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Massimiliano Malgieri
Padova, 20/01/2017
Outline della lezione
Padova, 20/01/2017
1. Sum over paths
Padova, 20/01/2017
Sum over paths in Italia
Padova, 20/01/2017
Il cuore della proposta
P = PA + PB + PC ...
2
P = ψ A + ψ B +ψ C ...
Padova, 20/01/2017
Punti di vista epistemologici
Padova, 20/01/2017
Due livelli di intepretazione
Padova, 20/01/2017
2. L'approccio di Pavia
Padova, 20/01/2017
Linee generali del percorso
• Il percorso mira a superare l'approccio pseudo-storico adottato dalla gran parte dei libri
di testo e a mettere a fuoco aspetti concettuali della fisica quantistica che possano
rimanere parte del patrimonio culturale dello studente.
• Si cerca di far apprezzare appieno agli studenti l'importanza della regola per il calcolo
della probabilità quantistica esposto precedentemente, analizzando anche alcune
generalizzazioni.
Padova, 20/01/2017
L'introduzione del fotone
Si parte dalle prove dell’esistenza del fotone, e dell’attribuzione ad esso delle sue caratteristiche di
base: un’energia E=hν e una quantità di moto di modulo p=hν/c. I fenomeni discussi vanno
dall’effetto fotoelettrico (1905) all’effetto Compton (1920) fino agli esperimenti di doppia fenditura
condotti negli anni ’80 con luce di intensità talmente bassa da poter dire che un solo fotone alla
volta passa attraverso le fenditure. Tali esperimenti conducono al formarsi su uno schermo
fotosensibile di frange di interferenza costituite di singoli punti luminosi, che risultano per gli
studenti una prova visibile molto efficace dell’interpretazione della luce come composta di quanti. Si
ritiene importante soffermarsi sull’indivisibilità del fotone, al fine di evitare che gli studenti
costruiscano un modello alternativo per cui il fotone interferisce con se stesso perchè si divide
fisicamente in parti. A tal fine si presenta l’esperimento di Grangier et al. (1986) che dimostra come,
indirizzando un fotone alla volta verso uno specchio semiriflettente, e ponendo un rivelatore
(fotomoltiplicatore) a ciascuna delle sue uscite, solo uno dei due rivelatori scatti in coincidenza con
ciascun fotone emesso.
La luce va dunque interpretata come composta di oggetti discreti, ma non di particelle classiche.
Padova, 20/01/2017
Doppia fenditura con singoli oggetti quantistici
Fotoni (Grangier et al., 2005) Elettroni (Tonomura et al., Hitachi corp. 1989)
Padova, 20/01/2017
Il beam splitter e l'indivisibilità del fotone
Dal 1980 in poi si è sviluppata un’intera branca della fisica, l’ottica quantistica,
che si occupa di studiare il comportamento e le caratteristiche dei fotoni.
Padova, 20/01/2017
Il beam splitter e l'indivisibilità del fotone
La caratteristica principale del beam splitter è che, se un raggio di luce collimata
(ad es. una luce laser) viene diretta contro la sua faccia di ingresso, una
percentuale fissata (solitamente il 50%) dell’intensità luminosa viene riflessa,
secondo le normali leggi di riflessione, dalla faccia "diagonale" interna, mentre il
resto della luce viene trasmessa indisturbata.
Padova, 20/01/2017
Esperimento di Grangier
Padova, 20/01/2017
Un nuovo sistema-paradigma: il Mach-Zehnder
Padova, 20/01/2017
Il modello di Feynman
Padova, 20/01/2017
Il modello di Feynman
(Borello, 2002)
Padova, 20/01/2017
Il modello di Feynman
xb
Padova, 20/01/2017
Il modello di Feynman
Una volta ottenuta l’ampiezza ad un certo rivelatore, per ottenere la probabilità
di rivelare il fotone in quel punto occorrerà elevare al quadrato il modulo
dell’ampiezza risultante. Si otterrà in questo modo un numero proporzionale alla
probabilità di rivelazione.
Otteniamo quindi una fondamentale legge
quantistica per la somma delle probabilità:
Se un evento E può accadere in due modi
A e B tra loro indistinguibili, la probabilità
dell’evento è ottenuta sommando le
ampiezze (fasori) degli eventi A e B, e
elevando poi al quadrato. Cioè non P(E) =
P(A) + P(B) ma
2
P ( E ) = ψ ( A) +ψ ( B )
Dove la lettera greca psi indica,
tradizionalmente, le ampiezze. Si ha
quindi interferenza tra le due alternative.
Padova, 20/01/2017
Analisi della doppia fenditura
https://www.geogebra.org/m/GALGGPlo
Per determinare la probabilità di rivelare il fotone in R , vengono sommati tutti i vettori associati ai
possibili cammini che vanno da S a R ; e la probabilità risulta proporzionale al quadrato del modulo
del vettore risultante.
Nel caso di due fenditure F1 ed F2 , considerate come puntiformi, vi sono solo due cammini
possibili: S-F1-R ed S-F2-R. E’ allora semplice mostrare, adottando come usuale le approssimazioni
di Fraunhofer e di piccoli angoli, che i massimi di interferenza, ossia i punti sullo schermo dove la
probabilità di rivelare il fotone è massima, saranno quelli per cui i fasori associati ai due cammini
sono in fase, il che avviene se la loro differenza di lunghezza è ∆ = con ∈ ℤ . Al contrario i
minimi, dove la probabilità di rivelare il fotone risulta nulla, corrisponderanno a ∆ = + 1 ⁄2 .
Padova, 20/01/2017
Analisi della doppia fenditura
In questo primo esempio quindi i passaggi matematici sono essenzialmente gli stessi che si
effettuano per l’analisi dal punto di vista dell’ottica ondulatoria; ad essi è associata tuttavia una
diversa interpretazione, e viene costruito un diverso linguaggio. Anzichè di fase dell’onda si
parlerà di fase del vettore associato ad un dato cammino, ed anzichè di massimi e minimi di
interferenza dell’onda si parlerà di massima o minima probabilità di rivelare il fotone in un dato
punto dello spazio. L’interpretazione usuale dell’esperimento della doppia fenditura viene
recuperata attraverso la legge dei grandi numeri: se si inviano contro lo schermo un gran numero
di fotoni, essi si accumuleranno nelle zone dove la probabilità di rivelazione è maggiore, mentre
ben pochi saranno rivelati nei punti vicini a quello in cui è nulla, producendo le bande chiare e
scure che si osservano nella figura di interferenza.
In modo analogo alla doppia fenditura, anche con l'aiuto di simulazioni, vengono
trattati la determinazione dei minimi di interferenza nel caso della diffrazione da
singola fenditura, i casi dell’interferenza da tre e quattro fenditure puntiformi e,
attraverso una simulazione, il caso dell’interferenza con due fenditure non
puntiformi.
Padova, 20/01/2017
Una regola aggiuntiva per la riflessione
Se un cammino implica la riflessione del fotone all’interfaccia tra un
mezzo con indice di rifrazione minore a uno con indice di rifrazione
maggiore, il vettore associato a tale cammino riceve uno sfasamento di
π (180°).
https://tube.geogebra.org/student/muN23BWVo
Padova, 20/01/2017
I divisori di fascio
La regola per la riflessione ha conseguenze importanti per i divisori di fascio:
Padova, 20/01/2017
Analisi del Mach-Zehnder
https://www.geogebra.org/m/NvbZqpuA
Nell’esperimento vi sono due cammini possibili per ciascuno dei due rivelatori R1 ed R2 . Si assume che
l’apparato sia costruito in modo da essere completamente simmetrico, in modo tale che tutti i
cammini che vanno dalla sorgente a ciascuno dei due rivelatori abbiano la stessa lunghezza. Perciò,
non viene prodotto nei fasori associati ai cammininessuno sfasamento dovuto alla lunghezza del
cammino. Si conta allora il numero delle riflessioni esterne, dalla quale risulta che i fasori associati ai
due cammini S-R1 saranno in fase, sommandosi costruttivamente mentre quelli associati ai due
cammini S-R2 saranno in controfase, sommandosi distruttivamente, perciò la probabilità di rivelare il
fotone in R2 sarà nulla.
Padova, 20/01/2017
Analisi del Mach-Zehnder
L'analisi del secondo caso è ben diversa: in questo caso vi sono infatti solo due cammini possibili, uno
da S ad R1 ed uno da S ad R2 . Non vi è quindi alcuna interferenza; le probabilità di rivelare il fotone
ad R1 o ad R2 saranno proporzionali al quadrato del modulo di due fasori uguali, e dovranno quindi
essere uguali.
Padova, 20/01/2017
Misure senza interazione
Padova, 20/01/2017
Le misure which way
L’oggetto quantistico «esplora» tutte le vie; da P
questo deriva l’interferenza nell’esperimento delle
A
due fenditure. Ma se viene introdotto un
osservatore o rivelatore che rivela il passaggio
Interferenza dei
della particella ad una delle due fenditure, B cammini in P
l’interferenza scompare.
https://www.geogebra.org/m/GALGGPlo
P P
A A
Nessuna Nessuna
wave_particle_duality.ggb
B B interferenza in P
interferenza in P
Questo fenomeno è parte essenziale della classica formulazione del «dualismo onda-
particella»: se viene costruito un esperimento atto a verificare il carattere particellare
dell’oggetto quantistico, esso non potrà riscontrarne gli aspetti ondulatori, e viceversa.
Padova, 20/01/2017
Le misure which way
Dunque «cammini possibili», non solo nel senso di «compatibili con i vincoli fisici
imposti dal problema» ma anche «compatibili con l’informazione disponibile sul
sistema.
Padova, 20/01/2017
Il Mach-Zehnder con misura which way
Padova, 20/01/2017
Probabilità classica e probabilità quantistica
2
P ( E ) = ψ ( A) +ψ ( B )
P ( E ) = P( A) + P( B)
E non si avrà quindi interferenza tra le due alternative.
Padova, 20/01/2017
Un"modello funzionale" della dualità
1. Gli oggetti quantistici sono sempre rivelati come entità localizzate, ma la loro
probabilità di rivelazione è data dalla regola della probabilità quantistica
considerando tutti i cammini (o processi) possibili, che è responsabile
dell'emergere di fenomeni ondulatori;
2. Se sul sistema viene acquisita informazione, mediante una misura which way, i
cammini possibii per il sistema, per un dato esito della misura which way, sono
ridotti in numero e si perde l'interferenza, o in altre parole si applica la regola della
probabilità classica perchè processi non sono più indistinguibili.
Gli apparati sperimentali Zhou-Wang-Mandel e Mach-Zehnder svolgono un ruolo
cruciale nel chiarire questi punti per gli studenti.
Va messo in evidenza che, al contrario di quanto avviene nella fisica classica, il processo
di misura è interno, e non esterno, al modello.
Padova, 20/01/2017
Il principio di indeterminazione
Consideriamo la diffrazione
da singola fenditura con
fotoni singoli, a energia
fissata. Utilizzando la
simulazione possiamo
osservare, qualitativamente,
che la figura di diffrazione si
allarga al restringersi della
fenditura, e viceversa.
https://tube.geogebra.org/student/mSWnP0xGx
Per essere un po’ più precisi, l’incertezza sulla posizione del fotone è ∆ ≈ ⁄2
. Possiamo stimare la parte dello schermo su cui il fotone cade con maggior
probabilità con la parte compresa tra I primi due minimi, cioè tra i punti =
± ⁄ . Perciò possiamo stimare l’incertezza sull’angolo con cui il fotone è
partito come Δ = ⁄ e quindi Δ ≈ ∆ = ℎ⁄ da cui
d h h
∆x∆p x ≈ =
2d 2
Padova, 20/01/2017
Nella prospettiva moderna (da discutere eventualmente alla luce del dibattito
storico) il principio di indeterminazione non riguarda un disturbo causato al
sistema col processo di misura, sebbene vi sia stato su questo un lungo dibattito
storico che, in parte, prenderemo in considerazione. Riguarda invece una
proprietà intrinseca dei sistemi quantistici, ossia l’impossibilità che essi si trovino
in uno stato in cui i valori di grandezze tra loro incompatibili siano entrambe
precisamente definite, oltre un certo limite intrinseco.
Padova, 20/01/2017
Il principio di indeterminazione e lo stato dell'oggetto quantistico
Stato dell'oggetto quantistico
nel momento in cui attraversa
la fenditura.
Padova, 20/01/2017
Anche gli elettroni fanno così!!
Che gli elettroni (e tutte le particelle massive) abbiano un
comportamento analogo ai fotoni è previsto fin dall’inizio dalla fisica
quantistica. Il primo esperimento di tipo «doppia fenditura» con un
elettrone alla volta è stati eseguito nel 1976 da un gruppo di ricercatori
italiani (Merli, Missiroli e Pozzi). Questo esperimento è stato votato
come l'esperimento più bello della fisica, secondo un sondaggio
promosso dalla rivista Physics World nel 2002.
Padova, 20/01/2017
Diffrazione di molecole C60
Padova, 20/01/2017
Le particelle massive
Come possiamo interpretare tutto ciò? Ripartiamo dalla formula per la fase del
vettore associato al fotone: φ = kx-ωt .
Possiamo scrivere questa formula utilizzando grandezze che abbiano lo stesso
significato per fotoni e particelle massive?
Padova, 20/01/2017
Limite classico
https://tube.geogebra.org/st
udent/mRH0juaWD
Padova, 20/01/2017
La spirale di Cornu
Nella spiegazione del principio di corrispondenza dal punto di vista della somma
sui cammini ha grande importanza la "spirale di Cornu", tipica figura che forma
la somma dei vettori associati ai cammini in molti casidi interesse. Da essa si puà
osservare come i cammini che diano il maggior contributo alla probabilità
risultante siano quelli la cui lunghezza sta entro una lunghezza d'onda dal
cammino classico (traiettoria). Da qui si può capire in che modo il modello
preveda che, al diminuire della lunghezza d'onda, il comportamento del sistema
quantistico si avvicini a quello dell'oggetto classico.
https://www.geogebra.org/m/qTK7gICC
Rifrazione
https://www.geogebra.org/m/U4oiugBy
Rifrlessione
https://www.geogebra.org/m/UMbXFWOV
Padova, 20/01/2017
Limite classico
https://tube.geogebra.org/student/m971769
Padova, 20/01/2017
Cos' altro si può fare?
Effetto tunnel
https://www.geogebra.org/m/aJwL6lcO
https://www.geogebra.org/m/AHDnFdMx
Padova, 20/01/2017
3. Alcuni risultati
Padova, 20/01/2017
Verificare l’integrazione delle conoscenze: il paradigma KI
Nella didattica delle scienze, metodi di valutazione efficaci incentrati sulla verifica
dell'acquisizione di modelli mentali comprensivi e integrati sono stati forniti dalla
Knowledge Integration (KI) Theory (Lee et al., 2010; Liu et al., 2011).
Dal punto di vista della KI, l'apprendimento scientifico è tanto più soddisfacente
quanto più gli studenti articolano e verbalizzano le loro idee sugli argomenti del
curriculum, aggiungono nuove idee normative al loro repertorio, sviluppano criteri
scientifici per discernere le idee e per connetterle fra loro, e formano una visione più
coerente della scienza come risultato dell'integrazione tra varie idee scientifiche.
Una segno distintivo della prospettiva KI è l'enfasi sull'importanza della coerenza
interna nei modelli concettuali degli studenti, e nei collegamenti che esprimono tra le
le loro idee.
Padova, 20/01/2017
Compiti e griglie della KI
La linea di ricerca sulla Knowledge Integration ha sviluppato un metodo generale per valutare
l'apprendimento di argomenti scientifici complessi sulla base di domande a risposta aperta ("KI tasks"),
in cui gli studenti sono chiamati a spiegare fatti scientifici producendo un discorso organizzato nel
quale siano collegati diversi principi, leggi, o fenomeni.
Padova, 20/01/2017
Domande che richiedono argomentazione
Padova, 20/01/2017
Il metodo di analisi della KI
T2a:”Explain the outcome of Quantum object follows all The amplitude vector
the Mach-Zehnder paths, each path has an associated to each path is a
interferometer with one associated vector amplitude. unitary vector with phase
photon at a time (Figure 7)” proportional to path length.
Different paths giving the same
Ai fini dell'analisi con KI rubrics dividiamo experimental outcome Beam splitters add a π phase
interfere (quantum probability shift for internal reflection only.
la domanda in tre sostto-compiti e rule).
identifichiamo le idee rilevanti che T2b:”Explain the outcome of “which way” measurement In the new setup only one path
possono essere articolate, e connesse in the Mach-Zehnder makes paths of the quantum per outcome remains, so
modo scientificamente valido dagli interferometer with one object distinguishable. probability is necessarily 50% at
photon at a time and “which each detector.
studenti way” measurement (Figure 8) Distinguishable paths do not
interfere (classical probability The photon is an indivisible
rule). entity
T2c:” “Explain the apparent Contradiction with classical The photon does not follow
paradox and discuss the probability rule one single trajectory.
properties of quantum objects
highlighted by the Agreement with quantum The photon is an indivisible
experiment” probability rule (including the entity.
effect of “which way”
measurement)
Padova, 20/01/2017
Risultati
Padova, 20/01/2017
Domande che richiedono argomentazione
Facendo riferimento alla figura , si discutano i seguenti punti:
1. Se modellizzassimo l’elettrone come una particella classica, il risultato appare in
contraddizione con i principi della probabilità. Perché? Come si può risolvere il paradosso
con il modello di Feynman? Che significato ha quindi, per un oggetto quantistico, la
“somma (delle ampiezze) sui cammini”? Come si calcola la probabilità di rivelare un
oggetto quantistico?
2. Quali strumenti concettuali possono essere presi dall’ esperimento Mach-Zehnder del
quesito precedente per interpretare anche l’esperimento più bello della fisica?
T3a:”Compare the result to Classical corpuscle model The amplitude vector associated to Dall’esperimento di Merli, Missiroli, Pozzi
the expectation for predicts two “spots” only, in each path is a unitary vector with
classical particles and correspondence of the slits. phase proportional to path length.
explain”
Quantum objects follow all Rotation rate in space is
possible paths and produce proportional to the inverse of De
interference. Broglie wavelength.
Bright spots correspond to points in
which amplitude vectors associated
to paths are in phase.
T3b: “Find connections and Photons and electrons are If in the two slit experiment a
common concepts with the both quantum objects. detector is placed at one of the slits,
case of the Mach-Zehnder interference disappears, like in the
All quantum objects are
interferometer” Mach-Zehnder interferometer.
described by essentially the
same mathematical model.
Padova, 20/01/2017
Risultati
Analisi fenomenografica
Model Frequency (n=14)
Quantum model (quantum object follows all 9
possible paths, probability computed using
quantum rule) 9 studenti su 14 utilizzano un modello
Vague duality (e.g. only phenomenologically 2 quantistico per descrivere ll'esperimento
compares the classical and quantum result and delle due fenditure.
provides a vague statement of duality)
Incoherent / impossible to determine 1
No answer 2
Padova, 20/01/2017
Domande che richiedono argomentazione
Per “vedere” una particella dobbiamo fare in modo che essa diffonda la
“luce” che incide su di essa in maniera che una parte della “luce” diffusa
giunga ai nostri occhi o agli strumenti di rivelazione. Per fare ciò è
necessario che la lunghezza d’onda della luce utilizzata sia al più delle
dimensioni dell’oggetto che si vuole “vedere” .... (la domanda riporta il
seguito della presentazione di Amaldi)
Idee rilevanti, Idee rilevanti,
Subtask necessarie complementari
T1a:“Recognize that the The principle is Measurement does not
Commenta tale presentazione, rispondendo alle
presentation is not presented as the necessarily imply physical
seguenti domande: Quali punti oggi non sono più consistent with the consequence of a interaction.
accettabili come scientificamente corretti quando si current understanding of disturbance due to
Uncertainty appears in
parla di indeterminazione quantistica? Quali critiche the principle and measurement.
contexts unrelated to
possono essere mosse a questa trattazione explain”
Uncertainty is nowadays measurement.
dell’indeterminazione? Quali esempi possono essere understood as intrinsic
Single slit diffraction with
fatti per mostrare che la trattazione del testo non è indeterminacy.
variable slit width is a
adeguata? more faithful
representation of the
principle.
Padova, 20/01/2017
Risultati
Analisi fenomenografica
Model Frequency (n=14)
Quantum model (intrinsic indeterminacy) 8
Measurement disturbs system (agrees with text) 2 8 studenti su 14 adottano un modello
Deterministic hidden variable 1 pienamente quantistico del principio di
Undecidable, either quantum model or 1 indeterminazione (indeterminazione
unavoidable noise intrinseca).
No answer 2
6 studenti su 14 producono
un'argomentazione che connette in modo
scientificamente valido almeno due idee
("full" o "complex" link) per criticare la
presentazione di Amaldi del principio di
indeterminazione.
Padova, 20/01/2017
Il caso di Chiara
Esaminando in dettaglio il caso di uno degli studenti traiamo interessanti indicazioni su che tipo di
modelli mentali della fisica quantistica possono essere costruiti in un caso di successo per l'approccio
sum over paths. Va notato che Chiara non era, prima del percorso, una studentessa "eccellente" in
fisica, anche se otteneva generalmente risultati discreti. Schematizzando, possiamo individuare i
seguenti elementi:
1. Chiara identifica come elemento centrale e unificante per la teoria quantistica la regola per il
calcolo delle probabilità
I: Quindi secondo te la differenza maggiore tra fisica classica e fisica quantistica dove la trovi?
C: Beh Io pensavo alla probabilità, alla legge probabilistica
T: e quindi in particolare come effetti?
C: Per esempio, in particolare, stavo pensando alla probabilità di rivelare un fotone, sempre nel
caso dell’interferenza è uguale alla somma delle ampiezze al quadrato, mentre nella fisica classica
si sommano le probabilità, e anche se per esempio una biglia passasse, cioè se venisse una cuspide
da una fenditura e una cuspide dall'altra, come probabilità sommeresti le due probabilità, invece
non è così.
"Se modellizzassimo l'elettrone come una particella classica ci aspetteremmo che, come una biglia, o
passi da una parte o passi dall'altra e non si verifichi la figura di interferenza. La probabilità di
rivelare l'elettrone non sarebbe più quella quantistica = + + ⋯ ma quella classica =
+ "
Padova, 20/01/2017
Il caso di Chiara
2. Chiara ha ben chiaro il ruolo di "oggetto intermedio" del modello di Feynman e non attribuisce ad
esso un ruolo esistenziale. Anzi, si può dire che Chiara opera uno "shift ontologico" nel senso che
l'oggetto centrale del suo discorso è il modello, e non le proprietà classiche dell'oggetto, come la
posizione, la traiettoria etc.
C: Nella somma sui cammini all’oggetto quantistico è associato nel nostro modello matematico un
vettore; e il vettore compie un giro per ogni lunghezza d'onda, e praticamente un oggetto
quantistico, quando facciamo un esperimento, dobbiamo presupporre che compia tutti i cammini
possibili perché dal momento che noi non lo individuiamo non possiamo sapere da che parte è
andato e finché non lo riveliamo non possiamo sapere per certo dov'è andato
I: Visto che abbiamo parlato anche del questionario che abbiamo fatto all'inizio del corso questo
questionario ha stimolato delle riflessioni che si sono rivelate utili nel seguito del percorso?
C: Eh aspetti.. il questionario quello su i modelli matematici beh più che altro sul fatto del modello
matematico... anche il discorso che abbiamo fatto prima sulla realtà come è descritta dal modello
matematico più che altro sono quelle le riflessioni.
"All'oggetto quantistico è associato convenzionalmente un vettore, che compie un giro per ogni
lunghezza d'onda..."
"Questo avviene perchè i vettori associati ai due cammini percorsi dal fotone sono in controfase..."
Padova, 20/01/2017
Il caso di Chiara
3. Il modello della somma sui cammini permette a Chiara di spiegare, ossia di evidenziarne il senso
aiutandosi con una rappresentazione matematica/formale, la distruzione dei fenomeni di
interferenza in seguito ad una misura "which way", che costituisce un aspetto centrale del
dualismo onda-particella .
I: E come interviene l'acquisizione di informazione in un sistema quantistico
C: Probabilmente... se un sistema viene rivelato, cioè quando ottieni informazione non dovresti
perturbare il sistema ma succede che comunque scompare la figura di interferenza perché
comunque perdi dei cammini e quindi la figura di interferenza cambia cioè, se noi per esempio
abbiamo la probabilità di rivelare un elettrone o un fotone...
(...) I: Sì, ma ti ha convinto perché l'ha detto il professore e tu ti fidi del professore o
C: Eh, sempre per lo stesso motivo, perché studiando facendo esperimenti, è risultato evidente che
le cose vanno così. Anche per il modello matematico: se togli un cammino si distrugge
l’interferenza e quindi...
"Anche se il rivelatore non perturba l'esperimento, ottenere informazioni sui cammini cambia la
situazione. Se sappiamo che il fotone non è passato per un certo cammino la probabilità di trovare
il fotone varia poichè le strade possibili diminuiscono, infatti per determinare la probabilità di
trovare un oggetto quantistico dobbiamo tenere in considerazione tutti i cammini possibili"
Padova, 20/01/2017
Il caso di Chiara
4. Chiara è in grado di connettere "longitudinalmente" la fisica classica a quella quantistica.
I: Eh però a questo punto ti chiedo: se io applico la formula di de Broglie al tavolo
C: Quella della lunghezza d'onda
I: Sì
C: Eh ha una lunghezza d'onda ma è talmente piccola da risultare irrilevante: più l'oggetto è
grande più la lunghezza d'onda è piccola quindi non ci sono interferenze
"Gli oggetti quantistici hanno intrinseche delle caratteristiche che possono sembrare paradossali,
come l'indeterminazione per quanto riguarda la quantità di moto e la posizione".
Padova, 20/01/2017
Il caso di Chiara
6. Il discorso di Chiara presenta evidenza di riflessione metacognitiva e meta-teorica, un aspetto che
molti autori hanno collegato allo sviluppo di un processo di cambiamento concettuale
C: (...) Cioè, dipende. (pausa) può essere vista sia dal punto di vista di (pausa) dipende da come
intendi il concetto di logica perché se intendi... All'inizio pensavo di intendere il concetto di logica
come abitudine, quello che siamo abituati a pensare, ma poi ci ho ripensato e ho detto la logica
non è proprio come siamo abituati a pensare. Allora mi sono chiesta cos'è la logica? E quindi sono
un po' partita da Aristotele dalle regole di deduzione, dall'intuizione e via dicendo, poi ho visto che ci
sono dei corsi di logica matematica ma alla fine diciamo che ho visto che diventava troppo lungo e
ho abbandonato la strada e ho pensato un giorno ci tornerò sopra
I: Ma secondo te quali aspetti della logica formale vengono messi in discussione dalla meccanica
quantistica
C: Il principio del terzo escluso assolutamente, l'idea se c'è A e non A, le due cose sono
incompatibili, invece sembra che l'oggetto quantistico per esempio sia onda sia particella
Padova, 20/01/2017
Alcune conclusioni provvisorie
L'approccio di Feynman può contribuire a superare alcune delle difficoltà che sorgono
nell'insegnamento della fisica quantistica a livello di scuola superiore. In particolare, l'approccio offer
un modello funzionale naturale del dualismo onda-particella che aiuta gli studenti a costruire modelli
mentali più coerenti e integrati. L'idea della legge per il calcolo delle probabilità di eventi che
possono avvenire attraverso diversi "canali" alternativi come elemento centrale di differenza tra la
fisica classica e quantistica sembra avere un grande potenziale educativo, e permette di integrare
nell'insegnamento esperimenti moderni, specie di ottica quantistica, come quelli basati su misure
"which way".
Secondo i nostri dati, l'utilizzo coerente del modello di "oggetto quantistico" nell'ambito
dell'approccio di Feynman permette di evitare le incoerenze, evidenziate da altri autori, tra i modelli
mentali degli studenti riguardo l'elettrone e il fotone. Nella nostra sperimentazione inoltre, circa la
metà degli studenti sono stati in grado di riconoscere esplicitamente almeno alcuni aspetti del
parallelismo tra i due modelli.
Alcuni casi di particolare successo dimostrano che l'approccio di Feynman può portare, anche al
livello di scuola superiore, ad esempi di vero e proprio "cambiamento concettuale" verso
concezioni, atteggiamenti epistemologici e modelli genuinamente quantistici.
Padova, 20/01/2017
4. Alcuni esperimenti connessi alla fisica quantistica
Padova, 20/01/2017
Esperimento della doppia fenditura
Lo studio della doppia fenditura con la fotocamera dello smartphone, e in
generale gli esperimenti in cui la misura dell'intensità è cruciale, soffrono del
problema della "compressione gamma" delle immagini acquisite dalla
fotocamera, che può essere difficile da trattare.
Padova, 20/01/2017
Esperimento della doppia fenditura
Il sensore di luce dello smarphone può permettere una misura più "fisica" e un
diretto confronto con la previsione teorica.
Padova, 20/01/2017
Spettrometri home-made
SPETTRI
SIMMETRICI
ORDINI DIVERSI
Padova, 20/01/2017
Spettrometri home-made
Padova, 20/01/2017
Osservazione degli spettri e misura della costante di Rydberg
Padova, 20/01/2017
Osservazione e misura dello spettro di emissione dei LED
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L'effetto fotoelettrico
The photoelectric effect is studied using the standard PASCO ℎ/! apparatus used for the undergraduate laboratory.
The activity is divided in two steps:
1) By using a variable transmission filter, the stopping potential (in this case, the potential difference at the
terminals of the vacuum diode after electrical equilibrium is reached) is shown to be independent of the
intensity of the incident light.
2) By directing diffracted light of different colours to the intake of the vacuum photodiode box, students measure
that the stopping potential is instead dependent of the frequency of incoming light. The dependence is verified
to be approximately linear, and the value of ℎ is estimated.
The treatment of the dependence of photoelectric current on the intensity of incident light is qualitative: students
observe that, by increasing the light intensity through a variable transmission filter, the capacitance takes more time to
charge and adjust to a stable voltage level.
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Misura di h con i LED
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Misura dell'efficienza quantistica dei LED
Current vs. voltage (A) and illuminance (in lx) vs. voltage (B) curves for the Kingbright WP710A10SRC/E Super
Bright Red LED. Light intensity is measured on the LED axis at about 8 cm from the LED capsule.
FIlluminance vs. current (A) and efficiency in lx/W vs. current (B) curves for the Kingbright WP710A10SRC/E,
measurements in the same conditions as the previous figure. The graph (A) also shows the linear interpolation
of the data in the range 0-20 mA.
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Test concettuali basati sul lavoro di laboratorio
Type of answer n. of
students
(N=16)
Correct answer (B) 14
With correct 14
explanation
Answer C (no threshold) 1
Answer A (integration-like 1
process)
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Test concettuali basati sul lavoro di laboratorio
Type of answer n. of
students
(N=16)
Correct answer (true) 6
With correct 6
explanation
Wrong answer (false) 10
Incorrect explanation 10
based on the idea that
photoelectric effect
only depends on
frequency
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Bibliografia per argomenti
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Bibliografia per argomenti
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3. Aspetti sperimentali
Zhou, F., & Cloninger, T. (2008). Computer-based experiment for determining Planck's constant using LEDs. The
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Diodes (LEDs) and Photoelectric Effect. World Journal of Chemical Education, 3(4), 87-92.
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energy of photons emitted by LEDs. European Journal of Physics, 28(3), 493.
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photoluminescence using a low cost apparatus.” European Journal of Physics, 37(1), 015301.
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