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25 Maggio

Ehara Hiroyuki e lo spiritual healing


Giappone nel contemporaneo. Terapie spirituali. Uno di quelli che convince si chiama
Ioannis Gaitanidis. Si occupa delle conseguenze del boom dell’occulto in Giappone. Fa
anche dei film.
A inizio anni 2000 nasce in Giappone lo spiritual boom. Nasce a fine anni ‘90 e dopo
prima decade di anni 2000 sembra declinare ma in realtà le terapie che questo fenomeno
dello spiritual boom aveva popolarizzato continuano ad esistere in circoli piccoli di
praticanti con clienti entusiasti.
Queste terapie spirituali Yohannis le inserisce nella storia dei rituali di healing in
Giappone. Vuole dimostrare come il successo di queste terapie spirituali oggi in realtà
sia spiegabile attraverso due fattori fondamentali:
1. queste terapie sono simili alle tecniche usate da nuovi movimenti religiosi in
Giappone;
2. critica culturale promossa da queste terapie che è caratteristica proprio delle teorie e
delle pratiche dell’occulto moderne riadattate oggi per le esigenze e per colmare quel
vuoto che si è creato nella società giapponese dopo l’Aum jiken.
Incidente del marzo del 95 provocato dal movimento religioso chiamato Aum
Shinrikyo> gas nervino con cui si colpisce la metro di Tokyo. Aum Shinrikyo è un
nuovo movimento religioso, il leader è Asahara Shoko. Insieme ad altri giudicato e
condannato a morte nel 2014. Considerato un movimento terroristico in quanto
commette serie di reati con giustificazione di salvare il mondo distruggendolo. Hanno
pratiche ascetiche severe. È stato un evento importante con ripercussioni costanti che ha
cambiato anche la periodizzazione delle nuove religioni giapponesi. Ancora oggi c’è
fragilità nel rapporto tra opinione pubblica e religioni dovuto a questo incidente.
Yohannes si sofferma sul concetto di autocoltivazione che è centrale nei metodi di
healing giapponesi. Secondo Yohannes le terapie spirituali sembrano aver semplificato
l’autocoltivazione così da rafforzare un discorso più generale sull’appartenenza etnica e
su gli stili di vita e quali stili di vita siano più adatti a una clientela giapponese.
Yohannes ha studiato in una università conservatrice, la kokugakuhin, chiamata anche
Shinto University ma il suo approccio non è conservatore. Ha però potuto sperimentare
il nihonjinron (discorso che distingue i jap dal resto del mondo. Se i jap tendono al
comunitarismo il resto del mondo è individualista. Sono unici, hanno etnia unica,
superiore, di origine divina. Avendo lo shintoismo i jap hanno una natura spirituale cosa
che altri non possono avere e nessuno sarà mai spirituale tanto quanto i jap.)
Yohannes inizia il suo articolo parlando di una sua esperienza. La sua esperienza nel
2009 a Enoshima, isola a sud di Tokyo. Resort molto frequentato. Lui era lì e prende un
caffe con gruppo di persone. Sono in un ristorante italiano. Sentono le cicale, è agosto. È
un posto abbastanza silenzioso. Setting che poteva ricordare estate mediterranea.
Enoshima è considerata un powerspot> luoghi che hanno potenza particolare per
rigenerare la propria energia vitale. La signora Momoyama (nome inventato da
Yohannes) l’ha invitato a un incontro con tre terapeuti spirituali, tutte donne sui 30 anni,
e i loro clienti più affezionati, due donne e un uomo. Il progetto era quello di poter
elaborare ulteriormente un’intervista fatta a questa donna e a sua sorella Chikamatsu,
entrambe di 40 anni e che avevano un healing salon al centro di Tokyo. Healing,
divinazione e miracoli molto spesso inseriti in contesti di beauty care. Autore vuole
capire lo spiritual business in Giappone. Due partecipanti al dibattito al ristorante erano
due studenti al Teta healing Japan, una scuola piuttosto nuova. Scuola che voleva
fungere come filiazione di una scuola che sta in USA, Teta healing Institute of
Knowledge. In genere i praticanti dello Teta healing usano una tecnica che connette il
loro teta (onde celebrali della meditazione) con lo healing universale (energia curativa
universale), per creare uno healing che sia contemporaneamente fisico, emotivo e
spirituale. Questa istituzione ha anche un blog ufficiale che descrive una sessione di
questo teta healing. Una sessione tipica inizia con lo healer che discute il tuo problema
con te, poi usa il muscle testing, è un esempio del flusso di pratiche occulte che sono sia
all’interno sia all’esterno del Giappone. È un metodo di diagnosi della malattia inventato
da un medico giapponese, Omura Yoshiaki, il quale crede che il corpo del paziente possa
dare segnali della presenza della malattia attraverso l’agio con cui le due dita del
paziente possono formare una “o” e come queste due dita si distaccano quando il medico
esamina il corpo. Questa tecnica è stata inventata negli anni 80 e divenne molto popolare
nei circoli di terapeuti dopo che Omura si trasferisce in USA a inizi anni ‘90. La tecnica
è poi rientrata in Giappone, oggi però si crede sia tecnica americana in Giappone.
Questo muscle testing (o bidigital testing) si usa per verificare le credenze che sono in
qualche modo limitanti e che si trovano nel subconscio. Sono credenze che ti
impediscono di raggiungere i tuoi scopi. Per cambiare le credenze del paziente lo healer
compie un energy work. La maggior parte dei clienti dice di aver sentito rilassamento
durante l’esperienza di healing, alcuni hanno sollievo istantaneo dai loro dolori fisici.
Alcuni invece cominciano a vedere la loro vita da una prospettiva completamente nuova.
In genere queste sessioni durano un’ora e il teta healer può agire sia sullo healing fisico,
sia sul cambiamento di queste credenze che limitano, sia può instillare nuovi pensieri e
nuove emozioni positive eliminando spazi con energia negativa.
Il terzo terapista era un reconnective healer che si è specializzato in una terapia inventata
da Eric Pearl. Eric Pearl scopre questa terapia per caso, dopo che uno zingaro ha
riallineato il suo corpo con il pianeta, i meridiani del suo corpo alle linee griglia del
pianeta. Pearl capisce che può curare le persone tenendo la sua mano vicino al corpo dei
pazienti senza toccarli. Questa tecnica si diffonde nell’ultima decade in tutto il mondo e
in Giappone a partire dal 2006 quando iniziarono ad essere offerti dei seminari di Eric
Pearl. Ci sono più di 100 praticanti di questo reconnecting healing in Giappone e la
maggior parte è a Tokyo.
Oltre a queste due sorelle che lo hanno invitato al dibattito e che praticavano una serie di
terapie del rain drop (massaggio con oli) allo spiritual counseling – letture di vite passate
è che è una sorta di ipnosi.
Estratto della discussione: l’uomo di 20 anni dice che è stato molto infelice nella sua
vita, infelice del lavoro come ingegnere in quanto molto stressante. L’uomo era
depresso. È arrivato al salon di Momoyama ma dopo la prima sessione si rende conto
che poteva affrontare le questioni di lavoro in modo diverso perché era già diventato
diverso. Signora Momoyama gli risponde: si, sei diverso, noi siamo diversi e speriamo
che prima o poi tutta l’umanità possa aprire gli occhi (mesameru).
Quel luogo era stato scelto come centro di questo business, ci sono luoghi prescelti per
parlare dell’occulto e di queste tecniche di healing. In questi luoghi si affrontano questi
argomenti con una certa tranquillità. Quasi tutti gli informatori di Yohannes avevano
aperto il loro salon a inizio anni 2000. è chiaro che lui può confermare la nascita di un
interesse un po' improvviso, interesse per queste tecniche spirituali nel Giappone
contemporaneo. Questo si può spiegare attraverso le condizioni socio-economiche in
cambiamento in Giappone. Yohannes distingue tre generazioni di terapeuti:
1. Si dedicano a questi hobby alternativi per sfuggire a una routine alienante, stabile ma
monotona.
2. Composta da quelli che durante la bolla economica avevano visto nei loro hobby
un’opportunità per guadagnare un extra.
3. Fan e praticanti cresciuti in uno nuovo setting, il luogo spirituale. Entrare nel
business spirituale sembrava una scelta legittima e poteva diventare remunerativo.
Questo spiritual business nel 2010 stava diventando una e vera propria professione. Ci
sono anche dei costi che deve affrontare un terapeuta per diventare un terapeuta
professionista. Molto spesso c’è stata quindi una commercializzazione della terapia. Il
business spirituale è un’attività in cui si ricevono dei benefici mondani che possono
essere paragonati all’acquisto di un omamori, talismano protettivo.
C’è stata un’influenza di idee esoteriche occidentali sullo sviluppo dello healing
giapponese sin dal periodo moderno. C’è una caratteristica comune tra forme
popolarizzate di esoterismo moderne e contemporanee. Per esempio lo spiritismo del
XIX secolo, il movimento new age e lo spiritual boom giapponese.
La caratteristica comune è la critica culturale che queste forme esprimono attraverso
discorsi e pratiche localizzate. Ovvero, le terapie spirituali condividono molte
caratteristiche delle tecniche di healing del Giappone moderno e contemporaneo MA
esprimono anche delle idee contro-culturali usando concetti che risuonano nella società
giapponese odierna e che ci possono far capire perché queste terapie spirituali sembrano
nuove (non necessariamente lo sono).
La prima parola che dovrebbe essere problematizzata è spiritual > supirituaru
(katakana). È diventata una parola in voga in Giappone dopo la Aum Shinrikyo. Questa
parola rappresenta dei tentativi di parlare di qualcosa che prima era inserito in ambito
religioso, ma che poi diventa problematico discutere come religione dopo incidente del
95. Dopo questo incidente nuove terminologie vengono portate alla luce per sostituire
quelle vecchie.
Se guardiamo allo sfondo del Giappone POST-Aum spirituaru esprime sia la religiosità
sia un sentimento contro-religioso. In questo secondo significato c’è tutto il valore che i
terapeuti spirituali attribuiscono alla parola.
Queste terapie spirituali calzano a pennello con il modo in cui i nuovi movimenti
religiosi si sono sviluppati nel XX secolo anche proprio per quanto riguarda le loro
caratteristiche contro-culturali, le loro pratiche di healing e anche in termini di
commercializzazione di queste pratiche.
Ci sono però voci di terapeuti che devono essere considerate. I terapisti spirituali
rivendicano la loro differenza e superiorità rispetto ad altri praticanti magici religiosi e
ad altre persone in generale. C’è in loro una mescolanza di nostalgia nazionalistica per
una spiritualità giapponese innata insieme però anche a una sorta di nostalgia ingenua
per i vantaggi dell’individualismo americano. Ponendo ciò in cui credono sia in un
discorso di contro-cultura sia nel contesto di idee simili proposte da personaggi meno
recenti dello spiritismo giapponese, si capisce che ciò che loro rivendicano non separa
questi nuovi praticanti da altri healers che si basano per il loro healing sulla fede.
Se le terapie spirituali sono diverse da altri riti di healing in Giappone, è proprio nel fatto
che loro hanno ridotto l’autocoltivazione a qualcosa di più semplice: entrare in contatto
con il sé interiore, senza fornire alcun modello o linea guida etica, ad eccezione del
positive thinking > pensare positivo. È anche inseribile in un contesto più ampio, ovvero
l’uso delle teorie del nihonjiron e promuovono una combinazione della spiritualità
giapponese unica con i valori individualisti tipici dell’occidente. Fanno questo
amalgama per riempire il vuoto simbolico che è proprio caratteristico del Giappone dopo
Aum.
In genere è abbastanza consolidato che l’attacco alla metro di Tokyo e l’attività
mediatica contro i gruppi religiosi in Giappone ha determinato una svolta nella storia
giapponese contemporanea. L’incidente ha causato uno shock immenso in quanto ha
portato alla luce una serie di problematiche sociali: attività mediatica irresponsabile,
polizia incompetente, training etico nel sistema educativo è superficiale, influenza
violenta di manga e anime, religiosi sono poco credibili.
Ricerche recenti sul paesaggio religioso giapponese dimostrano che il pubblico ha
avversione verso il termine shukyo (religione) a partire dal 1995. Piuttosto che questo
shukyo c’è stato un interesse nei fenomeni spiritistici dell’occulto che in realtà non è
scomparso dopo l’incidente della Aum Shinrikyo.
Un altro studioso in un saggio sul rapporto tra religione e tv in Giappone ha concluso
che in anni ‘90 gli show tv sui reinosha (persone che hanno capacità spirituali) non
erano pochi. Questi show continuano ad esistere fino all’annuncio della cattura del
leader di Aum. Dopo questi programmi sono scomparsi per un breve periodo e
ricompaiono l’anno dopo. Piano piano gli spiritualisti riappaiono in tv e hanno
continuato ad estrarre concetti (per esempio come quello del culto degli antenati) dal
contesto religioso per rappresentarli come una sorta di luogo comune che dovrebbe
essere perfettamente naturale per il popolo giapponese. I giapponesi cioè avrebbero il
“pollice verde” del culto degli antenati in modo innato. C’è stata quindi una copertura
mediatica sempre più forte della cosiddetta religiosità non religiosa del Giappone. In
questo contesto si può capire meglio la parola spiritual in Giappone.
All’inizio degli anni 2000, insieme a questi terebi reinosha, un’altra figura ha raggiunto
apice mediatico appellandosi all’interesse dell’audience giapponese nei confronti dello
healing. Questo è Ehara Hiroyuki, un sacerdote Shinto che alla fine degli anni 80 va a
Londra per studiare alla Spiritualism Association of Great Britain. Qui incontra Doris
Collins, uno dei più grandi sensitivi britannici, è una donna. Collins gli ha consigliato:
come me nel Regno Unito, sii tu colui che trasmette la verità in Giappone. Ehara ritorna
in Giappone nel 1989 e apre un centro di ricerca sullo spiritismo e qui come reinosha
offre delle sessioni ai suoi clienti. A inizio anni 90, scrive delle colonne giornalistiche in
riviste femminili sul fortune telling. Nel 2003 appare in TV e poi diventa un consigliere
spirituale in due show televisivi (2 slide): Lettere dal Cielo e La fontana dell’Ora.
Ehara aveva carisma, ha avuto un grande seguito. Ha lanciato uno spiritual boom.
Spiritual in katakana collegato ad altri concetti come sesso, istruzione, dieta alimentare.
Sono tutti tentativi di spogliare l’attività religiosa della connessione inaffidabile con
l’appartenenza a una organizzazione religiosa.
Uno studioso giapponese ha riassunto il pensiero di Ehara così: per lui gli uomini
muoiono ma le anime sono eterne, siamo tutti protetti da uno spirito guardiano e
dobbiamo apprendere i principi spirituali che ci consentiranno di raggiungere lo stato di
divinità. Le religioni non sono che delle coperture fatte dagli uomini.
Ehara esprime una cosmologia che è familiare a tutta la letteratura del movimento new
age e a tutte queste tendenze affiliate, come ad es. la medicina complementare
alternativa. In un volume introduttivo al movimento new age, Sara Pyke nota che quelli
che fanno parte del new age sostengono che la salvezza avviene attraverso la scoperta e
la coltivazione di un sé interiore divino con l’aiuto di tecniche che possono essere
apprese dai libri, dai workshop oppure dai maestri spirituali. Queste terapie spirituali,
incluso il counseling spirituale di Ehara, possono anche essere immaginate come una
medicina della mente e del corpo.
Questa è una categoria della medicina complementare alternativa, come viene descritta
anche sul sito web del centro internazionale della medicina complementare alternativa
in USA. Sono pratiche quindi che si focalizzano sulle interazioni tra il cervello, la mente
e il corpo e il comportamento; con l’intento di usare la mente per influenzare il
funzionamento fisico e promuovere quindi la salute.
Nonostante l’arbitrarietà della categorizzazione di queste medicine complementari e
alternative, c’è stata un dibattito su che cosa può entrare a far parte di questa medicina
complementare o alternativa. C’è stato un dibattito discusso anche dai terapisti spirituali
giapponesi. In verità anche nei paesi occidentali abbiamo dei festival dedicati all’unione
di corpo, mente e spirito e questi sono messaggi tipici del new age.
Quello che però sembra essere successo nel caso giapponese è che Ehara, criticando la
religione per essere diventata un guscio vuoto e dicendo che le esperienze spirituali
individuali sono le sole cose reali, riesce a collegare il disagio giapponese post 95 verso
la religione alla caratteristica fondamentale del pensiero dell’occulto, che è la critica
culturale.
In questa concettualizzazione si deve collocare la comprensione del fenomeno della
terapia spirituale del new age in Giappone.
In Occidente il movimento new age e questo boom spirituale sono costruiti in modo
polemico poiché sono espressioni che prendono in prestito termini popolarmente
inventati disponibili per identificare delle credenze che ci sono sempre state e queste
credenze sono critiche delle norme socio-culturali stabilite. Queste credenze sono in
genere l’oggetto di controversie che hanno popolato la stampa sin dal XIX secolo. Se
guardiamo alle tradizioni esoteriche occidentali e a come sono state trattate in ambito
accademico, un grande studioso ha dichiarato che i confini del dominio delle spiritualità
esoteriche sono definiti in modo vago, difficili da identificare storicamente perché
diventano visibili soltanto quando sono attaccati dalle due colonne della cultura
moderna: la fede dottrinale e la conoscenza razionale. Nel momento in cui i movimenti
spirituali vengono attaccati cominciamo a vedere i confini di queste spiritualità
esoteriche.
Le terapie spirituali hanno un carattere alternativo perché cercano di trovare una terza
via per la terapia. Non è una religione, non è una scienza ma piuttosto una combinazione
ideale di tutti questi elementi. Per il pubblico giapponese che vive nell’era POST
incidente di Aum, il termine Spirituaru potrebbe essere un’altra parola per religiosità.
Nei circoli di terapia spirituale, spirituaru è significativo proprio per il suo uso contro-
culturale, cioè il suo ruolo nel criticare le tradizioni religiose organizzate. È chiaro che
l’attacco di Aum è diventato uno spartiacque. Adesso spirituaru è un modo per dire
spiritualità senza usare la parola religione.
Nonostante le rivendicazioni di alcuni terapeuti che dicono che non è così, in realtà
questi terapeuti condividono molte caratteristiche con i nuovi movimenti religiosi
giapponesi. Si può dimostrare una continuità tra i nuovi movimenti religiosi giapponesi
e lo spirituaru almeno in tre aspetti che sono interconnessi tra loro:
1. contro-culturalismo
2. rituali di healing
3. commercializzazione
Quando appaiono nel XIX secolo i nuovi movimenti religiosi giapponesi, allora chiamati
shinshukyo (nuove religioni), queste vengono caratterizzate proprio per la loro
dipendenza da leadership di fondatori carismatici la cui autorità emerge attraverso la
loro capacità di attrarre seguaci attraverso lo healing spirituale, rivelazione di nuovi
insegnamenti, servono da intermediari tra gli adepti e i regni spirituali.
Quello che è nuovo dei nuovi movimenti del XIX è lo sviluppo moderno in cui degli
individui laici si trovano dotati di poteri curativi che fino ad allora erano stati monopolio
di professionisti e delle tradizioni religiose consolidate.
La nozione di autonomia morale dell’individuo e il valore di comunalismo (ampia
gamma di movimenti e teorie sociali che sono in qualche modo incentrate sulla
comunità) iniziano ad essere due poli importanti di diffusione verso la fine del periodo
Edo. Questo avviene proprio in parte come reazione al non riuscire ad accettare le
restrizioni che impongono i monaci, ma anche studiosi legati a una religione, sulla
conoscenza religiosa.
Sawada dice che questi cambiamenti non si tradussero subito in un movimento
anticlericale ma all’inizio portarono a una reinterpretazione della relazione tra i settori
clericali e il settore laico.
Nel momento in cui i politici cercarono di modernizzare il Giappone, adottando pratiche
e nozioni occidentali relative anche alla religione e alla medicina scientifica, i nuovi
movimenti religiosi iniziarono ad essere etichettati come movimenti che diffondono
credenze superstiziose.
Uno studioso esperto di Sokagakkai dice che c’è stato un modello distinto di ripetuto
capro espiatorio che hanno subito le nuove religioni. Questo designa la storia del
Giappone moderno e contemporaneo. Questo segna i contorni tra ciò che è legittimo e
quindi tradizionale e ciò che invece diventa il capro espiatorio, le nuove religioni.
Nel XX secolo questo tipo di atteggiamento divenne ancora più forte. Ci fu la
soppressione di una famosa religione, la Omotokyou nel periodo Taisho.
La psicologia da inizio periodo Taisho si sviluppava come metodo per trattare ogni
genere di disordine e attaccava i gruppi che promuovevano queste pratiche di healing e
sposava il cambiamento della società attraverso mezzi spirituali. Questo era uno dei
modi in cui poi bisognava giustificare le proprie rivendicazioni.
I gruppi come i nuovi buddhisti e altre organizzazioni settarie volevano distinguere e
definire le nuove religioni come antisociali per rafforzare loro stessi. Per rafforzare loro
stessi finivano per parlare male dei nuovi movimenti religiosi.
In questo contesto si diffondono molte scienze psicologiche e ovviamente la psicologia
diventava la possibile cura per qualsiasi cosa. Ecco quindi che anche la psicologia
doveva attaccare i gruppi delle nuove religioni pur di affermarsi.
Nel periodo post bellico, i critici pre bellici, che avevano affermato che c’era qualcosa di
irrazionale nei nuovi movimenti religiosi, vengono riformulati per adattarsi al nuovo
contesto della democrazia.
Per esempio, il nuovo movimento religioso Jiu (?) fu diagnosticato psicologicamente
come un fenomeno sociopatologico centrato su una persona che si pensava avere certe
tendenze patologiche. C’è stata una patologicizzazione in termini psicologici di alcuni
nuovi movimenti religiosi. Perché? Perché rispetto al periodo pre bellico magari il
contesto doveva essere modificato ma il messaggio era sempre quello: eliminare i nuovi
movimenti religiosi e invece affermare le nuove scienze psicologiche.
IN SOSTANZA dal periodo Taisho i nuovi movimenti religiosi vengono attaccati dalla
prospettiva psicologica, mentre nel periodo post bellico vengono ulteriormente
riformulate le critiche ai nuovi movimenti religiosi.
I critici dell’altro nuovo movimento religioso che è il Tenshoukotaijingu kyou, dissero
che il gruppo aveva come target i seguaci che non erano in grado di discernere le vere
religioni da quelle false.
Rispecchiando la teoria di prima, il contro-culturalismo delle nuove religioni in
Giappone fu portato in superficie soprattutto in risposta agli attacchi mediatici fatte dalle
istituzioni della religione tradizionale e dalla scienza razionale.
Questo non significa che il carattere alternativo di questi gruppi fosse o non fosse reale.
Se guardiamo alle idee che sia i nuovi movimenti religiosi sia i terapisti spirituali
promuovono in termini di healing, questi fenomeni difficilmente possono essere definiti
mainstream. È importante capire che il loro contro-culturalismo è costruito e definito
contro ciò che è percepito o ritenuto tradizionale e i modi mainstream di vita e di
credenze.
Qui si può applicare qualcosa che è stato applicato all’esoterismo occidentale. Mentre
coloro che sono stati polemici e sospettano l’esistenza di un’agenda pagana sovversiva e
vorrebbero portarla alla luce, le spiritualità esoteriche sono per la maggior parte creature
di compromesso. I loro nemici cercano di escluderle come “l’altro”, ma i loro
simpatizzanti cercano di restare inclusi.
ALLORA non tutti i gruppi sono creatura di compromesso tra qualcosa che è
tradizionale e qualcosa che è alternativo. Ne è un esempio Aum. Incidente ha introdotto
qualcosa che non era nuovo nel discorso sulle nuove religioni in Giappone, soprattutto
per i terapisti spirituali. L’evento di Aum ha contribuito anche alla mainstreamizzazione
delle nuove religioni: come una forma di religione organizzata, i nuovi movimenti
religiosi per i terapisti spirituali sono solo un altro esempio di ciò che è cattivo rispetto
alle religioni e ciò che però invece è buono rispetto allo spirituaru. QUINDI Chi è
creatura di compromesso nell’ambito delle nuove religioni? Se guardiamo alla Aum,
all’inizio c’erano tante pratiche terapeutiche, leader invitato in tv quindi non c’era paura
nei confronti della Aum, popolarizzazione di queste terapie. Se guardiamo a queste
nuove religioni dal punto di vista di una religione organizzata forse vediamo che questi
movimenti non hanno ciò che di cattivo ha la religione ma hanno ciò che di buono è
spirituaru.
La teoria di Pearl è che non esiste un’entità come il male. Non ci sono entità il cui scopo
è quello di fare del male. Lui aggiunge: We no longer need to throw salt to the four
corners, smudge with sage, or call in entities for protection.... We need not use our
conscious minds in an attempt to determine what is "wrong" with a person so that we
know how to "treat" them. We may now allow ourselves to simply be - be with the person
and understand that the uncertainty will be taken care of.
Sia la religione che la scienza, interpretate come superstizione, sia il pensare con la
nostra mente cosciente sono rifiutate nella critica culturale. Pearl dice che siamo arrivati
a un punto in cui noi non dobbiamo più fare delle pratiche come gettare il sale -pratiche
apotropaiche che per lui definiscono la religione. Ma non dobbiamo neanche più usare le
nostre menti coscienti, possiamo semplicemente essere più sganciati sia dalla religione
che dalla scienza.
Il Teta healing, molto popolare nel 2000 in Giappone, esprime più o meno gli stessi
concetti. Il suo inventore era Vianna Stibal, una naturopata, massaggiatrice e lettrice
intuitiva, che rivendica nel suo sito web di aver curato se stessa da un cancro che sia la
medicina convenzionale che alternativa non erano riuscite a curare. Quando parla di
medicina convenzionale e alternativa le chiama “fellow practioners” quindi si
autolegittima come curatrice. Queste argomentazioni pongono i terapisti spirituali
giapponesi in una posizione interessante. Poiché criticano la religione organizzata
sembrano contribuire a rendere i nuovi movimenti religiosi capro espiatorio di ogni
cosa, però hanno anche ereditato da questi gli elementi controculturali per quanto
riguarda i metodi di healing e la critica alla società mainstream. Una posizione
paradossale perché c’è una mancanza di “effetti” nella pratica di terapia spirituale.
La continuità dei nuovi movimenti religiosi giapponesi non si ferma al solo livello
controculturale perché ci sono anche delle somiglianze delle pratiche di healing con
quelle popolarizzate dai nuovi movimenti religiosi del secolo scorso. Questi riti di
healing moderno condividono degli elementi anche con la tradizione sciamanistica
giapponese.
Rito sciamanico chiamato Yorigito che ha formato la base di altri rituali di healing e
persino Carmen Blacker che si occupò di shogendo, descrisse la forma originaria quando
parla del folklore sciamanistico giapponese: In the rituals known as yorigito the task of
making contact with the world of spirits is accomplished by the combined efforts of the
miko and the ascetic. The miko no longer by her dancing and music summons the
spiritual beings to approach and take possession of her. She is now a mere passive
vessel through whom the spirit speaks. The active task of invoking the spirit,
interrogating it, and finally sending it back to its own world is now accomplished by the
ascetic.
Donne quindi solo passive, asceta maschio ha il compito di invocare e rimandare poi
indietro lo spirito.
Il nuovo movimento religioso giapponese che sviluppò la forma moderna più influente
del yorigito lo Oomotokyou, fondato nel 1892, perché c’era una tecnica del Chinkon
Kishin, cioè della “possessione spiritica mediata”. Si spiega che il rituale consiste in una
persona che induce la possessione spiritica in un altro e conduce un dialogo con lo
spirito prima di rimandarlo indietro nell’altro mondo. Si nota moltissimo l’eredità di
antichi rituali sciamanistici e secondo alcuni esperti il chinkon kishin divenne quindi il
motore del successo della crescita di Oomotokyou nei primi decenni del ventesimo
secolo. Oltre all’uso astuto dei media per popolarizzare questa pratica chi ha studiato a
fondo l’Oomotokyo considera “l’interesse appassionato del pubblico nello spiritismo”
come secondo fattore della popolarità di questa versione di yorigito. L’argomentazione è
particolarmente rilevante per tracciare le origini del recente boom giapponese nei
confronti delle terapie spirituali.
Lo spiritismo moderno apparve negli USA a metà 800 e già intorno agli anni 60 dell’800
era diventato un punto fisso del panorama culturale americano e europeo. Si sa che
aveva ispirato romanzi, dato vita a organizzazioni secolari e religiose, raggiunto le
colonie orientali dove si era mescolata con pratiche locali producendo nuove religioni
combinatorie con forti tendenze spiritistiche. L’Oomoto è uno di questi movimenti e
adottando l’ideologia teosofica (insieme di diverse dottrine esoterico-filosofiche
storicamente succedutesi dal XV al XXI secolo, che si richiamano l'una all'altra)
occidentale Deguchi Onisaburo, il cofondatore, espresse il bisogno per la verifica dei
suoi insegnamenti attraverso la conoscenza progressista occidentale. C’è un’ideologia
occidentale che è considerata una fonte onorevole e l’adattamento di questa ideologia al
contesto locale.
La teosofia della famosa Madam Blavatsky adatta le idee scientifiche contemporanee,
come quelle dell’evoluzione, ripristina la dignità e il senso di purpose della vita terrena
del genere umano all’interno di un contesto cosmico, uno in cui la coscienza funziona da
forza motrice dell’evoluzione spirituale attraverso innumerevoli mondi ed ere. La
teosofia è molto più che la semplice proposta spiritistica di una vita dopo la morte e che
la si può sperimentare attraverso vari tipi di sedute spiritiche. Blavatsky popolarizza
delle idee che riguardano la reincarnazione e il karma, i maestri segreti del tibet e crea
una dottrina coerente che fonde concetti hindu e buddhisti che probabilmente per
qualcuno come Onisaburo dovevano sembrare allo stesso tempo familiari e nuovi nel
loro modo di utilizzo. Il Chinkon (la purificazione del proprio spirito) e il kishin (la
possessione spiritica) erano
Originariamente due colonne centrali del Koshinto (lo Shinto antico) che era una scuola
del 19° secolo ispirata al Kokugaku di Hirata Atsutane e allo Shinto della restaurazione.
Onisaburo tuttavia decise di reinterpretare queste pratiche in una combinazione di
credenze spiritistiche e teologie teosofiche circa l’evoluzione spirituale, portando a
quelli che sono i due elementi basilari dei rituali di healing dei nuovi movimenti
religiosi: la magia e l’auto-coltivazione. Laddove si facevano i discorsi scientifici
sull’evoluzionismo, sia quello di Darwin che quello culturale di Fraiser, la teosofia
pensa a una forma di evoluzionismo diverso: quello dello spirito. La magia e l’auto-
coltivazione diventano i due perni fondanti dei nuovi movimenti.
Ci fu un’interpretazione pratica dell’auto-coltivazione Neo-confuciana nella prima
ondata dei nuovi movimenti religiosi in Giappone. Dopo l’avvento dello spiritismo
questo fu visto come inseparabile dall’elemento magico espresso poi nelle ondate
successive, che diedero molta importanza all’abilità del mondo dello spirito nell’avere
un impatto sulla salute individuale e nel causare la sfortuna personale.
Shinnyo-en: nuovo movimento molto buddhista e legato al Mikkyo, il buddhismo
esoterico giapponese. Si capisce attraverso questo movimento che c’è una combinazione
che riguarda da vicino l’elemento magico. L’influenza dello spiritismo giapponese e
visite del co-fondatore della società teosofica, il Colonnello Henry Olcott, hanno ispirato
i cambiamenti subiti dai riti di healing religioso fino ad oggi.
L’ultima ondata di nuove religioni ha dimostrato un rinnovato interesse nello spiritismo
e nei fenomeni occulti, tanto che questa caratteristica è considerata come fondante per i
nuovi movimenti religiosi apparsi negli anni ‘70/’80 in Giappone. Oltre alle tecniche
come la divinazione, il feng shui e l’agiomanzia, molti enfatizzano lo sviluppo delle
facoltà spirituali. Tecniche per identificare e comunicare con gli spiriti protettori
dell’individuo forniscono un focus centrale per le attività dell’individuo e per la
devozione individuale. I credenti sperano che un’introspezione diretta nel mondo degli
spiriti, a volte aiutata da spiriti assistenti, possa fornire uno scudo contro l’incertezza,
come fa l’astrologia. Non sorprende che siano diventate particolarmente “appetibili” nei
momenti più cupi o più instabili della storia sociale giapponese.
Le fonti per tutte queste ideologie provengono da traduzione di libri stranieri scritti da
rappresentati dell’occultismo occidentale (Rudolf Steiner, Krishnamurti, Gurdjieff e altri
guru occidentali) che si trovano spesso in traduzione giapponese sugli scaffali delle
librerie. C’era un interesse fortissimo anche a livello editoriale. I Rosacroce e le Teorie
Teosofiche dei continenti perduti, sono tutte teorie tradotte in Giappone e destano molto
interesse. C’è stata una globalizzazione dell’occulto. Questi praticanti corrispondono a
delle variazioni di healers che condividono punti in comune con i nuovi movimenti
religiosi giapponesi e anche a livello temporale hanno punti in comune che vanno dal
20° secolo all’emergere dello spiritismo giapponese. Ad esempio il teta healing può
essere visto come un genere di chinkon kishin e la “reconnection therapy” può essere
vista come un tipo di tekazashi (imposizione delle mani) praticato dai membri di un nmr
(nuovo movimento religioso) legato all’Oomoto, il Mahikari.
Il legame tra il movimento new age e il boom spirituale si denota anche nell’utilizzo del
termine supirichuariti (スピリチュアリティ, spirituality) che definisce un campo di studi
legato allo “spiritual boom” in Giappone e che fu introdotto tramite delle traduzioni di
lavori appartenenti allo Human Potential Movement e a una sua branca teorica
psicologica della Psicologia Transpersonale che usa moltissimo il buddhismo.
Abraham Maslow, che si dice che abbia coniato il termine “human potential” o Ken
Wilber (poi dissociato da questa disciplina) sono stati sostenitori dagli anni 60 di idee
che sono diventate colonne portanti del movimento new age. Essenzialmente
suggerivano l’esistenza di un valore terapeutico nell’esperienza di regni
transpersonale/trascendenti attraverso stati alterati della coscienza. Questa enfasi
rinnovata sull’esperienza persona ha contribuito all’importanza dell’auto-coltivazione
nelle terapie spirituali giapponesi e forse anche al cambiamento nel tempo del
significato.
C’è un mercato di terapie spirituali che ha attratto molta attenzione e critiche. Ciò non è
nuovo però è diventato più forte. Nei centri urbani la tradizione sciamanistica ha assunto
un aspetto più imprenditoriale, identificando un mercato e marketizzando i servizi
religiosi che variano a seconda delle circostanze sociali ed economiche. Le terapie
spirituali sono un aspetto di uno sviluppo imprenditoriale più intenso derivato
dall’urbanizzazione dei riti di healing rispetto a quando erano circoscritti ad aree meno
urbanizzate.
I processi di professionalizzazione e standardizzazione sono centrali nella pratica della
“spiritual therapy” (slide con i prezzi che in realtà sono aumentati per via della crisi
economica).
Ci sono delle scuole che offrono dei diplomi (la Rocky Mountain Mystery School o la
Theta Healing Japan) che sono imperativi per un praticante che vuole aprire un business
credibile e competitivo. Due studenti della Theta Healing a Enoshima hanno parlato in
merito alla questione. I due pensavano di trasformare i loro interessi nelle terapie
spirituali in un lavoro, ma la prima cosa di cui avevano bisogno erano delle credenziali
per praticare. Secondo la pagina ufficiale del sito del Theta Healing Japan erano quasi
600 theta healer riconosciuti nel paese. Questa professionalizzazione e
commercializzazione non sono le uniche caratteristiche delle terapie spirituali.
Alcuni terapisti spirituali criticano le chiaroveggenti perché sono solo statistica anche se
per molte decadi la divinazione in Giappone è stato un business proficuo. Il primo
grande magazzino che si specializza in tipi di fortune-telling apre le sue porte nel 1982 e
da allora ci sono degli stand di divinazione un po’ ovunque nelle grandi città. I prezzi
delle sessioni sono fissi e poi ci sono costi extra per richieste speciali o per più tempo.
C’è un interessante intervento di Laura Miller sui suoi studi sui tarocchi in Giappone:
Divination booths... are found in shopping malls in major urban centers. Most of the
booths are operated by corporations who employ a stable of divination experts who
rotate between them on different days of the week. Clients consult schedules
(programmi) to determine what day and time they can visit a selected site for a
preferred divination service.... Each booth seats one to three diviners, and there is a
standardized price structure based on time; this practice has helped expand their
business because it alleviates customer anxiety about being over charged or cheated.
Il Japan Times ha riportato che “la Zappalas Inc., che gestisce il più grande network di
siti web di fortune telling, dice che negli anni la membership di questi siti era aumentata
moltissimo raggiungendo quasi 2M di persone.” Il mercato della divinazione è un
mercato abbastanza ricco quindi. Anche vedendo i servizi offerti dai terapisti spirituali
non sono molto diversi da quelli offerti dai divinatori. Molti terapisti sono riusciti a
standardizzare le loro pratiche a un livello tale da competere con altri professionisti che
si specializzano in “problemi di cuore” (心の問題). I clienti dei chioschi di divinazione
possono pensare all’attività di divinazione come un intrattenimento o come un tentativo
serio di ricerca di consigli, ciò vale anche per le terapie spirituali. Gli individui che
cercano gli specialisti del cuore raramente fanno una distinzione, se non per il costo, tra i
praticanti a cui chiedono consiglio.
Quasi tutti i terapisti diranno che i più regolari dei loro clienti tendono a usare tutti i tipi
di business spirituali senza discriminazione. Quando si parla di riti viene chiamata
“politropia rituale”, cioè non si va a un solo tipo di rito, ma a tutti perché ognuno mi
potrebbe dare qualcosa, si cerca l’efficacia e non l’appartenenza leale a un solo rito.
Ehara Hiroyuki adesso non ha più questa fama, però essere un reinosha per Ehara è
molto interessante. Una delle signorine al tavolo con Johannis dice che lei discende da
una famiglia di reinosha ma che ha deciso di seguire il sentiero dei suoi antenati solo
dopo essersi resa conto che la professione non deve essere quella di spaventare le
persone dicendo loro quale sfortuna gli capiterà non ascoltando gli spiriti dei morti o le
divinità. Questo suo fare riferimento a una professione che non necessariamente deve
incutere paura nelle persone vuol dire che questa donna aveva una persona in mente:
Hosoki Kazuko. È stata molto criticata perché faceva venire delle celebrità come ospiti e
le trattava malissimo facendo commenti molto duri. È stata spesso considerata il cattivo
esempio e al suo opposto si trovava invece Ehara Hiroyuki, molto più gentile nel suo
approccio alla terapia. Ehara inoltre fece di tutto per nutrire questo confronto per creare
un vuoto tra lui e i suoi predecessori. Dice inoltre che i suoi predecessori cercavano il
benessere materialistico e mettevano paura ai clienti con dottrine religiose e li rendevano
dipendenti dalle loro sessioni fornendo loro solo soluzioni temporanee.
I terapisti spirituali hanno un certo atteggiamento nei confronti dei fortune-teller: poiché
facevano affidamento su costanti numeriche questi ultimi erano classificati dai terapisti
come “esseri umani normali” e praticanti degli studi statistici. Per molti l’abilità dei
fortune-teller consiste nell’aiutare le persone a sentirsi parte di un gruppo che condivide
gli stessi modelli di vita. Sentire il bisogno di far parte di un gruppo era visto come un
difetto della cultura giapponese contemporanea. La mancanza di autostima, di
comunicazione con la famiglia e i parenti, la ripetizione degli stessi sbagli e soprattutto
la repressione autoimposta erano spesso legati all’essere giapponese.
Il signor Suzuki, un consigliere spirituale, dice: “Tutti vogliono avere una vita normale
secondo gli standard giapponesi. Sai quante donne vengono a lamentarsi di non essere
sposate dicendomi “Ho già 30 anni!”
Un terapista dell’aura dice invece che i giapponesi non esprimono se stessi, si reprimono
finché non diventa poi insostenibile. Altre due sorelle dicono più o meno la stessa cosa,
descrivendo il Giappone come una nazione basata sulla sopportazione, sulla resistenza.
C’è una forma di autocritica: sembra che i terapeuti spirituali identificano nella
nazionalità la causa del disagio nella maggior parte dei clienti ed è il risultato della
fortissima influenza delle idee occidentali, principalmente statunitensi, che hanno avuto
origine dalle traduzioni dei libri new age. In generale per quanto riguarda la letteratura il
Giappone si è molto importato e non si è esportato tanto. Molti sono gli autori stranieri
che vengono letti e ricordati e anche se le pubblicazioni di Ehara sono popolari non sono
mai valutate allo stesso modo di teorie spiritistiche dell’occidente. Ehara stesso rafforza
la superiorità occidentale dicendo che il suo spiritismo è basato sul codice
dell’Associazione Spiritistica della Gran Bretagna che poi ha dovuto semplificare
affinchè i giapponesi potessero comprenderlo.
Molti dei terapisti spirituali incarnano la critica dei loro stili di vita. Molti dichiarano di
mantenere un rapporto forte con i loro tutor occidentali tramite un coinvolgimento
continuo negli eventi organizzati dalle accademie spirituali.
I due che facevano theta healing a Enoshima stavano progettando di continuare il corso
negli stati uniti dopo aver completato quello che l’affiliazione giapponese aveva da
offrire. Altri vogliono dimostrare la loro “non conformità” con i valori giapponesi e
parlano della loro decisione di cercare una “libertà spirituale”. A volte andare dai
terapisti, che sia brainwashing o incoraggiamento, aiuta a fare una scelta impopolare,
però quando si parla di etica è una forma di libertà, anche se non di fare ciò che
vogliamo. È quella libertà di andare contro i nostri interessi perché molti dei clienti che
fanno scelte radicali come separarsi o andar via di casa, non sono scelte facili, ma
cambiano i rapporti interpersonali, soprattutto nella società giapponese. I terapisti hanno
un impatto sui clienti, a volte li aiutano a mettere fine a qualcosa che crea disagio nelle
loro vite.
Ms. Ueda dice che il Giappone è un paese spirituale in quanto l’essenza della religione
Shinto è una commistione tra politeismo e animismo. Anche Ehara sostiene questo e
dice che il consumismo del dopoguerra ha fatto sì che i giapponesi rifiutassero le loro
radici. Spesso i terapisti sostengono un parallelo tra la superiorità dei terapisti
giapponesi e la “razza” giapponese.
Shinto antico sosteneva teorie di omogeneità, unicità e superiorità dei giapponesi >
teorie che convergono nella letteratura del nihonjinron del dopoguerra.
IN PRATICA questi terapisti spirituali utilizzano spesso pratiche importate
dall’Occidente. È una professione fortemente commercializzata che non si discosta da
altri ambiti del mercato giapponese in cui si cerca di offrire una combinazione di
divertimento e sentimento di speranza e conforto. I terapisti spirituali esprimono i loro
ideali controculturali affermando di esseri migliori dei reinosha, fortune tellers ma anche
dicendo di sapere meglio di chiunque altro cosa è meglio per i giapponesi. I giapponesi
vengono sia criticati per essere giapponesi ma anche per aver dimenticato il loro vero
essere giapponese. È una critica culturale tipica delle pratiche dell’occulto ma anche già
presente nei praticanti magico-religiosi della storia del Giappone.
Secondo uno studioso l’autocoltivazione ha formato le basi per tutti i movimenti di
healing alternativi nel Giappone moderno. Autocoltivazione nelle terapie spirituali?
Alcuni sostengono che il counseling spirituale di Ehara possa essere paragonato ad una
seduta psicoterapica. Il suo counseling segue un format psicoterapico in quattro passi:
creare una relazione di fiducia usando la capacità di vedere gli spiriti; trovare le ragioni
dei problemi presenti nel passato (trauma); cambiare prospettiva su questioni presenti
identificando gli aspetti positivi della vita del “cliente”; assicurare al cliente che è
protetto da uno spirito guardiano e affermare che è solo in se stesso che il cliente può
trovare la soluzione ai suoi problemi (empowerment).
Ehara si concentra sui diversi modi in cui ognuno di noi può entrare in contatto con il
proprio spirito > serve mantenere stile di vita sano, pensare, conversare con gli altri,
agire positivamente. Se le persone ascoltano se stesse troveranno la soluzione ai loro
problemi in quanto la soluzione è già lì.
Anche le idee di Pearl e il Theta healing si basano su assunti simili: l’uomo ha un
potenziale nascosto che può realizzare se libera la sua mente da preoccupazioni
superficiali. Al centro del processo di healing vi è il cliente e lui stesso il promotore
della sua stessa guarigione. Per i clienti che non sono aiutati dall’idea di “segui il tuo
cuore/pensa positivo” e non hanno proprio idea di cosa fare in futuro, forse gli ideali di
un’innata spiritualità giapponese e l’interpretazione dei vantaggi dell’individualismo
americano potrebbero un supporto e una soluzione ai loro problemi.
IN CONCLUSIONE: il discorso controculturale dei terapisti spirituali include una
critica alle religioni organizzate e una contrapposizione tra lo stile di vita giapponese e il
nuovo e migliore stile di vita spirituale. Ciononostante, le terapie spirituali sono una
continuazione delle pratiche di healing basate sulla fede del XIX secolo. Come i loro
predecessori, le terapie spirituali fondono il loro controculturalismo contro le moderne
nozioni di religione e razionalismo scientifico e, così come i nuovi movimenti religiosi,
presentano gli elementi di magia e di autocoltivazione.
Forse le terapie spirituali sono state viste come qualcosa di nuovo perché pubblicizzano
il loro prendere in prestito idee e pratiche occidentali. Inoltre sono attraenti grazie alla
loro critica culturale, la cui espressione è stata resa adatta alle preoccupazioni della
clientela giapponese post-aum. Ciononostante, le pratiche spirituali restano legate ai
rituali di healing della lunga tradizione giapponese, si abbassano alla
commercializzazione che porta alla competizione. Questo genera un approccio alla
terapia che è sembra più semplificato e forse senza effetto.

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