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Il totalitarismo: Italia, URSS, Germania nazista (anni Trenta)

Il termine, il concetto
Il comunismo staliniano in URSS, il fascismo degli anni Trenta e il nazismo imposto in Germania
da Hitler vengono indicati dagli storici come “regimi totalitari”.
Il concetto di totalitarismo nacque in Italia già negli anni Venti.
Nasce come concetto polemico in ambito liberale per stigmatizzare le condizioni in cui si trova
il paese sotto il governo Mussolini, vs il suo tentativo di controllare ogni aspetto della vita
sociale.
Mussolini lo trasforma in un cavallo di battaglia, in un Leit-Motiv del fascismo che ai suoi occhi si
contraddistingue proprio per una “fiera volontà totalitaria”, sintetizzata nella formula del 1927
“tutto nello Stato, nulla contro lo Stato, niente al di fuori dello Stato” [eco della cattolica “nulla
salus extra ecclesiam”]. In modo molto chiaro, il leader del fascismo esprimeva l’intenzione di
subordinare l’intera vita sociale e culturale del paese allo Stato, a sua volta oggetto della simbiosi
con il partito derivante dalla “fascisticizzazione” delle istituzioni intrapresa sin dal 1926.
No reprimere energie particolaristiche… nel fascismo non c’è, va tutto nello stato
2 aspetti del totalitarismo fascista (voce “Fascismo”, Enciclopedia Italiana, firmata da Mussolini
ma probabilmente scritta da Gentile, 1932):
l carattere rivoluzionario, mira a sovvertire istituzioni esistenti per “risanare” la vita politica
del paese;
l carattere statalista, consistente in una concezione onnicomprensiva dello stato, contraria al
pluralismo politico e sociale tipico delle democrazie liberali.
Dal 1929, la stampa inglese fa un uso più generale del termine, per definire un tipo di regime il cui
obiettivo è di acquistare un controllo “totale” sullo stato e sui cittadini, accomunando sotto questa
etichetta fascismo, nazismo e stalinismo.

I caratteri strutturali del totalitarismo (tratti comuni)


Testo di partenza, H. Arendt, Le origini del totalitarismo, 1951 (v. voce “totalitarismo” Treccani):
1. costruzione di un’ideologia organica e coerente tale da permettere una rilettura del mondo,
della realtà e della storia attraverso i propri criteri. Il cittadino del regime totalitario subisce
condizionamenti fisici e psicologici affinché aderisca a tale ideologia che è posta alla base delle
nuove generazioni [la differenza con le democrazie liberali, è che qui le ideologie sono plurime e plurali ],
devono pensare come il pensiero del totalitarismo;
2. la vita politica è interamente controllata da un partito unico che permea di sé, con i
propri uomini e le proprie organizzazioni, lo Stato, eliminando qualunque forma di
opposizione. Il partito è il solo organismo incaricato di mediare tra le masse e il potere ,
che è detenuto dal capo del regime;
3. il capo del regime è un dittatore carismatico [la nozione di potere carismatico è di
Weber], depositario dell’intero potere dello stato. Egli si propone come fonte della legge
[la norma fondamentale dell’ordinamento giuridico nazista è la “volontà del Führer”] e
interprete unico dell’ideologia di regime, forma di fede civile. Culto della personalità
(Stalin, Hitler e Mussolini);
4. legittimazione, veicoli: uso sapiente dei mezzi di propaganda di massa = radio, giornali,
cinema sui quali esercita monopolio, manipolazione informazioni (Minculpop, Goebbels);
5. le masse sono tenute in costante mobilitazione [EMERGENZA perpetua, NEMICO
COME COLLANTE SOCIALE] attraverso una serie capillare di organizzazioni che
condizionano la gestione del tempo di lavoro e del tempo libero, scandendola attraverso
celebrazioni collettive, ritualità quotidiane e fornendo dei segni di identificazione, come le
uniformi;
6. l’economia è sottoposta al controllo dello Stato, e tale dirigismo si traduce in una forte
burocratizzazione dell’apparato produttivo che finisce per limitare (Italia, Germania che
giungono a compromessi con il sistema capitalistico-industriale) se non azzerare (URSS, del
tutto dedita alla “economia di piano”) l’iniziativa economica privata;
7. sistema organizzato di repressione (detenzione, confino, eliminazione oppositori). Polizia
segreta, politica (Ceka, OVRA, Gestapo) legati direttamente al capo e al partito.
8. l’aspirazione a plasmare “l’uomo nuovo”, come piena espressione del regime.
Sintesi caratteri totalitarismo:
l ideologizzazione: sistema chiuso di valori, teorie e pratiche immodificabili, gestito dal
partito unico
l controllo delle masse: organizzazioni che si estendono a tutti gli ambiti della loro esistenza
l Propaganda: dispiegamento di mezzi di comunicazione per diffondere l’ideologia
l sistema repressivo organizzato per eliminare gli oppositori
l culto del capo, che si identifica personalmente con il potere
l dirigismo economico, che limita od azzera iniziativa privata
Totalitarismo # autoritarismo: contro regimi autoritari è stretto ma non così esclusivo e pervasivo
(Salazar in Portogallo, Dollfuss in Austria, Pilsudski in Polonia, De Rivera in Spagna.
Le differenze tra URSS e Nazismo/Fascismo essenzialmente ideologiche.
Testi di riferimento:
S. Forti, Il totalitarismo, Laterza 2005
Voce “totalitarismo”, Dizionario UTET di Sociologia, a cura di L. Gallino

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