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1) Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una

sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del
mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va.

Ho scelto questo frammento di Eraclito , perché credo che esprima pienamente il punto di vista del
filosofo, essendo uno dei frammenti eraclitei che racconta del divenire delle cose, e della trasformazione
concepita da quest’ultimo. Non a caso il frammento è stato inserito nella categoria “panta rhei” , con il
significato di “tutto scorre” . Eraclito , fu uno dei primi a capire che tutto passa inesorabilmente , come il
tempo , niente può fermare la perenne trasformazione di ciò che ci circonda. Ciò significa che tutto
cambia , di conseguenza non è ,per Eraclito, compito semplice individuare l’archè, l’origine del tutto. Ma
egli arriva alla conclusione che, poiché tutto è processo, l’archè è il fluire delle cose. Infatti come , egli
afferma all’inizio di questo frammento :”Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si
può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato ‘’ , ritenendo così, che il mondo è un
flusso perenne in cui tutto scorre e mai si blocca , è un panta rhei. Quindi , applicando il concetto di
Eraclito della realtà, dato che il fiume che continuamente si rinnova e si trasforma, è impossibile tuffarsi
in esso più di una volta perché la seconda volta, avendo rinnovato completamente le sue acque, non
sarà lo stesso fiume della prima, dimostra che , in questo modo , gli oggetti che ci circondano non sono
mai gli stessi , a causa del passare del tempo, in cui anche noi cambiamo , quindi nulla riesce a
rimanere imprigionato nella sua condizione di essere , per l’eternità . Neanche l’uomo , può fare una
stessa esperienza due volte , poiché ogni cosa nella sua realtà apparente , è sottoposta a mutamenti.
Personalmente credo che la visione di Eraclito , nella sua concezione di “divenire” sia fiduciosa del
futuro , dal momento che il passare del tempo, deforma il nostro concepimento della realtà , ma , a volte,
ciò avviene in positivo , poiché determina il superamento di ostacoli e sofferenze che possono essere
sorpassati dall’uomo , grazie al fatto di essere soggetti a trasformazioni , dovute al tempo . D’altra parte,
anche dopo aver superato i momenti più brutti,essi rimangono impressi nella storia , nel passato , quindi
non scompaiono ma faranno sempre parte di noi, come testimonia Eraclito nella seconda parte del
frammento “ ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento si disperde e si raccoglie, viene
e va.” . Di conseguenza , tutto passa , ma tutto si raccoglie , perché niente si dimentica. Tuttavia , se
immaginassimo una vita in cui il passare del tempo non esistesse , il tutto non andrebbe incontro a
modifiche ma rimarrebbe immutato ; tale condizione non è compatibile con la vita , perché senza il
mutamento niente potrebbe esistere , perché il divenire è l’entità del cosmo . A livello scientifico è stata
accettata tale ipotesi , secondo cui se il mondo si fermasse anche solo per pochi istanti di tempo , tutto
sul nostro pianeta verrebbe annientato , a causa della mancanza della velocità di rotazione che ,
essendo impressa anche agli esseri umani ,determinerebbe la distruzione di interi paesi: in altre parole
ciò provocherebbe l’estinzione del genere umano . Di conseguenza , anche dal mio punto di vista il
passare del tempo e la condizione di cambiamento è fondamentale. D’altronde in certi momenti della vita
, lo scorrere del tutto , per noi significa molto , perché delle volte vorremo tornare indietro e modificare il
nostro passato , illudendoci poi del fatto che ciò non è possibile , non è consentito. Di conseguenza, si
potrebbe pensare che questo pensiero sia pessimistico e contrastante con la gioia del vivere , visto che
subentra in alcune parti della vita la concezione che ad un certo punto il tempo per noi si fermerà .
Quindi se il divenire è dinamicità, la morte è staticità , perché non si ha più la concezione del passare
del tempo . Personalmente, riflettendo sulla concezione di Eraclito vado incontro a tanti dubbi, in quanto
se il divenire può essere concepito con la vita , e la staticità con la morte , e se il divenire implica la
trasformazione dell’essere , allora il divenire causa la morte ? Sulla base di questa riflessione, si
potrebbe affermare, a sua volta, che il divenire da dinamico diventa una condizione statica, essendo
causa della morte . Però questa condizione finale di non essere. Tutto ciò non è contemplato nel
concetto del panta rhei, perché esso è impensabile nel divenire dell’essere. Quindi ,a parer mio ,non è
possibile formulare un’ipotesi del genere alla luce del fatto che è ignoto ciò che c’è dopo la condizione di
essere . Quindi , a parer mio, se la condizione di morte non si può esprimere , non si può ritenere il
divenire delle cose , origine di tutto , dal momento che esso non è origine della morte , se la condizione
di morte rientra nella sfera dell’essere. Tale frammento mi colpisce particolarmente per il fatto che
spiega , la realtà della nostra condizione dominata dalla prigione del tempo , che dona vita, ma poi dopo
la riprende . Esso è un tema che apprezzo maggiormente rispetto agli altri , perché ha diversi intrecci
con la realtà , e aiuta a concepire gli eventi che coronano la nostra vita come situazioni che vengono e
vanno . Ma in questo non bisogna rinunciare alla gioia di vivere , perché i cambiamenti ci migliorano e ci
aiutano a riflettere sul futuro che ci spetta, perché il passato è un ricordo , ma il futuro è la felicità del
divenire.

2) Congiungimenti sono intero e non intero, concorde discorde, armonico disarmonico, e da


tutte le cose l'uno e dall'uno tutte le cose.

In questo frammento Eraclito , oltre ad esprimere la sua teoria dei concordi opposti , parla anche di un
altro tema : il logos. Quindi il termine ‘’logos’’, per questo filosofo , non esprime solo l’idea della
razionalità , ma innanzitutto questo termine significa “espressione , pensiero , dialogo e discorso” . Il
logos , è il mondo in cui viviamo tutti, quindi deve essere considerato comune a tutti noi, oltre ciò molti
non riescono ad ascoltarlo , o comunque non riescono ad interpretarlo , e per questo Eraclito definisce
tali persone dormienti. Solo i filosofi sanno vedere ed ascoltare la verità nel nostro mondo, con il
pensiero, molti invece si lasciano ingannare, dal falso incarnato nel nostro mondo. D’altra parte in questo
frammento è più presente il tema dell’unità dei contrari, secondo cui i contrari non sono tra loro isolati,
ma sono inscindibilmente uniti al loro opposto. Solo nel mondo reale vediamo “polemos” , cioè conflitto
tra questi elementi , poichè l’uno cerca di sovrastare l’altro, ma tutti sono legati fra loro dal “logos
universale” che è ricercabile nella natura interna e non in quella superficiale. Il legame tra i contrari che
si autoalimentano , è molto evidente nella parte finale del frammento “ e da tutte le cose l’uno e dall’altro
tutte le cose”, in cui Eraclito afferma che tutte le cose sono generate dai loro rispettivi opposti . Essa è
una condizione in cui mi ritrovo pienamente , se rapportata alla situazione attuale del nostro universo: il
cosmo è governato da forze contrarie che hanno reso possibile il pullulare di vita su diversi pianeti,
anche se la condizione di vita in altri pianeti diverso dal nostro è ancora da provare, creando quindi una
condizione di armonia. Tale pensiero trova un legame con l’attuale teoria astrofisica dell’Universo
pulsante, secondo cui tutto nasce da una singolarità , nonché il Big Bang, che si configura come un
nucleo denso di materia , in cui tutto è mescolato e tutto vi torna , con un processo definito Big Crunch
continuo , eterno ed infinito , in cui alla creazione (nascita), segue la lenta distruzione (morte), dove la
creazione , in fisica, è associata al processo di espansione e la morte a quello di contrazione che
determina successivamente un’implosione. È un concetto intrigante quello degli opposti che si
attraggono , generando armonia , quindi se il logos è causato da opposti che si influenzano
positivamente a vicenda , ciò significa, conseguentemente , che il logos è armonia nel caos e nel
conflitto , dato che in esso prendono corpo tutti gli opposti e anche quando noi siamo discordi in realtà in
esso siamo concordi e produciamo armonia. Mi ritrovo pienamente in questo concetto, visto che se il
cosmo è pensato come un’opposizione in costante divenire , il divenire stesso , sembra che generi
diversità , quindi questo principio segna incontestabilmente la distinzione e diversificazione di tutto. Di
conseguenza l’unità nasce nel logos , in cui tutto è diverso, ma dove tutto si ricongiunge e riunifica.
Tuttavia il logos , oltre ad essere un qualcosa che riunifica la diversità , non è sempre lo stesso ,
applicando il principio del divenire , perché la guerra , il conflitto , che costituisce il logos oltre a generare
distruzione , crea movimento ,che sta alla base del divenire di tutto. Quindi i contrari si originano , perché
tutto si modifica in maniera indipendente alle altre cose che ci circondano, ma poiché questo
cambiamento è causato dalla medesima sostanza : il tempo ; esse si potranno considerare simili perché
hanno in comune l’origine : i mutamenti di tutte le cose provengono univocamente dallo scorrere
imperturbato del tempo. La complessità di tutti i cambiamenti costituisce il logos, che riconosce l’essere
negli opposti. È il caso della vita , che non esisterebbe senza morte , non solo perché non c’è vita senza
morte, ma più precisamente perché la vita esiste quando c’è tempo , se il tempo non esistesse neanche
la vita potrebbe coesistere , ma al contempo , senza la morte , la vita non si potrebbe considerare tale,
dato che essa è formata da cambiamenti su cambiamenti che ci conducono alla morte , quindi ciò
significa che la condizione del “ non essere” è causata da trasformazioni , che a sua volta dipendono dal
tempo. I cambiamenti sono fasi di dinamiche conseguenze , senza mutamenti la vita non esisterebbe,
perché noi non saremo mai nati. Per cui , se consideriamo la vita , come un ‘ evoluzione di cambiamenti,
siamo costretti a considerare anche la finalità di queste azioni che ci portano a vivere la vita con i
cambiamenti che accadono . Però se accettiamo la vita , saremo obbligati anche a rassegnarci a una
morte , perché il continuo cambiamento , modifica il nostro organismo e ci rende pronti a portare a
termine determinati compiti , che noi possiamo scegliere di eseguire o meno , visto che le nostre azioni
dipendono dalla nostra volontà , da ciò che abbiamo intenzione di fare. Quindi possiamo scegliere di
cambiare la vita di altri o rimanere in un buio perenne che abbiamo creato attorno a noi, ma in ogni
caso , dobbiamo accettare che ogni cambiamento, che noi apportiamo o comune alla nostra natura, che
si verifica nella nostra vita, ci fa avanzare ogni giorno di un passo alla morte. Quindi sostengono questo :
se accettiamo di vivere una vita turbata da sofferenze ma segnata anche da gioie indimenticabili ,
dobbiamo rassegnarci anche all’altra parte nascosta della medaglia , come in ogni cosa ; più è alto il
livello che noi ci poniamo di raggiungere più inesplicabili saranno le conseguenze nascoste dietro di
esso.

3) Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare
i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos.

In quest’altro frammento Eraclito, parla del fuoco , tema ampiamente collegato al concetto di logos. Il
fuco per Eraclito è l’essenza della vita, e quasi l’archè , ma il logos , è superiore a tutto. Tuttavia il fuoco
rispecchia tutti i principi comuni al logos, come la dinamicità , il divenire , il cambiamento e il divino . Il
fuoco è un elemento sacro, simbolo di purificazione , perfezione e non è concepito assolutamente come
il fuoco distruttore , ma esso è principio di vita. Esso è l’emanazione di una convivenza di opposti :
freddo e caldo . Dentro è caldo ma le ultime fiamme che si rigenerano continuamente , nelle zone più
esterne , disperdono il calore nell’aria , raffreddandosi. Inoltre per Eraclito , il fuoco è principio di vita, e
questo lo si può notare nella sua interpretazione dell’attuale sistema solare, secondo cui al centro del
cosmo ci sarebbe l’Hestia un grande fuoco , circondato da tutti gli altri pianeti del cosmo . Eraclito
considera il fuoco , un elemento concreto in cui convivono allo stesso tempo vita e morte: la luce e il
calore del fuoco rimandano ad elementi positivi, ma non si può dire altrettanto per morte e distruzione ,
caratteristiche negative spesso associate al fuoco . Ciò significa che Eraclito riporta un esempio a
sostegno della sua concezione del logos, cioè della realtà, che secondo il suo parere è un gioco di
opposti . Tuttavia il fuoco può essere associato anche ad un’idea di immortalità dell’anima, condizione
molto comune nel mondo greco. Tutto ciò ha un fitto legame con le parole del frammento di Eraclito ,
perché sulla base di questi principi da lui formulati, si cela una riflessione profondissima sulla vita,
proprio in questo amo particolarmente tale frammento ,e lo considero uno dei più suggestivi tra tutti . Di
fatto dalle sue parole : “ tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profondo è il suo logos” , egli
afferma che ciò che origina il logos si cela , misteriosamente , dietro l’apparenza delle cose che origina ,
nonostante troviamo manifestazione di ciò che esso causa . Quindi ciò significa che ogni manifestazione
del Principio è anche un mistero. Il senso della vita, si può , a parer mio, cogliere nelle parole di questo
frammento , secondo cui esso sta nella tensione inarrestabile ed inesauribile al congiungimento che
l’uomo persegue , perché l’essere umano, per natura, deve e vuole ricongiungersi con ciò che
origina .Ciò è incontrollabile, perché ogni essere umano ha questa caratteristica dentro di sé. D’altra
parte credo che ciò sia anche la causa del divenire degli eventi , di seguito verrebbe da porsi la
domanda : e se fosse l’uomo a creare la realtà in cui vive, il susseguirsi degli eventi e il ricongiungimento
con se stesso? Ciò spiegherebbe il passare del tempo che apporta cambiamenti , come un qualcosa
creato dall’uomo, dalla necessità di sequenziare i cambiamenti a cui va incontro. Tuttavia Eraclito ,
sostenendo che tutto è logos, un conflitto perenne tra elementi contrastanti in cui tutto è regolato dal
fuoco sacro , doveva necessariamente ritenere che anche la vita è un conflitto dominato da armonia .
Ma quali sono i confini dell’anima a cui il filosofo fa riferimento? Credo , personalmente , che il concetto
di logos sia così vasto che non si possa esprimere neanche il significato dei confini dell’anima , tuttavia
se Eraclito afferma che il logos è verità , i confini dell’anima incarnano la verità che ognuno di noi si
prefigge di scoprire. Molte volte eseguiamo delle azioni senza riflettere su quello che facciamo , ma solo
dopo , quando è troppo tardi , ci accorgiamo che eravamo a un passo dalla verità , quindi come il logos
non può variare nel tempo , ma è formato da eventi che si modificano nel tempo, la vita e parte del
logos .Quindi capire cos’è , rende chiaro il concetto di vita . Il dinamismo che accomuna gli eventi della
vita , la descrive semplicemente , ma non può dire cos’è , perché se consideriamo valido il principio di
Eraclito secondo cui opposti si completano reciprocamente , non sapendo cosa sia la morte, essendo un
qualcosa di inspiegabile per il genere umano , non possiamo definire la vita , semplicemente come un
susseguirsi di eventi, perché gli eventi determinano cambiamenti , ma essi sono frutto del tempo ,
tuttavia se il tempo è immaginato dall’uomo , compatibilmente con il fatto che il divenire è causa del
tempo , non c’è ragione per credere che la vita esista. Ciò significa che se riteniamo che il passare del
tempo derivi da un’illusione della mente umana , la realtà che viviamo non può essere descritta dal
divenire degli eventi . Se accettiamo come attendibile tale ipotesi , la condizione del non essere
semplicemente non esiste . Ma la verità come dice Eraclito nel suo frammento , è occultata come i
confini dell’anima : per l’uomo è impossibile raggiungere i confini dell’anima , se non dopo la morte,
considerando, sulla base dell’ipotesi di Eraclito, che il fuoco è eterno come l’anima, come il logos che è
tanto profondo da essere possibile da scoprire solo in una condizione in cui la mente perde il
sopravvento , se riteniamo valida l’ipotesi secondo cui essa causa la percezione del tempo . Quindi
concordo con Eraclito nel fatto che una vita non è sufficiente per sapere la verità, ma l’essenza del logos
è intuibile ne confini dell’anima , da noi raggiungibili solo dopo la morte. Quindi dietro le riflessioni di
Eraclito rimangono molti interrogativi : Cosa siamo noi? Cos’è la vita e la morte? È reale ciò che
vediamo ? Domande che forse nel futuro avranno delle risposte grazie all’ingegno della mente umana.

4) “Comune infatti è il principio e la fine nella circonferenza del cerchio”

Eraclito in questo frammento crede che il divenire sia il risultato della trasformazione di ogni elemento
nel suo opposto ed è proprio nella trasformazione che gli opposti si uniscono . Gli opposti , quindi , per
Eraclito unendosi creano nuove armoniche realtà. Tuttavia egli utilizza all’interno di questo frammento
l’espressione “ nella circonferenza del cerchio”, infatti, essendo la circonferenza un insieme di punti
infiniti , che hanno tutti uguale distanza dal centro della circonferenza , riconoscibile intuitivamente come
un poligono con infiniti lati , si può affermare che l’origine e la fine dell’uomo è da ricercare in questo
complesso infinito. Eraclito quindi , alla luce di questa affermazione , riteneva che il principio fosse un
evento precedente alla fine e che il susseguirsi delle azioni acquisiva un andamento circolare. Tuttavia
c’è una strettissima correlazione fra dialettica dei contrari e il divenire: infatti se il mondo è dominato
dalla contesa, come sarebbe possibile la lotta senza il movimento temporale? Il conflitto è fuoco che si
muove e che stabilisce l’ordine divino, che secondo Eraclito avviene all’interno di una circolarità che mai
ha inizio e mai una fine. Personalmente apprezzo il paragone effettuato dal filosofo tra la condizione di
infinito dei punti illimitati della circonferenza del cerchio e il susseguirsi delle azioni. D’altronde non
concordo sul fatto che le azioni siano circolari e infinite, forse l’intento del filosofo era quello di associare
la forma circolare e chiusa , quindi circoscritta, del cerchio alla vita umana , che ha un inizio e una fine ,
come il cerchio . Tuttavia è come se venisse considerato che dopo il punto di inizio del cerchio la linea
che si origina da questo , completa più giri , ripassando sempre sullo stesso punto originario . Ma se
consideriamo il principio del divenire, che tutto muta nel tempo , i punti su cui passeranno le linee
successive alla prima originatasi da un punto della circonferenza, non saranno mai uguali perché
passeranno su dei punti che hanno la stessa posizione ma che non saranno più gli stessi della prima
volta a causa dello scorrere del tempo. In questo modo le linee circolari successive alla prima saranno
diverse poiché formate da punti differenti , mutati dal tempo. Anche nella vita , a volte , compiamo delle
azioni continue ma identiche , per la loro finalità ; un esempio è da ricercare nella routine quotidiana che
ci porta ad eseguire delle azioni monotone , le une identiche alle altre , ma che in molte persone non
causano monotonia , perché nonostante le azioni vengano condotte nello stesso spazio , esse sono
eseguite in momenti diversi , in un tempo diverso , in cui noi non siamo gli stessi . Ciò dimostra ,
pienamente , la validità della riflessione di Eraclito , secondo cui al variare del tempo , noi stessi
rimaniamo gli stessi ma il nostro punto di vista cambia , determinando variabilità nel susseguirsi di azioni
identiche . In questo mi ritrovo completamente , anche perché seguendo questa ipotesi , nell’eseguire
azioni identiche all’infinito , esse saranno sempre diverse, per via del nostro modo di essere che sarà
diverso . Ciò significa che la nostra percezione del mondo esterno cambia, come i punti di una
circonferenza.

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