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Relazione Prova Metallograficabergamo
Relazione Prova Metallograficabergamo
LABORATORIO DI TECNOLOGIA
Prova n°: 02
“Leonardo Da Vinci”
PORTOGRUARO (VE) MECCANICA Data: .13/02/2023
Insegnanti:
Classe: 5 Sezione: A Allievo: Bergamo Riccardo Prof. Tosato Giangiacomo
Prof. Seminara Giuseppe
Oggetto della prova : Esecuzione di una prova metallografiche su dei provini nei quali precedentemente
avevamo eseguito la prova Jominy
Schemi :
Provino:
A sinistra abbiamo la foto del provino
della prova Jominy prima di essere troncato.
foto 1
foto 2
1
Macchina lucidatrice:
serve a lucidare una superficie del provino.
foto 3
foto 4
Troncatrice:
serve a tagliare il provino a freddo.
foto 5
Dischi abrasivi:
servono a lucidare il provino, ogni disco ha una
grana diversa per una lucidatura graduale.
foto 6
Nitral 2:
Lo usiamo come agente
acido che corroda il materiale
e ci evidenzi i contorni dei grani.
foto 7
2
Pressa provini:
a sinistra abbiamo una pressa che ci permette di
pressare il provino e mettere la superficie
perfettamente parallela alla lente del
microscopio.
foto 8.9
Microscopio digitale:
Grazie a delle lenti riesce a ingrandire
il provino fino a mille volte.
foto 10
Schermo:
Serve a visualizzare le immagini del
microscopio. Serve a dare un'idea di
massima, con un altra fotocamera
possiamo effettuare delle fotografie
digitali.
foto 11
3
DISEGNO (eventuale)
foto 12
foto 13
4
Foto dei provini ingrandite di 500/1000 volte.
PROVINO 1
18NiCrMo2
Ingrandimento 500x Ingrandimento dell’area gialla (1000x)
PROVINO 2
50CrV5
Ingrandimento 500 x Ingrandimento 1000x
PROVINO 3
30CrMo4
Ingrandimento 500 x Ingrandimento 1000x
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RELAZIONE
Tutta la prova si basa sulla norma UNI 3137.
2)La lucidatrice che serve per lucidare la superficie del provino da testare grazie a diverse fasi, le prime fasi
di sgrossatura si effettuano utilizzando dischi abrasivi con grana sempre più fina
rispettivamente(180,600,800,1200), poi le passate di finitura/lucidatura si effettuano con un panno e una
soluzione abrasiva acquosa con grani da 5 µm, questi passaggi portano la superficie del provino a risultare
specchiata. durante le fasi di sgrossatura la base e il piatto porta provini vanno in senso discorde mentre nelle
fasi di lucidatura vanno in senso concorde per diminuire l’attrito e i graffi che si vedrebbero ingrandendo il
provino.
3)Il microscopio ottico è lo strumento che ci permette di ingrandire la superficie del provino fino a vedere i
contorni dei grani evidenziati grazie al nitral 2, questo agente corrosivo, composto da 2% di acido nitrico
diluito con alcool etilico, scurisce i contorni dei grani così che noi possiamo vederne la forma e determinare
la struttura. Possiamo eseguire ingrandimenti di x 100;x 200,x 500,x 1000, noi ,come indicato nell’atlante,
utilizziamo un ingrandimento x 500/ x 1000.
4) Nitral2, è un potente acido composto da acido nitrico e alcool etilico, si usa nella prova metallografica
quando dobbiamo evidenziare il contorno dei grani, esso infatti scurisce i contorni e se ci sono delle
inclusioni o impurità le evidenzia, lasciando la superficie del grano più visibile, una volta messo sul provino,
a occhio nudo si vede un progressivo scurimento della superficie. Per scegliere che acido usare usiamo delle
tabelle.
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5)atlante metallografico è un manuale dove all’interno sono presenti tutti i materiali(in questo caso acciai) e
di fianco sono scritti che tipo di attacco bisogna fargli, che ingrandimento utilizzare, e c’è un immagine della
struttura che ci dovremmo aspettare.
CONTROLLI PRELIMINARI
Le operazioni che andiamo a compiere prima di eseguire la prova sono le seguenti:
1. Se non è presente dobbiamo creare la soluzione acida di nitral 2 in laboratorio di chimica, essa si crea
mettendo il 2% di acido nitrico e il restante 98% di alcool etilico. Se non si ha a disposizione i
materiali per farla si può acquistare in un sito internet o in qualche drogheria.
2. Bisogna assicurarsi che il microscopio non abbia difetti e funzioni in maniera corretta, nel nostro caso
funziona però abbiamo riscontrato delle impurità all’ interno di esso (i punti neri).
3. Bisogna accertarsi che i dischi abrasivi della lucidatrice non siano esauriti e in tal caso sostituirli.
CONDOTTA DI PROVA
Per prima prova si taglia il provino con la macchina troncatrice a 15 mm dal fondo (ovvero dove vi è stato
spruzzato il getto d'acqua durante la prova Jominy, le prime parti sono quelle maggiormente temprate e dove
si è creata maggiore martensite). Successivamente i pezzi dei tre provini vengono messi su una dima e posti
tutti alla stessa altezza. Sulla lucidatrice viene messo il disco con grana minore e viene azionata la macchina
per un tempo di 3/4 minuti, si ripete l’operazione per tutte le grane finché non si arriva alla grana più fine
(2000), una volta finito il processo di sgrossatura si sciacqua il pezzo con sapone neutro (per non alterare le
caratteristiche chimiche del provino) e acqua, si asciuga con un phon per evitare che eventuali panni o carta
asciugatutto graffino la superficie. Il processo di lucidatura viene effettuato mettendo un panno idrorepellente
al posto del disco abrasivo e utilizzando una soluzione acquosa con particelle leviganti di 2 µm, in questo
caso i due motori ruota in senso concorde. Finito il processo di lucidatura si procede a sciacquare e asciugare
il provino con la metodologia sopra riportata.
Ci si sposta in sopra un lavandino e con una pipetta con palla di peleo prendiamo un pò di Nitral 2 e lo
mettiamo sopra la superficie lucidata in modo che tutta la superficie sia ricoperta dall’agente chimico,
lasciamo agire l’acido per 30 secondi secondo quanto indicato dalle tabelle, successivamente con phon
asciughiamo il provino, per far si che il provino sia perfettamente parallelo alla lente del microscopio
mettiamo il provino su una base di resina polimerica termoindurente e con una pressa di livellamento
mettiamo il provino perfettamente parallelo alla lente. Con un microscopio analogico, secondo quanto
riportato dall’atlante metallografico usiamo un ingrandimento do X500/ X1000, tramite una fotocamera posta
sopra al microscopio possiamo riprodurre le immagini in un televisore, da queste immagini possiamo vedere
la forma del grano e la presenza di eventuali inclusioni, microcricche o
Con un altro microscopio,questa volta digitale possiamo effettuare delle fotografie ad alta definizione del
provino.
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Successivamente, dopo aver effettuato le nostre deduzioni possiamo mantenere il nostro provino invariato in
diversi modi, possiamo inglobarlo in una colata di resina, oppure dentro un contenitore ermetico con dei sali
antiossidanti che evitano che il pezzo si corroda.
L’analisi metallografica mette in evidenza difetti del materiale, come inclusioni non metalliche di
ossidi,distribuzione disomogenea di ferrite,perlite,martensite e bainite e la deformazione dei grani.
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CONCLUSIONI
Provino 1
Il primo provino non risulta temperato,poiché come possiamo vedere dal grafico della prova Jominy non ha
una durezza superiore a 45 HV in nessuno dei punti misurati.
45 HV infatti è la durezza minima per definire un acciaio
temprato.
A destra osserviamo la
struttura che abbiamo
visto con il nostro
provino.
In concordanza con il diagramma ferro-carbonio abbiamo la presenza di ferrite e perlite, infatti il nostro
acciaio presenta il 0.16% ci C.
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Provino 2
Il secondo provino è composto da un acciaio altamente temprabile, di fatto possiamo vedere che per tutta la
lunghezza del provino la durezza non scende mai sotto i 40 HV.
A sinistra abbiamo un
immagine che ci rappresenta
la struttura
martensitica vista al
microscopio.
Il materiale temprato avendo una buona percentuale di carbonio ha eseguito una forte tempra e dunque la
creazione di martensite, si possono anche definire degli aghi di austenite residua data dalla troppa velocità di
raffreddamento.
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Provino 3
L’ultimo provino è composto da un materiale temprabile, come possiamo vedere dal grafico della prova
Jominy l’acciaio è temprabile fino a 25mm.
A sinistra
abbiamo un immagine
che ci rappresenta la
struttura
martensitica vista al
microscopio.
IL materiale ha un buon quantitativo di carbonio ciò gli determina una buona tempra e una buona quantità di
martensite. Vediamo gli aghi della martensite ma in certi punti anche strutture tipiche della bainite, aghi a
foglia, ciò definisce che la velocità di raffreddamento sia stata veloce a tal punto di creare martensite ma non
abbastanza per avere tutta martensite.
Nelle immagini possiamo osservare dei grossi punti neri che potrebbero presentare delle inclusioni o degli
agglomerati degli elementi in lega.
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La relazione ci ha fatto mettere insieme più prove di laboratorio per verificare che un materiale abbiamo le
caratteristiche descritte dal produttore.
Ci fa capire quanto sia importante per un'azienda tutelarsi e fare queste prove per evitare di produrre oggetti
difettosi o di scarsa qualità.
Le impurità o inclusioni che abbiamo trovato nel terzo provino possono essere punto di microcricche o un
inizio per il fenomeno della fatica.
Nel secondo materiale abbiamo riscontrato dell’austenite residua, essa dovrà essere tolta tramite il processo di
rinvenimento.
Sitografia:
https://safasan.wordpress.com/2014/11/25/grani-cristallini/
https://it.wikipedia.org/wiki/Perlite_(metallurgia)
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