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IL GIASONE DI CAVALLI

Nel 1600, con la nascita del teatro impresariale a Venezia, le opere sono PIECES
teatrali in cui la musica partecipa in modo attivo. Gli elementi cardine sono:
AZIONE, PAROLA E MUSICA. Azione e parola sono racchiuse nel libretto che è a
stampa, mentre la musica è nella partitura che rimane MANOSCRITTA, perché non
ha funzione descrittiva. La necessità di trarre un guadagno economico dalla
rappresentazione rendeva conveniente replicare più volte lo stesso spettacolo fino
ad abbandonarla una volta soddisfatta la richiesta del pubblico e procedere alla
preparazione di un nuovo spettacolo. Solitamente si preparavano due opere a
stagione. Poteva accadere di riproporre vecchi cavalli di battaglia per richieste
particolari e per esigenze dettate dai costi degli interpreti. Ad ogni riproduzione
l’opera veniva riadattata e modificata attraverso l’aggiunta o la rimozione di scene,
personaggi o pezzi musicali. Questo è noto per la moltitudine di esemplari di
partiture e libretti significativamente diversi. Con la necessità di far seguire al
pubblico più storie e vicende parallele, si ha la nascita della SCENA, ovvero l’unità
drammaturgico-musicale tipica del teatro per musica, i cui confini erano stabiliti
dall’entrata e l’uscita dei personaggi. Un atto poteva essere diviso in 10 o in 20
scene.
Il GIASONE di Francesco cavalli, su libretto di Andrea Cicognini detto “Dramma per
musica”, ha la suddivisione in scene. Della versione originale ci sono ben tre versioni
dello stesso libretto del 1649. Nel 1670 compare a Roma in edizione di Alessandro
Stradella, con pezzi e personaggi nuovi. Molto spesso il libretto era soggetto a
censura, per cui potevano essere presenti pezzi con argomenti spinti o poco morali
solo nella partitura che non era censurata. L’autore dell’opera non è il compositore,
ma è la sinergia tra compositore e librettista, fino a Wagner, il quale scriveva l’opera
nella sua interezza. Inoltre, l’autorialità dell’opera è definita come FLUIDA, poiché
nello stesso lavoro potevano mettere mano più compositori. Compositore e
librettisti, facevano ricorso a formule standard per quanto riguarda congegni
drammaturgici e struttura dell’opera. Essa è divisa in tre atti, preceduti dalla sinfonia
strumentale e da un prologo in cui sono presenti per lo più personaggi allegorici e
mitologici. I primi due atti si concludono con un ballo tra due coppie di amanti
contornati da personaggi secondari. Gli atti erano articolati in gruppi di scene,
comiche, serie e ariose, i vari personaggi avevano differenze di tipo caratteriale e
sociale. I personaggi comici e mitologici, si abbandonavano al canto vero e proprio e
punteggiavano l’azione che con commenti sentenziosi ed ed la scelta del tipo
diversificazione ha una precisa funzione. Drammaturgica. erano appartenenti alle
classi subalterne. I personaggi seri invece, si concedevano raramente ad arie vere e
proprie, solo quando il testo suggeriva momenti di canto, come le preghiere, o in
momenti di stress emotivo o follia. Questi ultimi erano appartenenti alle classi più
agiate.
Strutturalmente il testo ha tre tipi di versificazione :
- Versi sciolti, settenari ed endecasillabi rimati e non rimati.
- Strofe, settenari ed endecasillabi con preciso schema metrico.
- Misto schemi non ordinati in strofe ma settenari ed endecasillabi, rimati e non
rimati, misurati di vario tipo.
La scelta del tipo di versificazione ha una precisa funzione drammaturgica, per
esempio, quando la situazione scenica si accende, si utilizzano endecasillabi e
settenari, rimati regolarmente. Si passa così gradualmente dal recitativo all’ arioso,
con il primo che è una rapida recitazione di versi, il secondo invece un declamato
melodicamente più interessante e armonicamente più complesso in cui la musica
ha più peso, senza prevalere sul testo. I testi trofici invece. Vengono resi in
musica con una canzonetta o un’area strofica. In cui il canto non sottostà alle
esigenze del testo. Molto spesso questi momenti sono quelli in cui i personaggi si
esprimono cantando, ovvero quando non contraddicono la vera somiglianza scenica.
Esistono inoltre due tipi di aree post all’inizio e alla fine della scena:
- ARIA DI SORTITA, apre la scena e il personaggio si presenta e stabilisce una
situazione in cui tutti i personaggi reagiscono.
- ARIA DI ENTRATA, chiude la scena e il personaggio commenta quanto avvenuto
prima.
Tra le varie strutture più utilizzate ci sono: :
1) ARIA COMICA: strofica, sillabica, con frasi separate l’una dall’altra.
2, DUETTO AMORO Sancisce la riconciliazione dei due principali coppie di amanti alla
fine del terzo atto .
3) AREA-LAMENTO. Composto su un basso discendente di quattro note, un
tetracordo ostinato .
4)SCENA LAMENTO composta in versi sciolti stile recitativo, divisa in sezioni separate
da interventi corali. Sono pezzi chiusi, indipendenti. .
5)SCENA DI SONNO Il personaggio dorme e questo rappresenta una sorta di
“irrazionale” e di onirico da cantare .
6) SCENA DI INVOCAZIONE E INCANTAMENTO, Compare alla fine dell’atto e funge da
prologo.
7FOLLIA: rappresenta un comportamento irrazionale o folle, è un’ottimO espediente
per introdurre il cantar- cantando.

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