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ETICA STOICA (Diog. Laert. VII; trad. M.

Gigante)

[84] Τὸ δ' ἠθικὸν μέρος τῆς φιλοσοφίας [84] Distinguono la parte etica della
διαιροῦσιν εἴς τε τὸν περὶ ὁρμῆς καὶ εἰς τὸν filosofia nella dottrina dell'impulso, in
περὶ ἀγαθῶν καὶ κακῶν τόπον καὶ εἰς τὸν quella del bene e del male, in quella delle
περὶ παθῶν καὶ περὶ ἀρετῆς καὶ περὶ τέλους passioni, e della virtù e del fine e del primo
περί τε τῆς πρώτης ἀξίας καὶ τῶν πράξεων (più alto) valore e delle azioni e dei doveri
καὶ περὶ τῶν καθηκόντων προτροπῶν τε e delle esortazioni e dissuasioni.
καὶ ἀποτροπῶν. Questa distinzione è applicata dai seguaci
οὕτω δ' ὑποδιαιροῦσιν οἱ περὶ Χρύσιππον di Crisippo, di Archedemo, di Zenone di
καὶ Ἀρχέδημον καὶ Ζήνωνα τὸν Ταρσέα Tarso, di Apollodoro, di Diogene, di
καὶ Ἀπολλόδωρον καὶ Διογένην καὶ Antipatro e Posidonio. Ma Zenone di Cizio
Ἀντίπατρον καὶ Ποσειδώνιον˙ ὁ μὲν γὰρ e Cleante in quanto filosofi dello Stoicismo
Κιτιεὺς Ζήνων καὶ ὁ Κλεάνθης, ὡς ἂν più antico distinsero l'argomento in
ἀρχαιότεροι, ἀφελέστερον περὶ τῶν maniera più semplice. Costoro però
πραγμάτων διέλαβον. οὗτοι δὲ διεῖλον καὶ suddivisero sia la Logica che la Fisica.
τὸν λογικὸν καὶ τὸν φυσικόν.

[85] Τὴν δὲ πρώτην ὁρμήν φασι τὸ ζῷον [85] Essi dicono che il primo impulso
ἴσχειν ἐπὶ τὸ τηρεῖν ἑαυτό, οἰκειούσης αὐτὸ dell'essere vivente è quello della
τῆς φύσεως ἀπ' ἀρχῆς, καθά φησιν ὁ conservazione e che gli è stato dispensato
Χρύσιππος ἐν τῷ πρώτῳ Περὶ τελῶν, dalla natura sin dall'inizio. Crisippo infatti
πρῶτον οἰκεῖον λέγων εἶναι παντὶ ζῴῳ τὴν nel primo libro Dei finisostiene che la
αὑτοῦ σύστασιν καὶ τὴν ταύτης prima proprietà di ogni essere vivente è la
συνείδησιν˙ οὔτε γὰρ ἀλλοτριῶσαι εἰκὸς ἦν sua stessa costituzione e la coscienza di
αὐτὸ αὑτῷ τὸ ζῷον, οὔτε ποιήσασαν αὐτό, essa. Non si può logicamente ammettere né
μήτε ἀλλοτριῶσαι μήτε οὐκ οἰκειῶσαι. che la natura renda a se stesso estraneo
ἀπολείπεται τοίνυν λέγειν συστησαμένην l'essere vivente (altrimenti non l'avrebbe
αὐτὸ οἰκειῶσαι πρὸς ἑαυτό˙ οὕτω γὰρ τά τε creato) né che lo abbia estraneo né che non
βλάπτοντα διωθεῖται καὶ τὰ οἰκεῖα l'abbia come creatura propria. 132*
προσίεται. Ὃ δὲ λέγουσί τινες, πρὸς Bisogna dunque dire che la natura che l'ha
ἡδονὴν γίγνεσθαι τὴν πρώτην ὁρμὴν τοῖς costruito lo concilia a se stesso come
ζῴοις, ψεῦδος ἀποφαίνουσιν. creatura propria; per questo respinge da
esso ciò che può danneggiarlo ed accoglie
tutto quello che si confà alla sua
costituzione. Mostrano che dicono il falso
quanti sostengono che il primo impulso
degli esseri viventi sia verso il piacere.

[86] ἐπιγέννημα γάρ φασιν, εἰ ἄρα ἔστιν, [86] Gli Stoici sostengono infatti che il
ἡδονὴν εἶναι ὅταν αὐτὴ καθ' αὑτὴν ἡ φύσις piacere, se realmente esiste, viene in un
ἐπιζητήσασα τὰ ἐναρμόζοντα τῇ συστάσει secondo tempo, quando la natura per se
ἀπολάβῃ˙ ὃν τρόπον ἀφιλαρύνεται τὰ ζῷα stessa ha cercato e rinvenuto tutto ciò che
καὶ θάλλει τὰ φυτά. s'adatta alla sua costituzione: in questo
modo gli animali hanno l'umor lieto e le
οὐδέν τε, φασί, διήλλαξεν ἡ φύσις ἐπὶ τῶν piante la piena fioritura.
φυτῶν καὶ ἐπὶ τῶν ζῴων, ὅτι χωρὶς ὁρμῆς Essi dicono inoltre che la natura non fa
καὶ αἰσθήσεως κἀκεῖνα οἰκονομεῖ καὶ ἐφ' alcuna differenza tra le piante e gli animali,
ἡμῶν τινα φυτοειδῶς γίνεται. ἐκ περιττοῦ perché essa regola anche la vita delle piante
δὲ τῆς ὁρμῆς τοῖς ζῴοις ἐπιγενομένης, ᾗ senza impulso e senza sensazione, e d'altra
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συγχρώμενα πορεύεται πρὸς τὰ οἰκεῖα, parte in noi si generano fenomeni nella


τούτοις μὲν τὸ κατὰ φύσιν τὸ κατὰ τὴν medesima guisa che nelle piante. Ma
ὁρμὴν διοικεῖσθαι˙ τοῦ δὲ λόγου τοῖς poiché agli animali è stato ingenerato per
λογικοῖς κατὰ τελειοτέραν προστασίαν sovrappiù l'impulso per mezzo del quale
δεδομένου, τὸ κατὰ λόγον ζῆν ὀρθῶς essi si dirigono ai loro propri fini, ne deriva
γίνεσθαι 〈τού〉τοις τὸ κατὰ φύσιν˙ τεχνίτης che la loro disposizione naturale si attua nel
γὰρ οὗτος ἐπιγίνεται τῆς ὁρμῆς. seguire l'impulso. E poiché gli esseri
razionali hanno ricevuto la ragione per una
condotta più perfetta, il loro vivere secondo
ragione coincide rettamente col vivere
secondo natura, in quanto la ragione si
aggiunge per loro come plasmatrice ed
educatrice dell'istinto.

[87] Διόπερ πρῶτος ὁ Ζήνων ἐν τῷ Περὶ [87] Perciò Zenone per primo nella sua
ἀνθρώπου φύσεως τέλος εἶπε τὸ opera Della natura dell'uomo definì fine il
ὁμολογουμένως τῇ φύσει ζῆν, ὅπερ ἐστὶ vivere in accordo con la natura, cioè vivere
κατ' ἀρετὴν ζῆν˙ ἄγει γὰρ πρὸς ταύτην secondo virtù, perché la natura ci guida alla
ἡμᾶς ἡ φύσις. ὁμοίως δὲ καὶ Κλεάνθης ἐν virtù. Così anche Cleante nel libro Sul
τῷ Περὶ ἡδονῆς καὶ Ποσειδώνιος καὶ piacere e Posidonio e Ecatone
Ἑκάτων ἐν τοῖς Περὶ τελῶν (Gomoll 1). nell'opera Dei fini.
πάλιν δ' ἴσον ἐστὶ τὸ κατ' ἀρετὴν ζῆν τῷ Crisippo nel libro primo Dei finiafferma
κατ' ἐμπειρίαν τῶν φύσει συμβαινόντων inoltre che il vivere secondo virtù coincide
ζῆν, ὥς φησι Χρύσιππος ἐν τῷ πρώτῳ Περὶ col vivere nell'esperienza degli accidenti
τελῶν˙ μέρη γάρ εἰσιν αἱ ἡμέτεραι φύσεις naturali; ché le nostre nature sono parti
τῆς τοῦ ὅλου. della natura dell'universo.

[88] διόπερ τέλος γίνεται τὸ ἀκολούθως τῇ [88] Per questo motivo il fine è costituito
φύσει ζῆν, ὅπερ ἐστὶ κατά τε τὴν αὑτοῦ καὶ dal vivere secondo natura, cioè secondo la
κατὰ τὴν τῶν ὅλων, οὐδὲν ἐνεργοῦντας ὧν natura singola e la natura dell'universo,
ἀπαγορεύειν εἴωθεν ὁ νόμος ὁ κοινός, nulla operando di ciò che suole proibire la
ὅσπερ ἐστὶν ὁ ὀρθὸς λόγος, διὰ πάντων legge a tutti comune, che è identica alla
ἐρχόμενος, ὁ αὐτὸς ὢν τῷ Διί, καθηγεμόνι retta ragione diffusa per tutto l'universo ed
τούτῳ τῆς τῶν ὄντων διοικήσεως ὄντι˙ è identica anche a Zeus, guida e capo
εἶναι δ' αὐτὸ τοῦτο τὴν τοῦ εὐδαίμονος dell'universo. Ed in ciò consiste la virtù
ἀρετὴν καὶ εὔροιαν βίου, ὅταν πάντα dell'uomo felice e il facile corso della vita,
πράττηται κατὰ τὴν συμφωνίαν τοῦ παρ' quando tutte le azioni compiute mostrino il
ἑκάστῳ δαίμονος πρὸς τὴν τοῦ τῶν ὅλων perfetto accordo del demone che è in
διοικητοῦ βούλησιν. ciascuno di noi col volere del signore
ὁ μὲν οὖν Διογένης τέλος φησὶ ῥητῶς τὸ dell'universo.
εὐλογιστεῖν ἐν τῇ τῶν κατὰ φύσιν ἐκλογῇ. Diogene definisce espressamente come fine
Ἀρχέδημος δὲ τὸ πάντα τὰ καθήκοντα l'agire razionalmente nella scelta di ciò che
ἐπιτελοῦντα ζῆν. è conforme alla natura. Archedemo
definisce fine la vita in cui si compiano
tutti i doveri.

[89] Φύσιν δὲ Χρύσιππος μὲν ἐξακούει, ᾗ [89] Per la natura conformemente alla
ἀκολούθως δεῖ ζῆν, τήν τε κοινὴν καὶ ἰδίως quale dobbiamo vivere, Crisippo intende
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τὴν ἀνθρωπίνην˙ ὁ δὲ Κλεάνθης τὴν κοινὴν sia quella comune sia quella umana nella
μόνην ἐκδέχεται φύσιν, ᾗ ἀκολουθεῖν δεῖ, sua propria particolarità. Cleante invece per
οὐκέτι δὲ καὶ τὴν ἐπὶ μέρους. Τήν τ' ἀρετὴν la natura che dobbiamo seguire intende
διάθεσιν εἶναι ὁμολογουμένην˙ καὶ αὐτὴν solo quella comune e non la natura
δι' αὑτὴν εἶναι αἱρετήν, οὐ διά τινα φόβον ἢ individuale. Per virtù egli inoltre intende
ἐλπίδα ἤ τι τῶν ἔξωθεν˙ ἐν αὐτῇ τ' εἶναι τὴν una disposizione spirituale armoniosamente
εὐδαιμονίαν, ἅτ' οὔσῃ ψυχῇ πεποιημένῃ equilibrata, degna di essere scelta in sé e
πρὸς τὴν ὁμολογίαν παντὸς τοῦ βίου. per sé, non per qualche timore o speranza o
διαστρέφεσθαι δὲ τὸ λογικὸν ζῷον, ποτὲ impulso esterno; nella virtù consiste la
μὲν διὰ τὰς τῶν ἔξωθεν πραγμάτων felicità e la virtù è come un'anima fatta per
πιθανότητας, ποτὲ δὲ διὰ τὴν κατήχησιν realizzare l'armonia di tutta la vita. L'essere
τῶν συνόντων˙ ἐπεὶ ἡ φύσις ἀφορμὰς razionale devia talvolta da essa, sia quando
δίδωσιν ἀδιαστρόφους. è sedotto da cose esterne 133* sia quando
subisce l'influsso di coloro che
frequenta, 134* perché la natura offre punti
di partenza non controvertibili né perversi.

[90] Ἀρετὴ δ' ἡ μέν τις κοινῶς παντὶ [90] La virtù considerata in generale è una
τελείωσις. ὥσπερ ἀνδριάντος˙ καὶ ἡ certa perfezione comune ad ogni cosa,
ἀθεώρητος, ὥσπερ ὑγίεια˙ καὶ ἡ come quella p. es. di una statua; la virtù è
θεωρηματική, ὡς φρόνησις. φησὶ γὰρ ὁ non teoretica, come la sanità fisica;
Ἑκάτων ἐν τῷ πρώτῳ Περὶ ἀρετῶν(Gomoll teoretica come la prudenza. Ecatone infatti
6) ἐπιστημονικὰς μὲν εἶναι καὶ nel primo libro Delle virtù dice che sono
θεωρηματικὰς τὰς ἐχούσας τὴν σύστασιν virtù scientifiche e teoretiche quelle la cui
ἐκ θεωρημάτων, ὡς φρόνησιν καὶ essenza deriva da principi speculativi,
δικαιοσύνην˙ ἀθεωρήτους δὲ τὰς κατὰ come la prudenza e la giustizia; sono virtù
παρέκτασιν θεωρουμένας ταῖς ἐκ τῶν non teoretiche quelle che per estensione si
θεωρημάτων συνεστηκυίαις, καθάπερ considerano vicine alle precedenti che si
ὑγίειαν καὶ ἰσχύν. τῇ γὰρ σωφροσύνῃ fondano su princìpi scientifici, come la
τεθεωρημένῃ ὑπαρχούσῃ συμβαίνει sanità fisica e la forza. Così alla prudenza
ἀκολουθεῖν καὶ παρεκτείνεσθαι τὴν che è virtù teoretica segue per estensione la
ὑγίειαν, καθάπερ τῇ ψαλίδος οἰκοδομίᾳ τὴν sanità fisica, come la forza si aggiunge alla
ἰσχὺν ἐπιγίνεσθαι. struttura della volta di un arco.

[91] καλοῦνται δ' ἀθεώρητοι ὅτι μὴ ἔχουσι [91] Si chiamano virtù non teoretiche,
συγκαταθέσεις, ἀλλ' ἐπιγίνονται καὶ περὶ perché non hanno il consenso della ragione,
φαύλους γίνονται, ὡς ὑγίεια, ἀνδρεία. ma sono fenomeni accessori e possono
τεκμήριον δὲ τοῦ ὑπαρκτὴν εἶναι τὴν rinvenirsi anche negli sciocchi, come la
ἀρετήν φησιν ὁ Ποσειδώνιος ἐν τῷ πρώτῳ sanità e il vigore fisico. Come prova che la
τοῦ Ἠθικοῦ λόγου τὸ γενέσθαι ἐν προκοπῇ virtù esiste realmente, Posidonio nel primo
τοὺς περὶ Σωκράτην, Διογένην, libro del suo trattato Dell'etica adduce il
Ἀντισθένην. fatto che Socrate, Diogene e Antistene
εἶναι δὲ καὶ τὴν κακίαν ὑπαρκτὴν διὰ τὸ conseguirono in essa un concreto
ἀντικεῖσθαι τῇ ἀρετῇ. διδακτήν τ' εἶναι progresso. Anche il vizio d'altra parte esiste
αὐτήν, λέγω δὲ τὴν ἀρετήν, καὶ Χρύσιππος realmente, in quanto si oppone alla virtù.
ἐν τῷ πρώτῳ Περὶ τέλους φησὶ καὶ Che la virtù si possa insegnare, è affermato
Κλεάνθης καὶ Ποσειδώνιος ἐν τοῖς da Crisippo nel primo libro Del fine, da
Προτρεπτικοῖς καὶ Ἑκάτων (Gomoll 8)˙ ὅτι Cleante, da Posidonio nei suoi Protrettici e
da Ecatone. D'altra parte una prova
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δὲ διδακτή ἐστι, δῆλον ἐκ τοῦ γίνεσθαι dell'insegnabilità della virtù è data dal fatto
ἀγαθοὺς ἐκ φαύλων. evidente, che i cattivi diventano buoni.

[107] Ἔτι τῶν προηγμένων τὰ μὲν δι' αὑτὰ [107] Inoltre delle cose scelte alcune sono
προῆκται, τὰ δὲ δι' ἕτερα, τὰ δὲ καὶ δι' αὑτὰ degne di essere scelte per se stesse, altre
καὶ δι' ἕτερα. δι' αὑτὰ μὲν εὐφυΐα, προκοπὴ per cause diverse, altre ancora per se stesse
καὶ τὰ ὅμοια˙ δι' ἕτερα δὲ πλοῦτος, e per cause diverse. Sono scelte per se
εὐγένεια καὶ τὰ ὅμοια˙ δι' αὑτὰ δὲ καὶ δι' stesse la dote naturale dell'ingegno, la
ἕτερα ἰσχύς, εὐαισθησία, ἀρτιότης. δι' αὑτὰ capacità di progredire e simili; per cause
μέν, ὅτι κατὰ φύσιν ἐστί˙ δι' ἕτερα δέ, ὅτι diverse la ricchezza, la nobiltà di nascita e
περιποιεῖ χρείας οὐκ ὀλίγας. ὁμοίως δ' ἔχει simili; per se stesse e per cause diverse la
καὶ τὸ ἀποπροηγμένον κατὰ τὸν ἐναντίον forza, la viva sensibilità, l'integrità fisica.
λόγον. Sono degne di essere scelte per se stesse
perché sono conformi alla natura, per altre
cause perché conferiscono non pochi
Ἔτι δὲ καθῆκόν φασιν εἶναι ὃ πραχθὲν vantaggi. Analogamente le cose degne di
εὔλογόν [τε] ἴσχει ἀπολογισμόν, οἷον τὸ essere rigettate sono rigettate per motivi
ἀκόλουθον ἐν ζωῇ, ὅπερ καὶ ἐπὶ τὰ φυτὰ opposti.
καὶ ζῷα διατείνει˙ ὁρᾶσθαι γὰρ κἀπὶ Inoltre gli Stoici intendono per
τούτων καθήκοντα. 'dovere' (καθῆκον) l'atto 144* che è
possibile giustificare razionalmente, in
quanto sia conforme alla natura nella vita,
che si estende anche alle piante e agli
animali: perché secondo gli Stoici anche in
queste si vedono i doveri.

[108] Κατωνομάσθαι δ' οὕτως ὑπὸ πρώτου [108] Fu Zenone il primo ad adottare il
Ζήνωνος τὸ καθῆκον, ἀπὸ τοῦ κατά τινας termine καθῆκον, che deriva da κατά τινας
ἥκειν τῆς προσονομασίας εἰλημμένης. ἥκειν, 145* in quanto il dovere si dirige o
ἐνέργημα δ' αὐτὸ εἶναι ταῖς κατὰ φύσιν incombe su certi uomini. Ed è un atto
κατασκευαῖς οἰκεῖον. τῶν γὰρ καθ' ὁρμὴν coerente alle disposizioni della natura.
ἐνεργουμένων τὰ μὲν καθήκοντα εἶναι, τὰ Delle azioni ispirate dall'impulso alcune
δὲ παρὰ τὸ καθῆκον, τὰ δ' οὔτε καθήκοντα sono conformi al dovere, altre sono
οὔτε παρὰ τὸ καθῆκον. Καθήκοντα μὲν οὖν contrarie al dovere, altre né conformi né
εἶναι ὅσα λόγος αἱρεῖ ποιεῖν, ὡς ἔχει γονεῖς contrarie al dovere. Sono conformi al
τιμᾶν, ἀδελφούς, πατρίδα, dovere le azioni dettate dalla ragione, p. es.
συμπεριφέρεσθαι φίλοις˙ τὸ καθῆκον δέ, onorare i genitori, i fratelli, la patria, avere
ὅσα μὴ αἱρεῖ λόγος, ὡς ἔχει τὰ τοιαῦτα, buoni rapporti con gli amici; non sono
γονέων ἀμελεῖν, ἀδελφῶν ἀφροντιστεῖν, conformi al dovere le azioni non ammesse
φίλοις μὴ συνδιατίθεσθαι, πατρίδα dalla ragione, p. es. trascurare i genitori,
ὑπερορᾶν καὶ τὰ παραπλήσια˙ non curarsi dei fratelli, non essere
d'accordo con gli amici, disprezzare la
patria e simili.

[109] οὔτε δὲ καθήκοντα οὔτε παρὰ τὸ [109] Né conformi né contrarie al dovere


καθῆκον ὅσα οὔθ' αἱρεῖ λόγος πράττειν οὔτ' sono quante azioni la ragione né impone né
ἀπαγορεύει, οἷον κάρφος ἀνελέσθαι, vieta di fare, p. es. togliere gli sterpi, tenere
γραφεῖον κρατεῖν ἢ στλεγγίδα καὶ τὰ ὅμοια lo stilo o lo strigile, e simili.
ETICA STOICA (Diog. Laert. VII; trad. M. Gigante)

τούτοις. Dei doveri alcuni sono incondizionati, altri


Καὶ τὰ μὲν εἶναι καθήκοντα ἄνευ condizionati. Sono doveri incondizionati p.
περιστάσεως, τὰ δὲ περιστατικά. καὶ ἄνευ es. prendersi cura della salute e degli organi
περιστάσεως τάδε, ὑγιείας ἐπιμελεῖσθαι καὶ sensori e simili; sono doveri condizionati
αἰσθητηρίων καὶ τὰ ὅμοια˙ κατὰ mutilarsi e sacrificare un possedimento.
περίστασιν δὲ τὸ πηροῦν ἑαυτὸν καὶ τὴν Analoga distinzione v'è nelle azioni
κτῆσιν διαρριπτεῖν. contrarie al dovere. Un'ulteriore distinzione
ἀνὰ λόγον δὲ καὶ τῶν παρὰ τὸ καθῆκον. ἔτι dei doveri è questa: alcuni sono sempre
τῶν καθηκόντων τὰ μὲν ἀεὶ καθήκει, τὰ δὲ validi, altri non sempre validi. È dovere
οὐκ ἀεί. καὶ ἀεὶ μὲν καθήκει τὸ κατ' ἀρετὴν sempre valido p. es. vivere secondo virtù,
ζῆν, οὐκ ἀεὶ δὲ τὸ ἐρωτᾶν καὶ non sempre valido dovere è l'interrogare e
ἀποκρίνεσθαι καὶ περιπατεῖν καὶ τὰ ὅμοια. il rispondere, il passeggiare e simili. Il
ὁ δ'αὐτὸς λόγος καὶ ἐπὶ τῶν παρὰ τὸ medesimo criterio vale anche per le azioni
καθῆκον. contrarie al dovere.

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