio impressionato i membri del Conclave, e in questo stato d'animo non c'era posto per i dubbi o per la paura. Ti ringrazio, Maestro, cominci, quando fu certo di poter controllare a sufficienza la voce. Non mi ringraziare, replic per il Maestro Theobald, alzandosi in piedi, perch probabile che io ti stia mandando incontro alla morte, e non voglio avere la tua fine sulla coscienza. L'ho detto a Par-Salian e ho voluto che si mettesse agli atti la mia opposizione ad una simile follia. Mi dispiace che tu abbia cos poca fede in me, Maestro, comment Raistlin, accompagnandolo alla porta. Vieni da me se avrai delle domande da porre in merito al tuo libro d'incantesimi, ribatt soltanto il Maestro Theobald, con un gesto irritato. Lo far, Maestro, garant Raistlin, anche se dentro di s non ne aveva la minima intenzione. Ti ringrazio. Dopo che il maestro se ne fu andato, Raistlin richiuse la porta alle sue spalle e si mise a sua volta a saltellare per la stanza. Trasportato dalla gioia

sollev la veste ed esegu una serie di passi di danza che Caramon aveva cercato per anni di insegnargli. Entrando proprio allora, Caramon rimase a fissare a bocca aperta il fratello, e il suo stupore si decuplic un momento pi tardi quando Raistlin corse verso di lui, lo abbracci e scoppi in pianto. Cosa c' che non va? domand Caramon, fraintendendo quel comportamento e sentendo il cuore che quasi gli si bloccava per il terrore. Lasciata andare la spada, che cadde rumorosamente al suolo, afferr il suo gemello e lo scroll, esclamando: Raistlin! Cosa succede? Cosa c' che non va? Chi morto?. Non c' nulla che non vada, fratello mio! replic Raistlin, ridendo e asciugandosi le lacrime. Nulla al mondo! Per una volta sta andando tutto a meraviglia. Agitando la pergamena, che teneva ancora in mano, riprese a saltellare per la piccola stanza fino a crollare senza fiato ma ancora ridente, sulla sedia a dondolo di sua madre. Chiudi la porta, fratello, e vieni a sederti vicino a me perch abbiamo molte cose di cui discutere, disse. CAPITOLO TERZO Costringere Caramon a giurare di mantenere il segreto in merito alla Prova risult un compito arduo. Quando Raistlin gli mostr il prezioso documento che li convocava entrambi alla Torre di Wayreth, Caramon not infatti quella spiacevole frase, nell'eventualit della tua morte, e ne fu estremamente turbato... al punto che in un primo momento giur che Raistlin non sarebbe andato a sottoporsi alla Prova, che lui avrebbe chiesto a Tanis e a Sturm e a Flint e a Otik e alla met della popolazione di Solace di sederglisi addosso per impedirgli di affrontare una Prova nella quale la pena per il fallimento era la morte. In un primo tempo, Raistlin si sent commuovere dalla sincera preoccupazione del fratello e facendo sfoggio di una pazienza per lui insolita cerc di spiegargli il ragionamento che si celava dietro misure cos drastiche. Mio caro fratello, come tu stesso hai avuto modo di vedere, la magia gestita dalle persone sbagliate pu essere estremamente pericolosa. Per questo motivo il Conclave accetta nei propri ranghi soltanto coloro che hanno dimostrato di essere disciplinati, abili e, soprattutto, votati anima e

corpo all'arte magica. In questo modo quanti si limitano a pasticciare con la magia e a praticarla per il loro divertimento, non si sentono indotti a sottoporsi alla Prova perch non sono pronti a rischiare la loro vita per amore della magia. un assassinio, ribatt Caramon, con voce sommessa. Un puro e semplice assassinio. No, no, fratello mio, lo bland Raistlin, in tono rassicurante; pensando a Lemuel, sorrise e aggiunse: Coloro che non vengono ritenuti adatti a sottoporsi alla Prova ricevono dal Conclave la proibizione di affrontarla. Il permesso viene concesso soltanto a quei maghi che si ritiene abbiano buone probabilit di superarla e quelli che falliscono, fratello mio, sono davvero pochissimi. Il rischio tanto minimo da essere pressoch inesistente, e per me non neppure qualificabile come un rischio. Sai quanto ho lavorato e studiato intensamente: come potrei mai fallire?. vero? domand Caramon, sollevando il volto pallido e teso per scrutare il fratello con occhi penetranti e fissi. Lo giuro, replic Raistlin, appoggiandosi con un sorriso allo schienale della sedia a dondolo. Quel giorno non riusciva a smettere di sorridere. Allora perch vogliono che io venga con te? obiett Caramon, in tono sospettoso. Raistlin fu costretto a riflettere un momento prima di rispondere, perch la verit era che lui stesso non sapeva perch Caramon fosse stato invitato ad accompagnarlo. Quanto pi ci pensava sopra, tanto pi si risentiva della cosa, perch se da un lato era logico che suo fratello lo scortasse fino alla foresta, d'altro canto per quale motivo doveva poi proseguire fino alla Torre? Era estremamente insolito che il Conclave permettesse di accedere alla Torre a qualcuno che non faceva parte delle sue file. Non lo so con certezza, ammise infine. Probabilmente qualcosa che ha a che vedere con il fatto che siamo gemelli. In questo non c' nulla di sinistro, Caramon, se quello che stai pensando. Baster che tu mi accompagni alla Torre e aspetti che io abbia concluso la Prova, poi torneremo insieme a casa. Non mi piace, e credo che ne dovresti discutere con Tanis, ribatt Caramon, scuotendo il capo con aria dolente. Ti ripeto che non mi permesso di discuterne con nessuno, Caramon! esclam Raistlin in tono iroso, perdendo infine la pazienza. Possibile che tu non riesca a ficcarti questo concetto in quella tua testa da nano dei fossi?.

Caramon si mostr infelice e a disagio, ma continu a mantenere un atteggiamento di sfida e alla fine Raistlin si alz dalla sedia a dondolo, piantandosi davanti a lui con le mani serrate a pugno e trapassandolo con lo sguardo nel parlargli con appassionata intensit. Mi stato ordinato di mantenere il segreto e intendo farlo, cos come lo farai anche tu, fratello caro. Non accennerai della cosa con Tanis e neppure con Kitiara o con Sturm o con chiunque altro. Hai capito, Caramon? Non deve saperlo nessuno! grid, poi fece una pausa, trasse un profondo respiro e prosegu in tono pi sommesso, in modo che non si potesse mettere in discussione la sincerit della sua affermazione: Se tu dovessi parlarne... se dovessi rovinare quest'opportunit che mi si offre... allora io non avr pi un fratello. Raist, io... cominci Caramon, impallidendo fino alle labbra. Ti disconoscer, insistette Raistlin, ben sapendo che il colpo doveva essere inferto fino in fondo. Lascer questa casa e non vi far mai pi ritorno, il tuo nome non sar mai pi pronunciato in mia presenza e se mi capiter di vederti arrivare lungo una strada mi avvier nella direzione opposta. Caramon era profondamente ferito, al punto che il suo grosso corpo fu attraversato da un brivido, come se il colpo sferrato da Raistlin fosse stato effettivamente inferto con una vera spada. Immagino che significhi molto... per te, mormor infine con voce affranta, abbassando il capo e fissando le mani strette l'una all'altra. Raistlin si sent commuovere dalla sua angoscia, ma dentro di s sapeva che doveva indurlo a capire. Inginocchiandoglisi accanto, gli accarezz i capelli ricciuti. ovvio che significa molto per me, Caramon, significa tutto! Ho lavorato e studiato per quasi tutta la mia vita proprio per avere quest'opportunit. Adesso cosa vorresti che facessi... che vi rinunciassi perch pericolosa? Non ci si pu nascondere dal pericolo, la morte fluttua nell'aria, striscia attraverso le finestre, viene trasmessa dalla stretta di mano di uno sconosciuto. Se cessiamo di vivere per paura della morte, allora siamo gi morti. Tu vuoi diventare un guerriero, Caramon, e ti eserciti con una spada vera... questo non forse pericoloso? Quante volte tu e Sturm per poco non vi siete tranciati a vicenda gli orecchi? Sturm ci ha parlato dei giovani Cavalieri che muoiono nei tornei indetti proprio per determinare il loro valore, e tuttavia se ti s offrisse l'opportunit di partecipare ad uno di quei

tornei tu forse la rifiuteresti?. Caramon annu e una lacrima gli cadde sulle mani ancora serrate. Quello che faccio io la stessa cosa, prosegu con gentilezza Raistlin. Ogni lama deve essere forgiata nel fuoco. Verrai con me, fratello mio? domand infine, premendo la mano su quelle di Caramon. Sai che io sarei al tuo fianco se mai tu dovessi combattere per dimostrare di che stoffa sei fatto. Caramon sollev il capo e fiss il gemello con occhi colmi di una nuova espressione di ammirazione e di rispetto. S, Raist, verr con te. Ora che mi hai spiegato ogni cosa ho capito, e non ne parler con nessuno. Bene, sospir Raistlin. Adesso la sua esaltazione si era esaurita perch il confronto di volont con il fratello gli aveva prosciugato le energie, lasciandolo debole ed esausto: tutto quello che voleva era sdraiarsi, rimanere tranquillo e solo nell'oscurit. Cosa dir agli altri? chiese Caramon. Quello che preferisci, a patto che non sia la verit, rispose Raistlin, avviandosi verso la propria stanza. Raist... chiam ancora Caramon, poi fece una pausa e infine chiese: Non faresti mai quello che hai detto, vero? Saresti capace di disconoscermi, di sostenere di non aver mai avuto un fratello?. Oh, non essere idiota, Caramon, rispose Raistlin, e and a letto. CAPITOLO QUARTO Quando Caramon lo inform che n lui n suo fratello avrebbero potuto accompagnarlo a Solamnia, Sturm cerc di discutere e di persuaderlo a cambiare idea, ma Caramon rimase inflessibile anche se non pot fornire una motivazione plausibile per questo cambiamento. Al tempo stesso Sturm si accorse che l'amico appariva turbato e preoccupato per qualcosa e suppose che Raistlin avesse deciso di non intraprendere il viaggio e avesse proibito anche al fratello di partire; di conseguenza, pur sentendosi offeso e ferito, non riprese pi l'argomento. Se vuoi un compagno di viaggio, Brightblade, verr io con te, si offr Kitiara. Dopo tutto conosco le strade migliori e pi rapide per arrivare al nord. Inoltre, stando a quanto ho sentito lass stanno accadendo cose poco piacevoli e sarebbe quindi sconsigliabile per ciascuno di noi viaggiare da solo; dal momento che anch'io sono diretta da quelle parti, tanto vale che

facciamo la strada insieme. I tre si trovavano alla Locanda dell'Ultima Casa, intenti a bere un boccale di birra. Kitiara, che era stata indotta a raggiungere i due giovani dal fatto che aveva sentito menzionare Raistlin, era convinta che i due gemelli stessero escogitando qualcosa ed era irritata per la loro pretesa che non stesse invece accadendo nulla d'insolito. Consapevole che non sarebbe mai riuscita ad estorcere il segreto in questione a Raistlin, sperava di riuscire ad ottenere informazioni con le blandizie dal pi malleabile Caramon. Tu e Tanis sarete di certo i benvenuti, Kitiara, replic Sturm, riprendendosi dall'iniziale stupore destato in lui da quell'offerta. All'inizio non vi avevo detto nulla perch sapevo che Tanis era intenzionato ad accompagnare Flint nei suoi viaggi estivi, ma.... Tanis non verr con me, lo interruppe Kitiara, in tono piatto e opaco, poi vuot il proprio boccale di birra e chiam a gran voce Otik perch tornasse a riempirglielo. Sturm intanto guard verso Caramon, chiedendosi cosa stesse succedendo, dato che Tanis e Kitiara avevano trascorso insieme tutto l'inverno ed erano parsi affezionati come sempre. Caramon per scosse il capo per indicare che non ne sapeva nulla. Non sono certo... inizi, con aria turbata. Ottimo, allora tutto deciso, partir con te, lo interruppe Kitiara, rifiutandosi di sentire qualsiasi obiezione. Adesso, Caramon, vuoi dirmi perch tu e quel tuo fratello mago non verrete con noi? Viaggiare in quattro molto pi sicuro, e poi al nord ci sono alcune persone che voglio farvi conoscere. Come ho detto a Sturm, non posso partire, rispose Caramon. Il suo volto abitualmente allegro appariva solenne e velato, e lui non aveva bevuto neppure un sorso della sua birra, che aveva intanto perso tutta la schiuma; spingendo da un lato il boccale, gett una moneta sul tavolo e lasci la locanda perch non si sentiva pi a proprio agio quando c'era in giro Kitiara. In cuor suo era lieto che lei stesse per partire e che Tanis non l'accompagnasse. Si era chiesto spesso se fosse il caso di dire a Tanis la verit in merito ai fatti di quella notte ad Haven, di informarlo che era stata Kitiara ad assassinare la Vedova Judith e che, dopo, lei lo aveva incitato a lasciare che Raistlin venisse incolpato della cosa e impiccato. Kitiara aveva poi sostenuto che stava scherzando, e tuttavia... Caramon si concesse un sospiro di sollievo: adesso lei stava per partire,

e se fossero stati fortunati non sarebbe pi tornata. La sua preoccupazione era adesso per Sturm, che avrebbe viaggiato in compagnia di Kitiara, ma dopo averci riflettuto sopra, Caramon decise che il giovane cavaliere, forte della sua fedelt al Giuramento e alla Misura, avrebbe saputo badare a se stesso. Inoltre, viaggiare soli era pericoloso, proprio come aveva detto Kit. La preoccupazione maggiore di Caramon era invece per Tanis, che sarebbe rimasto terribilmente ferito dalla decisione presa da Kit di partire; basandosi sul ragionamento logico, infatti, Caramon era convinto che fosse stata Kitiara, irrequieta come sempre, a porre fine al loro rapporto. Chi scopr invece la verit fu Raistlin. Anche se aveva ancora davanti a s parecchi mesi di attesa prima d'intraprendere con Caramon il viaggio fino alla Torre, Raistlin inizi subito i suoi preparativi, uno dei quali consisteva nel far rimodellare il laccio di cuoio che serviva a trattenergli il coltello a ridosso del braccio, nascosto sotto la manica della veste in posizione tale da far s che un semplice scatto del polso permettesse all'arma di scivolargli in mano senza essere notata. Questo era almeno lo scopo per cui era stato progettato il laccio, solo che il polso di Raistlin era molto pi sottile di quanto lo fosse stato quello del mago guerriero a cui erano appartenuti in origine il laccio e il coltello, e quando Raistlin aveva provato ad utilizzare il marchingegno gli era scivolato in mano il laccio mentre il coltello era caduto per terra. Di conseguenza, lui mostr la striscia di cuoio a Flint nella speranza che potesse adattarla. Dopo averla esaminata, il nano si mostr impressionato dall'abile manifattura dell'oggetto, che pensava essere un prodotto del suo popolo. Guardandosi bene dall'accennare al fatto che secondo Lemuel erano stati gli elfi di Silvanesti a fabbricare sia il coltello sia il laccio come dono per il loro amico, Raistlin convenne con il nano che il laccio era stato senza dubbio modellato da qualche grande artigiano del cuoio del suo popolo e Flint si offr di modificarne le dimensioni se lui glielo avesse lasciato per un paio di settimane. Il giorno in cui and a portare il laccio al nano, Raistlin stava per bussare alla porta di casa quando sent giungere dall'interno un tenue suono di voci, che appartenevano a Tanis e a Flint, e pur non riuscendo a sentire quasi nulla di quello che dicevano colse comunque alcune parole, fra cui un nome: Kitiara. Certo che qualsiasi conversazione relativa a sua sorella sarebbe cessata

nel momento in cui lui fosse entrato, Raistlin allontan con cautela e in silenzio la mano dalla porta e si guard intorno per verificare se qualcuno si fosse accorto di lui; dopo aver constatato che era solo sgusci quindi lungo il lato della casa e raggiunse la bottega di Flint, che aveva aperto le finestre per lasciar entrare la mite aria primaverile. Nascosto alla vista da una clematide rossa che cresceva rigogliosa lungo la parete della bottega, si arrest accanto alla finestra, soffocando con facilit qualsiasi riluttanza poteva avvertire all'idea di spiare i suoi amici perch da molto tempo desiderava sapere fino a che punto Tanis fosse a conoscenza delle attivit di Kit, dei suoi incontri notturni con degli sconosciuti, dell'assassinio della sacerdotessa... Kit stava forse fuggendo da qualche pericolo? Oppure Tanis aveva minacciato di denunciarla? E quale sarebbe stata in questo caso la sua posizione? Comprensibilmente, Raistlin aveva ben poca fiducia nella lealt di sua sorella. Sono giorni che continuiamo a discutere, stava dicendo Tanis, perch lei vuole che l'accompagni nel nord. La conversazione venne interrotta per un momento da un furioso martellare per poi riprendere quando esso fu cessato. Sostiene di avere l degli amici disposti a pagare grosse somme a chi sappia usare bene arco e spada, aggiunse Tanis. Anche dei mezzelfi? grugn Flint. Gliel'ho fatto notare, ma lei sostiene, giustamente, che se volessi potrei nascondere il mio retaggio, facendomi crescere la barba e portando i capelli lunghi per coprire gli orecchi. Sai che bell'aspetto avresti, con la barba! ritorse Flint, riprendendo a martellare, e quando ebbe finito domand: Allora, hai intenzione di andare?. No, rispose con riluttanza Tanis, restio a condividere i propri sentimenti perfino con quell'amico di cos vecchia data. Ho bisogno di restarle lontano per qualche tempo perch quando le sono vicino non riesco a riflettere. La verit, Flint, che mi sto innamorando di lei. Fuori della finestra Raistlin sbuffo e per poco non scoppi a ridere, ma si costrinse a soffocare la propria ilarit per timore di tradirsi: si sarebbe aspettato un comportamento cos stupido da Caramon ma non dal mezzelfo, che era senza dubbio abbastanza maturo da sapersi guardare da certe cose. L'unica volta che ho anche solo accennato al matrimonio, Kit si fatta beffe di me, prosegu intanto Tanis, parlando ora pi in fretta come se

sfogarsi gli stesse dando sollievo. Dopo mi ha rimproverato per giorni, chiedendomi se volevo rovinare tutto il divertimento: dividevamo il letto, quindi che altro potevo mai volere? Io per non sono felice di limitarmi a dividere con lei il mio letto, Flint, voglio condividere anche la mia vita, i miei sogni, le mie speranze e i miei piani, mi voglio sistemare per sempre. Kitiara invece non lo vuole affatto, si sente intrappolata, chiusa in gabbia, e sta diventando irrequieta e annoiata, con il risultato che litighiamo di continuo per cose stupide. Se restassimo insieme finirebbe per sviluppare del risentimento nei miei confronti e forse perfino per odiarmi, e questo non potrei sopportarlo. Sentir terribilmente la sua mancanza, ma meglio cos. Bah! Lascia che resti un anno o due con quei suoi amici su nel nord e vedrai che torner indietro. Magari allora si mostrer ricettiva alla tua proposta, ragazzo. Forse torner, convenne Tanis, e dopo un momento di silenzio aggiunse: Per io non sar qui ad aspettarla. Dove pensi di andare, allora?. A casa, rispose Tanis, in tono sommesso. da molto tempo che non torno pi a casa, e anche se so che cos non ti potr accompagnare nella prima parte dei tuoi viaggi ci potremmo sempre incontrare in seguito a Qualinesti. Certamente, per... ecco... a dire la verit non penso di andare da quella parte, Tanis, spieg Flint, schiarendosi la gola con aria imbarazzata. Avevo intenzione di parlartene, ma dato che non sembro trovare mai il momento giusto, suppongo che sia il caso di farlo adesso. Quella fiera ad Haven mi ha amareggiato, ragazzo, ho visto la bruttura che si cela dietro la maschera che gli umani portano sul volto e questo mi ha lasciato un sapore sgradevole in bocca, senza contare che parlare con quei nani delle colline mi ha indotto a ripensare alla mia terra. Naturalmente non potr mai tornare presso il mio clan per i motivi che anche tu conosci, ma ho in mente di visitare alcuni degli altri clan che vivono nelle vicinanze perch per me sar un conforto trovarmi in mezzo a gente della mia razza. Sai, stavo pensando a quello che afferma il giovane Raistlin in merito agli di, e mi piacerebbe scoprire se Reorx in giro da qualche parte, magari intrappolato dentro Thorbardin. Cercare qualche traccia dei veri di... un'idea interessante, comment Tanis, poi aggiunse con un sospiro: Chiss, cercando loro, forse lungo la strada potrei trovare me stesso.

Il dolore e la tristezza che trasparivano dalla sua voce indussero Raistlin a vergognarsi di aver ascoltato quella conversazione privata. Stava lasciando il suo posto, diretto alla porta principale per annunciarsi nel modo convenzionale, quando sent il nano domandare, in tono acido: Chi di noi due si prender il kender?. CAPITOLO QUINTO Era l'ultimo giorno del mese dell'epoca dei Boccioli di Primavera, le strade erano ormai aperte e i viandanti riempivano di nuovo al massimo della sua capienza la Locanda dell'Ultima Casa, mangiavano le patate di Otik, lodavano la sua birra e raccontavano storie che annunciavano il profilarsi di problemi per il mondo, storie di eserciti di orchetti in marcia, di orchi che lasciavano i loro covi nascosti fra le montagne, di creature a cui si accennava appena ma che erano descritte come ancor pi spaventose. Sturm e Kitiara stavano progettando di partire il primo giorno d'estate, e a quanto pareva anche Tanis aveva intenzione di partire quel giorno perch, come spieg con un certo imbarazzo, era stato invitato a Qualinesti per partecipare ad una celebrazione elfica che aveva a che fare con il sole. La verit era che lui sapeva benissimo di non poter tornare alla sua casa vuota, che avrebbe echeggiato per sempre della risata di Kitiara; quanto a Flint, avrebbe accompagnato l'amico per un tratto di strada quindi si stava preparando anche lui a partire l'indomani. Adesso gli altri membri del gruppo erano infine stati messi al corrente del fatto che Caramon e Raistlin avevano a loro volta in programma un viaggio... come aveva scoperto Kitiara che, consumata dalla curiosit a causa dell'aria insolitamente circospetta di Caramon lo aveva tormentato, minacciato e blandito fino a costringerlo ad ammettere almeno quello. Timoroso che Kitiara potesse finire per infrangere la determinazione del fratello e costringerlo a rivelare il suo segreto, Raistlin aveva allora lasciato intendere che stessero andando in cerca dei parenti del padre, che si presumeva fosse originario di Pax Tharkas; se avessero guardato una mappa, i loro amici avrebbero scoperto che Pax Tharkas era situata nella direzione esattamente opposta a quella in cui si trovava la Foresta di Wayreth. Nessuno per controll una mappa, perch le uniche disponibili erano in possesso di Tasslehoff Burrfoot, che non era presente. Infatti uno dei

motivi per cui i compagni si erano riuniti quella sera, a parte l'accomiatarsi gli uni dagli altri, era decidere cosa fare del kender. Sturm esord dichiarando senza mezzi termini che i kender non erano i benvenuti a Solamnia, aggiungendo che qualsiasi Cavaliere che fosse stato visto viaggiare con un kender ne avrebbe avuto la reputazione rovinata per sempre. Kit dal canto suo afferm in tono secco che i suoi amici nel nord non sapevano cosa farsene dei kender, e che se ci teneva alla pelle Tasslehoff avrebbe fatto meglio a non andare da quelle parti, come aveva commentato fissando Tanis con espressione altezzosa. I rapporti fra loro si erano fatti pi che mai tesi, perch Kit era stata certa che Tanis l'avrebbe implorata di rimanere o di accompagnarlo a Qualinesti, mentre lui non aveva fatto nessuna delle due cose e questo l'aveva fatta infuriare. Non posso portare Tas a Qualinesti, mormor Tanis, evitando lo sguardo di lei. Gli elfi non lo permetterebbero mai. Non guardate me! esclam Flint, allarmato nel notare che gli altri stavano facendo esattamente questo. Se un qualsiasi membro del mio clan dovesse vedermi in compagnia di un kender verrei considerato pazzo e mi troverei in difficolt a spiegare che si stanno sbagliando e che sono sano di mente. Tasslehoff dovrebbe andare a Pax Tharkas con Raistlin e Caramon. No, replic Raistlin, in un tono tanto definitivo da non ammettere repliche. Assolutamente no. Allora cosa ne facciamo di lui? domand Tanis, perplesso. Possiamo legarlo, imbavagliarlo e calarlo in fondo ad un pozzo per poi sgusciare via nel cuore della notte con la speranza, ripeto, la speranza, che lui non ci trovi, consigli Flint. Chi volete legare sul fondo di un pozzo? chiese una voce allegra. Avendo scorto gli amici attraverso una finestra aperta, Tasslehoff aveva deciso che non era il caso di fare tutto lo stancante giro fino alla porta e si era issato sul davanzale per poi calarsi all'interno. Attento al mio boccale di birra, per poco non lo hai rovesciato! Scendi dal tavolo, razza di pomolo di porta! esclam Flint, afferrando il proprio boccale e tenendolo stretto al petto. Se proprio lo vuoi sapere, eri tu quello che volevamo legare in fondo ad un pozzo. Davvero? Meraviglioso! esclam Tas, illuminandosi in volto. Prima d'ora non sono mai stato in fondo ad un pozzo, e... Ah, mi sono appena ricordato che non posso farlo. Apprezzo il pensiero, prosegu,

protendendosi a battere un colpetto sulla mano di Flint, lo apprezzo al punto che mi sento quasi indotto a rimanere per poterlo mettere in atto, ma il problema che domani non sar pi qui. Dove stai andando? chiese con trepidazione Tanis. Prima di rispondere voglio dire qualcosa. Stavate discutendo per decidere chi di voi mi dovr prendere con s, vero? domand il kender, fissando il gruppo con aria severa. Non puoi venire con noi, Tas, cominci Tanis, imbarazzato perch non voleva ferire i sentimenti del kender, e subito Flint gli fece eco in tono inorridito: Non pu davvero!. Vedete, afferm Tas, sollevando una piccola mano per chiedere silenzio, se andr con uno di voi gli altri se ne risentiranno ed io non voglio che questo succeda, quindi ho deciso di partire per conto mio... no, non cercate di farmi cambiare idea, sto tornando a Kendermore e devo ammettere che l non vi trovereste a vostro agio, concluse con aria estremamente severa. Vuoi dire che i kender non ci permetterebbero di entrare nelle loro terre?, domand Caramon, sentendosi insultato. No, voglio dire che non entrereste nelle case, soprattutto tu, Caramon: nel momento in cui tentassi di alzarti in piedi scoperchieresti il tetto della mia casa, per non parlare dei danni che arrecheresti ai miei mobili. Naturalmente potrei fare un'eccezione per Flint.... No, non puoi, si affrett a correggerlo il nano. Tasslehoff continu intanto a descrivere le meraviglie di Kendermore, dipingendo il quadro di una contea libera dove il concetto di propriet privata e di beni personali era del tutto sconosciuto, in toni cos vividi che tutti coloro che sedevano al tavolo votarono con risolutezza di non recarsi mai laggi. Una volta risolto il problema del kender, agli amici non rimase altro da fare se non dirsi addio e rimasero a lungo seduti al loro tavolo mentre il sole al tramonto splendeva come una palla infuocata attraverso la porzione rossa della finestra colorata, si tingeva d'arancione in quella gialla e assumeva una strana tonalit verde in quella blu; quella sera il sole parve attardarsi come i compagni, allargando la sua luce dorata nel cielo prima di scivolare oltre l'orizzonte lasciandosi alle spalle un luminoso crepuscolo. Otik port candele e lampade per dissipare l'improvvisa penombra e serv la cena che comprendeva le sue famose patate speziate, stufato d'agnello, trota del Lago Crystalmir, pane e formaggio di capra. Il cibo era

cos eccellente che perfino Raistlin mangi qualcosa di pi dei consueti pochi bocconi svogliati e divor un'intera trota. Quando ebbero finito di cenare mangiando tutto fino all'ultima briciola perch quando a tavola c'era Caramon non restavano mai avanzi, Tanis chiam Otik per saldare il conto. Questa cena offerta dalla casa, amici miei, amici carissimi, disse Otik, stringendo la mano a tutti, incluso Tasslehoff, e augurando loro buon viaggio. Otik accett poi l'invito di Tanis a bere un bicchiere con loro e quello di Flint a berne un altro e poi un altro ancora, con il risultato che quando infine venne richiesta la sua presenza in cucina la giovane Tika dovette venire per aiutarlo ad alzarsi. Intanto altri abitanti di Solace passarono dalla locanda per salutarli e porgere i loro auguri di buon viaggio. Molti erano clienti di Flint, che avevano appreso con dispiacere che lui se ne stava andando quando aveva venduto tutta la sua merce affermando di essere intenzionato a restare assente almeno un anno, ma molti altri vennero ad accomiatarsi da Raistlin, con celato stupore dei suoi compagni, che non avevano immaginato che quel giovane riservato e dalla lingua caustica e tagliente potesse avere tanti amici. Quelli per non erano suoi amici, erano i suoi pazienti, venuti ad esprimere gratitudine per le cure che lui aveva prodigato loro. Fra gli altri c'era anche Miranda, che non era pi la bella della citt e appariva pallida e smorta nei suoi abiti a lutto, dovuti al fatto che sua figlia era stata fra le prime vittime della peste. Dando un bacio sulla guancia a Raistlin lo ringrazi con voce soffocata di essere stato tanto gentile con la sua bambina morente, poi il suo giovane marito porse a sua volta i propri ringraziamenti e port via la moglie affranta. Raistlin li osserv allontanarsi, lieto in cuor suo di essersi trattenuto in tempo dal seguire quel grazioso sentiero coperto di rose, e quella sera si mostr particolarmente gentile con Caramon che ne rimase stupito, non sapendo cos'aveva fatto per guadagnarsi la gratitudine di Raistlin. Anche gli stranieri che si trovavano alla locanda notarono lo strano assortimento di amici, e furono stupiti soprattutto del fatto che di tanto in tanto Tanis o Flint provvedevano a restituire gli oggetti preziosi di cui il kender si era appropriato, fatto che induceva i forestieri a scuotere il capo e a inarcare le sopracciglia. Per fare il mondo ci vuole gente di ogni sorta, commentavano quegli

stranieri, ma in un tono di disprezzo da cui si capiva che credevano ben poco a quel vecchio adagio e che a loro parere l'unica razza necessaria era quella umana. Fuori scese la notte e l'oscurit si addens intorno alla locanda, penetrando dentro di essa con le proprie ombre perch ormai gli altri clienti erano andati a letto portandosi dietro lampade e candele per rischiararsi la strada; piacevolmente brillo, Otik si era ritirato ormai da tempo, affidando il compito di ripulire ogni cosa a Tika, al cuoco e alle cameriere. Mentre essi pulivano i tavoli e spazzavano il pavimento, accompagnati da un rumore di vasellame che giungeva dalla cucina, i compagni rimasero ancora al loro tavolo, riluttanti a separarsi perch ciascuno di essi sentiva in cuor suo che quella separazione sarebbe durata a lungo. Per noi ora di andare, fratello, disse infine Raistlin, che gi da un po' si assopiva a tratti sulla sedia. Ho bisogno di riposare perch domani dovr studiare a lungo. Caramon rispose con un suono incomprensibile perch aveva bevuto una quantit spropositata di birra e adesso aveva il naso rosso ed era giunto a quel livello di ubriachezza che rende litigiosi alcuni uomini incapaci e altri di articolare parola; lui apparteneva alla seconda categoria. Anch'io devo andare, afferm Sturm, perch domattina dovremo partire per tempo in modo da percorrere parecchi chilometri prima delle ore pi calde. Vorrei che cambiassi idea e venissi con noi, mormor Kitiara, fissando Tanis negli occhi. Quella sera Kitiara era stata l'elemento pi allegro, rumoroso e vivace del gruppo, tranne quando il suo sguardo si posava su Tanis e il suo sorriso in tralice scompariva; pochi momenti pi tardi esso riappariva, ora pi duro, e la sua risata squillava aspra. La sua allegria era per svanita a mano a mano che la locanda si era fatta pi silenziosa e le ombre si erano accentuate intorno a loro; a quel punto la risata di Kit era svanita e le storie che raccontava avevano dato l'impressione di non arrivare mai ad una conclusione mentre lei si spostava sempre pi vicino a Tanis, a cui ora stava stringendo la mano sotto il tavolo. Per favore, Tanis, vieni nel nord implor. Ti giuro che troverai gloria in battaglia, ricchezza e potere. Tanis esit. Quegli occhi scuri erano caldi e morbidi, il sorriso di lei tremava per l'intensit della sua passione e nel complesso lui non aveva

mai visto una persona tanto adorabile, cosa che gli stava rendendo sempre pi difficile rinunciare a lei. S, Tanis, vieni con noi, lo incit Sturm. Non ti posso promettere ricchezza o potere, ma di certo troveremo la gloria. Il mezzelfo apr la bocca e parve sul punto di dire di s: tutti al tavolo si aspettavano che lo facesse, incluso lui stesso, e quando invece dalle labbra gli usc un no il primo a rimanere stupito fu proprio Tanis. Come avrebbe commentato in seguito Raistlin con Caramon, mentre tornavano a casa quella notte, il lato umano di Tanis era stato disposto ad andare con Kitiara, ma quello elfico lo aveva trattenuto. Del resto, chi vuole la tua compagnia? divamp Kitiara, ferita nell'orgoglio e furente perch non aveva previsto quel fallimento, poi si allontan da lui e si alz in piedi, aggiungendo: Viaggiare con te sarebbe come viaggiare con mio nonno. Sturm e io ci divertiremo molto di pi da soli. Sturm apparve alquanto allarmato da quell'affermazione perch il pellegrinaggio alla volta della sua terra natale era per lui un viaggio sacro e non stava andando al nord per divertirsi. Accigliandosi, si lisci i baffi e ripet che sarebbero dovuti partire di buon'ora. Scese allora sul gruppo un silenzio pieno di disagio perch nessuno voleva essere il primo ad andarsene, soprattutto adesso che la separazione sembrava avvenire sulla scia di una nota di attrito. Perfino Tasslehoff stava risentendo dell'atmosfera e sedeva quieto e silenzioso, cos infelice che restitu addirittura la sacca del denaro di Sturm, anche se per sbaglio la consegn a Caramon. Ho un'idea, sugger infine Tanis. Pianifichiamo di incontrarci di nuovo quest'autunno, la prima notte del Mese del Raccolto. Io potrei essere di ritorno oppure no, quindi non contate su di me, dichiar Kit, scrollando con noncuranza le spalle. Quanto a me, spero di non essere di ritorno, dichiar Sturm in tono enfatico, e i suoi amici compresero cosa stesse intendendo: tornare quell'autunno a Solace avrebbe significato che lui aveva fallito nella propria ricerca di suo padre e della sua eredit. Allora c'incontreremo ogni anno successivo, la prima notte del Mese del Raccolto, quelli di noi che si troveranno qui, propose Tanis. Giuriamo inoltre che fra cinque anni da adesso torneremo alla locanda, indipendentemente da dove si sia o da che cosa si stia facendo. Quelli di noi che saranno ancora vivi, aggiunse Raistlin.

Era stata sua intenzione scherzare, ma Caramon si raddrizz di scatto e assunse un'espressione sconvolta nel momento in cui le parole del fratello penetravano nella sua mente ottenebrata dalla troppa birra bevuta, e scocc a Raistlin un'occhiata spaventata che questi blocc sul nascere incontrando il suo sguardo con occhi socchiusi. Era solo un piccolo tentativo di umorismo, fratello, aggiunse. Comunque non dovresti dire cose del genere, Raist, supplic Caramon. Porta sfortuna. Bevi la tua birra e taci, ordin Raistlin in tono irritato. Questa una buona idea, osserv intanto Sturm, la cui espressione severa si era fatta pi rilassata. Mi impegno a tornare qui fra cinque anni. Torner anch'io, Tanis! promise Tas, saltellando per l'eccitazione. Fra cinque anni sar qui. pi probabile che fra cinque anni tu sia in qualche prigione, borbott Flint. In quel caso tu pagherai la multa e mi farai uscire, vero, Flint?. Il nano giur che avrebbe dovuto esserci un giorno freddo nell'Abisso prima che lui tirasse ancora una volta il kender fuori di prigione. Ci sono giorni freddi nell'Abisso? domand Tasslehoff. Anzi, ci sono giorni di qualsiasi tipo nell'Abisso oppure quasi sempre buio e spaventoso come in un gigantesco buco nel terreno... o magari pieno di fuoco? Non credi che l'Abisso sarebbe un posto grandioso da visitare, Raistlin? Un giorno mi piacerebbe proprio andarci, e scommetto che neppure lo zio Trapspringer ha mai.... Tanis impose il silenzio appena in tempo per impedire che Flint rovesciasse il proprio boccale di birra sulla testa del kender, e pos la mano sul tavolo con il palmo rivolto verso il basso. Giuro sull'affetto e l'amicizia che provo per tutti voi, disse, sfiorando con lo sguardo tutti i suoi amici, che fra cinque anni da oggi torner alla Locanda dell'Ultima Casa nel primo giorno del Mese del Raccolto. Io torner fra cinque anni, dichiar Kitiara, posando la mano su quella di Tanis mentre la sua espressione si addolciva, e accentuando la stretta delle dita intorno a quelle di lui aggiunse: Se non molto prima di allora. Giuro sul mio onore, da quel Cavaliere che spero di diventare, che torner qui fra cinque anni scand in tono solenne Sturai Brightblade, posando la mano su quelle di Tanis e di Kit. Io ci sar, garant Caramon, calando la sua mano enorme a coprire

quelle degli amici. E anch'io, annu Raistlin, sfiorando con la punta delle dita il dorso della mano del fratello. Non vi dimenticate di me! Torner anch'io! esclam Tasslehoff, arrampicandosi sul piano del tavolo per aggiungere al mucchio la sua piccola mano. Allora, Flint? domand Tanis, sorridendo al suo vecchio amico. Dannazione, possibile che abbia cose pi importanti da fare che tornare in questo posto per vedere le vostre brutte facce, brontol il nano, poi strinse le mani dei suoi amici nelle proprie, nodose e segnate dal lavoro, e aggiunse: Reorx vi accompagni tutti fino a quando c'incontreremo di nuovo. Infine distolse il capo e rimase a lungo a guardare fuori della finestra, in silenzio. La porta della locanda era gi stata da tempo chiusa a chiave per la notte, ma una cameriera assonnata apr per lasciarli uscire. Raistlin fu rapido con i saluti perch desiderava andare a casa a riposare, e dalla soglia guard con impazienza Caramon abbracciare Sturm e i due amici di vecchissima data restare per un momento stretti l'uno all'altro. I due si separarono in silenzio, incapaci di parlare, poi Caramon strinse la mano a Tanis e cerc di abbracciare anche Flint che, scandalizzato, si ritrasse e gli disse di andare a casa. Tasslehoff invece circond il grosso corpo di Caramon con le braccia nella misura in cui questo gli era possibile e lo abbracci mentre lui gli torceva scherzosamente la coda di cavallo. Intanto Kitiara venne avanti per abbracciare il fratello ma Caramon non parve vederla. Consapevole che Raistlin stava adesso battendo il piede per terra per l'irritazione si affrett ad uscire oltrepassando senza una parola la sorella, che per un momento lo segu con lo sguardo e infine scroll le spalle con un sorriso. I saluti di Sturm furono brevi e formali, accompagnati da profondi e rispettosi inchini diretti a Flint e a Tanis, poi lui stabil con Kitiara il posto dove si sarebbero incontrati l'indomani e se ne and. Credo che mi fermer ancora un poco, dichiar allora Tas, e stava per rovesciare le sue sacche per vagliare i "ritrovamenti" della giornata quando qualcuno buss pesantemente alla porta. Salve, sceriffo, stai cercando qualcuno? chiese in tono allegro Tasslehoff. Naturalmente il kender se ne and insieme con lo sceriffo, e le sue ultime parole della serata furono la richiesta che l'indomani qualcuno si

ricordasse di tirarlo fuori di prigione. Ferma sulla soglia, Kit intanto stava aspettando Tanis. Flint, vieni con noi? chiese questi. La locanda era buia perch la cameriera aveva portato via le candele e il nano, seduto nell'oscurit, non rispose. La ragazza sta aspettando di poter chiudere, insistette Tanis, ma ancora non ebbe risposta. Mi occuper io di lui, signore, promise la cameriera in tono sommesso. Tanis annu e raggiunse Kit, passandole un braccio intorno alle spalle e traendola contro di s mentre si allontanavano fianco a fianco nella notte. Il nano rimase seduto l da solo fino all'alba. LIBRO SESTO La lama deve passare attraverso il fuoco, altrimenti un giorno si spezzer. PAR-SALIAN CAPITOLO PRIMO Era il sesto giorno del settimo mese, e Antimodes era fermo accanto alla finestra della sua stanza nella Torre di Wayreth, intento a contemplare la notte. La camera che lui occupava era una delle molte che nella torre erano messe a disposizione dei maghi che vi affluivano per studiare, per conferire con altri maghi oppure, come nel caso di Antimodes, per partecipare all'organizzazione della Prova, che avrebbe avuto luogo l'indomani. Gli alloggi disponibili nella torre erano di diverse dimensioni e di diversa progettazione, e andavano da camere simili a celle destinate agli apprendisti maghi ad altre pi grandi e pi lussuose riservate invece agli arcimaghi. Quella in cui Antimodes si era comodamente insediato era la sua stanza abituale e quella che lui preferiva, e dal momento che l'arcimago viaggiava spesso e compariva alla torre nei momenti pi inattesi, Par-Salian aveva l'abitudine di badare che essa fosse sempre tenuta pronta per l'eventuale arrivo del suo amico. Collocato vicino alla sommit della torre, quell'alloggio comprendeva

una camera da letto e un salotto dotato di una piccola balconata che a volte si affacciava sulla Foresta di Wayreth e a volte no, a seconda di dove fosse in quel momento la foresta magica. Nei momenti in cui la foresta era chiss dove, Antimodes evocava di solito un panorama di suo gusto, costituito da gialli campi di grano o magari da una costa marina percossa dalla risacca, a seconda dell'umore di cui era in quel particolare giorno. Questa notte la foresta non era presente, ma poich era buio e lui era stanco a causa della giornata di viaggio, Antimodes non si era preso il disturbo di evocare un particolare panorama ed era semplicemente uscito sulla balconata per godere della rinfrescante brezza serale. Lasciate le imposte aperte per permettere all'aria di circolare dato che la notte era insolitamente calda, il mago torn infine alla scrivania dove riprese a studiare con aria accigliata una pergamena il cui esame era gi stato interrotto dalla cena. Un momento pi tardi un colpo battuto contro la porta gli caus una nuova interruzione. Avanti, disse Antimodes, irritato. La porta si apr e Par-Salian fece capolino nella stanza. Ti disturbo? Se vuoi posso tornare in un altro.... No, no, mio caro amico, rispose Antimodes, affrettandosi ad alzarsi in piedi per accogliere il visitatore. Entra, entra, sono davvero lieto di vederti e speravo proprio di poter avere l'occasione di parlarti prima della giornata di domani, al punto che sarei venuto io da te se non avessi temuto di disturbarti mentre lavoravi. So quanto sei di solito impegnato prima di una Prova. S, e questa in particolare sar pi difficile della media. Stai studiando un nuovo incantesimo? domand Par-Salian, lanciando un'occhiata alla pergamena posata sulla scrivania e in parte srotolata. quella che ho comprato, rispose Antimodes, con una smorfia. A quanto pare sono stato truffato, perch non ci che mi era stato promesso da chi me l'ha venduta. Mio caro Antimodes, non l'hai letta prima di acquistarla? esclam Par-Salian, sorpreso e sconvolto. Le ho solo dato una rapida occhiata, e il fatto che quindi la colpa sia mia serve soltanto ad accentuare la mia irritazione. Immagino che non ti sia possibile restituirla. Temo di no. Si trattato di uno di quegli acquisti che si fanno nelle locande... naturalmente avrei dovuto sapere che non era il caso di fidarmi,

ma si trattava di un incantesimo che stavo cercando da parecchio tempo e lei era molto gentile, per non parlare di quanto era graziosa, e mi ha garantito che questo incantesimo avrebbe fatto esattamente quello che io desideravo. Ah, bene, vivendo s'impara, concluse Antimodes, scrollando le spalle. Per favore, siediti. Gradisci un po' di vino?. Grazie, accett Par-Salian, assaporando il vino giallo chiaro. Evocato o acquistato? chiese poi. Acquistato, rispose Antimodes. A mio parere il vino evocato manca di corpo. Soltanto gli elfi di Silvanesti sanno come procedere nel modo giusto, e ultimamente sta diventando sempre pi difficile procurarsi del buon vino di Silvanesti. Verissimo, convenne Par-Salian. Re Lorac era solito portarmene in dono parecchie bottiglie ogni volta che veniva in visita, ma ormai sono passati molti anni dall'ultima volta che venuto da noi. Sta tenendo il broncio, osserv Antimodes. convinto che avrebbe dovuto essere eletto lui a capo del Conclave. Non credo che si tratti di questo. Certo, riteneva di meritare la posizione, ma stato pronto ad ammettere di essere gi estremamente impegnato con i suoi doveri di sovrano degli elfi di Silvanesti. Piuttosto, credo che volesse che gli venisse conferito quell'onore in modo da poterlo cortesemente rifiutare, rispose Par-Salian, poi assunse un tono pensoso e prosegu: Sai, amico mio, ho la stranissima sensazione che Lorac ci stia nascondendo qualcosa e che non venga pi da me per timore di essere scoperto. Di cosa pensi che si tratti? Di qualche potente manufatto magico? Ce n' qualcuno che manca?. Non che io sappia. possibile che la mia sensazione sia errata, ed io lo spero davvero. Lorac sempre stato propenso ad agire di testa sua, senza curarsi della volont del Conclave, riflett Antimodes. Per ha sempre accettato le nostre regole, almeno nella misura in cui qualsiasi elfo rispetta regole che non siano state create dal suo popolo, gli ricord Par-Salian, finendo il vino e concedendosene un altro bicchiere. Per qualche momento Antimodes rimase immerso in un pensoso silenzio. Gli di concedano allora a Lorac di trarre del bene dal suo segreto, quale che esso sia, perch temo che ne avr bisogno. Hai ricevuto il mio ultimo rapporto?.

S, e voglio sapere se sei assolutamente certo dei fatti che hai riferito, sospir Par-Salian. Certo? No, naturalmente non lo sono e non potr mai esserlo fino a quando non avr verificato con i miei stessi occhi! esclam Antimodes, agitando una mano. Si tratta di voci, di sentito dire, e niente di pi, e tuttavia... tuttavia io ci credo, concluse in tono sommesso. I draghi! I draghi stanno ritornando su Krynn, e quelli di Takhisis, per di pi! Amico mio, spero e prego che tu ti stia sbagliando, dichiar in tutta seriet Par-Salian. Per combacia con i fatti di cui siamo certi. Hai parlato della cosa con i nostri fratelli dalla veste nera, come ti avevo consigliato di fare?. Ho discusso il problema con Ladonna, rispose Par-Salian, senza specificare dove o come avevo sentito parlare della cosa, ma lei stata evasiva. Non lo forse sempre? comment in tono asciutto Antimodes. S, ma se la si conosce si ha comunque di solito il modo di capire ci che non dice, ribatt Par-Salian. Antimodes si limit ad annuire perch era un vecchio e fidato amico di Par-Salian, e fra loro non c'era bisogno di accennare al fatto che questi conosceva Ladonna meglio della maggior parte degli altri maghi. Per tutto lo scorso anno lei stata di umore eccellente, continu ParSalian, direi addirittura felice ed esaltata, ed stata anche estremamente impegnata con qualcosa perch ha visitato la torre soltanto due volte, ed esclusivamente per passare al setaccio la nostra collezione di pergamene. Quanto all'altra notizia che ti ho inviato, ho avuto modo di verificarla, afferm Antimodes. Come avevo sentito dire, un ricco nobile del settentrione sta assoldando dei soldati senza essere troppo schizzinoso in merito al genere di persone che recluta: orchi, orchetti, perfino umani disposti a barattare la loro anima in cambio di una porzione di bottino. Al nord si stanno radunando vasti eserciti, eserciti di oscurit. Conosco perfino il nome di questo nobile... Ariakas. Lo conosci?. Mi pare di ricordare qualcosa sul suo conto... se non mi sbaglio, si tratta di un mago di rango minore, molto pi interessato a ottenere quello che gli sta a cuore in modo rapido e brutale per mezzo della spada che con i mezzi pi sottili ed eleganti della magia. Sembra che si tratti proprio di lui, sospir Antimodes, scuotendo il capo con un sospiro. Il sole sta tramontando, amico mio. La notte sta calando e noi non la possiamo fermare.

Per potremmo riuscire a tenere alcune luci accese nell'oscurit, obiett Par-Salian. Non senza aiuto! esclam Antimodes, serrando i pugni. Se soltanto gli di ci dessero un segno! Direi che Takhisis lo ha appena fatto, comment in tono asciutto ParSalian. Mi riferivo agli di del bene. Oppure lasceranno che lei li calpesti? domand Antimodes, impaziente ed esasperato. Quand' che Paladine e Mishakal renderanno finalmente nota la loro presenza nel mondo?. Forse stanno aspettando un segno da parte nostra, osserv in tono mite Par-Salian. Un segno di cosa?. Di fede. Aspettano che mostriamo di credere in loro e di avere fiducia, anche se non comprendiamo il loro piano. Antimodes fiss il suo amico socchiudendo gli occhi con perplessit, poi si appoggi allo schienale della sedia senza cessare di scrutarlo e si gratt la mascella coperta da un velo di barba lunga mentre Par-Salian sosteneva quell'intenso e prolungato esame con un sorriso inteso a segnalare al suo amico che anche le sue riflessioni stavano andando nella stessa direzione. Allora di questo che si tratta? domand Antimodes, dopo un momento, e Par-Salian annu. Me lo ero chiesto. Lui cos giovane. Abile, lo ammetto, ma giovane e inesperto. Acquister esperienza, replic Par-Salian. Dopo tutto abbiamo davanti a noi un po' di tempo, no?. Questi orchi, orchetti e umani dovranno essere addestrati e modellati fino a diventare un esercito, cosa che potrebbe risultare estremamente difficile, riflett Antimodes. Nella loro condizione attuale ci sono altrettante probabilit che si sgozzino fra loro quante ce ne sono che attacchino il nemico, il che significa che Ariakas ha davanti a s un lavoro titanico. Se poi le voci sono vere e i draghi sono davvero tornati, allora sar necessario controllarli in qualche modo, anche se per riuscirci ci vorranno individui forti e coraggiosi! Di conseguenza, in risposta alla tua domanda ti posso dire che abbiamo del tempo, ma non molto. Inoltre quel giovane non indosser mai la veste bianca... lo sai anche tu, vero?. Lo so, rispose con calma Par-Salian. Ho ascoltato per anni Theobald infuriare contro Raistlin Majere e lamentarsi di lui praticamente da quando ha cominciato gli studi, da bambino. Conosco i suoi difetti: taciturno e

portato a tramare di nascosto, arrogante, ambizioso e avido. Per anche creativo, intelligente e coraggioso, aggiunse Antimodes, che era orgoglioso del suo protetto. Ne testimone l'abile modo in cui ha trattato quella strega rinnegata, Judith, usando un incantesimo nettamente superiore al suo livello di abilit e che non avrebbe dovuto essere neppure capace di leggere, tanto meno di controllare. Inoltre lo ha usato da solo, senza aiuti. Il che prova soltanto che sar sempre pronto a piegare le regole o addirittura a infrangerle per conseguire i suoi scopi, obiett Par-Salian. No, no, non sentire il bisogno di difenderlo. Sono consapevole dei suoi meriti come lo sono delle sue debolezze, ed per questo che l'ho invitato a sottoporsi alla Prova invece di chiedergli di presentarsi al Conclave per essere accusato del suo operato, come avrei dovuto fare di diritto. Credi che l'abbia uccisa lui?. No, rispose con decisione Antimodes, se non altro per il motivo che tagliare la gola ad una persona non rientra nel suo stile, troppo volgare. Lui esperto nell'uso delle erbe, e se l'avesse voluta morta avrebbe trovato il modo di versare un po' di veleno nel suo t. Allora lo credi capace di commettere un assassinio?, domand ParSalian, accigliandosi. Chi fra noi non lo , posto nelle giuste circostanze? Nella mia citt c' un sarto nostro rivale, un uomo odioso che truffa i clienti e diffonde sgradevoli menzogne sul conto dei suoi concorrenti, compreso mio fratello, e io stesso sono stato tentato pi di una volta di mandare la Mano Devastante di Bigby a bussare alla sua porta, dichiar Antimodes con aria feroce. Par-Salian nascose il proprio sorriso sorseggiando dell'altro vino. Tu stesso sei sempre stato solito dire che coloro che percorrono i sentieri della notte devono sapere come vedere al buio, continu Antimodes. Immagino che non vorrai vederlo brancolare di qua e di l alla cieca. Questo stato parte integrante del mio ragionamento. La Prova gli insegner alcune cose sul conto di se stesso che forse non gli piacer sapere ma che gli sono necessarie per poter capire la propria stessa natura e il potere che gestisce. La Prova un'esperienza che insegna l'umilt, comment Antimodes, con un gesto che era una via di mezzo fra un sospiro e un brivido. D'un tratto entrambi s'incupirono in volto e si scambiarono occhiate in

tralice per verificare se ancora una volta i loro pensieri stessero viaggiando nella stessa direzione: a quanto pareva anche questa volta stavano seguendo la stessa linea di pensiero, come venne dimostrato dal fatto che nessuno dei due ebbe bisogno di citare il nome della persona di cui adesso stavano parlando. Lui sar senza dubbio presente, sussurr Antimodes, scrutando intorno a s con aria guardinga come se temesse di poter essere sentito in quella camera peraltro isolata nella parte pi elevata della Torre, una camera a cui soltanto loro due potevano accedere. S, lo temo anch'io, annu Par-Salian, e manifester di certo un particolare interesse per questo giovane. Dovremmo finirlo una volta per tutte, osserv Antimodes. Ci abbiamo provato, gli ricord Par-Salian, e conosci quanto me il risultato. Non possiamo toccarlo sul suo piano dell'esistenza, e oltre a questo ho il sospetto che Nuitari lo protegga. Mi sembra giusto, dato che non ha mai avuto un servitore pi fedele... quello s che era un esperto di assassinii! esclam Antimodes, poi si protese in avanti e prosegu, in tono confidenziale: Potremmo sempre limitare le possibilit di quel giovane di accedere a lui. E che ne sarebbe della libera volont? Essa sempre stata l'emblema dei nostri ordini, una libert per la cui protezione molti di noi hanno sacrificato la vita. Vogliamo forse gettare nell'Abisso il diritto di scegliere il nostro destino?. Perdonami, amico mio, ho parlato affrettatamente, si scus Antimodes, mortificato. Per sono affezionato a quel giovane, e sono anche orgoglioso di lui perch ha reso onore alla mia capacit di giudizio, e detesterei di vedergli succedere qualcosa di male. In effetti ti ha davvero reso onore e spero che continuer a farlo. Le sue scelte lo condurranno al sentiero che destinato a percorrere cos come successo a noi, e confido che saranno scelte sagge. La Prova sar dura per lui, perch fragile di costituzione. La lama deve passare attraverso il fuoco, altrimenti un giorno si spezzer. E se dovesse morire? Che ne sar allora dei nostri piani?. In quel caso cercher altrove. Labanna mi ha parlato di un promettente giovane elfo di nome Dalamar.... La conversazione si spost quindi su altri argomenti, come l'allievo di Ladonna, i nefasti eventi che si stavano verificando nel mondo e infine

l'argomento che pi li interessava entrambi, la magia. Sopra la torre l'argentea Solinari e la rossa Lunitari splendevano intense, e anche Nuitari era lass, un buco nero in mezzo alle costellazioni. Quella notte le tre lune erano tutte piene, com'era necessario per la Prova. Nelle terre al di l della Torre, molto, molto lontano dalla stanza in cui i due arcimaghi sorseggiavano vino elfico e parlavano del destino del mondo, i giovani maghi che stavano viaggiando alla volta della torre per sottoporsi alla Prova stavano dormendo di un sonno irrequieto nei casi in cui erano riusciti ad addormentarsi. L'indomani la Foresta di Wayreth li avrebbe trovati e scortati incontro al loro destino. E l'indomani alcuni di loro si sarebbero forse addormentati per non svegliarsi mai pi. CAPITOLO SECONDO I gemelli impiegarono pi di un mese a raggiungere la Torre, un viaggio peraltro pi breve di quanto essi avessero inizialmente preventivato, in quanto in origine avevano supposto che avrebbero viaggiato a piedi; per poco dopo che i loro amici avevano lasciato Solace, un messaggero venne a riferire che alle stalle pubbliche erano stati consegnati due cavalli per i Majere inviati in dono da Antimodes, il mecenate di Raistlin. Una volta in viaggio verso sudovest i due fratelli passarono da Haven, e Raistlin ne approfitt per fermarsi a fare visita a Lemuel, da cui apprese che il tempio di Belzor era stato raso al suolo e i blocchi di pietra usati per costruire case per i poveri, operazione effettuata sotto gli auspici di un nuovo e all'apparenza innocuo ordine religioso, quello dei Cercatori. Lemuel, che intanto aveva riaperto la sua bottega di articoli per maghi, mostr a Raistlin come stesse prosperando la sua brionia nera, poi chiese dove i due fratelli fossero diretti e quando si sent rispondere che erano in viaggio di piacere e che si stavano dirigendo a Pax Tharkas facendo un ampio giro, assunse un'espressione molto grave e augur loro molte volte di fare un viaggio sicuro, concedendosi poi un profondo sospiro dopo che i due se ne furono andati. Proseguendo il loro viaggio, i due gemelli si diressero a sud lungo i pendii meridionali dei Monti Kharolis e costeggiarono i confini di Qualinesti, senza avvistare neppure un elfo per quanto tenessero gli occhi bene aperti e tuttavia avendo sempre la consapevolezza di essere sorvegliati a vista da loro. Quando Caramon propose di andare a trovare Tanis e di visitare cos il regno elfico, Raistlin gli ricord che il loro era un

viaggio segreto e che si supponeva che adesso si trovassero a Pax Tharkas, senza contare che sarebbe stato difficile convincere gli elfi a lasciarli entrare nelle loro terre, perch per quanto gli elfi di Qualinesti avessero maggiore simpatia per gli umani di quanta ne dimostrassero i loro cugini di Silvanesti, in questo periodo in cui voci malvagie giungevano dal nord su ali nere anche loro erano diventati molto guardinghi nei confronti degli sconosciuti. Il mattino successivo all'ultima notte trascorsa nelle vicinanze del confine elfico, al risveglio i due fratelli trovarono una freccia conficcata vicino al giaciglio di ciascuno e non ebbero difficolt a decifrare quel tacito messaggio degli elfi di Qualinesti: vi abbiamo lasciati passare, ma non tornate. Una volta fuori delle terre elfiche i due fratelli si rilassarono un poco ma non allentarono la vigilanza perch adesso dovevano cominciare le ricerche della girovaga Foresta di Wayreth, cosa non esente da pericoli in quanto quella parte dell'Abanasinia era selvaggia e desolata, come dimostr il fatto che i due fratelli s'imbatterono in alcuni banditi e incrociarono una banda di orchetti, che pass loro tanto vicina da poter quasi essere toccata. I banditi avevano pensato di piombare su due giovani viandanti indifesi, ma la spada di Caramon e gli incantesimi di fuoco di Raistlin fecero ben presto capire loro che avevano commesso un errore e li indussero a darsi alla fuga lasciando un compagno morto sulla strada. Gli orchetti invece risultarono troppo numerosi per poter essere affrontati, quindi i due fratelli si rifugiarono in una grotta fino a quando essi non furono passati oltre, diretti a nord con passo veloce. I gemelli trascorsero poi quattro giorni impegnati a cercare la Foresta mentre Caramon, nervoso e frustrato, ripeteva pi di una volta che sarebbero dovuti tornare indietro e continuava a consultare tre mappe, una ottenuta da Tasslehoff, una fornita da un locandiere di Haven e la terza trovata addosso al bandito ucciso, scoprendo soltanto che su ciascuna di esse la Foresta era indicata in un punto diverso. Raistlin intanto cerc di placare i timori del fratello con la massima calma a cui riusciva a fare appello, consapevole che l'indomani sarebbe stato il settimo giorno e che ancora non avevano visto traccia della Foresta. Quella notte i due stesero le loro coperte in una radura circondata da pini stentati, e al risveglio si trovarono distesi sotto i grandi rami di querce enormi.

Per poco Caramon non si diede alla fuga nel vedere quelle querce, che non erano piante normali in quanto era possibile vedere degli occhi nei nodi dei tronchi e cogliere delle parole nel frusciare delle foglie e perfino nel canto degli uccelli... parole che lui non riusciva a comprendere bene ma che parevano ingiungergli di andarsene. Raccolte le loro cose, i gemelli montarono a cavallo. Fronteggiando gli enormi alberi che formavano una barriera compatta e bloccavano loro il passo, Raistlin li contempl in silenzio per un momento, poi fece appello a tutto il proprio coraggio e incit il cavallo ad avanzare: immediatamente le querce si divisero in modo da formare un sentiero sgombro che portava dritto alla Torre. Quando per Caramon cerc di entrare nella Foresta per seguire il fratello gli alberi lo fissarono con odio e agitarono le foglie con ira a stento repressa: sentendo il coraggio che gli veniva meno e la paura che lo assaliva lasciandolo impotente, debole e incapace di muoversi, lui lanci un rauco grido d'aiuto. Raist! chiam. Girandosi, Raistlin si accorse della situazione del fratello e torn indietro, protendendosi a prendere la mano di Caramon nella propria. Non avere paura, Caramon, rispose. Io sono con te. I due entrarono nella Foresta insieme. Il settimo giorno del settimo mese, sette maghi vennero introdotti in un grande cortile alla base della Torre della Grande Stregoneria. Si trattava di quattro uomini e di tre donne, di cui quattro umani, due elfi e uno che sembrava per met umano e per met nano, un incrocio insolito per un mago. Raistlin Majere era pi giovane degli altri di almeno cinque anni, ed era inoltre il solo che fosse arrivato con una scorta, cosa che indusse gli altri a scoccargli occhiate in tralice che non mancarono di notare i lineamenti delicati, la carnagione pallida e la magrezza eccessiva che lo facevano apparire pi giovane di quanto non fosse in realt. Osservandolo senza parere, gli altri si chiesero cosa ci facesse qui e perch gli fosse stato permesso di portare con s un membro della sua famiglia, cosa a cui gli elfi reagirono con aperto disprezzo mentre il novizio per met nano mostr di sospettare che Raistlin fosse riuscito ad arrivare fin l senza essere stato invitato, anche se non avrebbe saputo spiegare come. Il giardino che occupava il cortile della Torre della Grande Stregoneria era un luogo strano, attraversato da una serie di corridoi della magia che i

maghi percorrevano con regolarit nel recarsi alla Torre per assolvere a incarichi ufficiali o per affari personali; quanti erano adesso raccolti nel giardino non potevano vedere quei viandanti che stavano percorrendo i nascosti sentieri della magia ma potevano avvertire in qualche modo il loro passaggio. I maghi pi maturi ed esperti che frequentavano la Torre si abituavano ben presto ai mutevoli vortici di magia che permeavano il cortile mentre per i novizi, che erano alla loro prima visita alla Torre, le voci che scaturivano dal nulla, le improvvise folate d'aria o l'apparire appena intravisto e fugace di una mano o di un piede erano cose abbastanza sconvolgenti e aumentavano la tensione con cui stavano aspettando quello che speravano sarebbe stato l'inizio della loro vita come membri di questa ristretta cerchia di maghi. Nell'attesa, gli iniziati cercavano di non pensare che quello avrebbe potuto essere l'ultimo giorno della loro vita. Altrettanto teso, Caramon sussult rumorosamente e si gir di scatto per guardarsi alle spalle. Sta' fermo, Caramon! Ti stai rendendo ridicolo, ammon Raistlin. Ho sentito una mano toccarmi la schiena, rispose Caramon, pallido e sudato. molto probabile, rispose Raistlin, imperturbato. Non ci badare. Questo posto non mi piace, Raist! ribatt Caramon, con voce che risuon pi forte del dovuto nel silenzio pervaso da sussurri che regnava nel cortile. Torniamo a casa. Sei un mago abbastanza abile senza doverti sottoporre a tutto questo. Sentendo con chiarezza le sue parole, gli altri iniziati si girarono a fissarlo e uno degli elfi arricci le labbra in un sogghigno che fece salire un'ondata di rossore al volto di Raistlin. Taci, Caramon! ingiunse questi, con voce carica d'ira. Ci stai coprendo entrambi di vergogna. Caramon chiuse la bocca e si morse un labbro mentre Raistlin gli volgeva le spalle con una mossa deliberata, incapace di comprendere per quale motivo il Conclave avesse insistito perch Caramon fosse presente alla sua Prova. A meno che non abbiano intenzione di irritarmi a morte, borbott fra s. Cerc quindi di ignorare la presenza del fratello e si concentr sul tentativo di liberarsi del proprio nervosismo e della paura. Non c'era motivo per cui dovesse avere paura perch aveva studiato il proprio libro

degli incantesimi fino a conoscerlo cos bene che avrebbe potuto recitare gli incantesimi a ritroso stando a testa in gi e piedi in aria, e inoltre aveva dimostrato di essere in grado di operare un incantesimo anche se posto sotto pressione, senza che lui o la sua magia venissero meno a causa di una situazione di tensione. Di conseguenza, non aveva motivo di essere preoccupato in merito alla sua capacit o meno di impiegare la magia durante la Prova; quanto alla parte meno tangibile di essa, quella in cui il mago era indotto a scoprire se stesso, essa non gli causava timori perch lui era stato portato all'introspezione fin dalla nascita ed era quindi certo di sapere sul proprio animo tutto quello che c'era da sapere. Per lui, la Prova sarebbe stata una semplice formalit. Riuscendo infine a rilassarsi, Raistlin scopr di essere addirittura impaziente di cominciare, e una volta placati i propri timori trascorse il tempo dell'attesa dell'arrivo dei giudici osservando la favolosa Torre di Wayreth. In futuro la vedr spesso, disse a se stesso, immaginandosi nell'atto di percorrere i sentieri invisibili della magia, di curare le erbe che crescevano nel giardino e di studiare nella grande biblioteca. La Torre di Wayreth era costituita in effetti da due torri principali di lucida ossidiana nera, circondate da un muro che aveva la forma di un triangolo equilatero e che aveva tre torri pi piccole posizionate su ciascuno degli angoli; all'interno del muro era racchiuso il giardino, nel quale cresceva una grande variet di piante usate non solo come componenti per incantesimi ma anche per scopi medicinali e per la cucina. La sommit delle mura era priva di bastioni, perch le difese erano costituite da potenti magie e comunque la foresta non avrebbe permesso il passaggio a nessuno che non fosse stato invitato dal Conclave. Se per puro caso un nemico si fosse imbattuto in essa, le creature magiche che vi si aggiravano lo avrebbero neutralizzato immediatamente. Per quanto potessero sembrare eccessive, simili precauzioni erano necessarie. Un tempo c'erano state cinque Torri della Grande Stregoneria, centri della magia di Ansalon. ma nel periodo dell'ascesa di Istar il RePrete, che segretamente temeva la magia e il potere dei maghi, aveva dichiarato entrambi fuorilegge e aveva indotto le folle a insorgere contro i maghi nella speranza di sterminarli. Naturalmente i maghi avrebbero potuto reagire e difendersi, e alcuni di essi avevano suggerito che si ricorresse all'uso della forza, ma il Conclave

aveva ritenuto poco saggio ricorrere a misure drastiche in quanto se i maghi si fossero difesi questo avrebbe portato a tragiche perdite di vite umane da entrambe le parti, un sanguinoso conflitto che avrebbe fatto il gioco del Re-Prete e dei suoi seguaci, permettendo loro di puntare contro i maghi un dito accusatore e di denunciarli come una minaccia che andava distrutta. Di conseguenza, il Conclave aveva stretto un accordo con il Re-Prete: i maghi avrebbero abbandonato le loro torri per ritirarsi in una soltanto, quella che si trovava a Wayreth, dove avrebbero continuato i loro studi senza essere molestati. Per quanto deluso dal fatto che i maghi non fossero disposti a combattere, il Re-Prete aveva acconsentito: avendo gi assunto il controllo della Torre della Grande Stregoneria di Istar era adesso impaziente di fare altrettanto con l'adorabile torre che sorgeva a Palanthas e che voleva trasformare in un tempio che esaltasse il suo potere. Quando vi aveva fatto il suo ingresso, per, un mago dalla veste nera che si supponeva fosse pazzo si era gettato da una delle finestre superiori della torre, impalandosi sulle punte di ferro della recinzione sottostante: con il suo ultimo alito di vita quel mago aveva gettato una maledizione sulla torre, secondo la quale non vi avrebbe mai potuto dimorare nessuno tranne il Signore del Passato e del Presente. Nessuno era stato in grado di determinare chi fosse questo misterioso signore, anche se di certo non si era trattato del Re-Prete, che con occhi inorriditi aveva visto la torre mutare aspetto e diventare cos orribile da indurre chi cercava di osservarla a distogliere lo sguardo e ad essere per sempre perseguitato da ci che aveva visto. Il Re-Prete aveva incaricato chierici potenti di cercare di annullare la maledizione, ma intorno alla torre era sorto intanto il Boschetto di Shoikan, una foresta di terrore, e la torre stessa era sorvegliata dall'oscuro dio Nuitari che non prestava attenzione alle preghiere rivolte a qualsiasi altra divinit. I chierici di Paladine erano quindi fuggiti gemendo e i chierici di Mishakal che avevano cercato di penetrare nella torre erano riusciti a stento a salvarsi la vita. Quando poi gli di avevano scagliato su Ansalon una montagna infuocata, il Cataclisma che ne era conseguito aveva sprofondato Istar sul fondo del Mare di Sangue e aveva scatenato in tutto il continente dei terremoti che avevano spaccato la terra, formando nuovi mari e creando catene montuose. La citt di Palanthas era stata scossa fino alle fondamenta, case e palazzi erano crollati, ma nel Boschetto di Shoikan non

aveva tremato neppure una foglia. Cupa e silenziosa, la torre stava aspettando il suo signore, chiunque potesse essere. Mentre aspettava, Raistlin rifletteva sulla storia delle torri, e con l'occhio della mente si stava gi vedendo nell'atto di passeggiare per le sale della Torre di Wayreth nei panni di un mago accettato e riverito, quando una campana invisibile scand sette rintocchi. I sette iniziati, che stavano passeggiando per il giardino, conversando fra loro o recitando incantesimi fra s e s, si arrestarono di colpo e tacquero. Alcuni impallidirono per il timore, altri arrossirono per l'eccitazione mentre gli elfi, che andavano orgogliosi della loro capacit di non tradire emozioni davanti agli umani, si mostrarono noncuranti e annoiati. Cos' stato? domand Caramon, con voce resa rauca dal nervosismo. il momento, fratello mio, rispose Raistlin. Raist, per favore... cominci Caramon, ma nel vedere l'espressione apparsa sul volto del fratello, il socchiudersi minaccioso degli occhi, l'aggrottarsi della fronte, il deciso serrarsi delle labbra, tronc sul nascere quell'ultima supplica. In quel momento una mano priva di corpo apparve nell'aria al di sopra di un roseto che cresceva nel centro del giardino. Dannazione! sussurr Caramon, serrando convulsamente la mano intorno all'elsa della spada senza per avere bisogno dell'occhiata di ammonimento del fratello per sapere che non era il caso di estrarre un'arma in quel luogo... cosa che comunque dubitava di avere la forza di fare. La mano rivolse un cenno ai sette iniziati, che si sollevarono il cappuccio sulla testa, infilarono le mani nelle maniche della veste e s'incamminarono in silenzio nella direzione loro indicata, alla volta di una piccola torre posta fra le due pi grandi. Essendo stati gli ultimi ad arrivare, Raistlin e suo fratello si avviarono dietro agli altri. La mano indic quindi la porta della prima torre, che aveva il batacchio a forma di testa di drago; nessuno dovette per bussare per farsi aprire, perch all'avvicinarsi degli iniziati il battente si schiuse da solo. Ad uno ad uno i membri della piccola processione oltrepassarono la soglia, lasciando il giardino rischiarato dal sole per passare in un'oscurit cos fitta da renderli temporaneamente ciechi. I primi della fila si arrestarono, incerti su dove andare e timorosi di addentrarsi in un luogo che non riuscivano a vedere, e quelli che li seguivano si accalcarono dietro di loro appena oltre la soglia. Entrando per ultimo, Caramon and a

sbattere contro gli altri. Chiedo scusa. Mi dispiace, ma non ho visto.... Silenzio, ingiunse l'oscurit circostante. Gli iniziati obbedirono e cos pure Caramon, o almeno ci prov, senza per riuscire a impedire che il giustacuore di cuoio scricchiolasse, la spada tintinnasse e il suo respiro possente echeggiasse per la stanza. Svoltate a sinistra e dirigetevi verso la luce, ordin quella voce incorporea quanto la mano. Gli iniziati obbedirono e nel veder comparire una luce si diressero verso di essa con passi sommessi, seguiti da Caramon che procedeva con un'andatura molto pi rumorosa, addentrandosi in un piccolo corridoio di pietra rischiarato da torce il cui fuoco pallido ardeva in modo costante, senza emanare calore o fumo, e sbucando infine in una vasta sala. La Sala dei Maghi! sussurr Raistlin, affondando le unghie nella carne del braccio e facendo ricorso al dolore per soffocare la propria eccitazione. Gli altri parevano condividere la sua meraviglia e la sua esaltazione, dato che gli elfi abbandonarono la loro maschera d'indifferenza e si guardarono intorno con gli occhi che brillavano e le labbra socchiuse per la meraviglia. Ciascuno degli iniziati aveva sognato a lungo questo momento, aveva sognato di trovarsi nella Sala dei Maghi, un luogo proibito che la maggior parte degli abitanti di Krynn non avrebbe mai visto. Qualsiasi cosa accada, ne sar valsa la pena, disse fra s Raistlin. L'unico a non manifestare altra emozione che non fosse il timore, fu Caramon, che chin il capo e si rifiut di guardarsi intorno, quasi sperasse che cos sarebbe svanito tutto. Le pareti della camera erano di ossidiana, resa liscia e lucida con la magia, l'alto soffitto si perdeva nelle ombre sovrastanti e non c'erano colonne che ne reggessero il peso. Una luce bianca pervadeva la camera, che era il luogo di raduno del Conclave dei Maghi, e illuminava ventuno seggi di pietra disposti a semicerchio e corredati da cuscini, sette neri, sette rossi e sette bianchi; al centro del semicerchio c'era un seggio di poco pi grande degli altri, quello riservato al capo del Conclave, sul quale posava attualmente un cuscino bianco. I seggi, che al loro ingresso erano apparsi vuoti, risultarono ora occupati da altrettanti maghi, uomini e donne di diverse razze che portavano ciascuno il colore proprio del suo ordine.

Sussultando, Caramon barcoll vistosamente e subito la mano di Raistlin gli si chiuse intorno al braccio in una morsa tale che probabilmente gli fece male nella stessa misura in cui lo sostenne. Era evidente che Caramon si stava trovando in seria difficolt. Nel corso degli anni lui non aveva mai preso troppo sul serio n la magia n il talento che il fratello dimostrava in quel campo, in quanto per lui la magia erano monete che scaturivano dal naso, conigli che saltavano fuori da un cappello, kender giganteschi. Perfino quel particolare incantesimo aveva fatto su di lui un'impressione minima, perch in fin dei conti il kender non era stato effettivamente trasformato in un gigante e in pratica si era trattato soltanto di un'illusione, di un trucco: nella sua mente, trucchi e magia avevano finito per diventare la stessa cosa. Qui per non si poteva trattare di trucchi, ci che stava vedendo era una manifestazione di vero e puro potere, studiata apposta per fare impressione e per intimidire. Sentendo crescere il proprio timore per il gemello, Caramon desider di poter fuggire da quel posto trascinando Raistlin con s... ma si trattenne perch da qualche parte nelle profondit della sua mente stava infine cominciando a capire quanto fosse alta la posta a cui suo fratello stava mirando, abbastanza alta da far s che per lui valesse la pena di mettere in gioco la propria vita. Infine il mago che sedeva al centro del semicerchio si alz in piedi. Quello Par-Salian, il capo del Conclave, sussurr Raistlin al fratello, sperando di evitargli nuove brutte figure. Sii cortese!. Quando gli iniziati si inchinarono con rispetto, Caramon fece altrettanto. Salute a voi, disse allora Par-Salian, in tono gentile e accogliente. Il grande arcimago aveva a quell'epoca poco pi di sessant'anni, anche se i lunghi e lanugginosi capelli bianchi, la barba candida e le spalle curve lo facevano apparire pi vecchio. Preferendo lo studio all'azione, lui non era mai stato robusto e dedicava tutto il suo tempo a sviluppare nuovi incantesimi e a perfezionare quelli vecchi, oltre ad essere avido di manufatti magici nello stesso modo in cui un bambino poteva esserlo di dolciumi, il che spiegava perch i suoi apprendisti trascorressero gran parte del loro tempo viaggiando per il continente in cerca di manufatti o di pergamene, oppure per accertare se voci inerenti a oggetti del genere fossero vere o false. Par-Salian era anche un acuto osservatore e tendeva a partecipare in modo attivo alla politica di Ansalon, contrariamente a molti maghi che si ritenevano al di sopra delle attivit quotidiane della popolazione ignorante.

Il capo del Conclave aveva quindi dei contatti all'interno di ogni governo importante di Ansalon, e Antimodes non era certo la sua unica fonte d'informazione, anche se lui teneva segreto ci che sapeva a meno che divulgarlo potesse tornare utile ai suoi piani. Sebbene fossero in pochi a conoscere l'effettiva portata della sua influenza in Ansalon, un'aura di potere e di saggezza creava intorno alla sua persona un alone quasi visibile di luce bianca e cos intensa da indurre i due elfi di Silvanesti, che di solito avevano per gli umani la stessa considerazione che la maggior parte delle altre razze aveva per i kender, a rivolgergli un profondo inchino e poi un altro ancora. Salute a voi, iniziati, ripet Par-Salian. E ospite, aggiunse quindi, spostando il proprio sguardo su Caramon, che si sent trapassare il cuore e cominci a tremare. Dietro nostro invito, ognuno di voi si presentato nel momento stabilito per mettere alla prova la sua abilit, il suo talento, la sua creativit, i suoi processi mentali e, cosa pi importante, se stesso. Quali sono i vostri limiti? Fino a che punto siete in grado di valicarli? Quali sono i vostri difetti e in che modo possono ostacolare il vostro talento? Sono domande spiacevoli, ma a cui necessario dare una risposta perch soltanto quando conosciamo noi stessi, quando siamo coscienti in pari misura dei nostri punti di forza e delle nostre debolezze, possiamo accedere appieno al potenziale che racchiuso dentro di noi. Gli iniziati lo ascoltarono in silenzio e circospetti, pervasi di nervosismo, di reverenza e di ansia. Non vi preoccupate, sorrise Par-Salian. So quanto siete impazienti di cominciare quindi non vi terr un lungo discorso. Voglio soltanto porgervi di nuovo il benvenuto e darvi la mia benedizione. Chiedo a Solinari di essere oggi al vostro fianco, concluse, sollevando le mani, e mentre gli iniziati chinavano il capo si rimise a sedere. Il capo dell'Ordine delle Vesti Rosse si alz allora a sua volta e procedette a dare in tono asciutto le necessarie istruzioni. Quando verr chiamato il vostro nome verrete avanti e seguirete uno dei giudici, che vi condurr nell'area in cui avr inizio la Prova. Sono certo che avete familiarit con i criteri su cui essa si basa, ma il Conclave richiede che io adesso ve li legga in modo che in seguito nessuno possa sostenere di aver affrontato la Prova ignorandone la natura. Vi ricordo che questi sono soltanto i criteri fondamentali e che ogni Prova viene studiata in modo specifico per il singolo iniziato e pu quindi includere tutti questi elementi oppure soltanto alcuni di essi.

Ci saranno almeno tre situazioni in cui verr messa alla prova la conoscenza che l'iniziato ha della magia e del suo utilizzo, la Prova richieder l'uso di tutti gli incantesimi noti all'iniziato e ci saranno almeno tre situazioni che non potranno essere risolte soltanto con la magia, e almeno una che preveda un combattimento contro un avversario di rango pi elevato dell'iniziato. Avete delle domande?. Nessuno degli iniziati parl, perch le eventuali domande erano racchiuse nel cuore di ciascuno di essi; Caramon, per contro, aveva molti interrogativi che avrebbe voluto porre, ma era troppo spaventato per riuscire a formularli. In tal caso, concluse la Veste Rossa, rimettendosi a sedere, chiedo a Lunitari di accompagnarvi. Infine si alz in piedi la donna che presiedeva all'Ordine delle Vesti Nere. Che Nuitari vi accompagni, disse, poi srotol una pergamena e cominci a scandire i nomi degli iniziati. A mano a mano che il suo nome veniva chiamato, ciascuno di essi veniva avanti e preso in consegna da un membro del Conclave che in silenzio e con assoluta solennit lo conduceva verso le ombre che avvolgevano la sala, scomparendo con lui. Uno dopo l'altro tutti gli iniziati se ne andarono, e infine nella sala rimase soltanto Raistlin Majere. Raistlin aveva aspettato con stoica calma mentre i suoi compagni diminuivano di numero intorno a lui, ma le sue mani nascoste nelle maniche erano serrate a pugno e lui cominciava ad avvertire l'irrazionale paura che ci fosse stato un errore di qualche tipo e che la sua presenza l non fosse stata prevista. Forse i maghi avevano cambiato idea e lo avrebbero mandato via, o forse quello zotico di suo fratello li aveva offesi in qualche modo e adesso loro lo avrebbero scacciato coprendolo di vergogna e d'ignominia. La Veste Nera fin di leggere i nomi e arrotol la pergamena con un gesto secco... e ancora Raistlin era in attesa nella Sala dei Maghi, solo che adesso era l'unico novizio presente. Mantenendo una posa rigida, il giovane attese di sentire quale fosse la sua sorte, e infine Par-Salian si alz in piedi, venendo verso di lui. Raistlin Majere, ti abbiamo lasciato per ultimo a causa delle circostanze alquanto insolite, dovute al fatto che hai con te una scorta. Mi stato chiesto di venire accompagnato, signore, rispose Raistlin,

con voce che scatur, ridotta ad un sussurro, dalle labbra aride. Schiarendosi la gola aggiunse quindi in tono un po' pi deciso: Questo il mio gemello Caramon. Benvenuto, Caramon Majere, salut Par-Salian, mentre i suoi occhi azzurri affondati in un nido di rughe parevano sbirciare in profondit nell'animo di Caramon che borbott qualcosa d'incomprensibile e si chiuse in un cupo silenzio. Volevo spiegarti perch abbiamo richiesto la presenza di tuo fratello, prosegu intanto Par-Salian, riportando su Raistlin il proprio sguardo astuto. Vogliamo innanzitutto garantirti che non sei unico e che questo non un trattamento speciale a te riservato: facciamo questo per ogni caso di gemelli che si sottopongono alla Prova perch abbiamo scoperto che i gemelli hanno fra loro un vincolo molto stretto, pi della maggior parte dei fratelli, al punto che sembrano quasi un solo essere diviso in due. Naturalmente nella maggior parte dei casi entrambi i gemelli intraprendono lo studio della magia in quanto sono tutti e due dotati di talento, e la tua unicit consiste soltanto in questo, Raistlin, nel fatto di essere il solo dei due che abbia del talento per la nostra arte. Tu hai mai avuto interesse per la magia, Caramon?. Chiamato a rispondere ad una domanda cos sorprendente, che in realt non aveva mai neppure preso in considerazione, Caramon apr la bocca per replicare ma venne prevenuto da Raistlin. No, non ne ha mai avuto, dichiar. Capisco, comment Par-Salian, osservandoli entrambi. Ti ringraziamo di essere venuto, Caramon. Quanto a te, Raistlin, vuoi per favore seguire Justarius? Lui ti accompagner nell'area dove avr inizio la tua Prova. Il sollievo che pervase Raistlin fu cos intenso che per un momento si sent assalire dalle vertigini e dovette chiudere gli occhi fino a quando non ebbe ritrovato l'equilibrio; di conseguenza non prest molta attenzione alla Veste Rossa che gli stava venendo incontro e not soltanto che era un uomo anziano che camminava zoppicando in modo vistoso. Tenendo stretto a s il suo libro degli incantesimi, Raistlin rivolse un profondo inchino a Par-Salian e si avvi per seguire la Veste Rossa e quando Caramon si mosse per accompagnarlo Par-Salian fu pronto a intervenire per bloccarlo. Mi dispiace, Caramon, ma non puoi andare con tuo fratello, disse. Ma mi avete detto di venire qui! protest Caramon, ritrovando la voce sotto il pungolo del timore.

S, e sar nostro piacere intrattenerti in assenza di tuo fratello, replic Par-Salian, in tono cortese ma inflessibile. Buona... buona fortuna, Raist, esclam allora Caramon all'indirizzo del gemello. Imbarazzato, Raistlin lo ignor e finse di non averlo sentito, seguendo Justarius nelle ombre della sala... e un attimo pi tardi scomparve, avviato su un cammino lungo il quale il fratello non poteva seguirlo. Ho una domanda da fare! grid intanto Caramon. vero che a volte gli iniziati muoiono.... D'un tratto si rese conto che stava parlando ad una porta e che adesso si trovava all'interno di una camera estremamente accogliente che pareva essere stata estratta da una delle migliori locande di Ansalon. Un fuoco ardeva nel camino, il tavolo era coperto di vivande che comprendevano tutti i suoi piatti preferiti a cui si accompagnava una birra di qualit eccellente. Caramon per non prest attenzione al cibo: furente per quello che considerava un trattamento altezzoso e prepotente, cerc di aprire la porta, con il solo risultato che la maniglia gli rimase in mano. Ormai veramente spaventato per il fratello e assalito dal sospetto che i maghi avessero intenti sinistri nei suoi confronti, Caramon decise di andare a salvarlo e si scagli contro la porta che trem sotto il suo peso ma non cedette. Tempestando il battente di pugni, lui prese allora a gridare perch qualcuno venisse a liberarlo. Caramon Majere, chiam una voce che proveniva da un punto alle sue spalle. Sorpreso e allarmato, Caramon si gir cos in fretta da inciampare nei propri piedi; aggrappandosi al tavolo per non cadere, fiss interdetto ParSalian che si trovava ora nel centro della stanza e gli stava rivolgendo un sorriso rassicurante. Perdona il mio arrivo drammatico, ma la porta bloccata con una magia ed fastidioso rimuovere l'incantesimo per poi riapplicarlo. La stanza confortevole? C' qualcosa che possiamo portarti?. Che m'importa della stanza? tuon Caramon. Mi hanno detto che lui potrebbe morire. vero, ma consapevole dei rischi che corre. Voglio stare con Raistlin, dichiar Caramon. Sono il suo gemello ed nel mio diritto!. Tu sei con lui, afferm in tono sommesso Par-Salian. Ti porta con s

dovunque vada. Caramon non riusc a capire cosa il mago intendesse dire: per quanto lo riguardava sapeva soltanto che non era con Raistlin e che lo stavano ingannando, quindi decise di ignorare tutti quei discorsi strani. Lasciatemi andare da lui, ringhi, serrando i pugni, altrimenti far a pezzi questa Torre pietra su pietra. Far un patto con te, Caramon, replic Par-Salian, accarezzandosi la barba per nascondere un sorriso. Tu lascerai che la nostra Torre resti integra e io ti permetter di assistere mentre tuo fratello si sottopone alla Prova. Non potrai aiutarlo in nessun modo, ma forse vederlo potr alleviare i tuoi timori. S, d'accordo, assent Caramon, dopo aver riflettuto, pensando che quando avesse saputo dove si trovava Raistlin sarebbe potuto andare in suo soccorso qualora avesse avuto bisogno di aiuto. Sono pronto, accompagnami da lui... oh, ti ringrazio, ma adesso non ho sete, aggiunse, vedendo che Par-Salian stava versando in una bacinella l'acqua contenuta in una brocca. Siediti, Caramon, ordin l'arcimago. Dobbiamo andare da Raist.... Siediti, Caramon, ripet Par-Salian. Vuoi vedere il tuo gemello? Allora guarda nella ciotola. Ma soltanto acqua.... Par-Salian pass la mano sulla bacinella, pronunci una parola magica e lasci cadere nell'acqua alcune foglie sbriciolate mentre infine Caramon si sedeva, con l'intenzione di fingere di assecondare quel vecchio per poi afferrarlo per il suo collo magro, e abbassava lo sguardo sull'acqua. CAPITOLO TERZO Raistlin stava camminando lungo una solitaria e poco trafficata strada alla periferia di Haven. La notte era ormai prossima, una brezza tesa faceva ondeggiare le cime degli alberi, disperdendo le foglie autunnali, e nell'aria umida si avvertiva l'odore dei fulmini. Avendo viaggiato a piedi per tutto il giorno Raistlin era stanco e affamato, e adesso che si stava avvicinando una tempesta aveva accantonato del tutto la sua idea iniziale di trascorrere la notte dormendo all'aperto. In risposta ad una sua richiesta d'informazioni, un arrotino incontrato in precedenza gli aveva detto che pi avanti c'era una locanda dal nome

alquanto insulso, Locanda Inmezzo, e aveva aggiunto a titolo di avvertimento che quel posto aveva una brutta reputazione in quanto si sapeva che era frequentato da ogni sorta di persone. A Raistlin per non importava che genere di gente vi andasse a bere, a patto che la locanda avesse da mettergli a disposizione un letto al coperto, e comunque aveva ben poca paura dei ladri perch le sue vesti logore dovevano rendere evidente che non aveva con s nulla di prezioso, senza contare che di solito la semplice vista delle vest di un mago era sufficiente a indurre qualsiasi ladro a pensarci due volte prima di avvicinarglisi. La Locanda Inmezzo, cos chiamata perch era posta a pari distanza fra Haven e Qualinesti, non aveva un aspetto invitante e i colori dell'insegna erano sbiaditi da tempo fino a diventare irriconoscibili, anche se questa non era una grave perdita per il patrimonio artistico in quanto il proprietario della locanda, dopo aver consumato tutto il suo ingegno per trovare il nome adatto al locale non era riuscito a pensare ad un'insegna pi fantasiosa di una semplice X in mezzo ad un ghirigoro che avrebbe potuto essere una strada. L'edificio in se stesso aveva un'aria cupa e al tempo stesso piena di sfida, come se si fosse stancato di essere deriso a causa del suo nome e fosse pronto in una crisi d'ira a crollare sulla testa della prossima persona che se ne fosse fatta beffe; le imposte semichiuse davano alle finestre l'aria di occhi storti e sospettosi, le grondaie quasi divelte sembravano sopracciglia aggrottate. La porta era cos riluttante ad aprirsi che al primo tentativo Raistlin temette che la locanda fosse chiusa, ma poi dall'interno gli giunsero voci, risa e un odore di cibo, e ad una seconda spinta pi decisa da parte sua la porta infine cedette con riluttanza, si apr stridendo sui cardini arrugginiti e si richiuse di scatto alle sue spalle quasi a voler dire, Non biasimare me, io ho fatto del mio meglio per avvertirti. All'ingresso di Raistlin le risa cessarono e gli avventori si girarono tutti a guardarlo come per soppesarlo e prepararsi ad agire nel modo che fosse parso pi appropriato. Abbagliato dalla luce intensa di un fuoco ruggente, in un primo momento lui non riusc a vedere nulla e non pot quindi determinare se qualcuno degli altri clienti della locanda stesse manifestando un insolito interesse nei suoi confronti; quando infine la vista gli si fu abituata era ormai troppo tardi perch tutti erano tornati a concentrarsi sulle loro attivit... o almeno questo valeva per la maggior parte dei presenti, dato che un gruppetto costituito da tre individui avvolti

nel mantello e con il cappuccio sollevato che sedevano al lato opposto della stanza lo stavano osservando con considerevole attenzione. Dopo un po' infine i tre ripresero a parlare in tono eccitato, sollevando di tanto in tanto la testa per scoccare rapide occhiate nella sua direzione. Trovato un tavolo vuoto vicino al fuoco, Raistlin si sedette con sollievo per riposarsi e scaldarsi; una sola occhiata ai piatti dei vicini di tavolo gli rivel che il cibo era estremamente semplice, e pur non apparendo particolarmente gustoso esso non sembrava tale avvelenarlo: dal momento che la sola portata disponibile era lo stufato, ne ordin un piatto insieme con un bicchiere di vino, ma dopo aver mangiato qualche boccone di quella carne di natura indecifrabile non riusc a inghiottire altro e si limit a giocherellare con le patate immerse nel denso condimento, sorseggiando al tempo stesso il vino che era invece sorprendentemente buono, con un sentore di fondo di chiodo di garofano. Stava rimpiangendo che la sua borsa poco fornita non gli permettesse di ordinarne un secondo bicchiere quando una brocca di vino fresco gli apparve accanto al gomito. Sollevando il capo, Raistlin trov accanto a s uno degli uomini incappucciati che avevano mostrato tanto interesse nei suoi confronti. Salve, straniero, salut l'uomo, parlando la lingua comune con un lieve accento che ricord a Raistlin quello di Tanis, motivo per cui lui non rimase particolarmente sorpreso di constatare che il suo interlocutore era un elfo, mentre venne invece preso in contropiede dalle sue parole successive: I miei amici ed io abbiamo notato quanto tu abbia apprezzato il vino, che proviene da Qualinesti, proprio come noi. Io e i miei compagni gradiremmo quindi dividere con te questa caraffa del nostro eccellente vino, signore. Nessun elfo rispettabile si sarebbe fatto vedere a bere in una taverna posseduta da un umano, n avrebbe avviato una conversazione con un umano e tanto meno gli avrebbe offerto una caraffa di vino, cosa che diede a Raistlin un'idea abbastanza precisa della condizione sociale dei suoi nuovi conoscenti: quelli dovevano essere elfi scuri... coloro che erano stati "scacciati dalla luce", o per meglio dire esiliati dalle terre elfiche, il che costituiva la sorte peggiore che si potesse abbattere su un elfo. Cosa bevi e con chi lo bevi una tua prerogativa, signore, rispose quindi con cautela. Non una prerogativa, vino, replic l'elfo con un sorriso, credendosi spiritoso. E il vino tuo, se lo vuoi. Ti dispiace se mi siedo?. Perdona se ti sembro scortese, signore, ma non sono dell'umore giusto

per avere compagnia. Grazie, accetto il tuo invito, ribatt l'elfo, sedendoglisi di fronte. Ritenendo che la cosa si fosse protratta anche troppo, Raistlin si alz in piedi. Ti auguro la buona notte, signore, perch ho bisogno di riposare. Se mi vuoi scusare.... Sei un mago, vero? domand l'elfo; anche se non si era tolto il cappuccio, gli occhi erano adesso visibili sotto di esso, a mandorla e scintillanti. Non ritenendo opportuno rispondere a quella domanda impertinente e forse pericolosa, Raistlin volse le spalle al suo interlocutore con l'intenzione di contrattare con il locandiere perch gli permettesse di dormire sul pavimento, vicino al fuoco, della sala comune. Peccato, comment l'elfo. Sarebbe stata una fortuna se lo fossi stato... un mago, voglio dire. I miei amici e io, prosegu, accennando con la testa in direzione dei suoi due compagni, avevamo in mente un lavoretto in cui un mago ci sarebbe potuto tornare utile. Raistlin non rispose ma neppure si allontan dal tavolo, rimanendo in piedi e guardando l'elfo con maggiore interesse. C' da guadagnare del denaro, aggiunse questi, sorridendo. Raistlin si limit a scrollare le spalle, e quella reazione parve sconcertare il suo interlocutore. Strano, osserv. Credevo che voi umani foste sempre interessati al denaro, ma pare che mi sia sbagliato. In che modo posso allora indurti in tentazione? Ah, ma certo, con la magia! ovvio... ti interessano manufatti, anelli incantati e libri d'incantesimi. Vieni a incontrare i miei amici, propose l'elfo, alzandosi in piedi con mosse aggraziate, e ascolta la nostra proposta. In questo modo, se ti capiter di incontrare un mago potrai informarlo che unendosi a noi guadagnerebbe una fortuna, concluse ammiccando. Porta il vino, rispose Raistlin, avviandosi attraverso la sala della locanda per sedersi al tavolo occupato dai due elfi; sorridendo, il terzo componente del gruppetto prese la caraffa e lo segu. Raistlin aveva appreso da Tanis qualcosa sugli elfi di Qualinesti, e forse ne sapeva sull'argomento pi della maggior parte degli umani perch aveva interrogato a lungo il mezzelfo sugli usi e abitudini del popolo elfico. I tre avevano la corporatura alta e snella tipica della loro razza, e sebbene gli elfi tendessero ad apparire tutti uguali agli occhi degli umani, Raistlin ebbe

l'impressione di notare fra loro una certa rassomiglianza, soprattutto dovuta al mento affilato e sporgente e agli occhi verdi comuni a tutti e tre. Ancora in giovane et, probabilmente non avevano pi di un paio di centinaia di anni, i suoi interlocutori erano armati di spada corta, che si poteva sentir urtare a tratti contro il legno della sedia e probabilmente anche di coltello; dallo scricchiolio di cuoio pareva inoltre evidente che sotto il mantello indossassero una corazza di quel materiale. Raistlin si chiese quale crimine avessero commesso per essere stati condannati all'esilio, una punizione che per gli elfi era peggiore della morte, e d'un tratto ebbe la sensazione di essere in procinto di scoprirlo. Quello dei tre che lo aveva accostato risult essere il portavoce del gruppo, mentre gli altri due interloquivano molto di rado, cosa che indusse Raistlin a pensare che non parlassero la lingua comune, com'era tipico di molti elfi che non si degnavano di apprendere la lingua degli umani. Io mi chiamo Liam, si present il primo elfo, e loro sono Micah e Renet. Il tuo nome invece .... di scarso interesse per voi, ribatt Raistlin. Oh, invece ti assicuro che lo , signore, ribatt Liam. A me piace conoscere il nome di ogni uomo con cui mi siedo a bere. Majere, disse Raistlin. Majere? ripet Liam, accigliandosi. Mi pare di ricordare che questo fosse il nome di uno degli antichi di. Pare anche a me, annu Raistlin, sorseggiando il vino, ma non per questo pretendo di avere una natura divina. Per favore, signore, spiegami in cosa consiste questo lavoro perch la compagnia degli elfi scuri non mi cos gradita da indurmi a voler prolungare il nostro colloquio. Un bagliore di rabbia apparve nello sguardo dell'elfo chiamato Renet, che serr i pugni ed accenn ad alzarsi in piedi, soltanto per essere bloccato da alcune secche parole che Liam gli rivolse nella lingua elfica, spingendolo al tempo stesso di nuovo a sedere. Quella reazione forn a Raistlin la risposta ad un interrogativo che si stava ponendo, in quanto indicava che almeno uno dei suoi altri due interlocutori comprendeva la lingua comune. Dal canto suo, Raistlin aveva un'infarinatura della lingua di Qualinesti che aveva appreso da Tanis, ma non diede a vedere che la comprendeva perch riteneva che se gli elfi avessero creduto di poter parlare liberamente fra loro nella propria lingua, lui avrebbe potuto cos apprendere qualche informazione utile.

Non il momento di essere troppo sensibili, cugino, perch abbiamo bisogno di quest'umano, disse Liam in lingua elfica, poi pass alla lingua comune e aggiunse: Devi perdonare mio cugino, signore, perch ha un carattere un po' focoso. Credo per che dovresti essere pi cortese nei nostri confronti, Majere, dato che ti stiamo facendo un grosso favore. Se state soltanto cercando compagnia vi suggerisco di parlare con la cameriera, replic Raistlin, che sembra in grado di potervi soddisfare. Se invece volete assoldare un mago dovete spiegarmi di che lavoro si tratta. Allora sei un mago? domand Liam, con un astuto sorriso, e quando Raistlin annu lo squadr attentamente, aggiungendo: Sei molto giovane. Sei stato tu ad avvicinarmi, signore, gli fece notare Raistlin, che cominciava ad irritarsi, e sapevi che aspetto avevo quando mi hai invitato ad unirmi a voi. A quanto pare, ho sprecato il mio tempo, concluse, accennando ad alzarsi. D'accordo, d'accordo! Suppongo che la tua et non abbia importanza, a patto che tu sia in grado di fare il lavoro, afferm Liam, poi si protese in avanti e continu abbassando la voce: Ecco la nostra proposta: qui ad Haven vive un mago che possiede una bottega di articoli magici. un umano, come te, e si chiama Lemuel... lo conosci?. In effetti Raistlin conosceva Lemuel, con il quale aveva fatto degli affari in passato, lo considerava un amico e per questo pens di cercare di scoprire cosa volessero da lui questi elfi in modo da poterlo avvertire. Chi conosco o non conosco soltanto affar mio e non vostro, replic, scrollando le spalle. Questo tuo mago non mi piace molto, cugino, comment in elfico Micah, accennando con un pollice in direzione di Raistlin. Nessuno ha mai detto che dovesse piacerti, ribatt Liam nella stessa lingua, accigliandosi. Bevi il tuo vino e tieni la bocca chiusa. Lascia che sia io a parlare. Durante quello scambio, Raistlin fiss i due con aria inespressiva, come se non si fosse reso conto di cosa stavano dicendo. Dunque, riprese poi Liam, tornando alla lingua comune, il nostro piano questo: entreremo di notte nella casa del mago, ruberemo le cose preziose che ci sono nel suo negozio e le venderemo in cambio di acciaio sonante. a questo punto che entri in gioco tu, perch puoi indicarci cosa prezioso e cosa non lo , oltre a dirci dove ottenere un prezzo onesto in cambio della merce. Naturalmente avrai la tua parte.

Signore, si d il caso che io abbia frequentato la bottega di questo Lemuel, e ti posso garantire subito che state sprecando il vostro tempo, dichiar Raistlin, in tono sprezzante. Lui non ha nulla di prezioso e tutta la sua collezione di articoli pu valere al massimo venti monete d'acciaio, una cifra che non ripagherebbe di certo la fatica e il rischio. Naturalmente supponeva che questo avrebbe posto fine alla conversazione e che sarebbe stato sufficiente a indurre quei ladri a rinunciare al loro piano, ma decise comunque che per buona misura sarebbe stato bene avvertire Lemuel perch prendesse le debite precauzioni. E ora, signori, se volete scusarmi... aggiunse, accennando ad alzarsi. Liam per si protese a trattenerlo per un polso. Sentendo il mago irrigidirsi, l'elfo fu pronto ad abbandonare la presa, ma la sua mano snella e forte continu a librarsi nelle vicinanze del braccio di Raistlin mentre lui scambiava un'occhiata con i suoi cugini come per chiedere loro il permesso di proseguire, che gli venne accordato con un riluttante cenno del capo. Hai ragione riguardo al negozio, signore, afferm quindi Liam, ma forse non sai cosa il mago tiene nascosto nella cantina sottostante la cucina. Di cosa si tratta? domand Raistlin, al quale non risultava che Lemuel avesse qualcosa nascosto in cantina. Di libri d'incantesimi, rispose Liam. Un tempo Lemuel ne aveva qualcuno, ma so per certo che li ha venduti tutti. Non tutti! lo corresse Liam, con voce ora ridotta ad un sussurro. Ne ha altri, molti altri, testi antichi che risalgono ai tempi precedenti il Cataclisma, volumi che molti ritengono essere andati perduti. Si tratta di un vero tesoro!. Poich Lemuel non gli aveva mai parlato di quei libri e aveva anzi sostenuto di avergli ceduto tutti quelli che suo padre aveva posseduto, Raistlin si sent tradito. Come fai a saperlo? chiese in tono tagliente. Non sei il solo ad avere dei segreti, signore, sorrise Liam. In tal caso ti auguro la buona notte. Oh, nel nome della Regina, diglielo! esclam uno dei due cugini di Liam, in elfico. Stiamo sprecando tempo! Dracart vuole quei libri entro quindici giorni.

Dracart ci ha proibito.... Allora digli una parte della verit. Micah ha visitato il negozio fingendo di voler acquistare delle erbe, disse allora Liam, rivolto a Raistlin. Se conosci questo Lemuel di certo sai che stupido e ingenuo perfino per gli standard degli umani. Di conseguenza ha lasciato solo Micah nel negozio per andare in giardino, e lui ne ha approfittato per fare un calco in cera della chiave del negozio. Ma come sapete dell'esistenza dei libri d'incantesimi? insistette Raistlin. Questo deve rimanere un nostro segreto, ribad Liam, con una nota pericolosa nella voce. Intuendo che questo Dracart, chiunque fosse, doveva sapere dell'esistenza dei libri, Raistlin tent allora con un'altra domanda, formulandola nel modo pi innocente possibile. E cosa pensate di fare con quei volumi preziosi? domand. Venderli, naturalmente... a noi di che utilit potrebbero mai essere? sorrise Liam, imitato dai cugini. Il suo tono era persuasivo, lo sguardo degli occhi obliqui del tutto sincero. Raistlin riflett per un momento, perch pur essendo irritato per il fatto che Lemuel non gli avesse parlato dell'esistenza di quei preziosi tomi, d'altro canto non voleva che al mago succedesse qualcosa di male. Non intendo lasciarmi coinvolgere in un assassinio, disse. Neppure noi! annu con enfasi Liam. Questo Lemuel ha molti amici nelle terre elfiche, amici legati da vincolo di ospitalit che si sentirebbero obbligati a vendicarne la morte, e poi in questo momento non in casa perch andato a Qualinost a trovare i suoi amici. La casa quindi vuota e un'ora di lavoro ci permetter di essere ricchi! Quanto a te, potrai prendere la tua parte in oggetti magici oppure in acciaio sonante. Raistlin per non stava pensando al denaro e neppure al fatto che gli elfi gli stavano senza dubbio mentendo e che avevano di certo intenzione di usarlo per poi eliminarlo non appena fosse stato possibile. No, lui stava pensando a quei libri d'incantesimi... libri antichi, forse gli stessi che erano stati rubati dall'assediata Torre della Grande Stregoneria di Deltigoth o recuperati dall'affondata Torre di Istar. Quale patrimonio magico si celava dentro quei volumi? E perch Lemuel li stava tenendo cos nascosti? La risposta gli apparve subito evidente: la sola spiegazione logica era che quelli fossero libri di magia nera. Essendo stato un mago guerriero dell'Ordine delle Vesti Bianche, il padre di Lemuel non aveva potuto

distruggere quei volumi perch in base ad una legge inflessibile nessun membro di uno dei tre ordini poteva volontariamente distruggere manufatti magici o tomi d'incantesimi appartenenti ad un altro ordine. Il sapere magico, non importava da dove giungesse, chi lo avesse prodotto o a chi potesse giovare, era prezioso e meritava di essere protetto. Era peraltro possibile che il padre di Lemuel si fosse sentito indotto a nascondere quei libri che a suo parere erano malvagi, perch in questo modo avrebbe potuto al tempo stesso preservarli e impedire che cadessero nelle mani dei suoi nemici. Sulla scia di quelle riflessioni, Raistlin si convinse che era suo dovere indagare sulla cosa, senza contare che se non fosse andato con loro quegli elfi avrebbero di certo trovato qualcun altro che avrebbe potuto danneggiare i libri. Quella fu la spiegazione razionale che lui diede a se stesso, ma nel suo cuore era adesso insorto l'innegabile desiderio di vedere quei libri, di toccarli e di avvertirne il potere, magari perfino di svelarne i segreti... Quando vi proponete di agire? domand. Lemuel ha lasciato la citt due giorni fa, quindi non ci resta pi molto tempo. Che ne dici di stanotte? Sei dei nostri?. Sono dei vostri, annunci Raistlin. CAPITOLO QUARTO La luna rossa e quella argentea splendevano luminose, e quella notte le loro sfere apparivano vicine, quasi che i due di avessero accostato la testa l'uno all'altro per sussurrare e ridere delle follie che contemplavano dall'alto. La loro luce rossa e argento scendeva a illuminare il gruppo di ladri, e Raistlin si trov cos a proiettare davanti a s due ombre nel camminare lungo la strada: una di esse, sfumata d'argento, tendeva verso destra, mentre quella dall'alone rossastro andava verso sinistra, e nel guardarle lui si sent quasi indotto a immaginare che esse indicassero sentieri divergenti se non fosse stato per il fatto che in essenza entrambe erano nere. Raggiunsero la casa di Lemuel seguendo un percorso indiretto che evitava di attraversare il centro della citt e che Raistlin non riconobbe; poich stavano arrivando da una direzione diversa da quella abituale rimase stupito, stupito e a disagio, nel vedere la casa del mago incombergli davanti all'improvviso quando ancora non si aspettava di giungervi. Dall'esterno, la costruzione aveva lo stesso aspetto abbandonato che

Raistlin ricordava dalla prima volta che era andato a trovare Lemuel, non c'erano luci che brillassero alle finestre e dall'interno non giungeva il minimo suono proprio come allora, quando Lemuel si era trovato in casa. E se fosse stato a casa anche adesso? Quegli elfi scuri non avrebbero avuto la minima esitazione ad ucciderlo. Tirata fuori la chiave ricavata dal calco Micah la inser nella serratura mentre gli altri due elfi stavano di guardia, con il mantello spinto indietro per permettere di impugnare in fretta le armi in caso di necessit... cosa che ora permetteva di vedere come fossero ben equipaggiati di daghe e coltelli, le armi proprie dei ladri e degli assassini. Raistlin provava un profondo disgusto nei confronti di questi elfi scuri, disgusto che cominciava ad estendersi anche a se stesso per il fatto di trovarsi l sotto la luna nel cuore della notte insieme con quei ladri, preparandosi ad entrare in casa di un uomo senza che lui lo sapesse o avesse dato il permesso. Dovrei girarmi e andarmene in questo preciso momento, si disse. Quando per la porta si apr senza un suono, rivelando l'interno buio e silenzioso, Raistlin esit soltanto un istante prima di sgusciare dentro. Naturalmente avrebbe potuto continuare a razionalizzare, dicendosi che si era spinto troppo oltre e che adesso gli elfi scuri non gli avrebbero permesso di fuggire vivo, oppure fingendo con se stesso che stava facendo questo nell'interesse di Lemuel, per liberarlo di libri che dovevano costituire un peso per la sua anima, ma adesso che era qui, che si era impegnato fino in fondo, lui rifiut di fare entrambe le cose, perch gi si detestava per il crimine che era sul punto di commettere e non intendeva detestarsi anche per aver mentito a se stesso in merito alle proprie motivazioni: non era venuto fin l spinto dalla paura o sotto costrizione, e non era l neppure nel nome della lealt e dell'amicizia. Era l per la magia. Sostando nell'oscurit della bottega accanto agli elfi, Raistlin sent il cuore che gli martellava nel petto per l'eccitazione e l'anticipazione. L'umano non pu vedere al buio, e noi non vogliamo che inciampi in qualcosa e cada, rompendosi il collo, osserv Liam in elfico. Almeno non prima che abbiamo finito con lui, convenne Micah, con una trillante e musicale risata che si accordava stranamente alle sue parole minacciose. Accendete una luce. Uno degli elfi tir fuori un fiammifero, lo accese e lo accost ad una

candela posata sul bancone, porgendola poi con cortesia a Raistlin che l'accett con altrettanta grazia. Da questa parte, disse quindi Micah, precedendoli fuori della bottega. Raistlin evit di far notare agli elfi che avrebbe potuto creare da solo una luce magica perch preferiva risparmiare energie di cui avrebbe di certo avuto bisogno prima della fine di quella nottata. Lasciata la bottega, i quattro si addentrarono nella cucina, che Raistlin rammentava dalla sua prima visita, poi proseguirono attraverso la dispensa, oltrepassarono una porta ed entrarono in un piccolo magazzino dove c'era un vero e proprio boschetto di scope e di spazzoloni per i pavimenti che gli elfi spostarono in fretta da un lato lavorando con efficienza e senza far rumore. Non vedo libri di sorta, comment intanto Raistlin. ovvio che tu non ne veda, grugn Liam, trattenendosi a stento dal dargli dello stolto. Come ti ho detto sono nascosto in cantina. La botola si trova sotto quel tavolo. Il tavolo in questione era un ceppo per la macellazione, usato per tagliare la carne: fatto di quercia, era chiazzato dal sangue di innumerevoli animali, e Raistlin prov un certo divertimento nel vedere come questo disgustasse gli elfi scuri, che erano pronti ad assassinare degli umani senza la minima esitazione ma che si mostravano nauseati all'idea di una bistecca o di una costoletta d'agnello. Trattenendo il respiro per difendersi da quello che a loro doveva apparire un fetore intollerabile, Micah e Renet spostarono il tavolo da un lato e dopo si pulirono entrambi in fretta le mani con uno straccio. Quando ce ne andremo rimetteremo ogni cosa come l'abbiamo trovata, afferm intanto Liam. Questo Lemuel un ometto stupido e poco osservatore, quindi probabile che passino anni prima che lui si accorga che i libri sono stati scoperti e rimossi. Raistlin dovette ammettere che era vero: a Lemuel non importava di nulla tranne che del suo giardino e lui s'interessava ben poco ai testi di magia a meno che riguardassero le erbe, quindi era probabile che non avesse mai guardato quei libri e stesse soltanto obbedendo all'ingiunzione di suo padre di tenerli nascosti. Quando Raistlin avesse portato i volumi alla Torre di Wayreth, cosa che lui era intenzionato a fare confessando al tempo stesso il suo peccato, il Conclave avrebbe informato Lemuel che erano stati rimossi, e per quanto lo concerneva Raistlin riteneva probabile che si sarebbero limitati ad un

semplice rimprovero perch il Conclave non avrebbe accolto con piacere il fatto che quei preziosi volumi fossero rimasti nascosti per tutti quegli anni e dei due crimini questo sarebbe di certo apparso il pi grave secondo il suo modo di vedere. La sola speranza di Raistlin era che la condanna ricadesse sulla testa del padre, se era ancora vivo, e non su quella del figlio. Quando Micah tir la maniglia della botola essa rifiut di aprirsi, e in un primo tempo l'elfo credette che fosse bloccata con un chiavistello o con la magia; di conseguenza gli elfi controllarono se c'erano dei chiavistelli e Raistlin ricorse ad un semplice incantesimo destinato a individuare la presenza della magia, ma alla fine risult che non si trattava di nessuna delle due cose ma semplicemente del fatto che il legno si era gonfiato per l'umidit e di conseguenza il battente si era incastrato. A forza di strattoni, gli elfi riuscirono infine ad aprirla e una folata di aria fredda e umida come l'alito presente in una tomba scatur dall'oscurit sottostante, portando con s un odore cos immondo che gli elfi si ritrassero arricciando il naso e Raistlin si protesse la bocca con la manica della veste. Micah e Renet scoccarono poi occhiate furtive in direzione di Liam, timorosi che lui ordinasse loro di addentrarsi in quella pericolosa oscurit, ma Liam parve a sua volta decisamente a disagio. Cos' questo fetore? chiese, quasi parlando fra s. Sembrerebbe che l sotto sia morto qualcosa perch di certo dei libri di magia, anche se di magia umana, non possono esalare un odore del genere. Io non ho paura di un cattivo odore, ribatt Raistlin, in tono sprezzante, quindi andr a vedere cosa c' che non va. La cosa non piacque a Micah, che trov offensiva l'insinuazione da parte di Raistlin che loro avessero paura, anche se la sua indignazione non fu sufficiente a stimolarlo a entrare nella cantina. Mentre gli elfi discutevano della cosa nella loro lingua, Raistlin rimase in disparte ad ascoltarli, divertito della loro arroganza che li portava a non prendere neppure in considerazione la possibilit che un umano potesse comprendere la loro lingua. Renet sugger che Raistlin scendesse da solo, in quanto era possibile che i libri avessero un custode e in quanto umano il mago era sacrificabile. Micah obiett per che Raistlin era un mago ed avrebbe quindi potuto impadronirsi di parecchi di quei libri e scomparire con essi, percorrendo i corridoi della magia sui quali loro non lo avrebbero potuto seguire. Alla fine fu Liam a trovare la soluzione al problema, in quanto concesse

graziosamente a Raistlin di scendere per primo nella cantina ma al tempo stesso si piazz sulla sommit delle scale armato di arco e con una freccia incoccata. Cosa significa questo? domand Raistlin, fingendosi all'oscuro di tutto. E per proteggerti, ment con disinvoltura Liam. Ho una mira eccellente, e anche se non parlo la lingua della magia la comprendo un poco. Per esempio, sarei in grado di capire se in quella cantina una persona cercasse di usare un incantesimo per scomparire, e dubito che avrebbe il tempo di ultimarlo prima di avere il cuore trapassato da una freccia. Se dovessi trovarti in pericolo, non esitare a chiedere aiuto. Nelle tue mani mi sento al sicuro, ribatt Raistlin, inchinandosi per nascondere un sorriso sardonico. Sollevando la veste che, lo notava soltanto adesso, aveva un indefinito colore grigio e tenendo alta la candela, Raistlin scese con cautela i gradini, addentrandosi nell'oscurit. La scala risult lunga, pi lunga di quanto lui si sarebbe aspettato, con gradini intagliati nella pietra e un muro dello stesso materiale che si estendeva sulla destra, mentre sulla sinistra la scala era aperta sul vuoto. Spostando di continuo la candela mentre scendeva, Raistlin cerc di illuminare quante pi porzioni di soffitto gli era possibile nel tentativo di scorgere qualcosa, qualsiasi cosa, senza per riuscire a vedere niente. Continuando a scendere raggiunse infine un pavimento di terra battuta, e nel guardarsi alle spalle vide che adesso gli elfi apparivano piccoli e distanti, come se fossero su un altro piano dell'esistenza. Da dove si trovava poteva sentire in modo flebile le loro voci: preoccupati perch non riuscivano pi a scorgerlo, stavano decidendo di scendere a cercarlo. Spostando di qua e di l la candela, Raistlin cerc di vedere quanto pi gli era possibile prima che essi lo raggiungessero, ma la luce fievole non arrivava molto lontano, e in quel momento al posto dei passi sommessi degli elfi lui rimase sorpreso di sentir echeggiare invece un tonfo sordo seguito da una violenta corrente d'aria che gli spense la candela e lo lasci intrappolato in un'oscurit cos profonda che avrebbe potuto essere quella del Caos da cui il mondo si era formato. Liam! Micah! chiam, e fu assalito da un senso di allarme quando ottenne come sola risposta l'eco della sua voce. Soltanto gli echi: nessuna risposta da parte degli elfi. Cercando di fare del suo meglio per sentire qualcosa al di sopra del

rombo del sangue che gli pervadeva gli orecchi, Raistlin avvert infine il fievole picchiare di qualcuno che stava martellando di colpi una porta e da questo, unitamente al fatto che gli elfi non gli avessero risposto, dedusse che la botola si era inesplicabilmente chiusa, lasciando lui da un lato e gli elfi dall'altro. Il suo primo impulso dettato dal panico fu quello di usare la magia per fare luce, ma si trattenne prima di ricorrere all'incantesimo perch non doveva agire d'impulso, doveva prima riflettere sulla situazione con la massima calma possibile. Dopo un momento, decise che sarebbe stato meglio rimanere al buio, perch se da un lato una luce gli avrebbe permesso di vedere ci che c'era l sotto, d'altro canto avrebbe anche rivelato lui a chiss chi o che cosa. Fermo nel buio, continu a riflettere e la prima idea che gli affior nella mente fu che gli elfi lo avessero indotto a scendere laggi per lasciarlo morire, una supposizione che per accanton in fretta perch i tre non avevano avuto motivo di volerlo uccidere e avevano invece avuto ogni motivo per voler penetrare nella cantina, dato che ascoltando le loro conversazioni private aveva appreso che non gli avevano mentito in merito all'esistenza dei libri. Inoltre il persistere dei colpi battuti sulla botola era una garanzia che essi desiderassero riaprirla tanto quanto lui. Giunto a questa conclusione prese quindi la precauzione di muoversi il pi silenziosamente possibile per addossarsi con la schiena ad una parete: non essendo pi in grado di vedere, si affid quindi agli altri sensi e adesso che era pi calmo riusc a sentire quasi subito il rumore prodotto dal respiro di qualcun altro, segno che non era solo laggi. Quello non era per il respiro di uno spaventoso guardiano o quello aspro e sbuffante di un orco o ancora il respiro cupo e sibilante di un orchetto. No, si trattava invece di un suono sottile, rauco e un po' rantolante, del genere che lui aveva gi udito in precedenza quando si era trovato in presenza di qualche malato o di qualche anziano. Per quanto in certa misura rassicurante, quel suono ebbe l'effetto di demolire le sue previsioni in merito a ci che avrebbe potuto trovare nella cantina. Il suo primo, assurdo pensiero fu di essere in procinto di incontrare il proprietario dei libri, il padre di Lemuel. Forse il vecchio mago aveva scelto di ritirarsi in quella cantina per trascorrere il resto della vita in mezzo ai suoi preziosi libri, oppure Lemuel lo aveva rinchiuso laggi, cosa peraltro del tutto improbabile se si considerava che suo padre era un rispettato arcimago.

Fermo nel buio, Raistlin sent il proprio timore diminuire progressivamente ad ogni momento che passava senza che gli accadesse nulla di male, e al tempo stesso la sua curiosit and aumentando nel sentire il protrarsi di quel respiro irregolare e affaticato, infranto di tanto in tanto da un sussulto; a parte quel suono, nella cantina non si sentivano altri rumori, n un tintinnare di cotta di maglia n lo scricchiolare di una corazza di cuoio o il pi sordo rumore metallico prodotto da una spada. In alto, intanto, a quanto pareva gli elfi si erano messi a lavorare d'impegno per aprire la botola, e dai suoni pareva che la stessero aggredendo con una scure. D'un tratto echeggi una voce, molto vicina a lui. Sei astuto, vero? comment, e dopo una pausa aggiunse: E anche intelligente e audace, considerato che non sono molti gli uomini che oserebbero scendere soli nel buio. Avanti, lascia che ti dia un'occhiata!. La luce improvvisa di una candela rivel un semplice tavolo di legno, piccolo e rotondo, e due sedie l'una di fronte all'altra una delle quali era occupata da un vecchio. Una sola occhiata fu sufficiente a Raistlin per accertarsi che quello non poteva essere il padre di Lemuel, l'arcimago che aveva combattuto al fianco degli elfi, perch il vecchio indossava una veste nera sul cui sfondo la barba e i capelli bianchi spiccavano pervasi di uno strano alone. Ci che pi colp Raistlin fu il volto del vecchio, perch come una sorta di aspro panorama esso era segnato da solchi e crepacci che fornivano indizi sulla sua storia passata. Le linee sottili che si diramavano dal naso alla fronte avrebbero potuto in un altro uomo denotare saggezza, mentre in lui denunciavano astuzia; le linee d'intelligenza che circondavano gli occhi neri come quelli di un falco erano intrise della tensione portata da un cinico divertimento, il disprezzo per gli altri esseri umani era facilmente decifrabile nelle labbra sottili e l'ambizione trapelava dalla mascella protesa. Gli occhi enigmatici erano freddi, calcolatori e luminosi. Immobile, Raistlin si rese conto che il volto di quell'uomo era un deserto di desolazione, aspro, letale e crudele, e si sent infine assalire da una violenta ondata di paura, pensando che per lui sarebbe stato molto meglio dover combattere contro un orco o un orchetto. Le parole di un semplice incantesimo difensivo che gli erano salite alle labbra si dissolsero in un sospiro e lui s'immagin nell'atto di pronunciare l'incantesimo, ebbe quasi l'impressione di sentire la risata beffarda del vecchio. Adesso quelle mani grandi, nodose e avide erano vuote, ma un tempo avevano posseduto un

enorme potere. Il vecchio parve comprendere i suoi pensieri come se lui avesse parlato ad alta voce e fiss lo sguardo sulla sua persona, anche se essa era ancora ammantata nell'oscurit. Vieni, Astuto. Vieni, tu che hai abboccato alla mia esca, e siediti a parlare con un vecchio. Scosso da quelle parole relative all'esca, Raistlin continu a rimanere immobile. Tanto vale che tu venga a sederti, insistette il vecchio, con un sorriso che distorse le linee che gli segnavano il volto trasformando la derisione in crudelt, tanto non andrai da nessuna parte fino a quando io non decider che potrai farlo. Sei stato tu a venire da me, ricordalo, aggiunse, sollevando un dito nodoso e puntandolo dritto verso il cuore di Raistlin. Questi consider le alternative che aveva a disposizione: poteva rimanere in piedi nel buio, che evidentemente non gli offriva molta protezione dato che il vecchio pareva riuscire a vederlo con estrema chiarezza, oppure poteva fare un disperato tentativo di fuggire su per i gradini, che sarebbe probabilmente risultato inutile e lo avrebbe fatto apparire sciocco, o ancora poteva afferrare il coraggio a due mani e fare appello alla dignit che gli rimaneva, affrontando quel vecchio e scoprendo cosa avesse inteso con quello strano riferimento ad un'esca. Un momento pi tardi venne avanti, emergendo dall'oscurit per addentrarsi nel cerchio di luce della candela e sedersi di fronte al vecchio, che indugi ad osservarlo e non si mostr particolarmente compiaciuto di quello che stava vedendo. Sei un debole! Un debole moccioso! Ho pi forza io nel mio corpo, che soltanto cenere e polvere, di quanta ne possa vedere nel tuo! A cosa mi puoi servire tu? La mia solita sfortuna! Mi aspettavo un'aquila ed arrivato un passero. Tuttavia, continu il vecchio, con un borbottio che era appena udibile, vedo della fame in quegli occhi, e se il corpo fragile questo forse dipende dal fatto che esso alimenta la mente che, lo vedo con chiarezza, ha un disperato bisogno di nutrimento. Forse sono stato frettoloso nel giudicare, ma questo lo vedremo presto. Come ti chiami?. Raistlin era stato scaltro e arrogante con gli elfi scuri, ma messo a confronto di quel vecchio fu pronto a rispondere con sottomissione. Raistlin Majere, arcimago. Arcimago... ripet il vecchio, assaporando quella parola. Sai, un tempo lo ero, ero il pi grande di tutti, al punto che ancora adesso mi

temono, anche se non abbastanza. Quanti anni hai?. Ne ho appena compiuti ventuno. Giovane, troppo giovane per sottometterti alla Prova. Mi sorprende che Par-Salian te lo abbia permesso, ma evidente che disperato. Come credi di essertela cavata finora, Raistlin Majere? chiese il vecchio, con il sorriso pi orribile che Raistlin avesse mai visto. Mi dispiace, signore, ma non so di cosa stai parlando. Cosa significa, come me la sono cavata? Io.... D'un tratto Raistlin trattenne il respiro ed ebbe la sensazione di svegliarsi da uno di quei sogni che sono pi concreti della realt... solo che non si era trattato di un sogno. Si stava sottoponendo alla Prova, questa era la Prova. Gli elfi, la locanda, gli eventi, le situazioni erano tutti inventati. Fissando la fiamma della candela ripens freneticamente alle proprie azioni chiedendosi, proprio come aveva fatto il vecchio, come se la fosse cavata. Il suo interlocutore scoppi intanto in una risata simile al gorgogliare dell'acqua sotto il ghiaccio. Non mi stanco mai di questa reazione, che si verifica ogni volta! uno dei pochi piaceri che mi rimangono. S, giovane mago, ti stai sottoponendo alla Prova e sei proprio nel bel mezzo di essa. No, io non ne faccio parte... o forse sarebbe pi esatto dire che non ne faccio parte ufficialmente. Hai accennato ad un'esca, e hai detto che sono venuto da te, osserv Raistlin, facendo appello al proprio coraggio e serrando le mani in modo che il loro tremito non tradisse la sua paura. S, sei venuto da me in virt delle tue scelte e delle tue decisioni, annu il vecchio. Non capisco, protest Raistlin. Alcuni maghi, fu pronto a spiegare il vecchio, avrebbero dato ascolto all'avvertimento dell'arrotino e non sarebbero mai entrati in una locanda malfamata. Altri, se ci fossero entrati, avrebbero rifiutato di avere a che fare in qualsiasi modo con degli elfi scuri. Tu invece sei andato alla locanda, hai parlato con gli elfi e ti sei associato prontamente al loro piano disonesto... pur tenendo presente che l'uomo che stavi per derubare era un amico, precis, sollevando un dito nodoso. Quello che dici vero, ammise Raistlin, perch riteneva inutile negare e perch non si vergognava particolarmente delle proprie azioni. Secondo il suo modo di vedere, qualsiasi mago, tranne forse la pi candida fra le Vesti Bianche, al suo posto avrebbe agito nello stesso modo. Volevo

salvare i libri d'incantesimi, e avevo intenzione di consegnarli al Conclave. Per un momento rimase in silenzio, poi aggiunse: Quei libri non esistono, vero?. No, ci sono soltanto io, conferm il vecchio. E tu chi sei? volle sapere Raistlin. Il mio nome non ha importanza, non ancora. Allora dimmi cosa vuoi da me. Un piccolo favore, nulla di pi, rispose il vecchio, abbozzando un gesto di deprecazione con le dita nodose. Questa volta fu Raistlin a sorridere, con amarezza. Chiedo scusa, signore, ma di certo devi essere consapevole che poich mi sto sottoponendo alla Prova il mio rango di livello minimo, mentre tu sembri essere, o essere stato, un mago dotato di un'abilit e di un potere immensi. Di conseguenza io non ho nulla che tu possa volere. Ah, invece s, ribatt il vecchio, con un bagliore avido nello sguardo, cos intenso da far apparire per contrasto fievole la fiamma della candela. Tu sei vivo. Per il momento, ribatt Raistlin, in tono asciutto, ma forse non per molto ancora. Gli elfi scuri non mi crederanno quando dir loro che quaggi non ci sono antichi libri d'incantesimi, penseranno che io li abbia sottratti con la magia per il mio uso personale, e non penso che ci siano altre vie d'uscita da questa cantina, aggiunse, guardandosi intorno. C' una via, la mia, rispose il vecchio. Hai ragione, gli elfi scuri ti uccideranno perch non sono i ladri che fingono di essere ma maghi di alto rango, dotati di una magia estremamente potente. Raistlin si rese conto che avrebbe dovuto capirlo all'istante. Non starai rinunciando, vero? domand il vecchio, con un sogghigno. Certamente no, ribatt Raistlin, sollevando lo sguardo a incontrare con fermezza il suo. Stavo riflettendo. Rifletti quanto vuoi, giovane mago. Dovrai pensare molto intensamente per riuscire ad avere la meglio essendo tre contro uno... o per meglio dire dodici contro uno, dato che ciascuno di quegli elfi scuri quattro volte pi potente di te. Questa la Prova, un'illusione, afferm Raistlin. Certo, alcuni maghi muoiono durante la prova, ma per un loro fallimento o errore. Io non ho sbagliato nulla, quindi perch il Conclave dovrebbe volermi uccidere?. Hai parlato con me, gli fece notare in tono sommesso il vecchio.

Loro ne sono consapevoli e questo potrebbe segnare la tua fine. Chi sei dunque, perch ti temano tanto? chiese ancora Raistlin, questa volta con impazienza. Il mio nome Fistandantilus. Forse hai sentito parlare di me. S, annu Raistlin. Molto tempo prima, negli anni turbolenti e disperati che erano seguiti al Cataclisma, un esercito di nani delle colline e di umani aveva assediato Thorbardin, la grande citt sotterranea dei nani delle montagne. A capo di quest'esercito c'era l'uomo che lo aveva radunato con l'intento di usarlo per realizzare le proprie sfrenate ambizioni, un mago dell'Ordine delle Vesti Nere dotato di immenso potere, un rinnegato che stava sfidando apertamente il Conclave. Il suo nome era Fistandantilus. Quel mago aveva costruito una fortezza magica nota come Zhaman e da essa aveva sferrato i propri attacchi contro la fortezza dei nani, combattendo contro di essi con la magia mentre il suo esercito li combatteva con l'ascia e con la spada. Molte migliaia di vite erano state spente sulle pianure o nei passi montani, ma alla fine l'esercito del mago aveva ceduto e la vittoria era andata ai nani di Thorbardin. Secondo i menestrelli, Fistandantilus aveva elaborato un ultimo incantesimo dal potere catastrofico che avrebbe spaccato la montagna e aperto Thorbardin alla conquista. Purtroppo, l'incantesimo si era rivelato troppo potente, Fistandantilus non era riuscito a controllarlo ed esso aveva devastato invece la fortezza di Zhaman che era crollata su se stessa ed era nota adesso come il Teschio. Migliaia di uomini erano morti nell'esplosione, compreso il mago che aveva pronunciato l'incantesimo. Questo era ci che cantavano i menestrelli e che la maggior parte della gente credeva, ma Raistlin aveva sempre supposto che la storia non si limitasse soltanto a questo. Fistandantilus aveva acquisito il suo potere nell'arco di centinaia di anni: correva infatti voce che pur essendo un umano e non un elfo, lui avesse trovato il modo di ingannare la Morte e di prolungare la propria vita assassinando i suoi giovani apprendisti e prosciugando la loro forza vitale per mezzo di una magica pietra insanguinata. Il mago non aveva per potuto salvarsi dagli effetti devastanti della propria magia, o almeno questo era ci che il mondo credeva, mentre a quanto pareva Fistandantilus era riuscito ancora una volta a ingannare la Morte, anche se non sembrava che avrebbe continuato a farlo ancora a lungo. Fistandantilus, il pi grande dei maghi, afferm Raistlin. Il mago pi

potente che sia mai vissuto. Infatti, annu il vecchio. E adesso stai morendo, osserv Raistlin. Quell'osservazione non piacque a Fistandantilus, che contrasse le sopracciglia ed espresse ira e indignazione in ogni linea del volto. Ogni respiro era per per lui una lotta e stava consumando una quantit enorme di energia magica semplicemente per mantenere unita quella forma, quindi di l a poco la sua furia smise di ribollire come una pentola sotto la quale fosse stato spento il fuoco. Quello che dici vero: io sto morendo e sono prossimo alla fine, borbott, frustrato e impotente. Loro affermano che il mio intento era quello di conquistare Thorbardin, aggiunse, con un sorriso sprezzante. Che idiozia! Io ho giocato per conquistare una posta molto pi elevata di una puzzolente e sotterranea tana di nani: il mio piano consisteva nell'entrare nell'Abisso per spodestare la Regina delle Tenebre e sottrarle il suo trono. Volevo diventare un dio!. Raistlin ascolt quelle parole con meraviglia, stupore... e comprensione. Sotto il Teschio c', o forse dovrei dire c'era, dato che adesso esso distrutto, un modo per penetrare nell'Abisso, quel crudele mondo ultraterreno, prosegu intanto Fistandantilus, con un'espressione estremamente astuta. Takhisis sapeva di me, mi temeva ed ha complottato per la mia fine. Certo, il mio corpo morto nell'esplosione, ma io avevo gi programmato tutto perch la mia anima si ritirasse su un altro piano dell'esistenza e lei non ha potuto uccidermi perch non stata in grado di raggiungermi. Tuttavia, non cessa di provarci e da secoli sono sotto un assalto costante. Adesso mi resta poca energia, perch la forza vitale di cui disponevo quasi svanita. E cos hai trovato il modo di inserirti nella Prova e di attirare nella tua rete giovani maghi come me, concluse Raistlin. Immagino di non essere il primo... che ne stato di quanti mi hanno preceduto?. Sono morti, rispose Fistandantilus, scrollando le spalle. Te l'ho detto, hanno parlato con me, e il Conclave teme che io possa entrare nel corpo di un giovane mago, assumerne il controllo e tornare nel mondo per completare ci che ho cominciato. Loro non possono permetterlo, quindi ogni volta provvedono ad eliminare la possibile minaccia. Non ti credo, dichiar Raistlin, fissando con fermezza quel vecchio morente. I maghi sono morti, ma non stato il Conclave ad ucciderli, sei stato tu. stato cos che sei riuscito a vivere tanto a lungo... sempre che

questa la si possa chiamare vita. Comunque la si chiami, preferibile al grande nulla che vedo protendersi verso di me, ribatt Fistandantilus, con un orribile sorriso. Lo stesso nulla che si protende verso di te, giovane mago. A quanto pare non ho molte alternative, comment in tono amaro Raistlin. Posso morire per mano di quei tre maghi oppure essere prosciugato da un morto vivente. Sei stato tu a decidere di venire qui, gli ricord Fistandantilus. Raistlin distolse gli occhi, rifiutando di permettere allo sguardo penetrante di quel vecchio di sondargli l'anima, e mentre fissava il legno del tavolo ricord d'un tratto il tavolo che c'era nel laboratorio del suo maestro, quello sul quale da bambino lui aveva scritto con un cos grande senso di trionfo le parole Io, Mago. Riflett quindi sulle alternative a cui si trovava di fronte, pens agli elfi scuri, chiedendosi quanto fosse potente la loro magia e se ci che il vecchio aveva detto sul loro conto fosse vero o fosse soltanto una menzogna intesa a intrappolarlo, poi si interrog sulla propria capacit di sopravvivere e si domand se davvero il Conclave lo avrebbe ucciso soltanto perch aveva parlato con Fistandantilus. Accetto la tua offerta, disse infine, sollevando lo sguardo a incontrare quello penetrante del vecchio. Pensavo che lo avresti fatto, replic Fistandantilus, schiudendo le labbra sottili in un sorriso che pareva quello di un teschio. Mostrami il tuo libro d'incantesimi. CAPITOLO QUINTO Fermo in fondo alle scale, Raistlin stava aspettando che il vecchio liberasse la botola dall'incantesimo che la teneva chiusa e al tempo stesso si stava chiedendo perch non provasse paura ma soltanto un tagliente e doloroso senso di ansia. Gli elfi avevano intanto cessato i loro assalti contro la botola perch dovevano ormai aver capito che essa era bloccata con la magia, e per un momento Raistlin si concesse di sperare che se ne fossero andati, ma l'istante successivo scoppi a ridere della propria stupidit: questa era la sua Prova, e di certo gli sarebbe stato richiesto di dimostrare la propria abilit magica in un combattimento. Adesso! avvert una voce nella sua mente. Fistandantilus era scomparso, abbandonando la forma fisica illusoria che

aveva evocato esclusivamente a beneficio di Raistlin e che adesso non era pi necessaria. D'un tratto la botola della cantina si spalanc con violenza e ricadde con un tonfo fragoroso sul pavimento ricoperto di lastre di pietra. Confidando che gli elfi venissero colti alla sprovvista dall'improvviso aprirsi della porta, Raistlin aveva avuto intenzione di sfruttare quei loro primi istanti di sconcerto con lo sferrare il proprio attacco, ma con suo sgomento scopr che essi stavano aspettando proprio un evento del genere ed erano pronti ad accoglierlo. Una voce elfica pronunci una parola magica e un globo di luce apparve a illuminare il volto di Liam per poi saettare attraverso l'aria con una scia di scintille simile alla coda di una cometa nel momento stesso in cui la botola si apr. Raistlin non era preparato a quell'attacco perch non aveva immaginato che gli elfi scuri sarebbero stati tanto rapidi nel reagire e adesso non aveva via di fuga perch la sfera di fuoco avrebbe pervaso la stanza di fiamme letali. Istintivamente, sollev di scatto il braccio sinistro per proteggersi il volto, pur sapendo che non esisteva modo di difendersi da quell'assalto. Poi la sfera di fuoco esplose sopra e intorno a lui, ma non fece danno e i suoi effetti si dissiparono in fretta, riversandogli addosso una pioggia di scintille e di gocce di fuoco che gli toccarono le mani e il volto stupefatto per poi svanire in uno sfrigolio, come se stessero cadendo nell'acqua. Il tuo incantesimo! Presto! ordin la voce. Intanto Raistlin si era gi ripreso dallo stupore e dalla paura, quindi l'incantesimo gli sal immediato alle labbra mentre la mano eseguiva i movimenti richiesti, tracciando nell'aria il simbolo del sole senza pi badare alle scintille della sfera di fuoco che ancora sfrigolavano ai suoi piedi sul pavimento della cantina. Mentre muoveva la mano not che la sua pelle aveva una sorta di riflesso dorato ma non si concesse di riflettere sulla cosa perch non osava perdere la concentrazione. Tracciato il simbolo pronunci le parole magiche che lo accompagnavano ed esso emise un intenso bagliore, segno che le parole erano state pronunciate nel modo giusto; allargando le dita della mano destra ancora protese, Raistlin tracci quindi cinque minuscoli proiettili di fuoco, una risposta insignificante rispetto alle armi letali di cui disponevano i tre potenti arcimaghi, la cui risata non lo sorprese minimamente perch di certo agli elfi doveva sembrare che lui stesse cercando di combatterli scagliando loro contro fuochi d'artificio degli gnomi.

Trattenendo il respiro, pregando che il vecchio mantenesse la sua promessa e pregando gli di della magia perch lo costringessero a farlo, Raistlin attese pieno di tensione... e un momento pi tardi ebbe la profonda, immensa soddisfazione di sentire la risata degli elfi spegnersi in un coro di sussulti d'allarme e di stupore. Le cinque scie di fuoco erano infatti diventate dapprima dieci, poi venti e non erano pi minuscole fiammelle ma crepitanti stelle incandescenti che stavano saettando su per le scale, dirette con assoluta precisione verso i suoi nemici. Adesso erano gli elfi scuri a non avere via di fuga o incantesimi abbastanza potenti per proteggersi: le stelle letali si abbatterono su di loro con una violenza esplosiva che fece perdere l'equilibrio a Raistlin che pure si trovava ad una certa distanza dal centro dello scoppio, poi l'ondata di calore prodotto dalle fiamme si estese fino alla cantina e port con s un odore di carne che bruciava. Non ci furono urla, perch nessuno dei tre aveva avuto il tempo di emetterne. Rialzandosi, Raistlin si ripul le mani dalla terra, notando ancora una volta lo strano colore dorato della pelle, e d'un tratto si rese conto che quella patina dorata era ci che lo aveva protetto dalla sfera di fuoco: essa era come l'armatura di un cavaliere ma era molto pi efficace, perch un cavaliere avvolto in cotta di maglia e armatura di piastre metalliche sarebbe fritto dentro di essa e sarebbe morto se la sfera di fuoco lo avesse colpito, mentre lui non aveva riportato danni. Se vero, si disse, se questa un'armatura o uno scudo magico di qualche tipo, si tratta di una difesa che in futuro potrebbe essermi di considerevole aiuto. Poich il magazzino in cima alle scale era in fiamme, attese che l'incendio si fosse spento, usando quel tempo per ritrovare le forze e per far affiorare nella mente l'incantesimo successivo. Premendosi la manica della veste contro il naso per non sentire il fetore della carne bruciata degli elfi, cominci quindi a salire le scale, pronto ad affrontare il nemico successivo. Due corpi giacevano alla sommit delle scale, ridotti a due ammassi neri cos bruciati da essere irriconoscibili, mentre il terzo non era visibile e pareva essersi vaporizzato. Nel formulare quei pensieri, Raistlin ricord a se stesso che quella era tutta un'illusione e che forse il Conclave aveva solo commesso un errore di calcolo. Emergendo dalla cantina sollev la veste per scavalcare uno dei due

corpi e si guard rapidamente intorno nel magazzino: adesso il tavolo era un mucchio di cenere, gli spazzoloni e le scope erano volute di fumo, e l'immagine di Fistandantilus si librava in mezzo a quella devastazione. Ora la sua forma illusoria era sottile e trasparente, quasi impossibile a distinguersi dal fumo, e pareva che un soffio deciso potesse spazzarlo via... constatazione, questa, che port un sorriso sulle labbra di Raistlin mentre il vecchio protendeva il braccio coperto dalla manica della veste nera da cui emergevano dita ora avvizzite e scheletriche, poco pi che un mucchietto di ossa. il momento che io prenda il mio compenso, disse, stendendo la mano verso il cuore di Raistlin. Questi per indietreggi di un passo e sollev a sua volta la mano in un gesto protettivo, con il palmo in fuori. Ti ringrazio per la tua assistenza, arcimago, ma a partire da ora devi considerare annullata la mia parte dell'accordo, replic. Che cosa hai detto?. Quelle parole, sibilanti e letali, si avvilupparono intorno al cervello di Raistlin come una vipera in un cesto, poi il serpente sollev gli occhi crudeli, maligni e spietati, fissandolo. La determinazione di Raistlin vacill, il suo coraggio venne meno quando lui sent l'ira del vecchio crepitargli intorno con fiamme pi intense di quelle della sfera di fuoco. Ho ucciso gli elfi, ricord per a se stesso il giovane mago, aggrappandosi al poco coraggio che gli rimaneva. L'incantesimo apparteneva a Fistandantilus, ma il potere che permeava l'incantesimo era il mio. Lui debole e svuotato, non una minaccia. Ho detto che il nostro accordo annullato, ripet quindi. Torna al piano da cui sei venuto e aspetta la prossima vittima. Infrangi la tua promessa! ringhi Fistandantilus. Non hai dunque onore?. Sono forse un Cavaliere di Solamnia per dovermi preoccupare dell'onore? ribatte Raistlin, e poi aggiunse. E a questo proposito, che onore c' nell'attirare mosche ignare nella tua ragnatela per poi catturarle e divorarle? Se non mi sbaglio, il tuo stesso incantesimo mi protegge da qualsiasi magia che tu possa cercare di usare, quindi questa volta la mosca ti sfuggir. Inchinatosi all'immagine quasi indistinta del vecchio, Raistlin le volse deliberatamente le spalle e si avvi verso la porta, consapevole che se

fosse riuscito a varcarla e a lasciare quella stanza di morte sarebbe stato al sicuro. La strada non era molta, e anche se una parte di lui continuava ad aspettarsi di sentire il tocco di quella mano spaventosa, la sua sicurezza and crescendo ad ogni passo che lo portava verso l'uscita. Infine raggiunse la porta, e alle sue spalle risuon ancora la voce del vecchio, che pareva venire da cos lontano da essere a stento udibile. Sei forte e sei astuto, l'armatura che ti protegge una tua creazione e non opera mia. La tua Prova non per ancora conclusa, altre lotte ti attendono: se la tua armatura fatta di vero acciaio sopravviverai, ma se fatta di scarti si creper al primo colpo e quando questo succeder io sguscer al di l di essa per prendere quello che mio. Poich una semplice voce non poteva fargli del male, Raistlin non le prest attenzione e continu a camminare fino ad oltrepassare la porta, mentre la voce si dissolveva nell'aria fumosa. CAPITOLO SESTO Raistlin oltrepass la porta del magazzino di Lemuel e si venne a trovare in un buio corridoio fatto di pietra, cosa che inizialmente lo lasci sorpreso e sconcertato perch avrebbe dovuto invece sbucare nella cucina del mago; dopo un momento, ricord per che la casa di Lemuel non era mai esistita davvero se non nella sua mente e in quella di coloro che ne avevano evocato l'immagine. Una luce brillava sulla vicina parete, dove un sostegno che aveva la forma di una mano d'argento reggeva un globo di luce bianca simile alla luce di Solinari; poco pi avanti una mano d'ottone reggeva una sfera di luce rossa e pi oltre una mano intagliata nell'ebano pareva non contenere nulla... almeno per quello che gli occhi di Raistlin erano in grado di vedere, dato che i maghi votati a Nuitari ne avrebbero scorto con chiarezza il contenuto. Dalla vista di quelle luci Raistlin dedusse di essere di nuovo nella Torre di Wayreth, intento a camminare in uno dei molti corridoi di quel magico edificio: evidentemente Fistandantilus gli aveva mentito, la sua Prova era finita e adesso doveva soltanto trovare la via per tornare nella Sala dei Maghi e ricevere le loro congratulazioni. Poi un alito d'aria gli sfior il collo, e nel momento stesso in cui lui accennava a girarsi una fitta bruciante e la sensazione agghiacciante del metallo che strisciava contro l'osso, un suo osso, gli strapparono un

sussulto d'agonia. Questo per Micah e per Renet! sibil la voce di Liam, poi il suo braccio sottile ma pieno di forza cerc di circondare il collo di Raistlin e una lama scintill sotto la luce. L'elfo aveva avuto intenzione di sferrare un solo colpo letale che recidesse la spina dorsale di Raistlin, ma il lieve alito di vento sul collo aveva messo in guardia il ragazzo che, nel voltarsi aveva fatto s che la lama mancasse il bersaglio e gli scivolasse lungo le costole; adesso Liam era deciso a ripetere il tentativo, puntando questa volta alla gola. In preda al panico, Raistlin non riusc a trovare le parole di nessun incantesimo, e poich non aveva con s armi di sorta tranne la propria magia si trov ridotto a lottare come un animale, con le unghie e con i denti, consapevole che la paura era adesso la sua arma pi potente, se non avesse lasciato che essa lo debilitasse. Ricordando vagamente le cose che aveva visto fare a suo fratello e a Sturm quando si esercitavano nel combattimento corpo a corpo, serr le mani l'una nell'altra e conficc il gomito destro nello sterno di Liam con tutta la forza che il suo corpo pervaso di adrenalina riusc a chiamare a raccolta. L'elfo scuro emise un grugnito e indietreggi, non ferito ma a corto di fiato, poi torn a scagliarsi in avanti con il coltello che gli scintillava in pugno. Frenetico e terrorizzato, Raistlin gli afferr la mano che stringeva l'arma e i due presero a lottare, con Liam che cercava di trafiggere il giovane mago e quest'ultimo che lottava per strappare il coltello alla presa dell'elfo. Lottando si spostarono barcollando lungo lo stretto corridoio e intanto Raistlin sent che le forze cominciavano a venirgli meno. Consapevole che non avrebbe potuto portate avanti a lungo questa lotta letale, concentr tutte le proprie speranze su una singola mossa e us le energie che gli restavano per sbattere contro la pietra la mano in cui l'elfo stringeva il coltello. Ci fu un crepitare di ossa che si rompevano accompagnato da un sussulto di dolore, ma Liam continu a stringere tenacemente l'arma in pugno. Sentendosi assalire nuovamente dal panico, Raistlin fece sbattere di nuovo la mano di Liam contro la pietra e questa volta il sangue che rendeva scivolosa l'impugnatura del coltello imped all'elfo di mantenere la presa, con il risultato che l'arma gli sfugg dalla mano e scivol al suolo. Immediatamente l'elfo scuro scatt in avanti per cercare di recuperarla, ma parve che la penombra gli impedisse di individuarla perch si gett carponi e cominci a cercare sul pavimento. Intanto Raistlin vide la lama

del coltello emettere un bagliore rossastro sotto la luce rossa dedicata a Lunitari e scatt verso di essa contemporaneamente a Liam che nel frattempo aveva scorto a sua volta il bagliore: sfilando il coltello da sotto le dita protese dell'avversario, Raistlin lo piant fino all'elsa nello stomaco dell'elfo, che lanci un urlo e si pieg su se stesso. Raistlin liber poi la lama con uno strattone e Liam cadde in ginocchio con la mano che premeva sullo stomaco e il sangue che gli colava dalla bocca, crollando infine morto ai piedi di Raistlin. Ansimando, con ogni respiro che gli causava una sofferenza intollerabile, Raistlin si volse per fuggire ma non riusc a indurre le gambe a muoversi e di l a poco croll sul pavimento di pietra, avvertendo al tempo stesso una sensazione bruciante che partiva dalla ferita e gli correva lungo tutte le terminazioni nervose, causandogli un'ondata di nausea: rendendosi conto con un senso di amara disperazione che la lama del coltello dell'elfo doveva essere stata avvelenata, pens che in fin dei conti Liam avrebbe avuto comunque la sua vendetta. Poi la luce di Solinari e quella di Lunitari oscillarono davanti ai suoi occhi e si congiunsero sfocate prima che l'oscurit lo avviluppasse. Al risveglio, Raistlin si trov nello stesso corridoio, dove il corpo di Liam giaceva ancora accanto a lui con la mano protesa a sfiorarlo: constatando che il cadavere era ancora caldo, Raistlin si rese conto di non essere rimasto a lungo privo di sensi. Ferito e debole, si trascin lontano dall'elfo morto e si addentr in un corridoio in ombra, accasciandosi contro una parete. Assalito da una fitta di dolore che gli trafisse il ventre si serr quindi lo stomaco con le braccia e vomit a lungo, giacendo poi abbandonato sul pavimento di pietra in attesa di morire. Perch mi state facendo questo?, domand, assalito da un nuovo senso di malessere. Conosceva la risposta: era perch aveva osato trattare con un mago tanto potente che aveva pensato un tempo di spodestare Takhisis, cos potente che ancora adesso il Conclave lo temeva sebbene fosse ormai morto. Se la tua armatura fatta di scarti si creper al primo colpo e quando questo succeder io sguscer al di l di essa per prendere quello che mio. Se vuoi prenderti il poco che mi rimane sei il benvenuto, arcimago! mormor Raistlin, quasi ridendo, poi giacque sul pavimento con la guancia

premuta contro la pietra. Voleva sopravvivere? La Prova aveva esatto da lui un prezzo terribile e forse non si sarebbe mai pi ripreso perch la sua salute era sempre stata precaria e se pure fosse sopravvissuto adesso il suo corpo sarebbe stato come un cristallo infranto e tenuto insieme soltanto dalla sua forza di volont. Come sarebbe vissuto? Chi si sarebbe preso cura di lui? Caramon. Caramon avrebbe avuto cura del suo debole gemello. Raistlin fiss la luce rossa di Lunitari e si rese conto di non riuscire a immaginare una vita del genere, in cui avesse dovuto dipendere in tutto dal fratello: di certo la morte era preferibile a questo. Mentre formulava quel pensiero, nell'oscurit del corridoio si materializz d'un tratto una figura illuminata dalla luce argentea di Solinari. Ci siamo, si disse Raistlin. il confronto finale, quello a cui non sopravviver. Sentendosi quasi grato che i maghi avessero deciso di porre fine alle sue sofferenze giacque immobile e impotente, osservando l'ombra scura farsi sempre pi vicina. Infine essa gli si arrest accanto e quando si chin su di lui, ne percep la presenza viva, ne sent il respiro, e involontariamente chiuse gli occhi. Raist? chiam una voce, e dita gentili toccarono il suo corpo febbricitante. Raist! Cosa ti hanno fatto? singhiozz poi la voce. Caramon, disse Raistlin, sentendo la gola che gli doleva per il fumo e l'attacco di vomito. Ti porter via di qui, dichiar intanto suo fratello. Braccia forti scivolarono sotto il corpo di Raistlin, che avvert il familiare odore di sudore e di cuoio, sent lo scricchiolare dell'armatura, il tintinnare della spada contro la pietra. No! protest, cercando di liberarsi e premendo con la mano fragile contro il petto massiccio del fratello. Lasciami, Caramon! La mia Prova non finita! Lasciami! insistette, con voce rauca e quasi inintelligibile, poi fu assalito da una tosse devastante. Nulla vale tutto questo, Raist, replic Caramon, sollevandolo e tenendolo stretto fra le braccia. Riposa. Quando si avviarono, passando sotto la mano d'argento che reggeva la luce bianca, Raistlin vide che Caramon aveva le guance bagnate di lacrime. Non mi permetteranno di andarmene, Caramon! tent ancora, lottando per respirare. Cercheranno di fermarci. Ti stai soltanto mettendo in

pericolo anche tu!. Che vengano!, ribatt Caramon, cupo, procedendo con passo calmo e deciso lungo il corridoio. Impotente, Raistlin si accasci con la testa contro la sua spalla e per un istante si concesse di trarre conforto dalla forza del fratello; il momento successivo, per, imprec contro di lui e contro la propria debolezza. Stolto, disse in silenzio fra s, perch non aveva la forza di parlare ad alta voce. Grande stolto cocciuto! Adesso moriremo entrambi, e naturalmente tu morirai proteggendomi. Anche nella morte ti sono debitore.... Ah!. Raistlin ud e percep il brusco sussulto che percorse il corpo del fratello e mentre questi rallentava il passo sollev la testa, vedendo fluttuare in fondo al corridoio la testa priva di corpo di un vecchio, e sentendo una voce sussurrante. Se la tua armatura fatta di scorie... Un rombo profondo echeggi nel petto di Caramon... il suo grido di battaglia. La mia magia pu distruggerlo! protest Raistlin, quando Caramon lo adagi con delicatezza sul pavimento di pietra. Era una menzogna, perch lui non aveva pi neppure le forze necessarie a tirare fuori un coniglio da un cappello, ma non voleva che Caramon combattesse le sue battaglie, soprattutto contro quel vecchio: era stato lui a fare un patto ed era lui che doveva pagare. Togliti di mezzo, Caramon!. Invece di rispondere Caramon avanz verso Fistandantilus, bloccando la visuale al fratello. Puntellando le mani contro la parete Raistlin si appoggi alla pietra e riusc a issarsi a sedere: stava per usare le forze che gli restavano in un ultimo grido, nella speranza di indurre suo fratello ad allontanarsi quando la voce gli si spense in gola e il grido si trasform in un rantolo d'incredulit. Caramon aveva lasciato cadere le armi e adesso al posto della spada impugnava un'asta d'ambra, al posto dello scudo un pezzo di pelliccia. Sfregando insieme i due oggetti, lui pronunci alcune parole magiche e dall'ambra scatur un lampo che sfrigol lungo il corridoio e colp la testa di Fistandantilus. Ridendo, la testa si scagli contro Caramon, che non sussult neppure e tenne le mani sollevate, pronunciando di nuovo le parole magiche e

ottenendo un altro fulmine. Questa volta la testa del vecchio esplose in una vampata di fuoco azzurro e un flebile grido d'ira e di frustrazione echeggi da un altro piano esistenziale per poi spegnersi nel silenzio. Adesso il corridoio era vuoto. Ora andiamo via di qui, afferm con soddisfazione Caramon, riponendo l'asta e la pelliccia in una sacca che portava alla cintura. La porta poco pi avanti. Come... come hai fatto? annasp Raistlin, accasciandosi contro la parete. Fatto cosa, Raist? domand Caramon, immobilizzandosi, allarmato dall'espressione sconvolta e frenetica del fratello. La magia! grid con rabbia Raistlin. La magia!. Oh, quello, replic Caramon, con un sorriso timido. Sono sempre stato capace di farlo. In genere, prosegu in tono d'un tratto solenne e severo, non ho bisogno della magia perch ho la spada e tutto il resto, ma adesso sei ferito in modo veramente grave e non volevo perdere tempo combattendo contro quel cadavere vivente. Non ti preoccupare, Raist, la magia continuer ad essere la tua specialit. Come ho detto, in genere non ne ho bisogno. Questo non possibile, si disse Raistlin, lottando per pensare con chiarezza. Caramon non pu aver acquisito in pochi momenti ci che a me ha richiesto anni di studio. Non ha senso. C' qualcosa che non come sembra... devo riflettere, dannazione! Devo riflettere!. Ad annebbiargli la mente non era il dolore fisico ma l'antica sofferenza interiore che aveva ripreso ad artigliarlo con unghie avvelenate: Caramon il forte, l'allegro, il buono, il gentile; Caramon, l'amico di tutti. Lui non era come Raistlin... il malaticcio, l'Astuto. La mia magia sempre stata la sola cosa che avessi, disse, parlando con chiarezza e pensando con chiarezza per la prima volta nella sua vita. E adesso ce l'hai anche tu. Appoggiandosi alla parete Raistlin sollev entrambe le mani, congiunse i pollici e cominci a pronunciare le parole che avrebbero evocato la magia. Raist! esclam Caramon, indietreggiando. Raist, cosa stai facendo? Suvvia, hai bisogno di me! Mi prender cura di te come ho sempre fatto. Raist, io sono tuo fratello!. Non ho fratelli!.

Sotto lo strato di roccia dura e fredda la gelosia prese a gorgogliare e a ribollire, poi un tremito spacc la roccia e la lava fusa della gelosia si rivers nel corpo di Raistlin, scaturendo come fiamma dalle sue mani... un'ondata di fuoco che avvilupp Caramon. Urlando, lui cerc di spegnere le fiamme con le mani ma sfuggire alla magia era impossibile e ben presto il suo corpo si consum nel fuoco, rimpicciolendo fino a diventare quello di un vecchio avvizzito, che indossava una veste nera e aveva capelli e barba da cui pendevano filamenti di fiamma. Con la mano protesa, Fistandantilus si diresse verso Raistlin. Se la tua armatura fatta di scorie, trover una fessura, sussurr il vecchio. Avendo esaurito le forze residue con quell'ultima magia, Raistlin non riusc a muoversi o a difendersi, e un momento pi tardi Fistandantilus si erse davanti a lui. La veste del vecchio era fatta di laceri brandelli di oscurit, la sua carne era marcia e putrescente, le ossa erano visibili attraverso la pelle, le unghie erano lunghe e appuntite come quelle di un cadavere, gli occhi scintillavano di quel calore devastante che in precedenza era racchiuso nell'anima di Raistlin, e una pietra insanguinata pendeva da una catena che cingeva il collo scarno. La mano del vecchio tocc il petto di Raistlin, gli accarezz la carne con fare provocatorio, tormentandolo, poi Fistandantilus gli affond le dita nel torace e le chiuse intorno al suo cuore. Come il soldato morente serra le mani intorno all'asta della lancia che lo ha trafitto, cos Raistlin afferr il polso del vecchio con una stretta che neppure la morte avrebbe potuto allentare. Intrappolato, Fistandantilus cerc di liberarsi, ma scopr che non poteva farlo e al tempo stesso mantenere la presa intorno al cuore. La luce argentea di Solinari, quella rossa di Lunitari e quella nera e vuota di Nuitari... che adesso Raistlin era in grado di vedere... si fusero davanti al suo sguardo sempre pi opaco, formando un occhio fisso puntato verso di lui. Puoi prendere la mia vita, scand Raistlin, mantenendo la presa intorno al polso del vecchio come questi la manteneva intorno al suo cuore, ma in cambio mi servirai. L'occhio ammicc e scomparve. CAPITOLO SETTIMO

Ha ucciso suo fratello? domand Antimodes, ripetendo con incredulit l'informazione che Par-Salian gli aveva appena fornito. Antimodes non aveva preso parte alla Prova di Raistlin perch all'insegnante o al mentore di un iniziato non era permesso di parteciparvi. La maggior parte degli iniziati se l'era cavata molto bene e tutti ne erano usciti, anche se nessuna Prova era stata drammatica quanto quella di Raistlin. Ad Antimodes era dispiaciuto di non potervi assistere, o almeno gli era dispiaciuto fino a quando non aveva sentito questo particolare che lo lasci sconvolto e profondamente turbato. E avete affidato quel giovane alle Vesti Rosse? Amico mio, sei forse impazzito? Non riesco a immaginare un atto pi malvagio di questo!. Ha ucciso un'immagine illusoria di suo fratello precis con enfasi ParSalian. A quanto mi risulta anche tu hai dei fratelli, giusto? aggiunse con un sorriso significativo. So cosa vuoi dire, e in effetti ci sono stati momenti in cui sarei stato lieto che mio fratello venisse divorato dalle fiamme, ma un pensiero molto diverso dall'azione effettiva. Raistlin sapeva che si trattava di un'illusione?. Quando gli ho posto questa domanda mi ha guardato negli occhi e ha ribattuto in un tono che non dimenticher mai: "Ha importanza?" replic Par-Salian. Povero giovane, sospir Antimodes. O forse dovrei dire poveri giovani, dato che l'altro gemello ha assistito alla propria morte per mano del fratello. Era davvero necessario lasciare che vedesse?. Ho ritenuto di s. Per quanto possa sembrare strano, pur essendo fisicamente il pi forte dei due Caramon dipende da suo fratello molto pi di quanto Raistlin dipenda da lui, e con questa dimostrazione speravo di troncare il loro rapporto malsano, di convincere Caramon che ha bisogno di costruirsi una vita tutta sua. Temo per che il mio piano non abbia avuto successo perch Caramon ha completamente giustificato il fratello sostenendo che Raistlin stava male, non era in s e non poteva essere ritenuto responsabile delle sue azioni. E adesso, a complicare le cose, Raistlin dipende pi che mai da suo fratello. Come sono le sue condizioni di salute?. Non sono buone. Vivr, ma soltanto perch il suo spirito forte, molto pi forte del corpo. Allora c' stato un incontro fra Raistlin e Fistandantilus, e Raistlin ha

accettato il patto: ha ceduto la sua energia vitale per nutrire quell'immondo cadavere vivente!. Ci sono stati sia l'incontro sia un patto, ammise in tono cauto ParSalian. Credo per che questa volta Fistandantilus possa aver trovato pane per i suoi denti. Raistlin non ricorda nulla?. Assolutamente nulla... ci ha pensato Fistandantilus. Non credo che lui voglia che Raistlin ricordi: pur avendo accettato il patto Raistlin non morto com' invece successo agli altri, qualcosa lo ha mantenuto vivo e pieno di sfida, e credo che se lui dovesse ricordare sarebbe Fistandantilus a venirsi a trovare in notevole pericolo. Raistlin cosa pensa che gli sia successo?. convinto che sia stata la Prova a debilitarlo, lasciandogli una debolezza di cuore e di polmoni che lo perseguiter per tutta la vita e che lui attribuisce alla battaglia con gli elfi scuri. Personalmente non ho ritenuto che fosse il caso di togliergli questa convinzione perch se gli avessi detto la verit non mi avrebbe creduto. E supponi che avr mai modo di scoprirla?. Succeder soltanto se e quando scoprir la verit su se stesso, rispose Par-Salian. Dovr prima affrontare e ammettere la sua oscurit interiore, ed io gli ho dato occhi che gli permetteranno di vederla se lo vorr fare: gli occhi a clessidra della maga Raelana. In questo modo potr scorgere il passare del tempo in tutte le cose che guarder, vedr la giovinezza appassire sotto i suoi occhi, la bellezza svanire, le montagne ridursi in polvere. E cosa speri di ottenere con questa tortura? domand in tono rabbioso Antimodes, ormai effettivamente convinto che il capo del Conclave si fosse spinto troppo oltre. Perforare la sua arroganza, insegnargli la pazienza e, come ho detto, dargli la capacit di vedere dentro di s, qualora dovesse rivolgere lo sguardo nel proprio animo. Nella sua vita ci sar ben poca gioia ammise Par-Salian, ma del resto prevedo ben poca gioia per chiunque, in Ansalon. Inoltre, ho provveduto a compensare quella che tu ritieni una crudelt. Non ho mai detto.... Non ce n'era bisogno, amico mio, so cosa stai provando. Ho dato a Raistlin il Bastone di Magius, uno dei nostri manufatti pi potenti, anche se passer molto tempo prima che lui ne apprenda il vero potere.

E adesso tu hai la tua spada, osserv Antimodes, rifiutando di farsi ammansire. Il metallo ha resistito al fuoco, ammise in tono grave Par-Salian, e ne emerso temprato e forte, con una lama affilata. Ora il giovane si deve addestrare, deve affinare i talenti di cui avr bisogno in futuro e apprenderne di nuovi. Nessuno in seno al Conclave, neppure le Vesti Nere, lo vorr come apprendista se si penser che sia in qualche modo legato a Fistandantilus. Come far ad imparare?. Credo che trover un maestro. Una dama ha sviluppato un notevole interesse nei suoi confronti. Ladonna? domand Antimodes, accigliandosi. No, no, un'altra dama, molto pi grande e potente, precis Par-Salian, guardando fuori della finestra in direzione della luna rossa che splendeva con l'intensit di un rubino. Davvero? esclam Antimodes, impressionato. Bene, in tal caso suppongo di non dovermi preoccupare per lui. Tuttavia ancora molto giovane ed molto fragile, e noi non abbiamo molto tempo. Come hai detto tu stesso, passeranno alcuni anni prima che la Regina delle Tenebre possa schierare in campo le sue forze, prima che sia pronta a sferrare il suo attacco. Ma le nubi di guerra gi si addensano, osserv Antimodes, in tono cupo. Ci troviamo sotto gli ultimi raggi del sole al tramonto e io continuo a domandarmi dove siano i veri di, adesso che abbiamo bisogno di loro. Dove sono sempre stati, rispose Par-Salian in tono compiacente. CAPITOLO OTTAVO Raistlin sedeva ad una scrivania nella Torre della Grande Stregoneria, dove Par-Salian gli aveva dato il permesso di rimanere per tutto il tempo necessario a riprendersi dagli effetti della Prova. In realt Raistlin non si sarebbe mai ripreso del tutto. In passato non era mai stato particolarmente forte o sano di fisico, ma al confronto delle sue condizioni attuali gli capitava ora di guardare con invidia al suo io di un tempo. Per un momento indugi a ricordare i giorni della sua adolescenza, rendendosi conto con rimpianto che non li aveva mai apprezzati a fondo, che non aveva mai apprezzato l'energia e il vigore che comunque possedeva, e si chiese se sarebbe stato disposto a tornare indietro, a

barattare questo corpo devastato con uno sano. La sua mano si protese a sfiorare il Bastone di Magius, che era sempre al suo fianco: il legno era liscio e caldo, la magia racchiusa nel bastone gli faceva formicolare le dita e quella era una sensazione esaltante; per il momento lui aveva soltanto una vaghissima idea delle magie che si potevano realizzare con quel manufatto perch la regola prevedeva che qualsiasi mago che entrava in possesso di un oggetto magico ne dovesse ricercare da solo l'uso e i poteri. D'altro canto era anche consapevole dell'immenso potere magico racchiuso nel bastone e vi si crogiolava. Nella Torre non esistevano soverchie informazioni sul Bastone di Magius anche perch molti degli antichi manoscritti relativi a quel mago erano stati custoditi nella Torre di Palanthas ed erano andati perduti quando i maghi si erano trasferiti nella Torre di Wayreth; il bastone stesso era stato conservato perch era di estremo valore, anche se pareva che fosse rimasto inutilizzato per tutti quei secoli, almeno secondo le affermazioni di Par-Salian. In risposta alle domande di Raistlin, il capo del Conclave aveva ammesso in modo evasivo che fino a quel momento non era mai giunto il momento giusto perch il bastone tornasse nel mondo in quanto finora non era stato necessario. Di conseguenza, Raistlin si stava ora chiedendo cosa facesse del momento attuale quello giusto per un bastone che si supponeva fosse stato usato per combattere contro i draghi, ma sapeva che era improbabile che riuscisse a scoprirlo: Par-Salian infatti era molto reticente e non era disposto a dirgli nulla in merito al bastone a parte dove trovare dei libri che avrebbero potuto fornirgli delle informazioni al riguardo. Adesso Raistlin aveva davanti a s uno di quei libri, una piccola opera scritta da uno scriba che faceva parte del seguito di Huma, e il volume stava risultando pi frustrante che utile, in quanto nel leggerlo lui aveva appreso una quantit di cose su come si difendevano dei bastioni e si dislocavano delle guardie, nozioni che erano comunque utili per un mago guerriero, ma ben poco riguardo al bastone e quel poco in maniera indiretta. Parlando di Magius, lo scriba aveva descritto il mago nell'atto di balzare dalla torre pi alta del castello assediato per atterrare illeso in mezzo a noi con nostro estremo stupore e meraviglia. Lui ha sostenuto di aver usato la magia del suo bastone... Interrompendo la lettura, Raistlin scrisse un'annotazione su un suo libretto personale: Pare che il bastone abbia la capacit di permettere al suo possessore di volare attraverso l'aria con la leggerezza di una piuma.

Questo incantesimo inerente al bastone stesso? Devono essere recitate delle parole magiche per attivarlo? Esiste un limite al suo impiego? L'incantesimo pu operare anche per chiunque altro, a parte il mago in possesso del bastone? Questi erano tutti interrogativi che avevano bisogno di una risposta, e si trattava soltanto di uno degli incantesimi racchiusi nel bastone, che lui intuiva dover essere numerosi. Da un certo punto di vista, essere all'oscuro di tutto era frustrante perch gli sarebbe piaciuto che gli incantesimi gli venissero spiegati, e tuttavia se pure gli fosse stata esposta nel dettagli la natura del potere del bastone lui avrebbe comunque portato avanti i suoi studi, perch era possibile che gli antichi manoscritti mentissero o che di proposito non fornissero tutte le informazioni. In realt, Raistlin si fidava soltanto di se stesso. Certo, i suoi studi avrebbero potuto richiedere anni, ma... Un attacco di tosse interruppe il suo lavoro, spasmi dolorosi e debilitanti che lo spaventavano perch la trachea gli si bloccava, non riusciva a respirare e quando le crisi erano veramente violente veniva assalito dalla terribile sensazione che non sarebbe mai pi riuscito a respirare di nuovo e che sarebbe morto soffocato. Questa era una crisi violenta, e mentre lottava per immettere aria nei polmoni lui si sent sempre pi debole e stordito per la carenza d'ossigeno; quando finalmente riusc a trarre un respiro, anche se poco profondo, era cos esausto per lo sforzo che fu costretto ad abbandonare la testa sulle braccia appoggiate sul tavolo, quasi singhiozzando, con le costole offese che gli dolevano terribilmente e il diaframma che bruciava per la tosse. Una mano gentile gli tocc la spalla. Raist? Stai... stai bene?. Sollevandosi, Raistlin allontan da se la mano del fratello. Che domanda stupida perfino per te! ovvio che non sto bene, Caramon! ribatt, tamponandosi le labbra con un fazzoletto; quando lo allontan vide che era sporco di sangue e si affrett a riporlo in una tasca segreta della sua nuova veste rossa. C' qualcosa che posso fare per aiutarti? insistette Caramon, ignorando con pazienza il cattivo umore del fratello. Puoi lasciarmi solo e smettere di interrompere il mio lavoro! scatt Raistlin. Hai fatto i bagagli? Sai che partiremo fra un'ora. Se sei certo di sentirti abbastanza bene... cominci Caramon, poi not lo sguardo irritato e rovente del fratello e s'interruppe. Vado... a fare i

bagagli, disse, anche se erano gi pronti da almeno tre ore. Si avvi quindi per lasciare la stanza in punta di piedi, credendo di essere molto silenzioso mentre in realt con l'assortimento di scricchiolii, tintinnii e suoni assortiti che stava producendo era rumoroso quanto una legione di nani delle montagne che eseguissero una parata. Infilando la mano nella tasca, Raistlin intanto tir fuori il fazzoletto, umido del suo stesso sangue, e lo contempl per un momento con aria cupa e riflessiva. Caramon, chiam. S, Raist? rispose Caramon, girandosi subito con aria pateticamente ansiosa. C' qualcosa che posso fare per te?. Avrebbero dovuto trascorrere molti anni lavorando insieme, vivendo insieme, mangiando insieme, combattendo insieme. E questo dopo che Caramon aveva visto il suo gemello ucciderlo, dopo che Raistlin si era visto nell'atto di togliergli la vita. Colpi violenti come martellate, l'uno dopo l'altro. S, fratello mio, rispose Raistlin, con un profondo sospiro. C' una cosa che puoi fare per me. Par-Salian mi ha dato la ricetta di una tisana che ritiene possa darmi sollievo dalla tosse. Troverai la ricetta e gli ingredienti in quella sacca, sulla sedia, e se potessi prepararmela.... Certamente, Raist! esclam Caramon, in tono eccitato, mostrandosi pi felice di quanto lo sarebbe stato se Raistlin gli avesse elargito un tesoro in gemme e monete d'acciaio. Non ho visto teiere, ma sono certo che ce ne deve essere una qui in giro... oh, eccola qui, strano che prima non l'avessi vista. Tu continua a lavorare, io intanto doser le foglie... accidenti, che odore orribile! Sei certo... non importa, si affrett a interrompersi, vado a preparare il t. Forse il sapore sar migliore dell'odore. Messa la teiera sul fuoco procedette quindi a dosare e a misurare i quantitativi di foglie con la stessa attenzione che uno gnomo avrebbe dedicato ad un'Impresa. Raistlin intanto torn a dedicarsi alla lettura. Magius colp un orco sulla testa con il suo bastone ed io mi affrettai a correre in suo soccorso perch risaputo che gli orchi hanno il cranio robusto e non ritenevo che il bastone del mago avesse potuto infliggere molto danno. Con mia sorpresa, per, l'orco croll morto al suolo come se fosse stato abbattuto da un fulmine. Di nuovo Raistlin annot con cura l'episodio, scrivendo: Pare che il

bastone incrementi la violenza di un colpo inferto con esso. Raist, disse in quel momento Caramon, volgendo le spalle alla teiera che era prossima a bollire. Voglio che tu sappia una cosa: riguardo a quanto successo... io capisco.... Smettendo di scrivere, Raistlin sollev la testa ma non guard verso il fratello e diresse invece lo sguardo fuori della finestra. All'esterno, la Foresta di Wayreth circondava la Torre, e nel guardarla lui vide soltanto foglie che avvizzivano, rami spogli, tronchi che marcivano. Fratello mio, finch vivrai non dovrai pi parlare di quell'incidente n con me n con chiunque altro. Hai capito?. Certo, Raist, capisco, replic Caramon, in tono sommesso, poi torn a dedicarsi al suo compito e aggiunse: Il t quasi pronto. Raistlin chiuse il libro che stava leggendo. Gli occhi gli bruciavano per la fatica di cercare di decifrare la calligrafia antiquata dello scriba e la mente era stanca per lo sforzo di tradurre quella miscela di lingua comune arcaica e di gergo militare in uso fra i soldati e i mercenari. Flettendo la mano, che doleva per aver stretto troppo a lungo la penna, Raistlin si infil il volume relativo a Magius nella cintura per continuare ad esaminarlo nel corso del lungo viaggio verso nord. Non sarebbero infatti tornati a Solace perch Antimodes aveva dato loro il nome di un nobile che stava assoldando guerrieri e che secondo lui sarebbe stato lieto di assumere anche un mago guerriero. Poich era a sua volta diretto al nord, Antimodes aveva aggiunto che sarebbe stato lieto se i due giovani avessero viaggiato con lui e Raistlin era stato pronto ad acconsentire perch aveva intenzione di ottenere dall'arcimago il massimo di informazioni possibile prima che le loro strade si separassero. Era stata sua speranza che Antimodes lo scegliesse come apprendista ed era stato tanto audace da chiederglielo apertamente, ma Antimodes aveva rifiutato sostenendo che non prendeva mai apprendisti perch non aveva la pazienza necessaria per istruirli. Aveva poi aggiunto che ultimamente c'era poca richiesta di apprendisti e che Raistlin si sarebbe trovato molto meglio se avesse studiato per conto suo. Questa era senza dubbio un'imposizione (non si poteva dire che una Veste Bianca mentisse) in quanto gli altri maghi che si erano sottoposti alla Prova erano stati tutti accettati come apprendisti. Raistlin si era quindi chiesto perch lui costituisse un'eccezione, e dopo lunghe riflessioni era giunto alla conclusione che si trattasse di qualcosa che aveva a che vedere con Caramon.

Intanto suo fratello stava spostando la teiera con un fracasso intollerabile, versando acqua bollente su tutto il pavimento e rovesciando le erbe. Tornerei ai giorni della mia giovinezza? si chiese Raistlin. Allora il mio corpo sembrava fragile ma era forte rispetto a questo insieme di ossa e di carne in cui sono adesso racchiuso, tenuto unito soltanto dalla mia volont. Tornerei indietro? Allora quando guardavo qualcosa di bello esso mi appariva tale, mentre adesso nel contemplare la bellezza la vedo annegata, gonfia e sfigurata, trascinata verso valle dal fiume del tempo. Tornerei indietro? Allora noi eravamo gemelli, insieme nel grembo materno e dopo la nascita, anche se fisicamente separati. Adesso i cordoni di seta della fratellanza pendono tagliati in mezzo a noi e non si rinsalderanno pi. Tornerei indietro? Chiudendo il volume su cui aveva stilato le sue preziose annotazioni, Raistlin prese la penna e scrisse sulla copertina: Io, Magus. E con un rapido, deciso tratto sottoline quelle due parole. CONCLUSIONE Una sera, mentre ero assorto nel mio consueto compito di stilare la cronaca della storia del mondo, il mio fedele ma a volte inetto assistente Bertram entr di soppiatto nel mio studio e chiese il permesso di interrompere il mio lavoro. Cosa succede, Bertram? domandai, notando che lui appariva pallido come se avesse appena incontrato uno gnomo che stava portando un congegno incendiario dentro la Grande Biblioteca. Si tratta di questa, Maestro, rispose con voce tremante, protendendo con mano altrettanto tremante una piccola pergamena arrotolata e legata con un nastro nero sigillato con inchiostro dello stesso colore su cui era stampato il disegno di un occhio. Da dove viene?, chiesi, anche se avevo immediatamente capito chi doveva averla mandata. proprio questo il problema, Maestro, spieg Bertram, tenendo la pergamena con la punta delle dita. Non lo so! Un minuto prima non c'era e quello successivo era l!. Sapendo che da lui non avrei ricavato una spiegazione pi intelligente

gli dissi di posare la pergamena sulla scrivania e di andarsene, perch l'avrei vagliata quando ne avessi avuto il tempo. Lui si mostr palesemente riluttante a lasciare l la missiva (pensando senza dubbio che avrebbe preso fuoco o qualche altra assurdit del genere), ma fece come avevo chiesto e se ne and scoccandosi molte occhiate alle spalle. Come appresi in seguito, una volta uscito attese poi dietro la porta munito di un secchio d'acqua, che di certo aveva intenzione di svuotarmi addosso al primo sbuffo di fumo. Io infransi il sigillo, sciolsi il nastro nero e mi trovai davanti a questa lettera, di cui trascrivo qui una parte. Ad Astinus, possibile che io stia per intraprendere un'impresa audace2, e qualora dovessi decidere di farlo pu darsi che non ritorni da essa o che ritorni in uno stato alterato. Se dovessi incontrare la morte nel corso della mia impresa, ti accordo il permesso di pubblicare un resoconto vero della mia giovinezza, includendo ci che sempre stato tenuto segreto in ogni modo, la mia Prova nella Torre della Grande Stregoneria. una scelta che compio in reazione alle molte assurde storie e falsit che hanno circolato sul mio conto e su quello della mia famiglia. Naturalmente, il mio permesso condizionato dal fatto che Caramon si mostri d'accordo con questa decisione... Contrariamente a quanto alcuni hanno insinuato, non ho dimenticato l'incarico affidatomi da Raistlin, ma finora n Caramon n io abbiamo ritenuto che fosse giunto il momento di una simile pubblicazione. Adesso che il nipote di Raistlin, Palin, diventato adulto e si sottoposto a sua volta alla Prova nella Torre, Caramon mi ha infine concesso il permesso di pubblicare il libro. Questo il vero resoconto degli anni giovanili di Raistlin, e i lettori pi attenti noteranno delle discrepanze fra questa versione e altre che l'hanno preceduta. Confido che quei lettori prenderanno in considerazione il fatto che il nome di Raistlin Majere diventato nel corso degli anni una vera e propria leggenda, con il risultato che sul suo conto si sono scritte, dette e cantate cose che sono false o che distorcono la verit. Io stesso sono in certa misura colpevole di questo perch ho L'impresa a cui Raistlin si riferisce il suo tentativo di entrare nell'Abisso per spodestare Takhisis. Quanti sono interessati, possono trovare questa storia nella Grande Biblioteca, all'interno dei libri contrassegnati come "Le Leggende di Dragonlance".
2

deliberatamente indotto in errore la gente in merito ad alcuni aspetti della vita di Raistlin, fra cui uno dei pi importanti senza dubbio la Prova sostenuta nella Torre della Grande Stregoneria, quella Prova che ebbe poi su di lui un'influenza cos devastante e fatale. Di essa esistono anche altri resoconti, ma questa la prima volta che ne viene scritta la storia vera. Il Conclave ha da tempo decretato che la natura della Prova venga tenuta segreta, ma in seguito alla morte di Raistlin hanno cominciato a circolare sul suo conto certe voci selvagge e distruttive e Caramon ha chiesto a Par-Salian il permesso di metterle a tacere. E poich sembrava probabile che queste voci potessero danneggiare la reputazione di tutti i maghi di Krynn, il Conclave ha acconsentito a che la storia venisse raccontata, ma soltanto se alcuni fatti fossero stati alterati. Di conseguenza, Caramon ha fatto scrivere una versione abbreviata della storia della Prova di Raistlin, che diventata famosa come la Prova dei Gemelli. In essenza la storia vera, anche se come potrete vedere gli eventi effettivi differiscono notevolmente da quelli riportati in passato. Per finire, ecco la conclusione della lettera di Raistlin. Infrango il silenzio adesso perch voglio che i fatti siano conosciuti: se devo essere giudicato da quanti mi seguiranno, chiedo di essere almeno giudicato sulla base della verit. Dedico questo libro a colei che mi ha dato la vita. RAISTLIN MAJERE. FINE

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