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Patrizia Villani

The Schooner Flight di Derek Walcott, viaggio senza fine nellimmaginazione

In una lettura di poesie tenuta a Roma qualche anno fa, Derek Walcott aveva dichiarato: La scrittura poetica una vela che solca lorizzonte, rendendo ancora pi esplicito quanto espresso in precedenza dai versi della breve poesia Map of the new world, in cui sono evidenti il parallelo fra larcipelago greco e quello caraibico, e linterpretazione della figura del poeta, che non pu ispirarsi ad altri se non a Omero:

At the end of this sentence, rain will begin. At the rains edge, a sail. Slowly the sail will lose sight of the islands A man with clouded eyes picks up the rain and plucks the first line of the Odyssey.

(Map of the new world, p. 413)1 Il mito delleterno viaggiatore (lacerato dalla nostalgia di un ritorno impossibile) rappresenta da secoli la personificazione dellimmaginazione poetica ed una costante dellopera omnia di Walcott, profondamente convinto che lidentit individuale e di un intero popolo esista soltanto come elemento dinamico, work in progress e mai semplice prodotto o stasi. Ne consegue quindi che la ricerca instancabile e il lungo processo di costruzione di tale identit individuale e collettiva da parte del poeta non possano prevedere altro che un viaggio infinito che non contempla alcun approdo, se non la morte.
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In Derek Walcott, Collected Poems 1948-1984, Farrar, Straus & Giroux, New York, 1986

The Schooner Flight (La goletta Flight) un poema narrativo di circa cinquecento versi che appartiene alla raccolta The Star-Apple Kingdom, pubblicata nel 1979. Il narratore e protagonista Shabine incomincia il suo racconto in medias res, e con luso frequente di flashback, mescolando spunti autobiografici alla narrazione di questa Odissea, descrive gli eventi che lo hanno costretto a lasciare lisola di Trinidad e ad imbarcarsi sulla goletta Flight, che nel suo viaggio toccher Barbados, Saint Lucia e Dominica. Marinaio occasionale e poeta per convinzione, il mulatto Shabine ha una vita complicata: ha lasciato moglie e figli per lamante, che poi abbandona, e lavora nel contrabbando di whisky, ma quando il traffico viene scoperto e linchiesta affidata proprio al politico che era a capo della faccenda, Shabine, disgustato dalla corruzione e rimasto a terra senza un soldo, tenta la fortuna con il recupero dei relitti. Durante le immersioni cade per preda di allucinazioni e vede nei coralli e nella sabbia sul fondo del mare le ossa degli schiavi africani morti durante le traversate tristemente famose del Middle Passage:2
but this Caribbean so choke with the dead that when I would melt in emerald water, whose ceiling rippled like a silk tent, I saw them corals: brain, fire, sea-fans, dead-mens-fingers, and then, the dead men. I saw that the powdery sand was their bones ground white from Senegal to San Salvador

(The Schooner Flight, p. 349)3 Si concretizza in queste parole del marinaio quanto Walcott ha pi volte affermato, ossia che nei Caraibi la storia non esiste se non sotto forma di vestigia distrutte di un impero, con lovvio corollario di morte e violenza; il mare, qui metafora del naufragio ( choke with the dead), che diventa

Sintende per Middle Passage la tappa pi lunga del percorso che le navi negriere compivano nelloceano Atlantico fra la costa occidentale dellAfrica e le West Indies, nel viaggio di trasporto degli schiavi nel Nuovo Mondo. 3 In Derek Walcott, Collected Poems 1948-1984, cit.

memoria collettiva di un popolo e testimonianza di sofferenze senza voce: the sea is History4. Abbandonato da tutti, Shabine viene ricoverato allospizio dei marinai, e infine simbarca sulla goletta Flight, dove ha visioni di navi negriere fantasma, deve usare la violenza suo malgrado per farsi rispettare dai marinai che lo deridono per la poesia che scrive, e riesce infine a sopravvivere a una terribile tempesta, tutte prove che ricordano molto da vicino le traversie dellOdissea (e che sembrano riecheggiare le parole dellUlisse di Tennyson, che sente di essere divenuto parte dei mondi che ha incontrato e non pu scacciare il desiderio di riprendere il viaggio5). Il poema, inutile dirlo, non prevede ritorno e si conclude in alto mare, con il protagonista che studia le stelle e assume volontariamente e consapevolmente il ruolo di portavoce del suo popolo, mentre il viaggio continua. The Schooner Flight non il primo testo walcottiano che tratta del viaggio, anzi, i temi connessi a questo argomento e allesilio spirituale sono nati in Walcott insieme alla decisione stessa di scrivere poesia, quindi pi di mezzo secolo fa; questo tuttavia il primo testo a porsi come esempio compiuto di poema epico-narrativo con un eroe che intraprende un pellegrinaggio spirituale e creativo in continuo divenire e che prefigura ci che il poeta realizzer in seguito su scala pi vasta con Omeros. Fin dagli inizi Walcott si posto un programma ambizioso: cantare (come i poeti classici) le bellezze della propria isola, celebrare la vastit e limportanza del mare, simbolo di libert e di apertura verso lorizzonte e del viaggio verso scoperte che si attuano in primo luogo nella propria interiorit, nellelaborazione faticosa e sofferta di una personalit matura, sganciata dalle oppressioni coloniali e dallo sguardo dellAltro, del dominatore. A tuttoggi il poeta segue il percorso che si scelto, e continua ad esplorare il paesaggio
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The Sea Is History il titolo di una poesia, appartenente alla raccolta The Star-Apple Kingdom (1979), di cui la prima strofa recita: Where are your monuments, your battles, martyrs?/Where is your tribal memory? Sirs, /in that grey vault, the sea. The sea/has locked them up. The sea is History., Collected Poems 1948-1984, p. 364. 5 Mi riferisco in particolare ai versi 6-32 della poesia Ulysses di Tennyson, monologo lirico di grande intensit: I cannot rest from travel; I will drink/ Life to the lees. All times I have enjoyed/ Greatly, have suffered greatly/ I am become a name;/For always roaming with a hungry heart/Much have I seen and known/ I am a part of all that I have met/ How dull it is to pause, to make an end,/ To rust unburnished, not to shine in use!/And this gray spirit yearning in desire/ to follow knowledge like a sinking star,/ Beyond the utmost bound of human thought

umano, storico e naturale dellarcipelago delle Indie Occidentali, scavando nella propria identit, e cercando di riconciliare i vari retaggi che compongono lumanit dei Caraibi con lobiettivo di (ri)costruire un universo mitico e poetico che recuperi e si serva di tutto ci che su quelle coste e tra quelle isole ha fatto naufragio. Ha quindi riscritto e trasformato la marginalit della posizione caraibica in un nuovo parametro per una visione prospettica globale e non pi eurocentrica del mondo, e ha fatto dellibridit culturale e razziale una fonte inesauribile di energia creativa6 nella quale la scrittura assume su di s la funzione del viaggio e diviene movimento inarrestabile verso un orizzonte che sempre oltre, che si sposta continuamente pi in l, concretizzandosi via via in nuove raccolte poetiche e, nel caso specifico, nei versi e nella struttura narrativa del poema The Schooner Flight. Flight: fuga, o chiss, volo, nome rivelatore per la goletta che diventa la nuova realt del narratore che lascia la sua terra, e per un testo che pu essere interpretato come un monologo drammatico (un messaggio in bottiglia come nel pi classico dei racconti marinari) scritto nel tipico inglese caraibico dal ritmo melodico e cantilenante del marinaio-poeta Shabine, voce creola e autoritratto non troppo velato dellautore reale:
Im just a red nigger who love the sea, I had a sound colonial education, I have Dutch, nigger, and English in me,

and either Im nobody, or Im a nation.


(Schooner Flight, p. 346)

Si percepisce inequivocabilmente il sorriso ironico di Walcott dietro la concretezza priva di romanticismo di questo ritratto: le parole crude, lepiteto
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Vedi le seguenti affermazioni in Bill Ashcroft et al., The Empire Writes Back. Theory and Practice in Post-Colonial Literatures, Routledge, London & New York, 1989, a proposito dellibridit linguistica e culturale: cultural syncreticity is a valuable as well as an inescapable and characteristic feature of all post-colonial societies and indeed is the source of their peculiar strength., p. 30; e [Derek Walcott and others] espouse a cultural syncretism which, while not denying ancestral affiliations, sees AfroCaribbean destiny as inescapably enmeshed in a contemporary, multi-cultural reality., p. 31.

nigger su cui si insiste, quel duro nobody che ci ripropone le figure degli eredi di schiavi spossessati di tutto, anche delle proprie memorie ancestrali. Ma proprio da questi nessuno (ancora uneco di Ulisse che si insinua distinto nel pensiero), da questi naufraghi della Storia, si arriva ad un intero popolo, ad una nazione, ai Caraibi. Walcott in viaggio allinterno di s e della sua storia sincarna con naturalezza nelleroe solitario del Nuovo Mondo, quel castaway che da derelitto approdato miracolosamente su unisola deserta si tramuta al di fuori del flusso della Storia in un nuovo Adamo, il cui impulso primigenio di dare il nome alle cose per possederle ci riporta al compito pi vitale ed essenziale del poeta di ogni poeta : restituirci la fede nella realt delle cose che ci circondano, regalarci la capacit di vedere con occhi nuovi e cogliere lo straordinario nel quotidiano, accompagnandoci nel viaggio dellimmaginazione a compiere questo atto sacrale di percezione che affonda le radici nella nostra stessa umanit7. Forma particolare e originale di diario di bordo, The Schooner Flight composto da undici sezioni di lunghezza variabile che rappresentano le tappe di un difficile viaggio, al tempo stesso dentro e fuori di s, che ha luogo simultaneamente su pi livelli sovrapposti e incrociati: sul piano geografico toccando varie isole dellarcipelago in un continuum spazio-temporale e culturale che sottolinea le tradizioni comuni, quasi si trattasse di sfaccettature di ununica realt; sul piano puramente cronologico correlando il tempo personale e lineare delle vicende del protagonista (delle quali non si specifica comunque la durata e che rimangono pertanto volutamente indefinite) al tempo storico degli eventi nel Nuovo Mondo, che coprono alcuni secoli ma vengono interpretati in senso circolare nel loro continuo riproporsi alla memoria individuale e collettiva, fardello di cui non ci si pu liberare:
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William Baer, Conversations with Derek Walcott, Mississippi University Press, 1996, p. 99: I have never separated the writing of poetry from prayer. I felt this sweetness of melancholy, of a sense of mortality, or rather of immortality, a sense of gratitude both for what you feel is a gift and for the beauty of the earth, the beauty of life around us..

but we live like our names and you would have to be colonial to know the difference, to know the pain of history words contain
(Schooner Flight, pp. 353-354)

sul piano etico-filosofico penetrando linteriorit del protagonista attraverso le parole e i pronunciamenti della voce narrante (sdoppiata, come spesso accade in Walcott, anche in voce autoriale che interviene implicitamente nella narrazione in veste di co-protagonista degli eventi interiori) e smontando abilmente i meccanismi psicologici del personaggio, mostrandoci un uomo che deve fare i conti con i laceranti conflitti scatenati in lui dalle vicende della vita, dagli errori che ha commesso e dalle debolezze intrinseche al proprio carattere, che gli conferiscono status di eroe tragico ed emblematico pur nella sua umilt:

if loving these islands must be my load, out of corruption my soul takes wings
(Schooner Flight, p.346)

e infine sul piano poetico, perch il marinaio Shabine, pi di ogni altra cosa, poeta armato della sola parola, alter ego dellautore reale, voce disincantata ma passionale di Walcott, che usa questa tight-fitting mask8 per costruire e decostruire al tempo stesso il suo viaggio peculiare nella poesia, che si specchia infine in ci che ha generato. Il poema The Schooner Flight un viaggio; o meglio il viaggio senza ritorno nellimmaginazione, esemplificato e condensato in versi: il poema di unintera vita e come tale infinito pur nel suo tempo umano e determinato. Interpretazione questa che pare confermata anche dalle tematiche riprese in quasi tutte le successive raccolte e poemi: The Fortunate Traveller (1981), Midsummer (1984), Omeros (1990), The Bounty (1996) e i pi recenti Tiepolos Hound (2000) e The Prodigal (2004), tutti legati dal filo rosso del viaggiatore senza
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Ho scelto questa definizione per indicare la maschera, o persona, dietro cui la voce autoriale in genere si cela. In questo poema, in modo particolare, la maschera tight-fitting, ossia calza cos strettamente allautore da divenire un velo molto sottile tra il poeta e il personaggio (la sua voce), che si somigliano e parlano con lo stesso inconfondibile accento appassionato e ironico.

meta definitiva, a volte Ulisse intrappolato tra il desiderio di avventura e la nostalgia del ritorno e degli affetti, a volte anonimo essere umano che riflette sulle difficolt dellesistenza e sul trascorrere inesorabile del tempo, o scrittore caraibico che trova nellesilio e nel viaggio allinterno della dimensione dellarte lambito che pi gli congeniale per realizzare pienamente la propria creativit e risanare quelle divisioni interiori che sono il segno pi evidente delleredit coloniale9. La partenza del protagonista avviene da Trinidad e Shabine per inciso, nel patois delle isole, questultimo nome indica comunemente un mulatto dagli occhi chiari, una sorta di Everyman rappresentativo per la mescolanza di sangue e la doppia eredit genetica e culturale di cui involontario portatore se ne va, imbarcandosi nellavventura del mare perch disgustato e stanco della corruzione, dei problemi sociali dellisola e dei suoi conflitti familiari, e gi perseguitato dai sensi di colpa e dal rimorso dellabbandono. E le parole ironiche del conducente di taxi, veicolo materiale di questo abbandono, prefigurano gi un inquietante non ritorno, lidea che lassenza possa diventare definitiva:

This time, Shabine, like you really gone!


(Schooner Flight, p. 345)

Nel momento in cui si volta indietro, verso la vita che sta lasciando, vede infatti un suo doppio (o il suo fantasma) che soffre e piange per lisola intera, per lesilio volontario a cui si sta condannando, per la fuga (flight) che lo attende.

and I look in the rearview and see a man exactly like me, and the man was weeping for the houses, the streets, that whole fucking island.
(Schooner Flight, p. 345)
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Derek Walcott, What the Twilight Says. Essays, Faber & Faber, London, 1998, p. 4: one could lead two lives: the interior life of poetry, the outward life of action and dialect. Yet the writers of my generation were natural assimilators. We knew the literature of empires, Greek, Roman, British If there was nothing, there was everything to be made. With this prodigious ambition one began.

Coerente con questa affermazione la manifestazione ambivalente di nostalgia e rabbia (che con il violento aggettivo fucking la voce narrante proietta al di fuori di s, attribuendo tutta la negativit dellemozione allisola, traditrice di quellamore che il marinaio vi aveva riposto) che rivela lo stato danimo del narratore ma in modo non diretto, attraverso lespediente del doppio, di un alter ego che offusca i confini tra voce autoriale e personaggio. Poche dense parole per raffigurare unesperienza universale, emozioni provate da chiunque sappia che cosa significa non solo partire ma lasciare chi resta, e al tempo stesso esperienza specifica dellartista caraibico, che nel viaggio verso nuovi orizzonti, in un esilio che potremmo definire fisiologico10 , trova, mediante il sacrificio dellabbandono, lo spazio indispensabile alla realizzazione delle proprie potenzialit, assumendo il ruolo di portavoce per coloro che la Storia ha condannato nei secoli al silenzio:

Though my Flight never pass the incoming tide of this inland sea beyond the loud reefs of the final Bahamas, I am satisfied if my hand gave voice to one peoples grief.
(Schooner Flight, p. 360)

La voce del narratore riesce a trasmettere unintensit e un potere drammatico che in questi versi sono connotati specificamente da vari elementi: in primo luogo quel possessivo my Flight in cui scivola la voce narrante, sdoppiandosi di nuovo impercettibilmente nella voce autoriale, perch chi possiede la Flight (goletta e poema insieme) il poeta Walcott, e non soltanto il marinaio Shabine, anche se la fuga in realt sembra essere di questultimo. Sono da notare pure quei due termini cos evocativi di eternit: never e final, che sembrano circoscrivere allarcipelago lo scenario fisico della rotta della Flight e al tempo stesso togliere ogni confine temporale al suo viaggio, destinato a
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R. E. Fox, Derek Walcott: History as Dis-Ease, Callaloo, Vol. 0, Issue 27 (Spring 1986), pp. 331340: The West Indian has been deprived of a meaningful kinship with his origins and has sought relief in sheer movement dance, cricket, Carnival, activist religion, migration itself.

ripetersi allinfinito, ciclicamente, ad ogni nuova lettura, proprio come il percorso delle navi fantasma della visione. Questa intensit e drammaticit sembrano in contrasto con il tono colloquiale e sciolto, ironico e a volte sarcastico, usato nella narrazione e indicano esplicitamente nuove possibilit di espressione mescolando caratteristiche delloralit ad un linguaggio letterario, ci che Walcott intende quando si autodefinisce a mulatto of style, a mongrel11. La combinazione di questa intensit dellimmaginazione poetica con un tono semplice da conversazione quotidiana lelemento distintivo che caratterizza il timbro di voce (o meglio il tono) che riconosciamo anche in altre poesie come peculiare di Walcott, terribilmente serio ma capace di bonaria ironia e leggerezza insospettata. La distanza geografica e psicologica dellesilio consente al poeta e al narratore di vedere con chiarezza, comprendere, soppesare e infine distillare quegli elementi che costituiscono lo spirito delle Indie Occidentali, arcipelago di isole che parlano lingue diverse con una voce unica: questa voce che Derek Walcott ha scelto di diventare, e la responsabilit di evocare e rappresentare il dolore storico di questo popolo lopera di una vita intera, una vocazione nata dal coraggio del rifiuto di luoghi comuni ma soprattutto dallamore per la propria terra (per quanto sentimentale ed eccessivo questo termine possa sembrare a noi europei):

I loved them, my children, my wife, my home; I loved them as poets love the poetry that kills them, as drowned sailors the sea.

when I write this poem, each phrase go be soaked in salt, I go draw and knot every line as tight
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In pi occasioni Walcott ha sottolineato questa doppia eredit linguistica e culturale, talvolta come sintomo di una divisione interiore, come nella poesia A Far Cry from Africa: where shall I turn, divided to the vein?. Tuttavia queste definizioni di mulatto of style e mongrel (bastardo, ibrido) hanno sempre una connotazione dironia e orgoglio insieme, perch il poeta non dimentica neppure per un istante che questa pluralit di stimoli culturali e linguistici una ricchezza specifica della letteratura delle West Indies.

as ropes in this rigging; in simple speech my common language go be the wind, my pages the sails of the schooner Flight.
(Schooner Flight, p. 347)

Intuiamo

qui

nuovamente

che

lavventura

intrapresa

da

Shabine/Walcott sar priva di approdo finale. Chi sceglie questo percorso simbarca in un viaggio senza uscita nei labirinti dellimmaginazione, crea con le proprie mani uno spazio sconfinato dal quale non si torna, compone con gli strumenti scelti loggetto e il soggetto insieme della propria conoscenza profonda: la poesia impegno di tutta una vita, una vocazione assoluta fatta di abbandono totale alla voce interiore e alla direzione che questa indica. I versi appena citati, e in particolare le isotopie metaforiche legate al duplice piano linguistico del vocabolario marinaresco e della retorica poetica propria dello scrittore, incarnano in modo significativo lintento del poetanavigatore, che costruisce pezzo per pezzo il veliero-poema e ce ne lascia intravvedere a tratti la composizione, puntando costantemente alla massima efficacia espressiva e scegliendo come strumento quel vento che gonfia le vele-pagine dello Schooner Flight la lingua parlata quotidianamente nelle isole, quellinglese creolo che le Indie Occidentali condividono, pur con le diverse varianti locali legate alla storia delle singole dominazioni. Si tratta appunto di quel plain style che Walcott ricerca da sempre, che esalta di volta in volta gli elementi linguistici legati alla realt dei parlanti nativi ma non perde di vista le forme dellinglese cosiddetto standard (o meglio letterario) arricchito di sensibilit poetica e dotato di grande potenza comunicativa. Lingua che bene si trova in bocca al narratore Shabine, che adotta consapevolmente (come Walcott) il ruolo di poeta orale, di story-teller, alternandolo per a riflessioni filosofiche che nulla hanno dingenuo, n di primitivo. Ma la ricerca esistenziale, lesilio e il viaggio hanno valore poetico ed emblematico soltanto quando attuati e rappresentati, se vengono cio materializzati come in questa domanda che suona come una preghiera, in versi 10

che devono dar voce anche al dolore della solitudine, al desiderio di un approdo impossibile e alla disamina di tutto ci che si lasciato per la poesia:

Where is my rest place, Jesus? Where is my harbour? Where is the pillow I will not have to pay for, and the window I can look from that frames my life?

I had no nation now but imagination.


(Schooner Flight, p. 350)

In questi pochi versi il senso di quiete, il bisogno di una casa e forse di una famiglia, il desiderio di un luogo definitivo dove fermarsi, sono indicati dalluso di termini semplici e quotidiani: rest place, pillow, the window that frames my life, resi per irreali e irraggiungibili dallaccorata invocazione iniziale Jesus e dal verso successivo, che incomincia una nuova sezione del poema e apre bruscamente una prospettiva vertiginosa sullo spazio infinito del mare e del tempo davanti a s. Questa solitudine, questa sofferenza, non pu che essere destino comune degli scrittori e artisti caraibici, la conseguenza inevitabile di una scelta che deve tener conto del fardello della storia e dei suoi orrori, colonialismo e imperialismo con il loro corollario di schiavit e diaspora. Sono piaghe inguaribili, che questi intellettuali desiderano ardentemente sigillare e lasciarsi finalmente alle spalle per poter continuare il viaggio senza la zavorra di una Storia fatta da altri. Nelle sezioni centrali del poema Shabine rivive infatti, in una sorta di catarsi storica e onirica al tempo stesso, episodi salienti della storia passata e presente dellarcipelago, dalle vicende degli indiani Caribi che nel 1651 scelsero il suicidio di massa piuttosto che arrendersi alla dominazione francese, ai fantasmi delle navi negriere con i loro equipaggi di morti-in-vita (chiaro rimando alla fascinazione dellAncient Mariner di Coleridge e ad alcuni racconti inquietanti di Poe, Descent into the Maelstrom, Manuscript found 11

in a Bottle, e la narrativa Arthur Gordon Pym)12, per finire con la realt contemporanea della corruzione politica e dei nuovi potenti che controllano il commercio e il contrabbando con la connivenza delle autorit, squallida parodia di ci che il progresso porta in queste isole. Soltanto dopo aver rivissuto i traumi della Storia in una sorta di acting out psicologico ed essere sopravvissuto indenne alla tempesta reale e simbolica della sua vita, il poeta marinaio pu finalmente riconciliarsi con il mare e affrontare lincertezza del futuro, accettando il compito che il destino gli riserva: proseguire il viaggio con la sola compagnia delle stelle, unica indicazione possibile della rotta da tracciare e di unidentit da costruire giorno per giorno con infinita pazienza, legata indissolubilmente ai versi eloquenti che scrivono le pagine della sua vita, le vele bianche della Flight.

I have only one theme: The bowsprit, the arrow, the longing, the lunging heart the flight to a target whose aim well never know, vain search for one island that heals with its harbour and a guiltless horizon
(Schooner Flight, pp. 360-361)

Il viaggio (talvolta ricerca di un introvabile Eden) sempre un flusso ininterrotto di esperienze, lidea di una trama che sintreccia allinfinito, cos come la storia o la tradizione poetica e la relazione che ogni singolo poeta ha con questa tradizione. Penso in particolare a quanto affermato da Eliot13, e a quanto dichiara lo stesso Walcott in The Muse of History:
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Questi testi sono caratterizzati dalla presenza di elementi comuni e ricorrenti: il mare, il viaggio, la tempesta e incontri misteriosi o inspiegabili con navi ed equipaggi fantasma. Tali punti cardine della narrazione sono fortemente simbolici e incarnano di volta in volta una colpa oscura e il desiderio di espiazione (The Rime of the Ancient Mariner), il fascino morboso per gli abissi marini e il rischio/desiderio di morte (Descent into the Maelstrom e Manuscript Found in a Bottle) o la navigazione avventurosa verso lignoto e una serena accettazione del proprio destino, quale che sia (Arthur Gordon Pym). The Schooner Flight conserva tracce inequivocabili di questi testi che il lettore non pu fare a meno di rilevare (come lautore ben sa), inglobando quindi nella propria percezione del poema questo sottotesto di influenze deliberatamente scelte per accrescere leffetto psicologico della rappresentazione del viaggio della goletta Flight e sottolineare la circolarit degli avvenimenti storici, presentati con pennellate rapide ma efficaci e suggestive. 13 Nel saggio critico Tradition and the Individual Talent, cfr. quanto Eliot afferma a proposito del rapporto inscindibile quanto controverso fra scrittore e tradizione letteraria.

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there is no beginning but no end. The new poet enters a flux and withdraws, as the weaver continues the pattern14

La scrittura postcoloniale si manifestata fin dai suoi inizi come modalit di (ri)appropriazione e integrazione di un io diviso, di mediazione obbligata con la presenza dellAltro, soggetto e padrone di una Storia fatta di soprusi nella quale labitante dei Caraibi non ha mai avuto voce in capitolo. In questo percorso teso alla ricostruzione di una realt dignitosa e possibile per tutti, la poesia di Walcott costituisce unesperienza risanatrice e portatrice di significato, che consente di dare un senso ai concetti di integrit e consapevolezza attraverso la creazione di nuovi miti o la riscrittura dei vecchi. Walcott ha pi volte dichiarato che lunica eredit accettabile che lImpero britannico ha lasciato alle ex-colonie la lingua inglese, propriet comune e strumento duttile che nelle sue mani si trasformato in una poesia di valore universale che ha saputo trascendere i confini dellarcipelago e ha contribuito a sovvertire le nozioni tradizionalmente accettate di centro e margini, spostando il baricentro delle valutazioni critiche. lunica eredit che il poeta marinaio Shabine si sente di lasciare a chi ha amato, a chi verr dopo di lui:

I have kept my own promise, to leave you the one thing I own, you whom I loved first: my poetry.
(Schooner Flight, p. 354)

In realt una scelta quasi obbligata, perch questo lunico strumento che ha a disposizione, insieme ad un perenne vagabondare alla ricerca di ci che ha senso, per compensare le delusioni del mondo in cui ha vissuto. Il narratore usa qui parole improvvisamente forti, immagini che evocano combattimenti antichi, duelli deroi che ricordano le vicende di Ulisse al suo ritorno in patria:
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The Muse of History, in Derek Walcott, What the Twilight Says. Essays, p. 47.

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I shall scatter your lives like a handful of sand, I who have no weapon but poetry and the lances of palms and the seas shining shield!
(Schooner Flight, p. 358)

Questi elementi sono stati ripresi successivamente e sviluppati anche in Omeros, lopera che realizza compiutamente unepica caraibica e nella quale Walcott si fa personaggio, intrecciando esplicitamente la sua presenza e la sua voce con le vicende dei protagonisti dellisola di St. Lucia, modellati su figure reali dotate di una tragica grandezza, pur nella loro semplicit. Anche il testo di Omeros si dipana in forma di viaggio questa volta con numerosi eroi le cui vicende sintersecano in generazioni diverse e in vari momenti della Storia attraversando liberamente le dimensioni del tempo e dello spazio come piani simultanei o correnti di un flusso ininterrotto che ben si lega a quel concetto di tempo circolare che appartiene alle tradizioni africana e amerindia, il substrato della cultura composita delle popolazioni antillane. In The Schooner Flight linfluenza di questi miti e archetipi profondi entra nella dicotomia tra vita interiore della poesia e vita reale di parola e azione che si tenta di ricomporre nella figura bifronte di Shabine/Walcott, personaggio ambiguo che riunisce in s elementi interni ed esterni alla narrazione, continue sovrapposizioni dellautore reale e di quello implicito, costruendo senza che il lettore se ne avveda un sistema di rimandi e un gioco di specchi che in pi punti creano una confusione strategica sulla reale identit della voce narrante, lasciandoci il fascino del dubbio, costringendoci a rileggere e interpretare senza poter decidere in un senso o nellaltro. quanto suggerisce lambiguit di questi versi, amare affermazioni dal sapore autobiografico che potrebbero essere attribuite tanto allautore quanto al suo personaggio, entrambi protagonisti di un rapporto damore intenso e conflittuale con la patria e la storia caraibica, eredi di una tradizione di sofferenze ma proiettati verso la speranza e la rinascita:

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After the white man, the niggers didnt want me when the power swing to their side. The first chain my hands and apologize, History; the next said I wasnt black enough for their pride.
(Schooner Flight, p. 350)

Progress is historys dirty joke. Ask that sad green island getting nearer. Green islands, like mangoes pickled in brine. In such fierce salt let my wound be healed, me, in my freshness as a seafarer.
(Schooner Flight, p. 356)

a questo punto, dopo aver fatto tutto il possibile per decifrare il complesso codice di comunicazione dissimulato dai vari livelli semantici e linguistici del poema, che ci accorgiamo leggendone proprio gli ultimi versi (come accade per ogni messaggio in bottiglia che si rispetti) che questa voce incorporea, questa lettera al mondo che viene dal fondo del mare non ci dar nessuna indicazione precisa e definitiva sulle coordinate del suo autore, soprattutto nel momento in cui questi ha deciso che il mare e le stelle saranno le sue uniche consolazioni nel destino che lo attende, la speranza di proseguire il viaggio e la poesia che ne verr:

My first friend was the sea. Now, is my last. I stop talking now. I work, then I read, I try to forget what happiness was, and when that dont work, I study the stars. Shabine sang to you from the depths of the sea.
(Schooner Flight, p. 361)

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Bibliografia

Bill Ashcroft et al., The Empire Writes Back. Theory and Practice in Post-Colonial Literatures, Routledge, London and New York, 1989 William Baer (ed.), Conversations with Derek Walcott, Mississippi Univ. Press, 1996 Robert E. Fox, Derek Walcott: History as Dis-Ease, Callaloo, Volume 0, Issue 27 (Spring, 1986), pp. 331-340 Luigi Sampietro, Beating a four-stress line: Derek Walcotts The Schooner Flight, GA, 1993 John Thieme, Derek Walcott, Manchester University Press, Manchester,1999 Derek Walcott, Collected Poems 1948-1984, Farrar, Straus & Giroux, New York, 1986 Derek Walcott, What the Twilight Says. Essays, Faber and Faber, London, 1998 in Imagination and the Creative Impulse in the New Literatures in English, Bindella & Davis (eds.), Series Cross/Cultures, 9, Rodopi, Amsterdam/Atlanta,

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