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Caso SHAREBOT
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3 Documento A – 2016. Dal website istituzionale di Shaerbot.
4 fonte: https://www.sharebot.it/downloads/press/pressITA/Noi_di_sharebot.pdf
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6 Mission. Sharebot è una società moderna e dinamica, specializzata nello sviluppo di stampanti 3D
7 ad alta precisione, affidabilità e semplicità d’uso. Le stampanti 3D Sharebot sono rivolte sia al
8 mercato professionale che a quello desktop e sono lo strumento ideale per ottimizzare il flusso di
9 lavoro del professionista o trasformare la propria scrivania in un centro creativo personale. Sharebot
10 offre soluzioni nel campo della stampa 3D con un parco stampanti che abbraccia tutte le principali
11 tecnologie di stampa (deposizione additiva di filamento, polimerizzazione e sinterizzazione),
12 fornendo corsi dedicati al mondo della stampa 3D e supporto tecnico grazie ai nostri tecnici e ad una
13 rete di rivenditori e distributori presenti in Italia e nel mondo.
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15 La nostra storia. Sharebot nasce nel 2011 da un’idea di Andrea Radaelli che progetta, costruisce e
16 lancia sul mercato Sharebot Kiwi LC, disponibile in kit di montaggio. Nel giro di pochi mesi ad
17 Andrea si aggiunge un team di imprenditori (Arturo Donghi, Ambrogio Donghi, Matteo Vittorio
18 Abbiati e Cristian Giussani) e viene presentata Sharebot PRO, la prima stampante 3D con doppio
19 estrusore. In occasione della costituzione di Sharebot Srl (Ottobre 2013) viene rilasciata Sharebot
20 NG, che introduceva la scocca in acciaio inox e il pannello di controllo con manopola punta&clicca,
21 seguita da Sharebot Kiwi-3D, dedicata al mercato educational. Seguendo l’obiettivo aziendale di
22 introdurre i sistemi di prototipazione rapida nel mondo della piccola e media impresa, Sharebot
23 presenta nuovi modelli che abbracciano tutte le principali tecnologie di stampa 3D: Sharebot XXL
24 (FFF), Sharebot Voyager (DLP) e Sharebot Snow White (DLS). Si tratta di modelli professionali
25 sviluppati dal dipartimento R&D, una divisone nata con l’obiettivo di proporre soluzioni
26 all’avanguardia nel campo della stampa 3D con tutte le tecnologie; le stampanti sono indirizzate a
27 settori professionali in cui gli strumenti di prototipazione rapida possono ottimizzare e innovare il
28 flusso di lavoro.
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30 Sharebot Academy. Sharebot Academy è la divisione aziendale dedicata alla divulgazione di una
31 cultura di stampa 3D nel mondo educational e nelle piccole e medie imprese. L'azienda ritiene
32 fondamentale l'educazione all'utilizzo di queste tecnologie e, attraverso Sharebot Academy, collabora
33 attivamente con istituti scolastici, politecnici ed università per fornire completo supporto tecnico e
34 didattico. La divisione si occupa inoltre di organizzare corsi, workshop e conferenze mensili dedicati
35 all'utilizzo delle stampanti nel mondo professionale, in modo che l'utente possa ottimizzarne al
36 massimo le potenzialità. I corsi prendono in esame l'intero processo produttivo: dalla creazione del
37 modello 3D alla post-lavorazione e sono tenuti dai tecnici Sharebot.
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39 • Ricerca. Nel corso del 2016, spinti dalla voglia di offrire soluzioni all’avanguardia, Sharebot
40 rilascia nuove stampanti con diverse tecnologie, tutte fortemente orientate al mercato
41 professionale: Sharebot 42 e Q raccolgono due anni di sviluppi hardware e software sulla
42 tecnologia FFF, introducendo la gestione del processo di stampa da device (anche tramite
43 webcam integrata), il piano di stampa magnetico con sistema Easy Detach per la rimozione del
44 modello stampato e un sistema di ugelli intercambiabili.
45 • Sharebot Voyager WARP utilizza la tecnologia DLP per realizzare modelli in resina calcinabile ad
46 alta fondibilità per il settore gioielleria e, grazie all’innovativo sistema WARP, la velocità di
47 stampa è 10 volte superiore a qualsiasi stampante della stessa categoria.
48 • Sharebot Andromeda è la prima SLA prodotta da Sharebot: dotata di grande volume di stampa
49 (250x250x250 mm), Andromeda è uno strumento in grado di avviare una produzione in serie di
50 prodotti di piccole e medie dimensioni per gioiellieri, dentisti e modellisti professionali.
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1 Sharebot oggi. Oggi Sharebot è un’azienda con quasi 30 dipendenti, impegnata su ricerca e sviluppo
2 di software e hardware, educazione nel mondo della stampa 3D e marketing ed è il principale
3 produttore di tecnologie di stampa 3D in Italia e tra i primi in Europa, con oltre 3.500 macchine
4 installate e una presenza capillare in Italia e nel mondo. Sono attive due divisioni aziendali (Sharebot
5 ES e Sharebot DE) dedicate alla distribuzione e assistenza sul territorio in Spagna e Germania, oltre
6 ad una decina di rivenditori in tutto il mondo (tra gli altri: Cina, Stati Uniti d’America, Francia, India,
7 Norvegia, Svizzera, Belgio, Messico, Iran e Romania). Sono state poi attivate partnership strategiche
8 con altre realtà che fanno della ricerca e dell’innovazione il loro core business (alcuni di queste in
9 settori fondamentali come dentale, gioielleria, biomedicale ed educational). Sharebot continua a
10 crescere con lo scopo di sviluppare tecnologie di stampa 3D sempre più innovative, finalizzate ad
11 introdurre la stampa 3D in ogni settore produttivo, innovando ed ottimizzando il flusso di lavoro nel
12 mondo della piccola e media impresa italiana ed internazionale.
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15 Documento B – 2015. Dal website istituzionale di Shaerbot.
16 fonte: https://www.sharebot.it/downloads/press/pressITA/Germania/SharebotDE_presentazione.pdf
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18 Sharebot, azienda leader nella produzione di stampanti 3D, dà origine a Sharebot.de, una realtà che
19 punta a introdurre il proprio prodotto Made in Italy nella piccola e media impresa tedesca con la
20 collaborazione di Dimension Alley, azienda di assistenza e formazione sul mondo della stampa 3D di
21 Berlino.
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23 Stampa 3D in Germania. Sharebot.de ha un sito web (www.sharebot.de) dove è possibile vedere i
24 prodotti, scoprirne le caratteristiche e ricevere assistenza: tutto questo in tedesco. Sono attive anche
25 le pagine Facebook e Twitter. Sul mercato verranno diffusi tutti i prodotti dell'azienda italiana:
26 Voyager, la prima stampante 3D con tecnologia DLP prodotta da Sharebot, XXL, la stampante di
27 grandi dimensioni, NG e Kiwi-3D e gli speciali filamenti proprietari. Per facilitare questo processo,
28 Sharebot attiverà una rete di rivenditori specializzati, formati dall'azienda per poter fornire il miglior
29 supporto possibile al cliente finale.
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31 Presentazione. La presentazione ufficiale si terrà il 28 maggio con un evento dedicato New Fablab
32 Berlin (Prenzlauer Alle 242, 10405 Berlino). L'evento sarà un'occasione per incontrare gli esponenti
33 di Sharebot e Dimension Alley che presenteranno il progetto e per vedere in azione i prodotti
34 destinati al mercato tedesco, mostrando i diversi campi d'applicazione e le potenzialità di questa
35 tecnologia. Dopo la presentazione, Sharebot DE parteciperà ai principali eventi di stampa 3D in
36 Germania. La prima fiera a cui questa nuova realtà prenderà parte sarà il Fab-Con 3.D di Erfurt il 10
37 e 11 Giugno 2015.
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40 Documento C – 2015. La stampante 3D in vendita a Media World.
41 fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-07-25/le-stampanti-3d-prova-mass-market-sharebot-entra-media-world-
42 135951.shtml?uuid=ACwXoWX
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44 Ci aveva già provato nel 2013, Media World, ma senza particolare fortuna. Forse perché le stampanti
45 3D non avevano ancora il giusto “fascino” sull'utenza consumer. Sta di fatto che a partire da domani
46 25 luglio, una delle catene retail più frequentate in Italia per i gadget digitali accoglie in 32 suoi punti
47 vendita sull'intero territorio nazionale i modelli Next Generation dell'italianissima Sharebot.
48 L'accordo si è concretizzato grazie a Esprinet (uno dei più importanti operatori della distribuzione
49 B2B di prodotti informatici e di elettronica di consumo) e si tratta di un'anteprima quasi assoluta per
50 una stampante 3D in un grande punto vendita. Giusto un mese fa, infatti, era toccato alle macchine
51 open source della startup pugliese How/Art trovare spazio negli scaffali degli Ipercoop di Coop
52 Estense.

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1 Con la stampante di Sharebot, indirizzata tanto a un'utenza professionale quanto agli hobbisti del
2 genere e con prezzi di listino standard a partire da 1.500 euro, sarà possibile acquistare anche il
3 materiale di consumo sviluppato appositamente per la printer 3D dalla casa lecchese, e precisamente
4 lo speciale Pla-S, polimero termoplastico biodegradabile di derivazione vegetale.
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6 In sei degli shopping center interessati dall'iniziativa (le sedi di Verano Brianza, Bergamo, Padova,
7 Modena, Roma e Palermo) verranno tenute delle sessioni dimostrative e formative aperte al pubblico
8 in collaborazione con alcuni FabLab. Chi acquisterà il prodotto nei negozi Media World, spiega la
9 società in una nota, avrà accesso a corsi di modellazione e stampa 3D presso una serie di laboratori
10 artigianali sparsi in tutta Italia.
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13 Documento D - 2015. Sharebot, leader in Italia.
14 fonte: https://replicatore.wordpress.com/2015/04/22/alla-riscoperta-di-sharebot-lazienda-leader-in-italia-della-stampa-3d-desktop/
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16 La nuova industria della stampa 3D in Italia, quella che, con un tasso di innovazione e creatività
17 senza pari, sta travolgendo le dinamiche industriali tradizionali, con idee che vengono “dal basso”, ha
18 un nome: Sharebot. L’azienda di Nibionno è stata la prima a credere veramente nelle possibilità della
19 stampa 3D desktop e a investire seriamente per creare un nuovo tipo di realtà industriale, una realtà
20 che non solo crea posti di lavoro per gli abitanti della zona, ma che crea anche gli strumenti per
21 creare altri posti di lavoro in tutte le aziende locali, nazionali e, ora sempre di più, anche fuori dai
22 confini italiani.
23 Così dopo un anno in cui abbiamo seguito molte delle novità e delle innovazioni che l’azienda
24 propone in continuazione, abbiamo voluto tornare a trovarli, per conoscere meglio il team dietro a
25 questo fenomeno italiano e soprattutto per farli conoscere a chi ci segue e vuole capire meglio in che
26 direzione stia andando la stampa 3D, anche attraverso le testimonianze dirette di chi prende queste
27 decisioni in prima persona.
28 Abbiamo visitato la sede, che continua ad espandersi con nuovi padiglioni sempre più strutturati per
29 supportare l’enorme richiesta di macchine (si parla già di diverse migliaia di macchine installate) e
30 abbiamo riunito tutto il team dei fondatori intorno a un tavolo. Ecco cosa ci hanno detto.
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32 Domanda “Qual è la visione globale di Sharebot?”
33 Arturo Donghi, CEO: “Pensiamo che la stampa 3D rivoluzioni il mondo industriale e il modo di fare
34 impresa, cambiando le produzioni nei prossimi anni. In Europa rimarrà solo la produzione
35 personalizzata o di prototipi, mentre le grandi produzioni andranno nei paesi asiatici. Noi vogliamo
36 essere pronti per mettere a disposizione della piccola-media azienda, che altrimenti morirebbe, le
37 tecnologie che sono riservate alla grande azienda. Tutta la ricerca sta lavorando per abbassare il
38 punto d’ingresso e i costi delle stampanti, per ottenere dei prodotti e degli oggetti di qualità elevata a
39 costi inferiori. Abbiamo fatto anche delle simulazioni e sull’FDM già oggi si possono immaginare
40 delle mini-fabbriche, dove con delle stampanti 3D si possono ottenere dei pezzi a costi interessanti.
41 Quindi può diventare sostenibile la fabbrica fatta con stampanti 3D. Per ora le nostre informazioni
42 riguardano solo la tecnologia FDM, ma sicuramente nel futuro la previsione è che l’FDM avrà una
43 sua collocazione specifica ma altre tecnologie probabilmente avranno un ruolo più importante – tipo
44 la DLP. Penso che Sharebot abbia le potenzialità e le capacità per diventare un’impresa importante in
45 Italia e leader del settore.
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47 Domanda: “Cosa ti ha colpito di più del mondo della stampa 3D?”
48 Andrea Redaelli, Presidente e Responsabile Ricerca e Sviluppo: “Quando vedi per la prima volta una
49 stampante 3D in azione non puoi che restarne stupito. Ormai sono alcuni anni che se ne parla, ma a
50 ripensare all’inizio penso sia una cosa davvero stupefacente. Un aspetto che mi entusiasma ancora è
51 si tratta di una tecnologia accessibile a tutti.

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2 Domanda: Qual è la direzione che può prendere ora la stampa 3D?
3 Andrea Redaelli: “In un prossimo futuro ci sarà sicuramente un sempre maggiore ingresso della
4 stampa 3D negli ambiti lavorativi. C’è ancora moltissimo spazio per le nuove applicazioni e per lo
5 sviluppo di tecnologie innovative. In una fase secondaria possiamo immaginare che riesca a
6 diffondersi maggiormente a livello consumer, anche se è necessario incrementare il livello
7 tecnologico di modo da raggiungere l’obiettivo di fornire una stampante 3D a un prezzo davvero
8 accessibile. Un po’ com’è successo con le stampanti a inchiostro che ormai fanno stabilmente parte
9 delle nostre vite.”
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11 Domanda: “Quali sono le aziende che in questo momento possono beneficiare
12 maggiormente delle vostre tecnologie?”
13 Andrea Redaelli: “Potremmo anche dire tutti! Anche perché il bello di questa tecnologia è che la sua
14 applicazione è molto personale, e cambia a seconda del soggetto che la utilizza. Identificare una
15 tipologia netta di utilizzatore è estremamente difficile al momento. I nostri clienti, per esempio,
16 spaziano dal dentista all’architetto, passando per i semplici appassionati. Chiunque acquisti una
17 stampante deve crearsi il proprio campo di applicazione.”
18 Arturo Donghi: “Quello che mi sorprende realmente è quanto vengano utilizzate da chi le possiede.
19 C’è gente che consuma quantità di filamento davvero importanti e abbiamo visto addirittura arrivare
20 delle stampanti in assistenza con i blocchetti in alluminio letteralmente scavati! Vuol dire usarle 24
21 ore su 24, sette giorni su sette. Una volta capita come tecnologia, non puoi fare a meno di
22 utilizzarla.”
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24 Domanda: “Cosa deve succedere perché avvenga questa diffusione?”
25 Andrea Redaelli: “Sicuramente c’è da lavorare sulla tecnologia, ma manca anche una cultura di base
26 della stampa 3D. La gente deve iniziare a vedere di persona, a curiosare e a conoscere tutto quello
27 che riguarda questa realtà.”
28 Arturo Donghi: “La situazione sta già sicuramente cambiando. L’anno scorso era un acquisto “di
29 pancia”, mentre oggi si comincia a ragionare più seriamente sulle sue funzionalità.”
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31 Domanda: “Un limite potrebbe essere la scansione…”
32 Arturo Donghi: “Questo è vero fino a un certo punto. Per un privato questo concetto può valere, ma
33 non per un professionista, perché di solito hanno a disposizione i mezzi necessari per utilizzare al
34 meglio le tecnologie di stampa 3D, soprattutto in campo medico e dentale.”
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36 Domanda: “Sui materiali ci vuole ulteriore sviluppo?”
37 Matteo Abbiati, Direttore Marketing: “I materiali penso siano un elemento fondamentale della
38 stampa 3D, assieme a un buon hardware e un software valido. C’è ancora tantissimo lavoro da fare,
39 dato che esiste la possibilità di creare una serie di materiali specifici da affiancare ai classici PLA e
40 ABS; bisogna però ancora studiare bene le loro componenti e, soprattutto, la richiesta del mercato.”
41 Ambrogio Donghi, Responsabile Logistica, Produzione e Consumabili: “Sotto questo punto di vista
42 noi abbiamo fatto da traghettatori per alcuni tipi di materiali, portandoli qui in Italia da fornitori
43 esteri. E il motivo è proprio perché l’offerta attuale non ci soddisfaceva. Poi stiamo lavorando con
44 alcuni produttori per sviluppare particolari materiali, da affiancare ai nostri per offrire maggiori
45 possibilità ai nostri clienti.”
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47 Domanda: “Qual è l’obiettivo a lungo termine di Sharebot?”
48 Matteo Abbiati: “La nostra idea è sempre stata ed è tuttora proprio quella di portare questa
49 tecnologia all’interno sia del mercato consumer che di quello professionale, perché crediamo che i
50 benefici che si possono trarre da questa tecnologia siano smisurati. Può rivoluzionare davvero il
51 modo di fare industria e di creare oggetti per uso personale, stravolgendo persino l’utilizzo di quelli

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1 che normalmente vengono offerti sul mercato. E ovviamente la stampa 3D stimola moltissimo la
2 creatività ad ogni livello, sia in azienda che in casa.
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4 Domanda: “Quali attività avete intrapreso per comunicare tutti questi aspetti?”
5 Matteo Abbiati: “Sicuramente puntiamo sempre a far vedere di persona questa tecnologia,
6 mostrando quindi dal vivo come funziona una stampante 3D. Quando arriva una nuova tecnologia
7 c’è sempre tanto fumo attorno: quello che bisogna fare è diradare il fumo e mostrare concretamente
8 cosa si può fare. Noi per esempio organizziamo continuamente eventi, fiere di settore e abbiamo
9 anche la Sharebot Accademy, che ci consente di mostrare ai clienti cosa le nostre macchine siano in
10 grado di fare realmente e come si possano utilizzare. Queste iniziative non hanno solo una funzione
11 formativa ma anche fortemente divulgativa.”
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13 Domanda: “Avete riscontrato un’evoluzione?”
14 Matteo Abbiati: “La situazione è cambiata molto rispetto a 2 anni fa. Nelle prime fiere a cui
15 partecipavamo la gente non capiva come funzionava la stampa 3D; ora i visitatori sono più preparati,
16 più informati e ha raggiunto un maggiore livello di conoscenza. Non ci chiedono più come
17 funzionano ma piuttosto in quali campi potrebbero utilizzarle.”
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19 Domanda: “Come può il software può contribuire a rendere ancora più accessibile la stampa
20 3D?”
21 Christian Giussani, Consigliere Amministrazione e Responsabile Ricerca Software: “Devi fare in
22 modo di creare un software che riesca a far lavorare la macchina esattamente come vuole l’utente, e
23 nel modo per lui più semplice e immediato. Non deve sforzarsi di capire come utilizzare una
24 stampante; il suo unico pensiero deve essere lo scopo per cui la si usa: per tutto questo l’accessibilità
25 del software ha un’importanza centrale. Noi lavoriamo per questo obiettivo su due fronti: prima per
26 realizzare un sistema che permetta alla macchina di funzionare, poi per studiare il modo migliore per
27 presentare all’utente un certo tipo di interfaccia. Risulta quindi fondamentale sviluppare un
28 programma che sia intuitivo e che semplifichi la vita di chi vuole usare una stampante, mettendolo
29 nella condizione di sfruttare al meglio le caratteristiche di una macchina.”
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31 Domanda: “Quali software secondo voi stanno seguendo la strada giusta?”
32 Christian Giussani: la strada più vicina rispetto a quella che, secondo noi, deve essere il modo di
33 approcciarsi all’utente e quella intrapresa da MakerBot; deve quindi essere molto semplice e garantire
34 l’ottenimento dei risultato. Per ottenere un risultato del genere devi partire da un software
35 complicatissimo e poi gradualmente standardizzarlo per garantire una serie di processi specifici; non
36 è tanto un problema di scrivere il software ma di capire con quali indicazioni date all’utente posso
37 ottenere, nell’80% dei casi, l’oggetto che realmente voglio creare. Tutto questo ovviamente esclude
38 ciò che riguarda la modellazione 3D di un oggetto.”
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41 Documento E – 2015. Sharebot 42. Presentazione nuovo prodotto.
42 Fonte: http://www.hwupgrade.it/articoli/periferiche/4584/sharebot-42-risposta-alla-alla-domanda-fondamentale-sulla-stampa-3d_index.html
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44 Con un po' di ironia da smanettoni, Sharebot ha voluto rimarcare con il particolare nome come la
45 nuova '42' sia la sua risposta a tutti gli attuali problemi della stampa 3D a filamento. Partendo dalla
46 base della NG, ne ha corretto i difetti e le mancanze ed è stata progettata con già in mente il futuro
47 della produzione additiva di livello industriale. Difficile scegliere da dove partire per descriverla, ma
48 forse è proprio quest'ultimo punto quello che è maggiormente caratterizzante della filosofia della
49 nuova macchina di stampa 3D. La presenza di una porta ethernet e la possibilità di comandare e
50 controllare in tempo reale la stampa (grazie anche alla presenza di una webcam integrata) via browser
51 aprono il campo alla '3D printing farm' del futuro. Rimanendo più vicini ai giorni nostri, si tratta di

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1 una funzionalità molto interessante per i grossi service di stampa 3D e mira a semplificare la gestione
2 di più macchine in contemporanea.
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4 Con un po' di ironia da smanettoni, Sharebot ha voluto rimarcare con il particolare nome come la
5 nuova '42' sia la sua risposta a tutti gli attuali problemi della stampa 3D a filamento. Partendo dalla
6 base della NG, ne ha corretto i difetti e le mancanze ed è stata progettata con già in mente il futuro
7 della produzione additiva di livello industriale. Difficile scegliere da dove partire per descriverla, ma
8 forse è proprio quest'ultimo punto quello che è maggiormente caratterizzante della filosofia della
9 nuova macchina di stampa 3D. La presenza di una porta ethernet e la possibilità di comandare e
10 controllare in tempo reale la stampa (grazie anche alla presenza di una webcam integrata) via browser
11 aprono il campo alla '3D printing farm' del futuro. Rimanendo più vicini ai giorni nostri, si tratta di
12 una funzionalità molto interessante per i grossi service di stampa 3D e mira a semplificare la gestione
13 di più macchine in contemporanea.
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15 Sharebot 42 inoltre è dotata di due porte USB, una per la classica lettura dei file di stampa dalle
16 chiavette, la seconda pensata invece come porta 'a prova di futuro' per future espansioni hardware o
17 software e utilizzata fin da subito per gestire i file in modo avanzato direttamente in macchina prima
18 della stampa. Rispetto al passato ora l'interfaccia passa attraverso un display a colori touchscreen
19 (resistivo) da ben 6 pollici. Tra le nuove funzionalità che vanno nella direzione della semplificazione
20 troviamo l'integrazione di un sensore per l'autocalibrazione e l'estrusore intercambiabile (da 0,4mm a
21 0,8mm a seconda dei materiali). L'autocalibrazione non avviene solo sull'asse Z, ma grazie alla
22 presenza di un doppio motore e asse nella direzione XY, permette anche la correzione automatica di
23 eventuali 'fuori squadra'. Nuovo anche il sensore di trascinamento del filamento, che non solo
24 permette di mettere in pausa la stampa in caso di esaurimento della bobina, ma anche di rilevare
25 eventuali problemi di alimentazione e trascinamento, evitando stampe con errori. Il filamento inoltre
26 ora è alloggiato all'interno della camera di stampa, beneficiando quindi anche di una minore
27 differenza di temperatura con quest'ultima. L'area di stampa è pari a 250x220x200mm.
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29 Naturalmente offre piano di stampa riscaldato (fino a 90°), ma anche qui Sharebot ha introdotto una
30 novità interessante coi supporti di stampa magnetici che vanno a sostituire l'uso di lacca e blue tape,
31 facilitando l'adesione dei pezzi al piatto, ma anche - e soprattutto - la loro rimozione, visto che il
32 supporto magnetico una volta staccato dal piano risulta flessibile e può essere rimosso dalla base dei
33 pezzi stampati come se fosse una pellicola. Sharebot ha lavorato poi sul telaio, rendendolo più
34 resistente e solido: ora la stampante pesa ben 38kg in ordine di marcia. Come ci racconta il co-
35 fondatore di Sharebot Andrea Radaelli, la nuova Sharebot 42 arriverà sul mercato ad aprile, ma sarà
36 preordinabile già a partire dai prossimi giorni. Arriverà sul mercato con il nuovo materiale
37 innovativo, il 3Dpaper o Poly-Paper, sviluppato dal Politecnico di Milano e dal suo spin-
38 off NextMaterials e pensato per essere la base degli imballaggi, ma non solo, del futuro. Si tratta di un
39 materiale (oggetto di brevetto) a base di carta che può sostituire strutturalmente anche le parti
40 plastiche degli imballaggi e risulta totalmente riciclabile in un'unica filiera. Spesso capita infatti che, se
41 l'utente è poco attento, finiscano gettati nello stesso cassonetto carta e plastica, i due materiali che a
42 oggi sono i più utilizzati per gli imballaggi. Con 3Dpaper tutte le parti della scatola di imballaggio
43 potranno andare nello stesso cassonetto e seguire la stessa filiera di riciclo.
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45 NextMaterials ha studiato una versione stampabile di 3Dpaper e ha dato in licenza la
46 commercializzazione delle bobine di filamento. Questo materiale ha diversi vantaggi: può essere
47 stampato a basse temperature (circa 180°C) e risulta saldabile tramite semplice bagnamento con
48 acqua, oltre che essere facilmente lucidabile per sfregamento con alcol etilico. Risulterà quindi più
49 facile l'unione di diversi pezzi (che potranno essere incollati semplicemente bagnando le due superfici
50 di contatto) e la finitura degli stessi, a differenza di quanto avviene oggi con il PLA. In caso di oggetti
51 che devono venire a contatto con acqua e umidità è possibile effettuare trattamenti con smalti a

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1 solvente per proteggere la base tramite impermeabilizzazione. Il materiale appena stampato è molto
2 flessibile e formabile e può essere 'bloccato' in una determinata forma tramite riscaldamento, una
3 sorta di veloce cottura. Poly-Paper nasce dall'unione di PVA e fibre di cellulosa.
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5 3Dpaper punta a essere anche più ecologico del PLA, sfruttando fibre di cellulosa da carta riciclata e
6 non sottraendo terreni all'agricoltura, come invece avviene per il mais che è alla base di quest'ultimo.
7 Inoltre il PLA è biodegradabile, ma non riciclabile. Si tratta di un materiale al momento unico al
8 mondo, che ha le carte in regola per colonizzare molti settori, non solo quello della stampa 3D. I
9 primi filamenti saranno in vendita in concomitanza con l'arrivo di Sharebot 42 sul mercato.
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12 Documento F – 2016. Sharebot. Stampante 3D made in Brianza.
13 fonte: http://www.chefuturo.it/2016/03/sharebot-stampa3d-brianza/
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15 Ci sono storie che non possono essere raccontate via Skype. Hanno bisogno di essere abitate, di
16 essere toccate con le mani e vissute con gli occhi. Sharebot è una di quelle. Sto parlando di una
17 startup che in brevissimo tempo è diventata la principale produttrice di stampanti 3D in Italia. Una
18 realtà che nel 2015 ha fatto registrare un valore di produzione pari a 2 milioni di euro. Un’azienda
19 che dà lavoro a 28 persone in Italia e che ha aperto uffici in Germania e Spagna, mantenendo forti
20 radici con la sua terra natia: «È un nostro orgoglio dire che siamo “Made in Brianza”. Questa è la
21 nostra casa».
22 Arrivare a Nibionno, del resto, è come muoversi su una montagna russa per bambini: non ci sono
23 grandi pendenze né corse sfrenate verso l’abisso ma solo delicati saliscendi immersi in un panorama
24 da fiaba. Qui, in un paese di circa 3700 anime, distante appena 35 chilometri da Milano, è
25 nata Sharebot: «Questa è una zona che nei decenni passati è stata fondamentale per la crescita della
26 nostra economia. Soprattutto per quanto riguarda il tessile e la meccanica» mi ricorda Matteo Abbiati,
27 il responsabile marketing «Ed è ancora ricca di piccole-medie imprese che oggi hanno bisogno di
28 rinnovarsi e di crescere per potersi confrontare con un mercato così difficile».
29 Non stupisce, dunque, che sia questa la missione che guida da sempre i ragazzi di Sharebot:
30 Non vendiamo solo macchine: facciamo formazione per insegnare loro come migliorare la
31 produzione e ottenere il massimo dai nostri prodotti. Alla base c’è la volontà di ascoltare un bisogno
32 del territorio e trovare, insieme, una soluzione. Per guadagnarci tutti.
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34 Galeotto fu un articolo…
35 Sharebot nasce grazie all’incontro tra Andrea Radaelli e Ambrogio Donghi, Rispettivamente un
36 giovane maker rampante e un imprenditore di grande esperienza. E avviene grazie a un giornale,
37 Wired, che alla fine del 2012, dedica un articolo alla stampante con tecnologia 3D FFF (fused
38 filament fabrication) che Andrea aveva costruito da solo, dopo essersi avvicinato ad un mondo che
39 allora, in Italia, stava muovendo i primi passi. Le macchine a controllo numerico, l’avvento
40 di RepRap, le prime stampanti: un universo affascinante che arrivava da lontano ma che era pronto a
41 conquistare anche la Brianza.
42 Ambrogio legge l’articolo e decide di contattare Andrea. Si parlano e, dopo pochissimo tempo,
43 decidono di trasformare una passione in un’azienda. Subito si aggiungono Cristian Giussani, per la
44 parte di sviluppo software e Matteo. Nel 2013, grazie a quello strano incontro, nasce Sharebot: «Il
45 nome? Siamo andati dritti con il primo che ci è venuto in mente. Era semplice e mostrava bene
46 l’essenza della startup. Condividere i saperi è una nostra priorità».
47 Sharebot ha trovato casa in uno vecchio stabile in cui, fino agli anni ’90, si tesseva e filava. Negli
48 ultimi decenni era diventato un magazzino o poco più. Ora è rinato, grazie alle stampanti 3D: «Ma
49 siamo partiti da una piccola stanza, intorno a un tavolo, lavorando come matti. Poi, mese dopo mese,
50 ci siamo allargati conquistando tutti gli spazi. Adesso occupiamo 1500 metri quadrati». Due piani in
51 cui si fa tutto: formazione, assemblaggio, ricerca e sviluppo, marketing. C’è anche un piccolo

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1 “museo” in cui sono posizionate tutte le stampanti costruite e prodotte negli ultimi 3 anni. Una
2 accanto all’altra. Irregolari, diverse, senza linearità. Come le colline della Brianza.
3 Chiedo a Mattia qual è la domanda che le persone fanno più spesso ma iI risultato è scontato:
4 «Quanto costa?». Ovvio. Non mi arrendo. Ci riprovo con la richiesta più strana che è stata fatta. E
5 qui ottengo quello che cercavo: «Eravamo agli inizi, reduci dalla prima Maker Faire. Ci chiama un
6 pittore, abbastanza stizzito. Non riusciva a capire dove infilare la carta per stampare un documento.
7 Ci ho messo 10 minuti a spiegargli che quella che aveva acquistato era una macchina diversa e che
8 aveva davanti a sé molte altre opportunità. Non sono riuscito a convincerlo».
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10 5 campi di sviluppo (e altri numeri)
11 Oggi Sharebot copre 5 ambiti di sviluppo: tre legati alle tecnologie (filamento, resina sintetizzazione
12 laser), una ai materiali e uno ai software. Mattia mi spiega chiaramente come immaginano il futuro
13 della stampa 3D: «Queste tecnologie sono e saranno un’innovazione potentissima. Rivoluzioneranno
14 il modo di intendere l’azienda. Cambierà il concetto di produzione: ci sarà molto più
15 personalizzazione nell’offerta al pubblico. Il taglio che si è dato all’inizio sta fortunatamente
16 tramontando. Non si punterà più sulla stampa casalinga ma sull’oggetto fatto e prodotto da ambiti
17 più professionali. Non siamo tutti maker. E non lo saremo neanche domani».
18 Attualmente Sharebot ha in giro 3500 macchine, quasi tutte acquistate da professionisti e imprese.
19 Oggi produciamo circa 150-180 stampanti 3D al mese: «Le richieste arrivano soprattutto dall’Italia
20 dove ci basiamo su 30 rivenditori che propongono e fanno conoscere le nostre macchine. In più ne
21 abbiamo altri 10 in Europa, 1 negli Stati Uniti e 1 in Asia. Il 90% del fatturato arriva ancora dal
22 vecchio continente ma pian piano queste cifre stanno mutando».
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24 Le fiere e il futuro, in un click
25 Le fiere, per chi produce questo tipo di macchine, sono una boccata d’aria fresca. Si esce dall’ufficio,
26 «A volte sappiamo quando entriamo ma non sappiamo se e quando usciremo» e si incontrano le
27 persone, «La Maker Faire è per noi un appuntamento importante. La usiamo per portare qualcosa di
28 nuovo e testarlo con il pubblico. Per il 2016 abbiamo in mente qualcosa di gigante ma non dico di
29 più».
30 Poi ci sono gli appuntamenti che sul calendario ti portano lontano dall’Italia: «La nostra prima fiera
31 all’estero è stata un’esperienza incredibile. Eravamo a Londra, al 3D print show, nel 2014. C’era una
32 coda immensa di persone che non vedevano l’ora di entrare e parlare con te. E accanto altre realtà
33 che condividevano il tuo stesso cammino». Senso di appartenenza e di condivisione. Ancora,
34 sempre.
35 Il futuro di Sharebot è ancora nelle macchine: «Sempre più innovative e che più vicino al mondo
36 della produzione che a quello della prototipazione». Dopo il lancio di 42, ultima arrivata, ci sono altre
37 novità in cantiere a Nibionno. Ma non solo. Il sogno, quello vero, è un altro e riguarda il mondo
38 software: «Vorremmo semplificare e velocizzare tutto il processo. Stiamo lavorando per arrivare ad
39 un unico obiettivo: la stampa in un click». Arrivarci non è facile e ci vorrà molto pazienza. Ma in un
40 luogo capace di ispirare come la Brianza nulla è davvero impossibile.
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42
43 Documento 7 – 2016. Non crescono le vendite di stampanti 3D professionali.
44 fonte: https://www.digital4trade.it/dati-di-mercato/crescono-le-vendite-di-stampanti-3d-ma-non-nel-mondo-professionale/
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46 In attesa dell’ingresso sul mercato dei big dell’IT, le vendite di stampanti destinate alle aziende arretrano. Ma le
47 prospettive nel lungo termine restano positive.
48 Il mercato globale delle stampanti 3D archivia un ultimo trimestre dell’anno (2016) positivo, anche
49 se, come capitato anche in altre occasioni, il dato complessivo è frutto di due diverse tendenze. Ma
50 partiamo innanzitutto dai numeri complessivi: secondo la società di analisi Context le spedizioni
51 mondiali di stampanti 3D sono aumentate del 19% nel quarto trimestre del 2015 rispetto al

8
1 medesimo periodo dell’anno precedente. Più precisamente, si tratta di 73.012 unità spedite in tutto il
2 mondo, di cui ben il 96% costituito da stampanti desktop /personali, con prezzi al di sotto dei 5.000
3 dollari. Questo segmento ha visto un tasso di crescita anno su anno del + 22%, dunque decisamente
4 soddisfacente.
5 Un andamento decisamente diverso hanno invece avuto i dispositivi legati al segmento professionale
6 – industriale, con una commercializzazione diminuita del 24% rispetto allo stesso periodo dello
7 scorso anno (soltanto 2.907 stampanti vendute). Una situazione che, seppure in maniera meno
8 accentuata, ripropone anche l’analisi dei dati relativi all’intero 2015: le spedizioni complessive delle
9 stampanti 3D sono aumentate del + 30%, con il settore desktop in incremento del + 33%, mentre
10 quelle industriale sono arretrate del 9%.
11 Diversi anche i nomi che caratterizzano questi due mercati. Nel segmento desktop il fornitore
12 taiwanese XYZprinting ha esteso la propria quota al 31% nel quarto trimestre, mentre nell’intero
13 anno solare si è fermata al 21%. Al secondo posto c’è invece la statunitense M3D. Questa accoppiata,
14 a partire dal secondo semestre dell’anno ha progressivamente preso il sopravvento sugli ex leader di
15 mercato com Stratasys / MakerBot e 3D Systems. In questo stesso periodo si è assistito nel mercato
16 all’irrompere del fenomeno crowdsourcing per le stampanti 3D, con la pre-vendita di oltre 16.000
17 unità della Tiko 3D da 179 dollari, che dovrebbe arrivare in commercio durante il 2016. Grazie anche
18 a questa campagna, Context prevede una crescita nel 2016 del mercato, che sarà trainato anche
19 dall’arrivo di nuovi produttori come Mattel e Polaroid.

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22 Il segmento professionale, al momento, appare sostanzialmente frenato dall’atteso ingresso dei big
23 dell’IT come HP, Canon e Ricoh. In attesa di questi arrivi, Stratasys ha mantenuto la sua posizione di
24 leader di mercato nell’ultimo trimestre dell’anno, con una quota del 48%, vendendo però il 29% in
25 meno di unità rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Stratasys resta comunque di gran lunga il
26 primo produttore per quanto riguarda il giro d’affari nell’intero mondo delle stampanti
27 3D. All’interno del contesto professionale, le macchine che consentono la stampa di metalli hanno
28 continuato ad andare piuttosto bene, mettendo a segno una crescita del +35% rispetto a un anno fa.

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30 Al di là dell’andamento contingente degli specifici segmenti di mercato, le previsioni per il futuro di
31 Context per la stampa 3D sono comunque assai rosee: il mercato complessivo (hardware, ma anche
32 materiali e servizi collegati) dovrebbe passare dai 4.1 miliardi di dollari del 2015 ai 16,2 miliardi del
33 2020.

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