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Buddismo e Societ n.

109 - marzo aprile 2005

Speciale Dedicato a chi comincia

La preghiera

di Manuela Vigorita

Come attivare la nostra Buddit

foto: Fabrizio Martinez


Non c' felicit pi grande che avere fede nel Sutra del Loto. Esso assicura "pace e
sicurezza in questa vita e circostanze favorevoli nella prossima". Non permettere mai che le
avversit della vita ti preoccupino. Dopotutto nessuno pu evitare i problemi, nemmeno i
santi o i saggi. Semplicemente recita Nam-myoho-renge-kyo e, quando bevi sak, stai a
casa con tua moglie. Soffri per quel che c' da soffrire e gioisci per quello che c' da gioire.
Considera entrambe, sofferenza e gioia, come fatti della vita e continua a recitare
Nam-myoho-renge-kyo qualunque cosa accada. In questo modo sperimenterai una gioia
illimitata derivante dalla Legge
(Felicit in questo mondo, SND, 4, 157-8)

Non tutto si pu spiegare, non tutto si riesce a comprendere. La fede un salto. un modo
di saltare oltre le domande che la mente ci pone. una strada, un percorso dove non si
procede in modo lineare, susseguente, per deduzione, induzione o analogia. stare nelle
cose con la consapevolezza che le cose, tutte le cose, sono solo una parte della realt:
quella visibile, quella che si tocca. Il resto, tutto il resto, non lo sappiamo. Non sappiamo
quando moriremo, se rinasceremo, cosa c'era prima, cosa c' dopo. N perch, n come. E,
in questo mare cos grande di ignoranza, di cecit, cos grande quasi da fare male, avere
fede una scelta. scegliere una bussola, un mezzo per orientarsi, sentire e vivere la
propria vita. Pu sembrare un ulteriore modo di illudersi, e per chi sceglie altre strade lo .
Ma per chi sceglie di credere, la fede un potere. Nel senso buono, nel senso di forza che
si aggiunge alle proprie capacit e le moltiplica, le amplifica. Una forza, una potenza, a cui
non si accede tramite i pensieri, le riflessioni, i buoni propositi, il sapere, semplicemente
perch non bastano. C' bisogno di altro. C' bisogno di un gesto semplice e antico, umile e
potente. C' bisogno di pregare. Di cercare altro, al di l di quelli che sono i nostri limiti e le
nostre ricchezze personali. C' bisogno di fidarsi, di consegnarsi completamente, senza
riserve, senza dubbi, senza paure. Per questo cos importante decidere in cosa riporre la
propria fede. Perch diventiamo come bambini, pi che bambini, perch abbandoniamo
difese e strutture e sovrastrutture mentali e ci affidiamo. Ci lasciamo andare.
Chi sceglie di credere nel Buddismo di Nichiren spesso all'inizio si fida di qualcuno, dei suoi
occhi, delle sue esperienze, della sua gioia di praticare questo Buddismo. Ma solo una
porta che si apre. Varcarla, poi, un'azione personale. avere il coraggio e l'umilt di
recitare personalmente Nam-myoho-renge-kyo, malgrado non si sappia ancora bene cosa
vuol dire, da dove proviene, a cosa si approder. un primo, piccolo, grande salto di fede.
Poi, per tutta una vita, lo sforzo sar quello di credere che attraverso la recitazione di
Nam-myoho-renge-kyo la nostra Buddit pu emergere, manifestarsi, riempire la nostra
esistenza di una gioia che non dipende dagli eventi, dal bene, dal male che incontriamo. la
gioia stessa della vita, la gioia di sentire ovunque la Buddit esistere, anche nel dolore,
anche nella morte, anche nei sorrisi pi superficiali.
Ma che cos' la Buddit? Che cos' questo stato vitale che chi prega cerca nelle profondit
del proprio essere? In realt, non una "cosa", un nome, una risposta. una esperienza,
una esperienza di fede. Quello per cui pratichiamo c' gi nella nostra vita, e in quella degli
altri. C' come c' la pelle, la capacit di pensare, di amare, di sognare. C' la possibilit di
vivere e creare libert, felicit, "pace e sicurezza", come Nichiren scrive, la possibilit di
attraversare anche i mali e i dolori di tutta un'esistenza cogliendone la meraviglia, il senso,
l'intreccio, e provandone gioia. C' quando crediamo, quando ogni parte del nostro corpo,
della nostra mente, del nostro essere si fida e inizia a cercare proprio ci che il nostro karma
negativo, le nostre illusioni, le nostre limitate percezioni ci nascondono. Proprio l dove tutto
l'universo sembra dirci no, volerci fermare, l dove pi difficile, pi faticoso, l dove la fede
l'unica possibile apertura. Allora, come Nichiren ci ha insegnato, umilmente e con forza,
uniamo le mani, ci inginocchiamo o sediamo, abbandoniamo il nostro io piccolino, i nostri
dubbi, i nostri schemi mentali e semplicemente, molto semplicemente, iniziamo a voce alta a
recitare Nam-myoho-renge-kyo.
il nostro modo di cercare. Il modo per sperimentare che potere ha la fede.

NAM-MYOHO-RENGE-KYO, LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO E IL KARMA


Per il Buddismo gli eventi della nostra vita (e in genere ogni cosa nell'universo) non
avvengono per caso, n per opera del destino o di un'intelligenza superiore. Ogni cosa
succede solo come effetto di una causa, o meglio, di un insieme di cause, a loro volta effetti
di cause ecc., in una concatenazione molto simile a quella descritta da una legge della
fisica. Ma c' una particolarit che rende "mistica" questa Legge che sta alla base del
pensiero buddista: il fatto che l'effetto (in forma latente) si crea simultaneamente alla causa,
anche se si manifester successivamente. Questo non un fatto puramente teorico, ma
sostanziale. Soprattutto perch spiega come sia possibile che tutti i comuni mortali siano gi
Budda, adesso, anche se non se ne rendono conto. Questo il messaggio pi profondo
racchiuso nel Sutra del Loto, dove si dice che per realizzare la propria Buddit non occorre
aspettare di rinascere innumerevoli volte, n trovarsi un luogo diverso da quello dove si
(vedi box p. 11).
Recitare Nam-myoho-renge-kyo equivale a mettersi in sintonia con questa Legge. Infatti
nam significa "dedicare la vita", myoho significa "mistica Legge", renge (il fiore di loto)
rappresenta la simultaneit di causa ed effetto, e kyo (sutra) la nostra voce.
Attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo facciamo emergere la nostra natura
illuminata e ci rendiamo conto di come funziona questa Legge: perch, come dice
Shakyamuni la vera entit di tutti i fenomeni pu essere compresa e condivisa solo tra
Budda (SDL, 30).
Inoltre, quando ci poniamo da questo punto di vista illuminato, vediamo noi e il nostro karma
da una prospettiva totalmente diversa. La parola karma, che significa "azione compiuta",
l'insieme delle cause e degli effetti che ci portiamo dentro esistenza dopo esistenza, e
spiega le tendenze personali, le qualit fisiche e caratteriali, ma anche le circostanze
esterne con le quali interagiamo. Normalmente, il karma negativo ci fa soffrire e quello
positivo ci fa gioire. Ma affrontando la sofferenza con il DAIMOKU (vedi box a p. 15),
manifestando cos l'immenso stato vitale del Budda, il karma negativo viene illuminato e
privato della sua influenza, come quando il sole di giorno copre totalmente la luce delle
stelle. Quando facciamo emergere lo stato di Buddit nella nostra vita cessiamo di soffrire
per gli effetti negativi di ogni singola offesa passata. Ci significa dunque che per "un
comune mortale illuminato sin dal tempo senza inizio" (cio per ognuno di noi che possiede
in s lo stato vitale del Budda) l'esistenza del karma non la preoccupazione principale.
Esiste addirittura il concetto di "assumere volontariamente il karma appropriato". Quando
cambiamo il nostro karma in missione, ovvero utilizziamo la sofferenza che deriva dal nostro
karma negativo per approfondire la fede,recitando Daimoku e aumentando cos la capacit
di affrontare le sofferenze nostre e degli altri, trasformiamo il nostro destino da negativo a
positivo. Chiunque cambia il proprio karma in missione una persona che ha
"volontariamente assunto il karma appropriato". Perci chi affronta le sofferenze
considerando qualsiasi cosa come parte della propria missione, sta procedendo verso la
trasformazione del proprio destino.

LA PRATICA QUOTIDIANA: DAIMOKU E GONGYO MATTINA E SERA


La pratica fondamentale per ottenere l'Illuminazione nel Buddismo di Nichiren Daishonin la
recitazione di Nam-myoho-renge-kyo. Il Daishonin scrive: Praticare solamente i sette
caratteri di Nam-myoho-renge-kyo pu apparire limitato, tuttavia, poich questa Legge la
maestra di tutti i Budda del passato, presente e futuro, la guida di tutti i bodhisattva
dell'universo e la guida che permette a tutti gli esseri umani di raggiungere la Buddit, la sua
pratica incomparabilmente profonda (I desideri terreni sono Illuminazione, SND, 4, 144).
Talvolta Nam-myoho-renge-kyo viene indicato come il Daimoku (il titolo) del Sutra del Loto.
Nichiren afferma che l'essenza di questo sutra nel suo stesso titolo: Nel Daimoku,
Nam-myoho-renge-kyo, contenuto l'intero sutra [...]. Recitare Daimoku due volte equivale a
leggere due volte l'intero sutra, cento Daimoku equivalgono a cento letture del sutra e mille
Daimoku a mille letture (L'unica frase essenziale, SND, 4, 238-9).
Si recita Daimoku quando si vuole e quanto se ne vuole. All'inizio e alla fine della giornata,
inoltre, la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo viene inclusa nella cerimonia di Gongyo,
nella quale vengono declamati due brani del Sutra del Loto tratti dal secondo e dal
sedicesimo capitolo. Il "libretto di Gongyo" contiene la traduzione in cinese antico
dall'originale testo indiano del Sutra del Loto; noi occidentali leggiamo la traslitterazione nella
nostra lingua del suono degli ideogrammi, seguendone il ritmo.
Letteralmente, gon vuol dire "sforzarsi con disciplina" e gyo "continuare con costanza".
Dunque si tratta di una pratica da seguire con assiduit giorno dopo giorno.

I BENEFICI
Beneficio significa la ricompensa karmica della purificazione dei cinque organi di senso. Ku
(di kudoku) indica felicit. Inoltre sradicare il male chiamato ku e far sorgere il bene
chiamato doku. Kudoku (o beneficio) significa ottenere la Buddit nella forma presente e
purificare i cinque organi di senso (La raccolta degli insegnamenti orali)

Che cosa significa beneficio? Il Sutra del Loto afferma che significa purificare i cinque sensi
e la mente, cio tutte le funzioni fisiche e mentali, in modo che operino allo scopo di
sradicare il male interiore, trasformandolo in bene attraverso un lento processo di rivoluzione
individuale. Questi cambiamenti sono graduali e profondi; spesso passano inosservati come
la crescita di un albero, per questo sono chiamati anche benefici invisibili (myoyaku). Ma
ogni cambiamento interiore produce i suoi effetti sull'ambiente circostante che muta di
conseguenza, arrecando buona fortuna ai credenti del Sutra del Loto. Talvolta il
cambiamento positivo esplode improvviso e manifesto. In questo caso si parla di beneficio
visibile (ken'yaku). Generalmente si verifica quando la vita di un praticante attraversa un
momento particolarmente difficile, oppure quando necessario provare la validit della
pratica buddista ai nuovi credenti.
Nella nostra pratica quotidiana si deve mirare essenzialmente al primo tipo di benefici, pi
profondi e radicali, e soprattutto al pi grande beneficio invisibile, l'ottenimento della Buddit.

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