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Il 28° teorema di Nicholas Lobachevski

Iolanda Navone 1867377 Jacopo Ruco 1654926

11 aprile 2022

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[Lobachevski entra in aula, ed inizia la lezione accendendo computer e
proiettore.]
Lobachevski: Oggi, cari studenti, discuteremo il 28° teorema sulla Teo-
ria delle Parallele.
[Lobachevski procede con lo scrivere l’enunciato del teorema alla lavagna.]
Lobachevski: Teorema 28: Se 3 piani si intersecano tra loro generando
3 rette parallele, allora la somma dei 3 angoli sulle superfici è pari a due
angoli retti. Ditemi, avete dei dubbi a riguardo?
Studentessa I: Abbastanza.
Studente J: Sı̀.
Lobachevski: Procediamo quindi con la dimostrazione.
Siano dati 3 piani.
[Lobachevski schematizza alla lavagna]

• PA,A′ ,B,B ′ è il piano passante per i punti A, A′ , B e B ′ ;

• PA,A′ ,C,C ′ è il piano passante per i punti A, A′ , C e C ′ ;

• PB,B ′ ,C,C ′ è il piano passante per i punti B, B ′ , C e C ′ .

Cosa avviene quando 2 piani si intersecano?


Studentessa I: Generano una retta.
Lobachevski: Corretto. Intersecandosi a coppie, i piani generano 3
rette:
[Lobachevski comincia a proiettare le slide del corso.]

2
• rA,A′ è la retta passante per i punti A e A′ , ottenuta dall’intersezione
dei piani PA,A′ ,B,B ′ e PA,A′ ,C,C ′ [vedi Figura 1];

Figura 1: I 2 piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso) e PA,A′ ,C,C ′ (giallo) si intersecano ge-
nerando la retta rA,A′ (arancione), passante per i punti A e A′ (arancioni).

3
• rB,B ′ è la retta passante per i punti B e B ′ , ottenuta dall’intersezione
dei piani PA,A′ ,B,B ′ e PB,B ′ ,C,C ′ [vedi Figura 2];

Figura 2: I 2 piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso) e PB,B ′ ,C,C ′ (blu) si intersecano gene-
rando la retta rB,B ′ (viola), passante per i punti B e B ′ (viola).

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• rC,C ′ è la retta passante per i punti C e C ′ , ottenuta dall’intersezione
dei piani PA,A′ ,C,C ′ e PB,B ′ ,C,C ′ [vedi Figura 3].

Figura 3: I 2 piani PA,A′ ,C,C ′ (giallo) e PB,B ′ ,C,C ′ (blu) si intersecano gene-
rando la retta rC,C ′ (verde), passante per i punti C e C ′ (verdi).

Ora, chi di voi si ricorda cosa afferma il 25° enunciato sulle parallele?
Studente J: Io.
[Con il permesso dell’insegnante, lo studente J si alza e scrive l’enunciato
del 25° teorema alla lavagna.]

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Studente J: Teorema 25: Siano date 2 rette. Se esse sono parallele a
una 3a retta, allora sono anche parallele tra di loro.
Lobachevski: Corretto.
[Lo studente J torna a sedere.]
Lobachevski: Abbiamo quindi che se rA,A′ è parallela a rB,B ′ , e rB,B ′
è parallela a rC,C ′ , allora rA,A′ e rC,C ′ sono parallele tra loro. Questa sarà la
nostra ipotesi di partenza [vedi Figura 4].

Figura 4: I 3 piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso), PA,A′ ,C,C ′ (giallo) e PB,B ′ ,C,C ′ (blu) si
intersecano generando le 3 rette parallele rA,A′ (arancione), rB,B ′ (viola) e
rC,C ′ (verde).

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Poniamo la nostra attenzione sui punti A, B e C. Che cosa identificano
questi 3 punti?
Studenti J: Un triangolo.
Lobachevski: Una cosa alla volta. Che altro indicano questi 3 punti?
Studentessa I: Un piano?
Lobachevski: Esatto. Supponiamo ci sia un 4° piano passante per essi,
che chiameremo PA,B,C . Osserviamo che PA,B,C taglia PA,A′ ,B,B ′ , PA,A′ ,C,C ′
e PB,B ′ ,C,C ′ , generando 3 segmenti [vedi Figura 8]:

• AB è il segmento generato dall’intersezione dei piani PA,A′ ,B,B ′ e


PA,B,C , con estremi nei punti A e B [vedi Figura 5];

Figura 5: I 2 piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso) e PA,B,C (marrone) si intersecano ge-


nerando il segmento AB (rosso), i cui estremi sono i punti A (arancione) e
B (viola).

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• BC è il segmento generato dall’intersezione dei piani PB,B ′ ,C,C ′ e
PA,B,C , con estremi nei punti B e C [vedi Figura 6];

Figura 6: I 2 piani PB,B ′ ,C,C ′ (blu) e PA,B,C (marrone) si intersecano gene-


rando il segmento BC (blu), i cui estremi sono i punti B (viola) e C (verde).

8
• AC è il segmeto ottenuto dall’intersezione dei piani PA,A′ ,C,C ′ e
PA,B,C , con estremi nei punti A e C [vedi Figura 7].

Figura 7: I 2 piani PA,A′ ,C,C ′ (giallo) e PA,B,C (marrone) si intersecano ge-


nerando il segmento AC (giallo), i cui estremi sono i punti A (arancione) e
C (verde).

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Figura 8: I 3 piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso), PA,A′ ,C,C ′ (giallo) PB,B ′ ,C,C ′ (blu) in-
tersecano il piano PA,B,C (marrone) generando rispettivamente i segmenti
AB (rosso), AC (giallo) e BC (blu).

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Sia poi dato un 5° piano, PA,C,D , passante attraverso i punti A e C, e
quindi anche attraverso il segmento AC, e che interseca la retta rB,B ′ nel
punto D. L’intersezione di PA,C,D con i piani PA,A′ ,B,B ′ e PB,B ′ ,C,C ′ genera
altri 2 segmenti:

• AD è il segmento generato dall’intersezione dei piani PA,C,D e


PA,A′ ,B,B ′ , con estremi nei punti A e D;

• CD è il segmento generato dall’intersezione dei piani PA,C,D e


PB,B ′ ,C,C ′ , con estremi nei punti C e D [vedi Figura 9].

Figura 9: Il piano PA,C,D (grigio) interseca i piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso) e


PB,B ′ ,C,C ′ (blu) rispettivamente nei segmenti AD (rosa) e CD (celeste), i
cui estremi sono i punti A (arancione), C (verde) e D (viola), con D estre-
mo in comune tra i 2 segmenti.

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Denotiamo quindi con ω l’angolo d’inclinazione che intercorre tra PA,C,D
e PA,A′ ,C,C ′ [vedi Figura 10].

Figura 10: L’angolo ω (verde scuro) indica l’inclinazione che intercorre tra i
piani PA,A′ ,C,C ′ (giallo) e PA,C,D (grigio).

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Gli angoli tra i 3 piani che generano le 3 parallele, e che giacciono ri-
spettivamente sulle stesse rA,A′ , rB,B ′ e rC,C ′ sono designati rispettivamente
come X, Y e Z:

• X è l’angolo giacente sulla retta rA,A′ , ed indica l’ampiezza dell’inter-


sezione tra i piani PA,A′ ,B,B ′ e PA,A′ ,C,C ′ [vedi Figura 11];

Figura 11: L’angolo X (arancione) indica l’inclinazione che intercorre tra i


piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso) e PA,A′ ,C,C ′ (giallo).

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• Y è l’angolo giacente sulla retta rB,B ′ , ed indica l’ampiezza dell’inter-
sezione tra i piani PA,A′ ,B,B ′ e PB,B ′ ,C,C ′ [vedi Figura 12];

Figura 12: L’angolo Y (viola) indica l’inclinazione che intercorre tra i piani
PA,A′ ,B,B ′ (rosso) e PB,B ′ ,C,C ′ (blu).

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• Z è l’angolo giacente sulla retta rC,C ′ , ed indica l’ampiezza dell’inter-
sezione tra i piani PA,A′ ,C,C ′ e PB,B ′ ,C,C ′ [vedi Figura 13].

Figura 13: L’angolo Z (verde) indica l’inclinazione che intercorre tra i piani
PA,A′ ,C,C ′ (giallo) e PB,B ′ ,C,C ′ (blu).

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Chiamiamo quindi gli angoli lineari a = BDC,
\ b = ADC
\ e c = ADB
\
[vedi Figura 14].

Figura 14: Gli angoli lineari a = BDC


\ (celeste), b = ADC
\ (giallo) e c =
ADB
\ (rosa).

Studente J: Sono necessari questi angoli?


Lobachevski: Assumeranno maggiore importanza più avanti. Intanto è
bene tenerli a mente.

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Costruiamo quindi SA , una sfera centrata nel punto A.
Studentessa I: Quanto ampio deve essere il raggio di questa sfera?
Lobachevski: Non è rilevante, basta che si intersechi con la retta rA,A′
e i segmenti AC e AD rispettivamente nei punti A1 , A2 e A3 . Che cosa
identificano questi punti sulla sfera SA ?
Studentessa I: A1 , A2 e A3 sono i vertici di un triangolo sferico.
Lobachevski: Corretto. Abbiamo cosı̀ il triangolo sferico △A1 A2 A3 , di
lati p = A1 A2 , q = A1 A3 e r = A2 A3 [vedi Figura 15].

Figura 15: La sfera SA (arancione), centrata nel punto A (nero), interseca la


retta rA,A′ (arancione) e i segmenti AC (giallo) e AD (rosa) rispettivamente
nei punti A1 , A2 e A3 (neri), determinando cosı̀ il triangolo sferico △A1 A2 A3
(nero), di lati p = A1 A2 , q = A1 A3 e r = A2 A3 (neri).

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Opposti ai lato p, q e r troviamo rispettivamente gli angoli θp , θq e θr .

• θq è l’angolo che intercorre tra i piani PA,C,D e PA,A′ ,C,C ′ , e ciò implica
che θq = ω [vedi Figura 16];

Figura 16: L’angolo θq equivale all’angolo ω (verde scuro).

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• θr è l’angolo giacente sulla retta rA,A′ , ed indica l’ampiezza dell’inter-
sezione tra i piani PA,A′ ,B,B ′ e PA,A′ ,C,C ′ , ergo θr = X [vedi Figura
17];

Figura 17: L’angolo θr equivale all’angolo X (arancione).

• Per ottenere l’ampiezza di θp , ricordiamo l’enunciato del Teorema 27


[Lobachevski procede a scrivere l’enunciato del Teorema 27 alla lava-
gna]: Un angolo solido a 3 lati ha ampiezza pari a metà della somma
degli angoli sulla superficie meno un angolo retto.
Questo significa che se α è l’area di △A1 A2 A3 , θp deve soddisfare la
seguente equazione [Lobachevski scrive la formula alla lavagna]:

1 π 1 π
α= (θp + θq + θr ) − → α = (θp + ω + X) −
2 2 2 2

→ 2α = θp + ω + X − π → θp = π + 2α − ω − X

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Proseguiamo analogamente costruendo una sfera centrata nel punto C,
denominata SC , che interseca la retta rC,C ′ e i segmenti AC e CD rispettiva-
mente nei punti C1 , C2 e C3 , determinando cosı̀ il triangolo sferico △C1 C2 C3 ,
di lati p′ = C1 C2 , q ′ = C1 C3 e r′ = C2 C3 , e di area β [vedi Figura 18].

Figura 18: La sfera SC (verde), centrata nel punto C (nero), interseca la


retta rC,C ′ (verde) e i segmenti AC (giallo) e CD (celeste) rispettivamente
nei punti C1 , C2 e C3 (neri), determinando cosı̀ il triangolo sferico △C1 C2 C3
(nero), di lati p′ = C1 C2 , q ′ = C1 C3 e r′ = C2 C3 (neri).

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• Opposto al lato q ′ troviamo l’angolo θq′ , il quale è anche l’angolo che
intercorre tra i piani PA,C,D e PA,A′ ,C,C ′ , ovvero θq′ = ω [vedi Figura
19].

Figura 19: L’angolo θq′ equivale all’angolo ω (verde scuro).

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• Opposto al lato r′ vi è l’angolo θr′ , giacente sulla retta rC,C ′ ed asso-
ciato all’intersezione tra i piani PA,A′ ,C,C ′ e PB,B ′ ,C,C ′ , quindi θr′ = Z
[vedi Figura 20].

Figura 20: L’angolo θr′ equivale all’angolo Z (verde).

• Infine, opposto al lato p′ c’è l’angolo θp′ , la cui ampiezza è data dalla
seguente equazione [Lobachevski scrive la formula alla lavagna.]:

1  π 1  π
β= θp ′ + θq ′ + θr ′ − → β = θp ′ + ω + Z −
2 2 2 2

→ 2β = θp′ + ω + Z − π → θp′ = π + 2β − ω − Z

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Infine costruiamo una sfera centrata nel punto D che interseca i segmen-
ti AD, BD e CD rispettivamente nei punti D1 , D2 e D3 , creando cosı̀ il
triangolo sferico △D1 D2 D3 , di lati l = D1 D2 , m = D2 D3 e n = D1 D3 [vedi
Figura 21].

Figura 21: La sfera SD (viola), centrata nel punto D (nero), interseca i


segmenti AD (rosa), BD (viola) e CD (celeste) rispettivamente nei punti
D1 , D2 e D3 (neri), determinando cosı̀ il triangolo sferico △D1 D2 D3 (nero),
di lati l = D1 D2 , m = D2 D3 e n = D1 D3 .

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θn , l’angolo opposto a n, è l’angolo giacente sulla retta rB,B ′ associato
all’intersezione tra i piani PA,A′ ,B,B ′ e PB,B ′ ,C,C ′ , ovvero θn = Y [vedi Figura
22].

Figura 22: L’angolo θn equivale all’angolo Y (viola).

Studente J: E gli altri 2 angoli come si individuano?


Lobachevski: Qui è consigliabile ragionare sui segmenti contenenti gli
angoli. L’angolo opposto a m, θm , è posto tra i segmenti l e n, mentre l’angolo
opposto a p, θp , è situato tra i segmenti q ed r. Che relazione intercorre tra
questi segmenti?
Studentessa I: r ed n appartengono entrambi al piano PA,C,D , ...
Lobachevski: Giusto. E ...?
Studentessa I: ... e incidono perpendicolarmente al segmento AD,
rispettivamente per nei punti A3 e D1 , ...
Lobachevski: Bene. Quindi?
Studentessa I: ... quindi per r e n vi sono 2 rette tangenti nei punti
A3 e D1 - posso chiamarle tr,A3 e tn,D1 ? - che sono parallele tra loro per
il Teorema 4: [Con il permesso dell’insegnante, la studentessa I si alza e
scrive alla lavagna l’enunciato del Teorema 4.] 2 rette perpendicolari alla
stessa retta non si intersecano mai.
Lobachevski: Esatto. Può procedere analogamente con gli altri 2 archi
rimasti?
Studentessa I: Certo. q e l sono entrambi contenuti in PA,A′ ,B,B ′ , e sono
entrambi perpendicolari a AD, e quindi al piano PA,C,D , sempre guardando
i punti A3 e D1 . Quindi prendo tq,A3 , la retta tangente a q per A3 , e tl,D1 ,
la retta tangente a l per D1 : sono parallele tra loro.
[La studentessa I torna a sedere.]

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Lobachevski: Osservando quindi la costruzione, come pensiate siano
tra loro gli angoli θm e θp , essendo gli angoli fra queste tangenti?
Studente J: Supplementari?
Lobachevski: Giusto. Questa relazione si può vedere intuitivamente,
come le uguaglianze fra gli altri angoli, ma è istruttivo saperla giustificare.
Si ottiene cosı̀ per costruzione che θm è l’angolo supplementare di θp [vedi
Figura 23], e la sua ampiezza è data dalla seguente equazione [Lobachevski
scrive alla lavagna mentre espone la formula.]:

θm = π − θp = π − (π + 2α − ω − X) = π − π − 2α + ω + X

→ θm = ω + X − 2α

Figura 23: tq,A3 e tl,D1 (verde scuro) sono paralleli tra loro, e tr,A3 e tn,D1
(cremisi) sono paralleli tra loro, tali che gli angoli θp (viola) e θm (arancione)
sono supplementari.

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Discorso analogo per θl , l’angolo opposto a l, situato tra m ed n, e θp′ ,
l’angolo opposto a p′ , situato tra q ′ e r′ . n e r′ sono entrambi giacenti sul
piano PA,C,D , e sono entrambi perpendicolari al segmento CD, rispettiva-
mente per i punti D3 e C3 , pertanto tn,D3 , la retta tangente a n per D3 , e
tr′ ,C3 , la tangente a r′ per C3 , sono parallele tra loro. Invece m e q ′ giacciono
sul piano PB,B ′ ,C,C ′ , e sono perpendicolari a CD, per i medesimi punti di
prima, perciò le tangenti tm,D3 e tq′ ,C3 sono parallele tra loro. Si ottiene cosı̀
che θl è l’angolo supplementare di θp′ [vedi Figura 24], e la sua ampiezza
si calcola in tale maniera [Lobachevski scrive alla lavagna mentre espone la
formula.]:

θl = π − θp′ = π − (π + 2β − ω − Z) = π − π − 2β + ω + Z

→ θl = ω + Z − 2β

Figura 24: tq′ ,C3 e tm,D3 (oro) sono paralleli tra loro, e tr′ ,C3 e tn,D3 (cre-
misi) sono paralleli tra loro, tali che gli angoli θp′ (viola) e θl (verde) sono
supplementari.

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Con queste informazioni abbiamo che δ, l’area di △D1 D2 D3 , è cosı̀ data
[Lobachevski scrive la formula alla lavagna.]:
1 π
δ= (θl + θm + θn ) −
2 2

1 π
→δ= (ω + Z − 2β + ω + X − 2α + Y ) −
2 2

X Y Z π
→δ=ω+ + + −α−β−
2 2 2 2

1
→δ= (X + Y + Z − π) − α − β + ω
2

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Con il diminuire dell’ampiezza dell’angolo ω, che cosa accade?
Studente J: Gli angoli sferici diventano più piccoli, annullando le aree
dei triangoli?
Lobachevski: Sı̀, ma la tua conclusione è affrettata: controlliamo un
caso per volta. Con il diminuire dell’ampiezza di ω, diminuiscono anche le
aree α e β perché i triangoli sferici △A1 A2 A3 e △C1 C2 C3 contengono un
angolo pari ad ω (rispettivamente θq e θq′ ) che svanisce con i triangoli stessi;
di conseguenza anche α + β − ω diventa sempre più piccolo [vedi Figura 25].

Figura 25: Minore è l’ampiezza di dell’angolo ω, maggiori sono le lunghezze


dei segmenti AD (rosa), BD (viola) e CD (celeste), e più piccoli diventano gli
angoli sferici α, β e δ, rispettivamente le aree dei triangoli sferici △A1 A2 A3 ,
△C1 C2 C3 e △D1 D2 D3 (neri).

Giunti a questo punto, verifichiamo se si possa annullare anche l’area


dell’ultimo triangolo, △D1 D2 D3 : basterebbe provare che a o c si annullano,
visto che sono opposti a l ed m. Possiamo usare il Teorema 21: [Lobachevski
scrive alla lavagna l’enunciato del Teorema 21.] Dato un punto, è possibile
disegnare una retta passante per esso in modo che intersechi una seconda
retta, generando un angolo piccolo quanto si desidera.
Per esempio, dato il punto C, è possibile allontanare D e disegnare la retta
CD in modo che intersechi la seconda retta rB,B ′ generando un angolo m
piccolo quanto desideriamo. Questo teorema si può utilizzare analogamente
per l’angolo c; allontanando D, si annullano entrambi allo stesso modo.
Studente J: E con loro diminuiscono m e l, quindi δ...
Studentessa I: Scusi, come mai ha detto che possiamo utilizzare il
Teorema 21 per a e c, ma non per b?

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Lobachevski: Per l’angolo b il discorso è più complesso. a e c hanno
ampiezza dipendente da AD e CD e dalla loro intersezione con la retta rB,B ′
tramite il punto D, vincolato su di essa: possiamo allontanare D senza dover
spostare il piano su cui giacciono le due rette protagoniste del teorema. b
invece ha ampiezza dipendente dall’intersezione tra AD e CD e indipen-
dente da rB,B ′ . Allontanando D stiamo ruotando le due rette in un altro
piano, e non è detto che il teorema rimanga rigoroso. Intuitivamente, si può
immaginare che anche b tenda a zero, ma non è necessario per annullare δ.
Ricapitolando: diminuiamo quindi l’ampiezza di ω fino ad annullarlo, e
che cosa succede?
Studente J: Che i piani PA,A′ ,C,C ′ e PA,C,D combaciano, cioè si sovrap-
pongono?
Lobachevski: Mi riferisco in particolare al triangoli sferici. Cosa ac-
cade ad essi quando ω = 0? Avanti, avete tutti gli strumenti per finire la
dimostrazione.
[Con il permesso di Lobachevski, lo studente J si alza ed inizia a scrivere
alla lavagna.]
Studente J: Dunque, essendo i triangoli sferici di area dipendente
dall’angolo ω, accade questo:

ω=0→α=β=δ=0

In particolare, osservando il triangolo sferico △D1 D2 D3 :

• θn = Y , e questo è fissato;

θm = ω + X − 2α
• → θm = X;
ω=0→α=0

θl = ω + Z − 2β
• → θl = Z.
ω=0→β=0

Quindi, ricordando la definizione di δ:


1 1
δ= (θl + θm + θn − π) = (X + Y + Z − π) = 0
2 2
Ricollegandoci all’enunciato del Teorema 27, otteniamo che gli angoli di
superficie opposti al triangolo sferico di area δ devono avere somma pari a π,
il che implica che X, Y e Z sono gli angoli ai vertici di un triangolo euclideo.

29
Lobachevski: Corretto.
[Lo studente J torna a sedere.]
Lobachevski: Ed infatti abbiamo il triangolo euclideo
△ABC, dove gli angoli ai vertici A, B e C sono rispettivamente X, Y e Z
[vedi Figura 26]. E la loro somma è cosı̀ data:

X +Y +Z =π

Come Volevasi Dimostrare.

Figura 26: Il piano PA,B,C (marrone) interseca i piani PA,A′ ,B,B ′ (rosso),
PA,A′ ,C,C ′ (giallo) e PB,B ′ ,C,C ′ (blu) rispettivamente nei segmenti AB (ros-
so), AC (giallo) e BC (blu), generando cosı̀ il triangolo △ABC, di vertici
A (arancione), B (viola) e C (verde), e con rispettivi angoli ai vertici X
(arancione), Y (viola) e Z (verde).

Studentessa I: Aspetti, ma per quale motivo è un triangolo euclideo?


Lobachevski: Deve essere euclideo, perché se stessimo parlando in ter-
mini della geometria sferica, la somma degli angoli interni di un triangolo è
maggiore di π, e in geometria iperbolica tale somma è minore di π.
Studentessa I: Chiaro. Mi ha convinto.
Studente J: Anch’io non ho più dubbi.
Lobachevski: Ottimo.
[Termina la lezione. Lobachevski scollega il suo computer, augura un
buon proseguimento di giornata ai suoi studenti ed esce dall’aula.]

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