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In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si
riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo
alla
prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua
anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il
secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi
due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
«Chi non ama il fratello che vede, non può amare Dio che non vede.»
. E chi ha trovato Dio può ancora ritornare verso gli uomini e vivere con loro,
interessarsi di loro e lavorare con loro e per loro?
- IO E GLI ALTRI
Gli altri sono la nostra ricchezza perché possiamo imparare da qualcuno con una
cultura diversa dalla nostra, qualcosa di bello e nuovo, pur essendo diverso e non
rientrando quindi in ciò che noi riteniamo “ordinario”. Anche noi possiamo
relazionarci con gli altri dando loro il nostro aiuto o qualcosa di buono, che possa
andare a formare una relazione, ovvero un rapporto diverso a seconda delle
sottocategorie che compongono quella degli “altri”.
Fra gli altri rientrano le nostre famiglie, i nostri amici, persone importanti o che non
abbiamo mai conosciuto, con le quali possiamo instaurare rapporti diversi, più o
meno complessi. Aiutare gli altri dipende dalle diverse risorse che ognuno di noi
possiede, a partire dal comune aiuto nei confronti di un familiare o di un amico caro,
fino ad arrivare alle grandi associazioni a sostegno della ricerca per le cure a malattie
rare, o ancora centri di accoglienza per stranieri e senzatetto. L’aiuto crea un rapporto
diretto o indiretto con la persona alla quale viene dato. Le relazioni sono molto
importanti perché definiscono il nostro essere e se queste non esistessero resteremmo
chiusi non solo mentalmente, ma anche sentimentalmente, nella ristretta cerchia del
“noi”.