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La nuova edizione dei viaggi di Ella Maillart sul domenicale del Sole24Ore.

La più grande scrittrice di viaggio del '900?


Nel periodo tra le due guerre numerosi occidentali – diplomatici, commercianti,
archeologi, giornalisti – presero la via dell’Asia centrale, sconvolta da guerre e
rivoluzioni. Tra loro una ginevrina sui trent’anni, Ella Maillart.
Tre viaggi scandiscono la sua vita avventurosa. Nel 1932 attraversa il Turkestan
con i mezzi più diversi: a piedi, a dorso di cammello, su un carretto, in treno,
con un minuscolo aereo, sul ponte di un battello a pale. In città leggendarie come
Samarcanda e Bukhara racconta la sopravvivenza di costumi arcaici insidiati dalla
rapida, brutale modernizzazione sovietica.
Il Turkestan è solo una preparazione al grande viaggio. Nel 1935 parte da Pechino
con il progetto di attraversare la Cina da est a ovest: raggiunge lo Xinjiang,
attraversa il deserto del Taklamakan sino a Kashgar, raggiunge infine il Kashmir
attraverso le mulattiere del Pamir e del Karakoram. È un viaggio malvisto dalle
autorità cinesi, difficile, pericoloso, comunemente ritenuto impossibile. “Se tutto
va bene” scrive a casa prima della partenza “tra sei mesi la mia prossima lettera
vi arriverà dall’India. Se tra un anno non saprete niente, potrete iniziare a
preoccuparvi”. Otto mesi dopo raggiunge l’Himalaya, con il solo rimpianto di aver
“voltato le spalle all’ignoto smisurato”.
Infine il viaggio più difficile. Nel giugno 1939, insieme a un’altra viaggiatrice
svizzera d’eccezione, Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart lascia l’Europa
sull’orlo della guerra e si spinge fino all’Afghanistan in auto. È un viaggio
spezzato prima della sua conclusione, complicato da una sofferta relazione tra le
due viaggiatrici, dal male di vivere e dalle dipendenze di Annemarie, come Ella
racconta in “La via crudele”.
Ella Maillart già da tempo è considerata la più importante viaggiatrice del
Novecento e molto si insiste (giustamente) sul suo contributo all’emancipazione
femminile, con la forza dell’esempio. Ma oggi che le donne viaggiano quanto gli
uomini, e in forme spesso più coraggiose e interessanti, è forse tempo di superare
questa prospettiva di genere. Leggendo questa nuova, elegante edizione dei suoi
libri di viaggio, proposta da EDT in occasione del quarto di secolo dalla morte,
spicca soprattutto una passione assoluta per il viaggio. Come Bruce Chatwin, Ella
Maillart è nomade nell’animo: “Conosco già l’odore dei cammelli, il loro alito
fetido di ruminanti, conosco la fermata alla sorgente d’acqua, la raccolta dello
sterco per il fuoco e la gioia di un tè bollente; non ignoro la ricerca del
bestiame che si è disperso pascolando, né il silenzio delle notti, quando gli occhi
bruciano per il vento. Amo questa vita primitiva dove ritrovo la fame, che
trasforma in solida gioia ogni boccone, la sana stanchezza, che dà al sonno una
voluttà incomparabile, e il desiderio di andare avanti, che ogni passo realizza”.
Ella Maillart, “Vagabonda nel Turkestan. Viaggio in solitaria attraverso l’Asia
centrale”, EDT, pp.220, € 14,50
Ella Maillart, “Oasi proibite. Il viaggio impossibile da Pechino al Kashmir”, EDT,
pp.362, € 16,00

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