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Dott. Filippo Mittino cospesnovara@libero.

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A mio parere una fase di mutazione. Altrettanto fondamentale per ladolescente quanto la nascita e i primi quindici giorni di vita per il neonato. La nascita una mutazione che permette il passaggio dal feto al neonato e il suo adattamento allaria e alla digestione. Ladolescente subisce una trasformazione di cui non pu dire nulla. Egli stesso, per gli adulti, oggetto di interrogativi, che da parte dei genitori, sono carichi dangoscia o pieni dindulgenza. Lo stato adolescenziale si prolunga in funzione delle proiezioni che i giovani ricevono dagli adulti e in funzione dei limiti di esplorazione che la societ impone loro. Gli adulti servono per aiutare un giovane ad affrontare le responsabilit e non essere ci che si definisce un eterno adolescente

(Dolto, 1990; pag. 7-8 )

Il contributo di Jean Piaget (1964): Stadio sensomotorio (0-2 anni): il bambino conosce il mondo in base a ci che pu fare con gli oggetti e con le informazioni sensoriali; Stadio preoperatorio (2-6 anni): il bambino si rappresenta mentalmente gli oggetti e comincia a comprendere la loro classificazione in gruppi; Stadio operatorio concreto (6-12 anni): la capacit logica del bambino progredisce grazie allo sviluppo di nuove operazioni mentali (addizione, sottrazione, ecc.); Stadio operatorio formale (dai 12 anni): il ragazzo capace di organizzare le informazioni in modo sistematico e pensa in termini ipotetico-deduttivi.
Assimilazione e Accomodamento : incorporare nei propri schemi i dati dellesperienza e modificare i propri schemi per adattarli alla realt.

Il contributo di Peter Fonagy e Mary Target (2001): Equivalenza psichica: il mondo interno equivale a quello esterno, non vengono considerati punti di vista diversi dal proprio; Far finta: lo stato interno disgiunto da quello esterno; Funzione riflessiva: funzione mentale che organizza, in termini di immagini mentali, lesperienza del comportamento del soggetto e dellaltro. Questa funzione permette la comprensione di sentimenti, desideri utili nel prevedere la relazione tra credenze ed emozioni nelle fasi dello sviluppo; inoltre determina le differenze individuali nellorganizzazione del S.

Il senso di colpa

Il senso di inadeguatezza

Abbiamo tutti sedici, diciassette anni - ma senza saperlo veramente, lunica et che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato. Siamo molto normali, non previsto un altro piano che essere normali, uninclinazione che abbiamo ereditato nel sangue. Per generazioni le nostre famiglie hanno lavorato a limare la vita fino a toglierle ogni evidenza - qualsiasi asperit che potesse segnalarci allocchio lontano. Col tempo hanno finito per avere una certa competenza nel ramo, maestri di invisibilit: la mano sicura, locchio sapiente - artigiani. E un mondo in cui si spegne la luce, uscendo dalle stanze - le poltrone sono coperte dal cellophane, in sala. Gli ascensori hanno talvolta un meccanismo per cui solo introducendo una monetina si accede al privilegio della salita assistita. Luso in discesa gratuito, sebbene in genere ritenuto inessenziale. Nel frigorifero si conservano i bianchi duovo in un bicchiere, e al ristorante si va di rado, sempre la domenica. Sui balconi, tende verdi proteggono dalla polvere dei viali piantine coriacee e mute, che non promettono niente. La luce, spesso, ritenuta un disturbo. Grati alla nebbia, per quanto assurdo possa parere, si vive, se quello vivere.

(Baricco, 2010; pag. 1-2 )

Separazioneindividuazione

Ladolescente chiamato a rendersi progressivamente indipendente, sia a livello intellettuale sia affettivo, dalle figure dei genitori.

I cambiamenti corporei della pubert richiedono alladolescente di costruire mentalmente e di poter pensare una nuova immagine di S. In questa nuova immagine non rientra solo la nuova potenzialit Mentalizzazione erotica e generatrice ma anche laccettazione della del S corporeo propria idea di mortalit.

(Maggiolini, Pietropolli Charmet, 2004)

Definizioneformazione di valori

E necessario per ladolescente costruire i valori che guidano le azioni individuali. Partendo dallidentit di genere si va cos a costituire un proprio modello valoriale, un proprio senso etico. Ci accade nellincontro con laltro (amico, pari, adulti di riferimento).

Il periodo delladolescenza porta con s il prendersi la responsabilit del ruolo socialmente riconosciuto Nascita sociale

(Maggiolini, Pietropolli Charmet, 2004)

Delusioni scolastiche, relazionali, sentimentali, separazioni imposte dalla crescita. Espressa attraverso imprese rischiose o in maniera depressiva. Tristezza Deriva da un momentaneo disinvestimento dalla realt esterna, si ripiegano su di s per riscoprire il proprio mondo interiore. La risposta a questo sentimento la creativit. Spesso ladolescente non si sente adeguato alle situazioni, reagisce fuggendo da esse.

Noia

Vergogna

(Pietropolli Charmet, 2008)

I ragazzi che producono cultura creano senza sosta, lavorando in uno spazio mentale profondo, pi vicino al corpo, al desiderio e agli affetti che alla mente razionale. Il loro linguaggio, di conseguenza, poco razionale ma saturo di significati affettivi, erotici ed aggressivi; per tale motivo essi preferiscono comunicare i propri messaggi con la danza, labbigliamento, la musica e la pittura. Il linguaggio verbale utilizzato pi per le sue possibilit espressive che per quelle esplicative: perci ricco dironia, sarcasmo, di toni forti ed pi vicino alla poesia che al saggio erudito (Miscioscia, 1999; pag. 30)

La cultura giovanile consente di comunicare a s stessi e agli altri stati danimo, un oggetto transizionale che mette in contatto dentro e fuori. La cultura giovanile trasforma sentimenti di inadeguatezza ed angoscia in messaggi culturali permettendo al ragazzo di gestirli meglio e di orientarsi in essi. La cultura giovanile permette di coltivare una vasta gamma di esperienze: un S maschile, femminile o infantile che verr integrato nella propria identit adulta. Alladolescente rimane larduo compito di integrare la cultura famigliare e quella del suo gruppo dappartenenza.
(Miscioscia, 1999)

A volte il compagno di banco di Narciso Edipo e spesso diventano amici. Quando raggiungono un certo livello di intimit si invitano a casa uno dellaltro e rimangono sbalorditi dalla differenza. A casa di Edipo il padre venerato, lo si vede poco ma molto presente simbolicamente e fervono preoccupati preparativi per il suo ritorno. La madre accoglie educatamente il nuovo amico del figlio ma qualcosa linsospettisce e fa parecchie domande. Narciso non crede ai suoi occhi e alle sue orecchie e prova una certa invidia per lorganizzazione istituzionale della famiglia di Edipo. Quando Edipo va a trovare Narciso non trova nessuno; Narciso non passa a salutare i genitori e fa come se fosse in casa sua e non in quella del padre. La madre di Narciso appare felice che a tavola si sieda anche Edipo e il padre molto simpatico e non fa neanche un po di soggezione e nessuna paura. Cos Edipo invidia Narciso che cresce in una casa un po disordinata ma molto accogliente e affettuosa.
(Pietropolli Charmet, 2005; pag. 21).

Distacco da una situazione conosciuta e inserimento in una situazione nuova ricca di incognite; Richiesta di essere allaltezza di una serie di prestazioni; Confronto con nuove regole istituzionali, spesso difficili da conoscere e da capire al primo impatto; Percezione di regole non esplicite, spesso agite inconsapevolmente dagli adulti, frutto di abitudini sedimentate pi che di regolamenti istituzionali; Impatto con insegnanti sconosciuti, e per i quali si degli sconosciuti; Ingresso in un gruppo, che non sempre accogliente, composto da individui isolati, tra i quali difficile prevedere quanta sintonia e quanta distonia si andr creando.
(Maggiolini, 1994)

Discontinuit

Tra i livelli scolastici. Tra gli apprendimenti. Sociale e territoriale.

Abbandono

Culturale: potrebbe mancare lappoggio della famiglia. Affettivo: poca attenzione ai bisogni che nascono con lingresso nella nuova scuola.

Svalorizzazione

Scolastica: sensazione di non essere accolti. Sociale: non accoglienza da parte dellambiente sociale. Famigliare: scarse risorse che non permettono linserimento sociale delladolescente.

(Maggiolini, 1994)

Gli adolescenti [] sono pi interessati alla verit che al sapere, sono curiosi, vogliono conoscere la verit sulle relazioni affettive, disponibili ad accettare il sapere se non una maschera, un modo degli adulti di nascondere, di non dire, un esercizio di potere, invece di un modo di insegnare e far crescere, di fronte al quale non resta che contrapporre le proprie bugie. (Maggiolini, 1994; pag. 149) Linsegnate un rappresentante privilegiato del mondo adulto non famigliare. Gli adolescenti studiano i docenti per valutare il loro stile, il loro rapporto con il sapere, ladeguamento con le convenzioni e lamore per la verit. Linsegnate pu recuperare un valore solo se ne possiede uno come persona e non soltanto come ruolo.

(Maggiolini, 1994)

Quello che mi ha colpito durante la consultazione iniziale stato che questi ragazzi [] sono accomunati dal comunicare in modo implicito un profondo disagio sul piano narcisistico, una profonda svalorizzazione di s, delle proprie possibilit e della propria capacit di pensare, si sentono, si vivono stupidi. (Pelanda, 1995; pag. 58) Sofferenza: discrepanza tra limmagine attuale di S e quella ideale, formata da ricordi e affetti sperimentati in situazioni di benessere vissute in passato. Vicende evolutive: se hanno consentito di costruire solide basi e se hanno permesso lintegrazione delle trasformazioni adolescenziali, ladolescente pu essere arricchito dallemergere delle nuove competenze, diversamente potrebbe svilupparsi in modo disarmonico. Realt esterna: terminato il tempo del rispecchiamento narcisistico genitoriale, essa diviene il luogo dove verificare le immagini mentali di S e degli altri, banco di prova nel quale ladolescente investe positivamente il suo S non ancora definito per costruire la sua identit corporea e pensante, giungendo quindi a fidarsi delle proprie capacit.
(Pelanda, 1999)

Ansia di separazione: il problema principale quello di lasciare lambiente famigliare; Fobia della scuola: il problema principale quello di affrontare lambiente extrafamigliare scolastico.

Reazione

Maschi
Comportamenti aggressivi e trasgressivi
(Maggiolini, 1994)

Femmine
Paura e ansia

Utile alladolescente per combattere vissuti di impotenza.


Ingigantire situazioni

Parti di S che ancora non sono presentabili allaltro.


Nascondere

Difficile integrazione

Dei diversi mondi in cui ladolescente si relaziona, conduce alla costruzione di uno spazio privato.

Interventi a scuola: evitare di drammatizzare la questione, individuare le cause, farsi mediatori tra ragazzo e genitori.
(Maggiolini, Riva 1999)

Essere

Ci si appropria di oggetti per essere qualcuno pi che per avere qualcosa, furti motivati da noia e tristezza.

Indipendenza

Piccoli furti di denaro per acquisire unindipendenza economica dai genitori.

Simboli

Dellidentit femminile o maschile; materiale scolastico (registro di classe simbolo della valutazione); ricordi di serate vissute con amici oppure di gite (cartoline, souvenir, oggetti sottratti in bar o ristoranti); riti di iniziazione. Interventi a scuola: i furti spesso originano da sentimenti di esclusione dal gruppo classe, evitare di fare i detective, favorire linserimento del colpevole.

(Maggiolini, Riva 1999)

Bullo

Frustrato sul piano scolastico, finge disinteresse per la difficolt ad apprendere. Si comporta da maschio adulto (ragazze, forza fisica, intimorisce docenti). Fondamentale lammirazione da parte dellaltro e la sua sottomissione, per tenere sotto controllo parti di S rifiutate, che minacciano lidentit virile.

Diverso

Persone diverse da lui (barboni, tossicodipendenti, omosessuali), in esse vengono proiettati gli aspetti di S che ladolescente disprezza, presente anche la paura dei genitori nei confronti della socializzazione extrafamiliare.

Interventi a scuola: aggressioni spesso legate a conflitti di leadership, necessario intervenire sui rapporti relazionali tra gli alunni (gestione conflitti ed emozioni).
(Maggiolini, Riva 1999)

Lasciare segno

Atti pi trasgressivi quanto pi forte il dubbio che la propria presenza sia priva di significato, dettati dalla paura di passare inosservati.

Protesta

Attacco diretto e sistematico ad attrezzature scolastiche per esprimere le frustrazioni derivate dallo studio e per sfidare gli insegnanti.

Comunicare

Passioni politiche, amorose, sportive; dettate dall eccitamento del momento. Interventi a scuola: cura per lambiente scolastico, evitare di punire attraverso i voti, promuovere rispetto reciproco insegnante-studente, adottare didattica stimolante.

(Maggiolini, Riva 1999)

Protezione

La mancanza di valori che orientino ladolescente lo porta a fare uso di sostanze per creare una dipendenza da esse simbiotica e protettiva.

Difficolt emotive

Scarsa tolleranza del dolore psichico insito nella crescita; ricerca del piacere e dello star bene; provocare sentimenti di angoscia nella famiglia (aggressivit).

Relazionale

Omologarsi al gruppo di amici che si frequenta; spacciare per guadagnare soldi e sancire la propria indipendenza rendendo lacquirente dipendente. Interventi a scuola: costruire un insieme di valori condiviso dal gruppo classe; sviluppare un buon clima relazionale.

(Maggiolini, Riva 1999)

Bisogni

importante saper leggere i vari comportamenti e accogliere i bisogni delladolescente, lasciando emergere anche i sentimenti negativi che sperimentano nei confronti delle scuola.
Utilizzare una normativa chiara e comune; non omologare nel gruppo chi deve essere punito; non usare i voti come punizioni; far seguire alle punizioni interventi educativi. Non contrastare limpulsivit ma responsabilizzarlo per il suo comportamento insegnandogli come gestirlo.

Norme e punizioni

Ladolescente vuole laltro a sua disposizione senza offrire per la sua disponibilit. Ambivalenza Vuole essere autonomo ma nel contempo aiutato.

(Maggiolini, 1994; Maggiolini, Riva 1999)

Rassicurare

Non farlo sentire solo davanti alle difficolt e agli insuccessi.

Mostrare i ritiri

Spiegare come il ritiro dalle difficolt impedisce un reale apprendimento, al di l dellapplicazione.

Relazioni

Confronto continuo con i colleghi per discutere i vari modi di intervento; mantenere contatti con le famiglie e, quando possibile, avere uno psicologo di riferimento. Sostenere elaborazione mentale: attraverso questi interventi possibile rendere narrabili e pensabili i comportamenti degli adolescenti.

(Maggiolini, 1994; Maggiolini, Riva 1999)

NARCISO GUARDA AL FUTURO


Ladolescente affascinato e spaventato dal futuro; pu vivere in modo sofferente e conflittuale i compiti evolutivi.

CREATIVIT
Ladolescente desideroso di crearsi un percorso di vita, unico e irripetibile.

RENDERE PENSABILE IL FUTURO


Ladulto deve farsi rappresentante della certezza che il futuro delladolescente pensabile e realizzabile, riorganizzando cos la speranza.
(Leonelli Langer, 2005; Maggiolini, 1994, 2009; Pietropolli Charmet, Bignamini, Comazzi, 2010)

Baricco A., (2010), Emmaus. Feltrinelli, Milano. Dolto F., (1990), Adolescenza. Esperienze e proposte per un nuovo dialogo con i giovani tra i 10 e i 16 anni. Mondadori, Milano. Fonagy P., Target M., (2001), Attaccamento e funzione riflessiva. Tr. It. Raffaello Cortina, Milano 2001. Leonelli Langer L., (2005), Riorganizzare la speranza: tra conservazione e cambiamento. In G. Cantarella, M. Sarno, (a cura di), (2007), Conflitti, affetti, cultura Franco Fornari 2005. Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti. Maggiolini A., (1994), Mal di scuola. Le ragioni affettive dellinsuccesso scolastico. Unicopli, Milano. Maggiolini A., (2009), Ruoli affettivi e psicoterapia. Il cambiamento sviluppo. Raffaello Cortina, Milano. Maggiolini A., Riva E., (1999), Adolescenti trasgressivi. Le azioni devianti e le risposte degli adulti. Franco Angeli, Milano. Maggiolini A., Pietropolli Charmet G., (2004), Manuale di psicologia delladolescenza. Compiti e conflitti. Franco Angeli, Milano. Miscioscia D., (1999), Miti affettivi e cultura giovanile. Franco Angeli, Milano. Pelanda E., (1995), Il fallimento scolastico come trauma narcisistico. In A. Novelletto, (a cura di), (1995), Adolescenza e trauma. Borla, Roma. Piaget J., (1964), Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia. Tr. It. Giulio Einaudi Editore, Torino 1967. Pietropolli Charmet G., (2005), Da Edipo a Narciso. In Minotauro (2005), Padri, madri e figli adolescenti. Da Edipo a Narciso: ventanni nel labirinto del Minotauro. La fabbrica dei libri. Pietropolli Charmet G., (2008), Fragile e spavaldo. Ritratto delladolescente di oggi. Laterza, Roma-Bari. Pietropolli Charmet G., Bignamini S., Comazzi D., (2010), Psicoterapia evolutiva delladolescente. Franco Angeli, Milano.

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