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COPYWRITING

SEO: (Search Engine Optimization) tutte le tecniche per rendere il sito più efficace, quindi che il
sito risulti in alto al motore di ricerca.
GIORNALISMO:Accuratezza (verificare le fonti e notizie, non scrivere cose false)
Brevità (non fare troppi giri di parole, minimo 300 parole, meglio 500)
Chiarezza (usare un linguaggio naturale, spiegare le parole tecniche)
Un articolo giornalistico e un testo SEO dovrebbero seguire il principio della “piramide rovesciata”
ossia dare subito le info salienti e poi approfondire nel corso del testo. Devono dire al lettore
qualcosa che non sa, devono dargli qualcosa, possono fungere anche da conferma a qualcosa che
sapeva già o a quanto scritto da un un altro sito.
È importante l'incipit, ma lo è anche la chiusura: un articolo in seo si deve chiudere con la call to
action, quando s’invita il lettore a compiere azioni, maggiormente per portar traffico nei vari social,
ad es. “compra qui” “contattaci” “seguici su” “iscriviti alla newsletter” ecc.
I link sono collegamenti ad altre pagine, due tipi: interni e esterni, gli interni rimandano ad altre
pagine dello stesso sito, ci aiutano a portare l’utente dove vogliamo noi all’interno del nostro sito,
mentre quelli esterni rimandano ad altri siti, devono rimandare a siti attendibili e devono essere
coerenti con ciò a cui si rimanda il lettore. I link piacciono molto a Google
backlink: link degli altri siti verso il nostro sito. Ci piacerebbe avere tanti backlink ma è preferibile
riceverne uno da un ente importante che 10 da qualche sconosciuto. A Google non piace che:
riceviamo backlink da siti che trattano di argomenti che non c'entrano con quello del nostro, troppi
in poco tempo, troppi da uno stesso sito.
7 errori da evitare usando i link:
1) NON far capire che si tratta di un link, bisogna evidenziare o sottolineare il link
2) NON bisogna sottolineare una parola senza mettere il link
3) NON si deve colorare una parola senza mettere il link
4) NON si deve linkare una parola chiave
5) NON si deve linkare siti che usano un linguaggio sbagliato
6) NON si deve linkare un sito di un competitor
7) NON essere coerenti con quello che l’utente si aspetta dopo aver schiacciato quel link
Parlando dei link c’è un grande errore, i contenuti orfani, pagine web che non hanno collegamenti,
cioè una pagina web che non esiste più o che ha cambiato indirizzo.
Poi c’è il link rotto: quando se si schiaccia su esso esce “errore 404”, succede se l’articolo viene
cancellato e quindi evitare si eliminare. I link rotti sono negativi per l’atteggiamento dell’utente
verso il sito, anche Google lo penalizza. Se è un link interno si può modificare cosicché la gente
non possa può cliccare, ma se è un link esterno no, a meno che non si chiede alla persona del sito di
eliminarlo.
ARTICOLO WEB:Attenzione (si richiama l’attenzione delle persone)
Interesse (dobbiamo mantenere l’interesse dell’utente)
Desiderio/cisione (si suscita il desiderio e si fa prendere una decisione)
Azione (il cliente tramite la call to action compie un’azione)
AIDA è il famoso modello di Marketing che permette di intercettare e mantenere a lungo un
visitatore sul tuo sito, con lo scopo di portarlo all’azione.
Per scrivere un articolo è importante la grafica, deve essere leggibile, quindi fare gruppi da 3 righe,
con interlinea di 1.5, conviene scrivere prima su word e poi incollare. Si deve usare sempre la terza
persona per scrivere un articolo. Evitare le ripetizioni. Il titolo deve essere compreso fra 50/60
caratteri compresi spazi, punteggiatura Importante è la metadescrizione, quelle righe che
compaiono nei motori di ricerca sotto il titolo e serve per invogliare il lettore ad aprire l’articolo
dando un anticipazione (160 caratteri).
Targetizzazione: quando si scrive un testo ci si deve rivolgere ad un determinato target, quella fetta
di pubblico che dobbiamo attirare, quindi decidere il tono di voce, il modo in cui ci si rivolge al
lettore, da questo dipende la punteggiatura, lessico, uso dei tempi e modi.
URL: l’indirizzo preciso di una pagina composto da titolo, slash e slug, è un url parlante in quanto
ci dice di che cosa parla l’articolo, quelli parametrici sono con numeri, lettere, sigle.
Slug: parte di un url, dopo slash, che segue il nome del sito. Deve contenere la keyword.
Le 5 W e 1 H: sono necessarie per ottenere una base solida su cui fondare un testo:
Who → chi compie l’azione What → cosa fa Why → perché lo fa When → quando lo fa
Where → dove lo fa How → come lo fa.
È importante anche negli articoli seo il why, perché devo comprare proprio quel prodotto?

Esistono i business ghost writer, quelli che scrivono per le aziende ma non si firmano.

Elzeviro: articoli di carattere culturale (recensioni letterarie…) si chiama così grazie al font che
viene utilizzato. Il font influisce molto sull’articolo (times new romans, arial, helvetica)
UX: esperienza di lettura che fa l’utente, bisogna offre un testo scorrevole, con giuste info.

Esistono dei tipi di ricerca:


1. Navigazionale: quando si conosce già il nome del sito e lo si digita nella barra.
2. Informazionale: quando si cerca un’informazione sul web
3. Transazionale: quando l’utente fa un acquisto, transazione commerciale (booking)
4. Commerciale: passo precedente della ricerca transazionale, ad esempio leggere una
recensione prima di acquistare (es. se si deve fare un viaggio, prima cercare le recensione di
un hotel e poi acquistarlo su booking).
5. locale: quando ci cerca un posto, es. se si cerca “pizzeria” escono le pizzerie vicine.
Differenze tra sito e blog: prima differenza è il linguaggio, nel blog si può usare un tono informale,
un linguaggio personale, mentre nel sito un linguaggio più formale. Un sito è composto unicamente
da pagine, un blog è composto da pagine e da articoli pubblicati.
La struttura di un articolo SEO: prima di tutto scegliere la parola chiave, bisogna metterla
all’inizio, nel titolo, almeno in uno/due titoletti ci deve essere, deve essere presente tra lo 0.5% e il
2.5% del testo, metterla nella metadescrizione a pure alla fine. Scrivere un testo fluido per poter
inserire la key, non abbondare con essa perché il lettore potrebbe stufarsi. Poi mettere almeno un
link interno e uno esterno, non mettere un link sopra la kw. L'ideale sarebbe suddividere un
articolo in paragrafi, soprattutto se è molto lungo, a loro volta i paragrafi possono essere suddivisi
in sottoparagrafi, che a loro volta possono essere suddivisi in sotto sotto paragrafi e così via,
ognuno sempre più specifico. I livelli sono 6: h2, h3, h4, h5 e h6, ma di solito non si va altre all’h3.
Ogni paragrafo non deve avere più di 300 parole. Importante è il tono di voce. E infine terminare
con la call to action
Modello di VAUGHN: prevede quattro aree definite dal grado di coinvolgimento del target nella
categoria di prodotto e dalla presenza di fattori razionali o emozionali. Ci aiuta a capire dov’è
posizionato un prodotto o servizio nella mente di un consumatore.
Per parlare del tono di voce parliamo del Dispaccio di Ems: attorno al 1870, il trono di Spagna non
è occupato e viene offerto a Leopoldo, della dinastia degli Hoenzollern, la stessa che regna in
Prussia. Napoleone III non vuole che Leopoldo accetti perché sennò la Francia si troverebbe
accerchiata dai tedeschi. Ci riuscì ma non gli bastò e vuole che Guglielmo I, re di Prussia, gli
garantisca che nessun Hoenzollern salirà mai sul trono della Spagna. A questo scopo l’imperatore
francese manda un ambasciatore a Ems a parlare con il re prussiano che è lì in vacanza. Questa
richiesta venne respinta da Guglielmo, egli però si disse disposto a discutere la cosa e a intavolare
eventuali trattative con Parigi. Insomma una risposta negativa ma cortese. A questo punto entra in
gioco Bismarck, un politico tedesco che voleva la guerra contro la Francia, perché era l’unico
ostacolo contro l’unificazione della Germania. Riuscì a intercettare il telegramma di Guglielmo I
mandato a Napoleone, e modificò il contenuto, in modo che il tono risultassi disprezzante. Allora la
Francia dichiarò guerra alla Prussia, guerra che si concluse con la vittoria prussiana.
Un tipo particolare di contronarrazione è il what if o ucronia: come sarebbe oggi il mondo se un
evento passato fosse andato diversamente? Un ucronia può portare a un’utopia o a una distopia.
Utopia: un mondo ideale (es. un mondo in cui non si muore di fame). Invece distopia: un mondo
terrificante che per fortuna non esiste.
Toma: top of mind awareness. Misura la posizione di una marca nella mente del pubblico. In
pratica è il primo nome che ci viene in mente. È utile per misurare la concorrenza.
Naming: il nome da dare all’azienda o al prodotto. Possiamo suddividere i nomi in
1. nomi personali, ossia nomi di persone, ad esempio il nome del fondatore.
2. nomi parlanti, dicono qualcosa del prodotto o dell’attività dell’azienda es. Ciocorì.
3. acronimi e sigle, ogni lettera vuol dire qualcosa, es R.A.I. Radio Televisione Italiana.
4. nomi di fantasia, si può giocare con delle parole straniere dando un senso.
Figure retoriche: CHIASMO quando si va incrociare termini

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